Ibn Hamdis, il poeta del 'distacco' - Tiscali...

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Page 1: Ibn Hamdis, il poeta del 'distacco' - Tiscali Webspaceweb.tiscali.it/agorasicilia/periodico/articoli/Mainenti_05_2001.pdf · Il poeta Abd ar Rahman cos canta la splendida dimora reale:

La poesia araba di Sicilia fior� intorno all“annoMille ed oltre, con immagini cos� leggiadre dasembrare illusioni, nello scenario del paesaggiosiciliano fervido di una luce abbagliante,immota sulle distese d“oro degli aranceti.Vagheggiamento di mitici luoghi di delizie,sogno verde di palme svettanti sul gelsomino,con l“argento della luna disciolto nelle acquezampillanti delle fontane di ”Maredolceà. Il castello reale della Favara, sito nei sobborghidi Palermo in vista del mare, sacro all“emiroGiafar, era infatti circondato da un lagoartificiale detto ”Maredolceà, in mezzo al qualespiccava, con la sua mole scura, un isolottocon due altissime palme, cos� che il palazzoveniva a trovarsi nell“illusione di due mitici mari.Giardino della pigrizia, ”Maredolceà, frescofiume d“oblio nel quale la vita dei poeti affluivae si agitava senza tregua, come il vento discirocco fra le palme: soggiorno di orientalidelizie fra gli spruzzi di nove ruscelli, affascinatidal tramonto e dall“aurora, tra lo smeraldo deglialberi, ai cui piedi pascolavano quieti ifenicotteri rosa e l“ibis sacro. Il poeta Abd ar Rahman cos� canta la splendidadimora reale: … quale visione offri tu, Favara,eccelso palazzo! Tu, soggiorno di volutta allerive dei due mari. Spartesi l“acqua per inumidirtii giardini. Beve l“Amore dai tuoi laghi condelizioso piacere» .!î .Nelle magiche sale della ”Favaraà fra i sognantiriflessi dei mosaici, sbocciarono migliaia diversi di quella mitica epoca, nel seno di quellacorte raffinata del principe che, negli allegriconviti delle calde notti siciliane, amavagareggiare con i suoi poeti, ospiti graditi daogni parte dell“isola.I lirici arabo-siculi furono cantori d“amore: i loroversi costituiscono una successione inces-sante di immagini e di sensazioni, sgorgate daun flusso impetuoso e sensuale. Nel loro canto, con suoni dolci, la parola creaspazi di suggestioni intime, di metaforeamorose, permeate da un languore elegiaco.La qas d̂a e il componimento poetico nel qualei vaghi amanti della ”bellezzaà espressero, conuna tensione lirica struggente, il loro desideriod“amore, di ebbrezze, di volutta senza fine.Nella qas d̂a il poeta introduce l“argomento delpoema attraverso una prefazione nas b̂ chesuccessivamente si sviluppa in temi consueti ecari: nostalgia d“amore, le passioni, la bellezzadella donna, l“ebbrezza del vino, la gioia deiconviti. Dopo l“introduzione si giunge al vero

