I° incontro I presupposti teorici e la normativa di ... · speciali e organizzazione territoriale...
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i Bisogni Educativi Speciali
I° incontro
I presupposti teorici
e la normativa di riferimento per l’inclusione
revisione a cura di Marco Zelioli - coordinatore GLIP di Milano – 22 e 23 gennaio 2014
2 USR Lombardia – Formazione BES
La sfida delle diversità contro l’egualitarismo
“non c’è peggiore ingiustizia che far parti eguali tra diversi”
(Don Milani, “Lettera a una professoressa”, 1967)
“al di là di ogni condizionamento interno od esterno alle persone, oltre ogni
svantaggio socio-culturale,
così come oltre ogni minorazione fisica o psichica o sensoriale,
il dato di fatto incontrovertibile, storico,
è che ogni uomo è diverso da ogni altro;
e non per niente, da che mondo è mondo, si definiscono gli altri come i
propri simili e non come i propri eguali” (M. Zelioli, “Le parole dell’handicap”, F. Angeli, Milano 2001, p.63)
3 USR Lombardia – Formazione BES
Cosa si intende per BISOGNO EDUCATIVO
BISOGNO E’ tutto ciò che urge come necessario per il mantenimento e la continuazione della vita non solo in senso materiale, ma anche in senso psicologico. E’ la più semplice forma di motivazione ed è presente in tutti i processi di adattamento.
BISOGNO EDUCATIVO E’ tutto ciò che urge come necessario per il mantenimento e l’incremento della conoscenza. Non è innato; va continuamente ri-motivato, necessita di accompagnamento e di adattamento alle varie situazioni.
4 USR Lombardia – Formazione BES
Cosa si intende per BISOGNO EDUCATIVO SPECIALE
L’espressione non è certo nuova. Già negli Anni ‘60 del secolo scorso, quando si iniziava appena a dibattere sull’eventualità di inserire i “fanciulli subnormali” nelle “classi comuni”,
era ben chiaro come tali alunni avessero “bisogni educativi speciali”.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Dopo che l’INSERIMENTO degli alunni con disabilità nelle scuole “di tutti” fu divenuto realtà, negli Anni ’70, si passò a considerare il bisogno della loro progressiva
INTEGRAZIONE scolastica. E oggi si parla di INCLUSIONE.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Comunque sia, il “bisogno educativo speciale”
non riguarda solo i disabili.
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La via italiana all’inclusione: le tracce di un cammino
1962 : Legge 1859 (istituzione della Scuola Media Unica)
1971 : Legge 118 (norme sugli “Invalidi civili”)
1977 : Legge 517 (abolizione delle classi differenziali, introduzione di “attività integrative” ANCHE per alunni disabili)
1978 : Legge 180 (“abolizione” dei manicomi)
1992 : Legge 104 (integrazione sociale delle persone handicappate)
2009 : Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità
2009 : Linee-guida per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità
2010 : Legge 170 (alunni con disturbi specifici di apprendimento – interventi compensativi e dispensativi)
2012 : Direttiva sugli alunni con BES
6 USR Lombardia – Formazione BES
I VARI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI
L’area dei Bisogni Educativi Speciali (in Inglese Special educational needs)
comprende “tre grandi sotto-categorie”:
• quella della disabilità [ della quale non parleremo qui ]
• quella dei disturbi evolutivi specifici
• quella dello svantaggio
socio-economico, linguistico, culturale [ anche di quest’area non parleremo qui ]
7 USR Lombardia – Formazione BES
I DISTURBI EVOLUTIVI SPECIFICI
• i DSA
dislessia, disgrafia, disortografia, discalculia, …
• i deficit • del linguaggio • delle abilità non verbali • della coordinazione motoria • dell’attenzione e l’iperattività
(cd. sindrome ADHD)
altre situazioni di “disturbi della crescita”
8 USR Lombardia – Formazione BES
DIRETTIVA BES: prendiamo delle indicazioni utili…
[dalla Direttiva ministeriale 27/12/2012 - Strumenti d’intervento per alunni con bisogni educativi
speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica] -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
“Al riguardo, la legge n. 53/2003 e la legge n. 170/2010 costituiscono norme primarie di riferimento cui ispirarsi per le iniziative da intraprendere con questi casi.” [punto 1.2]
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- “… vi è una
sempre maggiore complessità nelle nostre classi, dove si intrecciano
i temi della disabilità, dei disturbi evolutivi specifici, con le
problematiche del disagio sociale e dell’inclusione degli alunni
stranieri. Per questo è sempre più urgente adottare una didattica che
sia “denominatore comune” per tutti gli alunni e che non lasci indietro
nessuno: una didattica inclusiva più che una didattica speciale.” [punto 1.6]
9 USR Lombardia – Formazione BES
… senza farci spaventare dalle difficoltà …
La “Direttiva BES” del 27/12/2012, possiamo davvero
dirlo senza cattiveria, inizialmente ha “confuso” più
che “indirizzato”. -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Non sono bastate a chiarire le perplessità
