I SOLIDI E I LIQUIDI - dsv.unisi.it · ... corpi solidi omogenei con ... Es. i vetri che pur avendo...
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In condizioni di temperatura e pressione atmosferica le molecole della
maggior parte dei gas sono così distanti le une dalle altre da non
interagire significativamente tra loro
Allo stato liquido e solido (FASI CONDENSATE), le particelle sono più
vicine ed interagiscono tra loro.
Anche se è possibile descrivere le proprietà dei liquidi e dei solidi,
queste non possono essere razionalizzate attraverso semplici equazioni
matematiche od un’ unica equazione di stato.
SOLIDI CARATTERISTICHE
• Forti interazioni intermolecolari
• Assenza di libero movimento delle molecole
• Volume e forma propria
• Rigidi e incomprimibili
Solidi cristallini: corpi solidi omogenei con struttura ordinata.
Anisotropia (proprietà che dipendono dalla direzione lungo cui sono
misurate). A causa della struttura interna, hanno la forma di una figura
solida delimitata da facce piane. Punto di fusione netto.
Solidi amorfi: struttura disordinata. Isotropia. Es. i vetri che pur avendo
forma e volume proprio sono caratterizzati da una disposizione
disordinata degli atomi nello spazio. Non assumono mai una forma
poliedrica e per frattura non liberano superfici piane. Spesso lo stato
amorfo non è stabile e per questo definito METASTABILE.
Queste proprietà sono
la manifestazione
esterna di una
disposizione regolare
degli atomi tenuti
insieme da rilevanti
forze attrattive
nei solidi amorfi non si ha ordine o si ha un ordine a
corto raggio nei solidi cristallini si osserva un ordine a
lungo raggio
I SOLIDI Cristallo: poliedro regolare delimitato da superfici piane che si forma da
un composto chimico sotto l’azione delle forze interatomiche quando
passa, in opportune condizioni, dallo stato liquido o gassoso allo stato
solido (es: zucchero, NaCl, I2)
Sostanza amorfa: non presenta facce piane ben sviluppate e legate tra
loro da precise leggi di simmetria (es: vetro, gomma, alcuni tipi di plastica,
zolfo amorfo).
Una sostanza può cristallizzare in forme o modificazioni diverse,
caratterizzate cioè da una diversa disposizione degli atomi all’interno del
cristallo, questo fenomeno è definito POLIMORFISMO.
Le proprietà delle diverse modificazioni possono essere molto diverse, ad
es. il carbonio cristallizza in diamante o grafite. Il diamante è incolore,
durissimo trasparente e prezioso. La grafite è tenera, nera, opaca.
ISOMORFISMO: è una caratteristica che accomuna sostanze diverse,
aventi composizione chimica simile, che cristallizzano nella stessa forma
con un’analoga disposizione degli atomi all’interno del cristallo.
Una proprietà che spesso si accompagna a questa analogie di forme e di
composizione chimica è la miscibilità allo stato solido, ossia la possibilità
di dare origine a CRISTALLI MISTI.
ISOMORFISMO
Sostanze diverse che cristallizzano nello stesso tipo di reticolo e con
la stessa disposizione tridimensionale degli atomi all’interno del
reticolo si dicono isomorfe.
Es: MII CO3
se MII è piccolo: Mg2+, Zn2+, Fe2+, Mn2+ cristalli romboedrici
se MII è grande: Ba2+, Sr2+, Pb2+ cristalli rombici
Ca2+ (raggio intermedio): polimorfo
ALLOTROPIA Esistenza di forme diverse di uno stesso elemento che differiscono per il
modo in cui gli atomi si legano fra di loro e/o per il numero di atomi
costituenti le unità molecolari.
Es:
• Zolfo (S8); zolfo plastico Lo zolfo naturale contiene principalmente molecole a
forma di anelli di 8 atomi concatenati, S8. Per riscaldamento dello zolfo ordinario
a circa 200 °C e successivo e immediato raffreddamento, si formano invece
lunghe stringhe di «zolfo plastico».
• Ossigeno (O2); ozono (O3)
• Diamante; grafite; fullerene
POLIMORFISMO
Una sostanza che ha la capacità di cristallizzare in strutture cristalline
diverse si dice polimorfa.
