I Quaderni del Club - Club carta e cartoni - Il cantiere ... · destinate integralmente al riciclo...

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PACKAGING CELLULOSICO: LA PROSPETTIVA DEI PRODUTTORI ITALIANI I Quaderni del Club L’indagine del Club Carta e Cartoni di Comieco

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PACKAGING CELLULOSICO: LA PROSPETTIVA

DEI PRODUTTORI ITALIANI

I Quaderni del Club

L’indagine del Club Carta e Cartoni di Comieco

PACKAGING CELLULOSICO: LA PROSPETTIVA

DEI PRODUTTORI ITALIANI

I Quaderni del Club

L’indagine del Club Carta e Cartoni di Comieco

La voce dei produttori 1

Premessa 3

I produttori italiani:i principali aspetti emersi dal confronto con il Club Carta e Cartoni 7

Le priorità 9

La situazione degli imballaggi cellulosici nel nostro Paese e il confronto con l’estero 13

L’orientamento dei produttori 17

L’orientamento deli utilizzatori 21

Conclusioni 25

Indice

“Un imballo cellulosico è riciclato e riciclabile al 100% e ha un bassissimo impatto ambientale” “Oggi oltre alla tecnica, al materiale e alla forma interessa anche il design. Un packaging deve essere virtuoso: bello e sostenibile” “La carta dà l’idea di un prodotto ecosostenibile perché riciclabile, inoltre ha un aspetto più bello ed elegante rispetto ad altri tipi di packaging come ad esempio il film plastico”

“Quando la carta riesce a dare le stesse performance della plastica, il consumatore sceglie la carta”

La voce dei produttori

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Questo whitepaper raccoglie e presenta il punto di vista di alcuni produttori su tematiche relative al packaging sostenibile e alla filiera della carta. È il frutto di una serie di colloqui che il Club Carta e Cartoni - promosso da Comieco - ha condotto con i responsabili di alcune tra le più importanti aziende produttrici di imballaggi cellulosici. Si tratta di realtà che lavorano a diretto contatto con la grande distribuzione e che percepiscono i bisogni e i desideri diretti delle aziende clienti, ma anche del mercato. Obiettivo dell’iniziativa è capire lo stato dell’arte della filiera produttiva e il livello di attenzione del settore a tematiche ambientali quali la prevenzione, il riciclo e la sostenibilità.

Alle interviste hanno risposto diversi referenti delle aziende interpellate: dai direttori tecnici ai responsabili di produzione fino agli stessi amministratori delegati. Dal confronto con le imprese del settore sono emerse importanti tendenze e anche fondamentali certezze nell’ambito del packaging.

Premessa

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Tendenze macro

I produttori in linea generale vorrebbero vedere una maggiore sensibilità, anche istituzionale, sulle tematiche legate al packaging e al suo riciclo. Sono consapevoli, però, che sarebbe necessaria una maggiore spinta propulsiva in termini di ricerca e sviluppo da parte dell’intero settore. Sotto questo profilo lo scenario è contraddistinto da un panorama ampio e frammentato di piccole aziende produttrici che a volte non hanno la sufficiente forza finanziaria per sostenere investimenti significativi in tal senso e per i quali sarebbe opportuno “fare sistema”.

Un esempio di sinergia tra aziende produttrici e, in generale tra attori di filiera, è dato

dal Consorzio 100% Campania che ha sviluppato la formula del riciclo di prossimità, per diffondere i benefici (ambientali, sociali ed economici) per il territorio di un ciclo di trasformazione locale favorendo l’incontro tra domanda e offerta. Parlando di numeri, in Campania ogni anno vengono raccolte 150.000 tonnellate di macero di carta: se fossero destinate integralmente al riciclo di prossimità per produrre packaging, per le aziende del territorio si potrebbero creare centinaia di posti di lavoro, senza dimenticare i benefici legati all’indotto, ambientali e di riduzione dei costi. Un esempio concreto di come lo sviluppo di un riciclo di prossimità può sviluppare clienti e mercati, rispondendo alle richieste di sostenibilità e innovazione lungo la supply chain.

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Le aziende intervistate hanno evidenziato una crescente consapevolezza dell’importanza della ricerca e dell’innovazione tecnologica in uno scenario competitivo sempre più difficile. L’obiettivo è proporre nuove soluzioni capaci di ottimizzare l’utilizzo delle risorse, mantenendo inalterate le performance, il tutto all’insegna della sostenibilità. E con un occhio ai costi.

