I DONI DELLO SPIRITO SANTO: IL SACRAMENTO DELLA CHI …

14
ante famiglie si sono date appuntamento al Circo Massimo, il 30 gennaio scorso. Famiglie formate da una mamma e da un papà. Famiglie unite, allargate, ricomposte, natu- rali, adottive, affidatarie. Ma anche tanti giovani e tanti nonni, omosessuali, cattolici e protestanti, musulmani, ebrei e atei. Italiani e stra- nieri, alcuni politici senza vessilli. Gente normale, non irreprensibile, non perfetta, come tutti. Come noi. Hanno provato ad etichet- tarci: cattolici, integralisti, medievali. Ma neanche la Chiesa ha saputo schierarsi, in questa occasione, troppo divisi i nostri pastori sull’ar- gomento. Persino le parole o i silenzi del Santo Padre sono stati strumentalizzati in merito. Hanno provato ad intimidir- ci, anche amichevolmente: violenti, repressi, incitate all’odio, attenzione… Inve- ce noi: un pancione, un pas- seggino e tre bambini liberi di fare amicizia e strappare sorrisi, abbiamo visto intor- no facce normali, come le nostre, visi distesi, nono- stante in molti non se la siano cavata con mezz’ora di treno, ma abbiano viag- giato di notte per migliaia TESTIMONI DI MISERICORDIA Febbraio 2016 - Anno XVIII - n° 91 Quaresima Ladispoli - via dei Fiordalisi, 14 - Tel. 069946738 - www.parrocchia-sacrocuore-ladispoli.it - e-mail: [email protected] LA RICONCILIAZIONE FRATERNA: OPPORTUNITÀ PER LE RELAZIONI UMANE Viviviana Puglisi SENSO DEL PECCATO E SENSO DI COLPA a pagina 3 PRIMA DELLA RICONCILIAZIONE C’È L’IMPEGNO A CAMBIARE VITA a pagina 4 LA CHIESA ACCOGLIE IL PECCATORE PENTITO CONCEDENDOGLI IL PERDONO DI DIO a pagina 4 LO STILE ACCOGLIENTE DI GESÙ VERSO I PECCATORI a pagina 5 LA PRIMA CONFESSIONE DEI BAMBINI a pagina 5 IL PADRE NON SI STANCA MAI DI PERDONARCI a pagina 6 SOTTOVOCE a pagina 7 LA VOCE SUL MONDO a pagina 8 LA PRESENTAZONE DEI BATTEZZATI a pagina 11 UN GIUBILEO RICCO DI EVENTI a pagina 11 PROGRAMMA QUARESIMA a pagina 12 appiamo che se vo- gliamo amare vera- mente, dobbiamo imparare a perdonare. Perdonate e chiedete di es- sere perdonati, scusate, in- vece di accusare. La riconciliazione avviene per prima cosa in noi stessi, non con gli altri. Inizia da un cuore puro.” Per un tema particolarmen- te delicato e complicato da affrontare, permettetemi di partire aiutandomi con una frase di Madre Teresa di Calcutta, grande esempio di donna e testimone coerente e costante di un amore infi- nito verso quel suo prossi- mo che ha instancabilmente aiutato, soccorso e confor- tato quotidianamente, sino all’ultimo dei suoi giorni… L’amore - ed, in particolar modo, quello cristiano - presuppone la capacità di anteporre il bene dell’altro a quello proprio, di sacrifi- segue a pagina 6 Le Sante Messe FESTIVE: Sabato: ore 18,30 Domenica: ore 9,00; 11,00 e 18,30 sono in Chiesa (Via dei Garofani) FERIALI (dal lunedì al sabato) Ore 8,30 e 18,30 sono in cappella (Via dei Fiordalisi, 14) CHI SONO QUELLI DEL FAMILY DAY? Emanuela Bartolini DEL S ACRO C UORE DI G ESÙ “S segue a pagina 2 l sacramento della riconciliazione ci fa tornare ad essere in comunione con Dio e con i fratelli attraverso il per- dono dei nostri peccati: es- so è la via ordinaria e certa per ottenere la remissione dei peccati gravi commessi dopo il battesimo ed è allo stesso tempo cammino di grazia e di conversione, speciale incontro con l’a- more di Dio. La sua comprensione teo- logica potrebbe essere ap- profondita con la semplice riflessione sui vari nomi che esso assume e che sot- tolineano aspetti diversi: – sacramento della conver- sione perché impegna e so- stiene nella vita con Gesù; – sacramento della peni- I T segue a pagina 10 I DONI DELLO SPIRITO SANTO: LA FORTEZZA Don Giuseppe Colaci IL SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE Don Giuseppe Colaci

Transcript of I DONI DELLO SPIRITO SANTO: IL SACRAMENTO DELLA CHI …

Page 1: I DONI DELLO SPIRITO SANTO: IL SACRAMENTO DELLA CHI …

ante famiglie si sonodate appuntamentoal Circo Massimo, il

30 gennaio scorso. Famiglieformate da una mamma eda un papà. Famiglie unite,allargate, ricomposte, natu-rali, adottive, affidatarie. Maanche tanti giovani e tantinonni, omosessuali, cattolicie protestanti, musulmani,ebrei e atei. Italiani e stra-nieri, alcuni politici senzavessilli. Gente normale, nonirreprensibile, non perfetta,come tutti. Come noi.Hanno provato ad etichet-tarci: cattolici, integralisti,medievali. Ma neanche laChiesa ha saputo schierarsi,in questa occasione, troppodivisi i nostri pastori sull’ar-gomento. Persino le paroleo i silenzi del Santo Padresono stati strumentalizzatiin merito.Hanno provato ad intimidir-ci, anche amichevolmente:violenti, repressi, incitateall’odio, attenzione… Inve-ce noi: un pancione, un pas-seggino e tre bambini liberidi fare amicizia e strapparesorrisi, abbiamo visto intor-no facce normali, come lenostre, visi distesi, nono-stante in molti non se lasiano cavata con mezz’oradi treno, ma abbiano viag-giato di notte per migliaia

T E S T I M O N I D I M I S E R I C O R D I A

Febbraio 2016 - Anno XVIII - n°91Quaresima

Ladispoli - via dei Fiordalisi, 14 - Tel. 069946738 - www.parrocchia-sacrocuore-ladispoli.it - e-mail: [email protected]

LA RICONCILIAZIONEFRATERNA:OPPORTUNITÀ PER LE RELAZIONI UMANEViviviana Puglisi

SENSO DEL PECCATO E SENSO DI COLPA a pagina 3 ▼

PRIMA DELLA RICONCILIAZIONEC’È L’IMPEGNO A CAMBIARE VITA a pagina 4 ▼

LA CHIESA ACCOGLIE IL PECCATOREPENTITO CONCEDENDOGLI ILPERDONO DI DIO a pagina 4 ▼

LO STILE ACCOGLIENTE DI GESÙVERSO I PECCATORI a pagina 5 ▼

LA PRIMA CONFESSIONEDEI BAMBINI a pagina 5 ▼

IL PADRE NON SI STANCA MAIDI PERDONARCI a pagina 6 ▼

SOTTOVOCE a pagina 7 ▼

LA VOCE SUL MONDO a pagina 8 ▼

LA PRESENTAZONEDEI BATTEZZATI a pagina 11 ▼

UN GIUBILEO RICCO DI EVENTI a pagina 11 ▼

PROGRAMMA QUARESIMA a pagina 12 ▼

appiamo che se vo-gliamo amare vera-mente, dobbiamo

imparare a perdonare.Perdonate e chiedete di es-sere perdonati, scusate, in-vece di accusare.La riconciliazione avvieneper prima cosa in noi stessi,non con gli altri.Inizia da un cuore puro.” Per un tema particolarmen-te delicato e complicato daaffrontare, permettetemi dipartire aiutandomi con unafrase di Madre Teresa diCalcutta, grande esempio didonna e testimone coerentee costante di un amore infi-nito verso quel suo prossi-mo che ha instancabilmenteaiutato, soccorso e confor-tato quotidianamente, sinoall’ultimo dei suoi giorni…L’amore - ed, in particolarmodo, quello cristiano -presuppone la capacità dianteporre il bene dell’altroa quello proprio, di sacrifi-

segue a pagina 6 ▼

Le Sante MesseFESTIVE:

Sabato: ore 18,30 Domenica:

ore 9,00; 11,00 e 18,30 sono in Chiesa

(Via dei Garofani)

FERIALI (dal lunedì al sabato)

Ore 8,30 e 18,30sono in cappella

(Via dei Fiordalisi, 14)

CHI SONO QUELLI DELFAMILY DAY?Emanuela Bartolini

D E L S A C R O C U O R E D I G E S Ù

“S

segue a pagina 2 ▼

l sacramento dellariconciliazione ci fatornare ad essere in

comunione con Dio e coni fratelli attraverso il per-dono dei nostri peccati: es-so è la via ordinaria e certaper ottenere la remissionedei peccati gravi commessidopo il battesimo ed è allostesso tempo cammino digrazia e di conversione,speciale incontro con l’a-

more di Dio.La sua comprensione teo-logica potrebbe essere ap-profondita con la sempliceriflessione sui vari nomiche esso assume e che sot-tolineano aspetti diversi:– sacramento della conver-sione perché impegna e so-stiene nella vita con Gesù;– sacramento della peni-

I

T

segue a pagina 10 ▼

I DONI DELLO SPIRITO SANTO:

LA FORTEZZA Don Giuseppe Colaci

IL SACRAMENTO DELLA

RICONCILIAZIONE Don Giuseppe Colaci

Page 2: I DONI DELLO SPIRITO SANTO: IL SACRAMENTO DELLA CHI …

Riconciliazione

2

La VoceSupplemento di:

notiziariodi Porto-Santa Rufina

Direttore responsabile:✠ Antonio Buoncristiani

Direttore editoriale:Don Giuseppe Colacitel. 06 9946738

In redazione:Marisa Alessandrini,Mauro Coni,Giandomenico Daddabbo,Enrico Frau,Silvana Petti,Maurizio Pirrò, Marco Polidori,Viviana Puglisi,Anna Maria Rospo.

Hanno collaborato:Emanuela Bartolini.

Stampato su carta riciclata

ecologica da:Printamente s.n.c.Via Aurelia, 668 H - Romawww.printamente.it

Il giornale è stato chiuso il 2 febbraio 2016.

