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Roma, 10 Novembre 2011Roma, 10 Novembre 2011

“I modelli Organizzativi ex d.lgs. 231/2001: “I modelli Organizzativi ex d.lgs. 231/2001:

potenzialità e possibili evoluzioni”potenzialità e possibili evoluzioni”

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Il Decreto Legislativo 231/2001: Il Decreto Legislativo 231/2001:

Reati in materia di Salute e Sicurezza nei Luoghi di Reati in materia di Salute e Sicurezza nei Luoghi di LavoroLavoro

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D.Lgs n. 81/2008D.Lgs n. 81/2008

Art. 30 comma 5 del D.Lgs. 81/08

In sede di prima applicazione, i modelli di organizzazione

aziendale, definiti conformemente alle Linee

guida UNI-INAIL per un sistema di gestione della salute e

sicurezza sul lavoro (SGSL) del 28 settembre

2001 o al British Standard OHSAS 18001:2007, si presumono

conformi ai requisiti di cui ai commi precedenti per le parti corrispondenti.

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Nuovo comma 5-bis dell’art. 30 del D.Lgs. 81/08:

Viene attribuito alla commissione consultiva permanente per la

salute e sicurezza sul lavoro il compito di elaborare procedure

semplificate per l’adozione e l’efficace attuazione dei modelli di

organizzazione e gestione della sicurezza nelle piccole e medie

imprese. Tali procedure, inoltre, dovranno essere recepite con

decreto dal Ministero del lavoro, della salute e delle politiche

sociali.

Il fine evidente è quello di incentivare la diffusione dei modelli di

organizzazione e gestione della sicurezza attraverso procedure

"semplificate" che rendano concretamente possibile l’adozione

dei modelli anche da parte delle piccole e medie imprese.

Principali integrazioni al D.Lgs. 81/08 a seguito dell’entrata in vigore del D.Lgs. 106/09

Il D.Lgs. 106 del 2009Il D.Lgs. 106 del 2009

segue..segue..

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Il D.Lgs. 106 del 2009Il D.Lgs. 106 del 2009

segue..segue..

Modifica comma 3 dell’ art. 16 (secondo periodo):

In caso di delega di funzioni, l'obbligo di vigilanza in capo al

datore di lavoro in ordine al corretto espletamento da parte del

delegato "si intende assolto in caso di adozione ed efficace

attuazione del modello di verifica e controllo di cui all'articolo 30,

comma 4".

Rispetto alla precedente formulazione la modifica appare

interessante. Si passa infatti da una vigilanza che si poteva

svolgere "anche" attraverso i modelli a una vigilanza che

consente al datore di lavoro di dimostrare la propria diligenza

con l’adozione ed efficace attuazione del modello. Sembra

quindi chiaro l’intento del legislatore delegato di incentivare

l’adozione dei modelli 231 attraverso l’attribuzione di ulteriori

strumenti di difesa al datore di lavoro ossia al primo garante della

salute e sicurezza dei lavoratori.

....seguesegue

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Il D.Lgs. 106 del 2009Il D.Lgs. 106 del 2009

segue..segue..

....seguesegue

Modifica comma 3-bis dell’ art. 51 del D.Lgs. 81/08:

“Gli organismi paritetici ... su richiesta delle imprese,

rilasciano un’attestazione dello svolgimento delle attività e

dei servizi di supporto al sistema delle imprese, tra cui

l’asseverazione della adozione e della efficace attuazione

dei modelli di organizzazione e gestione della sicurezza di cui all’articolo 30 del decreto, della quale gli organi di

vigilanza possono tener conto ai fini della programmazione

delle proprie attività”.

L’art. 30 del D.Lgs. 106/09 introduce, come facoltativa,

"l'asseverazione dell'adozione e dell'efficace attuazione dei

modelli di organizzazione e gestione della sicurezza" ex art.

30, finalizzata a favorire la programmazione delle attività degli organismi di vigilanza.

