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Dell’Agricoltura, degli Alimenti, dell’Ambiente

“Già e non ancora”Una riflessione in bianco e nero non può che rappresentare un letto di semina sul quale ogni intelligenza,

ogni professionista possa deporre il proprio pensiero, concrete speranze ed un intenso impegno per operarenel presente e costruire il futuro.

Mario Braga

isupertecnici

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dedicatoaGiuseppeAluisetti

“il”PresidentedeiPeritiAgrarieaigiovani“professionisti”

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INDICE

PREFAZIONEPerAgrCuterMarcoPresidentedelCollegiodeiPeritiAgrariePeritiAgrariLaureatidiBresciaPREMESSALASCUOLA

1. Rimpiantodelpassato?2. Unosguardoalfuturo3. Unmodelloinquieto4. Lariforma...leriforme5. Dentrolariforma6. Gliindirizziagrari7. IcontenutidellanuovaScuolaTecnicaAgraria8. I.T.A.–Scuolaaperta9. Essercipercambiare10. GliIstitutiTecniciSuperiori,lavia,unanuova

via11. UnpattoperlanuovaprofessionedegliEsperti

eLaureatitecnico-agricoli,ambientaliealimentariDENTROLASTORIA–DENTROLANOSTRASTORIA

12. OltreEXPO13. Conlosguardoapertosulmondo14. Unnuovomodelloagroalimentare15. LaConoscenzafattoredisviluppo16. Sviluppodell’agricoltura

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17. Glialimenti,qualitàdelvivere18. Qualitàecertificazionialimentari19. Laquestioneambientale.20. Regoleeburocrazia

INTELLIGENZEEPROFESSIONI

21. Professioniagricole,agroalimentariedell’ambiente

22. Leprofessioniintellettuali23. Internazionalizzazionedelleprofessioni

UNNUOVOALBO–UNALBONUOVO

24. Ilnuovosistemaordinisticoitaliano25. L’Albodei(SuperTecnici)26. Intelligenzeecompetenze27. Unnuovomodelloorganizzativo28. Leradiciel’albero29. Servizid’eccellenza30. FondazioneENPAIA–GestioneSeparataPeriti

Agrari31. ENPAIA–80annieringiovanisce32. Cambiarepercambiaredavvero

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PREFAZIONECosa dire di questo nuova riflessione scritta ad alta voce diMario(Braga)sullanostracategoria?Nonmilimiteròafargliicomplimentiperl’impegnoprofuso,una sua caratteristica quella dimettere il suopensiero nerosu bianco, e nemmeno mi addentrerò nel merito di quantoriportatoneltesto.Mi limito a rilevare comeogni contributo e tutti i contributielaborati per la nostra categoria siano lo “strumento” perriportarciaduncomune impegnoper il suorilancioeper lasuaaffermazione.Il nostro è un periodo intriso di accese competizioni che avoltescaturisconointensionianchepersonali,riappropriarcidello spazio di pensiero ci sprona a ritrovare una profondaunità di intenti per compiere quei passi che ci aiutino asuperare l’impervia salita di una stagione di riforme nonsemprechiare.Certamentenel contenutomolteconsiderazioni riportatenellibro sono da valutare e approfondire anche con lapartecipazione di soggetti istituzionali e sociali per megliodefinire il contesto e le dinamiche programmatiche cherendanoiPeritiAgrarieiPeritiAgrariLaureatiunamodernacategoriaprofessionale.La sollecitazione e l’augurio che esprimo in queste pocherighe è pertanto quello che anche da queste pagine possasollevarsiundibattito,unconfronto,anchecrudo,undialogofra tutti gli iscritti al nostro Albo, e non solo, affinché ildomani s’innesti su un disegno progettuale nonestemporaneo,netrascinato,macompiutoechiaro.Così, anche così, forse solo così la nostra categoria potràesserericonoscibileda tutta l’opinionepubblicaeda tutte leistituzioni.

PerAgrCuterMarcoPresidenteCollegioPeritiAgrari

PeritiAgrariLaureatidellaProvinciadiBrescia

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PREMESSASpessocisichiedeperchésidebbainvestiredeltempoperelaborare un “pensiero per la professione e la categoria”.Megliosarebbeaffrontarecondeterminazioneinumerosiegravi problemi che attanagliano questo tempo e checoinvolgono inmodoparticolareanche laprofessione… lanostraprofessione.Certamente questo atteggiamento aiuta a percorrerescorciatoie più immediate e meno impegnative ma comesempre accade, intraprendendo quei tracciati ci si ritrovafrequentemente nell’alveo della dicotomia universale:subireiprocessi,oppurecercaredigovernarli.Per coloro che non intendono seguire le congiunture e lemodema che guardano oltre, mai come in questo tempouno slogan un poco consunto recupera tutto il propriosignificato: “abbiamo il dovere di riappropriarci del nostropresenteedelnostrofuturo”.Senza pensiero, senza disegno, senza progetto nonriusciremo a costruire la nuova Casa dei Professionistidell’Agricoltura,degliAlimentiedell’Ambiente.E se le economie mondiali costantemente ripropongonol’agricoltura (settore primario) e l’agroalimentare qualipilastri fondamentali dello sviluppo sociale ed economico(della qualità del vivere) anche la nostra categoria deveproporsi e rivendicare il proprio ruolo quale “soggetto”socialeeprofessionale.Le intelligenze non possono rimanere marginali neiprocessievolutividellasocietà.Maperdiventarecredibilie“riconosciuti”dalleistituzioniedagli attori sociali non ci si può limitare al solodifenderestoriche prerogative e consolidate competenzeprofessionali.

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Per diventare interlocutori sociali si deve diventareprotagonisti del nuovo “disegno, modello” di crescita esviluppodelleeconomieagricoleeagroalimentari.Ilnuovoprofessionistaèchiamatoadiventaresoggetto“politico”,afarsi professione intellettuale, i Super Tecnicidell’agricoltura,deglialimentiedell’ambiente.Un protagonismo che deve affondare le radici nellastraordinarietàdellastoriadeiPeritiAgrarichesonostatiesono coprotagonisti della storia dell’agricoltura edell’agroalimentare italiano, e nel “disegnare” il futuro diunamodernacategoria,consapevolidelproprio“essere”.Il tempo attuale, segnato da profondi e radicalicambiamenti, spesso provocati da “fatti” improvvisi eincontrollati, esige un di più di capacità propositiva epropulsiva che le intelligenze - Super Tecnici -dell’agricoltura, degli alimenti e dell’ambiente sono ingradodioffrireallasperanzadeldomani.Un di più di impegno che dovrà segnare anche unaprofondariformadell’essereiscrittiadunCollegio/OrdineProfessionale aperto alla modernità di una rinnovata“rappresentatività” categoriale che va oltre l’Albo perabbracciare le domande, le attese, il patrimonio umano eprofessionale di mezzo milione di Diplomati e LaureatiPeritiAgrari.Nella “fretta” delnostro tempo lanuova rappresentativitàdeve proporsi sgombra da limiti di mandato per “farsidisegnocategoriale”.FarsiDisegnopartendodaquell’art.2dellalegge54/1991acui guardiamo per volgere lo sguardo alla modernità dicompetenze calate inun tempo inveloce (forse convulsa)evoluzioneeintrisodiprocessidimodernizzazione.

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L’OrdinamentoProfessionaledelPeritoAgrarioedelPeritoAgrarioLaureato”Legge434/68eLegge54/91

Art.1Titolodiperitoagrario

Iltitolodiperitoagrario,alfinedell'eserciziodelleattivitàdicui all'articolo 2, spetta a coloro che abbiano conseguito ildiploma di perito agrario in un istituto tecnico agrariostatale o parificato e la abilitazione all'esercizio dellaprofessione, con tutte le relative specializzazioni, e sianoiscritti nell'albo professionale a norma dell'articolo 4 (cosisostituitodall'art.1,L.21febbraio1991,n.54)

Art.2Attivitàprofessionale

Formanooggettodellaprofessionediperitoagrario:a) la direzione, l'amministrazione e la gestione di aziendeagrarie e zootecniche e di aziende di lavorazione ecommercializzazione di prodotti agrari e zootecnicilimitatamente alle piccole emedie aziende, ivi comprese lefunzioni contabili, quelle di assistenza e rappresentanzatributariaequellerelativeall'amministrazionedelpersonaledipendentedallemedesimeaziende;b) la progettazione, la direzione ed il collaudo di opere dimiglioramento fondiario e di trasformazione di prodottiagrari e relative costruzioni, limitatamente alle medieaziende,iltuttoinstrutturaordinaria,secondolatecnologiadelmomento,ancheseubicatefuoridaifondi;c) la misura, la stima, la divisione di fondi rustici, dellecostruzioni e delle aziende agrarie e zootecniche, anche aifinidimutuifondiari;

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d) i lavori catastali, topografici, cartografici e tipi difrazionamento, inerenti lepiccoleemedieaziendeerelativisiaalcatastoterrenisiaalcatastourbano;e)lastimadeitabacchielavorinelletecnichedeitabacchi;f)lastimadellecoltureerbaceeedarboreeeloroprodottielavalutazionedegliinterventifitosanitari;g) lavalutazionedeidanniallecolture, la stimadi scorteedei miglioramenti fondiari agrari e zootecnici, nonché leoperazionidiconsegnaericonsegnadeibeniruralierelativibilancieliquidazioni;h)ladirezioneemanutenzionediparchielaprogettazione,ladirezioneelamanutenzionedigiardini,anchelocalizzati,gliunieglialtri,inareeurbane;i)lerotazioniagrarie;l)lacurateladiaziendeagrarieezootecniche;m) la consulenza, le stime di consegna e riconsegna, icontrollianaliticiperisettoridispecializzazioneenotecnici,caseari,elaiotecniciedaltri;n) le funzioni di perito e di arbitratore in ordine alleattribuzionisopramenzionate;o) la progettazione e la direzione di piani aziendali edinteraziendalidisviluppoagricolo limitatamenteallemedieaziende;p) le attività tecniche connesse agli accertamenti, allavalutazioneedallaliquidazionedegliusicivici;q) l'assistenza tecnica ai produttori agricoli singoli edassociati;r)leattribuzioniderivantidaaltreleggi;s) l'esercizio delle competenze connesse al titolo dispecializzazioneottenutoaseguitodiregolarecorsoistituitodallo Stato o dalle regioni (cosi sostituito dall'art. 2, L. 21febbraio1991,n.54)

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LASCUOLA1.ILRIMPIANTODELPASSATO?Quantevolteveniamoassalitidallanostalgiadiunpassatomigliore?Eppure guardandoci intorno scopriamo che pur fra milledifetti e altrettanti pericoli la società si è evoluta. Si èevoluta la qualità della vita, si sono evolute le aspettativedellepersonesiainqualitàcheinquantità.Basticitareitelefonini,ointernetstrumentidirelazione,dilavoro,disvagocheinfluenzanoilnostromodellodivita.Edanchelosguardoversolanostrascuolasoffrediquestasindrome di ieri, alimentata soprattutto da maturilavoratorieprofessionisti.Ma basta entrare in qualche nostra impresa, soprattuttoagricola,perconstatarecheinsolivent’annihavissutounaverarivoluzionesiatecnologicachedisistemaproduttivo.Processiproduttivi, lequalitàe la sicurezzadegli alimentisono oggi garantiti da processi definiti da disciplinari ecertificazionichenelpassatononeranoprevistieapplicatiaiprocessiproduttivi.Chihaavutol’opportunitàdiviveremissionieconomicheeprofessionali estereha avuto lapossibilitàdi confrontarsicon esperienze che spesso vengonoportate a riferimento,salvo scoprire che quelle realtà attingono a pienemani aintelligenzeitaliane.Dopo Brexit abbiamo scoperto quanti giovani italianivivono,studiamoelavoranonelRegnoUnito.Quanti giovaniaffrontano l’incognitadelviveree lavorareinpaesiesterinellaricercadiriconoscimentiprofessionalichenelnostrofaticanoadaffermarsi.I numeri sono preoccupanti soprattutto se riferiti aintelligenzechedimostranointraprendenzaecoraggio.

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Sonoormaipiùdicentomilaigiovaniconlavaligiacheognianovarcanoleportedeinostriconfini.Partendo da questi dati, possiamo, così, osservare conmigliore dettaglio analitico che la nostra scuola, non stamorendo,nonhasintomidimalattiagrave,mapartendodauna condizione di limitata autostima ritiene di soffrire lasindromedelconvalescente.Sforzandocid’esseremenosuperficialiedistrattipossiamoaffermareche:“ilpassatodellanostrascuolaèstatobelloeglorioso.Ilpresentenonloèdameno”.Ogni iniziativa che compartecipi al miglioramento delmodello scolastico/ professionalizzante ci permetterà diaffermarechel’Italiaèunriferimentoacuiguardareancheper le eccellenze dei suoi percorsi educativi eprofessionalizzanti e non ha nulla da invidiare ai partneresteri.

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2.UNOSGUARDOALFUTUROSe anziché attardarci a sterili, inutili, antistorici rimpiantidovessimo investire le nostre risorse (quelle almenorimaste) e le nostre preziose intelligenze nella scuola lasocietàpotrebbeaprireilpropriosguardoadunorizzontedigrandipotenzialità. I ragazzi “sono”unagranderisorsa,nonunarisorsadelfuturo,maunpatrimonioattuale.Se, i condizionali sono obbligati, se dovessimo cambiaremarcia ed avere più fiducia nei giovani,responsabilizzandoli, scopriremmo in loro valori che simanifestano solidi e d’indiscussa qualità. Questeaffermazioni non sono gratuite illusioni o sogni di unastagione assolata, sono il frutto di relazioni vissute con igiovanieconlascuola.Guardandoallestatistichediquantiragazzi si recanoall’estero,diplomatio laureati a giocarsila vita anche dentro un pub, potremmo scoprire che ildomanilosiapresesiincominciaacredere,oggi,neinostriragazzi,offrendoloroinItaliapiùopportunitàdicrescitaedi lavoro. Affermazioni che valgono per tutti, istituzioni,realtàorganizzatedellasocietà,cittadini,scuole,universitàe centri di formazione professionale, e valgono di più sesono orientate a valorizzare i ragazzi che hanno scelto diaffrontare la propria avventura professionalerelazionandosiconlaterraeisuoifrutti.LaScuola,purframille difficoltà e qualche contraddizione, conosce questopatrimonioeognigiornosiimpegnaarenderlopiùvisibilee credibile. Forse questo lodevole impegno difetta distrategicità. Forse ancora è insufficiente il disegno di unamoderna scuola. Forse le istituzioni devono rafforzare illorocredonellascuola.Forseoccorre,ancorprimadiporsia difesa (legittima) di prerogative di pensiero e di tutelaprofessionale,alzarelosguardoalruoloeallafunzionedeipercorsi educativi. In questa direzione, nel nostro Paese,

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nonmancanogli sforzi ebuoni esempipernon subireuninesorabile declino la buona scuola si è già spinta oltre illimite di programmi didattici (tre indirizzi degli ITA)studiatidaespertimanonsufficientementeraccordaticongli attori imprenditoriali e professionali del compartoagricolo e agro-alimentare, ambientale. Alcuni istituti sisonoattivatipermodernizzare ipercorsididattici, conunmetodounpocofaidate,macomunqueriuscendoatenereinmovimento dinamiche emodelli educativi, avvalendosianchedistrumentiinformativiealtristrumentitecnologicimessiadisposizionedasoggettiesterni,impreseagricoleeagro-alimentari.Un’esperienzapositivaèstatacertamente“la Buona Scuola” soprattutto in quella prima fase diascolto della società. I contenuti? Sono un divenire chedevono “innestare” la scuola nella società e nelle suedinamicheculturali,professionaliedeconomicoproduttive.Da almeno due decenni tutti sono consapevoli che ladomandadiqualitàconoscitivaeprofessionaleècresciutaproprioperquella“qualità”delviverechehacaratterizzatole società evolute. Per questo scuole e università sonoandate oltre i percorsi definiti dalla riforma,“avventurandosi” in progetti didattici di nuovaprofessionalizzazione, proposti dopo il conseguimentodelDiploma di Scuola Secondaria di II° grado. Alcuni IstitutiTecnici,dopoleprimeesperienzediIFTShannopromossocorsi ITS che gradualmente stanno diventando uno deipercorsi fondamentali della nuova professionalizzazione,ed insieme ai trienni universitari e alla laureamagistraledovranno essere valutati e considerati quali piattaformeche inizializzano all’esercizio della nuova professioneintellettualetecnicoagricola.Ilpassatoèpassato,l’oggieildomani della scuola è qui davanti a noi e con noi, e nboisiamochiamatiacostruireunmodernomodelloscolasticoprofessionalizzante.

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3.UNMODELLOINQUIETOLanostrascuola…dasemprevivedinamichepermanentidiriforma.Unprocessospessomimeticovissutosuitavolidegli equilibri fra esigenze di modernizzazione, difesecorporative e spinte sociali. Sintomidi contraddizioni chenon hanno mai “bloccato” il processo di evoluzione delnostro sistema scolastico, forte di una storia e di unatradizione educativa fra le migliori del mondo, ma chefrequentementelohannoingabbiatoofuorviato.Nel passato laparola chiaveperpromuovere innovazionescolastica è stata “sperimentazione”. Abbiamosperimentato di tutto e di più e la “sperimentazione” èdiventata modello permanente di cambiamentomantenendo però sempre quell’alone di provvisorietàdefinitiva.Col cambiare del vento politico istituzionale e“costituzionale” (riformadel titoloV°dellaCostituzione) lasperimentazione si è trasformata e consolidata in“riforma”.Riformaadognicosto,riformaatuttii“costi”.EcosìdalMinistro“Berlinguer”alministro“Giannini”,tuttihannomessomanoallariformadellascuola.Con iniziative ministeriali dirette, con la costituzione dicomitati,commissionidisaggiedesperti,contavolitecnici,conpiattaformeinformatichetuttiiMinistridell’Istruzione,dell’Università e dellaRicerca Scientifica hannopromossocambiamentiannunciaticomeepocali.Ma adogni propostadi riformagli osservatori più attentifacevanoemergereleragioniocculteinessecontenute.Ragionicheaffioranounpo’piùinlaneltempo.Nonsiamostati esenti nemmeno del rischio di riforme presentatecome “modernizzatrici” ma di fatto approvate perpromuovere riorganizzazioni, razionalizzazioni per

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produrrerisparmi.Delrestodopountempoabulimicocheaveva coinvolti tutti i territori richiedeva una qualcherivisitazione.Non possiamo nascondere che la domanda di una nuovascuola e una nuova università fosse e sia uno dei pilastridelle moderne società e delle civiltà più evolute e chel’Italia vanti una delle scuole pedagogiche più importantidelmondo.Unadomandacheperò,esolonelnostroPaese,siimmergenel magma delle diverse sollecitazioni-tensioni provocatedai diversi soggetti interni ed esterni al nostro modelloscolastico formativo. La nostra scuola forse ha soffertodella sindromedell’acinod’uvanel torchio.Tutti voglionola scuola a propria immagine e somiglianza, in pochi sichiedonocheruoloechefunzioneabbianelcontestodellavalorizzazionidellepersoneedellasocietà.Nonsolo laScuolahavissutoesubitoprocessicontinuidicambiamento, Formazione Professionale e Università nonsonostatedameno.Ciòchechiaramenteemergeècheilnostromodellononsiè ancora acquietato in qualche porto sicuro, e solo lacongiuntura politica che ha posto al centro dell’agendapolitica riforme costituzionali e di “altri” settori, sembratemporaneamentelasciareinpacelascuola.Nonvièdubbio,comunque,chel’inquietudinedellanostrasocietàinterrogheràlascuola,leuniversitàelaformazione(istruzione professionale) richiedendo loro di porsi in unpercorsodiprofondicambiamenti.CiòcheciconfortaècheinItaliaesistonoleprerogativepercostruire, consolidare e sviluppare il nostro modelloprofessionalizzanteededucativo.Occorre però crederci, porsi al servizio della scuola einvertirelatendenzadeitagli….Investendo.CrederenellaScuolapercrederenei“figli”dellascuola.

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4.LARIFORMA–LERIFORMESin dall’istituzione della Commissione Brocca (1988) ladomandadi riformadel sistema scolasticoè sempre statapostacomeunadelleprioritàdelnostroPaese,un’urgenzairrinviabile.Unadomandachenelconfrontoconaltrimodellieuropeiemondiali si rafforzava, ma che nelle sedi parlamentari sitrascinava in infiniteedestenuantidiscussioni frariformedidattica, programmi, organizzazione, valore dei titoli,prospettive occupazionali, fino a spingersinell’interpretazione del termine “educare”. Come se ilSapere e il Saper Fare, che alcuni, i più attenti integranocon “l’Essere”, potessero essere barattati sul piano divisioni politiche, ideologiche o … di bilancio o di altrestrumentalitàcorporative.Ma, negli italici vizi, può emergere anche il mai assopitoconflitto frarealtà laiche,ovvero laicistee laico-cattoliche,evocate anche strumentalmente a difesa di posizioniantistoricheeanacronistiche.Del restodove “soggiorna” il centrodellacristianitàvadasechevialberghianchelapiùvisceraleavversione.Uno scontro fra realtà e “posizioni” che ha coinvolto ecoinvolge anche lo stesso modello della nostra scuola. Ilconflittononsiè limitatoenonèrimastocircoscrittoallaforma gestionale ma ha investito anche la pedagogiaeducativa e i modelli dell’istruzione. Un conflitto chedescrive e richiama unamemoria di chiari e scuri che hacomunque provocato una crescita costante della qualitàdella nostra scuola. Affermazione che certamente nellacrudezzadell’analisi va in controtendenzaverso idelatorideinostripercorsieducativi.La spallata riformista seguita alla caduta del muro diBerlino (speriamo che i giovani lo ricordino), sostenutada

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un’Europa che espandendosi ha posto in agenda anche lanecessitàdipromuovereunprogettodiarmonizzazionedeipercorsi scolastici e universitari, oltre al riconoscimentodelle professioni, nel nostro Paese è rimasto un cantiereaperto.Oggil’UnioneEuropeahapersounsuopezzoda90,ilRegnoUnito,manell’incertezzaenelladifficoltàdiquestacesura forse riuscirà a recuperare fra le nazioni “rimaste”undipiùdivisioneprospettica.DelrestoilRegnoUnitoviaderìpiùperinteressecheperconvinzione.Importante.Unavisionecherecuperil’ideache“essereEuropa”èessereconsapevoli che grazie a questa unità fra Stati, uomini ecultureècresciutoilsemediunanuovaciviltàchenelsemedell’educazioneedelleintelligenzetrovailsuopilastropiùimportante.Ancoroggiriferimentoispiratoredelleriformedeimodelliscolastici e formativi rimane il Libro Bianco di ÈdhitCresson “Insegnare e apprendere – Verso la società dellaconoscenza”, che sin dal 1995 ha ispirato, riavviato e/oacceleratoprocessidi riformachehanno interessato tuttal’Europa,quindiancheilnostroPaese.Forsecenesiamodimenticati,oforselespintecentrifughe,cheemergonoindiverseareeeuropeechevoglionotornareadun’ideadiStaticonfrontiere,cispingonoadimenticarelaricchezzaculturaleeeducativaeuropeacheunisceenondivide.Cheaprelefrontiereenonlechiude.Chefavoriscela libera circolazione e non la rallenta o peggio ancorainterrompe.UnprogettochenellaricchezzadelleCultureedelleStorieeuropee,purnelleincertezzeenelletensionihaancora in se tutte le risorse per rafforzare il progettoispiratorecostituente.La Brexit, proposta per chiudere le frontiereall’immigrazione, sta mostrando tutte le sue negativeimplicazioni economiche, sociali, culturali. Chi torna

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indietro, nella storia faticherà a ritrovare il sentiero delleciviltà.L’auguriochel’Italia,chevantaunadelleconvinteesolidepaternità dell’Europa unita, possa trainare e trascinareancheconilpropriobagagliodiconoscenze,dipensiero,dicultura,diprofessioni,ditradizioniedifedel’Europaversounapprodo solidoe coeso trovanelle intelligenze tecnicoagricoleunodeipilastripiùsolidieconvinti.Edanchelascuola,purnellesuecontraddizioniedifficoltà,può portare il nostro Paese, l’Italia, verso un diversoapprododellaconoscenzaedellecompetenze,aperteversol’Europamotorediciviltàdelmondo.Le miopie storiche portano le civiltà ad un processoinarrestabilediconsunzioneeadunritornoalpassato.Chioperaastrettocontattoconlaterrasacheivalorideipadrinonvannomaidimenticati,trascuratierimossi.Questo vale di più per quel dono della pace e dellacooperazione che i Padri fondatori dell’Europa ci hannolasciato.Anoispettafarcrescerequellapiantachenellafreschezzadeigiovanisiègiàbenradicata.

