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I fischietti in terracotta a Matera 2007 Interviste agli artigiani. Indagine di TINA FESTA Work in progress. www.geniuslocimatera.blogspot.com ASS. CULTURALE GENIUS LOCI - MATERA TEL.FAX 0835/314139

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I fischietti in terracotta a Matera

2007

Interviste agli artigiani.Indagine di TINA FESTA

Work in progress.

www.geniuslocimatera.blogspot.com

A S S . C U L T U R A L E G E N I U S L O C I - M A T E R AT E L . F A X 0 8 3 5 / 3 1 4 1 3 9

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TOMMASO NIGLIO

CON L'INTERVISTA A TOMMASO NIGLIO L'ASSOCIAZIONE GENIUS LOCI VUOLE COSTRUIRE IL PRIMO GRADINO DI UN LUNGO PONTE CHE POSSA TRASPORTARE VALORI, STORIE E TRADIZIONI DEL FARE DEGLI ARTIGIANI MATERANI ED IN PARTICOLAR MODO DEI CERAMISTI CHE SI SONO CIMENTATI CON LA PRODUZIONE DI FISCHIETTI.

La scelta di iniziare questa rassegna con Tommaso Niglio non è casuale, in quanto Niglio è attualmente l'artigiano materano, creatore di ceramiche sonore, più conosciuto in Italia ed all'estero dai cultori dei fischietti.

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D. Quando hai cominciato a creare fischietti? Vi è una tradizione nella tua famiglia?R. La tradizione della creazione dei fischietti nella mia famiglia comincia con mio nonno, nato nel 1865. Poi ha continuato mio padre e poi ancora io e mio fratello. Chi si è maggiormente prodigato in quest'arte siamo stati io e mio fratello maggiore, ora scomparso, che in realtà è stato il mio maestro. Mio fratello era del 1923, io sono nato nel 1927. Io ho osservato mio nonno, mio padre, mio fratello e da loro ho appreso quest'arte. Quando mio nonno era anziano io ero il suo bastone: lo aiutavo a cuocere i fischietti e a decorarli. Insieme andavamo a vendere i nostri lavori a Picciano nelle domeniche di maggio o ai Cappuccini nel giorno di Pasquetta ('u capiccil). Anche a Cristo la Gravinella nei venerdì di marzo...

Io avevo 7 anni, andavo a scuola, al doposcuola dal maestro di pittura - allora era tutto diverso da oggi - poi a 14 anni quando ho cominciato a lavorare, grazie ai metodi di insegnamento di un tempo ero già pronto per l'attività che ho svolto nella vita, quella di pittore e decoratore di interni. Mio padre e mio nonno avevano una fornace di mattoni laterizi: tegole, mattoni per pavimenti e mattoni per i forni dei macellai e così via. Il loro lavoro era stagionale così come è stato il mio legato alle condizioni climatiche e stagionali. Quando mio nonno ha venduto la fornace, siccome avevamo una "bottega", un luogo nel quale avevamo le scale, i colori e tutto quanto serviva per l'attività di decorazione, abbiamo creato una fornace per cuocere i fischietti. Era una fornace a paglia, a segatura. Poi finalmente sono arrivati i nuovi forni elettrici. Vorrei dare un premio a chi li ha inventati!

D. Quali sono i tuoi ricordi legati alla festa di Picciano?

R. Noi a Picciano tenevamo una camera (un piccolo fabbricato), perché quando mio nonno fornì del materiale edilizio al comune per costruire queste camere a Picciano, si riservò il diritto di tenerne una. Quella intorno a Piacciano era una zona nella quale i contadini avevano terreni che facevano a mezzadria con il Comune oppure si faceva la carbonella. Nelle domeniche di maggio quando quando finiva la Via Crucis e la Madonna entrava in Chiesa tutti i forestieri venivano nel nostro locale e compravano tutti i nostri cuccù, prima di ritornare al loro paese. Era da non credersi la ressa che si creava per quanti volevano acquistare i nostri fischietti!

D. Quali sono i pezzi della tradizione materana?

R. I soggetti di una volta oltre ai cucù erano “le pupette", i carabinieri, i limoni.

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D. Puoi dirci qual è la tecnica che usi?

