I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e...

192
1 Università degli Studi di Palermo Dottorato in Sociologia, territorio e sviluppo rurale (SPS07) Ciclo XIX Tesi di dottorato I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E TERRITORIALE Tutor: Candidato: Prof. Antonio La Spina Antonino Siino Coordinatore del dottorato: Prof. Fabio Massimo Lo Verde

Transcript of I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e...

Page 1: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

1

Università degli Studi di Palermo

Dottorato in Sociologia, territorio e sviluppo rurale (SPS07) Ciclo XIX

Tesi di dottorato

I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E TERRITORIALE

Tutor: Candidato: Prof. Antonio La Spina Antonino Siino

Coordinatore del dottorato: Prof. Fabio Massimo Lo Verde

Page 2: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

2

(foto di Luca Vanzella, scattata a Bruxelles)

«L’aria della blogosfera rende liberi» (Max Weber, remix)

Page 3: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

3

INDICE

Introduzione 4

Capitolo 1. Città e comunità nello spazio dei flussi

1. La città come framework euristico per lo studio della blogosfera 7

1.1 L’urbanizzazione, un processo che prosegue online 71.2 Dallo spazio dei luoghi allo spazio dei flussi 12

2. Città, post-città, città globali, reti urbane e cyberspace 183. Capitale sociale e social network 274. Crisi della comunità tradizionale e comunità online 31

4.1 Comunità e società 314.2 La comunicazione mediata al computer 364.3 Le comunità online 41

Capitolo 2. La blogosfera e i blog

1. Definizioni di blog 502. Blog e tassonomie 533. Struttura del blog 584. Cronologia del blog 655. La blogosfera: definizione e dati 68

5.1 Dinamiche della blogosfera 806. Dimensione territoriale, “locale” e blogosfera 92

Capitolo 3. Lo studio sulla blogosfera italiana: blog e territorio

1. Un problema metodologico: la stima e lo studio di popolazioni non note 952. Nota metodologica, ricerca online, obiettivi conoscitivi, campionamento, strumenti e tecniche di rilevazione delle informazioni 973. Analisi dei dati 4

Capitolo 4. Lo studio sulla blogosfera italiana: il social network dei blog italiani

1. La metafora della rete 1142. Strumenti e tecniche per l’individuazione di cluster tra i blog italiani 1143. Analisi dei dati 117

Conclusioni 140

Appendice 144

Bibliografia 169

Sitografia e blogografia 186

Page 4: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

4

INTRODUZIONE

Dove è stata scritta questa tesi di dottorato? Sarebbero vere, in parte, risposte

come su un Eurostar a 200 km/h tra Milano e Roma, su un volo di linea a 10000 metri

tra Parigi e Palermo, in una camera d’albergo a Roma, Messina, Acireale, Milano,

Urbino eppure la risposta più corretta forse sarebbe proprio su e con Internet, nel

contesto e con gli strumenti che Internet offre. Il passaggio dallo stimolo iniziale al

progetto, gli scambi di e-mail e le sessioni di chat con colleghi, docenti da questa e

dall’altra parte dell’oceano, blogger e con il tutor e il questionario su cui si è basata la

parte empirica si sono svolti proprio in Rete.

La tematica del “dove” permea tutta la tesi e proprio il cambiamento della

declinazione di ciò che si intende per “locale” ha guidato la ricerca bibliografica e

quella empirica. I riferimenti teorici di questo lavoro sono prevalentemente sociologici e

provengono dall’area della sociologia urbana e dalla sociologia della comunicazione,

con qualche breve incursione nel territorio dell’economia, che in parte sta guidando con

la globalizzazione (che però è anche fenomeno culturale) i mutamenti dei nostri tempi.

Si è cercato di approfondire anche aspetti tecnico-comunicativi legati ai blog, che fanno

da base per il lavoro svolto.

Mantenendo un parallelismo con la tematica della città (cercando di non indugiare

troppo nei luoghi comuni), del milieu culturale che si crea in contesti urbani,

dell’urbanizzazione in un’accezione ampia, che pone attenzione sui suoi effetti in

contesti mutevoli, ho cercato di fornire un framework di riferimento per lo studio in

un’ottica di analisi di rete dei rapporti in una parte significativa della blogosfera italiana.

La tesi prende le mosse da un input relativo allo studio della città in una

prospettiva ecologica svolto da Robert Park e dai sociologi della scuola di Chicago e

dalla possibilità di mutuare concetti e fondare modelli interpretativi con valenza

euristica per lo studio del sistema di relazioni tra i blog (la blogosfera) in Italia. Ulteriori

spunti provengono da classici della sociologia (da Weber a Simmel) e da studi più

recenti, come la produzione scientifica relativa al capitale sociale (Putnam, Bagnasco,

Fukuyama ecc.), la scienza delle reti e la memetica (Barabási, Buchanan, Dawkins ecc.),

gli scritti sulla globalizzazione (Bauman, Sassen ecc,), la sociologia della

comunicazione (Castells, De Kerchkove, Lévy, Paccagnella, Rheingold ecc.), i

presupposti della social network analysis (Scott, Wasserman e Faust, Piselli, Chiesi,

Page 5: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

5

Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni

sociali (Anderson, Maistrello ecc.).

Il primo capitolo affronta il tema della città e del concetto di urbano in un contesto

in cui la geografia sta mutando, se non altro per la valenza che le viene attribuita. Da

spazio dei luoghi il nostro pianeta è sempre più inteso come spazio dei flussi. Uomini,

informazioni, capitali, merci attraversano il mondo spesso intersecando città che fanno

da snodi e si pongono globalmente, sia in cooperazione che in competizione.

L’approccio che considera i fenomeni legati ad architetture di rete mi ha portato a

trattare il tema del capitale sociale, utile per comprendere alcuni fenomeni sia nel

contesto fisico che online. Il concetto di “legame debole”, proveniente proprio da questo

ambito, è spesso presente nello studio condotto. Il capitolo si conclude con uno studio

del concetto di comunità, per alcuni oggetto di una parabola ma forse soltanto mutato e

ancora utile per affrontare contesti come quelli delle comunità virtuali.

Nel secondo capitolo mi occupo dei blog, fornendo una definizione (con le

difficoltà che ciò comporta, dato che non c’è un accordo su una definizione univoca) e

ipotizzando delle tassonomie. La descrizione degli strumenti e una cronologia cercano

di fornire approfondimenti utili alla comprensione di un fenomeno che sta incidendo

sulla cultura, sull’economia e sulla politica. Il capitolo si conclude con una spostamento

del focus sui rapporti tra blogger nella cosiddetta blogosfera e sulle sue dinamiche e con

un collegamento tra blogosfera e dimensione urbana e territoriale che ruota attorno al

concetto di locale, ridefinito come spazio di pertinenza.

Il terzo capitolo contiene una riflessione metodologica sulla difficoltà della ricerca

online e rispetto al fenomeno preso in esame, la nota metodologica e una prima analisi

dei dati basata sulla prima parte del questionario. Viene stilato un profilo dei blogger

esaminati basato principalmente sulle caratteristiche sociodemografiche.

Il quarto capitolo inizia con un approfondimento sulla metafora della rete. È

presente un paragrafo su strumenti e tecniche di rilevazione dei cluster e prosegue con i

dati della social network analysis con finalità esplorative e descrittive della blogosfera

italiana. Ciò che è “locale” qui si declina nei rapporti, evidenziati nei sociogrammi,

nelle clique e nei clan, tra i blogger.

Pur rimanendo esclusivamente mia la responsabilità delle argomentazioni

contenute in questo lavoro e dei risultati presentati, sono riconoscente ai professori

Alexander Halavais dell’Università di Quinnipiac, Prabhakar Raghavan dell’Università

di Stanford e Giovanni Boccia Artieri dell’Università di Urbino per la loro disponibilità

Page 6: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

6

e gentilezza, a Marianna Siino, Giovanna Simoncini e Antonella Napolitano che hanno

visionato porzioni della tesi e hanno condiviso con me alcuni dubbi e soluzioni e ai

blogger italiani che hanno partecipato al questionario con un entusiasmo e una voglia di

“fare rete” che mi sono stati di grande aiuto per lo studio empirico.

Page 7: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

7

CAPITOLO PRIMO

CITTÀ E COMUNITÀ NELLO SPAZIO DEI FLUSSI

1. La città come framework euristico per lo studio della blogosfera

Nell’affrontare lo studio del sistema di relazioni tra i blog (la blogosfera) può

essere opportuno individuare un modello interpretativo che abbia valenza euristica da

poter utilizzare cogliendo analogie e differenze. Durante la conferenza Internet

Research 4.0, tenutasi a Toronto nell’ottobre del 2003 Alex Halavais, allora docente al

SUNY (Università di Buffalo) ha presentato un paper denominato Urban Sociology and

a Research Agenda for the Blogosphere che propone una lettura delle dinamiche interne

alla blogosfera alla luce degli studi effettuati da Robert Park e dai sociologi della scuola

di Chicago sulle città come ecologie urbane.

«Internet, la Rete e ora la blogosfera rappresentano sistemi guidati dagli stessi bisogni sociali di base che aveva la città» [Halavais, 2003, 3].

Partendo da questa affermazione (e seguendo una prospettiva già affrontata da

altri, come William Mitchell [1995]) Halavais identifica un set di possibili analogie e

sviluppa alcuni ragionamenti da collocare nel quadro teorico degli studi sulla città,

l’urbanizzazione, la società dell’informazione, la comunicazione e la blogosfera.

Partendo da questo spunto ho affrontato il tema dei rapporti tra dimensione urbana e

territoriale e blog.

1.1. L’urbanizzazione, un processo che prosegue online

La tesi principale del paper di Halavais riguarda l’urbanizzazione: il processo, in

crescita inequivocabile fino agli anni ’70 del secolo scorso, proseguirebbe con forme e

modalità diverse, anche online. Interazioni e scambi che si svolgono nella città,

producendo circoli virtuosi (ad esempio in relazione all’economia e alla cultura) e un

Page 8: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

8

tendere verso l’urbanità1, modi di vita “urbani”, con le relative conseguenze

psicologiche e pratiche, si produrrebbero oggi anche (e, forse, sempre più) online.

Spesso il concetto di urbanizzazione si trova associato e confuso con quello di

urbanesimo e con l’inurbamento2. Se per inurbamento si intende il processo di

migrazione della popolazione dalle campagne alle città per urbanizzazione si intende in

senso restrittivo l’aumento della popolazione cittadina, in senso lato (e farò riferimento

a questa accezione nel presente lavoro, considerando alcuni fenomeni idealmente e

profondamente legati alle città e ai flussi comunicativi in un contesto globale) il

prodursi di conseguenze strutturali, culturali e sociali dell’inurbamento dovute

all’aumento della quota di popolazione che vive in città e alle dinamiche connesse; il

concetto di urbanesimo (utilizzato da Wirth per primo) si riferisce più all’ambito degli

stili di vita delle popolazioni urbane3.

Più propriamente, in relazione al nostro ambito, per urbanizzazione si intende

«un processo di concentrazione della popolazione e implica un movimento da uno stato di minore concentrazione a uno stato di maggiore concentrazione […] l’urbanizzazione procede in due modi: con la moltiplicazione dei punti di concentrazione e con l’aumento delle dimensioni delle singole concentrazioni. Occasionalmente, o in certe aree, l’urbanizzazione può fermarsi e anche eventualmente arretrare, ma la tendenza è inerente alla società e procede sinché non è ostacolata da condizioni avverse» [Tisdale, 1942, 311],

«il processo, in parte progettato in parte conseguenza di miriadi di decisioni individuali, di diffusione e crescita di città» [Bagnasco, 1999, 122].

o ancora

«il concetto quantitativo con cui viene caratterizzata la rapida crescita delle città del XIX e XX secolo, ovvero un fenomeno demografico» [Zimmermann, 2004, 9] e «in senso qualitativo […] formazione e […] diffusione di forme di vita “urbane” così come si svilupparono nelle grandi città del XIX secolo» [Zimmermann, 2004, 9].

Castells fa notare, riferendosi a Tisdale, che la concentrazione sarebbe un aspetto

visibile dell’urbanizzazione e non si identificherebbe con essa; piuttosto ne sarebbe

sintomo [Castells, 1975, 35].

1 Cfr. [Guidicini, 1990]. Tra le nuove forme di urbanità Guidicini comprende la localizzazione della densificazione urbana a partire dalla costruzione urbana consolidata, un secondo tipo legato alle nuove tecnologie (che producono modi di produzione, struttura di classe e di ceto specifiche) e la qualità di nuovi sensi di appartenenza dell’urbano. 2 Un chiarimento terminologico può leggersi in Magnier - Russo, 2002, 13-19. 3 Stagni [1989], richiamando Fisher, ha messo in relazione diretta cioè che è urbano alla varietà subculturale, all’intensità delle culture presenti, alle fonti di diffusione di una subcultura e ai livelli di comportamento non convenzionali.

Page 9: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

9

Ci sarebbe una cesura tra la storia urbana antica e moderna. Tra il 1500 e il 1700 i

centri urbani sono piccoli, tra il 1700 e il 1750 cresce il settore pubblico e dal 1750 lo

sviluppo industriale inizia a modificare alcune dinamiche [De Vries in Zimmermann,

2004, 10 e Hohenberg - Lees, 1987]. Nella città industriale è l’industria che contribuisce

in maniera determinante al crescere della popolazione [Sombart, 1987, 402-4054].

Soltanto dopo il 1800 la distribuzione della popolazione tra città e campagna inizia a

mutare sensibilmente. Le vecchie città mutavano diventando in alcuni casi nuclei di

zone urbanizzate più ampie. Da un iniziale sviluppo a raggiera si passa a sistemi urbani

con periferie irregolari e limiti di difficile definizione. Nel 1700 vivevano nelle città

europee 13 milioni di persone che divennero 19 milioni nel 1800 per effetto sia della

crescita demografica che di movimenti migratori (come risultante dello spostamento

città-campagna, ma anche viceversa [Zimmermann, 2004, 17]). Nel 1900 la popolazione

urbana europea era composta da 108,3 milioni di persone e nel 1980 da 301 milioni. Nel

XX secolo le grandi città passarono da 21 a 147 con un passaggio delle città con più di

un milione di abitanti da nove a 110 tra il 1900 e il 1980 [Zimmermann, 2004, 11].

Tabella 1 - Popolazione urbana nei secoli XIX e XX (percentuale della popolazione residente in centri con più di 5000 abitanti) [Bairoch, 1985]

Europa Inghilterra Francia Germania Olanda Spagna Russia Italia

1800 12 23 12 9 37 18 6 18

1850 19 45 19 15 39 18 7 23

1910 41 75 38 49 53 38 14 40

1950 51 83 48 53 75 55 34 56

1980 66 79 69 75 82 73 61 65

Il fenomeno dell’urbanizzazione segue quasi sempre la regola fissata nella

cosiddetta “equazione di Clark”:

dx = doe-bx

dove dx è la densità dell’insediamento (o uso del suolo) a una distanza x dal centro, do è

la densità al centro, e è la base del logaritmo naturale e b un gradiente di densità

determinato empiricamente [Bagnasco, 1999, 125].

4 Sombart ha teorizzato la cosiddetta gesetz des doppelten stellewerts, cioè la legge del doppio valore del posto di lavoro, per cui un aumento del numero di posti di lavoro nell’industria genera un aumento corrispondente dei posti di lavoro nel terziario e l’agglomerazione urbana vede crescere la popolazione in maniera almeno doppia rispetto ai lavoratori nell’industria. Tale legge è riscontrabile empiricamente, almeno per la prima industrializzazione e per l’industrializzazione compiuta.

Page 10: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

10

Oggi il 50% della popolazione mondiale vive nelle città e dieci megalopoli

(Tokyo, San Paolo, New York, Città del Messico, Shangai, Bombay, Los Angeles,

Buenos Aires, Seoul, Pechino, Rio de Janeiro, Calcutta e Osaka) hanno più di dieci

milioni di abitanti [Amin - Thrift, 2005, 17]. Nel 2030 nelle città vivrà il 60% della

popolazione mondiale (4,9 miliardi di persone) [United Nations Centre for Human

Settlements, 2001]

Alla crescita delle città corrispose nella fase iniziale (ma con sue conseguenze)

anche una differenziazione funzionale dei suoi spazi: il centro (city) ha densità alta,

negozi, banche, uffici e strutture amministrative, alcuni quartieri erano operai, le

periferie erano spesso preindustriali o agglomerate e così via. La distribuzione dei

gruppi sociali nelle città è spesso legata a queste differenziazioni [Zimmerman, 2004,

24].

«Dal XIX secolo le metropoli svolsero un ruolo predominante, determinando gli standard della rapidità e della direzione dello sviluppo, così come delle forme sociali. Poiché le metropoli erano diventate snodi economici di rilevanza sovraregionale e sovralocale in cui si accumulavano le risorse e venivano sperimentate le nuove tecnologie esse diventarono il luogo in cui gli sviluppi economici si manifestavano prima e in modo più palese» [Zimmermann, 2004, 30],

a prescindere dalle dimensioni (non necessariamente le metropoli in questa accezione

erano grandi città)

«le metropoli divennero centri in cui si rendeva disponibile una molteplicità di informazioni e di notizie rilevanti per il loro bacino di influenza» [Zimmermann, 2004, 30],

Braudel [1992, 479] e Brown [1974, 2], tra gli altri, hanno visto come la città

abbia rappresentato un catalizzatore degli scambi, definendola

«tecnologia sociale per far sì che lo scambio si concluda più agevolmente» [Brown, 1974, 2].

Florida, ancora sulle implicazioni socio-economiche della città, ha scritto:

«Le idee circolano più liberamente, sono più mirate e possono essere messe in pratica più rapidamente quando un grande numero di innovatori, implementatori e finanziatori si trovano in contatto costante, dentro e fuori dall’ufficio. Le persone creative non si raggruppano soltanto perché amano la compagnia o preferiscono i centri cosmopoliti o ricchi di ogni sorta di amenità, per quanto questi due fattori abbiano un loro peso. Loro e le loro aziende si raggruppano anche a causa di potenti vantaggi produttivi, economie di scala e knowledge spillovers che una tale densità comporta» [Florida, 2005, 50]5.

5 Florida parla di un mondo fatto “a picchi” in contrapposizione al mondo “piatto” di cui parlava l’economista Friedman. I picchi sono le città.

Page 11: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

11

Per Braudel l’urbanizzazione costituisce il processo fondamentale della

modernizzazione e l’avanguardia del mutamento sociale.

Tra il XIX e il XX secolo le metropoli americane crebbero vertiginosamente e i

sociologi di Chicago vollero studiare il fenomeno. Martindale parlò della città come

«unità organizzata esternamente nello spazio prodotto dalle sue stesse leggi» [Martindale in Marx, 1958, 22]

e, in genere, la visione della città tende a coglierne l’ecologia e i modelli di crescita (ad

esempio relativamente alla concentrazione che nell’urbanizzazione aumenta).

Agli anni ‘60 e ’70 si fa risalire un’inversione di una tendenza secolare

all’urbanizzazione [Oosterbaan, 1980 e Martinotti, 1993, 196] e si parla di «contro

urbanizzazione» [Berry (a cura di), 1976, 177] e di «età post-urbana» [Webber, 1968,

1091-1110]. Eppure un’altra interpretazione è possibile: l’urbanizzazione, nella sua

accezione ampia che ricomprende varie caratteristiche dell’urbanità, non sarebbe un

fenomeno in via di attenuazione ma starebbe anche mutando gradualmente spostandosi

dalle città fisiche, che non sono più il solo luogo dell’urbano [Sgroi, 1997, 13]8, ad altre

forme (lo stesso Berry [1976, 17] aveva parlato di «civiltà urbana senza città») non

necessariamente in presenza, «capaci di trasporto rapido, moltiplicazione meccanica,

trasmissione elettronica, distribuzione mondiale» [Mumford, 1989, 564].

Ciò rientra perfettamente nel contesto della modernità e dei suoi processi. I rapporti

sociali sono sempre più tirati fuori dai contesti locali, disembedded [Giddens, 1994], e

vengono ristrutturati su archi di spazio-tempo indefiniti [Bagnasco, 1999, 153].

È in corso una transizione, dallo spazio dei luoghi allo spazio dei flussi, causata

anche dalla telematica che «produce una nuova forma di spazio-tempo» [Crang, 2000,

303]:

«mentre da un lato le città conservano la loro visibilità e realtà territoriale, le loro arterie di vita e di comunicazione, le loro interne specificità di relazione, di scambio, di cultura, di appartenenza e di partecipazione, dall’altro esse sono costantemente penetrate dai flussi informatici che ne “trasformano” le componenti interne ed esterne e che imprimono dinamiche nuove, anche se impercettibili, alla esperienza intersoggettiva. Si andrà così configurando un rispecchiamento tra città territoriale, per così dire “somatica” ed esistenziale, quella dei rapporti vitali, e

6 In realtà, più che parlare di una vera e propria deurbanizzazione o disurbanizzazione, si sono manifestati dei segnali di mutamento del fenomeno, ad esempio la crescita (mai avvenuta da un secolo a quella parte) della popolazione non metropolitana degli Stati Uniti e in alcune aree europee rispetto a quella metropolitana. Cfr. Martinotti, 1993, 25. 7 Berry attribuisce al fenomeno una natura strutturale e non contingente. Sull’argomento cfr. anche van der Berg, 1982. 8 Un concetto simile si ritrova anche in Mela, che scrive: «Dal punto di vista sociale e culturale, molti dei caratteri e modi di vita storicamente legati alla città sempre più si diffondono in contesti insediativi di tipo non urbano». Ci viene da dire (anche) online. [Mela in Dickens, 1992, 7].

Page 12: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

12

città informatica, che dalla prima trae elementi di elaborazione e nella stessa introduce modelli di innovazione. In ogni caso è nel nuovo contesto storico-informatico, tendenzialmente globalizzante, che oggi la città va ripensata e costruita» [Scivoletto in Petrillo, 2001, 9].

Sempre più soggetti interagiscono in “città virtuali”, collegandosi tra loro grazie

alla tecnologia a disposizione indistintamente dai quartieri business delle metropoli o da

“cottage elettronici”9 sparsi per il pianeta.

«la rete mondiale di elaboratori – l’agorà elettronica – sovverte, spiazza e ridefinisce radicalmente le nostre nozioni di luogo di incontro, comunità e vita urbana» [Mitchell, 1995, 7-8].

La blogosfera avrebbe già o potrebbe avere sempre più un ruolo importante:

«La blogosfera è ciò che Mumford chiama «il framework della città invisibile» […] Anche se possiamo ancora visualizzare la metropoli in termini di grattacieli e marciapiedi affollati, l’interazione che rappresenta il succo della città ha già iniziato, per utilizzare un termine di Mumford, a “eterealizzarsi”. Quando, più recentemente, Manuel Castells ha notoriamente proclamato «vedremo non la fine della città ma più la sua trasformazione da un “luogo dello spazio” a un “luogo dei flussi”», ciò aveva un suono familiare» [Halavais, 2003, 3]. 1.2. Dallo spazio dei luoghi allo spazio dei flussi

Il modo in cui lo spazio viene percepito, rappresentato e vissuto è cambiato ed è

destinato a cambiare ancora e drasticamente. Questo concetto si trova in tutto il presente

lavoro e ci aiuta a comprendere un aspetto importante dei processi in atto e della loro

rapidità:

«La nostra epoca è peculiarmente caratterizzata dalla possibilità offerta a un numero crescente di individui e gruppi di percorrere la medesima distanza in unità di tempo decrescenti, o di coprire distanze crescenti nella medesima unità di tempo. La rapidità degli spostamenti fisici di cose e persone è poi potentemente compendiata dalla quasi immediatezza dei trasferimenti di esperienza resi possibili dalle tecnologie comunicative elettroniche» [Martinotti, 1993, 9].

Castells sostiene che stia emergendo

«una nuova struttura sociale, che si manifesta in tutto il pianeta in forme differenti, in base alla diversità di culture e istituzioni» [Castells, 2002, 15]

portando a forme storicamente nuove di interazione sociale, controllo sociale e

mutamento sociale [Castells, 2002, 18]10. I rapporti di produzione, esperienza e potere in

9 Il termine electronic cottage è stato coniato da Alvin Toffler [1980, 210] ed è molto caro ai teorici del telelavoro. Il contesto di cui parlò Toffler era fatto di soggetti che interagivano da remoto grazie alla tecnologia. Internet e le connessioni wireless lo rendono oggi tecnicamente possibile e agevole, a quasi trent’anni da quella visione, con possibili ricadute sulle dinamiche dell’urbanizzazione.

Page 13: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

13

fase di definizione permettono di parlare di una società post-industriale denominata

“società informazionale”. L’informazionalismo è basato sulla tecnologia della

conoscenza e dell’informazione11. In senso lato tutte le società potevano dirsi

“dell’informazione”, intendendo il senso lato della comunicazione del sapere; a

differenza che in passato adesso

«lo sviluppo, l’elaborazione e la trasmissione delle informazioni diventano fonti basilari di produttività e potere grazie a nuove condizioni tecnologiche emerse in questo periodo storico» [Castells, 2002, 21].

E ancora:

«L’attuale cambiamento di paradigma può essere visto come il passaggio da una tecnologia basata principalmente su input di energia a buon mercato a una tecnologia prevalentemente basata su input di informazione a buon mercato derivanti dai progressi nella microelettronica e nella tecnologia delle telecomunicazioni» [Freeman in Dosi et al. in Castells, 2002, 75].

Queste sono le caratteristiche del nuovo paradigma [Castells, 2002, 75-77]:

1. l’informazione è la materia prima e le tecnologie servono per agire

sull’informazione;

2. gli effetti delle nuove tecnologie hanno una diffusione pervasiva;

3. la logica dei sistemi e degli insiemi di relazioni che fanno uso delle nuove

tecnologie dell’informazione è a rete;

4. la flessibilità è alta;

5. tecnologie specifiche convergono in un sistema altamente integrato.

Probabilmente esiste una nuova classe media internazionale formata da soggetti

che

«[…] si spostano con grande rapidità e agio da una città all’altra senza uscire dal proprio ambiente sociale […], vivono tra le città più che nelle città» [Martinotti, 1993, 170].

La società informazionale è parte di uno scenario in cui l’economia è globalizzata,

così come in buona parte la cultura e ciò ha avuto effetti sulla realtà sociale, economica

e politica di intere aree transnazionali, degli stati e delle città [Sassen, 1997, 7]. Non

risulta certo un compito facile trovare i punti di intersezione tra dinamiche globali e

10 Sugli effetti sociali dell’era informatica cfr. Kranzberg in Guile (a cura di), 1985; Nora - Minc, 1978; Dizard, 1982; Perez, 1983; Forester, 1985; Salomon, 1992; Negroponte, 1995. 11 Per conoscenza intendiamo «un insieme di esposizioni di fatti o idee, presentando un giudizio ragionato o un risultato sperimentale, trasmesso agli altri attraverso un determinato mezzo di comunicazione in una certa forma sistematica» [Bell, 1976, 175). Per informazione intendiamo «la comunicazione della conoscenza» [Machlup, 1962, 15], «dati che sono stati organizzati e comunicati» [Porat, n.d., 2].

Page 14: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

14

locali nel mondo di oggi e comprendere il modo in cui i processi globali si localizzano

nei territori nazionali [Sassen, 1997, 7-8].

La città globale12 è per Castells

«[…] un processo. Un processo mediante il quale centri di produzione e consumo di servizi avanzati, e le società locali subordinate, sono collegati in una rete globale sulla base di flussi di informazione, i quali, al tempo stesso, riducono l’importanza dei legami delle città globali con i loro hinterland» [Castells, 2002, 445]. La geografia dell'urbano «è una geografia di flussi» [DeFazio, 2003].

La riflessione di Castells sui flussi che si incrociano nelle città informazionali

[Castells, 1989] in uno scenario globale di società dell’informazione prosegue:

«Lo spazio dei flussi è l’organizzazione materiale delle pratiche sociali di condivisione del tempo che operano mediante flussi. Per flussi intendo sequenze di scambio e interazione finalizzate, ripetitive e programmabili tra posizioni fisicamente disgiunte occupate dagli attori sociali nelle strutture economiche, politiche e simboliche della società. […] Il primo strato, il primo supporto materiale dello spazio dei flussi, è in realtà costituito da un circuito di scambi elettronici (dispositivi microelettronici, telecomunicazioni, information processing, sistemi di trasmissioni radiotelevisive e trasporti ad alta velocità – anch’essi basati sulle tecnologie dell’informazione) che, insieme, formano la base materiale per i processi che abbiamo osservato essere strategicamente cruciali nella rete della società. Si tratta , di fatto, di un supporto materiale a pratiche simultanee, Pertanto, è una forma spaziale, proprio come potrebbe esserlo “la città” o “la regione” nell’organizzazione della società mercantile o della società industriale. L’articolazione spaziale delle funzioni dominanti delle nostre società avviene nelle reti di interazione rese possibili dai dispositivi informatici. In tale rete, nessun luogo è a sé stante, poiché le posizioni sono definite dallo scambio dei flussi all’interno della rete. La rete di comunicazione, quindi, è la configurazione spaziale fondamentale: i luoghi non scompaiono, ma la loro logica e il loro significato vengono assorbiti nella rete. L’infrastruttura tecnologica che costruisce la rete definisce il nuovo spazio, in modo molto simile a come le ferrovie definirono le “regioni economiche” e i “mercati nazionali” nell’economia industriale; o a come le norme istituzionali della cittadinanza dai confini specifici (difesi da eserciti tecnologicamente avanzati) definirono le “città” alle origini commerciali del capitalismo e della democrazia. Questa infrastruttura tecnologica è in sé l’espressione della rete di flussi, la cui architettura e contenuto sono determinati dai poteri che contano nel nostro mondo. Il secondo strato dello spazio dei flussi è costituito dai suo nodi e snodi. Lo spazio dei flussi non è privo di una dimensione spaziale, sebbene la sua logica lo sia. Esso si basa su una rete elettronica, ma tale rete collega luoghi specifici con caratteristiche sociali, culturali, fisiche e funzionali ben definite. Alcuni luoghi rappresentano stazioni di scambio, hubs, snodi di comunicazione che hanno un ruolo di coordinamento per una facile interazione di tutti gli elementi integrati nella rete. Altri sono i nodi della rete, ossia le sedi di funzioni strategicamente importanti che creano una serie di attività e organizzazioni territorialmente basate intorno a

12 Sassen indica la città globale come concettualizzazione in cui possono essere studiati i processi globali, dalla formazione dei mercati finanziari globali alla crescita degli investimenti diretti esteri, attraverso le particolari forme con cui essi si fissano nei luoghi [Sassen, 1997, 8].

Page 15: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

15

una funzione chiave all’interno della rete. La collocazione del nodo determina il collegamento della località all’intera rete. Il terzo importante strato dello spazio dei flussi riguarda l’organizzazione spaziale delle élite (piuttosto che delle classi) manageriali dominanti che esercitano le funzioni direzionali intorno alle quali tale spazio si articola. La teoria dello spazio dei flussi parte dall’assunto implicito che le società sono organizzate in maniera asimmetrica in base agli interessi dominanti specifici a ciascuna struttura sociale. Lo spazio dei flussi non è l’unica logica spaziale delle nostre società. È però la logica spaziale dominante all’interno della nostra società. Tale dominio, tuttavia, non è puramente strutturale. È decretato, e concepito, deciso e implementato dagli attori sociali. […] le élite sono cosmopolite, il popolo è locale. Lo spazio del potere e della ricchezza si proietta in tutto il mondo, mentre la vita e l’esperienza della gente comune è radicata nei luoghi, nella propria cultura, nella propria storia» [Castells, 2002, 474-476]. «Lo spazio dei flussi [è] costituito da microreti personali che proiettano i propri interessi sulle macroreti funzionali dell’insieme globale di interazioni presenti nello spazio dei flussi» [Castells, 2002, 477]. In sociologia lo spazio in relazione alla città è stato individuato come dimensione:

«prima dimensione del reale, res extensa che ci permette di misurare la realtà esterna nelle sue diverse dimensioni (larghezza, altezza, volume) e di darle una forma appropriata alle nostre possibilità di conoscenza e di elaborazione intellettuale (finito/infinito). Ma è anche una qualità degli oggetti e delle loro relazioni (fuori/dentro, vicino/lontano, largo/stretto, ecc.). Il concetto di spazio oscilla tra una rappresentazione fisicistica ed una rappresentazione prevalentemente simbolica» [Sgroi, 1997, 19]. La contrapposizione tra “spazio dei flussi” e “spazio dei luoghi” offre una

prospettiva di analisi stimolante:

«Lo spazio dei flussi non pervade l’intero campo dell’esperienza umana della società in rete. Infatti, la maggioranza schiacciante delle persone, nelle società avanzate come in quelle tradizionali, vive in luoghi, e pertanto percepisce il proprio spazio come uno spazio basato sui luoghi. Un luogo è una località la cui forma, funzione e significato sono autosufficienti all’interno dei limiti della contiguità fisica» [Castells, 2002, 485]. «[…] poiché funzione e potere nelle nostre società sono organizzati nello spazio dei flussi, il dominio strutturale della sua logica altera in modo fondamentale il significato e la dinamica dei luoghi. L’esperienza, essendo legata ai luoghi, si astrae dal potere e il significato si separa sempre più dalla conoscenza. Ne deriva una schizofrenia strutturale tra due logiche spaziali che minaccia di interrompere i canali di comunicazione nella società. La tendenza dominante è orientata verso l’orizzonte astorico dello spazio in rete dei flussi, che aspira a imporre la propria logica a luoghi segmentati, dispersi, sempre più spesso non correlati gli uni agli altri, sempre meno capaci di condividere codici culturali. A meno che non vengano deliberatamente costruiti ponti culturali, politici e fisici tra queste due forme dello spazio, potremmo andare incontro a una vita scissa in universi paralleli i cui tempi non possono coincidere perché distorti in dimensioni diverse dell’iperspazio sociale» [Castells, 2002, 490].

Page 16: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

16

Sia le teorizzazioni classiche che approcci contemporanei13 come quello di

Castells presentano, quindi, analogie. La transizione dallo spazio dei luoghi allo spazio

dei flussi probabilmente non si compirà mai interamente, così come il passaggio da

atomi a bit; rimarrà un tendere di cui dovremo tenere conto per poter analizzare le

aggregazioni di tipo comunitario in contesti urbani in qualunque luogo, materiale o

meno, essi si presentino.

Uno dei concetti che accomuna i due sistemi città e blogosfera riguarda la

“vicinanza”: le interazioni tra vicini sono basilari nelle città per gli scambi commerciali,

la politica e la diffusione della cultura e ciò varrebbe anche per la blogosfera.

«Mentre le vicinanze possono avere una componente fisica, esistono con maggiore importanza come «località con sentimenti, tradizioni e storia proprie». Invece Morse vide il telegrafo come uno strumento che avrebbe potuto unire gente sparsa in una singola vicinanza (Czitrom). Le vicinanze sono allo stesso tempo una parte della più ampia città e in modo importante una componente separata di una struttura più ampia. Per Park era importante riconoscere che la città non era costituita da una popolazione omogenea e che differenze significative nella cultura sono evolute in diverse vicinanze. Egli era interessato al modo in cui l’economia, la razza, il credo e l’apprezzamento abbiano portato all’emergere di tali vicinanze». Le vicinanze — cluster di interazione individuale — emergono spontaneamente nelle reti sociali14 online e fuori (van Alstyne & Brynjolfsson) [Halavais, 2003, 5].

I soggetti che interagiscono nella blogosfera, così come i vicini nelle città, si

percepiranno dunque come vicini e interagiranno all’interno delle reti che si sono

formate.

I flussi informativi che passano per la Rete stanno accentuando la crisi e lo

scardinamento della concezione tradizionale del territorio (e della città) legata a criteri

di tipo giuridico e amministrativo come i confini regionali e metropolitani, i distretti e

così via. I soggetti si aggregano, anche in vista di iniziative online, su altre basi: affinità

e interessi per un principio di omofilia per cui

«un contatto tra persone simili avviene con probabilità più elevata che tra persone dissimili» [McPherson - Smith-Lovin - Cook, 2001, 416]

e le reti sociali

13 Anche Nicholas Negroponte si basa su un presupposto teorico non lontano da quelli di Castells in Essere digitali, in cui una delle tesi principali riguarderebbe il progressivo passaggio degli aspetti fondanti della nostra società dagli atomi ai bit. [Negroponte, 1995, 1-11]. 14 Il concetto di rete sociale, o social network, è stato utilizzato tra i primi da John Barnes (membro della cosiddetta Scuola di Manchester) che già a metà del secolo scorso scriveva: «Ogni persona è, per così dire, in contatto con un numero di altre persone, alcune delle quali sono direttamente in contatto l’una con l’altra mentre altre non lo sono. Similmente ogni persona ha un numero di amici che, a loro volta, hanno altri amici; alcuni degli amici di una persona si conoscono l’un l’altro, mentre altri non si conoscono. Trovo utile parlare di un campo sociale di questo tipo come di un network. L’immagine che ne ho è quella di un insieme di punti alcuni dei quali sono collegati da linee. I punti rappresentano gli individui, o talvolta i gruppi, e le linee indicano quali persone interagiscono fra loro» [Barnes, 1954, 43].

Page 17: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

17

«mostreranno una tendenza alla localizzazione dei contatti in virtù della condivisione di caratteri simili tra i membri della rete» [Salvini, 2005, 102]. Come si collocano i blog nello spazio dei flussi? Quali sono le connessioni tra le

città e la blogosfera?

«È possibile che si dia troppa rilevanza alla connessione tra la città e la blogosfera. Come Boulding nota nel suo tentativo di approccio interdisciplinare ai sistemi, «la comunicazione e i processi dell’informazione si ritrovano in un’ampia varietà di situazioni empiriche e sono sia certamente essenziali nello sviluppo dell'organizzazione, sia nel mondo biologico che sociale. È come se tutti i sistemi complessi condividano lo scambio accelerato come elemento fondamentale. Ciò nonostante, Internet, la Rete e ora la blogosfera rappresentano sistemi guidati dagli stessi bisogni sociali di base che aveva la città. Non solo le interazioni sono isomorfiche, ma gli attori rimangono agenti individuali. È possibile vedere interamente tutte le organizzazioni umane come esistenti su una scala da altamente interconnesse a network più sparsi, ma la blogosfera trova dei parallelismi in termini di attori, relazioni e scala. L’unica differenza significativa sta nella natura fisica della città tradizionale» [Halavais, 2003, 3].

Se si considera l’urbanizzazione come un processo sociale che sfocia per alcuni

versi online possiamo assumere una prospettiva in cui la soluzione di continuità non c’è.

I blog sarebbero un prodotto dell’urbanizzazione, «unità organizzate esternamente nello

spazio [la blogosfera] prodotto dalle sue stesse leggi» [Martindale in Marx, 1958, 22].

L’analogia tra città e blogosfera si esplicita scindendo il concetto di città nelle sue

dimensioni fondamentali: spazio, ambiente, territorio e luogo [Sgroi, 1997, 198-21]. Se

lo spazio per le città studiate da Park era spazio dei luoghi, adesso si configura come

spazio dei flussi; se l’ambiente è il contesto di risorse e vincoli entro cui si manifesta il

fenomeno della vita e si definisce in base alle popolazioni che vi si localizzano, in

qualche modo è affine alla Rete; se il territorio è ambiente fisico divenuto oggetto di

appropriazione, di demarcazione, di manipolazione, di sfruttamento, di valorizzazione

questo è come la blogosfera; se il luogo è un’area circoscritta, riconoscibile, entro la

quale le azioni acquistano senso in qualche modo può essere paragonato al cluster in cui

si trova il singolo blog.

Molti pensatori convergono su posizioni in qualche modo funzionali a questa

visione. Ad esempio Anderson, di cui mi occuperò più avanti in questo lavoro, parlando

di fenomeni culturali ed economici e del fatto che nella città ci sia una forte

concentrazione di domanda, ha scritto che

«in un certo senso, potete immaginare le città come la coda lunga dello spazio urbano, proprio come internet è la coda lunga dello spazio teorico e dello spazio culturale» [Anderson, 2007, 148].

Sostituendo blogosfera a Internet ci sembra che il risultato non cambi.

Page 18: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

18

2. Città, post-città, città globali, reti urbane e cyberspace

La definizione per eccellenza di ciò che è una città per la sociologia è stata data da

Wirth nel secolo scorso:

«Ai fini sociologici una città può definirsi come un insediamento relativamente vasto, denso e duraturo di persone socialmente eterogenee» [Wirth, 1938, 1]. Anche nella formulazione di Guidicini l’eterogeneità viene ritenuta un concetto

chiave; la città sarebbe:

«una stabile agglomerazione di popolazione eterogenea e mobile, di una certa elevata quantità, densità e compattezza, avente un’area di dominanza economica e culturale» [Guidicini, 1966]. Gli studi relativi alla sociologia urbana e alla città hanno attraversato diverse fasi.

