I risultati sono sorprendenti: in un caso FAMIGLIE Due ... · te dagli adolescenti, è ben...

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REGIONE TOSCANA OGGI 9 ottobre 2011 8 Due cuori e... una tribù DI ANDREA BERNARDINI n un caso su tre sono figli di genitori separati. Eppure loro, gli adolescenti, alla famiglia ci credono. E vorrebbero farne una, magari con due o più figli cui dedicare tutto il tempo di cui hanno bisogno. Sorprendono, ma non troppo, i risultati del questionario compilato da oltre cinquecento studenti - dai 16 ai 19 anni - studenti in licei, istituti tecnici e professionali delle province di Pisa, Arezzo e Pistoia. Presentati domenica mattina al Palazzo dei congressi a Montecatini in occasione dell’assemblea regionale delle Famiglie numerose, sono stati commentati da Francesco Belletti, presidente nazionale del Forum delle famiglie e Mario Sberna, presidente nazionale dell’Associazione famiglie numerose. Nonostante i modelli propinatici dai media, la scarsa autorevolezza dei genitori («almeno un terzo degli intervistati, immagino, ha genitori separati» - ha osservato Belletti) la famiglia è ancora per la stragrande maggioranza degli adolescenti un punto fermo. Nel tempo, purtroppo, la precarietà (la disoccupazione I giovanile è intorno al 30%) spegne ogni sogno. E le aspettative si ridimensionano. Anche perché la famiglia non è sufficientemente tutelata dallo Stato. Anzi, le ultime due finanziarie hanno penalizzato non poco proprio le famiglie con figli. Per questo motivo l’Associazione nazionale famiglie numerose, nelle scorse settimane, aveva promosso un sit-in di fronte a Montecitorio. «Intorno al capannello di papà e mamme di famiglie numerose si sono fatti vivi tanti esponenti dell’opposizione: Rosy Bindi, Luigi Bobba, Rocco Buttiglione, Savino Pezzotta, Antonio Di Pietro e diversi altri; abbiamo strappato un appuntamento Gianfranco Fini, ma all’indomani il presidente della Camera non si è fatto trovare all’appuntamento. Abbiamo parlato anche con alcuni esponenti della maggioranza, Carlo Ciccioli e il questore della Camera Antonio Mazzocchi, coi quali stiamo preparando un emendamento dove trovano spazio due richieste: i tre anni di contributi figurativi per ogni figlio e i 500 euro di ulteriore detrazione per ogni figlio a carico». Tornerete a Roma? «Sì, il prossimo mercoledì 12 ottobre». Francesco Belletti è tornato sulla proposta del «Fattore famiglia» lanciato in occasione della Conferenza nazionale della famiglia e che il Forum chiede che venga inserito nella prossima riforma del regime fiscale «promessa» dal ministro Tremonti. Obiettivo del «Fattore famiglia»: riconoscere un’area no-tax per ogni figlio a carico dei genitori. Durante il talk - show si è anche parlato di com’è cambiata l’immagine di famiglia «raccontata» dalla tv. Mauro Banchini: «dimenticate la favola secondo cui la televisione è fatta per divertire e per educare. La tv esiste soprattutto per vendere». Sì, al target più conveniente. Dunque, che fare? Dobbiamo premere off sul telecomando od organizzare un corso per telespettatori critici? «Dobbiamo fare l’una e l’altra cosa». «Non dimenticando mai, che la stragrande maggioranza degli italiani - ha osservato Antonello Riccelli, giornalista di Granducato tv e presidente dell’associazione dei giornalisti cattolici - si informa e si forma di fronte alla tv». «La tv? Nelle famiglie numerose non abbiamo tempo di vederla. Abbiamo meglio da fare» ha chiosato Mario Sberna. Si può ancora comunicare in modo convincente il bello di essere famiglia? È quello che sta provando a fare un «romano de Roma»: 50 anni il prossimo 19 ottobre, felicemente sposato da vent’anni - (nonostante i suoceri, dice lui) e padre di cinque figli, formatore eclettico, Pierluigi Bartolomei ha ricevuto insieme alla moglie Emanuela il premio «Due cuori e una tribù». Prima di dar vita, nel pomeriggio, ad una lezione-spettacolo che prende spunto dal fortunato libro scritto da Gary Chapman su «I cinque linguaggi dell’amore». «Dopo i confetti, scappano i difetti» dice Bartolomei citando la nonna. «L’innamoramento vero e proprio finisce dopo due anni. Poi l’unione sopravvive solo se ci si ... innamora della quotidianità». Anche e soprattutto se questa è particolarmente animata da una prole numerosa. DI MAURO BANCHINI n una Montecatini post miss-italianizzata ho conosciuto una associazione, quella delle famiglie numerose. E da uno fra i relatori (il presidente «Forum delle famiglie», Francesco Belletti) ho appreso qualche notizia sulla F2 (Fattore Famiglia): una proposta di riforma per «rendere il fisco più giusto ed equo nei confronti della famiglia». Molti tra i figli dei nuclei presenti al Palacongressi, erano