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INTRODUZIONE Il modulo 4:4:2 è stato molto pra- ticato in Italia dalla seconda metà degli anni ’80 fino a poco tempo fa. La grande adesione a questo si- stema di gioco è da ricercarsi es- senzialmente nei successi conse- guiti dal Milan allenato da Arrigo Sacchi che ne diede una versione originale ed innovativa, tanto che molti critici la indicano come una delle squadre più forti di tutti i tempi , autentica pietra miliare nella storia del calcio italiano. Re- centemente si sono affermati siste- mi di gioco con tre difensori cen- trali (3:5:2; 3:4:3; 3:4:1:2) per co- prirsi centralmente dai 2 contro 2 e dalle verticalizzazioni veloci sem- pre più frequenti negli ultimi an- ni. Ciò nonostante il 4:4:2 è tutto- ra adottato da diverse squadre di levatura internazionale. Il punto di forza di questo modulo si evi- denzia principalmente in fase di non possesso palla, dove la presen- za di due linee di quattro giocato- ri (difesa e centrocampo) consen- te di coprire il campo in tutta la sua ampiezza. La capacità poi di tenere queste due linee di giocato- ri “strette e corte” in relazione alla posizione della palla, permette l’attuazione di pressing e raddop- pi di marcatura continui sul porta- tore di palla facilitandone la ri- conquista. Quello che in fase di non possesso palla, rappresenta un vantaggio, diventa uno svantag- gio una volta che si entra in pos- sesso della palla. Infatti la disloca- zione della linea dei centrocampi- sti in orizzontale, permette sì di mantenerne il possesso con una certa facilità, ma ne ritarda l’arrivo in zona conclusiva rendendo la manovra lenta e prevedibile. Per ovviare a questo inconvenien- te, nel corso di questi anni, sono state apportate a questo modulo principalmente le seguenti va- rianti: 1) Centrocampo disposto a rom- bo, con presenza dietro le due punte di una mezza punta. Questa soluzione è stata ben presto abbandonata, in quanto, una volta perso il possesso della palla, ci si trovava spesso in in- feriorità numerica a centro- campo (fig. 1). 2) Impiego della mezza punta non più centralmente, ma sull’ester- no, che crea meno scompensi al centrocampo una volta persa la palla. (fig. 2) 3) Presenza sugli esterni di due tornanti e disposizione delle punte in verticale con quattro difensori e due centro mediani incontristi, piuttosto bloccati. Questa disposizione delle pun- te facilita i tagli dall’esterno ver- TATTICA 9 FORMAZIONE E ISTRUZIONE TECNICA I MOVIMENTI DELLE PUNTE NEL 4:4:2 * Τεσι δι φινε στυδιο δελ Χορσο Μα- στερ 99/2000 περ λ αβιλιταζιονε αδ αλλενατορε προφεσσιονιστα δι 1♠ Χα- τεγορια LEGENDA Movimento giocatore senza palla Movimento della palla Movimento giocatore con la palla M.P. Fig. 1

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INTRODUZIONE

Il modulo 4:4:2 è stato molto pra-ticato in Italia dalla seconda metàdegli anni ’80 fino a poco tempofa. La grande adesione a questo si-stema di gioco è da ricercarsi es-senzialmente nei successi conse-guiti dal Milan allenato da ArrigoSacchi che ne diede una versioneoriginale ed innovativa, tanto chemolti critici la indicano come unadelle squadre più forti di tutti itempi , autentica pietra miliarenella storia del calcio italiano. Re-centemente si sono affermati siste-mi di gioco con tre difensori cen-trali (3:5:2; 3:4:3; 3:4:1:2) per co-prirsi centralmente dai 2 contro 2e dalle verticalizzazioni veloci sem-pre più frequenti negli ultimi an-ni. Ciò nonostante il 4:4:2 è tutto-ra adottato da diverse squadre dilevatura internazionale. Il puntodi forza di questo modulo si evi-denzia principalmente in fase dinon possesso palla, dove la presen-za di due linee di quattro giocato-ri (difesa e centrocampo) consen-te di coprire il campo in tutta lasua ampiezza. La capacità poi ditenere queste due linee di giocato-ri “strette e corte” in relazione allaposizione della palla, permettel’attuazione di pressing e raddop-pi di marcatura continui sul porta-tore di palla facilitandone la ri-conquista. Quello che in fase dinon possesso palla, rappresentaun vantaggio, diventa uno svantag-gio una volta che si entra in pos-sesso della palla. Infatti la disloca-zione della linea dei centrocampi-sti in orizzontale, permette sì dimantenerne il possesso con unacerta facilità, ma ne ritarda l’arrivoin zona conclusiva rendendo lamanovra lenta e prevedibile.Per ovviare a questo inconvenien-te, nel corso di questi anni, sono

state apportate a questo moduloprincipalmente le seguenti va-rianti:

1) Centrocampo disposto a rom-bo, con presenza dietro le duepunte di una mezza punta.Questa soluzione è stata benpresto abbandonata, in quanto,una volta perso il possesso dellapalla, ci si trovava spesso in in-feriorità numerica a centro-campo (fig. 1).

