I PERCORSI DI RICONOSCIMENTO TORNA FISIOTERPISTA … · Alessandro Baricco :-) SOMMARIO I percorsi...

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"Fondata nel 1978, ITOP Officine Ortopediche si è sviluppata negli anni fino a diventare punto di assoluto riferimento tra le più grandi aziende private italiane operanti nel settore dell'Ortopedia e della Riabilitazione. Nella sua sede produttiva di Palestrina, avvalendosi di un team di tecnici altamente specializzati e di moderni e innovativi sistemi di produzione, ITOP realizza protesi, tutori di tronco, dispositivi pediatrici e calzature ortopediche; fornisce ausili personalizzati per la riabilitazione e la mobilità, con una vasta gamma di prodotti caratterizzati da soluzioni tecniche d’avanguardia. Inoltre attraverso la sua rete di punti vendita, ITOP commercializza articoli sanitari, ortopedici ed elettromedicali. A conferma di quanto detto, la mission aziendale ITOP è Ricercare e sviluppare strumenti per una migliore qualità della vita.” I PERCORSI DI RICONOSCIMENTO DEL FISIOTERAPISTA Il ricordo del primo numero del FISIOTERAPISTA D.O.C.- anno 95 - mi torna in mente: pezzi di carta scritti, corretti e ricorretti, sparsi confusamente a terra cercando in quello spazio chiuso di 3 quartini A3 di evidenziare gli articoli dei colleghi, le novità, le mo- dalità di iscrizione, il commercialista già presente ecc. Insomma, attenti nel comporre quel puzzle professionale ricco di tasselli che fosse in grado di riprodurre quel profilo che per noi tutti , professionisti della riabilitazione, appariva finalmente definito e co- dificato, e che ancora oggi è importante preservare e tutelare. Siedo oggi intorno ad un tavolo insieme a Paola,Giovanna, Loredana , Concetta e Ste- fano nella sede dell’AIFI Lazio in Via Claterna. Dividere e condividere la sede con l’AIFI Nazionale è stata una scelta del nuovo direttivo - AIFI Lazio - perché in questo ambiente comune è possibile non solo ritrovarsi ma anche conoscersi, confrontarsi, e perche no scambiare quattro chiacchiere sul nostro mondo riabilitativo regionale e na- zionale . E proprio intorno a questo tavolo con loro, la redazione, ci si interroga ri- guardo gli intenti che il nostro giornale FISIOTERAPISTA D.O.C. vuole perseguire. Le considerazioni che emergono mi riportano a quello che il filosofo P. Ricoeur ritiene essere fondamentale nel riconoscimento come identificazione: “per identificare occorre distinguere, distinguendo si identifica”. Questo sentire collegiale della nuova redazione fa si che si decida che FISIOTERAPISTA D.O.C. deve necessariamente rivolgersi a tutti i professionisti fisioterapisti della Regione Lazio che ritengono importante, nel rispetto della propria identità professionale vivere la riabilitazione distinguendosi da protagonista. È per questa ragione che le pagine “il fisioterapista al lavoro” e “il fisioterapista in-for- mazione” sono rubriche irrinunciabili di questo giornale che vuole continuare a co- struire tasselli. Tasselli professionali che in questa situazione sanitaria attuale, a maggior ragione, si incastrano con la responsabilità del nostro agire professionale legato da sempre alla fi- ducia che le persone con problemi di disabilità riconosce e che sostiene, soprattutto quando, come sta accadendo adesso, i cosiddetti risparmi sanitari ancora una volta si fanno sulla riabilitazione e sui professionisti che ci lavorano. Questo ci obbliga deon- tologicamente ed eticamente ad assumere il diritto e il dovere di occuparci in ogni mo- mento e in ogni situazione del nostro essere fisioterapista. Carla Dell’Unto Direttore di fisioterAPistA D.o.C. RICOMINCIAMO TORNA FISIOTERPISTA D.O.C. FISIOTERAPISTA D.O.C. riprende la pubblicazione grazie all’impegno, alla determinazione e all’entusiasmo del direttivo dell’AIFI Lazio e di colleghi con molte idee e tanti progetti, colleghi che dedicano tempo ed energie all’Associazione. Sicuramente il primo aspetto da considerare è che noi tutti dobbiamo fare associazione, cioè creare un gruppo coeso e caratterizzato da una forte coscienza professio- nale, come consapevolezza del proprio essere ed agire professionale. Fare gruppo non vuole essere un facile slogan ma un imperativo categorico per poter creare oggi un vero e proprio nucleo professionale sia a livello scientifico che a livello sociale non solo per un rafforzamento dell’As- sociazione fine a se stesso, ma soprattutto per poter creare una cultura riabilitativa che possa essere d’aiuto soprattutto alle persone con disabilità. Questo significa fare comunità ed andare oltre le con- vinzioni personali. L’Associazione vuole essere, quindi, il naturale e neces- sario luogo di confronto tra tanti punti di vista diffe- renti; vuol dire stare insieme con le proprie idee ma confrontarsi per una scienza riabilitativa condivisa. In questo senso il profilo professionale diventa la spe- cificazione di chi è il fisioterapista e del “come fa” il fi- sioterapista e anche per questo l’associazione sente il dovere di vigilare e tutelare la salute dall’abusivismo da falsi fisioterapisti, enorme e irrisolto problema pur- troppo anche nella nostra regione. In questa ottica il giornale vuole dare informazione e formazione: vuole essere una modalità di mettersi in gioco per dare spazio a tutti i colleghi che operano e la- vorano nell’ambito della riabilitazione nella nostra Re- gione. Aspettiamo i contributi di tutti coloro che vorranno partecipare!! Paola Caruso Presidente Aifi Lazio COME APRIRE UNO STUDIO PROFESSIONALE PAG. 3 Continua a PAG. 2

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"Fondata nel 1978, ITOP Officine Ortopediche si è sviluppata negli anni fino a diventare punto di assoluto riferimento tra le più grandi aziende private italiane operanti nel settore dell'Ortopedia e della Riabilitazione. Nella sua sede produttiva di Palestrina, avvalendosi di un team di tecnici altamente specializzati e di moderni e innovativi sistemi di produzione, ITOP realizza protesi, tutori di tronco, dispositivi pediatrici e calzature ortopediche; fornisce ausili personalizzati per la riabilitazione e la mobilità, con una vasta gamma di prodotti caratterizzati da soluzioni tecniche d’avanguardia. Inoltre attraverso la sua rete di punti vendita, ITOP commercializza articoli sanitari, ortopedici ed elettromedicali. A conferma di quanto detto, la mission aziendale ITOP è Ricercare e sviluppare strumenti per una migliore qualità della vita.”

I PERCORSI DI RICONOSCIMENTO

DEL FISIOTERAPISTA

Il ricordo del primo numero del FISIOTERAPISTA D.O.C.- anno 95 - mi torna in mente:pezzi di carta scritti, corretti e ricorretti, sparsi confusamente a terra cercando in quellospazio chiuso di 3 quartini A3 di evidenziare gli articoli dei colleghi, le novità, le mo-dalità di iscrizione, il commercialista già presente ecc. Insomma, attenti nel comporrequel puzzle professionale ricco di tasselli che fosse in grado di riprodurre quel profiloche per noi tutti , professionisti della riabilitazione, appariva finalmente definito e co-dificato, e che ancora oggi è importante preservare e tutelare.Siedo oggi intorno ad un tavolo insieme a Paola,Giovanna, Loredana , Concetta e Ste-fano nella sede dell’AIFI Lazio in Via Claterna. Dividere e condividere la sede conl’AIFI Nazionale è stata una scelta del nuovo direttivo - AIFI Lazio - perché in questoambiente comune è possibile non solo ritrovarsi ma anche conoscersi, confrontarsi, eperche no scambiare quattro chiacchiere sul nostro mondo riabilitativo regionale e na-zionale . E proprio intorno a questo tavolo con loro, la redazione, ci si interroga ri-guardo gli intenti che il nostro giornale FISIOTERAPISTA D.O.C. vuole perseguire. Le considerazioni che emergono mi riportano a quello che il filosofo P. Ricoeur ritieneessere fondamentale nel riconoscimento come identificazione: “per identificare occorredistinguere, distinguendo si identifica”.Questo sentire collegiale della nuova redazione fa si che si decida che FISIOTERAPISTA

D.O.C. deve necessariamente rivolgersi a tutti i professionisti fisioterapisti della RegioneLazio che ritengono importante, nel rispetto della propria identità professionale viverela riabilitazione distinguendosi da protagonista.È per questa ragione che le pagine “il fisioterapista al lavoro” e “il fisioterapista in-for-mazione” sono rubriche irrinunciabili di questo giornale che vuole continuare a co-struire tasselli. Tasselli professionali che in questa situazione sanitaria attuale, a maggior ragione, siincastrano con la responsabilità del nostro agire professionale legato da sempre alla fi-ducia che le persone con problemi di disabilità riconosce e che sostiene, soprattuttoquando, come sta accadendo adesso, i cosiddetti risparmi sanitari ancora una volta sifanno sulla riabilitazione e sui professionisti che ci lavorano. Questo ci obbliga deon-tologicamente ed eticamente ad assumere il diritto e il dovere di occuparci in ogni mo-mento e in ogni situazione del nostro essere fisioterapista.

Carla

Dell’Unto

Direttore di

fisioterAPistA D.o.C.

RICOMINCIAMO

TORNA FISIOTERPISTA D.O.C.