Es:
• Zolfo (S8): rombico(S) e monoclino (S). Lo zolfo rombico e
monoclino consistono entrambi di molecole cicliche S8 e differiscono
solamente per la disposizione spaziale in reticoli cristallini diversi.
• CaCO3: calcite (romboedrica) e aragonite (rombica)
STRUTTURA DEL CRISTALLO
Il modo in cui si realizza la disposizione regolare degli atomi all’interno di un
cristallo. La disposizione regolare si genera per ripetizione periodica
tridimensionale di una unità base.
RETICOLO LINEARE: quando un dato motivo si ripete identico per successivi
spostamenti di lunghezza a lungo la direzione data.
a
RETICOLO PIANO: quando lo stesso motivo viene ripetuto periodicamente in
due direzioni diverse formanti un angolo tra loro con successivi spostamenti
di lunghezza a e b, rispettivamente. I parametri di tale reticolo sono le due
distanze elementari a e b, dette periodi di identità lungo le direzioni date, e
l’angolo tra queste ultime.
a
b
RETICOLO SPAZIALE: quando lo stesso motivo si ripete periodicamente
lungo tre direzioni non complanari. I tre periodi di identità a, b e c lungo le tre
direzioni e gli angoli , e , costituiscono le costanti reticolari.
L’elemento di volume definito dagli spigoli a, b e c si chiama CELLA
ELEMENTARE e possiede tutte le caratteristiche del cristallo stesso.
Dalla ripetizione della cella elementare lungo le tre direzioni individuate dai
suoi lati si origina l’intero reticolo.
Tutte le celle elementari appartengono ad uno dei sette sistemi cristallini
riportati nella Tabella seguente.
CRISTALLI METALLICI
struttura compatta:
Nei metalli gli atomi
hanno un numero di
coordinazione elevato e
sono disposti come si
disporrebbero delle
sfere in modo da
lasciare il minore
volume vuoto possibile
(impacchettamento
compatto). Alcuni metalli
hanno struttura cubica a
corpo centrato, ma la
maggior parte adotta
una struttura cubica a
facce centrate o
esagonale compatta.
(a) Sfere disposte in un piano
nel modo più compatto
possibile. Ogni sfera è a
contatto con altre sei.
(b) Sfere impacchettate su
due piani. Ciascuna sfera
è a contatto con altre sei
dello stesso piano, con tre
di quello superiore e con
tre di quello sottostante.
Il tipo di
impacchettamento
preferito è quello che
lascia il minor spazio
vuoto. La struttura
cristallina adottata
dipende dalla forma e
dalle dimensioni degli
ioni, atomi o molecolo
che costituisocno il
solido.
CRISTALLI IONICI
La maggior parte dei sali cristallizza dando luogo a
solidi ionici i cui ioni costituiscono la cella
elementare.
RETICOLO CRISTALLINO
Tutti i composti ionici hanno, allo stato solido, una struttura formata da un
insieme di ioni ciascuno fissato in una certa posizione del reticolo
cristallino, tale che ogni ione positivo è circondato ad uguale distanza da
un certo numero di ioni negativi e viceversa. Il numero di ioni di uguale
carica che circondano uno ione di carica opposta viene definito NUMERO
DI COORDINAZIONE.
Il segmento più piccolo del reticolo cristallino è definito cella elementare e
corrisponde alla porzione più piccola di un reticolo che, ripetuta lungo le
direzioni individuate dai suoi spigoli, riproduce l’intera struttura cristallina.
Esistono tre tipi di celle elementari:
Cubica semplice
Cubica a corpo centrato
Cubica a facce centrate
Se consideriamo perciò gli ioni come sfere rigide, possiamo individuare i numeri di coordinazione più probabili, in funzione del rapporto r+/r- tra i raggi.
