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I VIRTUOSI ITALIANI

ALBERTO MARTINI primo violino direttore

URI CAINE

pianista

Brescia, Teatro GrandeVenerdì 5 giugno 2015, ore 20.45

I VIRTUOSI ITALIANI ALBERTO MARTINI primo violino direttore URI CAINE pianista

Brescia, Teatro GrandeVenerdì 5 giugno 2015, ore 20.45

INSTITUTIONAL PARTNER OF

FRANCESCO S. GEMINIANI (1687-1762)Concerto Grosso n.12 in re minore sull’opera 5 di A. Corelli “La Follia” Tema con variazioni

EDVARD GRIEG (1843-1907)Holberg Suite op. 40PreludioSarabandaGavottaAriaRigaudon

URI CAINE (1956)Concertino in tre movimenti per pianoforte e orchestra d’archiAllegroAdagioAllegro

R

NINO ROTA (1911-1979)Concerto per archi (1964) Preludio. Allegro ben moderato e cantabileScherzo. Allegretto comodoAria. Andante quasi AdagioFinale. Allegrissimo

MICHAEL NYMAN (1944)Suite per orchestra d’archi da “Lezioni di piano”

BRAHMS/CAINEVariazioni per pianoforte e orchestra d’archi su tema di Händel

Con la collaborazione di

“Baroque reloaded”

Pianista e compositore di grande talento e successo, generalmente accostato alla musica jazz, Uri Caine è un artista con molteplici anime: da quella in trio acustico, al jazz rock, passando per progetti di contemporanea, riscritture di classici del pensiero musicale occidentale (Mahler, Mozart, Bach), fino alla direzione della Biennale di Venezia. Uri Caine nasce a Philadelphia dove incomincia a suonare il piano all’età di sette anni per poi studiare con il pianista francese Bernard Peiffer. Terminati gli studi all’Università della Pennsylvania, nel 1981 comincia la carriera professionale e dopo alcuni anni – nel 1985 – debutta con la Rochester/Veasley Band. Nel 1997 il suo tributo jazzistico a Gustav Mahler gli permette di ricevere un premio prestigioso dalla German Mahler Society. Nel 2001 concepisce – assieme al batterista Zach Danziger – un originale progetto chiamato “Uri Caine Bedrock 3” che vede fondere le sonorità del drum’n’bass con quelle del fusion jazz. Sempre nello stesso anno

realizza con Ahmir Thompson e Christian McBride un album eclettico dal titolo The Philadelphia Experiment, che contiene diversi generi: dal jazz fino all’hip hop. È Direttore musicale alla Biennale di Venezia (2003), Bergamo Jazz (2007) e collaboratore del centro di produzione musicale fondato da Luciano Berio. Nel 2005 Caine viene nominato “Composer-in-Residence” della Los Angeles Chamber Orchestra. È regolarmente invitato sia a festival e rassegne di musica contemporanea sia a quelli di musica jazz.Nel corso degli ultimi anni gli sono state commissionate opere dal Beaux Arts Trio, dalla Basel Chamber Orchestra, dalla Volksoper di Vienna, dal Ravenna Festival, dalla Los Angeles Chamber Orchestra, dalla BBC Orchestra, dal Festival di Granada sugli orrori delle guerre, con un’opera musicale ispirata alle opere di Goya, dalla Provincia di Trento per “I Suoni delle Dolomiti”, dal Quartetto Arditti.Uri Caine ha ricevuto riconoscimenti dal Pennsylvania Council of the Arts e dal National Endowment for the Arts.

Si può attualizzare il Barocco? La risposta fornita dal pianista Uri Caine e dall’ensemble dei Virtuosi Italiani è senz’altro positiva. Per dimostrare l’assunto, ecco un programma interamente basato su citazioni e rivisitazioni musicali che spaziano dal XVIII secolo ai giorni nostri.Un primo saggio di trascrizione ci viene offerto da Francesco Geminiani intorno al 1729. Desideroso di “aggiornare” lo stile di un suo illustre e più anziano collega, Geminiani trasforma in Concerti Grossi le dodici Sonate op. 5 (1700) di Arcangelo Corelli, originariamente composte per violino e basso continuo. Il risultato è particolarmente efficace nella trascrizione per archi dell’ultima Sonata della raccolta, intitolata La Follia, che propone una ricca serie di variazioni sull’omonimo basso ostinato all’epoca molto in voga. Lo stesso Corelli andava fiero di questa composizione e Geminiani lo ricorda nel suo Trattato sul buon gusto nell’arte della musica pubblicato a Londra nel 1749. Composta nel 1884 come omaggio al commediografo settecentesco Ludvig Holberg, noto in Scandinavia come il Molière del Nord, la Holberg Suite di Grieg propone cinque momenti musicali apparentemente in stile antico (Preludium, Sarabande, Gavotte, Air, Rigaudon), ma in realtà assai lontani dalle genuine armonie di Lully o di Rameau. Si tratta in ogni caso di un’opera di piacevolissimo ascolto, in cui lo slancio delle danze vivaci contrasta con il clima contemplativo e malinconico dell’Aria posta in penultima sede.La distanza cronologica che separa Grieg da Rameau si allarga ulteriormente nel Concertino in tre movimenti per pianoforte e orchestra d’archi di Uri Caine, in cui la creatività del musicista americano applica un linguaggio moderno a modelli formali propri del secolo di Bach e Mozart. Ricordiamo che lo stesso Caine, all’inizio del Duemila, si era messo in luce con un’anticonvenzionale rivisitazione in chiave jazz fusion delle bachiane Variazioni Goldberg.Scritto espressamente per l’ensemble dei Musici nel 1964, il Concerto per archi di Nino Rota è in quattro movimenti (Preludio, Scherzo, Aria e Finale) e presenta una forma a mezza strada fra la suite barocca e la sinfonia ottocentesca. Ma più che ai secoli passati, le idee musicali della composizione ben rappresentano l’eclettismo stilistico del compositore italiano e talvolta fanno pensare a Stravinsky. Se Rota acquisì una straordinaria notorietà grazie alla collaborazione con Federico Fellini, anche l’inglese Michael Nyman deve la sua fama soprattutto al mondo del cinema. Senza dubbio la sua colonna sonora più celebre è quella scritta per Lezioni di piano (The Piano, 1993) della regista neozelandese Jane Campion, film che si aggiudicò ben tre Oscar e la Palma d’oro al Festival di Cannes. La versione eseguita stasera è per orchestra d’archi e, in questa veste, si può cogliere con maggior evidenza il filo sottile che collega il minimalismo novecentesco a certe forme barocche basate sulla reiterazione di un basso ostinato.L’itinerario del “Baroque reloaded” si conclude con una rivisitazione al quadrato: una trascrizione di Uri Caine per pianoforte e archi delle famose Variazioni di Brahms su un tema di Händel. Un modo elegante per tenere acceso il “fuoco barocco”.

