I nostri 67 anni...generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile nel tempo, come...

28

Transcript of I nostri 67 anni...generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile nel tempo, come...

Page 1: I nostri 67 anni...generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile nel tempo, come motore spontaneo di coesione sociale e benessere diffuso. Orgogliosi di queste origini
Utente
Typewritten text
Page 2: I nostri 67 anni...generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile nel tempo, come motore spontaneo di coesione sociale e benessere diffuso. Orgogliosi di queste origini

1

Cari amiche e amici, con grande piacere do a tutti voi un

caloroso benvenuto alla 67esima Assemblea pubblica di

Assopetroli Assoenergia.

Ringrazio tutte le Autorità presenti: quelle in rappresentanza

del Governo, del Parlamento, delle Istituzioni politiche, della

Pubblica Amministrazione, delle Organizzazioni di settore e

delle Associazioni di consumatori.

È stato un anno importante per tutti noi che ci avvicina al

traguardo non lontano dei 70 anni di storia associativa.

Una lunga traiettoria nella rappresentanza di un settore

importante.

Costellata da molte sfide che hanno impresso il nostro segno

nel panorama dell’energia italiana.

Dobbiamo fare ancora leva su questa passione per l’energia.

E sul nostro essere piccola e media impresa italiana. Perché

nonostante tutti i limiti dimensionali di questo modello, è

una storia straordinaria di produttività, di valori positivi, di

identità profonda.

Nessuna delle imprese qui oggi ha mai pensato il suo futuro

nell’ottica della prossima trimestrale, ma come minimo del

prossimo triennio. Quando non addirittura della prossima

generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile

nel tempo, come motore spontaneo di coesione sociale e

benessere diffuso.

Orgogliosi di queste origini non siamo certo dei nostalgici.

Anzi, guardiamo al domani cercando energie nuove per

combattere le molte battaglie che ci aspettano.

I nostri 67 anni

Passione perl’energia

Page 3: I nostri 67 anni...generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile nel tempo, come motore spontaneo di coesione sociale e benessere diffuso. Orgogliosi di queste origini

2

Prima di tutto, però, va rivendicato con decisione il ruolo

delle nostre imprese.

Dal 1949 contribuiamo a offrire al Paese l’energia di cui ha

bisogno.

E oggi, con 1.000 imprese associate occupiamo 15.000

addetti e riforniamo i consumatori sulle nostre 12.000

stazioni di servizio stradale.

Questa offerta, sommata a quella del settore extra-rete,

copre più di metà della distribuzione nazionale di carburanti.

Nei servizi promuoviamo l’efficienza nella produzione e

nell’utilizzo dell’energia.

Lo facciamo con un’infrastruttura distributiva unica per

capillarità.

Abbiamo il primato di aver raccolto la sfida della transizione

energetica quando le sue potenzialità erano praticamente

sconosciute.

Queste imprese sono una chiara dimostrazione di

adattamento ai continui cambiamenti del settore.

Oltre alle imprese, c’è la loro rappresentanza che ha un ruolo

cruciale.

Innanzitutto per far comprendere l’importanza di questo

settore e contrastare l’opinione diffusa, quanto sbrigativa,

che il sistema del petrolio di cui siamo parte, sia un retaggio

sporco e superato del passato.

Non è così.

La sfida dellatransizione

Il ruolo centraledelle nostreimprese

Page 4: I nostri 67 anni...generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile nel tempo, come motore spontaneo di coesione sociale e benessere diffuso. Orgogliosi di queste origini

3

Pochi sistemi industriali e distributivi possono rivendicare un

ruolo altrettanto avanzato e strategico per l’economia

nazionale. Ed un impegno per il rispetto dell’ambiente e

l’innovazione altrettanto ragguardevole.

Eppure la consapevolezza di tutto ciò è colpevolmente

oscurata nel dibattito pubblico e nelle scelte dei decisori, con

esiti punitivi spesso incomprensibili.

Per far valere le nostre ragioni dobbiamo allora compattare

le fila e rimboccarci le maniche. E il modo per farlo è uno

solo: dare ancora più forza e sostegno a questa associazione.

Assopetroli Assoenergia è la sede privilegiata, la più incisiva,

per affrontare i problemi di oggi e di domani.

Per questo anche la nostra appartenenza a Confcommercio -

Imprese per l’Italia, che è il nostro punto di attacco sulle

questioni nazionali oltre i confini del settore.

Recentemente, anche la formazione online delle nostre

imprese, che abbiamo voluto per calarci dentro la

complessità del presente.

Attraverso UPEI, la voce dei petrolieri indipendenti in Europa,

contribuiamo attivamente anche allo sviluppo delle politiche

dell’Unione.

Ad esempio con il position paper sul mix energetico del

domani all’insegna della sostenibilità.

Il documento appena presentato appoggia l’utilizzo sempre

maggiore di biocarburanti avanzati, biometano, Gnl e degli

altri prodotti in grado di darci un’energia sostenibile.

Assopetroliin Europa

Il valoredell’associazione

Page 5: I nostri 67 anni...generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile nel tempo, come motore spontaneo di coesione sociale e benessere diffuso. Orgogliosi di queste origini

4

Ma al contempo, ricorda ciò che tutti sanno, ma spesso

dimenticano: il petrolio e i prodotti raffinati resteranno

centrali nel sistema europeo ancora per decenni.