Criticità

Fra le criticità principali c’è il fatto che in Italia il tessuto imprenditoriale è molto frammentatoGIA’ DETTO!, costituito in gran parte da piccole e medie imprese che non fanno rete fra di loro. A detta di alcuni intervistati, le aziende italiane con una massa critica importante sono circa 50 e, di queste, quelle che hanno concretamente la possibilità di fare investimenti in R&D sul tema del packaging non sono più di 30. Queste sono le aziende che possono essere definite “leader” (capaci cioè di dettare nuovi trend del mercato e portare avanti innovazioni significative). Tutte le altre realtà del settore sono definite “follower” perché non sono in grado, da sole, di portare innovazioni significative sul mercato.A questo si aggiunge il fatto che si tratta di un settore maturo dove, quindi, fare innovazione è più complesso . La ragione è anche legata al fatto che i costi sono alti e il ritorno non è immediato.

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A detta degli intervistati emerge una certezza: l’imballaggio in carta e cartone è il termometro dell’economia. Il motivo? È utilizzato in settori merceologici chiave.

Qui di seguito una panoramica dei vari segmenti di mercato: • Food & beverage• Farmaceutico• Igiene per la casa e la persona• Ceramica• Elettronica• Giocattoli• Industria tessile• Pelletteria e accessori

A detta degli intervistati emerge una certezza: La carta e il cartone ondulato restano infatti la forma più popolare di imballaggio in tutti i Paesi più importanti d’Europa. Lo dimostra anche il fatto che c’è un interesse crescente da parte di mercati che confezionano con film plastici a differenziare i loro prodotti utilizzando nel packaging anche una componente in carta.

Ad esempio una nota multinazionale del settore Healthcare e prodotti di detergenza per la casa ha sviluppato per alcuni prodotti nuovi packaging che hanno una maggiore

componente di cartone. In particolare la sostituzione dei formati ricarica di detersivo in polvere da sacchetto in plastica stampata ad astuccio in cartoncino, oltre a determinare un aumento di peso dell’imballo, comporta un incremento della fibra riciclata fino all’85% e migliora le prospettive di riciclo del packaging a fine vita.

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I produttori italiani: i principali aspetti emersi dal

confronto con il Club Carta e Cartoni

Per le aziende produttrici il tema del packaging si declina secondo alcune direttrici fondamentali sulla base delle quali si modificano anche gli approcci produttivi delle stesse imprese del settore.

Per seguire queste direttrici le imprese continuano a lavorare per migliorare la qualità degli imballaggi cellulosici soprattutto per tenere il passo con le attese degli utilizzatori. Per questa ragione cresce l’attenzione verso l’utilizzo di materie prime a elevate prestazioni e di grammature inferiori, la sensibilità verso le certificazioni ambientali e il massimo rigore nel rispetto delle regole igieniche. Tutte le innovazioni in progress sono mirate all’innalzamento del livello di riciclabilità degli imballaggi che tiene conto delle 3R in base a cui deve essere concepito un packaging sostenibile: Riduzione, Riciclo e Riuso.

Da questo principio nascono alcuni interessanti esempi, presentati in occasione di un convegno al Centro Qualità Carta Lucense, che vedono ancora una volta protagonista la sinergia tra produttori, ricercatori universitari e aziende: tra le best practice si segnalano la messa a punto di finiture sostenibili per la creazione di prodotti in cartone completamente riciclabili; un progetto per il recupero delle fibre di scarto con lo scopo di fornire nuovi maceri all’industria cartaria; il progetto europeo Life Eco Pulplast basato su tecnologie innovative per il riciclo dello scarto di pulper.

