I regimi internazionali possono essere efficaci strumenti per la riduzione di emissioni inquinanti?

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CAN INTERNATIONAL REGIMES BE EFFECTIVE MEANS TO RESTRAIN CARBON EMISSIONS? YES A cura di: Michele Carretti Stefano Schembri

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In questa presentazione viene discusso se i regimi internazionali (insiemi di regole e principi che definiscono un sistema di relazioni internazionali) possono rivelarsi degli strumenti efficaci per combattere i cambiamenti climatici e adottare politiche ambientali di natura globale. Nel fare ciò viene ripercorso il tragitto della tutela ambientale internazionale descrivendo le principali politiche ambientali globali raggiunte e i loro risultati.

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CAN INTERNATIONAL REGIMES BE EFFECTIVE MEANS TO RESTRAIN CARBON EMISSIONS?

YES

A cura di:

Michele CarrettiStefano Schembri

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L’intera questione si riduce a questo: può la mente umana dominare ciò che ha creato?

Paul Valéry

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IL PROBLEMA AMBIENTALE: COME NASCE

Negli anni ‘60 nascono i primi dibattiti sugli effetti inquinanti dello sviluppo industriale (Primavera silenziosa, Rachel Carson, 1962)

1972: The Limits to Growth a cura del Club di Roma

1972: Conferenza di Stoccolma, prima conferenza internazionale sui temi ambientali → Dichiarazione di Stoccolma sulle responsabilità umane sull’ambiente; costituzione dell’UNEP (Programma delle NU per l’Ambiente)

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IL PROBLEMA AMBIENTALE:COME VIENE AFFRONTATO A LIVELLO INTERNAZIONALE

1983: istituzione della World Commission on Environment and Development presieduta dalla signora Gro H. Brundtland → Rapporto Brundtland sullo «sviluppo sostenibile»

1992: Conferenza ONU di Rio de Janeiro → rilancio dello sviluppo sostenibile

1997: Conferenza mondiale sul clima di Kyoto → Protocollo di Kyoto

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PRINCIPALI POLITICHE AMBIENTALI INTERNAZIONALI

Trattato sull’Antartide (1959)

Protocollo di Montreal (1987) K. Annan: «Si tratta probabilmente dell’accordo internazionale che ha avuto più successo»

Convenzione sulla biodiversità (1992)

Convenzione contro la desertificazione (1994)

Protocollo di Kyoto (1997)

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PROTOCOLLO DI KYOTO

I Paesi firmatari si impegnano a ridurre le emissioni di gas serra del 5,2 % entro il 2012 rispetto al livello di emissioni del 1990

Il protocollo è entrato in vigore nel 2005 quando, con la firma della Russia è stata raggiunta la soglia del 55% del totale di emissioni mondiali

Attualmente i Paesi che hanno ratificato Kyoto sono ben 184 I paesi in via di sviluppo che hanno aderito al trattato non sono

vincolati a rispettarlo visto che non sono stati responsabili dell’inquinamento provocato precedentemente

Gli USA non hanno aderito, ma alcuni Stati della Federazione hanno attuato autonomamente dei programmi di riduzione delle emissioni

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IL PROTOCOLLO DI KYOTO – I MECCANISMI FLESSIBILI

Riducono i costi di attuazione del protocollo per governi e imprese tramite l’acquisizione di crediti di emissione:

Clean Development Mechanism (CDM): realizzazione di progetti in Paesi in via di sviluppo da parte di paesi industrializzati

Joint Implentation: progetti tra paesi industrializzati e spartizione dei crediti

Emission trading: scambio di crediti tra paesi industrializzati

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I RISULTATI DEL PROTOCOLLO

Al momento è troppo presto per conoscere la situazione delle emissioni alla (prima) scadenza del protocollo fissata al 31 dicembre 2012

Ma indicazioni rispetto al periodo 1990-2010 danno una riduzione delle emissioni pari al 9% (da 19 miliardi di CO2 a 17,3)

Anche l’Italia ha centrato gli obiettivi di Kyoto, riducendo le emissioni del 7%

A Doha, il protocollo è stato prolungato fino al 2020 mentre già si preparara un nuovo trattato che lo sostituisca (e che coinvolga anche i Paesi in via di sviluppo)

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COME IL PROTOCOLLO HA CAMBIATO IL MONDO

