I mangiatori di patate, 1885, olio su tela, cm...

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VINCENT VAN GOGH (1853 1890) OLANDA La vocazione alla pittura in Van Gogh è tardiva. Nato nel 1853 in Olanda, a 16 anni interrompe gli studi e inizia a lavorare come commesso presso la casa d’arte Goupil, dapprima a L’Aja e poi nelle sedi di Parigi e Londra. Licenziato, torna in Olanda e, dopo varie vicissitudini, si trasferisce in Belgio, nel Borinage, dove ottiene la nomina di evangelista laico in un paese di minatori. Profondamente scosso dalla loro miseria, li assiste con uno slancio e una dedizione tali da allarmare i suoi superiori, i quali, dopo sei mesi, lo sciolgono dall’incarico. Van Gogh da quel momento continua la sua opera in condizioni di assoluta indigenza. Trascorre anni di grande malinconia e smarrimento e il suo turbamento, con l’intensa partecipazione ai drammi dei poveri, traspare nelle serie di dipinti che realizza. Uno dei capolavori di questo “periodo olandese” è I mangiatori di patate. Lo spazio angusto e misero dell'abitazione, la luce fioca evidenziano l’assoluta povertà dei protagonisti, fra i quali, la bambina posta al centro di spalle, chiude la scena. I volti e le mani deformati esagerano la realtà e la rendono più intensa. Van Gogh rifiuta ogni abbellimento, anche con il colore scuro, terroso, monocromatico, la luce giallastra vuole mostrare le faticose condizioni di vita: lavoro, fatica, sofferenza, stenti e povertà sono i temi ai quali l'artista partecipa con la realizzazione di questo dipinto. Egli infatti, sempre, quando dipinge, manifesta le proprie emozioni e i propri stati d’animo, ponendo le basi dell’Espressionismo. I mangiatori di patate, 1885, olio su tela, cm 93x72

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VINCENT VAN GOGH (1853 – 1890) OLANDA La vocazione alla pittura in Van Gogh è tardiva. Nato nel 1853 in Olanda, a 16 anni interrompe gli studi e inizia a lavorare come commesso presso la casa d’arte Goupil, dapprima a L’Aja e poi nelle sedi di Parigi e Londra. Licenziato, torna in Olanda e, dopo varie vicissitudini, si trasferisce in Belgio, nel Borinage, dove ottiene la nomina di evangelista laico in un paese di minatori. Profondamente scosso dalla loro miseria, li assiste con uno slancio e una dedizione tali da allarmare i suoi superiori, i quali, dopo sei mesi, lo sciolgono dall’incarico. Van Gogh da quel momento continua la sua opera in condizioni di assoluta indigenza. Trascorre anni di grande malinconia e smarrimento e il suo turbamento, con l’intensa partecipazione ai drammi dei poveri, traspare nelle serie di dipinti che realizza.

Uno dei capolavori di questo “periodo olandese” è I mangiatori di patate. Lo spazio angusto e misero dell'abitazione, la luce fioca evidenziano l’assoluta povertà dei protagonisti, fra i quali, la bambina posta al centro di spalle, chiude la scena. I volti e le mani deformati esagerano la realtà e la rendono più intensa. Van Gogh rifiuta ogni abbellimento, anche con il colore scuro, terroso, monocromatico, la luce giallastra vuole mostrare le faticose condizioni di vita: lavoro, fatica, sofferenza, stenti e povertà sono i temi ai quali l'artista partecipa con la realizzazione di questo dipinto. Egli infatti, sempre, quando dipinge, manifesta le proprie emozioni e i propri stati d’animo, ponendo le basi dell’Espressionismo.

