I Pennelli Si Muovono Da Soli

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12 1 - GENTE Continua l'inchiesta sugli esperimenti Durante le straordinarie serate del dottor Rol, lo ''spirito intelligente'' del pitto- re· francese François Auguste Ravier realizza inspiegabilmente un quadro dopo l'altro· I pennelli operano per cont :o loro: impastano i color · i, si intingono da soli nell'essenza di trementina, trasportano il colore sulla te·la ·Eleonora Duse conse- gna l'ultima lettera scritta a D'Annunzio, una lettera che il poeta non rice· vette mai · tli RENZO ALLEGRI · *SETTIMA PUNTATA* Torino, marzo N ei precedenti articoli su Rol, ricorre spesso un ri- chiamo allo "spirito intelli- gente" dell'uomo. Può sembra- re una contraddizione, dal mo- mento che Rol non condivide i principi tradizionali dello spi- ritismo e della medianità. Quando gliel'ho fatto notare, mi ha risposto: «Ogni cosa ha il suo "s')Jirito": una pietra, una foglia, un oggetto, anche le cose apparentemente inani- mate. Vede questo lapis? Ebbe- ne, la ragione di essere e la funzione di questo lapis rimar- ranno registrate nella storia dell'universo: sarà scritto co- me è stato prodotto, venduto e acquistato; chi se ne è servi- to, le parole che ha tracciato, eccetera. Così, anche quando il lapis non ci sarà più, è come esistesse una scheda al nome di questo oggetto e su questa scheda fosse registrata . la "vi- ta" del lapis. Nella valutazione dell'universo, anche questa 1na- tita ha e avrà la sua importan- za ». Se ho ben co1npreso, il pun- to su cui Rol insiste è que- sto: tutta la materia, proprio perché è energia, risponde a precise leggi che ne regolano !' · attività ed il conti11uo inuta- mento nel campo chimico ed in quello fisico. « E' qui che ci è dato di compre11dere, od almeno di intuire, che cosa è "l'istinto", questa sorta di "regola" che si rivela in manie- ra sempre più nobile nelle pian- te e negli animali in quello straordinario processo che con- duce poi il moto creativo alla realizzazione dell' "uomo", ver- tice estremo, ove l'istinto si sublima nel divenire "intelli- genza''. « Ho definito "spirito intelli- gente" », dice Rol « l'attribt1to massimo conferito alla perso- na umana. Ad essa vengono trasn1esse possibilità inimma- ginabili per le quali, attraver-· so un processo di libera scel- ta, l'uomo è in grado di rico- noscersi nella propria natura divina. Agendo in questa atmo- sfera, ove l'armonia ed il sen - " so morale non possono avere alternative, l'uomo, autentico "procuratore di Dio", è in gra- do di compiere · qualsiasi pro- digio. E' questo il principio dell'eternità ». Sul come, poi, ci si p9ssa tro- vare in contatto con uno "spi- rito intelligente", Rol mi ha fornito delle spiegazioni che ha affidato "alla intuizione più che alla comprensione". D'altron- de, alla vera conoscenza di queste cose si giunge soprat- tutto attraverso l'intuizione. Non è una ques'lione di con- centrazione, di volontà, ma pur sempre di "pensiero", quale mezzo di indagine e di ispira- zione. E poi l'argomento sem- bra più accessibile quando si considera ciò che Rol vuole di- mostrare: la possibilità di tro- varsi a contatto con lo "spiri- to intelligente" di persone de- funte o viventi che siano. Per quanto riguarda gli "ap- porti", la seri t tura "diretta", la inutazione delle cose, ecc., ho azzardato l'ipotesi . di t1na materializzazione del pensiero. « In parte può essere così », mi ha detto Rol « ma la cosa è assai più con1plessa o più sem- plice: sembra un paradosso, eppure è così. Si giunge alla conoscenza di queste cose at- traverso una discjplina · lunga e severa, impietosa verso qual- siasi sollecitazione peculiare ». Mi sembra interessante rac- contare , a questo punto, un esperimento al quale ho assi- stito e che nli ha lasciato pro- fondamente colpito. Erano pre- senti le solite persone, quelle che avevo già incontrate intor- no a Rol e cl1e egli predilige per fare i suoi esperimenti. LA DUSE RACCONTA Come al solito, ognuno (Rol non interviene mai nella scel- ta), indica un argomento. Quan- do esso è stato detern1inato, Rol se ne impossessa con una sorta di avidità, lo sviluppa, ne traccia i dettagli con preci- sione, e nello stesso tempo con tenerezza, si direbbe quasi con amore. La sua voce passa da un tono all'altro per descrive- re ogni particolare, e tutto ciò che descrive è talmente vivo, talmente colorito che la con- clusione, quando si manifesta con lo strabiliante risultato che in genere corona l 'esperimento, non sen1bra più la risultante i1npossibile che i nostri sensi non avrebbero saputo an1met- tere, . ma appare logica, giusta, se non addirittura necessaria. L'argo1nento scelto è: "l'arte teatrale". Nessun personaggio appartenent e al mondo del tea- tro viene nominato. La sala è illuminata, abbiamo dinanzi a noi un foglio di carta assolu- tamente bianco. Con1e al soli- to, Rol, che siede a capo