I finanziamenti dell'UE per lo sviluppo rurale

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I finanziamenti dell’UE per lo sviluppo rurale Antonio Bonetti Nota 7/2016 - Giugno 2016 F4R Lab www.bonetti4reforms.com

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I finanziamenti dell’UE

per lo sviluppo rurale

Antonio Bonetti

Nota 7/2016 - Giugno 2016

F4R Labwww.bonetti4reforms.com

OBIETTIVI E LIMITI DELLA NOTA

Obiettivi:� presentare in termini generali la programmazione 2014-2020 dei Fondi Strutturali in Italia,� proporre un ampio focus tematico sull’evoluzione recente della PAC (dalla “riforma MacSharry” del 1992 in avanti) e sugli interventi per lo sviluppo rurale nella programmazione 2014-2020.

Antonio Bonetti

N.B. La Nota è stata chiusa il 1 Giugno 2016, ampliando una precedente versione

rilasciata il 6 Maggio 2016

Limiti:� non vengono approfondite le analisi su importanti piani nazionali, quali il Piano strategico perla ricerca e l’innovazione nel settore agricolo, alimentare e forestale e il Piano olivicolo nazionaledel MIPAAF,� vengono presentate solo in parte le diverse innovazioni che concernono il I pilastro della PAC,segnatamente quelle inerenti i pagamenti diretti.

SEZIONI DELLA NOTA

Sezione 1. Politiche europee e Fondi SIESezione 2. La programmazione dei Fondi Strutturali in ItaliaSezione 3. Origini ed evoluzione storica della PAC e della politica di sviluppo ruraleSezione 4. La politica di sviluppo rurale nella programmazione 2014-2020Sezione 5. Gli interventi a sostegno della ricerca e il PEI “Produttività e sostenibilità

Antonio Bonetti

Sezione 5. Gli interventi a sostegno della ricerca e il PEI “Produttività e sostenibilitàdel sistema agricolo”

Allegato I – Programmi Operativi Nazionali 2014-2020Allegato II – La Misura 7 del PSR Lazio 2014-2020Allegato III – La sottomisura 4.3 del PSR Lazio 2014-2020 a sostegno della viabilità rurale

Sezione 1. POLITICHE EUROPEE E FONDI SIE

Il Reg. (UE, Euratom) N. 966/2012 – il nuovo regolamento finanziario sui fondi dell’UE - ha fattofinalmente maggiore chiarezza sui metodi di esecuzione del bilancio.

L’esecuzione del bilancio dell’UE è disciplinata dal Titolo IV del Regolamento 966/2012. In particolare, l’art.

1.1. I metodi di esecuzione del bilancio dell’UE

Antonio Bonetti

L’esecuzione del bilancio dell’UE è disciplinata dal Titolo IV del Regolamento 966/2012. In particolare, l’art.58 distingue chiaramente fra:1 gestione diretta - L'implementazione dei Programmi è gestita direttamente da:- Direzioni Generali e Servizi della Commissione. - Delegazioni dell’UE (presso Paesi Terzi).- Agenzie esecutive, di diretta emanazione della Commissione;2 gestione concorrente - Le funzioni di gestione finanziaria e di esecuzione degli interventi sono affidate adAmministrazioni nazionali e regionali degli Stati Membri (formalmente il Regolamento indica gli SM);3 gestione indiretta.

Per maggiori indicazioni sui legami fra politiche europee, bilancio dell’UE eFondi Strutturali si veda la Nota 3/2016 “Ratio, obiettivi e strumenti deiFondi Strutturali 2014-2020” disponibile sulla sezione “Open Library” delsito.

1.2. Programmi e fondi “a gestione concorrente”

Il Reg. (UE, Euratom) N. 966/2012 ha chiarito meglio quali sono le politiche e i Fondi “agestione concorrente”.

Tradizionalmente come Fondi “a gestione concorrente” venivano indicati i Fondi “a finalitàstrutturale” (Fondi Strutturali della politica di coesione, fondi per lo sviluppo rurale, fondi per lastrutturale” (Fondi Strutturali della politica di coesione, fondi per lo sviluppo rurale, fondi per lapesca), ora definiti Fondi Strutturali e di Investimento Europeo (Fondi SIE).

Ora vengono inclusi fra i fondi “a gestione concorrente” anche:- gli interventi nel settore dell’immigrazione e della tutela dei richiedenti asilo;- altri interventi nel settore libertà, sicurezza e giustizia (art. 175 del regolamento finanziario) *.

Antonio Bonetti

Questo è il motivo, ad esempio, per cui parte degli interventi del complessoFondo per l’Asilo, le Migrazioni e l’Integrazione (FAMI) è realizzatotramite Programmi nazionali. Il Programma nazionale FAMI è gestito dalMinistero dell’Interno e si può scaricare dal sito web di questo Ministero.

Politiche interne -Fondi

dell’UE

Programmi/fondi “tematici”

Strumenti finanziari

1.3. Politiche interne e sovvenzioni dell’UE a gestione diretta e “a gestione concorrente”

Fondi “a gestione diretta”dell’UE

“tematici”

Fondi SIE

Fondi “a gestione concorrente”

Sovvenzioni

Altri Fondi (FAMI, FEAD) e alcune linee di finanziamento

del I Pilastro della PACAntonio Bonetti

1.4. La politica di coesione e il legame logico dei Fondi SIE con “Europe 2020”

I Fondi Strutturali (FESR e FSE) anche nella programmazione in corso sono gli strumenti piùimportanti nell’ambito dei finanziamenti “a gestione concorrente” dell’UE (*).Da un lato, essi, continuano ad essere il principale strumento della politica di coesione economica,sociale e territoriale dell’UE (politica regionale europea). Al contempo, essi sono stati pensati come ilprincipale strumento di sostegno agli investimenti produttivi della strategia “Europe 2020”.

Antonio Bonetti

Non a caso, tutti i Fondi richiamati sopra – FESR, FSE, FEASR e FEAMP - vengono indicati comeFondi Strutturali e di Investimento Europeo (Fondi SIE) ed inoltre vengono disciplinati da un soloregolamento-quadro (o regolamento generale) pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’UE (GUUE) neldicembre 2013.

(*) Il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR) è stato istituito nel1975 e nel tempo è diventato il principale strumento della politica di coesione.Il Fondo Sociale Europeo (FSE), previsto già nei Trattati di Roma del 1957, èstato formalmente reso operativo nel 1963.

1.5. La strategia “Europe 2020”: le “flagship initiatives”

Priorità strategiche Iniziative Faro

Crescita intelligente(Smart Growth)

Unione dell’Innovazione

Youth on the move

Antonio Bonetti

(Smart Growth) Youth on the move

Un’agenda digitale europea

Crescita sostenibile

(Sustainable Growth)

Un’Europa efficiente sotto il profilo delle risorse

Una politica industriale per l’era della globalizzazione

Crescita inclusiva

(Inclusive Growth)

Un’agenda per nuove competenze e nuovi posti di lavoro

Piattaforma europea contro la povertà

1.6. Il legame logico dei Fondi SIE con “Europe 2020”: i fattori che lo determinano

Europe 2020 Politiche strutturali (Fondi SIE)Politiche strutturali (Fondi SIE)

Programmazione top-down e base normativa informata a obiettivi e flagship initiatives della strategia “Europe 2020”

Antonio Bonetti

a obiettivi e flagship initiatives della strategia “Europe 2020”

Obiettivi delle politiche strutturali coerenti con quelli della strategia “Europe 2020” (Obiettivi Tematici dei Fondi SIE)

Concentrazione “tematica” e vincoli sull’allocazione delle risorse del FESR e del FSE

Impostazione della specifica strategia per l’innovazione ex RIS3 (*)

(*) Per RIS3 (Regional Innovation Smart Specialisation Strategy), come si spiega meglio più avanti, si intende unnuovo approccio alla formulazione delle strategie nazionali/regionali per la ricerca e l’innovazione per renderle piùcoerenti con la strategia europea per la competitività e anche con i “punti di forza” dei contesti regionali.

1.7. La strategia “Europe 2020”, le politiche strutturali dell’UE e i PNR

Politica Comune per la Pesca

Politica di sviluppo rurale

Politiche Strutturali

Antonio Bonetti

Europe 2020

Programmi Nazionali di Riforma (PNR)

Politica di coesione

Strutturali

Accordo di Partenariato

(*) Entro il 30 Aprile di ogni anno gli Stati Membri che hanno ratificato il “fiscal compact” devono presentare: (i) il PNR, (ii) il Programma di Stabilità (delle finanze pubbliche)

1.8. Le politiche strutturali e i Fondi SIE 2014-2020

Fondi SIEFondi SIE

Fondi Strutturali (FESR – FSE)

Politiche strutturaliPolitiche strutturali

Politica regionale per le regioni NUTS II

Fondo di Coesione

Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale

Fondo Europeo per le Attività Marittime e la Pesca (FEAMP)

Politica regionale per SM con RNL/ab. < 90% Media UE

Misure per lo Sviluppo Rurale

Misure della Politica Comune per la Pesca

Antonio Bonetti

Investimenti in favore della crescita e

dell’occupazione

Cooperazione transfrontaliera

Circa 313,3 Miliardi di Euro, di cui il 52,5% per

le regioni “meno sviluppate”

1.9. Obiettivi della “politica di coesione” (art. 89 del Reg. (UE) N. 1303/2013)

Antonio Bonetti

Obiettivi

Cooperazione interregionale

Cooperazione Territoriale Europea (CTE)

Cooperazione transnazionale

(*) Qui si fa riferimento agli obiettivi generali della ‘politica di coesione’ nella programmazione 2014-2020 che nonvanno confusi con gli Obiettivi Tematici (OT).

Programmi monofondoFESR per cui sono stati stanziati circa 9 Miliardi

di Euro

Regioni meno sviluppateRegioni il cui PIL pro-capite è inferiore al 75% della media del PIL dell’UE-27

1.10. Le “categorie di regioni” (copertura geografica dei Fondi con riferimento all’Italia)

1 BasilicataCalabria

CampaniaPugliaSicilia

Antonio Bonetti

Regioni più sviluppateRegioni il cui PIL pro-capite è superiore al 90% della media del PILdell’UE-27

Regioni in transizioneRegioni il cui PIL pro-capite è compreso fra il 75% e il 90% della media del PIL dell’UE-27

2

3 Le 11 regioni e le due Province Autonome del

Centro Nord

AbruzzoMolise

Sardegna

2.1. Politica di coesione: i fondi disponibili per l’Italia

Il budget di circa 325 Miliardi di Euro (a prezzi 2011) della politica di coesione 2014-2020 equivale a circa 350 Miliardi aprezzi correnti che si distribuiscono fra i vari Paesi in base a diversi parametri (in primis la popolazione concentrata nellearee più arretrate degli Stati Membri).Alle regioni più arretrate dell’UE è stato destinato – anche per effetto dell’intervento specifico nei Paesi più arretrati delFondo di Coesione – circa il 70% delle risorse.

Sezione 2. LA PROGRAMMAZIONE DEI FONDI STRUTTURALI IN ITALIA

Fondo di Coesione – circa il 70% delle risorse.L’Italia è il secondo beneficiario dei fondi della politica di coesione 2014-2020, dopo la Polonia (beneficiaria, tuttavia, anchedei finanziamenti del Fondo di Coesione). L’Italia riceverà fino al 2020 oltre 32,8 Miliardi di Euro (9,4% del montantetotale).Le cinque regioni “meno sviluppate” del Paese (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) potranno contare su circa22,3 Miliardi di Euro (69,3% del montante totale di Fondi assegnati all’Italia).

N.B. Il negoziato con la Commissione Europea non è stato facilissimo, nonostante la proposta di Accordo di Partenariatofosse stata preceduta da un documento strategico molto innovativo e interessante denominato “Metodi e obiettivi per un usoefficace dei Fondi comunitari 2014-2020”, che aveva di fatto avviato il processo di programmazione in Italia su impulsodell’allora Ministro per la Coesione Fabrizio Barca.

Antonio Bonetti

2.2. La programmazione in Italia (un quadro sintetico)

Categoria diRegioni

Regioni Indice del PIL procapite 2014(Italia=100) *

Programmi Regionali

Regioni meno sviluppate Basilicata 68,6 1 POR FESR / 1 POR FSECalabria 59,5 1 POR PlurifondoCampania 61,4 1 POR FESR / 1 POR FSEPuglia 61,6 1 POR PlurifondoSicilia 61,2 1 POR FESR / 1 POR FSE

Regioni in transizione

Molise 68,5 1 POR PlurifondoAbruzzo 86,2 1 POR FESR / 1 POR FSESardegna 70,7 1 POR FESR / 1 POR FSE

Regione più sviluppate 11 Regioni e 2 Province Autonome del Centro-Nord

X 13 POR FESR13 POR FSE

Dati di fonte SVIMEZ: SVIMEZ, Rapporto SVIMEZ 2015 sull’economia del Mezzogiorno, Il Mulino, 2015, p. 91

Antonio Bonetti

I documenti che caratterizzano l’approccio strategico dei Fondi SIE sono il Common Strategic Framework (CSF) cheinteressa tutti i Fondi SIE, a livello europeo, e gli “Accordi di Partenariato”, a livello di Stati Membri (gli artt. 9-17 delregolamento-quadro disciplinano CSF e Accordi di partenariato).L’Accordo di Partenariato (AdP) dell’Italia è stato approvato dalla Commissione con Decisione di esecuzione il 29 ottobre2014 e, come già accennato, prevede un framework strategico imperniato sugli 11 Obiettivi Tematici dei Fondi SIE.