FISIOTERAPISTA D.O.C. riprende la pubblicazione grazieall’impegno, alla determinazione e all’entusiasmo deldirettivo dell’AIFI Lazio e di colleghi con molte idee etanti progetti, colleghi che dedicano tempo ed energieall’Associazione.Sicuramente il primo aspetto da considerare è che noitutti dobbiamo fare associazione, cioè creare un gruppocoeso e caratterizzato da una forte coscienza professio-nale, come consapevolezza del proprio essere ed agireprofessionale.Fare gruppo non vuole essere un facile slogan ma unimperativo categorico per poter creare oggi un vero eproprio nucleo professionale sia a livello scientifico chea livello sociale non solo per un rafforzamento dell’As-sociazione fine a se stesso, ma soprattutto per potercreare una cultura riabilitativa che possa essere d’aiutosoprattutto alle persone con disabilità. Questo significa fare comunità ed andare oltre le con-vinzioni personali.L’Associazione vuole essere, quindi, il naturale e neces-sario luogo di confronto tra tanti punti di vista diffe-renti; vuol dire stare insieme con le proprie idee maconfrontarsi per una scienza riabilitativa condivisa.In questo senso il profilo professionale diventa la spe-cificazione di chi è il fisioterapista e del “come fa” il fi-sioterapista e anche per questo l’associazione sente ildovere di vigilare e tutelare la salute dall’abusivismo dafalsi fisioterapisti, enorme e irrisolto problema pur-troppo anche nella nostra regione.In questa ottica il giornale vuole dare informazione eformazione: vuole essere una modalità di mettersi ingioco per dare spazio a tutti i colleghi che operano e la-vorano nell’ambito della riabilitazione nella nostra Re-gione.Aspettiamo i contributi di tutti coloro che vorrannopartecipare!!

Paola

Caruso

Presidente

Aifi Lazio

COME APRIRE UNO STUDIO PROFESSIONALE

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In passato qualche riabilitatore illuminato ci insegnava che nel percorso riabilitativoper raggiungere obiettivi, passaggi logici, metodologici e risultati bisognava viverci den-tro, sentirsi dentro. Solo così era possibile capire, apprendere, fermarsi, conquistare ericonquistare quei percorsi che per quella persona con disabilità sembravano definiti-vamente e inesorabilmente persi. Oggi le strategie manageriali ci dicono la stessa cosa.La nostra professione può crescere solo partecipando, condividendo e dialogando anchedi approcci e formazioni che sembrerebbero distanti o inevitabilmente diversi.Il Fisioterapista D.O.C. vuole essere, dunque, uno strumento di tutti noi per conti-nuare a crescere, ma insieme, e nel rispetto dei propri percorsi di riconoscimento.Vi aspettiamo e assicuriamo che far parte di questo giornale non necessita di abilitàgiornalistiche particolari anche se rimandiamo per chi volesse comunque cimentarsi,come altro strumento utile nella cassetta dei propri attrezzi (così si dice sempre nel lin-guaggio manageriale!), al famoso e prestigioso sito giornalistico della scuola Holden diAlessandro Baricco :-)

SOMMARIO

I percorsi di riconoscimento del fisioterapista

di Carla Dell’Unto pag. 1

Fisioterapista D.O.C.

di Paola Caruso pag. 1

Lavori in corso…… Servizi A.I.FI. Lazio

di Giovanna D’Angelo pag. 2

Come aprire uno studio professionale

di Stefano Marsili pag. 3

Informazioni dalle ASL RM/B

di Anna Valente pag. 3

Il punto sull’assistenza riabilitativa nel Lazio

di Concetta De Marinis pag. 3

La riabilitazione nel territorio di Latina

a cura della Segreteria sez. territoriale di Latina

pag. 4

La formazione dell’AIFI Lazio per il 2009

di Loredana Gigli pag. 5

Quale anatomia per i corsi di laurea delle

professioni sanitarie

di Thomas Vertugno pag. 5

Formazione - Corsi dell’AIFI Lazio 2009 pag. 6

SIFiR:è possibile consolidare la cultura

scientifica in riabilitazione?

di Paola Caruso pag. 7

La scienza, la ricerca scientifica e la fisioterapia

di Marco Domenico Maria Rulli pag. 8

Risvolti di lettura

di Maria Dolores Listanti pag. 9

FISIOTERAPISTA D.O.C.

Anno 2009, nr. ---- ! gennaio-marzo

Registrazione presso il Trib. di Roma, nr. 177 del 16/04/96

Distribuzione gratuita

Tiratura 3000 copie

Edito da AIFI - Lazio

Direzione e Redazione

Via Claterna, 18 - 00183 Roma • tel/fax 0658332220

Rappresentante Legale: Paola Caruso

Direttore Responsabile: Carla Dell’Unto

Comitato di Redazione: Paola Caruso, Giovanna D’Angelo,Concetta De Marinis, stefano Marsili, Loredana Gigli

Grafica, impaginazione e stampa

NeroDiKiNA di Marco Costa

AIFI - LAZIO

Via Claterna, 18 - 00183 Roma • tel/fax 0658332220

[email protected] • www.aifilazio.net

INVITO ALLA COLLABORAZIONEE NORME PER GLI AUTORI

Si possono fare pervenire alla redazione, presso la

sede dell’AIFI Lazio o all’indirizzo segreteria@aifila-

zio.net articoli a carattere scientifico, culturale, sociale,

politico e di interesse riabilitativo eventualmente prov-

visti di foto,disegni e tabelle purchè inediti. Tali articoli,

esclusivamente in file, dovranno avere le seguenti

caratteristiche: Word, Times new roman, corpo 12,

minimo 1.900 - massimo 6.500 battute; possono

essere inviati articoli che riguardano il fisioterapista

e la riabilitazione.

La responsabilità di tutti gli articoli è degli autori firma-

tari. La redazione valuta e decide liberamente la pub-

blicazione se in linea con le proprie scelte. L’eventuale

pubblicazione è a titolo completamente gratuito.

segue da PAG. 1

I percorsi di riconoscimento del Fisioterapista

LAvORI IN CORSO…

SERvIzI A.I.FI. LAzIO

Il nuovo direttivo ha in cantiere una serie di progetti che hanno come obiettivo quellodi essere sempre più vicino alla professione e ai temi riabilitativi emergenti e di grandeinteresse.È per questo motivo che la ripresa della pubblicazione del giornale FISIOTERAPISTA

D.O.C. e la ristrutturazione del sito www.aifilazio.net rappresenta per il direttivo unapriorità necessaria e urgente.Nel giornale le rubriche Il fisioterapista al lavoro e il fisioterapista in-formazionevogliono raccogliere i contributi dei colleghi che intendono far conoscere la loro realtàlavorativa, le problematiche assistenziali occupazionali, ed essere anche l’opportunitàdi riflessione per argomenti e materie formative e informative che riguardano la realtàriabilitativa.“Parliamone Insieme” è, invece, un progetto nato nell’autunno scorso ma che avràanche questo anno un suo spazio importante. Nella brochure pubblicizzata vengonoindicati gli incontri periodici, aperti ai soci AIFI e non, su temi professionali e formativispecifici rilevanti per la nostra professioneAltra iniziativa importante dell’AIFI Lazio è il “Progetto Tesi” che vede coinvolti tuttii coordinatori e i docenti dei Corsi di Laurea di Fisioterapia delle Università di Roma“La Sapienza”, “Tor Vergata” e “La Cattolica”. Le migliori tesi verranno presentatein un convegno e gli abstract pubblicati. Il progetto intende aiutare lo studente neipercorsi didattico/formativi per far cogliere l’importanza della ricerca come strumentofondamentale e imprescindibile della nostra professione.Pertanto si invitano tutti gli studenti a partecipare.Per rispondere alle numerose domande da parte di privati cittadini e di strutture sani-tarie a garanzia di professionalità e specialità l ‘AIFI Lazio ha attivato una Informativaper i soci liberi professionisti. A questo scopo la Segreteria pubblicherà in un elenco,secondo un rigoroso criterio di rotazione nel rispetto delle specializzazioni e delle zonedi attività richieste, i nominativi dei professionisti Fisioterapisti che operano nella realtàregionale. I soci che vogliono usufruire di questo servizio (da marzo 2009 consultabilesul sito anche direttamente dagli interessati) debbono compilare e inviare il moduloappositamente stilato e reperibile nel sito www.aifilazio.net. L’inserimento nell’elencoè rinnovabile annualmente ed è contestuale al rinnovo dell’iscrizione all’AIFI ed èsubordinato ad essa.È attiva la consulenza del commercialista Dott.Carlo Cacciotti che sarà presente l’ul-timo lunedì di ogni mese presso la sede dell’AIFI Lazio in Via Claterna.