In un primo momento prevaleva l’approccio storico/sociologico sulla formazione degli

elementi costitutivi della società urbana (Fustel De Coulanges, Glotz, Pirenne, Simmel e

Weber) [Martinotti, 1968, 12-13]. Seguì un periodo di interesse in Europa per i

problemi sociali della città e per l’analisi statistica dei fenomeni urbani, seguito poi

dalla Scuola di Chicago (Park, Burgess, McKenzie ecc.) in una prospettiva nota come

ecologia urbana [Park et al., 1925]. Soprattutto Hawley ebbe modo di criticare

l’approccio dei sociologi di Chicago e nell’approccio contemporaneo la sociologia

urbana è una disciplina composita, in rapporto con altre discipline.

Alcuni concetti della scuola sociologica europea e americana vanno fissati e

tornano utili per la descrizione dei fenomeni che si svolgono all’interno della cosiddetta

blogosfera.

Max Weber (pur avendo parlato della città nel suo contesto, rendendo quindi

difficoltoso il recupero di categorie specifiche per lo studio della città attuale [Petrillo,

2001, 15]) ha individuato nelle città un elemento comune: essere

«in ogni caso un insediamento circoscritto» [Weber, 1961, 541].

Una certa finitezza geografico-topografica e la concentrazione dell’abitato

sarebbero quindi l’elemento distintivo. Un criterio quantitativo legato a una visione

burocratico-amministrativa della città non sembrava interessante da un punto di vista

scientifico. La città viene definita, facendo riferimento al concetto di vicinato (e di

vicinanza) come

«una grossa località […] un insediamento così compatto ed esteso che vi manca quella conoscenza reciproca degli abitanti caratteristica del vicinato […] quelle località che nel passato avevano il carattere giuridico di città non avevano nella

Page 19: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

19

maggior parte dei casi questa caratteristica […] la sola estensione non può decidere in ogni caso» [Weber, 1961, 54115].

Weber distinse quattro dimensioni nel concetto di città: quantitativa, economica,

politico-amministrativa e sociologica e indicò tra le caratteristiche ideal-tipiche della

città lo scambio di beni, elemento essenziale dell’acquisizione e della copertura del

fabbisogno degli abitanti Nella città prevalgono attività non agricole, industrie con

specializzazione della produzione, scambio dei beni regolare e un mercato, aperto verso

l’esterno [Weber, 1961, 542]. Nella blogosfera i fabbisogni riguardano un bene che

viene scambiato con logiche di mercato: si tratta dell’informazione. Un ulteriore punto

di contatto tra blogosfera e città sembra riscontrarsi anche mutuando da De Rosnay la

definizione di città come macchina informativa:

«La città è una macchina per comunicare, un immenso reticolato, nel cui intrico la maggior parte delle attività che si svolgono ha per scopo l’acquisizione, la manipolazione, lo scambio delle informazioni» [De Rosnay, 1978, 32].

L’informazione è un cosiddetto “bene di solidarietà”, cioè un bene il cui valore

aumenta all’aumentare dei fruitori (al contrario dei beni esclusivi il valore diminuisce al

crescere dei fruitori). Nel testo di Weber, però, non sembra possibile dedurre dalla

presenza di certe caratteristiche effetti sociali ricorrenti e strutturati [Tosi in Rossi (a

cura di), 1987, 29].

Simmel, sociologo attento alle «interazioni» e referente teorico preferenziale per

la social network analysis16 [Givigliano in Salvini (a cura di), 96-98] (e quindi a

maggior ragione involontario antesignano di questo studio), ha parlato di una base

psicologica del tipo di personalità caratteristico della società metropolitana consistente

nell’intensificazione delle stimolazioni nervose che derivano dai rapidi e ininterrotti

mutamenti degli stimoli interni ed esterni17. Nella società informazionale gli stimoli

sono enormemente cresciuti e probabilmente la base psicologica delle generazioni

urbane contemporanee genera, insieme ad aspetti problematici come l’information

overload18, comportamenti differenti rispetto a quelli del passato, da cui deriveranno

15 La traduzione utilizzata è tratta da Petrillo, 2001, 196-197. 16 In particolare Simmel dice che la società è determinata dalla somma di relazioni e interazioni che vi intervengono [Simmel, 1890, 19 e 163-164]. 17 Simmel fa derivare da tali stimoli un tratto dell’individuo metropolitano che denomina “atteggiamento blasé”, un misto di indifferenza, scetticismo e indolenza. Riesman [Riesman - Denney - Glazer, 1967] definiva l’uomo nella folla della città «giroscopio eterodiretto» dagli stimoli che riceve. 18 Il termine si ritrova per la prima volta nel libro Future Shock di Alvin Toffler [1970]. I blog, con l’effetto di filtraggio delle informazioni miliari per il settore a cui si riferiscono, possono costituire un aiuto efficace per evitare che queste vadano perse nell’abbondanza dell’offerta oggi disponibile.

Page 20: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

20

inferenze sui processi in corso nelle città. De Kerchkove denomina la nuova

predisposizione psicologica collaborativa “intelligenza connettiva”.

Le relazioni sociali in un contesto urbano sono state separate da Mitchell [in

Piselli (a cura di), 1995, 9-10] in tre ordini per l’analisi del comportamento delle

persone:

§ l’ordine strutturale, per cui il comportamento «è interpretato in termini di

azioni appropriate alla posizione che esse occupano in un insieme (set)

ordinato di posizioni, come in una fabbrica, una miniera, un’associazione

volontaria, un sindacato, un partito politico o organizzazioni simili»;

§ l’ordine categoriale, «attraverso cui il comportamento delle persone in

situazioni non strutturate può essere interpretato in termini di stereotipi

sociali, come la classe, la razza, l’appartenenza etnica […]» ecc.;

§ l’ordine personale, «attraverso cui il comportamento delle persone, sia

nelle situazioni strutturate che non strutturate, può essere interpretato in

termini dei legami personali che gli individui hanno con un insieme di

persone e i legami che queste persone hanno fra di loro e con altre persone

[…]»

Questi tre ordini non sono tipi diversi ma modi diversi di astrarre uno stesso

comportamento effettivo per tipi differenti di comprensione e spiegazione [Mitchell in

Piselli (a cura di), 1995, 10].

Nella visione di Park e Burgess [1925] nella città, organismo dislocato in uno

spazio, si svolgerebbero quattro processi sociali fondamentali: competizione, conflitto,

adattamento e assimilazione. Tali processi, in un susseguirsi di equilibri e di squilibri,

vanno considerati in relazione a economia, politica, organizzazione sociale e personalità

e cultura presenti in città. L’ordine simbiotico (o ecologico) interagisce con l’ordine

sociale (o culturale) e origina la complessità delle società umane. Si tratta di un

approccio non lontano dalla biologia e denominato human ecology. Già in questo

approccio l’area naturale della città è considerata differente e a volte in contrasto con

l’area amministrativa. Nella transizione da una città come spazio dei luoghi a una città

come spazio dei flussi le divisioni amministrative diventano sempre più labili e meno

influenti sulle dinamiche che si innescano tra gli attori sociali.

Le teorizzazioni della città dei classici della sociologia possono ritenersi ormai

superate nello scenario attuale; i limiti della città, già problematici nella loro

individuazione fin dalle prime teorizzazioni, sono sempre più eterei:

Page 21: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

21

«la città […] non può più essere pensata come un oggetto spaziale definito e

autoevidente, che si identifichi per opposizione ad altri oggetti, che rappresentino il suo

contrario. Piuttosto, dovremmo dire che essa è, sotto molti aspetti, onnipresente, ma per ciò

stesso è anche un’entità in continua e imprevedibile evoluzione, che sembra ormai sfuggire a

ogni tentativo di fissazione di confini e di caratteri permanenti» [Mela in Amin - Thrift, 2005,

8];

«la città è dovunque e in ogni cosa» [Amin - Thrift, 2005, 17],

nel suo essere

«entità virtuale […] insieme di potenzialità» [Amin - Thrift, 2005, 20].

Pile [in Massey - Pile - Allen, 1999, 160] ha parlato di alcuni aspetti “spaziali”

della città: la densità (intesa come concentrazione di persone, cose, istituzioni e forme

architettoniche), l’eterogeneità delle forme di vita che si manifestano a stretto contatto e

la presenza di reti di comunicazioni e di flusso che le attraversano; è bene evidenziare

che oggi più che mai questi aspetti sono parziali in relazione all’oggetto di analisi città.

Le pratiche “urbane” si espandono con complesse geografie spazio-temporali,

oltre la città. L’online diventa il topos in cui, in un contesto ricco di stimolazioni,

nascono nuove aggregazioni che a volte prescindono dalle mere suddivisioni

amministrative, espandendosi in spazi che coprono tutto il globo o, addirittura, sono del

tutto virtuali19; diventa il “centro”, in una accezione in cui non lo era mai stato prima

(cioè transterritoriale, terreno di centralità smaterializzato [Sassen, 1997, 25]).

In una società ipercomplessa come la nostra la città è

l’ambito nel quale si vengono a costituire reti di soggetti interagenti, che non solo sono dotate di una specifica configurazione spaziale, ma operano nel senso di attribuire allo spazio significati aventi una portata intersoggettiva. E poiché tali reti si costruiscono attorno a specifici tipi di azione e a peculiari forme di razionalità, essi tracciano una pluralità di mappe dello spazio urbano, ciascuna delle quali ha rilevo in un particolare ambito d’azione e contribuisce, interagendo con tutte le altre, a modellare e a rimodellare continuamente il significato degli spazi urbani» [Mela in Dickens, 1992, 261]. Nelle città, «luogo di connessioni vicine e lontane» [Amin - Thrift, 2005, 26],

proliferano i network già studiati da Granovetter e Feld,

«reti di soggetti interconnessi per lo più in modo informale, che si sviluppano attorno ad un comune centro di interesse ma in assenza di un centro organizzatore. L’idea della rete appare interessante anche come strumento concettuale per descrivere una società metropolitana ricca di possibilità interattive, capace di dar vita a circuiti con ampia circolazione di informazione […], senza con ciò richiedere

19 Second Life (http://www.secondlife.com/), mondo virtuale creato da Linden Lab nel 2003, ha un proprio territorio virtuale, batte moneta (virtuale, il Linden dollaro), ha un giro d’affari annuo di circa cinque milioni di dollari (reali) e ha un PIL (reale) pari a quello di un piccolo stato [AA.VV., 2007, IV].

Page 22: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

22

una forma di interazione sociale stabile e fortemente coinvolgente per i soggetti» [Mela in Dickens, 1992, 261-262].

I network, urbani e tecnologici, avvolgono l’intero pianeta e veicolano le relazioni

sociali:

«oggi l’intero complesso delle relazioni sociali è comprensibile solo se lo si inquadra in

una geografia definita da reti translocali e transnazionali, che attraversano qualsiasi formazione

spaziale e sono supportate da tecnologie sempre più sofisticate» [Mela in Amin - Thrift, 2005,

10].

La retorica della Rete come scenario in cui i legami si sciolgono non sempre trova

spazio, anche perché l’esperienza va in senso contrario: le relazioni online possono

essere e spesso sono tante e tanto intense quanto quelle in presenza. In realtà anche le

città erano state viste come scenario di dissoluzione dei legami, soprattutto se messe in

contrapposizione con i piccoli centri, ritenuti contesti ideali per la mitica comunità che

oggi viene rimpianta da alcuni. Fischer [in Piselli (a cura di), 1995, 95] ha studiato la

molteplicità delle reti (possibilità di interazione con lo stesso individuo in contesti

diversi) in relazione all’urbanizzazione e ha notato che, a parità di condizioni, i residenti

delle grandi città avevano reti sostanzialmente con lo stesso grado di molteplicità di

quelle dei residenti di piccole città20. Risultati simili riguardavano la molteplicità media.

La conclusione dello studio sulla molteplicità era quindi che

«la molteplicità varia poco in rapporto al tasso di urbanizzazione […] i residenti

urbani dispongono di un numero maggiore di reti con relazioni multiple […] vivere

in contesti urbani non produce di per sé né un aumento né una diminuzione della

molteplicità» [Fischer in Piselli (a cura di), 1995, 97];

quindi

«quando la gente conquista nuove possibilità di contatto con un numero maggiore

di persone, non tende semplicemente ad allargare la vita sociale in maniera

superficiale, ma può effettivamente avere una vita sociale più ricca» [Fischer in

Piselli (a cura di), 1995, 97].

Non sembra una forzatura inserire Internet e i blog tra tali possibilità.

20 Le donne delle piccole città costituiscono l’unica eccezione significativa e presentavano legami multipli maggiori.

Page 23: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

23

Passando alla densità (interconnessioni tra membri di una rete), invece, più le

comunità degli intervistati erano urbane, meno le loro reti tendevano ad essere dense

(pur se con scarti non troppo marcati [Fischer in Piselli (a cura di), 1995, 102]).

Ricapitolando, lo studio di Fischer sembra contraddire in parte l’idea per cui

all’aumento delle opportunità degli individui di conoscere e incontrare nuove persone

corrisponda una dispersione dell’attenzione nei confronti di un maggior numero di

membri, con le conseguenze impreviste (e negative) su molteplicità e densità nella rete:

soggetti giovani, con reddito alto, istruiti e urbanizzati non avrebbero un minor numero

di relazioni multiple. Nello studio le relazioni in cui era più evidente la molteplicità

erano anche le più intense [Fischer in Piselli (a cura di), 1995, 115-116].

La teoria urbana, ha avuto a che fare con quattro aspetti, le «quattro C»

dell’esperienza urbana [Parker, 2004]:

§ cultura (sistemi di credenze, ambiente fisico costruito, contenuti e mezzi di

comunicazione, produzione culturale tradizionale e cultura popolare);

§ consumo (natura dello scambio di beni e scambio di beni e di servizi e

mezzi di produzione degli stessi);

§ conflitto (violenza fisica ma anche lotte per le risorse tra classi sociali e

gruppi diversi per interesse e status sociale;

§ comunità (aspetti della vita sociale della città, dimensioni della

popolazione, distribuzione sul territorio, composizione sociale, sue

caratteristiche e cambiamento nel tempo, valori).

Tale impostazione appare in via di superamento21. Il concetto di città viene da più

parti contestato:

«La tendenza più importante che si è manifestata in questi anni è quella che potremmo definire la dissoluzione del concetto di città… Dalla fine degli anni ’70 questo processo si radicalizza; vengono progressivamente abbandonate quelle concezioni forti dell’urbano che avevano caratterizzato la tradizione dell’analisi sociale della città, e diversi autori, in primo luogo Philip Abrams – rifiutano in modo esplicito il concetto stesso di città» [Tosi in Rossi (a cura di), 1987, 43].

Le tecnologie a disposizione che cingevano il pianeta permettendo la

comunicazione in tempi ridotti già negli anni ’60 facevano sì che Webber [1968]

parlasse di «post-città», teorizzando la caduta di distinzioni rigide tra città, sobborghi e

campagne e un mondo sempre più “urbanizzato” per via del mutato concetto di “spazio”

e “luogo”, in un contesto societario sempre più diffuso e globale.

21 Ash Amin e Nigel Thrift hanno cercato di ridefinire la teoria urbana basandola «sul transumano anziché sull’umano, sulla distanza anziché sulla prossimità, su ciò che è fuori posto anziché su ciò che è a posto, sull’intransitivo anziché sul riflessivo» [Amin - Thrift, 2005, 21-22].

Page 24: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

24

In particolare la città sarebbe ormai obsoleta come entità economica come effetto

della globalizzazione delle attività economiche. Sassen fa notare che, però,

dall’introduzione della telematica negli anni ’80, città come New York, Los Angeles,

Londra, Tokyo, Francoforte, San Paolo, Hong Kong e Sidney abbiamo raggiunto una

densità d’insediamento senza precedenti [Sassen, 1997, 10]. Forse la città principali

hanno un ruolo strategico non riconosciuto nella formazione di un sistema economico

globale?

«L’ignorare la dimensione spaziale e l’enfatizzare a dismisura le caratteristiche dell’informazione hanno contribuito a distorcere il ruolo svolto dalla grandi città nell’attuale fase della globalizzazione economica» [Sassen, 1997, 11]. E ancora:

«La letteratura sulle città si è concentrata per lo più sugli aspetti interni dei sistemi urbani, economici e politici, e ha considerato le città parte dei sistemi urbani nazionali. Solitamente gli aspetti internazionali sono stati considerati pertinenti agli stati nazionali, non alle città. […] Questa concettualizzazione non lascia alcuno spazio a un possibile ruolo delle città» [Sassen, 1997, 12]. Nella globalizzazione, per Sassen, verrebbe invece rilanciata

«[…] l’importanza delle principali città in quanto sedi di determinati tipi di attività e funzioni» [Sassen, 1997, 13]. Le città, quindi, funzionerebbero come hub strategici per più reti.

«Nell’attuale fase dell’economia mondiale è appunto la combinazione di dispersione globale delle attività economiche e di integrazione globale – in condizioni di crescente concentrazione della proprietà e del controllo – che ha contribuito a creare il ruolo strategico di certe grandi città che io definisco globali» [Sassen, 1997, 13]22. «Alcune agglomerazioni urbane non sono soltanto in grado di sostenere la competitività internazionale, sono alla base delle risorse per un «nuovo capitalismo della conoscenza23» [Amin - Thrift, 2005, 87].

Le città globali contemporanee sarebbero punti di comando per l’economia

globale, localizzazioni e piazze di mercato per i governi e le industrie di punta e sedi di

produzione di innovazione per tali industrie; sono i luoghi dove si producono input di

cui consta la capacità di controllo globale [Sassen, 1997, 97]. Oltre alle grandi città ruoli

simili verrebbero ricoperti da città minori in contesti più limitati di quello globale

[Sassen, 1997, 13 e 33].

In generale, l’organizzazione economica è delocalizzata:

22 Sulle città globali cfr. anche Sassen, 1991; Friedmann - Wolff, 1982 e Friedmann, 1986. 23 Sul “capitalismo della conoscenza” cfr. Coyle, 1997, Quah, 1997, Leadbeater, 1999 e Burton-Jones, 1999.

Page 25: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

25

«Anziché concepire le città come entità economiche definite da confini, ovvero

ridotte a punti, le consideriamo come assemblaggi di relazioni economiche, a

maggiore o minore distanza, che avranno intensità differenti in localizzazioni

differenti. L’organizzazione economica è così irrimediabilmente delocalizzata.

Perfino quando l’attività economica sembra spazialmente raggruppata, un esame

attento rivela che i gruppi dipendono da una molteplicità di luoghi24» [Amin -

Thrift, 2005, 82].

La necessità di interagire su scala locale che a volte si presenta viene anche

presentata come un limite in tale contesto: la “tirannia della prossimità” consiste nel

fatto che nella società postindustriale il commercio dipende sempre più dalla

reputazione e dalle reti personali [Duranton, 1999, 2185]. Nella blogosfera il tema della

reputation è attuale e le imprese si stanno spendendo sempre più per intervenire sulla

propria e sulle reti sociali online. Le interazioni personali possono svolgersi nella

metropoli ma anche online25. In tal senso la Rete è un’opportunità per sfuggire a effetti

indesiderati della “tirannia della prossimità”.

Una concettualizzazione che possiamo utilizzare come collegamento tra

concezioni urbane spaziali, seppure mutanti e sempre più eteree, e online è quello di

cyberspace, spazio ideale (pieno di opportunità e minacce, ad esempio quelle alla

privacy) sotteso alle nostre città e generato grazie a macchine, computer:

«In qualche punto lungo la strada il nostro concetto di cosa è un computer

cominciò a cambiare radicalmente. Queste scatole elettroniche non sono

semplicemente macchine grandi, veloci, centralizzate per il calcolo e la

classificazione dei dati […]. No, sono primariamente congegni di comunicazione,

non inerti come gli apparecchi telefonici che si limitano a codificare e decodificare

informazioni elettroniche, bensì apparecchi intelligenti che possono organizzare,

interpretare, filtrare e presentare enormi quantità di informazioni. Il loro ruolo

effettivo è di costruire il cyberspazio, un nuovo luogo per le interazioni e le

transizioni umane» [Mitchell, 1997, 62], «ambiente di comunicazione e di pensiero

dei gruppi umani» [Lévy, 2002, 127].

24 Si pensi alla Silicon Valley, citata ad esempio nelle politiche dei governi di India e Irlanda relativamente ai flussi dei professionisti del software in relazione alle università. 25 I lavoratori in Rete e gli imprenditori della conoscenza presentano ampi collegamenti attraverso le reti e elevata mobilità, spesso verso le metropoli/nodo [Amin - Thrift, 2005, 92-93].

Page 26: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

26

Internet non viene pensato come spazio sociale soltanto dai sociologi, né lo è diventato

per effetto delle implicazioni del web 2.026. È nato sociale:

«Il Web è una creazione più sociale che tecnica. L’ho progettato per un effetto sociale, aiutare la gente a lavorare insieme, e non come un giocattolo tecnico. Lo scopo finale del Web è quello di sostenere e migliorare la nostra vita in Rete e nel mondo» [Berners-Lee, 1999, 30].

3. Capitale sociale e social network

Il concetto di capitale sociale27 risale agli anni ’70 e venne elaborato inizialmente

da sociologi che studiavano il funzionamento del mercato del lavoro e le forme di

organizzazione dell’economia. Il concetto risulta una rielaborazione e un’estensione dei

concetti di capitale economico (stock di risorse e servizi utilizzabili per la produzione di

beni e servizi destinati al mercato [Bagnasco in Bagnasco et al., 2001, 79]) e di capitale

umano [Becker, 1964].

Tra i primi a fare riferimento al capitale sociale c’è Glenn Loury [in Fallace in

Bagnasco et al., 7-8]28 relativamente ai giovani in cerca di lavoro e al loro diverso

successo. Qualche anno dopo Bordieu lo distinguerà esplicitamente dal capitale

economico e culturale definendolo

«rete di relazioni personali direttamente mobilitabili da un individuo per perseguire i suoi fini e migliorare la sua posizione sociale» [Bordieu, 1980, 2-3]29.

La visione di Bordieu è, quindi, strumentale e il capitale sociale va accresciuto e

potenziato qualitativamente al fine di procurare dei benefici per l’individuo. Il capitale

culturale e il capitale sociale sarebbero, inoltre, spesso legati al capitale economico. Si

tratta di una definizione abbastanza generica, priva di un’indicazione specifica di ciò

che va ricompresso nel capitale sociale, purché venga ottenuto attraverso relazioni

personali.

26 Il termine “web 2.0”, coniato nel 2004 da O’Reilly Media, si riferisce a un generico stato in cui si troverebbe come effetto dell’evoluzione di Internet la rete di siti che ne fanno parte. Si è parlato di web 2.0 con riferimento a siti, a tecnologie, ma soprattutto ad aspetti sociali e alla partecipazione degli utenti alla produzione dei contenuti (user generated content). 27 Il termine è stato probabilmente coniato da Jane Jacobs che lo usa in Jacobs, 1961, 138. Sull’argomento cfr. Bagnasco et al., 2001. 28 In realtà Trigilia fa risalire il concetto (implicitamente) addirittura a Weber citando un passo in cui si parla dell’idea dell’influsso delle relazioni sociali sulla formazione di imprenditorialità (l’adesione alla setta dei Battisti viene collegata all’apertura di una banca) e sullo sviluppo economico di un’area [Trigilia in Bagnasco et al., 2001, 106-110 e Weber, 1920-21]. 29 Gli altri tipi di capitale sono economico (denaro, mezzi di produzione), culturale (lingue, gusto, way of life, ecc) e simbolico (simboli di legittimazione). I quattro tipi di capitale sarebbero convertibili l’uno nell’altro.

Page 27: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

27

Granovetter, che si era già occupato dei «legami deboli» [Granovetter, 1998, 115-

146] nella ricerca di migliori posizioni lavorative, applica la prospettiva d’indagine

all’analisi delle attività produttive mostrando come la fiducia e il capitale sociale

influenzino i rapporti tra imprenditori e le diverse forme di organizzazione produttiva.

James Coleman ha parlato di capitale sociale come rete di relazioni che fanno capo ai

singoli individui partendo dalla formazione del capitale umano e costruendo una teoria

sociale che fa da contesto e influisce sull’azione degli individui allargando la visuale

rispetto alla visione basata sull’individualist bias dell’economia classica e neoclassica,

in particolare in relazione alle difficoltà della teoria della scelta razionale nella

spiegazione delle relazioni tra gli individui: il capitale sociale dal punto di vista degli

individui è appropriable social structure. In questi autori il capitale sociale è legato

prevalentemente all’ambito dello studio delle attività economiche.

«gli attori hanno interessi in eventi che sono completamente o parzialmente sotto il controllo di altri attori, e attraverso vari tipi di scambi e trasferimenti unilaterali di controllo, attivano relazioni durevoli con altri attori, per conseguire i loro interessi. Prendono così corpo relazioni di autorità, relazioni di fiducia, norme di reciprocità, in breve strutture di interazione che possono diventare risorse – cioè capitale sociale – per l’azione» [Coleman, 2005, 301].

Il reticolo di relazioni genera strutturalmente, quindi, capitale sociale che diviene

risorsa per gli attori; si tratta di una risorsa utilizzabile razionalmente in vista di un agire

strumentale: è un paradigma dell’azione.

Con Putnam il concetto viene esteso30 alla

«fiducia, le reti che regolano la convivenza, le reti di associazionismo civico, elementi che migliorano l’efficienza dell’organizzazione sociale promuovendo iniziative prese di comune accordo» [Putnam, 1993, 196].

Un approccio simile, legato alla fiducia, è quello di Francis Fukuyama che lega

l’efficienza a un sistema valoriale condiviso tra individui e basato proprio sulla fiducia

[Fukuyama, 1996]31.

Putnam distingue due tipi di capitale sociale [Putnam, 2004, 20-21]: bonding

(“che salda insieme”) e bridging (“che getta un ponte”). Il bonding capital32 crea la

30 Putnam ha analizzato i fattori che influiscono sul funzionamento e sulla performance delle istituzioni nella realtà italiana identificando il capitale sociale con la civicness. Il ruolo della cultura civica e il rendimento nelle regioni così come da lui delineati hanno sollevato dubbi e generato lunghe discussioni [Putnam, 1993]. 31 In particolare l’uso di Internet da parte delle persone e le dinamiche delle comunità virtuali sarebbero in forte relazione con questa connotazione del capitale sociale secondo Reed [1999] e Rheingold [2003, 108]. 32 Alcuni esempi sono i movimenti per i diritti civili, i gruppi giovanili di volontariato e le organizzazioni religiose ecumeniche [Putnam, 2004, 21].

Page 28: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

28

coesione e i legami interni a un gruppo33, il bridging capital34, invece, crea legami tra

gruppi differenti.

In definitiva, soprattutto in tale teorizzazione:

«il concetto di capitale sociale permette una visione più aperta dei possibili esiti dell’azione e nello stesso tempo permette di cogliere le dinamiche di cambiamento, al di là dei condizionamenti della storia e della path-dependance» [Trigilia in Bagnasco et al., 2001, 13].

La rete di contatti che si viene a instaurare è un supporto per relazioni:

«ragionare in termini di capitale sociale è considerare la società dal punto di vista del potenziale di azione degli individui che derivano dalle strutture di relazione» [Bagnasco in Bagnasco et al., 2001, 79]. Ciò può generare vantaggi non solo per i soggetti collegati tra loro e parte del

network ma anche esternalità35 positive per soggetti e ambiti diversi e distanti:

«il capitale sociale può essere allo stesso tempo un “bene privato” e un “bene pubblico”. Alcuni dei vantaggi derivanti da un investimento in capitale sociale vanno a coloro che stanno solo a guardare, mentre altri direttamente a chi fa l’investimento» [Putnam, 2004, 17].

La reciprocità dei vantaggi che si ottengono può essere specifica (do ut des) o

generalizzata (do senza aspettarmi nulla in cambio nell’immediato e anche senza

conoscere il destinatario del mio comportamento ut un giorno tale destinatario o

qualcun altro des). La seconda forma di reciprocità viene considerata da Putnam «la

pietra di paragone del capitale sociale» [Putnam, 2004, 165]36.

Riguardo alle modalità nelle relazioni sociali informali Putnam mutua dalla lingua

yiddish i termini per indicare due ideal-tipi: macher e schmoozer [Putnam, 2004, 119-

147]. I macher passano tempo nelle organizzazioni formali e realizzano le cose nella

comunità, di cui sono buoni cittadini [Putnam, 2004, 119] (attività che generalmente

favoriscono la creazione di capitale sociale bonding). Gli schmoozer dedicano molte ore

a conversazioni informali e rapporti confidenziali, hanno una vita sociale attiva ma il

loro impegno è meno strutturato e intenzionale, più spontaneo e flessibile [Putnam,

2004, 119] (attività che generalmente favoriscono la creazione di capitale sociale

33 Anche con l’effetto perverso di creare legami così coesi da generale chiusura del gruppo verso l’esterno [Putnam, 2004, 418]. 34 Questo tipo di capitale sociale assicura reciprocità specifica e mobilita la solidarietà [Putnam, 2004, 21]. 35 Per le discipline economiche un’esternalità è un effetto esterno sull’attività di produzione e/o di consumo di un soggetto provocato da un fattore (azione, attività o anche inerzia) che ricade nella sfera di un altro soggetto. L’esternalità positiva è anche detta economia esterna; quella negativa diseconomia esterna [Cozzi - Zamagni, 1989, 786-788]. 36 Cfr. anche Putnam, 2004, 18 e 165-183.

Page 29: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

29

bridging). Non si tratta di una classificazione strettamente dicotomica, i tipi possono in

parte coincidere e/o dipendere dai contesti. Le caratteristiche di ciascun ideal-tipo

vengono indicate da Putnam approfonditamente, a partire da analisi di regressione

multipla applicate a sondaggi esistenti.

Il capitale sociale non è buono o cattivo in sé e le relazioni citate, sia che si

svolgano in reti fisiche che online, non sono necessariamente virtuose né portano a

risultati necessariamente benevoli o efficienti [Putnam, 2004, 19-20].

«Il capitale sociale non ha esiti necessariamente favorevoli dal punto di vista collettivo. In alcuni casi reti molto ristrette e dense possono alimentare una fiducia di tipo collusivo, che porta vantaggi ai membri della rete a scapito di coloro che ne sono fuori» [Trigilia in Bagnasco et al., 2001, 13-14]37.

La dimensione culturale non risulta esclusa:

«i valori condivisi da un certo gruppo sociale incidono sia sulle caratteristiche delle reti – per esempio sulla tendenza a sviluppare rapporti tra soggetti che occupano determinati ruoli – sia sulle modalità di tali rapporti – nel senso che favoriscono attività più o meno positive per gli interessi della collettività. Tuttavia, le reti, una volta stabilitesi, sono dei circuiti in cui circolano informazioni e fiducia che possono essere utilizzati per finalità diverse […]» [Trigilia in Bagnasco et al., 2001, 14].

Gli approcci di Putnam e Fukuyama sono stati tacciati di determinismo, causalità

da Bagnasco [in Bagnasco et al., 2001, 92] e Boudon [1977]: i soggetti, “iper-

socializzati”38 dalle strutture economiche e culturali [Bagnasco in Bagnasco et al., 2001,

93] tenderebbero a “scomparire” nelle maglie della rete e la cui azione dipende

soprattutto da elementi esterni.

Le logiche che si manifestano in una rete sono collaborative, concorrenziali per

l’allocazione di risorse (la reputazione, ad esempio) e di influenza. La circolazione del

capitale sociale mostra sia forme di solidarietà (le relazioni sociali

«sorgono, o vengono sostenute grazie a gruppi coesi i cui membri sono legati l’uno all’altro in maniera forte […] e duratura, ed è quindi prevedibile che agiscano secondo principi di solidarietà di gruppo. In tale circostanza, se una relazione tra due o più persone costituisce capitale sociale, cioè se una persona A può plausibilmente aspettarsi che un’altra persona B, a cui essa si rivolge, adempia una promessa, o soddisfi una richiesta di aiuto, sarà o perché sia A sia B appartengono allo stesso gruppo e agiscono quindi sotto obblighi di solidarietà (e chiameremo questa: fiducia interna); o perché A sa che B appartiene a un gruppo coeso il quale è in grado di premiarlo se egli assolve, o di punirlo se non assolve, a ciò che in quella circostanza ci si aspetta da lui (che chiameremo fiducia esterna)» [Pizzorno in Bagnasco et al., 2001, 28])

37 Cfr. anche Id., 109 e 113. 38 Il termine è mutuato da Granovetter.

Page 30: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

30

che di reciprocità (che non necessita di un gruppo coeso):

«sarà soltanto necessario assumere che quando una persona instaura un rapporto di qualche durata con un’altra persona sia prevedibile che avvengano certi passaggi di aiuti o di informazioni tra le due» [Pizzorno in Bagnasco et al., 2001, 30].

Pizzorno azzarda un collegamento tra creazione di nuove forme di capitale sociale

(ad esempio anche online, aggiungiamo al suo ragionamento che riguarda

prevalentemente il c.d. «capitale sociale di solidarietà») e periodi di dissoluzione dei

rapporti caratterizzanti la società nel suo insieme, come quello che stiamo affrontando a

livello di società globale in un contesto di forte mobilità (sociale, geografica, finanziaria

ecc. [Pizzorno in Bagnasco et al., 2001, 38].

Spesso si trova una distinzione tra capitale sociale micro-relazionale (a livello

individuale, dell’attore; primo livello) e capitale sociale-macro (a livello collettivo;

secondo livello), eppure la correlazione tra i due livelli è pressoché imprescindibile in

questa prospettiva teorica, quindi si tende a adottare un’ottica che li considera

compenetrati o con forti processi di rafforzamento reciproco tra livello micro e macro.

Alcune teorie, come quella delle risorse sociali di Lin considerano il capitale

sociale un concetto “ombrello” che include sotto di sé

«qualsiasi aspetto della struttura sociale che produca qualche beneficio alle azioni degli individui coinvolti» [Lin, 2003, 8])

e pongono le basi per l’utilizzo di strumenti come la social network analysis come

metodologia di analisi privilegiata del capitale sociale [Cordaz in Salvini (a cura di),

2007, 64] in virtù della forte connessione dei concetti capitale sociale - rete. Per Lin

[2002] il capitale sociale si traduce in potenziale di azione in un contesto relazionale ed

è

«investimento in risorse embedded nelle reti sociali e accessibili e/o mobilitabili attraverso azioni intenzionali con l’aspettativa di trarne un profitto» [Lin, 2002, 18]).

Una componente riguarda l’access to, alle risorse adeguate agli scopi poste all’interno

di una struttura reticolare; l’altra riguarda la mobilization or use of, l’azione a cui

l’attore ricorre con le risorse inerenti le relazioni sociali. Gli elementi che entrano in

gioco sono l’individuo, la struttura e le relazioni [Lin, 2003].

In particolare Lin [2002, 65] si è occupato del problema della misurazione,

legando la dimensione “collettiva” del capitale sociale a densità e dispersione nelle reti

e la dimensione “individuale” a misure della posizione e delle caratteristiche degli

Page 31: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

31

individui; misure di eterogeneità e di composizione sarebbero riferibili, invece, a

entrambe le dimensioni39.

Il panorama della blogosfera, così come quello delle città, come topos di

formazione di capitale sociale in un contesto di globalizzazione appare stimolante. Il

capitale sociale della Rete, secondo Rheingold, sarebbe uno dei «beni collettivi40»

[Rheingold, 1994, 14], elementi di coesione sociale che legano in una comunità

individui prima separati e isolati.

4. Crisi della comunità tradizionale e comunità online

4.1 Comunità e società

Nell’ambito delle scienze sociali il termine “comunità” si ritrova principalmente

con due accezioni. Nella sociologia classica il concetto di comunità indica

(comprendendo la famiglia, le piccole comunità di villaggio ma anche la comunità

nazionale)

«un tipo particolare di relazioni sociali poste alla base di collettività che coinvolgono l’individuo nella sua totalità» ed evoca «qualsiasi unità sociale in condizioni di alta integrazione» [Bagnasco, 1999, 17].

I sociologi classici hanno costruito le categorie fondamentali della disciplina in un

contesto sociale che mutava rapidamente,

«spesso con una qualche nostalgia, più o meno esplicita, per ciò che si perdeva, e in ogni caso per stabilire un parametro necessario per apprezzare differenze emergenti» [Bagnasco, 1999, 7].

Nella sociologia contemporanea il concetto di comunità attiene a comunità locali

caratterizzate da piccole dimensioni e da una cultura di tipo tradizionale. Secondo

Nisbet il concetto di comunità sarebbe tra i pochi concetti fondativi della sociologia

insieme ad autorità, status, sacro e alienazione [Bagnasco, 1999, 7].

39 Tra le tecniche utilizzate in relazione al capitale sociale ci sono name generator, position generator e resource generator. 40 Gli altri beni collettivi sarebbero il capitale di conoscenze e la comunione sociale. Il capitale sociale di Rete consiste nella possibilità di essere accolti dalla comunità scelta anche se questa si trova in un luogo sconosciuto. Il capitale di conoscenze è costituito dall’insieme di saperi, abilità, esperienze e competenze molto eterogenee che i membri della comunità virtuale possiedono e che vengono messe a disposizione di tutta la comunità. La comunione sociale consiste nel senso di condivisione, di vicinanza, nel sostegno e nel supporto che è possibile trovare nelle comunità virtuali.

Page 32: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

32

Ferdinand Tönnies alla fine dell’Ottocento ha utilizzato la coppia concettuale

comunità-società (Gemeinshaft-Gesellshaft) per analizzare il mutamento sociale causato

dal processo di industrializzazione. Tönnies ha fatto una distinzione tra «comunità di

lingua, di costume, di fede» e «società di profitto, di viaggio, delle scienze» [Tönnies,

1963, 46].

«Ogni convivenza confidenziale, intima, esclusiva viene intesa come vita in comunità; la società è invece il pubblico, è il mondo. In comunità con i suoi una persona si trova dalla nascita, legata ad essi nel bene e nel male, mentre si va in società come in terra straniera» [Tönnies, 1963, 45].

Tönnies ha descritto la comunità come un organismo vivente, come una totalità

organica fondata su una convivenza durevole e genuina, mentre la società sarebbe

artificiale, associata a tutto ciò che è pubblico, un «aggregato e prodotto meccanico»

[Tönnies, 1963, 47] che si basa su una convivenza passeggera e apparente. La forma

primaria di comunità riguarda i rapporti tra madre e bambino, marito e moglie e tra

fratelli e sorelle (vincoli di sangue). Le altre forme originarie di comunità, oltre alla

parentela, sono il vicinato e l’amicizia. Nella formulazione classica il vicinato è basato

su vincoli di luogo e, in generale, la comunità risulta

«inestricabilmente legata alla convivenza comune a base territoriale definita, in cui si sviluppano relazioni sociali intense con pochi soggetti» [Dell’Aquila, 2002].

Però Garreau sostiene che la comunità non ha necessariamente a che fare con la

prossimità (o ubicazione fisicamente ravvicinata) e dice che piuttosto riguarda la

condivisione di un vincolo comune [Garreau, 1991]41: i legami sociali diventano

indicatori della comunità.

Il concetto di comunità è particolarmente rilevante negli studi che riguardano

Internet, come lo è stato nei primi anni degli studi sociologici. Il focus è passato dal

luogo geografico al sentimento o al senso di collettività [Jankowski in Lievrouw -

Livingstone (a cura di), 2007, 40]. Una riproposizione del concetto in uno scenario

contemporaneo, anche online, potrebbe forse prescindere dagli aspetti di prossimità

spaziale e riferirsi a una prossimità funzionale42: le unità “territoriali” verranno intese

«come unità significative di relazioni economiche, sociali ecc. e non

semplicemente come espressioni geografiche. […] le reti personali sono l’elemento

vitale che definisce e ridefinisce la dimensione territoriale […]» [Piselli (a cura di),

1995, XXXIII].

41 Ci sarebbe da aggiungere che la condivisione non riguarda né la condivisione dello spazio né del tempo. 42 Cfr. Detragiache in Martinelli - Guidicini, 1993, 28.

Page 33: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

33

Le caratteristiche fondamentali della comunità erano l’assuefazione, la

comprensione e la vita comune. I membri delle comunità

«si amano o si assuefanno facilmente l’uno all’altro: parlano e pensano spesso e volentieri gli uni con gli altri e gli uni agli altri» [Tönnies, 1963, 64].

La comprensione è il collante delle comunità,

«è un modo di sentire comune e reciproco, associativo, che costituisce la volontà

propria di una comunità» [Tönnies, 1963, 62], «presa in carico comune e quindi

azione collettiva» [Dubar, 2004, 109].