La sfida è minimizzarne l’impatto, puntando sulla qualità dei

carburanti tradizionali e sull’integrazione con le fonti

alternative - rinnovabili e non - per un mix energetico

rispettoso dell’ambiente.

Le nostre imprese sono la piattaforma distributiva di questa

innovazione.

Cari amiche e amici,

è inutile nasconderlo: siamo in trincea da molti anni e ci

resteremo.

Non a caso “Energie da difendere” è lo slogan di questa

Assemblea.

Come tutte le imprese vogliamo un Paese più moderno ed

efficiente. Per superare il ciclo economico stagnante che ha

fiaccato in molti imprenditori la voglia di scommettere.

Soprattutto delle nostre imprese che, vivendo nel mercato

domestico, fanno i conti con una domanda ancora troppo

flebile.

Un dato per tutti. Negli ultimi dieci anni l’Italia è il paese della

UE che ha visto il calo più forte nei consumi petroliferi

(-31,6%).

Nell'ultimo anno occupazione, consumi, produzione, credito

sono andati avanti a singhiozzo.

Energieda difendere

La stagnazionedopo la crisi

Page 6: I nostri 67 anni...generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile nel tempo, come motore spontaneo di coesione sociale e benessere diffuso. Orgogliosi di queste origini

5

In Europa la situazione non è meno problematica, nonostante

il triplo shock positivo della politica monetaria espansiva, di

prezzi dell’energia straordinariamente bassi e di tassi di

cambio favorevoli.

Malgrado questa convergenza, il contesto rimane

profondamente instabile.

L’emergenza migranti, le molte crisi aperte nel Mediterraneo,

la frenata della crescita cinese, l’instabilità dei mercati

finanziari, diffondono incertezza.

La stessa costruzione Europea è messa in crisi dalla

percezione di una deriva tecnocratica lontana dalla gente. E

guardiamo preoccupati al riaffacciarsi di particolarismi

nazionali, di cui la Brexit è solo la parte più evidente.

Questi fattori accrescono per l’Italia la necessità di correre

verso la modernizzazione.

Bisogna premere l’acceleratore delle riforme nella direzione

di rimettere al centro l’impresa, motore principale di crescita

e occupazione, per rendere il Paese di nuovo attrattivo per

investimenti e lavoro.

Nell’ultimo rapporto della Banca Mondiale sull’ ”Ease of

doing business index”, l’Italia si colloca al 45° posto. Dodici

posizioni sotto la Spagna e dietro perfino alla Bielorussia.

Abbiamo un campo d’azione enorme per una

riorganizzazione del Paese che è solo iniziata.

In questa logica va sfruttata ogni sinergia tra le riforme,

quelle già avviate e quelle da avviare.

Necessità diriforme

Page 7: I nostri 67 anni...generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile nel tempo, come motore spontaneo di coesione sociale e benessere diffuso. Orgogliosi di queste origini

6

Mercati e concorrenza, fisco, pubblica amministrazione,

giustizia, energia e ambiente, sono i tasselli di un complesso

mosaico da rimettere insieme.

L’adozione delle riforme dispiega i suoi effetti nell’arco di

anni.

È fondamentale dare rapidità e coerenza alla loro attuazione.

Anche alle riforme istituzionali.

Da qualunque prospettiva si guardi al problema, è necessario

favorire maggiore stabilità politica, processi legislativi più

efficaci, migliore capacità amministrativa.

Questo cammino va sgombrato da politicizzazioni fuorvianti.

Modernizzare l’architettura istituzionale è una priorità

concreta. A partire dalla riforma del Titolo V in materia di

Energia.

Sulle politiche di bilancio, va fatto di più nella spending

review che va razionalizzata a fondo con tagli selettivi che

incidano davvero sugli sprechi.

Utile estendere i meccanismi di acquisizione della PA in

centrali di acquisto trasparenti. L’esperienza Consip nel

nostro settore è positiva e va estesa altrove per ridurre la

difformità di prezzi e la qualità dei servizi, talvolta abnorme.

Giustissimo anche il riordino delle Partecipate impostato

dalla Riforma della Pubblica Amministrazione. Ma bisogna

andare più a fondo.

Decine di queste aziende sono tecnicamente fallite da anni.

Ma continuano a drenare risorse pubbliche ingentissime, con

gestioni opache e inefficienti.

Modernizzare ilPaese

Page 8: I nostri 67 anni...generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile nel tempo, come motore spontaneo di coesione sociale e benessere diffuso. Orgogliosi di queste origini

7

Razionalizzarle non è fare semplici tagli. Ma dare opportunità

di sviluppo industriale ai servizi pubblici locali.

Con questi interventi si recupera spazio per la ripresa degli

investimenti pubblici che è vitale per molti settori chiave

della nostra economia.

Non possiamo più aspettare.

L’ultimo anno è stato dominato dall’instabilità anche dei

prezzi del greggio.

I Paesi produttori riescono ormai a stento a governare il

mercato.

Il 2015 ha fatto registrare il record storico negli ultimi 40 anni

di surplus produttivo.

L’eccesso medio di offerta è arrivato a 1,7 milioni di

barili/giorno.

