I Segni del Mare

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I Segni del Mare - Catalogo

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Associazione culturale l’Arco e la Fonte Siracusa

Regione SicilianaAssessorato Regionale delle Risorse Agricole e Alimentari

Comune di SiracusaAssessorato ai Beni e Politiche Culturali Spettacolo e Turismo

Ideazione, progettazione e coordinamentoNino PortogheseAnnibale Vanetti

Progetto graficoGianni Latino

AllestimentiJefArt, Canicattini Bagni (SR)

Produzione e documentazione audiovisivaErica servizi multimediali, Siracusa

TrasportiMail Boxes Etc Riva della Posta, Siracusa

StampaGrafica Saturnia, Siracusa

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siracusa 16 ottobre 7 novembre 2010monastero del ritiro via mirabella 31

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On. Giambattista Bufardeci

Risorse economiche e cultura

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Il pescato siracusano, dal capoluogo alla punta estrema dell’Isola, narra la storia e l’evoluzione sociale di un territorio d’incomparabile bellezza.L’attività della pesca e la lavorazione del prodotto pescato sono simbolo, essenza ed identità di luoghi e situazioni diverse accomunati da una pratica culturale esperta ed accorta, che ha resistito al passare dei secoli ed al mutare dei gusti e costumi.La vocazionalità di quest’area del sud-est siciliano, testimoniata dagli imponenti resti della Tonnara di Santa Panagia, da quelle di Avola e Marzamemi, nonché dalla presenza di un importante reperto di archeologia industriale a Vendicari, unita alle favorevoli condizioni climatiche e alla professionalità degli addetti al settore, conferiscono ai prodotti particolari specificità qualitative, grazie anche alle moderne tecniche di conservazione. Pesca e Agricoltura sono le due attività che hanno prodotto la cultura della nostra civiltà occidentale. Cultura e Arte ci chiedono continuamente “qualcosa di più”, ci stimolano a non accontentarci di ciò che sappiamo e di ciò che siamo. Investire in Cultura significa scommettere sulla possibilità dei singoli e della collettività di alzare lo sguardo e avere più ambizioni, più speranze, soprattutto più autonomia di giudizio.

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Antonino PortoghesePresidente associazione culturalel’Arco e la Fonte Siracusa

Il Grande Blu Arte contemporanea

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Vista dal cielo, la sottile pellicola che copre i continenti è un velo lucido di pura seta, strappato qua e là. Il manto stesso ha mille sfumature, in base alla profondità, alla salinità, alla latitudine: il verde, l’azzurro spesso si fondono con luci e riflessi, dando vita a giochi di straordinaria trasparenza. Visto da terra, il mare è un’onda che si abbatte sugli scogli, la schiuma bianca che scivola sulla battigia; i raggi del sole calante o della luna che sorge a pennellarne la superficie fino a spegnersi a riva; un peschereccio che prende il largo con il suo carico di uomini e di preghiere; una vela all’orizzonte gonfiata dal vento ed inseguita dai gabbiani.Visto dall’uomo, il mare è profumi e umori salmastri che si depositano sugli usci delle case lungo la costa. Grandi navi percorrono ogni rotta, eppure l’immensa distesa blu rimane in buona parte ancora indomita e intatta.Da quando ebbe inizio la sua avventura sulla terra, il rapporto dell’uomo con il mare si è fatto via via più complesso. Il mare è vita e morte. Lo è per l’uomo della società industriale che lo apprezza in quanto serbatoio inesauribile di risorse. Lo è per le popolazioni tradizionalmente arcaiche che lo assimilano alle divinità creatrici. Lo è per l’intellettuale, per lo scienziato e per il poeta, che tentano di svelarne il segreto del legame intimo, spirituale e culturale tra l’umanità e il mondo liquido che la circonda. Il mare crea, il mare distrugge, o meglio: muta, trasforma, divora con inesausta pazienza. Lavora da millenni, infaticabile scultore del mondo asciutto: martella, scava, sgretola, sbriciola, sminuzza fino a ridurre in sabbia impalpabile la roccia.Il mare Mediterraneo, poi, è stato la culla delle civiltà di tutte le nazioni da esso bagnate. Le sue acque, solcate dalle navi dei vari popoli, ne hanno permesso lo sviluppo attraverso gli scambi commerciali e l’interscambio delle varie forme di civiltà: Egizi, Fenici, Greci, Romani. Esso, inoltre, con tutta la varietà di pesci, il sale marino, che ha permesso la conservazione della carne, ha dato il nutrimento a città e villaggi delle coste. Ne sono una testimonianza i resti delle antiche tonnare lungo i litorali siciliani.In tutte le città di mare ed anche nei piccoli centri,

