Idrosanitaria 2011

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Idrosanitaria - 5/2011 - 2° Trimestre. Multiplex Editrice. Direttore E. Iannuccelli. Aut. Trib. RE n° 1030 del 28/02/2001 Poste Italiane S.p.A. - Spedizioni in abbonamento postale - 70% - DCB - Reggio Emilia Idraulico cercasi Arrivato il decreto. E’ già polemica. Energia fotovoltaica, tagli agli incentivi Nessun limite alla potenza foto- voltaica incentivabile, ma solo alla quantità di fondi erogabili: sono pre- visti 300 milioni nel 2011 per i grandi impianti di oltre 1 MW realizzati sui tetti degli edifici e per quelli installati a terra maggiori di 200 kW.Ci sarà una significativa riduzione graduale degli incentivi nel corso dei mesi a venire fino al 2013, quando è previ- sta l’entrata a regime. E’ previsto un indennizzo per tutti quegli impianti che, ultimati, devono attendere più di 30 giorni per l’allaccio alla rete usufruendo di incentivi più bassi. Il Consiglio dei ministri, nella prima settimana di maggio, ha dato il via libera al decreto sugli incentivi alle fonti rinnovabili, riattivando il siste- ma premiante per il fotovoltaico secondo le nuove modalità previste dai ministeri di Ambiente e Sviluppo economico. E, come ormai tutti si aspettavano, gli incentivi al fotovol- taico 2011 vengono ridotti rispetto agli anni precedenti. Si tratta di riduzioni graduali nel tempo che permetteranno a tutti gli operatori del settore di adegua- re le strategie aziendali e le moda- lità di approccio al mercato finale. Lo scarico del lavandino gocciola? La caldaia non scalda più l’acqua? Si chiama l’idraulico, lui sa dove mettere le mani. Ma sempre più spesso non ha tempo di interve- nire con rapidità, ha altri decine di impegni, e bisogna mettersi in fila per vederlo suonare alla porta. E’ questa ancora oggi l’immagine che moltissime persone hanno di que- sta figura professionale. La realtà, invece, ha disegnato e richiede nuovi ruoli e mansioni per questi tecnici specializzati: occorrono per essere un “buon idraulico” competenze e conoscenze professionali molto di- versificate. E’ lui che realizza, installa e mette a norma impianti complessi per grandi industrie e per cantieri edili, sia civili che industriali. E’ lui il tecnico specializzato ricercato da molte imprese alle quali, però, non riesce a dare adeguate risposte Professione sicura per i giovani Le tendenze dell’arredo bagno I prossimi appuntamenti Rapporto dell’Osservatorio Immobiliare Nomisma Il mercato immobiliare italiano Concorso “Il Rame e la Casa” Idee brillanti, ironiche, positive Impianti di riscaldamento centralizzati Autonomia termica e ripartizione spese PAGG. 4-6 PAG. 3 PAG. 11 PAGG. 8-9 (segue a pag.2) perché oberato di lavoro! Le energie alternative, il fotovoltai- co, il riscaldamento e il condizio- namento, tutta la termoidraulica stanno vivendo dinamiche tecno- logiche importanti, lasciano intra- vedere interessanti prospettive, sia economiche che di crescita a- ziendale, offrono notevoli sbocchi occupazionali anche in un momento particolarmente difficile per l’occu- pazione. Allarme giovani, dice il 44° Rappor- to Censis sulla situazione sociale del Paese 2010. La crisi ha scaricato i suoi effetti su una sola componente del mercato del lavoro, quella gio- vanile. Se nel 2009, tra gli occupati di 15-34 anni, si sono persi circa 485.000 posti di lavoro (-6,8%), nei il calo degli incentivi al fotovoltai- co, investire su impianti fotovol- taici rimane comunque una buona scelta perché il margine di gua- dagno risulta comunque ottimo, tenendo in evidenza, inoltre, che il costo degli impianti fotovoltaici è in costante calo e quindi la cifra da ammortizzare è via via minore. Il decreto segnala che oltre al calo delle tariffe incentivanti si è prov- TABELLA TARIFFE 2011 (Euro/kWh) PERIODO 01/01/2011-30/04/2011 01/05/2011-31/08/2011 01/09/2011-31/12/2011 potenza (kW) su edifici altri su edifici altri su edifici altri 1<=P<=3 0,402 0,362 0,391 0,347 0,380 0,333 3<P<=20 0,377 0,339 0,360 0,322 0,342 0,304 20<P<=200 0,358 0,321 0,341 0,303 0,323 0,285 200<P<=1000 0,355 0,314 0,335 0,309 0,314 0,266 P>1000 0,351 0,313 0,327 0,289 0,302 0,264 Si giocherà molto sul tempo. Infatti, già dall’anno in corso, ogni quadri- mestre vedrà un abbassamento dell’incentivo del 6%. Ecco la tabella riassuntiva dei frazionamenti: - dal 1/1/2011 al 30/04/2011: -6% - dal 1/5/2011 al 31/08/2011: -6% - dal 1/9/2011 al 31/12/2011: -6% Negli anni a seguire, il 2012 e il 2013, sarà conteggiato un ulterio- re abbassamento degli incentivi del 6%, a partire da ogni inizio anno. Si va a creare una situazione in cui il tempo di installazione ed ulti- mazione diventa molto importan- te a livello economico perché si possa godere di incentivi più alti. Tanti convegni e numerose relazio- ni tecniche degli esperti mettono in evidenza, però, che nonostante veduto a ridurre a solo due le ca- tegorie architettoniche: “Impianti realizzati su edifici” e “altri impianti”. Fissato anche il momento dell’ero- gazione degli incentivi. Dopo forti divergenze fra i ministeri di Ambien- te e Sviluppo economico per stabi- lire se gli incentivi dovevano partire da quando si allaccia l’impianto alla rete o da quando viene emessa la certificazione di termine dei lavori, si è deciso che in caso di ritardo nell’allacciamento o ritardo imputa- bile al gestore della rete elettrica, i proprietari degli impianti fotovoltai- ci possano essere indennizzati. Il decreto favorisce anche le aziende che utilizzeranno componenti pro- dotte nell’UE premiandole con un incentivo economico: si vuole dar vita, in questo modo, alla creazione di una vera e propria filiera industria- le comunitaria. Aumenta, infatti, dal 5% al 10% il pre- mio tariffario aggiuntivo per le im- prese che adotteranno almeno il 60% di componentistica europea nei propri impianti. Infine, riportiamo dal decreto la ta- bella con le nuove tariffe per gli in- centivi sul fotovoltaico del 2011, sud- divise quadrimestre per quadrime- stre e per tipologia architettonica. L’altra faccia della medaglia, dopo una lunga attesa e dopo i forti con- trasti tra i ministri delegati alla ste- sura del decreto, mostra polemiche che non si placano sulle energie rinnovabili: ancora una volta inter- vengono le associazioni rappresen- tative degli imprenditori del settore fotovoltaico con un comunicato congiunto e, quindi, particolarmente significativo. Fanno fronte comune e lanciano un appello al Presidente della Repubblica chiedendo di non firmare un decreto legislativo rite- nuto non solo estremamente dan- noso per il settore del fotovoltaico e delle energie rinnovabili, ma anche incostituzionale. Giornale dei Distributori Idrotermosanitari Italiani EDIZIONE NAZIONALE 20-24 SETTEMBRE 2011 20-24 SETTEMBRE 2011

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rivista di informazioni del settore idrotermosanitario

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Idrosanitaria - 5/2011 - 2° Trimestre. Multiplex Editrice. Direttore E. Iannuccelli. Aut. Trib. RE n° 1030 del 28/02/2001

Poste Italiane S.p.A. - Spedizioni in abbonamento postale - 70% - DCB - Reggio Emilia

Idraulico cercasiArrivato il decreto. E’ già polemica.

Energia fotovoltaica,tagli agli incentiviNessun limite alla potenza foto-voltaica incentivabile, ma solo alla quantità di fondi erogabili: sono pre-visti 300 milioni nel 2011 per i grandi impianti di oltre 1 MW realizzati sui tetti degli edifici e per quelli installati a terra maggiori di 200 kW.Ci sarà una significativa riduzione graduale degli incentivi nel corso dei mesi a venire fino al 2013, quando è previ-sta l’entrata a regime. E’ previsto un indennizzo per tutti quegli impianti che, ultimati, devono attendere più di 30 giorni per l’allaccio alla rete usufruendo di incentivi più bassi.Il Consiglio dei ministri, nella prima settimana di maggio, ha dato il via libera al decreto sugli incentivi alle fonti rinnovabili, riattivando il siste-ma premiante per il fotovoltaico secondo le nuove modalità previste dai ministeri di Ambiente e Sviluppo economico. E, come ormai tutti si aspettavano, gli incentivi al fotovol-taico 2011 vengono ridotti rispetto agli anni precedenti. Si tratta di riduzioni graduali nel tempo che permetteranno a tutti gli operatori del settore di adegua-re le strategie aziendali e le moda-lità di approccio al mercato finale.