stati portati fuori ma qualcuno era rimasto in sala giocando con il Lego o agitando piccole bandierine tricolori. Un clima piacevole che però ha sbattuto contro l’articolo 53 della Costituzione («Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività»). Per Belletti «non è giusto che alle famiglie sia riservato il trattamento di considerare come reddito disponibile quanto viene in effetti speso per assolvere al dovere sociale di crescere ed educare i figli, formando i cittadini di domani». Oggi, a parità di reddito, le famiglie con figli pagano le stesse tasse di chi i figli non li ha. Da qui la proposta: introdurre il Fattore Famiglia che fissando un criterio per quantificare la capacità effettiva delle famiglie corregga una forte ingiustizia. Il primo passo è stabilire una soglia sotto cui non è giusto che un singolo paghi le tasse: la soglia non tassabile per ogni persona - ecco la novità - verrebbe moltiplicata per un «fattore» che esprime il carico familiare, tiene conto del numero di familiari a carico e di situazioni particolari. Insomma: una «no tax-area a misura di famiglia» che certo porterebbe un minore introito allo Stato (stimato in 16 miliardi di euro) ma questi resterebbero nelle tasche delle famiglie finendo per essere riversati sul mercato dei consumi. Con benefici intuibili anche per lo Stato. Un forte investimento sulla famiglia è chiesto anche dalle «Famiglie numerose». A Montecatini ne ha parlato il segretario nazionale Mario Sberna presentando un manifesto («Siamo il Paese più vecchio del mondo con oltre il 20% di anziani e solo il 14% di ragazzi sotto i 15 anni ... Oggi le coppie con tre o più figli sono solo 983 mila mentre in Francia le famiglie numerose sono il 18% con una vivace natalità che porta allegria e speranza»). I figli sono «il futuro di tutti», non «un lusso privato» si accalorano gli associati prendendosela anche con un sistema mediatico che alle loro rivendicazioni, compresi gli incatenamenti davanti a Montecitorio, non dà un grande spazio. A Montecatini mi avevano chiamato a raccontare qualcosa su «come la tv vede la famiglia». Mi ero preparato la solita zolfetta, ma ho subito capito di essere io a dover imparare (esempio sulla bellezza di tenere spento, ogni tanto, l’apparecchio televisivo). Chi di figli ne ha quattro o cinque - per non parlare delle fasce ... superiori - il tempo per guardare la tv, forse, non lo ha. Ma vorrebbe che la tv si occupasse anche di loro. Perché no una bella fiction sulla vita ordinaria di una famiglia non ordinaria composta da babbo, mamma e cinque o sei figli? I li adolescenti sognano di tagliare il cordone ombelicale con la famiglia di origine a 23 anni. Sei su dieci già im- maginano il giorno del loro matrimonio in chiesa e 75 su cento desiderano due o più figli. È quanto emerge dal questionario compilato da oltre cinque- cento adolescenti - dai 16 ai 19 anni - studenti in licei, istituti tecnici e professionali della Toscana, i cui risultati furono an- ticipati dal nostro settimanale nel numero del 2 ottobre. Fuori casa a 23 anni - Gli adolescenti che hanno risposto al questionario dicono di voler lasciar casa, in media, ad appe- na 23 anni. Vita da single? No, meglio sposarsi in chiesa - Il 47% di loro ritiene impossibile una vita da single (il 51% se analizziamo le sole risposte dei maschi). Il 57,9% dei ragazzi pensa di sposarsi in chiesa. La percentuale è più alta tra le ragazze (60,6%) che tra i maschi (55,1%), il 15,8% coloro che invece pensano di sposarsi solo civilmente (19,1% tra i maschi e 12% tra le ragazze); il 26,2% pensa invece solo ad una convi- venza. I figli - Il desiderio di paternità e maternità, nelle risposte da- te dagli adolescenti, è ben superiore al tasso di 1,4 figli a don- na fertile. Il 19,4% dei ragazzi desidera avere un solo figlio, ma il 58,6% dice di volerne almeno due, il 14,7% almeno 3, l’1,9% 4, lo 0,9% 5 e il 4,5% più di cinque figli. Le ore della giornata - Quante ore al giorno voglio stare vici- no ai figli? il 75,1% di chi ha risposto al questionario dice di voler dedicar loro più di otto ore, e non poche ragazze chiari- scono che vorrebbero stare con loro figlio 24 ore al giorno. G La famiglia dei ragazzi PERCHÉ LATV NON PRODUCE UNA BELLA FICTION SULLE FAMIGLIE EXTRALARGE? Presentato il 2 ottobre durante l’assemblea regionale a Montecatini il sondaggio elaborato dall’Associazione. I risultati sono sorprendenti: in un caso su tre sono figli di genitori separati ma al nucleo familiare ci credono Nella foto Pierluigi Bartolomei riceve da Mario Sberna, presidente nazionale Anfn e dal consigliere nazionale Paolo Puglisi il premio «Due cuori e una tribù» la PROVOCAZIONE Speciale famiglie numerose il SONDAGGIO

