I menu a finestra di AutoCad - t'interno di AutoCad. Tali comandi diventano coman-di AutoCad a tutti...

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GRAFICA I menu a finestra di AutoCad di Francesco Petroni La tendenza è generale. La diffusione del processore 386, nelle sue due versioni, ha dato nuovo slancio ai prodotti sotto 005, che stanno vivendo, in tutti i settori in cui si può suddividere la microinformatica, dal WP al OBMS, dallo Spreadsheet alla Grafica, una seconda glovmezza. E in tutte le categorie di prodotti questo slancio si concretizza non tanto nell'aumento delle funzionalità di base, che già erano al completo nelle precedenti versioni, quanto nell'aumento delle funzionalità evolute, in pratica . di quelle che permettono di aumentare la produttività nell'uso del prodotto stesso 204 Oggi non esiste prodotto software che non permetta la personalizzazione dell'ambiente di lavoro, che non per- metta all'utente di scrivere «Macro Co- mandi» che semplifichino l'esecuzione di procedure ripetitive. Non esiste prodotto software evoluto che non contenga un linguaggio interno di programmazione con il quale l'utente più smaliziato possa sviluppare dei Pro- grammi veri e propri, la cui complessità può essere da molto bassa, pari ad esempio a quella di un Macro Coman- do, a molto alta, pari a quella di un ap- plicativo vero e proprio. In ogni caso, o meglio in ogni cate- goria di prodotti, si giunge ad una situa- zione analoga. L'utilizzo evoluto del prodotto softwa- re è possibile sia da parte dell'utente normale, che già conosca a menadito le funzionalità di base del prodotto stesso e che arriva alla programmazione attra- verso una evoluzione naturale, sia da parte del tecnico, del programmatore in- somma, che conosce già le tecniche di programmazione, e che le sa applicare nei vari prodotti in cui si imbatte. Arrivando al nostro AutoCad, risulta evidente che diventa sempre più adatto ad essere utilizzato come ambiente pro- grammabile. Nello scorso numero abbiamo parlato di AutoCad 386, del Lisp Compiler, delle Figura l-AutoCad 386 Un menu a Icone in do- tazione. In questo numero par- liamo della costruzione dei menu a Icone con AutoCad. t evidente che la finestra e le ((;concinen in essa con· tenute sono solo l'a- spetto esteriore di una sottostant& struttura che coinvolge file di ti- po .MNU e file di tipo LSP, opportunamente collegati tra di loro. prospettive nascenti con AutoCad 11, soprattutto in un utilizzo Workgroup, ecc. tutti elementi che favoriscono ul- teriormente un uso pesante e produtti- vo del pacchetto. In questo articolo vogliamo approfon- dire uno degli aspetti nodali dell'uso di AutoCad come ambiente programmabi- le, costituito dai menu sia di tipo tradi- zionale sia grafici, quelli che consistono in una comoda finestra di dialogo che mostra delle Icone. Si tratta di un argomento nodale in quanto il menu a finestra può essere in- teso non solo come «fatto operativo» in quanto sostituisce, almeno parzialmen- te, e semplifica sensibilmente, alcune funzioni di Input, riducendole ad esem- pio ad elementari funzioni Mouse, ma anche e forse, per lo sviluppatore, co- me «fatto organizzativo», in quanto la struttura del programma che deve scri- vere in Lisp, ricalca perfettamente la se- quenza delle Icone che deve inserire nella finestra di dialogo. Un primo approccio. Curiosando dietro un menu a finestra Dalla versione 9 in poi numerose del- le funzionalità e dei comandi di AutoCad possono essere richiamati, oltre che alla solita maniera, e cioè dal prompt o dal menu laterale o tramite opzioni del me- nu a tendina, anche attraverso alcune fi- nestre di dialogo che appaiono in corri- spondenza di alcune opzioni di menu. In certi casi alcune di queste finestre semplificano enormemente il lavoro in quanto aiutano, anche visivamente, 1'0- 'peratore, che deve scegliere basandosi su un'immagine che gli appare e non su un nome, molto meno mnemonico. Prendiamo ad esempio la finestra che appare nel caso si scelga dal menu Di- segno l'opzione Costruzioni 3D (fig. 1). Descriviamo cosa accade se si sceglie una delle opzioni e poi cerchiamo di scoprire cosa c'è sotto il menu. Se opzioniamo Scatola oppure Cono, Auto- Cad richiede ovviamente una serie di in- formazioni che servono per tracciare, appunto, un parallelepipedo o un cono. MCmicrocomputer n. 104 - febbraio 1991