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5.DENTROLARIFORMALa riforma Berlinguer, era il 2000, introducendol’innalzamento dell’obbligo scolastico a 16 anni, lochiedevano tutte le società evolute e sviluppate, aveval’obiettivo di una più robusta formazione umanistica,portandol’asticelladellaprofessionalizzazioneadunlivellosuperiore nei percorsi universitari. In quel periodoriaffiorò,cosìcomeavvieneciclicamente,tuttalavisceralitàdelloscontrofrasinistraeglialtri(laici,cattolici).Efraglialtrisischieraronolastragrandemaggioranzadeisoggettieconomicoproduttivi.Liceizzare la scuola superiore, marginalizzare laformazioneprofessionaleamerostrumentodellepoliticheattivedel lavoroeastrumentosociale,siscontravaconlavisione di un sistema duale dove i saperi dovevanoconiugarsiconilsaperfaree“l’essere”.La proposta berlingueriana sembrava definitivamenteazzerare le funzioni degli Istituti Tecnici, lasciando alsecondo livello (universitario) il compito e la funzioneprofessionalizzante.Con il susseguirsi dei Ministri, di diverse maggioranzeparlamentari e di diversi orientamenti politici, sotto laspinta centripeta dei mondi datoriali, professionali e deilavori, è riaffiorato in tutto il suo valore Il percorsoscolastico “Tecnico” , recuperando anche il ruolo centraledella Formazione Professionale. L’Istruzione Tecnica dicompetenza statale, l’istruzione professionale (la FP) dicompetenzaregionale.Un processo sollecitato soprattutto dal mondoimprenditoriale, trovatosi orfano di figure professionalivitaliaiprocessiproduttivi.Ricorderemoglisloganchehannocatturatol’attenzionedituttal’opinionepubblicasui“SuperTecnici”.

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Piùtiepideenoncertodeterminantisonostatelepresediposizioneassuntedalsistemaordinistico,ancoradeboledielaborazione di pensiero “educativo” eprofessionalizzante”.Losforzodipromuovereunnuovomodelloscolasticosièscontrato, inoltre, con un’altra condizione di conflitto frasistema nazionale (Istruzione e Università) e sistemafederaleregionale(istruzioneeformazioneprofessionale).La discussione se l’Istruzione Professionale (IstitutiProfessionali di Stato) nella fase attuativa della riformacostituzionaledel titoloV°art.117,dovesse“passare”alleRegioni per diventare un pilastro dei percorsi diformazione e di qualifiche professionali ha trovato negliistituti professionali una resistenza molto decisa e bensostenutadapartirilevantidellapoliticaitaliana.Del resto attraverso “sperimentazioni” e protocolli gliindirizzi Professionali avevano raggiunto il traguardo dipercorso parallelo agli indirizzi tecnici, indebolendo ladomanda, la forte domanda di manodopera qualificata eaumentandol’offertadiprofessionalitàgiàpresenti.Undoppioneinutile,nonprivodicriticità.Con la riforma in atto questa contraddizione è diventataevidenteelequalifichesonorimasteadappannaggiodellaFormazioneProfessionalecheconitaglideifondiregionalifaticano a rispondere alle crescenti domande dimanodoperaqualificataeall’incrementodelledomandediiscrizionedeigiovani,mentreinuoviindirizzid’IstruzioneProfessionali sono di fatto diventati percorsi paralleliall’IstruzioneTecnica.Ma rimarremmo ancora in superficie se non dovessimoconstatarechelariforma,ovveroleriforme,hannosegnatoesegnanoancora ilpassosullaspintadiprofondiconflittiideologiciepolitici,mimetizzatidaresistenzecorporative.

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Innanzitutto l’obbligo scolastico rimane ancorato ai sedicianni e, comeprevistodaiprincipi ispiratori delle riforme,nonhaancoraattuatol’innalzamentoal18°anno.Qualche passo in più è stato fatto sui contenuti, suiprogrammi didattici, ma anche questi sembrano essersiarenati nella sabbie mobili delle inadeguate risorse e dialcune consolidate difese corporative della scuolanozionistica.Problemanoncertomarginale,inItaliaèilnonaverancorascioltodefinitivamenteilnododelriconoscimentogiuridicodeititolidistudio.Un nodo che potrà essere superato solo dalla valutazionedei riconoscimenti dei percorsi educativi, formativi eprofessionalizzanti da parte del mondo produttivo,professionale e sociale, senza scomodare il dettatocostituzionale.Ed ancora, preoccupano alcune accelerazioni proposte daalcuni soggetti della rappresentanza professionale eproduttiva in merito a modelli che impropriamentevengono definiti duali, ma che in realtà potrebberodeterminareunacompetizionefraindirizziscolasticipost-diploma (ITS) e lauree brevi (Triennali). Un modello peressere solido deve costituirsi sulla coerenza fra civiltà-società,esunuovipercorsiprofessionalizzantieunascuolaprofondamenterinnovata.Richiamareidatidellascolaritàitalianasuldropout18/24anni con la sola licenza media e non più in formazione(abbandono scolastico, dispersione scolastica) da lamisuradella condizione non certo esaltante del nostro modelloscolastico e dell’esigenza di perseverare nell’impegnoriformatore.Ilnostrooccupare ilquart’ultimopostodopoPortogalloeSpagnaconlanostradispersionescolasticachesiattestaal17,6 % (anno 2012), con punte ben oltre il 20 % in

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Sardegna, Sicilia e Campania, nonché il primato assolutooccupato dagli Istituti Professionali 2,36 % contro 1,46degliIstitutiTecnici,c’imponenonsolodipotenziareazionichecontrastinoquestograve fenomeno (obiettivo2020 -16%), ma ci obbliga anche di verificare le cause di undifferenziale negativo con i Paesi più sviluppati oggiparticolarmentepreoccupante.Forse èmaturo il tempo per addentrarci in una serena esevera lettura delle riforme del sistema scolastico perrimuoveretutteleincrostazionichenelimitanoilraccordo–rapportoconlasocietà.Dialogare e confrontarsi con unmuro posto fra le parti èsempredifficile,abbattiamolo.

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6.GLIINDIRIZZIAGRARIIl settore agricolo era ed è il pilastro dell’economianazionale.Gliscenarifuturiproiettanol’agricolturaitalianaverso il consolidamento di primati produttivi chedovrebbero permettere al nostro Paese di aumentareconsiderevolmenteleesportazioni.L’ItaliapiùdialtriPaesioffre un modello produttivo nell’agro-alimentare chepresentaunamolteplicitàdioffertaunica, imparagonabileeimpareggiabile.Nella straordinarietà dell’evento EXPO 2015, centratosull’alimentazione energia della vita abbiamo potutopresentarealmondotuttelequalitàdellanostraeccellenze.Qualità che si generano in patrimoni genetici vegetali eanimali unici, da un territorio straordinario e daprofessionalità eccellenti. Una diversificazione checoinvolge non solo i comparti produttivi (allevamenti,coltivazioni intensive ed estensive, altre attività connesseecc.),lalorodimensione,organizzazione,filiere,servizi,maanche una nuova visione del “fare agricoltura ealimentazione”.Una nuova dimensione etica conservativa del grande edunico patrimonio ambientale italiano. Un patrimonio chenellabiodiversitàvantaassolutiprimatimondiali.Nullaavvienepercaso,l’Italiaèlamadredelleagricoltureei traguardi raggiunti sono certamente riconducibili allaqualità di tutte le professionalità che in essa e con essaoperano. Una così vasta articolazione richiede peròprofessionalitàparticolarmentevaste,capacidioperare inun sistema di pluridisciplinarietà, interdisciplinarietà,multidisciplinarietà.Professionalità che nella scuola sappiano “costruirsi” neipercorsieducativi,scolastici,formativiestageaziendali;fra

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nozione e pratica; fra scuola e ambiente; fra scuola eprofessioni.L’aver diminuito le ore complessive settimanali non era,nonèenonsaràunproblemalimitante latrasmissionedicontenuti di qualità. Tutti i Paesi del mondo hanno unmonteoresimilealnostroattuale.Del resto gli organi internazionale della scuola hannodimostrato,attraversostudisperimentatieverificatichelascuolaoltrecheinsegnaredevediventarelostrumentocheinsegnaadimparare.Una scuola che insegna a seguire ed inseguire quelleevoluzioni innovazioni che sotto la spinta di una ricercaavanzata diffusa e di informazioni disponibili in temporeale ci costringe ad un “percorso-processo” formativopermanente.Le critiche sui contenuti dei percorsi scolastici degliindirizzi tecnici agrari, pur avendo qualche ragione secalate sul piano dei limiti e di carenza di alcune materietecniche,possonosfumare,attenuarsioesseresuperatenelprocessodiedificazionediunascuola“aperta”.Di scuola, di scuola tecnico agraria ne parleremoripetutamenteindiversicapitoli.

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7. I CONTENUTI DELLA NUOVA SCUOLA TECNICAAGRARIANessunooggièingradodidescrivereunpercorsodidatticocherispondainmodocompiuto,assoluto,alladomandadiuna moderna professione intellettuale agraria e agro-alimentare. La scuola, la scuola agraria deve essere uncantierepermanentementeaperto.Ogni percorso scolastico generante profili professionalideve necessariamente calarsi in un contesto dimultidisciplinarietàvastoecomplesso.Ad una domanda di competenze tecniche (tecnichecolturali,diallevamento,digestionedell’ufficio,delmercatonazionale e internazionale, dei nuovi sistemi diinformatizzazione, di processi di valutazione produttivi oeconomici)sen’èsommataun’altra“istituzionalepubblica”che impone e impegna l’imprenditore agricolo,all’operatore alimentare ad applicare tecniche e norme inmateria di sostenibilità, compatibilità, norme in materiafitosanitaria, sicurezza sui posti di lavoro, sicurezza eigiene alimentare; tracciabilità, etichettatura, benessere eigiene animale; certificazioni qualità, disciplinari deimarchi, risparmio energetico, obblighi derivantidall’informatizzazione della pubblica amministrazione,internazionalizzazionedeimercati.Tuttedomandechehannomodificato,ampliatoedespansouna crescente domanda di professionalità. Domande chehannotrovatorispostepartendodasolidebasiformativedimaterie “agrarie” e che oggi devono essere integrate dinuovecompetenzespecifiche,dinuovespecializzazioni.Unparagoneforseimpropriomacomprensibilepotremmofarlo fra il paziente e le diverse specializzazioni dellamedicina. Nuovemalattie e i traumi vengono affrontati ecurati con professionalità, mezzi e strumenti sempre più

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moderni e la vita media del nostro popolo a raggiuntolivelli mondiali di primato. L’agricoltura, l’alimentare,l’ambientale sono il paziente dei nuovi ProfessionistiTecnicoAgrari.Proprio per la sua caratteristica, che non può essere“assoluta”, la scuola agraria dovrebbe avere, più di altriindirizzi,unapproccioadunmodello“piattaforma”,sucuiinnestare percorsi di professionalizzazione integrativi, daattuarsi durante il ciclo scolastico e promossi in percorsianche “Post” diploma, universitari e di formazioneprofessionale d’eccellenza permanente. Senza trascurarealcune specializzazioni che vengono acquisite durante lavitaprofessionale.Già oggi numerosi Istituti Tecnici Agrari integrano iprogrammi ministeriali con percorsi di approfondimentospecialisticocheaiutanoigiovaniad“incontrare” lenuovedomande del mercato professionale; che li pongonodavantiadunquadroche,purincompleto,hagiàtracciatoicontorni del dipinto di un moderno modello scolasticoformativo.Seunqualchelimitepuòessererilevatonelnostromodelloscolastico losideve imputareaduncontestochesiaffidaalla iniziativa di bravi e motivati dirigenti (se tornassimoancheaunacorrispondenza fradirigenzadegli ITAe i lorotitoli di studio rigenereremmo, forse, una scuola agrariameglio connessa alla propria missione) e docenti, alcunevoltesollecitatidaprofessionistieimpreseesterni,machefatica ad individuare un’articolazione di percorsiprofessionalizzanti rispondenti ad una rete/sistemaitaliana.Alcune materie professionalizzanti possono e debbonodiventareorganicheaiprogrammididattici.Materietecnicoscientifiche:vièunaeccezionepositivacheal contrario da sempre ha superato in parte questa

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difficoltà: “gli indirizzi enologici”. Le nostre scuole dienologiasonocertamenteunesempiopositivodaemulare.MaanchematerieconoscitivedegliAlbiedellororuolodirappresentatività, e non solo rappresentanza, moderna edinamica. Organi che siano in grado di offrire non soloabilitazione, servizi ma anche opportunità professionali.(reti professionali, internazionalizzazione, formazionepermanente).Un’articolazione di Istituti Tecnici Agrari caratterizzati daindirizzi definiti che rispondano alle domandeprofessionali dei luoghi, inseriti attivamente nella ReteNazionale degli Indirizzi Agrari, agevolerebbe certamenteanche il coinvolgimento del territorio e favorirebbe lascelta degli indirizzi scolastici da parte dei ragazzi,certamentepiùrispondentialleloroattitudini,propensionieattese.S’intravvede un solo rischio, attenuato solo in parte dalruolo ministeriale, ed è quello di proporre nelle diversesedi scolastiche territorialiun’offertadidattica frastagliatae con carattere limitato e circoscritto nel tempo. Unprogettodidatticonon sinergico adunavisione strategicadelle“agricolture”edeiterritori.Un rischio che certamente si potrebbe superare conl’impegno di tutti coloro che sul territorio operano evivono,professionistieimprese.E’ maturo il tempo per promuovere una simbiosimutualisticafral’educazioneelaprofessionalizzazione,fralascuolaelasocietà.

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8.I.T.A.-SCUOLAAPERTADa sempre gli Istituti Tecnici Agrari hanno fattodell’apertura a esperienze produttive e professionaliesterne il loro punto qualificante, senza peraltrodimenticare che alcune realtà scolastiche possonousufruire di una propria azienda agraria. Apriamo unaparentesi, le aziende agrarie annesse agli ITA sono ilprincipale strumento di professionalizzazione dei giovani,pensareche“agraria”possaessereunascuolaanchesenzaaziendaèfuorviante.Maseunmodellopuòesserericercatoeindividuatocomeriferimento qualitativamente eccellente basterebbeincontrare l’Istituto Tecnico Agrario di San Micheleall’AdigepartecentraledellaFondazioneEdmundMach.Scuola, ricerca, sperimentazione, alta formazione,aggiornamentodelleimpreseagrariesonoelementifralorointegrati.Unmodello che troviamodiffuso in alcuni Paesiesteri più sviluppati (Francia, Germania, Olanda, Austria,Svizzeraecc.).Modelli con i quali confrontarsi senza smanie diemulazionee impropriecopiature.Da loroabbiamomoltodaimparare,lorodanoihannomoltodaapprendere.A San Michele la scuola con il proprio patrimonio diesperienze (azienda agraria), di conoscenze e diinnovazione entra nelle imprese agrarie e le impreseagrarie “entrano” nel Centro con le proprie sollecitazioni,domande,esigenzediformazioneediinnovazione.Questo stretto rapporto fra agricolture, agro-alimentare eCentro diventa il propulsore che “agevola” il modelloprofessionalizzanteepermanenti reciprochesollecitazionichesostengonoeproduconoinnovazioni.AnchelapresenzanellasededellaFondazionedelCollegiodei Periti Agrari è la migliore prova che un territorio si

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identifica,riconosceetrovanellaE.Machilsuoriferimentoprofessionale e che la Fondazione diventa “il” riferimentodella ricerca, sperimentazione, formazione eprofessionalizzazionedel“territorio”.Non vi è alcun dubbio che questa esperienza, che oggisembra aprirsi oltre i confini provinciali chiamando allapresidenzadellaFondazioneilProf.Segrè,giàpresidedellafacoltà di agraria di Bologna e Presidente del progettoF.I.Co. (Fabbrica ItalianaContadina), hapotutooperare inquel contestodi autonomia,didisponibilità finanziarie, dilungimiranza, di convinzione che ha trovato il supporto el’apporto della Provincia autonoma di Trento, delleistituzionilocali,delmondorurale,deiliberiprofessionistiedeiPeritiAgrariePeritiAgrariLaureati.LeIstituzioni,ilterritorioriconosconoevalorizzanocosìilloro“gioiello”professionalizzante.Sparse nel territorio italiano vi sono altre buoneesperienze, ma molte soffrono della sindrome scolastica.Faticano cioè a liberarsi, a rendere costante la relazioneconleprofessionieleimprese,partendodagliinterlocutoripiù importanti, le Istituzioni agrarie e il Ministerodell’Agricoltura.Ibuoniesempitrainanomafaticanoadiventaremotoridiunnuovomodelloscolasticoprofessionalizzante.Forse il tempo è maturo per pensare di demandare lecompetenze gestionali degli Istituti Tecnici Agrari alMinistero dell’Agricoltura, ovvero di costituire un TavoloInterministeriale fra Ministero Pubblica Istruzione eUniversitàeMinisterodell’Agricoltura,perespandersinelcoinvolgimentodelleistituzioniterritorialiedelleRegioni,nonchéalle impreseealCollegiodeiPeritiAgrariePeritiAgrariLaureati.

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Fra i soggetti che dovrebbero farsi promotori di un PattoScolasticoProfessionaledovrebberoesserciinostriCollegiTerritorialideiPeritiAgrariePeritiAgrariLaureati.Un Patto scolastico che dovrebbe concretizzarsi nellasottoscrizionediunProtocollofraMinisterodell’Istruzionee dell’Università, Ministero dell’Agricoltura, le Regioni, laRete Nazionale degli Istituti Tecnici Agrari, La ReteNazionale degli ITS, le Università e il CNPAPAL (ConsiglioNazionale dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati),finalizzatoadargambealprogettodi riformaavviato,masuicontenutiancorainlargapartedaattuare.E’prioritarioeindispensabileaprirelascuolaeaprirsiallascuola.E’prioritariocheITAeCollegisitenganopermano.

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9.ESSERCIPERCAMBIARESeilpuntodipartenzaèlamessaadimoradiungiovaneeselezionato albero, che dovrà essere curato e concimatopercrescereedarfrutti,seinostriIstitutiTecniciAgrarieleUniversitàsonochiamatiadiventare“lepiattaforme”sucuicostruirelacasa“professionalizzante”,vadasechelarispostadeveessere ricercata inunanuova “asticella”, unnuovolivelloprofessionalizzante.L’Europalostasollecitandodatempo,ilmondoeconomicoproduttivoelasocietàlorichiedono,laqualitàdelvivereloesige.L’innalzamentodell’obbligoscolasticoa16anni,leriformedei cicli scolastici, la riforma dell’università conl’introduzione del diploma universitario triennale, dellalaurea breve, ha richiesto uno sforzo un impegnoparticolareperestrapolaredallaobbligatadomandadipiùeducazioneeformazione,laseverariflessionesullepastoiedella competizione fra i soggetti della scuola edell’università per calarla nel contesto delle domandeemergenti da una società evoluta. Oggi alcuni di questilivelli sono messi in discussione per i risultati di qualitàprofessionalizzante non esaltanti. Fra questi le laureetriennali hanno certamente diminuito la mortalitàuniversitariama alcune categorie datoriali nemettono indiscussionela lorocoerenzaconledomandedei lavori.Seperò queste posizioni si condensano sui “contenuti” deiprogrammisisfumanosuicicli,cioèsulladurata.Iltrienniopostdiplomaè,erimane,unodeitraguardipiùimportantidi professionalizzazione che il nostro Paese vanta e perelevarelaqualitàdellecompetenzenonservecomparareinostriciclieinostriprogrammididatticiaquellideiPaesiesteri. Il nostro sforzo deve concentrarsi, invece,

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nell’incontro fra articolazione della società e processiprofessionalizzanti.Un inciso: “Non amo quanti cercando risposte al nostrosistema scolastico universitario si rivolgono a modelli diPaesi esteri. Tutte le esperienze arricchiscono se si calanonelle specificità e particolarità esistenti, aprendosi a tutti isoggettiattividellesocietà”.Le esperienze estere sono sempre importanti ma non vamaidimenticatocheicontestistoricoculturaliesocialinonpossono e non sono omologabili. Devono esserericonoscibili.L’Italia pur rispettando le linee d’indirizzo europee puòpresentare un proprio modello scolastico, formativo,universitario,chegiàoggipuòvantareeccellenzeequalità.Il grande esodo di giovani italiani all’estero ad offrireintelligenzee lavoro, sempreapprezzati, ne sono laprovapiùevidente.I Paesi oltralpe apprezzano le nostre intelligenze e noncertoperuncompassionevolesentimentodisolidarietà.Se l’Italia sente il bisogno di riaprire una profondariflessione sui percorsi scolastici, formativi e universitari(maiabbandonati),losideveallanecessitàdi“migliorare”,razionalizzare, “rendere modello” il nostro sistemaprofessionalizzante.Lo sforzo coinvolgente del Ministero della PubblicaIstruzione,dell’Universitàdirendere“piazza”lariflessionesulla Buona Scuola è stato certamente positivo, maaltrettanto dispersivo e forse insufficiente a promuovereprocessi di concreta riforma. Resta comunque un passoavanti. Forse l’istituzione di Tavoli permanenti dellariforma con le Organizzazioni datoriali, sindacali eprofessionali potrebbe aiutare la scuola e l’università aspalancareleporte.

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Nessuna riforma sarà buona o cattiva se la scuola,l’università e la formazione professionale vivranno nelletrincee della difesa di posizione e se gli attori socialiguarderanno alla scuola e all’università come uninterlocutoreesternoodistante,edunpocoestraneo,acuirivolgersi per chiedere e non per dare. Per criticare,consigliare, rivendicare e non per compartecipare,concorrereamigliorarnelaqualità.In questa relazione permanente fra società e scuole gliorgani rappresentativi delle intelligenze operative (iCollegi/Ordini) devono farsi protagonisti permanenti. Nonpossonopiùrimanereaimarginiintervenendoneidibattitidiriformainlimitati,steriliedestemporaneiincontriconleistituzionieconilgoverno.Per cambiarenonbisognaessere spettatori, sepur critici,bisognafrequentareilcampochesivuolcoltivare.Per cambiare occorre attrezzarsi con la pazienza delcoltivatorechesaseguirelestagioni,guardareagliinflussilunarieascoltarel’incederedeltempoperlavorarelaterraeseminare,lasciandoeventualmentelaraccoltadiprodottidiqualitàadaltri.Esserci, esserci, esserci è l’imperativo che ogni iscritto eogni Collegio deve far proprio per non lasciare che altrientrinonei “terreni”dellanostraprofessione (gli ITAe leUniversità) a raccogliere quanto storicamente seminato ecoltivato.

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10 - GLI ISTITUTI TECNICI SUPERIORI, LA VIA, UNANUOVAVIA?Una delle domande che ha attraversato tutto il lungoprocessoriformatoreèstatacomeconiugareilsapereconlecompetenze.In tutte le diverse fasi di riforma del modelloscolastico/formativo, tutti concordavano che il soloquinquennio della secondaria superiore non era piùadeguato per rispondere alle nuove aspettative dellasocietàedell’economia.Tutti concordavano che il vecchio e gloriosodiploma, cheaveva “offerto” al Paese le figure professionali che più dialtre avevano favorito il miracolo italiano e che avevanosvolto un ruolo di cerniera fra imprese e innovazione,dovesse essere “rinforzato” da un percorsoprofessionalizzantepostdiploma.Un percorso che mantenendo le basi fondamentali delsapere fosse integrato da contenuti tecnico scientificiinnovativispecialistici.L’Europa avendo avviato il difficile processo diriconoscimento delle professioni intellettuali è statacertamente un motore essenziale per accelerare, qualchevolta avviare, politiche di riforma della scuola edell’università.Da tempo le Istituzioni europee hanno posto l’asticelladellanuovaprofessionalitàneltrienniopostdiploma.Un livello che in Italia, attualmente, viene svoltoesclusivamente dalle Università, anche se non mancanoprofondeosservazionicritichesuquesticorsi.Le scuole (ITA Istituti Tecnici Agrari), nella ricerca dipromuovereunsistemadualefrascuolaeuniversitàdopoil superamento dell’esperienza dell’IFTS, ha proposto gliITS che prevedono la durata di 4 semestri, con tirocini

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obbligatori per almeno il 30 % del monte orariocomplessivo (1800/2000 ore) e con l’impiego di docentiprovenientidalmondodellavoroedelleprofessioniperil50%.Gli ITS possono istituire percorsi di 6 semestri inconvenzioneconleuniversità.Una opportunità che allontana almeno un poco il dubbioche fra ITS e università vi siano e vi fossero tensioniconcorrenziali, ovvero se esistono queste tensioni sianofrutto di posizioni estemporanee non rispondenti ai“pensieri”dellegislatore.Edancorasiriproponeladomandase“ildiploma”eititoliacquisiti (ITS Diploma di Tecnico Superiore) debbanomanteneree/omantenganoilvaloregiuridico.Certo è che gli ITS rappresentano un “Diploma di SuperTecnico” che a tutti gli effetti risponde alle domande dinuovilivelliqualificatidiprofessionalizzazione.Qualcuno potrebbe obiettare che nello “schema” europeomancherebbeunannoperraggiungerequel5(ITA,IstitutoTecnico Agrario) + 3 (DU, Diploma Universitario – LaureaBreve) che risponderebbe ai parametri di riconoscimentodei titoli e quindi alle norme in materia di liberacircolazionedelleprofessioni.Ma anche questa obiezione, se pur valida nei suoi aspettischematici, ancora presenta tutte le proprie criticità inquanto non valuta il “merito dei programmi didattici” deipercorsi scolastici e non considera la diversità dei diversimodelli scolastici, formativi universitari europei (vedimodellofrancese).Silimita,invece,alloschemadelmodelloe non si addentra nei contenuti e nei contesti che liqualificanoolidequalificano.Sugli ITS (Istituti Tecnici Superiori) sono calati gli stralidellaCGLIegliapprezzamentidiConfindustria.