E questo, nonostante una domanda mondiale nella maggiore

crescita degli ultimi 10 anni (quasi a 95 milioni di

barili/giorno), scorte a livelli record dal 2010, e taglio degli

investimenti produttivi di 500 miliardi di USD nel biennio

2015-2016.

Con uno squilibrio così grande, i produttori hanno tentato la

difesa delle quote di mercato anziché dei prezzi, che infatti

sono crollati.

Dai 67 USD di maggio 2015, ai 36 USD di metà dicembre, fino

al picco negativo di 26 USD a metà gennaio.

Andamento delpetrolio

Razionalizzare lespese

Page 9: I nostri 67 anni...generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile nel tempo, come motore spontaneo di coesione sociale e benessere diffuso. Orgogliosi di queste origini

8

L’accordo di Doha di metà febbraio 2016 ha permesso alle

quotazioni di risalire intorno ai 35 USD e progressivamente di

ritornare intorno ai 50 USD lo scorso maggio.

Con questi fondamentali anche il 2016 si manterrà su livelli

relativamente bassi, stimati tra i 30 e i 50 USD.

Questa dinamica si è riflessa sul prezzo dei carburanti con

effetti positivi sull’economia reale.

Nel 2015 la media del prezzo al consumo della benzina, al

netto della componente fiscale, ha fatto segnare un

decremento del 21% rispetto all’anno prima, con un valore

medio di 0,532 €/litro.

La media del diesel un calo addirittura maggiore del 23,5%,

con un valore medio netto di 0,535 €/litro.

Purtroppo, agli occhi del consumatore il crollo delle

quotazioni è stato occultato dal permanere di un carico

fiscale elevatissimo.

Nel 2015 le tasse sui carburanti hanno pesato mediamente

oltre il 65% del prezzo finale della benzina, e il 62% del prezzo

del gasolio.

In valore assoluto, la differenza del peso fiscale tra Italia e

paesi europei è stata, nel 2015, di ben 0,229 €/litro.

Nell’andamento dei prezzi industriali, invece, lo Stacco Italia

ha fatto registrare, per la prima volta, un valore negativo di

circa 7 millesimi di €/litro.

Sulle tasse dei carburanti pendono nel prossimo biennio

(2017/2018) clausole di salvaguardia che rischiano di far

aumentare pesantemente sia le accise (per 570 milioni di

In Italia prezzi piùbassi

Fiscalità suicarburanti

Page 10: I nostri 67 anni...generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile nel tempo, come motore spontaneo di coesione sociale e benessere diffuso. Orgogliosi di queste origini

9

euro) che l’IVA (dal 10 al 13% nel 2017 per l’aliquota ridotta,

dal 22 al 25% nel 2018 per l’aliquota ordinaria).

Sono aumenti che vanno scongiurati.

Il Governo lo ha già dichiarato, ed è irrinunciabile che

mantenga l’impegno per non soffocare questa debole

ripresa.

Più in generale va interrotto l’abuso di queste coperture a

scoppio ritardato che scaricano sul futuro le scelte dei

governi passati.

Lo scollamento temporale, anche politico-elettorale, tra una

misura di politica economica e i suoi effetti, confonde le

responsabilità della Politica.

Questo incide alla fine sul funzionamento stesso di una

democrazia.

La lunga crisi economica e il carico fiscale sui carburanti sono

le cause dell’illegalità che si è propagata nel nostro mercato.

Assopetroli lo denuncia da anni.

Il problema è esteso, complesso e in forte crescita.

Lo attestano i risultati dell’attività ispettiva delle Forze

dell’Ordine che tutti conosciamo.

Un primo aspetto riguarda i continui attacchi ai punti vendita.

I distributori stradali sono il secondo bersaglio della

criminalità predatoria nelle classifiche del Ministero

dell’Interno.

Legalità

Clausole disalvaguardia

L’attacco ai puntivendita

Page 11: I nostri 67 anni...generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile nel tempo, come motore spontaneo di coesione sociale e benessere diffuso. Orgogliosi di queste origini

10

Abbiamo bisogno di sinergie sistematiche con le Forze

dell’Ordine per contrastare questa minaccia costante.

Prevenire gli attacchi è possibile rafforzando la security.

Ma la leva principale resta incentivare il pagamento

elettronico.

Occorre abbassare i costi delle commissioni interbancarie e

renderle compatibili con questo mercato.

A fronte del valore corrente di 1,450 €/litro di benzina, quasi

1 euro sono tasse.

E il margine operativo lordo dell’ultimo anello della

distribuzione è ormai di soli 2/3 centesimi al litro.

In queste condizioni non sono sostenibili i costi interbancari

di un qualunque altro settore commerciale, e le soglie fissate

dal Regolamento UE dell’aprile 2015 sono inadeguate.

Va messa in campo un’iniziativa del Governo per sviluppare il

pagamento elettronico in questo comparto.

La categoria funge - di fatto - da esattore per conto dello

Stato. Senza percepire alcun aggio e con grande rischio

personale.

Questo è un tema di difesa che non si può rinviare.

Il secondo aspetto dell’illegalità riguarda il fenomeno delle

frodi e del contrabbando di carburanti.

Dalle imprese nei territori sale una richiesta pressante di

aiuto che abbiamo trasferito alle Istituzioni.