I mangiatori di patate, 1885, olio su tela, cm 93x72

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PARIGI Nel febbraio del 1886 Van Gogh si reca a Parigi, dove lo ospita il fratello Theo, con il quale avvierà un intenso e commovente rapporto epistolare e che lo sosterrà e lo aiuterà economicamente per tutta la vita. Nella capitale rimane affascinato dalle opere degli impressionisti e dai loro colori pieni di luce. La sua pittura cambia: il colore si accende, si illumina e si fa più espressivo. La tempera viene stesa con marcate pennellate,spesso talmente cariche di materia, da apparire in rilievo. Ciò conferisce alla sua pittura un senso del volume e della tridimensionalità che si può cogliere solo osservando i suoi quadri dal vero. Nel 1888, stanco della vita parigina, Van Gogh si trasferisce in Provenza, ad Arles e realizza opere nelle quali trasferisce tutta la propria impetuosa personalità.

Parigi, estate-autunno 1886 All’amico pittore Levens

Ad Anversa non sapevo neppure che cosa fossero gli Impressionisti; adesso li ho veduti, e pur non facendo parte del loro clan ho molto ammirato alcuni dei loro quadri. (…) Ho dipinto una serie di studi di colore, semplicemente fiori, papaveri rossi, fiordalisi, nontiscordardimè azzurri, rose bianche e rosa, crisantemi gialli, cercando contrasti di blu con arancione, di rosso con verde, di giallo con violetto. Ho fatto anche una dozzina di paesaggi decisamente verdi o decisamente blu.

Vaso di papaveri, 1886, cm 56x46.5

Campo di grano con allodola, 1887, cm 54x65.5

Parigi, estate-autunno 1887 Alla sorella Wilhelmina

Il mio progetto è di andare , non appena potrò, a trascorrere un po’ di tempo nel Mezzogiorno,dove c’è più colore, più sole. Ma ciò cui soprattutto spero di arrivare, è di dipingere un buon ritratto.

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ARLES Nel quadro La camera da letto gran parte dello spazio della tela è occupato dal pavimento fatto di assi di legno. L’elemento dominante della scena però è il letto - sempre in legno - dell'artista, sia per come è rappresentato e per le dimensioni, sia anche per il suo colore di un giallo-oro. Vi sono poi due porte chiuse che danno su altre stanze, altre suppellettili e in fondo, una finestra con le due imposte socchiuse, dalla quale sembra filtrare una particolare luce intensa. Gli oggetti sono rappresentati in una prospettiva forzata: le sedie, il tavolino, i quadri appesi alle pareti, infatti, non hanno lo stesso punto di fuga. Il senso di profondità è dato dalle linee oblique tracciate sul pavimento, che conducono il nostro sguardo verso la finestra socchiusa. La luce dell’ambiente viene espressa dai colori stessi che l'artista utilizza - accostando sapientemente colori complementari - e dalla quasi totale assenza di ombre.

Van Gogh vuole dare la sensazione di un luogo intimo e tranquillo e in una lettera indirizzata al fratello Théo, scriverà: ”… il colore deve fare tutto e accentuando, così semplificato, lo stile degli oggetti, dovrà suggerire il riposo o il sonno in generale.”

La camera da letto , 1888, olio su tela, cm 72x90

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La sedia di Gauguin, 1888, olio su tela, cm 72.5x90.5 La sedia di Vincent , 1888, olio su tela, cm 73.5x93

Arles, 24 ottobre 1888 A Theo

Mio caro Theo, Come avrai saputo dal mio telegramma, Gauguin è arrivato in buona salute. Ho la massima fiducia che insieme faremo molte cose. E’ probabile che qui produca molto, e spero di farlo anch’io.e dunque spero che per te il peso sia un poco meno grave. Non posso farci niente se i miei quadri non si vendono. Ma verrà il giorno in cui si vedrà che valgono più del prezzo del colore e della vita, anche se molto misera, che ci sto rimettendo.

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Il contadino,ritratto di Patience Escalier, 1888, cm 50x60 Ritratto do Camille Roulin, 1888, cm 40.5x32.5

Arles, 11 agosto 1888 A Theo

Nel ritratto del contadino ho immaginato l’uomo terribile che dovevo fare in mezzo al forno della mietitura, in pieno Mezzogiorno. Da ciò gli arancioni sfolgoranti come ferro arroventato, da ciò i toni di oro vecchio luminoso nelle ombre. Ah, caro fratello… e le persone per bene vedranno in queste esagerazioni solo della caricatura.

