Identificazione in radiofrequenza, novità e prospettive

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Dove stà andando l’identificazione in radiofrequenza per applicazioni industriali? Quali le principali innovazioni che potrebbero ampliarne l’azione? Dal colloquio con uno dei principali player italiano del settore la risposta a queste e altre domande. Identificazione in radiofrequenza, novità e prospettive RFID, SUPPLY CHAIN E TRACCIABILITÀ automazioneintegrata • 32 • novembre 2010 L’ identificazione in radiofrequenza ha vissuto negli ultimi anni dei momenti abbastanza contrastanti. All’inizio, quando la tecnologia è stata “scoperta” anche in Italia, se ne parlava poco e con un approccio per certi versi non adeguato a spingere con efficacia la tecnologia, probabilmente perché ai vendor mancava una solida base di esperienza. Poi se ne è parlato addirittura troppo, crendo anche aspettative esagerate, spesso lontane da una reale logica applicativa. E adesso pare che l’argomento RFID stia lentamente declinando, non certo come tecnologia abilitante ma come richiamo di interesse da parte dei media. E dato che questo accade sempre quando una tecnologia diventa veramente fruibile per applicazioni che possono garantire ritorni tangibili, si potrebbe affermare che finalmente ci siamo. Ne abbiamo parlato con Paola Visentin, Marketing & Communication Manager di Softwork. Come affrontare oggi il mercato dell’identificazione in radiofrequenza La vostra azienda è sempre stata in prima linea nella ricerca e proposta di soluzioni adeguate al mercato, senza dimenticare il vostro impegno nel diffondere una cultura dell’RFID. Per cui, oggi come ci si deve porre sul mercato e con quali obiettivi? Essendo Softwork un distributore di tecnologie RFID, la nostra attenzione è focalizzata esclusivamente sull’architettura hardware di queste soluzioni, quindi reader, antenne, mobile device, periferiche, transponder. A questo si somma un costante “ascolto” degli input e delle richieste del mercato, in particolare dei nostri Integrator Partner; questa attenzione ci ha condotti in questo periodo del 2010 soprattutto verso due linee di prodotti: una in banda HF, contraddistinta dal nome Classic e Classic-Pro, dedicata a biglietteria elettronica, ticketing, sistemi di pagamento, controllo accessi e sicurezza; l’altra, operativa in banda sia HF che UHF, riunisce con il nuovo brand RedWave dispositivi da noi prodotti su base tecnologica del costruttore tedesco Feig Electronic GmbH. A monte di queste scelte vi è l’obiettivo di rendere sempre più puntuale e completo il nostro carnet RFID, con proposte speculari nelle due frequenze, spaziando dai moduli OEM ai Long Range Reader. Il puro hardware è poi rivestito da una mirata serie di servizi valoriali, che accompagnano l’Integrator Partner lungo l’intera filiera d’implementazione: formazione con training suddivisi per contenuti e tipologie di RFID; disponibilità presso la nostra sede dell’RFID Testing Center per valutare la migliore architettura di un progetto in corso; supporto on site, ossia presso l’azienda utilizzatrice dell’RFID, durante lo studio di fattibilità prima e il progetto pilota dopo; assistenza tecnica online e telefonica, e, una volta avviata concretamente l’applicazione, servizi di comunicazione per darne visibilità nel mercato di riferimento. Insomma, il Partner è “avvolto”da molteplici servizi: tecnici, commerciali e di marketing. Perché e dove utilizzare l’RFID Considerando l’attuale stato dell’arte dell’RFID, a suo avviso quali sono le principali motivazioni che potrebbero spingere un utente a impiegare questa tecnologia? La scelta di adottare questa soluzione tecnologica si sintetizza in poche ma decisive parole: automazione di produzione avanzata, gestione hand-free dei processi produttivi e logistici, plus di valore nell’industria in termini di velocità e precisione delle operazioni, affidabilità delle informazioni trasmesse. In tema di sicurezza, poi, l’RFID compie continue evoluzioni nella sua struttura tecnologica, quindi anche nelle sue prestazioni, tanto Emilio Griesser «Abbiamo affrontato il 2010 con un ragionevole ottimismo, consapevoli del delicato momento delll’economia globale sta vivendo, ma fiduciosi delle nostre scelte e strategie ormai ben collaudate»: Paola Visentin, Marketing & Communication Manager di Softwork.