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Nell’ambito della libera professione le voci a sostegno ocontroquestipercorsisonostatelabili.Fra queste i Geometri (Consiglio Nazionale) hannoproposto il percorso triennale, da svolgersi nell’ambitodegli Istituti Tecnici, garantendo la continuitàprofessionalizzanteiniziataconilquinquenniodellascuolasecondariadisecondolivello.La proposta dei Geometri prevede anche l’immediataiscrizione all’Albo professionale dopo aver conseguitol’esamedilaureaconsideratounesameancheabilitante.L’agraria, l’agro-alimentare, l’ambientale rimangonocomunquecompartiparticolarieforseèmaturoiltempoincui lacategoriadeinuovisupertecnicidelleareeagricola,ambientaleealimentaresiapraadunaprofondariflessionecheportiaconcertarecon iMinistericompetenti ilnuovopercorsoperformareilnuovoprofessionista.Un percorso che coinvolga Scuole Agrarie, Università eCentri di Formazione il Collegio affinchè i contenuti ed iprogrammi professionalizzanti si innestino in quelprincipio di riconoscimento delle “competenze” e delleprofessionalità.

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11 - UN PATTO PER LA NUOVA PROFESSIONE DEGLIESPERTIELAUREATITECNICOAGRICOLI,AMBIENTALIEAGRO-ALIMENTARICercarediconiugareriformedellascuolaedell’universitàeriforma del sistema ordinistico italiano non è certamenteuneserciziofacile.Chisiècimentatoinquestosforzo,inquestoimpegno,puòvantarsi di essere statoprotagonistadi stagioni di studio,confronto, dibattiti e partecipante a ripetute, estenuanti einfinitecommissionispeciali.Questi“soggetti”possonovantare,pertanto,un’esperienzavalutativa molto vasta, tanto rilevante da poter esserecalataanchenellacomplessitàdelnostrosistemascolasticouniversitario.Ciòcheancoramanca,comeunicotasselloallacostruzionedi un percorso professionalizzante condiviso dalleistituzioni, apprezzato dalla società e partecipato degliiscritti alla categoria è quel progetto che coinvolga tutti isoggettiprotagonistidelmodello,perlepropriespecifichefunzioni e competenze, affinché concorrano a costruire ilnuovo sistema delle professioni intellettuali “diplomate elaureate”e,quindi,allaconseguentedecisionevincolante.Coinvolgimento oggi facilitato dagli organismi associativivolontari costituiti fra gli ITA (Re.N.Is.A. – Rete NazionaleIstitutiAgrari)efragliITS(ReteAgrITS,ReteNazionaleITSadindirizzoagrario).Con la regia del MIUR - Ministero dell’Istruzione,dell’Università e della Ricerca, la categoria dovrebbepromuovereunaproposta(attuabile)dinuovomodellodiprofessionalizzazione e di iscrizione all’Albo nella pienaapplicazione della legge Monti (D. Lgs 137/2012 -regolamento recante riforma degli ordinamentiprofessionali,anormadell’art.3,comma5,deldecretolegge

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13agosto 2011, n. 138, convertito, conmodificazioni, dallalegge14settembre2011,n.148),inparticolaredegliartt.1e6delDPR137/2012.MalanovitàassolutachedovrebbecaratterizzareunPattofraMinisteri,realtàscolasticheeuniversitarieèquellache,considerando il valore giuridico dei percorsi scolastici euniversitari,aisensidell’art.33dellaCostituzioneItaliana,li riconosca come percorsi abilitanti all’esercizio dellaprofessioneintellettuale.Sirendenecessario,cioè,tornarealfuturoefarcoinciderel’esame di Diploma, con l’esame di Stato, riconoscendo iprogrammididatticicomeprofessionalizzantiperdurataecontenuti,purmantenendolapossibilitàdiiscrizionenegliAlbiacategoriedispecializzazione.Categorie di specializzazione che per l’Ordinamento dellaprofessionediPeritoAgrari,aisensidelcommaS,dell’art.2 della legge 54/91 possano essere variate al variare deipercorsi professionalizzanti, acquisiti anche durante ilperiodolavorativo.Che senso avrebbe partecipare a corsi abilitanti,riconosciutidall’UnioneEuropeaedallastessacofinanziati,enonriconoscernelecompetenzeacquisite?In modo particolare l’Agricoltura, e l’Agro-alimentaremadri dell’Europa, nelle norme della “condizionalità”obbligano imprenditori e professionisti a seguire rigidi equalificati percorsi professionalizzanti che riconosconoruoli e funzioni regolamentati. (Consulente aziendale,docentecorsiPANecc.).Questa è una ragione in più per meglio raccordareIstruzione, Formazione Professionale, ProfessioneIntellettualeeAgricoltura,Ambiente,Alimenti.

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DENTROLASTORIADENTROLANOSTRASTORIA

12.OLTREEXPOAffrontare le complesse implicazioni che la scuola el’università scatenano nel dibattito culturale, sociale,politicoeistituzionalenonpuòprescinderedaunosguardoalla“realtà”,versoquel“contesto”chealimentaladomandanellascuolaenell’università.L’Italia ha vissuto nel 2015, non “un” evento,ma l’eventomondialecheper laprimavoltaharichiamato ilmondoavolgerelosguardoaquel“creato”eisuoifruttichesonoilprimopilastrodelle“civiltà”.Exposièchiusodapochimesimaancorvivaèlamemoriadiunmondochesièincontratosuitemidell’alimentazione.Ancor risuona lo slogan “Nutrire il Pianeta, energia per lavita”, in incontri e scambi commerciali, progettuali,professionalifratuttiiPaesidelmondo.Ancor viva è l’immagine di Nazioni sviluppate chepresentavanoilorotraguardieilloroorientamentorivoltoad un futuro di qualità di un cibo divenuto affermazionedelladignitàdell’uomoepiaceredel vivereediPaesi chequotidianamentesonochiamatiadaffrontarecondizionidiconflitti, sottosviluppo, emarginazione, povertà, ma chegrazie a sensibilità e politiche che mai si cono arrese,possonoaffermarechelafamedelmondoèdiminuitaechepuò essere vinta. Paesi e popoli che vogliono vivere unastagionedirecuperoeriscattoeconomicosociale.Ma nel Decumano i passi meno distratti hanno colto ladimensionediunmondoche si fa semprepiùpiccolo.Unmondo dove povertà e ricchezza sono chiamate adincontrarsi per avviare e sostenere processi di concretosviluppo diffuso e condiviso, ad incontrarsi per non

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scontarsi.Unmondodove interessi e poteredi pochi nonprevalganosuquellidimolti.L’alveare caratterizzante il padiglione del Regno Unito èstataunadelle immaginipiù intensediEXPO,peccatochele API lo abbiano abbandonato andandosene dall’UnioneEuropea.A EXPO, purtroppo, ancora una volta abbiamo dovutoregistrare ladebolezzadimodellodovutoalladifficoltàdiraccordare Istituzioni, Scuola – Università – Professioniintellettuali – Organizzazioni datoriali e imprese. Unadebolezza chenel pur lodevole sforzodi alcuneproposte,iniziative promosse e attuate da Ordini e Collegi e dalleIstituzioni si è manifestata proprio nei numerosi eventieconomici che hanno registrato la consueta assenza diquegli anelli che ne determinano lo sviluppo, lapromozione del Made in Italy; che lo sostengono e loaccompagnano.Si è registrata anche una debole presenza di istituti dicredito, forse più impegnati ad applicare le regole diLisbona 2, e a ripianare le sofferenze provocate da pochi,che a guardare allo sviluppo di molti. Per questo il postEXPO è chiamato ad affrontare e rispondere a quellenumerosedomandechesonorimasteinparteototalmenteinevase.Dal nostro osservatorio di Liberi Professionisti, che lapolitica fatica a riconoscere quali soggetti e interlocutoripolitico/sociali, dovremo impegnarci a rimuovere quellebarriere che indeboliscono l’intero comparto agricolo eagro-alimentare.In particolare dovremo pubblicamente porre tutte quelledomande che forse possono infastidire il manovratoreitalicomachesenonevaserallentano,frenanoe,inalcunicasi, impediscono lo sviluppo del mondo produttivodell’agroalimentare.

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Anche le categorie intellettuali nonpossonoperòpensarediaffermarsiproponendosicomepellegrinicheinseguonomete diverse volendole raggiungere da strade diverse eutilizzando mezzi di trasporto diversi. In molti ditroveranno ad raggiungere mete dove non volevanoandare.EXPO,pertanto,èstata,esaràuna“domanda”cherimarràvivainognicategoriaintellettualecheintendaperseguireilproprio futuro. Una domanda che potrà essere affrontataconcretamente alla vincolata condizione d’essere parte diunmodello “Paese”cherimuovendo leestemporaneità, saproporsiunitariamenteaimpreseeprofessioni;aprodottieintelligenze;alpubblicoealprivato.Non sappiamo se smantellando le strutture di EXPOabbiamo smantellato anche gran parte delle semine direlazioni suggellate. Se abbiamo già dimenticato gliimpegni assunti, anche diffusamente con la sottoscrizionedellaCartadiMilano(salvaguardareilfuturodelpianetaeildiritto delle generazioni future del mondo intero a vivereesistenze prospere e appaganti è la grande sfida per losviluppo del 21° secolo. Comprendere i legami frasostenibilità ambientale ed equità è essenziale se vogliamoespandere le libertà umane per le generazioni attuali efuture). Noi donne e uomini, cittadini di questo pianeta,sottoscriviamo questo documento, denominato carta diMilano,perassumerci impegniprecisi inrelazionealdirittoal cibo che riteniamo debba essere considerato un dirittoumano fondamentale; se abbiamo già rimosso quantocondivisone“IlProtocollodiMilanosull’alimentazioneelanutrizione”,comefaremoadar“gambe”aiprotocollieagliimpegniassuntinellesediEXPO?Sappiamo però che forse abbiamo difettato, e difettiamo,tuttiinsieme,dimancanzadisistemacollaborativo.Diunacapacità di lavorare insieme. Abbiamo difettato in

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potenzialità coinvolgenti di nuovi mercati, di nuoverelazioni.Se EXPO ha insegnato qualcosa, ha lasciato una qualcheeredità positiva, questo è il tempo per recuperarlo,metterloinpratica,mettendociingioco.SoprattuttoEXPOavrebbedovuto lasciarci lacertezzachenessun professionista può limitarsi a guardare al soloconfine del proprio orto, al confine della propriaprofessione,delproprioterritorio,delproprioPaese,maèchiamatoadalzaregliocchiversol’orizzontedelmondo.

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13.CONLOSGUARDOAPERTOSULMONDONon vi è giorno che accendendo la televisione sguardidisorientati e sofferenti di persone, famiglie… bambini ciinvestano inquella follia chepernon essere chiamata colproprio nome … “guerra” … definiamo nei modi piùfantasiosi e astrusi: stabilizzazione di aree, interventopacificatore,missionidipace,sostegnipiùomenosegretiaquesta o quella forza filo “qualcuno”, stabilizzazione,primavere,democratizzazioneecc.Ecosìassistiamoaguerreebrutalitàchelanostramemoriaavevaarchiviatodapiùdi70anni.Eppure nel mondo 66 Paesi, in cui operano 690 milizie,guerriglieri e gruppi separatisti sono coinvolti in conflittiche determinano instabilità, condizioni di particolareincertezzaecriticitàeconomicaesociale.AFRICA:(28Stati e202 tramilizie-guerrigliere, gruppi separatisti egruppianarchicicoinvolti)Punti Caldi: Egitto (guerra contro militanti islamici ramoStato Islamico), Libia (guerra civile in corso),Mali (scontritraesercitoegruppiribelli),Mozambico(scontriconribelliRENAMO), Nigeria (guerra contro i militanti islamici),RepubblicaCentrafricana (spessoavvengono scontriarmatitra musulmani e cristiani), Repubblica Democratica delCongo (guerra contro i gruppi ribelli), Somalia (guerracontro i militanti islamici di al-Shabaab), Sudan (guerracontro i gruppi ribelli nel Darfur), Sud Sudan (scontri congruppiribelli)ASIA:(16 Stati e 157 tramilizie-guerriglieri, gruppi separatisti egruppianarchicicoinvolti)PuntiCaldi:Afghanistan(guerracontroimilitantiislamici),Birmania-Myanmar(guerracontroigruppiribelli),Filippine

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(guerracontroimilitantiislamici),Pakistan(guerracontroimilitanti islamici), Thailandia (colpo di Stato dell’esercitoMaggio2014)EUROPA:(9 Stati e 75 tra milizie-guerriglieri, gruppi separatisti egruppianarchicicoinvolti)Punti Caldi: Cecenia (guerra contro i militanti islamici),Daghestan (guerra contro i militanti islamici), Ucraina(Secessione dell’autoproclamata Repubblica Popolare diDonetsk e dell’autoproclamata Repubblica Popolare diLugansk)MEDIOORIENTE:(8 Stati e 229 tra milizie-guerriglieri, gruppi separatisti egruppianarchicicoinvolti)Punti Caldi: Iraq (guerra contro i militanti islamici delloStato Islamico), Israele (guerra contro i militanti islamicinella Striscia di Gaza), Siria (guerra civile), Yemen (guerracontroetraimilitantiislamici)AMERICHE:(5 Stati e 25 tra cartelli della droga, milizie-guerrigliere,gruppiseparatistiegruppianarchicicoinvolti)Punti Caldi: Colombia (guerra contro i gruppi ribelli),Messico(guerracontroigruppidelnarcotraffico)Le guerre, si sa, condizionano rapporti fra stati e fraeconomie. Le nostre imprese e i nostri professionisti acausa di guerre hanno dovuto abbandonare progetti,realizzazioni o hanno dovuto operare in luoghi ad altorischio scortati, anche se alcuni hanno avuto beneficieconomiciconlavenditadiarmi.Basterebbe recuperare il danno causato dalla guerra fraetnie filo russe ucraine, Russia e Ucraina (Donetsk eLuhansk) che ha determinato la reazione dell’Europa edegli USA con l’applicazione di sanzioni che hanno

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provocato il crollo delle nostre esportazioni di prodottiagro-alimentari,inRussia,del45%.Siassistecosìadunfenomenocheforseandrebbevalutatointuttoilsuoportato,soprattuttonellesediEuropee.Le imprese investono per penetrare nuovi mercatimondiali, scelte istituzionali bloccano questi scambilasciando sole le imprese a subirne le conseguenze (vedisoprattuttosettoreagroalimentare).Perdite di mercato corrispondono a perdite di posti dilavoroelavoroprofessionale.LestimeeuropeerilevanochelasolaguerraRussoUcrainaavrebbedeterminatoinEuropalaperditadicirca215.000postidilavoro.E mentre le guerre dilagano e consumano opportunità esperanzeilWTO(WorldTradeOrganization)èimpegnataariconoscereadalcunistatiil“Marketeconomystatus”.Un riconoscimento che favorisce la liberalizzazione delcommercio.Inquestoperiodo l’agendaprevedeche laCinae l’UnioneEuropeasipreparinoalla scadenzadel11dicembre2016data in cui tutti i Paesi membri del WTO dovrebberoufficialmente riconoscere alla Cina lo status di marketeconomy.Organizzazioni imprenditoriali hanno recentementemanifestato contro il processo di apertura alla Cina,iniziatonel2001e cheavevadurata15anni. Il “Drago” èritenuto capace di penetrare le economie occidentaliproprio per le condizioni speciali in cui operano le sueimprese:agevolazionistatali;basso costo del lavoro (mancanza di diritti previdenziali,assistenziali;mancanzadicontrollosullaqualità.

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Nel frattempo impresedi altri Paesi europei, sostenuti dapolitichegovernative,sono“corse”adaccaparrarsispazidiscambio commerciale e produttivo, sapendo che letrattativesiaffrontanopiùcomodamentesesisvolgonoalsole.Fraqueste ilRegnoUnitochelaCinaavevaconsideratolaPortad’Europa.IlRegnoUnitoèstatalanazionechepiùdialtreforzavailriconoscimento e l’aperturaallaCina.Oggiquella porta si è chiusa e il processo di relazione fral’Europa e il Dragone subirà certamente un profondoripensamento.Nello scenario internazionale non mancano però alcunecondizioni positive che emergono in paesi asiatici,sudamericaniedell’Africa.In quei contesti operano con grande professionalità iProfessionisti Tecnico Agricoli, sia come volontari cheinseritiinprogettieconomicidisviluppo.Essere categoria intellettuale, pertanto, significa avere losguardo rivolto a quel mondo, divenuto piccolo, proprioper quelle qualità che le nostre intelligenze possono“esportare”portandoleeccellenzedelMadeinItalyaqueimoltipaesichecioffronoeciriconosconounaltocreditodiqualità.Eseilmondorichiedeleeccellenzeitalianenonpossiamoenondobbiamofarcitrovareancoraunavoltaimpreparatieinritardo.Prodotti, processi di filiera, progetti, innovazione sono“valori” che insieme ai riconosciuti prodotti del Made inItaly possono essere esportati anche attraverso nuovimodellidicooperazioneinternazionale.L’Italia oggi è in condizione di proporsi al mondosviluppato,inviadisviluppoosottosviluppatoconprogettiorientatiarisponderealladomandadeiloroterritori.Lenostre“intelligenze”sonopronteaquestasfida?

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Se le opportunità sono concrete e il Governo nellasottoscrizione dei Protocolli di scambi economicoproduttivi avesse l’attenzione di inserire il “valore”professionale la nostra categoria non solo è pronta araccoglierelasfida(l’invito),maconleesperienzeacquisitefavorirebbe una migliore e maggiore penetrazione delMadeinItalynelmondo.Favorirebbe anche l’esportazione di nuovi modelli disviluppo economici rispettosi e valorizzanti le “storie” deisingoliPaesi.

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14ILNUOVOMODELLOAGROALIMENTARENon è casuale che prima d’affrontare la valutazione delmodelloagro-alimentare“incasanostra”abbiamoalzatolosguardoallecondizioni internazionali.Abbiamoomessodi“parlare” d’Europa, non per una distrazione ma per lacircostanzachel’Agricolturaèstata lamadred’Europa.Ladove politiche di difesa, politiche infrastrutturali edeconomiche avevano fallito l’agricoltura ha svolto il ruolodisettorepromotoredell’Unionedell’Europa.L’Europa si è costruita sulla madre terra coltivata conpassione e professionalità. Nulla avviene per caso o perincidente della storia. Tutto si compie con le menti e legambedegliuomini.Oggil’ItaliaèglialtriPaesidell’UnioneEuropea possono analizzare, valutare i propri modelliagroalimentari partendo da quelle politiche presentatenella conferenza di Stresa (3-11 luglio 1958 presenti iministri dell’agricoltura dei sei Paesi fondatori – Italia,Francia, Germania, Belgio, Olanda e Lussemburgo) econsolidate nella PAC sino ai giorni nostri. Non c’era ilRegnoUnito,cheaderìsolonel1973.Mal’Italia,ilsistemapolitico sociale ed economico nostrano, soprattuttoagricolo, figliodiunperiodopostbellicocaratterizzatodatensioni fra proprietari terrieri e conduttori della terra,rappresentaancoroggiun’anomaliaeuropea.Il nostro sistema è considerato fragile da tutti per la suaframmentarietà. Fragile soprattutto per unarappresentanzadelleimpreseagricolefralepiùfrastagliateeconflittualid’Europa.Fragileperquelmodellochefaticaariconosceretuttiisoggetticheoperanonelcompartoeperil comparto agricolo e agroalimentare. Fragile nelrispettareeapplicareilprincipiodiliberaconcorrenza.Unsistemafragileperladifficoltàatransitaredalprincipiodi azienda agricola a “impresa agricola”. La fragilità del

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sistema agricolo ha coinvolto anche la filiera agro-alimentare. Un modello fragile costretto a rincorrere lamodernità dovendo al tempo stesso garantire laconservazioneetutela,soprattuttodellezonemarginali.Non vi è dubbio che le profonde trasformazioni vissutenelleultimedueagendePAC,oltrealcambiodirottadellePolitiche Europee e Nazionali, passate dalla produzionequantitativa,causaeccedenze,allaproduzionesostenibileequalitativa, stanno interrogando profondamente il nostrosistemaagroalimentare.Se dai dati del censimento agricolo ISTAT2010 (l’ultimo)emerge un quadro di agricoltura troppo vecchia ecaratterizzatadaunnumeroelevatodiimpreseparttimeehobbistiche, non si può non pensare a quei comparti cheancora riescono a resistere alla burocrazia inutile edeccessiva, alla concorrenza non tutelata delle qualità, adunarappresentanzadeboleeamercatifuoricontrollo.Quantesianoleaziendeeconomicamentesostenibilinonèfaciledirlo.Qualcunoipotizza200.000,iosonoorientatoadunnumeromoltomaggiore5-600.000.Ritengo infatti cheanchepiccoleemedieaziendechehannosaputooperareinuna condizione di multifunzionalità, siano riuscite aritagliarsispazieconomicisostenibili,sepurfragili.E la debolezza del “sistema” agricolo italiano appare intutta la sua dimensione nella comparazione dei dati delCensimento2010conidatidelreportSpa2013.Diminuisceilnumerodelleaziendedel9,2%.DiminuiscelaSAU (Superficie Agricola Utilizzata) del 5,7 % al NordOvest;del1,7%alNordEst;del6,3%alCentro;“solo”il3%alSudenelleIsolesiattestaa–0,9%.LaSAUnel2010eradiha12.856.048.Nel2013èstatarilevataunaSAUdiha 12.425.995. La differenza in soli tre anni è di unadiminuzionedi430.053ettari.

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Contestualmente aumenta la superficie media aziendaleche passa da ha 7,9 a ha 8,4. Una superficiemediamoltobassa.Diminuisconoinquestobreveperiodosiailnumerodi allevamenti, fatti salvi gli allevamenti equini e gliallevamenti di conigli. Non va sottaciuto che questiallevamentisonoprevalentementedilimitatedimensioni.Gli allevamenti bovini passano da 124.210 del 2010 a109.417 del 2013. Gli allevamenti vacche da lattediminuiscono inmodo considerevole, da 50.337 del 2010nesonosopravvissutinel2013n.40.664.Ilnumerodicapiallevatidiminuiscedi78.803,anchese lequantitàdi latteprodotto sono rimaste invariate. Il miglioramento delletecnichediallevamentoedellagenealogiacontinuaadarerisultati significativi. Nelle stime e nelle proiezioni delprossimo futuro il numero degli allevamenti bovini èdestinato a diminuire ulteriormente dopo la fine dellegabbieeuropee(quoteecrisidellatteedellacarne).Gli allevamenti suinicoli aumentanoda26.197del2010a26.582del2013,madiminuisce ilnumerocomplessivodicapi allevati. Nel 2010 erano n. 6.782.179, nel 2013 n.6.736.445. Un aumento riconducibile a allevamenti dipiccola dimensione. Gli avicoli, invece, diminuiscono inmodo considerevole sotto la spinta di ammodernamentodegliallevamentiedell’obbligodiapplicazionedellenormeinmateriadiBenessereAnimale.Eranon.23.953nel2010,nel2013nesonostatirilevatin.18.588.Si incrementano gli allevamenti ovini, erano 51.096 nel2010,risultavanoessere60.328nel2013,manonaumentailnumerocomplessivodicapiallevati.Aumentodovutoadallevamenti prevalentemente familiari. Note positive siriscontranoleggendoidatidegliagriturismi+15,9%,nel2013 erano n. 23.323. Le imprese di trasformazione e/olavorazioneprodottiraddoppianosono41.780.Lavoranoe

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trasformanoipropriprodotti.Aumentodovutoapolitichedivenditadiretta(Cascinaamica,Km0,ecc.)Ilsaltoinpercentualemaggiorelocompionoleaziendeperla produzione d’energia rinnovabile + 602,8 %. (effettoderivante dall’applicazione delle politiche di garanziatariffaria imposte dalle politiche energetiche Europee inapplicazione del trattato di Kyoto) Erano 3.485 nel 2010,nel 2013 risultavano essere n. 21.427. Il contoterzismo siconferma stabile con aumento del solo 0,2%. Le aziendebiologiche aumentano sia in numero che in superficiecoltivata.Nel 2010 le impresebiologiche eranon. 45.167,nel2013n.47.281.Lesuperficieranopariaha781.490nel2010.Nel2013sisonorilevatesuperficipariaha961.953.Ilbiologicoalivellonazionaleincideperil7,7%.“Con riferimento ai principali tipi di utilizzo della SAU, lediminuzioni di superfici investita più consistenti rispetto alCensimento 2010 si osservano al Centro per i seminativi(73.000 ettari in meno pari al – 5,2%), nel Sud per lecoltivazioni legnose agrarie (56.000 ettari inmeno, pari al5,2 %) e nel Nord- Ovest per i prati permanenti e pascoli(40.000ettariinmeno,parial5,9%)”.Un quadro che dimostra come il modello italiano diproduzioneprimariasiaancoranelbelmezzodelprocessod’innovazione,diringiovanimento,diriorganizzazioneconil consueto e confermato quadro negativo di sottrazionesregolataditroppesuperficiagricole.Nell’analisideinumerichepossonoappariresterili,emergeinvece intutta lasuadimensione la fotografiadiunPaesecheaffronta“l’agenda”agricolanonnelsuoesseresistemama nell’estemporaneità di singoli comparti produttivi efors’anche sotto la spinta conservative dellarappresentanza agricola. È forse per questo che l’Europa,almeno in termini di principio, ha capito che il salto diqualità strutturale deve determinare il passaggio da un

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modelloframmentatoaun“modellodisistema,unmodellodi rete” cheraccordi il sistemaprimarioalcompartodellatrasformazioneedellacommercializzazione.Unaretechepossaavvalersidellaricerca,dellaconsulenza(altrimenti denominata assistenza tecnica o divulgazione opiù genericamente servizi di sviluppo) e della formazione,senza le quali il sistemadella conoscenza in agricoltura enell’alimentareinItaliaèdestinatoaregredire.Forse èmaturo il tempo per promuovere una conferenzanazionalesulnuovomodelloagro-alimentarechevogliamoperseguire e promuovere. Forse è maturo il tempo perconsiderarel’agroalimentareunassetstrategicodelPaese.Nomisma rileva come il processo di produzione edistribuzione di prodotti agroalimentari coinvolge unarilevanteporzionedell’economiaitaliana,rappresentandoneil13,2%deglioccupati(3,3milionidilavoratori)el’8,7%delPIL (119 miliardi di euro). La centralità delle imprese cheoperanonellafilieraèimmediatamentepercepibileancheinvirtù dei 76 miliardi di euro di retribuzioni annualmentesostenute, dei 23 miliardi di euro di investimenti e di uncontributoerarialeche,alnettodeicontributiricevutidalleimprese,superai20miliardidieuro.Tante e fortemente integrate sono le imprese che operanonei diversi anelli della filiera: aziende agricole, imprese ditrasformazione alimentare, grossisti, grandi superficidistributive, piccoli negozi al dettaglio, operatori dellaristorazione.A tali soggetti si affianca poi un importante indotto diimpreseesternealla filiera(anchediprofessionisti) cheadessa offrono servizi essenziali come trasporto, packaging,logistica, energia, mezzi tecnici e beni strumentali perl’agricoltura e l’industria alimentare, servizi dicomunicazione e promozione. (Assistenza, consulenza,servizi,conoscenza?)

