I. R. M. A. Spettacoli ALICE UNA MERAVIGLIA DI PAESE · Partecipa all'Allestimento Italiano dei...

4
PROSA 2005-2006 venerdì 3, sabato 4 febbraio 2006 - ore 21 Domenica 5 febbraio 2006 - ore 15,30 TEATRO VALLI I. R. M. A. Spettacoli ALICE UNA MERAVIGLIA DI PAESE di Lella Costa, Giorgio Gallione, Massimo Cirri, Adriano Sofri con Lella Costa Regia Giorgio Gallione Musiche originali Stefano Bollani Costumi Antonio Marras Scene Paolo Bazzani Luci Jean Claude Asquié di Lella Costa, Giorgio Gallione, Massimo Cirri, Adriano Sofri ALICE UNA MERAVIGLIA DI PAESE

Transcript of I. R. M. A. Spettacoli ALICE UNA MERAVIGLIA DI PAESE · Partecipa all'Allestimento Italiano dei...

PROSA 2005-2006

venerdì 3, sabato 4 febbraio 2006 - ore 21Domenica 5 febbraio 2006 - ore 15,30TEATRO VALLI

I. R. M. A. Spettacoli

ALICE UNA MERAVIGLIA DI PAESEdi Lella Costa, Giorgio Gallione, Massimo Cirri, Adriano Sofri

con Lella CostaRegia Giorgio Gallione

Musiche originali Stefano Bollani

Costumi Antonio Marras

Scene Paolo Bazzani

Luci Jean Claude Asquié

di Lella Costa, Giorgio Gallione,Massimo Cirri, Adriano Sofri

ALICEUNA MERAVIGLIA DI PAESE

LA STORIA DEL MONDO A ROVESCIO

Alice non è solo la svagata ragazzina abituata a convivere con i propri fantasmi.Alice è anche una donna piena di slanci e di stupori, in guerra contro le ingiustiziepiccole e grandi del mondo, che ha lo humour e l’ironia di Lella Costa.

Lella Costa prende per mano Alice, la protagonista di una delle favole piu’conosciute da grandi e piccini, per attraversare i paradossi e i controsensi delmondo contemporaneo, alla ricerca della follia e dell'insensatezza del nostro"paese delle meraviglie".Shakespeare, Dumas e adesso Lewis Carroll. L’inarrestabile Lella Costa affrontauna nuova avventura, un nuovo viaggio. Alice è il passepartout che apre le portedel mondo contemporaneo, mettendone in evidenza le mille contraddizioni, letante ombre e le poche luci.

Che cosa c’è dietro lo specchio di Alice?Un mondo che non rispetta neanchel’infanzia. Così lo racconta Adriano Sofri,uno degli autori, assieme all’attrice, aGiorgio Gallione e a Massimo Cirri, checonsegna a Lella Costa uno scritto sullastrage di Beslan, forse la più atroce.Accompagnata dalle musiche originali deljazzista Stefano Bollani, Lella Costa siavventura in un monologo senza rete,intrecciando fiaba e scomode realtà deinostri secoli, alla scoperta di un “paesedelle meraviglie” in cui risulta difficile, comeobietta Alice alla Regina, «credereall’impossibile», anche se, forse, replica laRegina, «è solo questione di esercizio».