La comprensione deriva dalla conoscenza reciproca che richiede, a sua volta, la

partecipazione immediata di un individuo alla vita dell’altro.

L’ultima caratteristica è la condivisione di una vita comune, la concordia come

unità di cuore, come

«alleanza affettuosa e intesa pacifica» [Dubar, 2004, 109].

La comprensione su cui si basa la comunità non è di tipo contrattuale,

«è per sua essenza tacita, perché il suo contenuto è inesprimibile, infinito,

incomprensibile» [Tönnies, 1963, 65].

La comunità si basa, quindi, sull’affettività, sulla collaborazione, sul contatto

fisico, su legami caratterizzati da

«intimità, riconoscenza, condivisione di linguaggi, significati, abitudini, spazi,

ricordi ed esperienze comuni» [Tönnies, 1963, 68].

La vita in comunità è caratterizzata dal possesso e godimento reciproco di beni

comuni.

I membri di una comunità avvertivano una sensazione di unità e similarità ed

eventuali disuguaglianze potevano estendersi soltanto entro un certo limite al di là del

quale sarebbero svaniti i fattori di comunanza e condivisione e sarebbe stata soppressa

l’essenza stessa della comunità come unità del differente. Nell’ambito della comunità

gli individui erano coinvolti nella loro totalità, non esistendo rapporti segmentati in ruoli

specializzati e quindi in essa.

«il collettivo prevaleva sull’individuo, il localismo sull’universalismo e la

comunicazione faccia a faccia ed uno scopo condiviso da tutti tracciavano i confini

(anche normativi) per la vita sociale. Qui la sociabilità era alta ed invasiva, i

Page 34: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

34

rapporti di vicinato e di sangue e la tradizione rappresentavano i limiti entro i quali

ognuno doveva muoversi» [Dell’Aquila, 2002].

L’ambito preso in considerazione è

«un villaggio, un quartiere, un ecosistema, un gruppo primario che si basava sul

contatto fisico, sull’incontro, sulla presenza, sull’ideazione» [Dell’Aquila, 2002].

Se la comunità viene ritratta come

«perfetta unità delle volontà umane come stato originario o naturale» [Tönnies, 1963, 51]

la società è intesa da Tönnies come un’associazione artificiale in cui gli uomini, pur

vivendo pacificamente gli uni accanto agli altri, restano comunque isolati, vivono in

tensione contro tutti gli altri e sono separati nonostante tutti gli elementi che li uniscono.

Nella società tutti i rapporti sono di tipo contrattuale e convenzionale, assumono le

caratteristiche dello scambio di mercato che avviene solo quando ognuno dei contraenti

ritiene di ottenere qualcosa che ha un valore maggiore rispetto a ciò che cede. La società

è considerata impersonale, razionale e individualistica, è costruzione convenzionale in

cui gli individui agiscono perseguendo esclusivamente il proprio interesse personale. Se

quindi nell’ambito della comunità prevalgono la solidarietà e l’orientamento

all’interesse pubblico, nella società, al contrario, dominano la competizione e

l’orientamento all’interesse privato.

Tönnies contrappone quindi i tipi ideali di Gemeinshaft e Gesellshaft indicandoli

come gli estremi del processo di cambiamento sociale nel passaggio dall’«età della

comunità», verso la quale prova grande rimpianto e nostalgia, all’«età della società»

[Tönnies, 1963, 295]. Nella società si realizza

«una perdita rispetto ai valori autentici di solidarietà che trovano realizzazione soltanto nell’ambito della comunità» [Bagnasco in Bagnasco - Barbagli - Cavalli, 1997, 69].

Jean-Luc Nancy ha contestato Tönnies affermando che non si porrebbe una

contrapposizione tra una mitica comunità originaria, felice e buona ed una società

mercantile fredda, infelice e calcolatrice. Nancy contesta l’esistenza stessa di una mitica

comunità perduta da ricostruire e lo riconduce all’alveo degli archetipo della cultura

occidentale utilizzato già da Omero (rappresentato dal ritorno di Ulisse ad Itaca) e

presente nel cristianesimo (rappresentato dal trionfo finale della comunità dei fedeli) e

dal marxismo (rappresentato dalla comunità degli operai/mezzi di produzione). La

Page 35: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

35

società non avrebbe sostituito nessuna comunità originaria perduta, ma avrebbe

semplicemente preso il posto di un’aggregazione di individui di tipo partecipativo,

un’aggregazione umana di cui non esisteva il nome. L’essenza comunitaria sarebbe

intrinseca nell’uomo e precederebbe la sua individualità.

«La comunità, lungi dall’essere ciò che la società avrebbe perso o infranto, è ciò che accade (questione, evento, imperativo) a partire dalla società» [Nancy, 1995, 120].

Nancy ha messo in guardia anche dalla tentazione di ricercare la presunta

comunità perduta attraverso le tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Si

ha una comunità quando singolarità che non hanno la pretesa di essere divine ed eterne

mettono in comune parti limitate della loro esistenza in un contesto di postmodernità,

nella negazione di un senso ultimo e originario di ogni forma di socialità moderna.

Amin e Thrift considerano la comunità di un tempo come inesistente ed

evidenziano i legami di comunità, che non presuppongo necessariamente la località o un

contatto face to face, attualmente riscontrabili nelle città e legati alle tre nuove “R”

della vita urbana, cioè relazioni sociali (nuove), mezzi di rappresentazione (nuova) e

mezzi di resistenza (nuovi) [Amin - Thrift, 2005, 67-76]:

§ la comunità pianificata, delimitata dalla tecnologie di controllo;

§ la comunità “postsociale” e postumana, per cui i concetti di relazione e di

sociabilità sono dissociati da una fissazione esclusivamente su gruppi

umani43;

§ la comunità che si presenta con nuove forme di sociabilità umana, gruppi

che si riuniscono per un breve periodo uno scopo specifico, gruppi di

“entusiasti” con interessi comuni, «sentimenti reciproci e […] sensazioni

emotive» [Urry, 2000, 143], amici (in un senso diverso rispetto al passato);

§ la comunità della diaspora, composta da soggetti che non si identificano in

base al luogo;

§ la comunità della quotidianità, del banale e dell’ordinario ma anche

dell’improvvisazione e del gioco;

§ la comunità della solidarietà a distanza.

Secondo Paccagnella il concetto di comunità, pur nella sua ambiguità, resta

comunque come tipo ideale e polo di un continuum analitico. Esso rappresenta

43 Sull’argomento cfr. Knorr-Cetina in Ritzer - Smart (a cura di), 2001.

Page 36: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

36

«il polo delle collettività di persone tenute assieme da relazioni personali dirette, forti valori comuni, sentimenti di solidarietà e riconoscimento reciproco» [Paccagnella, 2000, 125]. 4.2 La comunicazione mediata dal computer I concetti di comunicazione e comunità sembrano strettamente associati. Le stesse

parole hanno comuni radici etimologiche: entrambe derivano dal latino communis,

comune. Il termine communis deriva dall’unione di cum (insieme) e munis

(obbligazione). Altri farebbero derivare communis dall’unione di cum e unus (uno).

La comunicazione mediata dal computer presenta proprie peculiarità, analizzate

da studi proliferati negli ultimi anni. Uno degli obiettivi conoscitivi ha riguardato il fatto

che individui intenti a comunicare con la mediazione del computer potessero avvertire,

o meno, minori differenze di potere e status rispetto alla comunicazione face to face per

l’assenza dei codici non verbali. Ci si chiedeva, inoltre, se nella comunicazione mediata

dal computer le persone si sentissero più anonime, essendo assenti tutte quelle

informazioni relative all’identità e al corpo degli interlocutori, e se esistessero delle

norme capaci di stimolare e incentivare il coordinamento e la socialità nelle interazioni

online.

Negli anni ottanta, nell’ambito della psicologia sociale, si sviluppò un primo

filone di studi e di ricerca sistematica interessato agli effetti della comunicazione

mediata dal computer in campo organizzativo per stabilire le migliori strategie per

l’implementazione nelle imprese delle reti di comunicazione e per ottenere dalle

tecnologie dell’informazione e della comunicazione risultati in termini di incremento

della produttività di beni e servizi e miglioramento dell’efficienza aziendale: alcuni

effetti socio-psicologici della comunicazione mediata dal computer sono stati

considerati negativi proprio per la prospettiva adottata.

Il filone di studi e di ricerca sistematica sulla CMC denominato Reduced social

cues (RSC) individua carenze socio-comunicative nella comunicazione online: la

mancata trasmissione di informazioni relative al contesto sociale in cui si svolge la

comunicazione e una carenza di norme comunemente accettate capaci di orientare lo

sviluppo della comunicazione penalizzerebbero la CMC. Kiesler, McGuire e Siegel

[Kiesler et al., 1984, 1123-1134], studiosi appartenenti a tale filone, considerano tali

elementi

Page 37: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

37

«intrinseci al medium, derivanti direttamente dalla sua tecnologia e quindi

deterministicamente dati e indipendenti dal contesto in cui la comunicazione

avviene» [Paccagnella, 2000, 23].

L’“ampiezza di banda” (quantità di informazioni che è possibile trasmettere

nell’unità di tempo) nella CMC sarebbe limitata: efficace per quanto riguarda la

trasmissione di informazioni precise e specifiche (ad esempio direttive manageriali) ma

contemporaneamente estremamente e inevitabilmente povera dal punto di vista sociale

poiché gli aspetti sociali della relazione che si instaura fra gli interlocutori non sono

affatto paragonabili a quelli attivati in presenza. In particolare non si trasmetterebbero i

cosiddetti social cues, gli indicatori sociali costituiti da tutti quei simboli che indicano

lo status o il potere degli individui coinvolti nella comunicazione. Tra gli effetti di

questa riduzione ci sarebbero l’assenza di feedback sociale, che creerebbe difficoltà di

coordinamento tra gli attori e impedirebbe la piena comprensione dei messaggi, lo

status equalization effect, un livellamento delle capacità di influenza sociale degli attori

coinvolti nella comunicazione che stimolerebbe una partecipazione all’interazione più

libera dai condizionamenti sociali e di status e una sensazione di anonimato che provoca

dei fenomeni di polarizzazione di gruppo e di deindividuazione (perdita e indebolimento

dell’identità e delle norme sociali provocato dall’immersione del soggetto nella folla).

La deindividuazione, insieme alle condizione di anonimato dei soggetti coinvolti

porterebbe alla creazione di

«un ambiente sociale debolmente normato e potenzialmente incline al litigio (flame), a comportamenti antisociali e a opinioni e atteggiamenti polarizzati su posizioni estreme» [Paccagnella, 2000, 23] e «meno efficiente in termini di capacità decisionali» [Paccagnella, 2000, 23].

Il modello RSC è stato ampiamente criticato a causa della sua visione della

comunicazione mediata dal computer riduzionistica e deterministica, infatti con tali

presupposti

«qualunque mezzo di comunicazione introduce un progressivo impoverimento della dimensione sociale, rispetto alla situazione comunicativa più immediata e più ricca rappresentata dalla comunicazione faccia a faccia» [Paccagnella, 2000, 23].

Il modello RSC non riesce a risolvere alcune contraddizioni, ad esempio non

spiega come la comunicazione elettronica, pur essendo ritenuta poco adatta a

trasmettere contenuti e aspetti sociali, venga spesso utilizzata per scopi ricreativi e per

comunicazioni non riguardanti l’ambito lavorativo o ancora come mai in alcune

Page 38: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

38

interazioni si sia osservato che i comportamenti sembrerebbero più conformi alle norme

sociali rispetto a quelli assunti nella comunicazione faccia a faccia.

Spears e Lea [Spears - Lea, 1990, 121-134 e 1992] hanno sviluppato all’inizio

degli anni novanta un nuovo modello teorico denominato Social identity de-

individuation (SIDE). Innanzitutto viene contestato all’approccio RSC di avere confuso

la dimensione sociale e la dimensione interpersonale e viene negata la relazione fra la

capacità di un mezzo di comunicazione di trasmettere gli indicatori sociali e la sua

ampiezza di banda: gli indicatori sociali possono essere presenti anche in messaggi

scambiati online, come ad esempio nella firma o nell’intestazione, che possono

contenere informazioni relative al sesso, all’attività lavorativa o agli interessi personali e

quindi alla dimensione sociale dei soggetti coinvolti nella comunicazione. Gli indicatori

possono comunque essere dedotti da precedenti contatti con gli individui che

partecipano all’interazione oppure dal contesto in cui avviene la comunicazione.

Un medium, quindi, non sarebbe

«tanto più “ricco” socialmente quanto più le sue caratteristiche tecniche gli permettono di offrire un’ampia larghezza di banda» [Paccagnella, 2000, 30].

Spears e Lea hanno introdotto una seconda fondamentale distinzione fra l’identità

personale e le diverse identità sociali che un individuo può assumere: l’identità

individuale si riferisce alle caratteristiche del sé che definiscono la personalità unica e

individuale di un soggetto, mentre le identità sociali si riferiscono

«alle caratteristiche del proprio gruppo sociale di riferimento nelle varie situazioni di vita quotidiana» [Paccagnella, 2000, 30].

Ciò potrebbe spiegare comportamenti ipersociali anche in contesti deindividuati e

non normati. L’elemento centrale del modello, verificato empiricamente, è il contesto

sociale in cui si verifica l’interazione, ma le conseguenze sociali di questa situazione

variano enormemente a seconda del contesto: in base a questo potrà emergere di volta in

volta l’identità personale o l’identità sociale. Rispetto alla formulazione classica della

deindividuazione proposta da Festinger [Festinger et al. 1952, 382-389] nella SIDE

anche l’immersione in uno specifico gruppo sociale può provocare dei fenomeni di

deindividuazione:

«in questo caso a essere indebolita sarebbe solo l’identità personale mentre la relativa identità sociale ne uscirebbe rafforzata. Le conseguenze di una simile deindividuazione andrebbero verso una minimizzazione della percezione delle differenze intragruppo e verso comportamenti maggiormente influenzati dalle norme sociali vigenti in quella specifica situazione» [Paccagnella, 2000, 31].

Page 39: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

39

Secondo il modello SIDE la dimensione sociale non dipende dalla compresenza

fisica e dal controllo diretto di altre persone né dall’ampiezza di banda del medium

utilizzato dai soggetti per comunicare, in quanto essa è da considerarsi parte integrante

dell’identità degli individui.

Walther e Burgoon [Walther e Burgoon, 1992, 50-88 ma anche Walther, 1996, 1-

43] hanno utilizzato un ulteriore approccio, testato empiricamente, denominato SIP

(Social Information Processing) o Hyperpersonal. La comunicazione mediata dal

computer, non solo non risentirebbe particolarmente delle limitazioni intrinseche al

medium precedentemente evidenziate (e in particolare della “povertà” di contenuti

sociali, della freddezza e impersonalità e del limite della quantità di informazioni

veicolabili nell’unità di tempo), ma tenderebbe piuttosto a “sovraccaricarsi” di contenuti

sociali. La CMC, più lenta della comunicazione face-to-face, richiede tempi maggiori,

ma su un orizzonte temporale leggermente più esteso la quantità di informazioni sociali

scambiate nelle interazioni mediate dal computer risulterebbe addirittura maggiore che

nelle interazioni faccia a faccia.

In base a quanto afferma la teoria SIP (Social Information Processing), gli esseri

umani tendono alla minimizzazione dell’incertezza e alla creazione di affinità a

prescindere dal medium utilizzato.

«Secondo questa teoria gli utenti dei sistemi di comunicazione mediata dal computer tendono a soddisfare questi bisogni adattando le proprie strategie comunicative alle possibilità offerte dal medium, per esempio traducendo alcuni codici tipicamente non verbali in sequenze alfanumeriche esprimibili dalla tastiera e interpretabili ideograficamente o in molti altri modi. Per fare ciò essi hanno semplicemente bisogno di una quantità maggiore di tempo» [Paccagnella, 2000, 35].

In tal senso si potrebbe, quindi, affermare che la CMC non è meno efficace (cioè

meno adatta allo scopo), ma soltanto meno efficiente. Gli utenti porrebbero in essere

strategie adattive:

«gli esseri umani non comunicano quasi mai esclusivamente faccia a faccia o tramite computer. Perfino all’interno di quelle che vengono definite “comunità virtuali”, composte da membri spesso situati a migliaia di chilometri di distanza gli uni dagli altri, la CMC difficilmente costituisce l’unico mezzo di comunicazione e le relazioni sociali, non appena diventano regolari e significative, tendono sempre a integrare la comunicazione attraverso altri media, come il telefono o la posta tradizionale» [Parks - Floyd, 1996].

La CMC sarebbe in grado di veicolare anche in modo migliore aspetti relazionali

di tipo sociale rispetto ad altre modalità comunicative: hyperpersonal, appunto. In

Page 40: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

40

particolare, questa prospettiva si basa sull’analisi di quattro aspetti del processo

comunicativo nella CMC.

1. Ricevente (del messaggio): in una situazione di deindividuazione, tipica della

CMC, si verifica un fenomeno di «polarizzazione», ovvero una

sopravvalutazione delle appartenenze sociali, in quanto gli individui tendono a

categorizzare se stessi e gli altri «come appartenenti a una determinata

categoria sociale in modo più netto del normale» [Paccagnella, 2000, 36]. Il

ricevente, dunque, tende a categorizzare socialmente il proprio interlocutore

più che nella comunicazione in presenza. Qualora scarseggino le informazioni

(nella prima fase della conoscenza, ad esempio), procede per ideal-tipi e

stereotipizzazioni (Fiske e Taylor [1999] hanno parlato di “avarizia

cognitiva”).

2. Emittente (del messaggio): online ci si trova in condizioni di «poter preparare

con modalità particolarmente curate la propria presentazione di sé»

[Paccagnella, 2000, 36]. Si tratta della cosiddetta selective/optimized self-

presentation: l’emittente può connotarsi fortemente e, soprattutto nelle

modalità asincrone della CMC, ha una quantità di tempo maggiore rispetto ad

altre forme di comunicazione per effettuare una costruzione ragionata e

selettiva della propria personalità online, avendo anche la possibilità di filtrare

quelle parti che ritiene socialmente meno opportune, decidendo così che cosa e

come comunicare.

3. Caratteristiche del canale comunicativo: la CMC permette agli individui di

scegliere la situazione più adatta e il momento più opportuno per prendere

parte all’interazione, soprattutto nelle modalità asincrone (e-mail, forum, blog

ecc.). In qualche modo ciò favorirebbe gli aspetti sociali e relazionali della

comunicazione.

4. Feedback: «questi aspetti di costruzione della realtà sociale, che avvengono

peraltro in qualsiasi tipo di interazione, sono costantemente ricalibrati sulla

base del feedback ricevuto durante l’interazione. […] Il feedback consentito

dalla CMC è più mediato rispetto a quello dell’interazione faccia a faccia ed è

quindi più facile che le aspettative di partenza vengano confermate e rafforzate

Page 41: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

41

nel tempo […] piuttosto che disattese» [Paccagnella, 2000, 37]. Walther

definisce tale fenomeno behavioural confirmation, si tratta di ciò che

Watzlawick chiamò “profezia autoadempiente”.

Il comportamento tenuto online rispetto al meatspace è da considerarsi

«più normale» [Spears - Lea, 1992, 58].

Meyrowitz, nel suo studio sui mezzi di comunicazione elettronici, aveva già

notato che questi:

«creano vincoli e relazioni che gareggiano con quelli forgiati nel corso di interazioni reali in luoghi specifici» [Meyrovitz, 1993, 318].

Altri approcci sono quelli di studiosi attenti al contesto sociale come Mantovani

[1995]44 che propone un modello del contesto sociale articolato su tre livelli di

complessità interconnessi e interdipendenti. Al livello più alto il contesto sociale è

inteso nella sua accezione più generale, al livello intermedio vengono prese in

considerazione le situazioni della vita quotidiana e al livello più basso l’interazione

locale con l’ambiente tramite gli artefatti. Il contesto generale fornisce chiavi di

interpretazione per le situazioni ai livelli inferiori influenzando l’azione fino al livello

più basso. Azione e contesto interagiscono fornendosi reciproci feedback.

Anche questo approccio, fortemente etnografico, è distante dal determinismo

tecnologico di altre teorie.

4.3 Le comunità online

Nella misura in cui la comunicazione, anche quella al computer, è un processo

strutturalmente associato alle dinamiche di comunità, reti che facilitano la

comunicazione risultano funzionali alla formazione, al mantenimento e al

funzionamento delle comunità. Ciò non vuol dire, però, che ciò avvenga

automaticamente come sembra in alcune formulazioni tecnologicamente deterministe.

Il concetto di comunità è stato ripreso e utilizzato in relazione alle forme di

interazione tra individui in Rete. Le comunità virtuali, infatti, posseggono le

caratteristiche economiche, politiche, sociali e culturali tipiche delle comunità.

Wellman [2001] ha dato una definizione estensiva delle comunità come

44 Si parla, ad esempio, di “teoria dell’azione situata”.

Page 42: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

42

«reti di legami interpersonali che forniscono appoggio, informazioni, senso di appartenenza e identità sociale».

Boorstin sostiene che le tecnologie della comunicazione avrebbero l’effetto di

creare legami e unire nazioni diverse, riducendo le differenze fra le esperienze delle

popolazioni e dando vita a

«un nuovo tipo di comunità, che egli definisce “Repubblica della Tecnologia”» [Boorstin, 1978, 6].

Meyrowitz sostiene che la comunità sia stata influenzata dai media elettronici,

responsabili di un mutamento delle relazioni tra l’ubicazione delle singole persone e

l’accesso all’informazione.

«Molte categorie di persone quali donne, abitanti dei ghetti, prigionieri, bambini erano in precedenza “naturalmente” escluse da gran parte delle informazioni sociali essendo isolate in luoghi particolari. L’identità e la coesione di molti gruppi e associazioni era favorita dal fatto che i loro membri erano “isolati insieme” nello stesso luogo o in luoghi simili» [Meyrovitz, 1993, 143-144].

Con l’avvento delle comunità virtuali malgrado la presenza fisica in tali luoghi le

persone che vi risiedono hanno maggiori possibilità di condividere esperienze e di

interagire con gli altri soggetti. La collocazione fisica (e, in altri casi la prossimità

territoriale) non rappresenterebbe più un limite per l’interazione con gli altri e la

condivisione di esperienze.

Non tutte le visioni sulle “nuove comunità” sono così ottimistiche. Luke parla di

una «nuova classe», élite dell’informazione, composta da professionisti ed esperti con

conoscenze tecniche specializzate, una comunità tribale impegnata nello sviluppo

tecnologico basato sulla conoscenza [Fernback - Thompson, 1995].

Le comunità oggi

«non sono più di un’aggregazione di individui atomizzati organizzati in unità geografico-legali discrete. La comunità diventa così debole perché il luogo di lavoro e la residenza, la produzione e il consumo, l’identità e gli interessi, l’amministrazione e l’allocazione sono così divisi nel progetto della Nuova Classe di una società industriale avanzata basata principalmente sulla mobilità geografica e sociale» [Luke, 1993, 209-210].

La divisione di interessi, la perdita di una comune coscienza storica,

l’indebolimento dei valori condivisi renderebbero necessari approcci alternativi rispetto

al passato per comprendere e analizzare la comunità.

Bagnasco [1999, 39] parla in generale di nuove comunità basate sui modi di vita

come caratteristiche nel mondo di oggi.

Page 43: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

43

Negli ultimi anni si è fatto strada il concetto di “comunità virtuale”. In realtà l’uso

della parola virtuale nella coppia concettuale virtuale-reale appare inappropriato, così

come la contrapposizione cyberspace-meatspace, a maggior ragione negli ultimi anni in

cui gli strumenti che operano su reti (Internet, telefonia mobile) risultano sempre più

compenetrati nella vita quotidiana e vi “scompaiono” dentro45. “Virtuale” può essere

inteso come un minus rispetto a “reale”, qualcosa di «simulacrale» [Gasparini in Di

Fraia (a cura di), 2004, 24], luogo di relazioni ambigue e falsificanti tenute da soggetti

che non hanno relazionalità nel mondo esterno, ma autori come Lévy [1995] e

Maldonado [1992] sono concordi nel sostenere che il “virtuale” sia

«una categoria presente da sempre nella tradizione filosofica occidentale e legata al “reale” da una relazione complessa e non di semplice subordinazione» [Paccagnella, 2000, 135].

La tecnica fa parte della sfera sociale e naturale e la specie umana è una specie

tecnologica fin dall’origine. Basandosi su questi presupposti

«[…] le tecnologie informazionale, di sintesi e i mondi artificiali da esse prodotti rivoluzionano l’ambito relativo al trattamento delle informazioni e della comunicazione, nonché quello relazionale, conoscitivo e percettivo legati alla formazione di processi immaginari e simbolici che compongono la socialità» [Mazzoli, 2001, 15].

. Ciò avviene anche in contesti cittadini:

«[…] lo schermo del computer, Internet, il cellulare, l’agenda elettronica e un insieme di molti altri strumenti forniscono mezzi per strutturare la vita della città in nuovi modi, combinando spazi eterogenei, fornendo nuovi reti di supporto […]» [Amin - Thrift, 2005, 146-147].

Komito [Komito, 1998, 97-106] e Watson [in Jones, (a cura di) 1997] hanno

rifiutato il concetto di comunità virtuale perché ritengono che le comunità online non

siano diverse significativamente da quelle reali. Le “comunità virtuali” fanno parte della

realtà, non sono un ambiente “altro” e rispondono alle logiche di essa. Paccagnella

sostiene che tutte le comunità sarebbero in un certo senso virtuali, poiché “immaginate”.

«Ciò che le distingue non è la falsità o la genuinità, ma il modo in cui vengono rappresentate cognitivamente dai loro membri» [Paccagnella, 2000, 135].

De Baggis ha parlato di “tribù” e ha fatto notare che

«una differenza sostanziale tra le comunità fisiche e quelle online è che il magnete che tiene insieme le persone non è tanto la “somiglianza” sociodemografica, quanto

45 La Rete «percepita tuttora come una sovrastruttura applicata a meccanismi consolidati di trasferimento delle informazioni […] in prospettiva è destinata a scomparire, fino a diventare onnipresente e scontata come già l’elettricità o l’acqua corrente» [Maistrello, 2007, 4].

Page 44: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

44

la comunione di interessi. È per questo che preferiamo chiamarle tribù: i nostri amici offline sono persone che abbiamo conosciuto a scuola o al lavoro, figli di amici dei nostri genitori, persone vestite come noi, che fanno lavori simili ai nostri e hanno uno status sociale assimilabile. In rete tutto questo spesso salta per aria: i nostri amici online sono persone apparentemente molto diverse da noi, che però amano passare il tempo in modo molto simile. Una tribù raccoglie trasversalmente persone con interessi simili: persone che hanno qualcosa da dirsi a prescindere dall’età, dalla residenza geografica, dallo status sociale e dalle esperienze di vita» [De Baggis, 2001, XXV-XXVI].

Non è la sola, lo diceva anche McLuhan [1962]: venendo meno o cambiando

molte delle istituzioni un tempo aggreganti si passa una gran parte della giornata davanti

allo schermo di un televisore o a un computer e per la nostra natura sociale, ci stiamo

riorganizzando in tribù. Il computer gioca un ruolo centrale in questo processo [Turkle,

1995, 178].

Molti dibattiti hanno spesso riguardato l’assenza della co-territorialità per le

comunità online, eppure la necessità di approcci alternativi e le dinamiche interne hanno

mostrato come il termine non venga utilizzato impropriamente.

Rheingold ha definito le comunità virtuali

«aggregazioni sociali che emergono dalla Rete quando un certo numero di persone porta avanti delle discussioni pubbliche sufficientemente a lungo, con un certo livello di emozioni umane, tanto da formare dei reticoli di relazioni sociali personali nel ciberspazio» [Rheingold, 1993, 5].

La dimensione spaziale, assente nella definizione delle comunità virtuali, resiste

idealmente in una concezione che utilizza la «metafora del ciberspazio in quanto luogo»

[Oldenburg, 1991].

Oldenburg definisce «terzi luoghi» [Oldenburg, 1991] questi spazi comuni che

hanno un ruolo fondamentale, accanto a quelli in cui si vive e si lavora, nella vita dei

singoli. Nei «terzi luoghi» ci si trova per stare in compagnia, le comunità nascono e

mantengono la loro continuità. Il ciberspazio può essere in questo senso inteso come

uno dei luoghi sociali informali dove la gente ha la possibilità di ricreare quegli aspetti

del vivere comunitario ritenuti ormai perduti o rari nella società postmoderna.

L’accento cade inevitabilmente sulla dimensione comunicativa e sulla

condivisione delle conoscenze che caratterizza le comunità online e permette le

relazioni interpersonali tra i membri.

«L’importanza della condivisione delle conoscenze di un grande, eterogeneo gruppo di persone motivate ad aiutarsi reciprocamente, e le cui differenze di luogo e di tempo vengono annullate dalla telematica, può essere considerevole» [Rheingold, 2004, 66].

Page 45: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

45

Nelle comunità virtuali si possono incontrare

«persone che per lingua e abitudini sono molto diverse da quelle abitualmente frequentate nel mondo reale» [Rheingold, 1994, 11].

Tale aspetto, oltre a ricordarci da vicino la definizione di Wirth della città

(«insediamento relativamente vasto, denso e duraturo di persone socialmente

eterogenee») pare molto importante in relazione al capitale sociale che può formarsi in

Internet e lo rende addirittura peculiare.

«Nella comunità tradizionale, cerchiamo nell’ambito di vicini e colleghi, di conoscenti e conoscenti di conoscenti, per trovare persone con valori e interessi affini. Ci scambiamo poi informazioni, esponiamo e discutiamo interessi e, a volte, diventiamo amici. In una comunità virtuale possiamo andare direttamente al luogo in cui vengono discussi i nostri argomenti preferiti, poi conosciamo persone che hanno in comune le nostre passioni o che usano le parole in un modo che troviamo interessante» [Rheingold, 1994, 32].

Rheingold si basava sulla propria esperienza diretta di membro di The Well (The

Whole Earth ‘Lectronic Link)46. Il ciberspazio è inteso come

«spazio concettuale in cui le parole, le relazioni umane, i dati, la ricchezza e il potere vengono espressi servendosi della telematica» [Rheingold, 1994, 333].

E ancora è come

«una coltura batterica, la Rete come il terreno di coltura e le diverse comunità virtuali come le colonie di microorganismi che si moltiplicano nella coltura. Ognuna di queste piccole colonie-comunità è un esperimento sociale in corso, anche se nessuno scienziato l’ha predisposto» [Rheingold, 1994, 6].

Da tali presupposti Rheingold arriva a parlare di un’espansione delle comunità

virtuali e delle dinamiche interne a un’unica grande comunità virtuale globale che

renderebbe gli individui uguali tra loro (almeno nelle chance di partecipare e di influire

sulle decisioni) con chiare connotazioni politiche, fin troppo ottimistiche, del discorso.

La definizione di comunità virtuale formulata da Rheingold è stata contestata da

Jones [(a cura di), 1997] e Wilbur [1997] i quali la considerano generica e imprecisa.

Jones accusa Rheingold anche di determinismo tecnologico e di eccessivo ottimismo nel

credere che la mediazione computerizzata della comunicazione porti necessariamente

alla formazione di comunità, seppure virtuali. Watson gli ha dato, invece del

«culturalista» poiché descrive la comunità

«non più come prodotto di uno spazio fisico comune, bensì come risultato di un insieme di relazioni sociali e di interessi comuni» [Watson, 1997, 59].

46 http://www.well.com/

Page 46: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

46

Anche Putnam scrive qualcosa di simile:

«le reti sociali fondate sulla comunicazione mediante computer possono essere organizzate sulla base di interessi condivisi piuttosto che di spazi comuni47» [Putnam, 2004, 214].

Prima del Novecento

«la maggior parte della cultura era locale; in futuro si baserà sull’affinità e sarà massicciamente parallela» [Anderson, 2007, 192].

Quali caratteristiche avrebbero le comunità virtuali? Secondo Cliff Figallo,

animatore di The Well, gli elementi fondamentali presenti in una comunità virtuale sono

[Carlini, 1999, 6]:

§ l’autopercezione da parte dei membri di un’appartenenza comune;

§ la costruzione di una rete di relazioni tra i membri;

§ un continuo scambio di cose cui viene attribuito un valore comune;

§ la condivisione di storie e relazioni durature.

Fernback e Thompson hanno definito le comunità virtuali come costituite da

«relazioni sociali che si creano nel ciberspazio attraverso contatti ripetuti all’interno di uno specificato confine o luogo simbolicamente delineato da argomenti di interesse» [Fernback - Thompson, 1995].

Anna Carola Freschi le ha definite, invece, come

«gruppi di individui (o anche reti di gruppi) che condividono degli spazi di comunicazione sulla rete virtuale interagendo con una certa regolarità; si auto-selezionano, salvo esplicite policies stabilite dal gruppo, principalmente in base a comuni tematiche di interesse o riferimenti culturali o spaziali; utilizzano diverse modalità di interazione in rete, dallo scambio di e-mail personali o per sottogruppi, a liste di discussione e newsgroup, a canali sincroni (IRC, chat), a spazi pubblici su Web; possono utilizzare uno o più pseudonimi, tanto quanto la propria identità anagrafica» [Freschi, 2002, 74].

Freschi riprende Bauman e sostiene che all’interno delle comunità virtuali

nascano delle vere e proprie relazioni sociali molto lontane dall’idea di relazioni senza

conseguenze, transitorie e superficiali tipiche delle “comunità-gruccia” descritte da

Bauman [2001, 69]. Le comunità virtuali, dove si instaurano legami forti, sarebbero

simili alle comunità etiche di Bauman, le quali

«prevedono implicitamente una responsabilità reciproca e impegni a lungo termine tra i membri» [Freschi, 2002, 71].

47 Cfr. anche Dertouzos, 1997.

Page 47: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

47

Vicari ha individuato tre funzioni nelle comunità virtuali [Vicari in Belloni

Rampazi (a cura di), 1996, 71-87]:

§ strumentale, come ad esempio nel caso della comunità scientifica o delle

teleorganizzazioni in cui le relazioni in rete sono finalizzate

all’assolvimento di compiti specifici;

§ finalizzata alla creazione di relazioni sociali. La sua finalità è soprattutto

espressiva ed è rivolta allo svolgimento di giochi di ruolo o di chat line.

§ finalizzata alla sperimentazione dell’identità. All’interno degli ambienti

virtuali è possibile esprimere identità nuove e dissimili da quelle ordinarie

e si ha l’opportunità di sperimentare il self e arricchire la propria identità

personale.

Kollock [1998], Kozinets [in Alba - Hutchinson (a cura di), 1998] e McLaughlin

[in Jones (a cura di), 1997] indicano alcune dimensioni tipiche delle comunità virtuali:

«personae48 coerenti e stabili (di solito con nomi o pseudonimi che non cambiano frequentemente), relazioni interpersonali condotte attraverso diversi livelli (conferenze pubbliche, e-mail private, contatti telefonici, postali o fisici), condivisione di un linguaggio, sviluppo di un sistema di norme e ruoli, esecuzione di rituali più o meno complessi che delimitano i confini della comunità» [Paccagnella, 2000, 128].

Strangelove ha definito Internet

«comunità di comunicatori cronici» [Strangelove, 1994, 11].

Le comunità su Internet sono nuove e migliori? È la domanda che si pone Putnam

che indica quattro sfide con cui dovrà misurarsi la speranza che lo siano [Putnam, 2004,

216-223]:

1. il digital divide o divario digitale, cioè la disuguaglianza nell’accesso alle

nuove tecnologie che si manifesta tra soggetti diversi per posizione, età,

sesso, infrastrutture, capacità economiche ecc.;

2. le carenze («povertà di elementi sociali»)/diversità della comunicazione

mediata dal computer rispetto alla comunicazione face to face;

3. la «balcanizzazione cibernetica», cioè la specializzazione (e

frammentazione) che il mezzo consente;

48 Paccagnella [2000, 89] intende per persona l’insieme di pratiche di presentazione in Rete di un sé specifico.

Page 48: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

48

4. il rischio che Internet, piuttosto che un mezzo di comunicazione sociale

attiva, evolva divenendo passivo e privato.

In definitiva:

«Internet non compenserà automaticamente il declino delle forme più convenzionali di capitale sociale ma […] ne ha le possibilità» [Putnam, 2004, 216-222]

e il futuro di Internet non

«sarà determinato da un “imperativo tecnologico” indifferente ed esterno. La questione più rilevante non è che cosa Internet farà di noi, ma che cosa faremo noi di esso» [Putnam, 2004, 222-223].

Pierre Lévy ha evidenziato le implicazioni della collaborazione tra umani in reti

come Internet e ha parlato di ”intelligenza collettiva”. Il concetto riguarda una forma di

intelligenza che supera la cognizione individuale e il pensiero di gruppo, permettendo a

più soggetti di cooperare ottenendo prestazioni intellettuali più che cumulative:

«l’intelligenza collettiva è un’intelligenza distribuita ovunque, valorizzata in maniera continua, coordinata e mobilitata in tempo reale; è caratterizzata da democrazia in tempo reale, inventiva estetica ed economia di qualità umane; è multimediale e multisensuale, legata al corpo e alla terra; tratta di rimaterializzazione e non di materializzazione. In primo luogo bisogna riconoscere che l’intelligenza è distribuita ovunque c’è umanità, e che questa intelligenza, distribuita dappertutto, può essere valorizzata al massimo mediante le nuove tecniche, soprattutto mettendola in sinergia. Oggi, se due persone distanti sanno due cose complementari, per il tramite delle nuove tecnologie, possono davvero entrare in comunicazione l’una con l’altra, scambiare il loro sapere, cooperare. Detto in modo assai generale, per grandi linee, è questa in fondo l’intelligenza collettiva»

Il concetto ha molto a che fare con la comunità di cui ci siamo finora occupati:

«[…] l’etica dell’intelligenza collettiva consiste appunto nel riconoscere alle persone l’insieme delle loro qualità umane, e fare in modo che esse possano condividerle con altri per farne beneficiare la comunità. Quindi mette l’individuo al servizio della comunità – ma per fare questo bisogna permettere all’individuo di esprimersi completamente –, e al tempo stesso la comunità al servizio dell’individuo, poiché ogni individuo può fare appello alle risorse intellettuali e all’insieme delle qualità umane della comunità» [Lévy, 2002, 11]. La blogosfera è uno dei contesti per la formazione, il funzionamento e la

produzione di risultati dell’intelligenza di molti umani:

«Il problema dell’intelligenza collettiva consiste nello scoprire o nell’inventare un al di là della scrittura, qualcosa che si collochi oltre il linguaggio in modo che il trattamento dell’informazione sia distribuito ovunque e ovunque coordinato e non sia più prerogativa di organi sociali separati, ma si integri in maniera naturale nella totalità delle attività umane, in modo da tornare nelle mani di ognuno. Chiaramente, questa nuova dimensione della comunicazione dovrebbe permetterci di condividere le nostre conoscenze e di segnalarcele reciprocamente, cosa che

Page 49: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

49

rappresenta il presupposto basilare dell’intelligenza collettiva» [Lévy, 2002, 20-21].

Già qualche anno dopo Lévy aggiunge come suggestioni alcuni degli elementi che

già iniziamo a ritrovare nel web dei nostri anni:

«Molti di noi già partecipano allo scambio di idee, informazioni e servizi che avviene on-line. Noi prendiamo parte ad un dialogo che avviene in comunità virtuali ospitate da una rete mobile e continuamente riconfigurata. Presto ognuno di noi avrà il proprio sito web. In una manciata di anni ci avvalleremo di avatar o angeli digitali, capaci di discutere autonomamente fra loro, per inserire la nostra memoria, i nostri progetti e sogni nel cyberspazio. Ogni individuo, ogni gruppo ogni forma vivente o oggetto diverrà il proprio medium, emettendo dati e interpretandoli in una forma di comunicazione la cui trasparenza e ricchezza sarà stimolata tramite il confronto» [Lévy, 2001].

De Kerchkove49, rimanendo nell’alveo del concetto, ha individuato quella che

ritiene una forma di organizzazione interna e che chiama “intelligenza connettiva”.

Questa si basa sulla connessione da persona a persona all'interno di una rete molto

specifica.