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Considerando anche l’indotto generato, l’agroalimentarearrivaarappresentareil13,9%delPILitaliano,unpesotral’altro in tendenziale crescita dal 2008 in poi (incorrispondenzadegliannidicrisieconomica).Unagroalimentare,quelloitaliano,chefortediunmarchio(mai elaborato) Made in Italy ha conquistato il gusto delmondo. Motivo per il quale le contraffazioni dei nostriprodottisonoormaidiventatisportmondiale.280prodottiDOP,IGP,ST;523viniDOCG,DOC,IGTsonoilmiglior biglietto da visita per un Paese che intendepresentarsi ai mercati con i propri primati e le proprieeccellenze. Va da se che questi marchi devono essereaffermatiedifesi.Sempre NOMISMA evidenzia però che “ questi numerichiariscono la rilevanza socio-economicadell’agroalimentare,tuttavialasostenibilitàditalevalenzaèmessa a rischio da ritardi strutturali, legati sia al tessutoimprenditorialechealleinefficienzedelsistema“Paese”,chelimitanolacompetitivitàdellafilieraenefrenanol’ulterioresviluppo,nonostanteunampiopotenzialeancorainespresso.Tra le criticità del tessuto produttivo c’è innanzitutto laridottadimensionedelleimprese,cuisiaffiancaungradodiconcentrazionedellafasedistributivanonancoraallineatoaquanto avviene nei principali paesi europei (Germania,Francia,RegnoUnito).Ciòcontribuisceamantenereelevatoilnumerodipassagginellafilieraearidurrelapossibilitàdiraggiungereeconomiediscalautiliallariduzionedeicostidiproduzione… (anche la mancanza di reti indebolisce ilmodello strutturale del nostro agroalimentare. Reti nellequali le professioni intellettuali svolgono un ruoloinsostituibileeindispensabile).Questi fattori di criticità determinano un ritardo nellavalorizzazione dell’enorme potenziale dei nostri prodotti aimercatiesteri.Nonostanteibuonirisultatidegliultimianni

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(esotto laspintadiEXPO2015) leesportazionialimentariitaliane sono meno della metà di quelle tedesche(rispettivamente circa 33 miliardi di euro Italia – datoconfortante in quanto in aumento; e 57 miliardi di euro,Germania). Allo stesso tempo la propensione all’exportdell’Italia inquestosettoreèdecisamente inferioreaquelladitutti iprincipalicompetitoreuropei(21%dell’Italia),23% per la Spagna, 25 % per la Francia e 31 % per laGermania). E non possiamo dimenticare la particolareaggressività mercatale della Cina, India e di altri Paesiemergentiasiatici,sudamericanieafricani.Le ricette per affrontare condizioni di concorrenza ecompetitivitàinternazionalenonsonomaifacilimaquandola casa presenta forti crepe non possiamo cullarci nellacertezzachebastatinteggiarlaperimpedirledicrollare.Le politiche del ministro Martina certamente stannodeterminandoalcunicambidirottaeseconl’investimentodella nuova PAC 2014 – 2020 si dovesse davveroraggiungere l’aumento delle esportazione del 50% (suaaffermazione) l’Italia avrebbe certamente imboccato lagiustadirezione.Rimanelaconstatazionecheintuttelepolitichedisviluppoecrescita,disuperamentodeideficitstrutturalidelnostromodello agro-alimentare le “intelligenze” non abbianoancora visto riconosciuto il loro insostituibile ruolo e nonsianostatecoinvolte.Ilmiglior“Governo”èquellochesariconoscere,coinvolgesenzaessernesollecitato.

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15.LACONOSCENZAFATTOREDISVILUPPOL’ultimo,l’unicoappuntamentonazionalechehaaffrontatola relazione fra professioni intellettuali e sistema, sociale,economico e produttivo risale al 1991. Lo organizzò ilGoverno.Nonsonocertomancatealtreiniziativeanaloghema spessohanno assunto il saporedi una sola protesta euna rivendicazione di difesa delle prerogativeorganizzative e rappresentative degli Ordini e dei Collegi.Ed anche la lodevole recente iniziativa di istituire la retedelle professioni tecniche sta muovendo tiepidamente iprimipassiorientando ipropri sforziversoquelprocessodiriformasollecitatodallaleggeMonti,quindiunprocessosollecitato. Più tiepida appare l’attuazione degli obiettivichelaRetehadeliberatoechediseguitoriporto.“La Rete Nazionale delle Professioni dell’area tecnica escientifica (Rete Professioni Tecniche) è stata costituita nel2013. Fanno parte della Rete il Consiglio Nazionale degliArchitetti,Pianificatori,PaesaggistiConservatori,ilConsiglioNazionale Ingegneri, il Consiglio Nazionale dei Geologi, ilCollegio Nazionale dei Periti Agrari e dei Periti AgrariLaureati, il Consiglio Nazionale dei Chimici, il Consigliodell’Ordine Nazionale dei Dottori Agronomi e dei DottoriForestali, il Consiglio Nazionale Geometri e Geometrilaureati, il Consiglio Nazionale dei Periti industriali e deiPeriti industriali Laureati. La Rete Professioni Tecniche sipropone di: - coordinare la presenza a livello istituzionaledellerealtàchelacompongono-promuoverel’utilizzodelleconoscenze tecniche e scientifiche del settore affinché leattivitàconnessesianocoerenticoniprincipidellosvilupposostenibile edellabioeconomia -promuovere l’integrazionedelle professioni tecniche e scientifiche nella società civile -elaborareprincipieticiedeontologicicomuni -promuoverepoliticheglobaliperlecostruzioni,l’ambiente,ilpaesaggio,il

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territorio, le risorse e i beni naturali, i rischi, la sicurezza,l’agricoltura,l’alimentazione”.Ma al di la delle difficoltà ad affrontare una severariflessione sul ruolo delle professioni intellettuali per lacrescita e lo sviluppo, soprattutto per quelle professioniintellettualiinnestatenelleeconomieterritorialieagricole,forsedovremo“ripartire”nelnostropercorso riformatorerecuperando un rinnovato interesse che emerge anchedalle istituzioni europee (Documento Europa 2020). Unariflessionecheconnettailconcettodiinnovazioneaquellodiconoscenza.Una riflessione che innanzitutto “ci interroghi” sul nostroessere soggetto “interlocutore” delle istituzioni e dellasocietà.Se la peculiarità del sistema della conoscenza agricolarispetto agli altri settori produttivi è caratterizzato dallagrande complessità in termini di soggetti che locompongono (Università e Istituti di ricerca, agenzie diservizi e di informazione, scuole tecniche e professionali,centri di formazione, strutture R&C delle industrieproduttrici di presidi, rete di consulenza dell’industriaprivata, centri di assistenza del sindacato edell’associazionismo produttivo e infine dei liberiprofessionisti)dobbiamoconstatarechenonèmairiuscitoa proporsi in termini di modalità operative di lavoro(ricerche, sperimentazioni, prove collaudo, multimedialità,retiagrimeteorologiche,provedicampo,tutoraggio,attivitàcorsuale, trainin by doing, (formazione facendo), stage econsulenzeecc).Sedovessimoaddentrarcinei contenutideiprogetti, delleazioniedellepolitichedovremmoconstatareunadistanzaeunainadeguatezzachehadeterminatoilrallentamentooeinalcunicasiilfrenoall’innovazioneeallosviluppo.

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Una categoria intellettuale deve porre, pertanto, unadomanda forte al Governo affinché finalmente dipani ildisagiocheilsettoreagricolo,agroalimentareeambientaleesprimeneiconfrontidellatrasferibilitàdellaconoscenza.Affronti e dipani anche le ragioni che portano Stato eRegioni a sostenere una frammentarietà dell’offerta dellaconoscenzaelasuadisconnessioneconisettoriproduttiviinseguendo,purtroppo,difesediposizione.Il rischio maggiore che discende dalla “deriva” di unmodello mai considerato con lo sguardo rivolto alladomanda d’innovazione e crescita è quello delridimensionamento ulteriore della conoscenza, anzichéconsiderarlo il motore dello sviluppo. Sostanzialmente,sembra opportuno che i livelli istituzionali nazionali eregionali, coinvolgendo i soggetti della conoscenzaelaborino una strategia coordinata e concordata,favorendo,così,allereticheappartengonoalvastomondodellaconoscenzaedell’innovazionediindividuareinmodochiaro obiettivi e indirizzi di lavoro, evitando inoltreeventualisovrapposizioni.Nontrascurando,daunlato,diprendereinconsiderazioneinmanierasistematicalecondizionitecniche,economicheesociali del settore agro-alimentare italiano nelle suearticolazioni territoriali e nelle sue domande dicompetitività, d’innovazione e dall’altro far emergeredomande chiare agli attori del sistema della conoscenzarelativealleprioritàdiprogettualità:qualericerca,servizi,formazioneallemodalitàdiattuazione,conqualistrumenti,achelivelloeconqualiprofessionalità.Le professioni intellettuali tecnico agricole richiedono,esigonounanecessariaeurgenteazionedivalorizzazionediunmodelloattraversofigureprofessionalispecificheconruoli di assistenza tecnica, connessione fra produzione e

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innovazione, o semplicemente ruoli di consulenza eanimazione.Ritengono non più rinviabile una severa riflessione sulladomandacheisettoriagricoli,agroalimentarieambientaliavanzano di “assistenza tecnica” moderna strettamenteancorata ad un modello (oggi purtroppo debole eframmentato) della ricerca, della sperimentazione e dellaconoscenza. Non si coltiva un campo seminando su unterrenodatempoabbandonato.“Tutti gli imbecilli credono di riuscire in agricoltura”(OttavioOttavi)

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16.SVILUPPODELL’AGRICOLTURALoabbiamogiàripetutopiùvolte:“l’agricoltura,ilmodelloagricoloèfortementeorientatodallepoliticheeuropee”.Le risorse che hanno sostenuto lo sviluppo e lamodernizzazione dell’agricoltura sono state erogate,soprattutto,dall’UnioneEuropea(PAC,PSR,FEOGAecc.)Politiche che nel passato venivano applicate, di norma, inItalia cinque anni dopo gli altri Paesi Europei. Un ritardoche l’Italia ha pagato a caro presso nelle conseguentiapplicazioni delle politiche di controllo/programmazioneproduttive(gabbie,quote).I nostri ritardi, dovuti anche a un’inadeguata strutturaburocratica, discendono da strumentalità politicheprovocateda continuiballetti deiGoverni edeiMinistri edell’instabilitàpoliticadelnostroPaese.63governiinsettant’annipieganolaschienaanchealmulopiùresistente.Non possiamo e non dobbiamo dimenticare la riformaCostituzionale(legge3/2001)chehatrasferitoalleRegionicompetenzerilevantidelcompartoagricolosottolaspintadi un referendum che aveva abrogato il Ministerodell’Agricoltura. Fenomeno che ha determinato unaframmentazione delle politiche agricole regionali con unconseguente incrementodella forbicedi sviluppo fra areedelNordedelSud,masoprattuttounritardodeterminatodacontinuiballettifraStatoeRegioni.Unballettochehadeterminatoanchel’acuirsidellaforbicefraregionivirtuoseeregioni“virtuali”.La conferma ci viene fornita dallamodalità di spesa dellerisorseeuropeeinparticolarePSR.Unicherisorsedestinateagliinvestimentiinagricoltura.Anche le risorse europee se non diventano “educative” diunanuovaagricoltura,mamantengonoilloropurpositivo

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ruolodisostegno,nonfavorisconoilraggiungimentodegliobiettivifissatidaldocumento“Europa2020”.Con queste affermazioni rischiamo forse di evocare unnuovocentralismo?Basterebbe riflettere sulmodello, sul sistemaPaese e conun forte senso di responsabilità definire e ripartire lecompetenze fra i diversi livelli istituzionali, applicandoconcretamente il principio di sussidiarietà e favorendo epromuovendo una forte coesione del Paese, anzichépersistere nell’inutile concorrenza/competizione fra idiversi livelli dello Stato. Condizione che determinasovrapposizionieframmentazioneapplicativadellenormeedelladistribuzionedellerisorseperlosviluppo.Non meno rilevante è il ruolo che svolge il sistemaScolastico, Universitario e di Istruzione e FormazioneProfessionale per lo sviluppo dell’agricoltura. Un sistemache va sistematicamente raccordato all’economia, alleprofessioniealleimprese.Anche la recente riforma Gelmini, che ha recuperato ilruolodegliIstitutiTecniciAgrari(forseunosforzomaggioredoveva essere fatto nel definire le funzioni degli IstitutiProfessionali)nonèancorariuscitaappienoapromuovereunrapportocostanteedirettofrascuolaeimprese,lavorieprofessioni.Un grande salto di qualità, anche se insufficiente, è statopossibile grazie all’elevazione della scolarità tecnicoagricoladellenostreaziendeealleprofessioniintellettuali.(quest’ultime marginalizzate da un modello di servizi,pseudoconsulenzialeoffertodalleOrganizzazioniAgricole).IGoverninonhannomaiavutoilcoraggiodiriconoscerelafunzione informativa e burocratica che le OrganizzazioniAgricolesvolgono,demandandoinveceadesse funzioni inmateriadi formazioneprofessionale,diassistenza tecnica,prestazioni di servizi e prestazioni professionali, che

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indebolisconoiprocessidimodernizzazionedelleimpreseagricole. La forza rappresentativa delle OrganizzazioniAgricole non è supportata da una qualità di“rappresentatività”.Lo sviluppo dell’agricoltura, che certamente dovràaffrontare i nodi dell’ammodernamento produttivo,dell’innovazione, della ricerca e nella valorizzazione dinuovi prodotti d’eccellenza dell’abbattimento dei costi diproduzione (in larga parte determinati da scelte extraaziendali: salari, energia, tasse, trasporti, credito ecc.) persuperare i deficit strutturali, dovrà interrogarsi emetteremanoinmanierarisolutaallafilieradellaconoscenza.Dovràsopratuttoripensarsiperriformarsi.I mattoni ci sono, siamo chiamati a costruire una casamoderna,razionaleearmonica.Ilprogettoloabbiamoelaborato,forsemancanolesquadredi operai specializzati che preferiscono ripararsi nellapropriacasamalandataanzichécostruirneunacomunepiùsolida.

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17.GLIALIMENTI,QUALITA’DELVIVEREChel’alimentaresiailsettorechepiùdialtrièconsideratola locomotiva dell’economia italiana lo confermano tutti irecentidatieconomicoproduttivi.Che il nostro settore alimentare sia un’eccellenza loripetiamocontinuamente.Conosciamo le lacune e le inadeguatezze del comparto;conosciamo i suoi punti forti e quelli deboli. Sappiamoinoltre che il settore è di moda, grazie alle milletrasmissioni televisive e alle numerose competizioni suifornelli e grazie alle indiscusse e riconosciute qualità deinostrialimenti.Eppure un gruppo di autorevoli nomi dell’economiaparmensehannoevidenziatocomeinpochi,soloaddettiailavori, sanno che aParma èpresente lamassima autoritàeuropea in materia di sicurezza alimentare (L’EFSA,Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare). L’avevamoinvitataall’eventoEXPOorganizzatoaMinoprionellasededell’omonima Fondazione che ingloba anche l’IstitutoTecnicoAgrario.Lefinalitàdell’EFSAeilsuoruolosonostatiapprovaticonilRegolamentoCEn.178/20020delParlamentoEuropeoedelConsigliodel28gennaio2002,chestabilisceiprincipiei requisiti generali della legislazione alimentare, istituiscel’Autorità europea per la sicurezza alimentare e fissaprocedurenelcampodellasicurezzaalimentare.Non possiamonascondere che l’ambizione e le attese chesono state assegnate all’EFSA sono rilevanti, riassunteneisessantasei commi delle considerazioni iniziali delregolamentoistitutivo.Basta rileggere i primi tre per cogliere appieno la sintesidelleambizionieuropeeeitaliane:

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1. La libera circolazione di alimenti sicuri e sani è unaspetto fondamentaledelmercato internoe contribuiscein maniera significativa alla salute e al benessere deicittadini,nonchéailorointeressisocialiedeconomici.2.Occorregarantireunlivelloelevatodituteladellavitaedella salute umana nell’esecuzione delle politichecomunitarie.3. La libera circolazione degli alimenti e dei mangimiall’internodellaComunitàpuòessere realizzata soltantoseirequisitidisicurezzadeglialimentiedeimangiminonpresentanodifferenze significativedaunoStatomembroall’altro.

Ed ancora al CAPO I° - CAMPO DI APPLICAZIONE EDEFINIZIONIAll’art.1èprevistoche: ilpresenteregolamentocostituiscelabasepergarantireunlivelloelevatodituteladellasaluteumana e degli interessi dei consumatori in relazione aglialimenti, tenendo conto in particolare della diversitàdell’offerta di alimenti compresi i prodotti tradizionali,garantendo al contempo l’efficace funzionamento delmercato interno. Esso stabilisce principi comuni ecompetenze, i mezzi per assicurare un solido fondamentoscientifico,procedureemeccanismiorganizzativiefficientiasostegno dell’attività decisionale nel campo della sicurezzadeglialimentiedeimangimi…Perché questo Organo, che l’Italia ha fortemente voluto echeèstatocollocatonelventredell’agroalimentareitalianoancoranonèconosciuto?Ancoranonsièaffermato?La/le riposte forse stanno proprio in quel ruolosovraordinatochel’Autoritàèchiamataasvolgererispettoagli Statimembri. Forse ancora una volta si interpreta lafunzione dell’Autorità sopra le istituzioni e non dentro laComunità.

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Certosel’AutoritàdovessepromuovereconilnostroPaeseunprogettopilotaperpromuovereunmodellodiSicurezzaAlimentare Globale, avendone tutte le potenzialità,potremmodiventareilPaesediriferimentoperl’EuropaeperiPaesiEsteriextraeuropei.Sul tema della sicurezza, dell’igiene e della qualitàalimentarel’Italianonèferma.Nellaprimaveradel2017aBologna si inaugurerà, presentandolo al mondo, il piùambizioso progetto di parco agroalimentare (F.I.Co. -FabbricaItalianaContadina).InoltreèvivoildibattitochecoinvolgeleIstituzionierealtàprivate sulla valorizzazione dell’ex strutture EXPO 2015,con l’obiettivo realizzare un parco per la ricerca el’innovazioneeunadellesediuniversitariepiùprestigiosedelmondo.Eseiltuttofossepoiricondottoadunsistemadi“Rete”incui anche i professionisti sono coinvolti (non solo ilaboratorid’eccellenze)perelaborare,attuarepolitichenelcapodelleeccellenzealimentari,forseavremmorispostoinmodo organico e concreto alla domanda di filieraagroalimentaregarantita.Non si evoca in questa affermazione una esclusivaprofessionale, poiché vi è la convinzione che tutte leprofessioni intellettuali che operano in questo settoredebbano sentirsi coinvolte. Forse, forse, forse oltre allaRetedelleProfessioniTecnichedovrebbeesserecostituitalaRetedellaProfessioniTecnichedell’Agroalimentare.Unorganismo che dovrebbe rivendicare un’interlocuzioneistituzionalealivelloeuropeo,nazionaleeregionale.Tutti concordano sulla centralità, la rilevanza del settorealimentare, nel nostro sistema produttivo ma chepurtroppo soffre essendo ancor succube di procedureframmentate, di burocrazia fine a se stessa e preda ditroppisoggettiestemporaneieimprovvisati.

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Ed allora i Tecnici Agricoli (professionisti), coloro che perstoriaecompetenzahannoavutounastrettarelazioneconle produzioni, trasformazioni e commercializzazioniagricole, e nel recente passato anche con la sicurezzaalimentare,sonochiamatiadoffriretuttoillorocontributoaffinché la filiera agroalimentare possa vantare processiproduttivi, di trasformazione, di commercializzazione, disomministrazionecertificatiegaranzieigienicosanitarie.Sono chiamati, cioè, a diventare compartecipi attivi diprocessi applicativi delle norme in materia di sicurezza,igienealimentareeprocessidicertificazione.Fintanto che la “burocrazia” non riconoscerà il valorepositivoed “educativo”dellaconsulenzadeiprofessionisti(veri professionisti), lasceremo che ampi strati produttiviagricoli siano estranei ai modelli di riconoscimento dellequalità dei prodotti alimentari o divengano prede di“venditoridelportaaporta”ediunainutileburocraziaperlaburocrazia.Unalberonondafruttosepotatodaunvenditoredilegna.

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18.QUALITA’ECERTIFICAZIONIALIMENTARILa Sicurezza Alimentare è certamente rafforzata daidisciplinari di riconoscimenti dei Marchi di Qualità. LacertificazionediMarchiaiutaegarantisceilconsumatoreascegliere prodotti che sono figli di territori, di culture, distorieetradizioni,cherispondonoaprocessiproduttividiqualità certificata e garantita. Ma il dibattito intorno aimarchi di qualitàproprio grazie edopoEXPO2015 si staampliando. Alcuni fra i nomi più autorevolidell’agroalimentare italiano si erano chiesti se non eramaturo il tempo per tutelare il Made in Italy (prodotto,trasformatoeconfezionatoinItalia)istituendounmarchionazionale. Per rispondere a questa diffusa e condivisaesigenza, ilMinistroMartinanell’ambitodiEXPO2015havolutopresentareilnuovologo.Lanostrabandieraitalianacon tre onde che richiamano il concetto di crescita e disviluppo e riportante la scritta “THE EXTRAODINARYITALIAN TASTE”. (lo straordinario gusto italiano). Unascritta lunga e difficile. Un Logo che certamentequalificherà le nostre esposizioni, i progettid’internazionalizzazioneecc.,machenonverràappostosuisingoliprodotti.Unpassorilevante inavanti?Lapropostasecalatainuncontestodicomplicaterelazionicommercialiinterne all’U.E. e ancor più complesse nel WTO potevaapparire inopportuna, ovvero anche provocatoria, inquantoicontraffattoriavrannocertamenteunconcorrentein più: “i luoghi riconoscibili del Made in Italy”. Mal’ulteriorepassochel’Italiastainquestotempo(finemarzo2016) affrontandoèquellodelbollinoanticontraffazione.(Proposta di legge Senaldi). Un’etichetta leggibile daismartphonechetracceràogniprodottoMadeinItaly.Nonsolo l’agroalimentare ma anche pelletteria, cosmetici,

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occhialeria,gioielliebigiotteria,valvole,partimeccaniche,abbigliamento,calzatureecc.All’art. 2 comma1 della proposta di legge è previste che:“NelimitidelRegolamentoU.E.n.952/2013delParlamentoeuropeo e del Consiglio, del 9 ottobre 2013, è istituito unsistema volontario di autenticazione e di tracciabilità deiprodotti che, attraverso l’apposizionedi codici identificativinon replicabili, consenta al consumatore di conoscerel’effettiva origine e di ricevere un’adeguata informazionesulla qualità e sulla provenienza dei componenti e dellematerieprimenonchésulprocessodilavorazionedellemerciedeiprodottiintermediefiniti.Comma 2. I codici identificativi di cui al comma 1, recantisegni unici e non riproducibili, ottimizzati per il sistemamobile e le sue future evoluzioni e per le applicazioni persmartphone e tablet e i loro futuri sviluppi tecnologici, daapporre sul singolo prodotto, contengo i dati identificativi,riscontrabili anche per via telematica, del produttore,dell’ente certificatore della filiera del prodotto e deldistributore che fornisce il sistema dei codici stessi, nonchél’elencazionediognifasedilavorazione…”La normativa, mette a disposizione delle piccole e medieimprese contributi affinché si dotino dei nuovi sistemi dietichettatura e certificazione. Il sistema è volontario mal’adesionedovrebbe essere ampia proprio per le ripetute,sollecitazioni avanzate da tutte le rappresentanze delleimprese e … anche dai professionisti tecnico agricoli. Ilmarchio e l’etichettatura renderanno riconoscibile il veroMade in Italy contrastando quel fenomeno dicontraffazionedeimarchiparticolarmentediffusointuttoilmondo. Per applicarediffusamente “la carta d’identità delprodotto” non mancheranno le difficoltà visto il numeroelevatodipiccoleemedieaziendepresentiinItalia,certoèche l’attuale sistema di certificazione delle qualità dovrà

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ulteriormenteammodernarsiestrutturarsipergarantireatutti la possibilità di utilizzare tale strumento di garanziadel proprio prodotto. Finalmente il consumatore potràverificareseunprodottoètuttoitaliano,inparteitalianoolavorato in Italia. Sapremo se l’olio è lombardo, toscano,umbro, pugliese, siculo ecc. o se invece in parte ototalmenteprovienedaaltriPaesiU.E.;dapaesiafricaniosudamericani.Lanormaprevedequalisanzioni,fattosalvoche il fattononcostituiscapiùgravereato, lapunizioneaisensi dell’art. 517 del codice penale: “Chiunque pone invenditaomettealtrimentiincircolazioneoperedell'ingegnoo prodotti industriali, connomi,marchio segni distintivinazionali o esteri, atti a indurre in inganno il compratoresull'origine,provenienzaoqualitàdell'operaodelprodotto,è punito, se il fatto non è preveduto come reatoda altradisposizionedilegge,conlareclusionefinoadueannieconlamultafinoaventimilaeuro”.L’identificazione del prodotto ci aiuterà certamente apromuovere vendite di prodotti italiani. Resta l’incognitache se la contraffazione dei nostri marchi nel mondo haraggiunto un livello elevatissimo e se questo fenomeno èdiventatoatuttiglieffetticoncorrenzialeediscorsivodellenostraoffertad’eccellenze,occorreràverificarelatuteladelmarchio a livello internazionale. I PeritiAgrari chehannoda sempre proposto e sostenuto un nuovo modello dietichettatura e tracciabilità dei prodotti, hanno volutoessere protagonisti nel progetto F.I.Co. Eataly World(Fabbrica Italiana Contadina), insieme alle altre categoriaprofessionali tecniche, affinché quel “disegno” diaffermazionedelnostroMadeinItalyagroalimentarepossadivulgarsi nel mondo. I Super Tecnici Agricoli sono esaranno, anche se non in maniera esclusiva, uno deiriferimentiprincipaliperattuareprocessidiriconoscibilitàeaffermazionedellenostrequalitàalimentari.