R. Continuo ad usare le tecniche che ho appreso da bambino. L'unica cosa che è cambiata è nella cottura. Ricordo i forni a legna che avevamo prima: fare le cotture era difficilissimo e non vi dico quanti pezzi si rompevano durante la cottura. Ora invece con i nuovi forni è tutto diverso! I miei pezzi più grandi sono ricchi di ornamenti. Io preferisco prepararmi tutti questi particolari in anticipo. Uso dei colori idrolavabili per decorare i pezzi.

D. Qual è il fischietto che vorresti realizzare in futuro?

R. Non ce n’è nessuno in particolare. Le idee mi vengono all'improvviso, seguo l'estro del momento. E ho sempre tante idee! Non mi fermo un attimo! Io sono un tipo che deve sempre essere in movimento!

D. A quale tuo lavoro sei particolarmente affezionato?R. A nessun fischietto. Sono legato invece ad un pupo da presepe, fatto nel 1986 da mio fratello Giuseppe.

Tommaso ci parla poi delle persone che vanno a trovarlo a casa, soprattutto i cultori dei fischietti ed i collezionisti di tutt'Italia. Ci racconta dei concorsi ai quali ha partecipato. Ogni cosa che ci racconta è detta con allegria ed ilarità, ci dice: “se non la finiscono di darmi il primo premio farò ricorso al Tar!”

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Osserviamo le foto, appese in stanza, a 13 anni in posa con la sigaretta: a qull'età ha cominciato a suonare insieme alla Hot Jazz Band creata da Tommaso e da altri appasionati musicisti materani nel 1949.Ci parla della sua vita, ci racconta di momenti allegri, e dei momenti difficili soprattutto durante la guerra. Sempre aggiunge: si sta meglio ora! Ci mostra i suoi capolavori d'oggettistica plastica ceramica e mentre i suoi racconti spaziano tra vita e arte ci rendiamo sempre più conto di quanto il suo spirito vivace e combattivo abbia intriso le sue opere.

Andiamo via sicuri di aver incontrato una persona speciale, un artista ed un uomo che è parte integrante nella cultura viva della città di Matera.

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Giordano Rocco e la passione per la ceramica sonora.

Rocco Giordano, è nato a Grassano (MT) il 23 settembre del 1940.

D. Quando è nata la passione per la ceramica? Per I fischietti?R. Era mio suocero, Giovanni Gurrado che creava fischietti e che mi ha trasferito questa passione. Lui era ceramista, ed io osservandolo lavorare negli anni ’70 ho cominciato a fare piccoli fischietti, delle piccole cose. Poi mi sono appassionato ed ho cercato di farne sempre di più grandi. Ed ora per me questa attività è come una droga: non posso farne a meno. Ma io lo ritengo un mestiere povero, che non porta guadagno, io lo faccio per passione. Si riesce a sopravvivere ma le soddisfazioni sono tante.

D. Qual è la tradizione della ceramica a Grassano?R. Non ci sono più ceramisti, prima si facevano mattoni, tegole, tegami ora non ci sono più ceramisti perché non vi è più reddito per queste attività.

D. Quali sono i soggetti che producete maggiormente?R. Sicuramente i fischietti tipici (nota nostra: i cucù) che io creo così come ho imparato da mio suocero. Sono galletti trillanti. Anche quelli ad acqua sono molto apprezzati. A Torino nel museo dei fischietti ce ne sono almeno una ventina di cucù fatti da me, di diverse dimensioni. Sono venuti a prenderli proprio le persone del Museo. Nel 2005 ho vinto il primo premio. E quest’anno sto partecipando al concorso di Cesuna dove ho mandato 6 fischietti.

Osserviamo tutti gli attestati ed i riconoscimenti che Rocco Giordano ha in bella vista nella sua bottega e notiamo che ha partecipato a diversi concorsi: alla 7^ Biennale di Roana, al 2° ed al 3° Concorso Internazionale della Città di Asolo, al 1° Concorso Internazionale del

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Comune di Pertusio. Informiamo Rocco del nuovo concorso di Marsciano, di cui non ha notizia, e gli diciamo che gli passeremo una copia del Regolamento.

D. La tecnica nel creare i fischietti è quella appresa dal suocero, ma voi avete apportato modifiche?R. No, non ho apportato grande modifiche ma io i fischietti a volte li smalto.