Lo scarico del lavandino gocciola? La caldaia non scalda più l’acqua? Si chiama l’idraulico, lui sa dove mettere le mani. Ma sempre più spesso non ha tempo di interve-nire con rapidità, ha altri decine di impegni, e bisogna mettersi in fila per vederlo suonare alla porta. E’ questa ancora oggi l’immagine che moltissime persone hanno di que-sta figura professionale. La realtà, invece, ha disegnato e richiede nuovi ruoli e mansioni per questi tecnici specializzati: occorrono per essere un “buon idraulico” competenze e conoscenze professionali molto di-versificate. E’ lui che realizza, installa e mette a norma impianti complessi per grandi industrie e per cantieri edili, sia civili che industriali. E’ lui il tecnico specializzato ricercato da molte imprese alle quali, però, non riesce a dare adeguate risposte

Professione sicura per i giovani

Le tendenze dell’arredo bagno

I prossimi appuntamenti

Rapporto dell’Osservatorio Immobiliare Nomisma

Il mercato immobiliare italiano

Concorso “Il Rame e la Casa”

Idee brillanti,ironiche, positive

Impianti di riscaldamento centralizzati

Autonomia termica e ripartizione spese

PAGG. 4-6

PAG. 3

PAG. 11

PAGG. 8-9

(segue a pag.2)

perché oberato di lavoro!Le energie alternative, il fotovoltai-co, il riscaldamento e il condizio-namento, tutta la termoidraulica stanno vivendo dinamiche tecno-logiche importanti, lasciano intra-vedere interessanti prospettive, sia economiche che di crescita a-ziendale, offrono notevoli sbocchi occupazionali anche in un momento particolarmente difficile per l’occu-pazione. Allarme giovani, dice il 44° Rappor-to Censis sulla situazione sociale del Paese 2010. La crisi ha scaricato i suoi effetti su una sola componente del mercato del lavoro, quella gio-vanile. Se nel 2009, tra gli occupati di 15-34 anni, si sono persi circa 485.000 posti di lavoro (-6,8%), nei

il calo degli incentivi al fotovoltai-co, investire su impianti fotovol-taici rimane comunque una buona scelta perché il margine di gua-dagno risulta comunque ottimo, tenendo in evidenza, inoltre, che il costo degli impianti fotovoltaici è in costante calo e quindi la cifra da ammortizzare è via via minore. Il decreto segnala che oltre al calo delle tariffe incentivanti si è prov-

TABELLA TARIFFE 2011 (Euro/kWh)

PERIodo 01/01/2011-30/04/2011 01/05/2011-31/08/2011 01/09/2011-31/12/2011

potenza (kW) su edifici altri su edifici altri su edifici altri

1<=P<=3 0,402 0,362 0,391 0,347 0,380 0,333

3<P<=20 0,377 0,339 0,360 0,322 0,342 0,304

20<P<=200 0,358 0,321 0,341 0,303 0,323 0,285

200<P<=1000 0,355 0,314 0,335 0,309 0,314 0,266

P>1000 0,351 0,313 0,327 0,289 0,302 0,264

Si giocherà molto sul tempo. Infatti, già dall’anno in corso, ogni quadri-mestre vedrà un abbassamento dell’incentivo del 6%. Ecco la tabella riassuntiva dei frazionamenti:- dal 1/1/2011 al 30/04/2011: -6%- dal 1/5/2011 al 31/08/2011: -6%- dal 1/9/2011 al 31/12/2011: -6%Negli anni a seguire, il 2012 e il 2013, sarà conteggiato un ulterio-re abbassamento degli incentivi del 6%, a partire da ogni inizio anno. Si va a creare una situazione in cui il tempo di installazione ed ulti-mazione diventa molto importan-te a livello economico perché si possa godere di incentivi più alti. Tanti convegni e numerose relazio-ni tecniche degli esperti mettono in evidenza, però, che nonostante

veduto a ridurre a solo due le ca-tegorie architettoniche: “Impianti realizzati su edifici” e “altri impianti”.Fissato anche il momento dell’ero-gazione degli incentivi. dopo forti divergenze fra i ministeri di Ambien-te e Sviluppo economico per stabi-lire se gli incentivi dovevano partire da quando si allaccia l’impianto alla rete o da quando viene emessa la certificazione di termine dei lavori, si è deciso che in caso di ritardo nell’allacciamento o ritardo imputa-bile al gestore della rete elettrica, i proprietari degli impianti fotovoltai-ci possano essere indennizzati.Il decreto favorisce anche le aziende che utilizzeranno componenti pro-dotte nell’UE premiandole con un incentivo economico: si vuole dar

vita, in questo modo, alla creazione di una vera e propria filiera industria-le comunitaria. Aumenta, infatti, dal 5% al 10% il pre-mio tariffario aggiuntivo per le im-prese che adotteranno almeno il 60% di componentistica europea nei propri impianti. Infine, riportiamo dal decreto la ta-bella con le nuove tariffe per gli in-centivi sul fotovoltaico del 2011, sud-

divise quadrimestre per quadrime-stre e per tipologia architettonica.L’altra faccia della medaglia, dopo una lunga attesa e dopo i forti con-trasti tra i ministri delegati alla ste-sura del decreto, mostra polemiche che non si placano sulle energie rinnovabili: ancora una volta inter-vengono le associazioni rappresen-tative degli imprenditori del settore fotovoltaico con un comunicato congiunto e, quindi, particolarmente significativo. Fanno fronte comune e lanciano un appello al Presidente della Repubblica chiedendo di non firmare un decreto legislativo rite-nuto non solo estremamente dan-noso per il settore del fotovoltaico e delle energie rinnovabili, ma anche incostituzionale.

Giornale dei Distributori Idrotermosanitari ItalianiEDIZIONE NAZIONALE

20-24 SETTEMBRE 2011 20-24 SETTEMBRE 2011

Page 2: Idrosanitaria 2011

2 IdrosanI arIaT

Brandoni

Camini al bioetanolodisegnati da GrittiRollo

RDZ

Sistema radiantea soffitto e parete b!klimax+

Comap

Tectite®: raccordi a innestorapido senza attrezzatura

Glass Idromassaggio

Collezione Nakedfirmata Giopato&Coombes

“Warm Relax sarà un ambiente” dicono gli architetti Stefano Gritti e Sofia Rollo, “cal-do ed accogliente dove potersi coccolare seduti o avvolti in un guscio, accompagna-ti dal calore di caminetti al bioetanolo e godere della vivacità della fiamma e dei giochi di luce creati sulle pareti in mosaico e sulla pavimentazione”.Cone e Vesta sono i due camini al bioeta-nolo di Brandoni scelti per scaldare questa installazione, entrambi fanno parte della collezione design dell’azienda. Il modello Cone è stato realizzato in legno rovere chiaro, una forma morbida, sinuo-sa e irregolare che muove la fiamma con eleganza e stile. Il camino ha un’altezza di 47cm per una larghezza di 105 cm e una profondità di 80 cm.Il Vesta Minor e il Vesta Major sono i due “focolari” che catturano l’attenzione su se stessi: numerosi elementi in legno si innal-zano a proteggere la fiamma sprigionata dal bruciatore in acciaio inox. Anche in questo caso il legno diventa materia prima, a proteggere i giochi di luce di una fiamma viva e preziosa. Il Vesta Minor misura 64 cm di altezza e altrettanti 64 cm di diame-tro, mentre il Vesta Major è alto 88 cm e con un diametro di 72 cm.La possibilità di utilizzare i camini sia negli spazi interni sia all’esterno li rende davve-ro unici e versatili.

b!klimax+ è un sistema integrato di riscaldamento e raffrescamen-to che sfrutta la capacità dei sof-fitti e delle pareti di scambiare caldo e freddo per irraggiamento con l’ambiente e con le persone. In questo modo il corpo umano viene messo nella condizione di equilibrare perfettamente i pro-pri scambi termici con un innal-zamento del comfort percepito.Con b!klimax+ RDZ ha voluto sviluppare un nuovo sistema in grado di garantire rese termiche

ancora più elevate, uniforme distribuzione della temperatura, semplicità di installa-zione e versatilità di utilizzo. Nella versione con isolamento a base di lana di roccia b!klimax+ è in grado di soddisfare requisiti più stringenti di reazione al fuoco. Integrato in modo invisibile nei soffitti e nelle pareti, b!klimax+ permette di utilizzare tutti gli spazi disponibili migliorando l’estetica degli ambienti.È un sistema particolarmente adatto ad abitazioni, ristruttu-razioni ed edifici del settore terziario, in particolare strut-ture ospedaliere e alberghiere, dove è sempre più frequente la richiesta di impianti in grado di garantire la salubrità dei locali e il comfort durante tutto l’arco dell’anno.

Comap, società del Gruppo Aalberts Industries, presenta ai professionisti i raccordi a innesto rapido in rame, ottone e acciaio al carbonio Tectite® utilizzabili senza alcuna attrezzatura.Rapidi, economici, sicuri e affidabili, i raccordi Tectite® di Co-map sono una delle più avanzate soluzioni a disposizione dei professionisti per la progettazione dei loro impianti a qualsiasi livello di complessità.

Non necessitando di attrezzature per la loro installazione, i sistemi di raccordo a innesto rapido Tectite® di Comap sono, di fatto, la migliore risposta alla necessità di riduzione dei tempi di installazione da parte del professionista, uno dei temi, unitamente a quello della “sicurezza”, a cui Comap guarda con estrema attenzio-ne in fase di progettazione di tutti i suoi sistemi.Un ulteriore ed evidente vantaggio del sistema Tectite® di Comap è la sua versa-tilità: nel caso di installazione di un rac-cordo direzionale (Tee, curva, ecc.), ad esempio, il posizionamento può essere effettuato con precisione ruotando sem-plicemente il tubo sul proprio asse fino a 360° senza pericolo di perdite.Tectite® di Comap consente di connette-re, in accordo con il tipo di installazione, differenti tipi di tubo ed è disponibile in tre diverse versioni.

Glass Idromassaggio presenta Na-ked, la nuova collezione di vasche firmate Giopato & Coombes.Originali, eclettiche, accessibili, le vasche Naked sono oggetti d’arredo da interpretare e plasmare secondo il gusto unico e personale. Combi-nando il top in vetro con il telaio estetico, disponibili in una grande varietà di colorazioni, è possibile creare la soluzione che meglio rap-presenta il proprio modo di vivere la casa.La collezione Naked esprime il proprio carattere innovativo con un’estrema versatilità. I modelli di-sponibili spaziano dalla vasca sopra-piano o sottopiano con top e telaio, alla vasca con moduli accessori, fino alla versione pannellata, che cela i sofisticati sistemi idromassaggio.All’occorrenza Naked può essere arricchita con moduli portasciuga-mani e mensole portaoggetti. Con la copertura pieghevole deck, la vasca si trasforma con un solo gesto in un comodo piano d’appoggio, per sfruttare al meglio gli spazi unendo estetica e funzionalità.L’ampia scelta di colori e finiture, sia per il top in vetro e la pannellatura, sia per il telaio a vista, permette di realizzare inediti accostamenti che si integrano armo-niosamente in molteplici contesti. A seconda della combinazione scelta Naked può inserirsi con discrezione nell’ambiente, arricchirlo con accattivanti tocchi di colore, riscaldarlo con la piacevolezza delle tinte naturali. Una soluzione di design intelligente e multiforme: benessere da interpretare e da vivere.