49 In http://www.mediamente.rai.it/home/bibliote/intervis/d/dekerc05.htm.

Page 50: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

50

CAPITOLO SECONDO

LA BLOGOSFERA E I BLOG

1. Definizioni di blog

Blog è la forma contratta del portmanteau weblog, proviene dalle due parole web

e log50 e letteralmente significa registro cronologico di ciò che avviene, riportato sul

web. Un blog è un sito web che, riprendendo alcuni aspetti del diario cartaceo e

beneficiando della multimedialità, contiene testi, foto, video e collegamenti organizzati

in ordine cronologico inverso (dal più recente al meno recente) e aggiornati di

frequente. Non tutti gli elementi elencati devono essere necessariamente presenti. Altre

caratteristiche largamente diffuse (e per molti versi identificative) sono la presenza di un

collegamento permanente (permalink) al singolo “articolo” (post), la presenza dei feed

RSS (un popolare formato di interscambio che rende possibile l’accesso ai contenuti del

blog anche non accedendo al sito vero e proprio) e la presenza di un archivio.

La definizione di che cosa sia un blog è difficoltosa poiché studiosi diversi

pongono l’accento su aspetti del fenomeno differenti giungendo a conclusioni diverse.

Probabilmente, parafrasando Dave Winer, si continuerà a discutere su che cosa sia un

blog finché esisteranno i blog [Winer, 2007].

Quando parliamo di blog assumiamo prospettive diverse da cui discendono

definizioni diverse.

■ Tecnica

Il blog è un content management system51/piattaforma e il suo output. Un

content management system (CMS) è un software che sovrintende alla

creazione, all’organizzazione, all’impaginazione, all’indicizzazione e alla

veicolazione di contenuti. La diffusione dei content management system ha

permesso all’utente di bypassare la scrittura del codice necessario al

funzionamento di un sito web, agevolando la pubblicazione dei contenuti52.

50 Un log è un registro degli eventi che si verificano su un server o in un software. Viene generalmente utilizzato per monitorare l’attività degli stessi. Letteralmente significa traccia. 51 Tra le caratteristiche tipiche di un CMS vi sono l’importazione e la creazione di documenti e materiale multimediale, l’identificazione di utenti e dei loro permessi, la scelta delle caratteristiche della presentazione dei contenuti, la pubblicazione di contenuti ecc. 52 Tra i CMS per blog si può distinguere tra piattaforme su siti che permettono di aprire e gestire un blog e CMS stand-alone che si possono installare su server di proprietà. Della prima categoria (a volte con alcuni servizi a pagamento) fanno parte Blogger (http://www.blogger.com/), Blogdrops

Page 51: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

51

■ Editoriale

Il blog è un format per le informazioni. Consiste in una sequenza di brevi

articoli in ordine cronologico inverso. Il format presenta una peculiarità,

cioè il fatto che le informazioni sono raggruppate per persona [Granieri,

2005, 30], per autore.

■ “Diaristica”

Si tratta di una prospettiva insidiosa. Spesso i giornalisti si riferiscono ai

blog come “diari”, sottintendendo un legame con i diari tenuti dagli

adolescenti. Blogger53, una delle piattaforme più diffuse, nella prima pagina

del tour guidato riservato a chi si iscrive definisce il blog «diario

personale54». È vero che la maggioranza dei blog contengono testi che fanno

riferimento alla vita privata di chi lo gestisce, eppure vi sono delle

differenze. I diari cartacei sono ordinati in ordine cronologico, i blog in

ordine cronologico inverso; inoltre i diari cartacei sono prevalentemente

privati, i blog prevalentemente pubblici. La definizione del blog come diario

appare più appropriata se il diario è inteso nel senso intellettuale [Granieri,

2005, 28], annotazione dies per dies di ciò che transita per l’intelletto

dell’autore.

■ Psicologica

Il blog è una tecno-psicologia [De Kerckhove in Granieri, 2005, VII]. De

Kerckhove intende per tecno-psicologia una «tecnologia che emula, estende

o amplifica le funzioni senso motorie, psicologiche e cognitive della mente»

[De Kerckhove, 1995, 22]. Questa visione è simile a quella di studiosi della

comunicazione mediata dal computer come Spears e Lea. Queste

caratteristiche contribuiscono alla natura "iperpersonale" della CMC, cui si

adatta la descrizione del comportamento in Rete fornita da Spears e Lea

(http://www.blogdrops.com/, già Bloggers.it), Excite Blog (http://blog.excite.it/), Il Cannocchiale (http://www.ilcannocchiale.it/), Io Bloggo (http://www.iobloggo.com/), Libero Blog (http://digiland.libero.it/blog/), myBlog.it (http://www.myblog.it/), Splinder (http://www.splinder.com/), Tiscali Blog (http://blog.tiscali.it/), Windows Live Spaces (http://spaces.live.com/) ecc. Della seconda categoria fanno parte dBlog (http://www.dblog.it/) e Drupal (http://drupal.org/). Alcuni CMS/piattaforme sono disponibili in entrambe le modalità, come MovableType (http:www.movabletype.com/ e http://www.movabletype.org), TypePad (http://www.typepad.com/) e WordPress (http://www.wordpress.com/ e http://www.wordpress.org). 53 http://www.blogger.com/ 54 http://www.blogger.com/tour_start.g

Page 52: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

52

(1992): esso sarebbe «like ordinary behaviour, only more so» [Spears - Lea,

1992, 58].

■ Reticolare

Il blog è parte di un conversational network [Granieri, 2005, 45], un nodo in

un sistema di contenuti [Granieri, 2005, 36], «un’applicazione del network

sociale che rappresenta l’elemento singolo del sistema sociale:

l’individuo55».

Halavais, mediando tra contenuti e aspetti tecnici, ha affermato che «l’unico

elemento apparentemente vitale nel weblogging è un forum pubblico (il

World Wide Web) in cui i blogger sono capaci di associarsi e auto-

assemblarsi in gruppi. L’attrazione per il weblogging ha meno a che fare

con il software coinvolto e ha più a che fare con i tipi di gruppi sociali che

emergono dalle interazioni tra i weblog e i loro autori» [Halavais in Weiss et

al., 2006, 52].

■ “Umana”

L’essenza del blog sarebbe la “voce” del suo autore, il blog sarebbe «the

unedited voice of a person56», non la sua forma né il suo contenuto.

Scoble57, blogger notissimo negli Stati Uniti per aver iniziato a scrivere quando

lavorava per Microsoft (contribuendo al miglioramento della reputazione dell’azienda e

alla diffusione di forme di corporate blogging), inverte il problema citando Dwight

Silverman (e cinque punti che renderebbero un blog migliore di un sito web qualunque):

1. semplicità di pubblicazione;

2. rinvenibilità;

3. conversazionalità;

4. linkabilità;

5. disponibilità di feed;

e termina scrivendo

«se non hai queste cinque cose non puoi chiamare la tua roba blog».

55 Peter Kaminski in http://peterkaminski.com/archives/000219.html. 56 Dave Winer in http://www.scripting.com/2007/01/01.html#theUneditedVoiceOfAPerson 57 In http://scobleizer.com/2006/05/17/a-blog-is-not-a-blog-unless/.

Page 53: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

53

2. Blog e tassonomie

Nella permanenza di una difficoltà di definizione di quella che sarà la nostra unità

d’analisi cercheremo di ipotizzare alcune tassonomie per i blog esistenti. Le tassonomie

si basano sui contenuti e ciò non sempre è corretto nel nostro contesto, dato che si ha a

che fare con un oggetto in cui le informazioni sono spesso raggruppate per persona

(autore del blog) piuttosto che per contenuti. Tuttavia è possibile rinvenire alcuni criteri

e tentativi di classificazione.

Classificazione dei blog secondo i contenuti:

■ linklog, contenenti prevalentemente o esclusivamente link ad altre risorse

presenti online su altri siti;

■ sketchblog, contenenti prevalentemente o esclusivamente disegni;

■ photoblog o fotoblog, contenenti prevalentemente o esclusivamente

fotografie58;

■ videoblog o vlog, contenenti prevalentemente o esclusivamente video;

■ microblog59, contenenti brevi post, aggiornabili e fruibili con strumenti

diversi (ad esempio i telefoni cellulari),

■ tumblelog, contenenti brevi post e un mix di contenuti multimediali,

utilizzati prevalentemente come equivalenti dei block note, ma online60.

Classificazione dei blog secondo i media utilizzati per la pubblicazione:

■ moblog (da mobile + blog), aggiornati prevalentemente o esclusivamente

attraverso il telefono cellulare o altri dispositivi mobili, come i palmari.

Classificazione dei blog secondo il tema:

■ k-log (da knowledge + blog), contenenti informazioni, practice e, in genere,

conoscenza relativa a un’impresa e destinati prevalentemente a un’audience

interna, spesso disponibili su una intranet;

58 Cfr. anche http://wiki.photoblogs.org/wiki/What_is_a_Photoblog. Piattaforme tipiche sono Flickr (http://www.flickr.com/), acquistata da Yahoo! e Buzznet (http://www.buzznet.com/). 59 Alcuni esempi di piattaforme sono twitter (http://www.twitter.com/), Jaiku (http://www.jaiku.com/) e Pownce (http://www.pownce.com/). Cfr. Akshay Java - Tim Finin - Xiaodan Song - Belle Tseng, Why We Twitter: Understanding Microblogging Usage and Communities in http://ebiquity.umbc.edu/_file_directory_/papers/369.pdf. 60 Il primo tumblelog, nato nel 2005, dovrebbe essere Anarchia (http://www.anarchaia.org/) di Christian Neukirchen. Il termine tumblelog è stato usato per la prima volta ad aprile del 2005 (http://redhanded.hobix.com/inspect/tumbleloggingAssortedLarvae.html). Cfr. anche Kottke, 2005. Una delle piattaforme più diffuse è Tumblr (http://www.tumblr.com/).

Page 54: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

54

■ corporate o business blog, contenenti informazioni relativa a un’impresa e/o

ai suoi prodotti e/o ai suoi servizi e destinati ai media e ai clienti;

■ travelog (da travel + blog), contenenti resoconti di uno o più viaggi;

■ urban blog o blog locali61, contenenti post che riguardano località, città,

paesi, quartieri, vie ecc.

Altre classificazioni

■ splog (da spam + blog), contenenti informazioni commerciali invasive,

contenuti generati automaticamente o copiati sistematicamente altrove,

offerte che violano la legge e/o utilizzati per posizionare siti sui motori di

ricerca62;

■ flog (da fake + blog), utilizzati a volte da imprese che fingono di essere

comuni utenti, adottano il format ma non le dinamiche, simulando la

discussione, l’attenzione e/o il gradimento relativo al proprio brand e/o a

prodotti e/o servizi. Tra i casi che hanno suscitato clamore ci sono stati

quelli relativi ai flog della catena americana Wal-Mart, di Captain Morgan,

di Sony (per PSP) e di McDonald’s63.

61 Negli Stati Uniti sono nati due grossi network di urban blog, quello di Gothamist LLC (http://www.gothamistllc.com/) con i blog di Austin, Chicago, Washington, New York, Los Angeles, Philadelphia, Seattle, Sam Francisco, Boston, Houston, Londra, San Paolo, Shangai e Toronto e Metroblogging (http://www.metroblogs.com/) con i blog di Atlanta, Austin, Boston, Chicago, Dallas, Denver, Detroit, Hawaii, Houston, Los Angeles ,Miami, Minneapolis, Montreal, Nashville, New Orleans, New York City, Orange County, Orlando, Philadelphia, Phoenix, Pittsburgh, Portland, Sacramento, San Francisco, San Jose, Seattle, Toronto, Vancouver, Washington D.C., Rio de Janeiro, Bangalore; Bangkok, Chennai, Dubai, Hyderabad, Islamabad, Karachi, Kuala Lumpur, Lahore, Manila, Mumbai, Singapore, Tokyo, Auckland, Melbourne, Berlino, Birmingham, Dublino, Graz, Istanbul, Londra, Parigi, Vienna e persino Azeroth (il mondo principale del videogame multiplayer World of Warcraft). In Italia esiste qualche esperimento per Roma (http://www.02blog.it/) e Milano (http://www.02blog.it/) all’interno del network Blogo, l’esperimento Blogcity (http://www.blogcity.it/), che sembra in fase di involuzione, con i blog di Ancona, Ascoli Piceno, Macerata e Pesaro Urbino e il recente Blogolandia (http://www.blogolandia.it/) con i blog di Adria, Agrigento, Anagni, Aosta, Ascoli Piceno, Bologna, Boscoreale, Castelfranco Veneto, Ferrara, Ivrea, Mazzano Romano, Milano, Molfetta, Napoli, Padova, Palermo, Roma, Rovigo e San Benedetto del Tronto. Ci sono anche esempi indipendenti, tenuti da singoli o da più autori, come Rosalio a Palermo (http://www.rosalio.it/), Piazzablog nel terzo municipio di Roma, SanpaBlog nel quartiere di San Paolo a Torino (http://www.sanpablog.it/), Condominio di via del Pesciolino da un condominio a Firenze (http://pesciolino.wordpress.com/) ecc. Una lista di urban blog italiani è presente in http://www.axellweb.com/?page_id=18. 62 Sugli splog cfr. Kolari et al., 2006. 63 L’agenzia Edelman ha creato nel 2006 per Wal-Mart i blog Wal-Marting across America (http://www.walmartingacrossamerica.com/), Working Families for Wal-Mart (http://www.forwalmart.com/) ed Exposing Wal-Mart's Paid Critics (http://www.paidcritics.com/), contenenti post non firmati e che si ponevano come non collegati alla catena; gli utenti sono riusciti a smascherarli costringendo Richard Edelmann a porgere le scuse pubblicamente. Captain Morgan aveva creato un flog per il suo rum. Per Natale 2006 l’agenzia Zipatoni aveva creato un videoblog per la PlayStation Portable di Sony (http://www.alliwantforxmasisapsp.com/blog/) spacciando come editore tale Charlie, hip-hopper e artista; Sony ha ammesso il falso. McDonald’s aveva lanciato nel 1995 un falso blog (http://lincolnfry.yahoo.com/) durante il Super Bowl con la finta storia di una coppia che trova una

Page 55: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

55

In passato si erano cimentati con la definizione di una tassonomia dei blog diversi

studiosi.

Rebecca Blood, che gestisce un blog molto noto64, ha proposto una distinzione tra

filtri, journal e notebook [Blood, 2003, 8-11] ripresa in Italia acriticamente da Roversi

[2004, 223-226]. I filtri conterrebbero prevalentemente link a siti che si sono incontrati

nella navigazione e commenti dell’autore; i journal sarebbero simili a “diari” ma

pubblici, con post legati alla vita privata dell’autore; i notebook consisterebbero di saggi

e commenti più estesi, sia privati che non.

Herring e altri [in Tremayne (a cura di), 2006] hanno posto su un continuum

ideale della comunicazione mediata dal computer quattro tipi di blog: journal, blog

tematici, filtri e blog misti. A un estremo di trovano le pagine web statiche in cui la

comunicazione procede da uno a molti, all’altro varie forme di comunicazione mediata

dal computer asincrona, come le e-mail e l’instant messaging, con contenuti aggiornati

regolarmente e un flusso comunicativo bidirezionale. I quattro tipi derivano dalla

posizione in cui si trovano nel continuum.

Krishnamurthy [2002] utilizza un quadrante multidimensionale in cui colloca

diversi tipi di blog. L’asse delle ascisse va da un estremo relativo all’individuo a un

estremo legato alla comunità, l’asse delle ordinate va da un estremo tematico a un

estremo personale.

patatina fritta con un profilo simile a quello del presidente Abramo Lincoln, la “Lincolnfry”; smascherato anche questo, che aveva anche commenti finti. 64 http://www.rebeccablood.net/

Page 56: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

56

Figura 1 - Dimensioni dei blog secondo Krishnamurthy

I blog possono essere disposti su questi assi e sono:

§ diari online (personali, scritti da un individuo);

§ gruppi di supporto (personali con più soggetti che contribuiscono);

§ commentari (tematici, scritti da un individuo);

§ con contenuti di gruppi (tematici e redatti da una comunità).

Una classificazione recente avanzata da Schaap divide i blog in linklog e lifelog:

«[…] ci sono "linklog" e "linkdump" riempiti da coloro i quali si autodefiniscono "linklogger" o "linkdumper." Dall’altra parte, ci sono "lifelog" che sono scritti da "lifelogger." I linkdumper sono noti per postare principalmente link ad altri siti web, generalmente accompagnati da un titolo e un breve commento dell’autore, mentre i “lifelogger" postano principalmente della loro vita personale e le esperienze di tutti i giorni» [Schaap, 2005]65.

Molto suggestiva è la distinzione proposta da Giorgio Nova66, che distingue tra

«cacciatori» («quelli che esplorano la rete - la selva delle informazioni - e portano a

65 Schaap si riferisce alla blogosfera olandese, ma si può generalizzare. 66 http://falsoidillio.splinder.com/post/32422/

individuo comunità

personale

tematico

Diari online Gruppi di supporto

Contenuto di gruppo Commentari

Page 57: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

57

casa le loro prede informative»), «tessitori» («più portati ad aggregare informazioni

diverse, a costruire trame, a fare tessuto, chi tra le informazioni, chi tra i blog»),

«sciamani» (che «hanno poteri superiori e di guarigione: in sintesi sono coloro che sono

in grado di costruire trame e tessuti sulla base di limitatissimi dati di partenza») e

«accampamenti» («sono i luoghi da cui partiamo», cioè blog sui blog).

Un’altra tassonomia è possibile per i post67:

■ istruttivi

contengono istruzioni su come fare qualcosa, spesso scritti da esperti;

■ informativi

sono molto diffusi e forniscono informazioni su un tema; spesso si

rivolgono a nicchie e hanno effetti di fidelizzazione;

■ recensioni

rivolte a chi cerca informazioni su Internet finalizzate all’acquisto o

all’utilizzo di un prodotto o di un servizio;

■ liste

relative ad argomenti disparati;

■ interviste;

■ case study;

■ profili

(simili ai case study ma relative a persone in particolare);

■ raccolte di link

forma tipica dei primi blog e sempre in voga, le raccolte sono spesso

corredate dai commenti e dai suggerimenti di chi le compila;

■ post di “risoluzione di problemi”

relativi a un prodotto e/o a un servizio;

■ confronti tra due opinioni/prodotti/servizi;

■ declamazioni;

■ ispiratori

post che hanno il fine di ispirare o motivare, storie di successo, visioni del

futuro ecc.;

■ ricerche

resoconti, risultati di ricognizioni online e/o offline ecc.;

67 Cfr. http://www.problogger.net/archives/2005/11/29/20-types-of-blog-posts-battling-bloggers-block/

Page 58: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

58

■ post di collazione

combinano ricerche e raccolte di link, brevi citazioni ecc. su un tema;

■ previsioni e recensioni

ad esempio a inizio o a fine anno;

■ post critici;

■ dibattiti;

■ post ipotetici

rispondono alla domanda “che cosa sarebbe accaduto se…?” analizzando le

possibili implicazioni di un avvenimento;

■ satirici o parodie;

■ meme68 e progetti

con fini di diffusione di un’idea o di un progetto.

3. Struttura del blog

Anche per ciò che riguarda la struttura tipica del blog non esiste unanimità tra gli

studiosi. Il minimo comun denominatore di un blog sarebbe la presenza di post in ordine

cronologico inverso.

In linea di massima i post presentano elementi non imprescindibili e mutevoli. Gli

elementi generalmente presenti sono:

■ il titolo

il singolo post viene identificato da un titolo, spesso ad effetto e spesso

congegnato in modo da permettere una indicizzazione ottimale sui motori di

ricerca; il nesso dipende dal fatto che diversi CMS utilizzano il titolo per

creare l’indirizzo permanente del post69;

■ il contenuto

il post contiene in genere prevalentemente o esclusivamente testo ma può

contenere prevalentemente o esclusivamente foto, audio, video ecc.; il testo

68 Il termine meme è stato coniato da Richard Dawkins nel libro Il gene egoista. Con assonanze con la parola gene e con la parola greca μίμημα (imitazione, copia), indica qualcosa trasmissibile ad altri come unità. Alcuni esempio sono tecnologie, canzoni, barzellette, poesie, filastrocche, ideologie, “tormentoni” e, nel nostro caso, struttura di un post. Sull’argomento cfr. http://www.guardian.co.uk/science/2000/aug/10/technology/, http://www.onedegree.ca/2006/07/31/the-meme-epidemic-a-case-study, http://pespmc1.vub.ac.be/Conf/MemePap/Marshall.html, http://pespmc1.vub.ac.be/Papers/Memesis.html, http://www.memevote.com/, http://www.ultimatememedatabase.com/ e Adar et al., 69 L’identificativo del post in questo caso è detto slug.

Page 59: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

59

è generalmente breve ma può presentarsi in forme particolarmente contratte

o estese, spesso utilizzate come caratteristiche per la classificazione del

blog;

■ la data e/o l’ora della pubblicazione;

■ l’autore;

■ il permalink

parola derivante da permanent + link, cioè collegamento permanente;

permette di rintracciare un post e di riferirsi a esso in qualunque momento e

indipendentemente dalla posizione che assume nel blog, cioè anche se e

quando finirà per essere archiviato.

Altri elementi del post possono essere:

■ la categoria

per facilitare la consultazione del blog, l’archiviazione dei contenuti e la

ricerca degli stessi, i post possono essere organizzati tassonomicamente in

categorie;

■ i commenti70

è un argomento particolarmente dibattuto [Arrington, 2006] quello della

possibilità di chiamare blog un format che non permetta ai lettori di lasciare

dei commenti; una soluzione ragionevole sarebbe quella per cui un blog, a

prescindere dalla possibilità di commentare (che a volte, comunque, non

garantisce un dialogo con il blogger, come avviene ad esempio sul blog di

Beppe Grillo71);

■ i tag

un tag è una parola chiave, un’etichetta che identifica il contenuto del post;

se ne possono utilizzare diversi per facilitare la consultazione del blog,

70 Sui commenti sui blog cfr. Mishne - Glance, 2006. 71 Il blog del comico Beppe Grillo (http://www.beppegrillo.it/) è considerato uno dei più importanti blog italiani e mondiali. Technorati (dato all’8 febbraio 2008; http://www.technorati.com/pop/) gli attribuisce la nona posizione quanto ad authority nel mondo; Wikio (http://www.wikio.it/) la quinta posizione in Europa (dati comunicati da Wikio e non disponibili online) e la prima in Italia (dato relativo a gennaio 2008; http://www.wikio.it/blogs/top/); BlogItalia la prima posizione in Italia (dato al 3 febbraio 2008; http://www.blogitalia.it/classifica_technorati.asp) e BlogBabel la prima posizione in Italia (dato all’8 febbraio 2008; http://it.blogbabel.com/metrics/). Pur avendo avuto il pregio di facilitare presso i media mainstream la conoscenza dello strumento sulle pagine del blog alcune dinamiche tipiche dello strumento appaiono distorte. Grillo non linka quasi mai altri blog, non interagisce quasi mai con i commentatori (queste due caratteristiche forse spiegano perché sia assolutamente marginale nell’analisi di rete della blogosfera italiana che ho condotto, come si noterà nel capitolo dedicatogli) e il numero di commenti, oltre al fatto che spesso gli stessi esulano dal tema del post in cui si trovano, rende pressoché impossibile per i commentatori seguire la discussione.

Page 60: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

60

l’archiviazione dei contenuti e la ricerca degli stessi; l’uso dei tag, la cui

pratica è detta folksonomy, ha permesso la creazione di servizi che uniscono

contenuti provenienti da piattaforme diverse che hanno in comune lo stesso

tag; alcuni problemi provengono dall’assenza di standard per i tag

(singolare, plurale, case sensitivity ecc.), problemi di disambiguità dei

termini, errori di ortografia, utilizzo di schemi di tagging personalizzati per

certi utenti ecc.;

Figura 2 - Uso dei tag nei post tracciati da Technorati72

■ i trackback e/o i pingback

il trackback73 è un sistema ideato da Six Apart74 che permette di inviare dal

proprio blog, un segnale, chiamato ping, a un altro sito web capace di

elaborarlo (in genere un altro blog) per notificare che è stato creato un link a

quel sito o che è stato pubblicato un commento relativo ad un argomento

trattato su quel sito; funzionamento e finalità simili sono quelle del

72 Fonte: http://www.sifry.com/alerts/archives/000493.html 73 Cfr. http://www.sixapart.com/pronet/docs/trackback_spec/ 74 http://www.sixpart.com/

Page 61: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

61

pingback75, ideato da Stuart Langridge e Ian Hickson. Mai diffusosi

massicciamente, il trackback sembra ormai quasi in disuso per via della

nascita dei meme-tracker76, servizi che permettono di monitorare la

discussione anche se questa si svolge su siti diversi;

■ le blog reaction di Technorati

un codice JavaScript estrapola dal sito www.technorati.com eventuali link

ricevuti dal post e li mostra collegandosi alla pagina che li elenca nel

dettaglio; in qualche modo è un servizio che sostituisce i trackback;

■ oggetti che facilitano la segnalazione sui siti di social bookmarking77

in genere uno o più pulsanti che facilitano la pubblicazione del post al fine

di aumentarne la diffusione.

Nella struttura dei blog si trovano generalmente anche:

■ la testata

grafica e/o testuale, riporta il nome del blog;

■ la tagline

cioè una frase che specifica in genere l’oggetto del blog e/o fa da

complemento al nome;

■ la sidebar

barra laterale, a una o più colonne e con contenuti molto eterogenei.

Altri elementi del blog possono essere:

■ i feed RSS

si tratta di documenti che permettono l'interscambio dei contenuti (parziali o

completi) di un blog con altri blog, siti e applicazioni, come i feed

aggregator o news aggregator; i più diffusi formati di feed, basati su

XML78, sono RSS79, RDF80 e Atom; sono indicati da un'icona generalmente

75 Cfr. http://hixie.ch/specs/pingback/pingback 76 Tra i meme-tracker più noti vi sono http://www.technorati.com/, http://www.wikio.com/ e http://it.blogbabel.com/. 77 I servizi di social bookmarking permettono di raccogliere link e/o di segnalare e votare link interessanti. Alcuni tra i più noti sono del.icio.us (http://del.icio.us/, ora di proprietà di Yahoo!) e digg (http://www.digg.com/) e gli italiani OKNOtizie (http://oknotizie.alice.it/) e Segnalo (http://segnalo.alice.it/). 78 Acronimo di eXtensible Markup Language. 79 Acronimo di RDF Site Summary o Really Simple Syndication o Rich Site Summary. 80 Acronimo di Resource Description Framework.

Page 62: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

62

color arancio o dalla scritta syndicate; molti blog utilizzando FeedBurner81

per la gestione del proprio feed;

Figura 3 - Icone dei feed RSS

Figura 4 - Esempio di feed

■ gli archivi

pagine in cui vengono sistemati i post meno recenti quando escono dalla

homepage; generalmente possono essere navigati per data e categoria, ma

anche per tag e/o attraverso un calendario cliccabile e/o un motore di ricerca

interno che facilitano la navigazione a ritroso e la ricerca dei post;

■ il blogroll82

elenco dei link ad altri siti o blog; il blogroll può essere utile per

visualizzare il cluster all’interno del quale si trova il blog, esiste un

81 http://www.feedburner.com/, acquisito da Google a maggio del 2007. 82 Il primo blogroll è stato la lista di link di blog simili al suo che J.J.Garrett inviò nel 1998 a Cameron Barret di Camworld (http://www.camworld.com/) che la incollò sulla colonna laterale. Visitando oggi il blog si trova il titolo “The original blogroll”.

Page 63: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

63

microformato (XFN83) che permette di aggiungere informazioni sociali ai

link e di specificare il legame che esprime, purtroppo l’adozione non è

massiccia;

■ la tag cloud84

è una modalità di visualizzazione dei tag usati nel blog in cui la dimensione

dei caratteri dei singoli tag è proporzionale all’utilizzo; i tag più utilizzati

hanno una dimensione maggiore e viceversa;

Figura 5 - Tag cloud tratta da www.flickr.com

■ i web widget85

parti di codice preposte alla visualizzazione di output (testo, immagini,

grafici, statistiche, numeri ecc.), generalmente non statico, legato al blog e/o

al suo autore e/o al suo argomento;

83 Acronimo di XHTML Friends Network; attraverso un attributo “rel” è possibile specificare dettagli relativi ad amicizia (valori acquaintance e friend), fisicità (valore met), rapporto professionale (valori co-worker e colleague), geografia (valori co-resident e neighbor), famiglia (valori child, parent, sibling e spouse) e relazione (valori muse, crush, date e sweetheart); cfr. http://gmpg.org/xfn/ 84 Un sinonimo utilizzato è weighted list. 85 Altre denominazioni sono gadget, badge, module, capsule, snippet, mini e flake. Alcune tecnologie utilizzate per il funzionamento dei widget sono Adobe Flash, Windows Media Player, Microsoft Silverlight e il formato XML. Cfr. http://www.widgets-gadgets.com/2007/08/what-is-web-widget.html, http://www.msnbc.msn.com/id/16329739/site/newsweek/ e http://www.readwriteweb.com/archives/widgets_are_the.php.

Page 64: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

64

Figura 6 - Funzionamento dei web widget

■ gli antipixel86

immagini delle dimensioni standard87 che mostrano informazioni e

collegano a pagine interne o esterne al blog;

86 Il nome proviene dal blog Antipixel (http://www.antipixel.com/) di Jeremy Hedley che ne pubblicò alcuni il 22 ottobre 2002 (cfr. http://www.antipixel.com/blog/archives/2002/10/22/steal_these_buttons.html). Una ricca galleria è disponibile all’indirizzo http://gtmcknight.com/buttons/. 87 80 × 15 pixel.

Page 65: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

65

Figura 7 - Antipixel

4. Cronologia del blog

Il fenomeno del blogging è relativamente recente. Il primo weblog così chiamato

comparve probabilmente nel 1997: il 17 dicembre Jorn Barger88 rese nota, in alcuni

gruppi di discussione, la sua iniziativa di cominciare a tenere un log pubblico che

raccogliesse brevi commenti giornalieri sulle sue navigazioni. In realtà il primato è

contestato e alcuni lo attribuiscono a Tim Berners-Lee, padre del world wide web89 con

la sua pagina del 1992 “What’s new on the WWW”.

In Italia i primi blog cominciarono ad aprire probabilmente nel 2000.

Nel 1997 Userland, compagnia di Dave Winer (che apre anche Scripting News90),

inizio il rilascio di Frontier, Manila e Radio Userland, primi CMS per i blog91.

Nel 1999 Peter Merholz92 propose la versione contratta del termine poi divenuta

di uso comune: blog.

Dal 1999 in poi nascono dei siti che permettono di realizzare i blog senza

specifiche competenze, come Blogger93.

A gennaio del 2000 nasce boingboing94, uno dei blog più linkati nel mondo.

88 http://www.robotwisdom.com/ e in particolare http://www.robotwisdom.com/log1997m12.html. 89 Altri “proto-blog” sono la “What's New list of sites” (http://archive.ncsa.uiuc.edu/SDG/Software/Mosaic/Docs/old-whats-new/whats-new-0693.html) di NCSA, “What’s new!” (http://wp.netscape.com/home/whatsnew/) di Netscape e “Justin's Home Page” (http://www.links.net/) di Justin Hall. Anche Dave Winer sembra annoverarsi tra i primi, cfr. http://www.scripting.com/2000/10/14.html. 90 http://www.scriptingnews.com/ 91 La nascita di CMS dedicati sarebbe un tratto distintivo e differenziatore tra blog e web diary [Fujiki - Nanno - Okumura, 2005]. 92 http://www.peterme.com/ Peter aveva proposto anche di pronunciare il termine diversamente: “wee-blog”, cioè “we blog”, noi blogghiamo. 93 Blogger è stato lanciato ad agosto del 1999 da Pyra Labs, società di Evan Williams e Meg Hourihan poi acquisita da Google nel febbraio 2003. Il primo web tool gratuito per i blog era stato Pitas (http://www.pitas.com/, poi http://www.diaryland.com/) di Andrew Smales a luglio del 1999. Altri siti simili erano Open Diary (http://www.opendiary.com/; lanciato formalmente alla fine del 1998) e Live Journal (http://www.livejournal.com/).

Page 66: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

66

A febbraio del 2002 Heather Armstrong viene licenziata per aver scritto su

Dooce95, il suo blog, di vicende relative ai colleghi di lavoro96. “Dooced” diventa un

verbo che significa “licenziato perché bloggava”. Altri casi seguiranno negli anni.

Nell’agosto del 2002 Nick Denton lancia Gizmodo97, primo blog del network di

nanopublishing Gawker Media98. Nello stesso mese Blogads99 lancia il primo network

pubblicitario per blog.

A novembre del 2002 nasce Splinder, una delle piattaforme italiane più note.

A dicembre del 2002 il blog Talking Points Memo100, uno dei blog politici più

letti curato da Josh Marshall, giornalista liberale, riprende una notizia101 che era passata

in sordina sui media americani relativa a Trent Lott, leader dei Repubblicani al Senato.

Lott, in occasione del centesimo compleanno di Strom Thurmond (che nel 1948 si era

candidato alle presidenziali con un partito segregazionista), aveva pronunciato un

discorso razzista. Andrew Sullivan102 e David Frum di National Review, vicini ai

repubblicani, chiedono le dimissioni e lo stesso Bush prende le distanze da Lott che è

costretto a dimettersi103.

A marzo del 2003 Where is Raed?104 di Salam Pax, un blogger iracheno, diventa

famoso in tutto il mondo in occasione della guerra in Iraq.

A settembre del 2003 Jason Calacanis fonda con Brian Alvey il network di

nanopublishing Weblogs, Inc.105.

Nel 2004 “blog” è la parola dell’anno secondo Merriam-Webster. Ad aprile 2004

in Italia nasce BlogItalia106, la directory italiana dei blog. A novembre nasce Blogo107, il

primo network di nanopublishing italiano.

94 http://www.boingboing.net/ 95 http://www.dooce.com/ 96 Cfr. http://www.dooce.com/archives/daily/02_26_2002.html e http://www.dooce.com/about.html 97 http://www.gizmodo.com/ 98 Il network, lanciato nel dicembre 2002, comprende attualmente anche i blog Gawker (http://www.gawker.com/), Defamer (http://www.defamer.com/), Wonkette (http://www.wonkette.com/), Idolatro (http://www.idolator.com/), Jalopnik (http://www.jalopnick.com/), Fleshbot (http://www.fleshbot.com/), Kotaku (http://www.kotaku.com/), Deadspin (http://www.deadspin.com/)., Gridskipper (http://www.gridskipper.com/), Consumerist (http://www.consumerist.com/), Valleymag (http://www.valleymag.com/), Lifehacker (http://www.lifehacker.com/) e Jezebel (http://www.jezebel.com/). 99 http://www.blogads.com/ 100 http://www.talkingpointsmemo.com/ 101 Cfr. http://talkingpointsmemo.com/archives/000451.php a cui hanno fatto seguito altri post. 102 http://andrewsullivan.theatlantic.com/ 103 Sul caso Lott e, in genere, sul rapporto tra blog e politica cfr. anche Kline - Burstein, 2006, 3-65; e Drezner - Farrell, 2004. 104 http://dear_raed.blogspot.com/ 105 http://www.weblogsinc.com/; ha compreso fino a 91 blog, a luglio 2007 erano 54. 106 http://www.blogitalia.it/; ad agosto 2007 conta più di 22000 blog registrati.

Page 67: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

67

A maggio del 2005 Macchianera108, il blog di Gianluca Neri, svela109 gli omissis

del dossier americano sulla morte di Nicola Calipari, agente del Sismi ucciso in Iraq

nelle fasi del sequestro della giornalista Giuliana Sgrena. Ne deriva un caso

internazionale che rischia di incrinare i rapporti diplomatici.

A ottobre del 2005 Calacanis vende il network Weblogs, Inc. ad AOL per 25

milioni di dollari. In Italia nasce il network di nanopublishing Blogosfere110.

A luglio del 2006 nasce BlogBabel111, servizio di ranking e poi anche meme

tracker dedicato alla blogosfera italiana. A ottobre del 2006 Dada, “braccio” Internet di

RCS acquista112 per 4,5 milioni di euro Tipic, società titolare del marchio Splinder.

A febbraio del 2007 Dada entra113 in Blogo con una quota del 30% (720000 euro,

con opzione per l’acquisto del 100%). A giugno Il Sole 24 Ore lancia il suo network di

blog (nòva100114) ed entra115 in Blogosfere con una quota del 30% (aumento di capitale

di 771000 euro).

107 http://www.blogo.it/; comprende attualmente 38 blog: 02blog (http://www.02blog.it/), 06blog (http://www.06blog.it/), Artsblog (http://www.artsblog.it/), Autoblog (http://www.autoblog.it/), Benessereblog (http://www.benessereblog.it/), Blogbvoip (http://www.blogvoip.it/), Booksblog (http://www.booksblog.it/), Calcioblog (http://www.calcioblog.it/), Cineblog (http://www.cineblog.it/), Clickblog (http://www.clickblog.it/), Deluxeblog (http://www.deluxeblog.it/), Designerblog (http://www.designerblog.it/), Downloadblog (http://www.downloadblog.it/), Ecoblog (http://www.ecoblog.it/), Englishblog (http://www.englishblog.it/), Eurocarblog (http://www.eurocarblog.com/), Fashionblog (http://www.fashionblog.it/), Finanzablog (http://www.finanzablog.it/), Gadgetblog (http://www.gadgetblog.it/), Gamesblog (http://www.gamesblog.it/), Gossipblog (http://www.gossipblog.it/), Gustoblog (http://www.gustoblog.it/), Happyblog (http://www.happyblog.it/), Melablog (http://www.melablog.it/), Mobileblog (http://www.mobileblog.it/), Motoblog (http://www.motoblog.it/), Motorsportblog (http://www.motorsportblog.it/), Ossblog (http://www.ossblog.it/), Outdoorblog (http://www.outdoorblog.it/), Pinkblog (http://www.pinkblog.it/), Pinkblog (http://www.pinkblog.it/), Queerblog (http://www.queerblog.it/), Softblog (http://www.softblog.it/), Soldiblog (http://www.soldiblog.it/), Soundsblog (http://www.soundsblog.it/), Teleblogo (http://www.teleblogo.it/), Toysblog (http://www.toysblog.it/), Travelblog (http://www.travelblog.it/) e Tvblog (http://www.tvblog.it/). 108 http://www.macchianera.net/ 109 http://www.macchianera.net/2005/05/01/il_rapporto_calipari_senza_omi.html 110 http://www.blogosfere.it/; dichiara 150 blog. 111 http://it.blogbabel.com/ 112 Cfr. http://dada.dada.net/it/press_room/comunicati_stampa/homecontents.php?id=1491 113 Cfr. http://www.blogo.it/post/dada-entra-in-blogoit/ e http://dada.dada.net/it/press_room/comunicati_stampa/homecontents.php?id=1883 114 http://www.nova100.ilsole24ore.com/ 115 http://blogosfere.it/2007/06/il-sole-24-ore-entra-al-30-in-blogosfere.html

Page 68: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

68

5. La blogosfera: definizione e dati

La blogosfera è il sistema di relazioni tra i blog. De Kerchkove ne dà la seguente

definizione:

«[…] la blogosfera è una rete di interazioni intellettuali dirette e navigabili, risultato dell’apporto gratuito, aperto e verificabile delle conoscenze e delle opinioni di molte persone su argomenti di interesse generale e in tempo pressoché reale. Il funzionamento dei blog si basa interamente su queste connessioni. Come l’intelligenza si sviluppano e crescono con l’uso» [De Kerchkove in Granieri, 2005, VIII]. Il termine è stato probabilmente creato ironicamente da Brad L. Graham116 nel

1999 e poi ripreso più seriamente da William Quick117 nel 2001. Questa tela di rapporti

è sottesa alla comunità dei blogger o, meglio, alla loro rete sociale.

I blogger si scambiano collegamenti, si leggono l’un l’altro e spesso danno il via a

discussioni ipertestuali che proseguono di blog in blog. Non di rado le reti che nascono

hanno effetti anche nella vita. A prescindere dalla propagazione degli effetti delle

relazioni nel meatspace (il mondo fisico), il contatto con persone e mondi diversi porta

comunque alla formazione di capitale sociale e crea un vantaggio competitivo. Putnam

ha indicato il contesto delle telecomunicazione e, esplicitamente, Internet come contesto

in cui (in controtendenza) sarebbero in crescita le relazioni sociali [Putnam, 2004, 207-

223], in contrasto (e non è solo, Benkler [2006, 369] parla di Internet come una

«piattaforma per le connessioni umane») con gli “apocalittici” della comunicazione

mediata dal computer118, anche perché:

«il capitale sociale riguarda le reti e Internet è la rete di tutte le reti» [Putnam, 2004, 212] La blogosfera, con le sue caratteristiche che la rendono ambiente strutturato per la

socialità, seconda forse soltanto ai social network119, sarebbe la melior pars della Rete;

e ancora:

«le reti sociali basate sul computer sorreggono legami forti, deboli o di livello intermedio che forniscono informazioni e sostegno sociale sia a relazioni specializzate che ad ampio raggio […] La comunicazione via computer accelera il

116 Cfr. http://www.bradlands.com/weblog/comments/september_10_1999/ 117 http://www.iw3p.com/DailyPundit/2001_12_30_dailypundit_archive.php#8315120 118 Putnam dice chiaramente che le relazioni sociali non si starebbero sgretolando come effetto della nascita di Internet; il processo era già iniziato prima [Putnam, 2004, 211-212] 119 I Social Network Sites (SNS), sono siti che permettono di relazionarsi mostrando la propria rete sociale e anche partecipando con altre persone ad attività comuni utilizzando diversi strumenti come chat, servizi di messaggistica, e-mail, video, condivisione di file, blog, gruppi di discussione ecc. Alcuni esempio sono MySpace (http://www.myspace.com/), Facebook (http://www.facebook.com/), Bebo (http://www.bebo.com/), LinkedIn (http://www.linkedin.com/), Orkut (http://www.orkut.com/) e Friendster (http://www.friendster.com/).

