I promessi sposi

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I PROMESSI SPOSI ALESSANDRO MANZONI

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I PROMESSI SPOSI

ALESSANDRO MANZONI

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La questione linguistica

MANZONI PUBBLICA IL ROMANZO IN UNA PRIMA VERSIONE NEL 1827 E SUCCESSIVAMENTE NEL 1840.FRA LE DUE VERSIONI MANZONI APPORTA MODIFICHE SOPRATTUTTO ALLA LINGUA. GIA’ NELL’EDIZIONE DEL ‘27 AVEVA CERCATO DI SCRIVERE IN UNA LINGUA CHE POTESSE ESSERE NAZIONALE; PER PREPARARE LA NUOVA EDIZIONE DEL 1840 MANZONI TRASCORSE UN PERIODO A FIRENZE PER «SCIACQUARE I PANNI IN ARNO» CIOE’PER ENTRARE IN CONTATTO CON IL FIORENTINO PARLATO CHE UTILIZZO’ COME MODELLO PER CORREGGERE LINGUISTICAMENTE IL ROMANZO.

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Il primo romanzo storico

• Manzoni sceglie di ambientare la vicenda de I Promessi Sposi nel Seicento; più precisamente le vicende si svolgono in Lombardia fra il 1628 e il 1630. Manzoni racconta di fatti avvenuti due secoli prima rispetto all’Ottocento, secolo in cui lui vive. Questo gli dà la possibilità di:

• 1) Avere la giusta distanza storica per esprime giudizi su un’epoca tanto diversa, caratterizzata da violenza, ignoranza, superstizione.

• 2) Costruisce un parallelismo fra le situazione della Lombardia del ‘600 occupata dagli spagnoli e la Lombardia dell’800 dominata dagli austriaci, dimostrando come la violenza e la sopraffazione siano una costante storica.

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Il manoscritto• Per accentuare la finzione storica, Manzoni finge di

aver trovato un manoscritto dal quale copia la storia e in effetti le prime pagine del romanzo sono scritte in un italiano seicentesco. Poi dichiara ai lettori di essere stanco di trascrivere pertanto prosegue nella narrazione parafrasando il contenuto del manoscritto, ma rimanendo, a suo dire, fedele al suo contenuto.

• In realtà la storia è interamente inventata dall’autore anche se ci sono numerosi riferimenti a fatti realmente accaduti (l’arrivo in Italia dei Lanzichenecchi, la carestia, l’epidemia di peste) e personaggi realmente vissuti (es. il cardinal Borromeo).

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Narratore onnisciente• Manzoni è la voce narrante e sa tutto della

storia di cui narra e dei personaggi che ne sono protagonisti a tal punto da indovinare quali possano essere i loro pensieri.

• Nello stesso tempo il fatto di averci detto che sta copiando la storia da un manoscritto del Seicento, gli permette il distacco necessario per esprimere il proprio giudizio morale spesso facendo uso dell’ironia. Manzoni usa questa figura retorica quando sta pensando l’esatto contrario di ciò che scrive.

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La vicenda• La storia racconta di Renzo e Lucia due giovani di

umile condizione che vedono ostacolato il loro matrimonio da don Rodrigo, prepotente signorotto locale. Per mettersi in salvo dalla situazione pericolosa (Lucia rischia di essere rapita) divideranno le loro strade; lei a Monza in un monastero, lui a Milano. Attorno a loro la violenza della guerra, la carestia e la peste. I due riusciranno a sopravvivere all’epidemia e si ritroveranno nel lazzaretto di Milano, dove Don Rodrigo muore.

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I temi• Gli umili Renzo e Lucia sono i protagonisti del

romanzo e, malgrado le difficoltà e le ingiustizie che sono costretti a subire, riusciranno nel loro intento grazie alla loro operosità e alla fiducia nella Provvidenza divina.

• Per divina provvidenza Manzoni intende il progetto di Dio in base al quale si compiono fatti che all’uomo sono incomprensibili, ma che deve accettare con fiducia e rassegnazione. E’evidente che la morale di Manzoni è profondamente cristiana.