I riferimenti normativi sanitari internazionali e ... · I riferimenti normativi sanitari...
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I riferimenti normativi sanitari internazionali
e nazionali relativi alle infezioni correlate
all’assistenza e alla sicurezza
Lorena Martini
Presidente ANIPIO
Responsabile UOS Formazione
INMI L. Spallanzani, Roma
PFA Il controllo delle infezioni correlate all’assistenza
Cagliari 7 febbraio 2011
Istituto Nazionale per le Malattie Infettive
“Lazzaro Spallanzani” IRCCS
Di cosa parlerò
L’evoluzione in Italia dei programmi
Il quadro europeo
La rete collaborativa tra regioni (Programma
CCM) e i risultati raggiunti
Normativa nazionale
Infezioni correlate all’assistenza• circolare ministeriale 52/1985: “Lotta alle infezioni ospedaliere”
Viene raccomandato l’avvio di un programma di controllo delle infezioni in
ciascun presidio ospedaliero, che includa la costituzione di un Comitato
multidisciplinare, l’istituzione di un gruppo operativo, il dotarsi di personale
infermieristico dedicato. Viene affidato alle Regioni il compito di coordinare le
attività e di rinforzare i programmi di formazione professionale
• circolare ministeriale 8/1988: “Lotta alle infezioni ospedaliere: la sorveglianza”
Definisce i criteri standardizzati per la definizione e la diagnosi dei diversi siti di
infezione ospedaliera ed i metodi di sorveglianza. Raccomanda di utilizzare oltre
ai dati del laboratorio anche sistemi di sorveglianza “attiva”
• DPR 13 settembre 1988: “Determinazione degli standard del personale
ospedaliero”
Viene menzionato il Comitato di controllo delle infezioni ospedaliere, “al fine di
accertare la qualità dell’assistenza sanitaria, per conferire maggiore
professionalità agli atti tecnici essenziali”
• DM 24 luglio 1995: “Contenuti e modalità degli indicatori di efficienza nel
Servizio sanitario nazionale”. GU. n. 263, 10 novembre 1995.
Il ministero della Salute inserisce tra gli indicatori attraverso i quali viene
misurata l’efficienza e la qualità delle cure erogate, il numero di casi di infezioni
ospedaliere per mille dimissioni.
Lorena Martini
Circolare ministeriale n. 52/1985
compiti del CIO
• Definire la strategia di lotta contro le IO con particolare
riguardo ai seguenti aspetti:
� Organizzazione del sistema di sorveglianza
� Misure di prevenzione
� Coinvolgimento appropriato dei servizi laboratoristici
� Metodo e mezzi per informare il personale ospedaliero
sull’andamento delle infezioni
• Verificare l’effettiva applicazione dei programmi di
sorveglianza e controllo e la loro efficacia
• Curare la formazione culturale e tecnica del personale
• Definire la strategia di lotta contro le IO con particolare
riguardo ai seguenti aspetti:
� Organizzazione del sistema di sorveglianza
� Misure di prevenzione
� Coinvolgimento appropriato dei servizi laboratoristici
� Metodo e mezzi per informare il personale ospedaliero
sull’andamento delle infezioni
• Verificare l’effettiva applicazione dei programmi di
sorveglianza e controllo e la loro efficacia
• Curare la formazione culturale e tecnica del personale
Lorena Martini
Circolare ministeriale n. 52/1985
componenti del CIO
… il Comitato, coadiuvato dal Direttore Sanitario, deve
comprendere
• almeno un rappresentante delle altre aree funzionali
• esperti in igiene
� in malattie infettive
� ed in microbiologia
devono costituirne le figure essenziali
• così come è fondamentale la presenza del dirigente del
personale infermieristico
Lorena Martini
Circolare ministeriale n. 52/1985
Gruppo Operativo
Il Comitato designerà un ristretto gruppo operativo cui affidare
specifiche mansioni attinenti al programma:
• un medico igienista della Direzione Sanitaria
• un esperto in malattie infettive
• un caposala
• tre infermieri professionali particolarmente addestrati in materia
• un farmacologo clinico o farmacista ospedaliero
Il gruppo operativo deve ricevere dall’autorità competente
l’assegnazione del tempo e delle risorse necessarie per
l’espletamento dei suoi compiti.
