I GIOCHI DEGLI ANTICHI ROMANI

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I GIOCHI DEGLI ANTICHI ROMANI 2^G - IPSEOA

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I GIOCHI DEGLI ANTICHI ROMANI

2^G - IPSEOA

Gli antichi Romani dedicavano molto tempo al gioco, lo ritenevano un’attività formativa che sviluppava intelligenza e creatività.

Furono abilissimi a copiare e migliorare i giochi dei Greci (l’altalena, l’aquilone, darsela, mosca cieca) e degli Egizi.

I bambini poveri avevano giocattoli fatti in legno, i bambini più ricchi avevano giochi realizzati anche in avorio.

Usavano trottole e yoyo

Imitavano le imprese dei grandi: giocavano a fare la guerra, costruivano le capanne e simulavano le fortezze militari

Giocavano con il cerchio, che facevano correre con una bacchetta (clavis)

I bambini giocavano con le barchette e con i carrettini.Facevano le gare con carretti trainati da topi, oppure con carri grandi: un bambino stava seduto nel carretto e veniva trainato da una capra, da un cane o da un amico

Le bambine giocavano con le pupae: delle bambole snodabili dotate di un proprio corredino, avevano la loro casetta, la cucina, le pentoline,… proprio come noi!

La sera prima del matrimonio le ragazze lasciavano le loro pupae nel tempio di Venere.

GIOCHI CON LE NOCI (nuces)Le piramidi di nociSi prendono 4 noci, si posizionano 3 come base e 1 come punta. Formata la piramide, i giocatori si sistemano ad una distanza prestabilita, poi, con le noci restanti, tirano alle piramidi avversarie.Quando un giocatore le colpisce, le vince e le tiene per sé

Con l’asse di legnoSi posiziona un’asse di legno inclinata, poi gli avversari mettono le loro noci alla base dell’asse.

Un bambino lascia cadere la propria noce dall’asse calcolandone la direzione, se ne colpisce una, questa diventa sua. Se non colpisce niente, la sua noce viene lasciata lì per gli avversari

LA TRIAA tria si gioca in due: un giocatore ha 3 pedine bianche e uno 3 pedine nere.Ad ogni turno bisogna spostare le propriepedine lungo le linee nere, fino a formare il tris, fino ad avere cioè le tre pedine allineate.

LUDUS LATRUNCULORUM

Questo era il gioco più amato dai mercenari (soldati pagati per fare solo una battaglia), che vi scommettevano anche grosse cifre in denaro

OCCORRENTE: una scacchiera quadrata con 10 caselle per lato, 10 pedine bianche e 10 nere

REGOLE: si può giocare solo in due: si posizionano le proprie pedine sulle caselle della prima fila, quella più vicina, oppure se ne mettono 5 sulla prima linea e 5 sulla seconda.Per impossessarsi di una pedina dell’avversario bisogna prima circondarla con 3 o 4 delle proprie.Il primo che si impossessa di tutte le pedine dell’ avversario vince.

GIOCHI CON LA PALLA

In tutti i giochi con la palla bisogna essere almeno in 2 o 6 persone, ma è più divertente essere in 4 o 6.Esistevano diversi tipi di palla riempita di: sabbia, piume, aria, stoffa, cuoio

Le palle erano di dimensioni diverse a seconda del tipo di gioco.

MOSCA DI BRONZO

Si gioca almeno in 4 o 5; un bambino viene bendato e lo si fa ruotare in modo che perda l’orientamento; il giocatore bendato dice:-Andrò a caccia della mosca di bronzo - e gli altri rispondono:- La cercherai, ma non la prenderaiI compagni colpiscono il bambino bendato con delle stringhe di cuoio finché quest’ultimo non afferra la stringa di un altro ragazzo che farà la mosca di bronzo.

CAPITA ET NAVIA(testa o croce)

OCCORRENTE: una moneta con Giano bifronte da un lato e la prua di una nave dall’altro

COME SI GIOCA:Due giocatori dicono “capita” oppure “navia” e lanciano in aria la moneta.Vince chi ha detto “navia” se viene fuori la nave, mentre, vince chi ha detto “capita” se esce Giano bifronte

PARI E DISPARI

OCCORRENTE:conchiglie, astragali, sassolini, biglie o noci di vario numero

REGOLE DEL GIOCO:Due o più giocatori prendono un certo numero di biglie e le nascondono nella mano. Un altro giocatore cerca di indovinare se il numero delle biglie nella mano dell’avversario è pari o dispari.