2.3. Accordo di Partenariato (AdP) dell’Italia

L’AdP interessa tutte le regioni italiane suddivise nelle tre categorie previste dai regolamenti (v. slide 2.26), che solo in parterispecchiano realmente l’enorme divario inter-regionale interno. ISTAT e SVIMEZ stimano che nel 2014, fatto 100 il PILpro-capite dell’Italia, l’Indice del Trentino Alto Adige è pari a 141,7, mentre quello della Calabria è pari a 59,5. Di poco

L’Accordo che copre tutti i Fondi SIE ha una dimensione finanziaria consistente. Il contributo europeo ammonta a poco piùdi 42 Miliardi di Euro, a cui va aggiunto il cofinanziamento nazionale.Il pacchetto finanziario dei Fondi Strutturali (FESR e FSE) ammonta a circa 31,119 Milioni di Euro, al netto del contributodi circa 1,1 Miliardi per l’Obiettivo Cooperazione Territoriale Europea.

pro-capite dell’Italia, l’Indice del Trentino Alto Adige è pari a 141,7, mentre quello della Calabria è pari a 59,5. Di pocosuperiori sono gli Indici di Sicilia (61,2), Campania (61,4) e Puglia (61,6).L’ultima regione “meno sviluppata”, la Basilicata registra un Indice pari a 68,6, ma nella precedente programmazione nonera collocata nella categorie delle regioni “più povere”.La “questione meridionale”, purtroppo continua ad essere un problema grave. Nel 2014 l’Indice del PIL pro-capite per tuttele otto regioni del Mezzogiorno storico è stato pari a 63,9.

Antonio Bonetti

2.4. Programmazione top-down dei Fondi SIE 2014-2020

Strategia “Europe 2020”Quadro Strategico Comune (QSC)

Regolamento-quadro e regolamenti verticali sui Fondi SIE

Livello UE

Accordo di Partenariato (AdP)*

11 PO Nazionali (PON)

POR FESR regionaliPOR FSE regionali

Livello nazionale

Livello regionale

(*) L’AdP interessa tutti iFondi SIE ed è imperniatosu 11 Obiettivi Tematici (OT)

Antonio Bonetti

2.5. La struttura dell’Accordo di Partenariato (I)

L’Accordo di Partenariato (AdP), come è ben noto, è strutturato in:- Priorità tematiche: gli 11 Obiettivi Tematici (OT) previsti dal Quadro Strategico Comunesui Fondi Strutturali e di Investimento Europeo (Fondi SIE) e dai Regolamenti sui Fondi SIE,- Priorità territoriali,- Priorità orizzontali.

Le priorità territoriali sono (*):� Aree urbane (si veda la Sezione 3 di questa Nota),� Aree interne.

N.B. Le “aree interne” interessate dalla strategia sono state concertate fra Governo e Regioni, a seguito di un lavorotecnico metodologicamente ineccepibile, e sono riportate sul sito web dell’Agenzia per la Coesione Territoriale (ex DPS).

(*) La sezione specifica dell’AdP sulle priorità territoriali richiama anche lestrategie macroregionali dell’UE e le strategie relative ai bacini marittimiche interessano l’Italia.Antonio Bonetti

2.6. La struttura dell’Accordo di Partenariato (II)

FONDI

OT 1 Ricerca, Sviluppo tecnologico e innovazione FESR *** FEASR

OT 2 Agenda digitale FESR *** FEASR

OT 3 Competitività dei sistemi produttivi FESR *** FEASR FEAMP

OT 4 Energia sostenibile e qualità della vita FESR *** FEASR FEAMP

OT 5 Clima e rischi ambientali FESR *** FEASR

OT 6 Tutela dell'ambiente - Risorse culturali e ambientali FESR *** FEASR FEAMP

OT 7 Mobilità sostenibile di persone e merci FESR *** *** ***

OT 8 Occupazione *** FSE FEASR FEAMP

OT 9 Inclusione sociale e lotta alla povertà FESR FSE FEASR ***

OT 10 Istruzione e formazione FESR FSE FEASR ***

OT 11 Capacità istituzionale e amministrativa - AT FESR FSE *** ***

Antonio Bonetti

2.7. L’allocazione dei Fondi Strutturali per OT e categorie di regioni (I)

Obiettivi tematiciRegioni più sviluppate

Regioni in transizione

Regioni meno sviluppate

Totale (a)

Val. ass. Val. % Val. ass. Val. % Val. ass. Val. % Val. ass. Val. %

OT 1 Ricerca, Sviluppo tecnologico e innovazione 909,3 12,5 177,4 13,6 2.266,0 10,6 3.352,7 11,2OT 2 Agenda digitale 348,9 4,8 85,9 6,6 1.410,8 6,6 1.845,6 6,1OT 3 Competitività dei sistemi produttivi 809,1 11,1 219,7 16,8 2.546,6 11,9 3.575,4 11,9OT 4 Energia sostenibile e qualità della vita 773,0 10,6 132,1 10,1 2.233,5 10,4 3.138,6 10,4OT 5 Clima e rischi ambientali 97,0 1,3 23,3 1,8 691,6 3,2 811,9 2,7OT 6 Tutela dell'ambiente- Risorse culturali e OT 6 Tutela dell'ambiente- Risorse culturali e ambientali 131,4 1,8 75,6 5,8 2.134,7 9,9 2.341,7 7,8OT 7 Mobilità sostenibile di persone e merci 0,0 0,0 0,0 0,0 2.473,5 11,5 2.473,5 8,2OT 8 Occupazione 1.846,5 25,4 193,0 14,8 2.047,0 9,5 4.086,5 13,6OT 9 Inclusione sociale e lotta alla povertà 974,1 13,4 143,2 10,9 2.184,5 10,2 3.301,8 11,0OT 10 Istruzione e formazione 1.258,9 17,3 210,0 16,1 2.647,1 12,3 4.116,0 13,7OT 11 Capacità istituzionale e amministrativa - AT 134,7 1,8 47,8 3,7 821,5 3,8 1.004,0 3,3

Totale risorse per categoria di Regioni 7.282,9 100,0 1.308,0 100,0 21.456,8 100,0 30.047,7 100,0

Assistenza tecnica 285,2 - 42,4 - 743,7 - 1.071,3 -

Totale generale 7.568,1 1.350,4 22.200,5 31.119,0(a) Comprensivo del FESR e del FSE e al netto del FEASR e del FEAMP.

Fonte: elaborazioni SVIMEZ su dati Agenzia per la Coesione TerritorialeSVIMEZ, Rapporto SVIMEZ 2015 sull’economia del Mezzogiorno, Il Mulino, 2015, p. 387Antonio Bonetti

2.8. L’allocazione dei Fondi Strutturali per OT e categorie di regioni (II)

La tabella riportata prima evidenzia che il pacchetto finanziario dei Fondi Strutturali, al netto delfinanziamento specifico per l’Assistenza Tecnica alle Autorità di Gestione, si divide come segue:1. per quel che concerne le macro-categorie territoriali, le regioni più sviluppate raccolgono il 24,2% delcontributo dell’UE, quelle in transizione il 4,4% e quelle meno sviluppate il 71,4%;2. per quel che concerne gli OT, quelli su cui si concentra maggiormente il contributo dell’UE sono l’OT 10Istruzione e formazione (13,7% delle risorse UE), l’OT 8 Occupazione (13,6%), e l’OT 3 Competitività deisistemi produttivi (11,9%). Molto rilevante è anche la concentrazione finanziaria sull’OT 1 Ricerca einnovazione (11,2% del totale delle risorse UE) e sull’OT 9 Inclusione sociale (11% del totale).

Il Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR) e il Fondo Europeo per le Attività Marittime e laPesca (FEAMP) non intervengono in tutti gli OT. Complessivamente il loro budget è il seguente:� FEASR: 10, 430 Miliardi di Euro, dei quali oltre 4 Miliardi sono allocati sull’OT 3;� FEAMP: 537,3 Milioni di Euro (*).

L’attuazione del FEASR si basa su 21 PSR regionali e 2 Programmi NazionaliL’attuazione del FEAMP si basa su un Programma Nazionale.Antonio Bonetti

2.9. La strategia per le aree interne nell’ambito dell’Accordo di Partenariato (I)

Le sfide territoriali per CLLD/LEADER individuate nell’AdP sono: (i) migliorare il disegno el’implementazione delle politiche a favore di specifiche aree; (ii) promuovere una maggiore qualità dellaprogettazione locale, (iii) promuovere con flessibilità il coordinamento delle politiche (v. AdP, p.664).

Alcune specifiche sfide interessano le “aree interne”, che si caratterizzano per il fatto di essere:� a una distanza significativa dai principali “centri di offerta di servizi” (*);� dotate di risorse culturali e naturali rilevanti (e, sovente, sotto-utilizzate);� estremamente diversificate.

L’AdP delinea una strategia che, fondamentalmente, qualifica le “aree interne” come aree a forte rischio dispopolamento. L’AdP, infatti, stabilisce che “per contrastare e invertire i fenomeni di spopolamento inqueste aree si intende agire attraverso progetti di sviluppo locale …, integrati da un intervento nazionalevolto ad assicurare alle comunità coinvolte un miglioramento dei servizi essenziali di istruzione, salute emobilità” (v. AdP, p. 690).

(*) I Centri di Offerta di Servizi sono definiti come “quel Comune, o aggregato di Comuni confinanti, ingrado di offrire simultaneamente: tutta l’offerta scolastica secondaria, almeno un ospedale di sedeDEA di I livello, almeno una stazione ferroviaria di categoria silver” (v. UVAL, Strategia Nazionaleper le Aree Interne: definizione, obiettivi, strumenti e governance, Materiali UVAL N. 31, 2014, p. 24)

Antonio Bonetti

2.10. La strategia per le aree interne nell’ambito dell’Accordo di Partenariato (II)

L’obiettivo centrale della SNAI, in sostanza, è l’inversione dei trend demografici negativi checaratterizzano le aree interne. Vengono individuati cinque obiettivi intermedi (v. slide successiva) chevengono perseguite tramite due classi di azioni (strumenti):1. Progetti di Sviluppo Locale, da focalizzare sui seguenti temi (v. AdP, p. 692):� Tutela del territorio e comunità locali,� Valorizzazione delle risorse naturali, culturali e del turismo sostenibile;� Valorizzazione delle risorse naturali, culturali e del turismo sostenibile;� Sistemi agro-alimentari e sviluppo locale;� Risparmio energetico e filiere locali di energia rinnovabile,� Saper fare e artigianato.2. Adeguamento della qualità/quantità dell’offerta di servizi essenziali. Tali servizi vengonoindividuati in quelli che definiscono i “diritti di cittadinanza” essenziali di una comunità, ossia serviziscolastici, servizi sanitari essenziali (pronto-soccorso, emergenze punti parto, trasfusioni) e sistemi dimobilità (interni ed esterni) di qualità accettabile.

Definizione delle c.d. “aree interne”: il Comitato per le Aree Interne hastimato che queste coprono 4.261 Comuni, interessando circa il 23% dellapopolazione italiana, come rilevata dal Censimento della Popolazione 2011.

Antonio Bonetti

2.11. La “logica di intervento” della strategia per le aree interne

Azioni (strumenti)

Adeguamento dell’offerta di servizi essenzialiProgetti di sviluppo locale

Obiettivo Finale

Obiettivi Intermedi

Fonte: UVAL, Strategia Nazionale per le Aree Interne: definizione, obiettivi, strumenti e governance,Materiali UVAL N. 31, 2014, p. 13

Inversione dei trend demografici

� Aumento del benessere pro-capite dei residenti� Aumento dell’occupazione� Riutilizzazione del capitale territoriale� Riduzione dei costi sociali legati alla de-antropizzazione� Rafforzamento dei fattori di sviluppo locale

Antonio Bonetti

2.12. Ambiti tematici (11) di riferimento per impostare strategia per le aree interne (e per i PSL dell’approccio LEADER)

1. Sviluppo e innovazione delle filiere e dei sistemi produttivi locali,2. Sviluppo della filiera dell’energia rinnovabile (produzione e risparmio energia),3. Turismo sostenibile,4. Cura e tutela del paesaggio, dell’uso del suolo e della biodiversità (animale e vegetale),4. Cura e tutela del paesaggio, dell’uso del suolo e della biodiversità (animale e vegetale),5. Valorizzazione e gestione delle risorse ambientali e naturali,6. Valorizzazione di beni culturali e patrimonio artistico legato al territorio,7. Accesso ai servizi pubblici essenziali,8. Inclusione sociale di specifici gruppi svantaggiati e/o marginali,9. Riqualificazione urbana con la creazione di servizi e spazi inclusivi per la comunità,10.Reti e comunità intelligenti,11. Diversificazione economica e sociale connessa ai mutamenti nel settore della pesca.

