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I CONTESTI TERRITORIALI E I RELATIVI COMUNI DI RIFERIMENTO PER IL PERSEGUIMENTO DI LIVELLI MINIMI DI SICUREZZA DEL TERRITORIO 35° Convegno nazionale Lecce 22 - 24 novembre 2016 Sessione 2.3: Strumenti e azioni per la mitigazione del rischio sismico F. Cassone, F. Bramerini, G. Naso, S. Castenetto Dipartimento della Protezione Civile, Roma Relatore: Floriana Cassone Lecce, 23 novembre 2016

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I CONTESTI TERRITORIALI E I RELATIVI COMUNI DI RIFERIMENTO PER IL PERSEGUIMENTO DI LIVELLI MINIMI

DI SICUREZZA DEL TERRITORIO

35° Convegno nazionale

Lecce 22 - 24 novembre 2016

Sessione 2.3: Strumenti e azioni per la mitigazione del rischio sismico

F. Cassone, F. Bramerini, G. Naso, S. Castenetto

Dipartimento della Protezione Civile, Roma

Relatore: Floriana Cassone

Lecce, 23 novembre 2016

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Inquadramento 1

Standard Minimi per la programmazione degli interventi in materia di riduzione del rischio ai fini di

protezione civile (e di resilienza socio territoriale). Dipartimento della Protezione Civile, 17 dicembre 2015. Roma.

Fase generale 1 - Analisi dei fabbisogni e individuazione dei contesti territoriali

Accordo di Partenariato Italia 2014 – 2020

Tema della riduzione del rischio (Obiettivo Tematico 5)

► cooperazione tra aree territoriali limitrofe e miglioramento delle capacità di governance multilivello

► pianificazione e conseguente gestione dell’emergenza possono essere esercitate in modo unitario

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Inquadramento 1

Standard Minimi per la programmazione degli interventi in materia di riduzione del rischio ai fini di

protezione civile (e di resilienza socio territoriale). Dipartimento della Protezione Civile, 17 dicembre 2015. Roma.

Fase generale 1 - Analisi dei fabbisogni e individuazione dei contesti territoriali

Accordo di Partenariato Italia 2014 – 2020

Tema della riduzione del rischio (Obiettivo Tematico 5)

► cooperazione tra aree territoriali limitrofe e miglioramento delle capacità di governance multilivello

► pianificazione e conseguente gestione dell’emergenza possono essere esercitate in modo unitario

Obiettivo:perseguire livelli minimi e omogenei in termini di riduzione del rischio sul territorio nazionale

individuando priorità di intervento all’interno di aree più ampie rispetto al singolo Comune

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Inquadramento 1

Standard Minimi per la programmazione degli interventi in materia di riduzione del rischio ai fini di

protezione civile (e di resilienza socio territoriale). Dipartimento della Protezione Civile, 17 dicembre 2015. Roma.

Fase generale 1 - Analisi dei fabbisogni e individuazione dei contesti territoriali

Accordo di Partenariato Italia 2014 – 2020

Tema della riduzione del rischio (Obiettivo Tematico 5)

► cooperazione tra aree territoriali limitrofe e miglioramento delle capacità di governance multilivello

► pianificazione e conseguente gestione dell’emergenza possono essere esercitate in modo unitario

Obiettivo:perseguire livelli minimi e omogenei in termini di riduzione del rischio sul territorio nazionale

individuando priorità di intervento all’interno di aree più ampie rispetto al singolo Comune

Allocazione di risorse per interventi di prevenzione sismica Finanziamenti della legge n. 77 del 2009

- Microzonazione Sismica (MS)

- analisi della Condizione Limite per l’Emergenza (CLE)

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Schema della presentazione 2

1. Review su alcune delle aggregazioni territoriali esistenti

2. Metodologia di individuazione dei

Contesti Territoriali (CT) e dei relativi Comuni di riferimento (CR)

3. Principali risultati ottenuti dall’applicazione in 6 Regioni italiane

Sistemi territoriali esistenti

Sviluppo della metodologia

Applicazioni

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1 - Aggregazioni territoriali esistenti 3

CRITERIO SOCIO-ECONOMICO ► Sistemi Locali del Lavoro (SLL)Istat 2011

AREE FUNZIONALI costruite utilizzando i flussi degli spostamenti

casa-lavoro (matrice del pendolarismo giornaliero)

luoghi dove la popolazione indirettamente tende ad esercitare la

maggior parte delle proprie relazioni sociali ed economiche.