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Dove stà andando l’identificazione in radiofrequenza per applicazioni industriali? Quali le principali innovazioni che potrebbero ampliarne l’azione? Come risponde Softwork agli stimoli del mercato?

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Dove stà andando l’identificazione in radiofrequenza per applicazioni industriali? Quali le principali innovazioni che potrebbero ampliarne l’azione? Dal colloquio con uno dei principali player italiano del settore la risposta a queste e altre domande.

Identificazione in radiofrequenza, novità e prospettive

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novembre 2010

L’ identificazione in radiofrequenza ha vissuto negli ultimi anni dei momenti abbastanza contrastanti.

All’inizio, quando la tecnologia è stata “scoperta” anche in Italia, se ne parlava poco e con un approccio per certi versi non adeguato a spingere con efficacia la tecnologia, probabilmente perché ai vendor mancava una solida base di esperienza. Poi se ne è parlato addirittura troppo, crendo anche aspettative esagerate, spesso lontane da una reale logica applicativa. E adesso pare che l’argomento RFID stia lentamente declinando, non certo come tecnologia abilitante ma come richiamo di interesse da parte dei media. E dato che questo accade sempre quando una tecnologia diventa veramente fruibile per applicazioni che possono garantire ritorni tangibili, si potrebbe affermare che finalmente ci siamo. Ne abbiamo parlato con Paola Visentin, Marketing & Communication Manager di Softwork.

Come affrontare oggi il mercato dell’identificazione in radiofrequenzaLa vostra azienda è sempre stata in prima linea nella ricerca e proposta di soluzioni adeguate al mercato, senza dimenticare il vostro impegno nel diffondere una cultura dell’RFID. Per cui, oggi come ci si deve porre sul mercato e con quali obiettivi?Essendo Softwork un distributore di tecnologie RFID, la nostra attenzione è focalizzata esclusivamente sull’architettura hardware di queste soluzioni, quindi reader, antenne, mobile device, periferiche, transponder.

A questo si somma un costante “ascolto” degli input e delle richieste del mercato, in particolare dei nostri Integrator Partner; questa attenzione ci ha condotti in questo periodo del 2010 soprattutto verso due linee di prodotti: una in banda HF, contraddistinta dal nome Classic e Classic-Pro, dedicata a biglietteria elettronica, ticketing, sistemi di pagamento, controllo accessi e sicurezza; l’altra, operativa in banda sia HF che UHF, riunisce con il nuovo brand RedWave dispositivi da noi prodotti su base tecnologica del costruttore tedesco Feig Electronic GmbH. A monte di queste scelte vi

è l’obiettivo di rendere sempre più puntuale e completo il nostro carnet RFID, con proposte speculari nelle due frequenze, spaziando dai moduli OEM ai Long Range Reader. Il puro hardware è poi rivestito da una mirata serie di servizi valoriali, che accompagnano l’Integrator Partner lungo l’intera filiera d’implementazione: formazione con training suddivisi per contenuti e tipologie di RFID; disponibilità presso la nostra sede dell’RFID Testing Center per valutare la migliore architettura di un progetto in corso; supporto on site, ossia presso l’azienda utilizzatrice dell’RFID, durante lo studio di fattibilità prima e il progetto pilota dopo; assistenza tecnica online e telefonica, e, una volta avviata concretamente l’applicazione, servizi di comunicazione per darne visibilità nel mercato di riferimento. Insomma, il Partner è “avvolto”da molteplici servizi: tecnici, commerciali e di marketing.

Perché e dove utilizzare l’RFIDConsiderando l’attuale stato dell’arte dell’RFID, a suo avviso quali sono le principali motivazioni che potrebbero spingere un utente a impiegare questa tecnologia?La scelta di adottare questa soluzione tecnologica si sintetizza in poche ma decisive parole: automazione di produzione avanzata, gestione hand-free dei processi produttivi e logistici, plus di valore nell’industria in termini di velocità e precisione delle operazioni, affidabilità delle informazioni trasmesse. In tema di sicurezza, poi, l’RFID compie continue evoluzioni nella sua struttura tecnologica, quindi anche nelle sue prestazioni, tanto

■ Emilio Griesser

«Abbiamo affrontato il 2010 con un ragionevole ottimismo, consapevoli del delicato momento delll’economia globale sta vivendo, ma fiduciosi delle nostre scelte e strategie ormai ben collaudate»: Paola Visentin, Marketing & Communication Manager di Softwork.