gli angoli più caratteristici dei nostri mercati del sud-est, sono proprio i banconi della rivendita del pesce. I venditori, con le loro grida e le loro espressioni vivaci e colorite, attirano l’attenzione dei cittadini e dei turisti.Il disastro che si è verificato lungo le coste del golfo del Messico, ad opera di compagnie petrolifere, interessate solo al profitto e non alle misure di sicurezza nella trivellazione di fondali marini, ha giustamente allarmato l’opinione pubblica mondiale. Non si può inquinare indiscriminatamente l’acqua del mare senza mettere in serio pericolo la vita sulla terra. L’altro pericolo è il forte calo di quantità di pesce in Europa. L’allarme viene lanciato dal rapporto “Fish Dependence”, firmato da due associazioni: NEF (New Economy Foundation) e Ocean 2012. Il problema ha una spiegazione molto semplice. La popolazione mondiale cresce, il consumo pro capite aumenta (più di 3,6 % l’anno). Il risultato è che si preleva ad un ritmo più veloce del tasso di riproduzione e i mari si svuotano. Servono norme condivise a livello internazionale. Se per millenni la natura ha nutrito e permesso l’evoluzione del genere umano, ora essa ha bisogno dell’uomo per essere salvaguardata da un progresso tecnologico indiscriminato, la cui unica finalità di guadagno rischia di mettere in serio pericolo tutte le forme di vita sul pianeta e, quindi, quella dell’uomo stesso. Se la creatività è una facoltà indispensabile alla sopravvivenza della specie, saper intuire quando e come modificare le regole accettate come valide, è una capacità propriamente “estetica”. Appartiene di diritto al regno della sensibilità. All’estetica va riconosciuto il ruolo di disciplina che studia i fenomeni dell’esperienza cognitiva umana e non quello di semplice esplicazione del bello e dell’arte.Poeti ed artisti, da sempre, hanno tratto ispirazione dal mare per le loro opere; a cominciare dal grande Poema Omerico “L’Odissea”: i viaggi di Ulisse, re di Itaca, al ritorno da Troia. Gli artisti, come poi gli stessi psicoanalisti, vi hanno visto il desiderio del viaggio e delle esplorazioni, insito nell’animo umano ed anche la metafora degli abissi insondabili della psiche umana.

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A cura di Nino Portoghese

FRANCESCO BRIGANTILAWRENCE BUTTIGIEGROBERTA CONIGLIAROANDREA DECANILUCA DIMARTINODIANA FORASSIEPIGIOVANNI GARIPOLI GIUSEPPE GIARDINAENZO GIURDANELLA

FERDINANDO GRECOJANO LAURETTALINO MARZULLIFRANCESCO RINZIVILLORICCARDO SGALAMBROJANO SICURADAVIDE TITOADRIANO URBANOANNIBALE VANETTI

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10Francesco Briganti2010Ortigia e il suo mare acrilico su tela150x40 cm

“Cerco di dipingere con la massima ‘naturalezza’, nella maniera più normale possibile, la mia pittura la capiscono meravigliosamente i bambini e i pescatori di Cadaqués”. E a proposito di uno di questi ultimi, Salvador Dalì racconta che, guardando una delle tele su cui il Pittore stava rappresentando il mare, disse: “È uguale! Ma nella tela è molto meglio, perché si possono contare le onde”.In questa bugia, della pittura più vera del vero che ne è la filosofia, sta il senso più autenticamente popolare dell’arte-tecne, nella totale adesione alle cose del dipingere di Briganti.

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12Lawrence Buttigieg2007 Ghajn Tuffieha olio su tela50x60 cm

Il piacere d’immergersi fra tele e colori per dipingere i luoghi del cuore, fra le terre e il mare e i loro contrasti di luce è virtù che Lawrence possiede come felice corrispondenza tra memoria e natura. Nella penisola che si stende tra le acque di un caldo mare, l’artista diventa complice di una natura in cui si identifica nello stesso momento in cui si smarrisce. Le forme aderiscono prontamente alla materia pittorica: pittura e paesaggio vibrano in armonioso e solare accordo, esprimendo la medesima sostanza.

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14RobertaConigliaro2009Emergosaponaria40x21x20 cm

Emergere dall’indifferenziato per ritrovarsi rigenerati.Immergersi per finalmente perdersi nel luogo della propria origine.Un doppio movimento sospeso...bloccato nell’attimo in cui, chiusi gli occhi, un liberatorio sonno ricco di sogni, restituisce il sentimento profondo di integrità fisica ad un corpo offeso e ferito.La chioma fluente disegna spirali che, amplificando le intime vibrazioni, regalano vivificanti armonie.

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16AndreaDecani2010Nascita di venere (1)legno policromo36x21x35 cm

Decani, con i costruttivisti, è convinto che l’artista deve lasciar decantare l’aspetto naturalistico della forma, privilegiandone la razionalità. Al dato corporeo, sensibile, predilige l’aspetto geometrico-matematico della conoscenza. La lunga e laboriosa pratica in ambito teatrale gli ha insegnato, però, che ogni misura della mente emerge dal contatto con il dato sensibile, che la natura, per l’uomo, è cultura. L’importante è che il linguaggio rigoroso e costruttivo, usato dalla mente, riesca a comunicare la profonda poesia delle cose.E, allora, una e poi due e perché non duecento “Nascita di Venere dalla spuma del Mare” in quella possibilità infinita di variazioni sul tema che si sviluppa nel racconto mitico: nell’impossibilità di raggiungere il cuore sanguinante e straziato dell’indicibile origine.