Il gruppo operativo partecipa ai lavori del Comitato.
LOTTA ALLE INFEZIONI NOSOCOMIALI: LA SORVEGLIANZA
Circolare Ministeriale 8/1988
La commissione per le infezioni nosocomiali (C.I.O.) deve scegliere il sistema più adatto alla situazione e valutare i seguenti aspetti:
il funzionamento del laboratorio di microbiologiale dimensioni dell’ospedalela tipologia dei servizi esistentile risorse disponibilil’integrazione tra le diverse figure che si occupano della sorveglianza
Lorena Martini
Per essere efficaci, vi è bisogno sia del CIO (autorità
condivisa) che di figure dedicate (operatività). Quale
è la diffusione di CIO/medico/ICI (solo i sì effettivi)?
Lorena Martini
Il quadro italianoIl quadro italiano1985-1988
Circolari Ministeriali “Lotta alle infezioni” e “Sorveglianza”
• Infermiera epidemiologa
• CIO e GO
• Sorveglianza
• Ruolo attivo regioni
Indagine nazionale 1988
- Rispondenza 35%
0
20
40
60
80
% di
ospedali
CIO
CIO Medico ICN Sorveglianza
Indagine nazionale 2000
1999-2000
- Rispondenza 80%
0
20
40
60
80
% di
ospedali
CIO
CIO Medico ICN Sorveglianza
Media nazionale 21%
Lorena Martini
Stato dellStato dell’’arte dei programmi di sorveglianza e arte dei programmi di sorveglianza e
controllo a livello nazionalecontrollo a livello nazionale
Le autorità regionali hanno inviato i questionari a tutte
le aziende sanitarie pubbliche presenti nel territorio
regionale. 12 regioni hanno incluso anche le case di cura
accreditate (Abruzzo, Calabria, Emilia-Romagna, Friuli
Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Puglia, Sardegna,
Sicilia, Toscana, Umbria, Veneto).
Tempi della rilevazione: attività riferite all’anno 2006,
questionari pervenuti entro 12/2007
Lorena Martini
Lorena Martini
Tempi della rilevazione
Coordinamento Nazionale Progetto INFOSS Agenzia Sanitaria Regione Emilia�Romagna
MARZO 2007
APRILE 2007
FINE 2007
Lorena Martini
Rispondenza all’indagine
Azienda Sanitaria Presidi Ospedalieri
Rispondenti Esistenti %* Rispondenti Esistenti %*
Regione
Sardegna6 9 67% 15 27 56%
Italia 286 328 87% 639 728 88%
* percentuale rispondenti
Indagine conoscitiva 2000
Presidi Rispondenti Esistenti %
Italia 428 535 80%
Lorena Martini
Diffusione dei programmi di controllo per azienda
Infezioni
nell’atto
aziendale
Programma
aziendale
CIO/altro GO/altro CIO +GO
N°* %** N°* %** N°* %** N°* %** N°* %**
Regione
Sardegna (R=6 )
2 40% 1 20% 4 80% 2 40%
Italia(R=278 )
195 70% 242 87% 266 96% 254 91% 252 90%
R = rispondenti *N°di Aziende che ha risposto affermativamente alla domanda ** percentuale sui rispondenti
Lorena Martini
2007CIO CIO
attivo
GO Medico
addetto
ICI Medico
+ICI
N° %* N° %* N° %* N° %* N° %* N° %*
Regione
Sardegna(R=15)
12 92 4 3 23 1 8 2 15 1 8
Italia(R = 615)
582 95 448 73 491 80 442 72 483 79 424 69
*% sui rispondenti
Caratteristiche organizzative dei programmi di controllo
2000
Italia(R = 428)
316 74 215 50 283 66 253
186
59
43
218
143
51
33
89 21
in corsivo : reale attività dopo controlli interni
Lorena Martini
STRATEGIE E PROGRAMMI
Regione Sardegna
(R= 15)
Italia
(R = 615)
N° %* N° %*
Presenza di un programma per sorveglianza e
controllo ICA
4 31 474 77
CIO/GO producono un rapporto delle attività 1 8 456 74
Presenza di gruppo /progetto di Gestione del
rischio clinico
(integrato con programmi di controllo ICA)
8 62 489
(292)
80
(47)
Presenza di gruppo /progetto per il Governo
Clinico
(integrato con programmi di controllo ICA)
0 0 237
(152)
39
(25)
Presenza di un programma di comunicazione del
rischio infettivo al paziente/familiari
0 0 73 12
Lorena Martini
SORVEGLIANZA
Laboratorio Studio di prevalenza