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REGIONETOSCANA OGGI9 ottobre 20118

Due cuori e... una tribùDI ANDREA BERNARDINI

n un caso su tre sono figli digenitori separati. Eppureloro, gli adolescenti, allafamiglia ci credono. E

vorrebbero farne una, magaricon due o più figli cui dedicaretutto il tempo di cui hannobisogno.Sorprendono, ma non troppo,i risultati del questionariocompilato da oltre cinquecentostudenti - dai 16 ai 19 anni -studenti in licei, istituti tecnicie professionali delle provincedi Pisa, Arezzo e Pistoia.Presentati domenica mattina alPalazzo dei congressi aMontecatini in occasionedell’assemblea regionale delleFamiglie numerose, sono staticommentati da FrancescoBelletti, presidente nazionaledel Forum delle famiglie e Mario Sberna, presidentenazionale dell’Associazionefamiglie numerose.Nonostante i modellipropinatici dai media, la scarsaautorevolezza dei genitori(«almeno un terzo degliintervistati, immagino, hagenitori separati» - ha osservatoBelletti) la famiglia è ancoraper la stragrande maggioranzadegli adolescenti un puntofermo.Nel tempo, purtroppo, laprecarietà (la disoccupazione

Igiovanile è intorno al 30%) spegne ogni sogno. E leaspettative si ridimensionano.Anche perché la famiglia non èsufficientemente tutelata dalloStato. Anzi, le ultime duefinanziarie hanno penalizzatonon poco proprio le famigliecon figli. Per questo motivol’Associazione nazionalefamiglie numerose, nelle scorsesettimane, aveva promosso unsit-in di fronte a Montecitorio.«Intorno al capannello di papàe mamme di famiglienumerose si sono fatti vivitanti esponentidell’opposizione: Rosy Bindi,Luigi Bobba, RoccoButtiglione, Savino Pezzotta,Antonio Di Pietro e diversialtri; abbiamo strappato unappuntamento GianfrancoFini, ma all’indomani ilpresidente della Camera non siè fatto trovareall’appuntamento. Abbiamoparlato anche con alcuniesponenti della maggioranza,Carlo Ciccioli e il questoredella Camera AntonioMazzocchi, coi quali stiamopreparando un emendamentodove trovano spazio duerichieste: i tre anni dicontributi figurativi per ognifiglio e i 500 euro di ulterioredetrazione per ogni figlio acarico».