motivo del carme: il valore in guerra, i momentidi gloria, il lampo delle spade nei combatti-menti, il dolore della disfatta, la celebrazionedel vino, il canto d“amore.Ibn Hamdis e il piu grande dei poeti arabo-siculie la Sicilia e ”Il Giardinoà di Hamdis. La sua lirica fior� prepotente e splendida comela fertilita sacra degli aranceti, nel periodo deldeclino della potenza araba e l“inizio dellaconquista normanna dell“isola. Il poeta venne alla luce in territorio di Noto,intorno al 1056 e trascorse in quella citta la suainfanzia ed una giovinezza felice.Probabilmente soggiorno per qualche tempo aSiracusa e fece parte di un“el�te che condussevita agiata nelle ville eleganti circondate dagliaranceti ed illeggiadrite dal profumo deigelsomini, in notti calde, sonore di musici edanzatrici.Ma il suo amore di figlio lo lego sempre a Noto:… Dio protegga una casa in Noto, e nubi carichedi pioggia vi affluiscano, la vedo a ogni ora nelricordo, e a lei invio, le lacrime che verso, mistruggo di nostalgia per la casa, i vicini e lavirtu attraente delle fanciulle, chi partendo halasciato il cuore, in quella terra, con il corpodesidera tornare» î .E ancora a Noto troviamo il poeta, appenaventenne, accanto all“emiro Benavert, l“eroemusulmano della riscossa del Val di Noto,ultimo focolaio della difesa araba, dopol“offensiva di Ruggiero che aveva portato iNormanni alla conquista di Catania.Non sappiamo se Hamdis partecipo allabattaglia lungo il Simeto, nella quale Benavertsconfisse duramente le milizie normanne,capitanate da Giordano, figlio illegittimo diRuggiero; ma abbiamo una testimonianzapoetica al valore dell“emiro Benavert quandoquesti porto l“attacco musulmano in Calabria.Passato lo Stretto, dopo una strepitosa bat-taglia navale, Benavert espugno e saccheggiola citta normanna di Nicotra e rase al suolo neipressi di Reggio le splendide chiese di S.Nicolo e di S. Giorgio, non risparmiandoneppure il monastero di clausura della Madre diDio a Rocca d“Asino.Ibn Hamdis rivendica con orgoglio il valore deicavalieri musulmani di Noto in una qas d̂a incui canta dei Normanni: … » nemici della fede,percossi nei loro focolari, dalle navi piene dileoni e lancianti fuoco, che vengono asaccheggiare le citta dei Barbari, de“ guerrieridalle luccicanti maglie di ferro, i quali se ne

Fernando Mainenti: Ibn Hamdis, il poeta del ” distacco�La poesia arabo-sicula dell“anno Mille

Agora , n. 54, Anno II, aprile-giugno 2001, pagg. 29-31

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tornan con l“armadure squarciate dalle sciabolemusulmane» î .Hamdis lascio presumibilmente la Sicilia nel1079 prima dell“occupazione di Noto (1086),ultima roccaforte musulmana a cadere nellemani dei Normanni; ma la qas d̂a in cui esalta ilvalore dei cavalieri siciliani e del 1078; quindi,ragionevolmente, si puo ritenere che fosseancora in Noto e che lascio l“isola dopo quelladata, quando ebbe coscienza di non poter piusopportare l“onta della prevedibile conquistadella sua citta.Ibn Hamdis e dunque ”il poeta del distaccoà;con lui ha inizio la diaspora dei poeti arabi diSicilia, i quali per sottrarsi al dominio ”degliinfedelià preferirono l“esilio verso le ospitalicontrade musulmane: il Marocco, l“Egitto, laSiria, l“Andalusia; e a Siviglia emigro il poetapresso la corte del principe Al é Mutamid,valente guerriero e raffinato poeta, al qualeHamdis si lego di una profonda e sinceraamicizia, cantando la generosa ospitalita delsuo mecenate in versi tanto profondi e accoratida fugare ogni dubbio di adulazione.Nel suo esilio dorato, il poeta porto con s´ duemomenti umani ineliminabili: la liberta e l“amoreper la patria. Niente e piu nitido e nobile nellalirica di Hamdis del dramma della patriaperduta: la Sicilia!Poeta delle ebbrezze amorose, delle folliesensuali, dei giardini in fiore, egli e anche ilcantore civile della patria lontana.Nei suoi versi balenanti di impeti, ricchi dicomparizioni e similitudini, il flussodell“impetuoso torrente lirico richiama l“anticavita del deserto dei suoi antenati e i ricordi dellasua giovinezza avventurosa ed ebbra digodimenti.La sua poesia nasce prima di tutto comericerca delle origini, mentre l“elemento culturaleinterviene in un secondo tempo. Fra le poesiedella felice giovinezza in Noto e quelle deldoloroso esilio si avverte una notevoledifferenza di ricchezza di temi e di motivi;nell“ansia del poeta non c“e spazio per lameditazione, il calcolo; la poesia gli bruciavanelle vene con la violenza della passione.Hamdis immette nel lago delle sue emozioni, levisioni del mondo esterno: prima una geografiasentimentale per i luoghi familiari su cui siinnesta il territorio delle leggende orientali,infine il desiderio erotico dallo slancio spiritualeverso la donna, verso il corpo di lei.