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19.LAQUESTIONEAMBIENTALENessunopuòchiamarsifuori,dalla“questioneambientale”.La tutela, salvaguardia e valorizzazione dell’ambiente è edovrà essere unadelle priorità della politica, deiGoverni,delle imprese, della società e delle intelligenzeprofessionali, I Super Tecnici dell’ambiente. Superatal’ubriacatura dello sviluppo ad ogni costo, oggi siamochiamatiascoprireunanuovaeconomiaambientale.Un’economia non solo negativa, di soli costi elevati, direcuperodiareecompromesseefortementeinquinate(LaterradeifuochiinCampania, Brescia,areaCaffaro,ealtrezone italiane inquinate e degradate, soprattutto nelle zoneche hanno vissuto appieno lo sviluppo industriale, sono fragli esempi più eclatanti), ma rivolta a orientare processiproduttiviedeconomicisostenibili.Nonviènormaeuropea,nazionaleoregionalechegovernil’agricoltura che non contempli la priorità dellasostenibilità.“Sostenibilità” è diventata una parola d’ordine dellepoliticheeuropee.Una sostenibilità che ha modificato sostanzialmentel’approccioallosviluppoeallacrescita.Daunconsumodelsuoloincontrollato,irresponsabileespessononpianificatoereditàediunosviluppoediunacrescitanonpianificatiedrogati nel passato, anche recente che ha provocato ildegradodiampiearee, luoghidelprodurreedelviveresidovrannoaffrontarepoliticheeazionidirecuperoetuteladelterritoriochedovràessere,recuperatoericonvertito.Ilventosospintodallapaurache ilclimapossaguastare ilnostro governare lanatura sta, forse, favorendo il cambiadirottadellepoliticheambientali.Neè lariprova la firma(speriamosiaonorataeapplicata)del trattatodiParigi.Pur fra troppi impegnidi “principio”

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le Parti della ConvenzioneQuadro dellaNazioniUnite sulCambiamento Climatico (UNFCCC), nell’aprile del 2015,hannofissatoalcuniobiettivichenonpotrannoessereelusialungo.Ve n’è uno che ancora una volta richiama quel principioprioritario e essenziale che riconosce allo sviluppo dellaconoscenza scientifica (e tecnica) il ruolo di aggredireimpatti, e accesso equo allo sviluppo sostenibile e allosradicamentodellapovertà.L’Europa che concorre meno di altri Continenti in Via diSviluppoaprodurreinquinamentoecambiamenticlimaticinonèancorastataingradodi“forzare”politicheambientalicoerentieconcretenelmondo.Manonperquestosièattardatanell’azionediaggressionedelle cause che scatenano inquinamenti e degradoambientale. Si incomincia a comprendere il valoreeconomico e sociale della salvaguardia e recuperoambientale.Assistiamocosìinquestotempoaunaconcretainversionedi tendenza. Si approvano sopratutto leggi chepromuovono il minor consumo, la tutela, il recupero delsuolo. Si avverte una maggiore sensibilità istituzionale alproblema.Si vanno gradualmente attuando politiche ambientaliapprovando leggi statali e regionali cheampliano spazidisensibilizzazioneecoinvolgimentodellasocietàsul“valore”dellaterracheviviamo.L’agricoltura madre dell’ambiente è spesso oggettopreferitodellepoliticheditutelaesalvaguardiaambientale.ÈdirecenteapprovazioneilPAN(pianodiazionenazionaleper l’uso sostenibile dei fitofarmaci. Ladirettiva2009/128/CEdel Parlamento Europeo e del Consiglio (conlarettifica(pdf,680Kb)pubblicatail29giugno2010).

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La Direttiva è stata recepita in Italia con ildecretolegislativo14agosto2012,n.150,cheistituisceunquadroper l'azionecomunitariaai finidell'utilizzosostenibiledeiprodotti fitosanitari, prevedendo, tra l'altro, che gli Statimembri adottino piani d'azione nazionali per definire gliobiettivi e individuare le misure per la riduzionedell'impattoedei rischiper la saluteumanae l'ambienteconseguenti all'utilizzo dei prodotti fitosanitari e perincoraggiare lo sviluppo e l'introduzione della difesaintegrata e di approcci o tecniche alternativi al fine diridurreladipendenzadall'utilizzodeiprodottifitosanitari.La nuova agenda 2014-2020 della PAC, condizional’erogazionedei diritti (contributi) al rispettodellenormedi benessere animale, d’inquinamento delle acquesuperficiali e di falda, delle Buone Pratiche Agricole,dell’usocorrettoeabilitatodeifitofarmaci,delleemissionicontrollate,dell’utilizzocorrettoagronomicodeglieffluentid’allevamentoecc..Ma se il quadro normativo, certamente complesso, hadelineato i contorni della sostenibilità e gli strumenti pergarantirla combattendo coloro che degradano l’ambiente,rimangonoancoraapertetroppedomandesuun“modello”cheancorafaticaatrovareunapropriamodernità.In particolare la sovrapposizione di competenza fra idiversi livello dello Stato, soprattutto nell’ambito delleverifiche e dei controlli, l’eccessiva burocratizzazione chefatica a trovare riscontro nei comportamenti, e lamancanza di politiche “positive” ambientali rendonodifficileogniazionepreventiva,correttivaedicontrasto.Anchenellescuoleèancordeboleecontraddittorial’azioneeducativaambientale.Alcunevoltevienepresentata cometrinceastrumentaledimeradifesadiun“ambiente” iconaremota.

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Ma se politiche positive che promuovono un nuovoapprocciofrailvivere,ilprodurreelasostenibilitàdevonoessere messe in pratica, occorrerà partire da una diffusaeducazione e sensibilizzazione dei giovani e dell’opinionepubblica, per espandersi ad un coinvolgimento delleintelligenzeaffinchésifaccianopromotricidiespanderelesensibilitàambientaliquali fondamentidelprodurreedelvivere.I Periti Agrari e i Periti Agrari Laureati sono una fra lecategorie intellettuali tecnico agricole, forse la piùimportante nel suo complesso (in Italia i Periti Agrari ePeriti Agrari Laureati sono più di mezzo milione), e lefondamenta etiche e professionali acquisite la pongono aidiversi livelli della filiera sociale e produttiva qualeguardianadellasostenibilitàedellaqualitàdelvivere,chepuò concorrere a promuovere una nuova economia postindustriale.SeancoroggiiMinistridelGovernononconosconoquestequalità professionali e tecnico scientifiche, affidando lamateria“ambientale”alpurpositivovolontariato,significache la strada che dobbiamo compiere per modellare unnuovomodellodisvilupposostenibileèancoralunga.Va comunque rilevato che non mancano alcuni spuntipositivichedovrannoessererecuperatiedivulgatiaffinchédiventinoesempioeriferimentoperildecisorepubblicoeperl’interacomunità.Solo chi nasce e cresce con i piedi nella terra comprendefino in fondo il significato di ambiente e di tutelaambientale.Nessuna categoria professionale può rivendicare lecompetenze dei Periti Agrari e Periti Agrari Laureati inmateriaterritorialeeambientale.L’agricoltura è ambiente, il professionista tecnico agricoloneèilsuoguardiano.

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20.REGOLEEBUROCRAZIAI Paesi deboli hanno burocrazie confuse, eccessive,invadenti,coercitiveeinapplicabili.Quando la burocrazia diventa altro da strumentoapplicativo di norme chiare e trasparenti invade tutti iganglidellavita,dellasocietàedell’economiaelapiegaallasuaautolegittimazioneeautorigenerazione.Ciò che risulta essere incomprensibile sono i ripetutiproclamie leconsueteaffermazionidiuominideigovernicentrali e regionali cheallo statodei fatti risultanoessereprivediazionicoerentieconsequenziali.Èancorafrescalamemoria di bruciature sulla pubblica piazza di interiscatoloni di leggi inutili o ormai superate da altre norme,eppure quell’illusione alla verifica dei fatti è risultataesseretotalmenteprivadiogniriflessoconcreto.La burocrazia non solo continua imperterrita la propriacorsa e la propria affermazione quotidiana ma divienesemprepiùpressante, invasiva,coercitivae impositiva.Laburocrazia in Italia anziché diminuire è aumentata ed èdiventatasemprepiùcomplessa.Ciòhadeterminatoanchel’intasamento delle corsie della Giustizia e i contenziosisonounfenomenodiffusissimo.Eppureiniziativeintalsensononmancano.Inagricoltura,in alcune regioni italiane la PAC viene gestita totalmenteconsistemi informatici,salvoverificareche lacomplessitàdei documenti provocano blocchi continui di programmicheforseandrebberoelaboratiinmododiverso.Da anni Ministri e Parlamentari si inseguono a proporresoluzionimiracolosee immediatediunaburocraziaamicaesemplice.Eppure la stragrande maggioranza dei Comuni ancoradistribuiscedocumentid’identitàcartacei.Echediredelledichiarazioni dei redditi precompilate, oppure dei

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documentidiautocontrolloerintracciabilità(alimenti),pernon omettere quella follia applicativa della legge sullasicurezza sui posti di lavoro ecc.. E così un principio diciviltàdiventaunostrumentodiinciviltà.A domanda del perché non si riesce ad accelerare eapplicare la semplificazione e modernizzazione dellaburocrazia lo Stato riporta giustificazioni che scaricano laresponsabilità anche sui livelli organizzati istituzionali enon rappresentativi della società: Comuni che sono inritardo ad applicare la riforma Monti (Unioni Comuni,ServizideipiccoliComuniinconvenzione),leorganizzazionidatoriali e sindacali che nella burocrazia traggono unaparte consistente della loro sopravvivenza economica, ecome dimenticare i professionisti che si propongono peressereinprimafilaadifenderelaconfusionepertutelareilproprio“territorioprofessionale”.Tutte affermazioni che in parte potrebbero esserecondivisesela“paternitànazionale”nonfosseilmiglioreepiùrilevantecattivoesempio.Con un’affermazione chiara si vuole sfatare un luogocomune nei dintorni delle categorie intellettuali: “lamaggioreepeggioreburocraziafalavoraremenoepeggioiprofessionistienonilcontrario”.Una burocrazia chiara, trasparente, semplice produceeffetti consequenziali qualificati sia professionali cheistituzionali.E non si condividono nemmeno le affermazioni e leconvinzioni di coloro che evocano riforme legislativeradicali per produrre semplificazione, ovvero istituisconodicasteri o assessorati con deleghe finalizzati allasemplificazione e modernizzazione della macchinapubblica.La modernizzazione della nostra burocrazia ha bisognoinnanzitutto di un radicale e profondo cambiamento del

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principio di regola passando da un fondamento negativo(se sbagli paghi) a uno positivo (se operi correttamente ebene ti premio), unito a modelli di verifica semplici econtrollo seri e continuativi. Una burocrazia amica. Se uncartello di divieto non è esposto, basta “consigliarlo”,oppureadinizioattività“consegnarlo”.Modelli che siano privi di galli concorrenti nello stessorecinto.Cosa c’azzeccano i professionisti con la semplificazione. Èmateria ritenuta di esclusiva elaborazione, anche nei suoifondamenti di principio delle istituzioni e per la lorocapacità e forza rivendicativa anche delle organizzazionidatoriali e sindacali e dei centri servizi. E invece iprofessionisticentranopiùdialtriproprioperchésonogliunici in grado di avanzare proposte di razionalizzazione,semplificazione e modernizzazione della macchinapubblica, scevri da interessi categoriali. Forse il Governonazionale e i Governi regionali dovrebberoistituzionalizzare Tavoli per la semplificazione cheponganoalcentrodegliordinidelgiornolaparolad’ordine“burocraziaamica,sempliceealserviziodellepersone,delleimprese, della società e delle professioni” coinvolgendo lemigliori risorse messe a disposizione dagli Albiprofessionali. Nel breve tempo di un solo anno solarequesto Paese potrebbe rivolgere lo sguardo ai propripartner europei conmaggiore orgoglio nazionale potendocontare su un modello Paese che abbia regole chiare,semplici e credibili. I Professionisti da un processo disemplificazione sanno che hanno tutto da guadagnare enulladaperdere.Anzi, una burocrazia “semplice e moderna” richiedeprestazioniprofessionalipiùqualificate,attenteepresenti.Una burocrazia amica esige professioni “amiche”. Qualitàprestativa e accompagnamento di processi di sviluppo,

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pertanto, qualificano ogni azione sociale, economica eproduttiva. Per avere un’abitazione ospitale è più facileeffettuare manutenzioni straordinarie che demolirla ericostruirla,soprattuttoseilprogettoèdialtri.Le professioni, le professioni dei Super Tecnici (la Retedelle Professioni) potrebbe essere l’interlocutore delGoverno per promuovere il più rilevante processo disemplificazione e modernizzazione della burocraziaitaliana a normativa vigente, senza bisogno di affrontareriformecomplesseeconfuse.

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INTELLIGENZEEPROFESSIONI21. PROFESSIONI AGRICOLE, AGROALIMENTARI EDELL’AMBIENTEChe le professioni “agricole”, “agroalimentari” e“dell’ambiente” abbiano vissuto nell’ultimo ventennio unaprofondocambiamentoèsottogliocchiditutti.Nella frammentazione e diversificazione delle impreseagricole e agroalimentari, sta affiorando sempre più unacategoria “imprenditoriale” che vuole liberarsi dal vecchioparadigma agricoltura- settore assistito, ovvero categoriadaproteggereinquantodebole.L’imprenditore ha assunto, nel propria fare impresaagricola,lafunzionedi“professionista”dellagestionedellecomplessità dei processi gestionali e produttivi, operandoinuncontestoincuisembranoaffermarsivolontàpolitichesiaeuropeechenazionalicheritengono il settoreagricolostrategico.Non sono mancate nel passato e non mancano visioni eletture del decisore pubblico che ritengono il settoreprimario un serbatoio di compensazione eammortizzazione economico sociale, soprattutto nelcontenerefenomeniinflattivi.Le istituzioni europee con politiche di sostegno,richiamando proprio quei contributi della PAC e ifinanziamentidelPSR sembrano “ingabbiare” l’agricolturain un’arena dove i processi non solo devono essereorientati ma vincolati alle scelte governative. Il liberomercatoperiprodottiagricolièunprincipiocheandrebberivisitatonelsuosignificatoeconomicoesociale.L’affermazioneèforseeccessiva?Basterebbe rileggere ogni azione dell’Europa e del nostroPaese per “scoprire” ciò che sappiamo. I fondi europei

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(fondi italiani comunque versati alle istituzioni europee.L’Italia inapplicazionedelprincipiodisolidarietàversapiùdi quanto le venga restituito) sono stati orientati asostenere i prezzi dei prodotti agricoli attraversomeccanismidicompensazione(anni80)perpoiaffrontarepolitiche di abbandono di produzioni e allevamenti, edinfine la creazione di gabbie produttive (le quote), tuttepolitiche che dovevano essere accompagnate da processiformativieinformatividiunanuovaemodernaimpresa.Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Quei fondi proprioperché ingabbiati da un modello unidirezionale governi-categorie agricole sono stati spesi più per fini burocraticichenonformativi,piùperburocraziachenonperprocessidi crescita e sviluppo, più per conservare e difendere chepercontrastarefenomenidistorsividelmercatoediltuttocalato sumodelli produttivi e dimercato senza condivisegaranzie.Tutti citano la Cina, ma nell’alimentare i principimacroscopicamente disapplicati dal “dragone” sonodiffusamenteugualiaquellidimoltissimialtriPaesiExtraU.E.edinparteintraU.E.(fattoquestoancorpiùgrave)Anchel’applicazionedinormecomplesseedelicatecomelasicurezzasuipostidilavoro(DLgs81/08)perunavolontàmonopolizzatrice,cosìlagestionedeiCAA,sisonoarenatein una ripetitiva burocrazia non sempre rispondente allerealicondizionidelleimpreseagricole.L’esposizioneacontrolli(perfortunalimitatiecircoscritti)esponeesottoponeleimpresearischielevatid’infrazione,senzafavorireprocessisiammodernamentodeisistemidisicurezza.Perguardarealdomanidiimpresemoderneesicurenonsispiegaperchéillegislatoreancorainsistanelnoncreareunduplicesistemafiscaleperleimpreseagricole.

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Uno applicato alle aziende agricole economicamentesostenibili e moderne, ed un secondo applicato a quellemicro piccole imprese che vivono a presidio di territorimarginali, anche con forme di conduzione a part time ohobbistico.Tutti sanno che una impresa agricola libera emoderna sirivolgeachisaoffrireprestazionieservizidiqualitàenonarealtàchehannoaltrafunzione.Un moderno modello agricolo e agroalimentare non puòche guardare a quelle linee di politica Europea (Europa2020) che è già oggi che al cap. 2. “UNA CRESCITAINTELLIGENTE, SOSTENIBILE E INCLUSIVA” afferma che“Europa2020deveessereincentratasutrepriorità:-crescitaintelligente–sviluppareun’economiabasatasullaconoscenzaesull’innovazione;- crescita sostenibile – promuovere un’economia piùefficiente sotto il profilo delle risorse più verde e piùcompetitiva;- crescita inclusiva – promuovere un’economia con un altotasso di occupazione, che favorisca la coesione economica,socialeeterritoriale.Forseproprioneiprincipidiinclusioneecoesionelanuovaimpresa agricola dovrà essere “liberata” dai monopolirappresentativi(vincoliantistorici)echiamataatestimonedi una gestione del territorio che sia conosciuta ericonosciutadatuttalasocietà.Un ruolo imprenditoriale che fa assumere al nuovoimprenditore agricolo una centralità sociale che devepermearel’opinionepubblica.Deve diventare ganglio di una nuova società neurale. Unmoderno imprenditore che si avvale di un modernoconsulenteprofessionale.

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22.LEPROFESSIONIINTELLETTUALINel 1998 a Brescia venne elaborato da Silvano Danesi,Francesco Benevolo e Valerio Di Donato (tre autorevoligiornalisti bresciani, studiosi dei “lavori”) un elaboratostudiosu:Leformedellarappresentanzasociale:ilMovimentoSindacaleaBrescia;leassociazionidicategoriaaBresciae…gliOrdiniProfessionaliaBrescia.Lo studio fu presentato in un convegno nazionalecoordinatodalProfDeRita.La Provincia di Brescia fu la prima istituzione Italiana acostituire nel 1996 la Consulta delle professioni, cherappresentò un’esperienza singolare e particolarmentepositiva di rapporto e di dialogo fra le istituzioni eprofessionisti.EdalqueldialogosigeneròlostudiosugliOrdini(Collegi)qualiinterlocutorisociali.Lariflessionefuinflessibileegiànelprimocapitolol’autorescriveva: “In questo quadro il ceto medio, e in particolarequello che opera nell’area delle professioni, è soggetto aduna crisi di identità, si sente schiacciato tra larappresentanzad’impresaequelladeilavoratoridipendentiecercaunaviad’uscita.In questo ambito si colloca il fenomeno del neo-associazionismo professionale nato sotto l’impulso di unosvilupponotevole,qualitativoequantitativodelterziario.Ilneoassociazionismoprofessionale inItaliasicaratterizzacome canale di sostegno promozionale, culturale edeconomico per un numero considerevole di operatori,attraverso strumenti che vanno dall’offerta formativa, allamobilitazioneper iniziativedivalorizzazionepubblicadegliiscritti,all’erogazionediservizi…”

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Ed ancora: “Anche le categorie di professionisti piùconsolidateeinquadratenormativamenteneglialbieordiniedeicollegi,sedaunlatohannosviluppatocollateralmenteuna mole considerevole di iniziative associative, dall’altroriflettonosullanaturastessadeglialbiesullanecessitàdiunloroadeguamentoallanuovarealtàprofessionale.”Sono passati vent’anni e quella riflessione è ancor oggiaperta.Lariforma, leriformedelsistemaordinistico(attualmenteapprovate) più che dagli Ordini e Collegi sono stateapprovate “sospinte” da soggetti della rappresentanzaeconomica.NullaavvienepercasoegliOrdinieiCollegi?LiabbiamotrovatisoventeadifendereleproprieprerogativedellarappresentanzaneiproprioFortAlamo.Una riflessione, però, che sembra essersi arenata, ovveroessersi orientata parzialmente su aspetti che, purcaratterizzando la vita associativa del sistema ordinistico,non si addentrano nel merito di una modernarappresentanzadelleprofessioniintellettuali.Unarigiditàrappresentativafigliadiuna“visionetutelante”ormai superata da dinamiche sociali complesse e da unagiurisprudenzaamministrativaepenalecheèchiamataadaffrontare valutazioni e sentenze che sono figlie dellostessofenomenodieccessivaburocrazia.Ed allora assistiamo alla più grande finzionerappresentativachenemmenoinEuropatrovaunaqualcherisposta, ma che si consuma sul piano di equilibriconflittualifracategorieconcorrenti.Succede così che Avvocati e Magistrati si “giochino” lospaziodellagiustiziaasuondiricorsiecontenziosi.Oppureigiudicisianochiamatiaesprimersisucompetenzediquestooqueltecnicoprofessionistaagricolo.

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Sentenzechenontrovanoneipercorsiprofessionalizzanti,anch’essi ancora non codificati, nessun fondamento dimerito.Ed il tutto condito di una supervisione, controllo, ancoraaffidata al Ministero di Giustizia, come se la formagestionaleelatuteladelleprerogativeprofessionaliedellecompetenzesianomateriadellagiustiziaenoninvecediunsistema che riconosca i percorsi delle “competenze” ed icontenitori (Albi) che le rappresentano. Oggi un altro“Soggetto”istituzionalehaassuntolafunzionedicontrollol’ANACcheha recentementeapprovato ilPianoNazionaleAnticorruzione. Ma!!! Ho sempre pensato che Ordini eColleginonavesserocompetenzeinassegnazioneincarichio progetti. Le eventuali scorrettezze o incoerenze diqualcuno non possono diventare motivo di ulterioreburocratizzazionedella“giustizia”professionale.Nel frattempo sul mercato intellettuale si sono affacciatinuovi attori che, al di la della stima numerica degliesercenti, svolgono a pieno titolo funzione prestativaintellettuale, in alcuni casi mimetizzata da organismi,imprese di Servizi. Non è casuale che organizzazionidatoriali siano impegnate ad accompagnare il processodiriformadegliOrdini…indirezioneprivatistica.Con l’esplosionedinuovi indirizziscolasticieuniversitari,nonché con l’ammodernamento della società postindustriale, si affacciano sul mercato intellettuale nuovefigure che vanno occupare nuovi spazi della modernaeconomia.Le Associazioni non regolamentate sin dal 2007 (D. lgs.206/2007 recepimento direttiva 2005/36/CE) erano statericonosciute.L’istruttoria e l’accoglimento delle domande era statademandata al CNEL e ben 124 associazioni ne avevanofattorichiesta.