La domanda, inevitabilmente, è e sarà: perché? Perché Alice?La risposta carrollianamente corretta potrebbe essere, ovviamente: “perché sì”, o inalternativa “perché no?”.Ma questa Alice non viaggia soltanto nei paesi delle meraviglie e attraverso gli specchidella fantasia sfrenata e della totale libertà d’invenzione linguistica; questa Alice nonè soltanto la bambina bionda e appena un filo saccente, croce e delizia di un signoregeniale e visionario dalla reputazione, ahimè, fatalmente ambigua: è anche altro.È il salvacondotto per ogni possibile esplorazione delle parole, del linguaggio e delmetalinguaggio, del gioco e del metagioco, della musica in ogni accezione.È il simbolo di qualcosa, di tante cose che hanno popolato i sogni e i viaggi di tantiesploratori contemporanei; e di tante avventure.È la radio che da Bologna negli anni Settanta raccontava in diretta il mondo cheesplodeva. È quella che si faceva il whisky distillando i fiori, che non abita più qui (semai qui è stata), quella nel cui ristorante stasera nessuno è felice (e d’altra parte, nelsuo ristorante si può avere tutto quello che si vuole, a parte lei, no?), quella cheguarda i gatti e viaggia nelle città.È il nome che oggi si ritrovano addosso tante giovani donne che sono nate quandoi loro genitori pensavano che il mondo si potesse cambiare, o almeno colorare in unaltro modo.È il più visionario (e meno infantile) dei film di Walt Disney.È tutte noi ragazze che a ogni età e in ogni situazione ci sentiamo vagamente adisagio, o fuori posto, troppo grandi o troppo piccole o magre o grasse, comunqueinadeguate, comunque incapaci di scegliere la parte giusta del fungo, la cosa giustada fare.È il nonsense, il surreale come sublime piacere del paradosso, ma anche comegrimaldello per esplorare e raccontare alcuni luoghi dell’indicibile contemporaneo: peresempio il carcere, per esempio la sofferenza psichica.Per accompagnare la mia Alice in questa meraviglia di paese ho chiesto l’aiutosapiente di Giorgio Gallione, che la insegue praticamente da sempre, e di AntonioMarras, che crea poesia e ironia in forma di abiti. Per farla danzare, ho pensato aStefano Bollani.Non so se sono riuscita a spiegare il perché di questa scelta: ci proverò sul palcoscenico.Adesso, per dirla con Tom Waits — e chi meglio di lui? — “all that I can think of isAlice”.Lella Costa

Lella Costa non è figliad’arte, anche se d’artevisse e vive; non ha unnome d’arte, ma solo undiminutivo, con cui èchiamata da sempre, vistoche per l ’anagrafe èGabriella; e se di arte unpochino, forse, ormai, neha, di parte continua ainterpretare ostinatamenteuna: se stessa.

Non è sempre stato così,ma quasi: subito dopo glis t ud i , va l e a d i r el’università (lettere) e undiploma all’accademia deiFilodrammatici con tantodi Medaglia d’oro, inizia alavorare con MassimoRossi, per approdare, nel1980, al suo primo mono-

logo, scritto da Stella Leonetti: Repertorio, cioè l’orfana e ilreggicalze.È l’inizio di un percorso che la porterà a frequentareesclusivamente autori contemporanei (ancora la Leonetti, RenzoRosso, Mrozek), a farsi le ossa alla radio, ad avvicinarsi alcosiddetto teatro-cabaret con un (altro) monologo, scritto nell’85da Patrizia Balzanelli, finché, nel marzo dell’87, debutta con ilprimo spettacolo di cui è anche autrice, Adlib, cui l’anno doposeguirà Coincidenze.Il successo è inatteso quanto gradito, e porta con sé anche unpo' di televisione (La Tv delle ragazze, Fate il vostro gioco,Ottantanonpiùottanta, Il gioco dei nove e ovviamente il MaurizioCostanzo Show), e perfino un po’ di cinema (Ladri di saponette

Portare Alice in scena può voler dire intra-prendere “un viaggio che somiglia più adun cavaturaccioli che ad un sentiero”,inseguendo tracce che non portano danessuna parte, con regole fatte solo dieccezioni.Così potremo scoprire che anche il nostromondo, come quello di Carroll, è solo ungioco illusorio di ombre e luci dove si puòentrare attraverso una screpolatura del-l’aria, un foro della terra o un'improvvisadebolezza nella superficie di uno specchio.Alice in palcoscenico può significare alloracoltivare programmaticamente il nonsenso,andando a “lezione di oblio” o frequentan-do la scuola della Finta Tartaruga cheinsegna a scrivere con “pinna e calamaro”e dà ripetizioni di “Dissenno”. Ma Alice èanche inseguire “una specie di speranzadisperata” consapevoli che talvolta viviamoprigionieri dei sogni altrui e che la "mera-viglia di paese" in cui viviamo spesso ènient'altro che un mondo odioso e sgar-bato, popolato da re e regine malvagie eda ciclopi ipnotizzatori col volto a formadi monoscopio.E se “pensare confonde le idee” o è con-sigliabile, come ci dice Alice, imparare aguardare ogni cosa con una sorta di stra-bismo mentale, sarà forse utile (e diver-tente) attraversare pure i paradossi e icontrosensi del mondo contemporaneoalla ricerca della follia e dell'insensatezzadel nostro paese delle meraviglie, spessotroppo simile ad una partita a scacchigiocata da Re decerebrati e arrogantiCappellai matti.Giorgio Gallione