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GRAFICA

I menu a finestra di AutoCaddi Francesco Petroni

La tendenza è generale. Ladiffusione del processore386, nelle sue due versioni,ha dato nuovo slancio aiprodotti sotto 005, chestanno vivendo, in tutti isettori in cui si puòsuddividere lamicroinformatica, dal WP alOBMS, dallo Spreadsheet allaGrafica, una secondaglovmezza.E in tutte le categorie diprodotti questo slancio siconcretizza non tantonell'aumento dellefunzionalità di base, che giàerano al completo nelleprecedenti versioni, quantonell'aumento dellefunzionalità evolute, in pratica

. di quelle che permettono diaumentare la produttivitànell'uso del prodotto stesso

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Oggi non esiste prodotto softwareche non permetta la personalizzazionedell'ambiente di lavoro, che non per-metta all'utente di scrivere «Macro Co-mandi» che semplifichino l'esecuzionedi procedure ripetitive.

Non esiste prodotto software evolutoche non contenga un linguaggio internodi programmazione con il quale l'utentepiù smaliziato possa sviluppare dei Pro-grammi veri e propri, la cui complessitàpuò essere da molto bassa, pari adesempio a quella di un Macro Coman-do, a molto alta, pari a quella di un ap-plicativo vero e proprio.

In ogni caso, o meglio in ogni cate-goria di prodotti, si giunge ad una situa-zione analoga.

L'utilizzo evoluto del prodotto softwa-re è possibile sia da parte dell'utentenormale, che già conosca a menadito lefunzionalità di base del prodotto stessoe che arriva alla programmazione attra-verso una evoluzione naturale, sia daparte del tecnico, del programmatore in-somma, che conosce già le tecniche diprogrammazione, e che le sa applicarenei vari prodotti in cui si imbatte.

Arrivando al nostro AutoCad, risultaevidente che diventa sempre più adattoad essere utilizzato come ambiente pro-grammabile.

Nello scorso numero abbiamo parlatodi AutoCad 386, del Lisp Compiler, delle

Figura l -AutoCad 386Un menu a Icone in do-tazione.In questo numero par-liamo della costruzionedei menu a Icone conAutoCad. t evidenteche la finestra e le((;concinen in essa con·tenute sono solo l'a-spetto esteriore di unasottostant& strutturache coinvolge file di ti-po .MNU e file di tipoLSP, opportunamentecollegati tra di loro.

prospettive nascenti con AutoCad 11,soprattutto in un utilizzo Workgroup,ecc. tutti elementi che favoriscono ul-teriormente un uso pesante e produtti-vo del pacchetto.

In questo articolo vogliamo approfon-dire uno degli aspetti nodali dell'uso diAutoCad come ambiente programmabi-le, costituito dai menu sia di tipo tradi-zionale sia grafici, quelli che consistonoin una comoda finestra di dialogo chemostra delle Icone.

Si tratta di un argomento nodale inquanto il menu a finestra può essere in-teso non solo come «fatto operativo» inquanto sostituisce, almeno parzialmen-te, e semplifica sensibilmente, alcunefunzioni di Input, riducendole ad esem-pio ad elementari funzioni Mouse, maanche e forse, per lo sviluppatore, co-me «fatto organizzativo», in quanto lastruttura del programma che deve scri-vere in Lisp, ricalca perfettamente la se-quenza delle Icone che deve inserirenella finestra di dialogo.

Un primo approccio.Curiosando dietro un menua finestra

Dalla versione 9 in poi numerose del-le funzionalità e dei comandi di AutoCadpossono essere richiamati, oltre che allasolita maniera, e cioè dal prompt o dalmenu laterale o tramite opzioni del me-nu a tendina, anche attraverso alcune fi-nestre di dialogo che appaiono in corri-spondenza di alcune opzioni di menu.