Le priorità

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La Case history

Un’azienda intervistata (leader) ha per esempio spiegato di aver sviluppato soluzioni di packaging in grado di facilitare la presa dallo scaffale. Inoltre ha lavorato per sviluppare un imballaggio in grado di incrementare la vita del prodotto fresco e sperimentato soluzioni legate a specifiche esigenze: una fra queste è la possibilità di trasformare lo stesso imballo in un comodo piatto per consumare cibo da strada. A questo proposito Matrec, in collaborazione con Comieco, ha messo a punto una pubblicazione (“Uso e riuso: il design per il pack in carta e cartone”) che riporta una selezione di progetti internazionali nei quali gli imballaggi sono stati concepiti e progettati non solo per essere utilizzati ma anche “ri-utilizzati”. Un modo per valorizzare le fibre di carta e cartone riciclate per la progettazione e sviluppo di nuovi prodotti ambientalmente sostenibili. Tra le best practice presenti nel volume si segnalano ad esempio: una shopping bag in carta riutilizzabile per ottenere molteplici accessori come righelli, calendari, portapenne, segnalibri, giochi e molto altro ancora; il packaging in carta di una tazza che si trasforma in un simpatico portapenne; un imballaggio per bottiglie in cartone e legno che dopo l’uso diventa un’elegante lampada per differenti ambientazioni; e ancora, una confezione di casse acustiche che con pochi gesti si trasforma in un porta Cd.

Tornando nello specifico alla survey condotta dal Club Carta e Cartoni, quasi tutti gli intervistati hanno ribadito l’importanza dell’attenzione nei confronti delle proprie aziende clienti e cresce la convinzione che lavorare in sinergia fra le parti possa essere

la chiave vincente per rinnovare il settore e renderlo sempre più profittevole. Il tema centrale è la sintonia tra la “comunicazione” dell’azienda cliente e il packaging stesso, che può trasformarsi in un prezioso alleato di marketing.

Dalle interviste effettuate emerge che i Paesi più all’avanguardia nell’utilizzo di carta e cartone sono sicuramente gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, la Francia e la Germania, ma anche l’Italia tiene bene il passo. In particolare, dicono i nostri intervistati, all’estero sono molti i Paesi e le aziende che guardano all’Italia come modello da seguire, non solo sulla ricerca, il design e i macchinari per l’imballaggio, ma anche sul tema della sostenibilità e del riciclo.

Da alcuni colloqui con le aziende produttrici è emerso, infatti, che l’Italia è una delle nazioni dove il processo di riciclo funziona meglio, grazie alla presenza di cartiere moderne e di elevato profilo.

Una considerazione critica di un produttore: i costi elevati come freno all’innovazione dell’imballaggio

“Abbiamo tanta capacità di proporre nuove soluzioni, siamo molto creativi, ma poi le nostre idee molto spesso non vengono accettate dai clienti a causa degli elevati costi, ma anche perché il mercato italiano è molto “tradizionalista” e spesso fatica ad abbandonare i vecchi e collaudati formati di packaging per sperimentare nuove forme”.

L’imballaggio cellulosico - hanno detto gli intervistati - non teme la “concorrenza” degli altri packaging. Il motivo? I consumatori

lo preferiscono per diverse ragioni, come testimoniato da un’indagine condotta dal Club Carta e Cartoni di Comieco sulla percezione che i consumatori italiani hanno nei confronti degli imballaggi cellulosici. Di seguito uno specchietto riepilogativo che illustra le peculiarità del packaging in carta, cartone e cartoncino maggiormente apprezzate dal pubblico.

La situazione degli imballaggi cellulosici nel nostro Paese e il

confronto con l’estero

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Packaging cellulosico:quali sono le caratteristiche maggiormente apprezzate dai produttori di imballaggi

Quando si parla dei punti di forza dell’imballaggio cellulosico per il settore alimentare i produttori non mancano di sottolineare una questione di particolare complessità: nell’imballaggio industriale la percentuale di carta riciclata è pochissima. Alla base di questa bassa percentuale ci sono problemi di resistenza ma anche una normativa particolarmente stringente secondo la quale la carta riciclata non può essere posta a diretto contatto con gli alimenti. Per queste ragioni le aziende interpellate sottolineano la necessità di incrementare ricerca e sviluppo con lo scopo di mettere a punto packaging concepiti con criteri di sostenibilità, per esempio progettati in carta riciclata, ma rispettosi della normativa.

Al di là delle differenze culturali fra i diversi Paesi in termini di “creatività” e di “responsabilità ambientale” emerge però una tendenza condivisa: il mercato degli imballaggi, soprattutto nel segmento dei prodotti di consumo, è trainato in maniera significativa dalla Grande distribuzione (Gdo) che ha caratteristiche ed esigenze che si stanno uniformando su base europea. La grande distribuzione organizzata, secondo quanto ribadito recentemente dal Ministero dell’Ambiente, può svolgere un ruolo chiave per l’intero sistema verso la sostenibilità, grazie al proprio raggio d’azione, alla visibilità o al peso economico. In particolare essa può agire in modo trasversale sia sul lato del consumo, sia sul lato della produzione. Infatti, la funzione di intermediazione commerciale su larga scala, svolta dalla Gdo, le conferisce un ruolo chiave