del grande tavolo, si mostra sere- no e disponibile. . Noi stessi decidiamo la per- sona che farà 11 da spalla 11 a Rol. Viene scelto l'ing. Silvàno Innocenti, un uomo molto po- sato, che ricopre un posto portante in una grande indu- stria e che da anni offre a Rol, con la moglie, la professoressa DorettZ! Torrini, una valida as- sistenza. Più avanti si unisce a lui la signora Severina Gaito, moglie del medico dottor Al- fredo Gaito. L'ing. Innocenti si mette in tasca il foglio di carta, e a que- sto punto Rol comincia a rac- contare . E' una donna di tea - tro, quella che parla attraver- so di lui, con espressioni alte e talora profonde. Dice nlolto di sé, fa un lungo riassunto della propria vita, raccontando in modo così vivo, · che a noi pare sia presente. Finalmente si rivela: dice di avere folle- mente amato Gabriele d' An- nunzio, di aver bruciato per lui la seconda parte della vita. Ma, nell'esaltazione dell'an10- re, prima, poi nelle sofferenze clei distacchi, ha trovato la ra- gione di sopravvivere ad una vicenda che ha sconvolto i suoi sentimenti e la sua fama. Attra- verso un costante processo evolutivo, i sensi, la sensibili- e l'arte stessa di questa don- na famosa si sono trasformati in un'ansia di carità e di na disponibilità verso una me- ta altissima: Dìo. A questo punto Rol si alza in piedi e indicando l'ingegner Innocenti chiede che si legga quanto ritiene sia scritto sul foglio che egli conserva nella interna della giacca. Leggiamo, nell'inconfondibile grafìa della celeberrima attri- ce: "Sono Eleonora Duse. Ho · qualcosa da rivelare. Brucere- te il docu1nento, 1na ne traman- derete il contenuto. Quando già si era ritirato al Vittoriale, il Poeta volle riprendere il dia- logo con me. Fu un travaglio clecidere, ma poi non ebbi dub- bio avrei ricusato. Ver- gai allora una lettera che feci recapitare a mano ma che, per uno strano complesso di vicen- de, non giunse al destinatario. Riposò, sino a questo mon1en- to, ad uno specchio 11 Sempre in piena luce, Rol chiede un piatto fondo e prega la signora Gaito di collocarlo, rovesciato, sul tavolo dinanzi a e di coprirlo con entrambe le mani. Tutto ciò dura una breve frazione di ten1po. (Su- bito dopo la signora Gaito ci racconterà che in quegli attin1i ha percepito nettamente nel- l'interno del piatto un movi- mento convulso, come di "qual- cosa" che si andava formando). « E' fatto », dice Rol. Solle- vato il piatto , appare una let- tera: · un biglietto bianco, in- giallito dal tempo, ancora si- gillato. Sul lato frontale c'è l'indirizzo, di pugno di Eleo- 11ora Duse: "Al comandante Gabriele d'Annunzio". E nel- l'interno, su di un doppio fo- glio, queste poche righe, in un inchiostro ingiallito, sempre di :rp.ano della Duse: "Non vi so- no rin1orsi, non vi sono rim- pianti; tutto ciò che è avvenu- to è soltanto lode di Dio. Tu ti illumini alla gloria dei tuoi allori, io mi accendo al fuoco della carità. E' luce che risplende sull'Universo ed esal- ta il Signore . E' inutile . spolve- . rare il passato del quale so- pravvive soltanto ciò che è de- gno di vita eterna". Copiamo il testo della lette- ra che poi, a malincuore, bru- ciamo. Rol distrugge quasi sempre ciò che rimane dei suoi esperimenti. Dice che "sente" di dover agire così (qualcuno, però, crede che agisca così af- finché di tante cose e menti non si faccia mercato). La signora Nuccia Visca, una signora presente alla serata, mi ha detto: « Qualche volta ci consente di conservare fo- gli sui quali ha tracciato segni o parole: li firma e dice: "Con- servatelo in mio ricordo" ». L'INVINCIBILE IMPULSO Ho veduto la figura di Gesù incoronato di spine che il si- gnor Giorgio Visca tiene sul letto matrin1oniale. E' un dise- gno molto suggestivo, ottenuto direttamente in pochi secondi, durante una seduta in piena luce nella casa del giornalista- scrittore Remo Lugli, e di sua moglie, la professoressa Elsa Trotti, pittrice e poetessa. Lo autore del disegno? El Greco. (Del resto, mi dicono, anche lo "spirito intelligente" di Francisco Goya ha tracciato splendidi disegni, poi distrutti per ordine di Rol). Remo Lugli, a suo tempo, scrisse per La Stampa alcuni articoli su Rol. Anche Dino Buzzati raccontò molto di lui sul Corriere, come pure Bion- di · sul Resto del Carlino. Gior- nali e riviste, in Italia e al- l'estero si occupa110 continua- mente di Rol, ma egli, e non se ne conosce la ragione, non desidera che si parli di lui sui giornali, così come raramente parla di nella conversazio- ne . Non tiene in casa libri che parlino della sua persona: in- differenza, pudore, diffidenza? « Non è giusto »,. egli dice « suscitare nel prossimo tante speranze che poi sono costret- to a deludere. Non sono un medico, e tanto meno un gua- ritore. E' vero che, a volte, so- Torino. Il dottor Gustavo Adol- fo Rol. Notissimo in tutto il mondo per le su ,e qualità pa- ranormali, è un . uomo prof on- . · 'V