In certi casi alcune di queste finestresemplificano enormemente il lavoro inquanto aiutano, anche visivamente, 1'0-'peratore, che deve scegliere basandosisu un'immagine che gli appare e non suun nome, molto meno mnemonico.

Prendiamo ad esempio la finestra cheappare nel caso si scelga dal menu Di-segno l'opzione Costruzioni 3D (fig. 1).Descriviamo cosa accade se si sceglieuna delle opzioni e poi cerchiamo discoprire cosa c'è sotto il menu. Seopzioniamo Scatola oppure Cono, Auto-Cad richiede ovviamente una serie di in-formazioni che servono per tracciare,appunto, un parallelepipedo o un cono.

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che utilizzano tale prodotto. Detto perinciso questa della Ceramica Pozzi cisembra un'iniziativa indovinatissima,che stimola sensibilmente la diffusionedell'uso del Personal Computer anchein nuove categorie di utilizzatori.

Il problema è quindi quello di organiz-

Scatola:Punto di origineLunghezza (direzione X)Larghezza (direzione Y)Altezza (direzione l)Angolo Rotazione rispetto asse l

Cono:Centro della Base (posta sul piano XV)Diametro/Raggio della BaseDiametro/Raggio della CimaAltezza (direzione l)Numero di segmenti.

Evidentemente gli altri comandi, chesono Sfera, Cuneo, Piramide, ecc. pre-sentano uno svolgimento analogo.

Anche chi ha un minimo di esperien-za AutoCad sa, quasi altrettanto facil-mente, richiamare un programma scrit-to con AutoLisp ed eseguire uno dei co-mandi in esso contenuti come fa con unqualsiasi comando AutoCad. In partico-lare la Scatola e il Cono altro non sonoche due Function (è l'istruzione L1SPche identifica il nuovo comando) inseri-te in un unico programma Lisp che sichiama OBJECT3D.LSP

Questo significa che il menu, sia essoa tendina o a finestra, non è che un ele-mento intermedio tra l'utente e un co-mando, sia esso nativo, sia esso Lisp.Questi elementi intermedi possono, co-me stiamo per vedere, essere ramificatia volontà e sono evidentemente i prin-cipali strumenti organizzativi dell'am-biente operativo di AutoCad.

Cosa bisogna fare per costruireun menu ad Icone?

Facciamo qualche passo indietro.La personalizzazione di AutoCad può es-sere eseguita in diversi modi e livelli. Adesempio creando una libreria di oggettirichiamabili in qualsiasi momento (usodei BLOCCHI). creando nuovi menu omodificando quelli esistenti, creandodelle Macro di comandi per accelerareprocessi costruttivi del disegno, oppuresviluppando con l'AutoLisp nuovo co-mandi o vere e proprie applicazioni.

Cerchiamo di rendere «operativi»questi concetti attraverso un sempliceesercIzIo.

Supponiamo di avere a disposizioneuna libreria di «blocchi» che rappresen-tino in pianta degli elementi di arredo.Tali elementi sono memorizzati in altret-tanti file di tipo DWG e sono organiz-zabili per «argomento».

L'esempio più semplice è quello rap-presentato dal catalogo della CeramicaPozzi, disponibile proprio in formato Au-toCad e quindi pronto ad essere utiliz-zato dai vari progettisti ed installatori

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Figura 2 - CeramicaPozzi - 51ide con tutti isanitari Pozzi.Abbiamo preso spuntoda un software prodot-to dalla Ceramica Pozzi,che mette a disposizio-ne del vasto mercatodei progettisti e degli in-stallatori di sanitari uncatalogo. In pratica sitratta di un catalogo,con i propri articoli giàdisegnati.

Figura 4 - AutoCad 386Menu ad Icone Realiz-zato./I sistema più evolutoper il richiamo dei bloc-chi disponibili è rappre-sentato dal menu, quivediamo quello ad ico-ne, che permette ancheuna organizzazione logi-ca dei blocchl~ nonchél'aggancio automatico aroutine Lisp per il posi-zionamento corretto delblocco stesso all'inter-no del disegno che sista sviluppando.

GRAFICA

zare i numerosi file in modo da render-ne il più semplice possibile il loro utiliz-zo.