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18LucaDimartino2010La Riserva Naturale di Vendicarie altri vespri di Maggiostampa fotografica su carta millepunti40x60 cm

Solitamente troviamo normale e volgare tutto ciò che quotidianamente vediamo per quanto meraviglioso o prodigioso possa essere. Gli scatti preziosi di Luca Dimartino, stampati in una raffinata gamma di grigi, dimostrano quanto la fotografia sia capace di cogliere la più sottile ed incontrollabile poesia delle cose: per il fotografo, guardare è inventare. Dal paesaggio marino emergono malinconia e solitudine nella totale assenza di presenze umane. Bellezza formale, purezza di linee e volumi esaltati dagli equilibrati tagli compositivi rendono astratte le architetture nella tristezza del loro abbandono: la fotografia come pura creazione dello spirito.

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20Diana Forassiepi2010Per marerame, tela, cartone, acrilico59x21x62 cm

Diana trasforma il soggetto di un tema, intorno al quale ha lavorato per molti anni, il “torso”, in una sorta di vela-baluardo di una moderna “nave dei folli” alla deriva. Questa mitica imbarcazione, che porta incisi i segni del disagio e dello sbandamento dell’universo contemporaneo, solca i mari di un impossibile approdo veleggiando verso quell’Itaca mai raggiungibile, perché è proprio il viaggio, pur faticoso e denso di incognite, che l’artista avverte come propria meta.

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22GiovanniGaripoli2010Forme marinelegno70x50x30 cm

Bisogno di raccontare il mare attraverso le forme di vita da lui generate? Gusci levigati, asperità, protuberanze e sporgenze, anfratti, scatti repentini e subitanee fughe della materia pazientemente levigata, tagliata, sbozzata, incisa e, infine, cerata, accarezzata e percossa mille volte per inseguire una forma che, specchiandosi su una trasparente superficie, possa farci sentire tutta la fatica e la felicità di una genesi. La novità di una creazione che porti con sé tutti i caratteri del mondo marino e i segni inconfondibili dell’anima dell’artista.

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24GiuseppeGiardina2010da Storie d’acqua: Elena di Troiaterracotta decorata e invetriata35x50x54 cm

Le mani esperte dell’artista plasmano un viso classicamente composto, un sorriso appena accennato sulle labbra: è la donna più bella del mondo antico, Elena. Sulla testa, come una corona, porta le mura della città, di cui segna la fine; al centro il cavallo, strumento di morte e rovina della città di Priamo. La massa dei capelli è come mossa da un vento d’amore e di morte e ne disegna le lunghe ciocche in morbide onde che, ignare, trasportano le navi della flotta greca armate per vendicare l’onore offeso degli Atridi. Elena come Eva, l’eterno femminino protagonista dei grandi avvenimenti umani, misterioso e insondabile come il mare.

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26Enzo Giurdanella2010Riflessi (part.)stampa su carta lucida75x50 cm

La fotografia, ormai entrata a pieno titolo tra le arti visive, esprime non l’oggettività del reale ma la decostruzione che di essa fa l’occhio umano. Negli scatti di Giurdanella è la luce il vero protagonista della realtà visiva: la competente ed appassionata indagine dei giochi di luce sull’acqua, porta l’artista ad esplorare con attenzione le vibranti superfici marezzate. Con occhio di pittore si fa suggestionare da un riverbero, un luccichio, un improvviso bagliore, per trasformarlo in valore di contrasto, pulsione tonale, squillo timbrico in sintonia con le qualità cromatiche dell’animo umano.

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28Ferdinando Greco2009Buttarsi Dentro, Buttarsi Fuori (Dittico) Vinilici, crostacei,foglie di agave, poliestere su tela200x159 cm ciascuno

“Il motivo della violenza di questa onda è ormai andato oltre l’aspetto naturalistico......Qui il naturalistico si fa cosmico e, similmente a pianeti o a stelle, vengono proiettati o esplodono organismi biologici (crostacei) e vegetali (foglie d’agave)...Nell’apparente caos del quadro c’è anche splendore, germinazione, evento e soprattutto una incontenibile vitalità. Mi sembra che l’enfatizzazione dell’emozione ha prodotto anche più unità del quadro, ancora sono sparite alcune movenze mimetiche e naturalistiche della pittura ad eccezione dell’orizzonte di mare sullo sfondo ma questo è necessario in quanto, contrastando, esalta tutto il resto”.

N° 1404+1483 BUTTARSI DENTRO. DENTRO QUALUNQUE COSA SI MUOVA O CHE MI PUNGA SOSPINTO DAGLI SCATTI DI UNA LUNGA CODA E RASPAR SUL MATERIALE (INCONSCIO) SEDIMENTATO DEL FONDALE. N° 1451/C BUTTARSI FUORI. FUORI OLTRE L’ORIZZONTE VERSO IL CIELO E LIBERARE IL MATERIALE.

