I piaceri della villeggiatura L. Alma Tadema Dolce far niente, 1882 Coll. privata.

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I piaceri della villeggiatura

L. Alma TademaDolce far niente, 1882Coll. privata

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Ville e Horti

• Villae: abitazioni extraurbane con grande ager coltivato ed edifici (pars rustica e pars urbana)

• Horti: in origine piccoli campi coltivati prossimi alla città; in seguito parchi e giardini per le passeggiate e il relax

• Horti Sallustiani, Luculliani, di Mecenate, di Elio Lamia ecc.

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Horti di Roma

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Il lusso degli Horti Lamiani

Oplontis, Villa di Poppea

Decorazione di un ambiente degli Horti LamianiRoma, Musei Capitolini

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Vita in

villa

Tunisi, Museo del Bardo (da Cartagine)

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Trifolium di una villa di TabarkaTunisi, Museo del Bardo

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Le ville al mare

Napoli, Museo Archeologico Nazionale(da Stabiae)

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Ville d’ozio

Napoli Museo Archeologico Nazionale(da Pompei)

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Le ville di Cicerone• Cicerone, Ad Attico, 2, 8, 2• Ho in progetto di raggiungere la mia villa di Formia il giorno

delle feste Palilie (12 aprile). Quindi, poiché sei del parere che, coi tempi che corrono, io debba fare a meno del delizioso soggiorno sul golfo, partirò dalla villa di Formia il primo maggio, in modo da essere il giorno 3 ad Anzio. Si daranno, infatti, giochi dal 4 al 6 maggio, ad Anzio e Tullia desidera assistervi. Di là ho intenzione di spostarmi nella mia villa di Tuscolo, poi ad Arpino e di esser a Roma per il primo giugno. Fa in modo che io ti possa vedere o nella villa di Formia o ad Anzio o nella villa di Tuscolo..

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La villa di Varrone

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La villa di

Orazio

C. Miola, Orazio in villa, 1877Napoli, Museo di Capodimonte

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Orazio, Satire, II 6 passim 

Era questo il mio sogno: un pezzo di terreno, non tanto grande, dove

Fosse l'orto e, vicino alla casa, una sorgente d'acqua viva e, per aggiunta,

un po’ di bosco. Gli dèi han fatto più e meglio: che siano benedetti!... E

ora, che dalla città mi son ritirato sulla vetta di queste montagne, che cosa

celebrerò prima con le mie satire e con l'umile Musa? Qui non mi turba la

funesta ambizione, né l'accasciante scirocco, né l'autunno rigido, che

arricchisce la funesta Libitina…

 «O campagna, quando ti rivedrò? e quando mi sarà dato di passare la vita

affannosa in un piacevole oblio, ora tra i libri degli antichi, ora nel sonno e

nel dolce far niente?» …

notti e cene divine, quando presso il focolare domestico io con i miei

consumo il mio pasto e nutro con le vivande delibate i petulanti schiavetti!

A piacer suo ogni commensale, sciolto da norme assurde, tracanna tazze

di varia grandezza, sia che da forte bevitore tolleri i vini robusti, sia che si

metta in allegria con bicchieri moderati.

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Le ville di Plinio

S. Giustino

Laurentinum

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La villa in Toscana

Ricostruzione di J. von Falke (1883)

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• Plinio il Giovane, Lettere, IX 36• Mi chiedi con quali criteri io ordini la giornata d'estate

nella mia villa di Toscana. Mi sveglio quando mi torna comodo, generalmente verso la prima ora di sole, spesso prima, raramente più tardi. Le finestre rimangono chiuse; infatti il silenzio ed il buio hanno un'efficacia straordinaria per sottrarmi alle distrazioni ed allora io, libero e tutto per me … elaboro i miei pensieri sul tema che sto eventualmente trattando… Tra le nove e mezza e le undici … me ne vado sulla terrazza o nella galleria vetrata … e continuo il filo delle riflessioni ... Poi salgo in carrozza ... Me ne ritorno ad un breve pisolino, poi faccio una passeggiata e successivamente leggo con voce incisiva ed energica un'orazione greca o latina…

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Nuova passeggiata, frizioni con unguenti, ginnastica, bagno. Durante la cena, se sono presenti solo mia moglie o pochi amici, si legge un libro; dopo cena ascoltiamo la declamazione di qualche scena comica o le esecuzioni di qualche suonatore di lira. Poi passeggio con i miei dipendenti, alcuni dei quali sono forniti di una buona cultura. Così, chiacchierando sui più diversi argomenti si tira in lungo la sera e, quantunque la giornata sia molto lunga, giunge rapidamente al termine.