2) Impiego della mezza punta nonpiù centralmente, ma sull’ester-no, che crea meno scompensial centrocampo una volta persala palla. (fig. 2)

3) Presenza sugli esterni di duetornanti e disposizione dellepunte in verticale con quattrodifensori e due centro medianiincontristi, piuttosto bloccati.Questa disposizione delle pun-te facilita i tagli dall’esterno ver-

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FORMAZIONE EISTRUZIONE TECNICA

I MOVIMENTI DELLE PUNTENEL 4:4:2

∗ Τεσι δι φινε στυδιο δελ Χορσο Μα−στερ 99/2000 περ λ�αβιλιταζιονε αδαλλενατορε προφεσσιονιστα δι 1♠ Χα−τεγορια

LEGENDA

Movimento giocatoresenza palla

Movimento della palla

Movimento giocatorecon la palla

M.P.

Fig. 1

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so l’interno dei due tornanti.Spesso si hanno movimenti diattacco simili al 4:3:3. (fig. 3).

Al di là dei vari modi di disporregli uomini in campo, un sistema digioco funziona quando è compo-sto da bravi calciatori, che sannointegrarsi fra loro in modo taleche i pregi di uno compensano lelacune di un altro e viceversa equando i giocatori occupano incampo posizioni a loro congenialiche ne esaltano le qualità e ne li-mitano le lacune.Infine se la squadra è pervasa daspirito di collaborazione e dallestesse motivazioni nel raggiungeregli obiettivi prefissati. Occorre ri-cordare che un sistema di giocoper essere efficace deve essere:

1) Equilibrato: deve assicurareequilibrio in riferimento alle fa-si di possesso palla e non pos-sesso palla , in modo da esserepericolosi quando si attacca,ma allo stesso tempo preparatied efficaci se si è chiamati a di-fendere.

2) Elastico: quando un sistema digioco è in grado di adattarsicon piccoli ritocchi alle esigen-ze della gara e ai problemi postidagli avversari. Caratteristicaimportantissima nel calcio mo-derno in cui, durante la stessapartita, si passa da un moduloall’altro.

3) Razionale: tiene conto delle ca-ratteristiche dei giocatori chelo compongono, criterio fonda-mentale nella scelta del sistemadi gioco.

La scelta di come impostare il gio-co (palla bassa, palla alta, pressingoffensivo, pressing difensivo) di-pende dalle caratteristiche degli

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M.P.

Fig. 2

Fig. 3

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attaccanti. Sono loro che possonorendere il gioco di una squadrapiù o meno piacevole e più o me-no efficace.Ciò dipenderà essenzialmente dal-la loro capacità e disponibilità acollaborare con il resto della squa-dra alla manovra e dalle loro capa-cità realizzative in zona conclusiva.

CAPITOLO 1

IL MOVIMENTOSENZA PALLA

Prima di addentrarmi nei movi-menti specifici delle punte nel mo-dulo 4:4:2, ritengo necessario af-frontare un argomento di tatticaindividuale (smarcamento) cherappresenta, a mio avviso, la basefondamentale per potere in segui-to, all’interno del proprio sistemadi gioco, muoversi in modo coor-dinato ed efficace con gli altricompagni di squadra.

Smarcamento: è la capacità di sot-trarsi al controllo dell’avversarioper agire con una certa libertàd’azione, ma , nello stesso tempo,è anche la capacità di essere dis-ponibili con il compagno che hala palla per partecipare alla con-servazione e alla progressionedella stessa verso la porta avversa-ria.Per effettuare un buon smarca-mento è necessario conosceremolto bene alcuni punti basilari:quando, dove, e come.

Quando. Un calciatore si smarcaquando il compagno che ha ilcontrollo della palla è in grado divederlo. Se riuscissimo ad imma-ginare questa situazione, vedrem-mo un’azione di gioco dal ritmolento, non più adeguato alla velo-

cità del gioco moderno, in cui ildifensore si troverebbe molto av-vantaggiato poiché i due elemen-ti del gioco, palla e avversario sen-za palla, sarebbero fermi. Per ve-locizzare maggiormente l’azione,occorre che colui che esegue losmarcamento cominci a muoversimentre la palla viaggia da uncompagno ad un altro, oppurenel tempo che intercorre fra ilcontrollo della palla e la sua tra-smissione, in modo da muovere ildifensore attaccandolo con la cor-sa (cioè puntare l’avversario, masenza palla) per poi eseguire losmarcamento vero e proprioquando il compagno è in gradodi passargli la palla. In questo ca-so l’impegno del difensore è mas-simo, poiché i due elementi di cuideve tener conto si muovono ve-locemente.

Come. Un giocatore si smarca concorse diagonali che consentono divedere la palla e la porta avversariae quindi anche l’avversario che lomarca. È importante vedere ilcompagno che ha la palla per dueprecisi motivi:

1. per prendere il tempo dellosmarcamento;

2. per capire, a seconda della di-stanza dell’avversario dal posses-sore di palla, dove può riceverla(incontro o in profondità). Sel’avversario è distante (palla li-bera) chiama palla in profondi-tà, se è vicino (palla coperta)chiama palla in appoggio e inampiezza (fig. 4a-4b).

Oltre a questi vantaggi, le corsediagonali allargano lo spazio digioco perché ampliano gli angoli

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Fig. aFig. b

Fig. 4a-4b

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di passaggio. Questi angoli, comemostrano le fig.5a- 5b, possono es-sere “aperti” o “chiusi”

Nei movimenti incontro alla pallaè importante che l’attaccante vadaincontro col tempo giusto, ma an-che nel modo giusto, cioè con unacorsa in diagonale. Questo movi-mento presenta diversi aspetti po-sitivi:- protezione della palla con avver-

sario vicino (dare sempre al com-pagno che ha la palla un piede li-bero dove poterla ricevere senzarischiare l’anticipo),in questo ca-so il compagno con palla la pas-serà nel piede più lontano dal-l’avversario.