Page 69: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

69

modo in cui le persone operano al centro di comunità limitate, personali, spostandosi rapidamente e con frequenza tra gruppi di relazioni» [Wellman et al., 1996, 213].

Una stima del numero di blog esistenti e attivi120 risulta particolarmente

difficoltosa, poiché non esistono registri ufficiali che li cataloghino. La difficoltà di una

definizione univoca di che cosa sia un blog e la mortalità dei blog rendono ancora più

difficile l’operazione.

Un trend del fenomeno può essere ottenuto riferendosi a Technorati121, un

popularity index (questo era il core iniziale, seppure negli anni si siano aggiunte altre

funzioni) molto diffuso che attualmente traccia 112,8 milioni di blog122. David Sifry,

fondatore di Technorati, pubblica periodicamente uno “stato della blogosfera”

(nell’ultima uscita il nome è cambiato in “stato del live web123”). L’ultimo è stato

pubblicato ad aprile 2007. I blog tracciati da Technorati in tutto il mondo erano più di

70 milioni, 120 mila in più ogni giorno, 1,4 in più al secondo (una parte di questi, tra

3000 e 7000, erano splog).

120 Non c’è unanimità nemmeno sulla periodicità di pubblicazione dei post che dovrebbe avere un blog per ritenerlo attivo. 121 http://www.technorati.com/ 122 Dato aggiornato a febbraio 2008. 123 In http://www.sifry.com/alerts/archives/000493.html. Tutti i rapporti sono disponibili in http://www.sifry.com/stateoftheliveweb/. “World Live Web”, in luogo di Worldwide Web (il celebre WWW), è una definizione di Doc Searls che si definisce al web contemporaneo e in particolare alle sue componenti dinamiche, tecnologiche e comportamentali. Cfr. http://interactive.linuxjournal.com/article/8549

Page 70: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

70

Figura 8 - Trend dei blog tracciati da Technorati

Figura 9 - Nuovi blog per giorno tracciati da Technorati

Page 71: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

71

Figura 10 - Trend dei tempi di raddoppio del numero di blog tracciati da Technorati

Il passaggio da 35 a 70 milioni di blog tracciati da Technorati ha richiesto circa

320 giorni, mentre quello da 5 a 10 milioni ne ha richiesti 180. Alcune flessioni

riguardano più la capacità dello strumento di contrastare la creazione di splog che un

reale trend.

Page 72: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

72

Figura 11 - Nuovi post per giorno tracciati da Technorati

Technorati traccia in media 1,4 milioni di al giorno, più di 58000 per ora (più di

16 al secondo), con picchi legati a eventi di portata mondiale.

Page 73: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

73

Figura 12 - Lingue dei post tracciati da Technorati

Il 37% dei post tracciati è scritto in giapponese, seguito dal 36% in inglese e

dall’8% in cinese. L’italiano ha un 3% e ha superato lo spagnolo.

Page 74: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

74

Figura 13 - Post tracciati da Technorati per ora e lingua

Figura 14 - Post tracciati da Technorati per ora e lingua

Page 75: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

75

Figura 15 - Post tracciati da Technorati per ora e per le quattro lingue maggiori

Spostando l’attenzione sui blogger, gli studi hanno individuato dati contrastanti

circa la differenza di genere: una ricerca di Perseus Development Corporation ha

riscontrato una maggioranza del 56% di blogger donne124, mentre Pew Internet &

American Life Project hanno riscontrato il dato opposto nello stesso anno 2005 (57% di

uomini) [Rainie, 2005] e una sostanziale parità nel 2006 [Lenhart - Fox, 2006, II].

Anche altri studi giungono a conclusioni discordanti sul genere [Herring et al. in

Tremayne, 2006].

Il profilo dei blogger statunitensi tracciato da Pew Internet & American Life

Project [Herring et al. in Tremayne, 2006] riguarda soggetti che hanno meno di

trent’anni nel 54% dei casi125 (il 30% ha un’età compresa tra 30 e 50 anni, il 14% tra 50

e 64 e soltanto il 2% oltre) e che vivrebbero in prevalenza fuori città (36%), il 13% nelle

zone rurali, mentre un terzo vivrebbe nelle aree urbane. Circa la dislocazione

geografica, però, altri studi pervengono a risultati in linea di massima diversi, come

quello di Lin e Halavais [2004] (maggiore concentrazione di blogger nelle aree con

124 Cfr. http://www.perseus.com/blogsurvey/thebloggingiceberg.html. 125 Tale maggioranza viene rilevata anche in http://www.perseus.com/blogsurvey/geyser.html.

Page 76: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

76

maggiore densità e alto status socio-economico126) e di Hurst [2005127]. Anche per

l’Italia, facendo riferimento a dati di BlogItalia, notiamo una ripartizione di blogger per

città che vede in testa i grandi agglomerati urbani: Roma è prima, Milano seconda,

Napoli terza (così come per i dati Istat al 2007128).

Figura 16 - Distribuzione dei blogger negli Stati Uniti d’America [Lin - Halavais, 2004]

126 In particolare i centri economici e culturali tradizionali come Boston, New York, Los Angeles, Chicago, San Francisco e Philadelphia, nuovi centri economici o distretti come la Bay area, Austin, Houston, Atlanta, Orange County, a est di Phoenix (Mesa, Chandler, Tempe), Las Vegas e Portland, i sobborghi e le regioni attorno a grandi città (nel caso di Washington D.C. e Detroit anche più che nelle città stesse) e le zone costiere. 127 Lo studio riguarda gli utenti di Live Journal e di Xanga (http://www.xanga.com/). 128 http://demo.istat.it/

Page 77: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

77

Figura 17 - Distribuzione dei blogger negli Stati Uniti d’America [Hurst, 2005]

Page 78: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

78

Figura 18 - Distribuzione dei blogger iscritti a BlogItalia

Tabella 2 - Prime dieci località per numero di blog iscritti a BlogItalia

Città (e relativa

provincia)

Numero di blog su

BlogItalia.it129

Roma 3581

Milano 2932

Napoli 1450

Torino 1028

Estero130 795

Bologna 733

Firenze 650

Genova 604

Bari 492

Catania 486

Relativamente alla blogosfera italiana e alla profilazione degli utenti non esistono

molti studi, soprattutto ad ampio spettro. Possiamo fare riferimento a dati del 2007

provenienti da Diario aperto, uno studio condotto da SWG in collaborazione con

129 Dati al 25 gennaio 2008. 130 Comunque afferenti alla blogosfera italiana.

Page 79: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

79

Università di Trieste, splinder e Punto Informatico131. L’età media dei blogger italiani è

risultata di 30,7 anni, quella dei lettori di 34,7 anni, il 41% ha un’età compresa fra 25 e

34 anni e di questi il 60,8% è di sesso maschile, mentre il 78,9% degli under 18 e il

51,4% degli utenti fra 18 e 24 anni è di sesso femminile; il 56,5% del totale è composto

da uomini. L'88% possiede un diploma di scuola media superiore o un titolo

universitario o post universitario; il 26% vive in una città con piu' di 250 mila abitanti; il

52,5% lavora e il 31,1% studia. Il 42% dei rispondenti ha cominciato a navigare fra il

1998 e il 2001 (di cui il 51% donne) e il 36% fra il 1992 e il 1997 (tra cui il 71,8%

uomini); l'89,5% dei rispondenti si collega a Internet più volte al giorno. Il 40,3% ha più

di un blog e il 44,6% non usa mai i feed RSS. Il 58,7% legge blog più volte al giorno e il

22,1% almeno una volta al giorno; in una settimana il 31,2% degli intervistati legge

almeno da cinque a dieci blog, (37% nella fascia under 18 e 36,9% in quella compresa

fra 18 e 24 anni); i blog più letti sono diari personali (64,9%), blog di informatica

(48,2%), di politica (44,9%), musica (40,7%) e letteratura (33%) e vengono scelti in

prevalenza per gli argomenti trattati (62%), per la qualità dei contenuti (58,1%), per una

condivisione di interessi (46,5%) o per rapporti di conoscenza e amicizia con l'autore

(30,7%). Il 52,7% commenta ovunque riscontri qualcosa di interessante, il 36% soltanto

su argomenti sui quali ritiene di essere preparato e il 22,9% raramente o mai. Tra i

blogger il 35% ha cominciato tra il 2002 e il 2004, il 23,5% nel 2005 e il 31,4% nel

2006. Il 68,9% scrive di argomenti privati/personali, il 38% di musica, il 30% di amore

e sentimenti, il 32,4% di letteratura, 31,2% di politica, 28,6% di informatica. I

rispondenti erano geograficamente distribuiti come segue: 29,8 nel nord-ovest, 23,6 nel

nord-est, 25,1 al centro, 14,3 al sud e 7,2 nelle isole.

Sono disponibili anche alcuni dati al 18 luglio 2007 dei blogger iscritti a

BlogItalia. Su 20049 (21101 blog) 13721 erano uomini (68,5%) e 6328 donne (31,5%).

338 (1,6%) avevano meno di 14 anni, 2025 (10,1%) 14-18 anni, 3391 (17%) 18-23

anni, 6092 (30,4%) 23-30 anni, 5133 (25,7%) 30-40 anni, 2029 (10,1%) 40-50 anni e

1041 (5,1%) più di 50 anni.

131 Le domande erano state elaborate con il contributo di blogger e lettori di blog previamente interpellati. I questionari utili, somministrati con tecnica CAWI, sono stati 4117 autori e lettori di blog. Il sito è http://www.diarioaperto.it/.

Page 80: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

80

5.1 Dinamiche della blogosfera

Nella blogosfera si manifestano logiche collaborative, concorrenziali per

l’allocazione di risorse (la reputazione, ad esempio) e di influenza. La comunicazione e

l’interazione che avviene al suo interno, attraverso le reti, presenta peculiarità proprie e

affinità con altri processi presenti su Internet.

Granieri [2005, 73-75] ha proposto un modello di comunicazione in cui la

blogosfera viene rappresentata come una sorta di piramide con una base diffusa e

costituita da blogger meno noti e che trattano i temi con minore approfondimento e

propositività e un vertice costituito da «leader cognitivi» [Granieri, 2005, 74]132, spesso

con funzioni di stimolo e di snodo delle informazioni nella rete della blogosfera. Vi

sarebbero principalmente tre flussi comunicativi. Il primo (ascendente) racchiuderebbe

temi lanciati dalla base e ripresi - autorevolmente - dai leader cognitivi; il secondo

(discendente) racchiuderebbe temi proposti dal vertice e ripresi a vari livelli; il terzo

sarebbe trasversale e vedrebbe lo stesso tema propagarsi tra i blog e arricchirsi di

approfondimenti e riflessioni aggiuntive. I flussi comunicativi sono considerati una

forma di capitale sociale da Coleman, in quanto componenti delle relazioni sociali e

facilitatori dell’azione [Coleman, 1998, 95-120]133.

132 Putnam parla di gerarchie «più piatte» online che offline [Putnam, 2004, 214]. 133 Le altre forme indicate da Coleman sono le obbligazioni e controbbligazioni che legano gli individui, il grado di fiducia della struttura (cioè l’aspettativa fondamentale che le obbligazioni saranno ripagate), le relazioni di reciprocità che favoriscono la fiducia interpersonale e la disponibilità al mutuo appoggio, stimolano la propensione e la capacità di cooperare, le norme che definiscono, in modo più o meno flessibile, la forma, i contenuti e i confini degli scambi, e le relative sanzioni di tipo interno o esterno, le organizzazioni vere e proprie con fini specifici, le associazioni volontarie ecc.

Page 81: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

81

Figura 19 - Flussi comunicativi nella blogosfera (elaborazione da Granieri)

La struttura reticolare della blogosfera può essere interpretata utilizzando teorie e

visioni mutuate dalla cosiddetta “teoria delle reti”134.

Robert Metcalfe, con riferimento alle reti tecnologiche, ha affermato che

«l'utilità e il valore di una rete sono pari a n² - n dove n è il numero degli utenti»

Tale affermazione è nota come Legge di Metcalfe. Esemplificando, se un singolo

utente non ha connessioni con alcun utente il valore della rete è uguale a 1-1, cioè 0.

Due computer connessi generano un valore 4-2 = 2. Tre computer connessi 9-3 = 6 e

così via. Al crescere del numero di utenti connessi il valore della rete cresce più che

proporzionalmente. Per 10 utenti connessi il valore sarà 100-10 = 90. Per 1000 utenti

connessi il valore diventa 1000000-1000 = 999000.

La legge di Metcalfe si basa su un presupposto paritario che, però, non trova

sempre un riscontro: non tutti gli utenti hanno egual valore, alcuni fungono da hub ecc.

Reed ha notato che in alcuni casi la legge di Metcalfe non basta (nei group-

forming networks, “reti generatrici di gruppi”, dove il valore della rete crescerebbe non

proporzionalmente al quadrato degli utenti ma in modo esponenziale [Reed, 1999]).

134 Cfr. ad esempio Barabási 2002 e Buchanan, 2002.

Page 82: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

82

Figura 20 - Crescita del valore di una rete135

Rheingold [2003, 106-107], a proposito del valore di una rete ha scritto:

«Quando una rete ha lo scopo di diffondere qualcosa che ha un valore per le persone, come nel caso di una rete televisiva, il valore dei servizi è lineare. Se la rete consente transazioni tra nodi individuali, il valore aumenta al quadrato. Quando la stessa rete include la possibilità che gli individui formino gruppi, il valore è invece esponenziale».

Barabási con Albert [1999, 509–512]136 e Bonabeau [2000, 50-59] hanno studiato

un particolare tipo di rete che hanno chiamato “rete a invarianza di scala” (“scale-free

network”), la cui topologia non varia allo scalare (ad esempio le proprietà di

connessione vengono mantenute al crescere delle dimensioni della rete) e in cui si

manifestano leggi di potenza nella distribuzione dei nodi137 e tendenza ad aggregarsi a

nodi con un grado elevato (preferential attachment). Tra tali reti si possono annoverare

diverse reti biologiche, sociali, industriali e anche il World Wide Web; anche la

blogosfera sarebbe una rete a invarianza di scala. Una distribuzione secondo legge di

potenza (o paretiana, o Zipfiana) per una variabile X si ha quando, con c e a costanti si

ha P(X ³ x) = c · x−a. In tale distribuzione la coda cade asintoticamente in relazione alla

potenza. Fenomeni che seguono una legge di potenza presenteranno un ridotto numero

di eventi che accadono con grande frequenza e viceversa. E ancora, le reti con una

distribuzione dei nodi che segue una legge di potenza presenteranno pochi nodi con un

gran numero di connessioni e molti nodi con un basso grado.

135 La curva in rosso segue la Legge di Sarnoff (il valore di una rete è proporzionale al numero degli ascoltatori e degli spettatori, adatta al broadcasting e ai vecchi media mainstream), la curva in giallo segue la Legge di Metcalfe e la curva in verde segue la Legge di Reed. 136 Per una definizione formale matematica cfr. Li et al., 2005, 431-523. 137 Alla stessa conclusione pervengono anche altri, ad esempio Faloutsos - Faloutsos, 1999, 251-262 e Kumar et al., 1999, 639-650. Alcuni sostengono che distribuzioni log-normali siano più adatte a rappresentare le connessioni nelle reti a invarianza di scala; cfr. Mitzenmacher, 2004, 226-251.

Page 83: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

83

Barabási ha utilizzato un modello per spiegare la legge di potenza nel web e

l’ineguale distribuzione dei link che si basa sul preferential attachment, appunto un

tendenza dei nuovi nodi a linkare nodi esistenti con connettività maggiore rispetto a

nodi con un minor numero di connessioni: rich get richer138. Un diverso modello per

tali distribuzioni è il modello “copiativo” per cui i nuovi nodi tendono a riprodurre

subset di link di altri nodi [Kumar et al., 2000, 1-10]. Il modello del preferential

attachment spiega soltanto parzialmente, però, le dinamiche dei link e l’ineguaglianza

nella distribuzione degli stessi; Marlow, ad esempio, ha mostrato [Marlow, 2006] come

vi sia una correlazione tra numero di aggiornamenti del blog e numero di link entranti.

Alcuni studi139 di Kottke, Shirky e Marlow sulla blogosfera hanno mostrato

distribuzioni che seguono una legge di potenza relative a link in ingresso e in uscita dai

blog.

Figura 21 - Distribuzioni su scala log-log dei link a blog [MacDonald - Ounis, 1996]140

138 Tale tendenza, effetto anche del passaparola, è temperata dall’esistenza di distribuzioni di link «tipicamente unimodali su scala logaritmica» [Pennock et al., 2002] anche in alcune categorie in deroga a quella che deriverebbe da pura legge di potenza. Ad ogni modo la presenza di soggetti più linkati non impedisce la presenza di altri soggetti, come vedremo anche più rilevanti (se cumulati). 139 Cfr. Kottke, 2003; Shirky, 2003; Marlow, 2004, (http://web.media.mit.edu/~cameron/cv/pubs/04-01.pdf); Marlow, 2006, (http://alumni.media.mit.edu/~cameron/cv/pubs/2006-investment-and-attention-in-the-weblog-community.pdf) e MacDonald - Ounis, 2006.

Page 84: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

84

Uno degli studi di Marlow [2004] mostra come vi sia differenza tra i blog più

linkati nei blogroll e i blog più linkati nei post. Da ciò discende una deduzione

interessante, cioè che i contenuti più linkati non sarebbero scritti esclusivamente dai

blogger più linkati.

Ponendo la distribuzione su una scala lineare avremo una “testa” della curva

composta da pochi blog e una “coda” che segue l’andamento asintotico tipico delle

distribuzioni che seguono una legge di potenza o distribuzione paretiana: tale parte è la

cosiddetta “coda lunga” (“long tail”) di cui ha parlato Chris Anderson [2004 e 2006,

10141] che si compone di blog con un’audience e un numero di link entranti minore.

Figura 22 - Distribuzione su scala lineare dei link a blog [MacDonald - Ounis, 1996]

Alla prima parte della coda a volte ci si riferisce come “A-list”, alla parte centrale

come “B-list” e alla parte restante come “Z-list”.

140 L’andamento di una distribuzione che segue una legge di potenza, posta su scala log-log, segue una linea retta. 141 L’aspetto rivoluzionario dello schema di Anderson non consiste tanto nell’andamento del grafico dei fenomeni che analizza, quanto nel fatto che i valori che stanno nella parte “allungata” del grafico, se sommati, hanno una rilevanza maggiore o al massimo uguale rispetto a quelli della “testa” della curva. È molto suggestiva la definizione di “coda lunga” come «una cultura non filtrata dalla scarsità economica» [Anderson, 2007, 46].

Page 85: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

85

La power law si ritroverebbe in presenza di tre condizioni: varietà (di tipi),

ineguaglianza (qualitativa) ed effetti comunicativi (raccomandazione, passaparola,

reputazione) [Anderson, 2007, 122142].

Figura 23 - “A-list”, “B-list”, “Z-list” 143

La blogosfera italiana sembra avere delle caratteristiche che non fanno eccezione.

Utilizzando i dati relativi ai blog iscritti a BlogItalia e Technorati144 il grafico mostra

distribuzioni paretiane sia tenendo in considerazione i link da singoli blog sia i link

complessivi da blog. Pochissimi blog hanno molti link: 19 blog hanno 1000 o più link

da singoli blog e soltanto 463 ne hanno 100 o più; 4 blog hanno 10000 o più link

complessivi, 95 ne hanno 1000 o più e soltanto 1192 ne hanno 100 o più. A svettare,

con 15345 link da singoli blog e 39833 link (più del doppio del secondo blog), c’è il

blog di Beppe Grillo. La blogosfera italiana sembra avere una coda molto lunga.

142 In realtà Anderson si riferisce ai mercati dei consumatori in questo passaggio, però l’elencazione sembra generalizzabile. 143 L’immagine è tratta da “New York Magazine” del 27 maggio 2006 in http://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9C0CE0DA123EF934A15756C0A9629C8B63. 144 I dati sono aggiornati al 28 novembre 2007. L’inserimento dei blog in BlogItalia avviene su base volontaria, quindi non si tratta di un campione statisticamente rappresentativo. I dati riguardano i link da singoli blog ricevuti nei sei mesi precedenti alla rilevazione. Il campione iniziale era di 18539 blog. Soltanto per 11760 blog Technorati traccia più di un link da singoli blog in ingresso.

Page 86: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

86

Figura 24 - Link da singoli blog ai blog italiani (dati BlogItalia e Technorati)

Figura 25 - Link da singoli blog ai blog italiani (a dispersione; dati BlogItalia e Technorati)

Page 87: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

87

Figura 26 - Link da singoli blog ai blog italiani (log-log; dati BlogItalia e Technorati)

Figura 27 - Link complessivi da blog ai blog italiani (dati BlogItalia e Technorati)

Page 88: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

88

Figura 28 - Link complessivi da blog ai blog italiani (a dispersione; dati BlogItalia e Technorati)

Figura 29 - Link complessivi da blog ai blog italiani (log-log; dati BlogItalia e Technorati)

Il “The New York Times” ha causticamente ironizzato sul fenomeno (pur non

tenendo conto della qualità dei lettori, né del fatto che la somma dei lettori dei blog

della coda lunga supera quella dei lettori dei blog della “A-list”), scrivendo che

Page 89: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

89

«non c’è mai stata così tanta gente che ha scritto così tanto per essere letta da così

pochi» [Hefner, 2004]145.

Alcuni studi146 hanno individuato nella blogosfera le caratteristiche dei “piccoli

mondi” (“small worlds”) [Watts - Strogatz, 1998, 440-442; Watts, 1999 e 2003 e

Strogatz, 2003], network che presentano un alto livello di aggregazione (tendenza di

ciascun componente ad avere relazioni con pochi) e un basso grado di separazione

(distanza tra componenti relativamente bassa passando per intermediari che siano

contatti comuni e/o hub)147. Le caratteristiche dei “piccoli mondi” non si riscontrano

soltanto in contesti sociali (così come le leggi di potenza148 e le reti a invarianza di

scala), ma anche nell’economia, nell’informatica, nella natura e così via [Buchanan,

2004].

Lo scrittore ungherese Frigyes Karinthy aveva proposto per primo la teoria nel

1929 in un suo racconto (Catene); Ithiel de Sola Pool e Manfred Kochen posero la

questione in termini matematici negli anni ’50 chiedendosi la probabilità di connessione

tra due componenti; nel 1967 Stanley Milgram dimostrò empiricamente l’ipotesi che

ciascun individuo sia separato da ciascun altro individuo da un massimo di sei gradi di

separazione con l’invio di pacchi postali (anche se in numero esiguo) dal Midwest al

Massachussets a destinatari sconosciuti, al fine di verificare i passaggi necessari per

raggiungerli. Duncan Watts ha dato una conferma empirica nel 2001 con l’invio di

48000 e-mail.

145 Alex Iskold scrive, altrettanto ironicamente, sul blog ReadWriteWeb (in http://www.readwriteweb.com/archives/blogosphere_long_tail.php): «Puoi fare soldi sulla coda lunga ma non nella coda lunga». 146 Kumar et al., 2004, hanno individuato un coefficiente di clustering tra gli utenti di Live Journal (http://www.livejournal.com/) dello 0,2% (che significa che due volte su dieci due soggetti collegati allo stesso blogger sono anche collegati tra loro). Un altro studio relativo al web (Adamic, 1999, 443-452) ha riscontrato un coefficiente di clustering dello 0,11% sul web stesso. Cfr. anche Kumar et al., 2003, (http://www2003.org/cdrom/papers/refereed/p477/p477-kumar/p477-kumar.htm); Herring et al., 2005a, Herring et al., 2005b (http://www.blogninja.com/hicss05.blogconv.pdf; lo studio mostra anche, in contraddizione con la teoria del “piccolo mondo”, che il 42% dei blog non avrebbe connessioni); Marlow, 2006, (http://alumni.media.mit.edu/~cameron/cv/pubs/2006-investment-and-attention-in-the-weblog-community.pdf). 147 Con maggiore precisione la distanza tra due nodi è breve e si riscontra un coefficiente di clustering (grado medio, calcolato su tutti i nodi di un grafo, per il quale i soggetti legati a un nodo formano una clique) basso. In un “piccolo mondo” si osservano gruppi di nodi vicini e il diametro cresce con il logaritmo del numero dei nodi, senza limite al numero dei link man mano che si procede. 148 John Hagel fa una interessantissima riflessione sulla “potenza delle leggi di potenza” (in http://edgeperspectives.typepad.com/edge_perspectives/2007/05/the_power_of_po.html), cioè sulla loro idoneità per modelli che spieghino molti fenomeni del mondo di oggi: le distribuzioni di Gauss cedono il passo alle distribuzioni di Pareto.

Page 90: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

90

In particolare, la blogosfera sarebbe da considerarsi un “piccolo mondo” per ciò

che riguarda le comunità che vi si trovano e che si formano a partire dalla conoscenza e

dai link reciproci [Lin et al., 2006] e la propagazione delle informazioni.

La propagazione delle informazioni nella blogosfera segue logiche definite virali,

quindi simili alla diffusione delle epidemie149. Da focolai di infezione, passando per

soggetti diffusori, si giunge all’espansione del virus o del batterio; similmente avviene

tra i blog con un tema, a volte anche volutamente generato da post nei cosiddetti meme,

già citati.

Adar e altri [2005, 207-214] hanno usato quattro “profili epidemici”,

raggruppamenti estratti in relazione alla diffusione degli URL citati e dei picchi di

interesse:

1. il primo profilo è l’unico che non presenta un singolo picco, mostra un

interesse sostenuto nel lungo periodo e generalmente riguarda link a

pagine web molto popolari, come quelle dei siti delle grosse imprese o di

prodotti e servizi molto diffusi150;

2. il secondo profilo presenta un picco di link nel secondo giorno e un lento

decadimento e riguarda editoriali e post d’opinione;

3. il terzo profilo viene fatto corrispondere all’”effetto Slashdot151” e

presenta un picco nel primo giorno e un velocissimo decadimento;

4. il quarto profilo presenta picchi nel primo periodo, a ondate, con

decadimenti lenti.

149 Sulla dinamica della diffusione delle informazioni nella blogosfera cfr. Adar et al., 2004; 2005, 207-214 (http://www.hpl.hp.com/research/idl/papers/blogs2/trackingblogepidemics.pdf) e Gruhl et al., 2004 (http://people.csail.mit.edu/dln/papers/blogs/idib.pdf). 150 Nella ricerca citata, basata su 259 casi, il riferimento di questo profilo è alle pagine web di Apple iTunes e iPod e al servizio Friendster. 151 Slashdot (http://www.slashdot.org/) è un famoso sito di informazione tecnologica. In molti casi a un suo link ha fatto seguito un grande traffico sul sito citato (e un “crollo” del server che lo ospita, da cui nasce il neologismo slashdotted, reso indisponibile da Slashdot) detto “Slashdot effect”.

Page 91: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

91

Figura 30 - Profili epidemici della diffusione dei link sui blog [Adar et al., 2005]

Gruhl [Gruhl et al., 2004]152, che si è occupato con altri della diffusione di

argomenti, ha individuato tre pattern tipici:

1. il primo pattern è denominato “Just spike” e riguarda argomenti a basso livello

di discussione che presentano un picco di presenza preceduto e seguito

dall’assenza di occorrenze153;

2. il secondo pattern è denominato “Spiky chatter” e riguarda argomenti che sono

generalmente discussi e sono sensibili a eventi di rilevanza mondiale e

presentano più picchi di occorrenze154;

3. il terzo pattern è denominato “Mostly chatter” e riguarda argomenti discussi

sempre a un livello di occorrenze moderato, con piccole variazioni155.

152 http://people.csail.mit.edu/dln/papers/blogs/idib.pdf. 153 L’esempio citato nella ricerca riguarda la parola “chibi”, termine giapponese che significa “piccoletto” “bambinetto” ed è presente nel mondo dei manga, i fumetti giapponesi. In un’occasione è partita la discussione e se n’è parlato molto. 154 L’esempio citato nella ricerca riguarda la parola “Microsoft”. 155 L’esempio citato nella ricerca riguarda la parola “Alzheimer”.

Page 92: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

92

Figura 31 - Pattern di "infezione" [Gruhl et al., 2004]156

Gruhl mutua e adatta dall’epidemiologia e un modello SIR (Susceptibility,

Infection Recovery) di “infezione”. In una prima fase si è suscettibili di infezione, poi

infettati e poi, nell’ipotesi auspicata, avviene la guarigione. Nella blogosfera si ha

“susceptibility” quando due blog sono collegati tra loro, “infection” con la propagazione

dell’informazione da un blog all’altro e “recovery” quando il blogger “infettato” (o i

blog in genere) non posta più in relazione all’argomento “infettante”.

Nella blogosfera sono presenti cluster, gruppi di individui collegati tra loro.

Kumar, Novak, Raghavan e Tomkins hanno effettuato uno studio da cui è emerso che i

legami nei cluster sarebbero funzione di tre variabili: la condivisione di interessi tra i

blogger, l’età degli autori e il luogo geografico di connessione. Nello studio si individua

una vera e propria “cultura della blogosfera” che si esprime nell’ambito di interazioni

all’interno di piccole comunità composte da un numero che va da tre a 20 blogger

[Kumar et al., 2004, 38].

6. Dimensione territoriale, “locale” e blogosfera

Abbiamo visto come l’effetto combinato di cambiamenti che provengono da più

ambiti (sociale, economico, tecnologico ecc.) stiano portando a trasformazioni nei

contesti relazionali. Intense interazioni a livello locale si affiancano a interazioni più

estese a livello globale, sia online che offline, in direzione di quello che Wellman [1999]

156 In verde nella figura “chibi”, in rosso “Alzheimer”, in blu “Microsoft”.

Page 93: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

93

chiama networked individualism: le fonti dell’interazione vengono disancorate dallo

spazio (almeno nella sua concezione classica) e possono prescindere da luoghi fisici. La

raggiungibilità diventa una caratteristica personale, relativamente de-territorializzata

[Salvini, 2005, 73].

I membri delle comunità non costruiscono collettività (soltanto) a partire dal

territorio (sebbene la prossimità spaziale continui ad avere una sua importanza; Castells

la cita riferendosi ai milieu, insiemi di relazioni strumentali all’innovazione [Castells,

2002, 448]157, ma anche alcuni studiosi158 come Krugman, Sabel, Scott, Amin e

Thrift159 e Taylor hanno messo l’accento pur in un contesto di globalizzazione

sull’importanza dell’infrastruttura e dei mercati locali, sulla forza dell’economia urbana

e regionale, sull’emergere di reti economiche urbano-regionali).

Nella società informazionale

«[…] l’architettura digitale ha alterato in maniera profonda la struttura sociale, favorendo la formazione di legami costruiti sull’interesse, a complemento di quelli che si manifestano geograficamente. […] Invece di concettualizzare il mondo in termini geografici, è necessario oggi utilizzare un modello reticolare, per capire le interrelazioni tra persone e cultura, per pensare alla localizzazione in termini di strutture sociali e non in termini di luogo. Ciò è molto ingannevole perché i network non hanno contorni e insiemi precisi» [Boyd, 2005]. Due concetti che possono tornare utili per la comprensione delle dinamiche che si

svolgono all’interno della blogosfera sono quelli di digital glocalization e di “spazio

pertinente”.

Boyd scrive che in genere le accezioni del termine glocalizzazione160 sono due:

«Negli affari glocalizzazione si riferisce generalmente a una sorta di internazionalizzazione dove un prodotto globale viene adattato per ottemperare alle norme locali di una regione particolare. Ancora, nelle scienze sociali il termine viene spesso utilizzato per descrivere un processo attivo in cui è in corso una negoziazione tra il locale e il globale (non semplicemente un approdo diretto). In altre parole, c’è un’influenza globale che viene alterata dalla cultura locale e re-inserita nel globale in un ciclo costante. Si pensi a una complessa improvvisazione di danza con informazioni che scorrono costantemente tra il globale e il locale, alterate a ogni giunzione» [Boyd, 2005].

157 Castells non ritiene, però, la prossimità spaziale indispensabile per la formazione di legami e comunità. 158 Sull’importanza della prossimità spaziale nell’economia cfr. Krugman, 1991; Sabel, 1994, 101-156; Scott, 1981; Amin - Thrift, 1992, 571-587 2002; Taylor et al., 2003. 159 Amin e Thrift [2005, 94] scrivono «che la prossimità locale costituisce una fonte vitale della competitività basata sull’innovazione». 160 Il termine glocalization ha una genesi controversa: forse è nato in Giappone e lo ha utilizzato tra i primi Andrew Mair, ripreso da Erik Swingedouw [in Dunford - Kafkalas (a cura di), 1992] per indicare «la combinazione dei processi di globalizzazione e di riconfigurazione locale-territoriale» [Swingedouw in Dunford - Kafkalas (a cura di), 1992, 40 e 61]. Comunemente il termine è attribuito a Robertson [in Featherstone - Lash - Robertson, 1995] ed è stato sviluppato da Bauman [1998].

Page 94: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

94

Dimensione globale e dimensione locale si incrociano e si congiungono; il social

network dei blog, la blogosfera, la grande conversazione (sono sinonimi) sono “località”

privilegiata per tali contatti, per le “connessioni emozionali” tra le persone:

«[…] nessuno attualmente vuole vivere in un villaggio globale. Attualmente non puoi essere emozionalmente connesso a chiunque nel mondo. Mentre il villaggio globale fornisce innumerevoli risorse e la possibilità di connettersi con chiunque, la gente restringe la sua attenzione per focalizzare ciò che conta. Ciò che conta è concettualmente “locale”. Negli affari la parte locale della glocalizzazione si riferisce per la maggior parte alla geografia. Ancora, il “locale” critico nella glocalizzazione digitale concerne la cultura e le reti sociali. Ti importa delle persone che sono come te e degli elementi culturali a te assonanti. Nel suo senso più estremo il locale è semplicemente te stesso. Esiste certamente una componente geografica del locale poiché le persone nella tua regione probabilmente condividono più fattori culturali con te e sono meglio connessi con te in termini di rete, ma ciò non è un dato di fatto. Infatti i soggetti più alienati geograficamente sono stati i primi sul carro digitale – volevano il globale così da poter trovare altri come loro a prescindere dal luogo fisico» [Boyd, 2005].

Nel mondo digital glocalized, quindi:

«Il locale riguarda […] la cultura che sentiamo vicina (in virtù delle nostre motivazioni personali) e i social network, che esprimono le nostre relazioni con le persone che ci coinvolgono affettivamente, culturalmente e professionalmente. In due parole: il nostro spazio pertinente» [Granieri, 2006, 154].

Dello stesso avviso sembra anche Mazzoli a proposito delle relazioni che si

svolgono online:

«[…] soggette a logiche di adattamento reciproco, basato su interazioni ricorrenti e regolari tali da produrre regole di comunicazione, di interazione e di supporto di tipo locale161, le quali vengono recepite in una dimensione più generale attraverso le reti di comunicazione e coordinamento che agiscono ancora a livello più ampio» [Mazzoli, 2001, 167].

Detto ciò, possiamo fondere insieme le due ali della riflessione sull’urbano e il

digitale, affermando che la città è le tecnologie che la costituiscono, ma anche il

contrario. Internet (soprattutto Internet oggi162), la blogosfera, si fanno città, con le loro

comunità di interessi, i loro legami, il loro “locale” ridefinito digitalmente.

161 La parola non è in corsivo nel testo originale. 162 Boyd [2005] scrive che «le strutture glocalizzate e le reti sono la spina dorsale del Web 2.0».

Page 95: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

95

CAPITOLO TERZO

LO STUDIO SULLA BLOGOSFERA ITALIANA:

BLOG E TERRITORIO

1. Un problema metodologico: la stima e lo studio di popolazioni non note163

Lo scenario di riferimento (la blogosfera italiana) è abbastanza complesso. Come

abbiamo visto non c’è accordo sui requisiti minimi per definire che cosa sia un blog (e

quindi procedere allo studio delle relazioni relative al campione), inoltre non

conosciamo la grandezza dell’universo di riferimento (il numero complessivo dei blog

italiani; ciò impedisce il campionamento casuale semplice e può portare a errori di

copertura; in relazione alla social network analysis possiamo inoltre osservare che

appare impraticabile uno studio del whole network o tecniche di saturation survey

[Salvini (a cura di), 2007, 214]), siamo in presenza di dati sulle relazioni “grezzi” (i link

non hanno tutti lo stesso valore e non ci sono sistemi, almeno di larga adozione, che ci

diano meta-informazioni sulle motivazioni che portano a effettuarli), esistono

popolazioni nascoste difficili da identificare ma non trascurabili (i blogger che non

usano i feed, che non usano gli aggregatori, che usano piattaforme minoritarie, che non

sono iscritti a directory come BlogItalia eppure sono letti, commentati, partecipano a

cluster di discussione ecc.).

Uno studio rigoroso deve tenere conto della complessità e della varietà della realtà

presa in esame, ma anche uno studio rigoroso potrebbe essere molto parziale: utilizzare

tecniche che rilevino soltanto la parte più accessibile dell’universo di riferimento

potrebbe portare a un campione tendenzialmente rappresentativo ma relativo a una parte

non rappresentativa dell’intero universo, quindi eventuali generalizzazioni non

sarebbero possibili. L’esempio classico riguarda i sondaggi telefonici realizzati in

America per le elezioni presidenziali: esistono soggetti (che utilizzano soltanto il

cellulare o Internet) con orientamenti molto diversi da coloro i quali sono raggiungibili

per telefono fisso.

163 Le riflessioni presentate in questo paragrafo, qui rielaborate, erano già state pubblicate in http://www.deeario.it/2007/01/26/le-relazioni-nella-blogosfera-e-il-rds/.

Page 96: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

96

Una tecnica utile in tale contesto sarebbe la combinazione del campionamento a

valanga (snowball sampling), in cui si parte da alcuni casi che ne indicano altri secondo

dei criteri richiesti dal ricercatore e così via, con un modello matematico che pondera il

campione per compensare le distorsioni date da una formazione non casuale (e non

probabilistica) dello stesso164. Partendo da un numero cospicuo di “semi” eterogenei,

nel nostro caso blogger, che indichino altri blogger facenti parte del proprio cluster e

fornendo alcune informazioni sulle caratteristiche delle relazioni che intrattengono,

procedendo per più “ondate” (la teoria del “piccolo mondo” ha dimostrato che ciascun

membro di una popolazione sarebbe raggiungibile in sei passaggi, una copertura totale

sarebbe possibile con sei ondate). Ciò è verosimile ma non manca di aspetti

problematici.

L’utilizzo di un metodo di campionamento network-based, come quello a valanga,

con priorità posta sulla copertura più che sulla “validità” statistica, non è scevro da

distorsioni che possono venire dal fatto che la maggior parte delle persone tende a

intrattenere rapporti con i propri pari (per etnia, studi, reddito, interessi, piattaforma

ecc.). Alcuni individui potrebbero essere sovra-rappresentati perché più strade portano a

loro: il campione è decisamente tutto tranne che casuale.

L’utilizzo del software Snowball permette di applicare un modello matematico al

processo di reclutamento ponderando infine il campione per compensare le distorsioni

di percorsi di reclutamento non-casuali permettendo la stima delle caratteristiche del

network che connette gli individui all’interno della popolazione e la stima delle

proporzioni di alcuni gruppi sulla base della struttura del network stesso.

È necessaria una precisazione: ammesso che sia possibile una rappresentatività del

campione (i metodologi ne discutono), in questo caso non si potrebbe parlare di

campione rappresentativo (dallo studio del quale si potrebbero ottenere risultati

generalizzabili all’universo).