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Durante le straordinarie serate del dottor Rol, lo ''spirito intelligente'' del pittore francese François Auguste Ravier realizza inspiegabilmente un quadro dopo l'altro· I pennelli operano per conto loro: impastano i colori, si intingono da soli nell'essenza di trementina, trasportano il colore sulla tela. Eleonora Duse consegna l'ultima lettera scritta a D'Annunzio, una lettera che il poeta non ricevette mai

Transcript of I Pennelli Si Muovono Da Soli

12 1- GENTE

Continua l'inchiesta sugli esperimenti

Durante le straordinarie serate del dottor Rol, lo ''spirito intelligente'' del pitto­re· francese François Auguste Ravier realizza inspiegabilmente un quadro dopo l'altro· I pennelli operano per cont:o loro: impastano i color·i, si intingono da soli nell'essenza di trementina, trasportano il colore sulla te·la ·Eleonora Duse conse­gna l'ultima lettera scritta a D'Annunzio, una lettera che il poeta non rice·vette mai ·

tli RENZO ALLEGRI

·*SETTIMA PUNTATA*

Torino, marzo

Nei precedenti articoli su Rol, ricorre spesso un ri­chiamo allo "spirito intelli­

gente" dell'uomo. Può sembra­re una contraddizione, dal mo­mento che Rol non condivide i principi tradizionali dello spi­ritismo e della medianità. Quando gliel'ho fatto notare, mi ha risposto: «Ogni cosa ha il suo "s')Jirito": una pietra, una foglia, un oggetto, anche le cose apparentemente inani­mate. Vede questo lapis? Ebbe­ne, la ragione di essere e la funzione di questo lapis rimar­ranno registrate nella storia dell'universo: sarà scritto co­me è stato prodotto, venduto e acquistato; chi se ne è servi­to, le parole che ha tracciato, eccetera. Così, anche quando il lapis non ci sarà più, è come esistesse una scheda al nome di questo oggetto e su questa scheda fosse registrata . la "vi­ta" del lapis. Nella valutazione dell'universo, anche questa 1na­tita ha e avrà la sua importan­za ».

