Identità e adolescenza genere, ruolo, orientamento tra eterosessualità e omosessualità
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Transcript of Identità e adolescenza genere, ruolo, orientamento tra eterosessualità e omosessualità
Identità e adolescenzagenere, ruolo, orientamento tra eterosessualità e omosessualità
Formazione per insegnanti Dott.ssa Denise Magliano
Identità e adolescenza Identità sessuale Stereotipi, pregiudizi, discriminazine Bullismo Bullismo omofobico transfobico
20.02.2014: Oggi tratteremo di:
IDENTITA'
L'identità è il vissuto personale
legato alla sensazione di essere sempre se stessi
nonostante i continui cambiamenti che avvengono nel corso della vita
È un processo in continua costruzione
IDENTITA'
L'identità si costruisce attraverso le relazioni
L'identità si costruisce attraverso le nostre “appartenenze”
ad una famigliaa gruppi di amici
gruppi sportivi, politici, religiosi...
In adolescenza l'identità si costruisce attraverso...
L'appartenenza a contesti che presentano valori etici che scelgo di condividere
L'appartenenza a modelli sociali di riferimento
L'identificazione con modelli adulti positivi
IDENTITA’ E ADOLESCENZA
IMPORTANZA DEL GRUPPO DEI PARI
L’IDENTITA’ IN ADOLESCENZA:
RISCHI PER I GIOVANI CON ORIENTAMENTO OMOSESSUALE DERIVANTI DA
EMARGINAZIONE O INVISIBILITA’
NEL GRUPPO DEI PARI
sesso biologico
termine usato nel campo della biologia e della medicina per definire le persone
come maschio/femmina utilizzando criteri di categorizzazione fondati su dati biologici
Intersessuale
Termine usato per descrivere quelle persone i cui cromosomi sessuali, i genitali e/o i caratteri sessuali secondari, non sono definibili chiaramente come maschili o femminili. Un individuo intersessuale può presentare caratteristiche anatomo-fisiologiche sia maschili, sia femminili
Identità di Genere
L’identificazione primaria della persona come maschio o
femmina, tratto permanente, solitamente stabilito fin dalla
prima infanzia
Transgender
Termine nato negli anni ’80 spesso usato come “ombrello” per indicare in senso molto generale una persona in cui non c’è “coincidenza” tra identità biologica, identità di genere e ruolo di genere
Transessuale
La persona che sente in modo persistente di appartenere al
sesso opposto a quello biologico e può compiere un percorso di
transizione che può concludersi con la riassegnazione chirurgica
del sesso.
Ruolo di GenereInsieme di aspettative su come gli uomini e le donne si debbano comportare in una data cultura ed in un dato periodo storico
Orientamento sessuale
La direzione dell’attrazione affettiva e fisica per le persone del sesso opposto, dello stesso sesso o entrambi.
Orientamento sessuale
OS eterosessuale -> per persone del sesso opposto
OS omosessuale -> per persone dello stesso sesso
OS bisessuale -> per persone di entrambe i sessi
Orientamento sessuale- multidimensionalità -
•Attrazione erotica (desiderio)•Fantasie•Preferenza affettiva (innamoramento)•Comportamenti sessuali e relazionali
DSM E OMOSESSUALITA’DSM I (1952). L’omosessualità è classificata ne “I disturbi sociopatici di personalità”DSM II (1968). L’omosessualità è considerata una deviazione sessuale nella categoria “altri disturbi mentali non psicotici”DSM III (1974). L’omosessualità viene rimossa come categoria diagnostica. Prevista la diagnosi di “omosessualità egodistonica”DSM III-R (1987). Derubricata l’omosesssualità egodistonicaOMS la cancella dall'elenco malattie mentali (1990)
Insieme coerente e rigido di caratteristiche che un
gruppo attribuisce ad un altro gruppo o categoria
sociale
STEREOTIPI
Gli stereotipi di genere
Sistemi di credenze e concezioni inerenti l'identità maschile e femminile in relazione alle caratteristiche di personalità, ai tratti
comportamentali, alle attitudini che si ritiene siano adeguate e riferibili rispettivamente al
maschile e al femminile
Stereotipi di genere e processi di socializzazione
Scelta dei giocattoliEmozioni
Stili di giocoAggressività
ControlloAssegnazioni di compiti
QUANDO CI ACCORGIAMO DELLA
LORO ESISTENZA?