nella gestione degli impatti ambientali legati all’intero “ciclo di vita” dei prodotti. Le catene della Gdo possono svolgere una funzione di “guida” nei confronti dei propri fornitori verso innovazioni di processo e di prodotto; possono promuovere l’eccellenza ambientale dei prodotti sul mercato in quanto in grado di dare un’immagine ecologica credibile dei prodotti e dei produttori, Inoltre la Gdo può sostenere con molta efficacia le campagne di marketing “verde”, stimolando l’interesse e la sensibilità dei consumatori, promuovendo scelte più informate e consapevoli e modelli di consumo più sostenibili. Infine la Gdo può svolgere un ruolo importante riguardante la propria organizzazione per quanto concerne il tema della logistica delle merci, la questione degli imballaggi, e l’efficienza dei punti vendita.

L’orientamento dei produttori Quasi tutte le aziende intervistate hanno dichiarato che la maggior parte dei progetti portati avanti cercano di rispondere sempre più alle reali esigenze dei clienti, considerando in parallelo una forte “domanda” del mercato che chiede nuove soluzioni e al tempo stesso garanzie sulla qualità e l’attenzione all’ambiente

Queste le principali esigenze emerse dalle interviste: • Minimizzare l’impiego di imballi nel confezionamento dei prodotti• Realizzare packaging monomateriali e/o privilegiare materiali riciclabili• Avere materiali più resistenti, più leggeri (riduzione delle grammature) e meno ingombranti

A monte ci sono sempre due elementi chiave che guidano le scelte di mercato e, di conseguenza, della produzione: ottimizzazione dei costi e scelta di soluzioni sempre più sostenibili in termine di selezione dei materiali e progettazione di accoppiati. Un esempio pratico di quanto effettivamente si possa fare da questo punto di vista, in un’ottica sempre più improntata ad un’economia di tipo circolare, è dato da quanto compiuto negli ultimi anni da una nota azienda alimentare italiana: attraverso la collaborazione tra

produttori e i responsabili packaging e R&S è stato possibile sviluppare per la prima volta nel nostro Paese un incarto per i biscotti che può essere conferito nella raccolta della carta, grazie ad un incremento della percentuale di materiale cellulosico nel poliaccoppiato. Una soluzione in grado di preservare le performance dell’imballaggio a beneficio di un minore impatto sull’ambiente. Ma il processo di innovazione non si è fermato a questo punto ma ha toccato diversi aspetti legati alla logistica e alla riduzione, quali: riduzione del numero di veicoli in circolazione per il trasporto dei prodotti nell’ordine di oltre 900 unità all’anno; riduzione di quasi 300 tonnellate di carta consumata in un anno considerando i diversi progetti di riduzione degli imballaggi; riduzione di oltre 170 tonnellate di film plastico all’anno.

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Il tema dell’imballaggio accoppiato

Alcune interviste hanno evidenziato l’interesse da parte di alcuni mercati (i.e. food) che confezionano usualmente i propri prodotti con film plastici, a differenziare le varie referenze utilizzando imballaggi con una componente in carta. In questo senso la preoccupazione principale è l’impatto che un prodotto che combini carta e film possa generare in fase di smaltimento a fine vita del prodotto.In generale comunque, le aziende leader hanno già messo in campo alcune soluzioni innovative per combinare queste esigenze in settori specifici.

A questo proposito Comieco attraverso il proprio comparto di Ricerca e Sviluppo ha messo a punto sul sito www.comieco.org la banca dati Best Pack che riporta oltre 400 casi di ecoimballaggi in carta e cartone che sul mercato meglio rappresentano soluzioni sostenibili e che hanno ottenuto riconoscimenti grazie agli interventi sul prodotto o sul processo, dalla progettazione, al consumo, allo smaltimento. Questo approccio si riassume nel concetto di prevenzione.

Gli esempi virtuosi: le ragioni alla base di un approccio sostenibile

Combinazione carta e film plastici

Azienda leader: “Abbiamo sviluppato una serie di prodotti, materiali e soluzioni che ci hanno permesso di realizzare una confezione completamente compostabile e, al tempo stesso, realizzare un accoppiamento brevettato che ha la caratteristica di separarsi per il solo effetto dell’acqua, risolvendo così le preoccupazioni ambientali che un imballaggio “misto” generava”.