ultimi 3 anni (2)
Sorveglianza
per obiettivi (3)
Sorveglianza
continuativa
(4)
2+3
O
2+4
N° %* N° %* N° %* N° %* N° %*
Regione
Sardegna
8 62 1 8 2 15 2 15 4 31
Italia(R =645 )
435 71 280 46 296 48 274 45 467 76
*% sui rispondenti
*% degli ospedali rispondenti
Lorena Martini
Italia
Regione Sardegna
Sì, 3 23%
Sistema di sorveglianza delle esposizioni accidentali a rischio biologico negli operatori sanitari
Lorena Martini
Temi per i quali sono stati definiti e diffusi protocolli operativi
scrittiSardegna Italia
2007
% *
2007
% *
2000
% *
Lavaggio/igiene mani 46 86 59
Uso disinfettanti/antisettici 31 81 63
Sterilizzazione/disinfezione dispositivi medici 38 81 56
Pulizia/sanificazione ambientale 31 81 66
Prevenzione IVU catetere-associate 23 67 43
Isolamento paziente 0 64 36
Profilassi antibiotica in chirurgia 15 64 37
Prevenzione BSI CVC-associate 8 57 29
Prevenzione ISS 38 52 29
Prevenzione trasmissione patogeni MDR 0 29 -
Prevenzione infezioni basse vie respiratorie 0 28 18
Modalità di segnalazione/notifica infezioni 0 22 -
Altro 15 51 -
*% sui rispondenti
Normativa nazionale
Accreditamento
DL 502/92 .“Riordino della disciplina in materia sanitaria, a norma dell’art.1 della legge 23 ottobre 1992, n. 421”.L’art. 8 afferma che “…sono definiti requisiti strutturali, tecnologici e organizzativi minimi richiesti per l’esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private e la periodicità dei controlli sulla permanenza dei requisiti stessi.”Il DPR del 14 gennaio 1997 identifica gli specifici requisiti minimi per l’esercizio delle attività sanitarie da parte delle strutture pubbliche e private e demanda alle Regioni la determinazione di requisiti di accreditamento.
Normativa nazionale
Rischio clinico
Seduta della Conferenza Stato Regioni del 20 marzo 2008.report
Intesa tra Governo, Regioni e Province autonome di Trento e Bolzano concernente la gestione del rischio clinico e la sicurezza dei pazienti e delle cure
Codice sito 4.10/2008/55. Intesa ai sensi dell’articolo 8, comma 6, della legge 5 giugno 2003, n.131.Viene sancita l’attivazione di una funzione aziendale permanentemente dedicata alla Gestione del rischio clinico e alla sicurezza dei pazienti e delle cure, la istituzione di un Comitato strategico nazionale per la gestione del rischio clinico e di una Consulta nazionale per la sicurezza del paziente.
Piani sanitari nazionali
• PSN 2006-2008Prevede, tra gli obiettivi mirati a controllare le malattie infettive, la sorveglianza e il controllo delle complicanze infettive legate all’assistenza sanitaria
• PSN 2003-2005Prevede, tra gli obiettivi mirati a controllare le malattie trasmissibili prevenibili con la vaccinazione, la sorveglianza delle infezioni nosocomiali e di quelle a trasmissione iatrogena
• Piano sanitario nazionale 1998-2000 – DPR 23 luglio 1998 Conferma l’importanza delle infezioni ospedaliere come indicatore della qualità dell’assistenza prestata ai pazienti ricoverati, pone, fra gli obiettivi per il triennio di riferimento, la riduzione di almeno il 25% dell’incidenza delle infezioni e l’attivazione di un programma per la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle infezioni in ogni presidio ospedaliero
Piani sanitari regionali
Regione Sardegna
Piano regionale dei Servizi Sanitari 2006-2008,
pubblicato dal BU della Sardegna dell'8 febbraio
2007, n.4. suppl. straordinario n.1, nella Parte
terza (Strumenti per il funzionamento del
sistema) e nella sezione “Governo clinico”
contiene un paragrafo dedicato a prevenzione e
controllo delle Infezioni Acquisite nelle Strutture
Sanitarie (IASS).