Le soluzioni possono essere numero-se. La più semplice è quella di racco-gliere tutti i disegni in un'unica slide (fig.2) e di inserire accanto ad ogni modello

Figura 3 - ProgrammaAusiliario AutoMana-ger.Una valida alternativaper la visualizzazioneveloce dei vari file coni disegni/blocchi è co- .stituita dai prodotti au-siliari, come questoAutoManager, che per-mette di aprire e posi-zionare in varie fine-stre, insieme alla Oire-ctory, più disegni con-temporaneamente, deiquali si può avere an-che una videata di 5ta-tus.

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GRAFICA

STRUTTURA DEL MENU DI ESEMPIO

il nome del file corrispondente. La slidesi può richiamare e scaricare in qualsiasimomento senza che interferisca con ilnormale lavoro in corso.

Una seconda soluzione è quella di ri-correre ad un programma ausiliario,che, come diremo tra un po', è facil-mente richiamabile dall'interno di Auto-Cad, che permetta di controllare e ricer-care i vari file (fig. 3).

La soluzione più evoluta, ed è quellaadottata nel catalogo Pozzi, è quella diorganizzare i vari disegni in un sistemadi menu ad Icone che lancia anche, unavolta scelto il modello, una routine peril posiziona mento dello stesso nel dise-gno in corso (fig. 4).

Gli argomenti che tratteremo, ma lofaremo in forma molto discorsiva, sonoin definitiva tre:come attivare comandi esternicome intervenire sul sistema dei menua tendinacome realizzare un menu ad icone.

Ci appoggeremo su uno flusso logicoche è sempre meglio aver ben chiaro,anzi è sempre meglio avere formalizza-to (fig. 5), prima di cominciare a lavoraresul programma.

La struttura dei file di menuI file di menu in AutoCad hanno l'e-

stensione MNU e sono dei semplici fileASCII, quindi senza nessun tipo di co-dice di formattazione del testo.

I menu possono essere attivati dall'in-terno di AutoCad tramite il comando

. MENU e quindi, rispondendo alla suc-cessiva richiesta del comando, con ilnome del file. Una volta caricato il fileMNU AutoCad provvede a compilarlo.

Questo processo produce un nuovofile che ha lo stesso nome ma esten-sione MNX, e lascia naturalmente intat-to il file sorgente MNU. Il menu cosìcompilato risulta più veloce in fase dicaricamento e di visualizzazione (nelleprime versioni il menu non veniva com-pilato).

Da tale momento in poi AutoCad uti-lizza solo la versione compilata del me-nu, fino a quando ovviamente il file sor-gente non venga di nuovo modificato.

Nel nostro caso modificheremo diret-tamente il menu base di AutoCad, checorrisponde al file ACAD.MNU. Quindiper prima cosa occorre fare una copia diquesto file cambiandogli il nome, peresempio:

COpy ACAD.MNU MICROC.MNU

Abbiamo detto che i file MNU sonodei file di tipo ASCII e quindi possonoessere creati con un qualsiasi WordProcessor o Editor. Per il nostro eser-

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···POPe

ICONE

ICONE

ICONE

ICONE

cizio si è ad esempio usato il NortonEditor NE.COM.

Certamente risulta un po' scomododover ogni volta uscire da AutoCad, en-trare nell'editore testi, eseguire le mo-difiche, uscire dall'editore e rientrare inAutoCad per eseguire il test.

AutoCad dispone di un primo livello dipersonalizzazione, che corrisponde allapossibilità di richiamare dall'interno del-l'ambiente grafico, quindi senza doverabbandonare il disegno, un editore di te-sti o qualsiasi altro programma.

In pratica occorre, per poter fare que-sto, modificare un piccolo, ma impor-tante, file che si chiama ACAD.PGP (fig.6) ed è anche questo di tipo testuale.

CATALOG,DIR /W,27000,*Files: ,0DEL,DEL,27000,File to delete: ,0DIR,DIR,27000,File specitication: ,0EDIT,EDLIN,27ooo,Dome file: ,48H,,27000,*008 Command: ,0SHELL,,127000,*DOS Command: ,0TYPE,TYPE,27000,File to list: ,0NE,NE,lS0000,Nome del File: ,4PARTNER,PARTNER,128000,,4AH,AM, 450000,,4

Figura 6 - AutoCad 386 - Listato del file ACAD.PGP.Si tratta di un file testuale in cui, secondo una sem-plice codifica, descritta nel testo, si definiscono icomandi di tipO DOS o richiamabili dal prompt delDOS che si vogliono poter richiamare anche dal-t'interno di AutoCad. Tali comandi diventano coman-di AutoCad a tutti gli effetti e sono quindi eseguibilisia dal prompt sia inseribili in sistemi di menu.