COMUNE CAPOLUOGO SLL con il più alto numero di posti di lavoro.

Attribuisce la denominazione al SLL di cui è Capoluogo.

COMUNE POLO SLL con indice di centralità > 1 (pendolari in entrata

> pendolari in uscita) ed almeno 100 occupati residenti.

Svolge un ruolo di attrazione in termini di flussi pendolari.

Principali caratteristiche:

- OMOGENEI PER TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE

- STABILI NEL TEMPO

- AUTO-CONTENUTI

Fonte: Istat, 2011. I sistemi locali del lavoro 2011. Cartogrammi.

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1 - Aggregazioni territoriali esistenti 4

CRITERIO AMMINISTRATIVO ► Unioni di Comuni (UC)legge 135/2012 e legge 56/2014

ENTI LOCALI costituiti da due o più Comuni per l’esercizio in forma

associata di funzioni o servizi di loro competenza.

OBBLIGO DI COSTITUZIONE per i Comuni con popolazione fino a

5.000 abitanti (fino a 3.000 abitanti, se appartengono o sono

appartenuti a comunità montane).

LIMITE DEMOGRAFICO MINIMO pari a 10.000 abitanti (3.000

abitanti e formate da almeno tre Comuni, se i Comuni appartengono

o sono appartenuti a comunità montane).

Principali caratteristiche:

- VALORE AMMINISTRATIVO

- non sempre ATTIVE IN MANIERA COSTANTE NEL TEMPO

- non sempre CONDIVIDONO LE STESSE FUNZIONI

- non sempre RAGGRUPPANO TERRITORI CONTIGUI TRA LORO

FUNZIONI FONDAMENTALI dei Comuni:

- organizzazione generale dell'amministrazione;

- organizzazione dei servizi pubblici (incluso

trasporto pubblico);

- catasto;

- pianificazione urbanistica ed edilizia;

- protezione civile e coordinamento dei primi

soccorsi;

- gestione dei rifiuti urbani;

- gestione dei servizi sociali;

- edilizia scolastica e servizi scolastici;

- polizia municipale;

- servizi anagrafici, elettorali e statistici.

(tratto dalla legge n. 135 del 2012)

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1 - Aggregazioni territoriali esistenti 5

GESTIONE DELL’EMERGENZA ► aree dei Centri Operativi Misti (COM)direttiva DPC 31.03.2015 n. 1099

CENTRI PER IL COORDINAMENTO DELLE ATTIVITÀ DI SOCCORSO

di raccordo tra il livello comunale e i livelli superiori.

DIMENSIONE DEL BACINO DI UTENZA: valore di riferimento pari a

30.000 - 35.000 abitanti.

TEMPI DI RAGGIUNGIMENTO dalla sede COM a qualsiasi zona del

territorio ad essa afferente: non superiore a 45 minuti.

Principali caratteristiche:

- non sempre ATTUALMENTE RISPONDENTI AI CRITERI

DEMOGRAFICI E DI RAGGIUNGIMENTO

ORGANIZZAZIONE OPERATIVA

del Sistema Nazionale di Protezione Civile

Livello nazionaleDi.Coma.CDirezione Comando

e Controllo

Livello regionale SORSala Operativa

Regionale

Livello provinciale

CCSCentro

Coordinamento

Soccorsi

Livello intercomunale

COMCentro Operativo

Misto

COICentro Operativo

Intercomunale

Livello comunaleCOCCentro Operativo

Comunale

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2 - Metodologia di individuazione dei CT e dei relativi CR 6

GESTIONE DELL’EMERGENZA ► aree dei Centri Operativi Misti (COM)

CRITERIO SOCIO-ECONOMICO ► Sistemi Locali del Lavoro (SLL)

CRITERIO AMMINISTRATIVO ► Unioni di Comuni (UC)

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2 - Metodologia di individuazione dei CT e dei relativi CR 6

Contesti Territoriali (CT)perimetrazioni di territori (aggregazioni di Comuni)