Egli e l“amante che ricerca la condizionesentimentale dell“amore sino a tramutare ildesiderio erotico in pensiero d“amore.E a questo punto, il suo canto vuole fondersinella luce, nella sua volonta di accendere e diilluminare.Ma Hamdis e soprattutto il poeta del distacco,della nostalgia; sgorga in lui un violento,inarrestabile, sconfinato amore per la Sicilia:”paradiso delle delizieà e un feroce odio per i”Barbari che la tengono schiava tra le rapacimanià: … nessun“altra patria potra compensarcidell“aver perduto quella in cui si e nati, ch´ soloquesta e la madre» î .E nei suoi versi il ricordo di Noto assumel“aspetto sentimentale di un profondo edoloroso rimpianto: … dalle sue mura amichepartimmo un mattino, senza piu fare ritorno allasera» î . E ancora: … in tutto l“ampio mondo tienifermo alla patria, e cerca di morire entro lapiccola casa dei tuoi, o sulle rovine di essa» î .… » Noto, la mia patria! Un paradiso! E io ne fuicacciato. Cos� il mio pianto, di quel paradiso,fiume lo chiamerei se non fosse amaro» î .Gli anni dell“esilio furono per il poeta assai tristi;in essi egli fu costretto a dare l“ultimo, definitivoe accorato addio alla sua patria, al suo sognodi una serena vecchiaia nella dolce casa diNoto, in quella terra in cui andavano consuntele ossa dei suoi padri.Alla morte di Al é Mutamid, offuscatosi losplendore culturale della corte di Siviglia, ilpoeta prefer� emigrare, ancora una volta, versole terre musulmane di Algeria e Tunisia, e,proprio in Tunisia l“animo del cantore civiletorno a vibrare nel 1123, per la speranza di unritorno in patria dopo la vittoria arabasull“infelice spedizione di Ruggiero II a CapoDimas.Con forte accento civile Hamdis canta: … » sefosse libera la mia terra, certo che accorrerei,tutto oserei con animo per lei! Ma com“ioposso, dal giogo liberarla, ch´ prostrata latiene, nelle mani dei barbari rapaci?» î .Incalzando la vecchiaia con il venire meno del-le forze, la nostalgia del poeta si fa piu cupa edolorosa; il suo pensiero ritorna spesso alfavoloso ”Giardinoà perduto, l“oasi dell“eternafelicita!Dalle terre dell“Africa mediterranea dove ildestino aveva portato, mille anni prima, il poetaesule siciliano Teocrito; dai lembi di spiagge sulmare, Ibn Hamdis as - Siqilli ”il Sicilianoà; il piusublime dei poeti arabi di Sicilia, sospiro perl“ultima volta la sua patria in una casida di

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struggente bellezza: … » come sospira alla suacasa un uomo stanco sperdutosi nelletenebre» bagni il mio pianto il suolo ovetrascorsi giovinezza, e voi, nubi, irrorate dipioggia sulle colline il mio paese. Ma voi loconoscete? I rami fa olezzar l“ardor del sole,qual meraviglia! Batte, in quei luoghi un cuore,pieno d“amore, ove io attinsi il sangue dellevene. E la ritornan sempre i miei pensierifurtivi» dove spogliai gazzelle, nelle tane.Separi, o mare, tu il mio Paradiso, dove vissitra gioie e non dolori, dove spunto l“aurora dimia vita, mentre ora, a sera, ostacoli il ritorno.Perch´ mi fu mai tolta quella terra, e il mar miseparo da quelle spiagge? La falce della lunanon la barca, ancora monterei per arrivare, adabbracciar quel Sole!î .Ibn Hamdis mor� probabilmente a Maiorca nel1135. Si spegneva con lui l“ultimo canto d“amoremusulmano per la terra di Sicilia.

BIBLIOGRAFIAAmari M., Storia dei Musulmani di Sicilia,Catania 1935Adonis, Al� Ahmed, Introduction a la po´tiquearabe, Paris 1985De Stefano A., La cultura in Sicilia nel periodonormanno, Bologna 1954Peri I., Sicilia musulmana (la conquista),Edistampa Vicenza 1961Corrao F. M., Poeti arabi di Sicilia, Mondadori1987

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