I napoletani a Parigi negli anni dell’Impressionismo e visite/17_18/I napoletani... · di De...
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I napoletani a Parigi negli
anni dell’Impressionismo
16 Marzo 2018
Visita alla mostra delle Gallerie di Palazzo Zevallos Stigliano
a Napoli
Palazzo Zevallos Stigliano
• Palazzo Zevallos Stigliano è dal 1898 la
sede storica della Banca a Napoli. La
prima destinazione a scopi museali di
un’area dell’edificio risale al 2007
nell’intento di valorizzare e condividere
con la cittadinanza un piccolo nucleo di
dipinti di grande rilievo. Il recente
riallestimento ha arricchito le Gallerie di
Palazzo Zevallos Stigliano con gruppi di
opere di grande significato storico e
valore artistico, appartenenti al contesto
culturale del Sud Italia, in particolare di
ambito napoletano.
Le relazioni tra Parigi, grande capitale mondiale della cultura
moderna nel XIX secolo, e gli artisti attivi a Napoli sono infatti
strette e fruttuose: la capitale francese è il faro dell'arte europea e
delle innovazioni tecnologiche (prima tra tutte la fotografia) e attira
artisti desiderosi di sperimentare. Tra loro, Giuseppe
Palizzi, Francesco Netti e Giuseppe De Nittis. E sono proprio
di De Nittis il pittore più rappresentativo del suo tempo, molte
delle opere in mostra. De Nittis si stabilisce a Parigi nel 1867 e vive
nella capitale francese fino alla sua precoce morte nel 1884.
Definito il “più parigino degli stessi parigini” tiene nella sua
elegante casa di Parc Monceau ricevimenti molto ambiti e ne fa
centro di ritrovo per gli italiani in Francia. Non si spezza mai però il
legame con Napoli, rappresentata anche da straordinarie vedute,
spesso mai esposta prima, che la mostra permette di ammirare.
Tra Parigi e Napoli
Pranzo a Posillipo,
Giuseppe De Nittis
Alle corse di Auteil (Sulla seggiola),
Giuseppe De Nittis
I carbonai,
Giuseppe Palizzi
Autoritratto nella foresta di Fontainebleau,
Giuseppe Palizzi
Domenico Morelli
Bagno Pompeiano
Il soggetto si ispira ad un episodio
di vita quotidiana del mondo
antico.. L’ambientazione è quella
di una stanza delle terme di
Pompei in cui vengono
rappresentate diverse donne
prima, dopo, e durante un bagno.
Giuseppe De Nittis
Dame à l’Ulster
• Questo grande pastello è una delle numerose opere di De
Nittis, in linea con la modernità dell’Impressionismo, cui
l’artista si è avvicinato nei lunghi anni trascorsi a Parigi, questo
ritratto di donna altro non è che un attimo tra i tanti della
giornata nella grande città, restituito con straordinaria vivacità e
fuori da ogni tradizione compositiva. Anzi, come altri artisti del
suo tempo, anche De Nittis ha in mente un’altra storia dell’arte,
quella della pittura giapponese, amata e collezionata da molti
nell’Europa dell’Ottocento. Questa figura di donna
elegantemente avvolta in un Ulster (il tipico cappotto irlandese
stretto in vita e con ampi revers), dalla posa asimmetrica e
sinuosa come in una stampa orientale, si staglia su uno sfondo
fatto di trasparenze e sovrapposizioni di segni, dove il motivo
naturale delle grandi foglie d’acero si tramuta in un trionfo di
luce e di sagome decorative. Perfetta, per fissare sulla carta
quest’attimo luminoso, la tecnica del pastello, che De Nittis
padroneggia con grande abilità e velocità.
Giuseppe De Nittis Alle corse di Auteil (sulla seggiola)
L’artista in quest’opera si focalizza sull'attesa trepidante del risultato della
gara che eccita i presenti, il tratto fondamentale dell'eccentricità delle
scene, ma anche il gusto di raccontare momenti felici attraverso un gesto,
un atteggiamento che ci consegnano testimonianze vive del tempo.