Autorizzazione del Tribunale di Roma n. 179/2001

Distribuzione gratuita

tra è ammissione, ricono-scimento. Dunque, l’attodel confessare implica lapresa di coscienza di dueazioni: quella di Dio mise-ricordioso (confessio lau-dis) e quella personale diuomo peccatore (confessiopeccatorum). Tuttavia il modo più pro-prio per indicare tutto il sa-cramento è “Penitenza”: iltermine “riconciliazione”è entrato nell’uso per sot-tolineare l’aspetto della ri-presa della buona relazio-ne, ma il termine tecnicoche la Chiesa adopera èquello di penitenza. Il libroliturgico è intitolato “Ritodella Penitenza”, non dellariconciliazione e neanchedella confessione. La ri-conciliazione è un effetto,la confessione è una parte.Ci sono le azioni del peni-tente: contrizione, confes-sione, soddisfazione. C’èl’azione di Dio mediatadalla Chiesa che è chiama-ta “assoluzione”. L’effettodi tutto questo è riconcilia-zione, ma il momento incui si incontrano le dueazioni dell’uomo e di Dioè il sacramento chiamato“Penitenza”. Il sacramentodella penitenza è stato con-siderato dalla tradizionepatristica la “seconda tavo-la di salvezza” dopo il nau-fragio della grazia perduta.Infatti, dopo il battesimo,se la grazia viene perduta,c’è una seconda opportu-nità di salvezza che è il sa-cramento della penitenza e,nonostante, nella bimille-naria storia della Chiesa, cisiano stati tanti cambia-menti formali, bisogna ri-conoscere che c’èuna struttura fonda-mentale che è sem-pre la stessa. Que-sta struttura di basecomprende dueelementi ugual-mente essenziali.Da una parte sonogli atti della per-sona umana che siconverte sotto l’a-

zione dello Spirito Santo,dall’altra è l’azione di Dio,attraverso l’intervento del-la Chiesa, che sancisce so-lennemente il perdono deipeccati, cioè il riprenderela vita di comunione. Per poter cogliere questaricchezza della penitenzacome memoriale continua-to del battesimo, noi dob-biamo passare dalla men-talità che vede questo sa-cramento come un sempli-ce atto devozionale, da far-si ogni tanto, alla mentalitàche considera la Penitenzaun cammino ordinato allacelebrazione sacramentaleche trova nella celebrazio-ne il suo culmine e la suafonte. Essa è un traguardoa cui arriva un cammino edè punto di partenza da cuideriva un cammino. Una espressione che a vol-te si usa al riguardo è signi-ficativa: “vuotare il sacco”.La confessione però non èvuotare il sacco come sivuota l’immondizia nelladiscarica, perché ogni bi-done dell’immondizia ine-vitabilmente viene riempi-to di nuovo: si riempie e sisvuota, si riempie di nuovoe si ri-vuota e così via, rou-tine. Sono le scorie, gliavanzi, le cose che non ser-vono, la spazzatura e –quando ce n’è un po’ – sivuota il sacco e si ricomin-cia a riempirlo. L’idea difondo che di solito accom-pagna la nostra celebrazio-ne della Penitenza è que-sta: per un po’ adesso pos-so stare tranquillo, quandopoi interviene qualcos’altroallora devo andare a svuo-tare il sacco perché ho am-

mucchiato altra immondi-zia. Il problema è inveceben diverso, perché la con-fessione come conversioneè un evento di fede e digrazia che investe la vita etrasforma la storia perso-nale. Per natura sua il sa-cramento è un evento digrazia che segna e trasfor-ma, ma non è l’imposizio-ne che l’uomo rivolge aDio, è l’accoglienza di unagrazia che Dio concede al-la persona. Intendo direche il sacramento non è ilgesto magico con cui iocostringo Dio a fare qual-che cosa. Quindi bisogne-rebbe dare a tutta la vitauna dimensione peniten-ziale, di lotta al peccato eal male e di adesione con-vinta a Dio nel servizio aifratelli. In altre parole, unalotta contro il proprio egoi-smo e la propria superbia.Ho l’impressione che mol-te volte la risoluzione dicambiare vita non ci sia. Ilproblema è qui. Allora ilsacramento inizia nel mo-mento in cui ci si incammi-na in questa direzione dicambiamento. Non arrivoa confessarmi a cambia-mento avvenuto – se aspet-tassi questo forse non miconfesserei mai – ma è ne-cessario che il momentocelebrativo sia un verticedi un cammino di conver-sione, non semplicementeuna tappa rituale che ritor-na in modo fisso, tanto perfare qualcosa, del tipo: in-vece di fare la Via Crucis,mi confesso, oppure, du-rante la Celebrazioneeucaristica, invece diascoltare l’omelia, mi con-

fesso. Una confes-sione deve infattiessere preparatamolto bene, bisognaarrivarci con uncammino di prepa-razione, in base allaParola di Dio; è sul-la Parola di Dio chenoi dobbiamo farel’esame di coscien-za e cambiare vita.

tenza perché accompagnaun cammino di pentimentoper i propri peccati e dipromessa di bene;– sacramento della confes-sione perché ci si “accusa”dei propri peccati, che so-no tradimento a Dio e aifratelli;– sacramento del perdo-no perché si riceve il per-dono di Dio e della Chie-sa;– sacramento della ricon-ciliazione perché dona unavita riconciliata con Dio econ i fratelli. Ma il termine comunemen-te usato per questo sacra-mento è quello di “confes-sione”.Da una parte la confessio-ne è celebrazione, dall’al-

continua da pagina 1 IL SACRAMENTO DELLA RICONCILIAZIONE

Page 3: I DONI DELLO SPIRITO SANTO: IL SACRAMENTO DELLA CHI …

a colpevolezza è unarealtà umana com-plessa e multiforme.

Alcune persone la vivonoprevalentemente come unostimolo alla propria crescitamorale. Altre risentono pe-santemente l’ambivalenzadella colpevolezza, soprat-tutto i suoi effetti inibitoriper la crescita personale. Al-cuni fattori educativi e per-sonali hanno loro impeditodi evolversi adeguatamente.Perché si possa maturareverso la libertà, perché sipossa aiutare questa o quellapersona, attanagliata da unaeccessiva colpevolezza a di-venire sempre più se stessa,perché si instauri il vero sen-so del peccato, è necessariooperare un discernimento al-l’interno dell’esperienza delsenso di colpa. Iniziamo allora a distinguereil "senso di colpa" dal "pec-cato" collocandoli nella loropossibile posizione, quellapsicologica il senso di colpae quella religiosa il peccato.Iniziamo dunque a definire ilpeccato per convergere poisul senso di colpa. Nella religione cristiana ilpeccato è la disobbedienzaalla legge di Dio depositatanelle Sacre Scritture e rap-presenta "l’atto consapevolee responsabile" con il qualel’uomo commette qualcosadi contrario ai dettami dellanorma divina. Il peccato ori-gina nel cuore stesso dell’es-sere umano e grava perciòcome una colpa sulla co-scienza del fedele producen-do uno stato di lacerazionee di disarmonia interiore. Seosserviamo il peccato cioè"il senso di colpa religiosocollegato alla trasgressionedi una norma divina" dalpunto di vista psicologicoosserviamo che esso man-tiene l’uomo "in uno stato diimmaturità" legandolo adun’emozione infantile dipaura. A livello psicologico

questo stato potrebbe essereconsiderato in modo positi-vo qualora esistesse la pos-sibilità "di porre rimedioall’errore commesso ripristi-nando l’ordine delle cose".Così non accade nella reli-gione dove "si rischia di sfo-ciare in sensazioni di timoree vergogna rispetto a un Dioche ci osserva e giudica sen-za una vera possibilità di ri-parare al danno se non conla preghiera".Ciò detto dovrebbe ora es-sere facile distinguere "ilsenso del peccato" che èconsapevolezza dell’infra-zione dal "senso di colpa"che se non affrontato e risol-to determina vissuti segnatidalla patologia. Sappiamod’altronde che sin dall’ori-gine la psicanalisi con Freudsi è interessata alle nevrosifacendo leva proprio sulsenso di colpa visto come"quel conflitto insorgente trale pulsioni sessuali e aggres-sive e le regole comporta-mentali introiettate a partiredall’educazione familiare".Il senso di colpa inconscio ècaratterizzato da un senso didisagio, di inadeguatezza, difrustrazione, di angoscia chenon si riferisce ad un oggettospecifico e reale ma è vagoe fluttuante. Si avvertono glieffetti ma non si ha coscien-za delle cause psichiche, tut-tavia si tenta di dare unaspiegazione tramite una co-pertura razionalizzante. Quivi è la presenza di un Super-Io rigido (senso del dovereportato all’eccesso) o all’op-posto troppo debole, chepuò condurre allo sviluppodi vere e proprie nevrosi. All’opposto il senso di colpaconscio consiste nell’avercoscienza di aver infrantol’ordine morale trasgreden-do una legge e quindi il pro-prio dover essere. Si ha al-lora un disagio interno cheperò lascia le facoltà dell’Iolibere di impegnarsi per unaricostruzione dei valori, an-che se il soggetto spesso re-sta legato da forme di dipen-denza alle figure parentali epuò giungere a forme di

scrupolosità morali eccessi-vamente rigide: perfezioni-smi accentuati, rituali osses-sivi, ecc. che sono le defor-mazioni del senso di colpacosciente. Ma da dove proviene il sen-so di colpa?Lo sappiamo, si annida nel-l’interiorità generando disa-gio, ma in genere non è le-gato "ad una colpa reale"bensì nasce da "un pensiero"che dice: "Se faccio quelladeterminata cosa, sono col-pevole". In altri termini na-sce dalla paura "di fare quel-lo che si vuole perché qual-cuno soffrirà", la paura cioèdi fare del male agli altri li-mitando in questo modo sestessi, il proprio "ego" checomunque viene sempre pri-ma degli altri e comunqueindipendentemente dagli al-tri e dalla sofferenza degli al-tri soffre. Ora facciamo unpiccolo sforzo e proviamoad immaginare il senso dicolpa come un qualcosa dipositivo alla luce del fattoche in natura così come innoi nulla accade per caso maogni cosa ha un senso, cioèha una funzione altrimentiscomparirebbe. Sta a noi sa-perla cogliere. Infatti "il sen-so di colpa, quando si svi-luppa in modo normale, è unfattore evolutivo importanteperché rende possibile il sen-so di responsabilità e parte-cipa alla costruzione dell’e-tica personale". Già la re-sponsabilità e l’etica diognuno di noi nel senso chesi "cresce", "cresciamo" an-che grazie al senso di colpa".Come vedete, il senso di col-pa potrebbe contenere unacerta positività ma a questopunto bisogna introdurre unnuovo concetto, quello della"libertà". Abbiamo appresoche, attanagliati dal senso dicolpa, finiamo con l’identi-ficarci "col personaggio buo-no" che si fa carico dei pro-blemi altrui e sopporta tuttoimpedendo in questo modoall’ego "di essere se stesso".In genere ciò che è insoppor-tabile all’ego è produrrenell’altro "sofferenza, umi-

SENSO DEL PECCATO E SENSO DI COLPAAnna Maria Rospo

Riconciliazione

3

L

liazione, frustrazione, imba-razzo", perciò mette in attouna limitazione di se stessoal posto di "un’autenticaespressione". Questa sorta dimasochismo crea disagienormi e non dà "la libertà"di farci conoscere per quelliche siamo, per quello chepensiamo o proviamo, in-somma per quella parte dinoi che potrebbe non essereaccettata dagli altri.Il senso di colpa è diversoanche dalla coscienza di col-pa: mentre quest’ultima si ri-ferisce a qualcosa che puòeffettivamente esserne cau-sa, il senso di colpa è sempresproporzionato rispetto al-l’evento che lo scatena. Desidero qui di seguitoconcludere l’articolo co-gliendo alcune differenzetra senso di colpa e sensodel peccato:Il senso della colpa è psico-logico, mentre il senso delpeccato è teologico.Il senso della colpa è mono-logico, ossia consiste nell’ioche guarda dentro se stesso;il senso del peccato è dialo-gico, perché riguarda il rap-porto tra l’uomo è Dio, sicoglie nel sentirsi guardati eamati dal Signore. Il senso della colpa è fru-strante, perché produce ama-rezza, insoddisfazione, rab-bia verso se stessi, rassegna-zione al male compiuto; ilsenso del peccato è liberan-te, perché fa vedere il malecome qualcosa da cui la po-tenza di Dio può trarre il be-ne; di conseguenza convinceil peccatore a “consegnare”il male da lui compiuto allamisericordia del Signore,che sa scrivere dritto anchesulle righe storte della nostraesistenza… Il senso della colpa è legatoal timore, quello del peccatoall’amore: la colpa, infatti,nasce dalla consapevolezzadella trasgressione di una re-gola; il peccato dalla co-scienza di avere offeso l’a-more di Dio e di aver delusole sue attese di Padre, la fi-ducia da lui riposta nei nostriconfronti.