Fonte: Accordo di Partenariato, pp. 665-666

Antonio Bonetti

2.13. I Programmi Operativi per l’attuazione dell’Accordo di Partenariato

Programmi Operativi (PO)

PO Regionali (POR)18 POR FESR18 POR FSE

3 POR Plurifondo3 POR Plurifondo(Calabria, Molise e Puglia)

PO Nazionali (PON)

Antonio BonettiSui PON si veda l’Allegato I

2.14. Logica a cascata degli strumenti giuridici che disciplinano i Fondi SIE e dei relativi livelli di programmazione strategica (struttura dei POR)

Quadro Strategico ComuneRegolamenti

� Obiettivi Tematici (11)

� Priorità di Investimento

Accordo di Partenariato

� Risultati Attesi (Obiettivi Specifici dei POR)

� Azioni

I regolamenti verticali sul FESR e sul FSE prevedono 30 Priorità di Investimento per ilFESR e 24 per il FSE.Antonio Bonetti

3.1. La PAC: le origini e gli sviluppi fino agli anni Ottanta (I)

La PAC era prevista già dai Trattati di Roma del 1957 per garantire l'autosufficienza alimentare ai 6 Paesifondatori e si può ben dire che sia stata per un trentennio il collante del processo di integrazione comunitario(Saccomandi, 1978, Fanfani, 1990, Mattei, 1996).

Sezione 3. Origini ed evoluzione storica della PAC e della politica di sviluppo rurale

(Saccomandi, 1978, Fanfani, 1990, Mattei, 1996).Gli obiettivi della PAC erano ben definiti dall’art. 39 del Trattato di Roma sulla Comunità Economica Europea(CEE):� Incrementare la produttività dell’agricoltura,� Assicurare un tenore di vita equo alla popolazione agricola,� Stabilizzare i mercati,� Garantire la sicurezza degli approvvigionamenti,� Assicurare prezzi ragionevoli ai consumatori.

Antonio Bonetti

3.2. La PAC: le origini e gli sviluppi fino agli anni Ottanta (II)

Fino alla metà degli anni Ottanta vengono assolutamente privilegiati gli interventi settoriali volti a sostenere ea stabilizzare i redditi agricoli, anche con conseguenze negative, quali la cronica eccedenza della produzione dicerti prodotti agro-alimentari (si pensi all’annosa questione della produzione eccedentaria di latte).Lo strumento che è stato privilegiato è quello del “sostegno dei prezzi agricoli”. I principi fondamentali cheguidavano il sostegno dei prezzi agricoli erano (Mattei 1996, 2007):� Mercato unico (non vi dovevano essere, così come per beni industriali e servizi, ostacoli alla liberacircolazione dei prodotti agricoli),circolazione dei prodotti agricoli),� Preferenza comunitaria (sostegno ai prodotti agricoli comunitari attraverso barriere doganali per iprodotti agricoli dei Paesi Terzi e sostegno alle esportazioni),� Solidarietà finanziaria: tutti i Paesi membri della Comunità Economia Europea (ora UE) dovevanocontribuire ad alimentare lo strumento finanziario della PAC, ossia il FEOGA (v. slide che segue).

Fino alla fine degli anni Ottanta vengono penalizzate, invece, le politiche delle strutture e altre tipologie diintervento “tematiche” e “territoriali”, che si sono affermate solo negli ultimi quindici anni (in primo luogo gliinterventi volti a tutelare il patrimonio ambientale, a tutelare meglio il tenore di sostanze organiche dei terrenie a diffondere metodi produttivi più “ecologici” e a tutelare e valorizzare meglio il patrimonio boschivo).

Antonio Bonetti

3.3. La PAC e l’istituzione del FEOGA nel 1962

Nel 1962 viene istituito lo strumento di riferimento della PAC, ossia il Fondo Europeo di Orientamento eGaranzia Agricola (FEOGA).Esso è sempre stato diviso in due Sezioni:� la Sezione Garanzia, assolutamente predominante per rilevanza strategica e finanziaria. Essa, infatti, è laSezione che finanzia molteplici strumenti di finanziamento della politica dei prezzi e di regolamentazione deiSezione che finanzia molteplici strumenti di finanziamento della politica dei prezzi e di regolamentazione deimercati agricoli (su questi strumenti si vedano Coda Nunziante, 1970 e Tarditi, 1972);� la Sezione Orientamento, destinata a sostenere la politica delle strutture, ossia gli interventi volti afronteggiare quelli che, tradizionalmente, vengono indicati come fattori strutturali di criticità dei sistemiproduttivi agricoli (il vincolo alla produttività costituito dalla terra, quale fattore produttivo fisso; ilcondizionamento sulla produzione di un fattore assolutamente esogeno e incerto, quale gli eventi climatici;una presunta minore capacità imprenditoriale e di innovazione dei conduttori agricoli).

N.B. Questa distinzione fra due strumenti a sostegno della PAC, in pratica, si ritrova ancora oggi, dalmomento che il I Pilastro è finanziato dal Fondo Europeo Agricolo di GAranzia (FEAGA) e il II Pilastrodal Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR).Antonio Bonetti

3.4. L’evoluzione della PAC e della politica di coesione negli anni Novanta (I)

Nel corso degli anni Novanta la politica di sviluppo rurale si avvia ad affermarsi come “pilastro” autonomodella PAC, soprattutto in forza dei seguenti fattori:� la riforma del 1992 della PAC (“riforma Mac Sharry”);� il recepimento degli indirizzi della Conferenza di Cork sullo sviluppo rurale (1996), che fuorganizzata dalla DG Agricoltura della Commissione Europea e che ha suggellato, sul piano politico,l’affermazione di un II pilastro autonomo della PAC;l’affermazione di un II pilastro autonomo della PAC;� l’integrazione degli interventi strutturali in agricoltura nell’ambito della politica di coesione, proprio per lasua funzione complementare alle politiche strutturali cofinanziate dal FESR e dal FSE.

Gli interventi strutturali della PAC nei primi due cicli di programmazione 1989-1993 e 1994-1999 – che hannoseguito la riforma dei fondi della CEE/UE del 1988 - sono stati finanziati dal FEOGA Orientamento, a cuivenivano applicati i principi di fondo dei Fondi Strutturali (*).

I principi sono: (i) programmazione pluriennale, (ii) addizionalità degli interventi cofinanziati dai fondi dell’UE perle politiche strutturali rispetto a quelli ordinari (e quindi addizionalità della spesa pubblica europea rispetto aquella ordinaria degli Stati Membri), (iii) cofinanziamento degli interventi, (iv) coinvolgimento dei portatori diinteresse (partenariato).Antonio Bonetti

3.5. L’evoluzione della PAC e della politica di coesione negli anni Novanta (II)

Questo significa che negli anni Novanta gli interventi strutturali in agricoltura vengono inquadrati nella più generalepolitica regionale dell’Unione Europea, sulla base dell’architettura della politica regionale, incentrata su:(i) grandi Obiettivi prioritari (Obiettivi territoriali e trasversali). Gli interventi a sostegno dello sviluppo rurale neglianni Novanta vengono realizzati nelle regioni in maggiore ritardo di sviluppo (Obiettivo 1) e nelle aree al di fuoridelle regioni Obiettivo 1 con maggiori problematiche di sviluppo rurale (*);(ii) programmi pluriennali di spesa. Tutti gli interventi vengono compendiati in programmi complessi di spesa,organizzati in Assi e Misure.organizzati in Assi e Misure.

Negli anni Novanta, peraltro, tende a rafforzarsi la concentrazione territoriale e la dimensione integrata degliinterventi per lo sviluppo delle aree rurali. Risulta parimenti molto rilevante per la “crescita” della politica disviluppo rurale l’esperienza della progettazione integrata territoriale avviata in quegli anni con il Programma diIniziativa Comunitaria LEADER. In estrema sintesi, si può condividere la posizione che ‹‹per le classiche politichestrutturali agricole, lavorare a fianco delle politiche regionali è stata una preziosa fonte di stimolo verso ilpassaggio ad un concetto moderno di sviluppo rurale›› (Mantino 2008, p. 37).

(*) I grandi Obiettivi delle politiche strutturali dell’UE (politica regionale e politica strutturale per le zone rurali)fino al ciclo 2007-2013 sono stati sempre suddivisi in: (i) Obiettivi Territoriali (ad es. Ob. 1 e Ob. 2) e (ii)Obiettivi orizzontali (tematici).Antonio Bonetti

3.6. I fattori che maggiormente incidono sulla creazione di un pilastro autonomo “sviluppo rurale” negli anni Novanta

Negli anni Novanta incidono su questi cambiamenti soprattutto la “riforma Mac Sharry" del 1992 della PAC e leipotesi di riforma di "Agenda 2000" (il documento strategico della Commissione in cui vengono individuate le lineedi riforma del bilancio UE per il ciclo di spesa 2000-2006 e della stessa PAC). Assumono una rilevanza specificaanche gli accordi di novembre e dicembre 1992 sul commercio internazionale, sottoscritti al termine del roundnegoziale passato alla storia come “Uruguay round”.Tali accordi, infatti, spingono verso una riduzione a livello mondiale dei sussidi pubblici alla produzione e alcommercio di prodotti agricoli.commercio di prodotti agricoli.Un elemento cardine della riforma del 1992 (e di quelle successive) è la volontà dell’UE di rafforzare lamultifunzionalità dei sistemi agricoli, nella consapevolezza che questi sono anche produttori di servizi di interessegenerale, in primo luogo la tutela del territorio e del patrimonio naturale, ma anche la diffusione nelle zone rurali diservizi socio-assistenziali e la promozione anche nelle zone più remote di cultura e servizi culturali-ricreativi. Apartire dalla “riforma Mac Sharry” si rafforza progressivamente l’idea che la PAC non debba solo sostenere il redditodei produttori agricoli, ma anche valorizzare e premiare la loro funzione di “custodi” di tradizioni culturali, dellecolture tipiche di una zona, del suo paesaggio e, a maggior ragione, della sua integrità territoriale e ambientale.L’enfasi sulla “multifunzionalità” dell’agricoltura e degli interventi di sostegno allo sviluppo rurale viene accentuatada "Agenda 2000" (1997) e dalla “riforma Fischler” della PAC del 2003.

Antonio Bonetti

3.7. La “riforma Mac Sharry” della PAC

La"riforma Mac Sharry" (1992) è la prima riforma strutturale della PAC e tenta di rafforzare la valenza dipolitiche strutturali e territoriali degli interventi di sviluppo rurale cofinanziati dal FEOGA Orientamento.A fronte delle critiche sull'insostenibilità finanziaria della PAC tradizionale e sugli effetti distorsivi delledinamiche di mercato, vengono introdotti interventi di riforma, quali:(i) riduzione dei meccanismi di sostegno dei prezzi per un rilevante novero di prodotti agricoli;(ii) introduzione di pagamenti compensativi ai produttori agricoli, parzialmente "disaccoppiati" (ossia(ii) introduzione di pagamenti compensativi ai produttori agricoli, parzialmente "disaccoppiati" (ossiasganciati dalle quantità prodotte). Gli aiuti, inoltre, sono volti a favorire l’adozione da parte degli agricoltori disistemi di gestione più attenti all’ambiente e alla qualità delle produzioni;(iii) introduzione delle c.d. “misure di accompagnamento” (misure agro-ambientali per accentuare lacompatibilità ambientale degli interventi, misure di imboschimento delle superfici agricole e interventi diprepensionamento e ricambio generazionale nella conduzione agricola);(iv) previsione di interventi di set-aside dei terreni agricoli per limitare il loro eccessivo sfruttamento e tenere afreno la produzione eccedentaria di beni agro-alimentari.

Antonio Bonetti

3.8. “Agenda 2000” e i nuovi principi di fondo della PAC

La Comunicazione “Agenda 2000” (approvata dal Consiglio Europeo di marzo 1999) prevede diversi interventidi riforma delle politiche agricole comunitarie, che rafforzano la portata delle forti innovazioni introdotte conla riforma Mac Sharry del 1992:- si punta su una maggiore competitività delle strutture produttive agricole e non sulla massimizzazione dellequantità prodotte;- si rafforza l'attenzione sulla qualità delle produzioni (tutela dei consumatori) e sull'integrazione di obiettivi ditutela ambientale, di tutela delle qualità dei terreni e delle condizioni di benessere fisico del bestiame allevatotutela ambientale, di tutela delle qualità dei terreni e delle condizioni di benessere fisico del bestiame allevato(questo implica che le “misure di accompagnamento” introdotte dalla riforma Mac Sharry vengono inseritenella programmazione generale degli interventi del II pilastro);- si cerca di creare fonti di reddito alternative per i produttori agricoli (turismo rurale e valorizzazioni delleproduzioni artigianali tradizionali), in modo da sostenere in modo innovativo l'attività produttiva agricola edevitare l'abbandono delle terre marginali (montane, caratterizzate da bassa qualità e produttività dei terreni,etc.).Essa, infine, enfatizza il concetto di "multifunzionalità": per "multifunzionalità" si intende il fatto cheaziende e sistemi produttivi agricoli producono, oltre alle derrate agricole, anche servizi che hanno lecaratteristiche proprie dei servizi di interesse collettivo.