(dal diario di Ferdinando Greco)

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30Jano Lauretta2001Gabbiano e pesce fra le ondepietra45x32x21 cm

L’Artista sa cogliere nella forma una vitalità intrisa di tristezza di cui non riesce a stabilire la provenienza: non ne conosce l’origine. L’adesione al dato naturale diventa solo il punto di partenza di uno scatto che rivela il tragico sigillo portato poeticamente alla luce.(*) “L’immenso che esalta e ferisce, canta e grida con me nell’istante in cui il vero mi somiglia”.Solo nella costante attesa di un contatto sensibile con questo istante è possibile risolvere il dramma dell’esistenza. Restare in contatto con il corpo della scultura diventa l’unica via per restare tenacemente aggrappati a:(*)“i canti segreti della terra incisi dai secoli nel cuore dell’universo”

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(**) Dalla raccolta di poesie di Jano Lauretta “Questo nascere e morire”. Alfa Edizioni - Siracusa, 1995

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32LinoMarzulli2006La piramide rovesciataacrilico su tela80x100 cm

È proprio nel gioco libero e costruttivo del fare pittura che le qualità del colore che disegna la forma acquistano un’aderenza al moto ondoso marino. Così come le onde annullano il loro movimento sovrapponendosi in successione ritmica, così il segno-colore si alterna costruendo figure o ponendosi come autonoma tessitura del campo pittorico. Il nostro sguardo percorre la superficie come nell’esplorazione di una liquida massa in cui si fondono acqua e cielo e le linee forza di una “piramide rovesciata” ci invitano a tuffarci nel profondo.

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34Francesco Rinzivillo2010Marea neraolio su tela130x130 cm

Per Rinzivillo il mare è puro pretesto, finzione che si lascia assorbire nella pallida luce che trascolora, lasciando affiorare l’infinita promessa di un “altrove”. Un rosso baluginìo è sufficiente a spingere l’occhio oltre ogni capacità di lettura delle fitte trame di segni scuri, di flebili colori, di spiragli di luce e profondità dove il gesto sembra dibattersi fra i marosi, inabissandosi per trovare una luce inquieta, capace di ricreare potenti vibrazioni dell’animo.

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36Riccardo Sgalambro2010Opera N° 105olio su tela35x50 cm

Sgalambro è creatore di immagini che evocano solitudini estreme percorse da inquietanti silenzi. Le atmosfere rarefatte e gli spazi dilatati da improvvisi tagli prospettici sembrerebbero appartenere a paesaggi di qualche lontano pianeta. All’improvviso, però, ci accorgiamo che questi spazi appartengono alla nostra interiorità e il “mare” che abita le tele di Sgalambro, non è che lo specchio di una memoria atavica, in cui cercare l’immagine del nostro vero volto volto.

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38Jano Sicura2010Spazio-mareinstallazione ferrodimensioni varie

Piegando un ferro arrugginito, Jano scopre una forma che ricorda una goccia. È visivamente troppo leggera, così ne àncora la parte bassa, aggiungendo un surplus di peso con un nodo metallico. Poi ne costruisce una seconda e una terza, nel ripetersi di un gesto che è sempre uguale a se stesso ma sempre diverso, fino a riempire una larga e vibrante superficie con un “mare di gocce”. Un’infinità di variabili indipendenti costituiscono un’opera che ci fa tuffare in un mondo ricco e sensibile, autenticamente poetico, dove è possibile godere di questi “segni del mare” regalati al nostro immaginario.

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40Davide Tito2000Metamorfositerracotta patinata, legnoø 22 cm

Genera turbamento e inquietudine l’uomo-pesce di Davide Tito. L’ambiguità di questo essere dalla doppia natura che percepiamo spaventato, violato nella sua intimità dall’intrusione del nostro sguardo curioso, libera nel nostro animo sentimenti contrastanti che ci rivelano la compresenza di due mondi: quello terrestre, consolante perché consueto e conosciuto: quello acquatico da cui ci siamo emancipati da un tempo immemorabile ma che simbolicamente, ci apre scenari di possibili mutazioni genetiche, inquietanti metamorfosi che vogliamo, per tranquillità, relegare nell’ambito di mondi fantascientifici.

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42Adriano Urbano2010Mare nerotecnica mista su carta a mano120x90 cm

Predilige incidere, graffiare la materia pittorica, lasciando che la luce crei vibrazioni della superficie che evocano distanze incolmabili e invisibili lontananze. E’ questa percezione indeterminata che ci separa dal mondo reale, così il mare ci diventa dichiaratamente estraneo. Il colore si fa evento di pura sensualità, diventa materia di un “altrove” segnato dall’energia del gesto. Le linee che intervengono in questi spazi, disegnando irregolari geometrie, sono una sollecitazione diversa dalle stesure di luce: sono strumenti che rafforzano lo sconfinamento.

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44AnnibaleVanetti2010I fiori del mare (2)tecnica mista su tela50x70 cm

Come per Baudelaire nel suo poema “I fiori del male”, qui il mare si annuncia come uno dei termini della dissonanza estetica nella lotta-contrapposizione di due opposti. La bellezza nasce dalla sofferenza, come il fiore nasce dalla buia terra per tendere al cielo luminoso. Nella pittura scabra e tormentata di Vanetti la natura è trasfigurata in un luogo sacro dove esiste una possibilità d’incontro con il Divino. Il faticoso lavoro di decifrazione di una foresta di simboli, apre alla visione di un télos trasparente e luminoso a cui tendere le ali in un libero e liberatorio volo.