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Ma con la riforma delle professioni su pressione sia delleassociazioni, sia con il sostegno di alcune categoried’imprese hanno avuto pieno riconoscimento (Legge 14gennaio 2013 n. 4). Qualcuno ha interpretato ilriconoscimento delle Associazioni Professionali come unattacco al sistema delle professioni intellettuali. Pare piùcredibile credere che il Parlamento e il Governo abbiarealizzato un sistema duale delle prestazioni intellettuali,che nel tempo diverrà concorrenziale e fors’ancheconflittuale.La nuova norma definisce “professione non organizzata inordini e collegi” l’attività economica, anche organizzata,voltaallaprestazionediserviziodiopereafavorediterzi,esercitata abitualmente e prevalentemente mediantelavorointellettuale,ocomunqueconilconcorsodiquesto,con esclusione delle attività riservate per legge a soggettiiscritti in albi o elenchi ai sensi dell’art. 2229 c.c., e delleattivitàedeimestieriartigianali,commercialiedipubblicoeserciziodisciplinatidaspecifichenormative.La norma introduce il principio del libero esercizio dellaprofessione fondato sull’autonomia, sulle competenze esull’indipendenza di giudizio intellettuale e tecnica delprofessionista.Le associazioni riconosciute vengono inserite in elenchi,suddivisi in tre sezioni, che sono tenuti presso il MISEMinistero per lo Sviluppo Economico (attenzione non ilMinisterodiGiustizia):

1. Associazioni che non rilasciano l’attestato di qualitàdelservizi(sonoiscritte11associazioninessunacheopera direttamente nel settore agricolo eagroalimentare).Sonoassociazioniprofessionalichenon autorizzano i propri iscritti ad utilizzare ilriferimento dell’iscrizione come marchio/attestato

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di qualità dei servizi offerti, pur possedendo irequisitiprevistidallalegge.

2. Associazioni che rilasciano l’attestato di qualità deiservizi (sono iscritte 107 associazioni) Questeassociazioni autorizzano i propri iscritti, o parte diessi, il riferimentodell’iscrizione. Inquestoelencovisono ben 11 associazioni che svolgono attività nelsettoresicurezza,certificazionequalitàeambiente.

3. Forme aggregative, sono due (Co.L.A.P.,CoordinamentoLibereAssociazionieProfessionali–PIÙ,ProfessioniIntellettualiUnite)

Con il definitivo riconoscimento delle professioni nonregolamentate l’Italia ha ufficialmente riconosciuto ilnuovosistemadell’offerta intellettuale.Unsistema“duale”incuiilmercatodelleprofessioni,perunachiaraediffusavolontà politica, diventa sempre più associativo e sempremenoordinistico.Gliattacchiallarigiditàdegliordiniedeicollegidefiniti invario modo “intoccabili”, “privilegiati” ha prodotto unsistema che ancora non ha espresso le sue qualità e suoidifettimachegiàlasciapresagirel’approdo.Le Associazioni delle professioni non regolamentate,proprioperillororuolorappresentativoepromozionale,sisono organizzate per diventare il riferimento dellerelazioni istituzionali. Basti pensare alla formazioneaccreditata per figure professionali abilitate a svolgerefunzioni di consulenza, formazione, elaborazione deidocumenti sulla sicurezza e sui sistemi di certificazioni egestioneperlaqualità.Ed ancora, il ruolo pubblico di lotta all’esercizio abusivodellaprofessione,garanziadellepersoneedellasocietà,hadavvero trovato nel modello gestionale (non nel sistemaorganizzato)degliAlbilostrumentopiùadatto?

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È ancora attuale che le Procure della Repubblica sianoinvestite da segnalazioni anonime o ufficiali contro gliesercentiabusividelleprofessioni?Lo Stato e gli Albi sono in grado di ripensare il modellogestionale delle professioni intellettuali che divengagaranzia riconosciuta di un nuovo sistema economico,produttivo, professionale dinamico e moderno, cheannoverianchelafunzionedicolpirechiesercitafuori“dalrecinto”dellecornicinormative?Domandeallequalidovremorisponderepernonsoccombere.Ed allora bisogna tornare alla sollecitazione iniziale eriporsi la domanda su cosa sono e devono essere i nuoviAlbiprofessionaliregolamentati.Forseèlastagionegiustaperpotareinostrialberiperfarlirigermogliareefruttificare.

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23.INTERNAZIONALIZZAZIONEDELLEPROFESSIONIIlmondosièrimpicciolito.Iprimisentoriliabbiamoavuticon quel 1968 che sembrava scardinare le certezzeculturali, istituzionali e di civiltà di un occidente ancoraubriacoe sofferentedella frescamemoriadellapiùatroceguerramondialevissuta.Unaguerradimortedimassacausatadall’evoluzionedellatecnologiadellearmi,(atomicaenonsolo).DaItalianiconladignitàdivintiriscattati,grazieastatistiepolitici di grande statura e di indiscussa lungimiranzasiamo diventati protagonisti dei processi di aggregazioneeuropea,dentrounavisionedilibertàedisviluppo.Maoggil’internazionalizzazioneèaltro.EsteOvest,NordeSud del mondo sono chiamati a confrontarsi, dialogare,instituire rapporti commerciali, economici, culturali eprofessionali. Ilmondoèchiamatoapermearsi,dialogare,collaborare e contaminarsi, recuperando i grandi valoridelle “civiltà”. È recuperando il confronto, il dialogo fraciviltàenondalloscontrofraessecheilcorsodelleciviltàpotràevolvere,dovel’uomoelasua“intelligenza”sarannoriconosciutievalorizzati.Ma se nelWTO i rapporti commerciali di circa 150Paesi,trovanoilloro“luogo”dellacomposizioneedellarelazione,delle regole edel riconoscimento, non altrettanto avvieneperleprofessioniintellettualiritenutesoggettimarginalienon portanti per il modello economico sociale. Sembraprimeggiare la convinzione che i professionisti siano unasortadicorollariodell’economiaedell’impresa.Eppure è stata proprio l’Europa ad avviare processi dilibera circolazione delle professioni intellettuali. È stataproprio l’Europa che ha avviato un lento, difficile maconcreto processo di riconoscimento dei percorsiprofessionalizzanti. Un processo certamente complicato

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per la diffusa particolarità che caratterizza i diversi Paesicheaderisconoall’U.E..Al di la delle regole, delle norme tutte le professioniintellettuali italiane, consapevoli della qualità cheesprimono sanno che la sfida professionale non può piùcircoscriversi solo ai confini nazionali. I professionistisannocheèdentrol’UnioneEuropea(dentrol’Europa)chelapedagogiael’educazionehannotrovatoterrenofertilesucuifarfruttificareleintelligenze.Così come si avverte che non bastano più i soli convegnie/o incontri di scambi di esperienze e collaborazioni, peravviare processi di reciproco riconoscimento e di reteinternazionale.Le professioni intellettuali si sentono investite di nuoviruoli internazionali, soprattutto quelle professioni tecnicoagricole, alimentari e dell’ambiente che vengono richiestediffusamenteneimoltiPaesichesiaffaccianoaprocessidicrescitaesviluppo.Certamente i progetti europei di scambi scolastici euniversitari(inparticolareErasmus)hannofavoritoquestaaperturadivisioneinternazionale,anchesel’universitàeinostri centri di formazione d’eccellenza, sempre menosostenuti dalle istituzioni pubbliche e inadeguatamentesostenute dal “privato”, ancora faticano a renderepermanente il loro ruolo di cerniera fra studenti, laureatie/odiplomati,professionistie…“ilmondo”.Le esperienze molto positive non mancano ma insiemesiamo chiamati e renderlo sistema e nel quadro dellariformadelleprofessioniintellettuali,apertoeconfunzionedi servizi ai propri iscritti e.. e non solo. Viviamo,soprattuttodopoEXPO2015,untempoincuiunacategoriamoderna “dovrà”essere ingradodi “esportare” leproprieeccellenzeintellettuali.

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E lo dovrà fare “costituendo” la rete delle professioniintellettuali europee, aperta a relazioni con tutti i Paesisviluppati, per un permanente scambio di studi emodelliconiPaesiinviadisviluppoosottosviluppati.Non serve a nulla la concorrenza e la competizione fraprofessionicheoperanonellostessoambito.Atuttoservela collaborazione e la cooperazione fra intelligenze peraffermarelequalitàdelvivere.

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UNNUOVOALBO–UNALBONUOVO24.ILNUOVOSISTEMAORDINISTICOITALIANOIntroppiancoroggiritengonochemetteremanoalsistemaordinistico italiano è come mettere le mani nellamarmellata.GliOrdinieiCollegisonoconsideratifortiniantistoricichedifendonoprerogativefuoridaltempoedallastoria.Machisonocolorochefannoquesteaffermazioni?Fraipoliticièdiffusalaconvinzioneche,fattasalvaqualchecategoria che ha peso specifico elevato (numero iscritti,ruoloefunzioneprofessionale,capacitàrappresentativa),gliAlbidebbanoessere“superati”.Nonmancanocertolespintedeisindacatiedellecategoriedatoriali a dar supporto a queste tesi, adducendomotivazionidebolieprivedifondamentoprospettico.Mailconfronto,ovveroloscontrofraAlbiedetrattori,sinoadoggisièsemprearenatonegliinterstizidelleistituzioni.Ovvero le recenti normative sembrano orientare le scelteversolerichiesteextraordinistiche.Ladifesadell’anomaliaitalianadegliAlbi(unpocoinvidiatadagli altri Paesi europei) è garantita da numero deiParlamentari “libero professionisti” elevato, ma questibaluardi sembrano non bastare. Le “spinte sociali”insistentementecercanod’intaccarneilruoloelafunzionesociale,professionaleedeconomicoproduttiva.E di proposta in proposta, di riforma in riforma lamontagnapartorisceilSempervivum(piccolainfiorescenzachecolonizzaanchelepietraied’altamontagna).Ritornano ritornelli che chiedendo di cambiare moltocambianopoco.Nell’ultimocommadell’art.33dellaCartaCostituzionaleviècertamenteilriferimentodelle“difese”delleprerogative

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gestionali degli Albi (è prescritto un esame di Stato perl’ammissione ai vari ordini e gradi delle scuole o per laconclusione di essi e per l’abilitazione all’esercizioprofessionale).Unadifesacheallargandosièdiventataanchelegittimanteil ruolo e la funzione degli Albi per il riconoscimento dipercorsiintegrativiscolasticieuniversitari.LariformaMontihacercatodiuniformareearmonizzareleregoleper l’iscrizioneagliAlbi,adducendoqualeprincipioispiratorel’aperturadelleiscrizionieconfermandoilruoloe la funzione di garanti delle qualità professionali degliiscritti(praticantato,formazionepermanente).NelDecretodelPresidentedellaRepubblica7agosto2012 ,n. 137- Regolamento recante riforma degli ordinamentiprofessionali,anormadell'articolo3,comma5,deldecreto-legge13agosto2011,n.138, convertito, conmodificazioni,dalla legge 14 settembre 2011, n. 148, il legislatore neiprincipi di delegificazione ha inteso individuare neiregolamenti la modalità normativa attraverso cuiprovvedereallavolutaliberalizzazionedelleprofessioni,inunpiùampiocontestodinormefinalizzateall’eliminazionedelle indebite restrizioni all’accesso e all’esercizio delleattività economiche, i principi cui conformare l’attivitànormativa secondaria, a seguito delle modificazioni neltempo succedutesi e per effetto della rilegificazione dialcunemateria(rel.ill.schedadelDPR):a) l’accessoallaprofessionedeveessereliberoefondatosull’indipendenza di giudizio, intellettuale e tecnica, delprofessionista.Ilnumerochiusoèdinormavietato;b) la formazione continua è obbligatoria e sanzionatadisciplinarmente;c) il tirocinioper l’accessodeveavere (perdisposizionedinormaprimaria)duratanonsuperiorea18mesi;

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d) l’assicurazione per i rischi derivanti dall’eserciziodell’attivitàprofessionaleèobbligatoriaediessadeveesseredatanotiziaalcliente;e) lafunzionedisciplinaredeveessereaffidataadorganidiversidaquelliaventifunzioniamministrative…;f) la pubblicità informativa deve essere consentita conognimezzo e può anche avere ad oggetto, oltre all’attivitàprofessionale esercitata, i titoli e la specializzazione delprofessionista, l’organizzazione dello studio ed i compensipraticati;Novitànormativeche in largapartedalCollegiodeiPeritiAgrari erano già applicate (libero accesso, la formazionecontinua).Altrenormesembranoesserestateinseritedallegislatoreagaranzia del cliente e del modello di relazioneprofessionista/cliente(Assicurazioneobbligatoria).Lenovitàchecomunqueeranogiàstateannunciatedaannisono state la pubblicità informativa, la funzionedisciplinareeiltirociniodiduratamassimadi18mesi.Nel processo riformista, forse rimasto in parte inattuato,più debole è apparso il tentativo di distacco del cordoneombelicale fra Albi e Ministero della Giustizia, diventatoormai un coacervo delle diatribe elettorali dei complessisistemielettoralidegliAlbi.Il tentativo di armonizzare i sistemi elettorali è ancoraoggettodiapprofondimentosultavolodelleprofessionievirimarrà a lungo. La ricchezza delle categorie intellettualinonstanellalorouniformitàmanellelorospecificità.Ne discende che il primo passo che va affrontato, permetteremaniadunariformaseriaeconcreta,ècertamentequellodi raccordareAlbie Istituzioni,AlbieSocietà.Ed ilprimo rapporto fra Albi e istituzioni deve generarsi nellafunzionestessadell’Albo,superandocosìilrigidoprincipiodifunzionedicontrollodelMinisterodellaGiustizia.

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IDottorieiRagioniCommercialisti,iConsulentidelLavorosvolgono di fatto la funzione di sostituti d’imposta epertanto in nome e per contro dello Stato gestiscono ilgettitofiscale.PertantodovrebberoavererelazionedirettaconilMinisterodellaFinanzechedovrebbesvolgereanchelefunzionidicontrolloredell’Albo.Analogamente anche le professioni tecnico agricoledovrebbero avere relazione diretta con il Ministerodell’Agricoltura,delleForesteedell’Alimentazione.EdancoragliAvvocaticonilMinisterodellaGiustiziaecc.Maancoranonbasta.GliAlbi:OrdinieCollegi,soprattuttoquelli Tecnico Agricoli e Alimentari devono avere ilcoraggiodiriformareprofondamentel’EsamediStato.Anche nel merito della formazione permanente occorredefinireruoliefunzionidegliAlbiedeiServizicheadessisonodemandati.Vi sono Ordini e Collegi che gestiscono la FormazionePermanente in modo serio rigoroso, riconoscendo ipercorsi formativi che perfezionano e aggiornano gliiscritti, dentroquel contestodi crediti formativi che forseperalcunirischianod’essereeccessivamenteburocratici.GliAlbi delle categorie cheoperanonel settore agricolo ealimentare, ben sanno che iniziative di aggiornamento,qualifica, accreditamento e riconoscimento professionaleappartengonoadinamichepermanentichespessoesulanodalcontestodeiriconoscimentidelCollegi.Bastipensareainumerosi incontri organizzati periodicamente dalleistituzioniPubblicheRegione,Province,ComunitàMontaneperl’applicazionedinormevincolanti.PAC – applicazione della PAC e delle misure del PSR,riconoscimento della qualifica di Consulente; PAN (Pianod’AzioneNazionaleperl’usosostenibiledeifitosanitari),conriconoscimento delle Qualifiche di acquirente/distributore, docente, formatore, controllore delle

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macchinedistributrici ecc.;HACCP le regioni legiferano inmodoautonomoespessodiversofraloroancheinmateriadi riconoscimento dei formatori alimentaristi;CertificazioniQualità,CTUeCTPtribunali,ecc.PuressendounprocessogiàavviatogliAlbidovrannodiventareilluogodelle dinamiche di riconoscimento, crescita eaggiornamento delle professioni con l’organizzazione nelproprioambitodiserviziriconosciutidalleistituzioni.Seperalcuniaspettièrichiestaunamodifica integrazionedell’attuale legislazione, vi sono ambiti e aspetti dellagestionedegliAlbichepossonoessereriformatiattraversoglistrumentideiProtocollieConvenzioniconleistituzionistatalieregionali(perquantodicompetenzacostituzionaledell’organoregionale).Unesempiosututti:letariffe.Superati dalla riformaMonti (prima ancora dalla riformaBersani) i tariffari sono stati superati dai contratti, madiffusi esempi di liquidazioni hanno fatto emergere unadistanza incomprensibile fra prestazione e compenso. Itribunali inalcunicasiper la liquidazionedelleparcellesisono riferiti alle tariffe dei CTU che tutti sanno esseretotalmente inadeguate al riconoscimento di prestazioniprofessionali intellettuali, decorose e corrispondenti allequalitàprofessionaliespletate.Riscrivere i tariffari quali somme di riferimento perprestazioni professionali, concordarli con i MinisteriCompetenti,Ministeri di riferimento, come sopra esposto,potrebbe agevolare i professionisti nella stesura deidisciplinari/contratti,tutelandoiclienti.Unarappresentanzamaturadicategoriaintellettualeesigesoprattutto Servizi d’eccellenza e una burocraziasemplificataeautomatizzataAnche l’alberopiùsanohabisognod’esseresostenutoneisuoiprimiannipernonsubireleingiuriedeltempo.

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25.L’ALBODEI…..(SUPERTECNICI)Le riforme del sistema scolastico, d’istruzione, diformazione e universitario, nonché la riforma del sistemadellarappresentanzadelleprofessioniintellettuali(sistemaduale) ha determinato un profondo cambiamento frapercorsiprofessionalizzantietitolidistudio.Già nell’Assemblea dei Presidenti dei Collegi del 20 e 21aprile 2012 la categoria si poneva la domanda se potevaancoradefinirsi“PeritiAgrari”.Unadomandachesiponenonaidiplomatieiscrittiall’Albodelpassato,maaqueigiovanichesi sonodiplomatidopol’entrata in vigore della riforma “Gelmini” e in seguitoall’approvazionedelDPR328/2001.Citroviamocertamenteavivereegestireunacondizionediforticontraddizioni.Da un lato nuove figure professionali si organizzano inassociazioni non regolamentate (legge 14/01/2013 n. 4)inserendo nei loro Statuti competenze corrispondenti alpercorso professionalizzante (scuola - università –formazione), dall’altro la possibilità del Collegio dei PeritiAgrari e Periti Agrari Laureati di iscrivere sette classi dilaureala1,7,8,17,20,27,40:1-Biotecnologie;7 - Urbanisticaescienzedellapianificazioneterritorialeeambientale;8–Ingegneriacivileeambientale;17–Scienzedell’economiaedellagestioneaziendale;20-Scienzeetecnologieagrarie,agroalimentarieforestali;27–Scienzeetecnologieperl’ambienteelanatura;40 –Scienze e tecnologie zootecniche e delle produzionianimali.Lauree che apprendono competenze specifiche e vastesono costrette a esercitare la professione in rigida

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osservanza della legge istitutiva del Collegio (ovvero se siiscrivonoadaltroCollegioeOrdinealrispettodellerispettivielenchidicompetenzeriportatinelleleggiistitutive)Ancora lontana è l’applicazione del principio sollecitatodall’Unione Europea di “tessera delle competenze” in cui iprofessionisti possano esercitare funzioni apprese ecertificate durante tutto il percorso della loro vitaprofessionale.Nel frattempo i Collegi e gli Ordini cercano di tutelare leproprie prerogative “resistendo” a difesa delle esclusivecompetenze loroassegnatedalla legge,alcunevolteancheincompetizione,concorrenzafraloro.Ma se questo atteggiamento ha qualche motivazione inprofessioni altamente specializzate (settore della salute,Avvocati, Dottori commercialisti ed Esperti Contabili)diventapiùdifficileapplicarloaprofessionicheoperanoin“campi” aperti e vasti, come l’agricoltura. Gli alimenti el’ambiente.Riaffioracosìladomanda:“ÈancoraattualecheunCollegioiscriva figure professionali nuove, con nuove competenze econ competenze che rientrano in comparti economicoproduttivi vasti, dovendo rispondere alla rigidità di unalegge che elenca le competenze derivanti da un percorsoprofessionaleacquisitoprimadelleriforme?”È ancora attuale limitare la funzione a professionisti chenella loro storia professionale, di formazione continuariconosciuta dalle istituzioni pubbliche, di acquisizione dicompetenze ottenute in percorsi riconosciuti dall’UnioneEuropea,aisolielenchidicompetenzeriportatinelle leggiistitutive?È ancora attuale la dicotomia fra competenze e eserciziodellaliberaprofessione,inpresenzadelvaloregiuridicodeititolidistudio?

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Forse il legislatore mai sollecitato ad affrontare in modoapertoenuovoquestetematichesiattienealloscorrerediuna storia delle professioni intellettuali ormai superatadallarealtà.Eladomandasifapiùrilevanteproprioperlacategoriadeiprofessionisti dell’agricoltura, degli alimenti edell’ambiente,chealcunecompetenzenonelencatenell’art.2(attivitàprofessionale)dell’OrdinamentoProfessionalelesonostatericonosciutedalle istituzionieuropee,nazionalieregionali,avendoseguitocorsiprofessionalizzanti.Bastipensareatuttelefunzioniriconosciuteinmateriadiapplicazione della PAC, la consulenza alle aziende, laricerca e la sperimentazione nel campo agronomico ezootecnico,lapianificazioneterritoriale,lacertificazionediqualità dei processi e dei prodotti; l'elaborazione deiprocessidiautocontrolloerintracciabilitàdeglialimenti;lecompetenze inmateriad’igienee sicurezzadegli alimenti.Competenze in materia di gestione degli effluentizootecnici,didifesadelsuolo,diprogettazionedelverde,dicontrollo dei fattori innovativi aziendali, macchineirroratrici, di gestione dei bilanci aziendali. CompetenzecheleggidelloStatoedelleRegionihannoriconosciuto.In questo lungo elenco molto è stato omesso, ma questobastaafarcomprenderequantasialadistanzacheesistefranorma e realtà che in questo periodo di profondicambiamenti, anche in forma regolamentata, dovrebbeessererecuperato.Si ripropone così la domanda iniziale ha ancora sensoiscriversiadunCollegio/Ordinechetutela,econlariformaMonti promuove, “contenuti professionali”, oppure non èmaturo il tempo di guardare ad un “ALBO” cheregolamenta, tutela e promuovere “Competenzeprofessionali”.

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TrasferirsicioèdaCollegio/Ordinedirigidatuteladialcunecompetenze professionali riconosciute ad un “CollegioContenitore”, garante e promotore delle specifiche ericonosciutecompetenzeprofessionali, incui l’iscrittopuòsvolgere prestazioni professionali attinenti il propriopercorsoprofessionalecertificato(competenzecertificate).Si ribadisce che iPeriti Agrari, sono stati, sono e sarannoPeritiAgrarianchenelprossimofuturo.Diversodovrebbeessere il riconoscimentodegli iscritti seilCollegiodovessedavveroriformarsi.Ilquelcasol’iscrittomanterrebbe il titolo acquisito durante il periodoprofessionalizzante (titoli e qualifiche rilasciate da: ITA,scuolasecondariasuperiore,ITS,diplomauniversitario,corsidi laurea triennali) e l’acronimo del Collegio diappartenenza.Tentatividimodificareilpercorsoeilriconoscimentodellenuoveprofessioni tecnichenelpassato anche recentenonsonomancati.Nel 2011 il coordinamento dei Geometri, Periti Agrari ePeriti Industriali e corrispondenti laureati triennaliavevanoincaricatoilCENSISdisvolgereunaricercaperfaremergere una professione tecnica di primo livello nelsettoredell’ingegneria,fattoredisicuroediffusointeressenellanostrasocietà.Il rapporto finale, avente per titolo “verso la professionetecnica di primo livello nel settore dell’ingegneria”pubblicato,fupresentatoaRomanell’ottobre2011.Unaricercachecertamente,aldi ladel titolo “ingegneria”sarebbe piaciuta nei contenuti al Presidente diAssolombarda”,GianfeliceRocca,chesulCorrieredellaSeradel18/11/15dichiarava:“Una volta si chiamavano “periti” e sono stati la forzadell’Italia: molti degli imprenditori che fanno da spinadorsalealnostrosistemamanifatturierovengonodalì,dalle

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scuole tecniche”. Oggi nell’area Web, chiaramente lichiamerei“superperiti”edavremounterzodidisoccupatiinmeno”.Noi affermiamo che avremmo certamente menodisoccupatimaancheunaqualitàdelviverepiùelevata.Affermazioni che già nel 1991 il prof. De Rita nellaconferenzadelleprofessioniavevasottolineatoecheribadìnellaconferenzadiBresciadeldicembre1998.EdèlostessoPresidenteRoccaarilevarecheunodeipuntideboli dell’istruzione è la mancanza di dialogo con leimprese, fatta salva la circostanza che gli Istituti Tecnicifaticanosoventeatrovareimpresesensibiliedisponibilia“ospitare” gli studenti in percorsi di stage o diperfezionamentoprofessionale(praticantatocompreso).Pertanto,perammodernareilpercorsoprofessionalizzantedei Super Tecnici viene richiesto un particolare impegnoalla scuola, all’università e alla formazione d’eccellenza diapertura e modernizzazione, ma al tempo stesso analogadisponibilitàvarichiestaalmondoeconomico,produttivoeprofessionale.Lanostraprofessioneviveinoltreun’altraepiù complessa difficoltà dovuta ad una “rappresentanzadelleimprese”agricolecheancoradetieneil“monopolio”inmateriadimolte,troppe“prestazioni/servizi”.IlnuovoAlbononpotràchescaturiredauncoinvolgimentoampio di tutti gli iscritti, degli ITA, degli ITS edell’Università, non trascurando i soggetti dellarappresentanza imprenditoriale e della formazioneprofessionale. Ilconfortodiquesteconsiderazioniciportaadaffermareche lanostraprofessione, lamodernitàdellanostraprofessione,haungrandefuturochevacostruitoeaffermatonelpresente.Solounamano esperta e sapiente fa crescereun rigogliosoalbero.