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La struttura dell’OHSAS 18001La struttura dell’OHSAS 18001

I punti fondamentali che si ritrovano nella norma OHSAS 18001 e nella ISO 14001 sono:

• Requisiti generali (General Requirements); • Politica (Policy);

• Pianificazione (Planning);

• Attuazione e funzionamento (Implementation & Operation);

• Controlli ed azioni correttive (Checking & Corrective Action);

• Riesame della direzione (Management Review).

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Le LINEE GUIDA UNILe LINEE GUIDA UNI--INAILINAIL

Sono uno strumento di indirizzo per la creazione di Sistemi di gestione della Salute e Sicurezza, non prevedono attività di certificazione e ricalcano essenzialmente i principi sanciti dall’OHSAS 18001 senza però il relativo tono prescrittivo.

Finalità Sequenza ciclica di un SGSL La Politica Pianificazione Struttura e Organizzazione del Sistema Rilevamento e analisi dei risultati e miglioramento del sistema

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ART. 30 Comma 5ART. 30 Comma 5

BS OHSAS 18001 e LINEE GUIDA UNI INAIL:

Opportunità alternative o medesimo strumento

Strumenti diversi con il medesimo scopo

L’RT 12 del Sincert (ora ACCREDIA)

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Certificazione OHSAS 18001 e Certificazione OHSAS 18001 e

relativo valore processualerelativo valore processuale

Documentabilità dei controlli.

Controlli da parte di soggetti competenti e indipendenti.

Documentabilità del sistema (non solo con documenti di origine

interna).

Gestione sistematica del follow-up e delle criticità emerse.

Coinvolgimento sistematico e documentabile del management.

Pervasività documentabile del sistema.

Evidenza dei costi sostenuti e degli investimenti pianificati ed

eseguiti.

Documentabilità del commitment dell’Alta Direzione.

segue..segue..

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… e … da ultimo

Un certificato emesso, a testimonianza di un percorso lungo e

continuativamente monitorato, a fronte della verifica del rispetto

delle Best Practices Internazionali, da parte di un Organismo

Accreditato che utilizza ispettori Certificati secondo standard

internazionali riconosciuti dalla Pubblica Amministrazione.

..segue..segue

Certificazione OHSAS 18001 e relativo Certificazione OHSAS 18001 e relativo

valore processualevalore processuale

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Il Decreto Legislativo 231/2001: Il Decreto Legislativo 231/2001:

Reati AmbientaliReati Ambientali

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Reati Ambientali Reati Ambientali

A dieci anni dall'entrata in vigore del D.Lgs. n. 231/2001 sulla

disciplina della responsabilità amministrativa delle persone

giuridiche, delle società e delle associazioni anche prive di

personalità giuridica, il legislatore delegato ha recepito

nell'ordinamento italiano la direttiva 2008/99/CE, sulla tutela penale

dell'ambiente.

Il recepimento italiano: il D.Lgs. n. 121/2011

Il nostro legislatore ha recepito la direttiva sulla tutela penale

dell’ambiente con il consueto ritardo (la scadenza era prevista

per il 26 dicembre 2010) con il D.Lgs. 7 luglio 2011, n. 121, che

tuttavia non ha effettuato quel riordino della materia

concernente i reati ambientali che ci si aspettava.

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Reati Reati AmbientaliAmbientali

Reati Ambientali Reati Ambientali

- scarico di acque reflue industriali,

- attività di gestione di rifiuti senza autorizzazione,

iscrizione o comunicazione,

- omessa bonifica,

- attività organizzata finalizzata al traffico illecito di

rifiuti,

- emissioni in atmosfera in violazione dei valori limite

di emissione,

e implementando l’apparato sanzionatorio solo

con l’inserimento (nel codice penale) delle uniche

fattispecie sanzionate dalla direttiva assenti

nell’ordinamento interno, cioè quelle relative a: - uccisione, distruzione, prelievo o possesso di

esemplari di specie animali e vegetali selvatiche

protette;

- distruzione o deterioramento di habitat all’interno

di un sito protetto).

