I siti minerari Parte la volata - Orobievive val...nel 1917. «Sarebbe molto interes-sante poterla...

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38 L’ECO DI BERGAMO SABATO 22 MARZO 2014 Provincia [email protected] www.ecodibergamo.it/cronaca/section/ Valle del Riso ANDREA FILISETTI Sembra si tratti solo di una que- stione di tempo, ma a breve gli au- straliani dovrebbero ricevere gli ultimi cinque permessi di ricerca per il comprensorio minerario della Valle del Riso. Dopo avere ottenuto i primi cinque, rinnovati nel frattempo e validi per altri tre anni, secondo quanto riferisce il rappresentante di Energia Mine- rals Italia Marcello De Angelis si tratterebbe «solo di espletare le ultime faccende burocratiche». «Nei giorni scorsi – continua De Angelis – a Milano si è tenuta senza intoppi la conferenza dei servizi che ci permette quindi di andare avanti. A tal fine provvede- remo quindi anche a recuperare la liquidità necessaria dai nostri investitori in Australia». Energia Minerals Italia è infatti il ramo italiano di un’omonima società quotata in borsa nel lontano Pae- se. L’iniziativa degli australiani, nonostante siano passati molti mesi dalla notizia del loro interes- samento ai giacimenti dell’alta valle (tra le mire della società c’è sempre anche l’uranio di Novaz- za), sembra farsi man mano più concreta. «Non spenderemmo nemmeno tempo e denaro se si trattasse di soli annunci, – confer- ma De Angelis – queste richieste costano in questi termini». Con 10 permessi di ricerca l’area interes- sata salirebbe a 4.000 ettari e ri- guarderebbe i territori di Gorno, Oneta, Oltre il Colle, Premolo e in una minima parte anche Ardesio, il tutto per andare a individuare e quantificare filoni di zinco, piom- bo e associati (principalmente ar- gento che in genere si trova com- binato alla galena). Sembra esclu- so l’interesse verso le terre rare, minerali oggi molto preziosi per- ché utili nell’industria ad alta tec- nologia. «In questa zona non ci sono terre rare – continua il rap- presentante di Energia Minerals – sarebbe bello se ci fossero, ma non è il caso della Valle del Riso». E per mettere piede nelle mi- niere, anche solo per fare attività di ricerca (per estrarre servono altre concessioni più complesse), è necessario intervenire sugli im- bocchi mettendoli in sicurezza, interventi da un costo stimato tra un milione e mezzo e un milione e ottocentomila euro. Ben poca cosa rispetto alle opere che sareb- bero necessarie per la coltivazione vera e propria: si stima che per la preparazione dei cunicoli sotter- ranei (in particolare della discen- deria Riso-Parina) servirebbero almeno cinque o sei milioni di eu- ro, anche se qualcuno sostiene che per riallestire una decauville co- me si deve (la ferrovia di servizio per il trasporto di scarti e minera- li) la cifra lieviterebbe ad almeno 11 milioni. Oggi il convegno a Gorno Nel convegno previsto oggi a Gor- no (i dettagli nel box in alto a de- stra) è in programma una relazio- ne di De Angelis dal titolo «Lavori di preparazione per la ripresa del- l’attività mineraria». In questa prima fase sembra che la società sia interessata a coinvolgere un’impresa del posto con espe- rienze nel settore e si parla di lavo- ro per una decina di persone. Se dovesse invece riprendere l’attivi- tà mineraria vera e propria il nu- mero salirebbe a cinquanta circa. In questo modo, mentre i neolau- reati dell’alta valle cercano espe- rienze di lavoro in Australia, altri giovani potrebbero trovare il pane grazie agli investimenti prove- nienti sempre da quella terra dove già all’inizio del ‘900 si diressero molti conterranei per lavorare in miniera. Le miniere della Valle del Riso sono ferme da più di trent’anni, ma secondo alcune testimonianze l’attività non si sarebbe interrotta per la mancanza del minerale, ma