Come visto, il protocollo (come molti altri accordi in materia) è risultato efficace per i paesi vincolati nel rispettarlo

Ma le emissioni di gas serra non si sono ridotte a livello globale visto che molti Paesi ad economie in crescita non erano tenute a rispettarlo (Cina e India)

Tuttavia, alcuni Paesi, sulla scia del protocollo hanno adottato strategie autonome per la riduzione delle emissioni (Stati USA, India, Paesi UE)

Serve un nuovo accordo globale per definire nuovi obiettivi da raggiungere che tengano conto delle specificità territoriali

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Stefano Schembri

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SENSIBILIZZAZIONE DELL’ARGOMENTO

Presidenziali Americane 2012: il cambiamento climatico è uno dei punti su cui dibattono i due candidati, Barack Obama e Mitt Romney

http://www.youtube.com/watch?v=emK5souFQOQ

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TRAGEDIA DEI BENI COMUNI

Diversi attori utilizzano una stessa risorsa per interessi privati, nella quale i diritti di proprietà non sono definiti problema del free rider

La risorsa viene sfruttata eccessivamente, causando una situazione diversa dall’ottimo sociale

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LE FALLE DEL PROTOCOLLO DI KYOTO

Cina, India, Brasile e Sud Corea hanno i 4/5 dei pagamenti del CDM

La Cina da sola ne ha la metà

Risultati: i progressi riscontrati in questi paesi sono ambigui

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RIDEFINIRE IL PROTOCOLLO DI KYOTO O CAMBIARE STRATEGIA?

Il commercio (CDM), così come altri metodi convenzionali, può funzionare in determinati casi, ma non è una garanzia

La sua efficacia dipende dai diversi incentivi in ogni paese

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QUALI STRATEGIE NON HANNO FUNZIONATO? 1972: Conferenza di Stoccolma delle N.U.

Anni 60/70: Stesura di leggi, creazione di istituzioni contro l’inquinamento

Risultati: mere dimostrazioni con scarsi effetti pratici

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QUALI STRATEGIE HANNO FUNZIONATO?

Si sono avuti risultati positivi in due casi:

1. India

2. Costa Rica

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EX 1: CORTE SUPREMA INDIANA

Industrie inquinanti fuori dal centro di Delhi Gas Naturale Compresso per i veicoli Durata: 20 anni (lunga) Risultati: Aria meno inquinata a Delhi (positivi) Applicabilità: circoscritta al caso indiano per le sue

condizioni istituzionali, e il forte ruolo delle ONG

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EX 2: PARCO NAZIONALE DI GUANACASTE (COSTA RICA)

Metodo: collaborazione diretta con le comunità locali (oltre al Governo)

Risultato: trasformazione di potenziali opposizioni in consensi tutela del parco

Applicabilità: anche qui è circoscritta al caso

Daniel Janzen, ecologista

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COME ESTENDERE QUESTI RISULTATI POSTIIVI?

Il problema dell’inquinamento è si globale, ma va risolto con un

approccio caso per caso, capendo localmente:

1) gli interessi

2) il modo di condurre gli affari

3) lo sviluppo politico

4) le tradizioni religiose e culturali

5) le istituzioni

Preparando quindi un ‘menù’ di strategie applicabili a seconda del

paese

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APPROCCI SUGGERITI: 1

Approccio Pragmatico: osservando cosa potrebbe funzionare da caso a caso

Approccio Pluralistico: intrattenendo diverse prospettive disciplinari e teoriche tenendo in conto una grande quantità di dati

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APPROCCI SUGGERITI: 2

Fino ad ora si sono occupati delle politiche climatiche solamente avvocati, economisti, politici e diplomatici.

Risultati: ambigui

Soluzione: coinvolgimento di esperti antropologi, scienziati politici, psicologi sociali

Risultati: profonda conoscenza e comprensione delle culture e tradizioni

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PAESI CHIAVE SU CUI FOCALIZZARSI

India Cina Russia Indonesia Brasile Stati Uniti (?)

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STRATEGIA DI COINVOLGIMENTO

Sfruttare l’opinione pubblica, tendenzialmente più favorevole a manovre di lungo periodo a favore delle generazioni future

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STRUMENTI DA UTILIZZARE

Tasse

Sussidi

Regolamentazione

Informazione

Influenza sociale