La concorrenza sleale che si innesta sul contrabbando si è

propagata in tutto il Paese.

Il pagamentoelettronico

Concorrenzasleale

Page 12: I nostri 67 anni...generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile nel tempo, come motore spontaneo di coesione sociale e benessere diffuso. Orgogliosi di queste origini

11

Ciò avviene a detrimento anche della qualità dei carburanti,

con rischi seri per l’ambiente e i consumatori.

Sia nel canale distributivo della rete che in extra-rete, vaste

aree del mercato sono aggredite da circuiti opachi o illegali

che vendono sistematicamente in dumping, desertificando

l’offerta intorno.

Oltre al danno erariale, preoccupa l’omologazione al ribasso

della concorrenza, la marginalizzazione delle piccole e medie

imprese, l’enorme perdita di valore che il settore sta

subendo.

Ma l’anno alle nostre spalle non è trascorso invano.

Si è diffusa consapevolezza del problema e alcuni interventi

sono alla nostra portata.

L’obiettivo era avviare un tavolo tecnico sotto la regia del

MEF.

Questo obiettivo è stato raggiunto ed è doveroso ringraziare

il Governo, le Forze dell’Ordine, le Agenzie fiscali che vi

partecipano.

Al tavolo abbiamo portato le proposte confluite nel

documento sottoscritto con Unione Petrolifera.

È un contributo aperto, non un Protocollo di Legalità statico

di sola comunicazione.

C’è bisogno di una revisione accorta del quadro normativo e

delle prassi.

Vanno colmate le lacune che si sono manifestate e che

risultano anacronistiche anche rispetto alle potenzialità degli

attuali sistemi informativi.

Tavolo legalità

Page 13: I nostri 67 anni...generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile nel tempo, come motore spontaneo di coesione sociale e benessere diffuso. Orgogliosi di queste origini

12

Ciò non è in contrasto con la semplificazione.

Non bisogna credere che la medicina sia sovraccaricare il

settore di nuovi obblighi indifferenziati.

Per le piccole e medie imprese sarebbe il colpo finale.

Occorre invece un intervento dinamico e selettivo, adattabile

al mutare di fenomeni in continua evoluzione.

È essenziale anche la cooperazione tra le Agenzie Europee e

le Forze dell’Ordine degli Stati comunitari, perché i problemi

hanno spesso una dimensione transnazionale.

Infine è fondamentale l’impegno del tessuto economico e del

mondo della rappresentanza che, per quanto ci riguarda,

resterà massimo.

Anche Energia e Ambiente sono cruciali per il futuro di

queste imprese.

La filiera distributiva del petrolio è protagonista del cambio di

paradigma che lega ormai l’impresa, la tutela dell’ambiente,

la salute dei cittadini.

Il nostro apporto in questo campo è ragguardevole:

investimenti nella sicurezza della rete stradale, dei depositi e

delle flotte; diffusione dei carburanti alternativi; tracciabiIità

dei rifiuti; bonifiche; promozione dell’efficienza energetica

negli usi finali.

Siamo sulla trincea di questo cambiamento. E vogliamo

segnalare i miglioramenti che possono aiutare lo sviluppo del

Paese.

Energia eAmbiente

Il contrastoselettivo

Page 14: I nostri 67 anni...generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile nel tempo, come motore spontaneo di coesione sociale e benessere diffuso. Orgogliosi di queste origini

13

La legge sugli Ecoreati ad esempio va migliorata perché non

distingue tra inquinamento colposo e doloso. Manca di

coordinamento con la disciplina specifica del Codice

dell’Ambiente e finisce per rallentare la messa in sicurezza

tempestiva dei siti contaminati.

Per una tutela efficace occorrono meccanismi premiali.

L’inquinamento non doloso va depenalizzato, nei casi in cui

alla contaminazione segua il ravvedimento e il recupero

immediato dei siti.

Sulla qualità dell’aria: è importante che i Piani regionali siano

aggiornati con cadenza più ravvicinata, e che le policy siano

uniformate con linee guida del Ministero dell’Ambiente.

Vanno evitate incoerenze che comportano costi indebiti su

consumatori e imprese.

Ancora più importante è migliorare lo stato delle conoscenze

sulle emissioni dei principali inquinanti.

Molte Regioni ad esempio non hanno ancora istituito il

catasto unico degli impianti termici. E legiferano senza

effettivamente conoscere, imponendo misure spesso

palliative quando non dannose.

È emblematico il Piano della Qualità dell’Aria della Regione

Lazio. Un caso unico in Europa.

Da un lato vieta ogni combustibile liquido nel riscaldamento

delle abitazioni, perfino i biocarburanti e gli assimilati.

Dall’altro, lascia campo aperto ai combustibili al momento

più inquinanti: le biomasse legnose, a cui l’ISPRA addebita nel

Il casoRegione Lazio

Ecoreati: la colpanon è dolo

I piani dellaqualità dell’aria

Page 15: I nostri 67 anni...generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile nel tempo, come motore spontaneo di coesione sociale e benessere diffuso. Orgogliosi di queste origini

14

Lazio il 96% delle emissioni di particolato, il 95% di

Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA), il 90% delle diossine.

Se non sarà corretto, questo divieto estrometterà le nostre

imprese dal mercato.