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Variazioni sul temaTalora in questa trama avvengono alcuni mutamenti. Infatti, se ho indugiato lungamente a letto od ho protratto la passeggiata, soltanto dopo il riposo e la lettura faccio un giro, però non in carrozza, ma a cavallo, per recuperare tempo andando più in fretta.

Sopraggiungono amici dalle cittadine dei dintorni e mi sottraggono una parte della giornata, e talvolta, quando sono stanco, mi vengono in aiuto, imponendomi una sospensione davvero opportuna.

Di tempo in tempo vado a caccia, ma senza mai dimenticare le tavolette da scrivere, per poter riportare qualche bottino anche se non avessi preso nulla.

Consacro pure del tempo ai coltivatori delle mie terre, anche se essi lo trovano troppo scarso: le loro lamentele paesane mi fanno meglio apprezzare le nostre lettere ed i nostri impegni cittadini…

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La villa Laurentina

• Plinio il Giovane, Lettere, 9, 40 • Mi scrivi che ti ha fatto molto piacere la mia lettera nella quale ti

esponevo il tenore delle mie vacanze estive nella villa di Toscana e mi domandi quali mutamenti io vi arrechi quando d'inverno soggiorno in quella di Laurento. Nessuno, eccetto l’omissione della siesta sul mezzogiorno e l'impiego di una considerevole parte della notte prima del sorgere o dopo il tramonto del sole; inoltre se debbo intervenire con urgenza in qualche processo - eventualità che d’inverno capita spesso - l'attore comico od il suonatore di lira non trovano più posto dopo cena; in loro vece rielaboro ripetutamente quanto ho prima dettato e con i numerosi perfezionamenti raggiungo anche l'effetto di ricordare meglio il testo.

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Vacanze al lago

• Plinio il Giovane, Lettere, II, 8

• Ti dài alle lettere? alla pesca? alla caccia? o a tutte e tre insieme? Infatti sulle rive del nostro Lario si possono praticare tutte insieme: il lago fornisce i pesci, le selve che circondano il lago offrono la selvaggina e la solitudine assoluta nella quale ti aggiri ti somministra in abbondanza occasioni di meditare. Ma sia che tu faccia tutte queste cose insieme, sia che ne faccia qualcuna, non posso dirti «T'invidio»; però mi sento angustiato che non siano permesse anche a me occupazioni alle quali anelo come i malati al vino, ai bagni, alle fonti. Se non mi è dato di scioglierli, non spezzerò mai questi lacci soffocanti? Credo che non li spezzerò mai. Infatti alle vecchie incombenze se ne aggiungono delle nuove, senza che tuttavia le precedenti si estinguano.

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Vita beata

• Plinio il Giovane, Lettere, V, 18• Caio Plinio invia i suoi saluti al caro Calpurnio Macro. • Sono contento perché lo sei anche tu. Hai con te tua moglie, hai

tuo figlio; ti godi il mare, le sorgenti, il verde, la campagna ed una villa incantevole. Non dubito infatti che sia incantevole, dato che vi si era sistemato un uomo già ben fortunato, prima di diventare il più fortunato di tutti. Quanto a me, nella mia villa in Toscana, attendo alla caccia ed alla composizione letteraria, occupazioni che talora esercito alternativamente e talora contemporaneamente; però fino a questo momento non sono in grado di decidere se sia più difficile catturare qualche capo di selvaggina o stendere qualche bella pagina. Stammi bene.

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Un poderetto per Svetonio

• Plinio il Giovane, Lettere, I 24, 3• Questo poderetto, purché il prezzo gli venga incontro, fa venire

l'acquolina in bocca al mio Svetonio per molti motivi: è vicino a Roma, è ben servito dalla strada, ha una casa né troppo grande né troppo piccola, consta di un appezzamento di terreno più idoneo a svagare che a preoccupare. Quando poi il padrone è un letterato, come nel nostro caso, ne ha più che abbastanza di un fondo che gli permetta di distendere i nervi, di ristorare gli occhi, di girovagare pian pianino lungo il termine della proprietà, di ripercorrere in su ed in giù sempre lo stesso sentiero, di conoscere singolarmente, e quasi con affetto, le sue viti, di contare tutti gli arboscelli.

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Il riposo del guerriero

• Appiano, Guerre civili, I 488

• (Silla) si ritirò nei propri possedimenti a Cuma d’Italia e qui in solitudine, si dedicò alla pesca e alla caccia.