Nello schema seguente sono indicati i tipi più comuni di coordinazione, con la relativa simmetria nello spazio (la trigonale è solo planare, cioè i tre anioni e il catione centrale si trovano sullo stesso piano), in funzione del rapporto tra il raggio ionico del catione (che è quasi sempre più piccolo) e quello dell'anione.
rapporto r+/r- numero di coordinazione
geometria di coordinazione
> 0,155 3 trigonale
> 0,225 4 tetraedrica
> 0,414 6 ottaedrica
> 0,732 8 cubica
NUMERO DI COORDINAZIONE E RAPPORTO DEI RAGGI
IONICI r+/r-
CRISTALLI COVALENTI Tutti gli atomi sono uniti tra loro da legami covalenti
154pm
Duro
p.di fusione: 3550°C
isolante
DIAMANTE
GRAFITE
142pm
Ibridazione sp2
Tenera/sfaldabile
p.di fusione: 3652°C
Conduttore
340pm
Struttura cubica a facce
centrate con atomi di C
addizionali situati a metà tra
vertici alterni e il centro del
cubo. Gli atomi di C sono
legati tra loro da legami
covalenti , hanno
ibridazione sp3.
Numero di coordinazione =
4.
CRISTALLI MOLECOLARI
Nei solidi a struttura molecolare i legami tra gli atomi all’interno di una molecola
sono essenzialmente covalenti mentre gli atomi di molecole diverse sono tenute
insieme da legami a H o di van der Waals.
Per questo motivo i solidi molecolari sono teneri, volatili ed hanno una
temperatura di fusione relativamente bassa. Es.: il ghiaccio rappresenta l’esempio
più noto di struttura cristallina condizionata dai legami a H che sono disposti,
insieme a quelli covalenti interatomici, in modo da formare una struttura
relativamente aperta (struttura a gabbia aperta) che porta ad una densità di circa
la metà rispetto a quanto ci dovremmo aspettare per un impacchettamento
compatto di molecole di acqua.
Il fullerene è uno dei vari allotropi del carbonio (i più conosciuti allotropi del carbonio sono il diamante e la grafite oltre al carbonio amorfo e altre forme non ancora completamente definite).
Sono molecole composte interamente di carbonio, che prendono una forma simile a quella di una sfera vuota, di un'ellissoide o di un tubolare.
Il fullerene approssimativamente sferico è denominato a volte buckyball, mentre il fullerene cilindrico è altresì noto come buckytube o nano tubo.
CRISTALLI MOLECOLARI
Nei cristalli la cella elementare non si ripete quasi mai perfettamente. Due tipi
di difetti che si trovano comunemente nei cristalli sono:
Imperfezioni a livello della cella elementare.
•difetto interstiziale, quando una particella occupa una posizione irregolare nel
reticolo;
•lacuna reticolare, quando manca una particella;
•sostituente isomorfogeno, quando una particella è sostituita da un'altra più
grande o piccola.
DISLOCAZIONI, modo in cui sono
disposte le celle elementari nel reticolo.
•dislocazioni a cuneo, quando uno strato
supplementare di particelle si inserisce
tra due strati adiacenti del reticolo;
•dislocazioni a vite, quando alcuni strati
di particelle sono spostati rispetto alla
loro posizione normale. Può verificarsi
per crescita irregolare mentre il cristallo
si sta formando.
DIFETTI nei CRISTALLI
LO STATO LIQUIDO
L’energia attrattiva intermolecolare è maggiore rispetto all’energia
cinetica delle molecole che si dispongono in modo da lasciare poco
spazio vuoto.
Non si ha la disposizione ordinata delle molecole come nello stato
solido.
Le molecole sono dotate di mobilità per cui i liquidi diffondono
anche se con velocità minore dei gas e non hanno forma propria ma
assumono la forma del recipiente in cui sono contenuti.
Non sono comprimibili.
Le molecole, anche se in continuo movimento, si mantengono in
media alla stessa distanza reciproca.
I liquidi sono più volatili dei solidi. C’è sempre un certo numero di
molecole che posseggono una energia cinetica superiore ad un
valore assegnato e tale da vincere le forze attrattive. Queste
molecole se si trovano sulla superficie passano allo stato di gas o
vapore.
LIQUIDI
• Forze intermolecolari medie (gas/solidi)
• Ecin intermedia (gas/solidi)
Principali caratteristiche:
1. Volume proprio e assenza di forma
2. Ordine a corto raggio/disordine a lungo raggio
3. Densità
4. Bassa comprimibilità
5. Espansibilità
6. Diffusibilità
7. Viscosità
8. Bagnabilità
VISCOSITA’
La viscosità è la resistenza che un liquido incontra a fluire.