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Note biografiche

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Francesco Briganti Siracusa, 1984.Inizia giovanissimo ad interessarsi alla pittura.Consegue sia il diploma di maestro d’arte che il diploma in arte applicata presso l’istituto Statale d’Arte “A. Gagini” di Siracusa.Ha partecipato a concorsi nazionali ed interna-zionali in ambito grafico e pittorico.Insieme alla pittura coltiva l’interesse per la mu-sica conseguendo il diploma di chitarra classica e successivamente forma l’ensemble: “Suoni Nuovi Guitar Duo”. Tra le mostre si segnalono: 2010, Colori e forme del sacro, Galleria Roma Siracusa; 2003, Dal bello al bene, Ospedale Umberto I Siracusa; 2002, 1° premio settore gra-fica al concorso nazionale “Premio Archimede”, C.R.A.L. Siracusa.

Lawrence Buttigieg Malta 1963.Abita e svolge la sua attivita` di architetto e artista a Malta. Ha studiato all’Universita` di Malta, a California State University e a Charles Sturt University. Attualmente e` iscritto al Dottorato di ricerca in Belle Arti a Loughborough University (Inghilterra) e sta svolgendo uno studio sulla rappresentazione del corpo femminile, un tema dominante nella sua carriera artistica da oltre dieci anni. Esposizioni personali: 2008,Vee Gee Bee Art Gallery, Valletta, Malta; 2007, Auberge d’ Italie, Valletta, Malta;2005, Gallery G, Lija, Malta; 2003, Chiesa di Santa Marta, Piazza del Collegio Romano, Roma;2002, Corte Capitanale, Misrah il-Kunsill, Mdina, Malta.

Roberta ConigliaroSiracusa 1971.Nel 1989 si trasferisce a Roma, dove vive e la-vora. Espone dal 2002. Eventi espositivi recenti: 2009, Fiera Berlinerliste ‘09 (Berlino); “Pagine di diario”, at Borgia del Casale, Siracusa; Zagara e Rais, Ispica (RG); Tour Euart 2009. Showroom Arclinea Rimadesio, Boston (U.S.A.); a seguire Miami, New York, San Francisco, Atlanta.2008; Biennale delle Arti dell’Unità d’Italia, com-plesso mumentale del Real Sito del Belvedere di Sal Leucio, Caserta. “Simboli ed allegorie trasversali”, Casa d’Imperio, Matera. “Il segreto di Eva”, Primo Piano Living Gallery, Lecce; 2007; “Il Sogno...stati di incoscienza”, Primo Piano Living Gallery, Lecce; “Zagara e Rais”, la Sciabica, Ispica (RG). “Profondo Rosa” 2007, Complesso Tamerici Montecatini Terme (PT), Area & Imprin-ting, Roè Volciano, Salò (BS). 2006, “La Visione Negata”, San Nicolò dei Cordari, Siracusa, “Quin-dici donne + una Dea”, Reartunostudio, Brescia. “Migrazioni”, Palazzo del Governo, Siracusa, “Profondo Rosa”, Complesso Tamerici Monteca-tini Terme (PT).

Andrea DecaniCernusco Lombardone (MI), 1948.Frequenta i corsi di scultura a Brera con Marino Marini e Alik Cavaliere. Dopo un trentennio di attività e ricerca, (in particolare sullo spazio sce-nico), inizia di recente la sua attività espositiva. Negli anni ’80 conduce una ricerca sul valore simbolico, espressivo e strutturale della Croce, che ha il suo esito in una happening artistico-multimediale presso il quartiere Rondò a Sesto San Giovanni. Successivamente affronta il tema

della Cariatide, motivo classico legato alla simbo-logia del destino umano. Del 2004 è la personale Il mito da Narciso all’im-magine riprodotta presso lo Spazio Arte Sesto San GiovanniNello stesso anno inizia la sua partecipazione ai progetti organizzati dall’Associazione l’Arco e la Fonte di Siracusa:Nostos, galleria l’Arco e la Fonte, SR; Periplo - Blumare/Oltremare/Profondo, Monastero del Ritiro, SR; Migrazioni, Palazzo del Governo, SR; La visione negata, San Nicolò dei Cordari, SR; Diafania, galleria l’Arco e la Fonte, SR; Tragodia - tragico/sacro/sacrificio, San Nicolò dei Cordari, SR; Zagara e Rais, la Sciabica, Ispica, RG; La vi-sione negata - martyrium - violenza/sacro/reden-zione, Galleria civica Montevergini, SR - palazzo Costa, Vizzini CT; Lucia o dell’Acqua, Monastero del Ritiro, SR.Vive e lavora a Sesto San Giovanni (MI).