Riguardano il nostro gruppo di appartenenza
Hanno valenza negativa
• aumenta le differenze tra il nostro gruppo e l’altro gruppo
PERCEZIONE STEREOTIPICA
• rende omogeneo l'altro gruppo
• Il pensiero stereotipico può essere considerato una "scorciatoia del pensiero“ che permette di risparmiare risorse cognitive
STEREOTIPO COME MEZZO DI
CONOSCENZA
• Questo può essere disfunzionale quando la tendenza a raggruppare persone in categorie si accompagna a “giudizi di valore”, pregiudizi
BISEXLESBICA GAY
Mascoline, Paurose
degli uomini,
frustrate
Indecisi/e,gay/lesbiche
repressi/eConfusi/e
effeminatisensibili frivolicreativi
TRANS
Esagerati pervertiti prostitutie
PREGIUDIZIO
Tendenza a considerare in modo ingiustificatamente
sfavorevole le persone che appartengono ad un
determinato gruppo sociale
• Si tende a osservare selettivamente quelle caratteristiche che confermano lo stereotipo che si ha
• “Profezia che si autoadempie”: le aspettative sugli altri portano indirettamente l’altro ad agire in modo coerente con le nostre aspettative
Persistenza di stereotipi e pregiudizi
•Quando uno stereotipo negativo relativo al proprio gruppo è applicabile a se stessi in un particolare contesto, si sperimenta una sensazione di minaccia indotta dal timore di confermare tale credenza negativa
Potenziali effetti di stereotipi e pregiudizi
Dialogare con l'omofobia...
Vi è mai successo di sentire battute o commenti omofobi da parte dei vostri
studenti o le vostre studentesse?Come avete risposto?
Dialogare con l'omofobia
Aiutare a comprendere le proprie emozioniCondannare i comportamenti
Aiutare gli studenti ad avere un atteggiamento critico e riflessivo sugli stereotipi e i pregiudizi interiorizzatiEsplorare insieme l'omofobia senza condannarlaSpiegare le origini culturali, sociali e psicologiche
dell'omofobia e discuterne insiemeDare corrette informazioni
Non è un peccato perché…
• L’amore si manifesta in varie forme• Interpretazioni diverse delle scritture• Esempi assurdi di “peccati” nella Bibbia (schiavitù)• La Chiesa condanna diversamente i peccati e
cambiamenti• Storicizzazione della Bibbia• Dio mi ha creato così• Difficile perché ancorato ad un sistema di credenze
strutturate • Laicità, non tutti sono religiosi
Non è una ostentazione
• È una normale manifestazione, è quotidiano
• E se fosse un etero• C’è bisogno di visibilità• È un modo di essere se stessi• Non siete abituati a vederla• “sta negli occhi di chi guarda”
Non è una malattia…
• DSM e OMS …..relatività della scienza/lobby gay
• Omosessualità distonica• Non porti nessun danno• Non si attacca, non ci sono sintomi,
contagio• Storicizzazione • Citare studi che dicono che non è una
malattia
Non è vero che non è una famiglia..
• La famiglia è condivisione, supporto reciproco affettivo e familiare (non sessuale)
• Storicizzaione e mutevolezza della famiglia• Concetto culturale di famiglia• Analogie coppie etero/gay• L’amore lega le persone• Esempi di famiglie allargate
Cos’è il bullismo?
Secondo voi cos’è il bullismo
Quali comportamenti di un ragazzo o di una ragazza si possono far rientrare nella categoria “comportamenti da bullo/a”?
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BULLISMO
Traduzione letterale del termine inglese “bullying”, parola inglese comunemente usata nella letteratura internazionale per caratterizzare il fenomeno delle prepotenze tra pari in contesto di gruppo
Azioni che mirano deliberatamente a fare del male o danneggiare (Fonzi, 2002) perpetrati in modo persistente e organizzato secondo un
determinato copione relazionale ai danni di uno o più compagni che non hanno la
possibilità di difendersi a causa dell’asimmetria di status o potere
Ruoli nel bullismo (Belacchi, 2008, Menesini & Gini, 2000).
AiutanteSostenitoreDifensoreEsternoConsolatore (simmetrico e reciproco di sostenitore)
Mediatore (simmetrico e reciproco di esterno)
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Tipi di bullismo Tipo fisico: include atti aggressivi fisici (ad
esempio calci e/o pugni) o danneggiamento oppure sottrazione di proprietà (ad esempio rovinare o sottrarre l’astuccio).
Tipo verbale: si sostanzia in modo diretto tramite insulti o derisioni oppure in modo indiretto tramite la diffusione di maldicenze.