Giovanna

D’Angelo

responsabile

Ufficio di segreteria

Aifi LazioGiovanna D’Angelo

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COME APRIRE

UNO STUDIO PROFESSIONALE

Una delle più frequenti richieste che arriva all’UfficioGiuridico dell’AIFI Lazio da parte dei colleghi fisio-terapisti riguarda le procedure necessarie per aprireuno studio di fisioterapia.L’interessamento per questo tipo di problematicaderiva da due ordini di fattori.Il primo è che la normativa in merito è poco cono-sciuta, il secondo è che la scarsezza dei posti di lavorostrutturati in aziende pubbliche determina l’aumentodi lavoro privato organizzato in studi di fisioterapia,soprattutto da parte di colleghi neolaureati che si rap-portano con un mondo del lavoro sempre più proble-matico e complicato.Lo studio medico dove opera il singolo professionistaè stato considerato fino ad ora estraneo all’obbligo diottemperare ai requisiti strutturali, tecnologici e orga-nizzativi minimi per svolgere attività sanitarie.Tali requisiti si richiedono, invece, alle strutture sani-tarie ivi compresi gli ambulatori dove l’aspetto orga-nizzativo diventa preponderante rispetto al singolointervento terapeutico del professionista (proprio perquesto è obbligatoria la presenza di un direttore sani-tario medico). Per quanto riguarda la nostra professione si sta deli-neando un cambiamento della nostra attività profes-sionale, un nuovo orientamento che va verso unaofferta di servizi e di prestazioni professionali pretta-mente imprenditoriale.E a questo riguardo, per il singolo professionista chevuole aprire uno studio, sono previste regole a cui at-tenersi scrupolosamente. Queste regole sono diverseda Regione a Regione e per quanto riguarda il Lazioci si deve rifare ad alcune direttive regionali risalentiall’anno 1998-99 indirizzate ai Direttori Generalidelle Aziende UU.SS.LL. del Lazio.Attualmente le regole vigenti nella nostra Regioneconsentono di aprire uno studio per i professionistiche sono in possesso di un titolo abilitante a svolgereattività sanitaria anche in via autonoma: l’apertura ditali studi non necessita di autorizzazione, ma è d’ob-bligo presentare la dichiarazione dell’inizio attività(D.I.A.) alla ASL competente per territorio. L’ufficio

Stefano

Marsili

responsabile

Ufficio Giuridico

Aifi Lazio

INFORMAzIONI DALLA ASL RM/b

All’interno della nostra azienda il personale della Riabilitazione è distribuito in manieratrasversale, sia nei presidi ospedalieri che a livello territoriale, ne risulta una frammen-tazione dei fisioterapisti e logopedisti nelle diverse strutture, inoltre vi è una progressivadiminuzione che si è verificata in questi ultimi anni: il personale che è andato in pen-sione non è stato sostituito, non vengono banditi concorsi per fisioterapisti e logope-disti da almeno quindici anni.Negli ultimi due anni sono state richieste solo collaborazioni coordinate e continuativeper coprire in parte le esigenze di personale nel servizio materno-infantile.Non esiste ancora un Servizio di Riabilitazione a livello aziendale che possa promuoveresia l’organizzazione di tutto il personale della Riabilitazione e all’interno di ogni singolarealtà lavorativa, sia la formazione e la ricerca.Ad oggi stiamo aspettando ancora l’assegnazione delle Posizioni Organizzative dell’Areadella Riabilitazione, posizioni previste dal contratto del Comparto Sanità del07/04/1999 e da tempo attribuite a tutte le altre professioni sanitarie presenti all’in-terno dell’azienda.Si sente la necessità, da parte dei professionisti interessati, di una struttura organizzativache possa contenere, promuovere e valorizzare tutto il personale della Riabilitazione.La struttura organizzativa è necessaria in un contesto sanitario di tipo aziendale perpoter gestire le risorse in maniera efficiente ed efficace, per valorizzare i professionistidella Riabilitazione e il loro intervento nelle diverse unità operative ospedaliere o ter-ritoriali, per costruire e affermare una identità professionale che è poco visibile nel con-testo aziendale.Negli ultimi due anni sono stati presentati dalle figure apicali, i due DS vincitori delconcorso interno, dei progetti per l’organizzazione di un Servizio della Riabilitazionea livello aziendale, ma le proposte dei professionisti sono rimaste sulla carta.

NON INIzIA bENE IL 2009

PER L'ASSISTENzA RIAbILITATIvA NEL LAzIO

Il Piano di rientro della Regione Lazio, concordato con il Governo, prevede un budgetper l'anno 2009 nella misura del 92% del finanziamento destinato nell'anno 2008 allestrutture riabilitative ex art. 26 accreditate. Anche le Case di Cura vedranno decurtatoil proprio budget di struttura del 20% e le RSA del 12%.La Regione ha anche stabilito che le strutture ex art. 26 che erogano prestazioni riabi-litative in regime ambulatoriale e/o domiciliare, passeranno, entro il primo trimestre2009, dal sistema della remunerazione fondato sul criterio della “presa in carico” glo-bale dell’assistito, al sistema di remunerazione a “giornata di accesso” ridefinendone latariffazione.Inoltre la Regione ha previsto di emanare, entro il primo semestre 2009, ulteriorinorme sui criteri di accesso alle prestazioni ambulatoriali e domiciliari delle struttureex art. 26 per completare il quadro delle disabilità/patologie che possono essere trattateda questa tipologia di strutture (rif. normativi: decreti regionali del 5 settembre 2008,n°14, n°16).Nella relazione tecnica che accompagna il decreto n°14 si legge ancora che “gli accessiin assenza dell’assistito” non potranno superare la quota del 5% del totale degli accessiprevisti dal progetto riabilitativo, sia per la riabilitazione estensiva, sia per quella di

Anna

Valente

fisioterapista esperta

AsL rM/B Anna Valente

M. Concetta

De Marinis

responsabile

tesoreria

Aifi Lazio

Il Fisioterapista al lavoro

Continua a PAG. 4

A.I.FI. Lazio

PRESIDENTE Paola CarusoUFF. SEGRETERIA Giovanna D’AngeloTESORERIA Concetta De MarinisUFF. GIURIDICO Stefano MarsiliUFF. FORMAZIONE Loredana GigliREVISORE DEI CONTI Annamaria Servadio

Claudio Pellegrini

Marco BenedettiPROBIVIRI Roberta Mollica

Paola Felix

Carla Dell’Unto Continua a PAG. 4

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preposto a ricevere la D.I.A. è il Servizio Igiene eSanità Pubblica; ogni ASL ha il suo ufficio. Alla dichiarazione va fatta seguire la seguentedocumentazione:1) generalità complete del titolare con copia del titolo

abilitante con certificazione dell’avvenuta registra-zione presso il competente Ufficio

2) ubicazione dello studio (Via/piazza, numero civico,piano, interno) e piantina planimetrica dello stessoredatta da un geometra, architetto o ingegnere concopia dell’attestato di disponibilità dei locali (contrattodi locazione, di comodato, di compravendita ecc.)

3) dichiarazione di aver ottemperato alle norme inmateria di igiene e sicurezza e di eliminazione dellebarriere architettoniche

4) indicazione del tipo di prestazioni che intendepraticare

5) orario di esercizio di attività.La ASL competente per territorio può effettuare con-trolli in materia di igiene, sanità e sicurezza dei localie l’accertamento della validità dei titoli. L’AIFI-Ufficio Giuridico ha predisposto incontrimensili presso la sede in Via Claterna 18 insieme alcommercialista Dott. Carlo Cacciotti per supportarei colleghi che necessitano di delucidazioni e chiarimenti.

mantenimento (pag. 92 del decreto n°14 con il rela-tivo allegato).Mentre sono note le ragioni del ridimensionamentodei finanziamenti, non ci è chiara la necessità di in-tervenire sulla “presa in carico”, né quella di modifi-care la modalità di remunerazione per le suddettetipologie assistenziali.In questo nuovo scenario, l’AIFI Lazio, che ha giàpartecipato a tavoli tecnici istituiti dalla Regione perla definizione dei criteri di accesso per alcune tipo-logie di pazienti e che è stata consultata, a giugno2008, in occasione della definizione dei “RequisitiOrganizzativi delle Strutture di Riabilitazione inte-grativi della DGR 424/2006.”, rimane attenta nonsolo all’applicazione dei decreti, relativamente ai re-quisiti organizzativi indispensabili per il manteni-mento di una idonea e corretta assistenzariabilitativa, ma anche agli effetti che taluni provve-dimenti potrebbero determinare sull’accesso all’assi-stenza riabilitativa e sul mantenimento dei livellioccupazionali dei professionisti della riabilitazione.

Il Fisioterapista al lavoro

segue da PAG. 3

Come aprire uno studio professionale

segue da PAG. 3

Non inizia bene il 2009...

LA RIAbILITAzIONE NEL TERRITORIO DI LATINA

Prima parte

La popolazione del comune di Latina è di 107.898 abitanti, la provincia ha 383.332abitanti, per un totale di 491.230. La popolazione del comune di Latina rappresentail 22% sul totale (dati dell’Osservatorio epidemiologico del Comune di Latina)Latina è una città giovane, che invecchia con un ritmo più lento rispetto alla RegioneLazio ed al territorio nazionale (dal censimento del 2001).Il Comune di Latina rientra nel territorio di competenza dell’AUSL-LT, i cui confinicoincidono con quelli della provincia. L’AUSL è in questo momento articolata in 5Distretti Territoriali e 3 Poli Ospedalieri, Nord, Centro, Sud.L’offerta riabilitativa prevede l’assistenza ospedaliera per le condizioni patologiche infase acuta e nell’immediata post-acuzie, il servizio territoriale risponde alla domandadi tipo estensivo e di mantenimento, attraversole strutture ambulatoriali e l’A.D.I.La realtà riabilitativa del Polo Ospedaliero e del Distretto Nord è rappresentata dal-l’Ospedale civile, diventato di recente DEA di II livello e sede anche della facoltà diMedicina con posti letto riservati all’Università. La riabilitazione intraospedaliera è ri-volta al paziente in fase acuta. È gestita dal Servizio di Recupero e Riabilitazione, com-posto di due medici, tre fisioterapisti a tempo pieno e due fisioterapisti part-time, piùun fisioterapista che opera all’interno del Servizio di Broncopneumologia. Si eseguonoprestazioni presso tutti i reparti previa richiesta di consulenza di visita fisiatrica e l’even-tuale presa in carico riabilitativo. Le patologie d’interesse riabilitativo sono soprattuttodi tipo ortopedico-traumatologico, neurologico, ma sono seguiti anche pazienti dellevarie aree chirurgiche, aree mediche, area critica (rianimazione) e, seppure con mezzilimitati e con le comprensibili difficoltà, vista l’esiguità delle risorse umane e del ma-teriale disponibili, il Servizio si occupa anche del trattamento riabilitativo per le donnecon esiti di intervento chirurgico per K mammario. Il lavoro è vario e ricco di arric-chimento continuo della clinica, fattore ulteriormente importante perché siamo quo-tidianamente impegnati anche nell’ambito formativo,infatti seguiamo ogni giornocome Tutor di tirocinio pratico, gli allievi del C.d.L. in fisioterapia. Manca invece unpercorso di continuità assistenziale, non c’è ancora una cartella riabilitativa ,e quasimai il fisioterapista è coinvolto all’atto della dimissione del paziente nella valutazionefinale, che dovrebbe definire e dare elementi utili per il momento successivo alla faseacuta, il percorso riabilitativo, di solito è deciso dal reparto in base a criteri non con-cordati col Servizio di riabilitazione che non sempre si conciliano col reale bisogno ria-bilitativo.L’offerta territoriale è data da un ambulatorio dell’Asl, a Latina centro, dove si lavorasulla fase post-acuta, perlopiù di soggetti adulticon terapie manuali, terapie fisiche strumentali,gruppi di posturale, per l’età evolutiva c’è il Ser-vizio del materno-infantile. Seguono poi diversestrutture private-accreditate, che assorbono laquasi totalità dell’offerta sul territorio, quali,l’Icot, il centro di Selva Piana a Sabaudia, la cli-nica Villa Silvana di Aprilia, il centro Armonia aLatina.