semplicemente perché a quei tempi, con l’apertura di nuove mi- niere oltre oceano, la coltivazione era stata valutata come disecono- mica. Allo stesso modo oggi l’esau- I siti minerari Ardesio Premolo Gorno Oneta Oltre il colle 1 2 3 4 5 BERGAMO 1 2 3 4 5 Corsa alle miniere Parte la volata degli australiani Valle del Riso, in arrivo gli ultimi 5 permessi per la società che avvierà le ricerche nel sottosuolo Energia Minerals a un passo dall’ok: «Ultime pratiche da concludere» I test serviranno per trovare zinco, piombo e argento in vista della riapertura «L’uranio? Tutto fermo finché l’Italia non cambia» Enegia Minerals anni fa aveva messo gli occhi anche sull’ uranio di Novazza. L’iter fu sospeso fra le pole- miche e la società fa sapere che «resterà tutto fermo fino a quando le cose in Italia non cambieranno». rirsi di altri giacimenti potrebbe tornare a far crescere il valore dei minerali, ancora richiesti dall’in- dustria: lo zinco come componen- te anti corrosivo e il piombo per le batterie. L’uranio di Novazza Energia Minerals Italia è anche la stessa società che già anni fa aveva messo gli occhi sui giacimenti di uranio di Valgoglio e Val Vedello e non si è dimenticata dell’affare. «Resterà tutto fermo fino a quan- do le cose in Italia non cambieran- no – spiega il rappresentante della società Marcello De Angelis – tut- tavia i depositi in questione sono lì che attendono di essere estratti. Agip ai tempi si è limitata a quanti- ficare la presenza del minerale e a fare alcuni assaggi. L’uranio è un minerale che può essere venduto sul mercato come un altro, la legge regola con norme attente il settore e chiaramente vanno rispettati al- cuni parametri. La richiesta, per via delle centrali nucleari, non manca e questa potrebbe essere una risorsa importante per il terri- torio, senza far correre rischi alla popolazione». ©RIPRODUZIONE RISERVATA «Un’opportunità per la nostra terra ma coniugando lavoro e patrimonio culturale» Sviluppo occupazionale o turistico? Le miniere, anche se chiuse da trent’anni, da tempo sono al centro di un progetto di valorizzazione. Proprio la miniera Riso-Parina potrebbe diventare un secondo percorso da accostare al tratto già aperto al pubblico di Costa Jels. E le cose da vedere non mancherebbero. «Qui si potrebbe – spiega il co- ordinatore dell’Ecomuseo delle miniere di Gorno Dario Roggerini – organizzare una visita guidata capace di mostrare lo sviluppo più industrializzato dell’attività estrattiva. Mentre nel sito di Co- sta Jels la lavorazione ha visto tec- niche meno recenti, qui sono stati impiegati macchinari più moder- ni. Inoltre si potrebbero portare i turisti sino alla vecchia centrale idroelettrica, oppure anche a quella nuova che hanno realizzato all’interno delle miniere». Roggerini è speranzoso: le due finalità possono convivere. «Il sito è vasto – continua – e c’è sicura- mente il modo per non calpestarsi i piedi a vicenda. Ci sono ad esem- pio diverse uscite, si potrebbero immaginare percorsi alternativi che possano anche attraversare il bosco o costeggiare il fiume». Ma il progetto potrebbe interessare anche i comuni vicini. «Attraver- sando la galleria Noble, dopo più di tre chilometri si sbucherebbe in prossimità del villaggio mine- rario di Piazza Rossa (sul confine tra Ponte Nossa e Parre). Qui ci sono ancora manufatti interes- santi come il ponte usato per tra- sportare il minerale fino alla lave- ria». La laveria, struttura lasciata all’abbandono e al degrado, veniva realizzata proprio cent’anni fa: i lavori sono iniziati nel 1914 e finiti nel 1917. «Sarebbe molto interes- sante poterla recuperare», ag- giunge Roggerini. E le miniere potrebbero entrare anche in rete grazie a un’altra importante via di collegamento: la ciclabile. Seguono con attenzione la vi- cenda gli amministratori locali.