E paradossalmente - visti gli incentivi - spingerà nuovi

consumatori verso legna e pellet, aggravando ulteriormente

il bilancio delle emissioni regionali.

Anche su scala nazionale non mancano le contraddizioni.

Dal 1990 al 2013 si è realizzata la rivoluzione dei motori: da

Euro 1 ad Euro 5, e oggi addirittura Euro 6.

Uno sforzo poderoso del sistema produttivo.

Si è abbattuto di 28 volte l’inquinante più pericoloso: le

polveri sottili frazione PM2,5.

Un calo di quasi il 60% in 20 anni.

Purtroppo dal 2003 in poi, mentre calavano le emissioni delle

auto, aumentavano di pari passo quelle delle biomasse che si

diffondevano a scapito dei combustibili tradizionali.

Insomma: con una mano si finanziava l’auto ecologica, e con

l’altra si incentivava la biomassa, vanificando 20 anni di

politiche per il miglioramento dell’aria.

Nel 2014 l’ISTAT rilevava che il consumo di biomasse per

riscaldamento era arrivato a 19 Mton. Praticamente il doppio

di quanto stimato fino allora, di cui la metà circa sfuggirebbe

al mercato formale.

In queste contraddittorietà, si susseguono le misure punitive

nei confronti del nostro settore.

L’impatto dellebiomasse

Politichedivergenti

Page 16: I nostri 67 anni...generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile nel tempo, come motore spontaneo di coesione sociale e benessere diffuso. Orgogliosi di queste origini

15

Ma i cittadini meritano chiarezza.

Al prossimo blocco del traffico, quando si cita genericamente

il contributo degli impianti di riscaldamento, si parli non di

gasolio, ma piuttosto di legna e pellet.

E quando si parla di mobilità si ricordi che ad esempio in

Lombardia i fumi dei motori sono ridotti al 14% delle polveri

inquinanti. E anche sommandovi l’abrasione di pneumatici e

dei freni, l’intero traffico arriva a produrre appena il 27% di

tutte le polveri fini, contro il 45% di stufe e caminetti.

Insomma è necessario che la tutela ambientale abbia

maggiore coerenza.

Vanno tenuti insieme la mitigazione del clima, la qualità

dell’aria, l’innovazione tecnologica, ed anche la competitività

del sistema.

Non è possibile che energia, salute e clima rimangano aree di

policy sovrapposte senza coordinamento dei processi

decisionali.

Bisogna ragionare criticamente sulle opzioni energetiche con

valutazioni integrate, basate sul ciclo di vita dei prodotti e dei

servizi (life cycle assessment).

Migliori strumenti di valutazione portano a sottolineare

l’importanza di politiche neutrali dal punto di vista

tecnologico, anche dentro la transizione verso un’energia

meno carbon intensive.

Altrimenti si corre il rischio di allocare le risorse su strumenti

relativamente inefficienti.

Il dovere dellachiarezza

Life cycleassessment

Neutralitàtecnologica

Page 17: I nostri 67 anni...generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile nel tempo, come motore spontaneo di coesione sociale e benessere diffuso. Orgogliosi di queste origini

16

Quella che ci attende è una sfida epocale per l’ambiente. Ma

lo è anche per la competitività tra fonti energetiche, sistemi

industriali, aree economiche.

Questo aspetto è centrale.

Oggi più che mai ecologia deve essere buon governo.

Nelle dinamiche dei nostri comparti emergono altrettanti

punti di difesa.

Nella Rete domina ancora lo squilibrio strutturale dell’offerta,

solo in parte attenuato dall’accenno di ripresa dei consumi

dell’ultimo anno.

Per tenere in vita circa 23.000 impianti stradali il sistema

sopporta extra-costi ormai insostenibili.

La razionalizzazione contenuta nel DdL Concorrenza non

risolverà tutti i problemi, ma va nella direzione giusta: ridurre

i punti vendita, anzitutto gli incompatibili, e almeno una

parte degli improduttivi, facendo leva su una semplificazione

ragionevole delle bonifiche.

Speriamo che il provvedimento venga approvato – senza

ulteriori modifiche – per procedere alla sua attuazione.

Oltre a questo occorre ampliare la gamma dei prodotti e dei

servizi.

Per questo abbiamo sempre sposato l’iniziativa delle Regioni

che obbligano i nuovi impianti ad erogare almeno un

carburante gassoso.

La Rete stradale

DdL Concorrenza

Lo scontro sulterzo prodotto

Page 18: I nostri 67 anni...generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile nel tempo, come motore spontaneo di coesione sociale e benessere diffuso. Orgogliosi di queste origini

17

E non abbiamo condiviso i rilievi anticoncorrenziali sollevati a

riguardo anche dal Governo.

Restiamo convinti della necessità di favorire uno sviluppo

qualificato della rete, con l’offerta di tutti i carburanti

richiesti dai consumatori.

Soprattutto, difendiamo l’idea che questo non sia un settore

da svendere, ma da modernizzare. E questo non avverrà mai

se lo abbandoniamo alle sirene del sottocosto.

Il suo valore va difeso in una visione di efficienza

complessiva.

La recente sentenza della Corte Costituzionale ha sancito la

legittimità della Legge Regionale che era stata impugnata.

L’obbligo del terzo prodotto è stato giudicato commisurato

agli obiettivi e proporzionale.