Le risposte: evoluzione nel tempoLe risposte: evoluzione nel tempo
le figure dedicate (ICN)
i Comitati multidisciplinari
le misure di controllo di “buon senso”
la notifica delle infezioni (sorveglianza passiva)
I fase: 1960-
Epidemie di MRSA in
Inghilterra
II fase: 1980- III fase: 2000-
Il metodo/la
valutazione
Interventi di sistema
=
=
le misure di controllo EBM ed EBN
la sorveglianza:
� attiva
� costo-efficacia
� i metodi epidemiologici
La responsabilità della dirigenza/ tutti gli operatori
L’implementazione delle buone pratiche
Sorveglianza attiva
utilizzando database
esistenti/linkage fonti
informative correnti
At present the major communicable
disease threats in the EU are the following:
Healthcare-associated infections, with or without
antimicrobial-resistant pathogens
HIV infection
Pneumococcal infections
Influenza
Tuberculosis
Dicembre 2007
Gli Stati Membri devono istituire ed attivare una strategia nazionaleistituire ed attivare una strategia nazionale per la prevenzione
e il controllo delle infezioni correlate all’assistenza
•• attuareattuare misure di prevenzione e controllomisure di prevenzione e controllo a livello nazionale o regionale (misure
standard; coerenza e comunicazione tra operatori; raccomandazioni a livello nazionale; indicatori
strutturali e di processo; processi di accreditamento)
• rafforzare prevenzione e controllorafforzare prevenzione e controllo a livello delle istituzioni sanitarie (programma,
misure organizzative, personale)
•istituire o rafforzare sistemi di sorveglianza attivasistemi di sorveglianza attiva (indagini, incidenza di infezioni
selezionate; patogeni selezionati; sistemi sorveglianza ECDC)
•favorire l'istruzione e la formazionel'istruzione e la formazione del personale sanitario
•migliorare l'informazione fornita ai pazientil'informazione fornita ai pazienti
•sostenere la ricercaricerca
INVITA LA COMMISSIONE
ad elaborare, entro 3 anni, una relazione di
attuazione al Consiglio che valuti l'impatto della
presente raccomandazione sulla base delle
informazioni fornite dagli Stati membri
1. Currriculum for course on point prevalence (PP) studies of HAIs
2. Infection control (IC) training needs assessment in the European Union
3. Surveillance of infection control structure and process indicators (SPI)
4. ARHAI epidemic intelligence system (EPIS)
5. ECDC surgical site infection (SSI) surveillance
6. ECDC intensive care unit (ICU) -acquired infection surveillance
7. Molecular typing in surveillance and control of MRSA in hospitals and community
8. Surveillance of HAIs and related practices in European long-term care facilities (HALT)
9. Concordance study of case definitions of HAIs
10. European point prevalence survey (PPS) of HAIs and antimicrobial use in hospitals
La rete interLa rete inter--regionaleregionale
Sorveglianza:protocolli standardizzati
archivio di dati nazionale
Raccomandazioni sulle misure
“irrinunciabili”:temi essenziali
misure sostenute da evidenze forti
applicabili in tutti i contesti
Monitoraggio dei programmi:sperimentazione di uno strumento utile a
monitorare il “progresso”
descrizione della linea di base
Progetto INF-OSS e Sicurezza del paziente 2006-
2009
Coordinamento ASSR E-R (finanziamento CCM)
Organizzazione del progettoOrganizzazione del progettoMinistero della
Salute - CCMOMS
Regione Emilia-Romagna &
Coordinamento inter-regionale *
Tutte le regioni e province autonome italiane
hanno aderito ai progetti e individuato un
coordinatore
Aziende Sanitarie (Direzioni Aziendali & Addetti al
controllo infezioni)
Strumenti di rilevazione Strumenti di rilevazione
epidemiologica comuniepidemiologica comuni
Protocollo comune
Gestione autonoma:
autorità, rapporto diretto,
utilizzo locale dei risultati
Confronto tra regioni:
differenze tra aree del
paese
Confronto nel tempo:
progresso
Cosa Cosa èè stato realizzatostato realizzato
Strumenti di rilevazione epidemiologica comuni,
utilizzati in ambito regionale
Reti di sorveglianza “nuove” a livello nazionale
Progetto INFProgetto INF--OSSOSS
-- La sorveglianza La sorveglianza --
Definizione di protocolli comuni e
istituzione di archivi nazionali
Database
nazionale
Infezioni del sito chirurgico e in Terapia
Intensiva
Regione A
Regione B
Regione …..