- creazione di spazi centrali poichéin tal modo si toglie il difensoredalla linea che congiunge palla ecentro della porta.

- possibilità di girarsi velocementequalora l’avversario non abbia se-guito per cui, in questo caso, ilcompagno passerà la palla nelpiede più interno (fig. 6).

È chiaro che non è sempre possi-bile andare incontro alla palla nelmodo indicato , infatti ci sono si-tuazioni in cui ci si viene a trovaresulla stessa linea della palla. Inquesto caso l’attaccante, se ha ildifensore vicino, dovrà assumerecon le gambe la posizione divari-cata antero-posteriore, con lebraccia aperte, in modo da domi-nare la palla con il piede più lon-tano dall’avversario. Altri esempidi corse diagonali finalizzate allacopertura della palla si hanno nel-le corse di deviazione dall’internoverso l’esterno e nei tagli dall’e-sterno verso l’interno. Le corsediagonali, o incrociate, sono effi-caci quando presentano dei cam-bi di direzione e di velocità re-pentini.

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angolodi passaggio

chiuso

angolodi passaggio

aperto

Fig. 5a

Fig. 5b

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Dove. Ci si smarca dove il compa-gno, in riferimento alla distanzadall’avversario (vicino- palla coper-ta/lontano- palla scoperta) puòpassarci la palla. Di questo si è giàparlato quando abbiamo trattatol’argomento “Come ci si smarca”,va solo ricordato che, oltre a ciò,colui che si smarca deve anche con-siderare le caratteristiche tecnichedel compagno in possesso di palla(calcio corto/lungo). A calcio sigioca contro degli avversari, ma in-sieme ai propri compagni di cui bi-sogna conoscerne pregi e limiti.Lo smarcamento si effettua anchelà dove l’avversario ci concede spa-zi liberi d’azione.Nel calcio gli spazi si creano muo-vendosi e, conseguentemente, fa-cendo muovere gli avversari. Ungiocatore che vuole ricevere pallain uno spazio libero, deve primacrearselo per poi occuparlo. Daquesta affermazione risulta chiaroche l’attaccante deve compiere al-meno due movimenti di smarca-mento sull’avversario per guada-gnare spazio e quindi tempo diazione. Il primo movimento serveper avvicinarsi e muovere l’avver-sario in una determinata direzio-ne; il secondo movimento, “seccoe definitivo”, è eseguito nello spa-zio lasciato libero dal difensore te-nendolo “aperto” fino all’ultimomomento. Per rendere più chiariquesti concetti relativi al movi-mento senza palla, è bene avvaler-si di alcuni esempi pratici.

Situazione n.1Un difensore (D) contro un attac-cante (A) più un rifornitore (R)che funge da sostegno.Svolgimento. L’attaccante (A) devesottrarsi alla marcatura del difenso-re (D) e andare alla conclusione av-valendosi dell’aiuto come sostegnodel rifornitore (R) (fig. 7).

Mentre la palla sta arrivando a R,A si avvicina e muove D in profon-dità; quando R ha la palla sottocontrollo (può anche giocarla diprima intenzione) e lo vede, A vaad occupare, con un movimentorapido, lo spazio libero che gliconcede D. In questo caso il difen-sore ha difeso bene sulla profondi-tà per cui l’attaccante detterà ilpassaggio venendo incontro allapalla.Quando l’attaccante riceve pallavenendo incontro, si possono ve-rificare più situazioni, determina-te dalla distanza e dalla direzionedel difensore rispetto all’attac-cante nel momento in cui ricevela palla.Nel caso in cui “A” riceva pallacon “D” distante, “A” si gira e “lopunta”.Se “D” è vicino, ma non attaccato

ad “A”, “A” può ripassare la palla a“R” e poi attaccare la profonditàandando o nella zona cieca del di-fensore o tagliando davanti a lui aseconda di come reagisce.Se “A”, prima di ricevere palla,“sente” “D” vicino è preferibileche inverta il senso di corsa an-dando ad attaccare la profonditàcon le modalità descritte prece-dentemente.Se “A”, mentre riceve palla, “senteche “D” gli è attaccato, esegue unostop a seguire collegando la difesadella palla.“A” muove l’avversario nella suazona cieca e poi, dopo aver vistoche “D” scopre la parte interna,esegue un taglio. Si può avere la si-tuazione opposta in cui “A” tagliadentro e, vedendosi seguito, cam-bia di direzione andando nella zo-na cieca del difensore.

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Situazione n° 1

D

R

A

Fig. 7

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Situazione n.2In questa situazione abbiamo “A”che è marcato sempre da “D” cheoltre all’aiuto di “R”, può usufrui-re anche di un appoggio “P”. “P”ha due tocchi a disposizione e de-ve restituire la palla sempre ad “A”(fig. 8).In questa situazione le opzioni che“A” può scegliere sono più nume-rose rispetto al caso precedente-mente illustrato. Egli infatti, dopoaver ricevuto palla da “R”, può ese-guire un uno-due con “P” o dopoessersi girato, se “D” gli era lonta-no, oppure direttamente se “D” gliera vicino andando poi in tutti edue i casi a ricevere il passaggio diritorno da “P” dove “D” non puòdifendere. La palla può percorre-re anche i seguenti tragitti:- “R” passa la palla direttamente a

“P” perché ha visto “A” marcato.Quest’ultimo inverte senso dicorsa e va a ricevere, smarcato, ilpassaggio di “P”.