L’artista esalta le figure in primo piano con la signora in piedi sulla sedia,
tutta presa dal suo charme, volutamente in contrasto con l'atteggiamento
serio e concentrato dell'uomo che le sta al fianco. Ed è come se l'amore
per i momenti di vita fuggevoli e fuggitivi, trovassero proprio nel tema
delle corse, la loro celebrazione artistica.
Giuseppe De Nittis Pranzo a Posillipo
Dopo il grande successo dell'Esposizione Universale di Parigi nel 1878, De Nittis, che nella capitale francese viveva da dieci anni, torna per pochi mesi a Napoli, per uno dei suoi rientri in patria, ed affitta una casa sul mare, a Posillipo. Qui dipinge questa grande tela, una delle sue più famose, sebbene sia stata lasciata incompleta. L’opera rappresenta la scena di una cena estiva all'aperto a Posillipo, allietata dalla musica e dai numerosi ospiti e con sullo sfondo Palazzo Donn'Anna, all'ora del tramonto. I personaggi ai lati della tavola, anche per la definizione sommaria della pittura, sono tuttora di difficile identificazione, ma senz'altro da ricercare nella cerchia di artisti e amici dell'autore. Al centro campeggia l'amata moglie francese Léontine, oggetto di innumerevoli opere del pittore di Barletta e fedele compagna di vita da ormai più di dieci anni
Edoardo Tofano Enfin…Seuls!
«Efin…seuls!» di Edoardo Tofano, opera a cui
l’autore aveva dato il nome di «Seuls» ma che fu
successivamente ribattezzata «Efin…seuls!» da
Goupil il quale voleva portare l’attenzione non
sulla coppia rimasta da sola dopo la festa di
matrimonio, ma sulla gioia e sul desiderio di
scoperta di una nuova intimità. Ma aldilà della
coppia di sposi al centro del dipinto, svolge un
ruolo determinante anche l’ambientazione, che
richiama l’arredamento tipico della Belle Epoque.
Francesco Paolo Michetti La raccolta delle zucche
Quest’opera rappresenta una scena di vita
contadina che riguarda , appunto, la raccolta
delle zucche, in cui l’artista si diverte ad
attribuire a quest’ultime diverse forme, e
dove i soggetti raffigurati ricordano
personaggi fiabeschi. La scena è inoltre
evidenziata dalla fitta nebbia alle loro spalle
che mette in risalto i protagonisti del quadro,
accentuati ancor di più dall’uso di colori
vivaci.
Francesco Netti In Corte D’Assise
Un fatto di cronaca, il processo Fadda, svoltosi nell'ottobre
del 1879 alla Corte d'Assise di Roma, fornisce l'ispirazione
per questa grande scena di vita contemporanea che, come
in una rappresentazione teatrale, riunisce un gruppo di
donne eleganti che assistono all'evento. Il caso, riguarda
l'assassinio del capitano Fadda per mano di un cavallerizzo,
amante di sua moglie - è lei la piccola figura di donna giù
nell'aula, affiancata da due carabinieri - accusata a sua
volta di complicità.
All'origine del dipinto va collocato anche, data la specifica
attitudine letteraria di Netti, l'epodo di Giosuè Carducci,
A proposito del processo Fadda (pubblicato in "Fanfulla
della Domenica", 19 ottobre 1879). La critica del costume
e molti elementi singoli della poesia ritornano infatti nel
quadro.
Alcune peculiarità stilistiche, fra cui la tecnica di precisare
le figure in primo piano e di sfocare quelle sullo sfondo o
di rappresentare persone e oggetti tagliati dai margini, sono
state assunte dalla fotografia che l'artista stesso avrebbe
cominciato a praticare a partire dal 1885 circa.
Antonio Mancini
Bacco
Nel dipinto in questione possiamo ammirare un fanciullo a mezzo busto, rivolto frontalmente verso l’osservatore, con le caratteristiche di Bacco, con foglie di vite sui capelli e attorcigliate sul bastone, tenuto di traverso.
Molto caro all’artista era appunto il tema della fanciullezza, egli infatti dipinge una serie di opere in cui i soggetti sono appunto dei bambini a cui egli chiedeva di posare.
Il soggetto, inoltre, ricorda l’opera omonima di Caravaggio