Novità in Vetrina

Page 3: Idrosanitaria 2011

3IdrosanI arIaT

Un eccesso di ottimismo aveva spin-to, già all’inizio del 2010, a ritenere ormai esaurita la fase recessiva che caratterizzava il mercato immobi-liare italiano da oltre un biennio e contestualmente avviata la ripresa, seppure le evidenze in tal senso fos-sero ancora piuttosto flebili.Tale lettura del quadro congiuntu-rale si fondava tanto sull’interpre-tazione di dinamiche specifiche di settore, quanto su segnali di pro-gressivo miglioramento del conte-sto macroeconomico.L’inversione di tendenza delle com-pravendite, l’attenuazione del calo dei prezzi e la positiva evoluzione del clima di fiducia degli operatori sono solo i principali fattori che inducevano a ritenere archivia-ta, senza il temuto tracollo, la fase recessiva. È quanto emerge dall’ul-timo Rapporto dell’osservatorio Immobiliare Nomisma – il primo del 2011 – che restituisce, in nume-

Calano i prezzi, non crescono le compravendite

Il mercato immobiliareitaliano

ta a tassi di interesse decisamente esigui, restituivano l’immagine di un quadro economico di maggiore favore di cui il settore immobiliare avrebbe senz’altro beneficiato.L’ipotesi di una pronta ripartenza non teneva, tuttavia, in debita consi-derazione le profonde modifiche nelfrattempo intervenute nell’allo-cazione del credito da parte delle banche, nel tentativo di ridurre la ri-schiosità degli impieghi e ripristina-re un’adeguata solidità patrimoniale.Per comprendere la rilevanza degli aspetti creditizi nell’evoluzione del mercato occorre, innanzitutto, rico-noscere il ruolo che l’allentamento dei criteri di selezione e il conse-guente aumento delle disponibilità economiche hanno avuto nel “gon-fiare” livelli di attività e quotazioni nella fase ascendente del ciclo im-mobiliare. L’infondata convinzione che la “brillante finanziarizzazione” del contesto avrebbe garantito la

sentano un ostacolo al momento in-sormontabile sulla via della ripresa.Allo specchio vediamo un’Italia sospesa, in cui tutti gli attori del sistema – dalle famiglie agli opera-tori economici, alle fonti di credito – sembrano chiamati a rivalutare piani, parametri e previsioni.

Non devono sorprendere, dunque, gli elementi nuovi e preoccupanti emersi dal Rapporto: il calo delle compravendite registrato nel se-condo semestre del 2010 (-3,5% rispetto allo stesso periodo del 2009, con punte del -5,5% nei centri urbani minori e del -10% al Sud), che, seppur parzialmente compensato da una buona capacità di tenuta dei mercati urbani del Centro-Nord, porta il saldo annuale ad appena un +0,4% rispetto al 2009; l’insensibi-lità delle quotazioni (dinamica che ormai avvicina Nord e Sud, centri e periferie) alla progressiva flessione della domanda e, non ultimo, il diffi-cile accesso ai mutui da parte delle famiglie, a causa non dei tassi di inte-resse (esigui nel corso del 2010), ma dell’atteggiamento severo mostrato

dal sistema creditizio.Le capacità negoziali del sistema bancario non sono illimitate e la decisione di un progressivo innal-zamento dei tassi di interesse de-terminerà un ampliamento delle sofferenze. Valutata l’ingente mole di invenduto, constatata l’assenza di una correzione al ribasso dei prezzi, verificata la più attenta disamina dei criteri di concessione del credito diventa, oggi, impossibile ipotiz-zare che l’offerta attuale e quella prospettica trovino riscontro nelle autonome capacità di assorbimento della domanda: dare il giusto peso ad ognuna delle diverse componenti spinge a propendere per l’inaccessi-bilità del mercato alle attuali condi-zioni per una notevole quota della domanda potenziale.

NTN 2010: numero transazioni. Var.% 2010 / 2009 percentuale di variazione delle compravendite 2010 rispetto quelle dell’anno 2009. Var.% II 10 / II 09 percentuale di variazione delle compravendite del II semestre 2010 rispetto al II semestre 2009

sostenibilità di prezzi altrimenti inaccessibili, associata all’incapacità di definire in maniera congrua il peso dei rischi ha inevitabilmente comportato un innalzamento del grado di dipendenza del settore immobiliare rispetto al sistema bancario.La maggiore selettività scaturita dalla crisi finanziaria, riducendo la disponibilità di un sostegno di-venuto per molti imprescindibile, pregiudica, di fatto, le prospettive di una pronta ripresa.A complicare il quadro concorre, oltre alla debolezza economica della domanda, la lentezza con cui i prezzi del comparto residenziale tendono ad adeguarsi alle mutate condizioni di mercato. Alle abituali lentezze diadattamento riconducibili alla com-ponente di utilizzo insita nell’inve-stimento si aggiungono, nel caso italiano, la durata e i costi del pro-cesso di recupero coattivo in caso di insolvenza del mutuatario. L’inef-ficienza di tale processo induce le banche ad avere un atteggiamento di disponibilità nei confronti di famiglie e imprese in difficoltà piuttosto che avventurarsi in faticose dismissioni.Il mancato arrivo sul mercato di molti immobili a garanzia di mutui entrati in sofferenza ha, senza dub-bio, consentito di non accrescere ulteriormente la pressione ribassi-sta sulle quotazioni. Le capacità ne-goziali del sistema bancario non pa-iono, tuttavia, illimitate, soprattutto nella prospettiva che il progressivo innalzamento dei tassi di interesse determini un ampliamento delle sofferenze.Gli immobili a garanzia di crediti deteriorati da una parte e l’ingente mole di invenduto dall’altra, rappre-

Giornale dei Distributori Idrotermosanitari Italiani

II TRIMESTRE 2011

Redazione e pubblicità: MULTIPLEX

Via Monti Urali, 5642122 Reggio Emilia RETel. 0522 334094 - Fax 0522 393560E-mail: [email protected]

In redazione:Stefania Saldi Loredana BertolaniAlessandra AleottiManuela Adorni

Stampa: Arti Grafiche de PietriCastelnovo Sotto (RE)

Ai sensi e per gli effetti del d. Lgs. 196/2003 che riunisce in unico contesto la Legge 675/96 e gli altri decreti legislativi, regolamenti e codici de-ontologici Multiplex dichiara che le liste, usate per l’invio in abbonamento postale del giornale Idrosanitaria, provengono da pubblichi elenchi, conoscibili da chiunque, e che il trattamento dei dati in esse contenuti (art. 12) non necessita del consenso dell’interessato potrà chiedere l’ag-giornamento, lo verifica o la cancellazione dei suoi dati in ogni momento, scrivendo al titolare dell’archivio c/o: Multiplex - via Monti Urali, 56 - 42122 Reggio Emilia RE

IdrosanI arIaT

rose pagine, la fotografia più recente dell’Italia del “mattone”.Sempre nel 2010 i dati provenienti da altri Paesi (Francia, Germania, Belgio e Portogallo) davano ulterio-re robustezza all’ipotesi di una risa-lita in atto che avrebbe, di lì a poco, caratterizzato anche l’Italia. La timi-da ripresa della produzione, associa-

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Febbraio 2011, il dato di fatto: il co-municato della Guardia di Finanza sul sequestro.“Rubinetti al piombo e cromo: la Guardia di Finanza disinnesca una “bomba tossica”. Sequestrati 38.000 pezzi contraffatti poten-zialmente cancerogeni e pronti per essere venduti. denunciato un cinese, evasore totale. Sigilli anche ad altri 50.000 prodotti pericolosi. Ben 38.000 tra rubinetti, soffioni per doccia e raccorderie erano stoccati in due magazzini della cintura urbana.Le indagini hanno portato non solo al sequestro del materiale idrauli-co in questione, peraltro risultato anche contraffatto, ma all’inquie-tante scoperta che i corpi di reato contengono valori di piombo e cromo ben oltre le soglie tolle-rate per legge, gravemente tossici per l’uomo. Tutti gli accertamenti condotti hanno suffragato, univo-camente, l’ipotesi che i campioni esaminati, realizzati con criteri non rispondenti alle norme tecniche riconosciute a livello nazionale ed internazionale, reagiscono al contatto con l’acqua potabile con modalità pericolose per la salute umana.…. Un imprenditore di nazionalità cinese, titolare di entrambi i depo-siti, è stato denunciato all’autorità giudiziaria in quanto responsabile dei reati di contraffazione e adulte-razione di acque o sostanze alimen-tari (quelle erogate dai rubinetti incriminati) e delitti contro la salute pubblica, con una pena che oscilla tra i 3 e i 10 anni di reclusione. L’uomo è risultato essere anche un evasore totale poiché, all’esito delle ispezioni condotte, non è stato nemmeno in condizione di esibire la benché minima documentazione fiscale ….”Il maxi sequestro avvenuto fa parte di una serie di sequestri effettuati negli ultimi anni e con una sola origine: la Cina.Guardiamo all’accaduto sul piano della salute. Non tutti sanno che l’ottone è una lega i cui componenti principali sono rame e zinco e, in minima percentuale piombo. Il con-tenuto di piombo rilevato in stock di rubinetti cinesi ha evidenziato valori fino a 10 volte oltre quelli prescritti dalla norma europea.Va rilevato, in particolare, come il piombo tenda a depositarsi negli strati superficiali del rubinetto,