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Reati Ambientali Reati Ambientali

La novità legislativa costringerà le imprese a valutare attentamente la necessità di

progettare, o meno, (anche) le modalità di gestione del rischio ambientale: se è vero, infatti, che è possibile parlare di facoltatività nell’adozione del modello con

riferimento all’ente, un discorso diverso deve essere fatto in relazione agli organi

sociali, gravati da un obbligo di corretta amministrazione, anche e soprattutto in

seguito alla riforma del diritto societario del 2003, con la quale il principio di

adeguatezza degli assetti organizzativi interni è divenuto elemento fondante della

governance delle S.p.A.

A differenza di quanto previsto in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro (nella quale il legislatore ha previsto linee guida per

uniformare i modelli di organizzazione aziendale ai fini della loro presunta

idoneità a prevenire reati), il D.Lgs. 121/2011 ha deciso di lasciare ad ogni ente

il compito di verificare, sulla base delle proprie specifiche peculiarità, le

prescrizioni normative a cui è sottoposto in campo ambientale ed attuare, di conseguenza, efficaci protocolli cautelari.

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Reati Ambientali : Un caso specificoReati Ambientali : Un caso specifico

D. LGS. 121/2011

Direttiva 2008/99/CE sulla tutela penale dell'ambiente

Direttiva 2009/123/CE modifica direttiva 2005/35/CE

inquinamento provocato dalle navi

e introduzione di sanzioni per violazioni

D. Lgs. 202/2007

attuativo della direttiva 2005/35/CE

Inquinamento colposo

(art. 8 D. Lgs. 202/2007)

Inquinamento doloso

(art. 9 D. Lgs. 202/2007)

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Reati Ambientali : Un caso specificoReati Ambientali : Un caso specifico

Art. 1 Direttiva 2009/123/CE

(Modifiche della direttiva 2005/35/CE):

Scopo della presente direttiva è quello di recepire nel

diritto comunitario le norme internazionali in materia di

inquinamento provocato dalle navi e di garantire che ai

responsabili di scarichi di sostanze inquinanti siano

comminate sanzioni adeguate, anche penali, al fine di

aumentare la sicurezza marittima e migliorare la

protezione dell’ambiente marino dall’inquinamento

provocato dalle navi.

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Reati Ambientali : Un caso specificoReati Ambientali : Un caso specifico

Divieto di sversamento

di sostanze inquinanti in mare

COLPOSO DOLOSO

Salvo che il fatto costituisca più grave

reato, il Comandante di una nave,

battente qualsiasi bandiera, nonché i

membri dell'equipaggio, il proprietario

e l'armatore della nave, nel caso in cui

la violazione sia avvenuta con il loro

concorso, che dolosamente violano le

disposizioni dell'art. 4 sono puniti con

l'arresto da sei mesi a due anni e con

l'ammenda da euro 10.000 ad euro

50.000.

Salvo che il fatto costituisca più grave

reato, il Comandante di una nave,

battente qualsiasi bandiera, nonché i

membri dell'equipaggio, il proprietario

e l'armatore della nave, nel caso in cui

la violazione sia avvenuta con la loro

cooperazione, che violano per colpa

le disposizioni dell'art. 4, sono puniti

con l'ammenda da euro 10.000 ad

euro 30.000

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Reati Ambientali : Un caso specificoReati Ambientali : Un caso specifico

REATI E SANZIONI

Art. 9, comma 1 Sversamento colposo

di sostanze inquinanti in mare

Art. 8, comma 1

Sversamento doloso di sostanze inquinanti in mare.