Con la partecipazione dei blogger si può puntare a mappature che permettano di

visualizzare dinamiche di diffusione di alcuni fenomeni (attenzione, influenza,

164 Per lo studio empirico di questa tesi era stata presa in considerazione anche la tecnica di campionamento denominata respondent driven sampling (RDS) [Heckathorn, 1997, 174-199 e 2002, 11-34], anch’essa combinazione tra snowball e ponderazione che presenta il vantaggio di presentare ampiezza di copertura del campione e validità statistica. Infine ho optato per lo snowball per alcune difficoltà legate alla prosecuzione del campionamento legate allo svolgimento online della ricerca e al software utilizzato: già per studi offline la stima delle proporzioni e degli errori campionari derivabile dai dati ottenuti dal campione è tutt’altro che semplice e richiede procedure specifiche, la procedura di trasmissione dell’invito a partecipare può essere violata e le conseguenze di tale violazione sulle stime non sono chiare, la difficoltà nello stimare il numero di contatti potenzialmente contattabili da ciascun individuo che entra a fare parte del network può causare errori le cui conseguenze sono anch’esse poco chiare. Una realizzazione dello studio online avrebbe complicato ulteriormente le stime.

Page 97: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

97

comportamenti d’acquisto, affinità ecc.). In questo lavoro mi sono occupato di una

descrizione generale e di alcuni fenomeni che potevano fornire informazioni utili alla

comprensione delle dinamiche.

2. Nota metodologica: ricerca online, obiettivi conoscitivi, campionamento,

strumenti e tecniche di rilevazione delle informazioni

Innanzitutto bisogna premettere che quando si effettua una ricerca che riguarda un

fenomeno che si presenta online e/o si intende utilizzare una tecnica di rilevazione

online, bisogna tener conto di più aspetti [Di Fraia (a cura di), 2004, VI-VII]:

§ l’aspetto metodologico, comune a tutte le ricerche, ma che presenta

specifiche difficoltà in questo ambito;

§ l’aspetto comunicativo, cioè le peculiarità della comunicazione mediata

dal computer;

§ l’aspetto tecnologico, cioè le tecnologie sottese all’interazione che avviene

in Rete;

§ l’aspetto socio-contestuale, cioè il modo in cui le tecnologie a disposizione

vengono utilizzate dagli utilizzatori, anche in relazione ad aspetti socio-

demografici.

I capitoli precedenti di questa tesi hanno cercato di supportare la ricerca

analizzando gli aspetti comunicativo, tecnologico e socio-contestuale. Nel paragrafo

precedente, invece, l’approccio era già metodologico.

La ricerca online presenta dei vantaggi così sintetizzabili:

«sensibili riduzioni dei costi e dei tempi di svolgimento delle ricerche, ma anche abbattimento dei problemi logistici connessi con le diverse strategie di rilevazione (ad esempio: invio di questionari cartacei, spostamenti degli intervistatori, approntamento delle sale attrezzate per lo svolgimento dei focus group ecc.)» [Di Fraia (a cura di), 2004, 6].

Tra gli altri vantaggi vi sono la possibilità di raggiungere soggetti difficilmente

contattabili in altri modi (ad esempio soggetti dislocati in zone geografiche vaste o

difficilmente raggiungibili, soggetti difficili da raggiungere o contattare, soggetti che si

trovano in luoghi “chiusi” o pericolosi, soggetti distanti socialmente e culturalmente dal

ricercatore ecc.). Studi psicometrici hanno mostrato come i test effettuati al computer

possano permettere di ottenere livelli di apertura e di profondità dei contenuti maggiori

Page 98: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

98

rispetto a quelli ottenuti con tecniche tradizionali. Infine, i dati subiscono minori

manipolazioni essendo racconti in formato digitale e non necessitando di una fase di

caricamento che può essere fonte di distorsioni [Di Fraia (a cura di), 2004, 18-19].

Purtroppo emergono anche degli aspetti problematici165, ad esempio quello

relativo alla rappresentatività del campione (già trattato in relazione alla blogosfera),

anche per la disomogenea penetrazione dello strumento Internet; la ponderazione dei

campioni e il tempo (con l’aumento della diffusione della Rete) permetteranno di

aggirarlo sempre meglio. Altri aspetti problematici rilevanti sono l’impossibilità di

verificare l’identità dei rispondenti, l’assenza di controllo sul contesto in cui si effettua

la rilevazione (con possibili disturbi ambientali e intervento di soggetti terzi) e l’assenza

della trasmissione di molti aspetti comunicativi “non verbali” in un’indagine effettuata

in Rete.

Qui cercherò di chiarire come e perché si è proceduto con la ricerca empirica.

Si è ipotizzato che:

§ i blogger italiani compongano un fitto sistema di relazioni per cluster e si

percepiscano come vicini;

§ tali relazioni tra blogger prescindano dalla prossimità territoriale e dalla

geografia e che si possano delineare nella blogosfera italiana comunità

strutturate come “quartieri virtuali”, cluster in cui, in maniera affine alle

città (ovvero in spazio, ambiente, territorio e luogo in qualche misura

paragonabile), soggetti eterogenei ma “vicini” si incontrano, comunicano e

collaborano;

§ le comunità della blogosfera italiana differiscano in quanto comunità

virtuali dalle comunità classiche, poiché si fondano sulla condivisione di

interessi in uno spazio virtuale e non in uno spazio fisico;

§ esista una relazione diretta tra la densità e lo status socio-economico del

luogo in cui si abita e il numero di blog esistenti.

Lo studio empirico che si è deciso di condurre è una social network analysis con

finalità esplorative e descrittive su un bacino definito di utenti (la blogosfera italiana).

Le conclusioni della ricerca riguardano l’incidenza della dimensione territoriale sulle

relazioni che si instaurano nella blogosfera (Esistono dei cluster a base territoriale166?

165 Sulle opportunità e sui limiti della e-Research cfr. Di Fraia, 2004, 13-20. 166 Sull’argomento cfr. Lin - Halavais, 2004 (http://www.blogpulse.com/papers/www2004linhalavais.pdf) e Liben-Nowell et al., 2005, 11623–11628.

Page 99: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

99

Esiste una relazione tra numero di abitanti e numero di blog?) i rapporti di

collaborazione tra i blogger (i blogger sono in rapporto tra loro, formano milieu167,

collaborano in modo simile a ciò che avveniva nelle città in espansione e avviene nelle

città? Si può parlare di cluster in cui concetti come vicinato e affinità creano qualcosa di

simile a quartieri virtuali? Relazioni nate online si ripercuotono nel meatspace

cittadino? I soggetti collegati online lavorano insieme?).

Il campione utilizzato è un campione di tipo non probabilistico, selezionato a

partire da una scelta ragionata di alcuni “semi”, cioè blogger con cui si è effettuata la

prima tornata di questionari e da cui si è proceduto a valanga per le successive tornate.

Per la scelta dei primi blogger, ho utilizzato l’insieme (non rappresentativo) di blog

iscritti volontariamente a BlogItalia, directory italiana di blog (25039 blog168). Quanto

alla metodologia da utilizzare per la selezione dei semi in un primo momento avevo

ipotizzato di partire da semi che avessero un alto numero di link entranti, poiché

potevano ragionevolmente considerarsi potenziali hub della rete da studiare, ma infine

ho optato per una procedura che potesse garantire una par condicio e che potesse non

penalizzare blog e blogger non interconnessi con gli hub (veri o presunti) e facenti parte

di cluster lontani e/o relativamente “isolati”. Ho proceduto quindi a rilevare i link in

ingresso per ciascun blog utilizzando i dati provenienti da Technorati con un software

apposito non di pubblico dominio (BR Rank Updater) utilizzato da BlogItalia e a mia

disposizione. Va precisato che i link conteggiati riguardano un intervallo temporale di

180 giorni antecedenti alla rilevazione, che in alcuni casi il sistema di rilevazione

restituisce risultati non perfettamente affidabili (per temporanei malfunzionamenti

dell’Application Programming Interface, l’interfaccia di interrogazione da remoto) e

che non tutti i blog presenti nel database di partenza di BlogItalia possiedono un dato

(corretto o meno) sui link entranti su Technorati. I blog sono stati quindi ordinati per

numero di link entranti da singoli blog. Si è già notato che la distribuzione segue una

legge di potenza con un gran numero di blog che presentano nessuno o pochi link in

ingresso. I blog che non presentavano link in ingresso sono stati comunque computati

poiché si è tenuto conto del fatto che potrebbe essere comunque letto ma non linkato o

riportare tale valore perché non tracciato (o non tracciato correttamente) da Technorati.

167 Ciò potrebbe avere ricadute economiche in un contesto di capitalismo della conoscenza, poiché fiducia e complementarità sono considerati aspetti strategici: «le idee per nuovi prodotti solitamente scaturiscono da gruppi di persone che mettono insieme capacità diverse» [Leadbeater, 2000, 30]. 168 Va precisato che una parte imprecisata di questi blog sono chiusi, non più aggiornati, splog. Non si è ritenuto opportuno procedere a un filtraggio a priori considerato il fatto che il campione è comunque di tipo non rappresentativo.

Page 100: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

100

Si è optato quindi per l’utilizzo dei percentili, per ripartire la distribuzione di dati in più

fasce che presentassero pari frequenze; si sono utilizzate tre fasce per cui, essendo i

percentili 0 e 2, le fasce ricomprendevano valore 0 (numero di link inferiore), valori

compresi tra 0 e 2 (numero di link intermedio) e valori compresi tra 2 e 15345 (numero

di link superiore). I blog sono stati suddivisi in cinque aree geografiche (Nord-Ovest,

Nord-Est, Centro, Sud, isole ed Estero169) e sono stati estratti casualmente tre blog per

ciascuna area geografica, rispettivamente appartenenti alle tre fasce individuate in base

al numero di link in ingresso, per un totale di diciotto semi. La mancata risposta da parte

di alcuni “semi” ha comportato la necessità di effettuare delle sostituzioni, tenendo

conto delle fasce e delle aree geografiche. Tuttavia non è stato possibile nel tempo della

ricerca ricevere risposte da tutti i diciotto semi iniziali o dai loro sostituti e ciò può

comportare delle distorsioni e carenze nell’individuazione di cluster derivanti da una

distribuzione non omogenea dei blogger di partenza sull’intero territorio nazionale e in

una possibile suddivisione basata su link entranti. In alcuni casi si è giunti a campionare

a valanga fino a dieci gradi di separazione dal seme iniziale. Alcuni blogger indicati

sono stati esclusi perché non italiani o afferenti alla blogosfera italiana.

Per il tracciamento delle relazioni sarebbe stato possibile procedere almeno in

quattro modi: rilevare i link dal blogroll, rilevare i link dai post in un periodo di tempo

stabilito170, procedere a ritroso dai commenti e/o dai trackback lasciati o effettuati

su/verso un blog, richiedere di indicarle esplicitamente e di connotarle. Bisogna

distinguere tra le relazioni ipertestuali e le relazioni sociali [Schmidt, 2007] che

potrebbero intercorrere tra i blogger. Non necessariamente ove si riscontrano

collegamenti ipertestuali esistono anche legami sociali e viceversa. Si è optato per

l’ultima modalità, cioè l’indicazione esplicita, poiché si intendeva esplorare e descrivere

i legami sociali che sussistono nella blogosfera italiana.

La rilevazione dei dati è avvenuta in modalità CAWI (Computer Assisted Web

Interview171) utilizzando un questionario da compilare online somministrato attraverso il

169 Nord-ovest: Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Liguria; Nord-est: Trentino-Alto Adige, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna; Centro: Toscana, Umbria, Marche, Lazio; Sud: Campania, Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria; isole: Sicilia, Sardegna. Tale ripartizione viene utilizzata comunemente da Istat e da altri istituti di ricerca. I blogger nella fascia estero sono italiani all’estero o blog di stranieri in Italia, interagenti con la blogosfera italiana. 170 Gli studi empirici effettuati sembrano indicare che non basta fare riferimento ai soli link del blogroll, né bastano i soli link contenuti nei post. Cfr. ad esempio Schmidt, 2007 in http://www.fonk-bamberg.de/pdf/fonkpaper0702.pdf e Herring et al., 2005a, 142-171. 171 La tecnica fa parte del gruppo di tecniche di rilevazione CASIC (Computer Assisted Survey Information Collection). Per approfondire cfr. Forcucci - Vivoli in Di Fraia, 2004, 114-141 e Pitkow -Recker, 1995.

Page 101: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

101

software phpESP172. Si è cercato, per quanto possibile, di testare il questionario su

diverse piattaforme hardware e software poiché variazioni del design e nel layout

possono influenzare le risposte [Di Fraia (a cura di), 2005, 45]. Alcuni rispondenti

hanno manifestato difficoltà di autenticazione, risolti per e-mail. Alcuni problemi

relativi al mancato salvataggio di alcune risposte sono stati risolti interpellando

nuovamente il rispondente e richiedendogli il completamento per le domande in cui si

erano presentate incompletezze.

Il questionario è un multipagina molto compatto173 e ruota attorno al concetto di

vicinanza, che abbiamo già visto essere fondamentale e che mi sembra ideale per porsi

come “ponte” tra studi urbani e comunicativi sulla blogosfera. Le domande sono aperte

(con casella di testo) e chiuse, a risposta multipla, con “radio button” (a selezione

alternata) o con “checkbox” (a selezione multipla). Nella redazione delle domande e

nella scelta del template grafico si è cercato di generare un ambiente friendly, adatto a

un “survey conversation”, e di ridurre lo sforzo umano nell’interazione col computer.

Il concetto di vicinanza si compone di diverse dimensioni (e variabili):

§ geografica (distanza);

§ comunicativa (contatto);

§ tecnologica (piattaforma comune con strumenti di comunicazione interna);

§ culturale (interessi);

§ lavorativa (collaborazioni).

Da tale riflessione è derivato lo schema del questionario e da ciò è dipeso anche

l’approccio all’elaborazione e l’analisi dei dati raccolti.

La rilevazione si è svolta dal 19 dicembre 2007 al 28 gennaio 2008. A partire dai

semi iniziali (compresi) sono state inviate 187 e-mail e sono stati compilati 104

questionari. La percentuale di risposta è pertanto del 55,6%, quindi paragonabile a

percentuali recentemente rilevate per questionari inviati per posta tradizionale [Di Fraia,

111]. Le percentuali di risposta ottenute con questionari somministrati con tecniche

CAWI sono abbastanza variabili, quindi non c’è un tasso medio di riferimento.

Dopo una prima rilevazione di alcuni dati socio-demografici (età, sesso, città,

istruzione) nel questionario veniva a ciascun blogger di indicare fino a un massimo di

172 I rispondenti hanno ricevuto un invito per e-mail contenente alcune indicazioni sulla ricerca, l’URL della pagina dove potevano rispondere e i dati di accesso (username e password). 173 Diciannove domande; si è tenuto conto del fatto che negli e-questionnaire il tasso di abbandono cresce di molto superando le 30 domande [MacElroy, 2000].

Page 102: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

102

tre blogger che legge regolarmente (name generator) e di indicare il relativo blog),

quindi si chiederà di connotare ulteriormente la relazione (name interpreter). Si è

proceduto alla precisazione per ciascun contatto dei rapporti di amicizia (contatto,

conoscenza, amico174, non amico), fisico (incontrato, non incontrato), professionale

(collaboratore, collega, nessun rapporto professionale), geografico (vicino, non vicino,

non sa175). Tali voci sono tratte da XFN, sistema per la rappresentazione delle relazioni

umane tra soggetti collegati in Rete già citato. Non si è proceduto alla rilevazione degli

aspetti legati a relazioni “affettive” (ispirazione, innamoramento, appuntamento,

fidanzato/a), pur contemplati da XFN ma secondari per questa ricerca. Si è proceduto

per più ondate a partire dai “semi” fino a giungere a un numero congruo di casi

comunque commisurato alle risorse computazionali e ai tempi a disposizione per la

conclusione dello studio. Nei casi in cui i semi non hanno risposto questi sono stati

rimpiazzati da altri semi della stessa fascia relativa ai link entranti e della stessa area

geografica.

I dati raccolti sono stati in parte utilizzati per tracciare un profilo minimo dei

blogger e in parte inseriti in matrice rettangolare (caso per affiliazione) ed elaborati con

il software Ucinet per creare una mappatura della rete relazionale tra i blogger italiani

presi in esame. Sono stati realizzati più sociogrammi in base agli aspetti presi in

considerazione (amicizia, fisico, professionale, geografico familiare, relazionale). È

stato osservato se esistono relazioni tra rete relazionale e prossimità e tra rete relazionali

e numero di link in ingresso (ovvero se i blog più linkati tendano a fare rete tra loro).

Si è scelto di effettuare una social network analysis176 poiché una tecnica

sociometrica risulta particolarmente adatta allo studio delle relazioni interpersonali

esistenti in un gruppo [Corbetta, 2003, 245-246] e perché

«consente di analizzare più compiutamente il carattere gruppale dei dati raccolti» [Trobia, 2005, 88]

e come

174 Il concetto di “amico”, anche in relazione ai social network online, è oggetto di una problematicizzazione. Sull’argomento cfr. ad esempio http://www.firstmonday.org/issues/issue11_12/boyd/index.html. 175 È stata esclusa la modalità di risposta “coinquilino” poiché troppo specifica per lo studio. 176 La social network analysis, o analisi di rete, è nata dalla confluenza della scuola antropologica di Manchester e di un gruppo di studiosi di analisi strutturale di Harvard. La prospettiva teorica della social network analysis accentua la dimensione della struttura reticolare della realtà sociale, fornendosi di modelli che fanno un uso più o meno esteso della matematica per analizzare i processi. Sull’argomento si vedano Scott, 1991; Wasserman - Faust, 1994; Piselli (a cura di), 1995; Chiesi, 1999; Vargiu, 2001; Salvini, 2005 e Salvini (a cura di), 2007.

Page 103: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

103

«i modelli di legami allocano risorse in un sistema sociale» [Wellman in Piselli (a cura di), 1995, 28].

La tecnica si presta bene anche a una visione degli studi sociologici che si

allontana da contrapposizioni classiche e che hanno portato a estenuanti diatribe tra

micro e macro, attore sociale e struttura sociale, quantità e qualità:

«l’antitesi classica tra attore e struttura tende a scomparire, per far posto all’interdipendenza e alla reciproca costruzione tra le due dimensioni» [Salvini (a cura di), 2007, 10].

L’analisi strutturale, componente densa di elaborazioni della network analysis, si

basa su alcuni presupposti ben elencati da Wellman [in Piselli, 2005, 18 e Piselli (a cura

di), 1995, 29-40]:

§ «le relazioni sociali strutturate sono un mezzo più potente di spiegazione

sociologica di quanto non lo siano gli attributi personali dei membri del

sistema» [Wellman in Piselli (a cura di), 1995, 29];

§ «le norme derivano dalla posizione nei sistemi strutturati di relazioni

sociali» [Wellman in Piselli (a cura di), 1995, 30];

§ «il mondo è composto di networks, non di gruppi» [Wellman in Piselli (a

cura di), 1995, 37 e anche Wellman, 2002];

§ «i metodi strutturali integrano e sostituiscono i metodi individualistici»

[Wellman in Piselli (a cura di), 1995, 38];

Le riflessioni che derivano dal tipo di rete, dalla topografia della rete e dalla

dislocazione dell’attore preso in esame, esposti nel capitolo seguente, tengono conto,

inevitabilmente, dall’influenza che la rete esercita su un suo membro177 e viceversa178,

delle relazioni che esprimono i legami che intercorrono tra gli attori e delle interazioni

individuate.

In particolare, dopo una descrizione della rete, sono stati individuati i nodi, i

legami, i cluster (grado di clustering e sottogruppi presenti, clique, n-clan) e gli hub,

sono stati elaborati aspetti significativi come rotture, ponti, cicli ecc., leadership e

centralità nei cluster (status sociometrico, tenendo conto di indicatori come grado,

177 Si tratta di una prospettiva che è stata adottata in special modo ad Harvard e che è stata denominata determinismo strutturale. Atteggiamenti e comportamenti degli attori risultano fortemente condizionati dalla struttura delle relazioni in cui essi sono inseriti; l’individuo dipende dalla struttura di rete. 178 «La società è costituita da individui attivi che, a loro volta, sono profondamente influenzati dalle strutture sociali. La direzione di influenza sulla coscienza e sui modi di presentarsi individuali (linguaggio e altre forme di comunicazione) [va] dall’ambito pubblico e collettivo a quello individuale, anche se c’è un chiaro processo di retroazione» [Harré - Record, 1972, 30)].

Page 104: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

104

vicinanza e intermedietà) e le somiglianze strutturali [Trobia, 2005, 77-85]. L’analisi ha

riguardato la reciprocità, l’intensità, il grado, la densità e la permeabilità interna del

network.

3. Analisi dei dati

La prima parte del questionario era volta a rilevare le caratteristiche socio-

demografiche dei rispondenti, con la finalità di tracciare un profilo-tipo di blogger. Da

una prima lettura dei dati si rileva una netta prevalenza di blogger di sesso maschile, il

76,0% contro il 24,0% delle blogger.

L’età media dei blogger partecipanti alla rilevazione è di circa 34 anni; circa 33

anni per le donne e circa 36 per gli uomini. Dai dati si evince che la classe modale è

quella che comprende i soggetti di 25-34 anni d’età. In particolare i 25-34enni

costituiscono il 45,2%, seguiti dai 35-44enni (34,6%) e dagli over 45 (14,4%). Solo il

5,8% dei blogger contattati ha un’età inferiore ai 24 anni.

Tabella 4 - Sesso dei blogger per classe di età 18-24enni 25-34enni 35-44enni Over 45

Femmine 4,0 64,0 12,0 20,0

Maschi 6,3 39,2 41,8 12,7

Totale 5,8 45,2 34,6 14,4

Figura 32 – Blogger per sesso

24%

76%

Femmine

Maschi

Tabella 3 - Blogger per sesso Frequenza %

Femmine 25 24Maschi 79 76Totale 104 100

Page 105: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

105

La distribuzione dei blogger per classe d’età mostra delle differenze di genere

significative. Infatti, mentre la maggioranza dei blogger di sesso femminile rientra nella

classe d’età 25-34 (64,0%), i blogger di sesso maschile fanno registrare una presenza

significativa anche nella classe d’età 35-44 (41,8%), oltre che nella precedente (39,2%).

I blogger abitano nelle grandi città, Milano in testa (18,3%), seguita da Roma

(16,3%), Genova (6,7%) e Catania (5,7%); per l’Istat le città più popolate d’Italia sono

Roma (6,79%) e Milano (6,57%). La regione di provenienza prevalente è la Lombardia

(23,08%), seguita dal Lazio (18,27%), dall’Emilia-Romagna (9,62%), dal Piemonte

(8,65%), dalla Liguria (7,69%), dalla Sicilia (6,73%) e dall’estero (3,85%); nei dati Istat

la regione italiana più popolata è la Lombardia (16,14%) ma la corrispondenza non

prosegue con le altre regioni, anche se le regioni più popolate in qualche misura

sembrano avere una tendenza a ospitare un maggior numero di blogger (forse per i

grandi numeri). L’area di provenienza prevalente è il Nord-ovest (39,42%), seguita dal

Centro (25%), dal Nord-est (15,38%), dal Sud (8,65%), dalle isole (7,69%) e dall’estero

(3,85%); non c’è una stretta corrispondenza con i dati demografici Istat (Nord-Ovest

26,43%, Nord-Est, 18,95%, Centro 19,52%, Sud 23,81% e Isole 11,29%). Ho

affiancato i dati della mia ricerca ai dati Istat sulla popolazione poiché avevo ipotizzato

che le zone più popolate ospitassero anche un maggior numero di blogger. Il dato

empirico, anche se non del tutto in contraddizione, non di permette di affermarlo con

certezza.

Relativamente al titolo di studio, il 45,2% dei rispondenti dichiara di essere

laureato (il 35,6% è in possesso di una laurea di vecchio ordinamento o di una laurea

magistrale, mentre il rimanente 9,6% di una laurea di primo livello; le lauree in

Figura 33 - Blogger per provenienza (aree)

39,42%

25,00% 15,38%

8,65%

7,69%

3,85%

Nord-ovest

Centro

Nord-est

Sud

Isole

Estero

Tabella 5 - Blogger per provenienza (aree) Frequenza %

Nord-ovest 41 39,42Centro 26 25,00Nord-est 16 15,38Sud 9 8,65Isole 8 7,69Estero 4 3,85Totale 104 100

Page 106: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

106

maggioranza appartengono al settore umanistico), il 36,5% dei rispondenti dichiara di

essere in possesso del diploma o di una titolo di scuola media superiore (4-5 anni), il

12,5% è in possesso di un titolo post-lauream (master, dottorato ecc.). Soltanto il 5,8%

dichiara di avere un titolo inferiore al diploma.

Relativamente alla condizione occupazionale, l’89,4% dei rispondenti dichiara di

essere occupato, la maggioranza del quale riveste posizioni lavorative di alto profilo,

quali posizioni dirigenziali o imprenditoriali (24,0% sul totale dei rispondenti) o

professioni intellettuali, scientifiche o di elevata specializzazione con autonomia di

organizzazione (30,8% sul totale dei rispondenti).

Figura 34 - Titolo di studio dei blogger

36,54%

35,58%

12,50%

9,62%

2,88%1,92%

Diploma o qualifica discuola media superiore(4-5 anni)Laurea magistrale ovecchio ordinamento

Titolo post-lauream(master, dottorato ecc.)

Laurea di primo livello

Diploma universitario

Licenza media

Tabella 6 - Titolo di studio dei blogger

Freq. %

Diploma o qualifica di scuola media superiore (4-5 anni) 38 36,54Laurea magistrale o vecchio ordinamento 37 35,58Titolo post-lauream (master, dottorato ecc.) 13 12,50Laurea di primo livello 10 9,62Diploma universitario 3 2,88Licenza media 2 1,92Nessuno 1 0,96

Figura 35 - Blogger occupati

10,6%

89,4%

Non occupati

Occupati

Tabella 7 - Blogger occupati

Frequenza %

No 11 10,6Sì 79 89,4Totale 104 100,0

Page 107: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

107

Tabella 8 - Condizione occupazionale dei blogger Condizione occupazionale Valori % Occupati 89,4 Dirigenti e imprenditori 24,0 Professioni intellettuali, scientifiche o di elevata qualificaz. con autonomia di organizzaz. 30,8 Professioni qualificate nelle attività commerciali e nei servizi 4,8 Professioni tecniche 1,0 Professioni impiegatizie 13,5 Professioni non qualificate 1,0 Non risponde 4,7 Altro 9,6 Non occupati 10,6 Studente/studentessa 6,7 Disoccupato 1,9 In cerca di prima occupazione 1,0 Altro 1,0 Totale (v.a.) 104

Sembrano essere maggiormente coinvolti nella blogosfera gli adulti non più

giovanissimi, in possesso di un titolo di studio medio-alto e già in una condizione

occupazionale ben definita.

Relativamente agli interessi dichiarati dai blogger sono evidenti delle significative

differenze di genere. La cultura si trova nei primi tre posti per entrambi i sessi, anche se

è stata maggiormente indicata dalle donne (88,0% contro 64,6%). Al primo posto nella

graduatoria maschile troviamo la tecnologia (78,5%), dato coerente con il profilo

appena tracciato del blogger autodidatta amante del pc e delle nuove tecnologie, mentre

la stessa è decisamente più bassa in graduatoria per le blogger di sesso femminile (al 6°

posto con il 52,0%). Maggiormente indicati dalle donne il cinema e lo spettacolo

(76,0% contro 48,1%), l’arte (56,0% contro 36,7%), i viaggi (56,0% contro 34,2%), la

moda (24,0% contro 8,9%). Di contro significativamente più indicati dai blogger di

sesso maschile l’economia e la finanza (35,4% contro 0,0%), lo sport (30,4% contro

0,0%), la musica (60,8% contro 52,0%) e gli hobby (19,0% contro 12,0%).

Page 108: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

108

Tabella 9 - Graduatorie179 degli interessi dei blogger per sesso Blogger di sesso maschile Blogger di sesso femminile

Tecnologia (78,5%) Cultura (88,0%)

Cultura (64,6%) Cinema e spettacolo (76,0%)

Musica (60,8%) Arte (56,0%)

Attualità (58,2%) Attualità (56%)

Cinema e spettacolo (48,1%) Viaggi (56,0%)

Politica (44,3%) Musica (52,0%)

Arte (36,7%) Tecnologia (52,0%)

Economia e finanza (35,4%) Politica (48,0%)

Viaggi (34,2%) Moda (24,0%)

Sport (30,4%) Hobby (12,0%)

Hobby (19,0%) Economia e finanza (0,0%)

Moda (8,9%) Sport (0,0%)

Il 79,8% dei blogger rispondenti dichiara di aver imparato a usare il computer

esclusivamente da autodidatta, mentre il 13,5% ha imparato principalmente da

autodidatta ma con il supporto di corsi scolastici o universitari o di corsi di formazione

o sul posto di lavoro. Il restante 6,7% dichiara di aver imparato esclusivamente

frequentando corsi specifici. Il sistema operativo più utilizzato è Microsoft Windows

(73,1%), mentre il 46,2% usa MacOs e il 17,3% Linux (come si nota ci sono utenti che

usano più sistemi operativi). Dalla lettura dei dati emerge sempre più il profilo di un

appassionato del pc, curioso di tutto ciò che innovativo nel settore ICT. Infatti, i blogger

partecipanti alla rilevazione sono caratterizzati da un rapporto privilegiato e duraturo

con le nuove tecnologie: il 96,2% dei rispondenti usa Internet da più di cinque anni e la

frequenza di utilizzo dello stesso è significativamente alta. Il 92,3% dei rispondenti ha

dichiarato di accedere alla Rete più volte al giorno e il 6,7% almeno una volta al giorno.

La maggioranza dei blogger (58,6%) dichiara di gestire un blog da più di 3 anni, il

14,4% del quale da più di 5. Ciò potrebbe portare a concludere che il gruppo di blog

preso in esame possa considerarsi composto da early adopter del blog.

Dai dati emerge che la piattaforma più utilizzata è WordPress (49,0%), seguita da

Blogger (18,3%), Splinder (11,5%), Movable Type/TypePad (6,7%). Le altre

piattaforme sono state indicate rispettivamente da un numero non significativo di

rispondenti (percentuali inferiori al 3,0%).

179 Le percentuali riportate nelle graduatorie degli interessi sono percentuali sul totale, essendo frutto di domanda a risposta multipla, e sono relative al numero di blogger che hanno indicato l’interesse in questione.

Page 109: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

109

Tabella 10 - Piattaforme utilizzate dai blogger Piattaforma Valore % WordPress 49,0 Blogger 18,3 Splinder 11,5 Movable Type/ TypePad 6,7 dBlog 2,9 Altre (Drupal, Windows Live Spaces, B2evolution, Libero, Myblog, Radio Userland, Tiscali, Tumblr ecc.) 11,6

Totale (v.a.) 104

Infine, è emerso che in rete la quasi totalità dei blogger utilizza molti strumenti

offerti da Internet, quali la posta elettronica (indicata dal 98,1% dei rispondenti) e la

navigazione tra siti (indicata dal 97,1% dei rispondenti), ma è meritevole di evidenza

anche il dato relativo ai social network, strumento certamente più innovativo e recente

rispetto agli altri (vedi tab. 10) sottoposti all’attenzione dei blogger coinvolti nella

ricerca sul campo: l’85,6% dei blogger ha dichiarato di partecipare a social network.

Ciò permette di ipotizzare (i dati sull’uso dei social network in Italia sono al momento

in cui scrivo lacunosi) che i blogger presi in esame siano un’avanguardia nell’uso degli

strumenti del web sociale. Si registrano percentuali di utilizzo significativamente elevate

anche per gli altri strumenti, ossia chat, mailing list, newsletter e forum. Risultano meno

utilizzati i newsgroup, indicati dal 41,3% del campione.

Figura 36 - Piattaforme utilizzate dai blogger

49,00%

18,30%11,50%

6,70%

2,90%

11,60%

Wordpress

Blogger

Splinder

Movable Type/ Typepad

dBlog

Altre

Page 110: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

110

Tabella 11 - Strumenti disponibili in Rete utilizzati dai blogger Strumento utilizzato % indicante sul totale Posta elettronica 98,1 Navigazione tra siti 97,1 Social network 85,6 Chat 71,2 Mailing List 62,5 Newsletter 61,5 Forum 59,6 Newsgroup 41,3

Da evidenziare, inoltre, che mentre per la navigazione, per l’utilizzo della posta

elettronica e delle newsletter non si rilevano differenze significative di genere o relative

all’età del blogger, tendenzialmente sembra che le donne utilizzino meno gli altri

strumenti sopra elencati. Le differenze di genere sono più accentuate per i newsgroup

(-17,3 punti percentuali), per i forum (-11,6), per la chat (-11,2) e per le mailing list

(-10,5); meno accentuate per la partecipazione ai social network (-5,6). Per quanto

riguarda invece le differenze legate all’età, risultano significativi i dati relativi alla

partecipazione ai social network, significativamente più diffusa tra i blogger 35-44enni

(97,2%) e meno diffusa tra i blogger con età inferiore ai 25 anni (50,0%), e alla

partecipazione ai forum, meno diffusa tra i soggetti con meno di 25 anni (50,0%) e tra

gli over 45 (46,7%).

Riassumendo, i blogger presi in esame sono prevalentemente uomini, con una

istruzione elevata, con un’occupazione (e un ruolo intellettuale o

dirigenziale/imprenditoriale), che hanno appreso da autodidatta l’uso del computer, che

hanno un blog da molti anni e per metà usano WordPress e che utilizzano intensamente

gli strumenti offerti da Internet, compresi i più recenti.

Page 111: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

111

CAPITOLO QUARTO

LO STUDIO SULLA BLOGOSFERA ITALIANA:

IL SOCIAL NETWORK DEI BLOG ITALIANI

1. La metafora della rete

Prima di addentrarci nei risultati della social network analysis è necessario

puntualizzare alcuni concetti legati alla metafora della rete che fanno da sfondo alla

ricerca svolta.

La metafora della rete è un interessante modello di riferimento che negli ultimi

anni ha avuto una particolare fortuna nell’ambito delle scienze sociali180. Tale metafora

non è necessariamente la migliore possibile, nella misura in cui può evocare l’idea di un

insieme fisso di nodi, con importanza maggiore rispetto ai punti che collegano, in

qualche modo percorsi obbligati (seppure molti) per il transito di ciò che si muove nella

rete.

Da un punto di vista sociologico la rete può essere definita come un sistema

dinamico di interazione multipla [Salvini (a cura di), 2007, 181]. Castells definisce la

rete in maniera molto suggestiva e le attribuisce un ruolo centrale nella società dell’Età

dell’informazione:

«Una rete è un insieme di nodi interconnessi. Un nodo è un punto in cui una rete

interseca se stessa. Che cosa sia concretamente un nodo, dipende dal tipo di reti

reali a cui si fa riferimento. Sono nodi le piazze finanziarie, con i loro centri

ausiliari di servizi avanzati, immersi nella rete dei flussi finanziari globali. Sono

nodi i commissari europei e i consigli dei ministri nazionali, della rete politica che

governa l’Unione Europea. Sono nodi i campi della coca e dell’oppio, i laboratori

clandestini, le piste d’atterraggio segrete, le gang di strada e le istituzioni

finanziarie per il riciclaggio del denaro sporco nella rete del traffico di droga che

compenetra le economie, le società e gli stati di tutto il mondo. Sono nodi i sistemi

televisivi, gli studi per la produzione dell’intrattenimento, i milieu della computer

grafica, le redazioni televisive e i dispositivi mobili che generano, trasmettono e

ricevono i segnali nella rete globale dei nuovi media alla base dell’espressione

culturale e dell’opinione pubblica nell’Età dell’informazione. La topologia definita

180 Cfr. Trobia, 2001, 140-161.

Page 112: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

112

dalle reti implica che la distanza (o l’intensità e la frequenza d’interazione) tra due

punti (o posizioni sociali) sia più breve (o più frequente, più intensa) quando

entrambi i punti sono nodi della stessa rete che non quando lo sono di reti diverse.

D’alto canto, all’interno di una data rete, non c’è distanza nei flussi tra i nodi.

Pertanto, la distanza (fisica, sociale, economica, politica, culturale) per un dato

punto o una data posizione varia tra zero (per qualsiasi nodo all’interno della rete)

e infinito (per qualsiasi punto esterno della rete). L’inclusione/esclusione delle reti

e l’architettura delle relazioni tra reti, dispiegate e azionate da tecnologie

informatiche che operano a grandi velocità, configurano i processi e le funzionalità

dominanti nelle nostre società» [Castells, 2002, 536].

Alcuni soggetti operano all’interno della rete intervenendo sugli “interruttori”

delle reti stesse, che incorporano una base materiale che

«contraddistingue i processi sociali dominanti, dando quindi forma alla stessa

struttura sociale» [Castells, 2002, 537].

Relativamente al presente studio pare opportuno richiamare la riflessione di

Boissevain [con Mitchell (a cura di), 1973 e in Piselli (a cura di), 1995, 251-270] sul

ruolo dei mediatori, veri e propri imprenditori181 che dispensano, manipolano,

controllano risorse di secondo ordine (contatti strategici con persone che controllano

risorse di primo ordine come le risorse di produzione/primarie o che hanno accesso a

queste persone):

«i mediatori sono pertanto specialisti estremamente esperti di reti. […] un mediatore sociale (social broker) mette le persone in comunicazione le une con le altre, sia direttamente che indirettamente, allo scopo di ottenere profitto. Egli colma lacune nella comunicazione tra persone, gruppi, strutture e anche culture. […] Egli occupa una posizione strategica in una rete di relazioni sociali vista come una rete di comunicazione» [Boissevain in Piselli (a cura di), 1995, 252-253].

Sono gli hub, i nodi della nostra rete.

«La possibilità di diventare un mediatore dipende da due insiemi di criteri: la struttura e il volume della sua rete sociale, e la propensione a usare tale rete per il proprio personale profitto. Quando un individuo ha una vasta rete, con valori elevati per molteplicità e contenuti di scambio, può operare come mediatore. Ma deve essere disposto a manipolare le sue relazioni sociali per il profitto. Non tutti lo sono. […] È […] evidente che la centralità, il tempo disponibile per manovrare le sue relazioni sociali e il potere sulle risorse di primo ordine, sono di particolare importanza nell’aiutare una persona a diventare un mediatore di successo» [Boissevain in Piselli (a cura di), 1995, 257].

181 «Nella misura in cui prende l’iniziativa, per manipolare altre persone e risorse, al fine di ottenere un profitto, una persona agisce come un imprenditore» [Barth, 1963, 6].

Page 113: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

113

Una buona parte dell’attività di mediazione ha a che vedere con il capitale sociale:

«Il capitale di un mediatore è costituito dalla sua rete personale di relazioni con la gente; in breve dai suoi canali di comunicazione» [Boissevain in Piselli (a cura di), 1995, 260182]. L’attività dei broker è al centro della concettualizzazione che parla di structural

hole legata al capitale sociale di Burt [1992] che ha logica micro dell’azione e influenza

macro delle strutture sociali183: il capitale sociale sarebbe funzione dell’opportunità di

esercitare il ruolo di broker, all’interno di una rete.

Una rete relazionale ha, infine, anche contenuti simbolici, è:

«rete di significati» [White, 1992, 67], «poiché è costituita da legami che sono storie definite in particolari tempi sociali, Le identità degli attori e le strutture conseguenti delle interazioni e della contingenza che si esprime in essi. Poiché i legami sono costituiti essenzialmente da storie, la narrazione e la comprensione della narrazione da parte dello studioso diventano passaggi cruciali nell’analisi delle reti sociali» [Salvini, 2005, 44].

Relativamente alle relazioni sociali che si svolgono in una rete Knoke e Kuklinksi

[1982, 99] le hanno suddivise in:

1. scambi di risorse: transazioni do ut des di beni materiali o immateriali;

(prodotti, servizi, utilità ecc.);

2. trasmissione di informazioni: scambi comunicativi, i legami agiscono come

canali per diversi tipi di messaggi;

3. relazioni di potere: interazioni asimmetriche in cui un attore influenza o

controlla legittimamente (gerarchicamente) o meno (coercitivamente) un altro

attore;

4. interpenetrazioni tra confini: azioni coordinate tra due o più attori che

condividono un fine, ad esempio attraverso la compartecipazione a sub-

componenti di una stessa rete184;

5. attaccamento emotivo/affettivo: da cui deriva mutua assistenza, supporto,

dono e solidarietà ma anche frapposizione di ostacoli, ostilità e gesti di

inimicizia.

182 Boissevain prosegue parlando di tariffa, credito, debito, interesse. 183 Cfr. Chiesi, 1997, 412-413. È interessante notare come l’analisi di rete venga considerata situata a un livello meso, tra micro e macro. 184 Come nei caso degli interlocking directorates dei consigli di amministrazione delle società. Cfr. http://www.casaleggio.it/cda/

Page 114: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

114

2. Strumenti e tecniche per l’individuazione di cluster tra i blog italiani

Innanzitutto andrebbe precisato che riferendoci alla rete sociale di più soggetti

(nel nostro caso i blogger italiani) dovremmo dire più correttamente I social network e

non IL social network. Ciò poiché per ogni attore c'è un social network: vi sono tanti

social network quanti attori.