inducendo una dispersione, so-prattutto nei primi mesi di uti-lizzo del prodotto, di percentuali metalliche nell’acqua che, qualora ingerite, possono risultare molto dannose per l’organismo umano. Rubinetti con alto contenuto di piombo possono dare luogo a fon-te di intossicazione in coloro che utilizzano l’acqua del rubinetto per bere. Se l’acqua sgorga da questi rubinetti taroccati è bene evitare di darla ai bambini per bere e si consiglia di fare scorrere l’acqua per molti secondi prima di utilizzar-la per l’alimentazione, soprattutto quando la si usa calda.Ci sono delle regole di prudenza che consentano di fare acquisti ad alto rischio? E’ difficile perché a scegliere ed a influenzare le scelte dei consumatori sono gli installatori termo-idraulici che acquistano articoli guardando sol-tanto al prezzo. La grande ondata di attività immobiliare degli ultimi anni ha inondato le nostre case e tanti rivenditori di questa rubinetteria di bassissima qualità. Alcuni suggerimenti per difendersi: occorre scegliere con attenzione, verificare se la produzione ha a che fare con l’originale Made in Italy. L’Italia ha grandi e qualificati produt-tori di articoli idro-sanitari che ga-rantiscono prezzi per tutte le fasce. Se non è presente la marca, c’è qualcosa che non va. Chiedete la garanzia del produttore certificata e fatevi rilasciare la fattura. Acqui-stare sempre da venditori profes-sionali o da rivenditori autorizzati e non dimenticate di chiedere la lista dei componenti. Sul piano dell’eco-nomia nazionale va ricordato che siamo inondati da una marea di pro-dotti contraffatti o realizzati senza rispettare gli standard di sicurezza europei, che mettono a rischio la salute delle persone oltre a minare la competitività delle aziende e la credibilità del settore. oltre al vantaggio immediato sul prezzo d’acquisto, la merce contraffatta, anche solo nell’apposizione non dovuta del marchio CE o dalla provenienza non chiara, mette a repentaglio il prestigio qualitativo che le vere produzioni made in Italy hanno saputo meritarsi nel tempo in tutto il mondo.

Claudio FerrettiConsulente Tecnico CTU

Perito Accertatore

Rubinetti tossici dalla Cina

Conseguenze susalute ed economia

Novara - Museo del RubinettoDa destra. Rubinetto a parete, chiusura a maschio, in bronzo. Bocca a forma di testa di cavallo (?), corpo ottagonale con prolungamento retrostante a forma cilindrica; levetta di comando a croce. Modello rinascimentale, riproduzione degli anni 1910-1920.Rubinetto per fontana, in bronzo, bocca a forma di testa di drago, leva a rotazione per chiusura a maschio. Riproduzione di modello epoca secolo XVII.Coppia di rubinetti, erogatori a maschio, in bronzo. Bocca con la forma di testa di drago, corpo rotondo con decorazioni in rilievo a volute, leva di comando a forma di cuore traforato. Databile attorno al 1600-1610.

Civiltà e bagno sono legati, da sem-pre. E ogni epoca passata spesso ha portato con sé i traguardi raggiunti, anche in questo settore. Così, in-numerevoli volte si è ricominciato daccapo, e forse è per questo che non sempre è possibile stabilire gli “inizi” di determinate pratiche od oggetti.Vogliamo provare. La prima vasca da bagno della storia è quella del “bagno della regina” nel Palazzo di Cnosso, a Creta. Siamo nel 1700 a.C.,

finemente cesellati rappresentava-no l’elemento ultimo del lungo e complesso sistema degli acquedotti romani; sono stati rinvenuti alcuni rubinetti a maschio in bronzo rea-lizzati a “cera perduta” non dissimili da quelli utilizzati oggi.E, come si legge all’interno del museo del rubinetto in provincia di Novara, i rubinetti romani in genere erano a maschio cilindrico, raramente coni-co, forse per difficoltà d’esecuzione. Il corpo ed il maschio venivano

Appunti di storia del bagno

Fra piaceree dovere

ma la sua forma è incredibilmente simile a quelle di oggi; costruita in terracotta, dipinta dentro e fuori, era in una stanza dalle pareti decorate a spirale attigua a un’altra sala, da toe-letta, dipinta con fregi coloratissimi raffiguranti delfini.dei romani delle terme, centro della vita pubblica, ricordiamo piccole vasche sospese a soffitto per mezzo di funi, oscillanti secondo il piacere dell’occupante. E alcuni imperatori arrivavano a fare anche sette-otto bagni al giorno. All’interno delle case e delle ville così come nelle terme rubinetti e bocche per fontane

costruiti per fusione, quest’ultimo in un unico blocco con testa prismatica. Il corpo era un cilindro cavo con gli estremi allargati all’esterno, come una sorta di flangia ricurva. Le guar-nizioni erano in genere di semplice stoppa o di cuoio, questo causava una maggiore difficoltà nell’aprire o chiudere il sistema. Nelle giunzioni non esistevano filettature, nonostan-te i romani ne fossero a conoscenza. L’installazione si otteneva intro-ducendo le bocche del rubinetto dentro il manicotto dei tubi e sal-dando in giro una fascia abbondante di piombo che assicurava la tenuta.

Passano i secoli. Non solo per pia-cere, ma anche per risparmiare sul faticoso trasporto a mano dell’acqua calda, nel Medioevo, in Inghilterra, l’intera famiglia, ospiti inclusi, faceva il bagno nella stessa vasca. Non di rado sulle vasche, in genere tonde e di legno, era posto trasversalmente un vassoio con il cibo e il tutto era allietato dalla presenza di musicanti.oltre che per la religione e la magia, la pratica del bagno aveva un signi-ficato rituale anche per la cavalleria. Vi era per esempio la nomina a “Cavaliere della vasca da bagno”, cerimoniale che sembra sia stato istituito da Enrico IV° d’Inghilterra alla sua incoronazione, nel 1399.La fantasia si esprimeva anche nella forma e nei materiali delle vasche: in marmo o legno, rivestite rispettiva-mente di stoffa, in rame e piombo, qualche volta erano di stagno. Nel Settecento prendevano forme di sedie, divani, con schienali imbottiti. C’erano anche i bagni portatili, da mettere in camera da letto come in giardino, e i bagni-culla per bambini. Le stanze da bagno si arricchivano con tavoli da toeletta, portacatini, specchi e vari accessori di bellezza. Tutto questo, naturalmente, per i ceti abbienti. Il popolo doveva acconten-tarsi di cose ben più modeste.E se l’ottocento vedeva ancora gli “acquaioli” portare secchi di acqua bollente per i bagni a domi-cilio, il quotidiano bagno caldo di Napoleone Bonaparte avveniva in un’imponente sala ornata di specchi e pitture, con uno splendido lampa-dario e un enorme camino di marmo al cui tepore potersi asciugare. Nel diciannovesimo secolo si è giunti ,poi, a una vera e propria “cura” dell’acqua, consigliata dai medici. Ecco allora una varia serie di bagni: il bagno generale o da riposo, la mezza vasca, il semicupio, il bagno a spruzzo, a stivale, a doccia e il bagno da viaggio. Il primo bagno di ghisa è comparso verso il 1880.A proposito di ambiente bagno: quando è nato il vaso da notte? difficile a dirsi, come per ogni “oggetto” di uso quotidiano. Certo era già conosciuto nell’antichità: il romano Plinio asserisce che il triumviro Antonio ne usava uno d’oro, cosa “di cui sarebbe arrossita anche Cleopatra”. Amichevolmen-te chiamato “jerry” in Inghilterra, ha un antenato nel medioevale “orìgnal”, una sorta di vaso dal lungo collo aperto ad imbuto la cui forma “garantiva” una certa stabilità quando si usava a letto. La datazione dell’attuale water clo-set, secondo gli esperti, sarebbe da collocarsi intorno al XVIII° secolo.Per quanto riguarda il bidet, pare che le sue origini risalgano anch’es-se al XVIII° secolo,... ma il suo uso è ancora oggi in tanti paesi del mondo del tutto sconosciuto: quanti italiani all’estero lo vanno cercando!

La Facot Chemicals è un’azienda storica molto attenta all’evoluzione del mercato e non esita a proporre pro-dotti innovativi, ma soprattutto soluzioni tecniche interessanti, ancorché in ottemperanza delle normative e nel pieno rispetto dell’ambiente.Fra le novità 2011 un web-site tutto nuovo e ricco di contenuti tecnici, ma anche di facile consultazione per l’utente privato grazie alla “casa Facot” interattiva e alcune novità molto utili in termini di prodotti nei settori del solare e del condizionamento, fra le quali citiamo Climacoverse un additivo scioglimorchie indispensabile per le riconversioni degli impianti frigoriferi, e Climastop un turafalle ad alta efficacia e per alte pressioni compatibile con tutti i gas refrigeranti. Inoltre, in un’ottica di miglioramento del servizio e soprattutto della qualità dei prodotti Facot Chemicals è fra le primissime aziende in Italia ad aver ottenuto la Certificazione di Qualità dei Prodotti estesa alla quasi totalità della gamma di produzione, dall’ente TÜV PROFiCERT Product. Il tutto a beneficio dell’utilizzatore finale, che attraverso la ISOENCErtifications ha facoltà di segnalare even-tuali osservazioni o anomalie sui prodotti all’ente TÜV*. In pratica una vera soddisfazione del cliente monitorata da uno dei maggiori enti a livello mondiale. Un plus che attualmente poche aziende possono vantare.