Antonio Bonetti

3.9. La “riforma Fischler” e il consolidamento del "II pilastro"

La “riforma Fischler" (2003), valorizzando le indicazioni di riforma di "Agenda 2000", in relazione allaPAC tradizionale (I pilastro) prevede ulteriori interventi, volti a:(i) ridurre il contributo ai redditi agricoli. Alla flessione dei regimi di aiuto tradizionali, peraltro, si aggiungonoil c.d. "disaccoppiamento" degli aiuti (essi vengono "sganciati" dalle quantità prodotte e dal numero di capi dibestiame allevati) e la riforma delle Organizzazioni Comuni di Mercato (OCM);(ii) rafforzare la dimensione di politica territoriale degli interventi di sviluppo rurale;(iii) garantire la funzionalità dei sistemi produttivi agricoli rispetto a obiettivi di salvaguardia della qualità(iii) garantire la funzionalità dei sistemi produttivi agricoli rispetto a obiettivi di salvaguardia della qualitàdelle produzioni, del benessere degli animali e di tutela dei consumatori ("condizionalità" o crosscompliance).

La "condizionalità" implica che gli interventi di sostegno al reddito degli agricoltori, in misura crescente sono“condizionati” al rispetto da parte degli agricoltori di norme in materia di tracciabilità degli alimenti,qualità/sicurezza alimentare, benessere degli animali allevati. Per usare la corretta terminologia dell’UE,implica che gli aiuti sono "condizionati" al rispetto di Criteri di Gestione Obbligatoria (CGO) e almantenimento dei terreni agricoli in Buone Condizioni Agronomiche e Ambientali (BCAA).

Antonio Bonetti

3.10. I cardini della politica di sviluppo rurale dopo la “riforma Fischler”

Multifunzionalità

Tutela del territorioTutela del patrimonio ambientale (e della integrità fisica e biochimica delle risorseidriche)Salvaguardia di oasi naturalistiche e aree protette (SIC e ZPS) ex Rete Natura 2000

Sostegno alle aree più marginali (zone montane, zone più aride e/o lontane dai mercatiprincipali)Tutela della biodiversità

Sicurezza alimentare (tutela dei consumatori)Condizionalità

Sicurezza alimentare (tutela dei consumatori)

Qualità dei prodotti agroambientali e delle carni prodotte

Tracciabilità e tutela di marchi di origine

Diversificazione dell’economia rurale e creazione di nuova occupazione

Rafforzamento delle infrastrutture (irrigue, percorsi ciclabili, miglioramento dellestrade rurali, itinerari enogastronomici, cartellonistica turistica)

Incentivazione della promozione di attività turistiche (turismo verde e piccolaricettività diffusa)Attività di formazione e sostegno alla creazione di nuove aziende agricole da parte deigiovaniValorizzazione di colture finalizzate a creare filiere “agroenergetiche” (biomassevegetali, colture per la produzione di olii combustibili vegetali, etc.)

Antonio Bonetti

3.11. Il quadro normativo e gli strumenti della politica di sviluppo rurale nella programmazione 2007-2013 (I)

Il dibattito sugli interventi del I e del II pilastro della PAC nel ciclo 2007-2013 è stato indirizzato, oltre che dalla“riforma Fischler”, dai risultati della Conferenza europea sullo sviluppo rurale che si è tenuta a Salisburgo nelnovembre 2003.La Conferenza ha fatto emergere tre orientamenti che sono stati poi recepiti nell’architettura della politica di

Antonio Bonetti

La Conferenza ha fatto emergere tre orientamenti che sono stati poi recepiti nell’architettura della politica disviluppo rurale nel periodo di programmazione 2007-2013:� semplificazione degli strumenti di intervento con l’introduzione di un solo fondo e di Programmi monofondo;� rafforzamento dell’approccio strategico alla programmazione, con una migliore divisione delle funzioni fraUE e Stati Membri e Regioni;� integrazione dell’approccio LEADER nei Programmi regionali. (*)

(*) Fino al ciclo 2000-2006 l’approccio LEADER era stato attuato nell’ambito di un Programma diIniziativa Comunitaria (PIC). A seguito dell’abrogazione dei PIC è stato inserito all’interno dei PSRregionali 2007-2013, come Asse trasversale.

3.12. Il quadro normativo e gli strumenti della politica di sviluppo rurale nella programmazione 2007-2013 (II)

Le principali innovazioni strategiche della politica di sviluppo rurale 2007-20131. Istituzione di un unico Fondo (FEASR) per finanziare il secondo pilastro della PAC, che unifica il duplice

meccanismo finanziario del pre-esistente FEOGA (*).2. Il FEASR, diversamente dal passato, nel Quadro Finanziario Pluriennale 2007-2013 non viene inserito nellastessa linea di bilancio dei Fondi Strutturali. Esso è stato inserito nell’ambito della rubrica II "Gestione dellerisorse naturali". La stessa scelta è stata fatta per il nuovo Fondo per la pesca (FEP), non riportato nel prospetto

Antonio Bonetti

risorse naturali". La stessa scelta è stata fatta per il nuovo Fondo per la pesca (FEP), non riportato nel prospettoche segue nella slide successiva.3. Approccio strategico alla programmazione, per rispettare più adeguatamente le priorità di policy generalidell’UE (nel primo decennio del nuovo secolo la c.d. “agenda di Lisbona”, a cui è succeduto il Piano “Europe2020”).4. Rafforzamento dell’approccio bottom up alla programmazione attraverso l’inserimento del c.d. “approccioLEADER” nel mainstream degli interventi di sviluppo rurale.

(*) Sulla PAC e sulla politica di sviluppo rurale nel ciclo 2007-2013 è stato trovato un accordo fra gli StatiMembri nel giugno 2005. Il Regolamento sul FEASR – Reg. (UE) 1698/2005 – è stato approvato il 20 settembre2005. A titolo di completezza si segnala che la base giuridica della politica di sviluppo rurale è stata poirivista in modo sostanziale nel 2009, a seguito del c.d. “Health check” del biennio 2008-009 (v. oltre).

3.13. Gli strumenti della politica di sviluppo rurale edella politica regionale nella programmazione 2007-2013

Ciclo 2000-2006 Ciclo 2007-2013

FESR

FESR FSE

Pol. Coesione

Antonio Bonetti

FESR FSE

FEOGA Or.

FEOGA Garanzia

FEASR

FEAGA

II Pilastro PAC

I Pilastro PAC

3.14. L’approccio strategico alla programmazione delle misure per lo sviluppo rurale nel ciclo 2007-2013

Nella programmazione 2007-2013 per le misure per lo sviluppo rurale (cofinanziate dal FEASR) è statoseguito lo stesso approccio strategico alla programmazione dei Fondi Strutturali.

Il percorso logico è stato il seguente:� l’approvazione di Orientamenti Strategici Comunitari (OSC) da parte del Consiglio dell’UE (gli OSCper lo sviluppo rurale sono stati approvati nel febbraio 2006, e poi rivisti nel 2009);� la definizione da parte degli Stati Membri (SM) di Piani Strategici Nazionali per lo Sviluppo

Antonio Bonetti

� la definizione da parte degli Stati Membri (SM) di Piani Strategici Nazionali per lo SviluppoRurale (e di un documento di gestione nazionale). I PSN per lo sviluppo rurale hanno assunto nellaprecedente programmazione la stessa veste giuridica e la stessa funzione del Quadro Strategico Nazionaleper le politiche strutturali co-finanziate dal FESR e dal FSE;� la definizione da parte degli SM dei Programmi di Sviluppo Rurale (a livello nazionale o a livelloregionale).

N.B. Il PSN, inoltre, prevede anche un Programma trasversale finalizzato alla individuazione e allo scambio di buoneprassi ed attività di capacity building a favore delle Regioni e dei Gruppi di Azione Locale (GAL): il Programma perla Rete Rurale Nazionale (per un’ampia presentazione delle attività legate a questo Programma si consulti il sitohttp://www.reterurale.it).

3.15. Il quadro dei programmi di sviluppo rurale 2007-2013 in Italia

Piano Strategico Nazionale

Regioni Ob. Convergenza (ex Ob. 1)

4 PSR (Puglia, Campania, Calabria, Sicilia)

Ret

e R

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Antonio Bonetti

(ex Ob. 1)

Pro

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N

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PSR Basilicata in phasing out

Regioni e PP.AA. Ob. Competitività Regionale e Occupazione (Centro Nord)

16 PSR

3.16. La struttura dei Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) regionali nella programmazione 2007-2013 (I)

La struttura dei PSR 2007-2013 era basata su una rigida articolazione in Assi e Misure (45), rinforzata peraltro da indicazioni vincolanti sull’allocazione delle risorse fra Assi riportate nel prospetto sottostante.

Assi prioritari Misure Vincolo di risorse allocate

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1. Competitività 16 Misure Min 10%

2. Ambiente 13 Misure Min 25%

3. Qualità della vita e diversificazione dell’economia nelle zone rurali

13 Misure Min 10%

4. LEADER 3 Misure Min 5%

3.17. La struttura dei Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) regionali nella programmazione 2007-2013 (II)

Assi prioritari Ambiti tematici (gruppi di misure)

1. Miglioramento della competitività del settore agricolo e forestale

1A Conoscenza e capitale umano1B Capitale fisico e innovazione1C Qualità dei prodotti agricoli

2. Miglioramento dell’ambiente e 2A Uso sostenibile dei terreni agricoli

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2. Miglioramento dell’ambiente e dello spazio rurale

2A Uso sostenibile dei terreni agricoli2B Uso sostenibile dei terreni forestali

3. Qualità della vita nelle zone rurali e diversificazione dell’economia rurale

3A Diversificare l’economia rurale3B Migliorare la qualità della vita3C Formazione e informazione3D Formazione per operatori dello sviluppo locale

4. LEADER -

3.18. La struttura dei Programmi di Sviluppo Rurale (PSR) regionali nella programmazione 2007-2013 (III)

La programmazione 2007-2013 degli interventi avrebbe dovuto essere caratterizzata al tempo stesso da:1. integrazione sinergica degli interventi nell’ambito dei nuovi Programmi per lo Sviluppo Rurale 2007-2013,da configurarsi come:� integrazione territoriale,� integrazione tematica (in relazione a determinati problemi e/o obiettivi strategici),� integrazione all’interno di una filiera agroalimentare;

Antonio Bonetti

� integrazione all’interno di una filiera agroalimentare;

2. elevata complementarità con:� il primo pilastro della PAC;� gli interventi della politica regionale cofinanziati dai Fondi Strutturali (in particolare, la complementaritàcon i Programmi regionali cofinanziati con il FESR, da valutare soprattutto in relazione all’Asse 3 dei PSRregionali);� la politica della pesca e con il relativo strumento di attuazione, ossia il Fondo Europeo per la Pesca (FEP).

4.1. Il c.d. “Health check” della PAC nel biennio 2007-2008

Nel novembre 2007 la Direzione Generale Agricoltura e sviluppo rurale della Commissione ha lanciato laconsultazione pubblica su una nuova riforma della PAC.La consultazione – denominata “Health check” della PAC – si è conclusa con il Consiglio dei Ministri

Sezione 4. LA POLITICA DI SVILUPPO RURALE NELLA

PROGRAMMAZIONE 2014-2020

La consultazione – denominata “Health check” della PAC – si è conclusa con il Consiglio dei Ministridell’Agricoltura del 20 e 21 novembre del 2008. Sebbene essa abbia interessato ampiamente il I pilastro dellaPAC (politica dei mercati e misure di sostegno al reddito) e solo in misura limitata il II pilastro, le decisionimaturate a seguito dell’Health Check hanno condotto a una consistente revisione della base normativa deiProgrammi di Sviluppo Rurale regionali nel corso del 2009.

Preme evidenziare che, ormai, il processo di riforma della PAC è un processo senza soluzione di continuità, aconferma delle molteplici pressioni che ci sono da una parte per un definitivo superamento degli interventitradizionali del I pilastro della PAC e dall’altra delle pressioni conservatrici delle organizzazioni di categoriaagricole di tutta Europa per il loro mantenimento.

Antonio Bonetti

4.2. Le principali indicazioni dell’ Health check

La consultazione pubblica Health Check ha individuato quali “nuove sfide” da inserire nei PSR regionali leseguenti priorità strategiche:� contrasto dei cambiamenti climatici e rispetto del protocollo di Kyoto sull’abbattimento dell’emissione digas ad effetto serra;� sviluppo delle energie rinnovabili;

Antonio Bonetti

� sviluppo delle energie rinnovabili;� migliore tutela delle acque superficiali e sotterranee;� contrasto della flessione della biodiversità.

A tale riguardo si sottolinea che, in realtà, le “nuove sfide” già erano parte del sistema di obiettivi generali especifici dei PSR regionali. La revisione del 2009, quindi, ha solo potenziato la loro rilevanza strategica (eanche la loro dotazione finanziaria)*.