D. Avete un fischietto al quale siete legato in modo particolare?R. No. Ho un pezzo creato da mio suocero ma non è un fischietto. E’ un vaso in ceramica.

D. Quali ricordi avete dei fischietti della vostra infanzia?R. Se io penso ai fischietti penso ai giocattoli di un tempo, perché noi da piccoli non avevamo molti giochi. E poi ricordo la Festa della madonna di Picciano. Anche noi da Grassano ci andavamo tutti gli anni. Il Santuario di Piacciano si trova al centro di diversi Comuni e quindi la gente arrivava da diverse parti. Lì si trovavano sia i fischietti di Matera che quelli prodotti da persone di Gravina, di Altamura, di Grottole. Tutti andavano a Picciano a vendere i loro pezzi. Adesso sta tornando questa usanza di portare nuovamente i fischietti nelle manifestazioni legate alle feste religiose: io di recente sono stato invitato a recarmi vicino un santuario per vendere i miei pezzi.

D. C’è qualcuno in famiglia che ha la stessa passione nel creare i fischietti?R. Nessuno. Nessuno dei miei figli vuole continuare perché non vi è un reddito sicuro come dicevo prima.

La bottega di Rocco Giordano è a Matera, nel quartiere del Sasso Caveoso, in Via Bruno Buozzi.

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UMBERTO E VINCENZO MELODIA:

... e la tradizione dei cucù in terracotta continua!

Melodia Umberto è nato a Matera il 27 novembre del 1939. Umberto ( o meglio Umbertino, come tutti lo chiamano a Matera) è tra gli artigiani ceramisti creatori di cucù in terracotta più conosciuti nell’ambito cittadino. E’ da un pò che cerchiamo di intervistarlo, una prolungata influenza lo ha tenuto per diverso tempo a casa. Quando andiamo nella sua bottega siamo accolti da suo figlio, e mentre da un lato ci rattrista scoprire che Umbertino ormai non crea più i suoi famosi cucù dall’altra siamo felici nel constatare che Umberto ha in famiglia chi continuerà a creare per lui i famosi fischietti in terracotta con rinnovata passione.

A Umberto rivolgiamo le seguenti domande:

D. Da quanto tempo crei fischietti in terracotta?R. Da circa 37 anni.

D. Da chi hai appreso?R. Ho imparato direttamente da Niglio. In famiglia non c’erano altri prima di me che facevano fischietti. Però adesso la tradizione in famiglia la continua mio figlio. Io sono andato da Niglio per imparare da lui a creare i cucù.

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D. Puoi mostrarci qualche tuo fischietto?R. Non ne ho conservato neanche uno! Non faccio in tempo a finirli che me li acquistano appena terminati. Ma ormai non sono più in salute come una volta, quando posso, mi rimetto al lavoro.

(A questo punto il figlio di Umbertino interviene e ci dice che ha chiesto al papà di creare almeno un fischietto per il suo compleanno.)

D. Quali sono i tuoi ricordi di bambino dei fischietti?R. Io ricordo che quando ero bambino si vendevano ai Cappuccini nel giorno di Pasquetta (nota nostra: I Cappuccini identificano sia un Rione di Matera che una Chiesa ivi presente; in questa zona in passato piena di verde, si andava nel giorno di Pasquetta a passarvi la giornata con la famiglia.)

D. Da chi erano fatti i fischietti un tempo?R. Vi erano i fornaciari (gli addetti alle fornaci) che li facevano e dipingevano lo sfondo con la calce. Poi li decoravano con i colori creati dalle terre colorate. Li mettevano nelle ceste e li andavano a vendere ai Cappuccini.

D. quali sono i soggetti che venivano creati in passato?R. Non erano molti: il cucù, il carabiniere e la Madonna di Picciano, il panierino.

D. Cosa puoi dirci dei fischietti ad acqua? Erano già presenti quando tu eri bambino?R. Non ricordo che ci fosse nella nostra tradizione.

D. A quanto pare stiamo facendo un po’ di chiarezza su quanto è stato scritto a riguardo dei fischietti della tradizione. Cosa puoi dirci sulle occasioni nelle quali si regalavano i fischietti?R. Non è vero che da noi i cucù si regalavano prima del matrimonio, è una storia che hanno inventato ma non è per niente vera. A Matera la tradizione dei fischietti è legata al giorno di pasquetta e alla festa della Madonna di Piacciano che si tiene a maggio.