Novità 2011

FACoT CHEMICALS

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La sala da bagno si fa sempre più versatile, accattivante, personalizza-bile. Ben lo sanno progettisti, addetti di showroom ed installatori. dalla rubinetteria, ai sanitari, ai mobili che la arredano, le più attuali tenden-ze sono declinate dal mondo della moda. Si sperimenta su materiali e cromie, sostituendo il minimalismo e le tonalità sobrie di un tempo con decori macro, con colori sgargianti e con bagliori metallici, per proporre un ambiente lussuoso e inedito. Si avvicinano importanti appuntamen-ti dove è possibile l’incontro fra gli addetti ai lavori, ma dove è possibile

a stanza da fitness, a zona relax con tanto di tv color e collegamento in-ternet, addirittura a spazio d’ispira-zione creativo.Qui vasche e docce divengono le protagoniste assolute nel campo dell’innovazione, i gioielli del bagno: le prime abbandonano la loro canonica forma a parallelepipedo per plasmar-si come gusci accoglienti o cascate naturali al centro della stanza, le se-conde divengono delle vere e pro-prie sculture. Ambientazioni naturali accentuano il senso di benessere e di armonia in una reale esperienza di senso e le possibilità di variazioni di

Tendenze arredo bagno

Conoscere per averepossibilità da sviluppare

rotanti per trasformare le docce in centrali tecnologiche all’avanguardia per il benessere. Anche gli altri com-ponenti subiscono una grande inno-vazione nelle forme e nei materiali, accompagnati da tecnologie sempre più sofisticate.Il rubinetto può trasformarsi in un miscelatore monocomando in grado di far risparmiare acqua e, insieme al lavabo, si svincola dai sanitari, sempre più spesso proposti in versione so-spesa, per assumere il ruolo di vero e proprio pezzo d’arredamento dal design innovativo da collocare per-sino in salotto. Le forme divengono inusuali, accatti-vanti, di design, le dimensioni macro, ricerca tecnologica e sperimentazio-ne sono alla base di questa evoluzio-ne delle forme e di nuovi concetti. Svariate proposte concettuali diven-tano quindi elementi in grado di sor-prendere grazie non solo alla forza del loro impatto visivo ma soprattut-to alla la ricerca di nuove funzionalità. Siamo di fronte a soluzioni di design complete: arredi e sanitari, sistemi di illuminazione, rivestimenti delle pa-reti e dei pavimenti, oltre alle finiture dei soffitti, in un insieme in grado di creare un’atmosfera confortevole e armoniosa dal carattere intimo ed elegante. Anche la scelta dei materiali si fa vasta ed eterogenea spaziando dal più tradizionale acrilico alle es-senze lignee sino alle resine e ai com-posti sintetici, capaci di sorprendere la vista ma anche il tatto. Nelle ceramiche viene superato il concetto di serie, queste si coordi-nano con gli altri elementi d’arre-

to culminando in un bacile raffinato, dove la rubinetteria, per evitare d’in-taccare la bellezza del lavabo, parte anch’essa dal pavimento, come se sorgesse dalla terra. L’idea è resa poi unica grazie alla possibilità di accostamento a finiture oro, per un bagno luccicante in grado di incantare, in un regno in cui ognu-no potrà sentirsi un re o una regina. Nonostante il suo lusso, rimane co-munque una stanza che può essere usata senza alcun problema, ideale per chi vuole una casa curata e desi-dera vivere momenti d’intenso relax e sentirsi a proprio agio con sé stes-so. Ma diverse sono le linee, come sempre maggiori sono le esigenze e i gusti differenti.

calpestio, all’abrasione, alla flessione, al gelo, ognuna concepita per diffe-renti destinazioni d’uso, interne o esterne, e confermandosi protago-niste di un ambiente bello alla vista e piacevole al tatto. Non a caso crescono sempre di più i luoghi in cui sono presenti piastrelle di ceramica italiane, anche in zone living: si va dalle camere da letto ai negozi dei centri storici, per arrivare fino agli imponenti centri commer-ciali nelle periferie, senza dimentica-re uffici e centri direzionali o i grandi spazi pubblici dell’architettura urba-na. Inoltre, per far fronte all’emer-genza ecologica mondiale del nostro pianeta, le aziende più sviluppate im-primono alle loro politiche aziendali

anche creare e diffondere cultura ed informazione. Sono manifestazioni di alto profilo e sicuro interesse an-che i professionisti, tra i quali coloro che operano nel settore dell’arredo bagno, che determinano le tendenze e i gusti e, soprattutto, indirizzano le scelte del consumatore finale. L’ antica concezione del bagno oggi è cambiata radicalmente: un tempo lo si adibiva a luogo di privacy di piccole dimensioni all’interno di un’abitazio-ne, attualmente arriva a ricoprire un ruolo centrale nella concezione del-lo spazio domestico e capace di coin-volgere in un gioco di contaminazioni le diverse parti della casa.Si trasforma quindi in luogo comples-so, di più ampia metratura perché si concentrano più aspetti funzionali, in cui prende forma una parte impor-tante della propria giornata, quella dedicata al benessere, al relax e alla cura di sé. diventa uno spazio raf-finato, un contenitore di emozioni capace di creare suggestioni e rap-presentare il proprio stile di vita attraverso oggetti e arredi. Aumen-tano le richieste d’inserimento di elementi come sauna e bagnoturco, e di maggior spazio da dedicare ai contenitori, per rispondere a bisogni propri non più solo della donna, ma anche dell’uomo, che ora ha scoper-to il piacere della cura personale.diventa un desiderio diffuso quello di trasformare il proprio bagno in una piccola “spa” in cui coccolarsi e sciogliere le proprie tensioni rinno-vando quotidianamente l’incontro con il proprio io e rilassando corpo e mente. La toilette diviene il luogo in cui il tempo si dilata e si dissolve in attimi di piacevolezza ed è così rein-terpretata in modo creativo, prestan-dosi alle più svariate interpretazioni:

tema (dai raggi del sole alle onde del canyon a vari mondi fantastici) por-tano a godere di attimi di quotidiano rilassamento.Comodità e comfort, stile e fun-zionalità sono quindi il leit motiv di tutte queste innovazioni: il senso di mobilità delle cose viene suggerito da elementi d’arredo con maniglie che fungono anche da portasciuga-mani. I soffioni delle docce diven-gono scenografici, colorati, formato extralarge o con erogatori d’acqua a effetto ruscello che fanno dimen-ticare le consuete doccette a te-lefono nel tentativo di riproporre un’esperienza sensoriale a tutto-tondo, simulando l’effetto naturale e avvolgente della pioggia o di una cascata. Ma anche molte altre funzio-ni sono possibili: getti a lama, degni di una vera “spa”, con led luminosi e musica per cromo e musicotera-pia, acqua nebulizzata o solarizzata, idromassaggi dorsali con microgetti

dobagno in un concetto d’insieme dell’ambiente molto armonico.Pur essendo un materiale antico e dotato di una grande forza estetica e costruttiva, la ceramica dimostra di poter offrire numerose possibilità compositive ed espressive. Questa non è più solo un rivestimento di pa-reti e pavimenti in lastre e moduli dal-la dimensione sempre crescente, ma diventa una nuova forma di espres-sione, frutto di concept e tecnologie avanzate, che la vedono protagonista di numerose interpretazioni stilisti-che e di design, rendendolo un pro-dotto interessante sia per il mercato che per la produzione architettonica.Linee tondeggianti e colori si fondo-no in un gioco di forme ergonomiche in grado di mescolarsi sapientemen-te tra di loro, rendendo i sanitari un po’ sopra le righe. Tra le aziende leader sono proposte versioni in cui il lavabo parte da terra sinuosamente e si staglia verso l’al-

Vasche sottopiano, docce e lava-bi dall’elevato contenuto tecnico e dall’estrema facilità di posa sono proposti con rivestimenti e comple-menti ceramici coordinati.Il bianco e nero si conferma uno degli abbinamenti più duttili e utiliz-zati all’interno del mercato, che può essere facilmente collocato a rive-stimento o utilizzato in operazioni di ristrutturazione per la posa su materiali esistenti e ben si presta ad arricchimenti con delle serie di de-cori che ne moltiplicano le possibilità applicative.La novità è rappresentata, inoltre, dall’accostamento con materiali na-turali come marmi, graniglia, pietre, pelli e varie tipologie di legno in tutte le tonalità, dando origine ad un am-biente caldo, sobrio e raffinato: pro-dotti in grado di coniugare in modo unico passato e futuro. Le collezioni ceramiche d’avanguardia diventano quindi molto variegate, resistenti al

connotazioni ecologiche. Nel tenta-tivo di limitare al massimo i consumi, le scelte imprenditoriali divengono sempre più attente ad aspetti come la riduzione dei consumi, dell’elet-tricità, l’utilizzo di acque piovane, la riduzione di Co2, la reimmissione di materiale di recupero nel processo produttivo e l’aumento dell’efficien-za energetica. L’ottimizzazione dei consumi prevede l’uso di materie prime derivate da attività di riciclo, mentre le strutture impiantistiche inerenti le risorse idriche permet-tono un riutilizzo di tutte le acque industriali in fase di produzione degli impasti, con un significativo rispar-mio di metri cubi di acqua al giorno. La ricerca della dimensione naturale non rimane quindi una prerogativa puramente estetica ma diventa to-tale nel momento in cui le imprese realizzano prodotti di tendenza, in linea con le esigenze del consuma-tore, ma anche attente all’ambiente.