Page 4: I DONI DELLO SPIRITO SANTO: IL SACRAMENTO DELLA CHI …

Riconciliazione

4

to il carburante necessario.Ci assiste, ci accontenta.Dobbiamo abbandonarci,fidarci ciecamente. Non sipuò aver fede al 50%, oall’80%. La fede è assolutafiducia, è rischio e prova.Dio non è un uomo conpoteri speciali. È un essereincommensurabile, chepuò fare qualunque cosa.Se non crediamo nella suaazione fino in fondo, signi-fica che non crediamo in

Lui. Questo Giubileo dellaMisericordia è un momen-to importante, per tutti noi.Possiamo approfittarne. Èil momento della grande ri-conciliazione dell’uomocon Dio. Soprattutto chi hamolto peccato, chi è statoa lungo lontano da Lui, do-vrebbe cogliere questachance. Troveremo tuttibraccia aperte, braccia chenon si sono mai stancate diaspettarci.

io accorre sempreda chi lo invoca. Dachi lo invoca con

autentica contrizione e sin-cerità. Da chi già da tempoha deciso di cambiare vitain modo radicale, ed èpronto a fare il grande pas-so. Dio risponde semprealla chiamata della verità,ad un cuore aperto. Ci haatteso a lungo, da moltoaspettava che ci decidessi-mo. Non ha mai perso lapazienza e la fiducia. Ci hasempre aspettato, per tuttoquesto tempo. Ha conti-nuato a osservarci, mentrefacevamo i nostri errori ele nostre esperienze. Men-tre pian piano ci rendeva-mo conto che non poteva-mo vivere senza di lui, chesenza di lui non potevamo

fare alcunché. Facciamoun lungo giro prima di ri-trovarlo. Proviamo tutte letecniche, le strategie, maniente funziona. Dio è lavita stessa, il nutrimento.Senza di lui conduciamoun’esistenza pesante e di-sperata. Tutto sembra dif-ficile, siamo sempre ango-sciati e tormentati. Afflittidai nostri peccati e dai sen-si di colpa annidati in fon-do alla nostra coscienza.Non immaginiamo che Luiè sempre pronto a perdo-narci e felice di farlo. Ildialogo con Lui può rico-minciare anche adesso, sele nostre intenzioni sonoserie. Abbiamo analizzatola nostra storia molte volte,e deciso di cambiare. Sta-bilita la rotta, Lui ci dà tut-

catori si perda nell’abbrac-cio incondizionato della ri-conciliazione con Dio. Mala domanda è: siamo di-sposti noi ad accettare ilperdono in cambio diun’inversione di rotta sesiamo deboli e fragili? Co-me fare quando la tentazio-ne attraverso il corridoiodei nostri pensieri più na-scosti, sgomitando con inostri buoni propositi e inobili sentimenti, per darspazio alla sua voce, bussaalla nostra porta? Non dob-biamo temere di lasciarcicontagiare dall’amore diDio in quanto Egli ci offrein ogni momento della no-stra vita l’occasione dipuntare molto in alto, pun-tare alla santità. Perché lasantità non si ottiene facen-do cose straordinarie quo-tidianamente ma nel lascia-re agire Dio e noi operandosecondo gli insegnamentidel Vangelo. E questa nonè utopia.

PRIMA DELLA RICONCILIAZIONEC’È L’IMPEGNO A CAMBIARE VITAMauro Coni

D

di difficoltà e momenti bui,ma la certezza nell’azionedi Dio e dello Spirito Santol’ha comunque resa Santa.Noi tutti abbiamo l’oppor-tunità di lasciarci avvolge-re dalla misericordia e dal-la tenerezza del perdono diDio Padre perché a tutti noiè offerta l’occasione di in-contrarlo e di camminaresul sentiero della santifica-zione quotidiana. È vero avolte la vita di tutti giornipuò essere così difficile daincutere paura. Una paurache sovrasta tutti gli altrisentimenti tanto da render-ci codardi e vigliacchi.Paura della fiducia perchéè proprio da quella che si èstati traditi o la paura di unsorriso perché è proprioquello che ci ha ingannati.L’errore è dietro l’angoloed è facile cadere. Ma lamano della misericordia ètesa e basta prenderla e te-nerla stretta perché il no-stro freddo passato di pec-

hi di noi, dispersinella nebbia quoti-diana dei nostri pen-

sieri dai colori sbiaditi edal futuro di un sole malatoed, inoltre, incapaci di con-centrarci su qualcosa di di-verso, non ha commessopeccato? Credo veramentepochi. Pensandoci bene chinon ha vissuto momenti digrande protagonismo, disoddisfazione personale, diorgoglio malato tutto per-fettamente adeguato allapropria personalità? Ebbe-ne forse si contano sulle di-ta di una mano. Ma a que-sto punto sorge spontaneauna domanda: ma unaChiesa nella quale anche ilPapa si dichiara peccatorepuò definirsi santa ed ac-

cogliere perdonando il pec-catore pentito? Certamentesì perché non è santa per imeriti propri, come diceFrancesco, ma perché èDio che la rende santa. Lachiave di tutto sta nella mi-sericordia divina verso unaChiesa che accoglie tuttiessendo noi tutti, indistin-tamente, peccatori. LaChiesa nell’arco di 20 se-coli ha avuto, spesso, gran-

LA CHIESA ACCOGLIE IL PECCATOREPENTITO CONCEDENDOGLI IL PERDONO DI DIOMaurizio Pirrò

C

Page 5: I DONI DELLO SPIRITO SANTO: IL SACRAMENTO DELLA CHI …

5

Riconciliazione

a vicenda terrena diGesù di Nazareth èsicuramente l’evento

più straordinario e discussodella storia umana. Unevento che è al centro dellanostra fede perché, come ciindica il Catechismo dellaChiesa Cattolica: “Dio si ri-vela e si dona all’uomo sve-lando il suo mistero, il suodisegno di benevolenza pre-stabilito da tutta l’eternità inCristo, a favore di tutti gliuomini”(n. 50). È proprio inGesù Cristo, che Dio, finoad allora misterioso ed inac-cessibile, si rende più vicinoe più comprensibile a noi,incarnandosi nel seno dellaVergine Maria e facendosiuomo. Venendo nel mondo,infatti, ci svela il vero voltodel Signore, che è quello diun Padre misericordioso,pieno di amore e di tenerez-za, che vuole esclusivamen-te il nostro bene e la nostrasalvezza. La sua presenzaterrena, comunque, per isuoi insegnamenti e i suoigesti, ha creato divisione ne-gli uomini del suo tempo,fra chi lo seguiva e chi locontestava. Soprattutto lasua interpretazione nell’os-servanza della legge mosai-ca, diversa da quella domi-nante al suo tempo, ha su-scitato reazioni conflittualiin coloro che lo avversava-no. In particolare gli scribie i farisei, severi e rigorosiosservanti di questa legge,gli rimproveravano di nonrispettarla e di porsi al di so-pra di essa. Gesù, però, suquesta questione è statomolto chiaro quando ha pre-cisato che non è venuto perabolire la legge, ma per dar-le compimento (cfr Mt5,17). Ai denigratori chemormoravano contro di Lui,ha mostrato un modo nuovodi concepire Dio, quellodella misericordia non soloverso i poveri e i bisognosi,ma anche verso i peccatori.

Egli, appunto, ha scelto lavia dell’amore e dell’acco-glienza verso tutti, pur senella concezione religiosaebraica molte persone do-vevano essere evitate perchéerano nel peccato, cioè era-no in una situazione moralenon conforme alla legge diDio. Dunque Gesù ci sor-prende ancora una volta nel-la sua imprevedibilità poi-ché, ribaltando il modo dipensare di allora, rivolge ilsuo sguardo accogliente an-che verso coloro che sonolontani da Dio. Non aspettache essi si convertano, maanzi cerca la loro compa-gnia, la loro amicizia e, ol-tretutto, mangia e beve in-sieme a loro. Ai suoi accu-satori, che si stupiscono diciò, risponde: “Non sono isani che hanno bisogno delmedico, ma i malati; io nonsono venuto a chiamare igiusti, ma i peccatori a con-vertirsi” (Lc 5,31-32). Infondo, con le sue parole edi suoi gesti, vuole farci ca-pire che il Padre Celesteama incondizionatamentequalunque uomo, anche sepeccatore. Un amore, ci di-ce Gesù, simile a quello diun pastore di una sua para-bola che, dopo aver smarritouna delle sue cento pecore,lascia le altre e va alla suaricerca. Non si rassegna cheuna delle sue pecore si siaperduta. Perciò, se la doves-se ritrovare, proverà unagrande gioia. Certamentesarà più felice per la pecoraritrovata che per le altre no-vantanove che non si eranosmarrite. Così è Dio! Egliinfatti, come il pastore conle sue pecore, ha un atteg-giamento d’amore per tuttigli uomini e non vuole chealcuno si perda (cfr Mt18,12-14). Per questo moti-vo Gesù ci rivela che c’ètanta gioia in Cielo quandoun singolo peccatore si con-verte (cfr Lc 15,10).

esù quale me-dico dell’ani-ma e del corpo

ha istituito il sacra-mento della Riconci-liazione perché la vitanuova da Lui donata-ci con il battesimopuò essere indebolitao perduta. Il peccatoè sempre in agguato.Il compito della Chiesa èquindi di continuare l’ope-ra di salvezza e di guari-gione dell’anima. Per noiadulti questo sacramento èun dono straordinario chepermette di riflettere e diguardarci dentro mettendo,così, a nudo la nostra ani-ma e donandoci la salvez-za. Preparare i bambini,che ancora non hanno svi-luppato il senso del pecca-to, alla prima Confessioneè un notevole impegno cherichiede amore e sensibi-lità per renderne possibilela conoscenza dell’impor-tanza e della sua grandez-za. È necessario rifletteresul rapporto fra bene e ma-le, ma anche sui nostricomportamenti, a volte piùche disinvolti, che non so-no graditi a Dio allonta-nandoci da Lui anche seEgli continua ad amarci.Ciò che essi apprendono èche il Signore aspetta tuttipurché abbiano l’umiltà dichiedere il perdono permezzo del sacramento del-la Riconciliazione. La pri-

ma Confessione è, per lo-ro, un momento di profon-da emozione, affrontatocon serietà e con la sem-plicità che li contraddistin-gue. Essi sanno che permezzo di questo sacra-mento rinsalderanno l’a-micizia con Dio. Noi cate-chisti abbiano il nobilecompito di coinvolgerli al-la grandezza di questoevento con semplicità echiarezza. Gli strumenti diquesta delicata operazioneè il Vangelo con le sue pa-rabole e i suoi insegna-menti. Particolare rilievoha, in tal senso la parabola,del “padre misericordioso”(Lc 15, 11ss) il quale congrande slancio accoglie eperdona il figlio ribelle cheha tradito la sua fiducia. L’insegnamento è che il veropeccato è non saper rico-noscere lo sbaglio, rifiu-tando il perdono di Dio.Mentre, quando uno sipente, riceve l’assoluzionedei propri peccati ch’è ilpremio immediatamenteconcesso.