La consideriamo una vittoria del buon senso, tanto più che un

apposito Decreto stabilirà i casi di possibile deroga.

In una prospettiva più ampia, qualificare la Rete significa

anche sviluppare il GNL e l’elettrico e supportare le politiche

su smart city e smart mobility che cambieranno il volto delle

nostre città.

Su questo fronte cresce l’interesse degli operatori a

diversificare.

Salvo alcune categorie merceologiche che godono ancora di

vincoli ingiustificati, accanto ai tradizionali bar e autolavaggi,

la Rete evolve in molte direzioni.

La capillarità dei punti vendita e la prossimità ai consumatori

sono le nostre leve.

Smart mobility

Page 19: I nostri 67 anni...generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile nel tempo, come motore spontaneo di coesione sociale e benessere diffuso. Orgogliosi di queste origini

18

Pensiamo a parcheggi di scambio, a servizi di car sharing, alla

ricarica dei mezzi elettrici, ma anche a servizi di spedizione e

recapito, a punti d’informazione turistica, alla promozione di

servizi e prodotti del territorio.

Aprirsi al nuovo è una necessità.

Oltre alla marginalità ridotta, connessa all’erogato medio di

solo 1.300 mc, continuano ad aumentare i costi delle

strutture.

Tassazione locale, aggiornamento delle attrezzature self-

service, cartellonistica, sicurezza ambientale, automazione,

security.

La linea della redditività si sposta sempre più in basso e non

si può restare fermi.

Tra i costi industriali in crescita ci sono anche i biocarburanti

miscelati nei prodotti.

Incidono significativamente sulla competitività delle imprese

perché non si trasferiscono in modo neutro sui prezzi al

consumo.

Nella Rete con marchio, l’onere si scarica sul retista con

meccanismi contrattuali talvolta asincroni e poco trasparenti.

In alcuni casi addirittura con adeguamenti retroattivi, non

verificabili.

Dato l’impatto sul conto economico non è più possibile

questa aleatorietà.

Occorre uno sforzo dell’industria per fare chiarezza su questo

aspetto dei rapporti commerciali.

Redditività in crisi

Chiarezza suibiocarburanti

Page 20: I nostri 67 anni...generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile nel tempo, come motore spontaneo di coesione sociale e benessere diffuso. Orgogliosi di queste origini

19

A valle della filiera, vogliamo ricordare l’attuazione del

contratto di commissione che abbiamo tipizzato con le

rappresentanze dei gestori.

Nel modello italiano il servizio al cliente non è una zavorra,

ma un punto di forza che non va liquidato.

È però indispensabile innovare continuamente, non solo le

forme contrattuali, ma in generale l’efficienza dei punti

vendita per ogni possibile recupero di produttività.

Risponde a questo anche l’aggregazione degli operatori per

realizzare economie di scala che ormai sono indispensabili.

Tutti i prodotti non venduti sulla rete sono distribuiti nel

canale extra-rete.

È un segmento vitale della distribuzione che soddisfa settori

produttivi fondamentali: dalla logistica all’agricoltura, dalla

marina alla Pubblica Amministrazione, ed anche al settore

residenziale.

I nostri depositi e le nostre flotte garantiscono una

distribuzione flessibile e competitiva dal Brennero a

Lampedusa.

In questo segmento della distribuzione si commercializzano

circa 30 miliardi di litri di prodotti all’anno per un

controvalore, a prezzi correnti, di circa 40 miliardi di euro.

Su queste vendite le dilazioni di pagamento alla clientela

raggiungono medie preoccupanti di 90, anche 120 giorni.

Nel complesso quindi forniamo al Paese un sostegno

creditizio rilevantissimo di circa 10 miliardi di euro costanti.

Settore Extra-Rete

Il ruolo delgestore

Page 21: I nostri 67 anni...generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile nel tempo, come motore spontaneo di coesione sociale e benessere diffuso. Orgogliosi di queste origini

20

È una funzione mai sottolineata abbastanza, e densa di

implicazioni pesantissime.

Senza questo apporto il sistema imploderebbe, perché

l’accesso al credito bancario resta per molti nostri clienti un

problema.

In via di fatto, la nostra funzione creditizia è quindi

imprescindibile. Tanto quanto quella energetica.

Ma questo mette le nostre imprese in una condizione di

straordinaria vulnerabilità.

La crisi dei consumi e l'altissimo rischio di credito associato

alle vendite, sono i problemi fondamentali del settore.

Il Decreto Legislativo n. 192/2012 (recepimento della

Direttiva 2011/7/UE) ha introdotto un regime dei pagamenti

più restrittivo nelle transazioni commerciali.

Ma non ha realizzato la correzione del mercato sperata:

permangono elevati rischi sui tempi della riscossione, che si

sommano a quelli di insolvenza della clientela.

Il problema è reso esplosivo dal carico fiscale sugli oli

minerali.

Il valore delle merci è gonfiato da IVA e Accise che oggi

pesano circa il 70% del prezzo al consumo.

Ciò moltiplica a dismisura il rischio di credito e l’onere

finanziario che sopportiamo.

Siamo un caso unico nel commercio e per questo dovremmo

avere tutele specifiche.