Arles, primavera 1888 A Theo

Il cambiamento che vorrei provare a fare nella mia pittura è quello di far più figure… E’ la sola cosa che mi emozioni fino in fondo, e che mi faccia sentire, più di tutto il resto, l’infinito. Ho molta fiducia quando faccio i ritratti, sapendo che questo lavoro è molto più serio.

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La notte stellata sul Rodano ,1888,olio su tela, cm 73.7x92.1

Arles, seconda metà di luglio 1888 A Theo

E’ veramente un fenomeno strano che tutti gli artisti, poeti, musicisti, pittori, siano materialmente degli infelici – anche quelli felici. Ciò riporta a galla l’eterno problema: la vita è tutta visibile da noi, oppure ne conosciamo prima della morte solo un emisfero? Dichiaro di non saperne assolutamente nulla, ma la vista delle stelle mi fa sempre sognare, come pure mi fanno pensare i puntini neri che rappresentano sulle carte geografiche città e villaggi.

Arles, 10 settembre 1888 A Theo

Ma un giorno o l’altro vedrai un quadro della casetta sia in pieno sole, sia con la finestra illuminata e il cielo stellato. Ormai puoi far conto di possedere qui a Arles la tua casa di campagna. Perché io sono entusiasta dell’idea di arredarla in modo che tu ne sia contento. (…) la stanza dove sarai tu, o che sarà di Gauguin, se verrà. Avrà sui muri bianchi una decorazione di grandi girasoli gialli

Arles, 18 settembre 1888 A Theo

E non ho dubbio che se Gauguin venisse, amerebbe questo paese. Se tutto ciò che facciamo si affaccia sull’infinito, se si vede il proprio lavoro trarre la sua ragione d’essere e proiettarsi al di là, si lavora più serenamente.

La casa gialla ,1888,olio su tela, cm 76x94

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La notte stellata raffigura un paesaggio notturno dove il cielo, vero protagonista, occupa più di metà della tela. In basso le colline circondano un piccolo paese addormentato, dove solo poche luci sono ancora accese. Un cipresso, soggetto caro a Van Gogh, in primo piano a sinistra è mosso dal vento. La composizione è resa dinamica dalla linea inclinata delle colline, dal movimento vorticoso del cielo e dall'asimmetria determinata dal cipresso. Dominano il blu e il giallo, i colori preferiti dell'artista, stesi con pennellate forti, vorticose, dense di colore. La calma inquietante del cielo notturno è turbata da spirali di luce e di ombre, che sembrano inseguirsi tra una stella e l’altra. Van Gogh non vuole rappresentare l'immagine realistica di un cielo stellato ma esprimere la sua emozione alla vista di quel cielo.

La notte stellata ,1889,olio su tela, cm 73.7x92.1

SAINT REMY

Rami di mandorlo in fiore ,1890,olio su tela, cm 73.5x92

Questo quadro è il dono che Vincent fa al fratello per la nascita del nipotino.

A Theo L’ho dipinto con calma e con maggior sicurezza di tocco. E’ comunque meglio mettere al mondo un figlio, che soffrire continuamente per generare quadri.

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Campo di grano con corvi, 1890, cm 50.3x103

Auvers-sur-Oise, luglio 1890 A Theo

Mio caro Theo, Mi sono rimesso al lavoro, anche se il pennello quasi mi casca dalla mano; e ho dipinto tre grandi tele. Sono immense distese di grano sotto cieli tormentati, e non ho avuto difficoltà per cercare di esprimere la tristezza, l’estrema solitudine.

Il 27 luglio 1890 Vincent Van Gogh si spara un colpo di rivoltella proprio nel campo di grano rappresentato in questo quadro, considerato l’ultimo dipinto dall’artista.

AUVERS SUR OISE

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Campo di grano sotto un cielo nuvoloso, 1890, cm 50x100

Auvers-sur-Oise, luglio 1890 A Theo

La tristezza durerà comunque tutta la vita. Ora desidererei ritornare.