LO STILE ACCOGLIENTE DI GESÙVERSO I PECCATORIEnrico Frau

LA PRIMA CONFESSIONE DEI BAMBINISilvana Petti

L G

Page 6: I DONI DELLO SPIRITO SANTO: IL SACRAMENTO DELLA CHI …

Riconciliazione

6

gni anno la Chiesaapre il tempo diQuaresima, tempo

particolarmente dedicatoalla penitenza, con due for-ti appelli: “Laceratevi ilcuore, non le vesti, ritorna-te al Signore vostro Dio,perché Egli è misericordio-so e benigno, tardo all’ira

e ricco di benevolenza” (Gl2,13) e “Ecco ora il mo-mento favorevole, ecco orail giorno della Salvezza”(2Cor 6,2). Sono appelliche la Chiesa ha fatto pro-pri sin dalle sue origini. Lamissione del perdono edella riconciliazione e lafede nella remissione deipeccati costituiscono il filoconduttore che lega indis-solubilmente i sacramentidel Battesimo e della Peni-tenza. Entrambi scaturisco-no dal Mistero pasquale invirtù del mandato di GesùRisorto ai primi apostoli:“Ricevete lo Spirito Santo;a chi rimetterete i peccatisaranno rimessi e a chi nonli rimetterete, resterannonon rimessi” (cfr Gv20,22-23). Lo Spirito San-to è il protagonista dell’e-vangelizzazione e del per-dono, poiché la sua azionerinnova il miracolo dellaPentecoste per un nuovoslancio missionario. Inquanto forza della Paroladi Dio viva ed eterna, ci ri-genera continuamente allasperanza nuova conservataper noi nei Cieli, dove i la-dri non arrivano e né tigno-la né ruggine possono cor-romperla (cfr 1Pt 1,23 e Lc12,33). Con la vittoria pa-squale, Cristo ci ha riapertola strada verso l’eredità fu-tura, riconciliando con ilsangue della croce gli es-seri della terra e quelli delCielo (cfr Col 1,20) e, ab-battuto il muro dell’inimi-cizia che era di framezzo(cfr Ef 2,14), ha raccoltotutte le genti nell’unicaChiesa, in vista della Co-munione dei Santi. Cosìper mezzo del Battesimoriceviamo il dono delloSpirito Santo, pegno dellavita futura in Paradiso, econ esso diveniamo mem-bri della Chiesa, nella qua-le non siamo più né stra-

mento, l’orgoglio ferito,c’impediscono di perdonaredi slancio le offese ricevute.Così è possibile che le si-tuazioni degenerino, peggio-rino col tempo, che i rancorisedimentino fino al punto incui le distanze diventano in-colmabili… O, ancor peg-gio, può verificarsi di tentareun riavvicinamento che,però, viene respinto, che nongenera un’identica reazionedi perdono nell’altro. Sarà,quindi, difficile attuare unareale riconciliazione, in que-sti casi!Ma, ugualmente, anche nelcaso in cui il riavvicina-mento venga rifiutato, al-meno nei nostri cuori il per-dono dovrà essere conces-so, difeso, donato, a tutti icosti; è uno dei punti cen-trali del nostro Credo!Qualcuno, non trovandol’apertura sperata per la ri-conciliazione, sceglierà diallontanarsi ed operare at-traverso la via della pre-ghiera; altri avranno la for-za di fronteggiare l’ostilitàed insisteranno nel propo-sito di ricomporre, in qual-che modo, l’unità svanita;altri, più fortunati, ritrove-ranno la via del perdonosincero e reciproco e ricom-porranno l’armonia comu-nitaria, come sarebbe auspi-cabile in ogni contesto cheoperi per il bene comune,nel nome della Chiesa; inogni caso, ciascuno agirà aseconda dei propri limiti oforze, ma sempre non per-dendo di vista il comanda-mento dell’amore.Riprendendo la bella frasedi Madre Teresa: “La ricon-ciliazione avviene per pri-ma cosa in noi stessi, noncon gli altri”, per cui il per-dono concesso, sebbenenon ricambiato o accettato,ci renderà comunque nuo-vamente felici, alleggeritida quell’ingombrante sen-sazione di risentimento, li-beri ed in pace con chi ci hanuociuto!In ogni caso, la più utile econcreta dimostrazione di

perdono, di riconciliazionecon l’altro, anche se silen-ziosa ed intima, rimane lapreghiera, che acquisiscevalore ancora maggiore seeffettuata in suffragio di chici ha arrecato danno… È unprimo, discreto passo versoil riavvicinamento, poichéil potere della preghiera puòsciogliere i cuori più duri,far ravvedere i più testardi,creare insperate occasionidi riscatto e future riconci-liazioni.Non solo! La preghiera for-nisce anche una preziosaoccasione di raccoglimentoe di autoanalisi sul propriooperato, può aiutarci ad os-servare fatti e situazioni dauna diversa prospettiva,permettendoci di riconosce-re anche quei comporta-menti che, in qualche mo-do, possono averci resocomplici involontari delmale ricevuto o, peggio,che possono aver provocatosofferenza ad altri. L’introspezione profondasupportata dalla preghieraconsente, infatti, la messain discussione del nostrooperato, presupposto indi-spensabile per delle sane re-lazioni umane.Affidiamoci al Signore eoffriamo dispiaceri, delu-sioni e sofferenze in ripara-zione del male che potrem-mo aver causato noi ad al-tri. Questo potrebbe essereun ottimo proposito da por-re quale guida per que-st’Anno Santo dedicato allaMisericordia!

care una parte del proprioorgoglio per il bene comu-ne, di passare sopra le offe-se ricevute, di modificarequelle che sono le nostre“cattive abitudini” persona-li, nello sforzo di migliorar-ci ed uniformarci ad unamorale cristiana che ci in-vita a cancellare quelle col-pe, quei risentimenti, quellechiusure verso chi ci ha col-piti, feriti, e di farlo nellastessa misura in cui chiedia-mo, a nostra volta, di essereperdonati per le nostre col-pe… Sicuramente più facilea dirsi, che a farsi!!!Molte volte mi sono do-mandata con quale corag-gio potrei chiedere edaspettarmi perdono, alla fi-ne dei miei giorni, senzaprima averlo praticato iostessa verso i miei “nemi-ci”, verso chi si è compor-tato come tale nei miei con-fronti, verso chi non ha sa-puto usare compassione emisericordia verso di mequando ne avrei avuto biso-gno… E la risposta che hotrovato è stata una sola:“Fate agli altri quello chevorreste fosse fatto a voi!”.Da qui il naturale desideriodi non appesantire la miaanima con stupidi risenti-menti che si protraggononel tempo: il perdono puòregalare una leggerezza in-sperata!Ma non è così facile parlaredi questo argomento; ed èancora meno facile metteresempre in pratica ciò che lamorale e la coscienza civorrebbero insegnare.In una comunità cristiana,ad esempio, l’intento di cia-scun componente dovrebbeessere quello di mantenereintatta l’integrità e l’armo-nia del gruppo, anche attra-verso il superamento deimomenti difficili, dell’egoi-smo, del risentimento, deicontrasti (tutte forze disgre-ganti e pericolose)… Può capitare, però, che traesseri umani si verifichinoscrezi, incomprensioni; tal-volta, la sorpresa, il risenti-

continua da pagina 1 LA RICONCILIAZIONE FRATERNA: ...”

IL PADRE NON SI STANCA MAI DI PERDONARCIGian Domenico Daddabbo

O

Page 7: I DONI DELLO SPIRITO SANTO: IL SACRAMENTO DELLA CHI …

nieri, né ospiti, ma concit-tadini e familiari di Dio(cfr Ef 2,19). Tuttavia ilBattesimo non ci garanti-sce l’eternità in Cielo. Il la-vacro nell’acqua e nelloSpirito ci ha tolto il pecca-to originale e con esso tuttii peccati personali e le pe-ne a essi legati, ma non lafragilità della carne e laconcupiscenza che non èpeccato, ma spinge al pec-cato, affinché il credentefaccia scelte consapevolinella libertà di figlio di Dioogni giorno, impegnato alivello personale e comu-nitario nella continua lottacontro il male e contro imali del mondo. Il cammi-no di conversione che si at-tua lungo la battaglia spi-rituale non è di certo esenteda tentazioni e cadute, mala sua bellezza sta nel so-stegno del sacramento del-la Penitenza. La Confes-sione è quel “secondo bat-tesimo” che riporta sempreal primo; non che ci pos-siamo battezzare più volte,poiché la Chiesa professaun solo Battesimo in un so-lo Signore (cfr Ef 4,5),piuttosto la Confessionerinnova e rafforza il nostroBattesimo ogni volta chevi ricorriamo, infatti la Ri-conciliazione riapre la por-ta della grazia, rende dinuovo bianca la veste bat-tesimale, segno della no-stra dignità di figli di Dio,e rialimenta la fiamma cheabbiamo ricevuta nel gior-no della nostra redenzione(cfr Ef 4,30), segno dellaluce di Cristo, la Luce verache illumina ogni uomo(cfr Gv 1,9). Allo stessomodo del Battesimo, l’in-tervento salvifico nella Pe-nitenza non toglie la debo-lezza alla natura umana,perché prendiamo atto delrischio di cadere di nuovoe troviamo ancora il corag-gio di chiedere perdonoogni volta che sbagliamo.Certamente Dio che è Mi-sericordia infinita ci perdo-na nel suo Figlio quando ci

pentiamo di cuore, tuttaviail pentimento sollecita ilcredente a passare attraver-so il ministero ecclesialeper chiedere perdono an-che ai fratelli, poiché Cri-sto è legato alla Chiesa co-me suo Capo e Salvatore el’ha istituita nel mondoperché tutti abbiano mododi pentirsi (cfr 2Pt 3,9). Invirtù del legame indissolu-bile fra Cristo e la Chiesa,suo mistico corpo (cfr1Cor 12,12-31), presso ilconfessionale il sacerdoterappresenta il Signore checi attende sempre e la co-munità che si riconoscenella debolezza del suomembro pentito e lo ascol-ta pazientemente in vistadell’assoluzione ammini-strata dal confessore. Rin-novare la grazia battesima-le nella Confessione è co-me festeggiare di nuovo ilgiorno del Battesimo. Ri-cevuta l’assoluzione, il pe-nitente è il primo a gioire,ma con lui gioisce ancheGesù per mezzo del mini-stro, sicché per il ruolo delsacerdote lì presente, nonè più uno, né sono più dueo tre che gioiscono, bensìtutta la comunità, come ilpadre misericordioso invitatutta la casa a rallegrarsicon lui per il ritorno del fi-glio ribelle pentito e orga-nizza una grande festa (cfrLc 15,11-32). Vi sono an-che segni straordinari delrinnovamento della Chiesanel perdono di Cristo, fra itanti possiamo pensare allaFesta del perdono nelleGiornate Mondiali dellaGioventù, durante la qualemolti giovani tornano a fa-re esperienza della Miseri-cordia; alle folle di pelle-grini che si recano ad As-sisi ogni anno il 2 agosto,giorno del Perdono di As-sisi; a Medjugorje, ormaiconosciuta come “il con-fessionale del mondo”,ecc...Tutti questi segni ciconfermano che il sensoprofondo della celebrazio-ne liturgica della Riconci-

derci e accoglierci ancoracon tenerezza paterna ematerna allo stesso tempoper promuoverci ogni voltaalla santità (cfr Lv 11,44 e1Pt 1,15-16).

liazione è la gioia di avereaccanto a noi, attraverso laChiesa universale, il DioPadre di Misericordia chenel suo Figlio non si stancamai di perdonarci, atten-

Riconciliazione

on negli occhi leimmagini del terro-rismo a Parigi e nel

cuore il dolore di una do-dicenne che si arrende aibulli della scuola, mi in-cammino sulla strada dellaQuaresima, questa stradaimmaginaria che va dallacenere sul nostro capo al-l’acqua della lavanda deipiedi.Mi sento pesante: i peccatidel mondo sono cresciutiin misura esponenziale egravano quota-parte anchesu di me… così avanzo arilento e la fatica la sentodi più.È anche l’anno del Giubi-leo della Misericordia. Cisi è messo pure il SantoPadre a ricordarci che in unmodo o nell’altro dobbia-mo cambiare… Ma, francamente, comin-cio ad essere una cristianastanca, e non solo per la fa-tica del percorso.Ha un senso cambiare, mi-gliorarsi, arrivare a ridossodella santità (ammesso chese ne abbia la stoffa) in unambiente che si sta inari-dendo sempre più, in con-tinua evoluzione, dove tut-to è messo in discussione,compreso l’essere umanocon le sue certezze avutefinora? La Chiesa sta facendoquello che può, ma quelloche può non è abbastanza.Un Sinodo sulla famigliache si è aperto con unoscandalo e chiuso con unnulla di fatto. Un Conve-gno nazionale delle Chiesed’Italia che rischia di rima-nere autoreferenziale se icontenuti espressi nonvengono messi a disposi-

zione delle parrocchie. Equesto Giubileo della Mi-sericordia, oscurato dalladiscussione al Parlamentodel decreto Cirinnà che staprovando a demolire allabase proprio i principi nonnegoziabili del nostro cre-dere. Certo, si dovrebbe ignoraretutto quello che accade eprocedere, senza farsi tanteelucubrazioni mentali… infondo, abbiamo 10 leggi, 3consigli evangelici, 14opere di misericordia…Tutto chiaro su quello chesi deve fare… bisogna re-golarsi così e procedere.Navigare a vista, in attesadi tempi migliori. In fondo– diceva madre Teresa –non possiamo sempre faregrandi cose nella vita, pos-siamo anche fare piccolecose, ma con grande amo-re.Repressa quindi l’attitudi-ne di pensare in grande,che è elitario e fuorviante.Non sta nelle mie corde,ma ci provo.Concedetemi però la gioiadi immaginare che Dio, ilnostro Dio, ha un sogno.Lo ha detto proprio il Papa,in una delle ultime omelie.Come un ragazzo che so-gna di camminare un gior-no a fianco della ragazzadella quale è innamorato…Ecco, Dio sogna che anchenoi, un bel giorno, parteci-piamo del suo stesso amo-re e scegliamo di cammi-nare a fianco a lui. Sì, lascatemi credere cheanche Dio, come me, ha unsogno. Questo pensiero po-trebbe rendere più soppor-tabile questo percorso diQuaresima.