Presunto ritratto di SillaMonaco, Glyptothek

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La caccia e la pesca

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La caccia

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Una preda succulenta

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Picnic dopo la caccia

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Pesca e relax

Mosaico con eroti pescatoriVilla del Casale Piazza Armerina

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Gare di Barche

Barche da parataAffreschi da una villa presso l’ex Porto Fluviale di San Paolo,Lungotevere Pietra Papa

Roma, Museo Nazionale Romano

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O dolce Formia..

• Marziale, Epigrammi, X, 30

• Formia dal dolce clima, lido delizioso, tra tutti i luoghi tu sei il preferito dal mio Apollinare, quando fugge la città del severo Marte e si libera, stanco, dai suoi gravosi pensieri.

• Egli non apprezza tanto la dolce Tivoli della casta sposa, né i luoghi appartati di Tuscolo o di Algido, né Preneste e Anzio; non desidera l’affascinante Circeo, né la troiana Gaeta, né la ninfa Marica o il Liri, né Salmaci che si bagna nelle acque del Lucrino.

• Qui la superficie del mare s’increspa sotto la leggera brezza; le acque non ristagnano, ma il lieve movimento del mare trasporta le barche dipinte con la spinta del vento, che somiglia a quella sana frescura che una fanciulla nemica del caldo estivo produce agitando la purpurea veste.

 

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• La lenza non deve cercare la preda nel mare lontano: si vede dall’alto il pesce che abbocca all'amo, che è stato lanciato dal letto della camera.

• Se qualche volta il mare sente la forza del vento, la mensa sicura per le sue provviste si beffa della tempesta;

• nella piscina crescono i rombi e le spigole allevate in casa, la delicata murena accorre alla voce dello schiavo, il nomenclatore chiama il muggine che ben conosce e le vecchie triglie, che hanno ricevuto l’ordine di farsi avanti, si presentano.

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Ausonio, Mosella, vv. 200 ss.

Com'è piacevole … lo spettacolo di queste feste, quando, cioè, i canotti a remi fanno a gara in mezzo al fiume e descrivono curve svariate, sfiorando lungo le riviere verdeggianti gli steli rinascenti nei prati falciati! Sulle poppe e sulle prore s'agitano alacremente i timonieri e le schiere dei giovani solcano la liquida superficie: lo spettatore passa così il giorno; alle occupazioni serie preferisce questi giochi e questo nuovo piacere scaccia il pensiero degli antichi affanni. Giochi simili a questi ammira Bacco nel mare di Cuma …La giovinezza, il fiume, i rostri delle imbarcazioni variopinte donano ai giovinetti, così vivaci nei loro movimenti, un aspetto simile (a quello dei vincitori di celebri battaglie navali)…I giovani marinai si divertono alla loro immagine riflessa, stupiti che il fiume rinvii quelle figure illusorie

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Banchettare sulle rive del

fiume

Mosaico niloticoBerlin, Altes Museum, (da Palestrina)

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…sul lago

Ricostruzione fantastica delle navi di Caligola trovate nel lago di Nemi

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…sul mare

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La grotta di Tiberio

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L’Odissea di marmo

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Baia, Ninfeo di Punta Epitaffio

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Il triclinio di Claudio

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Gite al mare

Mosaico paleocristiano Inizi IV sec.Aquileia, Basilica patriarcale

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Passeggiate sulla spiaggia• Cicerone, sull’oratore, II 22• Saepe ex socero meo audivi, cum is diceret socerum suum Laelium

semper fere cum Scipione solitum rusticari eosque incredibiliter repuerascere esse solitos, cum rus ex urbe tamquam e vinclis evolavissent. Non audeo dicere de talibus viris, sed tamen ita solet narrare Scaevola, conchas eos et umbilicos ad Caietam et ad Laurentum legere consuesse et ad omnem animi remissionem ludumque descendere

• Spesso ho sentito dire da mio suocero che suo suocero Lelio era solito villeggiare quasi sempre insieme a Scipione e che essi, incredibilmente, ritornavano bambini quando fuggivano da Roma, come avessero spezzato delle catene. Io di tali uomini non oserei parlare così, ma Scevola suole raccontare che essi spesso raccoglievano conchiglie e lumache di mare nei pressi di Gaeta e di Laurento e che si dedicavano ad ogni svago e divertimento.

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Gita ad OstiaMinucio Felice, Ottavio, 2, 3; 3, 2

...decidemmo di recarci ad Ostia, una delle località più deliziose, dove ... il mio corpo avrebbe trovato 1'opportunità di una cura gradevole e appropriata a seccare i suoi umori in virtù dei bagni di mare; proprio allora le ferie in occasione della vendemmia avevano allentato l'attività giudiziaria.