Studio
multicentrico A, B, …
Azienda A, B, …
• File di dati (tracciato conforme a quello concordato)
• Input su programmi vari (GiViTI, SPIN,UTI, HELICS-WIN, ecc.)
ECDC
Europa
Periodo luglio 2007 – giugno 2008: dati su 21445
interventi relativi a 41 categorie chirurgiche in 135
Ospedali (73 Aziende)
Rischio di infezione pari al 2.6 per 100 interventi (da
0,75% negli interventi di laminectomia a 9,5% negli
interventi sul colon).
Sorveglianza delle infezioni del sito chirurgicoin Italiaperiodo luglio 2007 – giugno 2008
Sorveglianza delle ICA in aree a Sorveglianza delle ICA in aree a
rischiorischio
Armonizzazione dei metodi in uso in regioni/ aziende
diverse senza replicare/moltiplicare/ sovrapporre
iniziative
Possibilità di confronto tra regioni/paesi europei
Flessibilità/apertura alle esigenze locali
Cosa Cosa èè stato realizzatostato realizzato
Strumenti di rilevazione epidemiologica comuni,
utilizzati in ambito regionale
Reti di sorveglianza “nuove” a livello nazionale
La promozione di pratiche assistenziali efficaci a ridurre il
rischio
Individuare le misure di prevenzione e controllo delle ICA,
sostenute da evidenze scientifiche forti, relative a temi di
prevenzione di carattere generale, comuni ai vari ambiti
assistenziali.
Lorena Martini
IndiceMisure di carattere generaleIgiene delle maniPrecauzioni standard e misure di isolamentoPrevenzione delle IVUPrevenzione delle infezioni correlate a cateterismo intravascolarePrevenzione delle SSIPrevenzione delle polmoniti correlate a procedure invasive
Lorena Martini
GLOBAL PATIENT SAFETY CHALLENGE
Igiene delle mani Frizione con preparati a base di alcool
Progetto Progetto ““Sicurezza del pazienteSicurezza del paziente””
Campagna nazionale Campagna nazionale ““Cure pulite sono cure Cure pulite sono cure
pipiùù sicuresicure”” (OMS)(OMS)
15 regioni e PA
127 Aziende sanitarie, 175 ospedali
285 Unità operative
> 9.000 operatori sanitari
Sito pilota
Campione di 41 UTI che hanno garantito
il rispetto del protocollo e la rilevazione
delle infezioni
La campagna ha effettivamente cambiato
conoscenze e pratiche sull’igiene delle mani?
Il 97% delle Unità operative partecipanti è stato dotato di prodotti per la frizione alcolica delle mani e il 96% ha effettuato formazione specifica .
Tra i prodotti per l’igiene delle mani sono stati preferiti soprattutto quelli che consentono l’igiene delle mani al punto di assistenza al paziente.
L’adesione all’igiene delle mani è significativamente migliorata: si è passati da 42,2% a 64,7%, un incremento molto simile a quello riportato da Pittet nell’ospedale di Ginevra, ove nell’arco di quattro anni, l’adesione è passata da 48% a 66%.