Tornerete a Roma? «Sì, ilprossimo mercoledì 12ottobre».Francesco Belletti è tornatosulla proposta del «Fattorefamiglia» lanciato in occasionedella Conferenza nazionaledella famiglia e che il Forumchiede che venga inserito nellaprossima riforma del regimefiscale «promessa» dal ministroTremonti. Obiettivo del«Fattore famiglia»: riconoscereun’area no-tax per ogni figlio acarico dei genitori.Durante il talk - show si èanche parlato di com’ècambiata l’immagine difamiglia «raccontata» dalla tv. Mauro Banchini: «dimenticatela favola secondo cui latelevisione è fatta per divertiree per educare. La tv esistesoprattutto per vendere». Sì, altarget più conveniente.Dunque, che fare? Dobbiamopremere off sul telecomandood organizzare un corso pertelespettatori critici?«Dobbiamo fare l’una e l’altracosa». «Non dimenticandomai, che la stragrandemaggioranza degli italiani - haosservato Antonello Riccelli,giornalista di Granducato tv epresidente dell’associazionedei giornalisti cattolici - si

informa e si forma di frontealla tv».«La tv? Nelle famiglienumerose non abbiamo tempodi vederla. Abbiamo meglio dafare» ha chiosato MarioSberna.Si può ancora comunicare inmodo convincente il bello diessere famiglia? È quello chesta provando a fare un«romano de Roma»: 50 anni ilprossimo 19 ottobre,felicemente sposato davent’anni - (nonostante isuoceri, dice lui) e padre dicinque figli, formatoreeclettico, Pierluigi Bartolomeiha ricevuto insieme alla moglieEmanuela il premio «Due cuorie una tribù». Prima di dar vita,nel pomeriggio, ad unalezione-spettacolo che prendespunto dal fortunato libroscritto da Gary Chapman su «Icinque linguaggi dell’amore».«Dopo i confetti, scappano idifetti» dice Bartolomeicitando la nonna.«L’innamoramento vero eproprio finisce dopo due anni.Poi l’unione sopravvive solo seci si ... innamora dellaquotidianità». Anche esoprattutto se questa èparticolarmente animata dauna prole numerosa.