CSottoVOCE RUBRICA

di Marisa Alessandrini

7

Page 8: I DONI DELLO SPIRITO SANTO: IL SACRAMENTO DELLA CHI …

La Voce sul mondo

8

MEDIO ORIENTE: Arabia saudita contro Iran di Samir Khalil Samir -AsiaNews - gennaio 2016Lo scontro delineatosi fraArabia saudita e Iran hacerto motivi politici ed eco-nomici: le diverse posizionisulla questione siriana eyemenita; la concorrenzanella produzione petrolife-ra; il dominio della peniso-la arabica e del Golfo. Matale scontro ha anche radicireligiose e riguarda la lottaper chi deve guidare laforma dell’islam destinataall’egemonia.L’islam sta attraversandouna crisi da alcuni decenni:essa è la più grande degliultimi due secoli. Prendedelle forme variegate, aseconda della politica. Unpunto su cui è urgente enecessario un superamentoè lo stretto rapporto frapolitica e religione.In realtà, tale problema erastato affrontato dalla metàdell’800 fino a metà del‘900: avevamo una tenden-za liberale che cercava dicreare Stati religiosamenteneutrali; islamici perché lamaggioranza della popola-zione era musulmana, machi non era musulmanoaveva più o meno gli stessidiritti. Insomma vi era unacerta neutralità e laicità.  

––––––––La supremazia nel mondo islamicoSunniti e sciiti non hannola stessa visione della vitae della religione, e per que-sto si scontrano. Questoscontro esiste fin dall’ini-zio, ma un tempo le diver-sità erano più accettate.Con il wahhabismo, ildogma sunnita si sta impo-nendo ovunque. In Paki-stan, ad esempio, le leggisulla blasfemia che hannoportato alla condanna amorte di Asia Bibi e l’uc-cisione di tante persone,sono di ispirazione tipica-mente saudita. In tutte leregioni sunnite – menoalcuni paesi come l’Egitto– si sta diffondendo questofondamentalismo che riget-ta l’uso della ragione nellalettura del Corano.Sunniti e sciiti si combat-tono per vincere una supre-mazia di influenza nelmondo islamico e per chideve dialogare con l’occi-

dente. L’accordo sulnucleare iraniano fattodalle grandi potenze conTeheran dà campo liberoall’Iran; e l’Arabia saudita– che è stata contrariaall’accordo fino alla fine –ancora oggi vi si oppone inmodo veemente. Lo stessofa Israele, anche se permotivi diversi.Va pure detto che la guerradell’Isis in origine era unaguerra anti-sciita. Non acaso in Siria e in Iraqgovernano gruppi che sirifanno allo sciismo: laminoranza alaouita aDamasco e gli sciiti (chesono la maggioranza dellapopolazione) a Baghdad.Tensioni e scontri fra le duecomunità sono diffuseormai in Libano, India,Pakistan, ovunque vi sianocomunità sciite.Gli sciiti sono al massimoil 15% dei musulmani equindi non potranno pre-tendere di essere egemoninel mondo islamico. I sun-niti, che sono la stragrandemaggioranza, tendono aaffermarsi in modo totaliz-zante. Molto spesso, indibattiti televisivi in Egitto,mi è capitato di ascoltarel’imam sunnita che dice aisuoi colleghi sciiti: “Voinon avete il diritto di esserequi! Questa è una terra sun-nita!”. E quegli sciiti sonoegiziani come lui!  

––––––––Sunniti e sciitiEsistono perciò due fonda-mentalismi, ma quello per-siano è molto più apertodal punto di vista intellet-tuale, perfino con un certospirito critico.A Qom per esempio aveva-no 40 istituzioni legate allamoschea, ma non eranoorganizzazioni religiose:avevano un’associazioneper aiutare i sordi, un’altraper i ciechi, per le medici-ne, una tivu per i bambini,un osservatorio astronomi-co nella montagna vicina;delle biblioteche di storia,di filosofia… Una volta hoperfino trovato un imam, ilquale mi ha confessato cheogni giorno leggeva qual-che pagina delle Enneadidi Plotino, nella versionearaba inedita, ancora mano-scritta, chiamata “Teologiad’Aristotele”. Questo èimpensabile nel mondo

sunnita. Nella tradizionewahhabita questi libri ver-rebbero addirittura bruciati.Allo stesso modo si perse-guita tutta la corrente misti-ca dell’islam: ricordiamoquanto è avvenuto con alAl Hallaj nel IX secolo,che è stato crocifisso per lesue idee e i suoi scritti, incui descriveva la sua unio-ne spirituale con Dio.Alcuni anni fa, nel 2008, inVaticano abbiamo tenuto ilprimo Forum islamo-catto-lico. Vi ho incontrato unimam che si è definito “uninsegnante di filosofia”.Con lui abbiamo parlato diun fatto successo giorniprima: al sito islam.org,una ragazza universitariadi Parigi ha chiesto aiutoper preparare una tesi suAvicenna (980-1037). Larisposta è stata: Non stu-diare queste cose di miscre-denti, ma concentrati solosullo studio del Corano!L’imam di fronte a me,sciita, ha concluso: Chi hadato la risposta era certa-mente un imam sunnita.Loro non capiscono nulladi filosofia o di scienza.La formazione di un imamsciita include tante materienon strettamente religiose,ma culturali. Invece gliimam sunniti si limitano astudiare l’islam. Per questoil dialogo con gli sciiti èpiù facile e ampio; quellocoi sunniti ha una basemolto ristretta. L’educazio-ne degli imam sunnitiavviene essenzialmenteimparando a memoria iversetti del Corano, senzacomprenderlo o interpre-tarlo, né mettendolo in uncontesto storico.  

––––––––Nessuna autocriticaOltre alla tentazione tota-lizzante, il mondo sunnitaha la tentazione di assol-versi sempre: non esercitaalcuna funzione di autocri-tica. Per secoli il mondomusulmano ha avuto uncarattere pluralista. Dall’-VIII al XIII secolo, sottogli Abassidi con capitaleBaghdad, vi erano sunnitie sciiti, fondamentalisti eliberali. Nel IX secolo vierano perfino i mutazilitiche affermavano che “ilCorano è creato”, mentrealtri dicevano che era“increato”. Se il libro sacro

è “increato”, viene diretta-mente da Dio e non lo sipuò toccare; se è “creato”,allora è possibile studiarloe interpretarlo. Questaposizione mutazilita si èsviluppata per secoli,soprattutto con il califfo Al-Ma’mun (813 – 833). Ilsuo successore al-Mu’ta-sim (833-842), partigianodella posizione “increata”,ha estromesso i mutaziliti.Ma la loro corrente è rima-sta nei secoli: il Coranodeve essere interpretato conla ragione, con ciò che vi èdi più acuto e intelligentenella realtà. Purtroppo aigiorni nostri questa posi-zione viene vista come unaminaccia e coloro che laesprimono rischiano diessere accusati di eresia.L’università di Al-Azharsoffre di questo problema:essendo parzialmentesostenuta dall’Arabia sau-dita, non critica la posizio-ne “increata”, anche se inpassato è stata quella cheha guidato con forza unariforma modernizzante del-l’islam.Fra il 1860 e il 1950, perquasi un secolo, la tenden-za era di interpretare ilCorano con libertà e buonsenso. Il grande rettore del-l’università di Al-Azhar,Muhammad Abduh (1849-1905), affermava che ilCorano deve essere inter-pretato secondo la ragione.Con lui vi erano Jamal al-Din al-Afghani (1838-1897) iraniano; Abd al-Rahman al-Kawakibi(1855-1902), siriano, etanti altri che sono stati frai protagonisti della Nahda,del Rinascimento arabo eislamico. Tutti loro sonostati poi esiliati per motivipolitici, ma anche a Parigihanno continuato a pubbli-care una rivista mensile (“Illegame indissolubile”)molto aperta, dispostaanche a ricevere e dibatterecritiche all’islam da perso-naggi come Ernest Renan.Questo Rinascimento haportato alla costruzione diStati tolleranti delle diversereligioni. Quando Nasserha fondato la Repubblicaegiziana, lo slogan era: “Lareligione appartiene a Dio;la patria è di tutti”. La reli-gione appartiene a Dio,significa che ognuno è libe-ro di scegliere e praticare

Page 9: I DONI DELLO SPIRITO SANTO: IL SACRAMENTO DELLA CHI …

9

La Voce sul mondo

la religione che vuole.Purtroppo, negli anni ’70 esotto l’influsso wahhabita,tutto questo è cominciato ascomparire.Ma già in Egitto si era pas-sati dal pensiero liberale diMuhammad Abduh al pen-siero mediano di Muham-mad Rashid Rida, suodiscepolo, alla posizione diHassan al-Banna, il fonda-tore dei Fratelli Musulma-ni. I wahhhabiti sono anco-ra più estremisti dei FratelliMusulmani.  