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26.INTELLIGENZEECOMPETENZENei capitoli precedenti è stato affrontato ma si intenderitornare sullo stretto legame che esiste fra competenze eintelligenze perché si ritiene sia l’equazione filosoficaprofessionale fondante una qualsiasi rappresentanza chevogliavolgere losguardoaldomanieche intendapassaredallarappresentanzaalla“rappresentatività”.Se alla base di ogni nostra riflessione non poniamo ilgrande valore dell’intelligenza quale elementofondamentalediciviltàsolideeduraturesiamodestinatiaduninesorabileprocessodiconsunzione.Il valore delle professioni intellettuali non è solamentelegato alla “funzione prestativa” fine a se stessa, ma nelnostrocampo,cosìcomeinaltri,diventamotorediprocessidisviluppoquale“strumentodivalorizzazionedelladignitàumana”.Non possiamo omettere che operare sul territorio, per ilterritorio e con il territorio ci porta a dover scontareprestazioni che devono avere un “valore etico”, primaancoracheprofessionale.Lo sviluppo sostenibile altro non è che il coniugareinnovazione e rispetto/valorizzazione del creato, cioè, diquello strumento che siamo chiamati a onorare pertramandare; valorizzare per lasciarlo in eredità allegenerazionifuture.Mailnostroimpegnodeveandareoltre,perchénelCollegioil tema dello sviluppo sostenibile (cioè nel luogoorganizzato) trova il suo riferimento di massimaattenzione,riconoscimento,tutelaevalorizzazione.Nonsaremomaiunagrandecategoriaselenostreazionieil nostro impegno rappresentativo fossero solo vocati allameragestionedei“problemi”professionali.

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Noisiamochiamatialeggereconattenzioneciòcheispira,motiva, muove la nostra professione, riconoscendo alvalore intellettuale il fondamento delle qualitàprofessionali.Ma affermazioni di principio così alte rischierebbero didiventare sterili, se non trovassero nelle azionirappresentative(leggieregolamenti)richiamifortiechiari,riconoscibili anche dall’opinione pubblica. Il CodiceDeontologicoècertamenteunostrumentoutilemarischiadi non svolgere la propria funzione orientatrice se nondiventavincolante,rigorosamenteeseveramentecondivisoeapplicato.Eppure ancor non basta. Sono numerose le realtà che sisono dotate anche di un Codice Etico. Una premessadeontologica, anch’essa vincolante, che al di la di normecomplesse e inutili (vedi regolamento di pubblicità etrasparenza ai sensi dell’art. 2, comma 2-bis del D.L. 31agosto 2013, n. 101, convertito nella L. 30 ottobre 2013, n.125 – vigilanza esercitata dall’Autorità NazionaleAnticorruzione) deve presentare trasparenza e etica inmodopermanenteepubblico.Burocratizzareicontrollieleverificheèl’attopiùinutilechepossasvolgereloStato.Nemmeno la lezione impartita dalla delinquenzaorganizzata ha insegnato che più burocrazia si impone aicittadiniepiùsideterminanocondizionidi“sguazzamento”dell’illegalità. Si rafforza nell’eccesso e nell’inutilità ditroppa burocrazia il sub strato di coltura del delinquere,dell’omettere, del costruire società illegali parallele. Unesempio, lo Stato richiede la pubblicazione delledichiarazione dei redditi e dello stato patrimoniale deglieletti?Non si capisce perché non venga realizzato un elencoconsultabile da tutti i “soggetti” pubblici, richiedendoloall’AgenziadelleEntrate.

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Unesempiodiburocrazianoncorrettamenteapplicata.LaPrivacy impone il divieto di divulgazione dei dati dellepersonefisicheegiuridiche.Visonosocietàcheancheallapolitica,aipartitifornisconoelenchi,datie…comeemersoda alcune (rare) sentenze su elenchi e firme false per lapresentazionedilisteelettorali.LoStato,purtroppo,ancorasoventescaricasuicittadini leproprie inefficiente e la propria inadeguatamodernizzazione burocratica (procedure, modulistica etecnologie applicate) e di rete fra Istituzioni. Lo Statodimostralapropriadebolezzaad“essereStatodiDiritto”.Proprio per questo le intelligenze del nostro Paesedovrebbero essere in grado di garantire ogni soggetto(cliente, società) sull’integrità, trasparenza, qualità deipropriiscritti,dialogandocontutteleistituzionipubbliche.Le professioni sono chiamate ad essere Stato nello Stato eperloStato.Ovviamente dovendo comunque sottostare al rispetto eall’applicazionedelle leggi e alla complessità delle norme,soprattutto in materia di garanzia applicativa delladeontologia e dell’etica professionale, il ConsiglioNazionaledovrebbeessereingradononsolodisupportarele realtà territoriali ma, come avvenuto con l’Albo Unico,uniformare in un unica procedura nazionale gli obblighiderivantidaalcuneleggi.Nons’illudanocolorochedi fronteaquestaeventualitàsigongolanoperilminorimpegnoeperl’esseresollevatidalgestire complesse pratiche, perché anche la gestionecentralizzataesigee richiedeundipiùdi responsabilitàecoerenzaoperativadei territori. Collaborando intelligenzae competenza, diverranno certamente rami dell’unicoalberodelleprofessioniintellettuali.

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27.UNNUOVOMODELLOORGANIZZATIVONell’addentrarmi nella riflessione su una proposta dimodello organizzativo, per scongiurare il rischio dinaufragi annunciati lasciatemi citareMartinazzoli: “FranzKafka, che ha scavato dalla sua incompatibilità del viverequasi il dono della profezia, pensava che “le sirenepossiedonoun’armaancorpiùterribiledellorocanto,illorosilenzio”Eaggiungeva:“Nonèmaiavvenuto,masipotrebbepensarechequalcunosisiasalvatodallorocanto,noncertodal loro silenzio”. L’uomo dell’attualità conosce il silenziodellesireneepuòconfermarechedalinonvienesalvezza”.

Vorrei, pertanto, sentire il fastidioso canto delle sirenedella nostra categoria piuttosto che il colpevole lorosilenzio. Solo così s’impara a riconoscere le voci dellesirenedallevocidelleamate.Siamotutticonsapevoliche l’organizzazionediunente,diun’istituzioneèstrettamentefunzionaleallavalorizzazionedellapropriamissione e si calanel contestodella società,dell’economiaedelterritorio.Il primo riferimento di ogni valutazione che coinvolga lariorganizzazionediunacategoriaèlaCostituzioneItaliana.La nostra Carta Costituzionale al titolo V°, articoli 114 eseguenti definisce l’articolazione dello Stato e le funzioniattribuiteaidiversilivelliistituzionali.Inparticolare laCartaRepubblicana all’art. 117 riconosceche…“Lapotestà legislativaèesercitatadalloStatoedalleRegioni….”, definendo quali materie sono di competenzaesclusivadelloStatoodelleRegioni, ovveroqualimateriesonomateriadilegislazioneconcorrente.Fra lematerie di competenza esclusiva dello Stato, fra lealtre,visono:

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Tuteladellaconcorrenzanormegeneralisull’istruzioneprevidenzasocialetuteladell’ambiente,dell’ecosistemaedeibeniculturali;Sonomateriadilegislazioneconcorrente:tutelaesicurezzadellavoro;istruzione, salva l’autonomia delle istituzioni scolastiche econ esclusione della istruzione e della formazioneprofessionale;professioni;ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all’innovazioneperisettoriproduttivi;alimentazione;protezionecivile;governodelterritorio;previdenzacomplementareeintegrativa;valorizzazionedeibeniculturalieambientali….;casserurali;entidicreditofondiarioeagrarioacarattereregionale;SonomateriedilegislazioneesclusivadelleRegioni“….ogni materia non espressamente riservata allalegislazionedelloStato”.L’agricoltura, la madre della nostra professione, è una diqueste.ConlasoppressionedelleProvince,lariorganizzazionedeiComuni, la soppressione/riorganizzazione delle ComunitàMontane, lo Stato ha imboccato una strada che pur nonessendounanimementecondivisa,stadelineando ilnuovoassetto istituzionale Italiano, che, comunque,mantieneunsistema federale (un poco confuso) che riconosce alleRegioni lapotestà legislativa(negliultimivent’anniquante

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riforme annunciate, molte anche approvate, ma sempre inlarga parte disapplicate per la poca chiarezza fra i diversiruoli dello Stato). RuolodelleRegioni che con la propostariforma del Senato e il superamento del bicameralismoperfettovieneconsolidato.Nuovi assetti istituzionali richiedono nuovi modellistrutturali organizzativi della rappresentanza e dellarappresentatività, soprattutto per garantire quellapresenza “tecnico politica” che sempre più viene richiestadagli organi dello Stato e delle Regioni a supporto dellavalutazionedi propostedi leggeodi proposte applicativedellestesse.GliAlbi sono chiamati a “riorganizzarsi” per accrescere lalorocapacitàrappresentativaeinterlocutoriaconloStatoeisuoiorgani.Inparticolarel’organizzazionedeiCollegiterritorialidovràcalarsi anche in quella domanda di servizi e dellarappresentativitàcheneiluoghitrovanoilorointerlocutoriprincipali (se pur non legiferanti). I Comuni e loroorganizzazioni territoriali, gli enti che gestiscono servizipubblici (parchi, enti di ricerca e sperimentazione, aziendemunicipalizzateecc.)richiedonointerlocuzioniriconoscibiliedi qualità. Interlocutori che si propongononon soloperdifendere e promuovere le loro prerogative, ma che sipongonoconquellosguardochesaporsidentroilcontesto“generale”,chesadiventarepropostaperilPaese.Non possiamo omettere di riconoscere che esistonooggettive difficoltà a definire un nuovo modellorappresentativo in quanto l’assetto istituzionale è ancoraoggettodiprofonderiflessioniriformiste.Leacqueriformistenonsonoancoraquiete.Rimaneunacertezza:“Idueinterlocutoricheesercitanolapotestà legislativa sono e saranno: lo Stato (il PresidentedellaRepubblica,ilGovernoeilParlamento)eleRegioni”.

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Le categorie che intendono svolgere una funzionerappresentativa dei propri iscritti oltre che rafforzare ipropri organismi nazionali devono munirsi di un“organismoterritorialeregionale”.Un’affermazione scontata, consunta, in quanto in formaautonoma tutti gli Albi (Ordini e Collegi, escluso l’Albo deiGiornalisti organizzato su base regionale) si sonoorganizzatiinassociazioniregionali.Nonmancanoperògliesempi negativi o di frantumazione categoriale cherendonolarappresentanzaregionaledifficileeinadeguata.UnrischiochevalepertuttigliOrdinieiCollegicostituitienonperqualcunoinparticolare.Sul terreno rimane l’esigenza di “riconoscere le realtàregionali” armonizzandone e regolamentandone lacostituzione,lafunzioneelagestione.Questa azione non è più rinviabile e non può essereprerogative di complesse proposte riformiste dell’attualelegislazione.NelquadroorganizzativoterritorialegliesempiaggregativipromossidaalcuniCollegideiPeritiAgrariePeritiAgrariLaureati in Toscana, Lazio, Piemonte e Marche sonocertamenteunpositivoesempiodavalutareattentamenteper proiettarlo, verso una più solida e organizzatarappresentanza territorialmente solida. Regionale? Nonsolo.Una seconda considerazione “più intima” va riservata aiCollegiProvinciali–Territoriali.Lacategorianehaufficialmentecostituiti74.A frontedi circa15.500 iscrittiall’Albo, sono3261 iscrittiallaCassadiprevidenza.Gli esercenti laprofessione sonoquindicircail20%.Ciò apre una serie innumerevole di considerazioni che inparteabbiamogiàaffrontato.

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Il riferimento principale della nostra categoria è semprestata e sempre sarà “l’agricoltura”. Solo di recente (ultimiduedecenni)sonoaffioratealcunecompetenzenuovechespaziano anche nei settori agro-industriale, ambientale,alimentareecc.L’agricoltura italiana, più di altre dei Paesi europei havissuto condizioni rallentate di affermazione dellaprestazione professionale quale elemento insostituibiledello sviluppo, per quella visione assistenzialistica che ilpostindustrialestavelocementedeteriorando.Si ribadisce ancora una volta: “l’Italia trascina unimperdonabile ritardo nel definire un chiaro confine fra“servizi” e “prestazioni”, rallentando ed ostacolando ilprocessodiliberaconcorrenzainatto”.PossiamoconstatarechenelnostroPaeseoperiunmodellodi Assistenza Tecnica slegato dai principi di liberaconcorrenza, non certo ascrivibile alle Professioniintellettuali.ICollegi/Ordininonpossonopiùessereilsolostrumentodituteladelleprerogativeprofessionalideinostriiscritti,madevono aprirsi ad una moderna rappresentatività degliiscrittiorientataalterritorioealleistituzioni.IlCollegio/Ordineèpertantoèchiamatoasvolgereazioniinterneedesterne.Alcunispunti-Funzioniinterne:

e Favorirel’iscrizioneditutticolorochehannosvoltoilpercorsoprofessionalizzante;

e promuovereiniziativediaggiornamentopermanentericonosciuteecertificate;

e Implementare un sistema a rete informativa e discambiod’esperienzedegliiscritti;

e Realizzareunaretenazionalediserviziagliiscritti;Funzioniesterne:

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e Relazioni con le istituzioni (CNPAPAL con lo Stato,ConsigliRegionaliconleRegioni,CollegiTerritorialicon tutte le Istituzioni territoriali: Scuole ITA,Università,ComunieloroUnioni,Prefetture,Procure,EntidellaRicercaeSperimentazioneecc.)

e Tutela professionale sia verso i soggetti pubblici cheprivati;

e Tutela e promozione delle competenze professionali.Promozione delle competenze professionali, ancheconiniziativepubblicitariecategoriali.

Va da se che se le “domande” di servizi degli iscrittidiventano qualitativamente elevate i Collegi/Ordini sonochiamati a vivere un progetto/processo di profondoammodernamento strutturale e organizzativo, che possaavvalersianchedirisorsesufficientieadeguate.Una domanda pervade tutti i nostri CollegiProvinciali/Territoriali: “E’ ancora attuale mantenere inessereCollegi/Ordiniconunnumerodiiscrittilimitato?”Una proposta, che andrebbe attentamente valutata,confermato il parametro della legge 54/91 che: “In ogniprovincia nel cui territorio esercitano la libera professionealmeno quindici periti agrari è costituito, con sede nelcomune capoluogo, un collegio professionale …”, ovveroapplicareiparametriinessere.La riorganizzazione, ovvero la nuova organizzazioneterritoriale, non può avvenire però sotto la spinta diforzaturenoncondiviseopeggioancoracentralizzate.I processi vanno valutati insieme, condivisi, anche se nonunanimemente condivisi e attuati, con lo sguardo semprerivoltoalmiglioramentodellepotenzialitàrappresentativedellacategoria.Non si deve trascurare nemmeno la questione quoted’iscrizione.

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Dopo titubanze, timidezze e anche alcune fondateperplessità, alcuni Collegi hanno applicato tariffedifferenziatefracolorocheesercitanolaliberaProfessione(iscritti Gestione Separata Periti Agrari-la Cassa diprevidenza)equellichenonesercitano.Nonintendoaddentrarmitroppoinquestariflessione.SiregistranocrescentilamenteledapartedeiPeritiAgrariePeritiAgrariLaureativerso lequoted’iscrizioneannualipuressendofralepiùbasseinassolutoapplicatedallealtrecategorieintellettuali(fattasalvaunasolaanomalia).Siamo però chiamati a chiederci se tali somme sonosufficientiagarantireilfunzionamentodelCollegioatuttiilivellidellapropriaarticolazione.Ed ancora una volta rileviamo il quadro gestionale dellenostrearticolazioniorganizzateterritoriali.La stragrande maggioranza dei Consiglieri dei CollegiProvincialinonpercepiscealcuna indennità,negettonedipresenza,masolo,einalcunicasi,unmerorimborsospese.Assistiamoadunarappresentanzadicategoriafondatasul“volontariato” di professionisti e semplici iscritti checredononellacategoria.Lodevoli, anche se alcune volte criticati, sono queipresidenti che con dignità e professionalità hannorappresentatogli iscritti in tutte lesedi istituzionalienonconsobria,serena,determinatalongevità.È frequente che il Presidente e/o i Consiglieri svolganoanchefunzionidisegreteriagestionaledelCollegio.SoloalcuniCollegi,quelliconunnumerod’iscrittimaggiori,ha proprie sedi e almeno una figura professionale chesvolgefunzionidisegreteria.Le sedi sono un capitolo a parte. Abbiamo sedi in affitto.Sedi presso Istituti Agrari, organizzazioni professionali oEntiecc.

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AlcuniCollegihannounpropriositoInternetchefaticanoatenere aggiornato e che spesso è rimasto invariato dalladata della sua realizzazione (ricordiamo che questistrumenti della trasparenza sono oggi ritenuti obbligatoridall’AutoritàNazionaleAnticorruzione).Strumentiscarsamente“frequentati”,edancheininiziativevolontarie che si sono cimentate in implementazione diblog informativi, rimangono limitate, insufficienti einadeguate.Delrestomolticolleghi“frequentano”isitiloroutili (es. siti regionali, siti specializzati), recuperando leinformazioniegliaggiornamentinecessari.Ancheseesistonoalcuneesperienzesignificativeepositive,i momenti partecipativi e di relazione istituzionalerisultanoesserelimitatieinsufficienti.La domanda che va posta per affrontare una profondariforma di ammodernamento della nostra rappresentanzaterritoriale è vasta e complessa e non può addentrarsi inpercorsisemplificati.Organi, rappresentanza, organizzazione, operativitàdovrebbero essere “parametrati” per riconoscere eaccreditarelestruttureterritorialieregionali.LadomandadiammodernamentodeiCollegi,pertanto,nonpuò più essere rinviata pena un crescente indebolimentorappresentativodellacategoria.Ecosìirrompenellariflessionesull’ammodernamentodellacategoria il ruolo e la funzione della rappresentanzanazionale,delConsiglioNazionale.La nostra categoria più di altre ha bisogno, richiede unmodello gestionale che raccordi funzioni territoriali conruoloefunzioninazionali.La stessa riforma Monti ha previsto la “centralizzazione,coordinamentodellerealtàterritoriali”.Formazione Permanente, tenuta dell’Albo, assicurazioneobbligatoria, informazione, ecc., possono essere

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demandate, forse dovremmo dire, devono esseredemandate,aduna“regianazionale”.Qualcuno potrebbe obiettare che “regia” può essereinterpretatacomeazioneinvadenteecertamenteilrischiodiqualcheinterferenzaoinvasionedicampoesiste.Ma di fronte all’impossibilità, difficoltà, inadeguatezza deilivelli territoriali agestire la complessitàdinorme, regoleobbligatorie “pubbliche”, nonché la difesa legale dellenostre prerogative professionali diventa strategico ilcoinvolgimentodellivellonazionale.Come in tutti gli organismi che intendano definirsidemocratici i contrappesi fra ruoli e responsabilitàdecisionalidevonotrovareungiustoequilibrio,uncorrettoraccordoerapporto.Perquestounadelleprimedomandeche dovranno essere valutate è il come “ridefinire” lemodalitàelettoralidelConsiglioNazionale.Se un organismo è figlio di elettori territoriali e lo stessoorganismo assume su di se funzioni digestione/coordinamento/supportodellaazioni territoriali,nonpuòpiùessererinviatalaridefinizionedelprincipiodipartecipazione/coinvolgimentodelsoggettoelettore.Quante volte abbiamo sentito evocare la costituzione diun’assemblea nazionale deliberante sui bilanci e suiprogrammipreventivieconsuntiviannuali.Unaregolachevalepertutteleistituzioninazionalipubblicheeprivate.Ma ancor prima del ruolo deliberante dell’assemblea deiPresidenti vale la pena soffermarci qualche attimo sulmetodoelettoraledelCNPAPAL(ConsiglioNazionale).UnmodellosuperatonellafasecostituentedellaCassacheha riconosciuto i liberiprofessionisti esercenti,nonchéhasancitoilprincipiodivotoattivoepassivodegliiscritti,macheinvece,nelCollegioancorasiaffidaaparametri.Grazie all’Albo unico èmaturo il tempo di metteremanoalla riforma del regolamento della categoria, rivedendo

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anche i modelli elettorali per il rinnovo del ConsiglioNazionale.Viè inoltreunproblemacheaffioradi tanto intanto come prioritario, salvo essere accantonato subitodopo il succedersi degli eventi. Il riferimento è al “ruolodelleProfessioniste”,cioè,dellenostrecolleghe.Presidenti, consigliere, semplici professioniste, purrappresentando solo il 7 % dell’intera categoriaconcorrono con qualità a qualificarla e se meccanismielettorali ne impediscono una giusta rappresentanza, lacategoria deve- non può, deve - mettere in atto unmeccanismodipresenzadigenerenegliorganidecisionali:territoriali, regionali e nazionali. La categoria ha bisognodella“qualificataefondamentalepresenzafemminile”.PotreiallungarmiinaltreconsiderazionisullagestionedelConsiglioNazionale,masonoconvintochelàdoveesisteundialogo categoriale gli strumenti anche strutturati siaffermanopervolontàedeterminazionicondivise.Unrischiochedobbiamoevitareèquellostoricoditrovaregiustificazioni a eccessive personalizzazioni prive diprospettiva progettuale. Dobbiamo evitare di imitare lapolitica nazionale che continua a riproporre proposte diriforme proiezioni dimodelli tutelanti i proponenti. Se lapolitica avesse voluto volare alto sul vero riordino delloStato, già dal 1991 (primo referendum Costituzionale)avrebbeistituitol’unicoorganismoingradodipromuovereunaverariformadelloStato:l’AssembleaCostituente.Macomesi sameglioandarealmare,ovvero lasciarechequalcuno vada almare per conservare equilibri emodelliantistorici. E così ancor oggi rileviamo che anche alcuniramiammalatiindebolisconotuttalapianta.

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28LERADICIL’ALBEROPer qualche spunto di riflessione s’intende tornaresull’organizzazione della categoria non tanto peraddentrarci in proposte concrete di riforma eristrutturazione, ma per evidenziare ruoli e funzioni deidiversilivellichesianotralorointerdipendenti.Da quando la burocrazia, ma anche le domande di nuoviservizi agli iscritti, stanno tumultuosamente interrogandotutte le categorie intellettuali, molte hanno intrapreso lastradadellariorganizzazioneterritoriale,mantenendounachiaradistinzionediruoliefunzionifralivellonazionaleeprovinciali- territoriali (i regionali sono di normaassociazioni).Se questo modello vale per le categorie che vantano unnumerodiiscrittielevatoecheversanoquotediiscrizioneconsistenti,valemoltomenopercategoriechepresentanoinveceunacondizioneterritorialiarticolataedifferenziata.Alcuni Collegi/Ordine possono contare su un numero diiscritti interessante, in termini parametrali “sufficiente” agarantirneilfunzionamento,mamoltihannounnumerodiiscrittilimitati.Quindici Collegi/Ordini hanno meno di cento iscritti (diquesti10naviganonellevicinanzedei50iscritti);22Collegihannomenodi200iscritti.Numeri che non hanno bisogno di approfondimento percomprendere e far affiorare che possano operare incondizioni di oggettiva difficoltà gestionali. Questaconsiderazione non vale per tutti questi Collegi/Ordini inquanto alcuni si sono tutelati e organizzati aderendo astrutturepreesistentiosovraordinate.Hannocioèaderitoaassociazioni di professionisti o sono ospitati in Enti oIstituti Tecnici Agrari potendo avvalersi di supportigestionaliqualificati.

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Rimaneperòilproblemachelacomplessitàdellenormeele domande crescenti di qualità dei servizi agli iscrittiimponeuncambiodiguardia.Come?Non inventandocertamentenulla,marecuperandosolo labellaimmaginedell’albero.Il Consiglio Nazionale dovrebbe svolgere la funzione diradice,assorbendoilnutrimentodatrasferireairami,allefoglie e ai frutti (Collegi territoriali). I livelli territorialidovrebberooperarecomeramiefoglieefrutti,garantendoallacategoriaun’agibilitàterritoriale.Perchéquestoavvengaèindispensabilechelacategoriasiinterroghi insieme e insieme elabori un progetto diriorganizzazione complessivo. Basterebbe ricordare laproposta d’istituzione dell’Assemblea Nazionalerendendolavincolantenell’approvazionedelbilancioedelprogrammadiattivitàannuale.Una categoria diventa grande quando sa camminareinsieme.