Marco Bizzarini

URI CAINE

I VIRTUOSI ITALIANI

L’orchestra de I Virtuosi Italiani è considerata una delle formazioni più attive e qualificate nel panorama musicale internazionale.Il complesso, nato del 1989, si sta distinguendo per l’eccellente livello artistico, per le idee musicali innovative e per le strategie manageriali dimostrate nel corso del tempo.I Virtuosi si esibiscono regolarmente per i più importanti teatri e per i principali enti musicali italiani. Numerosi gli inviti e le tournée in tutto il mondo. Tra gli impegni recenti più rilevanti dell’ultimo triennio si segnalano il concerto per il Senato della Repubblica Italiana, teletrasmesso in diretta da RAI 1, il “Concerto per la Vita

e per la Pace” eseguito a Roma, Betlemme e Gerusalemme e trasmesso dalla RAI in Mondovisione, il Concerto presso l’Aula Paolo VI in Vaticano alla presenza di Papa Benedetto XVI, la tournée in Russia, Turchia e Sud America con esibizioni nei più importanti teatri e per le più rinomate stagioni concertistiche, oltre al debutto nella prestigiosa Royal Albert Hall di Londra.Numerose sono le collaborazioni con solisti e direttori di rilevanza internazionale assieme ad una attività discografica che conta più di 100 cd registrati per importanti case discografiche e oltre 500.000 dischi venduti in tutto il mondo. I Virtuosi Italiani hanno conseguito con il loro leader Alberto

Martini – nella doppia veste di direttore e solista – per l’interpretazione, in prima assoluta, dell’integrale dell’opera di F. A. Bonporti, il prestigioso premio Choc de la Musique, il Cinque stelle – Premio Goldberg, il Diapason d’or e 5 Stelle della rivista italiana Musica. Tra le ultime uscite discografiche un CD interamente dedicato a musiche di Philipp Glass per la casa discografica americana Orange Mountain Music e la prima registrazione mondiale in tempi moderni delle Cantate di Nicolò Porpora per soprano e archi per Brilliant Classics. L’attenzione dei Virtuosi alla ricerca filologica li ha condotti a esibirsi nel repertorio barocco e classico anche su strumenti originali. Proprio in quest’ambito nel gennaio 2013 sono usciti due DVD per Unitel Classica con le opere di Pergolesi Il prigionier superbo, La serva padrona e La Salustia, dirette da Corrado Rovaris. Nel segno della versatilità è l’interesse da sempre dimostrato per il repertorio di confine che ha portato a collaborazioni con artisti del calibro di Chick Corea, Goran Bregovic, Michael Nyman, Ludovico Einaudi, Franco Battiato, Giovanni Allevi, Uri Caine,

Paolo Fresu, Cesare Picco e Antonella Ruggiero. I Virtuosi Italiani sono ideatori ed interpreti di due stagioni musicali a Verona: il “Festival Atlantide” e la “Stagione Concertistica”, a cui si affianca, da qualche anno, una stagione di musica sacra. I concerti de I Virtuosi Italiani sono sempre stati coronati da entusiastici consensi di critica e di pubblico. Così scrive Enrico Girardi sul Corriere della Sera: «I Virtuosi Italiani sono un ensemble di assoluto valore. Affrontano il barocco, il classico e il contemporaneo non solo con disinvoltura, ma con una grinta, uno smalto e una “adrenalina” che produce vita e tensione senza portare oltre i limiti di una saggia pertinenza stilistica». Dal 2011 sono complesso residente con una stagione concertistica nella Chiesa dell’Ospedale della Pietà a Venezia, luogo in cui Antonio Vivaldi per tutta la sua vita suonò, insegnò e diede alla luce tutte le opere. L’impostazione artistica vede come figure cardine quella del Konzertmeister - primo violino Alberto Martini. Direttore principale è Corrado Rovaris. Da ottobre 2011 il violinista Pavel Berman ricopre il ruolo di solista - principale ospite.