(*) Le decisioni del Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura del novembre 2008 hanno condotto a:- la revisione della base normativa sulla PAC;- la revisione degli OSC sullo sviluppo rurale (si veda la Dec. 2009/61/CE);- la riprogrammazione dei Piani Strategici Nazionali e di tutti i PSR regionali.

4.3. Il negoziato sulla PAC post 2013

Nell’aprile 2010 la DG Agricoltura e sviluppo rurale della Commissione ha lanciato una nuova consultazionepubblica, volta a ricercare una ampia convergenza di vedute sulle concrete direttrici di riforma della PAC per ilperiodo post 2013. Il 19 e 20 luglio 2010 si è tenuta a Bruxelles una nuova conferenza sulla PAC post 2013.La Comunicazione della Commissione - DG Agricoltura contenente le proposte concrete di riforma per il ciclo post2013 è stata pubblicata il 18 novembre 2010 con il titolo “The CAP towards 2020”. Il titolo voleva sottolinearenon solo il periodo temporale preso in considerazione, ma anche la necessità di ancorare la nuova riforma della PAC

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non solo il periodo temporale preso in considerazione, ma anche la necessità di ancorare la nuova riforma della PACalla strategia Europe 2020 che è alla base delle politiche per la competitività dell’UE nell’intero decennio in corso.A quasi un anno da tale Comunicazione, ossia il 12 ottobre 2011, la Commissione europea ha formalmente avanzato

una serie di proposte legislative per la nuova riforma della PAC da recepire nel il periodo 2014-2020.Il lungo negoziato sul Quadro Finanziario Pluriennale 2014-2020 e sui regolamenti della stessa PAC ha fatto sì chesolo il 17 dicembre 2013 siano stati adottati i due principali regolamenti sulla PAC per la programmazione in corso.Peraltro, il legislatore europeo, a causa di questi ritardi ha dovuto adottare anche un regolamento transitorio pernormare le azioni della PAC nell’anno 2014, in quanto si è reso necessario il rinvio al 2015 dell'entrata in vigore delregolamento sui pagamenti diretti agli agricoltori (di cui si parla oltre) e di taluni interventi di cui al regolamentoOCM Unica (previste per il 2014).

4.4. Le indicazioni strategiche della Comunicazione “The CAP towards 2020”

Nella Comunicazione del novembre 2010 “The CAP towards 2020” la Commissione evidenzia la necessitàdi:1. mantenere l’articolazione della PAC in due pilastri;2. incentrare la PAC post 2013 su tre grandi sfide (*):� assicurare la sicurezza alimentare e la qualità e la salubrità delle produzioni agricole (food security);� continuare a garantire, attraverso il sostegno al sistema produttivo agricolo, la produzione di quei benipubblici che altrimenti un sistema di libero mercato non produrrebbe (tutela del territorio e dei paesaggi,

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pubblici che altrimenti un sistema di libero mercato non produrrebbe (tutela del territorio e dei paesaggi,salvaguardia della biodiversità e protezione dai maggiori rischi naturali) e favorire la produzione di energia dafonti rinnovabili (environment and climate change);� contrastare i divari fra le varie aree rurali nelle condizioni di vita (territorial balance);3. elaborare la politica di sviluppo rurale post 2013 sulla base di tre priorità di azione che sonosostanzialmente in linea con quelle dei PSR 2007-2013: (i) competitività dell’agricoltura europea, (ii)gestione sostenibile delle risorse naturali; (iii) sviluppo territoriale bilanciato delle aree rurali,favorendo un approccio allo sviluppo locale auto-centrato.

(*) Queste tre grandi sfide sono poi diventate in effetti i tre grandi obiettivi prioritari della PAC 2014-2020

PAC 2014-2020

I Pilastro

4.5. La base normativa delle politiche strutturali e della PAC

Reg. (UE) N. 1307/2013 sui pagamenti “diretti” della PAC,

Reg. (UE) N. 1308/2013 sulla Organizzazione Comune

di Mercato (OCM)

Politiche

Politica comune della pesca

Reg. (UE) N. 1303/2013(regolamento-quadro sui

Fondi SIE)

PAC 2014-2020

II Pilastro

(*) Va sempre ovviamente tenuto conto della fonte cardine del Diritto dell’UE che è il Trattato di Lisbona.In particolare, va tenuto conto del Titolo III “Agricoltura e Pesca” del Trattato sul Funzionamento dell’UE

Politica di coesione

Politichestrutturali2014-2020 Reg. (UE) N. 1305/2013

(sviluppo rurale)

Antonio Bonetti

Regolamenti-base

4.6. Focus sulla base normativa della PAC (I)

Reg. (UE) N. 1305/2016 sulle misure per lo sviluppo rurale,Reg. (UE) N. 1306/2013

(regolamento “orizzontale” su gestione, controlli e pagamenti dei

due “pilastri” della PAC),Reg. (UE) N. 1307/2013 sui pagamenti “diretti” della PAC,

Reg. (UE) N. 1308/2013 sulla Organizzazione Comune di

Mercato (OCM)

Regolamenti delegati e di attuazione della Commissione

PAC 2014-2020Reg. (UE) N. 1310/2013

(regolamento transitorio)

(*) Tra i Regolamenti di attuazione sono particolarmente rilevanti il Reg. (UE) N. 808/2014 e il Regolamento (UE) N. 809/2014 della Commissione

Mercato (OCM)

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4.7. Focus sulla base normativa della PAC (II)

Reg. n. 1306/2013 - Finanziamento, contollo e monitoraggio PACReg. Del. n. 640/2014 - SIGC, Riduzioni, esclusioni, sanzioniReg. Esec. n. 907/2014 - OOPP, gestione finanziaria, liquidazione conti, controlliReg. Esec. n. 908/2014 - OOPP, gestione finanziaria, liquidazione conti, controlliReg. Esec. n. 809/2014 - Riduzioni, esclusioni, sanzioni, SIGC, controlliReg. Esec. n. 834/2014 - Monitoraggio e Valutazione PACReg. Esec. n. 1067/2014 - Informazioni Contabili

Reg. n. 1305/2013 - Sostegno allo sviluppo ruraleReg. Del . n. 807/2014 - Sviluppo ruraleReg. Esec. n. 808/2014 - Sviluppo ruraleReg. Del n 994/2014 - Modifica allegato I del Reg. 1305/2013

Fonte: Rete Rurale Nazionale (RRN) - http://www.reterurale.it/normativa

N.B. A titolo di completezza vanno anche ricordate le “Linee Guida sull’ammissibilità dellespese relative allo sviluppo rurale 2014-2020” (a cura del MIPAAF e della Rete RuraleNazionale), approvate dall’Intesa in Conferenza Stato Regioni datata 11 Febbraio 2016.

Antonio Bonetti

I Pilastro(FEAGA)

Misure di mercato (OCM unica)

4.8. I due Pilastri della PAC 2014-2020

Aiuti diretti (FEAGA)

II Pilastro(FEASR)

Politica Agricola Comunitaria

Politica di sviluppo rurale

Altre azioni (*)

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(*) Promozione dei prodotti agricoli; Misure per garantire la conservazione, la caratterizzazionee l’utilizzo delle risorse genetiche in agricoltura; Sistema di rendicontazione delle spese,Sistema di controlli sulle spese della PAC.

4.9. Lo “spacchettamento” degli aiuti diretti e il “greening” (I)

Riforma Fischler (2003) Pagamento unico

Strati (componenti) obbligatori (3)

Pagamento basePagamento ecologico

Pagamento per giovani agricoltoriStrati (componenti) obbligatori (3)

Strati (componenti) facoltativi (4)

Pagamento diretto su più “strati” ex Reg. (UE) N.

1307/2013

Pagamento per giovani agricoltori

Sostegno accoppiatoPagamento redistributivo

Pagamento zone con vincoli ambientali

Regime piccoli agricoltori

Antonio Bonetti

4.10. Lo “spacchettamento” degli aiuti diretti e il “greening” (II)

La componente del regime di pagamenti diretti “spacchettati”, regime che è stato avviato il 1 gennaio 2015,maggiormente dibattuta è certamente quella ecologica (in gergo si parla di “greening” dei pagamenti diretti).Questo in quanto è quella che riassume meglio la spinta, sovente osteggiata dalle organizzazioni di categoriapreoccupate solo che restasse un sistema di pagamenti a favore degli agricoltori, verso la ricerca di una PACmeno impattante sull’ambiente e più in linea con la sensibilità degli individui verso una funzione degliagricoltori di “custodia” di integrità del suolo e del patrimonio naturale, di tipologie di sementi e colture di unagricoltori di “custodia” di integrità del suolo e del patrimonio naturale, di tipologie di sementi e colture di unterritorio che si intrecciano alle tradizioni culturali locali e, non ultimo, di nuove funzioni dell’agricoltura chepuò offrire servizi ricreativi (dall’agriturismo alle feste per bambini), ma anche servizi di cura alla persona(fattorie didattiche, fattorie sociali).In questa luce, va riconosciuto con favore che l’intero “spacchettamento” del pagamento unico in settecomponenti (3 obbligatorie e 4 discrezionali, con scelta sulla loro eventuale attivazione riservata agli StatiMembri) va nella direzione di valorizzare meglio la “multi-funzionalità” del settore agricolo anche nell’ambitodel I Pilastro della PAC.Le componenti facoltative, inoltre, consentono di tarare meglio gli aiuti su determinati obbiettivi di policy (sipensi al “pagamento ai piccoli agricoltori” o al pagamento per agricoltori attivi in zone con svantaggi naturali).

Antonio Bonetti

4.11. Lo “spacchettamento” degli aiuti diretti. Le scelte fatte in Italia

Pagamento basePagamento ecologicoComponenti

Reg. UE) N. 1307/2013 Scelte del MIPAAF

Pagamento basePagamento ecologico

Antonio Bonetti

Pagamento ecologicoPagamento per giovani agricoltori

Sostegno accoppiatoPagamento redistributivo

Pagamento zone con vincoli ambientali

Regime piccoli agricoltori

Componenti obbligatorie

Componenti facoltative

Pagamento ecologicoPagamento per giovani

agricoltori

Sostegno accoppiatoPagamento redistributivo

Pagamento zone con vincoli ambientali

Regime piccoli agricoltori

4.12. L’Organizzazione Comune di Mercato (OCM) e il Reg. (UE) N. 1308/2013

Per Organizzazione Comune di Mercato (OCM) “unica” si intende un insieme di misure di intervento per legestione dei mercati e per il sostegno dei prezzi dei prodotti agricoli, unite in un unico dispositivo diregolamentazione (il Reg. (UE) N. 1308/2013 e Regolamenti attuativi e delegati direttamente legati alRegolamento 1308/2013.Gli obiettivi dell’OCM sono, fondamentalmente, quelli della PAC originaria e confermati nel Trattato sulFunzionamento dell’UE (TFUE): garantire uno sbocco ai prodotti degli agricoltori e sostenere/stabilizzareil loro reddito e, al contempo, consentire ai consumatori di accedere a prodotti di buona qualità a prezziragionevoli.

Antonio Bonetti

Fino al 2007 vi erano 21 Organizzazioni Comuni di Mercato. L’OCM “unica” è stata introdotta dal Reg. (CE)N. 1234/2007, ma ovviamente vi sono disposizioni specifiche per determinati prodotti/settori (latte, olio dioliva e olive da tavola, vino, zucchero, altri) richiamate nello stesso Regolamento 1308/2013. (*)

(*) Il funzionamento dell’OCM “unica” disciplinato dal Reg. (UE) N. 1308/2013, infatti, harilevanti connessioni anche con:� il “pacchetto latte” ex Reg. (UE) N. 261/2012,� il “pacchetto qualità” ex Reg. (UE) N. 1151/2012.

Cofinanziamento

4.13. Risorse finanziarie della PAC per l’Italia

Il MIPAAF stima per l’Italia una disponibilità di circa 52 Miliardi di Euro nel periodo 2014-2020 riconducibiliagli interventi del I e II Pilastro. Come stabilito nell’Accordo di Partenariato nazionale (sulle politichestrutturali in Italia) ben 10, 430 Miliardi di Euro sono stati assegnati all’Italia a valere del FEASR, a cui vaaggiunto il cofinanziamento nazionale nella misura del 50%.