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38 L’ECO DI BERGAMO

SABATO 22 MARZO 2014

[email protected]/cronaca/section/

Valle del RisoANDREA FILISETTI

Sembra si tratti solo di una que-stione di tempo, ma a breve gli au-straliani dovrebbero ricevere gliultimi cinque permessi di ricercaper il comprensorio minerario della Valle del Riso. Dopo avere ottenuto i primi cinque, rinnovatinel frattempo e validi per altri treanni, secondo quanto riferisce ilrappresentante di Energia Mine-rals Italia Marcello De Angelis sitratterebbe «solo di espletare le ultime faccende burocratiche».

«Nei giorni scorsi – continuaDe Angelis – a Milano si è tenutasenza intoppi la conferenza dei servizi che ci permette quindi diandare avanti. A tal fine provvede-remo quindi anche a recuperarela liquidità necessaria dai nostri investitori in Australia». EnergiaMinerals Italia è infatti il ramo italiano di un’omonima società quotata in borsa nel lontano Pae-se. L’iniziativa degli australiani, nonostante siano passati molti mesi dalla notizia del loro interes-samento ai giacimenti dell’alta valle (tra le mire della società c’èsempre anche l’uranio di Novaz-za), sembra farsi man mano più concreta. «Non spenderemmo nemmeno tempo e denaro se si trattasse di soli annunci, – confer-ma De Angelis – queste richiestecostano in questi termini». Con 10permessi di ricerca l’area interes-sata salirebbe a 4.000 ettari e ri-guarderebbe i territori di Gorno,Oneta, Oltre il Colle, Premolo e inuna minima parte anche Ardesio,

il tutto per andare a individuare equantificare filoni di zinco, piom-bo e associati (principalmente ar-gento che in genere si trova com-binato alla galena). Sembra esclu-so l’interesse verso le terre rare, minerali oggi molto preziosi per-ché utili nell’industria ad alta tec-nologia. «In questa zona non ci sono terre rare – continua il rap-presentante di Energia Minerals– sarebbe bello se ci fossero, ma non è il caso della Valle del Riso».

E per mettere piede nelle mi-niere, anche solo per fare attivitàdi ricerca (per estrarre servono altre concessioni più complesse),è necessario intervenire sugli im-bocchi mettendoli in sicurezza, interventi da un costo stimato traun milione e mezzo e un milionee ottocentomila euro. Ben poca cosa rispetto alle opere che sareb-bero necessarie per la coltivazionevera e propria: si stima che per lapreparazione dei cunicoli sotter-

ranei (in particolare della discen-deria Riso-Parina) servirebberoalmeno cinque o sei milioni di eu-ro, anche se qualcuno sostiene cheper riallestire una decauville co-me si deve (la ferrovia di servizioper il trasporto di scarti e minera-li) la cifra lieviterebbe ad almeno11 milioni.

Oggi il convegno a Gorno

Nel convegno previsto oggi a Gor-no (i dettagli nel box in alto a de-stra) è in programma una relazio-ne di De Angelis dal titolo «Lavoridi preparazione per la ripresa del-l’attività mineraria». In questa prima fase sembra che la societàsia interessata a coinvolgere un’impresa del posto con espe-rienze nel settore e si parla di lavo-ro per una decina di persone. Se dovesse invece riprendere l’attivi-tà mineraria vera e propria il nu-mero salirebbe a cinquanta circa.In questo modo, mentre i neolau-reati dell’alta valle cercano espe-rienze di lavoro in Australia, altrigiovani potrebbero trovare il panegrazie agli investimenti prove-nienti sempre da quella terra dovegià all’inizio del ‘900 si diresseromolti conterranei per lavorare inminiera.

Le miniere della Valle del Risosono ferme da più di trent’anni, ma secondo alcune testimonianzel’attività non si sarebbe interrottaper la mancanza del minerale, masemplicemente perché a quei tempi, con l’apertura di nuove mi-niere oltre oceano, la coltivazioneera stata valutata come disecono-mica. Allo stesso modo oggi l’esau-

I siti minerari

Ardesio

Premolo

Gorno

Oneta

Oltre il colle

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BERGAMO

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Corsa alle miniereParte la volatadegli australianiValle del Riso, in arrivo gli ultimi 5 permessiper la società che avvierà le ricerche nel sottosuolo

Energia Mineralsa un passo dall’ok: «Ultime pratiche

da concludere»

I test serviranno pertrovare zinco, piombo

e argento in vistadella riapertura

«L’uranio? Tutto fermo

finché l’Italia non cambia»

Enegia Minerals anni fa aveva messo gli occhi anchesull’ uranio di Novazza. L’iter fu sospeso fra le pole-miche e la società fa sapere che «resterà tutto fermofino a quando le cose in Italia non cambieranno».

rirsi di altri giacimenti potrebbetornare a far crescere il valore deiminerali, ancora richiesti dall’in-dustria: lo zinco come componen-te anti corrosivo e il piombo per lebatterie.