L’incremento dell’adesione è quasi interamente da attribuire a un aumento della frequenza di frizione delle mani.
Dopo l’intervento è migliorata la conoscenza degli operatori sui temi relativi all’igiene delle mani e la loro percezione dell’importanza di strategie multimodali per promuovere una corretta igiene delle mani.
La sicurezza in chirurgia è un
problema serio di salute pubblica
• Nel mondo annualmente si effettuano circa
234 milioni di interventi chirurgici
• Un tasso di 0.4-0.8% morti e del 3-16% di
complicanze significa che nel mondo ogni
anno vi sono almeno 1 milione di morti e 7
milioni di complicanze che causano disabilità
I 10 obiettivi dell’OMS per una chirurgia
sicura
1. Il team dovrà operare sul paziente corretto e sul sito corretto
2. Il team utilizzerà metodi riconosciuti per prevenire danno
nella somministrazione dell’anestesia e nello stesso tempo
proteggerà il paziente dal dolore
3. Il team riconoscerà e si preparerà efficacemente per perdite dalle vie aeree o della funzione respiratoria che minaccino la vita
4. Il team riconoscerà e si preparerà efficacemente per il rischio di elevata perdita di sangue
5. Il team eviterà di scatenare una reazione allergica o avversa da farmaci per i quali è noto che il paziente è a rischio
I 10 obiettivi dell’OMS per una chirurgia
sicura
6. Il team utilizzerà coerentemente metodi riconosciuti per
minimizzare il rischio di infezione del sito chirurgico
7. Il team dovrà prevenire la ritenzione di strumenti o garze nelle ferite chirurgiche.
8. Il team raccoglierà in sicurezza e identificherà accuratamente tutti i campioni di materiale biologico
9. Il team comunicherà efficacemente e si scambierà
informazioni critiche per lo svolgimento sicuro dell’intervento chirurgico
10. Gli ospedali e i sistemi di salute pubblica stabiliranno unasorveglianza di routine della capacità chirurgica, volume di attività e risultati
Secondo un trial condotto in ospedali di ognuna delle sei regioni individuate dall’OMS, su 7688 pazienti (3733 prima e 3955 dopo l’introduzione della checklist), l’uso di questa semplice checklist in sala operatoria contribuirebbe ad abbassare di un terzo l’incidenza di morti o complicazioni collegate all’intervento chirurgico.
http://www.ccm-network.it/
Sito web CCM
Uno sguardo verso gli altri …
61
Risultati studio SENIC (1983)elementi essenziali per l’efficacia dei programmi
aziendali di controllo delle ICPA
� esistenza di un sistema di sorveglianza intensiva
� esistenza di un programma di controllo intensivo
� presenza di una infermiera addetta al controllo delle infezioni ospedaliere ogni 250 letti
� presenza di un medico addetto al programma di controllo delle infezioni
62
Requirements for infrastructure and essential
activities of infection control and epidemiology in
Hospitals - SHEA
I) gestione delle informazioni e dei dati critici (n.3)
II) stesura ed implementazione di indirizzi e procedure (n.2)
III) adesione a regolamenti, linee guida e standard di accreditamento
richiesti (n.3).
IV) tutela della salute dei lavoratori (n.5)
V) interventi diretti per prevenire la trasmissione di malattie infettive
(n.3)
VI) educazione e formazione degli operatori sanitari (n.2)
VII) disporre di risorse adeguate (personale spazi mezzi) (n.5)
63
NHS Executive – Controls Assurance Standard:
infection control rev. 02 oct 2001.
www.official-documents.co.uk: Crown copyright 2001.
1. Board level responsibility for infection control is clearly defined and there are clear lines of accountability for infection control matters throughout the organisation, leading to the Board.