...continua sul prossimo numero

Nei prossimi numeri approfondiremo gli aspetti inerenti alle altre strutture sopra citate, operantinel territorio di Latina, area nord, a seguire col centro e sud area. Invitiamo tutti i colleghi ametterci in contatto e contribuire ad aiutarci a conoscere interamente la realtà della nostra cittàe provincia.

Segreteria

della sezione territoriale

di LATINA

18 aprile 2009

Corso:“AUTONOMIA, RESPONSABILITA', FORMAZIONE,

ASPETTI FISCALI DELLA PROFESSIONE DEL FISIOTERAPISTA”

con l’Avv. P. Costantini, il Dott. Commercialista C. Cacciotti,

il Vice Presidente AIFI Nazionale Dott. M. Tavarnelli e il

Direttivo AIFI Lazio.

Presso SMIAB - Via Paola Falconieri, 84 00152 Roma

Programma su www.aifilazio.netIn attesa di crediti ECM

f irma TILLI

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5Il Fisioterapista in-formazione

L’AIFI LAzIO PER IL 2009

Gli obiettivi della formazione che persegue l’A.I.FI.Lazio, e che vengono confermati anche nel 2009, sonodi aumentare, migliorare ed aggiornare le conoscenzescientifiche dei professionisti, incrementandone la ca-pacità di gestire l’intero processo di diagnosi e cura;questo consente il miglioramento della qualità delleprestazioni in un’ottica di processo ed assicura ai cit-tadini la migliore gestione clinica possibile, garantendoal contempo gli aspetti di autonomia, correttezza e si-curezza nelle decisioni. Accanto a questo, l’A.I.FI Laziopersegue un altro obiettivo molto importante, ovverola diffusione capillare di una cultura riabilitativa di altoprofilo, a partire già dalla formazione di base.Sulla base di questi presupposti è stato elaborato il pro-gramma formativo per il 2009. Accanto ai Corsi che noi consideriamo “consolidati”,e che rappresentano ormai una tradizione all’internodell’Associazione, abbiamo quest’anno introdotto al-cune novità che riteniamo possano rappresentare l’oc-casione, per tutti i professionisti, di dotarsi di alcuniimportanti strumenti di lavoro imprescindibili, allaluce dell’acquisizione di nuove competenze e respon-sabilità che ci impone quotidianamente il nostro la-voro. Come sempre, una particolare attenzione è riservataagli Studenti dei Corsi di Laurea, che rappresentanoper noi un patrimonio fondamentale per lo sviluppoe l’evoluzione della professione, per i quali quindi ri-serviamo sempre delle condizioni particolarmente van-taggiose, e per i quali sarà avviato, per l’A.A. 2008/2009, un progetto che ha come obiettivo quello di va-lorizzare i lavori di ricerca (le Tesi) da loro svolti per ilconseguimento della Laurea in Fisioterapia.Nel 2009 saranno inoltre organizzati eventi per la ce-lebrazione dei 50 anni di attività dell’A.I.FI., ed altrieventi nell’ambito della Società Italiana Fisioterapia eRiabilitazione (S.I.Fi.R.), riservando anche in questeoccasioni particolari vantaggi ai Soci.Infine, molti Corsi e Convegni che si svolgono nellanostra Regione sono patrocinati dall’A.I.FI. Lazio, e

questo significa che iSoci possono usu-fruire di interessantisconti sulle quote diiscrizione e, talvolta,della partecipazionegratuita a tali eventi.Tutti gli eventi for-mativi dell’A.I.FI.Lazio sono accredi-tati secondo il pro-gramma E.C.M.

QUALE ANATOMIA PER I CORSI DI LAUREA

DELLE PROFESSIONI SANITARIE?

In quest’epoca di tagli alle università viene spontaneo, con un occhio al futuro ed unoal passato, chiedersi quale destino spetterà agli atenei italiani ed in particolar modoalle professioni sanitarie, da sempre bersaglio dei suddetti interventi. La Riforma Universitaria, ha innescato una serie di cambiamenti che, pur nell’inizialeintento di migliorare i corsi, adeguandoli agli standard europei, ha finito con il sortireeffetti completamente opposti a quelli che si era prefissa. Si era già assistito, nel corsodegli anni precedenti tale riforma, al passaggio dalla vecchia scuola regionale per Tera-pisti della Riabilitazione, al diploma universitario per Fisioterapista (D.M. 168 del1996), fino ad arrivare (con il D.M. 509 del 1999), all’attuale Corso di Laurea triennaleche da una parte ci assicura maggiore autonomia professionale, ma d’altro canto nonci fornisce gli strumenti per rendere onore al neo-conquistato titolo di “ Dottori ”.Il nuovo ordinamento infatti, non solo ci impedisce di usufruire del biennio di specia-listica come un periodo professionalizzante, al pari della maggior parte delle altre facoltàma, dal suo nascere, ci ha gradualmente ridotto il numero di insegnamenti di cui ogniCorso Integrato è costituito. Evento, quest’ultimo, che dovrebbe mirare, agli occhidegli ottimisti, a migliorare qualitativamente la trattazione delle singole materie, senon fosse per il fatto che si è assistito parallelamente ad una limitazione della percen-tuale di crediti spettanti alle lezioni frontali, in favore di quelli acquisiti mediante lostudio autonomo da parte degli studenti. In parole povere, sempre meno responsabilità formative alle università e sempre piùagli studenti, che sembrerebbero diventare (ancora una volta ad occhi ottimisti) i pro-tagonisti della propria formazione, quando in realtà, dietro tutto ciò, si cela una fortecarenza di corpo docente da parte di un ateneo oramai pluri-frammentato e martoriatoda politiche clientelari nel merito delle quali è meglio non addentrarsi in questa sede.Quello su cui qui vorremmo porre l’attenzione e che ci preoccupa ancor più, è il fattoche questo taglio generale di crediti non abbia risparmiato nemmeno quelle materieche dovrebbero invece costituire il “core” dell’insegnamento frontale in una facoltàmedico-sanitaria, prima fra tutte l’Anatomia Umana, che ha per noi, futuri fisiotera-pisti, la stessa valenza che può avere la Geometria per un architetto o la Ragioneria perun economista.Si aprono qui una serie di quesiti, ad esempio sul modo in cui organizzare la trattazionedi una materia così importante sfruttando le poche ore di lezione a disposizione e so-prattutto se non sia più utile, piuttosto che affrontarne un’analisi di carattere esclusi-vamente topografico, dar maggior peso a quegli aspetti funzionali e biomeccanici chetroppo spesso vengono trascurati e che ne rappresentano invece il vero ambito di ap-plicazione per noi riabilitatori.Si potrebbe forse, a tal proposito, sfruttare l’opportunità proveniente dal non ancoraattivo D.L. 270, che attribuisce ad ogni sede universitaria 30 crediti di autonomia (dicui almeno la metà da utilizzare in attività professionalizzanti “MED 48”), per trattarepiù approfonditamente tali aspetti; in altre parole, organizzare dei laboratori di Ana-tomia (le cosiddette A.D.O. e A.D.E.), da affiancare alle ore di lezione frontale -cosache tra l’altro avviene da tempo nelle facoltà di Medicina e Chirurgia- in maniera taleche l’acquisizione di nozioni teoriche vada di pari passo con il loro raffronto nella pra-tica.L’insieme di queste, che possiamo definire al momento belle idee, porterebbe forse amigliorare la qualità dell’insegnamento e quindi dell’apprendimento, di importantiscienze di base, le quali non possono certamente essere trascurate in un’ottica di for-mazione come quella odierna, improntata sul “Saper Fare” e “ Saper Essere”. Senzadubbio, infatti, una conoscenza quanto più vasta ed accurata possibile risulta essereun requisito fondamentale, oltre che per acquisire le competenze richieste dall’odiernomondo del lavoro, anche per acquistare una maggior sicurezza in se stessi e nel proprioagire professionale. In questo modo, avendo strutturato le nostre conoscenze, certi delriscontro teorico del nostro atto riabilitativo, potremo anche lasciare più spazio all’“Es-sere” riabilitatori.