L’uranio di Novazza

Energia Minerals Italia è anche lastessa società che già anni fa avevamesso gli occhi sui giacimenti di

uranio di Valgoglio e Val Vedelloe non si è dimenticata dell’affare.«Resterà tutto fermo fino a quan-do le cose in Italia non cambieran-no – spiega il rappresentante dellasocietà Marcello De Angelis – tut-tavia i depositi in questione sonolì che attendono di essere estratti.Agip ai tempi si è limitata a quanti-ficare la presenza del minerale ea fare alcuni assaggi. L’uranio è un

minerale che può essere vendutosul mercato come un altro, la leggeregola con norme attente il settoree chiaramente vanno rispettati al-cuni parametri. La richiesta, pervia delle centrali nucleari, non manca e questa potrebbe essere una risorsa importante per il terri-torio, senza far correre rischi allapopolazione».�

©RIPRODUZIONE RISERVATA

«Un’opportunità per la nostra terrama coniugando lavoro e patrimonio culturale»

Sviluppo occupazionaleo turistico? Le miniere, anche sechiuse da trent’anni, da tempo sono al centro di un progetto di valorizzazione. Proprio la minieraRiso-Parina potrebbe diventareun secondo percorso da accostareal tratto già aperto al pubblico diCosta Jels. E le cose da vedere nonmancherebbero.

«Qui si potrebbe – spiega il co-ordinatore dell’Ecomuseo delle miniere di Gorno Dario Roggerini– organizzare una visita guidata

capace di mostrare lo sviluppo piùindustrializzato dell’attività estrattiva. Mentre nel sito di Co-sta Jels la lavorazione ha visto tec-niche meno recenti, qui sono statiimpiegati macchinari più moder-ni. Inoltre si potrebbero portarei turisti sino alla vecchia centraleidroelettrica, oppure anche a quella nuova che hanno realizzatoall’interno delle miniere».

Roggerini è speranzoso: le duefinalità possono convivere. «Il sitoè vasto – continua – e c’è sicura-

mente il modo per non calpestarsii piedi a vicenda. Ci sono ad esem-pio diverse uscite, si potrebberoimmaginare percorsi alternativiche possano anche attraversare ilbosco o costeggiare il fiume». Mail progetto potrebbe interessareanche i comuni vicini. «Attraver-sando la galleria Noble, dopo piùdi tre chilometri si sbucherebbein prossimità del villaggio mine-rario di Piazza Rossa (sul confinetra Ponte Nossa e Parre). Qui ci sono ancora manufatti interes-

santi come il ponte usato per tra-sportare il minerale fino alla lave-ria». La laveria, struttura lasciataall’abbandono e al degrado, venivarealizzata proprio cent’anni fa: ilavori sono iniziati nel 1914 e finitinel 1917. «Sarebbe molto interes-sante poterla recuperare», ag-giunge Roggerini. E le miniere potrebbero entrare anche in retegrazie a un’altra importante via dicollegamento: la ciclabile.

Seguono con attenzione la vi-cenda gli amministratori locali.

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L’ECO DI BERGAMO 39SABATO 22 MARZO 2014

AREA DI RICERCA

4.000 ettari

MATERIE PRIME

zinco, piombo e argento

COMUNI

COINVOLTI

5

Le tappe

1982

2006

2012

Le miniere di Gorno-

Oltre il Colle chiudono

dopo circa un secolo

di attività. C'è ancora

materia prima da

estrarre, ma a quei

tempi l'attività viene

considerata anti

economica e l'Eni

preferisce far arrivare

il materiale dall'estero

Si fa avanti Energia

Minerals, società

dello stesso gruppo

a cui fa capo la Metex,

che chiede altri cinque

permessi di ricerca.