2. There is an Infection Control Committee which is directly accountable to the Chief Executive and Trust Board that endorsesall infection control policies, procedures, and guidance, provides advice and support on the implementation of policies, and monitors the progress of the annual infection control programme
3. There is an appropriately constituted and functioning Infection Control Team.
4. Prevention and control of infection is considered as part of allservice development activity.
64
criterio 2: l’ “Infection Control Committee” deve essere costituito da
• il gruppo per il controllo delle infezioni,
• il general manager dell’azienda,
• un esperto nel controllo delle malattie trasmissibili in rappresentanza
dell’autorità sanitaria dell’area in cui è situato l’ospedale,
• il medico competente ed il suo staff infermieristico,
• un medico infettivologo,
• il dirigente dei servizi infermieristici,
• rappresentanti dei clinici nominati dal direttore medico,
• altre figure in rappresentanza dei servizi di sterilizzazione, della gestione
alberghiera, ecc.
criterio 3: il gruppo per la lotta alle IO deve essere costituito almeno da
un medico, da una infermiera, da un esperto in microbiologia (se il
medico assegnato non è un microbiologo) e da un supporto di segreteria.
NHS Executive – Controls Assurance Standard: infection
control rev. 02 oct 2001.
www.official-documents.co.uk: Crown copyright 2001.
65
Il “comité de lutte contre les infections nosocomiales”
• non deve superare il numero di 22 partecipanti
• deve includere
•il presidente della commissione medica dell’ospedale,
•il rappresentante legale dell’azienda,
•il medico del lavoro (competente) dell’ospedale,
•il dirigente dei servizi infermieristici,
•un farmacista,
•un microbiologo,
•due rappresentanti medici dell’area clinica,
•il responsabile ed un rappresentante dell’équipe opérationnelle d'hygiène (gruppo
operativo),
•un infermiere operante in attività di assistenza,
•non più di 5 rappresentanti scelti tra le figure di tecnici medici e di supporto,
•non più di 5 membri tra medici farmacisti ed ostetriche tra cui, se presenti, un
esperto in epidemiologia ed uno in malattie infettive.
Per l’équipe opérationnelle d'hygiène viene raccomandata la presenza di figure mediche,
infermieristiche e di farmacisti.
Ministeres de l’emploi et de la solidarieté .
Décret no 99-1034 du 6 décembre 1999 relatif à
l'organisation de la lutte contre les infections nosocomiales.
66
Equipe opérationnelle en hygiène hospitalière
(Francia, circulaire 17/1995)
( MINISTERE DES AFFAIRES SOCIALES, DE LA SANTE ET DE LA VILLE)
missions - 1 -
� Opera all’interno degli orientamenti del CIO
� rende operative la politica di prevenzione dei rischi infettivi,le tecniche di isolamento, i controlli ambientali e l’igiene generale della struttura
� elabora, in collaborazione con altri servizi interessati, i protocolli di assistenza e valuta la loro applicazione
� investiga le epidemie
� conduce la sorveglianza epidemiologica sulle IO e cura la validazione, l’analisi e la diffusione dei dati
67
Equipe opérationnelle en hygiène hospitalière
(Francia, circulaire 17/1995)
( MINISTERE DES AFFAIRES SOCIALES, DE LA SANTE ET DE LA VILLE)missions - 2 -
� consultazione su costruzione, ristrutturazione ed arredo di locali ospedalieri
� consultazione per la conduzione di studi economici di valutazione dell’assistenza relativamente alle IO
� consultazione per studio e scelta di materiali ed di prodotti per l’assistenza e per la manutenzione
� consultazione per la formazione continua del personale ospedaliero
� consultazione per la formazione nelle scuole professionali dipendenti dall’ospedale
68
Sicurezza vuol dire………..
Integrazione multiprofessionale
nello svolgimento delle diverse
attività mettendo al centro la
persona assistita
69
La funzione del team infezioni si deve
fondare sull’approccio proattivo
� Utilizza la leadership come elemento forte ed
essenziale
� Evita il controllo e la sanzione
� Stimola la tendenza al miglioramento continuo dei
sanitari
� Diffonde le idee, le buone pratiche e le soluzioni
“efficaci”
� Considera le resistenze e le barriere
� Riconosce che sicurezza e qualità portano al risparmio
70
• CIO e GO non sono un dogma ma bisogna salvaguardare:
• La condivisione dei programmi con tutti gli operatori
• La presenza di un nucleo operativo dedicato al problema
• 1 ICI per struttura (meglio 1 dedicata su due ospedali piuttosto che una factotum)
• Presenza di competenze mediche• (almeno in epidemiologia, igiene ospedaliera, farmacia, infettivologia,
microbiologia, clinical governance, ecc.)