- “R” passa la palla ad “A” che è ve-nuto incontro, ma riceve pallacon l’avversario “D” che non lo fagirare, “A” ritorna palla a “R” eattacca la profondità, “R” lanciasu “P” che dà ad “A”, che nel frat-tempo deve essersi liberato di“D”.

Oltre alle situazioni descritte è im-portante che l’allenatore faccia inmodo che l’attaccante includa, làdove è possibile, anche la soluzio-ne individuale.A questo punto ritengo utile fissa-re, riepilogandoli brevemente, icontenuti finora discussi.Lo smarcamento si prepara:- quando la palla viaggia da un

compagno ad un altro;- fra il controllo e lo sguardo del

compagno che ha la palla ;- fra la guida della palla e lo sguar-

do del compagno.Lo smarcamento si esegue :

- quando il compagno ha il con-trollo della palla e lo sguardo ri-volto al gioco;

- il più tardi possibile e il più velo-cemente possibile;

- facendo corse diagonali o incro-ciate con cambi di direzione e divelocità ed eseguendo almenodue movimenti (incontro-pro-fondità e viceversa, taglio-zonacieca e viceversa);

- le corse diagonali aprono gli an-goli di passaggio, consentono divedere palla e porta, permettonodi ricevere la palla già protetta,nei movimenti incontro alla pallatolgono il difensore dalla lineache congiunge palla-centro dellaporta, creando spazi centrali;

- quando un giocatore prima di ri-cevere la palla è già marcato, de-ve cambiare posizione;

- lo smarcamento è eseguito benequando palla e giocatore senzapalla si incontrano.

In questo capitolo ho cercato dianalizzare le problematiche relati-ve ai movimenti che un singologiocatore, in riferimento al com-pagno che ha la palla e all’avversa-rio che lo marca , mette in atto perentrare in possesso di palla. Que-sto insieme di “conoscenze” asso-ciato alle abilità tecniche dovreb-be far parte del bagaglio di qual-siasi giocatore, specialmente se at-taccante, per rendere ogni sistemadi gioco, maggiormente efficaceed imprevedibile. Durante la stessa gara le squadresono indotte a modificare il lorosistema di gioco per rispondereprontamente alle necessità che

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Situazione n° 2

D

R

A

P

1

2

3

Fig. 8

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emergono nella partita: problemiposti dall’avversario, superiorità oinferiorità numerica (intesa comenumero di giocatori in campo) oancora esigenze di risultato cheimpongono di variare le soluzionioffensive per non risultare sconta-ti e leggibili dagli avversari. È quin-di evidente la necessità di formarecalciatori dotati di abilità tecniche,capaci di “leggere” ed interpretarevelocemente il gioco, in grado diadottare soluzioni, individuali ocollettive, rispondenti ai problemiposti dall’avversario.Nel processo di formazione delcalciatore trascurare la tecnica dibase e la tecnica applicata a favoredell’assimilazione di schemi ripe-titivi, imponendo loro risposte fis-se e stereotipate, può anche por-tare nell’immediato a migliorareil rendimento della squadra, mapuò pregiudicare nei ragazzi lapossibilità di una proficua crescitaindividuale.

CAPITOLO 2

I MOVIMENTI SPECIFICIDELLE 2 PUNTE

La mobilità è un principio di tatti-ca collettiva in fase di possesso pal-la che per essere funzionale ri-chiede il rispetto di alcune regole:una presa continua di informazio-ni sul gioco per adattarsi pronta-mente ai cambiamenti sempre piùveloci delle situazioni; movimenticoordinati fra i vari giocatori pernon occupare contemporanea-mente tutti gli spazi, ma al contra-rio, offrire al compagno in posses-so di palla più soluzioni di passag-gio nelle varie direzioni (ampiez-za, profondità, appoggio, soste-gno); condivisione delle stesse co-noscenze sul gioco per essere com-

prensibili ai compagni, ma impre-vedibili per gli avversari.Affinché il nostro sistema di giocorisulti equilibrato e ben organizza-to, è necessario che le punte, cosìcome del resto tutte le altre cop-pie (esterni, difensori centrali ecentrocampisti centrali) abbianocaratteristiche diverse per inte-grarsi bene fra loro.Di solito troviamo una “prima”punta piuttosto alta, fisicamentepotente, in grado di farsi rispetta-re in area di rigore, abile nel giocoaereo e capace di proteggere lapalla per dar modo alla squadra di“salire” nel caso in cui difensori ecentrocampisti siano pressati dagliavversari. Inoltre occorre che ab-bia buone doti realizzative, e tem-pi giusti nei movimenti, principal-mente nei tagli. La seconda punta presenta carat-teristiche prevalentemente di mo-vimento. È veloce, abile nell’1:1,rapida a girarsi con la palla anchein spazi ristretti, in grado di forni-re “assist” per i compagni e all’oc-correnza, anche pronta ad inserir-si negli spazi liberi. È importanteche entrambe si muovano l’una ri-spetto all’altra con perfetta sincro-nia. In linea di massima è la puntapiù vicina alla palla che determinail movimento dell’altra, la puntapiù lontana si muove di conse-guenza e un po’ in ritardo rispettoalla prima. Se la squadra imposta ilgioco dal basso, la seconda puntasi muoverà per ricevere la palla inuna zona equidistante fra centro-campisti e prima punta (zona neu-tra). Nel caso in cui la squadra siaindotta dall’atteggiamento avver-sario (pressing) a calciare “lungo”,sarà la prima punta a ricevere lapalla, con la seconda pronta ad an-dargli subito o in sostegno, oppu-re in profondità, a seconda dell’e-voluzione della situazione di gio-