Diana ForassiepiDi origine toscana ma nata a Sesto S. Giovanni (MI). Dopo la maturità compie studi di pittura e disegno con Giovanni Fumagalli alla Civica Scuo-la d’Arte “Faruffini” della città natia. Collabora a molte iniziative culturali, fra cui “Piaz-zetta Artistica nei Quartieri” presentato alla Bien-nale di Venezia nel 1976. Coordina e partecipa al “Gruppo Arti Visive” promosso dall’Assessorato locale alla Cultura dal 1978 al 1985. Dal 2003 partecipa alle rassegne d’arte a tema proposte dall’Associazione Culturale “L’Arco e la Fonte” di Siracusa: Blu eventi, Cripta del Col-legio, SR; Nostos, galleria l’Arco e la Fonte, SR; Periplo - Blumare/Oltremare/Profondo, Monaste-

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ro del Ritiro, SR; Migrazioni, Palazzo del Governo, SR; La visione negata, San Nicolò dei Cordari, SR; Diafania, galleria l’Arco e la Fonte, SR; Tragodia - tragico/sacro/sacrificio, San Nicolò dei Cordari, SR; Zagara e Rais, la Sciabica, Ispica, RG; La visione negata - martyrium - violenza/sacro/redenzione, Galleria civica Montevergini, SR, palazzo Costa, Vizzini CT; Lucia o dell’Acqua, Monastero del Ritiro, SR.Vive e lavora a Sesto S. Giovanni (MI).

Luca Dimartino Kassel (D), 1977.Studente laureando in Storia dell’Architettura Moderna al Dams di Bologna.L’interesse per la storia dell’arte matura nel com-plesso mondo delle rassegne didattiche, curate nell’ambito dell’Istituto Statale d’Arte di Noto.Con il mezzo fotografico, in Emilia, attraverso gli spettacoli del teatro d’avanguardia, ritrae le regie dell’immediato underground della città.Come direttore della fotografia ha vinto la bienna-le giovani 2003 nella sezione cortometraggi.Interessato al nuovo innesto tecnico digitale ha esposto al Fiorile Arte di Bologna.Vive ad Ispica, dove continua la ricerca attra-verso la tecnica antica dell’emulsione ai granuli d’argento.

Giovanni GaripoliSiracusa, 1943.Sin dall’infanzia ha “respirato” in famiglia l’interesse per i materiali naturali, quali la pietra e il legno. Con la maturità, l’interesse per la crea-zione artistica è diventato passione, sostenuta da

una forte motivazione interiore e dallo studio dei grandi maestri del “900. Alcune sue opere si trovano in pubblici spazi urbani di Siracusa. Dal 2004 partecipa alle ras-segne d’arte a tema proposte dall’Associazione Culturale “L’Arco e la Fonte”: Tredici artisti per il tredici dicembre, galleria l’Arco e la Fonte, SR; Periplo Blumare/Oltremare/Profondo, Monastero del Ritiro, SR; Migrazioni, Palazzo del Governo, SR; La visione negata, San Nicolò dei Cordari, SR; Diafania, galleria l’Arco e la Fonte, SR; Tra-godia - tragico/sacro/sacrificio, casina Cuti, SR; Zagara e Rais, la Sciabica, Ispica, RG; La visione negata - martyrium - violenza/sacro/redenzione, Galleria civica Montevergini, SR, palazzo Costa, Vizzini CT; Lucia o dell’Acqua, Monastero del Ritiro, SR.Vive e lavora a Siracusa.

Giuseppe GiardinaNato in Libia nel 1940. I suoi interessi spaziano dalla pittura alla cera-mica, dalla scultura alla narrativa. Ha pubblicato i romanzi: “L’ombra lacerata” per le Edizioni L’Ariete di Siracusa e “Il re degli aquiloni” per l’ Autore Libri Firenze.Nel 2005 si è aggiudicato il terzo posto nel concorso letterario “Sabbie” indetto dal Silfio di Roma.Numerose le mostre personali e collettive in Piemonte, Liguria e Sicilia. I suoi presepi in ceramica sono stati esposti a Taormina e a Roma nel 2005. Nel 2007 dipinge “Chiese di Ortigia”, confalone della “Regata dei Quartieri Storici” di Siracusa. Dallo stesso anno partecipa alle ras-segne d’arte a tema proposte dall’Associazione

Culturale “L’Arco e la Fonte” di Siracusa: Zagara e Rais, la Sciabica, Ispica, RG seconda e quarta edizione. La visione negata martyrium-violenza/sacro/redenzione, Galleria Civica Montevergini, SR; palazzo Costa, Vizzini, CT; Lucia o dell’Ac-qua, Monastero del Ritiro, SR.Vive e lavora a Siracusa.

Enzo Giurdanella Modica (RG) 1956.Matura i suoi interessi per il disegno e la pittura frequentando nella splendida città di origine il locale ambiente artistico.Nei primi anni ottanta muovendosi con curiosità fra la città e la campagna, affina la sua sensibilità artistica cogliendo nei suoi scatti fotografici, gli aspetti plastico-luministici delle architetture e grafico pittorici del paesaggio.Dal 1990 al 2001 partecipa a concorsi e mostre fotografiche nella Provincia di Ragusa ottenendo lusinghieri riconoscimenti. Vive e lavora a Modica (RG).

