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1 I PROBLEMI DELL’ORA PRESENTE Maria Valtorta: ancora su sant’Ignazio e san Francesco d’Assisi, II Ora si tratta di vedere quello che Maria Valtorta ci ha trasmesso con la sua Opera per tentare di portarci dove sono certamente arrivati san Francesco d’Assisi in primis e poi sant’Ignazio di Loyola e il beato Charles de Foucauld. È chiaro che se san Francesco d’Assisi è un caso unico è anche vero che in modo analogo questo tipo di rapporto riguarda tutti i santi seppure in modalità e profondità differenti. In ogni caso i presenti li citiamo come esempi molto ravvicinati senza voler minimamente escludere tutti gli altri. Come scriveva don Divo Barsotti, san Francesco arriva oltre ogni costruzione teolo- gica, ma anche oltre ogni giuridismo, formalismo e deviazionismo, per approdare a un rapporto personale, profondamente amicale e vitale con Gesù. Questo tipo di rapporto è comprensibile solo nella dimensione dell’amore «agape» (dono totale di sé) non per vantaggi di qualche tipo. Amore per amore; accoglimento per accoglimento. Disinteresse totale. Neanche il desiderio di andare beati in paradiso può essere accettabile. Ogni interesse, anche il più alto, ridurrebbe Gesù a mezzo. Mentre Gesù deve essere sempre il fine non superabile. I nostri Santi questo lo avevano capito e incarnato nella loro vita. Altri tipi di relazione per quanto belli, non possono raggiungere le profondità di questo amore. Per amore e solo per amore andare a Lui perché è Lui: Gesù Cristo! E Lui non è un personaggio qualunque, ma il Dio fatto carne. Dio e uomo. Tutto Dio e tutto uomo. Piena- mente Dio e pienamente uomo. Mi sto chiedendo in altre parole, tre cose: 1) l’Opera di Maria Valtorta vuole portarci allo stesso risultato di san Francesco, sant’Ignazio di Loyola e del beato Charles de Foucauld; e cioè a un rapporto personale, individuale, con Gesù Cristo? 2) Quale metodo usa? 3) In cosa si differenzia dagli altri? E comincio da quest’ultima. - Maria Valtorta Newsletter - A cura della Fondazione Maria Valtorta Viale Carducci, 71 - 55049 VIAREGGIO (Lucca) 2 GIUGNO 2017 - NEWSLETTER N° 27 - Maria Valtorta in un ritratto del pittore Dawid Kownacki La Fondazione Maria Valtorta è lieta di annunciare la data del prossimo evento a carattere nazionale: Nono Convegno Valtortiano Italiano che si svolgerà il giorno sabato 21 ottobre 2017 presso l’Hotel Residence Esplanade in piazza Puccini 18 a Viareggio.

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I PROBLEMI DELL’ORA PRESENTEMaria Valtorta: ancora su sant’Ignazio e san Francesco d’Assisi, II

Ora si tratta di vedere quello che Maria Valtorta ci ha trasmesso con la sua Opera per tentare di portarci dove sono certamente arrivati san Francesco d’Assisi in primis e poi sant’Ignazio di Loyola e il beato Charles de Foucauld. È chiaro che se san Francesco d’Assisi è un caso unico è anche vero che in modo analogo questo tipo di rapporto riguarda tutti i santi seppure in modalità e profondità differenti. In ogni caso i presenti li citiamo come esempi molto ravvicinati senza voler minimamente escludere tutti gli altri. Come scriveva don Divo Barsotti, san Francesco arriva oltre ogni costruzione teolo-gica, ma anche oltre ogni giuridismo, formalismo e deviazionismo, per approdare a un rapporto personale, profondamente amicale e vitale con Gesù. Questo tipo di rapporto è comprensibile solo nella dimensione dell’amore «agape» (dono totale di sé) non per vantaggi di qualche tipo. Amore per amore; accoglimento per accoglimento. Disinteresse totale. Neanche il desiderio di andare beati in paradiso può essere accettabile. Ogni interesse, anche il più alto, ridurrebbe Gesù a mezzo. Mentre Gesù deve essere sempre il fine non superabile. I nostri Santi questo lo avevano capito e incarnato nella loro vita. Altri tipi di relazione per quanto belli, non possono raggiungere le profondità di questo amore. Per amore e solo per amore andare a Lui perché è Lui: Gesù Cristo! E Lui non è un personaggio qualunque, ma il Dio fatto carne. Dio e uomo. Tutto Dio e tutto uomo. Piena-mente Dio e pienamente uomo.