Figura 5 - AutoCad 386Schema logico ed or-ganizzativo dei menu.Qui abbiamo schema-tizzato il flusso logicodei menu che vogliamorealizzare e che servo-no per il caricamento dialcuni blocchi (disegnigià realizzatI) o per t'e-secuzione di una seriedi programmi esterniad AutoCad, ma vistidallo stesso come fos-sero dei comandi inter-ni.

~----- l.OOOHl1-----Bl.OCCHl~.-.-- lOCCHl1m

- 8l.000Hl

Questo file permette di eseguire dal-l'interno di AutoCad comandi esterni, adesempio comandi DOS.

Inizialmente, prima delle modifiche, sisviluppa su cinque righe. Ogni riga ècomposta da cinque parametri, separatida una virgola, e rappresenta un coman-do eseguibile da AutoCad.

Il primo parametro è il nome del co-mando che occorre digitare dall'internodi AutoCad.Il secondo è il comando che deve es-sere eseguito dal DOS.

Il terzo parametro è la quantità di me-moria che occorre per caricare ed ese-guire il comando (per un editore di testioscilla tra i 128K e i 256K).

Il quarto, opzionale, è il messaggio dirichiesta del parametro da associare alnome del comando, qualora questo co-mando accetti un parametro (nel nostrocaso NE <nome file».

Il quinto è un codice numerico chepermette di rientrare in AutoCad nell'e-ditore disegni (4) o in modo testo (1).

Quindi volendo aggiungere una rigaper inserire un nuovo comando di 'Au-toCad che possa caricare l'editore di te-sti occorre scrivere:

NE,NE,150000,Nome del File ,4

e quindi salvare la nuova versione delfile ACAD.PGP.

Quindi ogni qualvolta dall'interno diAutoCad si digiterà il comando NE,verrà richiamato l'editore (nel nostro ca-

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"'POP8[Aiuto][Aiuto]'aiuto[-..][EditorerC~CNE[PartnerrC'CPARTNER[ManagerrC'CAM

"'POP9··P9a[ARREDI)[Sanitari]SP9=P9b SP9='[Cucine]SI=KITC SI='[Soggior·1(Lenii(-..]{Infissi]"P9b[SANITARII[Lavabi]SI=LAV SI='[Wc]SI=TAZ SI='[Bidet]SI=BIDT SI='[Vasche]SI=VASC SI='[Docce]SI=VASC SI='[-"1[arredi)SP9=P9A SP9='

"'ICON"LAV[LAVABII[LAV1rC'CINSER:LAV1 :(LAV2rC'CINSER:LAV2:[LAV3rC'CINSER:LAV3:[LAV41'C-CINSER:LA V4:[LAV5rC~CINSER:LAV5:[LAV6rC'CINSER:LAV6:( Uscire I-C-C"TAZ(TAZZE][WCl rC'CINSER:WC1:[WC2rC'CINSER:WC2:[WC3rC-CINSER:WC3:[WC4rC~CINSER:WC4:[ Uscire rC-C"BIDT[BIDETI[BID1rC'CINSER:BID1:(BID2rC'CINSER:BID2:(BID3]~C~CINSER:BID3:[BID41~C'CINSER:BID4:I Uscire )-C-C"VASC[VASCHE/DOCCE][VAS1rC~CINSER:VAS1 :[VAS2rC'CINSER:VAS2:[DOC11-C~CINSER:DOC1:[DOC21'C'CINSER:D0C2:[ Uscire rC-C"KITC(LAVABI CUCINEIILAVCUl rC'CINSER:LAVCU1:[LAVCU21'C~CINSER:LAVCU2:ILAVCU3rC~CINSER: LAVCU3:[LAVCU4rC~CINSER: LAVCU4:I Uscire rC-C

Figura 7 - AutoCad 386 . Listato del file *.MNU .Stralcio. La strada più semplice per cominciare ipropri esperimenti sui menu è quella di duplicare ilmenu standard (ACAD.MNU) e di modificarne delleparti via via più consistenti.

so sempre NE), che visualizzerà la ri-chiesta «Nome del file». Una volta sododisfatta la richiesta, il file NE verrà ca-ricato assieme al file di cui si è digitatoil nome.