Thomas VetrugnoC.L. Fisioterapia - III anno

S. Giovanni-Addolorata

Loredana

Gigli

responsabile

Ufficio formazione

Aifi Lazio

Loredana Gigli

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6 Formazione - Corsi AIFI Lazio 2009

Corso di formazione“INTRODUZIONE ALL’ESERCIZIO TERAPEUTICO CONOSCITIVO”Docenti: Dr.ssa Paola Caruso, Dr.ssa Giovanna D’AngeloSede: LatinaDate: 23-24 aprile; 29- 30 aprile 2009 (tot. 28 h.) Destinatari: Fisioterapisti, Studenti in Fisioterapia 3° annoQuote di iscrizione:

€ 250,00 (FT iscritti AIFI 2009); € 150,00 (Studenti iscritti AIFI 2009)€ 420,00 (FT non iscritti AIFI); € 240,00 (Studenti non iscritti AIFI)

Termine iscrizioni: 06 aprile 2009 In attesa di crediti ECMIl Corso si propone di guidare il fisioterapista all’acquisizione di nozioni teorico-pratiche per iltrattamento dell’emiplegico attraverso l’esercizio terapeutico conoscitivo. Il Corso è strutturatoin modo da trasmettere ai corsisti le conoscenze di base relative ad un sapere riabilitativo chevede la riabilitazione come un processo di apprendimento e il movimento come un mezzo perdare senso al mondo e mettersi in relazione con l’ambiente esterno. Partendo dalle basi meto-dologiche di una scienza della riabilitazione, si prenderà in considerazione la patologia dell’emi-plegico e particolare attenzione verrà data all’osservazione del paziente, all’organizzazionedell’esercizio e alla sua definizione in termini di contenuti ed obiettivi, alla pianificazione dellecondotte terapeutiche e del trattamento.Il Corso si svolgerà con lezioni frontali a cui seguiranno esercitazioni pratiche. Il Corso prevede la frequenza del 100% delle ore previste.Alla fine del Corso l’apprendimento dei partecipanti verrà verificato mediante prova scritta strut-turata.

Convegno A.I.FI. Lazio - G.I.S. Cure Palliative“LE PROBLEMATICHE DEL FISIOTERAPISTA NELLE CURE PALLIATIVE”Sede: Azienda USL Roma D - Centro Paraplegici OstiaData: 28 marzo 2009Destinatari: Fisioterapisti, Studenti in Fisioterapia 3° annoQuote di iscrizione:

€ 40,00 (FT iscritti AIFI 2009); € 20,00 (Studenti iscritti AIFI 2009)€ 120,00 (FT non iscritti AIFI); € 40,00 (Studenti non iscritti AIFI)

Termine iscrizioni: 17 marzo 2009In attesa di crediti ECMLe attività riabilitative, nell’ambito delle cure palliative, sono dirette a persone con ridotta auto-nomia, correlata a problemi di varia natura (psicologica, fisica, relazionale, sociale); l’obiettivoassistenziale del lavoro degli operatori dovrà essere focalizzato sulle problematiche specifichedi ogni singolo paziente, mediante l’elaborazione di un progetto individuale.Tra gli operatori è prevalente un orientamento alla valutazione clinico-terapeutica, approccioche appare inappropriato per l’assistenza ai pazienti più gravi, per i quali spesso è già stata for-mulata una prognosi di inguaribilità. Lo scenario organizzativo attuale appare carente di approcciadeguati alla gestione di tali pazienti multiproblematici. Gli operatori impegnati nell’assistenzadovrebbero avere, al contrario, consapevolezza e competenza per affrontare tutti i problemi delpaziente e dei suoi familiari, esprimendo capacità tecniche consolidate, attitudine all’analisi deiproblemi della persona ed a lavorare seguendo un progetto, rispetto, tutela e valorizzazionedelle convinzioni e dei desideri del paziente e del suo contesto ambientale e familiare.I limiti suddetti sono tuttavia superabili attraverso un’adeguata formazione, che sia in grado dioperare come leva per il cambiamento nell’approccio a tale paziente.Questo Convegno si propone come obiettivo quello di diffondere la conoscenza delle Cure Pal-liative tra i Fisioterapisti e gli Studenti in Fisioterapia; in questa occasione verrà inoltre presentatoil G.I.S. Cure Palliative.

Corso di Formazione“NEURO TAPE”Docenti: Dr. Giancarlo Fratocchi, Dr. Romildo DonSede: Polo Didattico ASL RM/DDate: 22-28-29 marzo 2009 (solo per gli Studenti)Termine iscrizioni: 17 marzo 200921-27-28 giugno 2009 (solo per i FT) - Termine iscrizioni: 10 giugno 2009Destinatari: Fisioterapisti, Studenti 3° anno in FisioterapiaQuote di iscrizione:

€ 300,00 (FT iscritti AIFI 2009); € 150,00 (Studenti iscritti AIFi 2009)€ 540,00 (FT non iscritti AIFI); € 240,00 (Studenti non iscritti AIFi)

Il Neurotaping è una tecnica di applicazione di un nastro adesivo elastico che facilita la “comu-nicazione” tra il sistema muscolare, il sistema scheletrico e il sistema linfatico.I muscoli, oltre a determinare i movimenti del corpo controllano infatti la circolazione dei liquidivenosi e linfatici, la temperatura corporea, etcUn funzionamento non appropriato dei muscoli, quindi, induce a differenti tipologie di sintomi.La tecnica del Neurotaping, a differenza del taping tradizionale anelastico, si basa su un concettoterapeutico che agevola i liberi movimenti per permettere al sistema muscolare di aiutare ilcorpo affinché guarisca biomeccanicamente.

Corso di Formazione“LA METODOLOGIA DELLA PROGETTAZIONE: STRUMENTI PERL’ELABORAZIONE E LA VALUTAZIONE DEL PROGETTO RIABILITATIVO”Docente: Dr. Roberto VirgiliSede: da definireDate: 31 marzo; 1-2-3 AprileDestinatari: Fisioterapisti, Studenti 3° anno in FisioterapiaQuote di iscrizione:

€ 250,00 (FT iscritti AIFI 2009); € 150,00 (Studenti iscritti AIFI 2009)€ 420,00 (FT non iscritti AIFI); € 240,00 (Studenti non iscritti AIFI 2009)

Termine iscrizioni: 20 marzo 2009In attesa di crediti ECMLa complessità del sistema sanitario, la sempre più sofisticata domanda di salute, richiedonoun’innovazione della cultura organizzativa; un passaggio dalla tradizionale attività per compitialla cultura organizzativa fondata sulla progettualità, sul lavorare per obiettivi.Ciò richiede evidentemente un rigore metodologico nella selezione degli obiettivi e nellapredisposizione di sistemi efficaci di valutazione.Questo corso si propone di offrire competenze metodologiche congrue a queste aspettative.

Workshop A.I.FI. Lazio - GIMBE“EVIDENCE BASED PHYSIOTHERAPY”Docenti: Esperti EBP GIMBESede: RomaDate: settembre 2009Destinatari: Fisioterapisti (è richiesta la conoscenza dell’inglese medico per la lettura di articoliscientifici e familiarità con il PC - Windows e Internet)Quote di iscrizione: € 700,00 (FT iscritti AIFI 2009)Crediti ECM: 39Obiettivi del Workshop:- conoscere l’architettura della ricerca clinica e l’anatomia dell’informazione biomedica;- imparare a formulare correttamente i quesiti clinici;- acquisire competenze logistiche e tecniche per gestire l’informazione biomedica;- acquisire competenze per analizzare criticamente la letteratura biomedica.

Corso di formazione“TERAPIA MANUALE: IL MASSAGGIO CONNETTIVALE”Docente: Ft M. Giuliana BruttiSede: RomaDate: 2-3-4-30-31 ottobre; 1 novembre 2009 Destinatari: fisioterapisti, Studenti 3° anno in FisioterapiaQuote di iscrizione:

€ 500,00 (FT iscritti AIFI 2009); € 300,00 (Studenti iscritti AIFI 2009)€ 720,00 (FT non iscritti AIFI); € 400,00 (Studenti non iscritti AIFI)

Termine iscrizioni: 20 settembre 2009In attesa di crediti ECMIl massaggio connettivale è un massaggio reflessogeno, il cui obiettivo terapeutico è l'evocazionedi meccanismi riflessi anche in zone assai distanti dal punto o segmento corporeo in cui si praticail massaggio. Lo stimolo esercitato sulla cute agisce per via riflessa sia sulla muscolatura.Il Massaggio Connettivale Profondo è una tecnica massoterapica che esplica la sua azione prin-cipalmente sul tessuto connettivo, attraverso frizioni lente e profonde sul reticolo terminale delsimpatico della pelle e con il midollo spinale. Il fine principale è quello di ottenere un'azione ri-flessa dal derma allo stesso metamero di un viscere o un muscolo sofferente, per normalizzaree riportare in equilibrio la parte.

Corso di formazione“TERAPIA MANUALE: LA METODICA DEI POMPAGES”Docente: Ft M. Giuliana BruttiSede: RomaDate: 3-4-5-6 dicembre 2009 Destinatari: Fisioterapisti, Studenti 3° anno in FisioterapiaQuote di iscrizione:

€ 300,00 (FT iscritti AIFI 2009); € 200,00 (Studenti iscritti AIFI 2009)€ 480,00 (FT non iscritti AIFI); € 360,00 (Studenti non iscritti AIFI)

Termine iscrizioni: 20 novembre 2009In attesa di crediti ECMI pompages sono manovre di terapia manuale, che consistono in trazioni lente, graduali e progres-sive delle strutture miofasciali e articolari, eseguite in 3 tempi (messa in tensione, tenuta e rilassa-mento), che possono essere globali, quindi interessare un intero segmento corporeo, oppure essereselettive ed agire su una sola struttura. I pompages sono un valido supporto in quasi tutte le rie-ducazioni post-traumatiche che abbiano comportato un’immobilizzazione prolungata, in associa-zione alla kinesiterapia classica per la loro azione sulle diverse componenti muscolo-scheletriche.