Mi sto chiedendo in altre parole, tre cose: 1) l’Opera di Maria Valtorta vuole portarci allo stesso risultato di

san Francesco, sant’Ignazio di Loyola e del beato Charles de Foucauld; e cioè a un rapporto personale, individuale, con Gesù Cristo?

2) Quale metodo usa? 3) In cosa si differenzia dagli altri? E comincio da quest’ultima.

- Maria Valtorta Newsletter -A cura della Fondazione Maria Valtorta

Viale Carducci, 71 - 55049 VIAREGGIO (Lucca)

2 GIUGNO 2017 - NEWSLETTER N° 27 -

Maria Valtorta in un ritratto del pittore Dawid Kownacki

La Fondazione Maria Valtorta è lieta di annunciare la data del prossimo evento a carattere nazionale: Nono Convegno Valtortiano Italiano che si svolgerà il giorno sabato 21 ottobre 2017 presso l’Hotel Residence Esplanade in piazza Puccini 18 a Viareggio.

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Se leggiamo i testi che il Prof. Joseph Ratzinger (Papa Benedetto XVI, ma in questo caso ha scritto come professore di teologia e non come Papa. Criticare il testo è criticare il professore e non il Papa) ha scritto su Gesù, dobbiamo constatare che il suo problema è determi-nare — con gli strumenti che l’esegesi ha portato avanti dagli anni 1950 in poi — quanto sia reale, storico, il Gesù di Nazareth descritto dai vangeli canonici. Proprio nella magnifica e riassuntiva prefazio-ne di Gesù di Nazareth (Rizzoli RCS Libri s.p.a., Milano 2007, primo volume, dal Battesimo a prima dell’entrata solenne in Gerusalem-me), cerca di delineare la situazione esegetica verso Gesù e scrive:

«chi legge di seguito un certo numero di queste ricostruzioni [tra gli anni 1950 e oggi] può subito constatare che esse sono molto più fotografie degli autori e dei loro ideali che non la messa a nudo di un’icona fattasi sbiadita […] Come risultato comune di tutti questi tentativi è rimasta l’impressione che, comunque, sappiamo ben poco di certo su Gesù e che solo in seguito la fede nella sua divinità abbia plasmato la sua immagine. [… risultato:] l’intima amicizia con Gesù, da cui tutto dipende, minaccia di annaspare nel vuoto» (p. 8).

Subito si vede l’intenzione di Ratzinger: cercare di mostrare il Gesù vero rispondendo alle varie ricostruzioni partendo da un’ana-lisi corretta. Dopo aver lasciato al prof. Schnackenburg l’autorità di far notare i limiti del metodo storico-critico per arrivare a una con-clusione certa su chi è stato Gesù di Nazareth e dopo aver comunque affermato che:

«Il metodo storico-critico, ripetiamolo, resta indispensabile a par-tire dalla struttura della fede cristiana» tratteggia il suo metodo. Scrive:

«per la mia presentazione di Gesù questo significa anzitutto che io ho fiducia nei Vangeli. Naturalmente do per scontato quanto il Con-cilio e la moderna esegesi dicono sui generi letterari, sull’intenzio-nalità delle affermazioni, sul contesto comunitario dei Vangeli e il loro parlare in questo contesto vivo. Pur accettando, per quanto mi era possibile, tutto questo, ho voluto fare il tentativo di presentare il Gesù dei Vangeli come Gesù reale, come il “Gesù storico” in senso vero e proprio. Io sono convinto, e spero che se possa rendere conto anche il lettore, che questa figura è molto più logica e dal punto di vista storico anche comprensibile delle ricostruzioni con le quali ci siamo dovuti confrontare negli ultimi decenni. Io ritengo che proprio questo Gesù — quello dei Vangeli — sia una figura storicamente sensata e convincente» (pp. 17-18).