Torniamo ai menue al nostro esercizio

Dall'interno di AutoCad lanciamo l'e-ditore testi e carichiamo il menu Base diAutoCad, che abbiamo appena copiatoe rinominato MICROC.MNU.

Quello che ci scorre sotto gli occhi èil lunghissimo listato del menu Auto-Cado Ne vediamo uno stralcio, realizzatodopo il nostro intervento, in figura 7.

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Figura 8 -AutocCad 386Concetto di BloccoQui vediamo un ((bloc-CO", che, per i non ad·detti ai lavori, ricordia-mo essere un disegnomemorizzato in un fileAcad (desinenza DWG)a tutti gli effetti. Se taliblocchi, come nel no·stro caso, sono decinee decine il modo piùsemplice per ricordarse-li è quello di costruireuna slide che li conten-ga.

Diamo quindi uno sguardo alla sua or-ganizzazione.

Ci sono innanzitutto delle SezioniPrincipali che sono identificate da eti-chette di sezione, precedute da treasterischi. Ogni sezione gestisce una ti·pologia di menu dello schermo o unmenu da associare allo strumento dipuntamento:

1 - *** BUTTONS . sezione che gestisce icomandi richiamabili dal dispositivo di punta-mento.2 - *** AUX1 - sezione dedicata ai comandieseguibili da un tastierino ausiliario.3 - *** POP1..,POP10 - sezione dedicata aicomandi eseguibili dal menu a tendina. Pos-sono essere costruite fino a 10 tendine.4 - *** ICON - sezione che permette la ge-stione di comandi richiamabili dai menu adicone.5 - *** SCREEN ' è la sezione più corposa.Contiene i comandi che devono apparire nelmenu laterale di schermo.6 - *** TABLET1."TABLET4 . sezione chegestisce la disposizione dei comandi esegui-bili dalla tavoletta.

Ogni sezione principale può averedelle sottosezioni cui si può fare riferi·mento da qualsiasi punto del menu.Ogni sottosezione è praticamente uncontenitore di sequenze di comandi ri-chiamabili con lo strumento puntatore.

Per identificare una sottosezione siusano due asterischi seguiti dall'etichet-ta della sottosezione, ad esempio:

**0IS1

Per i riferimenti la sintassi è la se·guente. Si usa il simbolo $ seguito dallalettera che identifica la Sezione princi-pale, seguita dal segno di = e dal nomedella sottosezione:

$B = $<sottosezione> rimanda alle sotto-sezioni della sezione BUTTO NS.$A1 = rimanda alla sezione AUX1.

GRAFICA

$Pn= $< sottosezione> rimanda alle sotto-sezioni relative all'n-simo menu a tendina.$1 = $<sottosezione> rimanda alle sottose-zioni del menu ad icone.$Tn= rimanda alle 4 sottosezioni del menudi tavoletta.

Come risulta evidente da tale sintassiA 1 e Tn non possono essere ulterior-mente ramificati.

Il nome del comando che deve appa-rire sullo schermo viene scritto fra pa-rentesi quadre.

Di seguito, dopo aver inserito undoppio 'C, che in pratica ha il significatodi interruzione dell'azione precedente,occorre scrivere il comando, oppure unaMacro (una sequenza di comandi), o uncomando Lisp.

Questo può essere scritto diretta-mente nel file di menu o può essereun nome di file LSP, che viene richia-mato. Torniamo ora al nostro obiettivo,che è quello di costruire uno o più me-nu ad icone richiamabili da un menu atendina.

Per costruire un menu ad icone oc-corre:1 - Preparare, per ogni opzione che do-vrà essere richiamata dal menu ad ico-ne, un file diapositiva (* .SLD)2 - Inserire nel file *.MNU i comandi re·lativi all'attivazione del menu ad icone.