LUDI SCENICI

LE ORIGINI

Valerio Massimo, Fatti e detti memorabili II 4, 5 …causa originaria dell'istituzione dei ludi… Erano consoli Caio Sulpicio Petico e Caio Licinio Stolone (364 a.C.), quando scoppiò in Roma una terribile peste, che preoccupò a tal punto la città per le sue interne sciagure da distoglierla persino dalle guerre allora in atto; ed ogni rimedio pareva ormai riposto più in qualche nuovo culto propiziatorio che in alcun umano consiglio. Così, per placare l'ira della potenza divina, carmi furono composti e offerti all'attento ascolto del popolo, il quale si era fino ad allora contentato degli spettacoli del circo, istituiti da Romolo al tempo del ratto delle Sabine col nome di Consualia.

HISTRIONES, FESCENNINI E ATELLANE

• I giovani aggiunsero scherzando agli inni religiosi movimenti spontanei ed incomposti del corpo (fescenninia licentia): e questo diede motivo per la chiamata dall'Etruria di mimi di professione. La loro eleganza ed agilità, che derivava dalle danze tradizionali dei Cureti e dei Lidi, progenitori degli Etruschi, unitamente alla novità dello spettacolo, riuscì piacevole agli occhi dei Romani, e poiché i mimi di professione erano in lingua etrusca detti «istrioni», gli attori ne ebbero tale nome.

• Furono poi fatte venire in Roma di tra gli Osci le Atellane: questo genere di spettacolo ameno, debitamente contenuto dalla severità italica, fu per ciò stesso esente da ogni biasimo: tant'è vero che l'attore non viene espulso dalla sua tribù né esonerato dal servizio militare.

ATELLANE

• Farsa popolaresca di origine osca proveniente dalla città di Atella (Campania)

• importata a Roma nel 391 a.C.• Senza copione, era lasciata all’improvvisazione degli attori• Il canovaccio era recitato da quattro personaggi fissicontraddistini da maschere:• Maccus (imbecille), • Pappus (avaro libidinoso), • Bucco (babbeo schiaffeggiato), • Manducus/Dossennus (gobbo?scaltro).

PAPPUS

Il dramma satiresco

Pompei, Casa del Poeta Tragico

LIVIO ANDRONICO

• Valerio Massimo, Fatti e detti memorabili II 4, 5

• un po' alla volta, l'arte scenica passò alle forme della satira, donde, primo fra tutti, il poeta Livio fece convergere

l'attenzione degli spettatori su argomenti drammatici; ed egli stesso, autore ed attore a un tempo, perduta la voce per le

numerose repliche cui gli spettatori lo costringevano, prese l'abitudine di gestire soltanto, lasciando la recitazione ad un

giovane che declamava in accordo col flautista

TRAGEDIA E COMMEDIA

TEATRI E APPARATO SCENICO

• si stabilì … con un senatoconsulto, che nessuno nell'ambito della città o più vicino di mille passi ponesse dei posti a sedere e assistesse ai ludi seduto, senza dubbio perché fosse nota la capacità, propria dei Romani, di restare in piedi.

• Per cinquecentocinquantotto anni i senatori assistettero agli spettacoli frammischiati al popolo. Questa usanza fu abolita dagli edili Attilio Serrano e Lucio Scribonio (194 a.C.) nel corso del ludi da loro organizzati in onore della Madre degli Dèi, sulla scorta del suggerimento dato dall'Africano Minore (sic! in realtà si tratta dell’Africano maggiore) con la divisione dei posti da occupare: il che urtò la suscettibilità del popolo e ne alienò grandemente a Scipione le simpatie.

Col crescere della potenza di Roma crebbero anche in magnificenza i giochi sacri.

•In tale spirito Quinto Catulo, imitando la mollezza dei Campani, fu il primo a far coprire con teloni gli spazi riservati agli spettatori.

•Primo fra tutti, Cneo Pompeo rimediò al caldo che disturbava gli spettacoli estivi, facendo deviare nelle vicinanze dei ruscelli di acqua

fresca.

•Claudio Pulcro abbellì la scena con decorazioni colorate, che presero il posto di tavole grezze.

•Caio Antonio la realizzò in seguito con fregi, tutta d'argento, Petreio tutta d'oro e Quinto Catulo d'avorio.

•I Luculli la resero mobile, Publio Lentulo Spintere l'adornò di apparati d'argento.

•Marco Scauro favorì la trasformazione dei costumi, fino a lui limitati a tuniche di porpora, in altri più eleganti e ricercati.

Teatri di Roma

Odeon

Teatro di Pompeo

Teatro di Balbo

Teatro di Marcello

Teatro di Marcello

L’attore RE (da Ercolano)

COMMEDIA NUOVA

Le fattucchiereQuadro in mosaico dalla cd. Villa di Ciceronefirmato Dioskourides SamiosFine II sec. a.C.

Musici ambulanti Emblema pavimentale dalla cd. Villa di Ciceronefirmato Dioskourides SamiosFine II sec. a.C.

Statua in terracotta rappresentante un attore che interpreta una parte femminile