Modalità di iscrizione ai Corsi A.I.FI. LazioPer iscriversi ai Corsi A.I.FI. Lazio è necessario:• compilare il modulo di iscrizione (scaricabile dal sito www.aifilazio.net);• effettuare il pagamento dell’intera quota di iscrizione mediante bonifico bancario sul conto n°: 1802.80 BANCA CARIGE AG.18 ROMA, intestato ad A.I.FI. Lazio Associazione Italiana FisioterapistiRegione Lazio (IBAN IT 32 J 06175 05045 00000 0180280), specificando nella causale il titolo del Corso al quale ci si iscrive;• inviare copia della documentazione via fax (06 58332220) oppure via mail ([email protected]).

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SIFiR: è POSSIbILE CONSOLIDARE

LA CULTURA SCIENTIFICA IN RIAbILITAzIONE?

A luglio 2008 è nata la S.I.Fi.R. (Società Italiana Fisioterapiae Riabilitazione), il cui scopo istituzionale è costituto dallosviluppo delle conoscenze e della ricerca in ambito riabilita-tivo e dall’implementazione di queste nella pratica clinica. Nella prima riunione del Con-siglio Direttivo della S.I.Fi.R. (Società Italiana Fisioterapia e Riabilitazione, elettonell’Assemblea svoltasi a Giardini Naxos sono state formalizzate le cariche e sono stati no-minati: Presidente Paola Caruso; Segretario Orazio Meli; Tesoriere Rosa Bolotta.L’obiettivo prioritario della S.I.Fi.R. sarà l’avvio di percorsi di ricerca in Riabilitazione,ma la prima domanda che ci dobbiamo porre è se la nostra disciplina abbia le basi per di-ventare una scienza. Trattandosi di una disciplina giovane questa domanda può esserecomprensibile. Kuhn afferma che una disciplina deve trovare la sua strada e prima che unparadigma nuovo sostituisca quello vecchio passa del tempo durante il quale le vecchieteorie sopravvivono fianco a fianco con quelle nuove determinando il comportamentodegli scienziati, i loro studi, l’osservazione dei fenomeni. Ma a che punto è la conoscenzascientifica in Riabilitazione? E quale rapporto esiste tra scienza e ricerca? Il corpo rappresenta l’oggetto della Riabilitazione: la visione meccanicistica vede il corpocome la somma di un certo numero di ossa, muscoli, tendini ecc. e ritiene che sia suffi-ciente studiarne il meccanismo per capirne il funzionamento. La conseguenza di tipo ria-bilitativo sarà quella di individuare analiticamente i muscoli deboli e rinforzarli. Ma se ilmovimento subisce delle alterazioni queste non sono solo rappresentate da alterazioni del-l’intensità del reclutamento o dell’ampiezza dell’articolarità che ne rappresentano l’aspettovisibile, ma sono rappresentate anche dall’alterazione dell’organizzazione del sistema. Aquel punto interpretare la patologia non significa solo considerare le leggi anatomo-fisio-patologiche di un evento come la malattia, ma significa interpretare come la patologiaabbia limitato la possibilità di muoversi e di interagire per conoscere. È ovvio che la parolainterpretazione non ci fornisce dati “oggettivi”, ma deriva da una serie di ipotesi strutturateche devono essere verificate nella pratica clinica. Diventa quindi importante indagare ancheil significato, il vissuto del corpo per il soggetto, considerando che il solo riferimento fisiconon basta a rendere conto della complessità del sistema. Oggi affermazioni come “corpo opposto a mente”, “corpo oggetto dello studio anatomico”sono parziali per non dire anacronistiche o determinate da altri contesti culturali o episte-mologici. Il comportamento di un sistema biologico è frutto dell’interazione con un am-biente specifico: Il cervello/mente attraverso il corpo sperimenta il mondo, lo modifica ene viene modificato. Tortolone afferma che “La realtà si percepisce attraverso la corporeità”.Ma questo ci conduce a fare alcune riflessioni sull’agire riabilitativo: si deve considerareche nel rapporto terapeutico, oggi si parla spesso della centralità della persona/paziente,ma si trascura che la relazione fisioterapista/paziente si situa spesso in un rapporto, diceIacono, “come padrone-schiavo”, in cui il paziente tenderà a comportarsi da oggetto.Spesso si ritiene che prendere in carico un paziente vuol dire fare una breve valutazione, avolte limitarsi ad eseguire una prescrizione e a proporre una serie di esercizi. Se il Riabili-tatore stabilisce le regole e se queste regole non sono condivise dall’altro, vuol dire chenon si entra in gioco e ci si limiterà ad osservare i fenomeni senza poterli modificare:questo è il tipo di situazione che viene più spesso quantificata. Ricordiamoci che l’eserciziosi fa “con” il paziente e non “al” paziente. Pertanto non si può ritenere esaustiva una ricercascientifica che non tenga conto di variabili come l’interazione fisioterapista/paziente, dan-done precise descrizioni che rivestono importanza per il risultato finale. Allora se la scienzaconsiste nello stabilire nessi causali tra fasci di fenomeni, dovremo imparare a quantificaretenendo conto delle variabili complesse che incontriamo nel nostro lavoro quotidiano conil paziente. Per cui sarà importante riprendere ed affrontare in maniera diversa lo studio della patologiadel movimento che nello specifico rappresenta l’obiettivo dell’intervento terapeutico, ciòche deve essere recuperato. Ma la patologia del movimento non è solo limitazione di forzamuscolare o di range articolare o comparsa di dolore ma deve essere indagata come inca-pacità di interagire in maniera adattabile e variabile con l’ambiente.Diventa centrale costruire ed affermare una cultura ed una scienza della Riabilitazione chetenga conto della complessità e che non sia diretta solo a semplificare i fenomeni per poterliquantificare, una cultura della riabilitazione che si doti di strumenti propri e non sia lo

specchio di altre discipline.Ma la ricerca non deve essere riservata solo a quei col-leghi che ne hanno possibilità istituzionali. È necessariostrutturare una metodologia di ricerca che tenga contoanche delle osservazioni, ad esempio, del caso singolo(case report) e che faccia emergere, in maniera rigorosa,il ragionamento effettuato nell’intervento riabilitativoe delle modificazioni ottenute con il paziente. Credo che sia necessario lo sforzo di tutti per cresceredal punto di vista scientifico e metodologico: studiandoinsieme e verificando nella pratica clinica potremmoriuscire ad identificare uno statuto epistemologico no-stro che non sia il corollario di altre discipline.Per perseguire tutti questi obiettivi è fondamentale lapartecipazione e il coinvolgimento del maggior numerodi colleghi e pertanto si è stabilito di mantenere per leiscrizioni S.I.Fi.R. 2009 il prezzo simbolico di€ 10,00 ai fisioterapisti che siano iscritti AIFI.La S.I.Fi.R. è pronta ad accogliere i contributi di tutticoloro che vorranno collaborare ed esserci!

Paola CarusoPresidente S.I.Fi.R.

LA SCIENzA

LA RICERCA SCIENTIFICA

E LA FISIOTERAPIA

Una delle più stancanti e frustanti attività che perso-nalmente svolgo, lavorando all’interno di un policli-nico universitario, è sicuramente quello di doverspiegare molto frequentemente che cosa è un fisiote-rapista. E questo, non solo a chi non appartiene almondo della riabilitazione o si sta formando per farneparte, ma qualche volta anche a chi ne è già all’in-terno.Per curiosità, immaginando quello che farebbe unapersona comune, sono andato a cercare su un voca-bolario di recente pubblicazione, edito dalla Zani-chelli, il significato del termine “Fisioterapista”.Questo, riportava la seguente definizione: “Tecnicoche applica la fisioterapia”; mentre per fisioterapia:“Ramo della medicina riabilitativa che si avvale dimezzi fisici, dell’attività fisica, del massaggio a scopoterapeutico”. Le definizioni appena citate mostranoche il termine “Fisioterapista” risulta attualmente to-talmente inappropriato e obsoleto per designare la no-stra principale attività di educatori funzionali e che ilsuo significato è quello che comunemente tutti coloroche non si occupano di riabilitazione attribuisconoalla nostra professione, fatta eccezione per chi haavuto modo di essere trattato da un valido fisiotera-pista o ha avuto l’improbabile possibilità di leggere ilnostro profilo professionale. Personalmente, ritengoche il suo utilizzo danneggi la nostra immagine perchénon fa altro che confermare quell’idea di fisioterapista

Le informazioni e i moduli di iscrizione allaS.I.Fi.R. per l’anno in corso sono reperibili sulsito www.aifilazio.net