Le aspettative da parte dei produttori sono legate ad eventuali risparmi/ottimizzazioni lungo tutta la loro filiera, in un’ottica nella quale i produttori si pongono in qualità di “consulenti” per offrire un prodotto performante fino al punto vendita e quindi al consumatore, operando quindi in maniera sostenibile, sia a tutela dell’ambiente, sia a livello sociale ed economico.

Oggi, la maggior parte delle aziende sono attente alla ricerca e alle nuove tecnologie. Hanno capito che il packaging non è più l’ultimo anello della filiera, ma che ne è parte integrante. Quindi chiedono innovazione e ricercano continuamente soluzioni che consentano loro di aumentare le vendite, diminuire i costi e gestire maggiormente i rischi.

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A fianco dell’aspetto estetico, il packaging deve tenere conto anche della conservazione del prodotto, soprattutto in ambito food. In questo senso una delle richieste più forti da parte delle aziende clienti è soprattutto la resistenza (i.e. agli umidi o ai grassi) che però, a detta degli intervistati, è spesso difficile da combinare con la carta che, se si rendesse troppo resistente, perderebbe le sue qualità di compostabilità e affidabilità che ha adesso. Per questo il mercato cerca da un po’ di tempo di lavorare a soluzioni “ibride” che tengano conto però dei principi base della biodegradabilità.

Di seguito alcune testimonianze e prodotti concepiti con criteri di sostenibilità e presentati nell’ambito della convention annuale del Club Carta e Cartoni di Comieco:

• Azienda 1: progettazione di un imballaggio realizzato per la prima volta con carta realizzata dagli scarti di lavorazione dei fagioli, ecosostenibile e riciclabile al 100%. Un packaging primario che può stare a contatto diretto con gli alimenti, che permette di evitare il doppio confezionamento e fornire in questo modo una soluzione eco-compatibile per ridurre l’impatto ambientale degli imballaggi.

• Azienda 2: progettazione del primo packaging cellulosico prodotto per un noto gruppo del settore alimentare, nato dalla crusca non più utilizzabile per il consumo. La crusca viene in particolare selezionata e polverizzata fino ad ottenere una sostanza finissima, capace di mescolarsi con le fibre della cellulosa. In questa carta, grazie alla crusca, è stato possibile ridurre di un sesto la cellulosa normalmente presente negli imballaggi.

• Azienda 3: messa a punto di un packaging nato dal riuso creativo dei sottoprodotti del processo di produzione dello champagne di una nota casa vinicola. Nel pieno rispetto dell’ambiente, dopo la spremitura dei grappoli, la buccia degli acini d’uva trova un nuovo utilizzo: le bucce vengono infatti essiccate e micronizzate per diventare materia prima per la produzione di una carta ecologica unica risparmiando il 25% di fibre vergini.

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Quando si parla di utilizzatori, per i produttori andrebbe fatta una differenza fra aziende clienti, Grande distribuzione organizzata (Gdo) e consumatore finale.

Le richieste delle aziende utilizzatrici di imballaggi e le priorità della Gdo

Per la grande distribuzione i requisiti di un packaging sono collegati alle “5 E”:

• easy to recognise• easy to open• easy to fill• easy to shop• easy to dispose of

In questa “declinazione” c’è tutto il paradigma del business degli imballaggi che è fatto di immagine ma anche di marketing su cui anche la Grande distribuzione è in grado di generare profitto. Questo aspetto, però, è soprattutto strettamente legato al mondo delle aziende clienti che commissionano ai produttori soluzioni di packaging adatti alle novità di prodotto che devono immettere sul mercato o, più semplicemente, al rinnovo dell’immagine di prodotti di punta.

Come spiegato dagli intervistati spesso anche le più grandi aziende clienti hanno linee di prodotto che negli anni non sono cambiate

(i.e. la pasta Barilla o la Nutella): a cambiare invece è stato sempre, e spesso con grande velocità, il packaging per intercettare la domanda e mantenere alto il livello di “appeal”.

Le aziende utilizzatrici di packaging inoltre chiedono oggi ai produttori una maggiore attenzione al fatto che le offerte di imballo proposte non rinuncino a un continuo aggiornamento nel rispetto dei bilanci aziendali. Anzi, la richiesta crescente di tornare all’essenziale - permette anche di ottimizzare la logistica a vantaggio dei costi aziendali ma anche della sostenibilità.