Fernando GrecoRovello Porro (Como) 1939, vive e lavora a Saronno (Varese).Ha studiato a Milano dove ha insegnato al Liceo Artistico Statale per diversi anni e da sempre avverte l’esigenza di dipingere «come un bisogno profondo». Negli anni ‘60 concepisce l’opera d’arte come un oggetto in bilico tra valore e cosa, mentre nel decennio successivo inizia la serie dei Cataloghi reperti, dove si trovano tombini, santi e ritratti intesi come materiali archeologici di una Pompei odierna. Gli anni Ottanta e Novanta sono contraddistinti dai Paesaggi portati via e dai Mu-

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tanti dove al centro del fare pittorico vi è l’Essere umano e l’arte diventa una finestra “ultimale”. In questi ultimi anni nei suoi quadri ha accentuato i toni del drammatico con tratti di lirismo strug-gente dosato sapientemente. Per Greco il quadro è frutto della sua stessa vita tanto da assimilarlo a un diario visivo, dove la scrittura è sinergica al dipingere con la coscienza, afferma egli stesso, che «in me c’è un’ansia di accumulare sentimenti, rimandi, e l’opera pretenderebbe un rapporto vitale con chi la guarda… non si finisce mai di scoprire… è il tempo che ha lavorato, il processo che ho impiegato, le fasi della vita che ho attraversato…», tutto indissolubilmente legato con «un’ansia autobiografica». In Greco, quindi, «Scrittura e pittura coincidono, si rimandano l’una all’altra» come due forze dinamiche predi-sposte a raccontare la complessità dell’esistenza umana con forme vitali e in costante divenire, come lo è la costruzione dei suoi quadri.

Jano LaurettaRosolini (SR), 1938. Studia scultura presso l’Istituto Statale d’Arte di Palermo e Siracusa, dove insegna dal “60 al “74 plastica, scultura e disegno dal vero. Numerosi i consensi di critica e pubblico alle manifestazioni artistiche a cui ha partecipato dal 1956. Da segnalare la sua presenza alla Biennale Internazionale d’Arte Moderna di Malta nel 1995 e alla mostra internazionale di scultura “Ca’ la Ghironda” di Zola Predosa (BO) nel “96. Suo è il momumento in pietra dura di Modica realizzato a Rosolini, dedicato a NIcholas Green e sistemato nella piazza omonima nel 2001. Più recentemente partecipa alla collettiva “Arte,

Fede, Follia”, un progetto itinerante da Siracusa a Castellanza (VA) e ad altre rassegne d’arte a tema proposte dall’Associazione Culturale “L’Ar-co e la Fonte” di Siracusa. Nell’Ottobre 2008 è vincitore del “Premio Regionale Abruzzo” al XXXV Concorso Internazionale d’Arte Moderna di Sulmona.Vive e lavora a Rosolini (SR).

Lino MarzulliSesto S. Giovanni (MI) 1929 - Milano 2007. Nella sua città natale, negli anni ‘50 apprende il “mestiere” di Pittore alla Scuola d’Arte Faruffini. Nel 1961 inizia la sua attività espositiva, lavora con un gruppo di Artisti nel Quartiere delle Bot-teghe di Sesto S. Giovanni, compiendo frequenti viaggi all’estero. Nel 1966 si trasferisce a Milano, partecipando attivamente alla vita sociale e culturale della città. Dal 1973 frequenta assidua-mente lle Cinque Terre; a Riomaggiore inizia a dipingere le aspre colline e il burrascoso mare che già furono di Telemaco Signorini. Dal 1987, nello studio di Milano Ospita mostre di artisti e promuove dibattiti sul tema dell’Arte.Innumerevoli le mostre collettive e personali.Ha esposto in gruppo alla Biennale di Venezia nella XXXIV e XXXVIII edizione.

Francesco RinzivilloComiso (RG), 1966.E’ una figura decisamente dinamica nel pano-rama artistico contemporaneo, il suo linguaggio sfida il potere assoluto delle configurazioni tradizionali, ogni approccio retorico e qualsiasi descrizione statica della realtà.Nel segno fa confluire le immagini astratte dei

suoi ricordi, aprendosi “sinceramente” al mondo dell’esperienza, divenuto sempre più complesso in ogni sua rappresentazione.“Attraversare il confine” ricercando unospazio “altro”, è il riferimento principale del suo operare sperimentale. Tra le più significative esposizioni personali: Escapes, Palazzetto Mirto, Palermo; Art/X_for, Galleria La Calandra, Ispica (RG); EXTREMA_mente, Museo Civico, Calta-vuturo (PA); Timeless – installazione – Modica; Black-out Back_in – installazione, spazio cultura M. Assenza – Pozzallo (RG); Il viaggio dell’Eroe il limite, la soglia Teatro Garibaldi Modica (RG); In[tra] Limitem, spazio cultura M. Assenza Pozzallo (RG); LIMèS, Galleria Quadrifoglio, Siracusa; Rosso e Materia, Fattoria delle Torri, Modica (RG); In-certi confini, Ispica (RG); Trac-ce, Centro Studi “F. Rossitto”, Ragusa.