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Fino agli anni Sessanta/Settanta, l’au-tonomia e la ripartizione delle spese termiche negli impianti di riscalda-mento non erano prestazioni molto richieste e neppure erano ritenute di particolare rilievo. In quei tempi, infatti, il costo dei combustibili, e quindi il costo di gestione degli im-pianti, erano molto bassi.Poi, in pochi anni, la situazione è cam-biata soprattutto per tre cause:- gli alti incrementi di costo imposti dai Paesi produttori di gas e petrolio; - gli elevati oneri di raffinazione ne-cessari per poter ottenere combu-stibili meno inquinanti;- il rapido esaurirsi delle scorte di combustibili fossili.Questa nuova situazione ha fatto assumere un ruolo sempre più im-portante al corretto uso delle fonti energetiche disponibili, non solo a li-vello delle singole utenze, ma anche a livello nazionale ed internazionale.Il corretto uso delle fonti energeti-

Impianti di riscaldamento centralizzati

Autonomia termicae ripartizione spese

che disponibili è quindi diventato un obiettivo politico/sociale di grande rilievo, da perseguirsi sia con la do-vuta professionalità sia col supporto di un valido quadro legislativo/nor-mativo, nonché di idonei incentivi.In particolare, per quanto riguarda gli impianti di riscaldamento centra-lizzati, tale obiettivo si deve perse-guire offrendo ad ogni utenza due possibilità:- poter riscaldare solo quando serve;- poter pagare solo in base al calore consumato.In termini più tecnici, l’obiettivo di cui sopra va perseguito realizzando impianti che offrono ad ogni utenza: - l’autonomia termica;- la contabilizzazione individuale del calore.Prestazioni queste che attualmente sono ormai facili da offrire per l’am-pia e completa gamma di materiali appositamente dedicata a questo scopo. Ad esempio, è ormai facile realiz-zare i nuovi impianti centralizzati a gestione autonoma. Così come è ormai possibile, senza grandi compli-cazioni né costi troppo elevati, far sì che anche i vecchi impianti centralizzati a colonne sia-no in grado di offrire un tale tipo di gestione.In merito va comunque considerato che, negli ulti-mi anni, per poter garantire ad ogni utenza l’autonomia di gestione, sono state adottate anche soluzioni non sempre coerenti con le esigenze più generali di sicurezza, funzionalità e rispetto dell’ambiente. Tra queste vanno annoverate le soluzioni con impianti autonomi a caldaiette che

servono complessi edilizi, residen-ziali o commerciali, a più utenze qua-li, ad esempio, le case di tipo a schiera oppure a palazzina o a torre.Infatti gli impianti autonomi con cal-daiette rispetto a quelli centralizzati:− funzionano con rendimenti di combustione mediamente più bassi;− richiedono spese per la manuten-zione e i controlli (da parte di enti pubblici) molto più elevate;− sono in genere più esposti ai pe-ricoli, dato che la loro sicurezza di-pende dalla regolarità o meno con la quale ogni utente fa effettuare i controlli e la manutenzione della sua caldaietta.Inoltre gli impianti autonomi funzio-nano solo con un tipo di combusti-bile (in genere il metano) e quindi per questi impianti non è possibile l’uso di altre fonti di calore, oppure l’allacciamento a reti del teleriscal-damento. di seguito considereremo i principali aspetti, d’ordine tecnico,

prestazionale e normativo, che ri-guardano i due tipi di impianti cen-tralizzati più diffusi: quelli a zone e quelli con colonne che servono di-rettamente i corpi scaldanti.

IMPIANTI CENTRALIZZATI CON CIRCUITI DI ZONA

Sono impianti realizzati con colonne a servizio dei circuiti di zona: cioè dei circuiti che portano il fluido caldo ai corpi scaldanti di ogni alloggio.dato che ogni circuito di zona è in-tercettabile, con questi impianti può essere attuata una misura diretta del calore. È così possibile contabilizzare i consumi termici d’alloggio indipen-dentemente dal tipo di terminali uti-lizzati. Poter intercettare ogni zona consente, inoltre, di escludere au-tomaticamente il riscaldamento dei vari alloggi, ad esempio, durante la notte o il fine settimana.Ed è proprio per queste prestazioni, legate alla intercettabilità idraulica dei circuiti d’alloggio, che gli impianti di zona, ormai da diversi anni, hanno reso superati e “vecchi” gli impianti con corpi scaldanti serviti diretta-mente dalle colonne.

REGOLAZIONE DELLATEMPERATURA AMBIENTENegli impianti considerati, la rego-lazione della temperatura ambien-te è ottenuta facendo variare (con valvole o con separatori idraulici) la portata di zona del fluido scaldante. Queste le varie modalità di funzio-namento:Valvole a 3 vieQuando il termostato ambiente chiede calore, la valvola a 3 vie apre al fluido caldo la via dei corpi scal-danti, in caso contrario la valvola

by-passa il fluido direttamente nel ritorno. Per evitare condizioni di sbilanciamento la via di by-pass va regolata con dispositivi in grado di indurre, nel tratto di by-pass, perdite di carico simili a quelle del circuito utilizzatore. Con valvole a 3 vie (ov-viamente non in presenza di valvole termostatiche) gli impianti funziona-no a portata costante.Valvole a 2 vieQuando il termostato ambiente chiede calore, la valvola a 2 vie apre al fluido caldo la via dei corpi scal-danti, in caso contrario la valvola va in chiusura, bloccando così la circo-

lazione del fluido di zona.Con valvole a 2 vie gli impianti fun-zionano a portata variabile, pertanto vanno realizzati con tutti i dispositivi e gli accorgimenti necessari ad evita-re l’insorgere (nella rete di distribu-zione) di pressioni differenziali trop-po elevate e di portate (attraverso caldaie e pompe) troppo basse.Separatori idrauliciServono a separare idraulicamente i circuiti di zona dal circuito primario. Possono essere utilizzati separatori di tipo semplice o sepcoll.

Quando il termostato ambiente chiede calore, la pompa di zona vie-ne attivata, in caso contrario è di-sattivata.Con questi separatori il circuito pri-mario funziona a portata costante.

CONTABILIZZAZIONE DEL CALORE CEDUTO AD OGNI ZONACome già accennato, gli impianti considerati consentono una misura diretta del calore. A tal fine, su ogni derivazione di zona, si possono in-stallare contatori essenzialmente costituiti da: un misuratore della

portata, due sonde di temperatura e un’unità di calcolo.Le sonde consentono di misurare la differenza di temperatura del fluido scaldante tra l’ingresso e l’uscita dal circuito di zona.L’unità di calcolo determina il calore ceduto dal fluido in base ai dati for-niti dal misuratore di portata e dalle sonde di temperatura.I consumi termici possono essere trasmessi ad un concentratore dati in grado di consentire anche la let-tura dei seguenti valori:

− la portata e la potenza istantanea,− le temperatura di mandata e di ri-torno del fluido.Conoscendo tali valori è possibile:− comparare fra loro i consumi ter-mici dei vari alloggi;− controllare, attraverso le portate d’alloggio, il possibile sbilanciamento delle reti;− verificare se i moduli di zona fun-zionano o meno secondo le caratte-ristiche previste;− individuare anomalie nel funziona-

Regolazione con valvole di zona a 3 vie Regolazione con valvole di zona a 2 vie Separatori idraulici di zona

Impianto centralizzato con circuiti di zona Impianto centralizzato con circuiti di zona

(segue a pag.9)

Immagini esemplificative di contabilizzazione del calore ceduto ad ogni zona

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Impianto centralizzato con corpi scaldan-ti serviti da colonne

Autonomia termicae ripartizione spese

(continua da pag.8)

mento delle zone, dovute ad esem-pio al blocco delle valvole di regola-zione o allo sporcamento dei filtri.Nella scelta dei contatori di calore, va tenuto presente che essi devono essere conformi alla direttiva euro-pea 2004/22/CE, meglio nota come direttiva MId (Measuring Instru-ments directive). La non conformità dei contatori alle direttive MId può portare a gravi contestazioni.

IMPIANTI CENTRALIZZATI CON CORPI SCALDANTI SERVITI DA COLONNE

Questi impianti, detti anche più sem-plicemente a colonne sono realizzati con colonne a servizio dei singoli corpi scaldanti (ved. schema a lato).Fino ai primi anni ottanta, è stata questa la tipologia generalmente usata per realizzare gli impianti centralizzati. Poi, come già visto, è stata sostituita dalla tipologia con circuiti di zona, perché quest’ultima è più idonea a garantire l’autonomia termica degli alloggi. Tuttavia i vecchi impianti a colonne stanno ritornando d’attualità per almeno tre motivi:- il primo è dovuto al fatto che questi impianti sono tuttora utilizzati per riscaldare una notevole parte del patrimonio edilizio italiano;- il secondo è che sono ormai dispo-nibili mezzi validi e poco costosi per garantire autonomia termica anche a questi impianti: cosa che può offrire miglior comfort termico e forti ri-sparmi di energia, in media valutabili dal 20 al 30%;- il terzo motivo, infine, è che i Legislatori, in considerazione degli elevati risparmi energetici ottenibili, stanno emanando leggi e norme, in parte sostenute anche da incentivi, per dotare questi impianti di mezzi idonei a garantire l’autonomia termi-ca degli alloggi.

manuali di tutti i corpi scaldanti con valvole termostatiche, si possono ottenere anche altri benefici, quali:- un miglior equilibrio termico degli alloggi, in quanto le valvole termosta-tiche sono in grado di evitare l’insor-gere di temperature troppo alte ai primi piani e troppo basse agli ultimi;- un più adeguato sfruttamento dell’energia termica derivabile da fonti gratuite: cioè, ad esempio, quella ottenibile dai raggi del sole, dalla presenza di persone, dall’illu-minazione e dal funzionamento degli elettrodomestici.Va tuttavia attentamente considerato che negli impianti a colonne (con-cepiti e realizzati per funzionare a portata costante) la messa in opera delle valvole termostatiche non è un intervento neutro e privo di conse-guenze. Al contrario è un intervento che, affrontato senza le necessarie conoscenze tecniche e gli adeguati mezzi di bilanciamento, può esporre a seri problemi. Le valvole termosta-tiche trasformano, infatti, gli impianti esistenti da portata costante a varia-bile: cosa che modifica radicalmente il loro modo di funzionare.