––––––––Soldi e chadorOra invece da almeno 50anni, vediamo un trend alcontrario. In Egitto, adesempio, a Minia nel ’73,ad un tratto, all’aperturadelle scuole femminili,tutte le ragazze sono venutevelate, col chador, le manicoperte da guanti. La spie-gazione: l’Arabia sauditapagava uno “stipendiomensile” alle famiglie cheaccettavano di coprire leloro donne. Tale stipendioera pari a circa un terzodello stipendio di un impie-gato. E la gente accettava isoldi.Questo costume è ormaidivenuto assolutamentenormale. Ora, se una donnanon è coperta col veloviene criticata, guardatamale. Perfino le donne cri-stiane vanno in giro coperteper timore di essere insul-tate o offese.Questo scivolamento versola chiusura viene dal fon-damentalismo sunnita ewahhabita, dall’Arabia sau-dita e dal Qatar. E si spiegaanche dal punto di vistasociologico: l’Egitto avevapiù di un milione di lavo-ratori all’estero, in Arabiasaudita, che dopo alcunianni passati là, al ritorno inpatria, si mettevano a pra-ticare gli usi sauditi. Lastessa cosa vale per altriPaesi di provenienza deimigranti. L’espressionecorrente che si sentiva era:“Dio benedica l’Arabiasaudita, maledetta sia!”.L’Arabia era una fonte diguadagno, ma anche unafonte di integralismo e dichiusura.Cose del genere avvengonoanche in Italia, dove i mari-ti fondamentalisti obbliga-no le loro donne a seguire

i costumi sauditi o fonda-mentalisti. Per loro questicostumi sono una categoriareligiosa.Va detto che altri Paesi delGolfo hanno visioni piùtolleranti, arrivando anchea permettere la costruzionedi chiese e perfino a finan-ziarle.Dalla fine degli anni ’70,con Ruhollah Khomeini, inIran si è diffuso anche unfondamentalismo sciita, maormai gli iraniani prendonole distanze da esso. Qual-che anno fa sono stato aQom [città a sud di Tehe-ran, una specie di “Vatica-no” degli sciiti iraniani, peril gran numero di scuoleteologiche lì presenti –ndr], si vedevano le donnein chador, tutte velate dinero. Ma a Shiraz, adesempio, le ragazze porta-vano veli colorati che face-vano uscire anche delleimpertinenti ciocche dicapelli biondi, o andavanomano nella mano con illoro fidanzatino. Un aya-tollah di Qom mi ha spie-gato: Lei deve capire cheQom non è l’Iran, anche secome città santa siamotenuti a tenere un certomodo di vivere.  

––––––––Soldi e sottomissioneQui entra in ballo un’altraquestione: come fa l’Ara-bia saudita a diffondere ilsuo verbo wahhabita? L’E-gitto riceve almeno 3miliardi di dollari all’annoda Riyadh; il Sudan ricevequalche miliardo… Perguadagnarli alla loro visio-ne, i sauditi sono dispostia pagare, a sostenere igoverni e a costruiremoschee. Più di 1000moschee sono state costrui-te finora dall’Arabia saudi-ta in molte parti del mondo(anche in Italia e in Euro-pa). Di solito questemoschee sono maestose,enormi e Riyadh pagaanche gli imam e gli impie-gati. Ora, chi paga, coman-da. E per questo l’Arabiasaudita influenza lo stile diislam che si vive.In Egitto, a causa dell’in-fluenza saudita, durante ilRamadan è proibito vende-re cibi e bevande a chiun-que. In compenso, i sauditihanno comprato una zonavicina alle piramidi, dive-

nuta un resort esclusivo,dove i ricchi arabi si godo-no libertà che nel loroPaese sarebbero proibite.Nel mondo l’opinione chei musulmani hanno dei sau-diti è che essi siano“empi”, “infedeli”, “corrot-ti”, ma si garantiscono illoro potere, anche religio-so, attraverso il denaro e laricchezza.Ciò che è triste è che l’A-rabia saudita si compraalleati “religiosi” attraversola ricchezza. Va notato cheil loro stile religioso, fon-damentalista e praticantedella sharia conduce diret-tamente allo stile di gover-no dell’Isis. Ogni settimananelle piazze saudite vi sonoesecuzioni – decapitazioni,frustate, lapidazioni – con-dotte come un rito religio-so, proprio come vediamonei video diffusi dall’Isis.Vorrei aggiungere una pun-tualizzazione: Isis non è unmovimento caduto dalcielo. Isis è l’applicazionebrutale dell’insegnamentodiffuso non solo dall’Ara-bia Saudita, ma anche datanti insegnamenti delleuniversità islamiche, com-presi certi insegnamentidell’università Al-Azhar,che forma migliaia diimam all’anno! Questofenomeno è messo in luceda studiosi liberali in alcu-ne emissioni televisiveattuali. La fonte che ispirai jihadisti ha la sua originein un certo insegnamentoislamico tradizionale,ancora molto diffuso oggi-giorno!  

––––––––L’occidente sottomessoNel tentativo di dominiodel mondo islamico, l’A-rabia saudita vuole decide-re sul futuro della Siria, delLibano, dell’Iraq, dell’E-gitto, di numerosi Paesiafricani e asiatici. Essa haun ruolo nefasto, perchénon ha una visione larga etollerante e ignora total-mente il pensiero moder-no: ha solo la sharia e stadiffondendo questo stilefondamentalista nelmondo. È attraverso di loroche il fondamentalismo èarrivato fino alla Malaysia,all’Indonesia, alle Filippi-ne, ecc.Da questo punto di vistal’Iran, con il suo islam più

coltivato e aperto, potrebbeagire come correttivo, mapur essendo più popolosodell’Arabia, non ha laforza che possiede que-st’ultima. E gli sciiti sonodiffusi a malapena nellazona del Golfo.Lo scontro fra Arabia sau-dita e Iran è quindi unoscontro politico, ma allaradice vi è un’opposizionereligiosa e la lotta è per lasupremazia religiosa. Delresto, nel mondo islamicoreligione e politica vannoinsieme.L’occidente sembra ragio-nare come i Paesi musul-mani aiutati dai sauditi:esso pare interessato soloal commercio. Gli StatiUniti non hanno mai criti-cato l’atteggiamento diRiyadh contro i dirittiumani, benché in Arabiaessi siano calpestati piùche nella maggioranza deiPaesi del mondo.Ci si poteva aspettare chei musulmani in Europa –sono ormai almeno 10milioni – avrebbero potutopresentare un islam ragio-nevole e razionale, apertoa tutto ciò che è positivonel mondo moderno. InFrancia e in altre parti visono imam illuminati, masono una minoranza e sidevono esprimere in mododiscreto per questioni disicurezza. Inoltre, essi nonhanno tutto il potere finan-ziario e ideologico dell’A-rabia saudita.Se in Arabia vi fosse unavisione liberale simile allaTunisia per esempio, oggiavremmo una situazioneislamica molto diversa, piùaperta, più tollerante. Ed èquesto che la maggioranzadei musulmani desideraraggiungere, senza pur-troppo sapere come fare, osenza osare fare ciò chesanno essere inevitabile.Non si tratta d’imitarel’Occidente in tutto ciò chefa – sarebbe catastrofico!–; ma si tratta di discernerenella modernità ciò che èpositivo e costruttivo, perapplicarlo. In questo,penso che i cristiani d’O-riente abbiano una missio-ne di discernimento, peraiutare i loro fratellimusulmani ad integrare ilpositivo della modernità,rigettando ciò che è nega-tivo.

Page 10: I DONI DELLO SPIRITO SANTO: IL SACRAMENTO DELLA CHI …

10

La Voce con un po’ di sentimento

di chilometri per essere lì.Hanno provato a sminuirela fatica e l’impegno ancheeconomico che ognuno haversato, dicendo che fossetutto spesato dalla CEI.Hanno provato a scrivereche gli organizzatori si sonoinventati il sostegno del rab-bino capo, quando invece lasua lettera, autentica, risa-liva al Family Day del 20giugno 2015, ed è statariproposta sui megascherminell’attesa dell’incontro,insieme a tantissimi spez-zoni di riprese di Piazza SanGiovanni. Sarebbe bastatoascoltare, essere attenti.Sì, l’attenzione. Quella chemanca in questa società cheva di fretta, è superficiale,si accontenta degli slogan.E, in questa fretta, ciascunoha presente solo un puntodi vista. Il suo.Lo chiamano relativismoetico. Ed è dappertutto neinostri discorsi, nelle nostrementi, nelle nostre azioni.Non è giusto ciò che è giu-sto: è giusto ciò che sta benea me.Sembrava che una frontieraancora reggesse: l’esistenzadi una verità oggettiva, delvero bene. Non il maleminore, ma la scelta delbene a prescindere. Non èpiù così: il relativismo eticoè entrato in chiesa, si è inter-posto tra di noi, i cristiani,quelli che dovrebbero dareper primi l’esempio di benee di bello, o almeno sforzar-si di seguire quell’esempio.Che poi è quello di Gesù.Lui non era politicamentecorretto: è stato politica-mente giusto. Se c’era daalzare la voce, lo ha fatto.Se c’era da rovesciare untavolo, lo ha ribaltato. Sec’era da offendere dicendola verità, ha offeso.Se c’era da chiamare merceun prodotto sacro, perchéveniva di fatto mercificato,ha dato il suo nome ad ognicosa.Oggi, invece, tendiamo acambiare il nome alle cosee alle persone, pensandoche farlo equivalga a cam-biarne il significato, per rag-giungere lo scopo finale:

modellare la mentalità dellastragrande maggioranzadella gente.Hanno cominciato dicendo-ci che non siamo donne,perché il sesso non appar-tiene alla sfera biologica,alla scienza... no, è uncostrutto culturale, uno ste-reotipo. Se ami un uomo, tunon sei una donna, sei unacisgender. Se diventimamma non provare più adefinirti tale, è vecchio stile.Sei solamente un concettoantropologico nell'immagi-nario collettivo, cosa credi?E quello lì, quel cosettomorbido che dipende daltuo seno, mica puoi chia-marlo figlio. È semplice-mente il prodotto del con-cepimento. Una cosa. Infattiavresti potuto venderlo,invece di continuare a spen-derci su soldi per anni.Come? No, mica affittandoil tuo utero... e che sianobarbari? Gestandolo peraltri! Certo, il prodotto fina-le deve essere integro, privodi difetti, l’essere down nonè contemplato, sarebbe infe-lice, mentre noi siamo perla felicità, per i doni. Il pro-dotto, poi, dovrà esseredisponibile nella quantitàrichiesta, non in sovrannu-mero. E se così non fosse?Ma stai tranquilla, nessunoti chiederà di abortirlo, chebrutto termine! Ci sarà unaselezione e un'interruzionevolontaria di gravidanza.Come dici? Non propriovolontaria? Ah no, per forzalo sarà, hai già firmato ilcontratto. Chiedi chi loallatterà alla nascita? Sepotrà sentire l’odore del tuoseno?... ah, ma allora pro-prio non ti liberi da questiretaggi culturali? A parteche c'è il biberon, ma poi...mica sei un cane!!! Solo aicani è stato concesso dallaCirinnà, la stessa senatriceche ha avanzato il ddl sot-toposto in questi giorniall’approvazione del gover-no, di restare almeno duemesi con chi li ha partoritiper essere svezzati, primadella vendita.Però mi dispiace caracisgender, qui in Italia,

ancora per poco, sarà ille-gale. Dunque, per diventareconcetto antropologico diun prodotto del concepi-mento gestato per altridovrai sperare di non entra-re prima in menopausa. Ticonsiglio di congelare i tuoiovuli. Così, tanto per assi-curarti la pensione, che pro-babilmente altre non ce nesaranno. Vedrai comunqueche con l'approvazione delddl Cirinnà non ci saràmolto da aspettare.Avete sorriso, vi siete sde-gnati, innervositi, siete con-fusi? Eppure questa è laprospettiva che si sta profi-lando in Italia. Questo è ilmotivo per cui, con maritoe figli e una pancia di settemesi, sabato scorso sonoandata a manifestareanch’io. Non contro qual-cuno, ma a favore dei piùdeboli. E, in tutta questa sto-ria i più deboli non sono gliadulti che reclamano il dirit-to a un figlio (e noi cristianidovremmo saperlo bene,visto che da sempre definia-mo i figli “doni di Dio”);non le cliniche per la fecon-dazione eterologa, che ridu-cono a consumo e compra-vendita quello che dovrebbeessere un atto di amore; noni politici che calcolano leopportunità legislative anzi-ché sui reali bisogni delpopolo che rappresentano,sui desideri dei singoli pote-ri e le pressioni delle lobby;non i media, completamen-te condizionati e condizio-nanti al pensiero unico,denunciato da tempo daPapa Francesco. I più debolisono i nascituri, coloro chenon hanno voce né alcunoche li rappresenti, ma sepotessero parlare direbberouna sola cosa: vorrei nasce-re da una mamma e da unpapà. I più deboli sono ibambini che vivono nellecase famiglia e quandosognano di venire finalmen-te accolti in una casa, ladisegnano abitata da unamamma e da un papà che liprendono per mano.Tutto questo è realtà, è buonsenso. Anche la scienza,quella scienza che prima