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29.SERVIZID’ECCELLENZAUna categoria apertamatura per affrontare le sfide di unmercato “intellettuale” interno e internazionale, ha“bisogno” di supporti di informazione, di aggiornamentolegislativoetecnicoscientificod’eccellenza.I Professionisti “Periti Agrari e Periti Agrari Laureati”hannosempreattintoleloroinformazionidirettamentedafontipubblicheoprivate.Sepensiamoalla categoriapiùnumerosadiprofessionistiche operano nella nostra categoria, i Periti EstimatoriCalamitàNaturali,sappiamocheannualmenteedasempreorganizzano momenti formativi, informativi e diaggiornamento,sututtoilterritorionazionale.Iniziative che coinvolgono, società assicurative, gli ITA(Istituti TecniciAgrari) emigliaia di periti estimatori e diaspirantiperiti.Ma se un esercito di colleghi possono attingere da fontiproprie le novità di informazioni e aggiornamentiprofessionali sempre più qualificate (Super Tecnici) unmodernomodelloprestativoesige,richiedeanchesupportidiservizipermanentidialtaqualità.Qualche positivo esempio lo possiamo osservare eincontraresui territori,salvopoiconsiderarli insufficienti,inadeguatiocircoscrittiadareelimitate.ASPERA, le newsletter del CNPAPAL, le informazioniinviatetramiteisitidialcuniCollegi,leE-Mailpermanentidella Lombardia sono tutti esempi positivi, la newsletterdel Collegio di Chieti, ed altri, ma tutti difettano diparzialitàoinadeguatezza.Agli iscritti non servono informazioni estrapolate daqualche sito istituzionale e gettate a spaglio, neraccogliamo ogni giorno quantità industriali. Agli iscrittiprofessionistiservonoinformazioniematerialetecnicoche

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siano state selezionate, ovvero che li aiutino, sollecitino arecuperarel’informazionedettagliataecompleta.Così come le informazioni e il materiale dovrebbe esseresuddiviso per categorie: tecnico scientifiche, legislative,fiscaliperlacategoriaecc.Una selezione che se ben vagliata porterebbe ilprofessionistaa compiereanchequeipassi inavantinellarelazionediscambioprofessionale.Inogni incontro fra i colleghi italiani emergeundeficitdirelazione fra iscritti e Collegio/Ordineprovinciale/territoriale. Alla domanda rivolta ai e daicolleghiiscrittidiquantevolteeperrichiederequaliservizisi siano rivolti al Collegio/Ordine, la risposta non è maiunivoca.In larga maggioranza gli iscritti considerano il proprioCollegio/Ordine luogo esclusivo della gestione deglielenchi, dell’Albo (iscrizioni e cancellazioni). Raramenteaffiora l’esigenza di una liquidazione della parcellasoprattuttodopol’entratainvigoredellariformaMonti.Del resto con internet i riferimenti per avere unacompletezza d’informazione sono molteplici (siti tecnicoscientificioistituzionalidedicati):Ø istituzionali: Unione Europea, Stato, Regioni, ex

Province, ex Comunità Montane, Comuni, UnioniComuni, ATS Azienda Tutela della Salute (ex ASL)ecc.;

Ø della scuola, università, ricerca: università, enti diricercaesperimentazione;

Ø dell’economia: Cooperazioni, Organizzazioni diMercato,Fiereecc.

Eppure la domanda di servizi, di collegamento,informazione e collaborazione (di rete professionale) èsemprediffusaepressante.

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Dall’informazione discendono a caduta i servizi,soprattutto il supporto a svolgere prestazioni che sonocomplesse e richiedono professionalitàmultidisciplinari einterdisciplinari.Il Collegio/Ordine non ha un proprio organismoaccreditato o riconosciuto di Formazione Professionale(permanente), pur avendo competenza legislativa inmateria.GliAlbinonsonoancorariconosciutiufficialmente(accreditamento) quali soggetti che possono erogareformazione professionale, pur avendo la competenza diverifica, controllo dei crediti formativi degli iscritti.Avendo, cioè, la competenza in materia di verifica deipercorsi che mantengano e accrescano le qualitàprofessionalidegliiscritti.LaRegioneLombardia,edaltreRegionistannovalutandolamodalità del “riconoscere” il soggetto (Collegi, Ordini) e iprogetti formativi da loro organizzati e attuati. AltreRegioni e lo Stato hanno finanziato progetti pubblici divalenza internazionale organizzati dai Collegi pur nonavendoliaccreditati.NelladicotomiafraEntedidirittopubblicononeconomicoconfunzionidefiniteevincolate,puòunCollegiopensareingrandeaiservizi?Larispostaèpositiva,richiamandoesperienzedelpassatopromosse dalla nostra categoria e subito soppresse osvuotate, esautorate della loro concreta funzione (TE.MA.TellusMatererecentementelaFondazionePeritiAgrarimaiufficialmenteistituita).Il naufragio di questi organismi non significa che nonservanoechenonabbianounafunzionecomplementareaquella del Collegio. Forse le responsabilità del ritardovanno ricercate nella inadeguata e forse strumentalefunzione che si voleva affidare a questi organismi o,fors’anche,dall’insufficienteeinadeguatariflessionechela

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categoria ha omesso sui contorni delle competenze che aquestiorganismisidovrebberoaffidare.Nel“prossimo”futurosidovràriproporrelacostituzionediunaFondazione?Nonècertounastradaobbligata,marimanelanecessitàdiguardare ad uno strumento che permetta agli iscritti e ipotenzialifuturiiscrittiall’Albodiotteneremolterispostealle troppe domande che quotidianamente li assalgono ecoinvolgono. Domande che il Collegio/Ordine fatica, nellecondizioniattuali,aevadereocheriesceafornireinmodoparzialeeinadeguato.Uno strumento chepossaoperare condinamicità e liberoda vincoli operativi è oggi più che mai una necessitàirrinviabile.L’istituzione di un organismo “operativo” non può e nondeve diventare altro da una visione complessiva dellarappresentanza e rappresentatività dei “Super Tecnici”agricoli.I servizi agli iscritti dovrebbero essere parte integrantedella funzione del Collegio/Ordine e per garantire unavisionenazionaledovrebbero trovarenel livellonazionaleil naturale strumento di sintesi e promozione. Unorganismo operativo di supporto agli iscritti che sappiaoffrire servizi non chiusi nello stretto ambito categorialema che nella forte relazione con i soggetti della scuola,dell’università,dellaricercaesperimentazione favorisca ilcircuito di “materiale” professionale eccellente, ancheprovenientedall’estero.Se l’impianto degli alberi avviene senza effettuare unoscassoprofondoeapportandoterricciefertilizzantiadattiquell’albero crescerà più debole, rischierà d’essiccare alprimosoleocomunquedaràmenofrutti.

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30.FONDAZIONEENPAIA–GESTIONESEPARATAPERITIAGRARIChecosacentralaFondazioneENPAIA–GestioneSeparataPeritiAgrari,chediseguitochiameremo“Gestione”,conlaCategoria?Qualcunopotrebbepensareche ilConsiglioNazionalee laGestione sono due corpi autonomi che hanno funzionitalmentedefinite,circoscritteediversechepossonofareamenodiconfrontarsiodialogare.Dopo la fase costituente attuata dal Consiglio Nazionale(era il 1996), qualcuno potrebbe pensare che la Gestionepossaedebbaoperare in totaleautonomia.Un’autonomiache potrebbe anche essere considerata distinta e distantedallavitadelCollegio/Ordineintuttelesuearticolazioni.AnchedapartedegliOrgani territoriali siavvertesoventeunatteggiamentodistantedallavitadellaGestione,quasiasignificareunadelegapiena.Quasiaritenerechele“gestioni”sianotutteuguali.Quasiapensarechelapensioneèsempreundatoincerto,chepocoonulladipendadalledecisionideglielettiedegliorganiamministrativi.Ed invece una prima positiva risposta che confuta questiaffiora dalla lettura e dalla comparazione dei dati degliiscrittiallaGestioneeall’Albo.Dati che confermano che la categoria ha ampi spazi eopportunità di crescita e che nella Gestione trova ilriferimento di “lettura” della espressione e presenzaprofessionalesulterritorio,nonchéspuntidiprospettivadisviluppo..SegliiscrittiallaCassanel2015eranopocomenodi3.300,e ben 1.261 cancellati, avendo comunque acquisito undiritto di prestazione professionale al raggiungimento del65° anno di età, in capitale o in rendita, significa che il

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rilancio e la promozione della categoria deve partireprincipalmentedali.Daqueinumerichepossonoappariresterili ma che proiettano la vera dimensione e qualitàprofessionaledeiPeritiAgrariePeritiagrariLaureati.Senza escludere o marginalizzare gli altri iscritti alCollegio/Ordine, cioè, coloro che non esercitano, lavisibilità categoriale passa dai liberi professionistiesercentilaprofessioneiscrittiall’ENPAIA.Lacategoriasuqueinumeriviene“pesata”econsiderataomenointerlocutorepolitico/sociale.Fra le pieghe dei numeri si legge con evidenza che lacategoria è più vasta del “recinto Gestione” poiché molticolleghi “esercitano” in quegli ambiti pubblici (scuola,istituzioni – vedi autorizzati part time), o privati:organizzazioni professionali, cooperative, verde privato epubblico che qualche volta rendono il confine fra liberaprofessione e prestazione professionale impercettibile,quindi rende difficile il distinguere una prestazionedall’altra.ÈguardandoallapositivitàdeirisultatigestionaliedelleprestazionichelaGestionestaottenendochesipuòe si deve puntare per allargare il numero degli iscritti. Inmodoparticolaresensibilizzandoquantiancoranonhannocompreso il “valore” di iscrizione all’Albo e alla Gestioneconfondendo “impresa di servizi” e prestazioneprofessionale.Ilconsolidamentodegliiscritti,seallargatoadunosguardodi comparto non può che aprirsi a quei “professionisti”ancor oggi orfani di Cassa, promuovendo la Casa ComunedelnuovoWelfareagricolo,alimentareeambientale.Professionistioggigiàriconosciutidalsistemaordinistico.La possibilità di allargare la possibilità di adesione diprofessionisti iscritti ad altri Albi è stato favorito dallalungimiranzaedisponibilitàdellaFondazioneENPAIA,cheforte della positiva anomalia di incontro fra primo e

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secondopilastro previdenziale oggi puòpresentarsi come“modello”dimodernaprevidenza.Nonmeno rilevante, per l’iniziazione delle prospettive diapertura della Fondazione/Gestione sono stati i risultatiottenutidallaGestione,cheinlargapartevannoricondottiallaistituzionedelleCommissioniConsiliari(propostanatada una visione lungimirante del Collega Giannotta). LeCommissionihannopermessoalComitatoAmministratorediallargarelosguardoadunnuovoWelfaredellacategorianon scevro dalla possibilità di sostenere prestazioni eserviziprofessionali;alvalorizzareilruoloel’autonomiadipropostadeliberantedeglielettieall’iniziativadiallargarel’adesione ad altri Ordini. Il rapporto fra categoria eGestione diviene così un fattore strutturalmente organicoper promuovere una nuova categoria, per allargarne iconfinieleadesioni.Selacategoriacresce,cresceanchelaGestioneeviceversa.Eadancoraunavoltariaffioraladomandaqualecategoria?Quella risultantedallamodernitàdelladomandadinuovaprofessione dei settori agricoli, alimentari e ambientali?Oppure quella ancor limitata di Tecnici Agrari, se pursempre “Super”, circoscritti nel recinto del compartoagricolo?IlpropendereperlaprimadomandahaportatoilComitatoAmministratoredellaGestionea riformareRegolamentoeadavviareunaazionedi interlocuzioneedialogoconAlbiprofessionalicheoperanonell’ambitoagro-alimentare.L’impegno della Gestione non si ferma, non può fermarsi,solo a questi significativi ed importanti aspetti, ma èchiamata ad orientarsi verso quei “servizi” che la leggeMonti ha delegato anche alle Casse (formazione, polizzaprofessionaleobbligatoriaecc.)Perquestimotivi,nelprossimofuturolaGestione,insiemea tutta la categoria sarà chiamata ad incrementare

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iniziative d’informazione, sensibilizzazione ecoinvolgimento degli iscritti, di tutti gli iscritti all’Albo.Iniziative che dovranno calarsi anche nei luoghi dellaprofessionalizzazione,scuole,università.Incontri con i Collegi/Ordini territoriali e i colleghi chedovranno rimuovere anchequelle resistenze o distrazioniche confondono, sovrappongono i ruolideidueorganismisenzacomprenderneilvalorecomplementare.Ed ancora una volta la difficoltà di promuoveredirettamente queste iniziative ripropone l’urgenza dicostituire congiuntamente (Categoria e Gestione) unorganismo operativo che possa rispondere a questedomande.Nel frattempo con l’ammodernamento del sito Internet,quel valore di relazione diretta fra iscritto e Gestione(grazie alla particolare disponibilità della Direzione e deifunzionari)dovrebbemiglioraresensibilmente.Se la categoria può vantare “tenute” professionali lo deveanche ad un modello gestionale della Gestione che nellafamigliaENPAIAhatrovatopienoaccasamento.UnaCasaComunechenelprogrammatriennaleapprovatonel 2015 ha trovato piena e unanime conferma nelladeliberadelComitatoAmministratore.Si può affermare e confermare che nel prossimo futurostrumenti e iniziative promozionali per la liberaprofessionedovrannotrovareneidueorganismi,CategoriaeGestione,unapienacollaborazioneesintonia, fors’anchecon la costituzione di un organismo deputato alraggiungimentodiquestiobiettivi:“laFondazione”.Aver incontrato una “madre”, l’Enpaia, ha aiutato laGestioneanascere,crescereediventarematura,edoggilasolidità gestionale e di bilancio (da primato assoluto fratutte le casse cosi-dette private) permette agli iscritti unfuturosereno.

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31.ENPAIA-80ANNIERINGIOVANISCEPerché i Periti Agrari nel 1996 scelsero Enpaia? Unadomanda che intrinsecamente contiene le ragioni diun’appartenenzacheinvent’annisièconsolidata.Larispostaintuttoilsuosignificatoèemersanelconvegnocelebrativo del 75° dalla fondazione (1936/2011).Quest’anno,2016,cadel’80°.Le origini delle casse agrarie viene dettagliatamentedescritta nel libro di Angiolo Cabrini “La legislazionesociale1859-1913”.L’’autore illustra come Cavour, da presidente dello Statosabaudo – in sintonia con la triplice assicurazione socialeobbligatoria,malattia,infortuniepensionedivecchiaia,cheBismarck stava progettando per la Germania e cherealizzeràtrail1883eil1889–presentòildisegnodileggeper l’istituzione della Cassa di rendite vitalizie per lavecchiaia, la cui legge fu promulgata nel 1859. Cavouraffermava che. “… Dove esistono casse di risparmio eassociazionidimutuosoccorso,unaCassadirenditevitalizieperlavecchiaiadeveesserecompletamentodiunsistemadibeneficienza che non ha per fondamento la carità dei piùagiati e per strumento le loro elargizioni, bensì perbase laprevidenzaperalimentoilrisparmio.”Negli anni 1981-1872 Agostino Bertani presentò allaCamera la proposta di “un’inchiesta sulle condizionisanitariedellaclasseagricolaedinparticolaredeilavoratoridellaterra.”Nell’Italia unita, il percorso verso i bisogni delle classilavoratrici fu segnato nel 1886 dalla Legge dellemutue osocietà di mutuo soccorso che provvedevano ai casi dimalattiaodialtriinfortunideiloroiscrittieneiprimiannidel Novecento avvenne il riconoscimento dellerappresentanzesindacali.L’Enpaiasioriginapropriodalle

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parti sociali del mondo agricolo quali la Confederazionedegli agricoltori e la Confederazione dei lavoratoridell’agricoltura che il “4 settembre 1936” stipularono unaccordo per istituire una Cassa mutua nazionale con ilcompito di gestire l’assicurazione contro le malattie. Colregiodecretodel14luglio1937,ottenneilriconoscimentogiuridicodicassanazionalediassistenzapergli impiegatiagricoli e forestali (Cnaiaf), e con l’accordo del 31 luglio1938, le competenze vennero estese anche ai dirigenti eampliate con la gestione dell’assicurazione contro gliinfortuni,deltrattamentoperl’indennitàdianzianitàedeltrattamento di previdenza, in aggiunta a quellopensionistico erogato dall’INPS. Per l’alta funzione socialesvolta nel sistema previdenziale, nel 1962 la legge 1655riconosce la qualità di ente di diritto pubblico presso ilquale sono obbligatoriamente assicurati i dirigenti e gliimpiegati in agricoltura, e quindi ne determina la nuovadenominazione:“Enpaia–Entenazionalediprevidenzaediassistenzapergliimpiegatiinagricoltura”.Dal1995,pereffettodeldecreto legislativodel30giugno1994,l’EnpaiadivieneFondazioneetornaadessereentedidiritto privato. Vengono mantenuti, come sempre neltempo, sia l’autonomia finanziaria sia l’autogoverno degliorganiamministrativi.(P.A.agosto-ottobre2011).Nel1996con l’approvazionedeldecreto legislativo103 ilCollegio dei Periti Agrari deliberò di “entrare” nella casaEnpaia, come Gestione Separata, potendo contare sullasoliditàeprofessionalitàdellaFondazione,suisuoiservizie sulla agilità ed efficacia della sua operatività garantitadallanaturaprivatisticadell’ente.Unasceltacheancoroggipermette alla categoria di vantare primati assoluti direndimento dei montanti, di contenimento dei costi digestione,disoliditàdeibilanci,diattenzioneanchedirettadei problemi che attanagliano gli iscritti in questa

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congiuntura negativa. Il 23 novembre 2011 a palazzoMarini,l’Enpaiacelebròisuoiprimi75anniefuaffidatoaldirettore Mori tracciare quei contorni che hanno resoEnpaial’unicoEntediPrevidenzaAgricola:Mori così si esprimeva: “L’Enpaia è il più antico entebilaterale gestito dai sindacati dei lavoratori e dalleorganizzazioni datoriali con la finalità di garantire formeprevidenziali ai lavoratori e nel contempo agevolare leaziende nell’applicazione di condotte funzionali al rispettodelleaspettativedeidirittimaturatidailavoratoristessi. …“Ilmercatodel lavoronegli ultimianni si è profondamentemodificatoeconseguentementeanchelafunzionedegliEntibilaterali ha subito delle estensioni di competenza. AncheEnpaiasièfattacaricodiquestinuovibisogniehaallargatoilventagliodellesueprestazioniagaranziadinuove figureprofessionaliodisopraggiunteaspettativedeilavoratori.LaLegge 103 del 1996 prevede che gli iscritti agli ordiniprofessionali abbianouna propria cassadi previdenza congestione di diritto privato. I Periti Agrari e gli Agrotecniciper omogeneità di interessi professionali deliberarono diraccordarsiconEnpaiaperindividuaremodalitàdigestionedellesingolecassecheevitasselorodiaccorparsiconordiniprofessionalidiversi.EcosìEnpaiaassunse lagestionedelledue Casse di previdenza e ne supportò l’avvio, la crescita equindi la direzione nel rispetto delle volontà dei singolicomitati eletti dai rispettivi iscritti…”. E nell’articoloconcludeva: “L’obiettivo è divenire l’Ente strumentale dellefiliera agroalimentare riaccorpando funzioni, compiti,gestionediservizioggiparcellizzatiinvaririvoli..”L’alloraPresidentedella CameradeiDeputatiOn. Fini nelsuo intervento celebrativo affermò: “La lunga storiadell’Enpaiaelasuatradizionaleattenzionealleesigenzedeilavoratori agricoli costituiscono un prezioso esempio a cuiguardarenella ricercadellemigliori soluzioniper costruire

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inItaliaungeneralesistemadiprevidenzacomplementareediprimopilastro.Un’esigenza,quest’ultima, che si presentacon particolare urgenza in questo momento di grave crisieconomico-finanziaria che sta attraversando il Paese e cherichiede, accanto al necessario risanamento dei contipubblici, la realizzazione di riforme strutturali checonsentonodiaumentarelacompetitivitàdelsistemaItaliaedi creare un impianto di tutele e garanzie più giusto,maggiormente in sintonia con le dinamiche soci-economiche”.DapartenostradallepaginediP.A. (PrevidenzaAgricola)cosi ci esprimevamo (Eletti ComitatoAmministratore P.A.novembre-dicembre 2011): “Settantacinque anni sono untraguardo invidiabileancheper lavitadiunuomo.Eppureappenalicompigiàpensialdomani. …UnametaquelladiEnpaia, che ha determinato uno dei primi e miglioririferimenti del fare gli italiani, dopo aver fatto l’Italia… Incasa Enpaia anche le intemperie peggiori sono affrontateconlacertezzacheimurisonosolidiechenelcontestodellemutevolicondizionilegislativecheiGovernieilParlamentostannoapprontando…cicostringeadunavigilanzaattivaepermanente. Siamo chiamati a seguire ogni passoriformatore del Governo e del Parlamento, non subendolo,ma incalzandolo connostreproposte e osservazioni”.Eperaffrontarequestesfide“…laFondazioneEnpaiaelanostraCassa devono sinergicamente operare per rafforzarsi emodernizzare i propri modelli gestionali. Il cammino dellamodernità non appartiene alle stagioni ma deve esserepermanente.” Chi non conosce le proprie radici, nonconoscelafrondadell’alberoproiettatoversoilfuturo.Avendo radici profonde l’albero può affrontare anche letempeste peggiori. “Casa Enpaia” buon ottantesimocompleanno

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32.CAMBIARE…PERCAMBIAREDAVVEROCi affidiamo ancora una volta al passato per esorcizzare irischidiunasfiducianeicambiamentidelprossimofuturo:Macchiavelli da il Principe: “E debbasi considerare, comenonècosapiùdifficileatrattare,népiùdubbiaariuscire,népiù pericolosa a maneggiare, che farsi capo di introdurrenuoviordini.Perché l’introduttorehapernemicituttiquellichedelliordinivecchifannobene,ethatepididefensorituttiquelli che delli ordini nuovi farebbero bene. La qualetepidezzanasce,parteperpauradelliavversarii,chehannoleleggidalcantoloro,partedallaincredulitàdelliuomini;liqualinoncredonoinveritàlecosenuove,senonneveggononata una ferma esperienza. Donde nasce che, qualunquevoltaquellichesonoinimicihannooccasionediassaltare,lofanno partigianamente, e quelli altri defendanotepidamente; inmodo che insieme con loro si periclita.” (sicorreunrischio)–In troppi ripercorrono il passato per assemblareresponsabilità, colpe, di ritardi e difficoltà chequotidianamente in questo tempo ci colpiscono ecoinvolgono. La categoria dei Periti agrari e Periti AgrariLaureati (oggi), dei Super Tecnici dell’agricoltura, deglialimenti e dell’ambiente (domani), ha già vissuto e subitoquel declino che la resa consapevole che questo presenterappresenta una certezza per avviare un profondocambiamento.“Nonesiste il luogoacui tornare.Nonc’èunpassato da ripercorrere. C’è invece una nuova storia chedobbiamodeciderci ad aprire, se non vogliamodeclinare lanostraresponsabilitàesigillareilnostrodestino.”Ed il cambiamentononpotrà trovare giustificazioni in unqualche richiamo a competenze di altri, da rincorrere ericercare in una qualche stanza del Governo e/o delParlamento. Il cambiamento passa innanzitutto nella

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categoria,nelsaperepromuoveremodellicheabbisognanodi semplici, chiare e decise “scelte”, che richiedono unavisione prospettica ed esigono che le guide, gli eletti,sappianopercorrere l’imperviosentiero insiemea tutte lecordate. Nel tempo breve di due stagioni la rinnovatacategoriadeiSuperTecnicidell’agricoltura,deglialimentiedell’ambientepuòedeveessereingradodirecuperareunruoloeunafunzionerappresentativaneiconfrontidituttele istituzioni pubbliche, delle scuole e dell’università. Madovrà essere in grado di rendere funzionali gli Organirappresentativi a tutti i livelli, affinché ogniCollegio/Ordine Territoriale e ogni Iscritto possa trovareascolto e accoglienza alle proprie attese e istanze,diventando al tempo stesso co-protagonista della vitasocialeeprofessionalediun’appartenenza.I tempi per ridefinire una stretta relazione, uncoinvolgimento, dei Collegi/Ordini Provinciali/Territorialicon il Consiglio Nazionale, non potranno protrarsi più ditanto.Dovràessere compitodel livello centrale farproprigli obiettivi di riforma della categoria con la fermadeterminazione di promuovere un’organizzazionefunzionale e dinamica e riconoscere i Consigli Regionaliquali interlocutori dei Governi regionali e di permanenterelazione interna. Scelte che il Consiglio Nazionaledovrebbe farproprie con semplici delibere.Nondovremoattenderepiùdeltemposegnatodalritornodiunastagioneper ridefinire i percorsi professionalizzanti. Se leriflessioni sin qui espresse sono condivise si comprendeperchénonvisiapiùtempo,perchélesceltenonsianopiùrinviabili.Non ci si dovrà attardare nell’attesa di un tramche non passa da anni. La categoria sarà chiamatarimettersi in cammino. E come evocato dalla poetessaEmily Dickinson: “Non conosciamo mai la nostra altezza

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finchénonsiamochiamatiadalzarci;masesaremofedelialnostrocompito,giungealcielolanostrastatura”.Quel cielo la nuova categoria dei “Super Tecnici”dell’Agricoltura, degli Alimenti e dell’Ambiente, se vuole,puòtoccarlo.

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BragaMario-Pubblicazioni

Nel 1989 scrive e pubblica il testo: “Periti AgrariOltre ilConfine”-Esaurito

Nel1996 scriveepubblica il testo: “PeritiAgrariDentrol’Orizzonte”-Esaurito

Nel1996scriveepubblica:“RiguadagnareilDomani–lariformadellaFormazioneProfessionale”Esaurito

Nello stesso anno scrive e pubblica: “Il ruolodell’Amministrazione Provinciale nell’EconomiaBresciana”-Esaurito

Nel 1997 scrive e pubblica: “Ritorno alla Politica” –Esaurito

Nel2000scriveepubblica“FavolediVita”– Ilsuoprimolibro di narrazione – Esaurito (In sito Internet –www.mariobraga.it)

Nel2003scriveilsuoprimoromanzo“Nonsiamoancorapronti”(insitoInternet)

Nel2006scrive“Nonvogliomorire”-Diariod’Argentina”(insitoInternet)

Nel 2010 scrive e pubblica “Landini a Testa a Calda,riavviarelapolitica”(Esaurito,insitoInternet)

Nel2013 scrive il romanzo“Lascia lavitascorrere” (insitoInternet)

Nel2013scriveepubblica“ERSAF2.0”(insitoInternet)

Nel2014scriveilromanzo“IlPianto”(insitoInternet)