Art. 8, comma 2 Sversamento doloso

di sostanze inquinanti in mare in caso di danni gravi

o permanenti alla qualità delle acque

o a specie animali o vegetali

Art. 9, comma 2 Sversamento colposo

di sostanze inquinanti in mare in caso di danni gravi o permanenti

alla qualità delle acque o a specie animali o vegetali

Sanzione pecuniaria Da 150 a 250 quote

Oltre sanzioni interdittive

Art. 9, comma 2

Sanzione pecuniaria Sino a 250 quote

Sanzione pecuniaria Da 200 a 300 quote

Oltre sanzioni interdittive

Art. 9, comma 2

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Reati Ambientali : Un caso specificoReati Ambientali : Un caso specifico

SOGGETTI PUNIBILI

COMANDANTE NAVE

BATTENTE QUALSIASI BANDIERA

MEMBRI EQUIPAGGIO

PROPRIETARIO

ARMATORE

cooperazione

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Reati Ambientali : Un caso specificoReati Ambientali : Un caso specifico

International marittime organization

(I.M.O.)risoluzione A.741(18).

Codice internazionale

per la gestione della sicurezza delle operazioni delle navi

e per la prevenzione dell'inquinamento

International Safety management Code

(I.S.M. code)

1. DEFINIZIONE OBIETTIVI

2. POLITICA PER LA SICUREZZA E LA PROTEZIONE AMBIENTALE

3. RISORSE, DISPOSIZIONI ORGANIZZATIVE E CONTROLLI DA UTILIZZARE

4. ISTRUZIONI E PROCEDURE PER ASSICURARE:LA GESTIONE DELLA NAVE IN SICUREZZA E LA PROTEZIONE

DELL’AMBIENTE CONFORMEMENTE ALLE NORME NAZIONALI E INTERNAZIONALI

4. DPA

5. PROCEDURE PER ASSICURARE CHE NON CONFORMITA’PER PERSONE, SICUREZZA E AMBIENTE SIANO RIPORTATE

DALLA COMPAGNIA, INVESTIGATE E ANALIZZATE PER FAVORIRNE LA PREVENZIONE

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Reati Ambientali : Un caso specificoReati Ambientali : Un caso specifico

L’esperienza statunitense L’esperienza statunitense

“Environmental Compliance Plan”“Environmental Compliance Plan”

Traning Documentazione

Principi

Environmental

Management

System

(EMS)

Pianificazione e Implementazione

Traning Documentazione

Principi

Environmental

Management

System

(EMS)

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Sistemi di gestione ambientale

EMS

Safety management system (SMS)

Secondo il codice ISM

Rendicontazione ambientale

e gestione attività nave

Standard ISO 14001

Gestione aspetti ambientali che l'organizzazione identifica

come quelli che può controllare e

influenzare

VECP PROGRAM

(www.ecmeurope.net)

linee guida operative, destinate a promuovere uniformità di gestione delle violazioni ambientali

attraverso organizzazioni proprietarie

Reati Ambientali : Un caso specificoReati Ambientali : Un caso specifico

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Il Decreto Legislativo 231/2001: Il Decreto Legislativo 231/2001:

attività di vigilanzaattività di vigilanza

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L’attività di vigilanzaL’attività di vigilanza

L’attività di vigilanza può essere svolta utilizzando una molteplicità di sistemi, anche avvalendosi di appositi strumenti informatici o prevedendo controlli casuali o a campione sulla

documentazione e sulle registrazioni.

Onde assicurare la continuità d’azione, è fondamentale

strutturare un piano periodico di audit sul sistema, che monitori le prestazioni e verifichi il concreto e regolare funzionamento dei

sistemi di controllo previsti.

Tale approccio permette di verificare il livello di

formazione/sensibilizzazione di tutti i soggetti che occupano posizioni chiave nel sistema di prevenzione adottato.

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L’Organismo di Vigilanza, può e deve svolgere diversi tipi

di audit:

– sul sistema (ambiente di controllo)

– sull’applicazione del sistema (comportamenti)

– sul sistema, con esame a campione dei

comportamenti

– sulle società controllate, gli uffici periferici, le reti

territoriali, le agenzie, ecc.