Interventi Fondi UeCofinanziamento

nazionaleTotale

Pagamenti diretti 27,0 0,0 27,0

OCM vino e ortofrutta 4,0 0,0 4,0

Sviluppo rurale 10,5 10,5 21,0

TOTALE 41,5 10,5 52,0

Fonte: MIPAAF (valori in Miliardi di Euro)Antonio Bonetti

Politiche settoriali PAC

I Pilastro

4.14. Coerenza con altre politiche europee e programmazione top-down delle misure per lo sviluppo rurale (I)

Fondi SIE

Politichestrutturali dell’UE

Politiche nazionali diriforma

Europe2020

II Pilastro(Sv. Rurale)

Accordo di Partenariato (AdP)

Antonio Bonetti

4.15. Coerenza con altre politiche europee e programmazione top-down delle misure per lo sviluppo rurale (II)

Strategia “Europe 2020”

Quadro Strategico Comune (QSC)

Livello UE

Accordo di Partenariato (tutti i Fondi SIE)

2 PO Nazionali per lo sviluppo rurale

21 PSR regionali

Livello nazionale

Livello regionale

Antonio Bonetti

4.16. La politica di sviluppo rurale nella programmazione 2014-2020 (I)

La politica di sviluppo rurale, come evidenziato nella Sezione precedente, tende ad imporsi come "pilastro"autonomo della PAC nel corso degli anni Novanta.Inizialmente, per "politica di sviluppo rurale" erano intesi quegli interventi della PAC destinatiall’ammodernamento delle strutture produttive agricole, cofinanziati dal FEOGA Orientamento.Nel corso degli anni Novanta acquisiscono maggiore rilevanza obiettivi di tutela del territorio e delpatrimonio naturale, di valorizzazione del patrimonio forestale (sia per le sue funzioni di tutela ambientalisia per quelle produttive) e di tutela di qualità e tipicità dei prodotti (con l’introduzione dei marchi DOP esia per quelle produttive) e di tutela di qualità e tipicità dei prodotti (con l’introduzione dei marchi DOP eIGP). Infine, negli anni ultimi venti/venticinque anni si afferma il concetto di "multifunzionalità“.

Un elemento innovativo rilevante della nuova programmazione è il sostanziale trasferimento dal I al IIpilastro degli strumenti di gestione del rischio, il che è abbastanza criticabile se consideriamo che le misuredi sviluppo rurale dovrebbero essere misure “strutturali”.

Va giudicato positivamente, di converso, che per la programmazione 2014-2020 il legislatore europeo abbiadeciso di riavvicinare fortemente – sia a livello di strategia, sia a livello normativo – politica regionale(cofinanziata dai Fondi Strutturali) e politica di sviluppo rurale (si veda la Sezione 1 della Nota).

Antonio Bonetti

4.17. La politica di sviluppo rurale nella programmazione 2014-2020 (II)

L’intero impianto della PAC negli ultimi dieci anni ha registrato diverse revisioni che l’articolato sistemaregolamentare per il periodo 2014-2020 ha cercato di razionalizzare.Diverse rilevanti innovazioni sono state avviate il 1 gennaio 2015 per quel che concerne il I Pilastro (per una ampiapanoramica si veda il volume “La PAC 2014-2020. Le decisioni dell’UE e le scelte nazionali”, a cura del Gruppo2013, scaricabile dal sito: www.gruppo2013.it).

L’impianto della politica di sviluppo rurale, invece, ha registrato dei mutamenti più di facciata che sostanziali,almeno con riferimento ai seguenti aspetti:almeno con riferimento ai seguenti aspetti:� gli interventi sono funzionali al raggiungimento dei tre grandi obiettivi della PAC nel decennio in corso, maquesti tre grandi obiettivi riecheggiano i tre Assi portanti dei PSR regionali della programmazione 2007-2013,� il numero di Misure attivabili è stato fortemente ridotto (dalle oltre 40 previste dal Reg. (CE) 1698/2005 alle 20Misure - 19 “operative” e una di Assistenza tecnica ai programmi - del periodo 2014-2020). A ben guardare,tuttavia, in molti casi in una Misura vengono “ricollocate” delle Misure dei PSR 2007-2013 come sottomisure,� per quanto concerne i PSR sono stati formalmente abrogati gli Assi, ma alla loro struttura “calata dall’alto”articolata in Assi e Misure della programmazione 2007-2013 è stata sostituita una struttura gerarchizzata diinterventi per certi versi ancora più rigida (v. slide 4.20-4.22).

Antonio Bonetti

4.18. Il sistema di programmazione 2014-2020

Il sistema di programmazione generale degli interventi prevede due importanti novità:1. L’art. 6 del Reg. (UE) N. 1305/2013 stabilisce che uno SM può presentare o un programma nazionale per

l’intero territorio, oppure un programma nazionale e dei programmi regionali. L’Italia ha scelto laseconda opzione, ma con una rilevante novità rispetto al passato. Il Programma nazionale non è unprogramma strategico, ma un autentico Programma “operativo” focalizzato su specifiche priorità, su cuiinterviene il Governo centrale in coerenza con quanto previsto dai PSR regionali (v. slide che segue).

2. L’art. 7 del Reg. (UE) N. 1305/2013 dispone che i PSR possano contenere dei sottoprogrammi tematici,

Antonio Bonetti

2. L’art. 7 del Reg. (UE) N. 1305/2013 dispone che i PSR possano contenere dei sottoprogrammi tematici,in relazione alle seguenti aree tematiche di intervento:� Giovani agricoltori,� Piccole aziende agricole,� Aree montane,� Filiere distributive corte,� Donne nelle aree rurali,� Cambiamento climatico e biodiversità.

La struttura dei PSR è disciplinata puntualmente dall’art. 8 del Regolamento 1305/2013 e dal relativo Regolamentodi esecuzione della Commissione, ossia il Reg. Esecutivo (UE) N. 808/2014.

4.19. Il Programmazione di Sviluppo Rurale Nazionale

Il PSR (nazionale) – Codice identificativo: 2014IT06RDNP001 – è stato formalmente adottato il 20novembre 2015. Il PSR (nazionale), gestito dal MIPAAF, ha un budget pubblico consistente di 2,14 miliardidi Euro (di cui 1,17 Miliardi di Euro sono finanza pubblica nazionale).

Il PSR (nazionale) è fortemente concentrato, interessando solamente le seguenti aree atematiche:� Gestione del rischio,� Biodiversità (biodiversità riferita specificamente alle specie zootecniche),

Antonio Bonetti

� Biodiversità (biodiversità riferita specificamente alle specie zootecniche),� Risorse idriche (infrastrutture per l’irrigazione).

Le Misure (presentate più ampiamente oltre) che verranno attivate sono:M4 – Investimenti ed immobilizzazioni materiali.M10 - Pagamenti agro-climatici- ambientali.M16 – Cooperazione.M17 - Gestione del rischio.

Al PSR Nazionale si affianca il Programma Rete Rurale Nazionale (RRN)

4.20. Programmazione delle misure per lo sviluppo rurale e struttura dei PSR regionali (I)

I Programmi nazionali e i PSR regionali, cofinanziati dal Fondo Europeo Agricolo per loSviluppo Rurale (FEASR) sono funzionali al raggiungimento dei tre obiettivi generali dellaPAC per la programmazione 2014-2020 (si veda l’art. 4 del Reg. (UE) N. 1305/2013):� competitività del sistema agricolo e delle filiere agro-alimentari;� tutela dell’ambiente e del territorio e contrasto ai cambiamenti climatici;� tutela dell’ambiente e del territorio e contrasto ai cambiamenti climatici;� sviluppo territoriale bilanciato.La struttura dei PSR regionali, pertanto, si articola come da “quadro logico” riportato nella slideche segue, tenendo conto del vincolo dell’art. 5 del Reg. (UE) N. 1305/2013 di inserire nei PSR:Priorità strategiche, Focus area, Misure, Sottomisure e “Operazioni” (o “interventi”).

Il Reg. (UE) N. 1305/2013 elenca 6 Priorità e 18 Focus area (v. art. 5), ma lo stesso articolo 5puntualizza che si possono anche inserire non tutte le Priorità e non tutte le Focus area. Il vincolominimo è quello di inserire in ogni PSR almeno 4 Priorità.Le Misure (19) fra le quali scegliere quelle da inserire nei PSR sono elencate e disciplinate dal Reg.(UE) N. 1305/2013 (Titolo III) e dal Regolamento attuativo (UE) N. 808/2014 della Commissione.

Antonio Bonetti

4.21. Programmazione delle misure per lo sviluppo rurale e struttura dei PSR regionali (II)

Struttura dei PSRStruttura dei PSR

3 Obiettivi generali della PAC

Obiettivi

Focus area (18)

Misure (19)

Sottomisure/operazioni

della PAC

6 Priorità della politica di sviluppo rurale

Antonio Bonetti

4.22. Le priorità dei PSR regionali

OBIETTIVIPAC 2014-2020

PRIORITÀ

Competitività

PRIORITÀ 1: promuovere il trasferimento di conoscenze e l’innovazione nel settore agricolo e forestale e nelle zone rurali (priorità orizzontale)

PRIORITÀ 2: potenziare in tutte le regioni la redditività delle aziende agricole e la competitività dell’agricoltura in tutte le sue forme e promuovere tecnologie innovative per le aziende agricole e la gestione sostenibile delle foreste

PRIORITÀ 3: promuovere l’organizzazione della filiera alimentare, comprese la trasformazione e la commercializzazione dei prodotti agricoli, il benessere degli animali e la gestione dei rischi

Tutela dell’ambiente, del territorio e

contrasto ai cambiamenti climatici

PRIORITÀ 4: preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all’agricoltura e alla silvicoltura

PRIORITÀ 5: incentivare l’uso efficiente delle risorse e il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima nel settore agroalimentare e forestale

Sviluppo territoriale bilanciatoPRIORITÀ 6: adoperarsi per l’inclusione sociale, la riduzione della povertà e lo sviluppo economico nelle zone rurali

Antonio Bonetti

4.23. Misure verticali e misure trasversali della nuova programmazione (I)

Anche nei nuovi PSR vi sono molteplici Misure serventi diversi obiettivi di politica pubblica e, quindi, aventi unaconnotazione orizzontale, mentre altre sono più chiaramente riconducibili a specifici obiettivi e, quindi,etichettabili come Misure “verticali” (specificamente indirizzati a determinati obiettivi).Nelle slide che seguono, di conseguenza, si propone una tassonomizzazione delle Misure previste dal Reg. (UE) N.1305/2013 e dal Reg. (UE) N. 808/2014 della Commissione, regolamento attuativo che delinea puntualmente lastruttura dei PSR e riporta l’elenco delle Misure.In merito, va aggiunto che:� la stessa focus area 1 è stata esplicitamente proposta come focus area “orizzontale” (senza una allocazione� la stessa focus area 1 è stata esplicitamente proposta come focus area “orizzontale” (senza una allocazionespecifica di finanza pubblica), proprio per il fatto di sostenere obiettivi e contenere Misure chiaramente“orizzontali” (trasversali rispetto all’intero impianto dei PSR), ossia le Misure ex art. 14 “Trasferimento diconoscenza” ed ex art. 15 “Servizi di consulenza aziendale” del Regolamento 1305/2013;� il novero delle Misure “orizzontali” è stato indirettamente ampliato dal maggior peso riservato nellaprogrammazione 2014-2020 al sostegno della ricerca e dell’innovazione anche nel comparto agricolo. Questoimplica che la Misura 16 (e le sue Sottomisure) si possono direttamente e/o indirettamente ricondurre all’obiettivodi promuovere l’innovazione in agricoltura, così come si possono associare a questo obiettivo di policy,indirettamente, le Sottomisure della Misura 1 “Trasferimento di conoscenza” dei PSR ex art. 14. (*)

Antonio Bonetti

Va aggiunto che le Sottomisure 16.1 e 16.2 dei PSR 2014-2020 sostengono i progetti pilota di ricerca gestiti daiGruppi Operativi nell’ambito dei Partenariati Europei per l’Innovazione (PEI), che sono certamente fra glielementi realmente innovativi della programmazione in corso. Sui PEI si veda l’Allegato II.

4.24. Misure verticali e misure trasversali della nuova programmazione (II)

Misure a sostegno di ricerca e innovazione

M5 Potenziale produttivo danneggiato

M17 Gestione del rischio

M1 ConoscenzaM16 Cooperazione

Antonio Bonetti

Misure orizzontali Altre Misure orizzontali

Approccio LEADER

L’approccio LEADER, in particolare, concorre alla Priorità 6 – articolata in tre “focus area” - tramite la focusarea 6B “Promozione dello sviluppo locale nelle aree rurali”.

M19 LEADER

M17 Gestione del rischio…….

M9 Associazioni di produttoriM13 Indennità compensative per

vincoli naturali/altri vincoli

4.25. Misure verticali e misure trasversali della nuova programmazione (III)

Competitività aziendale

M2 Consulenza aziendaleM3 Regimi di qualità dei prodotti

M4 Investimenti produttivi M6 Nuove imprese e sviluppo

aziendale

M8 ForesteM10 Pagamenti agro-climatico-

Antonio Bonetti

Misure verticali

Tutela dell’ambiente e lotta ai cambiamenti climatici

Tutela dei consumatori (prodotti genuini e sani)

Benessere degli animali M1 4 Benessere degli animali

Servizi di base per le comunità rurali/turismo

M10 Pagamenti agro-climatico-ambientali

M12 Pagamenti Natura 2000M15 Servizi silvo-climatico-

ambientali

M11 Agricoltura biologica

M7 Servizi di base

4.26. La struttura del PSR Lazio 2014-2020

Il PSR Lazio 2014-2020 è stato formalmente adottato il 17 novembre 2015 e consentirà di spendere per ilrilancio dell’economia rurale laziale circa 804 Milioni di Euro (336 Milioni di fonte comunitaria, 444 Milionidi co-finanziamento e ulteriori 24 Milioni di risorse pubbliche).Il Programma attiva tutte le 6 priorità, 17 delle 18 focus area (non viene attuata la focus area 5A “Rendere piùefficiente l’uso dell’acqua in agricoltura”) e 17 delle 19 Misure attivabili (va ricordato che la Misura 18interessa solamente la Croazia, entrata nell’UE solo il 1° luglio 2013).