Un’azienda produttrice intervistata ha raccontato:

“Alcuni nostri clienti, solo intervenendo sul packaging secondario sono riusciti a ridurre la movimentazione dei prodotti fino al 20-22%”.

Nella banca dati Best Pack sono riportati molti diversi esempi di questo tipo: si parla ad esempio di imballaggi per il trasporto di bottiglie in vetro per il settore e-commerce realizzati in un unico pezzo e con imbottitura integrata in grado di garantire la massima protezione contro i danni e ridurre i costi di smaltimento per il consumatore.

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L’orientamento degli utilizzatori

Le richieste dei consumatori: estetica ma anche funzionalità

I consumatori finali, invece, hanno un approccio “misto” che combina più variabili. Da una parte chiedono la praticità il packaging deve essere “facile da aprire”, il prodotto deve avere una buona visibilità e la confezione deve essere funzionale per il trasporto a casa, nel caso per esempio di prodotti un po’ pesanti ed ingombranti. Dall’altra parte, invece, c’è tutta la parte estetica ed “emozionale” un packaging deve intercettare i bisogni del momento e anche l’attitudine all’acquisto. Tradotto: “anche se in questo momento non ho bisogno del prodotto X se il suo imballo è attraente posso decidere di acquistarlo lo stesso per questa ragione”.

Un tema particolarmente sentito: le prospettive della stampa digitale

Oggi c’è in corso una rivoluzione tecnologica: lo sviluppo della stampa digitale che promette di cambiare il modo di lavorare e tutti i processi produttivi. Da una parte i miglioramenti sul fronte della flexografia e la litografia, dall’altra appunto la stampa digitale che permette ora di stampare in grande formato direttamente su cartone ondulato, quindi senza alcun costo di impianto stampa. Il risultato è così declinato: maggiori performance e costo drasticamente ridotto.

Inoltre le nuove stampe hanno fatto notevoli passi avanti anche sul fronte della sostenibilità ambientale grazie anche all’uso di nuovi inchiostri.

Proprio l’evoluzione della stampa digitale, inoltre, porta con sé il tema della personalizzazione del packaging che oggi è una delle tendenze del mercato (come si è visto per esempio con i messaggi personali sulle lattine di Coca-Cola e sui barattoli della Nutella) e che ora potrebbe prendere sempre più piede anche sul cartone ondulato. I consumatori, infatti, chiedono più “carattere” e “personalità” sulle confezioni che acquistano.

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In linea di massima quasi tutti gli intervistati hanno concordato sul fatto che il packaging cellulosico andrebbe valorizzato molto più di quanto oggi non lo sia in Italia, perché elemento importante non solo per il trasporto, ma anche per la conservazione e l’immagine stessa di un prodotto in qualsiasi settore di mercato.

La sostenibilità ambientale poi, è uno dei temi caldi che stanno più a cuore alle aziende. Sono cambiate anche molto le esigenze e le tendenze degli utilizzatori: prima le richieste si concentravano sui prodotti, adesso vengono richieste informazioni relative ai processi aziendali di produzione. Le aziende clienti vogliono conoscere il contributo delle realtà del packaging in termini di risparmio energetico, risparmio di acqua e scarti nel normale svolgimento delle attività. Le richieste più frequenti riguardano progetti di saving: ottimizzazione delle specifiche, razionalizzazione

delle referenze e nuove soluzioni di packaging design.Dalle interviste è emerso comunque che, nel momento in cui la carta riesce a dare le stesse performance di altri materiali, le aziende clienti - e di conseguenza il consumatore - scegono la carta.

Riflessioni sul tema Club Carta e Cartoni

Gli intervistati si sono espressi anche sul Club Carta e Cartoni, definendolo una bella iniziativa non solo perché consente di capire i bisogni dei clienti in materia di packaging e sostenibilità in anteprima, ma anche perché permette di far conoscere all’esterno gli sforzi in tema di innovazione portati avanti dalle aziende del settore.

Per informazioni e richieste di iscrizione: www.clubcartaecartoni.org

Conclusioni

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Finito di stampare nel mese di settembre 2016Stampa a cura di AndersenProduzione editoriale a cura del Club Carta e Cartoni di ComiecoTiratura limitata destinata ai membri del Club Carta e Cartoni di Comieco

Via Pompeo Litta, 520122 Milano

www.clubcartaecartoni.orgwww.comieco.org