L’attività di vigilanzaL’attività di vigilanza

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Il contenuto degli auditIl contenuto degli audit

Ciascun audit prevede solitamente le seguenti fasi:

– esame documentale delle procedure/istruzioni applicabili alla struttura/funzione da

auditare e di quanto emerso dall’analisi dei rischi o da precedenti audit;

– pianificazione dell’audit (date, programma, persone coinvolte);

– illustrazione al responsabile della struttura del programma di audit e dello scopo dello

stesso;

– verifica delle Attività Sensibili gestite dalla struttura/funzione e di quelle in cui la stessa

risulta parzialmente coinvolta;

– rilevazione e verifica di conformità rispetto al sistema delle modalità operative

adottate e del sistematico e coerente utilizzo dei sistemi di controllo previsti;

– valutazione del grado di consapevolezza/addestramento delle funzioni coinvolte;

– presentazione degli esiti della verifica al responsabile di struttura/funzione e redazione

di un rapporto di audit;

– consolidamento delle risultanze emerse dai vari audit e predisposizione di un rapporto

complessivo che delinei la situazione generale della realtà complessivamente

sottoposta a verifica.

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La rapportazioneLa rapportazione

A seguito dell’attività di audit, vengono predisposti rapporti sintetici per ogni

unità aziendale verificata e rapporti complessivi per le strutture complesse da

esse formate. Il rapporto solitamente fornisce le seguenti informazioni:

– mappatura delle attività sensibili gestite da ogni struttura ed eventuali

scostamenti dall’analisi dei rischi;

– stato di applicazione del sistema con rilevazione di non conformità e di

raccomandazioni per il miglioramento;

– individuazione del livello di consapevolezza del personale coinvolto;

– individuazione dei punti di forza e di debolezza del sistema;

– rilevazione di eventuali aree non coperte dal sistema, ma caratterizzate da

un livello di rischio significativo.

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Gli auditor: professionalitàGli auditor: professionalità

Il personale coinvolto nelle attività di auditing ex d.lgs. 231/2001

deve garantire:

- una assoluta indipendenza dalla Società e dallo stesso

Organismo di Vigilanza,

- un’adeguata professionalità nel settore in cui opera,

- un’adeguata conoscenza delle tecniche di auditing,

- una discreta conoscenza dei processi che deve auditare,

- una buona capacità di gestire le persone ed i tempi.

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Le maggiori criticità riscontrate durante le attività Le maggiori criticità riscontrate durante le attività

di auditdi audit

Assenza di analisi dei rischi che prendano in

considerazione tutti i reati del D. Lgs. 231/2001

Assenza dell’aggiornamento dell’analisi dei rischi

Assenza del Codice di Comportamento/Codice Etico

Inadeguatezza dei membri dell’ODV (mancanza di tutti

le professionalità richieste)

ODV composti da soggetti che ricoprono

contemporaneamente il ruolo di controllati e controllori

ODV inattivi

Assenza di tracciabilità di quanto svolto dall’ODV

Assenza di un regolamento dell’ODV

…segue

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Mancanza di un adeguato sistema di poteri e di deleghe

formalizzate

Procure e deleghe troppo ampie e/o inadeguate

Mancanza di procedure che regolino tutti i processi che

movimentano flussi finanziari

Procedure che non delineano i punti fondamentali della

231

Mancanza di procedure specifiche o di procedure per

processi che impongano quei “paletti” necessari per far

fronte a determinate categorie di reati spesso

sottostimati (terrorismo, riciclaggio ecc)

…segue

…segue

Le maggiori criticità riscontrate durante le attività Le maggiori criticità riscontrate durante le attività

di auditdi audit

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Assenza di tracciabilità cartacea/informatica necessaria

per ricostruire determinati processi sensibili

Attività sensibili svolte per prassi consolidata

Attività sensibili che non ricalcano quanto prescritto dalle

procedure di riferimento

Attività svolte in completa autonomia da un unico

soggetto aziendale

Assenza o inadeguatezza del sistema disciplinare

sanzionatori

…segue

Le maggiori criticità riscontrate durante le attività Le maggiori criticità riscontrate durante le attività

di auditdi audit

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UK BRIBERY ACT 2010 e Il D.Lg. 231/2001UK BRIBERY ACT 2010 e Il D.Lg. 231/2001

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UK BRIBERY ACT 2010UK BRIBERY ACT 2010