In altre parole: visto che un’assoluta indifferenza rispetto alle proprie vedute soggettive è impossibile, io (Prof. Ratzinger) voglio

PREGHIERA

Per chiedere a Dioil riconoscimento pubblico

delle virtùdi Maria Valtorta:

O Dio, Misericordia infinita

ed eterna,che in Maria Valtorta,

umile tua creatura,hai manifestato le meraviglie

del tuo amore,glorifica questa tua figlia che ha accettato di unirsi

alla Passione del tuo Figlio fino alla consumazione totale

in un letto di dolore.O Signore

d’inesauribile bontàche l’esempio di vita

della tua ancella,la sua testimonianza eroica,

la perseveranza fino al dono totale,

converta il cuore dei peccatori accenda l’amore

dei tiepidi, faccia divampare la carità in tutti.

O Signore che hai unito al Cristo, Uomo-Dio, quale sposa

crocifissa, Maria Valtorta,fa che la santa Chiesa,riconosca le sue virtù

e la sua missionee la porga a tutti i fedeli

come modello da imitare,e a cui chiedere l’intercessione

presso di Te.Per Cristo Nostro Signore.

Amen.

www. fondaz ionemar iava l to r ta . i t

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verificare se il Vangelo, così com’è arrivato a noi, scioglie più difficol-tà che non le ricostruzioni delle moderne teorie esegetiche.

Cioè sono più realistici i Vangeli canonici oppure le ricostruzioni esegetiche moderne? Tutto il testo di questo primo volume (ma an-che negli altri due libri. Gli scritti del Prof. Joseph Ratzinger forma-no, infatti, una trilogia: «Gesù di Nazaret», «Gesù di Nazaret, dall’in-gresso in Gerusalemme fino alla risurrezione», «L’infanzia di Gesù»), seguirà questa linea guida. I vari capitoli sono una interpretazione dei testi dei Vangeli, elaborata confrontandosi con i vari esegeti e teologi, e con varie interpretazioni contemporanee. Il brano della trasfigurazione (pp. 352-366) ne è un esempio paradigmatico. La cura con cui acribiosamente si confronta coi vari autori affermando, criticando, scegliendo, rifiutando, sconsigliando questa o quella in-terpretazione per poi cercare di giustificare il testo dell’Evangelista così come ci è giunto, ci dice l’importanza di questo libro e anche il suo valore. Questa scelta però ha il limite di non poter vedere con semplicità la figura del Salvatore. Il risultato è molto bello, ma la ricostruzione del reale (persone, parole, azioni, situazioni, ecc.) la deve fare con la propria testa il lettore.

Qui mi permetto di fare una precisazione. Il Prof. Ratzinger (papa Benedetto XVI) afferma: «Il metodo storico-critico, ripetiamolo, resta indispensabile». Qui è bene capirci. Il metodo storico-critico ha una base scientifica, compie un’analisi storica dei fatti e, per mezzo dell’analisi critica, cerca di «chiarire i processi storici» stessi. È un metodo razionale inventato per comprendere meglio testi an-tichi di ogni tipo e quindi è diventato anche uno strumento per ana-lizzare storicamente fin nei dettagli anche i fatti narrati nella Bibbia. Però se usato da solo e senza il concorso di un altro insieme (plurale) di metodi, finisce per spegnere la Bibbia come Parola di Dio. Questo lo si sa per teoria e per le conclusioni a cui sono arrivati vari autori. Ed è anche ovvio. Essendo chiuso nei confini stretti della raziona-lità umana qualunque elemento superiore viene annullato. «Segni, prodigi, miracoli» (At 2,22) semplicemente non possono esistere, non vengono mai presi in considerazione e quando sono raccontati se ne cerca e se ne da, una spiegazione solo razionale (invenzione, favola, doppioni, ecc. ecc.). Per il metodo storico-critico è più accet-tabile ipotizzare azioni di mitici extraterrestri che un’azione diretta, miracolosa, di Dio. Questi risultati hanno provocato in molti fedeli un’accusa pregiudiziale di modernismo verso chiunque lo usi: Papa o Prof. Ratzinger compresi.