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D. Tu hai sempre creato esclusivamente cucù, non hai creato altri soggetti vero?R. No, la fantasia è là (ed indica suo figlio). Io ho sempre fatto solo cucù, e ho aggiunto la Madonna di Picciano sopra i cucù per tenere fede alla tradizione.

D. Hai mai partecipato ai concorsi?R. No.La bottega si riempie di turisti e noi siamo costretti ad interrompere l’intervista.Rimprendiamo poi con l’intervista rivolta al figlio di Umbertino ma prima chiediamo al papà:

D. Sei contento di avere in famiglia chi continua la tradizione ceramica?R. Sono molto contento, anzi lo sono ancora di più perché mio figlio è aiutato in questa attività dalla sua ragazza.

D. Hanno la tua stessa passione?R. Forse anche di più.

D. Cosa significa per un artigiano di Matera avere una bottega nel cuore dei Sassi?R. Sicuramente i pezzi che creiamo vengono molto più apprezzati dalle persone delle altre città che dai materani. Noi materani siamo più distaccati nei confronti del nostro artigianato; vedo che però i giovani, soprattutto quelli che sono stati in altre città a studiare, sanno dare maggiore valore all’artigianato. I miei migliori clienti sono sicuramente le persone del nord.

D. Qual è il soggetto che è maggiormente apprezzato?

R. Il soggetto più richiesto è senz’ altro il cucù.

Vincenzo Melodia, figlio di Umbertino è nato il 12 aprile del 1978. Ha cominciato circa 5 anni fa a lavorare l’argilla, seguendo com’è ovvio, le orme del padre. Lui ci racconta che già da piccolo guardava il papà ed era affascinato dalle potenzialità del materiale. Vincenzo ha interrotto gli studi, da piccolo però ha lavorato in una bottega come restauratore di mobili e di affreschi ed è sempre stato affascinato dal mondo dell’arte pur non avendo frequentato scuole nelle quali venivano impartite tecniche artistiche. La sua scuola è stata la bottega del papà.

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Termina il suo cucù, dopo essersi accertato che il suon viene fuori in modo limpido e dopo averlo firmato ce lo regala. Ci spiega che non usa stampi per fare i cucù e se sembrano tutti uguali è perché ormai ha acquisito una manualità che gli permette di crearli della stessa dimensione.

Umbertino ci promette che farà ancora altri fischietti, e che li terrà da parte affinché nelle diverse collezioni presenti in Italia vi siano anche i suoi cucù. Il figlio Vincenzo farà in modo che Umberto tenga fede a questa promessa.

Il laboratorio di Umberto e Vincenzo Melodia è a Matera, in Vico Solitario, 20 , nel cuore del Sasso Caveoso - Cell. 380 3433483

D Hai apportato modifiche rispetto alle modalità di creare il cucù di tuo padre?R. La tecnica è la stessa, creo il corpo del cucù allo stesso modo, non uso stampi, ogni pezzo è fatto a mano, piego foglie e fiori come lui mi ha insegnato ma è ovvio che io ci aggiungo del mio. La decorazione è invece qualcosa che ho studiato per conto mio. Ho preso spunto dai cucù di Niglio, ho fatto prove su prove, fino ad arrivare ad un mio modo personale di decorare.

Osserviamo i suoi lavori esposti in bottega: sono delle vere e proprie opere d’arte, delle sculture sonore ricche di particolari e ce ne descrive le particolarità di ognuna nei dettagli.

Anche a Vincenzo chiediamo se ha partecipato a dei concorsi di fischietti. Lui ci dice che non lo ha mai fatto ma gli piacerebbe cominciare. Gli promettiamo di passargli le informazioni che abbiamo relative ai prossimi concorsi.

Vincenzo ci mostra le varie fasi di costruzione del cucù. In un attimo crea un fischietto davanti ai nostri occhi. Mentre lavora ci racconta ancora:

“Mi piace mettermi alla prova quando creo. Il soggetto sul quale sto lavorando ora è Cristo. Non ne avevo mai fatti in precedenza, ma ora voglio cimentarmi con questo soggetto importante. E qualunque cosa creo ha il suo fischietto!”.