Come primo passo si caricano unoper uno tutti i blocchi che si vogliono ri-chiamare dal menu ad icone, e per ogniblocco si esegue uno ZOOM FINE-STRA, in modo che il blocco stesso oc-cupi l'intera area dello schermo, ed in-fine si genera, con il comando GENOlA,una diapositiva (fig. 8).

Naturalmente sarà bene dare una co-difica logica ai file con le diapositive inmodo che siano facilmente identificabili.

A questo punto si può intervire nel fi-le di menu, cercando la sezione***ICON e creando una sottosezione inquesto modo:

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GRAFICA

Figura 9 - AutoCad 386 - Il bagno ... finito.La tendenza e la convenienza a lavorare con i blocchi verrà esaltata dalla versione Il di AutoCad che èparticolarmente studiata per lavorare in Rete. Il blocco diventa una risorsa condivisibife. Ouesto favoriràsempre di più la diffusione di AutoCad anche nei grossi Studi Tecnici di progettazione.

***ICON* *sottosezione

***POP9**nome della sottosezione[TITOLO TENDINAI[NOME OPZIONE] $i=<sottosezione>$i=*

e da qualche altra parte ci deve essere,come detto prima:

Figura IO - AutoCad 386Particolare dei menu.Oui vediamo un collagedi menu che mostra In-sieme (nella realtà ne ap-pare uno alla volta) ime-nu costruiti nell"eserci-zio. Ricordiamo che labarra dei menu può con-tenere al massimo IOopzioni. Una opzionepuò richiamare un altromenu a tendina oppureun menu a icone, oppu-re può eseguire un co-mando ((nativo)), unamacro. un comando L,-sp, ecc.

Terminata questa fase di scrittura oc-core salvare il file MNU modificato erientrare nell'editore disegni, da dove sideve testare il nuovo menu.

Bisogna però ricordarsi di rieseguirnela compilazione, richiamandolo con il co-mando MENU che rigenera un nuovo fi-le MNX.

icone, seguito dal riferimento della se-zione principale e della sottosezione,aggiungendo di seguito il riferimento $i= * che permetterà fisicamente l'aper-tura e la visualizzazione della finestracontenente le icone.

Ecco come deve apparire la sequenzadel menu:

ConclusioniPer esercizio potete sviluppare il me-

nu ***POP8 in cui inserire le opzioniche richiamano direttamente i comandielencati nel file ACAD.PGP, di cui ab-biamo parlato prima e che potete vede-re già realizzato nelle immagini a corre-do (fig 10).

Per concludere non possiamo far al-tro che confermare la facilità ed imme-diatezza delle funzionalità di personaliz-zazione dell'ambiente AutoCad, vera-mente alla portata anche dell'utentemediamente esperto.

È infatti con lo sfruttamento di talipossibilità che AutoCad diventa unostrumento altamente professionale, co-me dimostra la sua diffusione tra vastecategorie di tecnici e progettisti.

nel menu a rotolo (AutoCad chiama cosìla barra del menu principale).

Occorre cercare, nel listato del menu,la sezione ***POPn e semplicementeaggiungere la nuova tendina ***POP9.

Quindi occorre creare una sottosezio-ne.

Nel caso volessimo aprire una secon-da tendina dall'interno della tendina***POP9 si deve creare una secondasottosezione.

In pratica scegliendo Sanitari dal nonomenu "Arredi», il nono menu stessoviene sostituito da un menu con i "Sa-nitari».

Analogamente per gli altri sottomenudel primo livello.

Dopo aver inserito il titolo della ten-dina, sempre fra parentesi quadre, biso-gna scrivere il nome dell'opzione (max 8caratteri). che deve lanciare il menu ad

[USCIRErCC

A questo punto, per consentire il ri-chiamo del menu ad icone da una ten-dina legata a sua volta ad una opzionedella barra di menu, bisogna vedere co-me si fa ad inserire una nuova tendina

***ICON**nome della sottosezione

I punti e virgola hanno valore di<RETURN>.

Terminata la sequenza delle diaposi-tive occorre inserire un'uscita in questomodo:

***ICON**nome della sottosezione[TITOLO DELLA FINESTRA][NOME SLlDE]TTINSER;nome del blocco;

Occorre poi scrivere fra parentesiquadre il titolo del menu ad icone, cheverrà visualizzato nella parte alta della fi-nestra di dialogo.