co. In fase di non possesso palla lepunte dovranno assumere la giu-sta posizione per ritardare l’uscitadella difesa avversaria e dare il“tempo” al resto della squadra diorganizzarsi ed, eventualmente,realizzare il “pressing”. Sempre in fase di non possessopalla, la punta di movimento deveaccorciare la distanza con i centro-campisti per aiutarli nella ricon-quista della palla e, quando ciò av-viene, offrirsi in appoggio per poiripartire velocemente. Anche laseconda punta dovrà mantenere lagiusta distanza di gioco garanten-do sempre alla squadra la possibi-lità di giocare in profondità.

I movimenti più comuni delle duepunte sono:

Uno viene e uno va. È un movi-mento che dà la possibilità al por-tatore di palla di avere due solu-zioni di passaggio uno in appoggioe uno in profondità. Questo movi-mento si rende necessario quan-do:1. Il compagno in possesso di pal-

la è attaccato da un avversario(palla coperta) che gli impedi-sce il passaggio in profondità.In questo caso la punta più vici-na gli va incontro, mentre l’al-tra si allarga leggermente perpoi prepararsi a “tagliare” quan-do il possessore della palla po-trà passare in profondità.

2. La palla è lontana e occorre cheuna delle due punte faccia unmovimento incontro a legare ilgioco, mentre l’altra si allarga esi allunga.

3. Vi è un inserimento dalle lineearretrate di un centrocampistao di un difensore esterno, inquesto caso il movimento “unoviene e uno va” crea spazio al-largando la difesa avversaria.

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4. È necessario allungare la squa-dra avversaria schierata a zonache tiene molto corti i reparti.In questo caso le punte, quan-do la palla viaggia da un difen-sore ad un altro, attaccano en-trambe la linea di difesa avver-saria sulla profondità; quandoil compagno sta per calciare,una punta si stacca a riceverepalla nello spazio creatosi nellazona neutra (fra difesa e cen-trocampo).

È importante ricordare che, salvorare eccezioni, nel movimento“uno va e uno viene” è la puntapiù vicina alla palla che determinail movimento dell’altra.

Incrocio. Questo movimento dà lapossibilità, a chi lo esegue, di an-dare ad occupare spazi in profon-dità dando al portatore di palladue soluzioni di passaggio. Perchéquesto movimento possa sortire ef-fetti positivi per chi lo attua occor-rono questi requisiti:1. Tempo del movimento di incro-

cio. Si esegue se il compagnopuò calciare in profondità equando sta per calciare; in casocontrario le punte eseguono“uno viene e uno va”.

2. Distanza. In questo caso occorreche le due punte non siano nétroppo lontane dalla palla, nétroppo distanti fra di loro. È unmovimento che di solito si ese-gue oltre la tre-quarti di campoavversaria.

È molto efficace con squadre chedifendono a “uomo” poiché lepunte, incrociandosi correttamen-te (vicine fra loro), avvicinano i ri-spettivi difensori che le marcanocreandosi degli spazi a destra e asinistra del libero. Aiutandoci conla figura che segue, cercheremo didescrivere i tempi e le modalitàdell’incrocio (fig. 9).

Mentre 7 guida la palla, le duepunte si avvicinano fra di loroguardandosi e guardando ancheil compagno che ha la palla.Quando questi sta per calciare, lapunta più lontana dalla palla, ilnumero 9, con un taglio rapidissi-mo attaccherà il primo palo,mentre 11, con una corsa menoveloce e a semicerchio, attaccheràil secondo palo. N.B. Prima del cross le due punte

devono trovarsi dietro la li-nea della palla, dopo il cross,se l’incrocio è stato eseguitoperfettamente, non dovran-no trovarsi sulla stessa linea,ma scaglionate.

Uno-Due. È uno dei movimentipiù efficaci e più ricorrenti del gio-co del calcio. Per eseguirlo corret-tamente occorre che colui che è inpossesso di palla “punti” l’avversa-

rio per poi effettuare un passaggio“teso” in diagonale sul compagnovenuto in appoggio indirizzando-gli la palla sul piede più lontanodall’avversario. A questo puntocompie un cambio di velocità e didirezione. Per quel che riguarda ilcompagno senza palla, egli devetrovarsi in posizione di “appoggio”nel momento preciso in cui coluiche ha la palla sta “puntando” l’av-versario. È preferibile che l’appog-gio vada incontro alla palla conuna corsa in diagonale perché intal modo toglie l’avversario che lomarca dalla linea immaginaria checongiunge palla e centro della por-ta, creando in tal modo più spaziocentralmente: così facendo si met-te nella condizione di ricevere lapalla avendola già protetta. Moltospesso nell’esecuzione del 1-2 siutilizza l’interno del piede. Questotipo di calcio ha il vantaggio di es-