né la CM 8 del 6/3/2013 (con le Indicazioni operative
della “Direttiva”),
né la Nota 1551 del 27/6/2013. -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Non per niente, poi, c’è voluta la Nota 2563 del
22/11/2013 (Chiarimenti per l’a.sc. 2013/14). -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
E poi è partita la fase della “formazione in servizio”
(questa)…
10 USR Lombardia – Formazione BES
… né farci fuorviare dall’ansia dell’adempimento
In realtà gli adempimenti sono “ridotti” -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
non si devono prendere le “indicazioni” per creare
“automatismi” di individuazione dei BES -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
i BES riguardano solo casi particolari
per tali casi l'adozione del “piano personalizzato” richiede il voto
unanime o del team dei docenti o dei Consigli di classe
il “piano personalizzato” non serve per “fare sconti” ma per
“aiutare” a superare le difficoltà
quindi deve essere “snello” e “a tempi brevi-medi” -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
come per ogni programmazione didattica, si deve procedere
ad una verifica finale
con redazione del PAI a “testimonianza” delle “buone
pratiche inclusive” attuate
11 USR Lombardia – Formazione BES
Tempistica
3 mesi … dalla consegna della diagnosi con
protocollo della scuola
non più tardi del 31 marzo … consegna
della diagnosi in terza media e in quinta
liceo
diagnosi da consegnare … entro 6 mesi
dalla richiesta
12 USR Lombardia – Formazione BES
Parliamo di inclusione (cit. Cristina De Vecchi, 2013)
13 USR Lombardia – Formazione BES
Cosa si intende con BUONE PRATICHE INCLUSIVE
Occorre trovare SOLUZIONI ai problemi affrontati, ed
esse devono essere documentate e trasferibili.
Non si tratta solo di “dare il meglio di sé” (questo è il
minimo sindacale che ci si aspetta sempre).
Si tratta di operare per raggiungere dei risultati, con
PRATICHE diversificate e adeguate ai contesti:
-orientate alla “speciale-normalità” (Ianes, 2006)
-con “principi attivi” che funzionano in diverse situazioni (Canevaro-Ianes, 2002 sgg)
- “trasgressive” orientate al “Progetto di Vita” (Canevaro)
- viabili, co-adattive, utili (Fornasa)
- ed anche pratiche “normali” orientate a mantenere le differenze (Booth e Ainscow)
e, soprattutto, che siano DESTINATE A TUTTI gli alunni
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per descrivere una “DIDATTICA INCLUSIVA” …
… bastano poche parole – partiamo da queste tre (altre si possono aggiungere in base alle proprie esperienze)
ADATTAMENTO
FLESSIBILITA’ PERSONALIZZAZIONE
(o individualizzazione) ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Ciò richiede ad ogni team/consiglio di classe:
- di utilizzare a volte dei materiali “diversi dal solito”
- di modificare anche modalità di lavoro già collaudate
- di stimolare l’apprendimento cooperativo tra alunni
- di utilizzare una didattica laboratoriale (= partire da “problemi reali” per affrontare gli argomenti di studio per poi astrarne
le “conseguenze teoriche”)
- di limitare la didattica frontale
15 USR Lombardia – Formazione BES
solo le buone pratiche inclusive RIDUCONO i BES
Quando diventano speciali i bisogni educativi normali? – si domanda D.Ianes nel commentare la “Direttiva BES” e le seguenti circolari –
e la risposta che ne emerge è, in poche parole:
Quando manca equità nella lettura dei bisogni.
------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- Per questo
occorre adottare CRITERI e SISTEMI di OSSERVAZIONE
ATTENTA e CONDIVISA dei bisogni educativi, evitando di
“specializzare tutto”.
…in particolare nei sistemi educativi e formativi “includere”
significa rimuovere ogni barriera agli apprendimenti e
alla partecipazione superando la logica e la pratica dei
“bisogni educativi speciali” (Booth T., Ainscow M., 2004)
16 USR Lombardia – Formazione BES
… in conclusione
A scuola, l’obiettivo
(da condividere coi colleghi)
di ogni intervento educativo
è quello di far superare a tutti gli allievi
i problemi e le difficoltà
inevitabili dell’apprendere, ------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- ricordando
sempre
le proprie difficoltà ed i propri problemi
come monito per capire quelli degli altri
17 USR Lombardia – Formazione BES
1.costruire identità a partire dalle fragilità = mettere la fragilità “al centro” e non “al limite” = metterla “all’interno” della convivenza, non “fuori” = “coltivare” i legami, non “escluderli” = insegnare che le fragilità sono “sopportabili” 2.evitare la trappola degli “specialismi” che ci fanno prendere le
distanze e producono “separazione” (il “dovere del sapere” riguarda TUTTI, non solo chi “può dare
di più”: non va dimenticato nessuno, mai) 3. costruire “buone pratiche” a partire dal “diritto del fragile”, che
non confligge mai con quello del “forte”
TUTTO CIO’ VUOL DIRE: far rientrare “naturalmente” nel POF della scuola il Piano per l’inclusione. Tutto qui …
… scusate se è poco!
… che vuol dire TENTARE SEMPRE di