Nella riga successiva occorre inserire,sempre fra parentesi quadre, il nomedella diapositiva che deve essere visua-lizzata, ma senza l'estensione SLD,quindi il comando o la sequenza di co-mandi che devono essere eseguiti. Nelnostro caso si tratta del comando IN-SER che permette di richiamare unblocco:

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MDUSE PER PC + SOFTWARE L.CONNETTORE 9/25 PIN M/F L.TAPPETlNO PERMOUSE L.MDUSE PER AMlGA L.DEVIATORE ANTENNA TV L.MULTIPRESA ITALIANA L.DUPLICATORE PER COMMOD. 64L.CAVO CENTRONICS PARALL. L.CAVO CENTR.-CENTR. L.CAVO MASCHI-FEMMINA L.DATA SWITCH PARAL. 2 VIE L.DATA SWITCH SER. 2 VIE L.DISCHETTO PULIZIA 5"1/4 L.DISCHETTO PULIZIA 3"1/2 L.VASCo P.DISK 3"1/2 40 POS L.VASCo P.DISK 3"1/2 80 POS L.VASCo P.DISK 5"1/4 50 POS L.VASCo P.DISK 5"1/4 100 POSL.COPERTINA PER PC L.SUPPORTO PER PC IN VERT. L.SUPPORTO IN PLEX. 80 COL. L.SUPPORTO IN PLEX.136 COL.L.SUPPORTO STAMP.ECONa-1ICOL.JOYSTICK AEROCLOCHE VG5600L.MOUSE PER COMMODORE 64 L.TRACKBALL L.

A91-01A91-02A91-03A91-04A91-05A91-06A91-07A91-0BA91-09A91-10A91-11A91-12A91-13A91-14A91-15A91-16A91-17A91-18A91-19A91-20A91-21A91-22A91-23A91-25A91-26A91-27

ACCESSORI

B286-01B PC 286-12 DESK+DUAL+FDD1.2L. 530.800B286-01B2 PC 286-12 DESK+DUAL+FDD1.4L. 530.800B286-02B PC 286-12 TOW.+VGA+FDD1.4 L. 594.700B286-03B PC 286-16 TOW.+VGA+FDD1.4 L. 621.700B286-04B PC 286-16 TOW.+VGA+FDD1.2 L. 770.800B386-02B PC 386-25 TOWER + VGA L.l.106.700M/F-LAN01 SPOT LAN STATION 80286 1MB

CASSA SLIM AT + FDD 1.4 L. 617.S00

GRUPPO PRIMA

CONFIGURAZIONI PC "OLIVER" ASSEMBLATE E TESTATECOMPLETE DI TASTIERA ITALIANA

Via P Cavallolti, 22 42100 Reggio Emiliale] 0522 - 512751 fax 0522 - 513129

45.20072.10060.100

87.800118.000138.200180.300162.000135.200180.300213.400

69.30079.000

127.300115.000157.700269.600

38.50022.100

press<Jffice Automation

TASTIERA 102 TASTI L.TASTIERA MINI 84 TASTI L.TASTIERA MICROSW. 102 T. L.

C91-50C91-51C91-52

CASSE E TASTIEREC91-01 C. FLIP TOP AT + ALIM. L.C91-02 C. C91-01 CON DISPLAY L.C91-03 C. SLIDE AT + ALIM. L.C91-04 C. ELEGANT AT+ALIM.+DISP. L.C91-05 C. SLIM SLIDE AT+LED+ALIM.L.C91-06 MINITOWER CON ALIMENTATOREL.C91-07 TOWER MEDIO+ALIM. E DISP. L.C91-08 TOWER BIG + ALIM. E DISP. L.

SCHEDE PER COMPUTERS91-01 SCHEDA VGA 256K 2 LAYER L.S91-02 SCHEDA VGA 256K 4 LAYER L.S91-03 SCHEDA VGA 512K 4 LAYER L.S91-04 SCHEDA MADRE 286 12 MHZ L.S91-05 SCHEDA MADRE 286 16 MHZ L.S91-06 SCHEDA MADRE 386 25MHZ L.S91-07 SCHEDA MULTI I/O IDE+CAVI L.S91-08 SCHEDA CONTROLLER ATBUS L.