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Fig. 9

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sere molto preciso, vista l’ampiezzadella superficie d’impatto, ma halo svantaggio di interrompere lacorsa e di essere “leggibile” dall’av-versario. Come è noto, in attaccooccorre fintare tutti i gesti tecniciper nascondere le proprie inten-zioni fino all’ultimo perciò, oltreall’interno piede, nell’esecuzionedel 1-2 sarebbe opportuno servirsianche dell’esterno piede che è untipo di calcio sicuramente più diffi-cile, ma meno prevedibile rispettoal precedente. Colui che “punta”l’avversario, poi, mentre si dirigeverso quest’ultimo, deve effettuaredelle finte di corpo per sbilanciar-lo e, nel caso in cui si accorga chel’avversario potrebbe intercettargliil passaggio all’appoggio, deve im-mediatamente cambiare progettod’azione eseguendo un “drib-bling”. Oltre all’1-2 appena descritto, ledue punte possono eseguire l’1-2anche quando l’attaccante più vi-cino alla palla si trova con le spal-le rivolte al compagno e alla porta. Per finire, questo movimento èmolto efficace contro difese lentecentralmente e specialmente con-tro difese schierate a zona.

Esca. È uno sviluppo di tattica col-lettiva in fase di possesso palla, cheha come obiettivo la conquista dispazi in profondità. È un movimen-to contro cui i difensori hanno dif-ficoltà a difendere poiché molto ve-loce e imprevedibile. Le punte lomettono in atto quando la palla èposizionata sulla parte centrale –esterna e quando sono marcatemolto da vicino. È importante chesi posizionino bene rispetto alla pal-la e fra loro: è la punta più lontanache aggiusta la sua posizione rispet-to a colui che ha la palla. Il giocato-re più vicino alla palla va incontroal passaggio del compagno che de-

ve essere veloce: come questi arrivasulla palla, la lascia passare per l’al-tra punta che gli passa la palla.

Velo. È un’azione che si svolgequando colui che ha la palla nonha soluzioni di gioco. In questo ca-so si porta la palla verso un com-pagno e gliela si consegna frappo-nendo il proprio corpo tra la pallae l’avversario del compagno. È unmovimento molto valido contro ladifesa a uomo ed è spesso un pre-supposto per la verticalizzazione(passaggio o conclusione).

Blocco. È un movimento che per-mette alla punta di mettere il pro-prio corpo tra un compagno e ilsuo marcatore per liberarlo. È unmovimento che si attua in spaziristretti e contro la marcatura auomo. Il blocco può essere staticoe dinamico.

Deviazione. È un movimento cheprevede lo spostamento contem-poraneo dei due attaccanti versola linea laterale più vicina. È unmovimento ad allargare che si at-tua prevalentemente contro difeseschierate a uomo. Un altro movi-mento, che ha gli stessi obiettivi edè molto simile alla deviazione, èrappresentato dallo spostamentodi entrambe le punte con una cor-sa diagonale verso la stessa linealaterale per creare spazi sia cen-tralmente sia dalla parte oppostaal loro movimento.

Progressione didattica dei movi-menti descritti in situazioni digioco

1)Obiettivo. Smarcamento.Organizzazione. Spazio 30x30m.

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A

B

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Fig. 10

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Tre attaccanti, due all’inizio nellazona A e uno nella zona B.Tre difensori, uno nella zona A,uno nella zona B e uno fuori dalcampo pronto ad entrare quandol’azione degli avversari si conclude.Due tocchi nel settore difensivo etocchi liberi nel settore offensivo. Svolgimento. L’obiettivo degli attac-canti nella zona A è di riuscire aservire il proprio compagno nellazona B, sotto la pressione di un di-fensore. Essi però, non possonoguidare la palla oltre il loro setto-re; quando riescono a far perveni-re la palla al proprio compagnonella zona B, chi non ha eseguitoil passaggio, può andare a crearesuperiorità numerica. Quando l’a-zione si conclude i difensori di-ventano attaccanti. Ci sarà l’entra-ta in campo del difensore che erafuori, mentre dalla zona A usciràun attaccante in modo da ricrearela situazione di partenza.È importante che l’attaccante nonsi smarchi solo incontro, ma an-che in profondità. Variante. Quando la palla arrivanella zona B, sarà il difensore del-la zona A ad andare a creare supe-riorità numerica con il propriocompagno. Ciò induce l’attaccan-te a smarcarsi e a concludere lasua azione prima dell’arrivo del se-condo difensore (fig. 10).

2)Obiettivo. Mobilità e conclusionedelle due punte marcate da duedifensori.Organizzazione. Spazio 30x30m.Due contro due nella zona A +due contro due nella zona B + dueappoggi laterali per parte in zonaoffensiva.Svolgimento. Quando la palla nellazona A è in possesso dei difensori,questi possono servire sia uno de-gli appoggi laterali, sia le loro pun-

te. Quando invece il portiere pos-siede la palla, può passarla solo aidue attaccanti che la possono pas-sare all’esterno. Se un esterno vaal cross, le due punte incrociano,l’esterno opposto entra dentro alcampo e uno dei compagni delsettore difensivo può accorciareper ricevere o un’eventuale re-spinta o un passaggio indietro de-gli attaccanti (fig. 11).

3)Obiettivo. Mobilità e conclusionedei due attaccanti contro l’opposi-zione di tre difensori.Organizzazione. Due settori di 20m+ una zona neutra di 5m.