Se ho ben co1npreso, il pun­to su cui Rol insiste è que­sto: tutta la materia, proprio perché è energia, risponde a precise leggi che ne regolano !'·attività ed il conti11uo inuta­mento nel campo chimico ed in quello fisico. « E' qui che ci è dato di compre11dere, od almeno di intuire, che cosa è "l'istinto", questa sorta di "regola" che si rivela in manie-

• ra sempre più nobile nelle pian-te e negli animali in quello straordinario processo che con­duce poi il moto creativo alla realizzazione dell' "uomo", ver­tice estremo, ove l'istinto si sublima nel divenire "intelli­genza''.

« Ho definito "spirito intelli­gente" », dice Rol « l'attribt1to massimo conferito alla perso­na umana. Ad essa vengono trasn1esse possibilità inimma­ginabili per le quali, attraver-· so un processo di libera scel­ta, l'uomo è in grado di rico­noscersi nella propria natura divina. Agendo in questa atmo­sfera, ove l'armonia ed il sen-

" so morale non possono avere alternative, l'uomo, autentico "procuratore di Dio", è in gra­do di compiere ·qualsiasi pro­digio. E' questo il principio dell'eternità ».

Sul come, poi, ci si p9ssa tro­vare in contatto con uno "spi­rito intelligente", Rol mi ha fornito delle spiegazioni che ha affidato "alla intuizione più che

alla comprensione". D'altron­de, alla vera conoscenza di queste cose si giunge soprat­tutto attraverso l'intuizione. Non è una ques'lione di con­centrazione, di volontà, ma pur sempre di "pensiero", quale mezzo di indagine e di ispira­zione. E poi l'argomento sem­bra più accessibile quando si considera ciò che Rol vuole di­mostrare: la possibilità di tro­varsi a contatto con lo "spiri­to intelligente" di persone de­funte o viventi che siano.

Per quanto riguarda gli "ap­porti", la seri t tura "diretta", la inutazione delle cose, ecc., ho azzardato l'ipotesi .di t1na materializzazione del pensiero. « In parte può essere così », mi ha detto Rol « ma la cosa è assai più con1plessa o più sem­plice: sembra un paradosso, eppure è così. Si giunge alla conoscenza di queste cose at­traverso una discjplina · lunga e severa, impietosa verso qual­siasi sollecitazione peculiare ».

Mi sembra interessante rac­contare, a questo punto, un esperimento al quale ho assi­stito e che nli ha lasciato pro­fondamente colpito. Erano pre­senti le solite persone, quelle che avevo già incontrate intor­no a Rol e cl1e egli predilige per fare i suoi esperimenti.

LA DUSE RACCONTA Come al solito, ognuno (Rol

non interviene mai nella scel­ta), indica un argomento. Quan­do esso è stato detern1inato, Rol se ne impossessa con una sorta di avidità, lo sviluppa, ne traccia i dettagli con preci­sione, e nello stesso tempo con tenerezza, si direbbe quasi con amore. La sua voce passa da un tono all'altro per descrive­re ogni particolare, e tutto ciò che descrive è talmente vivo, talmente colorito che la con­clusione, quando si manifesta con lo strabiliante risultato che in genere corona l'esperimento, non sen1bra più la risultante i1npossibile che i nostri sensi non avrebbero saputo an1met­tere, .ma appare logica, giusta, se non addirittura necessaria.

L'argo1nento scelto è: "l'arte teatrale". Nessun personaggio appartenente al mondo del tea­tro viene nominato. La sala è illuminata, abbiamo dinanzi a noi un foglio di carta assolu­tamente bianco. Con1e al soli­to, Rol, che siede a capo del grande tavolo, si mostra sere-no e disponibile. .