Nel contesto già descritto, dove l’universo di riferimento non è noto, si rivelerà

interessante anche lo studio dell’ego-network o network ego-centrato185 che enfatizza la

dimensione di immediata vicinanza degli alter rispetto agli ego che compongono la rete

presa in esame, i singoli attori e le loro relazioni all’interno della rete. Nello studio

dell’ego-network la rete è centrata sull’individuo e focalizzata sulle relazioni, l’attore

“focale” ricostruisce il suo “vicinato” [Salvini, 2005, 101]. Sembra un approccio

appropriato per

«[…] un gran numero di fenomeni che riguardano la relazionalità individuale e sociale e dei processi attraverso cui la configurazione di tale relazionalità (la struttura relazionale) influisce sui comportamenti e sugli stati individuali […]» [Salvini (a cura di), 2007, 191] come ad esempio l’interazione con altri soggetti in uno spazio pertinente per

l’azione in relazione ad altri soggetti. D’altra parte, però, i legami forti vengono

sovrastimati (bias) rispetto a quelli deboli, che però (come ha fatto notare non soltanto

Granovetter), spesso sono importanti e fondamentali per la spiegazione di dinamiche di

rete.

Tabella 12 - Rapporto tra variabili strutturali e tipo di legame

Variabili strutturali Legami forti Legami deboli

Ampiezza della rete

Piccola

Grande

% di legami nella rete Alta Bassa

Multiplexity Alta Bassa

Densità Alta Bassa

Eterogeneità Bassa Alta

Frequenza dei contatti Alta Bassa

Intimità Alta Bassa

185 Sugli ego-network cfr. McCallister - Fisher in Burt - Minor, 1984.

Page 115: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

115

Relativamente alle interazioni bisogna tenere conto del fatto che i legami si creano

rispondendo a logiche preferenziali, ad esempio in base a forze strutturali [Savona in

Chiesi (a cura di), 2007, 279-281]:

a. densità: propensione a creare legami arbitrari con altri membri della rete;

b. reciprocità: tendenza alla reciprocazione, a creare legami con soggetti che li

hanno creati con noi;

c. transitività: inclinazione a creare legami con soggetti legati ad attore con cui

siamo legati;

d. equilibrio: tendenza a creare legami con attori a noi simili, con cui si

condividono altri legami;

e. legami indiretti: inclinazione alla frapposizione di intermediari con alcuni

soggetti raggiungibili indirettamente;

f. popolarità: tendenza a creare legami soggetti con grado in ingresso (indegree)

alto, a cui molti altri sono legati;

g. attività: tendenza a creare legami soggetti con grado in uscita (outdegree) alto,

legati a molti altri;

h. chiusura circolare: propensione a creare legami con cerchi di tre attori, non

gerarchici;

i. betweenness: scelta di legami che pongono nel ruolo di intermediario tra attori

non connessi tra di loro;

j. similarità: tendenza all’omofilia, a creare legami con attori che posseggano

(un) attributo/i individuale/i comune/i;

k. similarità per reciprocità: scelta di creare legami reciproci con attori simili a

noi;

l. caratteristica altrui: scelta di creare o rompere un legame in base all’indegree

altrui;

m. caratteristica di ego: scelta di creare o rompere un legame in base all’outdegree

altrui.

La metafora della rete è stata applicata alla blogosfera italiana e già nel 2005

Casaleggio e associati avevano realizzato uno studio sul network dei blog italiani186

basato sui link entranti con un campione di 100 casi “considerati rilevanti” (la

186 http://www.casaleggio.it/rapporto.asp?articleID=245&titolo=Focus:%20Il%20%22Social%20Network%22%20dei%20blog%20italiani

Page 116: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

116

metodologia utilizzata, almeno in base ai dati disponibili, non pare molto rigorosa). il

diametro della rete era risultato di 2,39, con una media di due passaggi tra un blog e

qualunque altro blog preso in esame. I “percorsi più brevi” per collegare due blog

passerebbero principalmente attraverso i blog agli indirizzi www.macchianera.net,

www.mantellini.it e gattostancodiludovico.it. Il grado di clustering del sistema era di

0,362.

Figura 37 - "Blog al centro" nella blogosfera italiana [Casaleggio Associati, 2005]

Page 117: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

117

Figura 38 – “Percorsi" della blogosfera italiana [Casaleggio Associati, 2005]

3. Analisi dei dati

Il grafo del social network è composto da 193 nodi o vertici (vedi figg. 39 e 40).

Ciascun nodo è indicato dal nome del blogger e dall’URL del blog in questione per la

ricerca. Nei casi in cui il blogger abbia negato esplicitamente il consenso per la

pubblicazione di uno di questi dati si utilizza il codice identificativo che

contraddistingue il questionario *resp****). Nei casi in cui il blogger indicato non

abbia risposto e il nome fosse liberamente deducibile dal blog questo è stato indicato;

diversamente è presente il solo indirizzo del blog.

Le componenti del grafo sono quattro, la principale è composta da 178 nodi e le

quattro rimanenti da cinque nodi o meno.

Inizialmente indichiamo alcuni dati descrittivi del network (relativi a chi legge

chi): la densità, che è indicatore del grado di coesione della rete (e può variare tra 0 e 1),

ha un valore pari a 0,0079 (cioè sono presenti quasi l’1% di tutti i legami possibili); la

deviazione standard (che indica la variabilità dei legami) è pari a 0,0887. Il diametro

della rete (distanza geodetica più grande riscontrata) è 15. La distanza geodetica indica

il percorso più breve che unisce due nodi presenti nella rete. La distanza media che

Page 118: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

118

riscontriamo in questo caso è pari a 5,9: si tratta dell’ennesima conferma empirica dello

studio di Stanley Milgram e indica che la rete è di tipo small world. I sei gradi di

separazione sembrano “funzionare” per questa porzione della blogosfera italiana.

L’indice di coesione basato sulla distanza è basso (può variare tra 0 e 1) e pari a 0,04 e

la misura di frammentazione basata sulla distanza (può variare tra 0 e 1) è pari a 0,96. Il

coefficiente di clustering è 0,094. Elaborazioni relative alla connettività e alla

raggiungibilità confermano quanto appare evidente dagli altri indici.

Nelle pagine seguenti sono presenti figure che rappresentano il network, con e

senza le etichette relative ai nodi (figg. 39 e 40), in una visualizzazione che ne evidenzia

i componenti principali (fig. 41; si vedano anche le tabb. 13 e 14), in forma gower

metrics (fig. 42) e circolare (fig. 43), evidenziando le geodetiche (fig. 44) e in relazione

ai cutpoint (figg. 45 e 46).

Page 119: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

119

Figura 39 - Social network completo

Page 120: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

120

Figura 40 - Social network completo con etichette

Page 121: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

121

Figura 41 - Layout dei componenti principali del social network

Page 122: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

122

Figura 42 - Layout Gower metric scaling del social network

Page 123: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

123

Figura 43 - Layout circolare del social network

Page 124: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

124

Figura 44 - Rappresentazione del social network in base alla geodetica

Page 125: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

125

Figura 45 - Cutpoint del social network

Page 126: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

126

Figura 46 - Social network esclusi i cutpoint

Page 127: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

127

La centralità in una rete ci fornisce informazioni sull’attore in relazione al suo

network e a tutto il network, ma la posizione non va intesa in senso gerarchico ma

relazionale. Un attore è “centrale” quando partecipa a molte interazioni. Un attore

centrale è potenzialmente un leader, si trova in una posizione tale da poter relazionarsi

con soggetti e, a seconda delle circostanze, di poterli influenzare187. Una misura

semplice di centralità, di cui si è occupato Freeman [Freeman, Borgatti, White, 1991], è

basata sul grado, cioè sul numero di nodi adiacenti (connessi), con la dovuta distinzione

tra grado in ingresso e in uscita. Ritengo particolarmente significativa per questo studio

la misura di indegree, poiché l’outdegree era in qualche modo condizionato dalla

domanda posta (si chiedeva di indicare un massimo di tre blogger). In base all’indegree

il blogger centrale del network è Luca Conti (www.pandemia.info; indegree 11),

seguito da Massimo Mantellini (www.mantellini.it; indegree 8), Andrea Beggi

(www.andreabeggi.net; indegree 7), Gianluca Diegoli (www.minimarketing.it; indegree

7) e Antonio Sofi (www.webgol.it; indegree 6). L’indegree medio è 1,52. La

percentuale di centralizzazione del network è del 4,96%.

Tabella 13 - Blogger più centrali (indegree)

Blogger URL del blog Indegree % stand.188 Luca Conti www.pandemia.info 11 5,7% Massimo Mantellini www.mantellini.it 8 4,2% Andrea Beggi www.andreabeggi.net 7 3,6% Gianluca Diegoli www.minimarketing.it 7 3,6% Antonio Sofi www.webgol.it 6 3,1% Luca De Biase blog.debiase.com 5 2,6% Stefano Quintarelli blog.quintarelli.it 5 2,6% Gaspar Torriero www.gaspartorriero.it/blogger.html 5 2,6% Giovanni Barbieri www.giovy.it 4 2,1% Alessandro Bonino eiochemipensavo.diludovico.it 4 2,1% Stefano Epifani blog.stefanoepifani.it 4 2,1% Francesco Napoletano www.napolux.com 4 2,1%

Volendo calcolare la centralità come vicinanza (in entrata), cioè come somma

delle distanze geodetiche di ciascun attore da tutti gli altri vanno esclusi i nodi facenti

parte di componenti staccate da quella principale. Il blogger più centrale in termini di

inCloseness è Luca Sofri (www.wittgenstein.it).

187 Su blogger e influenza cfr. Gill, 2004 in http://faculty.washington.edu/kegill/pub/www2004_blogosphere_gill.pdf e Armano, 2006 in http://darmano.typepad.com/logic_emotion/2006/08/influence_rippl.html. 188 Valori moltiplicati per 100/(n-1).

Page 128: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

128

Volendo calcolare la centralità come interposizione o intermediazione

(betweenness), cioè in base alla frequenza con cui il singolo nodo si trova nella

geodetica (percorso più breve) tra due nodi, non guardando alla direzione del legame,

otteniamo un indice di centralizzazione del 5,91%. Il blogger più centrale secondo tale

accezione sarebbe Stefano Epifani (blog.stefanoepifani.it), seguito da Antonio Sofi

(www.webgol.it) e da Luca Conti (www.pandemia.info).

Tabella 14 - Blogger più centrali (betweenness) Blogger URL del blog Betw. nBetw.189 Stefano Epifani blog.stefanoepifani.it 2311,850 6,304 Antonio Sofi www.webgol.it 1631,833 4,450 Luca Conti www.pandemia.info 1630,600 4,446 Mauro Lupi admaiora.blogs.com/maurolupi/ 1522,333 4,151 Gianluca Diegoli www.minimarketing.it 1368,000 3,730 Massimo Mantellini www.mantellini.it 1284,133 3,502 Tommaso Sorchiotti tommaso.tumblr.com 1092,267 2,978 Massimo Moruzzi www.dotcoma.it 1038,333 2,831 Massimo Morelli blog.morellinet.com/categories/momoblog/ 970,633 2,647 Andrea Beggi www.andreabeggi.net 942,117 2,569

Il dato sul soggetto centrale non è quindi univoco, anche se Luca Conti

(www.pandemia.info) sembra in una posizione privilegiata nella blogosfera italiana,

come vedremo anche da altri indicatori. Appare interessante notare come soggetti che

hanno grande rilevanza sui mass media in relazione al fenomeno blog (Beppe Grillo e

gli uomini politici) in questa rappresentazione siano marginali o addirittura inesistenti.

A questo punto si può procedere all’analisi dei sottogruppi presenti. Gli approcci

possibili sono due: un approccio bottom-up che parte dalle diadi (coppie di due attori e

relativo arco) e fa emergere sottogruppi e un approccio top-down che individua aree che

presentano delle peculiarità all’interno della struttura. Sono bottom-up le analisi che

individuano clique, n-clique, n-clan, k-plex e k-core. Sono top-down gli approcci che

individuano blocchi, insiemi lambda e fazioni [Trobia, 2005, 78]. Nel nostro caso di

studio le clique presenti, ovvero sottografi completi costituiti da tre o più nodi in cui

ciascuno è adiacente (a prescindere dalla reciprocità) agli altri. La matrice è stata resa

simmetrica (cioè è stata indicata con valore 1 ogni relazione simmetrica e con valore 0

ogni relazione asimmetrica). L’elaborazione ha individuato 9 clique190, dato prevedibile

vista la bassa densità della rete:

189 Betweenness normalizzata. 190 Il set è stato impostato a tre nodi.

Page 129: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

129

Figura 47 - Diagramma cluster per l'individuazione delle clique

Ponendo n=2 (n è il numero di passaggi per raggiungere un’unità a partire da

un’altra unità) vengono individuate 98 n-clique (2-clan). Sono individui connessi da un

intermediario, “amici degli amici”:

Individuando i lambda set191 notiamo che il legame attraverso cui potrebbe

passare il flusso più consistente comprende Fabio Altomare (www.sw4n.net;

contraddistinto dall’8) e Andrea Beggi (www.andreabeggi.net; contraddistinto dal 35) e;

in secondo ordine sono importanti i legami tra Stefano Quintarelli (blog.quintarelli.it;

18) e Paolo Valdemarin (paolo.evectors.it/italian/; 30), i nodi Luca Conti

(www.pandemia.info; 2), Tommaso Sorchiotti (tommaso.tumblr.com; 16), Matteo

Balocco (www.totanus.net; 17), Alberto D'Ottavi (www.infoservi.it; 28), Antonio Sofi

(www.webgol.it; 41) e tra i nodi principali 8 e 35 e Alessandro Zarcone

(www.zarcone.it; 3), Samuele Silva (www.samuelesilva.net/dblog/; 10), Massimo

191 Cfr. Borgatti - Everett - Shirley, 1990.

Page 130: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

130

Marino (www.pensieroineccesso.it; 19), Miti Vigliero (www.placidasignora.com; 21) e

Mafe De Baggis (www.maestrinipercaso.it; 42).

Figura 48 - Lambda set del social network (stralcio)

I cluster sono composti da soggetti spesso eterogenei tra loro. La suddivisione in

sottogruppi o cluster può fornire chiavi di interpretazione fondamentali sulla

propagazione delle informazioni e su i potenziali percorsi di diffusione dei meme. Una

mappatura più ampia della rete della blogosfera permetterebbe anche applicazioni di

tipo commerciale: puntando a soggetti reputati “influenti” all’interno di ciascun

sottogruppo la pubblicità e il marketing (ma anche il word of mouth e le pubbliche

relazioni) potrebbero minimizzare gli sforzi e massimizzare i risultati ottenuti.

Oltre che basandoci sulla coesione, possiamo guardare alla rete in termini di

equivalenze strutturali e di analisi posizionale dei suoi componenti. L’equivalenza

strutturale (anche se si tratta di un concetto abbastanza rigido, quindi sarebbe meglio

parlare di somiglianza) è determinata dal modo in cui i soggetti si rapportano con gli

altri soggetti della rete con cui sono collegati, a prescindere dal fatto che vi

interagiscano. Nel calcolo della regolarità ho utilizzato la distanza euclidea192 in

procedura profile193. Vengono individuati 21 raggruppamenti (relativamente

significativi per il presente studio) di soggetti in posizione equivalente nella rete.

192 La distanza euclidea misura la dissimilarità. In corrispondenza di valori bassi i nodi sono simili. Altre misure di similarità sono il coefficiente di correlazione di Pearson, la proporzione di esatta similitudine e il coefficiente di Jaccard. 193 Un’altra procedura possibile è la CONCOR (Convergence of iterated correlation).

Page 131: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

131

Figura 49 - Diagramma cluster per l'equivalenza strutturale

L’analisi è proseguita facendo riferimento agli ego-network (vedi tabelle in

appendice).

Una misura significativa è quella relativa ai vuoti strutturali (structural hole)194. I

vuoti strutturali sono misurabili attraverso i contatti non ridondanti (effective size),

l’efficienza (efficiency), i vincoli (constraint) e la gerarchia (hierarchy). Una volta

ricavata la matrice di ridondanza, che indica il modo in cui i nodi sono collegati ai

contatti diretti di ego, si procede alla lettura del dato di effettiva dimensione dell’ego-

network (il valore più alto è 13,464 per Luca Conti). L’efficienza (che varia da 1, non

ridondante, a 0, ridondante) è il rapporto tra dimensione dell’ego network (numero dei

nodi con cui si è connessi) ed effettiva dimensione. I contatti maggiormente “efficienti”

(secondo tale accezione) sarebbero (con coefficiente 0,5) quelli di Marco Borghesi

(borguez.wordpress.com), (inkiostro.blogspot.com), (eternaseconda.splinder.com),

(disruption.splinder.com) e Alex Zarfati (www.theapplelounge.com). I vincoli misurano

i collegamenti di ego con soggetti a loro volta collegati ad altri soggetti collegati a ego.

La gerarchia misura l’ammontare di costrizione di ego concentrata in ciascuna relazione

con gli alter (varia da 1, quando il constraint è concentrato in una singola relazione, a 0,

se il constraint è uguale per ciascun alter).

194 Altra misura è quella relativa all’intermediazione (brokerage).

Page 132: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

132

L’analisi degli structural hole permette la rilevazione di aspetti importanti

relativi al capitale sociale, poiché attraverso i nodi contigui alle zone di separazione tra

legami non ridondanti passano i legami per la “periferia” della rete. La conformazione

della rete mostra legami deboli e scarsa ridondanza. Eppure i legami deboli (come aveva

notato non solo Granovetter e non solo in relazione alla ricerca di un lavoro) non sono

da sottovalutare: spesso sono cruciali in relazione all’azione, anche online.

Utilizzando gli ulteriori dati ottenuti dal questionario è possibile tracciare dei

sociogrammi relativi ai soggetti che si indicano come contatti, conoscenze e amici.

Nelle prossime pagine sono presenti immagini del network relative ad amicizie (fig. 50),

conoscenze (fig. 51) e contatti (fig. 52) e i grafi dei colleghi (fig. 53) e dei collaboratori

(fig. 54).

Page 133: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

133

Figura 50 - Soggetti che si indicano come "contatti" nel social network

Page 134: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

134

Figura 51 - Soggetti che si indicano come "conoscenze" nel social network

Page 135: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

135

Figura 52 - Soggetti che si indicano come "amici" nel social network

Page 136: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

136

Figura 53 - Soggetti che si indicano come colleghi nel social network

Page 137: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

137

Figura 54 - Soggetti che si indicano come collaboratori nel social network

Page 138: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

138

I blogger indicano come amici il 63,30% dei blogger collegati, come conoscenze

il 22,90%, come contatti l’8,75% e come nessuna delle precedenti qualificazioni il

5,05%. Soltanto il 15,63% dei rapporti di amicizia sono reciproci, contro il 3,08% dei

rapporti di conoscenza. Si sono individuati clique195 e 2-clan anche dalle matrici relative

ad amicizia, conoscenze e contatti.

Le clique degli amici sono 11. I 2-clan degli amici sono 76.

La clique dei conoscenti è una. I 2-clan dei conoscenti sono 26.

Non ci sono clique (con set di tre contatti, come finora individuati) di contatti,

mentre i 2-clan di contatti sono 9:

Soltanto in quattro casi i blogger indicati sono parenti e in un caso si tratta di un

legame genitore/figlio.

Relativamente ai rapporti lavorativi, soltanto il 4,39% dei blogger collegati

vengono indicati come collaboratori e soltanto il 13,36% come colleghi. Nell’83,45%

dei casi non si tratta di collegamenti di genere lavorativo.

I blogger presi in esame per la maggior parte dichiarano di non abitare vicino ai

blogger che indicano (il 77,10% dichiarano di non abitare vicino, non sanno se abitano

vicino nel 2,36% dei casi, dichiarano di abitare vicino nel 20,54% dei casi) eppure si

sono incontrati con la maggioranza degli indicati (83,05% dei casi) e si percepiscono

come vicini: alla domanda «Se la blogosfera fosse qualcosa di simile a una città lei e il/i

blogger citato/i abitereste nello stesso quartiere?» l’82,7% ha risposto sì e soltanto il

17,3% ha risposto no. Soggetti in relazione in rete si autopercepiscono in qualche modo

come membri di un’appartenenza comune (Figallo considera ciò indice di appartenenza

a una comunità virtuale, come visto in precedenza). La vicinanza e l’amicizia, già

indicate come legami tipici delle comunità originarie, sembrano essere caratteristiche

molto rilevanti per i legami presenti tra i blogger.

Riconsiderando le dimensioni che avevamo distinto come componenti del concetto di

vicinanza

§ relativamente alla dimensione geografica (distanza) i blogger non

sembrano relazionarsi in base alla prossimità territoriale (non abitano

vicino, dai cluster non emergono dati significativi su raggruppamenti

basati sulla prossimità, eppure dichiarano di essersi incontrati fisicamente,

elemento che ne fa presupporre l’appartenenza al gruppo di soggetti che

195 Il set è stato impostato a tre nodi.

Page 139: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

139

«[…] si spostano con grande rapidità e agio da una città all’altra [e che]

vivono tra le città più che nelle città» [Martinotti, 1993, 170]);

§ relativamente alla dimensione comunicativa (contatto) i blogger sono in

relazione attraverso geodetiche brevi e possono contattarsi l’un l’altro con

una media di circa sei passaggi o gradi di separazione;

§ relativamente alla dimensione tecnologica (piattaforma comune con

strumenti di comunicazione interna) non posso esprimere un’osservazione

univoca, poiché diversi blogger utilizzano la piattaforma WordPress che

non risulta significativa in tal senso poiché spesso viene installata come

stand-alone e comunque non possiede strumenti di comunicazione interna,

eppure su altre piattaforme sono emersi cluster verosimilmente composti

di soggetti in relazione proprio grazie al contesto fornito dalla piattaforma;

§ relativamente alla dimensione culturale (interessi) si nota che alcuni

interessi sembrano essere preponderanti in relazione ai generi, eppure non

è possibile affermare che i cluster si raggruppino esclusivamente in base

agli interessi, pur essendoci in alcuni di essi sovrapposizioni

presumibilmente significative ma non univoche (ad esempio sono presenti

cluster composti prevalentemente di marketer o di soggetti che si

interessano di tecnologia);

§ relativamente alla dimensione lavorativa si nota una bassa percentuale di

collaborazioni tra blogger che si trovano in contatto. Nella blogosfera

italiana non sembrano quindi evidenziarsi rapporti che si pongano in

analogia col milieu cittadino in cui i soggetti anche eterogenei entrano in

contatto e collaborano. Non si può tuttavia affermare ciò con certezza,

poiché il network è stato costituito richiedendo principalmente di indicare

chi si legge: è possibile che non vi siano sovrapposizioni tra blogger che si

leggono e soggetti con cui si collabora.

Page 140: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

140

CONCLUSIONI

L’applicazione del framework urbano alla blogosfera italiana, con l’aggiunta di

elementi provenienti da altri ambiti scientifici, si è rivelata fruttuosa per lo studio di

sistemi complessi (eppure guidati dagli stessi bisogni sociali di base che aveva la città)

come Internet e ora la blogosfera e ha permesso di rinvenire delle analogie generali

relative alle dinamiche di comunicazione, vicinanza e circolazione delle risorse e della

cultura.

L’elemento della prossimità territoriale, comunque fondamentale soprattutto nella

città di un tempo, perde importanza nel contesto odierno portando alla centralità delle

città globali, della Rete (in generale) e della blogosfera (in particolare), sistemi al centro

di flussi e in relazione in un “locale” definito per prossimità funzionale.

Il “luogo” dell’urbano oggi è anche la Rete e la blogosfera, sua forma sociale che,

tra le altre, diviene luogo per l’interazione dei soggetti in una rinnovata comunità che si

discosta dalle formulazioni classiche e si riformula prescindendo, in tutto o in parte,

dalla prossimità territoriale.

La letteratura di sociologi classici e della scuola di Chicago hanno offerto spunti

ed elementi (concetti, dimensioni, tassonomie ecc.) che sono risultati ancora attuali se

opportunamente utilizzati.

La blogosfera italiana considerata nel framework urbano, alla luce dello studio

empirico, non sembra presentare anomalie rilevanti né mostrare peculiarità specifiche

rispetto ai fenomeni a cui si fa riferimento descritti nella rassegna della letteratura

effettuata dagli studiosi delle città e del territorio, dei contesti urbani e della

comunicazione mediata dal computer.

I soggetti che interagiscono nella blogosfera, così come i vicini nelle città, si

percepiscono come vicini e interagiscono, anche in presenza, all’interno dei cluster in

cui sono coinvolti, in uno spazio e tempo che vengono definiti dal fluire delle

informazioni in uno scenario “glocalmente digitale” delimitabile come “spazio

pertinente”.

Page 141: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

141

In particolare nello studio empirico si sono evidenziate alcune caratteristiche dei

blogger e della blogosfera italiana che mi preme richiamare nella conclusione del mio

studio:

§ la presenza di soggetti tra loro eterogenei (così come nelle città) che

interagiscono in un contesto di flussi globali (ben descritto da studiosi

come Castells e Sassen) e che passa indistintamente dalle città globali e

dalla Rete contribuendo alla formazione e alla circolazione di capitale

sociale;

§ la presenza di fenomeni che seguono leggi di potenza (“coda lunga”)

relativi alla distribuzione dei link in ingresso ai blog;

§ una preponderanza di blogger uomini e di blogger nella fascia tra i 25 e i

34 anni (così come avviene per altri fenomeni online);

§ un’età media delle blogger donne più bassa dell’età media dei blogger

uomini (come evidenziato anche da altri studi);

§ il livello di istruzione elevato della maggioranza dei blogger e il fatto che

siano in prevalenza occupati (molti sono dirigenti e imprenditori o

svolgano professioni intellettuali con autonomia di organizzazione);

§ la differenza tra gli interessi di blogger maschi e blogger femmine proprio

sulla base del genere;

§ un uso prevalente dell’e-mail (così come avviene nel resto del mondo) tra

gli strumenti offerti dalla Rete;

§ una prevalenza di blogger nelle grandi città;

§ una spiccata tendenza a incontrarsi in presenza travalicando i limiti

attributi alle comunità virtuali e la contrapposizione tra cyberspace e

meatspace di cui si è parlato;

§ una media dei gradi di separazione tra nodi della rete pari a sei, così come

per altre reti small world;

§ un alto grado di frammentazione nel social network studiato che si

ricollega alla «balcanizzazione cibernetica» di cui ha parlato Putnam a

proposito del web e alle tribù online di cui ha parlato De Baggis;

§ l’assenza di una connotazione territoriale dei cluster individuati che è

indizio di un concetto di “locale” declinato come spazio pertinente;

§ la percezione di vicinanza reciproca indicata dai blogger;

Page 142: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

142

§ l’importanza della vicinanza e dell’amicizia, considerabili come indicatori

di comunità, nei legami del social network.

Tali elementi permettono appunto di affermare che la blogosfera italiana non

sembra fare eccezione nelle sue caratteristiche principali rispetto alle altre comunità in

Rete della società informazionale.

Un dato significativo e per certi versi inatteso che è emerso dallo studio effettuato

riguarda l’altissima diffusione di strumenti come i social network site tra i blogger

italiani, che permette (insieme al lungo periodo intercorso dalla pubblicazione del blog)

di connotarli come early adopter.

La ricerca si è svolta su un periodo di tempo e con risorse che non hanno

consentito una mappatura molto ampia del network dei blogger italiani, ma una certa

ridondanza nelle risposte e i gradi intercorrenti lasciano pensare che si sia mappato un

cluster strategico per le dinamiche comunicative.

La ricerca non ha potuto stabilire univocamente se i cluster si basano

prevalentemente sugli interessi, pur se alcuni di essi sembrerebbero basarvisi (ne sono

stati individuati legati al marketing o alla tecnologia). L’aspetto relativo agli interessi

richiederebbe ulteriori indagini empiriche, così come l’aspetto relativo alle

collaborazioni lavorative che, se confermato, sarebbe affine alle dinamiche dei milieu

cittadini. Studi di tipo qualitativo con interviste in profondità a blogger che sono stati

individuati come hub e si trovano in posizioni di centralità potrebbero fornire ulteriori

elementi per lo studio dei rapporti tra i blogger italiani.

La social network analysis è stata per me uno strumento particolarmente idoneo a

descrivere dinamiche e a visualizzare rapporti in contesti caotici e complessi come

quelli della Rete e della globalizzazione. La mappatura di altri fenomeni di interazione a

cui è sottesa la rete di contatti tra blogger potrebbe rivelarsi interessante, come

ipotizzato altrove nel testo.

Tra i punti di forza del presente studio vi sono probabilmente:

§ la ricognizione (con puntualizzazioni e tassonomie) del fenomeno dei

blog, sia come format con il suo retroscena tecnologico, che

cronologicamente, che come manifestazione di bisogni sociali di

comunicazione e condivisione (con ampio riferimento agli studi presentati

in tutto il mondo),

§ la possibilità che ho avuto di accedere a dati anche consistenti sulla

composizione della blogosfera italiana (provenienti da BlogItalia),

Page 143: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

143

§ l’utilizzo di software che hanno permesso di suddividere in fasce i blog e

di studiarne i legami (spero) in maniera accurata,

§ lo svolgimento del questionario online in modalità CAWI e l’output

costituito dalla mappa delle relazioni tra blogger.

La conferma empirica per l’Italia di fenomeni già studiati per comunità più o

meno limitate di blog stranieri inserisce questa tesi in un filone molto promettente,

anche alla luce dell’emergere di fenomeni nuovi o mutati in relazione al blogging e al

social web, come il microblogging e la diffusione dei social network site.

La blogosfera, in definitiva, costituisce un ambiente vivace e interessante per gli

studi sociologici, oltre che un contesto significativo per l’approccio ai fenomeni

culturali, politici ed economici della nostra epoca.

Oggi possiamo parlare della città anche identificandola con le tecnologie che la

costituiscono, ma anche il contrario: Internet (soprattutto Internet oggi), la blogosfera, si

fanno città, con le loro comunità, i loro legami, il loro “locale” ridefinito digitalmente.

Page 144: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

144

APPENDICE

Questa sezione contiene il dettaglio dei cluster e dati relativi agli ego-network e

agli structural hole individuati con la social netork analysis.

Clique196 dei blogger

1: Fabio Altomare (www.sw4n.net)

Massimo Marino (www.pensieroineccesso.it)

Miti Vigliero (www.placidasignora.com)

2: Stefano Quintarelli (blog.quintarelli.it)

Paolo Valdemarin (paolo.evectors.it/italian/)

Luca De Biase (blog.debiase.com)

3: Massimo Marino (www.pensieroineccesso.it)

Miti Vigliero (www.placidasignora.com)

Andrea Beggi (www.andreabeggi.net)

4: Mauro Lupi (admaiora.blogs.com/maurolupi/)

Andrea Pattaccini (barcode.blogsome.com)

Massimo Moruzzi (www.dotcoma.it)

5: Luca Sartoni (www.lucasartoni.com)

Livia Iacolare (www.iacolare.com)

Marco Borghesi (borguez.wordpress.com)

6: 4resp0020 (www.stellinorama.it)

Alessandro Turano (www.cronachesorprese.it)

5resp0011 (algaspirulina.splinder.com)

7: 7resp0002 (leonardo.blogspot.com)

Enzo Baruffaldi (polaroid.blogspot.com)

(inkiostro.blogspot.com)

8: Federica Dardi (legattediviaplinio.blogspot.com)

Maurizio Ratti (mizioblog.splinder.com)

(disruption.splinder.com)

9: Angelo Di Veroli (www.geekissimo.com)

David Menasci (www.dissacration.com)

Alex Zarfati (www.theapplelounge.com)

196 Il set è stato impostato a tre nodi.

Page 145: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

145

2-clan dei blogger

1: Graziano Cozzi (grazitaly.space.live.com) Luca Conti (www.pandemia.info)

Tommaso Sorchiotti (tommaso.tumblr.com) Matteo Balocco (www.totanus.net) Stefano

Quintarelli (blog.quintarelli.it)

2: Luca Conti (www.pandemia.info) Matteo Balocco (www.totanus.net) Stefano

Quintarelli (blog.quintarelli.it) Massimo Mantellini (www.mantellini.it) Paolo

Valdemarin (paolo.evectors.it/italian/)

3: Luca Conti (www.pandemia.info) Matteo Balocco (www.totanus.net) Gaspar

Torriero (www.gaspartorriero.it/blogger.html) Gigi Tagliapietra (blog.gigitaly.it)

Massimo Mantellini (www.mantellini.it)

4: Graziano Cozzi (grazitaly.space.live.com) Luca Conti (www.pandemia.info) Fabio

Altomare (www.sw4n.net) Tommaso Baldovino (www.tomstardust.com)

5: Luca Conti (www.pandemia.info) Tommaso Sorchiotti (tommaso.tumblr.com)

Alessandro Bonino (eiochemipensavo.diludovico.it) Alberto D'Ottavi

(www.infoservi.it) Stefano Epifani (blog.stefanoepifani.it)

6: Luca Conti (www.pandemia.info) Stefano Quintarelli (blog.quintarelli.it) Paolo

Valdemarin (paolo.evectors.it/italian/) Luca De Biase (blog.debiase.com) Alfonso

Fuggetta (www.alfonsofuggetta.org)

7: Graziano Cozzi (grazitaly.space.live.com) Alessandro Zarcone (www.zarcone.it)

1resp0005 (www.mukkamu.com) Fabio Altomare (www.sw4n.net) Massimo Marino

(www.pensieroineccesso.it) Gianluca Neri (www.macchianera.net) Miti Vigliero

(www.placidasignora.com)

8: Alessandro Zarcone (www.zarcone.it) 1resp0005 (www.mukkamu.com) Fabio

Altomare (www.sw4n.net) Francesco Napoletano (www.napolux.com)

9: Alessandro Zarcone (www.zarcone.it) 1resp0005 (www.mukkamu.com) Francesco

Napoletano (www.napolux.com) Alberto Leoni (www.alblog.it) Giovanni Barbieri

(www.giovy.it)

10: Alessandro Zarcone (www.zarcone.it) Fabio Altomare (www.sw4n.net) Samuele

Silva (www.samuelesilva.net/dblog/) Massimo Marino (www.pensieroineccesso.it) Miti

Vigliero (www.placidasignora.com) Andrea Beggi (www.andreabeggi.net)

11: Alessandro Zarcone (www.zarcone.it) Samuele Silva

(www.samuelesilva.net/dblog/) Andrea Beggi (www.andreabeggi.net) Michela Agnese

(www.estroversa.net) Marco Cilia (blog.tambuweb.it)

Page 146: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

146

12: Alessandro Zarcone (www.zarcone.it) Fabio Altomare (www.sw4n.net) Samuele

Silva (www.samuelesilva.net/dblog/) Francesco Napoletano (www.napolux.com)

13: 1resp0005 (www.mukkamu.com) Fabio Altomare (www.sw4n.net) Francesco

Napoletano (www.napolux.com) (juliusdesign.wordpress.com)

14: Rosamaria Faralli (blog.libero.it/Gr4c3/) 8resp0007 (blog.libero.it/grapewine/)

(ilcasostanzino.splinder.com)

15: Rosamaria Faralli (blog.libero.it/Gr4c3/) 8resp0007 (blog.libero.it/grapewine/)

(blog.libero.it/californiaa/)

16: 1resp0017 (laturistasmarrita.blogspot.com) 2resp0010 (zesitian.blog.kataweb.it)

(levegliedibonaventura.blogspot.com) (www.penaepanico.blogspot.com)

17: 1resp0017 (laturistasmarrita.blogspot.com) 2resp0010 (zesitian.blog.kataweb.it)

(rapida.wordpress.com)

18: Samuele Silva (www.samuelesilva.net/dblog/) Marco Cilia (blog.tambuweb.it)

(www.resuscito.com) 4resp0020 (www.stellinorama.it) Marco Formento

(mfcailloux.blogspot.com)

19: Samuele Silva (www.samuelesilva.net/dblog/) Massimo Marino

(www.pensieroineccesso.it) Miti Vigliero (www.placidasignora.com) Andrea Beggi

(www.andreabeggi.net) Mafe De Baggis (www.maestrinipercaso.it)

20: Samuele Silva (www.samuelesilva.net/dblog/) Michela Agnese

(www.estroversa.net) Stefano Leotta (www.beautifulife.org) (makino.splinder.com)

21: Francesco Napoletano (www.napolux.com) Alberto Leoni (www.alblog.it) Elena

Franco (www.delymyth.net)

22: Francesco Napoletano (www.napolux.com) Giovanni Barbieri (www.giovy.it)

Rossella Rasulo (www.ninna.it)

23: Fabio Altomare (www.sw4n.net) Massimo Marino (www.pensieroineccesso.it) Miti

Vigliero (www.placidasignora.com) Andrea Beggi (www.andreabeggi.net) Barbara

Sgarzi (www.blimunda.net) Matteo Marchelli (www.jtheo.it)

24: Fabio Altomare (www.sw4n.net) Massimo Marino (www.pensieroineccesso.it) Miti

Vigliero (www.placidasignora.com) Andrea Beggi (www.andreabeggi.net) Mauro Biani

(maurobiani.splinder.com)

25: Massimo Marino (www.pensieroineccesso.it) Mauro Biani

(maurobiani.splinder.com) Pino Scaccia (pinoscaccia.splinder.com)

(animasalva.splinder.com) (diavoloinme.splinder.com)

Page 147: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

147

26: Alberto Leoni (www.alblog.it) Elena Franco (www.delymyth.net) Francesco Lodolo

(www.pseudotecnico.org/blog/)

27: Giovanni Barbieri (www.giovy.it) Rossella Rasulo (www.ninna.it)

(grrriiz.splinder.com) Licia Troisi (www.liciatroisi.it/blog/) Diego Bianchi

(zoro.blog.excite.it)

28: Rossella Rasulo (www.ninna.it) Diego Bianchi (zoro.blog.excite.it)

(amlo.blog.excite.it) (sanva.blog.excite.it) (giamaica.blog.excite.it)

29: Rossella Rasulo (www.ninna.it) Licia Troisi (www.liciatroisi.it/blog/) Paolo

Aldighieri (www.shockdom.com/eriadan/) Sandrone Dazieri

(sandronedazieri.nova100.ilsole24ore.com)

30: Elena Franco (www.delymyth.net) Francesco Lodolo

(www.pseudotecnico.org/blog/) Giovanni Francesco Solone (www.gioxx.org)

31: Alberto D'Ottavi (www.infoservi.it) Andrea Beggi (www.andreabeggi.net) Mafe De

Baggis (www.maestrinipercaso.it) (lapupachasonno.wordpress.com) Sergio Pilu

(www.spiritum.it/squonk/)

32: Fulvia De Feo (www.ilcircolo.net/haramlik/ Matteo Capobianco

(bloggointestinale.blogspot.com) 7resp0002 (leonardo.blogspot.com) Enzo Baruffaldi

(polaroid.blogspot.com) (inkiostro.blogspot.com) (secondavisione.splinder.com)

33: Gaspar Torriero (www.gaspartorriero.it/blogger.html) Fulvia De Feo

(www.ilcircolo.net/haramlik/ 7resp0002 (leonardo.blogspot.com) Angelo Buongiovanni

(www.montag.it/theratrace/) (mazzetta.splinder.com)

34: Matteo Balocco (www.totanus.net) Gaspar Torriero

(www.gaspartorriero.it/blogger.html) Fulvia De Feo (www.ilcircolo.net/haramlik/

(palmasco.blogs.com)

35: Alberto D'Ottavi (www.infoservi.it) Stefano Epifani (blog.stefanoepifani.it) Antonio

Sofi (www.webgol.it) Enrico Sola (www.suzukimaruti.it) Elena Zannoni

(iosonosenzaaggettivi.blogspot.com)

36: Tommaso Sorchiotti (tommaso.tumblr.com) Alberto D'Ottavi (www.infoservi.it)

Stefano Epifani (blog.stefanoepifani.it) Antonio Sofi (www.webgol.it)

37: Tommaso Sorchiotti (tommaso.tumblr.com) Alberto D'Ottavi (www.infoservi.it)

Antonio Sofi (www.webgol.it) Mafe De Baggis (www.maestrinipercaso.it) Dario Banfi

(www.humanitech.it)

Page 148: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

148

38: Tommaso Sorchiotti (tommaso.tumblr.com) Stefano Epifani (blog.stefanoepifani.it)

Antonio Sofi (www.webgol.it) Alessio Jacona (www.blogs4biz.com) Mauro Lupi

(admaiora.blogs.com/maurolupi/)