“Uno straordina-rio e virtuosisticoBlog teatrale, pie-no di note, diva-gazioni, citazioni,commenti o ri-chiami.”Ugo Volli“la Repubblica”

“…E se ogni tantos i h al’impressione chesia un po’ Grilloparlante, nienteda temere, la scar-pa di Pinocchionon la schiacceràperché oggi è piùfacile trovare uo-mini che si ostinoa vivere da mario-nette che mario-nette che voglio-no diventare uo-mini.”Magda Poli“Corriere della Sera”

“In questo spetta-colo non c’è sati-ra. È inutile, sonopiù bravi loro, nonsi può inseguirlisul piano della co-micità.”Lella Costa adAntonella Mariotti“La Stampa”

Venerdì 17, Sabato 18 - ore 21Domenica 19 - ore 15,30

febbraio 2006TEATRO ARIOSTO

Teatro degli IncamminatiTeatro comunale Ebe Stignani di Imola

Diablogues La belle bandiere

LE SMANIE PER LAVILLEGGIATURA

di Carlo Goldoni

di Maurizio Nichetti, Visioni private di Francesco Calogero). Nel febbraio ‘90è di nuovo in scena con il suo terzo monologo, Malsottile, una sorta diriflessione ironica e poetica su un tema che ama molto: la memoria.Nel gennaio ’92 esce, edito Feltrinelli, La daga nel loden, raccolta di testidegli spettacoli realizzati fino al ’91; contemporaneamente debutta con Due,prima, e tuttora unica, esperienza fuori dalla struttura del monologo. Sempremonologhi sono le ultime produzioni teatrali: Magoni (gennaio ’94, musicheoriginali di Ivano Fossati e lunga tournée con tre musicisti al seguito).Nel ’95 è in scena con lo spettacolo La daga nel loden al Teatro Studio diMilano.Gennaio ’96: Stanca di guerra (testo scritto con la collaborazione di AlessandroBaricco) con ripresa al Piccolo Teatro di Milano nel gennaio ’97.Dal 4 marzo al 29 marzo '98 debutta al Piccolo Teatro di Milano con il nuovospettacolo Un'altra storia, regia di Gabriele Vacis.Giugno, luglio, agosto, settembre '98 su Rai Radio striscia quotidiana alle7.Nel dicembre '98 esce per Feltrinelli la raccolta di testi teatrali Che facciafare comprendente gli ultimi tre spettacoli di Lella Costa.Gennaio '99: su Italia 1 protagonista di una puntata di Comici varietà condottoda Serena Dandini.Marzo '99, Rai Radio 3: 20 puntate di letture e commenti da Il Paradiso degliOrchi di Daniel Pennac.Febbraio 2000: nuovo spettacolo, Precise parole, tratto dall'Otello con laregia di Gabriele Vacis e debutto Nazionale al Piccolo Teatro di MilanoPartecipa all'Allestimento Italiano dei Monologhi della Vagina di Eve Enslera Milano al Salone Pierlombardo nell'ottobre 2001.Giugno 2002 esce per Feltrinelli In Tournée seconda raccolta dei testi teatraliche comprende anche la precedente Daga nel loden.Ottobre 2002, nuovo spettacolo, Traviata, con la regia di Gabriele Vacis edebutto nazionale all'Arena del Sole di Bologna. La tournée si concludedopo oltre 250 repliche e lo spettacolo viene ripreso da RAI 2 per"Palcoscenico".Nel gennaio 2005 debutta a Genova con Alice, una meraviglia di paese chenasce dalla collaborazione con Giorgio Gallione che ne cura anche la regia.