Rischio creditizio

Page 22: I nostri 67 anni...generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile nel tempo, come motore spontaneo di coesione sociale e benessere diffuso. Orgogliosi di queste origini

21

Ad esempio la deducibilità totale degli oneri finanziari dal

reddito d’impresa, e soprattutto il recupero diretto della

componente accise se il nostro debitore va in default.

Purtroppo non è così. Ed anzi nuove norme peggiorano le

aspettative.

La riforma della magistratura onoraria dello scorso aprile

(Legge 28 aprile 2016, n. 57 Delega al Governo per la riforma

organica della magistratura onoraria e altre disposizioni sui

giudici di pace) ha trasferito al Giudice di Pace, tra l’altro, la

competenza sulla materia condominiale e la giurisdizione sui

crediti fino a 30.000 euro.

In questo perimetro ricadono molti nostri crediti e, per

intero, la competenza su uno dei nostri più importanti

mercati di sbocco.

Date le condizioni in cui versano gli Uffici del Giudice di Pace

siamo preoccupati.

Le strutture amministrative hanno scoperture medie di

personale del 35% e più.

Occorrerebbe formare il personale ed ampliare gli organici.

Ma la costante riduzione delle risorse porta a valutazioni

pessimistiche.

In città come Roma un banale decreto ingiuntivo del Giudice

di Pace può richiedere oltre un anno, contro i due mesi circa

del Tribunale ordinario.

Le conseguenze negative sulla tutela dei crediti sono

evidenti.

Bisogno di tutele

I tempi dellagiustizia

Page 23: I nostri 67 anni...generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile nel tempo, come motore spontaneo di coesione sociale e benessere diffuso. Orgogliosi di queste origini

22

È importante che i decreti attuativi della riforma correggano

il tiro.

Abbiamo bisogno di tempi della giustizia più certi e

confidiamo nell’impegno promesso a riguardo dal Ministero

competente.

Sul fronte operativo, occorre un dialogo più aperto con le

Compagnie petrolifere per inquadrare meglio i rapporti con i

rivenditori.

Va attualizzato il confronto sul problema

densità/temperature che rimane un nervo scoperto delle

relazioni commerciali.

C’è poi il tema della qualità verificabile dei prodotti.

Soprattutto della componente biocarburanti, incidente non

solo sul costo, ma anche sull’affidabilità dei prodotti.

Sono aspetti di rilievo che devono trovare una composizione

tra le singole aziende, ma se occorre, anche con il

coinvolgimento delle Rappresentanze.

Sul piano normativo abbiamo finalmente ottenuto importanti

chiarificazioni che danno più certezza agli operatori.

La Circolare 6D del 18/06/2015 dell’Agenzia delle Dogane e

dei Monopoli ha chiarito aspetti controversi sulla tenuta delle

contabilità e dei cali tecnici dei prodotti assoggettati ad

accisa.

È un risultato a cui abbiamo lavorato a lungo. E l’impegno

dell’Agenzia in questa circostanza è ragione di particolare

apprezzamento.

Compagniepetrolifere

Interventinormativi

Page 24: I nostri 67 anni...generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile nel tempo, come motore spontaneo di coesione sociale e benessere diffuso. Orgogliosi di queste origini

23

Un nuovo fronte di intervento si è invece aperto con il D.M.

225/2015 che regola le forniture di prodotti petroliferi alle

imbarcazioni commerciali.

Purtroppo il provvedimento è penalizzante per i depositi

commerciali che forniscono il settore marina.

Sono aziende che coprono ad esempio i porti meno

accessibili, le piccole flotte di pescherecci, le draghe operanti

nei porti e nei fiumi.

Il provvedimento rischia di metterle fuori mercato ed ha

effetti restrittivi sulla concorrenza che ci penalizzano.

Si è determinato un irrigidimento che incoraggia anche le

grandi imbarcazioni a rifornirsi nei porti concorrenti dei paesi

confinanti.

Rischiamo la perdita di competitività dell’offerta turistica con

danno all’indotto delle economie locali.

Sul tema è necessario un confronto rapido per una modifica

del Decreto che salvaguardi il nostro ruolo.

L’Extra-rete è interessata anche ai nuovi carburanti come il

GNL.

Nel documento di consultazione per la Strategia Nazionale

per lo sviluppo di questo prodotto abbiamo evidenziato il

nostro potenziale come sviluppatori dell’infrastruttura

distributiva.

È però fondamentale dare certezza alle norme e stabilità agli

indirizzi attuativi, affinché le piccole e medie imprese

possano davvero giocare la loro partita.

Il nostro terzo fronte d’azione è l’efficienza energetica.

Bunkeraggi arischio

Settore Energia

Page 25: I nostri 67 anni...generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile nel tempo, come motore spontaneo di coesione sociale e benessere diffuso. Orgogliosi di queste origini

24

Sia a livello europeo che italiano, l’efficienza affronta al cuore

le vulnerabilità del nostro sistema energetico:

dipendenza: l’Unione Europea importa il 53%

dell’energia che consuma. In Italia addirittura oltre il

75%. La bolletta energetica europea arriva a costare

circa 400 miliardi di euro;

infrastruttura obsoleta: il 75% del parco immobiliare è

a bassa efficienza;

inquinamento: in alcune parti d’Europa, tre quarti del

particolato fine è dovuto a sistemi di riscaldamento

che utilizzano combustibili solidi (carbone e biomassa).