Il modernismo dunque è un problema da affrontare. Questa eresia di fine 1800 e inizio 1900 deve essere capita e applicata bene, anche se non posso descriverla nel dettaglio.

Trascrivo solo alcuni principi rifiutati e condannati dalla Chiesa:

Gesù di Nazaret è il primo libro pubblicato da papa Benedetto XVI (Joseph Ratzinger) nel 2007 dopo la sua nomina a pontefice. Si tratta di un saggio sulla figura storica di Gesù Cristo.In copertina compaiono due firme: quella di Joseph Ratzinger e quella di Benedetto XVI, caratteristica non presente nei libri dei predecessori e che serve a ribadire che il volume non è un atto di magistero, com’è stato ribadito precedentemente e successivamente alla sua pubblica-zione, ma soltanto il punto di vista del “credente Joseph Ratzinger” sul-la figura di Cristo. Ratzinger si ripro-mise di scrivere un secondo volume, che è stato pubblicato alfine nel 2011 col titolo Gesù di Nazaret-Dall’in-gresso in Gerusalemme fino alla risurrezione dal quale è rimasta esclusa però la trattazione dell’in-fanzia e della “vita nascosta” di Gesù, oggetto di un terzo volume pubbli-

cato nel 2012.Il libro si propo-ne di presentare la figura storica di Gesù, ma dal punto di vista metodologico si distacca consa-pevolmente dal “metodo stori-co-critico” tipico di gran parte

dell’esegesi moderna. Ratzinger af-ferma, e si propone di dimostrare, che proprio il Gesù presentato dai Vangeli è il vero Gesù, mentre il cosiddetto “Gesù storico” descritto dagli esegeti è una figura ricostruita sulla base di premesse errate.

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- L’agnosticismo, secondo il quale non si hanno, dal punto di vista scientifico e conoscitivo, adeguati strumenti razionali per affermare o negare la realtà di Dio e il suo intervento verso gli uomini.

- Il concetto che la verità e i dogmi della Chiesa si evolvano con l’evoluzione dell’uomo stesso. Evoluzione accettata come ovvia ed eterologa (ad esempio: da un seme di rosa può derivare qualsiasi altro fiore, pianta ecc.).

- La negazione della trascendenza di Dio rispetto al creato.- La mancanza di riferimenti alla divinità di Gesù Cristo (se credu-

ta è dovuta ed è presente, solo nella coscienza del credente. Niente di oggettivo e universale) e a quella della Chiesa (derivata dall’esperien-za collettiva).

- La coscienza del singolo vuole risolvere da solo i problemi della fede. Quindi la soggettività della verità e la relatività di tutte le sue formule. Da questi due principi si può giungere a varie forme di gnosticismo, religioso e no.