…dopo avere attraversato la parte della città che ci separava dal mare, già eravamo sulla spiaggia aperta. Qui il lieve moto delle onde … ci dilettava grandemente, mentre immergevamo appena appena le nostre estremità nel limite estremo della distesa d'acqua che nel suo moto di spinta ora sfiorava i nostri piedi ora si riassorbiva in se stessa ripiegandosi e ritraendosi.

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Giochi sulla spiaggiaMinucio Felice, Ottavio, 3, 5-6

…Giunti a un luogo dove alcune barche, tirate in secco, riposavano come sospese su rulli di quercia, … vedemmo alcuni bambini che in vivacissima gara si divertivano a lanciare piccole pietre nel mare. Questo gioco consiste nel raccogliere dalla spiaggia una pietra ben tornita e levigata dal battito dei flutti, tenerla fra le dita in posizione orizzontale e scagliarla facendola roteare sulle onde dopo essersi inclinati il più possibile verso il suolo: così quel proiettile o sfiora la superficie del mare e scivola via come un natante, muovendosi in avanti con lieve spinta, oppure emerge dalla sommità dei flutti che ha sfiorato, sollevandosi con ripe. tuti rimbalzi.

Tra i fanciulli si proclamava vincitore quello la cui pietra correva più

lontana e rimbalzava più di frequente.

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Il delfino di IpponaPlinio il Giovane, Lettere, IX, 33

V'è in Africa la colonia di Ippona vicina al mare (od. Biserta)… Gente di ogni età vi conviene per pescare, andare in barca e anche nuotare, soprattutto i ragazzi, che vi sono portati dall'ozio e dal desiderio di divertirsi. Per costoro è vanto e prodezza spingersi in alto mare: vincitore risulta chi si è maggiormente distaccato dalla spiaggia e dai compagni di nuoto.

Durante questa gara un ragazzo più ardimentoso degli altri cercava di spingersi più al largo possibile. Gli venne incontro un delfino che si mise ora a precedere ora a seguire il ragazzo, ora gli gira attorno, infine gli va sotto, lo solleva e lo depone, di nuovo lo solleva e, tutto tremante, dapprima lo porta verso l'alto mare, poi ritorna verso la spiaggia e lo riconsegna alla riva e ai suoi compagni.

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La notizia di tale fatto si diffonde per tutta la colonia: accorre molta gente, per vedere quel ragazzo, come un prodigio, lo interrogano, lo ascoltano, poi narrano la cosa agli altri. Il giorno seguente gran folla sulla spiaggia; scrutano il mare ... I ragazzi cominciano a nuotare e fra essi quel tale, ma più guardingo. Il delfino riappare allo stesso momento, di nuovo è presso al ragazzo. Questi fugge coi compagni. Il delfino, sembra quasi lo inviti, lo chiami, emerge, si immerge, compie intorno a lui vari giri e infine se ne va.

Così il secondo giorno, il terzo, e molti altri ancora finché quella gente assuefatta al mare si vergogna della propria paura. Si avvicinano al delfino, giocano con lui, lo chiamano, arrivano perfino a toccarlo, ad accarezzarlo, mentre esso li lascia fare. Cresce l'audacia con l'esperienza. Soprattutto quel ragazzo, che per primo aveva provato, nuota accanto al delfino, gli monta sul dorso, va e viene, crede di esser riconosciuto dall'animale, di essere amato e di amarlo; …cresce la fiducia dell'uno col crescere della docilità dell'altro.

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Si è saputo che Ottavio Avito, legato pro consolare, per una ridicola superstizione, trovato il delfino sulla spiaggia, lo profumò con un unguento e l'animale per l'insolita sensazione e per l'odore si rifugiò in alto mare e solo dopo alcuni giorni ricomparve languido e mesto.

Successivamente, ritornato in forze, riprese la sua passata gaiezza e i suoi precedenti servizi.

Tutti i magistrati accorrevano a tale spettacolo; per la loro presenza e dimora, quel modesto villaggio era stremato da inattesi esborsi: alla fine quella località perdeva anche la consueta quiete e tranquillità: si decise pertanto di uccidere segretamente il delfino, che causava tali fastidi.