REATI

CORRUZIONE ATTIVA (offering a bribe – Section 1)

verso soggetti pubblici o privati

CORRUZIONE PASSIVA (accepting a bribe – Section 2)

verso soggetti pubblici o privati

CORRUZIONE DI UN PUBBLICO UFFICIALE STRANIERO

(bribing a foreign official – Section 6)

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DESTINATARI

PERSONE FISICHE

PERSONE GIURIDICHE

(Body corporate e Scottish partnership)

ASSOCIATED PERSONS

di una body corporate o scottisch parnership,

con contestuale responsabilità sia del soggetto agente

che della “commercial organization”

Ove il reato sia commesso:

- da un alto funzionario, “senior officer” (director, manager,

secretary per body corporate e partenr per scottish parnership)

- da una persona che affermi di agire in tale qualità

UK BRIBERY ACT 2010UK BRIBERY ACT 2010

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ASSOCIATED PERSONS

compiono attività per l’organizzazione o per conto dell’organizzazione (dipendente, agente, subsidiaries, Joint Ventures ecc.),

avuto riguardo ad ogni significativa circostanza

e non semplicemente alla natura del rapporto con l’ente,al fine di

conseguire o mantenere

accordi di business per

l’organizzazione

conseguire o mantenere

vantaggi nelle condotte

di business

dell’organizzazione

Anche ove le

azioni

o omissioni

siano compiute

fuori dal Regno Unito

ad opera di persone

fisiche o giuridiche che non

abbiano uno stretto vincolo

on il Regno Unito

UK BRIBERY ACT 2010UK BRIBERY ACT 2010

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Failure of commercial organizations to prevent bribery

Prevenzione dei reati di corruzione da parte di soggetti collegati agli stessi

“associated persons”

Body Corporate

costituite

al di fuori del Regno Unito

ma che tuttavia svolgano nello stesso

la propria attività di business (compreso commercio e professioni).

secondo la legge del Regno Unito,

ovunque svolgano attività di business

(compreso commercio e professioni)

Parnership (parnership Act 1890)

(Limited partnership Act 1907)

BRIBERY ACT

Responsabilità persone giuridiche

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STRUMENTI DI DIFESA

Guidance about procedures which relevant commercial organisations

can put into place to prevent persons associated with them from bribing”

(31.03.2010)

Adozione

di adeguate procedure Mancata adozione

di adeguate procedure

Esclusione responsabilità

Commercial organizations

Responsabilità

Commercial organizations

BRIBERY ACT

Responsabilità persone giuridiche

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BRIBERY ACT

Responsabilità persone giuridiche

COMPETENZA TERRITORIALE

Atto o omissione commesso

nel Regno Unito

La condotta non si svolge

nel Regno Unito

ma l’agente ha una

stretta connessione

con il Regno Unito

British citizen

British overseas territories citizen

British National Overseas

British subject or protected person secondo il

British Nationality Act 1981

individual ordinarily resident in

the United Kingdom

body incorporated

under the law of any part of

the United Kingdom

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BRIBERY ACT vs D.Lgs. 231/2001

BA 231/2001

Reati Reati di corruzione di soggetti privati e

pubblici (anche all’estero) e la

concussione

Diverse fattispecie di reato tra cui

anche la corruzione di Pubblici

Ufficiali e la Concussione (anche

all’estero)

Presupposto La legge viene applicata previa

dimostrazione di buona fede nella

condotta assunta

La legge viene applicata nell’ipotesi

che i reati siano stati commessi o

tentati, anche nell’interesso o a

vantaggio delle società

Difesa La società può godere dell’esimente se

dimostra di aver adottato ed

efficacemente attuato “Adeguate

Procedure “ per la prevenzione dei reati

La società può godere dell’esimente

se dimostra di aver adottato ed

efficacemente attuato un “Modello di

Organizzazione Gestione e

Controllo”

Sanzioni Pecuniarie, illimitate in base alla gravità

del reato

Pecuniarie, interdittive, confisca del

profitto e pubblicazione della

sentenza