Perché un liquido scorra, le sue molecole devono poter scivolare le
une sulle altre. In generale, più forti sono le attrazioni intermolecolari,
più il liquido è viscoso.
• Le sostanze che hanno un’elevata tendenza a formare legami a
idrogeno hanno di solito un’elevata viscosità.
• Analogamente, all’aumentare delle dimensioni dell’area superficiale
delle molecole si osserva un aumento della viscosità a causa
dell’aumento delle forze di dispersione.
• Più lunghe sono le molecole, più punti di interazione esistono fra di
esse e più difficilmente queste scorrono le une sulle altre.
EVAPORAZIONE
L’evaporazione è il processo attraverso il quale le molecole sulla superficie di un
liquido passano alla fase gassosa. L’energia cinetica delle molecole costituenti il liquido
è funzione della temperatura. Minore è la T più bassa è la frazione di molecole che
hanno E sufficiente per sfuggire alla fase liquidi, quindi l’evaporazione è più lenta e la
tensione di vapore all’equilibrio più bassa.
Una molecola che si trova in fase di vapore può urtare la superficie del liquido e
rimanerne intrappolata CONDENSAZIONE.
TENSIONE DI VAPORE
La pressione parziale esercitata dalle molecole in fase vapore sopra la superficie del
liquido in condizioni di equilibrio, ad una data temperatura, è detta tensione di vapore
(pv) del liquido a quella temperatura. Poiché la velocità di evaporazione aumenta
all’aumentare della T, la tensione di vapore dei liquidi aumenta sempre all’aumentare
della temperatura.
EBOLLIZIONE
Il riscaldamento di un liquido causa sempre un aumento della sua tensione di vapore.
Quando un liquido è scaldato (ad un valore fissato di P come ad es. la P atmosferica) ad
una T sufficientemente elevata iniziano a formarsi, al di sotto della sua superficie, delle
bolle di vapore. Se la tensione di vapore all’interno delle bolle è minore della P applicata
sulla superficie del liquido (pressione esterna), le bolle collassano. Se invece T è
sufficientemente elevata, la tensione di vapore è abbastanza elevata da consentire alla
bolla di conservarsi, risalire fino alla superficie, rompersi e rilasciare il vapore nell’aria
circostante. Questo processo è detto ebollizione ed è diverso dal processo di
evaporazione.
Pvap = Pamb T ebollizione normale (P = 1atm)
DIAGRAMMI DI STATO
SISTEMA: una determinata
regione o porzione di materia
contenente una quantità definita
di una o più sostanze sotto forma
di una o più fasi;
FASE: un sistema omogeneo in
tutte le sue parti, non solo come
composizione chimica, ma anche
come stato di aggregazione. Es.
ghiaccio (fase solida), acqua (fase
liquida)
EQUILIBRIO: uno stato di un
sistema caratterizzato dal fatto
che non avviene alcuna
trasformazione spontanea.
un grafico in cui vengono
riportate le curve di equilibrio
tra le varie fasi di un
determinato sistema.
Le curve solido-liquido, liquido-vapore
si intersecano in un punto detto
PUNTO TRIPLO, in cui si ha la
coesistenza in equilibrio delle tre fasi
in cui può esistere una sostanza pura:
fase solida, liquida e gassosa.
Quindi per DIAGRAMMA DI STATO si intende un grafico in cui vengono
riportate le curve di equilibrio tra le varie fasi di un determinato sistema.
Un fluido si dice essere in uno stato supercritico (fluido supercritico) quando si trova
in condizioni di temperatura superiore alla temperatura critica e pressione superiore
alla pressione critica. In queste condizioni le proprietà del fluido sono in parte
analoghe a quelle di un liquido (ad esempio la densità) ed in parte simili e quelle di
un gas (ad esempio la viscosità).
DIAGRAMMA DI STATO DELLO ZOLFO
B, C ed F= 3 punti tripli
1 componente e 4 fasi: zolfo rombico e monoclino allo stato solido sono due forme
dimorfe che hanno simmetrie differenti dei cristalli.
Se si riscalda lo zolfo rombico rapidamente si ottiene la sua trasformazione
direttamente nella fase liquida o gassosa senza formazione di zolfo monoclino.