Tipo manipolativo/relazionale: volto a colpire i rapporti di amicizia della vittima allo scopo di isolarla.
cyberbullying o bullismo elettronico: attuato tramite l’ausilio di apparati elettronici o informatici
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Specificità del bullismo omofobico -1
1. Le prepotenze chiamano sempre in causa una dimensione
nucleare del Sé psicologico e sessuale
2. La vittima può incontrare particolari difficoltà a chiedere aiuto
agli adulti (teme di richiamare l'attenzione sulla propria
sessualità, con i relativi vissuti di ansia e vergogna, e il timore
di deludere le aspettative dei genitori). Insegnanti e genitori
possono a volte avere pregiudizi omonegativi, da cui svariate
conseguenze: reazioni di diniego che portano a sottostimare o
negare gli eventi; preoccupazione per l' "anormalità" del
soggetto con relativi propositi di "cura"; atteggiamento
espulsivo che si aggiunge alle dinamiche persecutorie.
Specificità del bullismo omofobico - 2
3. La vittima può incontrare particolari difficoltà a individuare
figure di sostegno e protezione fra i suoi pari. Il numero dei
potenziali "difensori della vittima" si abbassa nel bullismo
omofobico: "difendere un finocchio" comporta il rischio di
essere considerati omosessuali.
4. Il bullismo omofobico può assumere significati difensivi
rispetto all'omosessualità. Attraverso gli agiti omonegativi, la
vittima afferma il suo essere "normale" e la propria
conformità al genere; le prepotenze omofobiche potrebbero
essere l'unico modo per dare sfogo ad affetti omosessuali
repressi.
Effetti Bassa autostima e depressione (Rivers, 2000, 2001,
2004) Disturbi d’ansia (es. PTSD) (Gruber e Fineran 2008) Uso di sostanze e comportamenti sessuali a rischio
(Garofalo, et al., 1998)
Contemplare, tentare o mettere in atto suicidio (Bontempo, & D’Augelli, 2002) il 69% di gay e lesbiche avevano contemplato il suicidio
mentre erano a scuola, mentre uno su tre (30%) aveva effettivamente provato a farsi del male o a suicidarsi sempre nell’ambiente scolastico (Rivers, 2000)
Assenteismo e abbandono scolastico (Rivers, 1990, 2000) Perdita di amicizie e isolamento (Pilkington & D’Augelli
1995)
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Prevenire il bullismo omofobico
Esaminate il linguaggio che usate quotidianamenteParlate di “origine”, piuttosto che di “causa” dell'orientamento sessualeSforzatevi di creare nella classe un'atmosfera in cui gli studenti possano parlare dell'impatto che la discriminazione ha avuto su di loro. Tracciate dei parallelismi tra sessismo, razzismo e omofobia e parlate dell'oppressione in tutte le sue forme.Cogliete l'opportunità di combattere gli stereotipi e i pensieri automatici.Cercate di correggere i concetti errati e la disinformazione che circonda le persone lgbt.Invitate persone lgbt a parlare in classeParlate per i giovani lgbt ed eterosessuali che sono bersaglio di molestieSe siete omosessuali, bisessuali o transgender considerate l'ipotesi di un coming out
Come gestire episodi di bullismo: porre fine alle offese o alle molestie fisiche
1.E' importante che tutti i presenti che sono stati testimoni all'episodio di bullismo siano anche
testimoni della vostra reazione2.Etichettate il tipo di molestia
3.Generalizzate la condanna verso il comportamento offensivo
4.Esplicitate l'impatto che il comportamento ha anche su chi non lo subisce
Come gestire episodi di bullismo: parlate col bullo o con la bulla
1.Cercate di avere un atteggiamento più educativo che disciplinare
2.Non accettate che si difenda affermando che era solo uno scherzo
3.Siate interlocutori rispetto alle sue idee, ma irremovibili rispetto alle sue azioni
4.Richiedete un cambiamento di atteggiamento per il futuro
Come gestire episodi di bullismo: parlate con il bersaglio
1.Cercate di non farlo sentire una vittima indifesa2.Incoraggiatelo ad avere rispetto per se stesso e
ricordategli che l'essere trattato male da alcuni non significa che se lo meriti
3.Ricordategli che ha il diritto di vivere in un ambiente sicuro e che la scuola lo deve tutelare al riguardo4.Incoraggiatelo a valorizzare la propria identità
5.Cercate di relativizzare la sua situazione6.Riconoscetegli il diritto di essere ferito e arrabbiato