Noi stessi decidiamo la per­sona che farà 11 da spalla 11 a Rol. Viene scelto l'ing. Silvàno Innocenti, un uomo molto po-

sato, che ricopre un posto ini~ portante in una grande indu­stria e che da anni offre a Rol, con la moglie, la professoressa DorettZ! Torrini, una valida as­sistenza. Più avanti si unisce a lui la signora Severina Gaito, moglie del medico dottor Al­fredo Gaito.

L'ing. Innocenti si mette in tasca il foglio di carta, e a que­sto punto Rol comincia a rac­contare. E' una donna di tea­tro, quella che parla attraver­so di lui, con espressioni alte e talora profonde. Dice nlolto di sé, fa un lungo riassunto della propria vita, raccontando in modo così vivo, · che a noi pare sia presente. Finalmente si rivela: dice di avere folle­mente amato Gabriele d' An­nunzio, di aver bruciato per lui la seconda parte della vita. Ma, nell'esaltazione dell'an10-re, prima, poi nelle sofferenze clei distacchi, ha trovato la ra­gione di sopravvivere ad una vicenda che ha sconvolto i suoi sentimenti e la sua fama. Attra­verso un costante processo evolutivo, i sensi, la sensibili­tà e l'arte stessa di questa don­na famosa si sono trasformati in un'ansia di carità e di urna~ na disponibilità verso una me­ta altissima: Dìo.

A questo punto Rol si alza in piedi e indicando l'ingegner Innocenti chiede che si legga quanto ritiene sia scritto sul foglio che egli conserva nella tasc~ interna della giacca.

Leggiamo, nell'inconfondibile grafìa della celeberrima attri­ce: "Sono Eleonora Duse. Ho · qualcosa da rivelare. Brucere­te il docu1nento, 1na ne traman­derete il contenuto. Quando già si era ritirato al Vittoriale, il Poeta volle riprendere il dia­logo con me. Fu un travaglio clecidere, ma poi non ebbi dub­bio alcuno ~, avrei ricusato. Ver­gai allora una lettera che feci recapitare a mano ma che, per uno strano complesso di vicen­de, non giunse al destinatario. Riposò, sino a questo mon1en­to, di~tro ad uno specchio11

Sempre in piena luce, Rol chiede un piatto fondo e prega la signora Gaito di collocarlo, rovesciato, sul tavolo dinanzi a sé e di coprirlo con entrambe le mani. Tutto ciò dura una breve frazione di ten1po. (Su­bito dopo la signora Gaito ci racconterà che in quegli attin1i ha percepito nettamente nel­l'interno del piatto un movi­mento convulso, come di "qual­cosa" che si andava formando).

« E' fatto », dice Rol. Solle­vato il piatto, appare una let­tera: · un biglietto bianco, in­giallito dal tempo, ancora si-

gillato. Sul lato frontale c'è l'indirizzo, di pugno di Eleo-11ora Duse: "Al comandante Gabriele d'Annunzio". E nel­l'interno, su di un doppio fo­glio, queste poche righe, in un inchiostro ingiallito, sempre di :rp.ano della Duse: "Non vi so­no rin1orsi, non vi sono rim­pianti; tutto ciò che è avvenu­to è soltanto lode di Dio. Tu ti illumini alla gloria dei tuoi allori, io mi accendo al fuoco della carità. E' se1npr~ luce che risplende sull'Universo ed esal­ta il Signore. E' inutile . spolve- . rare il passato del quale so­pravvive soltanto ciò che è de­gno di vita eterna".

Copiamo il testo della lette­ra che poi, a malincuore, bru­ciamo. Rol distrugge quasi sempre ciò che rimane dei suoi esperimenti. Dice che "sente" di dover agire così (qualcuno, però, crede che agisca così af­finché di tante cose e docu~ menti non si faccia mercato).

La signora Nuccia Visca, una signora presente alla serata, mi ha detto: « Qualche volta ci consente di conservare fo­gli sui quali ha tracciato segni o parole: li firma e dice: "Con­servatelo in mio ricordo" ».

L'INVINCIBILE IMPULSO

Ho veduto la figura di Gesù incoronato di spine che il si­gnor Giorgio Visca tiene sul letto matrin1oniale. E' un dise­gno molto suggestivo, ottenuto direttamente in pochi secondi, durante una seduta in piena luce nella casa del giornalista­scrittore Remo Lugli, e di sua moglie, la professoressa Elsa Trotti, pittrice e poetessa. Lo autore del disegno? El Greco. (Del resto, mi dicono, anche lo "spirito intelligente" di Francisco Goya ha tracciato splendidi disegni, poi distrutti per ordine di Rol).