Antonio Bonetti

interessa solamente la Croazia, entrata nell’UE solo il 1° luglio 2013).Non vengono attuate le Misure 15 Servizi silvo-climatico-ambientali e 17 Gestione del rischio.Le Misure più rilevanti in termini di dotazione di finanza pubblica sono nell’ordine:Misura 4 – Investimenti in immobilizzazioni materialiMisura 6 – Sviluppo delle aziende agricole e delle impreseMisura 11 – Agricoltura biologica,Misura 19 – LEADER.

Una Misura particolarmente rilevante per i potenziali beneficiari pubblici (Comuni e loro Unioni, Consorzi dibonifica, Enti Parco, altri) è la Misura 7 Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali(si veda l’Allegato III).

4.27. La Misura 19 (“Sostegno allo sviluppo locale LEADER”) del PSR Lazio 2014-2020

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19.1 - Sostegno alla progettazione della strategia di sviluppo locale

“Preparazione del PSL”

19.2 - Sostegno all'esecuzione degli interventi nell'ambito della strategia di sviluppo locale di tipo -

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nell'ambito della strategia di sviluppo locale di tipo partecipativo

-

19.3 - Preparazione e realizzazione delle attività di cooperazione del gruppo di azione locale

“Preparazione progetti di cooperazione”“Attuazione progetti di cooperazione”

19.4 - Sostegno per le spese di gestione e di animazione

“Gestione”“Animazione”

Antonio Bonetti

Il Programma di Iniziativa Comunitaria LEADER è stato attuato, nello specifico, a partire dal1991. L’acronimo LEADER sta per “Liasons Entre Actions de Developpement del’Economie Rurale”.Come tutti i Programmi di Iniziativa Comunitaria (PIC), esso si è distinto in primo luogo per ilsuo taglio sperimentale, soprattutto in relazione alla gestione delle politiche pubbliche su scalalocale. In genere vengono indicati i seguenti sette elementi distintivi del PIC LEADER:

4.28. Gli interventi per lo sviluppo rurale dell’UE: il PIC LEADER (I)

locale. In genere vengono indicati i seguenti sette elementi distintivi del PIC LEADER:� Strategia locale (“place-based”),� Approccio dal basso (“bottom up”),� Multi-settorialità (strategie di sviluppo integrate),� Partenariato,� Innovazione,� Cooperazione (interna ed esterna con altri territori)� Networking.

Antonio Bonetti

Favorire una maggiore collaborazione fra gliEnti Locali attraverso strategie di sviluppo“place-based”.

4.29. Gli interventi per lo sviluppo rurale dell’UE: il PIC LEADER (II)

Sperimentare nuove forme di partenariatopubblico-privato.

Delineare un sistema decisionale su scalalocale maggiormente informato a meccanismidi democrazia partecipativa(approccio dal basso e partecipato)

Obiettividell’approccio

LEADER

Antonio Bonetti

4.30. L’approccio LEADER: base normativa

LEADER: BASE

NORMATIVA

LEADER: BASE

NORMATIVA

Artt. 32-35 del Reg. (UE) N. 1303/2013

Regolamenti attuativi della Commissione N. 808 e N. 809 del 2014

(su I e II pilastro 1303/2013

Artt. 42-44 del Reg. (UE) N. 1305/2013

(Sv. Rurale)

(su I e II pilastro della PAC)

Antonio Bonetti

5.1. Horizon 2020 e il PEI “Produttività e sostenibilità del sistema agricolo” (I)

Il legislatore europeo, al fine di sostenere la ricerca in campo agricolo e favorire il raggiungimento degliobiettivi della strategia “Europe 2020”anche attraverso gli interventi per lo sviluppo rurale, ha proposto diimplementare dei “Partenariati Europei per l’Innovazione” (PEI) anche in agricoltura.

Sezione 5. GLI INTERVENTI A SOSTEGNO DELLA RICERCA E IL PEI “PRODUTTIVITÀ E SOSTENIBILITÀ DEL SISTEMA AGRICOLO”

implementare dei “Partenariati Europei per l’Innovazione” (PEI) anche in agricoltura.I PEI sono particolari strumenti sperimentali volti a rafforzare l’orientamento alla ricerca e all’innovazione delsistema socio-economico europeo lanciati nell’ambito dell’Iniziativa Faro “Unione dell’Innovazione” dellastrategia “Europe 2020”. I PEI che sono stati lanciati sono:� Invecchiamento attivo,� Produttività e sostenibilità del sistema agricolo (http://ec.europa.eu/eip/agriculture/), � Smart Cities and Communities,� Acqua,� Materie prime.

Antonio Bonetti

5.2. Horizon 2020 e il PEI “Produttività e sostenibilità del sistema agricolo” (II)

Il PEI “Produttività e sostenibilità del sistema agricolo” è volto a rafforzare la collaborazione tra icentri di ricerca (università e altri) e il mondo delle imprese agricole.In particolare, gli obiettivi cardine del PEI, come indicati nella Comunicazione della CommissioneCommunication on the European Innovation Partnership on ‘Agricultural Productivity and sustainability’(COM (2012) 79 del 29 febbraio 2012) sono:(COM (2012) 79 del 29 febbraio 2012) sono:� promuovere la produttività e l’efficienza agricola,� garantire la sostenibilità dell’agricoltura (in particolare la funzionalità dei suoli).

Obiettivi e strumenti del PEI “Produttività e sostenibilità del sistema agricolo” sono disciplinati dalTitolo IV del Reg. (UE) N. 1305/2016.

Antonio Bonetti

In particolare, l’art. 55 fisa per il PEI i seguenti obiettivi:� Promuovere un efficiente uso delle risorse, la competitività economica e una strategia di contrasto delcambiamento climatico per l’agricoltura e il settore forestale,� Sostenere l’approvvigionamento di cibo, mangimi e biomateriali, anche nuovi;� Migliorare i metodi di tutela dell’ambiente e di lotta al cambiamento climatico.� Gettare ponti tra la ricerca e le tecnologie di punta, da un lato, e gli agricoltori, i gestori forestali, lecomunità rurali, le imprese, le ONG e i servizi di consulenza. dall’altra.

5.3. Il PEI “Produttività e sostenibilità del sistema agricolo” e i Gruppi Operativi

Il FEASR sostiene questi obiettivi attraverso uno strumento specifico: i Gruppi Operativi costituiti dasoggetti del mondo agricolo, tecnico e scientifico (agricoltori, ricercatori, consulenti, ecc.).I Gruppi Operativi, disciplinati dall’art. 56, avranno i seguenti compiti (art. 57):� Formulare un piano (piano di ricerca–azione) che: (i) descrive il progetto innovativo da testare eimplementare; (ii) descrive i risultati attesi del progetto e come questi risultare concorrono a migliorarela produttività del settore agricolo e il suo contributo alla sostenibilità ambientale.� Individuare e mettere in pratica azioni innovative.

Antonio Bonetti

� Individuare e mettere in pratica azioni innovative.A supporto dei Gruppi Operativi (GO) il regolamento prevede la costituzione di una rete europea e diuna rete nazionale, che consentiranno di trasferire a tutti gli operatori del comparto agricolo eforestale i risultati dei progetti di ricerca e le migliori pratiche.La rete europea è già sostenuta dall’azione di animazione dell’agenzia EIP-Agri, della quale si riporta ilportale, dal quale trarre informazioni e scaricare documenti metodologici molto utili:http://ec.europa.eu/agriculture/eip/index_en.htm

BASE NORMATIVA DEL PEI (ex Reg. (UE) N. 1305/2013):Art. 35 – Misura 16 CooperazioneArt. 53 - Networks (Rete Rurale europea, Network di PEI e Reti Rurali nazionali)Art. 55 - Obiettivi dei PEIArt. 56 – Gruppi OperativiArt. 57 – Funzioni dei Gruppi Operativi .

Programmi/Fondi dell’UE

“a gestione diretta”

Horizon 2020

LIFE

INTERREG EUROPE

Programmi nazionali

(finanza pubblica nazionale)

Piano Nazionale per la

Ricerca 2015-2020 (MIUR)

Piano strategico per la ricerca e l’innovazione nel settore

agricolo (MIPAAF)

5.4. I principali Programmi europei e nazionali disponibili per il finanziamento della ricerca in agricoltura

PON “Ricerca e Innovazione”

(cofinanziato da FESR e FSE)

PSR regionali

(cofinanziati dal FEASR)

Misura 1 Trasferimento di conoscenza

Misura 16 Cooperazione

Programmi per finanziare ricerca e innovazione Programmi per finanziare ricerca e innovazione

in agricolturain agricoltura

Antonio Bonetti

Horizon 2020 (Pilastro III “Societal

Challenge”)

SC 2 “Sicurezza alimentare, sostenibilità, e bio-economia”

SC 3 “Energia sicura, pulita ed efficiente”

5.5. Le principali linee di finanziamento “a gestione diretta” dell’UEper sostenere la ricerca in agricoltura

Antonio Bonetti

Challenge”)

Altri Programmi “a gestione diretta”

Programmi dell’UE SC 5 “Azione per il clima, ambiente,

efficienza delle risorse e materie prime”

LIFEINTERREG EUROPE

5.6. I Programmi nazionaliper il finanziamento della ricerca in agricoltura

I tre Programmi pluriennali che verranno attuati in Italia più rilevanti per sostenere le attività di ricercae innovazione in agricoltura sono:1. il Piano Nazionale della Ricerca 2015-2020 (PNR 2015-2020), strutturato intorno a 12 aree dispecializzazione, che è stato approvato dal CIPE lo scorso 1° maggio e presentato dal Ministerodell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) il giorno successivo.Il PNR 2015-2020 è integralmente finanziato con finanza pubblica nazionale ed annovera fra le quattro

Antonio Bonetti

Il PNR 2015-2020 è integralmente finanziato con finanza pubblica nazionale ed annovera fra le quattroaree di specializzazione prioritarie anche “agrifood” (v. slide che segue).I progetti del PEI “agricolo” presentano una potenziale elevata coerenza diretta con l’area dispecializzazione “agrifood” e rilevanti legami indiretti con le aree “energia”, “salute” e “chimica verde”.

2. Il Piano strategico per l’innovazione e la ricerca nel settore agricolo, alimentare eforestale 2014 – 2020 (gestito dal MIPAAF) (v. slide 5.8).

3. Il Programma Operativo Nazionale “Ricerca e Innovazione” (v. slide 5.9).

5.7. Il Piano Nazionale della Ricerca 2015-2020

I tre Programmi pluriennali che verranno attuati in Italia più rilevanti per sostenere le attività di ricercae di innovazione in agricoltura sono:1. il Piano Nazionale della Ricerca 2015-2020 (PNR 2015-2020), strutturato intorno a 12 aree dispecializzazione, che è stato approvato dal CIPE lo scorso 1° maggio e presentato dal Ministerodell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) il giorno successivo.Il PNR 2015-2020 è integralmente finanziato con finanza pubblica nazionale ed annovera fra le quattro

aree di specializzazione prioritarie anche “agrifood” (v. slide che segue).

Antonio Bonetti

aree di specializzazione prioritarie anche “agrifood” (v. slide che segue).I progetti del PEI “agricolo” presentano una potenziale elevata coerenza diretta con l’area dispecializzazione “agrifood” e rilevanti legami indiretti con le aree “energia”, “salute” e “chimica verde”.2. Il Piano strategico per l’innovazione e la ricerca nel settore agricolo, alimentare eforestale 2014 – 2020 (gestito dal MIPAAF), che sarà oggetto presto di un post specifico. (v. slide5.8) Tale Piano, finanziato con finanza pubblica nazionale, ovviamente, costituisce il termine diriferimento principale per ricercare ulteriori opportunità di finanziamento per dei progetti di ricerca einnovati in campo agricolo.3. Il Programma Operativo Nazionale “Ricerca e Innovazione” (v. slide 5.9).

5.8. Il Piano strategico per l’innovazione e la ricerca nel settore agricolo, alimentare e forestale 2014 – 2020

Il Piano strategico per l’innovazione e la ricerca del MIPAAF, finanziato con finanza pubblicanazionale, ovviamente, costituisce il termine di riferimento principale per ricercare ulterioriopportunità di finanziamento per dei progetti di ricerca e innovati in campo agricolo.