Tre difensori contro due attaccan-ti nel settore A + due attaccanti +tre difensori nel settore B.Svolgimento. È simile al precedentetranne quando la palla è in posses-so dei tre difensori che non posso-no servire direttamente gli appog-gi esterni ma devono, “smarcando-si”, crearsi le possibilità di una ver-ticalizzazione sugli attaccanti.Quando la palla giunge agli ap-poggi, uno dei tre difensori può sa-lire nell’altro settore a creare pari-tà numerica. Due tocchi in fase di-fensiva, tocchi liberi in fase offensi-va. La zona neutra ha la funzionedi favorire il movimento in profon-dità degli attaccanti (fig. 12).

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FORMAZIONE EISTRUZIONE TECNICA

A

B

ZONA NEUTRA

A

B

Fig. 11

Fig. 12

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4)Obiettivo. Simile ai precedenti.Organizzazione. Spazio 60x40m.Tre difensori contro due attaccan-ti nel settore difensivo. Tre controtre nel settore di centrocampo,due attaccanti contro tre difensorinel settore offensivo. Partita a tresettori. Tre tocchi nel settore di-fensivo, due tocchi in quello cen-trale, liberi in quello offensivo.Svolgimento. I giocatori possonocambiare settore senza però alte-rarne l’equilibrio numerico. Peresempio, se un centrocampista siporta in zona d’attacco, un attac-cante deve spostarsi in zona di cen-trocampo. Non si può portare lapalla direttamente dalla zona dicentrocampo alla zona di attacco,si può utilizzare solo il passaggio: laguida della palla è consentita dalsettore difensivo a quello centrale.Mantenendo la stessa disposizionesi può introdurre una variante.Variante. Obbligo di eseguire unpassaggio avanti e uno indietro, al-ternando un tocco, tre tocchi.Questa regola induce i giocatori,soprattutto le punte, a dare sem-pre profondità al gioco (fig. 13).

5)Obiettivo. Creazione della superio-rità numerica nelle fasce laterali.Organizzazione. Spazio: tutto ilcampo.Si delimitano le fasce laterali entrocui, in zona offensiva, possono agi-re due attaccanti contro un solodifensore. In questa circostanza ilgiocatore in possesso della pallaha i tocchi liberi, ma deve andaresolo in avanti. Quando la palla ènella zona centrale, può esseregiocata anche indietro. Svolgimento. Quando vi è un duecontro uno sulla fascia, le puntedevono allargarsi per favorire lasuperiorità numerica e prepararsi

a ricevere il cross. Quando i gioca-tori che creano la superiorità nu-merica sulla fascia, si muovono inmodo errato (il compagno che sisovrappone oltrepassa il difensoreprima che il compagno gli abbiadato la palla) una delle punte, chesi era allargata, deve andare in-contro al possessore di palla. A

questo punto potrà scegliere: a) chiusura del triangolo con il

giocatore che aveva eseguito lasovrapposizione;

b) passaggio indietro più tagliodell’altra punta;

c) dribbling;d) esca (fig. 14).

TATTICA

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FORMAZIONE EISTRUZIONE TECNICA

A

B

C

Fig. 13

Fig. 14

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Disposizione e movimenti delledue punte contro difesa a 4 e dife-sa a 3 schierate a uomo e a zona.

Contro una difesa a 4 schierata azona di solito le due punte agisco-no centralmente per creare paritànumerica sui due difensori centra-li e impedire loro di “coprirsi” re-ciprocamente. In queste circostan-ze i movimenti più efficaci sonol’uno-due eseguiti molto rapida-mente anche con le spalle girate,l’“esca”, “uno viene e uno taglia al-le sue spalle”. Le punte si possono anche dispor-re: la prima punta centralmente,la punta di movimento lateral-mente, dalla parte del difensoreesterno meno abile a difendere,ma più portato ad attaccare, inmodo da limitarne le incursioni infase offensiva e metterlo in diffi-coltà nell’uno contro uno. Nel ca-so in cui la punta esterna vada alcross è importante che un centro-campista si inserisca per aggiun-gersi alla prima punta.Contro una difesa a tre schierataa zona, si possono disporre ledue punte (centralmente, ma lar-ghe) approssimativamente suivertici dell’area di rigore. Così fa-cendo renderanno difficile ilcompito dei difensori di marcaree di coprirsi. Se una punta ricevela palla e non è raddoppiata allo-ra potrà giocare uno contro uno;se invece viene raddoppiata po-trà eseguire un passaggio indie-tro ad un centrocampista che,guardando l’altra punta, la invi-terà a ricevere la palla o in pro-fondità o incontro. Un movimen-to molto utile contro questo tipodi difesa è il “taglio” sul difensorecentrale. Contro difese schierate a uomo,sono efficaci tutti i movimenti (in-croci, esca, velo, uno va e uno vie-

ne, movimenti ad allargare) checreano spazi e per ricevere la pallae per creare spazi a favore deicompagni che giungono dalle li-nee arretrate.

ALCUNI ESEMPI DI SCHEMIOFFENSIVI DEL 4:4:2

Per concludere, dopo aver trattatoed illustrato nelle pagine prece-denti argomenti come: lo “smarca-mento” dal punto di vista indivi-duale, la mobilità collettiva, i mo-vimenti specifici delle due puntenelle varie situazioni di gioco , miaccingo ad affrontare i movimentidelle due punte all’interno del

modulo di gioco 4:4:2.Qui di seguito vengono riportatealcuni schemi di gioco esemplifi-cativi e riepilogativi dei movimentifin qui trattati.L’esterno di destra (7) va incon-tro a “2” che è in possesso di pal-la. “4” esegue una corsa di devia-zione e si inserisce nello spaziocreato da “7”. “9”, che si era “al-lungato” mentre “7” andava in-contro a “2”, vedendo l’inseri-mento di “4”, esegue un cambiodi senso andando incontro al lan-cio di “2”. “9” passa a “4” che va alcross per il “taglio” di “11” sul pri-mo palo e per l’entrata di “10” sulsecondo palo. “9” attacca lo spaziocentrale (fig. 15).

