I sensi e la precisione - Corso di scrittura creativa ... · e continuo». Il lavoro preliminare...
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I sensi e la precisione
Se nel cinema sono le immagini
a catturarvi e permettervi di
vivere una realtà alternativa,
nella narrativa questo compito
spetta alle descrizioni.
Le descrizioni
In un romanzo o in un racconto la descrizione è tutto ciò
che permette di creare un quadro nella mente del
lettore.
John Gardner
«Ogni bravo scrittore crea, attraverso le parole, un sogno vivido
e continuo».
Il lavoro preliminare per scrivere descrizioni efficaci si fa nella
vita di tutti i giorni, quando non si scrive ma semplicemente si
osserva il mondo con uno sguardo curioso.
Per scrivere
descrizioni efficaci
bisogna usare tutti
e cinque i sensi e
comunicare la
fisicità con cui si
muovono i
personaggi.
Uno degli errori più comuni degli
scrittori esordienti è quello di
usare solo la vista,
dimenticandosi di olfatto, tatto,
udito e gusto.
Il profumo, Süskind
«Centinaia di migliaia di odori sembravano non valere più
nulla di fronte a quest'unico odore. Questo solo era il
principio superiore secondo il quale si dovevano
classificare gli altri profumi. Era pura bellezza.»
I SENSI: CASSAFORTE PER I RICORDI
I sensi faranno anche da richiamo
potentissimo per i ricordi.
Un flashback può essere innescato
proprio da un ricordo sensoriale.
Abbiamo bisogno di dettagli sensoriali per supportare un dialogo,
una frase, un concetto astratto. Le descrizioni generiche o
astratte non servono a nulla.
È fondamentale che le descrizioni, oltre
a comprendere tutti e cinque i sensi,
siano precise. È la precisione che
permette di dare un senso di
verosimiglianza e rendere la storia
credibile.
It, Stephenk King
Forse fu l’ecchimosi a guidarlo verso la possibilità della
sua bellezza, quel contrasto così preciso, una stonatura
che prima richiama l’attenzione e poi fa da punto di
riferimento per giudicare tutto il resto: gli occhi grigio-blu, il
rosso naturale delle labbra, l’immacolato biancore della
sua pelle infantile. Aveva una spruzzatina di minuscole
lentiggini a cavallo del naso.
La vaghezza e la superficialità non vanno mai
bene. Potete anche effettuare la prima stesura
un po’ correndo, inserendo delle descrizioni
un po’ generiche, ma in fase di riscrittura
dovete sostituirle con dettagli precisi.
Ad esempio: se un personaggio guida
un’auto, potete specificare il modello. È
diverso dire “Mark guidava un’auto”,
oppure “Mark guidava un’auto costosa”,
o ancora “Mark era alla guida della sua
Audi A8 di color blu elettrico”.
(Attenzione a non esagerare o potreste annoiare il lettore o
dare l’impressione di una rivista pubblicitaria).
Imparate i nomi
propri di alberi,
piante, strumenti
musicali, attrezzi,
tonalità di colori,
etc…
La descrizione emotiva, i collegamenti
tra cose diverse, tra sentimenti e
sensazioni apparentemente distanti,
permettono di raggiungere un livello più
profondo e di dare spessore a un
romanzo.
Jo Nesbo, Il pipistrello
Lui la osservò mentre si muoveva su e giù. Sandra
incrociò il suo sguardo, gli rivolse un breve sorriso e poi
distolse gli occhi. Era lo stesso sorriso che ricevi quando
sei sul tram e senza volerlo fissi qualcuno un po’ troppo a
lungo.
Jo Nesbo, Il pipistrello
Ma a poco a poco aveva capito che non era una questione di
timidezza o di vergogna del proprio corpo, bensì di mettersi a
nudo. Che prima bisognava costruire, con il tempo e con i
sentimenti, un piccolo mondo sicuro, l’unica cosa che avrebbe
potuto conferirgli un diritto. Ecco perché questa notte era
diverso. C’era un che di rituale nei gesti con cui Birgitta si
spogliava, come se con la sua nudità volesse mostrare che era
vulnerabile. E che aveva il coraggio di farlo perché si fidava di
lui.
Enrico Brizzi, Jack frusciante
Adelaide era partita all’inizio dell’estate e adesso era metà
febbraio – un cavolo di febbraio che strisciava lungo i muri
di via Porrettana come un cane in una domenica di
pioggia –
La descrizione, se è originale ed efficace, è sempre emotiva e
connotativa*, mai oggettiva o fine a sé stessa, altrimenti sa di muffa,
sembra un abbellimento fine a se stesso. La descrizione emotiva è filtrata
dal PDV del protagonista, quindi vediamo come tutto torna ed è unito.
*Denotazione e connotazione
Denotazione e connotazione sono termini che si riferiscono ai diversi modi di intendere il significato di una
parola.
Per denotazione intendiamo il rapporto tra la parola e l’ oggetto che vuole significare; la connotazione
invece indica il significato nascosto (metaforico) di una parola che si riconduce spesso ai sentimenti del
poeta.
Se prendiamo come esempio la parola "deserto", può indicare un luogo geografico (denotazione) oppure
una condizione umana (connotazione: deserto dell'anima = solitudine); in generale la denotazione è
tipica della prosa, mentre la connotazione è diffusa nella poesia.
Ogni parola ha un significante, un significato e un referente.
- il significante è il suono della parola o la sua grafia
- il significato è il senso che diamo a un simbolo grafico o a un suono
- il referente è l’oggetto a cui diamo quel nome determinato (esempio “cavallo”)
Il significante cambia a seconda della lingua che si usa, mentre il referente è un concetto associato a
quel suono (cavallo = mammifero con certe caratteristiche).
Il significato è invece l'insieme di stati d'animo, di esperienze passate, di aspettative che ciascuno di noi
associa al referente e quindi varia in modo soggettivo. Dal significato delle parole nasce la loro capacità di
associarsi ad immagini diverse a seconda di chi le utilizza e di chi le ascolta; l'uso delle figure di
significato è quindi personale e questo le rende suggestive, ma talvolta di difficile interpretazione.
Esercizio:
Scrivete un brano dove il protagonista si perde in
una caverna completamente buia (quindi non
potete usare la vista).
Grazie! Domande? Puoi trovarmi su: www.scritturacreativa.org [email protected]