Comuni di Riferimento (CR)realtà comunali "rilevanti"

FASE AAnalisi

dei SLL 2011

FASE BDefinizione

dei CT

FASE CIndividuazione

dei CR

FASE DVerifica di

raggiungibilità dei

CT

► aree dei Centri Operativi Misti (COM)

► Sistemi Locali del Lavoro (SLL)

► Unioni di Comuni (UC)

Metodologia approvata dalla Commissione tecnica per il

supporto e monitoraggio degli studi di MS

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1. Classificazione:

• SLL < 10.000 abitanti

• SLL tra 10.000 e 50.000 abitanti

• SLL > 50.000 abitanti

2. Aggregazione dei SLL < 10.000

abitanti e SLL interregionali a SLL

limitrofi

Fase A - REGIONE CALABRIA

2 - Metodologia di individuazione dei Contesti Territoriali (CT) e dei relativi Comuni di Riferimento (CR)

FASE A – Analisi dei SLL 2011

FASE AAnalisi dei SLL 2011►

FASE BDefinizione dei CT

FASE CIndividuazione dei CR

FASE DVerifica di raggiungibilità dei CT

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FASE A

Analisi dei SLL 2011►FASE B

Definizione dei CT

FASE CIndividuazione dei CR

FASE DVerifica di raggiungibilità dei CT

1. Modifica delle perimetrazioni dei SLL

o accorpamento dei SLL

sulla base delle Unioni di Comuni

2. Riclassificazione:

• SLLT1, tra 10.000 e 50.000 abitanticoerenti con il valore standard di 30.000-

35.000 abitanti, previsto dalla Direttiva

n. 1099 del 31.03.2015 per le aree COM

• SLLT2, > 50.000 abitantieventuale sub-ripartizione

Fase B - REGIONE CALABRIA

2 - Metodologia di individuazione dei Contesti Territoriali (CT) e dei relativi Comuni di Riferimento (CR)

FASE B – Definizione dei Contesti Territoriali (CT)8

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FASE A

Analisi dei SLL 2011►FASE B

Definizione dei CT

FASE CIndividuazione dei CR

FASE DVerifica di raggiungibilità dei CT

Fase B - REGIONE CALABRIA1. Modifica delle perimetrazioni dei SLL

o accorpamento dei SLL

sulla base delle Unioni di Comuni

2. Riclassificazione:

• SLLT1, tra 10.000 e 50.000 abitanticoerenti con il valore standard di 30.000-

35.000 abitanti, previsto dalla Direttiva

n. 1099 del 31.03.2015 per le aree COM

• SLLT2, > 50.000 abitantieventuale sub-ripartizione

2 - Metodologia di individuazione dei Contesti Territoriali (CT) e dei relativi Comuni di Riferimento (CR)

FASE B – Definizione dei Contesti Territoriali (CT)8

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FASE A

Analisi dei SLL 2011►FASE B

Definizione dei CT

FASE CIndividuazione dei CR

FASE DVerifica di raggiungibilità dei CT

Fase B - REGIONE CALABRIA1. Modifica delle perimetrazioni dei SLL

o accorpamento dei SLL

sulla base delle Unioni di Comuni

2. Riclassificazione:

• SLLT1, tra 10.000 e 50.000 abitanticoerenti con il valore standard di 30.000-

35.000 abitanti, previsto dalla Direttiva

n. 1099 del 31.03.2015 per le aree COM

• SLLT2, > 50.000 abitantieventuale sub-ripartizione

3. Analisi relazioni SLL – aree COM

4. SLLT2 eventualmente sub-ripartiti a

partire dalle UC e dalle aree COM

5. Contesti Territoriali =

SLLT1 + SLLT2 sub-ripartiti

2 - Metodologia di individuazione dei Contesti Territoriali (CT) e dei relativi Comuni di Riferimento (CR)

FASE B – Definizione dei Contesti Territoriali (CT)8

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FASE A

Analisi dei SLL 2011►FASE B

Definizione dei CT

FASE C

Individuazione dei CRFASE D

Verifica di raggiungibilità dei CT

Identificazione del CR per ogni CT,

secondo il seguente ordine di priorità:

1. Capoluogo SLL + Sede UC/COM

2. Capoluogo SLL

3. Polo SLL (> 5.000 ab.) + Sede UC/COM

4. Polo SLL (> 5.000 ab.)

5. Sede UC/COM

6. Comune più importante in termini di

popolazione residente

Fase C - REGIONE CALABRIA

REGIONE CALABRIA - RISULTATI

56 Contesti Territoriali, con:

32 CR Capoluogo SLL + sede COM

5 CR Capoluogo SLL

4 CR polo + sede COM

15 CR sede COM

2 - Metodologia di individuazione dei Contesti Territoriali (CT) e dei relativi Comuni di Riferimento (CR)

FASE C – Individuazione dei Comuni di Riferimento (CR)9

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FASE A

Analisi dei SLL 2011►FASE B

Definizione dei CT

FASE C

Individuazione dei CRFASE D

Verifica di raggiungibilità dei CT

Fase D - REGIONE CALABRIA1. Calcolo del tempo di percorrenza tra

i CR e le località abitate interne al CT

2. Analisi sulla popolazione raggiungibile

3. Eventuale riconfigurazione dei CT o

dei CR, se il tempo di percorrenza è

eccessivamente superiore a 45 minutiin coerenza con la Direttiva n. 1099/2015, che

pone pari a 45 minuti, il tempo massimo

necessario per raggiungere, dalla sede COM,

qualsiasi zona del territorio ad essa afferente

2 - Metodologia di individuazione dei Contesti Territoriali (CT) e dei relativi Comuni di Riferimento (CR)

FASE D – Verifica di raggiungibilità dei territori all’interno dei Contesti Territoriali10

CT e CR in Regione Calabria

APPROVATI con delibera di Giunta Regionale

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Regioni

Sistemi

Locali

del Lavoro

Contesti

Territoriali

% popolazione raggiungibile dal CR nell’intervallo di tempo *

0 - 15 min. 15 - 30 min. 30 - 45 min. oltre 45 min.

Regione

Calabria44 56 82% 15% 2% 1%

Regione

Marche25 27 87% 12% 1% -

Regione

Umbria14 15 88% 11% 1% -

Regione

Abruzzo18 16 71% 26% 3% -

Regione

Lazio18 65 92% 7% 1% -

Regione

Campania46 68 94% 6% - -

* Elaborazione sui tempi di raggiungimento effettuata utilizzando il grafo stradale Multinet di Tele Atlas (2001).

È stata considerata la popolazione di centri abitati, nuclei abitati e località produttive delle Località Abitate, Istat 2011.

3 - Principali risultati ottenuti dall’applicazione in 6 Regioni italiane 11

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REGIONE CAMPANIA - Città Metropolitana di Napoli

3 - Principali risultati ottenuti dall’applicazione in 6 Regioni italiane 12

Confronto con la geografia amministrativa delle Città Metropolitane

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REGIONE CAMPANIA - Classificazione Sismica (2015)

3 - Principali risultati ottenuti dall’applicazione in 6 Regioni italiane 13

Confronto con studi di pericolosità (Rischio Sismico)

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REGIONE CAMPANIA - Piano di Emergenza dell’area vesuviana (2015)

3 - Principali risultati ottenuti dall’applicazione in 6 Regioni italiane 14

Confronto con studi di pericolosità (Rischio Vulcanico)

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Conclusioni 15

Individuazione dei Contesti Territoriali (CT) e dei relativi Comuni di riferimento (CR)

relazioni socio-economiche

+ relazioni amministrative

+ aspetti di gestione dell’emergenza

aggregazioni di Comuni realtà urbane rilevanti

base territoriale di riferimento per la mitigazione del rischioStandard Minimi per la programmazione degli interventi in materia di riduzione del rischio ai fini di protezione

civile (e di resilienza socio territoriale). DPC, 17 dicembre 2015. Roma.

avviare il processo conoscitivo e valutativo (differenziato per tipologia di rischio)

predisporre e programmare gli interventi (Comuni di Riferimento = comuni prioritari)

allocare risorse in maniera omogenea sul territorio nazionale

garantire livelli minimi di sicurezza del territorio (da monitorare)

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Grazie per l’attenzione

Floriana Cassone

[email protected]