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da garantire elevate soglie di sicurezza. Per esempio, il reader CPR40.30, che proponiamo per applicazioni di e-Commerce, e-Banking, Loyalty, PoS, eVisa e micropagamenti, è stato aggiornato già nel 2009 nel firmware con una nuova “security function”, che prevede algoritmi aggiuntivi di autenticazione, blindando di fatto ogni attività e transazione effettuata tramite questo dispositivo. Si tenga comunque presente che, essendo i progetti RFID industriali operativi all’interno del perimetro dello stabilimento, non risentono dei tradizionali problemi di sicurezza del wireless.

L’orientamento del mercato industrialeA suo avviso su quali tipologie di dispositivi si concentra oggi la richiesta del mercato e quali sono le prestazioni ritenute prioritarie dall’utente?Nell’ambito industriale, le scelte dell’RFID riguardano fondamentalmente le due bande di frequenza: l’HF è ideale nel controllo di produzione, dove è richiesta la rilevazione del singolo tag, mentre l’UHF ben soddisfa le aspettative della logistica come maggiore e più veloce distanza di lettura. Altra feature spesso richiesta è la capacità del dispositivo di operare in modalità stand-alone, senza cioè collegarsi a un PC di gestione, snellendo e rendendo così più flessibile non solo l’hardware del progetto ma talvolta anche la procedura operativa degli addetti ai lavori. Infine, frequente nel settore industriale è la richiesta di apparati RFID dotati di I/O digitali e relé, per collegarsi a sensori, fotocellule e altri attuatori.

Innovazioni per una più ampia applicabilità dell’RFIDParlando di innovazioni nell’RFID, cosa ritiene oggi più importante per il miglioramento e allargamento delle applicazioni? Tra le più recenti innovazioni RFID spiccano i tag, progettati e realizzati proprio in funzione delle peculiarità dell’ambiente industriale. È questo il caso della gamma UHF Special Tag e Hard Tag onMetal, prodotti da Confidex e da

noi distribuiti in Italia; le caratteristiche di spicco sono il rivestimento, ideale per applicazioni industriali fino a IP68, le modalità di fissaggio dei tag, per esempio magnetico o adesivo con la disponibilità di appositi kit di montaggio, e la resistenza a contesti metallici, operando indisturbati a contatto con i metalli, e ad ambienti ostili, con temperature oltre 200°C e presenza di solventi chimici. Nello specifico, poi, i tag sono mirati per forma, dimensione, materiale di rivestimento e performance a particolari applicazioni, tra cui il vetro, con il modello Casey, la produzione di pneumatici con il modello Cruiser, il legno, modello Pino, e il metallo, modello Ironside. Il modello SteelBIT, per esempio, è ideale per l’asset management, pre-codificato secondo gli schemi FSTC, con matrice 2D stampata con codice ID del tag, con possibilità di lay-out personalizzato con logo aziendale. Il mercato ha reagito positivamente alla nuova proposta di Confidex, tanto da trovare a breve una concreta implementazione nella logistica, sicurezza e asset management. Un altro trend tecnologico potrebbe essere rappresentato dal tag non più in silicio, bensì thin print

circuit, punto d’incontro tra stampa ed elettronica tramite inchiostri conduttivi: se i limiti prestazionali di questa frontiera tecnologica, per esempio la capacità di memoria ridotta rispetto al tradizionale chip in silicio, sono compatibili con le esigenze del progetto RFID, il thin print circuit presenta indiscussi vantaggi, tra cui il costo ridotto, la flessibilità produttiva e applicativa.

Le difficoltà dei mercati e la percezione della tecnologia RFIDIn conclusione, una sua valutazione sullo stato del mercato industriale in generale. Possiamo dire che la crisi sia alle spalle?Sono vari gli indicatori che ci spingono a un ragionevole ottimismo: tra questi l’aumento dei clienti fidelizzati, e l’investimento nell’innovazione tecnologica delle aziende grazie a un mercato maturo per concretizzare quanto proposto. Infine, notiamo un interesse sempre più reale, basato su conoscenze e approfondimenti dei nostri interlocutori, desiderosi di sviscerare concretamente le potenzialità dell’RFID nei loro specifici casi aziendali. n

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Il Controller RFID MRU80, per tag EPC Class 1 Gen 2 – ISO 18000-6C, prevede interfacce USB e RS232, opzione digital I/O, relé, Wi-Fi e Ethernet, multiplexer integrato, 2 uscite d’antenna, firmware aggiornabile conforme alla normativa europea sulle radio emissioni EN 302 208.

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