Bisogna però distinguere tra quello che è il modernismo e quello che è un tentativo di ipotesi teologica o biblica o morale. Quello che è una vera e propria tesi modernista gustata e volutamente espressa con tutte le conseguenze del caso e cioè la vanificazione del cristia-nesimo a favore della creazione di un movimento vagamente spiri-tuale e che non disturbi affatto in materia di fede, costumi e morale; da quello che è un semplice tentativo d’approfondimento teologico- culturale; oppure, ancor più semplicemente, un modo di esprimersi diverso, più articolato, più motivato, nel tentativo di esplicitare meglio qualche verità rivelata. Purtroppo esiste poi una genia di personaggi che non sono dei veri modernisti, ma solo ignoranti e saccenti oltreché spesso prepotenti. Leggono niente; confrontano niente; ma sono convinti d’aver capito tutto. Nelle migliori delle ipotesi scrivono e dicono «più [la] fotografia degli autori [cioè di sé stessi] e dei loro ideali» che verità conquistate a fatica. Certo il modernismo c’è stato e c’è! Ma prima di lanciare accuse sconsiderate conviene bene considerare (cioè studiare!) non solo la materialità di quello che si legge, ma anche l’intenzionalità particolare e generale dell’autore. Questa accusa non dovrebbe essere mai usata per giusti-ficare la propria bile o la propria ignoranza; peggio ancora per com-piacere la propria limitatezza intellettuale, di solito rivestita di sac-centeria e presunzione, attaccando chicchessia. Un caso esemplare di questo stile è quello usato contro padre Henri De Lubac, che fu inizialmente considerato e condannato come modernista e sempre guardato con sospetto, ma che oggi è considerato un grande maestro di teologia. Tipico di chi usa male di questa accusa è chiudersi in un universo passato che non può più esserci, oppure di imbalsamarsi

I Prossimi Appuntamenti con la Fondazione

Maria Valtorta:

Lunedì 12 Giugno 2017

alle ore 20,30

Santa Messa e Conferenza

presso la Parrocchia

di Santa Rita

in via dei Lecci 95

a Viareggio

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nella materialità di un testo pur sapendo che a volte il linguaggio tradisce tutti: chi scrive e chi legge. Platone lo aveva capito bene e per questo non ha voluto che certe sue tesi fossero scritte: dovevano essere spiegate anche nei contorni e nei dettagli per essere retta-mente comprese. Unica possibilità per trasmettere queste verità era l’oralità. Niente di scritto! Per alcuni un rimedio buono appare il fon-damentalismo. Ma è uno strumento sbagliato. Il fondamentalismo è stato duramente rimproverato dal documento: «L’interpretazione della Bibbia nella Chiesa» della Pontificia Commissione Biblica del 15 marzo 1993, con la prefazione di un discorso di papa Giovanni Paolo II e quello del Card. Joseph Ratzinger (Libreria Editrice Vati-cana, Città del Vaticano 1993). In questo si afferma che:

«l’approccio fondamentalista è pericoloso, perché attira le persone che cercano risposte bibliche ai loro problemi di vita. Tale approccio può illudere offrendo interpretazioni pie ma illusorie, invece di dire loro che la Bibbia non contiene necessariamente una risposta imme-diata a ciascuno di questi problemi. Il fondamentalismo invita, senza dirlo, a una forma di suicidio del pensiero» (p. 65).

Invito tutti a leggere questo documento considerandolo con umiltà e vera devozione per evitare qualsiasi «forma di suicidio del pensiero».

Altri autori nel proseguo.

Don Ernesto Zucchini

FONDAZIONE MARIA VALTORTAviale Carducci, 71

55049 VIAREGGIO (Lucca)[email protected]

A partire dal mese di Giugno 2017la Fondazione Maria Valtorta ha iniziato una collaborazione

con la rivista mensile LA PRESENZA DI MARIA

che ospiterà una rubricadedicata a Maria Valtorta

con cadenza bimensile

Nel prossimo numero:

La “violetta di Gesù”di don Ernesto Zucchini

La mistica cristianadi don Maurizio Iandolo

Luigina Sinapi vittima dell’amoredi Gabriele Cajano

Nel sito della Fondazione Maria Valtorta e durante la trasmissione su Radio Maria è possibile trovare informazioni sull’iniziativa riguardante i Cenacoli di Preghiera e di Lettura organizzati dalla Fondazione Maria Valtorta allo scopo di diffondere la conoscenza della persona e dell’Opera valtortiana. Per eventuali contatti utilizzare il modulo presente sul sito della Fondazione.