Il MIPPAF ha individuato “sei aree tematiche a carattere trasversale, che costituiscono il cuore delpiano” (v. p. 7):Area 1 – Aumento sostenibile della produttività, della redditività e dell’efficienza delle risorse negli agro

Antonio Bonetti

Area 1 – Aumento sostenibile della produttività, della redditività e dell’efficienza delle risorse negli agroecosistemi.Area 2 – Cambiamento climatico, biodiversità, funzionalità suoli e altri servizi ecologici e socialidell’agricoltura.Area 3 – Coordinamento e integrazione dei processi di filiera e potenziamento del ruolo dell’agricoltura.Area 4 – Qualità, tipicità e sicurezza degli alimenti e stili di vita sani.Area 5 – Utilizzo delle risorse biologiche a fini energetici e industriali.Area 6 – Sviluppo e riorganizzazione del sistema della conoscenza per il settore agricolo, alimentare eforestale.

5.9. Il PON “Ricerca e Innovazione”

Il PON “Ricerca e Innovazione” – la cui gestione è affidata al MIUR - interessa solo le otto regionidel Mezzogiorno storico, ossia Abruzzo, Molise e Sardegna (le c.d. “regioni in transizione”) e le cinque“regioni “in ritardo di sviluppo” (Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) ed è cofinanziato siadal FESR, sia dal FSE.Questo PON, che ha una dotazione di finanza pubblica di circa 926 milioni di Euro, ovviamente, nonfinanzia direttamente progetti di ricerca in agricoltura, ma nelle regioni interessate può certamentecontribuire indirettamente a sostenere la propensione all’innovazione e la produttività anche degli

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contribuire indirettamente a sostenere la propensione all’innovazione e la produttività anche deglioperatori del settore primario e di quello della trasformazione dei prodotti agricoli.Si ricorda, infatti, che il PON sostiene in via prioritaria cinque aree tematiche di nazionali (*), unadi queste è l’area “Salute, alimentazione, qualità della vita”.

(*) Le cinque aree tematiche sono:� Industria intelligente e sostenibile, energia e ambiente,� Salute, alimentazione, qualità della vita,� Agenda digitale, smart communities, sistemi di mobilità intelligente,� Turismo, patrimonio culturale, made in Italy e industria della creatività,� Aerospazio e difesa.

Bibliografia

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Antonio Bonetti

Macro-categorie PON Fondi

Tutte le macro-categorie di regioni

Governance e capacità istituzionale FSE, FESRCittà Metropolitane FSE, FESR

Per la scuola FSE, FESRInclusione sociale FSE

Garanzia Giovani (Iniziativa Occupazione Giovani)

FSE + fondi allocati direttamente sul bilancio

Allegato I - PON 2014-2020 (I)

Giovani) direttamente sul bilancio dell’UE

SPAO* FSERegioni in transizione e regioni meno sviluppate

Imprese e competitività FESRRicerca e Innovazione FSE, FESR

Regioni meno sviluppateInfrastrutture e reti FESR

Cultura FESRLegalità FSE, FESR

* PON SPAO – PON Sperimentazione Politiche Attive del Lavoro

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Allegato I - PON 2014-2020 (II)

PONVA

(mln di Euro)Quota di ogni

PON (%)

PON Città Metropolitane 588 5,5PON Cultura 368 3,5

I PON nazionali hanno una dotazione finanziaria complessiva di quasi 10,7 Miliardi di Euro, pari a circa il 34,3% delmontante complessivo di Fondi Strutturali a disposizione per il settennio. I due PON con il budget più elevato sono PONImprese e Competitività e PON Infrastrutture e Reti.

PON Cultura 368 3,5PON Governance e capacità istituzionale 584 5,5PON Imprese e Competitività 1.776 16,7PON Inclusione 827 7,8PON Infrastrutture e Reti 1.383 13,0PON Iniziativa Occupazione Giovani 1.135 10,6PONLegalità 283 2,7PON per la Scuola 1.615 15,1PON Ricerca e Innovazione 926 8,7PON Sistemi di politiche attive per l'occupazione 1.181 11,1

Totale 10.666 100,0

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Allegato II. La Misura 7 del PSR Lazio 2014-2020 (I)

La Misura 7 Servizi di base e rinnovamento dei villaggi nelle zone rurali (articolata in 7sottomisure, una delle quali destinata a favorire la diffusione della banda larga nelle aree rurali dellaregione) è particolarmente rilevante per i potenziali beneficiari pubblici (Comuni e loro Unioni,Consorzi di bonifica, Enti Parco, altri), in quanto gli interventi che interessano soggetti pubblici sarannocofinanziati al 100% (e quindi non metteranno ulteriore pressione sulle dissestate finanze comunali).

Preme evidenziare che, eccezion fatta per la sottomisura 7.3 volta a realizzare connessioni a banda larga

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Preme evidenziare che, eccezion fatta per la sottomisura 7.3 volta a realizzare connessioni a banda larganelle aree rurali, sottomisura la cui gestione è delegata al Ministero dello Sviluppo Economico (*), lasottomisura 7.1 (che finanzia la formulazione di piani di sviluppo comunali e dei piani di gestione dei sitiNatura 2000 e di altri siti di elevato valore naturalistico) e la sottomisura 7.6 (studi e ricerche), perquasi tutte le altre sottomisure/operazioni è richiesta la loro attivazione nell’ambito di Progetti PubbliciIntegrati (PPI).

(*) La sottomisura 7.3 presenta un particolare sistema di gestione, ripreso dall’Accordo di ProgrammaQuadro per la realizzazione del Programma Lazio 30Mega del giugno 2014 tra la Regione Lazio e ilMinistero dello Sviluppo Economico. La sottomisura .7.3 è volta a sostenere la diffusione dellaconnettività a banda larga (minimo 30 Mbps) anche nelle aree rurali. Gli interventi, in particolare,interessano i Comuni delle zone C “Aree rurali intermedie” e delle zone D “Aree rurali con problemicomplessivi di sviluppo”.

Allegato II. La Misura 7 del PSR Lazio 2014-2020 (I)

Gli interventi di queste Sottomisure, pertanto, sono potenzialmente molto importanti per gli Enti Locali, maquesti dovranno anche tenere conto delle principali condizioni di ammissibilità:le “operazioni” richiamate sopra potranno essere realizzate solo nelle zone C “Aree rurali intermedie” e nelle zoneD “Aree rurali con problemi complessivi di sviluppo”; (*)Quasi tutte le “operazioni” della Misura 7, eccezion fatta per la 7.4.1, dovranno essere inserite nell’ambito diProgetti Pubblici Integrati (PPI). Questa clausola di ammissibilità dei progetti, fortunatamente, dovrebbe porre

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Progetti Pubblici Integrati (PPI). Questa clausola di ammissibilità dei progetti, fortunatamente, dovrebbe porreun freno alla cattiva prassi degli amministratori locali di realizzare investimenti puntuali che sono più utili percreare consenso politico che non per migliorare la qualità della vita delle comunità da loro amministrate.I PPI, infatti, vincolano gli amministratori a formulare dei piani di investimento integrati, secondo una logica dimutua coerenza fra i vari investimenti pubblici.

(*) Al momento della emanazione degli avvisi pubblici di finanziamento della Regione inerente questiinterventi bisognerà verificare con attenzione due aspetti:� se i Comuni (altri Enti Locali) che intendono presentare Progetti Pubblici Integrati (PPI) hanno giàaderito a dei GAL, in quanto vi sono ulteriori criteri di demarcazione fra interventi della Misura 7 attuatinell’ambito dei Piani di Sviluppo Locale (PSL) dei nuovi GAL e interventi attuati nei PPI;� se sarà già stata pienamente avviata la c.d. “strategia per le aree interne”, strategia “place-based” direspiro nazionale prevista dall’Accordo di Partenariato nazionale.

Allegato II. La Misura 7 del PSR Lazio 2014-2020 (III)

Le sottomisure sono:7.1 Sostegno per la stesura e l’aggiornamento di piani di sviluppo dei comuni e dei villaggi situati nelle zone rurali e deiservizi comunali di base, nonché di piani di tutela e di gestione dei siti Natura 2000 e di altre zone ad alto valorenaturalistico.7.2 Sostegno a investimenti nella creazione, il miglioramento o ampliamento di tutti i tipi di infrastrutture su piccolascala, compresi gli investimenti nelle energie rinnovabili e il risparmio energetico.7.3 Sostegno per l’installazione, il miglioramento e l’espansione di infrastrutture a banda larga e di infrastrutture passiveper la banda larga, nonché la fornitura di accesso alla banda larga e ai servizi di pubblica amministrazione online.

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per la banda larga, nonché la fornitura di accesso alla banda larga e ai servizi di pubblica amministrazione online.7.4 - Sostegno a investimenti finalizzati all’introduzione, al miglioramento o all’espansione di servizi di base a livellolocale per la popolazione rurale, comprese le attività culturali e ricreative, e della relativa infrastruttura.7.5 Sostegno a investimenti di fruizione pubblica in infrastrutture ricreative, informazioni turistiche e infrastruttureturistiche su piccola scala.7.6 Sostegno per studi e investimenti relativi alla manutenzione, al restauro e alla riqualificazione del patrimonioculturale e naturale dei villaggi, del paesaggio rurale e dei siti ad alto valore naturalistico, compresi gli aspettisocioeconomici di tali attività, nonché azioni di sensibilizzazione in materia di ambiente.7.7 Sostegno a investimenti finalizzati alla rilocalizzazione di attività e alla riconversione di fabbricati o altri impiantisituati all’interno o nelle vicinanze di centri rurali, al fine di migliorare la qualità della vita o i parametri ambientali delterritorio interessato.

Allegato III. La sottomisura 4.3 del PSR Lazio 2014-2020 a sostegno della viabilità rurale (I)

Un’altra sottomisura/operazione del PSR molto rilevante per Enti Locali e Università Agrarie è l’operazione4.3.1 “Miglioramento e ripristino della viabilità rurale e forestale extra-aziendale e punti diabbeveraggio per il bestiame”, per la quale è prevista l’integrale copertura delle spese ammissibili conrisorse del PSR se i beneficiari sono Enti Pubblici.

Sono previste due tipologie di investimenti:� gli investimenti per il miglioramento della viabilità rurale e forestale extra-aziendale;

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� gli investimenti per la realizzazione, la manutenzione e il ripristino di punti di abbeveraggio per il bestiame(fontanili).

Il miglioramento della viabilità rurale e forestale è considerata alla stregua di un’azione di sistema volta arafforzare le condizioni di contesto in cui operano le imprese agricole e contribuire così, indirettamente, allaloro sostenibilità. La Sottomisura 4.3, infatti, viene indicata nel PSR Lazio (v. p. 350) come servente rispettoai seguenti due fabbisogni del PSR (che sono, in tutto, 44):F.9. Incentivare gli investimenti a supporto della competitività e innovazione.F.35. Incentivare la filiera bosco-legno-energia e le relative infrastrutture a supporto su scala locale.

Allegato III. La sottomisura 4.3 del PSR Lazio 2014-2020 a sostegno della viabilità rurale (II)

Il PSR Lazio, opportunamente, delimita puntualmente le tipologie di investimenti ammissibili a beneficio peril miglioramento della viabilità rurale. Gli interventi devono riguardare solamente le strade classificate dalCodice della Strada come “vicinali” e, peraltro, sono eleggibili solo quegli interventi che interessano strade“vicinali” in aree agricole come delimitate dai Piani Regolatori Generali dei Comuni.Il PSR chiarisce anche che non sono ammissibili interventi per la realizzazione di nuove strade “vicinali” inaree agricole, ma solo opere di manutenzione, adeguamento e ripristino. Vengono parimenti finanziati i costi

Antonio Bonetti

aree agricole, ma solo opere di manutenzione, adeguamento e ripristino. Vengono parimenti finanziati i costiper l’acquisto e la sistemazione della segnaletica e lo spostamento e rifacimento di tubature e altro per ladistribuzione dei servizi pubblici (luce, gas, linee telefoniche, acquedotti e altro).Come anticipato, uno dei motivi di interesse per gli EE.LL. è certamente il fatto che gli interventi dimiglioramento della viabilità rurale e forestale implementati da Enti pubblici saranno integralmentefinanziati con risorse pubbliche del PSR.Le condizioni di finanziamento degli interventi sulla viabilità rurale e forestale, infatti, sono le seguenti:� il massimale dei costi totali ammissibili è fissato a 350.000 Euro,� il tasso di contribuzione del PSR è fissato all’80% nel caso gli interventi siano attivati da operatori privati,mentre è fissato al 100% nel caso siano attivati da Enti pubblici.

My innovative start-up F4R Lab (project in progress)Funds for Reforms Lab (F4R Lab) is an innovative start-up (according to the Steve Blank’s definition andthe Italian legislative framework for innovative start-ups) with the following Vision:‘A world where innovation and public policies are aimed at enhancing people’s access to food, civil rights and

economic opportunities in order to live decently.’

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ANTONIO BONETTI - Independent expert on strategic planning, project management & fundraisingWebsite/blog: http://www.bonetti4reforms.comMailto: [email protected]

For the meanwhile, it is ‘located’ on my blog www.bonetti4reforms.com, built up as an open platformaimed at presenting and sharing ideas, new business models, innovative projects and, last but not least,innovative financing tools with the potential for building inclusive models for economic and socialdevelopment.The main research projects are: SFERA PUBBLICA 2.0, LEADER 2.0 and EUROPE 2.0.