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Tuffi nel gran mare della vita

TarquiniaTomba della caccia e della pesca

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Paestum, Tomba del tuffatore

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“passare le acque”

Carta delle antiche acque salutari

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Plinio e le acque medicinali

• La storia naturale XXXI 4-6 e passim

• Curano:

• Malattie dello stomaco, del ricambio, degli occhi, mal di testa, lussazioni, fratture, sterilità femminile, disturbi nervosi, isteria

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Stazioni balneari di lusso

• Orazio, Epistole, I 1, v. 83

• Nullus in orbe sinus Bais praelucet amoenis

• Non c’è al mondo un golfo più splendente di quello della ridente Baia

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William Turner (1775–1851), Golfo di Baia con Apollo e Sibilla, 1823Londra, Tate Gallery

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Un “golfo” di voluttà

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Baia, paradiso…di voluttàMarziale, Epigrammi, XI 80

Litus beatae Veneris aureum Baias

Baias superbae blanda dona Naturae,

ut mille laudem, Flacce, versibus Baias,

laudabo digne non satis tamen Baias.

O Flacco, ammesso che io lodi con mille versi Baia,

spiaggia d’oro di Venere beata,

e dono incantevole della Natura superba,

la loderò in maniera non abbastanza degna.

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…e perdizione• Seneca, Lettere a Lucilio, 51, 1 passim; 2-5; 12• Noi sempre che possiamo, ci accontentiamo di Baia, che ho lasciato il

giorno dopo che l’avevo raggiunta, luogo da evitare perché, pur presentando pregi, la dissolutezza lo ha scelto per frequentarlo.

• Baia cominciò a essere l’albergo dei vizi.• Dobbiamo scegliere un luogo che sia salutare non solo per il corpo, ma

anche per l’anima; come non vorrei abitare tra carnefici, così nemmeno tra bettole.

• Che necessità c’è di vedere ubriachi che vanno gironzolando qua e là per le spiagge, gozzoviglie di gente che va in barca, i laghi strepitanti di canti risuonanti e tutte le altre nefandezze, che la sfrenatezza, per così dire, libera da leggi non tanto commette ma esibisce in pubblico?

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Tipi da spiaggia e caste matrone

• Marziale, Epigrammi, I 62• La casta Levina, che non era da meno delle

antiche donne Sabine, ed era più rigida del rigidissimo marito, mentre passava dal Lucrino all' Averno e spesso si ristorava con le acque di Baia, cadde nel fuoco dell'amore: abbandonò il marito e seguì il suo ragazzo. Così era venuta Penelope e ne ripartì Elena.

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Trasgressioni imperiali

Aurelio Vittore, I Cesari, 16, 2

(Faustina era) giunta ad una tale sfacciataggine che, quando era in Campania, non si staccava mai dalle spiagge ridenti per scegliere fra i marinai, che di solito lavorano nudi, quelli più adatti ai piaceri disonesti. Faustina minore (125/130 – 176)

Parigi, Louvre

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…oltre Baia… altre stazioni balneari

• Orazio, Epistole, I 15

• Dimmi, o Vala quale sia l'inverno a Velia, quale il clima di Salerno, quale il carattere degli abitanti di quelle parti e quale l'itinerario; giacché Antonio Musa ritiene per me inefficaci le acque di Baia, e tuttavia mi espone al rancore dei Baiani, perché faccio le bagnature gelate di pieno inverno. Ha ragione quel villaggio di dolersi, che restino abbandonati i suoi mirteti e che siano trascurate le sue acque sulfuree, famose per guarir le forme croniche delle nevrosi; e guarda perciò di malocchio gli ammalati, che ardiscono sottoporre il capo e il ventre alle sorgenti di Chiusi, e si dirigono a Gabii e ai luoghi di montagna. Io devo insomma mutar la sede della cura, e distogliere il cavallo dalle fermate solite. «Dove vai? Non è per Cuma, né per Baia il mio viaggio» dirà scontento il cavaliere, tirando la briglia a sinistra; ma il cavallo ha l'orecchio dove ha il morso.

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• Dimmi ancora quale sia dei due paesi più ricco di granaglie: se dispongano d'acqua piovana, o di pozzi perenni d'acqua sorgiva (giacché non faccio conto dei vini di quella zona. Quando sono in campagna, posso bere e tollerare qualsiasi vino; ma, appena vengo al mare, lo ricerco generoso e abboccato; tale che scacci i foschi pensieri, che penetri nel sangue e nel cuore con una folla di speranze, che sciolga lo scilinguagnolo, che mi faccia apparir giovane a una bella Lucana); quale delle due regioni nutra più lepri, quale produca cinghiali; e dove il mare sia più pescoso e abbondante di ricci; ch'io possa di lì tornarmene a casa più rotondo di un Feace. Tutto questo tu mi scriverai, ed io starò alla tua parola.