PROBLEMI CONNESSI ALL’USO DELLE VALVOLE TERMOSTATICHE NEGLI

IMPIANTI ESISTENTISono problemi causati dal continuo aprirsi e chiudersi delle valvole ter-mostatiche: azioni che portano gli impianti a funzionare con forti varia-zioni delle portate e delle pressioni differenziali (Δρ). E, se queste varia-zioni non sono mantenute adeguata-mente sotto controllo, può risultare pregiudicato il funzionamento degli impianti. di seguito richiameremo brevemente le anomalie di maggior rilievo che possono essere provocate da tali variazioni.

ANOMALIE DI FUNZIONAMENTO CAUSATE DALLE VARIAZIONI DELLA PORTATASenza gli adeguati mezzi di com-pensazione, la messa in opera delle valvole termostatiche fa lavorare gli impianti con portate comprese fra la portata nominale (funzionamento

con tutte le valvole aperte) e por-tata zero. Tali variazioni possono provocare:- danni alle caldaiePortate troppo basse (per le caldaie tradizionali inferiori al 30÷40% delle portate nominali) possono essere causa di forti surriscaldamenti dello scambiatore interno, specie nelle zone di contatto con la fiamma, oppure nelle zone dove si deposita il calcare, lo sporco o le bolle d’aria. E ciò può portare a fessurazioni e rotture dello scambiatore.- blocco degli impianti

REGOLAZIONE DELLATEMPERATURA AMBIENTENegli impianti a colonne non è pos-sibile adottare regolazioni di zona, in quanto il loro sistema distributivo non concede la possibilità di creare, per ogni alloggio, zone autonome ed intercettabili.di conseguenza una regolazione autonoma della temperatura di ogni alloggio può essere ottenuta solo con regolatori che agiscono su ogni corpo scaldante, ad esempio con valvole di tipo termostatico o termoelettrico. Le valvole termo-statiche sono in genere da preferirsi in quanto funzionano senza alcun bisogno di energie sussidiarie e, quin-di, la loro installazione non richiede opere murarie.Queste valvole sono in grado di mantenere (facendo variare la por-tata del fluido e quindi l’emissione termica dei vari corpi scaldanti) la temperatura ambiente ai valori scelti e impostati sulla loro manopola di comando. Sostituendo le valvole

Il motivo è dovuto al fatto che con portate troppo basse si accumula molto calore nel corpo caldaia e tale calore continua ad essere ceduto al fluido vettore anche a bruciatore spento. di conseguenza il fluido vet-tore può facilmente surriscaldarsi e

provocare il continuo intervento dei dispositivi di sicurezza (termostati e valvole di intercettazione del com-bustibile) a riarmo manuale.- danni alle pompePortate troppo basse possono inoltre far lavorare fuori campo

le pompe degli impianti esistenti: pompe scelte per lavorare a portata costante. Quindi tali pompe possono funzionare con rendimenti molto bassi, surriscaldarsi e anche bruciarsi.

ANOMALIE DI FUNZIONAMENTO CAUSATE DA VARIAZIONI TROPPO ELEVATE DI ΔPCon le pompe normali, a forti ridu-zioni delle portate corrispondono elevati incrementi di Δρ: cosa che può provocare il funzionamento rumoroso delle termostatiche.Tale funzionamento si verifica quan-do i Δρ che agiscono sulle valvole superano determinati limiti che di-pendono da molti fattori, tra i quali: iltipo di valvola, la posizione del cur-sore, la pressione e la temperatura dell’acqua.

(Da Idraulica 39 - Ed. Caleffi)

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Informazioni aggiornateIn quattro anni 900.000 domande

Risparmio energetico. Agevolazioni fiscali.

Detrazione del 55%,record di domande nel 2010

I contribuenti che fino al 31 dicembre 2011 sostengono spese per interventi finalizzati al risparmio energetico possono usufruire di una particolare agevolazione fiscale, consistente in una detrazione d’imposta. Negli ultimi anni la normativa in materia è stata più volte modificata. I cambiamenti si riferiscono, in particolare, alle procedure da seguire per avvalersi correttamente delle agevolazioni. Per esempio:• è stato introdotto l’obbligo di inviare una comunicazione all’Agenzia delle Entrate (quando i lavori proseguono oltre un periodo d’imposta);• è stato modificato il numero di rate annuali in cui deve essere ripartita la detrazione;• è stata sostituita la tabella dei valori limite della trasmittanza termica.In sintesi:• la detrazione dalle imposte sui redditi (Irpef o Ires) è pari al 55% delle spese sostenute, entro un limite massimo che varia a seconda della tipologia dell’intervento eseguito;• l’agevolazione non è cumulabile con altri benefici fiscali previsti da disposi-zioni di legge nazionali o altri incentivi riconosciuti dalla Comunità Europea;• non è necessario effettuare alcuna comunicazione preventiva di inizio dei lavori all’Agenzia delle Entrate;• i contribuenti non titolari di red-dito d’impresa devono effettuare il pagamento delle spese sostenute mediante bonifico bancario o postale (i titolari di reddito di impresa sono invece esonerati da tale obbligo);• è previsto l’esonero dalla presenta-zione della certificazione energetica per la sostituzione di finestre, per gli impianti di climatizzazione invernale e per l’installazione di pannelli solari;• dal 1° luglio 2010, al momento del pagamento del bonifico effettuato dal contribuente che intende avvalersi della detrazione, le banche e le Poste Italiane Spa hanno l’obbligo di effet-tuare una ritenuta del 10% a titolo di acconto dell’imposta sul reddito do-vuta dall’impresa che effettua i lavori;• per gli interventi eseguiti dal 2011 è obbligatorio ripartire la detrazione in dieci rate annuali di pari importo (per gli anni 2009 e 2010 andava ripartita in cinque rate).L’agevolazione consiste nel riconosci-mento di detrazioni d’imposta nella misura del 55% delle spese sostenute, da ripartire in rate annuali di pari importo, entro un limite massimo di detrazione, diverso in relazione a ciascuno degli interventi previsti.Si tratta di riduzioni dall’Irpef (Impo-sta sul reddito delle persone fisiche) e dall’Ires (Imposta sul reddito delle società) concesse per interventi che aumentino il livello di efficienza energetica degli edifici esistenti. I limiti d’importo sui quali calcolare la detrazione variano in funzione del tipo di intervento, come indicato nella sottostante tabella.

CHI PUÒ USUFRUIRNEPossono usufruire della detrazione tutti i contribuenti residenti e non residenti, anche se titolari di red-

dito d’impresa, che possiedono, a qualsiasi titolo, l’immobile oggetto di intervento.In particolare, sono ammessi all’age-volazione:• le persone fisiche, compresi gli eser-centi arti e professioni;• i contribuenti che conseguono reddito d’impresa (persone fisiche, società di persone, società di capitali);• le associazioni tra professionisti;• gli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale.Tra le persone fisiche possono fruire dell’agevolazione anche:• i titolari di un diritto reale sull’im-mobile;• i condomini, per gli interventi sulle parti comuni condominiali;• gli inquilini;• chi detiene l’immobile in comodato.Va comunque precisato che i bene-fici per la riqualificazione energetica degli immobili spettano solo a chi li utilizza; pertanto per una società non è possibile fruire della detrazione in riferimento ad immobili locati. Ciò vale anche se la società svolge atti-vità di locazione immobiliare, poiché in questo caso i fabbricati concessi in affitto rappresentano l’oggetto dell’attività d’impresa, e non beni strumentali.Sono ammessi a fruire della detrazio-ne anche i familiari conviventi con il possessore o detentore dell’immobile oggetto dell’intervento (coniuge, pa-renti entro il terzo grado e affini entro il secondo grado) che sostengono le spese per la realizzazione dei lavori. L’agevolazione non spetta, in ogni caso, per i lavori effettuati su immobili strumentali all’attività d’impresa, arte o professione.Si ha diritto all’agevolazione anche nel caso in cui il contribuente finan-zia la realizzazione dell’intervento di riqualificazione energetica mediante un contratto di leasing. In tale ipotesi, la detrazione spetta al contribuente stesso (utilizzatore) e si calcola sul co-sto sostenuto dalla società di leasing. Non assumono, pertanto, rilievo ai fini della detrazione i canoni di leasing addebitati all’utilizzatore.Attenzione. Non possono usufruire dell’agevolazione le imprese di co-struzione, ristrutturazione edilizia e vendita, in caso di spese sostenute per interventi di riqualificazione energeti-ca su immobili merce.In caso di variazione della titolarità dell’immobile durante il periodo di godimento dell’agevolazione le quote di detrazione residue (non utilizzate) potranno essere fruite dal nuovo titolare. Questo si verifica quando si trasferiscono, a titolo oneroso o gra-tuito, la proprietà del fabbricato o un diritto reale sullo stesso. Il beneficio rimane invece in capo al conduttore o al comodatario qualora dovesse cessare il contratto di locazione o comodato.In caso di decesso dell’avente diritto, la fruizione del beneficio fiscale si trasmette, per intero, esclusivamente all’erede che conservi la detenzione materiale e diretta del bene.(Agenzia delle Entrate – Agenzia Informa 3/2011)

Secondo una prima stima riportata, nei giorni scorsi, dal Sole 24 ore, il 2010 si è rivelato l’anno con il maggior numero di richieste per la detrazione fiscale del 55% per la ri-qualificazione energetica degli edifici. Lo scorso anno le domande inviate all’Enea sono state almeno 300 mila, ma il bilancio finale potrebbe risultare molto più alto. Secondo i dati dell’Enea, lo sconto fiscale, prorogato a tutto il 2011 con una ripartizione delle rate in 10 anni, ha registrato:

Se per il 2010 sarà confermata la sti-ma di 300 mila interventi detraibili, l’incremento sarà stato di almeno il 25%. In quattro anni la detrazione del 55% è arrivata a sfiorare le 900 mila domande. Quello della sosti-tuzione di finestre ed infissi risulta essere l’intervento più richiesto, in quanto non richiede particolari opere murarie ed è economico e semplice da effettuare. A seguire la sostituzione di impianti termici e l’installazione di pannelli solari. Ancora poco realizzati gli interventi più complessi come la riqualificazio-ne energetica dell’intero immobile. Il 20% delle richieste di detrazione proviene dalla Lombardia. Seguono Veneto, Piemonte ed Emilia Roma-gna: in cui si concentra circa il 60% di tutti gli interventi di riqualificazione energetica degli edifici effettuati in Italia. Nel Mezzogiorno gli interventi che danno diritto alla detrazione del 55% sono ancora piuttosto limitati. La detrazione del 55%, oltre ai be-

nefici per l’ambiente in termini di minori emissioni e per l’occupazio-ne nel settore della green economy, ha effetti positivi anche per le casse dello Stato:- il bonus consente l’emersione di lavori di riqualificazione che altri-menti verrebbero effettuati in nero; - favorisce la realizzazione di inter-venti che, senza lo sconto fiscale, non sarebbero effettuati o ver-rebbero rinviati a tempi migliori. oltre all’Iva e alle imposte sui red-diti d’impresa, i benefici per il fisco comprendono anche la ritenuta del 10%, introdotta dall’art. 25 del dl n. 78/2010 che recita: “A decorrere dal 1° luglio 2010 le banche e le Poste Italiane S.p.a. operano una ritenuta del 10 per cento a titolo di acconto dell’imposta sul reddito dovuta dai beneficiari, con obbligo di rivalsa, all’atto dell’accredito dei pagamenti relativi ai bonifici disposti dai con-tribuenti per beneficiare di oneri deducibili o per i quali spetta la de-trazione d’imposta.”

ANNO N° DOMANDE

2007 106.000

2008 248.000

2009 238.000

TIPO DI INTERVENTO DETRAZIONE MASSIMA

riqualificazione energeticadi edifici esistenti 100.000 euro (55% di 181.818,18 euro)

involucro edifici (pareti, finestre,compresi gli infissi, su edifici esistenti) 60.000 euro (55% di 109.090,90 euro)

installazione di pannelli solari 60.000 euro (55% di 109.090,90 euro)

sostituzione degli impiantidi climatizzazione invernale 30.000 euro (55% di 54.545,45 euro)

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Concorso “Il Rame e la Casa”

Idee brillanti,ironiche, positive

L’Istituto Italiano del Rame premia i vincitori della terza edizione del concorso “Il Rame e la Casa”, ce-lebrando il successo di un’iniziativa ormai entrata nell’agenda dei prin-cipali appuntamenti nel mondo del design: sono stati oltre 300 progetti in concorso, realizzati da architetti e designer professionisti nonché allievi di scuole superiori di grafica, arredamento, design e facoltà di ar-chitettura di tutto il mondo. Il premio, nato dall’esigenza di rac-contare un materiale nobile e storico in maniera innovativa e anticonven-zionale, è stato aggiudicato da una qualificata e attenta giuria. I progetti vincitori sono stati in grado di reinventare oggetti di uso comune attraverso l’uso del rame, utilizzato allo stato puro o nelle sue leghe. Grazie alla sua forte riconosci-bilità e alla straordinaria versatilità, il rame offre molteplici possibilità di manifattura e applicazione. L’ottima conducibilità elettrica, la conduttività termica, la malleabilità, la durevolezza, la duttilità, oltre che le sue funzioni antibatteriche e la totale riciclabilità lo rendono un materiale sempre più utilizzato, so-

prattutto nel design contemporaneo, orientato verso nuovi stili di vita ecosostenibili. Abbiamo scelto due progetti pre-miati, due radiatori decisamente innovativi, particolari e, perché no,

simpatici.1° Premio al designer Emanuele Magini, mi-lanese, per il progetto: “Willy” . E’ un calorifero in tubolare di rame che, riprendendo il disegno di uno stendipanni, in-terpreta, con spirito ironico, un oggetto di quotidiana necessità. Willy permette di tra-sformare l’ingombro di uno stendino, spesso obbligato dentro casa, specialmente durante i mesi invernali, in un di-vertente decoro d’arre-do. Il rame rappresenta il materiale più indicato non solo per l’elevata

conducibilità termica, ma anche per la facile lavorabilità e per l’appeal caldo e domestico. Motivazione: Il radiatore “Willy” riprende l’immagine di un classico stendibiancheria distorcendola otti-camente. Attraverso l’arma dell’iro-nia, Emanuele Magini trasforma un attrezzo tanto utile quanto imbaraz-zante nella domesticità quotidiana, lo stendibiancheria, in un segno ludico dotato di una ben precisa funzione,

“Willy”, il progetto vincitore del 1° premio / Sotto “Turn”

il radiatore. Vengono qui inoltre cor-rettamente applicate le proprietà di conducibilità termica del rame. Menzione al designer Andrea Lo-reta di Monteodorisio (CH) per il progetto: “Turn”. Calorifero che sfrutta l’eccellente conduttività termica, la resistenza al calore e alla pressione, le proprietà antibat-teriche e l’affidabilità del rame, da sempre materiale di riferimento per gli impianti di riscaldamento dell’acqua. Inoltre le ottime capacità di lavorazione del materiale, ne consentono sia la trasformazione in tubi che le post lavorazioni come la curvatura e la saldatura. Infine le sue caratteristiche estetiche, di grande impatto visivo, esaltano il calorifero facendolo diventare protagonista dell’arredo. Motivazione: grazie alla forza iconi-ca dell’oggetto proposto nasce un radiatore che visualizza la valvola di apertura/chiusura, enfatizzandola e trasformandola nello stesso ele-mento riscaldante.

primi due trimestri del 2010 se ne sono bruciati quasi altri 400.000 (-5,9%). di contro, se si esclude la fascia immediatamente successiva, dei 35-44enni, dove pure si è regi-strato un decremento del livello di occupazione (-1,1% tra il 2008 e il 2009 e -0,7% nel 2010), in tutti gli altri segmenti generazionali, non solo l’occupazione ha tenuto, ma è risultata addirittura in crescita.Tra le ragioni che hanno visto così penalizzata la componente giova-nile del lavoro vi è il loro maggiore coinvolgimento nei fenomeni di fles-sibilità: tra il 2008 e il 2009, a fronte della sostanziale tenuta del lavoro a tempo indeterminato, si è registrata una fortissima contrazione sia del lavoro a progetto (-14,9%), sia del lavoro temporaneo (-7,3%).Lavorare come idraulico potrebbe essere una soluzione ideale per i giovani che vogliono avvicinarsi al mercato del lavoro, con ottime prospettive di guadagno. Quella dell’idraulico è una figura professio-nale molto ricercata, al contrario di quello che si potrebbe pensare.Eppure gli idraulici non sono facili da reperire sul mercato. Una prima motivazione: i giovani hanno sempre meno voglia di svolgere attività nelle quali bisogna sporcarsi le mani, bi-sogna andare di cantiere in cantiere, bisogna intervenire per urgenze, a cui si deve rispondere in orari non soliti, e dove bisogna dedicare mesi e mesi per imparare il mestiere. oggi, anche su pressione delle fa-miglie, molti giovani ambiscono a lavori più “puliti”, in luoghi vicini a casa, con orari ben stabiliti, possibil-mente in ufficio. Stando così le cose si deve ricorrere agli stranieri, con i problemi di formazione e di lingua che ciò comporta. La professione di idraulico sta diventando sempre più una professione qualificata, che non si impara assolutamente dall’oggi al domani. Per un giovane volentero-so può diventare una professione sicura, che consente di guadagnare discretamente bene e di guardare anche al futuro, dopo aver accu-mulato le necessarie esperienze e conoscenze professionali, avviando l’attività imprenditoriale in proprio. Non è più il tempo quando bastava la cassetta degli attrezzi per fare un

Idraulico cercasi

(continua da pag.1)

impianto, il mercato, oggi, pretende che un bravo idraulico debba di-mostrare di possedere due buone braccia ed avere anche una “buona testa”: insomma ad una spiccata attitudine al lavoro manuale è, infatti, necessario coniugare un notevole bagaglio di competenze tecniche e teoriche, che vanno continuamente aggiornate. Quella dell’idraulico è una profes-sione che si impara molto sul cam-po: occorrono molta esperienza e perizia per lavorare come idraulici al meglio.La scuola può fornire i primi ru-dimenti. Per diventare idraulico si parte innanzitutto dall’assolvimento dell’obbligo scolastico. Se la scelta scolastica porta a conseguire un diploma di Maturità Tecnica ad indi-rizzo industriale è più facile acquisi-re le prime competenze specifiche. E’ possibile, inoltre, frequentare dei corsi di formazione professio-nale specifici, al fine di acquisire le competenze che possono facilitare l’ingresso nel mercato del lavoro. Il contratto nazionale di riferimento è quello metalmeccanico del com-parto artigianato. In genere i giovani vengono assunti come apprendisti, qualifica che avvia all’apprendimen-to dei primi rudimenti del mestiere.Quello dell’idraulico, secondo gli addetti ai lavori, non è un mestiere difficile, ma occorrono pazienza e voglia di imparare, seguendo un per-corso formativo quotidiano, verso una manualità che si ottiene solo con la pratica.Soltanto quando si ha la certezza di possedere i requisiti fondamentali, qui elencati, si potrà dire:”Faccio l’idraulico!”Servono:- la buona conoscenza dei principi di idraulica e di trasmissione del calore;- bisogna conoscere le norme sugli impianti di acqua potabile, sulle reti interne del gas, sugli impianti di ri-scaldamento;- capacità di rapportarsi con le per-sone e rispondere alle esigenze dei clienti;- buone competenze nell’utilizzare materiali e attrezzature adatte;- capacità di installare impianti idrau-lici e termici negli edifici;- capacità di eseguire verifiche e collaudi sugli impianti eseguiti;- capacità di assistenza e riparazione degli impianti.

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