L'obiettivo dell'impresa

è individuare

e quantificare

la presenza di zinco,

piombo e associati.

Rimane fermo l'iter

per l'uranio

La società australiana Metex ottiene cinque autorizzazioni

di ricerca con finalità estrattive. L'iniziativa fa discutere, soprattutto

per l'interesse manifestato dalla società verso l'uranio di Novazza.

Dopo un braccio di ferro di alcuni mesi l'iter viene sospeso

Turismo, fondi in arrivoper i vecchi giacimentiSiti minerari da valorizzare aprendoli al pubblicoE la Regione stanzia due milioni di euro

«Devo dire grazie aisindaci per la preziosa collabo-razione. Anche da queste azionipassa il rilancio delle valli, peril quale Regione Lombardia haprevisto uno stanziamento eco-nomico molto importante di ol-tre 2 milioni di euro». Così l’as-sessore all’Ambiente, Energia esviluppo sostenibile ClaudiaMaria Terzi ha commentato laseduta del Collegio di vigilanzadell’accordo di programma re-gionale per il miglioramentoambientale e la valorizzazionedel patrimonio minerario dellaValle del Riso e Val Parina riuni-tosi ieri.

La finalità di questo accordodi programma, sottoscritto nel2004 e successivamente inte-grato con ulteriori finanzia-menti, è la valorizzazione delpatrimonio minerario dismessoe le aree esterne ad esso connes-se della Valle del Riso e Val Pari-na, che interessa diversi Comu-ni nella Bergamasca: Gorno,Ponte Nossa, Oltre il Colle, One-ta, Premolo e Parre. L’accordodi programma prevede la valo-rizzazione di siti minerari di-smessi nei Comuni interessatidall’accordo stesso a fini di mi-glioramento ambientale, turi-stico e culturale, rendendo, tral’altro, usufruibili al pubblicoalcuni siti minerari dismessi insotterraneo, utilizzati in passa-to per l’estrazione di piombo e

Una visita guidata in miniera a Gorno

Il Collegio di vigilanza, pre-sieduto dall’assessore Terzi ecomposto dai rappresentantidelle Amministrazioni comu-nali interessate, ha valutato lostato di attuazione dell’accordo,autorizzando alcune modificherilevanti, per raggiungere com-piutamente gli obiettivi previstidall’accordo.

A seguito dell’indisponibilitàdi due infrastrutture minerarieall’esterno, già destinate alla la-vorazione del minerale (lave-rie), nei Comuni di Gorno eOneta, per il mancato trasferi-mento dallo Stato ai Comunidegli immobili, si è reso neces-sario rimodulare il quadro eco-nomico degli investimenti, al-l’interno, comunque, dei pro-getti già approvati, ma non fi-nanziati con l’Accordo di pro-gramma.

Le modifiche

In particolare, i fondi già desti-nati alla ristrutturazione par-ziale della laveria di Gorno sonostati destinati al progetto di mi-glioramento ambientale al-l’esterno della miniera «Riso»,mentre quelli destinati aun’analoga struttura in Comunedi Oneta saranno utilizzati perla ristrutturazione dell’immo-bile nello stesso Comune e de-stinato a ospitare il museo etno-minerario. È stato, inoltre, ap-provato l’utilizzo di economiederivanti da appalti di opere giàrealizzate nei Comuni di Onetae Oltre il Colle.

Infine, il Collegio di vigilanzaha autorizzato, all’interno delquadro economico previsto dal-l’accordo di programma, l’inte-grazione progettuale e l’esecu-zione di interventi relativi a dueprogetti nei Comuni di Parre ePonte Nossa, sia per ulteriorigaranzie di sicurezza delle in-frastrutture che per opere ag-giuntive a seguito di risparmisulla base d’asta. � An. Fi.