7Focus ON

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8 Focus ON

maturata grazie al senso comune ed alla cattiva informazione; anche se, per uniformarcial resto del mondo e così ottenere a livello legislativo degli indiscutibili vantaggi, siamostati purtroppo costretti ad usarlo.Come precedentemente accennato, la confusione presente in generale rispetto al nostroruolo professionale è, in modo insidioso, anche all’interno del mondo della fisioterapia.Questa, ad esempio, si è palesata in modo chiaro durante il congresso “Rome Rehabili-tation 2006”, svoltosi presso l’hotel Ergife, al quale ho assistito. Il secondo tema trattatoall’interno del congresso, riguardava la laurea specialistica in Scienze delle ProfessioniSanitarie della Riabilitazione. Dopo l’intervento del Prof. Umberto Tarantino, presidentedella laurea specialistica presso l’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata”, che avevapiù volte espresso la sua approvazione alla presenza del fisioterapista specializzato nel-l’ambito della ricerca scientifica, dalla platea una collega pose la seguente domanda: “mache cosa fa in pratica un fisioterapista nell’ambito della ricerca scientifica?”. Nessuno deifisioterapisti invitati alla tavola rotonda rispose realmente a questa domanda ed all’inizialesilenzio la risposta e la successiva discussione glissò su altri argomenti. Questo episodio,mi ha convinto ulteriormente a cercare di produrre una tesi di laurea specialistica chestudiasse questa tematica; tesi pubblicata successivamente sulla rivista Scienza della Ria-bilitazione di Gennaio-Giugno 2008 con il titolo “L’evidenza nell’esercizio terapeutico:il ruolo del fisioterapista”.In realtà l’incapacità dei colleghi a rispondere alla domanda è in parte giustificabile. In-fatti, il profilo professionale specifica in sostanza la nostra autonomia nello svolgimentodegli interventi di prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricità, delle fun-zioni corticali superiori e di quelle viscerali conseguenti ad eventi patologici, ma nondefinisce quale è la nostra scienza. Ovviamente, se c’è una autonomia che giustifica unalaurea triennale specifica ed una biennale specialistica, e una nuova classificazione che ciinserisce all’interno non delle “Professioni tecniche” ma delle “Professioni sanitarie dellariabilitazione”, significa che una scienza propria ci deve essere; ma quale è? Il termine “Scienza” deriva dal latino “sciěntia”, che significa sapere, conoscenza. Il ter-mine “Scienza” inizialmente veniva utilizzato per denominare qualsiasi forma di classi-ficazione e registrazione delle conoscenze. Questa poteva essere distinta in “Scienzenaturali” e “Scienze morali”, quest’ultime comprendevano anche la filosofia. Attualmentecon questo termine si indica il complesso organico delle conoscenze ottenute grazie almetodo scientifico. Quest’ultimo è un insieme di regole rigorose e condivise opportu-namente create per garantire il più possibile l’affidabilità, la verificabilità e la condivisionedelle conoscenze acquisite. Il metodo scientifico si caratterizza per il suo approccio si-stematico, empirico, controllato e critico finalizzato alla verifica delle ipotesi formulate.La sistematicità si contrappone alla frammentarietà ed all’episodicità di altre fonti di co-noscenza, il carattere empirico sottolinea il riferimento a fenomeni direttamente acces-sibili all’osservazione e misurabili, il controllo e la critica si riferiscono al fatto chel’approccio scientifico si sforza d’indagare i fenomeni in esame tenendo conto di qualisiano i fattori potenzialmente interferenti e che le modalità e i risultati della ricerca deb-bono essere resi accessibili alla verifica da parte di altri ricercatori. Queste definizionisono quelle che comunemente vengono citate, anche se in realtà sono riduttive; su checosa è la scienza, il metodo scientifico e come si procede nell’ambito della ricerca scien-tifica c’è ancora molta discussione.Se la “Ricerca scientifica” è il complesso delle attività volte alla realizzazione di studi si-stematici finalizzati alla verifica delle ipotesi, delle teorie e delle leggi che costituisconoil complesso delle conoscenze di una determinata disciplina scientifica, l’incapacità ditrovare un ruolo esclusivo al fisioterapista nell’ambito della ricerca scientifica è indiceche questo non possiede un complesso organico di conoscenze proprie, che solo lui è ingrado di poter porre nel modo migliore a verifica.D’altra parte, se il fisioterapista, come definito dal termine, è un tecnico, cioè un esecu-tore di regole atte a dirigere efficacemente un’attività pratica, privo di una scienza propriae al servizio e strumento di altre, ma quale ricerca deve svolgere? Perciò, per trovare unacollocazione al fisioterapista nell’ambito della ricerca scientifica, sono possibili solo dueuniche alternative. La prima, è che egli effettui, in modo ridondante, quello che già fail medico, in particolare il medico della riabilitazione, appropriandosi di una competenzanon propria perché la riabilitazione fa parte degli interventi medici e rappresenta solo ilcontesto all’interno del quale noi svolgiamo la nostra attività; acuendo così i contrasti ele paure tra due figure che in realtà sono complementari e non in contrapposizione. Laseconda, è che diventi una sorta di tecnico di laboratorio che attacca elettrodi, markers

e si occupa di gestire la strumentazione o di applicaremetodi e metodiche all’interno degli studi scientifici;in questo caso non si capisce perché sia necessaria perlui una carriera universitaria. La mancanza di una de-finizione precisa di quale è il nostro ambito generativodi conoscenze e il disinteresse della maggior parte deifisioterapisti per la misura e la ricerca scientifica, haportato molti a ritenere che il ruolo assegnatoci dalprofilo professionale sia ingiustificato e ottenuto graziealle dinamiche politiche che caratterizzano l’Italia.L’assenza di una scienza del fisioterapista, in granparte nasce dalla mancanza di un bagaglio unitario diconoscenze comuni alla categoria. Questa è causatadalla presenza di numerosi metodi teoricamente eoperativamente inconciliabili, intorno ai quali sonopresenti degli interessi economici. C’è chi crede an-cora che si possa rieducare una funzione utilizzandoesclusivamente dei meccanismi riflessi evocabili se-guendo semplicemente delle regole pratiche precise,rendendo così felici coloro che pensano o, più corret-tamente, preferiscono che il fisioterapista sia solo untecnico. C’è, invece, chi parla di apprendimento e confare scissionista si definisce non un fisioterapista maun neuroriabilitatore cognitivo. Insomma, la confu-sione e i disaccordi all’interno della nostra categorianon mancano di certo!Bisogna, dunque, ribadire e diffondere questo impor-tante concetto: la presenza del fisioterapista nell’am-bito della ricerca scientifica è intimamente connessacon l’esistenza di una scienza propria; l’assenza di unaimplica l’assenza anche dell’altra. Quindi, personal-mente ritengo sia molto importante, al pari del profiloprofessionale, definire e ratificare per iscritto quale èil dominio di conoscenze che noi produciamo inmodo esclusivo, specificando sia le evidenze scientifi-che sia le caratteristiche della nostra professione, ri-spetto al paziente e all’economia sanitaria, che logiustificano. Questo, ci permetterebbe di chiarire, inambito sia politico sia universitario, la nostra impor-tanza sociale, scientifica e l’assenza di sovrapposizionie conflittualità con altre figure professionali.Altro aspetto fondamentale è l’insegnamento del me-todo scientifico e della Medicina Basata sulle Evidenzenei corsi di laurea in fisioterapia. Anche se, come hoevidenziato nella mia tesi di laurea specialistica, glistrumenti metodologici utilizzati in medicina nonsono in grado di studiare efficacemente i fenomeni in-dagati dalla nostra professione, questi sono indispen-sabili per formare fisioterapisti dotati di mentalitàscientifica e sono la base per la creazione di una me-todologia della ricerca più adatta alla nostra disciplina,e quindi una Fisioterapia Basata sulle Evidenze.L’obiettivo iniziale da raggiungere, deve essere quellodi riuscire a creare laboratori sull’esercizio terapeutico,diretti da fisioterapisti, nei quali le varie professiona-lità cooperano per la verifica e lo studio delle strategieterapeutiche elaborate dal fisioterapista nell’ambitodella rieducazione funzionale.

Dott. Ft Marco Domenico Maria RulliPoliclinico Universitario “Tor Vergata”

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LIBERE RECENSIONI

LA LIbROTERAPIA

Certe mattine mi sveglio e mi dico “oggi non ce la posso propriofare”. Rimango lì nel letto perfettamente sveglia e penso a tuttoquello che mi aspetta nel corso della giornata. L’orologio lam-peggia e mi sollecita a darmi una mossa per non arrivare tardi: ilmio primo paziente mi aspetta. Che farò oggi? Quale terapia peril primo e per gli altri pazienti?