DI MAURO BANCHINI

n una Montecatini post miss-italianizzataho conosciuto una associazione, quella

delle famiglie numerose. E da uno fra irelatori (il presidente «Forum dellefamiglie», Francesco Belletti) ho appresoqualche notizia sulla F2 (Fattore Famiglia):una proposta di riforma per «rendere il fiscopiù giusto ed equo nei confronti dellafamiglia».Molti tra i figli dei nuclei presenti alPalacongressi, erano stati portati fuori maqualcuno era rimasto in sala giocando con ilLego o agitando piccole bandierine tricolori.Un clima piacevole che però ha sbattutocontro l’articolo 53 della Costituzione(«Tutti sono tenuti a concorrere alle spesepubbliche in ragione della loro capacitàcontributiva. Il sistema tributario èinformato a criteri di progressività»).Per Belletti «non è giusto che alle famigliesia riservato il trattamento di considerarecome reddito disponibile quanto viene ineffetti speso per assolvere al dovere sociale dicrescere ed educare i figli, formando icittadini di domani». Oggi, a parità direddito, le famiglie con figli pagano le stessetasse di chi i figli non li ha. Da qui laproposta: introdurre il Fattore Famiglia chefissando un criterio per quantificare lacapacità effettiva delle famiglie correggauna forte ingiustizia. Il primo passo èstabilire una soglia sotto cui non è giustoche un singolo paghi le tasse: la soglia nontassabile per ogni persona - ecco la novità -verrebbe moltiplicata per un «fattore» cheesprime il carico familiare, tiene conto delnumero di familiari a carico e di situazioniparticolari. Insomma: una «no tax-area amisura di famiglia» che certo porterebbe unminore introito allo Stato (stimato in 16miliardi di euro) ma questi resterebberonelle tasche delle famiglie finendo per essereriversati sul mercato dei consumi. Conbenefici intuibili anche per lo Stato. Un forte investimento sulla famiglia èchiesto anche dalle «Famiglie numerose». AMontecatini ne ha parlato il segretarionazionale Mario Sberna presentando unmanifesto («Siamo il Paese più vecchio delmondo con oltre il 20% di anziani e solo il14% di ragazzi sotto i 15 anni ... Oggi lecoppie con tre o più figli sono solo 983 milamentre in Francia le famiglie numerosesono il 18% con una vivace natalità cheporta allegria e speranza»). I figli sono «il futuro di tutti», non «un lussoprivato» si accalorano gli associatiprendendosela anche con un sistemamediatico che alle loro rivendicazioni,compresi gli incatenamenti davanti aMontecitorio, non dà un grande spazio. A Montecatini mi avevano chiamato araccontare qualcosa su «come la tv vede lafamiglia». Mi ero preparato la solitazolfetta, ma ho subito capito di essere io adover imparare (esempio sulla bellezza ditenere spento, ogni tanto, l’apparecchiotelevisivo). Chi di figli ne ha quattro ocinque - per non parlare delle fasce ...superiori - il tempo per guardare la tv, forse,non lo ha. Ma vorrebbe che la tv sioccupasse anche di loro. Perché no una bellafiction sulla vita ordinaria di una famiglianon ordinaria composta da babbo, mammae cinque o sei figli?

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li adolescenti sognano di tagliare il cordone ombelicalecon la famiglia di origine a 23 anni. Sei su dieci già im-

maginano il giorno del loro matrimonio in chiesa e 75 sucento desiderano due o più figli.È quanto emerge dal questionario compilato da oltre cinque-cento adolescenti - dai 16 ai 19 anni - studenti in licei, istitutitecnici e professionali della Toscana, i cui risultati furono an-ticipati dal nostro settimanale nel numero del 2 ottobre. Fuori casa a 23 anni - Gli adolescenti che hanno risposto alquestionario dicono di voler lasciar casa, in media, ad appe-na 23 anni. Vita da single? No, meglio sposarsi in chiesa - Il 47% di lororitiene impossibile una vita da single (il 51% se analizziamole sole risposte dei maschi). Il 57,9% dei ragazzi pensa disposarsi in chiesa. La percentuale è più alta tra le ragazze(60,6%) che tra i maschi (55,1%), il 15,8% coloro che invecepensano di sposarsi solo civilmente (19,1% tra i maschi e12% tra le ragazze); il 26,2% pensa invece solo ad una convi-venza.I figli - Il desiderio di paternità e maternità, nelle risposte da-te dagli adolescenti, è ben superiore al tasso di 1,4 figli a don-na fertile. Il 19,4% dei ragazzi desidera avere un solo figlio,ma il 58,6% dice di volerne almeno due, il 14,7% almeno 3,l’1,9% 4, lo 0,9% 5 e il 4,5% più di cinque figli.Le ore della giornata - Quante ore al giorno voglio stare vici-no ai figli? il 75,1% di chi ha risposto al questionario dice divoler dedicar loro più di otto ore, e non poche ragazze chiari-scono che vorrebbero stare con loro figlio 24 ore al giorno.

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La famiglia dei ragazzi

PERCHÉ LA TVNON PRODUCEUNA BELLAFICTION SULLEFAMIGLIEEXTRALARGE?

Presentato il 2 ottobre durantel’assemblea regionale a Montecatini ilsondaggio elaborato dall’Associazione.I risultati sono sorprendenti: in un casosu tre sono figli di genitori separati maal nucleo familiare ci credono

Nella foto Pierluigi Bartolomei riceve da Mario Sberna, presidente nazionale Anfn e dalconsigliere nazionale Paolo Puglisi il premio «Due cuori e una tribù»

la PROVOCAZIONE

Specialefamiglienumerose

il SONDAGGIO