7.Incoraggiatelo a cercare l'aiuto dei suoi compagni/e di classe, aiutatelo a raccontare quello che succede agli
amici.8.Ricordategli che può sempre contare su di voi e
rendetevi disponibili per ascoltare quello che gli succede
Raccomandazioni per l’intervento sulla crisi
Non minimizzareNon cercare colpevoli ma soluzioniIncoraggiare il ragazzo a parlare senza
drammatizzare (sensi di colpa e vergogna)Ascoltare senza interrompere o interrogareCoinvolgere il ragazzo/a nella decisione dei
passi da compiereFissare un incontro con insegnanti al fine di
discutere l’episodio e progettare azioni condivise
Strategie di intervento nell’istituzione scolastica
A livello di istituzione scolastica: Supervisione nei luoghi a rischio Accesso a risorse di aiuto (es., opuscoli, sportelli)
Definizione di regole e provvedimenti disciplinari Conseguenze appropriate per chi viola le regole Incoraggiamenti e premi per chi segue le regole
Con i genitori Incontri in cui si discute del problema, quando si
verifica, chi riguarda, cosa si può fare Incontri specifici con i genitori di “bersagli” e
“bulli”
IL CASO DI FRANCESCO:
Francesco è un ragazzo di 16 anni, molto timido e impacciato. Ha movenze femminili e per questo viene deriso dai compagni che lo chiamano “checca”. A causa di questi insulti Francesco evita il contatto con i compagni di classe, rimane spesso isolato e non partecipa alle uscite in gruppo. Col tempo le cose sono anche peggiorate. Infatti il ragazzo è spesso vittima di scherzi e derisioni da parte dei compagni e dei ragazzi più grandi. Il suo rendimento è peggiorato al punto tale che l’insegnante di italiano ha deciso di intervenire.
Approfittando di una assenza di Francesco l’insegnante parla con la classe: “Ragazzi ho visto che isolate Francesco, non lo coinvolgete nelle vostre cose e lo prendete anche in giro. Non mi piace questo vostro atteggiamento. Dovete capire che evidentemente il vostro compagno ha dei problemi e delle insicurezze per via dei suoi modi di fare. Perché non lo aiutate? Dategli qualche consiglio su come ci si comporta tra ragazzi. Ogni tanto coinvolgetelo in qualche cosa. Insomma conto su di voi per cambiare quel ragazzo!”.
IL CASO DI FRANCESCO:
Nei giorni successivi alcuni compagni e compagne sembrano interessarsi maggiormente a Francesco: lo chiamano a ricreazione, gli dicono di giocare con loro. Eppure le prese in giro non sono scomparse, anzi alcuni compagni non perdono occasione per deriderlo. Ultimamente Francesco ha riportato una ferita al sopraccilio ma non ha voluto dire come è successo.
I genitori, convocati a scuola, hanno riferito che il figlio li aveva tenuti all’oscuro dell’episodio. Dopo una lunga discussione con il dirigente ed alcuni insegnanti, i genitori chiedono che si prendano provvedimenti contro il gruppo di ragazzi aggressivi.
A questo punto però il dirigente ed un insegnante rispondono “Anche Francesco non è esente da colpe. Infatti ha un modo di fare del tutto particolare che non gli permette di stabilire delle buone relazioni con gli altri ragazzi. Probabilmente ha qualche problema”.
Il caso di Francesco Intervento dell’insegnante:
Parla con la classe in assenza di Francesco mostrando una totale assenza di fiducia nelle sue capacità di risolvere il problema
Sottolinea le caratteristiche negative di Francesco come se fossero delle colpe o qualcosa da biasimare
Non ha cercato di incrementare le abilità di Francesco ma solamente di elicitare un comportamento compassionevole da parte dei compagni
In questo modo il ruolo di vittima passiva viene rinforzato Il dirigente scolastico:
Rovescia i ruoli, Francesco diventa il capro espiatorio della situazione
Si trasforma un problema relazionale di bullismo in difficoltà individuale della vittima
www.bullismoomofobico.it
bullismoomofobico.it è promosso dal Dottorato di Ricerca in Studi di Genere, dal Dipartimento di
Scienze Relazionali e dal Dipartimento di Neuroscienze dell’Università degli Studi di Napoli
Federico II.
Grazie per l’attenzione!!
Riferimenti utili:
M Graglia: Omofobia. Strumenti di analisi e di intervento. Carocci Ed 2012
Pietrantoni, Prati et al: Il bullismo omofobico. Manuale teorico pratico per insegnanti e operatori. Franco Angeli Ed 2010
www.comune.torino.it/politichedigenereo, 161 /42 /43 Tel. 011 4432557
http://www.irma-torino.it/