• Disponibilità di• spazi,
• attrezzature,
• materiale bibliografico, connessione internet, telemedicina?,
• Laboratorio di microbiologia al passo con le tecniche e in rete con laboratori di riferimento
Alcuni punti chiave per affrontare le ICPA
oggi in Italia
71
• Sorveglianza epidemiologica costante• Sulle infezioni
• Sui microrganismi sentinella
• Sulle antibiotico resistenze
• Presenza di atti di indirizzo (linee guida, protocolli, procedure)• correttezza della stesura,
• diffusione con metodologia appropriata,
• verifica dell’impatto concreto,
• revisione periodica
• Formazione• Specifica sul problema
• Comunicazione
• Leadership e management
• Le ICPA vanno affrontate a tutti i livelli della rete assistenziale
Alcuni punti chiave per affrontare le ICPA
oggi in Italia
72
CIO obbligatorio?
• Le Circolari Ministeriali (52/1985 e 8/1988) sono
prive di effetti sanzionatori diretti.
• Solo con il D.M. 13/9/88 Determinazione degli
standards del personale ospedaliero, la lotta contro
le IO acquisisce una rilevanza sancita dalla
normativa di legge “ospedaliero”.
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• La normativa specifica inerente le infezioni ospedaliere è
numericamente modesta, ma significativa nella sua capacità
di indirizzo; essa è rappresentata essenzialmente da due
Circolari del Ministero della Salute e da indicazioni
contenute nel Piano Sanitario Nazionale 1998-2000.
• Ma poiché il determinismo delle infezioni ospedaliere è
multifattoriale , se vogliamo applicare anche alle ICA i ben
noti concetti di governo clinico, altrettanto varia e articolata
deve essere la ricerca delle fonti normative a cui far
riferimento nella gestione complessiva del sistema.
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• In tal senso si deve considerare la normativa relativa al buon
uso del sangue , al corretto smaltimento dei rifiuti , alla
realizzazione delle strutture ospedaliere e in particolare dei
reparti di malattie infettive, ai processi di sterilizzazione e
alla effettuazione di trapianti.
• La corretta applicazione di tutta questa normativa, che
possiamo definire afferente, è un fondamentale supporto alla
applicazione di norme più specifiche, che riguardano
direttamente le ICA.
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• Da un punto di vista medico legale è necessario porre attenzione sia agli elementi costitutivi della responsabilitàprofessionale, che all’esistenza di numerose linee guida, che sono state emanate negli anni dagli organismi scientifici preposti.
• La presenza di linee guida assume un ruolo rilevante specie in caso di incidente e/o di contestazione, in quanto le stesse possono costituire un chiaro riferimento a ciò che in termini giuridici si definisce “dottrina”.
• Inoltre la presenza di elementi dottrinali certi e di strumenti di prevenzione consolidati (dalla pratica e dalle dimostrazioni scientifiche) possono costituire elemento di responsabilità anche nei confronti della Pubblica Amministrazione, qualora , in presenza di situazioni di rischio, la stessa non adotti le idonee misure alla riduzione del rischio.
Lorena Martini
Quali standard devono essere assicurati in Quali standard devono essere assicurati in
ciascun ospedaleciascun ospedale
Le linee guida sulla prevenzione e il controllo delle ICA pubblicate prendono in esame le seguenti aree:
• Pulizia, disinfezione e sterilizzazione
• Igiene delle mani
• Isolamento e misure di barriera
• Infezioni occupazionali
• Prevenzione delle infezioni antibiotico-resistenti
• Prevenzione delle infezioni delle vie urinarie
• Prevenzione delle infezioni della ferita chirurgica
• Prevenzione delle infezioni delle basse vie respiratorie
• Prevenzione delle infezioni associate a catetere intravascolare
Lorena Martini
Grazie per l’attenzione
Istituto Nazionale per le Malattie Infettive “Lazzaro
Spallanzani” IRCCS