Per questo l’efficienza è considerata dall’Unione come

l’energia del futuro. E ha assunto il rilievo strategico di una

fonte energetica a se stante.

In Europa il raffreddamento e riscaldamento degli edifici

assorbe il 50% dei consumi finali.

Accogliamo pertanto con favore la recente strategia europea

sulla materia (Heating and Cooling Strategy).

Ma anche qui va ribadita l’importanza di un approccio

neutrale dal punto di vista tecnologico, partendo da alcuni

dati elementari.

Il 75% dei combustibili utilizzati nel riscaldamento è di origine

fossile, circa metà gas (rif. anno 2014).

Più di 20 milioni di caldaie in Europa sono alimentate da

combustibili liquidi tradizionali.

Efficienza:l’energia delfuturo

Page 26: I nostri 67 anni...generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile nel tempo, come motore spontaneo di coesione sociale e benessere diffuso. Orgogliosi di queste origini

25

Il 90% dell’alternativa rinnovabile nel riscaldamento è la

biomassa legnosa, comunemente bruciata su impianti

inefficienti, senza adeguata captazione delle polveri, con i

problemi che abbiamo visto sulla qualità dell’aria.

In questo contesto i combustibili tradizionali non potranno

non pesare per molti anni nel mix energetico del continente.

Lavorare sull’efficienza è quindi una strada obbligata per

progredire verso gli obiettivi di neutralità carbonica.

Perché l’energia più pulita è quella non consumata.

Quella che a parità di condizioni, riusciamo a risparmiare con

l’uso avanzato e consapevole delle risorse.

Le nostre imprese del settore Energia sono protagoniste di

questo cambiamento.

Nel riscaldamento, modernizzare i sistemi di produzione e di

regolazione può consentire il 40% di risparmio energetico.

Indipendentemente dal combustibile utilizzato.

Ad esempio anche installando caldaie ad alto rendimento

alimentate da un combustibile evoluto, come è oggi il gasolio

dei motori diesel.

Abbiamo condotto uno studio scientifico su questo tema che

presenteremo presto alle Istituzioni interessate.

In Italia il recepimento della Direttiva sull’Efficienza

Energetica ha fornito un importante quadro strategico che

aiuta ad accelerare gli interventi.

Il Decreto Legislativo n. 102/2014 ha imposto l’obbligo di

riqualificazione energetica degli immobili occupati dalla

L’efficienzaenergetica inItalia

Efficienza per laneutralitàcarbonica

Protagonisti delcambiamento

Page 27: I nostri 67 anni...generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile nel tempo, come motore spontaneo di coesione sociale e benessere diffuso. Orgogliosi di queste origini

26

Pubblica Amministrazione. E l’obbligo di diagnosi o sistemi di

gestione dedicati per grandi imprese ed energivori.

Nel residenziale sono stati imposti contatori intelligenti e

fatture più trasparenti per favorire un consumo consapevole.

Il provvedimento ha istituito, inoltre, il Fondo Nazionale per

l’Efficienza Energetica che è uno strumento di supporto

importante.

Nell’edilizia, le ESCo potranno fornire un contributo ancora

più importante se riusciremo a superare alcuni problemi

quali:

la mancanza diffusa di una cultura dell’efficienza;

la facilitazione e la sburocratizzazione dell’accesso al

credito;

la stabilità e certezza degli incentivi.

In questa direzione vanno i certificati bianchi e la nuova

versione del conto termico.

Ma occorrono meno complessità burocratiche e tempi di

erogazione degli incentivi più rapidi.

Anche a costo di aiuti meno significativi, che talvolta hanno

deformato il mercato.

Ogni azione sull’efficienza deve puntare a realizzare

interventi strutturali e integrati, che comportino benefici

stabili sull’ambiente e le tasche dei consumatori.

Le leve di crescitadel settore

Page 28: I nostri 67 anni...generazione. E ha sempre lavorato per creare valore stabile nel tempo, come motore spontaneo di coesione sociale e benessere diffuso. Orgogliosi di queste origini

27

Cari amiche e amici,

il quadro di oggi mostra quante energie sane da difendere

abbiamo in questa Associazione.

Non abbiamo mai creduto di farlo invocando recinti protetti,

né con una visione conservativa del nostro ruolo.

Lo dimostrano i 67 anni di storie aziendali in continua

evoluzione che qui dentro si raccontano.

Nel mercato continueremo ad essere fattore di pluralismo e

concorrenza. Ma anche di sicurezza e innovazione.

È una missione che si accompagna a un’idea delle relazioni

con politica, Istituzioni e controparti incentrata sulla

responsabilità condivisa.

Nessuno progredisce da solo. Soprattutto in questa fase del

Paese così complessa e piena di incertezze.

In questa condizione il partenariato con le Istituzioni non è

solo una prospettiva naturale, ma necessaria. Pur nel rispetto

della nostra autonomia.

Né noi, né le Istituzioni possiamo fare a meno di questo

rapporto che va reso sempre più stretto e fruttuoso.

L’impegno di Assopetroli Assoenergia va da sempre in questa

direzione.

E per il bene delle nostre imprese di certo continuerà.

Grazie a tutti Voi per l’attenzione e un sentito augurio di

buon lavoro.

Conclusioni