sembrava contrastare la fede,adesso se ne scopre amica,perche conferma ciò chesappiamo da sempre: i bam-bini nascono con un corredogenetico che li determinamaschi o femmine. Nessunorientamento sessuale èinscritto nel loro DNA.Dopo la nascita si sviluppa-no attivando i loro neuroniattraverso l’interazione colmaschile e col femminile deiloro genitori di sesso oppo-sto. “Neuroni specchio” sichiamano, perche rispec-chiano caratteristiche pecu-liari e complementari chesoltanto la dualità uomo-donna può garantire.Ora tutto questo vuol esserenegato per legge, dimenti-cando che la legge è chia-mata a riconoscere la realtàesistente, non a fabbricarlasulla base di un’ideologia.Svegliati Italia!, ci hannodetto. Come se a dormirefossimo noi, gente che allamaniera di Chesterton si starendendo conto che “lagrande marcia della distru-zione intellettuale prose-guirà. Tutto sarà negato.Tutto diventerà un credo. Èuna posizione ragionevolenegare le pietre della strada;diventerà un dogma religio-so riaffermarle. È una tesirazionale quella che civuole tutti immersi in unsogno; sarà una formaassennata di misticismoasserire che siamo tutti sve-gli. Fuochi verranno attiz-zati per testimoniare chedue più due fa quattro.Spade saranno sguainateper dimostrare che le fogliesono verdi in estate. Noi ciritroveremo a difendere nonsolo le incredibili virtù el'incredibile sensatezza dellavita umana, ma qualcosa diancora più incredibile, que-sto immenso, impossibileuniverso che ci fissa involto. Combatteremo per iprodigi visibili come se fos-sero invisibili. Guarderemol'erba e i cieli impossibilicon uno strano coraggio.Noi saremo tra quantihanno visto eppure hannocreduto.” Forza, svegliamo-ci da questo incubo.

continua da pagina 1 CHI SONO QUELLI DEL FAMILY DAY?

FAMIGLIA NOI LA DIFENDIAMO!

Page 11: I DONI DELLO SPIRITO SANTO: IL SACRAMENTO DELLA CHI …

✠ PICCHIONI RITA, di anni 86, deceduta il 20 gennaio 2016

✠ STRACQUALURSI GAETANA, di anni 94, deceduta il 22 gennaio 2016

✠ COZZOLINO ELVIRA, di anni 63, deceduta il 22 gennaio 2016

✠ MENGONI FRANCO, di anni 80, deceduto il 24 gennaio 2016

✠ CENCIARELLI UGO, di anni 85, deceduto il 25 gennaio 2016

✠ ANGELILLO ANTONIO, di anni 74, deceduto il 31 gennaio 2016

♥ SASSO ROSARIO e DA SILVA ROSANGELA MARIA, 25° di matrimonio il 6 dicembre 2015

RINATI IN CRISTO

★ VIDON ELENA, battezzata il 22 novembre 2015

★ COSIMI ELISA, battezzata il 6 dicembre 2015

★ CENGHIALTA MATTIA, battezzato il 27 dicembre 2015

★ TALIANI LUCIA, battezzata il 27 dicembre 2015

★ VELLUCCI NOEMI, battezzata il 27 dicembre 2015

★ CARLOMAGNO LORENZO, battezzato il 27 dicembre 2015

★ TADDEO BEATRICE, battezzata il 27 dicembre 2015

★ TORNAR DAVIDE, battezzato il 2 gennaio 2016

★ TIPU SIMONE, battezzato il 9 gennaio 2016

★ DOMINICI ALESSIA, battezzata il 10 gennaio 2016

★ BONOMO MICHELA, battezzata il 23 gennaio 2016

sempre una santaMessa vivace egioiosa quella delle

18,30 del 2 febbraio. Dovenon si riesce proprio a farstar tranquilli i molti bam-bini presenti, che nonhanno remore a farsi senti-re con vagiti, schiamazzi e,a volte, con pianti ininter-rotti. E gli adulti presentipazientano tra il divertito eil rassegnato. Del resto sisa che quell’appuntamentoè tutto per loro, i battezzatidell’anno precedente. Essisono i grandi invitati e sifanno sentire, lodando Diocome sono capaci.L’occasione è data dallaricorrenza della festa litur-

gica della Presentazione altempio di Gesù Bambino,che, come ci racconta l’e-vangelista Luca (2,22-40),fu portato da Maria e Giu-seppe e accolto con paroledi compimento e di gioiadai santi Simeone ed Anna,che, ormai vecchi, attende-vano di vedere il Messia.Famose le parole cheSimeone afferma vedendoil Bambino: “Ora lascia , oSignore, che il tuo servovada in pace…. perché imiei occhi hanno visto latua salvezza, luce per legenti e gloria del tuo popo-lo”. In Gesù c’è il compi-mento dell’attesa di unavita, così come per i propri

genitori e isuoi familiari,ogni bambinoche nasce è ilraggiungimen-to di un’attesavissuta profon-damente.Quest’anno,degli ottantabattezzati del

2015, erano presenti circala metà, accompagnati dagenitori e nonni. Al terminedella celebrazione è statobello accogliere ciascunbambino per confermarglila benedizione di Dio, giàavuta in maniera definitivanel primo sacramento.Tale appuntamento annualeha due scopi, anzituttoquello di ringraziare Dioper il dono della vita,lodandolo per il suo grandeamore, a questa preghiera

il Signore risponde con labenedizione. Il secondo èdi ricordare agli adulti pre-senti il compito indispen-sabile di educatori alla fedecristiana, che si nutre pra-ticando la vita della comu-nità cristiana. Questosolenne ritorno in chiesaper i bambini è una speciedi imprinting che potràlasciare memoria dell’ap-partenenza ad una comu-nità che ama e celebra ilsuo Signore. (GC)

La Voce con un po’ di sentimento

11

RIPOSANO IN PACE

✠ GARUGLIERI ARNALDO, di anni 59, deceduto il 6 dicembre 2015

✠ LOPEZ MAURO, di anni 61, 100%deceduto il 16 dicembre 2015✠ SALVI CLARA,

di anni 89, deceduta il 18 dicembre 2015

✠ GIOSUÈ CARLA, di anni 67, deceduta il 24 dicembre 2015

✠ MISELLI SARA, di anni 91, deceduta il 24 dicembre 2015

✠ COSTANZI LUCIA, di anni 89, deceduta il 10 gennaio 2016

segue a pagina 12 ▼

LA PRESENTAZIONE DEI BATTEZZATI

È

della propria vita. Poniamodi nuovo al centro con con-vinzione il sacramentodella Riconciliazione, per-ché permette di toccare conmano la grandezza dellamisericordia. Sarà per ognipenitente fonte di vera paceinteriore.” Così si esprimePapa Francesco nella Bolla“Misericordiae vultus” diindizione dell’Anno Santoin corso. In ossequio a taliindicazioni la nostra Par-

UN GIUBILEO RICCO DI EVENTIiniziativa ‘24 oreper il Signore’, dacelebrarsi nel

venerdì e sabato che prece-dono la IV domenica diQuaresima, è da incremen-tare nelle Diocesi. Tantepersone si stanno riavvici-nando al sacramento dellaRiconciliazione e tra questimolti giovani, che in taleesperienza ritrovano spessoil cammino per ritornare alSignore, per vivere unmomento di intensa pre-ghiera e riscoprire il senso

“L’

GRATI AL SIGNORE

♥ CESARINI UMBERTO e ALEANDRI ANNA, 50° di matrimonio il 28 novembre 2015

Page 12: I DONI DELLO SPIRITO SANTO: IL SACRAMENTO DELLA CHI …

Programma Eventi

12

“Testimoni di misericordia”rocchia organizzerà dinuovo questa felicissimaoccasione di preghieraeucaristica e di celebrazio-ne del sacramento dellapenitenza. Il SantissimoSacramento verrà espostovenerdì 4 marzo alle ore17,00 e vi rimarrà, per lapreghiera di adorazione deigruppi e singoli che si alter-neranno, fino a sabato 5marzo alla stessa ora.Secondo gli orari esposti inchiesa saranno a disposi-zione dei sacerdoti siadurante il giorno che lanotte per ascoltare le con-fessioni. Un secondo importanteappuntamento per quantidesiderano vivere con spes-sore ecclesiale il Giubileodella misericordia è il pel-legrinaggio diocesano pre-visto venerdì 18 marzopomeriggio presso la Basi-lica di san Pietro in Vatica-no. Esso culminerà con laCelebrazione eucaristicadelle ore 17,00 all’altaredella cattedra. L’appunta-mento per tutti è in piazzaPio XII (antistante piazzasan Pietro) alle ore14,00ca. Questo belmomento di Chiesa dioce-sana sarà un’adeguata pre-parazione alla Solennità diSan Giuseppe al mattinodel giorno dopo, quandoassieme al nostro Vescovomons. Gino Reali e a tuttii parroci e i sacerdoti dellacittà festeggeremo il Patro-no di Ladispoli.

Don Giuseppe Colaci

• 19 febbraio: in chiesa (animata da Coro e Caritas - Centro di Ascolto).

• 26 febbraio: al Cerreto (animata da Gruppo Famiglie, Rinnovamento nello Spirito e Comunità Gesù Risorto).Percorso: Via Parigi, Via Copenaghen, Via Atene.

• 4 marzo: al Miami (animata dal gruppo Scout – Ladispoli 2). Percorso: Sede Scout - Viale America - Viale Europa.

• 11 marzo: in chiesa o sul terreno dell’Oratorio (animata dai gruppi di Pastorale giovanile).

• 18 marzo: in chiesa (animata dai partecipanti).

• 25 marzo, venerdì santo: ore 15,30 in chiesa (animata dai Catechisti). Dopo la Liturgia della Passione (ore 20,30) seguiràintorno alle 21,30 LA PROCESSIONE DEL CRISTO MORTO, percorso: Chiesa parrocch. - Via dei Fiordalisi, LargoR. Livatino, - Via dei Campi Fioriti - Via delle Azalee - Via del Campo sportivo - Via dei Garofani - Chiesa parrocch.

* VIA CRUCIS PER I VENERDÌ DI QUARESIMA - ORE 21,00

PARROCCHIA SACRO CUORE DI GESÙ – LADISPOLICALENDARIO DEI PRINCIPALI APPUNTAMENTI DI

QUARESIMA 2016continua da pagina 11

UN GIUBILEO RICCO DI EVENTI

FEBBRAIO 2016Mercoledì 10 delle ceneri, inizio della Quaresima:- ore 8,30 e 20,30: Sante Messe conl’imposizione delle ceneri.- ore 10,30 – 12,00 e 16,30 – 19,00:Confessioni - ore 17,00 - per i bambini/ragazzidel catechismo: Liturgia della Parolacon imposizione delle ceneri.

Giovedì 11, ore 10,00-18,00: Adora-zione eucaristicaore 18,30 S. Messa con Unzione degliinfermi: per la Giornata Mondiale delMalatoore 21,00: Recita del Rosario con fiac-colata

Domenica 14, ore 16,30-19,30:RITIRO di QUARESIMA con cate-chesi del Parroco.

Mercoledì 17, ore 19,30: FormazioneCaritas;ore 21,00: Consiglio per gli AffariEconomici.

Giovedì 18: Corso biblico (su PrimaLettera di Pietro).

Venerdì 19, ore 21,00: Via Crucis.

Martedì 23, ore 19,30: Adorazioneeucaristica.