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FORMAZIONE EISTRUZIONE TECNICA

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Quando “3” è in possesso di palla,“10”si trova largo e alto, “11” taglianello spazio creatosi e riceve pallada “3”. A questo punto “10” entra,riceve il passaggio di “11” che puòservire “9”, inseritosi centralmen-te, o “7”che ha eseguito un taglio(fig. 16).

“2”,”4”e “5” girano palla . Quandoquest’ultimo riceve palla sul tenta-tivo di pressing avversario calcialungo sulla prima punta. La secon-da punta, che era più bassa, si giracon un movimento a mezza luna eva a sostegno di “11” che gli passala palla. “9” può passare a “10” e a“7” che tagliano alle spalle di “11”(fig. 17).

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FORMAZIONE EISTRUZIONE TECNICA

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Fig. 16

Fig. 17

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Mentre “4” sta per entrare in pos-sesso di palla “2” e “7” si avvicina-no fra loro, non appena “4” in pos-sesso di palla li vede, “7” va incon-tro e “2” si sovrappone. “7” ricevu-ta la palla da “4” sul piede più lon-tano dall’avversario, si gira ed ese-gue un doppio scambio con “9”che gli era andato in appoggio.Mentre “7” riceve il passaggio diritorno di “9”, “11” taglia e riceve;“9” che si era girato, va a ricevereda “11” e conclude (fig. 18).

“2” è in possesso di palla oltre lametà campo. “7” dopo un contromovimento riceve andando in-contro con le spalle girate allaporta. “4” gli va a sostegno, “9” siporta in appoggio a “4”e comequesti passa a “11”con un movi-mento a mezza luna si inseriscecentralmente. “11”passa veloce a“8” che serve “10” mentre sta ta-gliando (fig. 19).

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Fig. 18

Fig. 19

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Mentre “4” sta per entrare in pos-sesso di palla, “3” e “10” sulla fa-scia sinistra, si avvicinano. Quan-do “4” ha la palla sotto controllo eli vede, “10” esegue un taglio a ri-cevere e “3” si sovrappone sullospazio creato dal compagno. “10”marcato, passa indietro a “8” checambia gioco per l’inserimento di“7” favorito dal movimento in dia-gonale delle due punte verso sini-stra (fig. 20).

Mentre la palla va da “6” a “5”, “2”e “7” eseguono un “ uno viene euno va”. “5” passa a “7” che ricevecon le spalle girate, scarica dietroa “4” che passa a “9” venutogli inappoggio. Egli si gira e appena èin condizione di verticalizzare “11”e “10” che si erano avvicinati, ese-guono un cambiamento di posi-zione con “11” che esegue un mo-vimento ad “aprire”, mentre “10” e“7” tagliano (fig. 21).

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FORMAZIONE EISTRUZIONE TECNICA

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Fig. 20

Fig. 21

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“7” riceve la palla da “4” dopo avereseguito un contro-movimento; sigira con la palla, la guida interna-mente come se stesse “puntando”.Avvicinatosi alle punte, esegue unpassaggio un po’ arretrato sul mo-vimento incontro di “11” che erala punta più lontana da lui. “11”ricevuta la palla serve di prima in-tenzione “9” che aveva tagliato.È un movimento che gli attaccan-ti utilizzano quando vengono“schiacciati” da colui che ha lapalla. In questo caso “11” da pro-fondità arretrando; è uno dei po-chi casi in cui a determinare ilmovimento è la punta più lontana(fig. 22).

“2” dà a “7” che gli era andato in-contro, quando“7” porta dentro lapalla, “2” gli si sovrappone. A que-sto punto “9” e “11” incrociano ,“7” serve quest’ultimo sul taglio ,“11” passa a “2” che crossa per “9”sul secondo palo e “10” che conun taglio lungo attacca il primopalo (fig. 23).

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FORMAZIONE EISTRUZIONE TECNICA

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“7” dopo un contro-movimento ri-ceve la palla da “2”; di prima in-tenzione passa a “9” che gli era an-dato in appoggio, “9” scarica su“4” che può passare a“11” che ta-glia, a “10” che si inserisce oppurea “2” andato in sovrapposizione(fig. 24).

“3” in possesso di palla, non tro-vando compagni liberi, la guidaverso “10” che, a un certo punto,gli va incontro. Eseguono un “ve-lo”, quando “10” esce dal “velo” epuò verticalizzare, passa la pallaalla punta più lontana “9”, “11”che era andato in appoggio a “10”si gira internamente per riceverneil passaggio: a destra avviene il ta-glio di “7” mentre a sinistra dopoil “velo”, “3” si era sovrapposto(fig. 25).

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Fig. 25

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“7” riceve la palla andando incon-tro a “4”. Si gira ed entra “dentro”al campo; “2” gli si sovrappone. “7”esegue un passaggio teso su “9”che gli era andato in appoggio, “9”finta (“esca”) per “11”, si gira velo-cemente e va a riceverne il passag-gio di ritorno (fig. 26).

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Fig. 26