I Longobardi In Friuli

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Ricerca sui Longobardi in Friuli.Classe prima, scuola media.Autore: Valentina Tomada - S. Giorgio della Richinvelda (PN)

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I Longobardi in FriuliLa StoriaI Longobardi, uomini dalla lunga barba, capelli biondi, e statura abbastanza alta, abili guerrieri e soprattutto orafi erano una popolazione di origine Scandinava, giunsero in Germania settentrionale in et imperiale, successivamente si spostarono in Ungheria e da qui nel 568 alla volta dell'Italia.

I Longobardi si insediarono nelle zone pi fertili, a difesa dei guadi, ponti,

strade, quindi vicino ai fiumi ed alle grandi vie di comunicazione. L'insediamento longobardo costitu un grande cambiamento dal punto di vista sociale, politico ed economico. I Longobardi portarono nuovo vigore e sostituirono i Romani nella guida politica e come proprietari terrieri, per, a differenza dei loro predecessori, i nobili longobardi risiedevano nelle terre di loro propriet. Riorganizzarono i loro domini ripopolando il territorio con la costruzione di nuclei abitati legati alla funzione di presidio delle strade ricostruite e rese pi sicure. Il re Alboino fece costruire a Forum Julii (l'attuale Cividale) una base militare capace di resistere ad un eventuale attacco bizantino poich riteneva essenziale guardarsi le spalle per poter avanzare con sicurezza, nel nord dell'Italia e per assicurarsi di avere libera la via della eventuale ritirata, che venne affidato al nipote e scudiero Gisulfo I. Fin dalle sue origini il ducato del Friuli ebbe un ruolo militare (quindi anche politico) di primo piano. Tra i successori di Gisulfo I, Gisulfo II noto per la sua valorosa resistenza contro gli Avari, che si dice siano stati mandati dal re Agisulfo per bloccare il tentativo di ribellione del duca. Agli inizi dell'VIII secolo il ducato pass a un uomo infido e superbo: Ferdulfo che, desideroso di gloria facile, convinse degli Slavi a invadere il ducato, la battaglia per fu vinta dagli Slavi, aiutati anche da alcuni errori tattici dei difensori ed alla fine colui che desiderava la gloria fu ucciso in battaglia. Fu molto breve anche il ducato del successore di Ferdulfo, che presto venne accecato e deposto per un offesa al re. Nel 776 alla dominazione longobarda si sostitu quella franca, che port molti cambiamenti dal punto di vista dell'organizzazione del territorio, della societ e dell'economia.

I Longobardi hanno lasciato molte tracce della loro presenza, sopratutto a Cividale. All'interno del Duomo si trovano le pi grandi testimonianze longobarde e dell'alto medioevo: tra i reperti longobardi si pu trovare un altare in pietra chiamato anche altare di Ratchis, che venne donato da Ratchis (duca del Friuli dal 773 al 74, in seguito eletto re dei longobardi).

Altare di Ratchis

Un'altra grande testimonianza il Tempietto Longobardo, costruito intorno al 760, al cui interno ormai rimangono pochi degli affreschi originali, ma la cui celebrit dovuta alle 6 statue di sante scolpite sulla parete a ovest, quella dell' ingresso originale, risalenti, insieme alle altre decorazioni di stucco, appena alla met del VIII secolo.

Interno del tempietto longobardo

CuriositAllo stesso modo mosse dall'isola chiamata Scandinavia pure il popolo dei Winnili, cio dei Longobardi, che poi regn felicemente in Italia, e che trae origine dai popoli germanici. I popoli che la abitavano, moltiplicatisi al punto da non potervi oramai vivere insieme, si divisero in tre parti e affidarono alla sorte la scelta di quale di loro dovesse lasciare la patria e cercare nuove sedi. Il gruppo cos designato ad abbandonare la terra natale e ad andare in cerca di paesi stranieri, si sceglie due capi, Ibor e Aio, che erano fratelli, nel pieno della giovinezza e pi di altri valorosi, e si mette in cammino, dicendo addio alla propria gente ed alla patria, per trovare delle terre dove potere vivere e stabilirsi. Era madre di questi capi Gambara, donna fra loro forte di ingegno e provvida nel consiglio, sulla cui saggezza essi facevano grande affidamento per le situazioni difficili.

Una pagina della "Historia Langobardorum" di Paolo Diacono

Cos Paolo Diacono, storico longobardo, narra la saga delle origini del suo popolo nel VIII secolo, cio quando l'epopea del suo popolo si era appena consumata e Carlo Magno, re dei Franchi, aveva appena conquistato l'Italia del Nord. I Winnili, originario nome dei Longobardi, muovono dalla Scania intorno al I secolo A.C: Occorre per sottolineare, come sostiene lo storico Jorg Jarnut e contrariamente a quanto narrato da Diacono, come pi che per ragioni demografiche le ragioni della grande migrazione sarebbero da attribuire alla voglia di avventura e bramosia di bottini, anche se difficile fare supposizioni vista la difficolt a reperire fonti certe che possano avvalorare in modo definitivo le origini del popolo dei Longobardi

Croce di Gisulfo

I Longobardi erano abili cacciatori ed allevatori, sulla presenza degli animali fondavano la loro cultura alimentare e a loro si devono tutta una serie di alimenti, nati dalla necessit di conservare per i lunghi spostamenti le carni macellate: le conserve sotto sale (che essi importavano dalla saline di Comacchio) da cui trae, molto probabilmente, origine il prosciutto; le lunghe cotture che hanno dato origine ai nostri lessi, bolliti, stracotti, stufati e brasati...

Ma pur sempre di un popolo di conquistatori si trattava, con episodi crudelissimi: la povera Rosmunda, figlia del re dei Gepidi, prima di essere costretta a sposare Alboino, dovette bere vino usando come coppa il cranio del padre ucciso; se ne ricord quando colse l'opportunit di avvelenarlo e farlo morire tra atroci tormenti, La leggenda vuole che il nostro re fosse talvolta misericordioso: dopo l'assedio e la capitolazione di Pavia, come vendetta, egli ordin che tutti gli abitanti fossero uccisi e che la citt fosse distrutta; si incammin a cavallo verso le sue intenzioni ma, giunto fuori dalle mura, il cavallo si arrest e non volle proseguire. Alboino stizzito ordin ai cittadini di consegnare prigioniere dodici fanciulle, le ragazze uscirono ed una di loro recava fra le mani un pane dolce a forma di colomba; veduto il dolce il cavallo si mosse e condusse il re nella citt. Il fatto commosse (o forse spavent) il sovrano che, deposti i suoi propositi, risparmi la citt e ne fece la capitale del suo regno. A questo dolce simbolo di riconciliazione si sovrappose la tradizione cristiana della Pasqua. Il resto ancora oggi noto.