Riccardo Sgalambro Catania, 1939.Espone dal 1979 in personali e collettive in ambito nazionale.Eventi espositivi recenti: 2009, Personale al “Blu”, Ortigia/Siracusa; Zagara e Rais, Ispica (RG); Nuova Officina d’Arte - Festa dell’Arte- MULTIKULTI, Catania. 2008, La Visione Negata, Galleria Civica Montevergini, Siracusa, Museo Arte Contemporanea Vizzini (CT). 2007, Basilica San Nicolò, Siracusa. Zagara e Rais, Ispica. 2006, Migrazioni, Palazzo del Governo, Siracusa. 2005, Periplo, Monastero del Ritiro, Siracusa. 2003 Libreria Cavallotto, Catania, Galleria l’Arco e la Fonte, Siracusa.Vive ad Acicastello e lavora a Catania.

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Jano SicuraFerla (SR), 1950. Studia presso la Scuola Libera d’Arte di Stoc-carda e, in seguito, presso l’Accademia di Belle Arti “Karlsruhe” dal Prof. Max Karninskì. Nel 1997 entra a far parte dell’Associazione Opus di Siracusa e costituisce il gruppo “Arti Visive” Siracusa, Stoccarda. Dal 1998 insegna pittura e disegno all’Accademia Popolare di Leomberg (D). Nel 2000 fonda, a Canicattini Bagni (SR), l’associazione culturale “JefArt” e, dal 2006, è direttore del Museo d’Arte Contemporanea di Vizzini (CT). Dallo stesso anno partecipa alle rassegne d’arte a tema proposte dall’Associa-zione Culturale “L’Arco e la Fonte” di Siracusa: Migrazioni, Palazzo del Governo, SR; Zagara e Rais, la Sciabica, Ispica, RG; La visione negata - martyrium - violenza/sacro/redenzione, Galleria civica Montevergini, SR, palazzo Costa, Vizzini CT, Tragodia - pathos/nomos/logos, galleria Civica Montevergini, SR; Lucia o dell’Acqua, Monastero del Ritiro, SR.Bindungen è il titolo della recente personale alla Galleria Artycon di Offenbach e al Museo dei sensi di Canicattini Bagni (SR).Numerose le mostre personali e collettive a partire dal 1983 in Germania, Romania, Svizzera e Italia. Vive e lavora tra Siracusa e Heidelberg (D).

Davide TitoAugusta (SR), 1972.Si diploma all’Istituto Statale d’Arte di Siracusa in metalli e oreficeria e decorazione plastica e in scultura all’Accademia delle Belle Arti di Palermo.

Attualmente Insegna all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Nel 1995 espone al monastero di S.Venera di Castelbuono (PA) e alla collettiva Under 25 a Siracusa. Nel 2000 partecipa alle collettive: “Terra e fuoco” al Palazzo Duchi di S.Stefano a Taormina e “le Forme del Sacro” alla Galleria Roma di Siracusa. Nel 2001 lo storico dell’arte Enrica Cassarono presenta le sue opere in “Nuovi impulsi dalla Magna Grecia” presso l’associazione dei Musei Fiorentini di Firenze. Nel 2006 è presente alla collettiva “DNA –Pre-senze Corporee” alla galleria Il Quadrifoglio di Siracusa e “Dalla Terra al Sogno” al museo della ceramica di Montelupo Fiorentino.Nel 2007 a Zagara e Rais ad Ispica (RG).Vive e lavora a Firenze.

Adriano UrbanoNato a Palermo. Si dedicato alla scenografia e opera nel campo della grafica e della pittura. E stato titolare della Cattedra di Scenografia all’Accademia di Belle Arti P. Vannucci di Perugia. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Catania e di Urbino. Docente di Scenotecnica e di Storia dello Spetta-colo all’Accademia di Belle Arti Mario Minniti di Siracusa. Alla Facoltà di Belle Arti di Siviglia ha tenuto il seminario: Segno e Materia. Ha esposto in personali a Shiraz (Iran), Catania, Venezia, Brescia, Alessandria, Nizza di Sicilia, Perugia, Aqui Terme, Stresa, Acireale, Firenze, Vienna, Bologna, Siracusa, Roma. Partecipazioni a mostre: Sassoferrato, Catania, Forlì, Paternò, Trecastagni, Gualdo Tadino, Adra-no, Palermo, Perugia, Città della Pieve, Siracusa, Roma, Vizzini, Ispica.

Annibale Vanetti Marnate (VA), 1952.Dopo gli studi al Liceo Artistico di Busto Arsizio (VA), prosegue la sua formazione artistica frequentando studi di architettura e di proget-tazione grafica. Negli anni ‘70 partecipa ad un progetto di musica d’avanguardia, incidendo un album per la Casa Discografica PDU a Milano.Dopo l’abilitazione all’insegnamento di Educa-zione Artistica, frequenta la Facoltà di Filosofia alla Statale di Milano e, in seguito, approfondisce gli studi filosofico-teologici all’Istituto di Scienze Religiose “S. Metodio” di Siracusa. Inizia la sua attività espositiva nel 1986, quando si trasferi-sce a Siracusa, dove vive e lavora. Numerose sono state le collaborazioni ad iniziative culturali anche in qualità di relatore a corsi di formazione per docenti su temi di storia dell’arte e icono-grafia sacra. Dal 2001 è coordinatore artistico e animatore dei progetti elaborati dall’Associazione culturale “l’Arco e la Fonte” di Siracusa.

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