Remo Lugli, a suo tempo, scrisse per La Stampa alcuni articoli su Rol. Anche Dino Buzzati raccontò molto di lui sul Corriere, come pure Bion­di · sul Resto del Carlino. Gior­nali e riviste, in Italia e al­l'estero si occupa110 continua­mente di Rol, ma egli, e non se ne conosce la ragione, non desidera che si parli di lui sui giornali, così come raramente parla di sé nella conversazio­ne. Non tiene in casa libri che parlino della sua persona: in­differenza, pudore, diffidenza?

« Non è giusto »,. egli dice « suscitare nel prossimo tante speranze che poi sono costret­to a deludere. Non sono un medico, e tanto meno un gua­ritore. E' vero che, a volte, so-

Torino. Il dottor Gustavo Adol­fo Rol. Notissimo in tutto il mondo per le su,e qualità pa­ranormali, è un . uomo prof on-

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del dottor Rol, l'uomo dell'impossibile .··

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damente semplice, preoccupato soprattutto di rendersi utile . al prossimo. A11ni fa Vittorio Valletta, allora amministratore delegato della Fiat, gli regalò tm libro con questa dedica: "Al dottor Rol con ammirazione per il suo lavoro, ultra-umanita­rio". Federico Fellini dice di lui: «Sono talmente enormi le sue possibilità da superare l'altrui facoltà di stupirsene». A chi gli domanda eh.e cosa · prova di fronte ai fenomenl che accadono per suo tramite, Rol risponde: «Una grande solitudine».

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no preso dall'impulso invinci­bile di fare una determinata cosa, e allora la cosa mi riesce-. Allora ne sono io stesso sor­preso. Ma su cento casi in cui vengo interpellato, beh pochi hanno un risultato positivo. Mi occorre sentire una "spi11ta" che mi viene dal "di dentro", quasi un ordine imperioso. Qualche cosa che poco innan­zi non avrei mai immaginato dovesse interessarmi ... In que­sto caso il risulta1to è ·sempre positivo. Spesso mi accade di fermare una persona, anche sconoscit1ta, e di ammonirla, senza nemmeno chiederle scu­sa per l'intromissione, a non fare questo, a fare piuttosto quest'altro, a ·non recarsi ove è diretta, a non ripetere un er­rore appena compiuto. In que­sti casi il mio intervento è sempre . utile, sempre benefico, e :non mi rimane altro che rin­graziare commosso Iddio delle possibilità che Egli mi dona, commosso e confuso, perché indegno di tanta grazia ».

LA VOCE DEL PITTORE Ho chesto a Rol di parlarmi

della pittura che, per suo tra­mite, "avviene" nella semioscu­rità, se non addirittura nel buio più assoluto. Ho visto alcuni di questi quadri, indubbiamen­te notevoli. Qualcuno ha sol­levato il dubbio che l'esperì- · mento, poiché non avviene in piena luce, possa essere ''truc­cato". Chi però ha assistito agli esperimenti lo esclude con fer­mezza. La tavoletta o la tela vengono scelte. e preventiva­mente contrassegnate; il sog­getto è indicato dai presenti (per esempio, ·"Strada di cam­pagna cop casa a sinistra ed alberi in fondo, all'alba"). Il giornalista-scrittore Remo Lu­gli può confermarlo: una sera, in casa sua, tramite Rol, ven­nero realizzati simultaneamen­te quattro deliziosi paesaggi, proprio come se fossero dipinti dalla mano del francese Fran­çois Auguste Ravier ( 1814-1895), il pittore che quasi sempre

· "ispira" gli esperimenti. La se­duta durò appena 15 minuti; gli argomenti erano stati ri­chiesti da quattro persone pre­senti.