Prima di tutto RESPIRO: cominciare così va sempre bene. Il diaframma si contrae e ab-bassa il centro frenico. Le ultime coste si innalzano ...osservare, valutare, proporre …ma cosa?…terapia funzionale, algoterapia, terapia posturale, terapia propriocettiva, terapia ma-nuale… Il diaframma si rilascia ed espiro ...eutonoterapia, terapia motivazionale, terapiadi coordinazione, terapia di percezione, terapia di mobilizzazione… Ascolto il mio re-spiro …terapia di stabilizzazione, terapia dei meridiani, terapia tridimensionale, masso-terapia... Prendo coscienza della contrazione e del rilasciamento, una mano sulla pancia,l’altra sullo sterno al di sotto delle clavicole ...crioterapia, elettroterapia, termoterapia,radarterapia, laserterapia, terapia ad alto voltaggio, tecarterapia, nuototerapia, idroterapia,ippoterapia, terapia domiciliare, terapia di gruppo… Ma ci sarà una terapia anche per me? Ci sarà una TERAPIA più TERAPIA di tutte?Non ci crederete ma la risposta l’ho trovata in libreria in un piccolo e delizioso libro ap-pena uscito: “LIBROTERAPIA” un viaggio infinito nel mondo dei libri, perché i libricurano l’anima, scritto da Miro Silvera per Salani editore.I libri curano, nutrono, confortano dice il riquadro di copertina. Scopro di saperlo giàma ci sono volute le parole di questo scrittore simpatico ed intelligente a ricordarmeloe a dimostrarmelo con evidenza scientifica.Il libro si snoda lungo 11 punti (toh, lo stesso numero dei moduli del FAD-FormazioneA Distanza del Santa Lucia!), ognuno con un titolo evocativo. Il primo “Che cos’è unlibro. Una pillola?” ci ricorda come leggere un libro ci porti in una dimensione viva e li-bera , ci permetta un legame con il presente e il passato , con le storie e le speranze diqualcun altro che in parte diventano le nostre. Ci ricorda quante volte nella storia il libroè stato “perseguitato”, vigliaccamente bruciato sulle pubbliche piazze.La forza delle parole, però, è enorme; i libri sono sempre stati veicoli di libertà. “Libertàdi inventare, di esprimersi, di disegnare la propria vita come una danza al passo dellestagioni e non come una marcia funebre verso una tomba aperta”.Il secondo punto “ La biblioteca come farmacia dell’anima (e la Bibbia come aspirina)”è dedicato a chi questa farmacia dell’anima non la tiene in casa, a chi non legge mai,nemmeno per sbaglio e se ne vanta pure. Forse è per questo che si vedono in giro tantepersone col pensiero boccheggiante per carenza di ossigenazione e tante anime “anores-siche”.Il terzo è dedicato a “I luoghi della libroterapia”. L’autore ce ne mostra alcuni che sonostati i luoghi di cura di grandi intellettuali e scrittori. Ci fa pensare che ognuno di noiha un luogo prediletto dove leggere: la poltrona o il divano, in un proprio angolino rac-colto, una sorta di luogo protetto e rassicurante.A me piace leggere dappertutto anche sulla metro o sull’autobus, anzi questo è un piacereparticolare perché mi cura l’ansia per l’attesa del mezzo pubblico o quella di arrivaretardi all’appuntamento. Quando ho fatto la Laurea Specialistica amavo il lungo viaggiofino ad Tor Vergata, ho letto un sacco di libri.Nei luoghi più amati per dedicarsi alla lettura non manca quel posticino dove molti dinoi si attardano piacevolmente con la scusa di finire la pagina, senza occuparsi di chi dafuori tempesta di colpi la porta. Il luogo, oltretutto, è rappresentato da una foto che co-glie una bellissima ragazza seduta su un water di una toilette d’altri tempi.Un pensiero d’amore speciale è dedicato alla poesia nel quarto punto che si intitola “Lapoesia come distillato omeopatico”. Continuo a ricordare a memoria alcune meravigliosepoesie studiate a scuola e ogni tanto me le recito per farmi compagnia. Ho provato adimparare a memoria alcune poesie straordinarie che ho scoperto da grande ma non riescoa ricordarle e allora le ho trascritte su dei foglietti che tengo in borsa e ogni tanto leggo.Il quinto e il sesto sono due punti filosofici che si pongono delle domande, a mio avviso

impossibili: “La cura per l’infelicità è forse un pensierofelice?” e “La cura per l’infelicità è forse un pensieroinfelice?” Continuare a chiedersi dove e come trovarela felicità: davvero non so se in un libro si troverà larisposta ma vale la pena di continuare a cercare.Ed arriviamo a “La vecchiaia si cura leggendo (e rac-contando)”. Devo dire che questa affermazione pre-suppone la convinzione che la vecchiaia sia unamalattia e in questo caso non sono d’accordo con ilnostro autore ma in effetti il suo intento è di giocarecon la capacità narrativa sia dei vecchi uomini (edonne) che dei vecchi libri e in questo caso riconoscol’enorme fascino dei racconti degli uni e degli altri.Continuiamo con “ Il libro come nutrimento neces-sario” e “ Gli aforismi fanno bene all’anima” per arri-vare alle due paginette che fanno proprio al casonostro, il contenuto può essere utilizzato come sugge-rimento nella seduta di fisioterapia ; le pagine intro-ducono, infatti, il tema degli “Usi diversamenteterapeutici dei libri”. Essi vanno dal portamento (po-stura corretta) allo step (esercizio fisico), alla scala (abi-lità e autonomie per la vita quotidiana) per poi finirenella compostezza a tavola, guarire dai malanni, au-todifesa, anti imbarazzo (ma qui siamo un po’ fuoritema).Arriviamo alle “Libroterapie ad hoc” che raccolgonola libroterapia aziendale, la libroterapia erotica, la li-broterapia culinaria, la libroterapia regalo, gli usi per-versi della libroterapia, i libri non terapeutici e lecontroindicazioni della libroterapia ma la vera chiccaè l’ultimo punto, l’undicesimo: la “Libroterapia in pil-lole”.Si tratta di un prontuario dove ad ogni sintomo,anche grave viene consigliata una lettura terapeutica.Non siete soddisfatti della vostra vita sessuale? Voidonne leggete la biografia di Eloisa, voi uomini la bio-grafia di Abelardo. Il vostro psicanalista non vi soddi-sfa? Leggete Quanto ho risparmiato lasciando il miostrizzacervelli. Pensate che la vostra infanzia sia statatroppo infelice, e ciò vi tormenta ancora? Leggete Oli-ver Twist o Il diario di Anna Frank. Ritenete di avereun padre autoritario? Leggete Padre padrone. E cosìvia, tanti ed interessanti consigli di cura e di aiuto. Sipotrebbe pensare di dedicare uno scaffale della libreriadi casa a questa specie di pronto soccorso letterario,sempre a disposizione in caso di bisogno e siccome imomenti difficili si ripetono e sempre siamo soggettia ricadute, stavolta il consiglio mi permetto di darloio: leggete e rileggete il vostro libroterapia perché,come diceva il grande Borges, c’è solo una cosa piùbella del leggere ed è rileggere un libro amato.La lettura del LIBROTERAPIA è resa ancora più pia-cevole da una serie di belle immagini. Ho finito. Miaccorgo di aver trovato un punto di equilibrio idealetra inspirazione ed espirazione: la cura funziona, ilmio è un vero stato di benessere.

Miro Silvera - Libroterapia - Salani Editore 2008 -prezzo di copertina euro 10,00.

Maria Dolores Listanti

9Risvolti di lettura

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sul conto

specificando nella causale “iscrizione A.I.FI. Lazio 2009”

• modulo compilato e firmato;• fotocopia del versamento su c/c;• fotocopia autocertificata del titolo di studio conseguito – solo per prime iscrizioni;

• certificato di frequenza - solo per studenti;• fotocopia della PARTITA IVA - solo liberi professionisti

Via Claterna, 18 - 00183 Roma - tel/fax 0658332220 - [email protected] - www.aifilazio.net - P.I. 04995681006

ttenzione! L’iscrizione non potrà essere effettuata se il modulo non viene compilato e firmato!A

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Mod

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ILAZ

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comune di nascita prov. località e nazione nascita esteradata di nascita sesso M F cittadinanza

indirizzo di residenza (via/corso/piazza ecc.) n. civico c.a.p.

comune prov. frazione località e nazione estera

cell. tel. fax e-mail

Specificare recapito postale (se diverso da residenza):

sede di lavoro: via/corso/piazza n. civico

c.a.p. comune frazione prov.

recapiti lavoro: tel. fax e-mail

maturità classica maturità scientifica maturità magistrale maturità tecnica altro

dipendente S.S.N. a tempo indeterminatoa tempo determinato

professionistacoordinatoredirigente

dipendente struttura privataaccreditata S.S.N.

a tempo indeterminatoa tempo determinato

professionistacoordinatoredirigente

dipendente struttura privata a tempo indeterminatoa tempo determinato

professionistacoordinatoredirigente

libero professionista presso studio proprioaltro

disoccupato pensionato dipendente altro Ente pubblico

Il/La sottoscritto/a Associato ………………………………………………………acquisite le informazioni fornite dal titolare del trattamento ai sensi dell’art. 13del D.Lgs 196/2003• presta il suo consenso al trattamento dei dati personali per le finalità

indicatedo il consenso nego il consenso

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do il consenso nego il consenso• presta il suo consenso per la comunicazione dei dati necessaria per il

perseguimento delle finalità indicatedo il consenso nego il consenso

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prima iscrizione rinnovo n. tessera ................... n. tessera ...................rinnovo dopo interruzione

LAUREA IN FISIOTERAPIA (se conseguita con percorso diriconversione È OBBLIGATORIO barrare anche il titolo abilitante pregresso)

Anno prima immatricolazione.................... /.....................

voto lode........./.......... sì no

Sede universitaria Data laureaTdRL. 30/03/71 n.118-DM Sanità 10/02/74 e normative regionali

TdRapparato locomotoreDPR n.162 del 10/03/82

Tecnico Fisioterapista della RiabilitazioneDPR n.162 del 10/03/82

MassofisioterapistaCorso triennale (L. 19/05/71 n.403)

Anno conseguimento del titolo

Sede di conseguimento Provincia della sede formativa

Data laurea Data riconoscimento Ministero Salute

Data .......................... Firma leggibile .............................................................

Altro titolo: Laurea specialistica Altra laurea (se sì, specificare quale):

Firmare dopo aver letto l’allegato “informativa sul trattamentodei dati personali” che deve essre trattenuto dall’interessato

Sede universitaria estera:

Acquisizione del consenso dell’interessato (Art.23 D.Lgs n.196 0/06/2003)

NazioneLAUREA ESTERA

TIPO DI IMPIEGO

TITOLO PROFESSIONALE ABILITANTE

UE EXTRA COMUNITARIA

TdRDPR n.162 del 10/03/82L. 11/11/90 n.341

Fisiokinesiterapistaex L. 19/01/42 n.86, art. 1

D.U.(diploma universitario)

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