Giovedì 25, ore 21,00: Consiglio Pa-storale

Venerdì 26, ore 21,00: Via Crucis

MARZO 2016Mercoledì 2, ore 15,30: Santa Messaal cimiteroore 21,00: Ministri straordinari dellaComunione e Gentiluomini dell’Eu-caristia.

Giovedì 3, ore 21,00: Corso biblico(su Seconda lettera di Pietro).

“24 ore per il Signore”: ADORA-ZIONE AL SANTISSIMO SACRA-

MENTO dalle ore 17,00 di venerdì4/3 alle ore 17,00 di sabato 5/3. Saràanche possibile confessarsi.

Venerdì 4, ore 21,00: Via Crucis.

Mercoledì 9, ore 21,00: Comitato perla Festa del Sacro Cuore 2016

Giovedì 10, ore10,00-18,00: Adora-zione eucaristicaore 21,00: Formazione dei Catechisti.

Venerdì 11, ore 19,15: CatechesiGruppo Famiglieore 21,00: Via Crucis.

Mercoledì 16 (nelle SS. Messe): ini-zio Triduo a San Giuseppeore 21,00: incontro in preparazionealla Settimana Santa (Direttori dei co-ri, ministri straordinari della Comu-nione, lettori, ministranti…)

Giovedì 17, ore 21,00: Corso biblico(su Prima Lettera di Giovanni)

Venerdì 18: Giubileo diocesano allaBasilica di San Pietro in Vaticano: ore 14,15: appuntamento a Piazza PioXII, pellegrinaggio e confessioniore 17,00: Celebrazione eucaristicaall’altare della cattedra.NO Santa Messa in parrocchia delleore 18,30ore 21,00: Via Crucis in chiesa

Sabato 19 - FESTA di San Giuseppe,patrono di Ladispoli ore 10,00: appuntamento in chiesaparrocchiale e processione verso piaz-za Rosselliniore 11,00: S. Messa cittadina.

DOMENICA 20 MARZO, delle Pal-me e di Passione del Signore, iniziodella Settimana Santa: ore 9,00, 11,00, 18,30: Sante Messe(le Sante Messe con la processionedelle palme saranno: la prefestiva delle18,30 e la domenicale delle 11,00).

Page 13: I DONI DELLO SPIRITO SANTO: IL SACRAMENTO DELLA CHI …

RAGA...NON SBRAGA il corriere della pastorale giovanile

HO RACCONTATO IL GIUBILEO

Giulia Repo le

Per dare una svolta decisiva agli incontri del venerdì sera, che abbiamo ricominciato con regolarità subito dopo la festa del Ciao, quest’anno è stata data a noi giovani una bellissima possibilità: non solo proporre gli argomenti da trattare (cosa che facevamo anche in passato) , ma a turno organizzare ogni incontro come meglio crediamo e presentare poi agli altri membri del gruppo lo svolgimento delle nostre idee.

Volendo subito testare l’efficacia di questa novità, ho avuto l’onore (e ahimè l’onere!!) di aprire questo nuovo anno pastorale parlando di un argomento che, per quanto possa sembrare banale, aveva ancora bisogno di essere approfondito: il Giubileo. Lo scorso 8 dicembre infatti, Papa Francesco ha celebrato l’apertura dell’anno santo. Il Giubileo viene celebrato ordinariamente ogni 25 anni, ma può essere indetto in maniera straordinaria dal Papa in carica,

per celebrare un evento particolare o per una motivazione che a lui sembri significativa. In questo caso egli ha ritenuto opportuno dedicare questo Anno Santo alla Misericordia, poiché sostiene che il mondo e la Chiesa ne abbiano un bisogno assoluto (dato soprattutto il delicato periodo storico) e che noi credenti dobbiamo sentirci chiamati ad usare con il prossimo, la stessa misericordia che è stata usata con noi da Dio nostro Padre. Nella data di inaugurazione ricorreva anche il giorno del cinquantesimo anniversario della conclusione del Concilio Ecumenico Vaticano II, di fondamentale importanza per la storia della Chiesa moderna e che comportò non poche modifiche a quelli che fino a quel momento erano stati degli indiscutibili capisaldi.

­Partendo da queste brevi note introduttive, ho raccontato ai miei compagni di gruppo la “storia” del Giubileo: come e quando fosse nato, quale significato avesse per Chiesa e come i suoi riti celebrativi si fossero evoluti nel tempo di papato in papato. La famosa porta santa per esempio, l’apertura della quale è uno dei simboli più rappresentativi, veniva inizialmente demolita dallo stesso Papa con un martello vero e proprio, distruggendo ogni volta tutti i mattoni che la componevano, mentre adesso il gesto è diventato prettamente simbolico, poiché la porta è smurata poco prima della celebrazione e viene leggermente spinta per poi spalancarsi quasi da sola. In un breve excursus dei precedenti Giubilei non potevamo non soffermarci su quello straordinario del 2000, indetto da Papa Giovanni Paolo II, che richiamò nella Capitale moltissimi fedeli e che segnò in modo particolare l’inizio del nuovo millennio.

Verso la fine della serata, quando l’attenzione per le parole cala (e il sonno comincia a farsi sentire ehehehe!), abbiamo concluso il nostro incontro con qualcosa di più “interattivo” e che coinvolgesse tutto il gruppo: prima abbiamo infatti osservato il mattone originale della porta santa che ho avuto la fortuna di trovare in casa dei miei nonni, con le incisioni dello stemma del Vaticano e dell’anno Santo scritto in numeri romani e poi ci siamo separati intraprendendo un momento che ci piace chiamare di “deserto”. Ognuno di noi ha infatti scelto un posto della Parrocchia che preferiva, in cui si sentiva più a suo agio ed in comunicazione con sé stesso e con Dio, il più lontano possibile dagli altri, e qui abbiamo potuto riflettere su delle frasi del “Misericordiae Vultus” (la Bolla di Papa Francesco scritta per l’indizione del Giubileo) che riguardavano il perdono e la misericordia. Chi voleva poteva appuntare qualche frammento delle sue riflessioni per poi condividerle con gli altri una volta che ci saremmo riuniti, chi preferiva invece tenerle per sé ha potuto semplicemente vivere un’esperienza di fede, preghiera e comunione con il Signore.

Nonostante fossi molto emozionata nell’intraprendere questa nuova esperienza, ne sono rimasta molto soddisfatta: ho avuto piacere di trovare i miei compagni appassionati ed incuriositi quanto me sull’argomento, e ne ho provato altrettanto nello scoprire numerose cose nuove e nel vivere con loro questo momento di formazione e meditazione.

IL CAMMINO FIN QUI L’eq uipe o rato rio

Siamo ancora qui a parlarvi dell’oratorio, anche se siamo rimasti un po’ in silenzio ne abbiamo fatte di cose fino ad oggi. Innanzitutto la consolidata uscita di inizio anno pastorale organizzata dalla pastorale giovanile il 7 novembre, partecipata con entusiasmo e gioia oltre che da bambini e ragazzi anche da qualche genitore. È stata una giornata fantastica all’insegna della scoperta di numerosi luoghi romani di notevole bellezza come la chiesa di San Bartolomeo

Allegato a “La Voce del Sacro Cuore di Gesù” a cura del la Pastorale Giovanile - Anno V III n. 36 – Febbraio 2016

Page 14: I DONI DELLO SPIRITO SANTO: IL SACRAMENTO DELLA CHI …

all’Isola Tiberina e la Basilica di Santo Spirito in Sassia. Ovviamente tutto accompagnato da una buona dose di divertimento, amicizia e tante tante risate. Giusto il tempo di riprenderci dalla bellissima giornata trascorsa in fraternità e ci siamo resi conto che il Natale era alle porte! Le quattro settimane di avvento sono state vissute con grande trepidazione accompagnate da emozionanti momenti di preghiera: l’accensione dell’ “albero della preghiera” che ha visto tutti i bambini coinvolti nella realizzazione della loro personale pallina, la “stuzzitombola”, una serata organizzata da anni vissuta sempre con molta partecipazione, il concerto di Natale evento carico di aspettative ed emozioni, infine, la cena natalizia un appuntamento di grande condivisione culinaria e quest’anno anche canora! Insomma un inizio niente male, no?! Tante altre attività ed esperienze ci aspettano da vivere insieme, noi siamo pronti e carichi!! Vi aspettiamo!

INSIEME IN ALLEGRIA Raffaello Paletta

Eccoci qua pronti e carichi più che mai per affrontare questo 2016 e continuare nel clima gioioso, allegro e soprattutto collaborativo avuto fin qui!! Quest'anno nel gruppo Adolescenti ci sono state diverse novità tutte all’ insegna del divertimento, orientate ad arricchire il sabato pomeriggio dei ragazzi. Il gruppo è cresciuto, ai veterani si sono aggiunti nuovi ragazzi e ragazze e, ancora una volta, anche il prezioso contributo del gruppo Giovani espresso lo scorso anno da Lia ed Andrea, e quest'anno da Giorgia, sempre pronta a suonare la carica! Fin qui le attività svolte sono state tante, dai giochi sul campetto nelle giornate di sole a quelli al chiuso, i laboratori creativi, la gita alla scoperta di angoli sempre nuovi di Roma, la serata pizza e cinema, e naturalmente tutti gli altri insieme agli altri gruppi della PG. L'auspicio è dunque quello di seguire questa strada e, come ci suggerisce Papa Francesco, "Vivere con fede e gioiosa speranza questo momento di prova", questo anno "straordinario" della Misericordia che ci apprestiamo a trascorrere insieme.

DICIOTTENNI CON GESÙ! Elis a e Martin a, G ruppo Gio v anis s imi Sacro C uo re d i Ges ù

Il diciottesimo anno è il più atteso, il più festeggiato, è il passaggio dall’adolescenza alla giovinezza, una tappa importante della vita, diciamo che, per quanto attesa e preparata, è una delle più importanti. Si diviene adulti e le parole libertà, responsabilità e consapevolezza iniziano a far, sempre più, parte di noi. Bisogna cominciare a pensare ad un proprio futuro e imparare ad assumersi le proprie responsabilità sia nell’ambito familiare che nella società. Ecco che, dunque, si parla di maturità... anno della maturità, esami di maturità! E allora... occorre saperla usare bene questa maturità senza commettere sciocchezze ma restando vigili sulle

proprie azioni. Nel vangelo di Giovanni, Gesù ci dice che non siamo del mondo, ma Lui ci ha scelti dal mondo e noi viviamo nel mondo. E allora, soprattutto per noi che viviamo in parrocchia e che partecipiamo attivamente alle attività della Pastorale Giovanile risuona forte questa frase del Signore. È da qui che scaturisce la bellezza di vivere nella comunità cristiana, poiché, nel nostro caso, ci piace pensare di poter "crescere con Dio" e vivere la fede insieme ai nostri compagni parrocchiali. È ancora più bello perché ci piace l’idea di condividere la nostra vita con loro assieme a Gesù. Inoltre, quale luogo più adatto per imparare a vivere nel mondo, da cristiani, se non quello della parrocchia, la chiesa tra le case? Da, appena diciottenni, siamo pronte e desiderose di vivere un nuovo anno con i nostri amici accompagnati dagli insegnamenti del nostro amico Gesù! A tutti, e in particolare ai diciottenni, l’augurio che porgiamo è di mantenere sempre vivo in voi quella parte di bambino che vi consente di vedere il mondo con occhi pieni di amore- purezza- semplicità e di camminare sempre con Dio che è il nostro faro.

I nostr i pr ossimi a ppunta me nti:

• Venerdì 5 febbraio ore 21 FESTA DI CARNEVALE PER RAGAZZI

• Sabato 6 febbraio ore 16 FESTA DI CARNEVALE ORATORIO PER BAMBINI

Allegato a “La Voce del Sacro Cuore di Gesù” a cura del la Pastorale Giovanile - Anno V III n. 36 – Febbraio 2016