Tecnici e amministratoriOggi il convegno a Gorno «I

l distretto mine-rario Riso-Pari-na. Studi, valoriz-zazione e svilup-po»: è il titolo del

convegno in programma oggi a Gorno alla sala Arcobaleno del-l’oratorio. Alle 9 i lavori si apri-ranno con i saluti dei sindaci diGorno, Oneta e Oltre il Colle, del

presidente della Comunità mon-tana Eli Pedretti, del presidentedi Promoserio Guido Fratta e delsoprintendente archivistico perla Lombardia Maurizio Savoja. Aprirà i lavori il coordinatore del-l’ecomuseo di Gorno Dario Rog-gerini e farà da moderatore il geo-logo Sergio Chiesa. Interverrà per primo il dottor Mauro Livra-

ga, direttore dell’Archivio di Statodi Bergamo con il tema «L’archi-vio delle miniere di Gorno». Se-guirà l’archivista Sergio Del Belloche proporrà un progetto di retestorico archivistica mineraria. Ilgeologo Diego Marsetti inqua-drerà la geomorfologia con alcu-ne proposte di riutilizzo delle mi-niere. Il professor Marco Serto-

rio, presidente di Assomineraria,si occuperà del quadro giuridico.Il dirigente della Regione Dome-nico Savoca spiegherà le normeche riguardano il caso delle mi-niere di Gorno, mentre Marcellode Angelis di Energia Minerals Limited parlerà dei lavori di pre-parazione. Nel pomeriggio una visita guidata alle miniere.

L’esperto

«Riaprirleè un fattoredi sviluppo»

Vede positivamente l’iniziativa

degli australiani l’esperto di mi-

niere e autore del libro «Le miniere

di zinco e piombo della bergama-

sca» Luigi Furia. «L’ho già detto –

spiega Furia – non è un male riapri-

re le gallerie, soprattutto con le

tecniche di oggi. Si tornerebbe in

questo modo a impiegare le minie-

re per il loro scopo originario e chi

ha concesso altro, non mi riferisco

a iniziative di valorizzazione del

patrimonio storico-culturale, do-

vrà così provvedere a rimettere a

posto le distrazioni del passato».

«La miniera – aggiunge Luigi Furia

– deve restare quello che è e, con

i tempi che corrono, anche se si

tratta di pochi posti di lavoro in più

sono comunque una manna caduta

del cielo».

zinco.

Gli interventi

L’accordo è attuato mediante larealizzazione di specifici pro-getti di valorizzazione, compre-si all’interno dei Comuni parte-cipanti, che tengono conto dellerichieste rappresentate daglistessi Comuni, con l’obiettivo di

costituire una rete di interventicoordinati, che contribuiscanoallo sviluppo di attività turisti-che e culturali a vantaggio dellepopolazioni dell’intero com-prensorio. La consistenza eco-nomica complessiva dell’accor-do di programma è di 2.340.000euro, di cui 2.100.000 a caricodella Regione Lombardia.

Fa discutere la proposta di riaprire le miniere della Valle del Riso

«Non siamo noi titolati a dare per-messi di questo tipo – dice il sinda-co Valter Quistini -, ma Gorno dovrebbe essere coinvolto mag-giormente nell’iter. Non vogliamotrovarci dei progetti a scatola chiusa e siamo inoltre molto at-tenti sulla questione ambientaledella vicenda. La nostra terra in questo senso ha già dato e per que-sto vogliamo maggiori garanzie.Per quanto riguarda l’aspetto oc-cupazionale ci piacerebbe che siachi è nato e chi ha scelto di viverequi a giovare dei frutti di questa terra. Rispetto allo sviluppo turi-stico dell’area non è detto che le due cose possano convivere». «Èun tema che dovrebbe essere trat-tato e discusso ampiamente in Consiglio comunale – afferma ilcapogruppo di minoranza ed ex

primo cittadino Giampiero Cale-gari –. Abbiamo appreso le infor-mazioni dalla stampa ed è per questo che andremo volentieri alconvegno, ma ribadiamo, cose co-sì importanti meriterebbero di essere condivise con i consiglieri».«Sarebbe bello – aggiunge – co-niugare la possibilità di nuovi po-sti di lavoro (pur rispettando l’am-biente) e di percorsi turistici».

«Se Energia Minerals ha inve-stito – afferma la prima cittadinadi Oneta Cesarina Bendotti – nonlo fa tanto per buttare via denaro.In Regione hanno già lavorato molto per portare avanti l’iter bu-rocratico. L’importante è riuscirea monitorare le loro attività e noninterrompere il lavoro di valoriz-zazione del nostro patrimonio storico culturale».