Quando si realizzano queste pitture, Rol è seduto tra coloro che gli fanno circolo. La tela, appoggiata ad un cavalletto o ad una sedia, è ad alcuni metri

. di distanza da lui. I pennelli_ ed il raschietto operano per conto loro: impastano il colore ad olio sulla tavolozza preventivamen­te preparata, si intingono da soli nell'essenza di trementina e poi trasportano il colore sulla tela. Tutto questo lavorio è per­fettamente percepibile all'udito, e qualche volta non è difficile sentire nell'aria una voce, che non è quella di Rol e che viene attribuita al pittore Ravier. · Ad esperimento avvenuto, Rol

corre ad affondare il lapis nel colore ancora molle e scrive sulla tela: nH01nmage à Ra­vier", apponendo, ben chiara­mente, la propria sigla e la da­ta. « Così, tra qualche anno», egli dice « a qualcuno non ver­rà · la tentazione di spacciare per autentici questi dipinti».

Oso obiettare: « Ma se è stato •

lo "spirito intelligente" del Ra- , vier a realizzarli, mi sembta

. cl1e 11on ci dovrebbero essere difficoltà a venderli come se fossero autentici ». Rol aggrot­ta la fronte e rispo11de subito: « Ci provi; ma come fa.rà, poi, a: dare questo denaro allo "spi­rito · intelligente" di Ravier? Ed ammesso che possa farlo, che valqre avranno quei soldi là dove lo "spirito intelligente'' di Ravier si trova adesso?». Et una battuta, ma forse Rol le attribuisce un significato preci­so, u.n'allt1sio11e sottile.

L'ULTIMO VERSO

Mi dicono che Rol ha avuto contatti a livelli altissimi. Mol­ti personaggi famosi sono ricor­si a lui, e Rol ha deluso soltan­to coloro cl1e non gli hanno creduto~ Qualcuno afferma ad­dirittura che se gli si fosse dato ascolto, la guerra sarebbe fi­nita prima del '45 e si sareb­bero evitate molte sofferenze.

U11 gior110 fu chiesto a Fede­rico Fellini quale dei personag­gi eccezionali incontrati nella sua vita l'avesse più colpito. « Ammiro in modo particolare il dottor Rol di Torino », ri­spose Fellini. « Lo ammiro per lo sforzo ·eroico che sostiene nel salvaguardare il proprio io in.dividuale dall'assalto delle forze i11definibili e pote11ti che insidiano la personalità di certì sensitivi. Certo, è l't1omo più sconcertante che io abbia cono­sciuto. Sono talmente enormi le sue possibilità da superare anche l'altrui facoltà di stu­pirsene. Ecco perché il caso di Rol mi commuove: nonostante La potenza delle sue facoltà, riesce a tenere E~ bada l'argo .. glia e si rifugia in una zona di religiosa consapevolezza che ha del meraviglioso».

Vittorio Valletta, l'ammini­stratore delegato della Fiat, glì regalò u11 libro ·con questa de­dica: "Al dottor Rol, con am­mirazione per il suo lavoro ul­tra-umanitario''.

Ho chiesto a Rol che cosa ' .

prova di fronte ai fenomeni cl1e succedono per tramite suo.

· « Una grande solitudine », mi ha risposto. « Appare.ntemente tutti sono disponibili a miglio­rare, ad elevarsi verso mete ove l'egoismo è ignorato, ma poi, in realtà, ognu110 pensa a sé e si ricorda del prossimo solo se ha bisogno di lui ».

Sono rimasto per qualche istante solo 11el suo studio e ho gettato lo sguardo sulla sua scrivania. Ho notato un fogliet­to sul quale Rol aveva scritto questi versi che 110 copiato, col suo consenso: ~

Oscuri Dei che tren1ano p~r la loro ingiitstizia o un solo Dio che soffre per le prove ·che i1npone, l'iton10 si trascina

.. COSl

attonito stil deserto di fango che lo genera

• e poi lo inghiotte.

« E' desolante », 110 detto. «Al­lora lei non ha più speranza?».

Rol ha sorriso, poi ha girato il foglietto. La poesia continua­va sull'altra pagina, con . un solo verso: "Ma Tu mi hai con­fortato".

Rol ha sorriso ancora e ha -~ggiunto: « C'è sempre un'ànco« ra di salvezza ».

Renzo Allef!ri (,j

Settima puntata. Continua nel prossimo numero