39: Antonio Sofi (www.webgol.it) Elena Zannoni (iosonosenzaaggettivi.blogspot.com)

Matteo Capobianco (bloggointestinale.blogspot.com)

40: Mafe De Baggis (www.maestrinipercaso.it) Sergio Pilu (www.spiritum.it/squonk/)

Luca Sofri (www.wittgenstein.it) (www.brodoprimordiale.net)

41: Matteo Balocco (www.totanus.net) Massimo Mantellini (www.mantellini.it) Paolo

Valdemarin (paolo.evectors.it/italian/) Massimo Morelli

(blog.morellinet.com/categories/momoblog/)

42: Massimo Mantellini (www.mantellini.it) Massimo Morelli

(blog.morellinet.com/categories/momoblog/) Alberto Leone (www.enoela.it/blog/)

43: Licia Troisi (www.liciatroisi.it/blog/) Paolo Aldighieri

(www.shockdom.com/eriadan/) (prontoallaresa.blogspot.com) Marco Dambrosio

(www.canemucca.com)

44: Stefano Quintarelli (blog.quintarelli.it) Alfonso Fuggetta (www.alfonsofuggetta.org)

Antonio Santangelo (archidata.typepad.com/chez_asa) (www.destralab.it)

45: Alessio Jacona (www.blogs4biz.com) Luca Sartoni (www.lucasartoni.com) Livia

Iacolare (www.iacolare.com) Marco Borghesi (borguez.wordpress.com) Roberto Rosetti

(chinchillart.blogspot.com)

46: Stefano Epifani (blog.stefanoepifani.it) Alessio Jacona (www.blogs4biz.com) Luca

Sartoni (www.lucasartoni.com)

47: Stefano Epifani (blog.stefanoepifani.it) Mauro Lupi

(admaiora.blogs.com/maurolupi/) Andrea Pattaccini (barcode.blogsome.com) Massimo

Moruzzi (www.dotcoma.it)

48: Mauro Lupi (admaiora.blogs.com/maurolupi/) Andrea Pattaccini

(barcode.blogsome.com) Massimo Moruzzi (www.dotcoma.it) Gianluca Diegoli

(www.minimarketing.it)

49: Michela Agnese (www.estroversa.net) Stefano Leotta (www.beautifulife.org)

Serena Piccioni (www.xlthlx.it) 5resp0020 (www.aluccia.com/weblog/) Giovanni

Dragone (www.senzastile.it)

50: Marco Cilia (blog.tambuweb.it) 4resp0020 (www.stellinorama.it) Alessandro

Turano (www.cronachesorprese.it) 5resp0011 (algaspirulina.splinder.com)

Page 149: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

149

51: Marco Cilia (blog.tambuweb.it) Marco Formento (mfcailloux.blogspot.com) Marco

Zamperini (funkyprofessor.blogspot.com) Lele Dainesi (www.leledainesi.com)

52: Luca Sartoni (www.lucasartoni.com) Livia Iacolare (www.iacolare.com) Marco

Borghesi (borguez.wordpress.com) Tommaso Tessarolo (tommaso.tessarolo.it)

53: Sergio Pilu (www.spiritum.it/squonk/) 6resp0008 (www.daveblog.net) Luca Sofri

(www.wittgenstein.it)

54: Stefano Leotta (www.beautifulife.org) 5resp0020 (www.aluccia.com/weblog/)

Matteo Freddi (www.zorflick.com) (www.noantri.net) 6resp0008 (www.daveblog.net)

55: Livia Iacolare (www.iacolare.com) Tommaso Tessarolo (tommaso.tessarolo.it)

Andrea Toso (www.axellweb.com)

56: Tommaso Tessarolo (tommaso.tessarolo.it) Andrea Toso (www.axellweb.com)

(www.bicchieremezzovuoto.com) Maurizio Gomboli (www.gommaweb.net) Pietro Izzo

(casaizzo.splinder.com)

57: 1respb005 (takebreath.blog.tiscali.it) (agiada.blog.tiscali.it) Danilo Coppola

(diariodinico.splinder.it) (veroxangelgirl.blog.tiscali.it)

58: 4resp0020 (www.stellinorama.it) Alessandro Turano (www.cronachesorprese.it)

5resp0011 (algaspirulina.splinder.com) (eternaseconda.splinder.com) Jane Eastwood

(themagicroundabout.splinder.com) (tiptop.splinder.com)

59: 4resp0020 (www.stellinorama.it) Alessandro Turano (www.cronachesorprese.it)

5resp0011 (algaspirulina.splinder.com) Fulvia Leopardi (www.fulvialeopardi.it)

60: Alessandro Turano (www.cronachesorprese.it) Fulvia Leopardi

(www.fulvialeopardi.it) (carotelevip.splinder.com) (clarke.splinder.com) 6resp0009

(fanculizzati.splinder.com)

61: 5resp0011 (algaspirulina.splinder.com) Jane Eastwood

(themagicroundabout.splinder.com) (urbangeisha.splinder.com)

62: Massimo Moruzzi (www.dotcoma.it) Gianluca Diegoli (www.minimarketing.it)

Giuseppe Mazza (www.commeurope.com) Enrico Bianchessi (pr-blues.blogspot.com)

63: Elena Zannoni (iosonosenzaaggettivi.blogspot.com) Matteo Capobianco

(bloggointestinale.blogspot.com) 7resp0002 (leonardo.blogspot.com)

64: 7resp0002 (leonardo.blogspot.com) Enzo Baruffaldi (polaroid.blogspot.com)

(inkiostro.blogspot.com) Andrea Girolami (nonsischerzapiu.blogspot.com)

65: 5resp0020 (www.aluccia.com/weblog/) 6resp0008 (www.daveblog.net) Luca Sofri

(www.wittgenstein.it)

Page 150: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

150

66: Gianluca Diegoli (www.minimarketing.it) Giuseppe Mazza

(www.commeurope.com) 8resp0008 (dislocazioni.spaces.live.com)

67: Gianluca Diegoli (www.minimarketing.it) Enrico Bianchessi (pr-

blues.blogspot.com) Maurizio Goetz (marketingusabile.blogspot.com) Federica Dardi

(legattediviaplinio.blogspot.com)

68: Andrea Toso (www.axellweb.com) Pietro Izzo (casaizzo.splinder.com)

(fabienne.splinder.com)

69: Tommaso Sorchiotti (tommaso.tumblr.com) Alessandro Bonino

(eiochemipensavo.diludovico.it) (stark.diludovico.it) (www.botulinux.net/8e49/)

70: Giuseppe Mazza (www.commeurope.com) 8resp0008 (erroridistumpa.splinder.com)

(steff.iobloggo.com)

71: Enrico Bianchessi (pr-blues.blogspot.com) Federica Dardi

(legattediviaplinio.blogspot.com) Maurizio Ratti (mizioblog.splinder.com)

(disruption.splinder.com)

72: Enrico Bianchessi (pr-blues.blogspot.com) Maurizio Goetz

(marketingusabile.blogspot.com) Massimiliano Bancora (www.imli.com)

73: Florio Amado Marti (florioamado.splinder.com) (fantariciclando.splinder.com)

(www.latuastagione.it) Beppe Grillo (www.beppegrillo.it)

74: Federica Dardi (legattediviaplinio.blogspot.com) Maurizio Ratti

(mizioblog.splinder.com) (disruption.splinder.com) Valerio Franco

(doublebblog.splinder.com)

75: Maurizio Ratti (mizioblog.splinder.com) Valerio Franco

(doublebblog.splinder.com) Luca De Fino (www.fluido.org) Luca Vergano

(www.lucavergano.com)

76: Salvatore Aranzulla (www.salvatore-aranzulla.com) David Terni (www.sismi.info)

Matteo Flora (www.lastknight.com) Elena Farinelli (ioamofirenze.blogspot.com)

77: Salvatore Aranzulla (www.salvatore-aranzulla.com) Vittorio Pasteris

(www.pasteris.it/blog/) David Terni (www.sismi.info)

78: David Terni (www.sismi.info) Elena Farinelli (ioamofirenze.blogspot.com) Stefano

Gorgoni (www.stefanogorgoni.com) (www.marketingroutes.com) Alessio Sbrana

(www.sbrana.com)

79: Alfio Torrisi (universofrattale.blogspot.com) 2resp0019 (alessios4.blogspot.com)

Tony Siino (www.deeario.it) Angelo Di Veroli (www.geekissimo.com)

Page 151: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

151

80: Alfio Torrisi (universofrattale.blogspot.com) 2resp0019 (alessios4.blogspot.com)

Gianluca Pistore (www.gianlucapistore.com) 2resp0019 (ecoalfabeta.blogosfere.it)

81: Alfio Torrisi (universofrattale.blogspot.com) Angelo Di Veroli

(www.geekissimo.com) David Menasci (www.dissacration.com) Alex Zarfati

(www.theapplelounge.com)

82: Alfio Torrisi (universofrattale.blogspot.com) Tony Siino (www.deeario.it) Achille

Corea (www.akille.net) Fabio Giglietto (www.nextmediaandsociety.org)

83: 2resp0019 (alessios4.blogspot.com) Gianluca Pistore (www.gianlucapistore.com)

Silvio Pistore (silviopistore.blogspot.com)

84: 2resp0019 (alessios4.blogspot.com) 2resp0019 (ecoalfabeta.blogosfere.it) Debora

Billi (petrolio.blogosfere.it) (aspoitalia.blogspot.com)

85: Tony Siino (www.deeario.it) Fabio Giglietto (www.nextmediaandsociety.org) Luca

Rossi (larica-virtual.soc.uniurb.it/redline/) Laura Gemini

(incertezzacreativa.wordpress.com) Roberta Bartoletti

(lamemoriadellecose.wordpress.com)

86: Tony Siino (www.deeario.it) Achille Corea (www.akille.net) Michele Boroni

(emmebi.blogspot.com) Emiliano Colasanti (indiessolvenza.blogspot.com)

87: Angelo Di Veroli (www.geekissimo.com) David Menasci (www.dissacration.com)

Alex Zarfati (www.theapplelounge.com) (www.finanzalive.com)

88: Luca Moretto (www.blublog.it) Gianluigi Cogo (webeconoscenza.blogspot.com)

Caterina Policaro (succedeacatepol.splinder.com) Giacomo Mason

(intranetmanagement.splinder.com)

89: Luca Moretto (www.blublog.it) Davide Maggio (www.davidemaggio.it) Gianluigi

Cogo (webeconoscenza.blogspot.com)

90: Gianluigi Cogo (webeconoscenza.blogspot.com) Giacomo Mason

(intranetmanagement.splinder.com) Luisa Carrada (mestierediscrivere.splinder.com)

5resp0024 (vertigoz.splinder.com)

91: Gianluigi Cogo (webeconoscenza.blogspot.com) Caterina Policaro

(succedeacatepol.splinder.com) Alfredo Di Giovanpaolo (www.sirdrake.tv)

92: Caterina Policaro (succedeacatepol.splinder.com) Alfredo Di Giovanpaolo

(www.sirdrake.tv) Giuseppe Granieri (www.bookcafe.net/blog/) Monica Colangelo

(www.playmonick.net)

Page 152: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

152

93: Giacomo Mason (intranetmanagement.splinder.com) 5resp0024

(vertigoz.splinder.com) Mauro Zucconi (chinaski77.splinder.com) 6resp0020

(insanoloco.splinder.com) (laclauz.splinder.com)

94: 5resp0024 (vertigoz.splinder.com) 6resp0020 (insanoloco.splinder.com)

(boccadimiele.splinder.com) (ilmaestro.splinder.com)

95: Luca Mascaro (www.lucamascaro.info/blog/) Nicola Mattina

(www.nicolamattina.it/blog/) Emanuele Quintarelli (www.infospaces.it)

96: Luca Mascaro (www.lucamascaro.info/blog/) Nicola Mattina

(www.nicolamattina.it/blog/) Antonella Napolitano (svaroschi.blogspot.com)

97: Nicola Mattina (www.nicolamattina.it/blog/) Antonella Napolitano

(svaroschi.blogspot.com) Alessandra Litta Modignani (alittam.blogspot.com) Francesco

Chignola (prejudice.splinder.com)

Cluster dei blogger per equivalenza strutturale

1. Debora Billi (petrolio.blogosfere.it) e (aspoitalia.blogspot.com);

2. Michele Boroni (emmebi.blogspot.com) ed Emiliano Colasanti

(indiessolvenza.blogspot.com);

3. (prontoallaresa.blogspot.com) e Marco Dambrosio (www.canemucca.com);

4. (erroridistumpa.splinder.com) e (steff.iobloggo.com);

5. 1resp0005 (www.mukkamu.com) e (amaranta.myblog.it);

6 . (levegliedibonaventura.blogspot.com) e (www.penaepanico.blogspot.com);

7. (agiada.blog.tiscali.it), (veroxangelgirl.blog.tiscali.it) e Danilo Coppola

(diariodinico.splinder.it);

8. Pino Scaccia (pinoscaccia.splinder.com), (diavoloinme.splinder.com) e

(animasalva.splinder.com);

9. Matteo Freddi (www.zorflick.com) e (www.noantri.net);

10. Maurizio Gomboli (www.gommaweb.net) e (www.bicchieremezzovuoto.com);

11. (clarke.splinder.com), (carotelevip.splinder.com) e 6resp0009

(fanculizzati.splinder.com);

12. Angelo Buongiovanni (www.montag.it/theratrace/) e (mazzetta.splinder.com);

13. (stark.diludovico.it) e (www.botulinux.net/8e49/);

14. (sanva.blog.excite.it), (giamaica.blog.excite.it) e (amlo.blog.excite.it);

15. (fantariciclando.splinder.com) e (www.latuastagione.it);

Page 153: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

153

16. Stefano Gorgoni (www.stefanogorgoni.com), (www.marketingroutes.com) e

Alessio Sbrana (www.sbrana.com);

17. Roberta Bartoletti (lamemoriadellecose.wordpress.com), Luca Rossi (larica-

virtual.soc.uniurb.it/redline/) e Laura Gemini (incertezzacreativa.wordpress.com);

18. (laclauz.splinder.com) e Mauro Zucconi (chinaski77.splinder.com);

19. (ilmaestro.splinder.com) e (boccadimiele.splinder.com);

20. Giuseppe Granieri (www.bookcafe.net/blog/) e Monica Colangelo

(www.playmonick.net);

21. Alessandra Litta Modignani (alittam.blogspot.com) e Francesco Chignola

(prejudice.splinder.com).

Page 154: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

154

Tabella 15 - Misure relative agli ego-network

Page 155: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

155

Page 156: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

156

Page 157: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

157

Page 158: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

158

Tabella 16- Misure structural hole del social network

Page 159: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

159

Page 160: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

160

Clique197 dei blogger che si indicano come amici

1: Luca Conti (www.pandemia.info)

Giovanni Barbieri (www.giovy.it)

Elena Franco (www.delymyth.net)

2: Luca Conti (www.pandemia.info)

Luca Mascaro (www.lucamascaro.info/blog/)

Emanuele Quintarelli (www.infospaces.it)

3: Alessandro Bonino (eiochemipensavo.diludovico.it)

Elena Zannoni (iosonosenzaaggettivi.blogspot.com)

Matteo Capobianco (bloggointestinale.blogspot.com)

4: Stefano Epifani (blog.stefanoepifani.it)

Antonio Sofi (www.webgol.it)

Alessio Jacona (www.blogs4biz.com)

5: Stefano Epifani (blog.stefanoepifani.it)

Gianluigi Cogo (webeconoscenza.blogspot.com)

Caterina Policaro (succedeacatepol.splinder.com)

6: Stefano Quintarelli (blog.quintarelli.it)

Paolo Valdemarin (paolo.evectors.it/italian/)

Luca De Biase (blog.debiase.com)

7: Stefano Quintarelli (blog.quintarelli.it)

Paolo Valdemarin (paolo.evectors.it/italian/)

Marco Zamperini (funkyprofessor.blogspot.com)

8: Luca Sartoni (www.lucasartoni.com)

Livia Iacolare (www.iacolare.com)

Marco Borghesi (borguez.wordpress.com)

9: 4resp0020 (www.stellinorama.it)

Alessandro Turano (www.cronachesorprese.it)

197 Il set è stato impostato a tre nodi.

Page 161: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

161

5resp0011 (algaspirulina.splinder.com)

10: 5resp0011 (algaspirulina.splinder.com)

(eternaseconda.splinder.com)

Jane Eastwood (themagicroundabout.splinder.com)

11: Angelo Di Veroli (www.geekissimo.com)

David Menasci (www.dissacration.com)

Alex Zarfati (www.theapplelounge.com)

2-clan dei blogger che si indicano come amici

1: Luca Conti (www.pandemia.info) Tommaso Sorchiotti (tommaso.tumblr.com)

Matteo Balocco (www.totanus.net) Stefano Quintarelli (blog.quintarelli.it) Giovanni

Barbieri (www.giovy.it) Elena Franco (www.delymyth.net) Vittorio Pasteris

(www.pasteris.it/blog/) Tony Siino (www.deeario.it) Angelo Di Veroli

(www.geekissimo.com) Luca Mascaro (www.lucamascaro.info/blog/) Emanuele

Quintarelli (www.infospaces.it)

2: Luca Conti (www.pandemia.info) Stefano Quintarelli (blog.quintarelli.it) Luca De

Biase (blog.debiase.com) Luca Mascaro (www.lucamascaro.info/blog/) Nicola Mattina

(www.nicolamattina.it/blog/)

3: Luca Conti (www.pandemia.info) Stefano Quintarelli (blog.quintarelli.it) Paolo

Valdemarin (paolo.evectors.it/italian/) Luca De Biase (blog.debiase.com) Alfonso

Fuggetta (www.alfonsofuggetta.org) Marco Zamperini (funkyprofessor.blogspot.com)

4: Luca Conti (www.pandemia.info) Tommaso Sorchiotti (tommaso.tumblr.com)

Alberto D'Ottavi (www.infoservi.it)

5: Luca Conti (www.pandemia.info) Giovanni Barbieri (www.giovy.it) Rossella Rasulo

(www.ninna.it) Elena Franco (www.delymyth.net) Serena Piccioni (www.xlthlx.it)

6: Luca Conti (www.pandemia.info) Giovanni Barbieri (www.giovy.it) Elena Franco

(www.delymyth.net) Matteo Marchelli (www.jtheo.it) Francesco Lodolo

(www.pseudotecnico.org/blog/)

7: Luca Conti (www.pandemia.info) Giovanni Barbieri (www.giovy.it) Elena Franco

(www.delymyth.net) Matteo Marchelli (www.jtheo.it) Serena Piccioni (www.xlthlx.it)

8: Luca Conti (www.pandemia.info) Andrea Toso (www.axellweb.com) Salvatore

Aranzulla (www.salvatore-aranzulla.com) Vittorio Pasteris (www.pasteris.it/blog/)

Page 162: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

162

9: Luca Conti (www.pandemia.info) Angelo Di Veroli (www.geekissimo.com) David

Menasci (www.dissacration.com) Alex Zarfati (www.theapplelounge.com)

10: Graziano Cozzi (grazitaly.space.live.com) Fabio Altomare (www.sw4n.net)

Massimo Marino (www.pensieroineccesso.it) Gianluca Neri (www.macchianera.net)

Miti Vigliero (www.placidasignora.com)

11: Rosamaria Faralli (blog.libero.it/Gr4c3/) 8resp0007 (blog.libero.it/grapewine/)

(ilcasostanzino.splinder.com)

12: 1resp0017 (laturistasmarrita.blogspot.com) 2resp0010 (zesitian.blog.kataweb.it)

(penaepanico.blogspot.com)

13: Fabio Altomare (www.sw4n.net) Miti Vigliero (www.placidasignora.com) Andrea

Beggi (www.andreabeggi.net) Barbara Sgarzi (www.blimunda.net) Matteo Marchelli

(www.jtheo.it)

14: Fabio Altomare (www.sw4n.net) Massimo Marino (www.pensieroineccesso.it) Miti

Vigliero (www.placidasignora.com) Andrea Beggi (www.andreabeggi.net)

15: Fabio Altomare (www.sw4n.net) Massimo Marino (www.pensieroineccesso.it)

Andrea Beggi (www.andreabeggi.net) Mauro Biani (maurobiani.splinder.com)

16: Samuele Silva (www.samuelesilva.net/dblog) Massimo Marino

(www.pensieroineccesso.it) Miti Vigliero (www.placidasignora.com) Gaspar Torriero

(www.gaspartorriero.it/blogger.html) Andrea Beggi (www.andreabeggi.net) Mafe De

Baggis (www.maestrinipercaso.it) Marco Formento (mfcailloux.blogspot.com) Serena

Piccioni (www.xlthlx.it)

17: Samuele Silva (www.samuelesilva.net/dblog) Andrea Beggi (www.andreabeggi.net)

Michela Agnese (www.estroversa.net) Marco Cilia (blog.tambuweb.it)

18: Samuele Silva (www.samuelesilva.net/dblog) Michela Agnese

(www.estroversa.net) (makino.splinder.com)

19: Samuele Silva (www.samuelesilva.net/dblog) Marco Cilia (blog.tambuweb.it)

(www.resuscito.com) 4resp0020 (www.stellinorama.it)

20: Massimo Marino (www.pensieroineccesso.it) Mauro Biani

(maurobiani.splinder.com) Pino Scaccia (pinoscaccia.splinder.com)

(animasalva.splinder.com) (diavoloinme.splinder.com)

21: Miti Vigliero (www.placidasignora.com) Gaspar Torriero

(www.gaspartorriero.it/blogger.html) Andrea Beggi (www.andreabeggi.net) Matteo

Marchelli (www.jtheo.it) Serena Piccioni (www.xlthlx.it)

Page 163: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

163

22: Miti Vigliero (www.placidasignora.com) Gaspar Torriero

(www.gaspartorriero.it/blogger.html) Elena Franco (www.delymyth.net) Matteo

Marchelli (www.jtheo.it) Serena Piccioni (www.xlthlx.it)

23: Gaspar Torriero (www.gaspartorriero.it/blogger.html) Massimo Mantellini

(www.mantellini.it) Andrea Beggi (www.andreabeggi.net) Matteo Marchelli

(www.jtheo.it) Fulvia De Feo (www.ilcircolo.net/haramlik/) (palmasco.blogs.com)

24: Gaspar Torriero (www.gaspartorriero.it/blogger.html) Massimo Mantellini

(www.mantellini.it) Andrea Beggi (www.andreabeggi.net) Mafe De Baggis

(www.maestrinipercaso.it)

25: Gaspar Torriero (www.gaspartorriero.it/blogger.html) Massimo Mantellini

(www.mantellini.it) Paolo Valdemarin (paolo.evectors.it/italian/) Mafe De Baggis

(www.maestrinipercaso.it) Massimo Morelli

(blog.morellinet.com/categories/momoblog/)

26: Gaspar Torriero (www.gaspartorriero.it/blogger.html) Fulvia De Feo

(www.ilcircolo.net/haramlik/) Angelo Buongiovanni (www.montag.it/theratrace/)

27: Gigi Tagliapietra (blog.gigitaly.it) Luca De Biase (blog.debiase.com) Alfonso

Fuggetta (www.alfonsofuggetta.org) Antonio Santangelo

(archidata.typepad.com/chez_asa)

28: Massimo Mantellini (www.mantellini.it) Alberto D'Ottavi (www.infoservi.it)

Andrea Beggi (www.andreabeggi.net) Mafe De Baggis (www.maestrinipercaso.it)

(lapupachasonno.wordpress.com) Sergio Pilu (www.spiritum.it/squonk/)

29: Stefano Quintarelli (blog.quintarelli.it) Massimo Mantellini (www.mantellini.it)

Paolo Valdemarin (paolo.evectors.it/italian/) Luca De Biase (blog.debiase.com) Marco

Zamperini (funkyprofessor.blogspot.com)

30: Massimo Mantellini (www.mantellini.it) Massimo Morelli

(blog.morellinet.com/categories/momoblog/) Alberto Leone (www.enoela.it/blog/)

31: Alessandro Bonino (eiochemipensavo.diludovico.it) Antonio Sofi (www.webgol.it)

Elena Zannoni (iosonosenzaaggettivi.blogspot.com) Matteo Capobianco

(bloggointestinale.blogspot.com)

32: Alessandro Bonino (eiochemipensavo.diludovico.it) Elena Zannoni

(iosonosenzaaggettivi.blogspot.com) Matteo Capobianco

(bloggointestinale.blogspot.com) (stark.diludovico.it)

Page 164: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

164

33: Alberto D'Ottavi (www.infoservi.it) Stefano Epifani (blog.stefanoepifani.it) Antonio

Sofi (www.webgol.it) Alessio Jacona (www.blogs4biz.com) Enrico Sola

(www.suzukimaruti.it) Elena Zannoni (iosonosenzaaggettivi.blogspot.com)

34: Stefano Epifani (blog.stefanoepifani.it) Antonio Sofi (www.webgol.it) Alessio

Jacona (www.blogs4biz.com) Luca Sartoni (www.lucasartoni.com)

35: Stefano Epifani (blog.stefanoepifani.it) Antonio Sofi (www.webgol.it) Alessio

Jacona (www.blogs4biz.com) Gianluigi Cogo (webeconoscenza.blogspot.com) Caterina

Policaro (succedeacatepol.splinder.com)

36: Stefano Epifani (blog.stefanoepifani.it) Gianluigi Cogo

(webeconoscenza.blogspot.com) Caterina Policaro (succedeacatepol.splinder.com)

Giacomo Mason (intranetmanagement.splinder.com)

37: Stefano Epifani (blog.stefanoepifani.it) Gianluigi Cogo

(webeconoscenza.blogspot.com) Caterina Policaro (succedeacatepol.splinder.com)

Alfredo Di Giovanpaolo (www.sirdrake.tv)

38: Giovanni Barbieri (www.giovy.it) Andrea Beggi (www.andreabeggi.net) Matteo

Marchelli (www.jtheo.it) Stefano Leotta (www.beautifulife.org) Serena Piccioni

(www.xlthlx.it)

39: Andrea Beggi (www.andreabeggi.net) Marco Formento (mfcailloux.blogspot.com)

Marco Zamperini (funkyprofessor.blogspot.com) Lele Dainesi (www.leledainesi.com)

40: Antonio Sofi (www.webgol.it) Enrico Sola (www.suzukimaruti.it) Pietro Izzo

(casaizzo.splinder.com) Antonella Napolitano (svaroschi.blogspot.com)

41: Tommaso Sorchiotti (tommaso.tumblr.com) Alberto D'Ottavi (www.infoservi.it)

Antonio Sofi (www.webgol.it) Mafe De Baggis (www.maestrinipercaso.it) Dario Banfi

(www.humanitech.it)

42: Mafe De Baggis (www.maestrinipercaso.it) Sergio Pilu (www.spiritum.it/squonk/)

Gianluca Diegoli (www.minimarketing.it) (www.brodoprimordiale.net)

43: Giovanni Barbieri (www.giovy.it) Rossella Rasulo (www.ninna.it) Licia Troisi

(www.liciatroisi.it/blog/) Diego Bianchi (zoro.blog.excite.it)

44: Rossella Rasulo (www.ninna.it) Licia Troisi (www.liciatroisi.it/blog/) Sandrone

Dazieri (sandronedazieri.nova100.ilsole24ore.com)

45: Rossella Rasulo (www.ninna.it) Diego Bianchi (zoro.blog.excite.it)

(amlo.blog.excite.it) (sanva.blog.excite.it) (giamaica.blog.excite.it) Alfredo Di

Giovanpaolo (www.sirdrake.tv)

Page 165: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

165

46: Diego Bianchi (zoro.blog.excite.it) Caterina Policaro

(succedeacatepol.splinder.com) Alfredo Di Giovanpaolo (www.sirdrake.tv) Giuseppe

Granieri (www.bookcafe.net/blog/) Monica Colangelo (www.playmonick.net)

47: Stefano Quintarelli (blog.quintarelli.it) Paolo Valdemarin (paolo.evectors.it/italian/)

Luca De Biase (blog.debiase.com) Alfonso Fuggetta (www.alfonsofuggetta.org)

Antonio Santangelo (archidata.typepad.com/chez_asa)

48: Stefano Quintarelli (blog.quintarelli.it) Paolo Valdemarin (paolo.evectors.it/italian/)

Luca De Biase (blog.debiase.com) Antonio Santangelo

(archidata.typepad.com/chez_asa) Nicola Mattina (www.nicolamattina.it/blog/)

49: Elena Franco (www.delymyth.net) Francesco Lodolo

(www.pseudotecnico.org/blog/) Giovanni Francesco Solone (www.gioxx.org)

50: Alessio Jacona (www.blogs4biz.com) Luca Sartoni (www.lucasartoni.com) Livia

Iacolare (www.iacolare.com) Marco Borghesi (borguez.wordpress.com)

51: Marco Cilia (blog.tambuweb.it) 4resp0020 (www.stellinorama.it) Alessandro

Turano (www.cronachesorprese.it) 5resp0011 (algaspirulina.splinder.com)

52: Sergio Pilu (www.spiritum.it/squonk/) Gianluca Diegoli (www.minimarketing.it)

Giuseppe Mazza (www.commeurope.com) Enrico Bianchessi (pr-blues.blogspot.com)

Luca De Fino (www.fluido.org)

53: Stefano Leotta (www.beautifulife.org) Serena Piccioni (www.xlthlx.it) 5resp0020

(www.aluccia.com/weblog/) Giovanni Dragone (www.senzastile.it)

54: Stefano Leotta (www.beautifulife.org) 5resp0020 (www.aluccia.com/weblog/)

Matteo Freddi (www.zorflick.com)

55: Tommaso Tessarolo (tommaso.tessarolo.it) Andrea Toso (www.axellweb.com)

(www.bicchieremezzovuoto.com) Maurizio Gomboli (www.gommaweb.net) Pietro Izzo

(casaizzo.splinder.com) Vittorio Pasteris (www.pasteris.it/blog/)

56: 4resp0020 (www.stellinorama.it) Alessandro Turano (www.cronachesorprese.it)

5resp0011 (algaspirulina.splinder.com) (eternaseconda.splinder.com) Jane Eastwood

(themagicroundabout.splinder.com)

57: Stefano Quintarelli (blog.quintarelli.it) Paolo Valdemarin (paolo.evectors.it/italian/)

Marco Formento (mfcailloux.blogspot.com) Marco Zamperini

(funkyprofessor.blogspot.com)

58: 5resp0011 (algaspirulina.splinder.com) (eternaseconda.splinder.com) Jane

Eastwood (themagicroundabout.splinder.com) (urbangeisha.splinder.com)

Page 166: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

166

59: Enrico Sola (www.suzukimaruti.it) Nicola Mattina (www.nicolamattina.it/blog/)

Antonella Napolitano (svaroschi.blogspot.com) Alessandra Litta Modignani

(alittam.blogspot.com) Francesco Chignola (prejudice.splinder.com)

60: Enrico Sola (www.suzukimaruti.it) Andrea Toso (www.axellweb.com) Pietro Izzo

(casaizzo.splinder.com) (fabienne.splinder.com)

61: 7resp0002 (leonardo.blogspot.com) Enzo Baruffaldi (polaroid.blogspot.com)

(inkiostro.blogspot.com) Andrea Girolami (nonsischerzapiu.blogspot.com)

62: Gianluca Diegoli (www.minimarketing.it) Enrico Bianchessi (pr-

blues.blogspot.com) Maurizio Goetz (marketingusabile.blogspot.com) Federica Dardi

(legattediviaplinio.blogspot.com)

63: Gianluca Diegoli (www.minimarketing.it) Giuseppe Mazza

(www.commeurope.com) (dislocazioni.spaces.live.com)

64: Gianluca Diegoli (www.minimarketing.it) Valerio Franco

(doublebblog.splinder.com) Luca De Fino (www.fluido.org)

65: Enrico Bianchessi (pr-blues.blogspot.com) Federica Dardi

(legattediviaplinio.blogspot.com) (disruption.splinder.com)

66: Maurizio Ratti (mizioblog.splinder.com) Valerio Franco

(doublebblog.splinder.com) Luca De Fino (www.fluido.org)

67: Salvatore Aranzulla (www.salvatore-aranzulla.com) Vittorio Pasteris

(www.pasteris.it/blog/) David Terni (www.sismi.info)

68: Elena Farinelli (ioamofirenze.blogspot.com) Stefano Gorgoni

(www.stefanogorgoni.com) Alessio Sbrana (www.sbrana.com)

69: 2resp0019 (ecoalfabeta.blogosfere.it) Debora Billi (petrolio.blogosfere.it)

(aspoitalia.blogspot.com)

70: Achille Corea (www.akille.net) Michele Boroni (emmebi.blogspot.com) Emiliano

Colasanti (indiessolvenza.blogspot.com)

71: Fabio Giglietto (www.nextmediaandsociety.org) Luca Rossi (larica-

virtual.soc.uniurb.it/redline/) Laura Gemini (incertezzacreativa.wordpress.com) Roberta

Bartoletti (lamemoriadellecose.wordpress.com)

72: Angelo Di Veroli (www.geekissimo.com) David Menasci (www.dissacration.com)

Alex Zarfati (www.theapplelounge.com) (www.finanzalive.com)

73: Gianluigi Cogo (webeconoscenza.blogspot.com) Giacomo Mason

(intranetmanagement.splinder.com) Luisa Carrada (mestierediscrivere.splinder.com)

Page 167: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

167

74: 5resp0024 (vertigoz.splinder.com) 6resp0020 (insanoloco.splinder.com)

(boccadimiele.splinder.com) (ilmaestro.splinder.com)

75: 5resp0024 (vertigoz.splinder.com) 6resp0020 (insanoloco.splinder.com)

(laclauz.splinder.com)

76: Luca De Biase (blog.debiase.com) Luca Mascaro (www.lucamascaro.info/blog/)

Nicola Mattina (www.nicolamattina.it/blog/) Antonella Napolitano

(svaroschi.blogspot.com)

Clique198 dei blogger che si indicano come conoscenti

Gianluca Diegoli (www.minimarketing.it)

Federica Dardi (legattediviaplinio.blogspot.com)

Maurizio Ratti (mizioblog.splinder.com)

2-clan dei blogger che si indicano come conoscenti

1: Luca Conti (www.pandemia.info) Alessandro Zarcone (www.zarcone.it) Francesco

Napoletano (www.napolux.com) Alberto Leoni (www.alblog.it) Giovanni Barbieri

(www.giovy.it)

2: Luca Conti (www.pandemia.info) Francesco Napoletano (www.napolux.com)

Andrea Pattaccini (barcode.blogsome.com) Salvatore Aranzulla (www.salvatore-

aranzulla.com)

3: Alessandro Zarcone (www.zarcone.it) Fabio Altomare (www.sw4n.net) Samuele

Silva (www.samuelesilva.net/dblog) Francesco Napoletano (www.napolux.com)

4: Francesco Napoletano (www.napolux.com) Stefano Quintarelli (blog.quintarelli.it)

Alberto Leoni (www.alblog.it) Elena Franco (www.delymyth.net)

5: Francesco Napoletano (www.napolux.com) Giovanni Barbieri (www.giovy.it)

Giovanni Francesco Solone (www.gioxx.org)

6: 1resp0017 (laturistasmarrita.blogspot.com) 2resp0010 (zesitian.blog.kataweb.it)

(levegliedibonaventura.blogspot.com)

198 Il set è stato impostato a tre nodi.

Page 168: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

168

7: Tommaso Sorchiotti (tommaso.tumblr.com) Massimo Mantellini (www.mantellini.it)

Alessandro Bonino (eiochemipensavo.diludovico.it) Francesco Lodolo

(www.pseudotecnico.org/blog/) (www.botulinux.net/8e49/)

8: Tommaso Sorchiotti (tommaso.tumblr.com) Alessandro Bonino

(eiochemipensavo.diludovico.it) Stefano Epifani (blog.stefanoepifani.it)

9: Tommaso Sorchiotti (tommaso.tumblr.com) Stefano Epifani (blog.stefanoepifani.it)

Mauro Lupi (admaiora.blogs.com/maurolupi/)

10: Massimo Mantellini (www.mantellini.it) Alessandro Bonino

(eiochemipensavo.diludovico.it) Alessio Jacona (www.blogs4biz.com) Sergio Pilu

(www.spiritum.it/squonk/)

11: Massimo Mantellini (www.mantellini.it) Sergio Pilu (www.spiritum.it/squonk/)

Luca Sofri (www.wittgenstein.it)

12: Giovanni Barbieri (www.giovy.it) Andrea Beggi (www.andreabeggi.net) Giovanni

Francesco Solone (www.gioxx.org)

13: Andrea Beggi (www.andreabeggi.net) Giovanni Francesco Solone (www.gioxx.org)

Vittorio Pasteris (www.pasteris.it/blog/)

14: Andrea Beggi (www.andreabeggi.net) Vittorio Pasteris (www.pasteris.it/blog/) Luca

Moretto (www.blublog.it)

15: Stefano Quintarelli (blog.quintarelli.it) Alberto Leoni (www.alblog.it) Matteo

Marchelli (www.jtheo.it)

16: Antonio Sofi (www.webgol.it) Massimo Morelli

(blog.morellinet.com/categories/momoblog/) Alessandro Turano

(www.cronachesorprese.it)

17: Gianluca Diegoli (www.minimarketing.it) Giuseppe Mazza

(www.commeurope.com) Maurizio Goetz (marketingusabile.blogspot.com) Federica

Dardi (legattediviaplinio.blogspot.com) Maurizio Ratti (mizioblog.splinder.com)

18: Gianluca Diegoli (www.minimarketing.it) Federica Dardi

(legattediviaplinio.blogspot.com) Maurizio Ratti (mizioblog.splinder.com)

(disruption.splinder.com)

19: 6resp0008 (www.daveblog.net) Paolo Aldighieri (www.shockdom.com/eriadan/)

(prontoallaresa.blogspot.com)

20: Vittorio Pasteris (www.pasteris.it/blog/) Luca Moretto (www.blublog.it) Gianluigi

Cogo (webeconoscenza.blogspot.com)

Page 169: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

169

21: David Terni (www.sismi.info) Matteo Flora (www.lastknight.com) Elena Farinelli

(ioamofirenze.blogspot.com)

22: David Terni (www.sismi.info) Elena Farinelli (ioamofirenze.blogspot.com)

(www.marketingroutes.com)

23: Alfio Torrisi (universofrattale.blogspot.com) 2resp0019 (alessios4.blogspot.com)

Gianluca Pistore (www.gianlucapistore.com) 2resp0019 (ecoalfabeta.blogosfere.it)

24: Alfio Torrisi (universofrattale.blogspot.com) 2resp0019 (alessios4.blogspot.com)

Tony Siino (www.deeario.it)

25: Luca Moretto (www.blublog.it) Gianluigi Cogo (webeconoscenza.blogspot.com)

Giacomo Mason (intranetmanagement.splinder.com)

26: Gianluigi Cogo (webeconoscenza.blogspot.com) Giacomo Mason

(intranetmanagement.splinder.com) 5resp0024 (vertigoz.splinder.com)

2-clan dei blogger che si indicano come contatti

1: Gaspar Torriero (www.gaspartorriero.it/blogger.html) Massimo Mantellini

(www.mantellini.it) Mauro Lupi (admaiora.blogs.com/maurolupi/) Massimo Moruzzi

(www.dotcoma.it) Gianluca Diegoli (www.minimarketing.it)

2: Mauro Lupi (admaiora.blogs.com/maurolupi/) Massimo Moruzzi (www.dotcoma.it)

Emanuele Quintarelli (www.infospaces.it)

3: 1resp0005 (www.mukkamu.com) Fabio Altomare (www.sw4n.net) Francesco

Napoletano (www.napolux.com)

4: 1respb005 (takebreath.blog.tiscali.it) Danilo Coppola (diariodinico.splinder.it)

(veroxangelgirl.blog.tiscali.it)

5: Alessandro Turano (www.cronachesorprese.it) Fulvia Leopardi

(www.fulvialeopardi.it) 6resp0009 (fanculizzati.splinder.com)

6: Luca Sofri (www.wittgenstein.it) Achille Corea (www.akille.net) Tony Siino

(www.deeario.it)

7: Florio Amado Marti (florioamado.splinder.com) (fantariciclando.splinder.com)

(www.latuastagione.it) Beppe Grillo (www.beppegrillo.it)

8: Florio Amado Marti (florioamado.splinder.com) Beppe Grillo (www.beppegrillo.it)

Gianluca Pistore (www.gianlucapistore.com)

9: Tony Siino (www.deeario.it) Achille Corea (www.akille.net) Fabio Giglietto

(www.nextmediaandsociety.org)

Page 170: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

170

BIBLIOGRAFIA

ARTICOLI E POST

ADAMIC Lada A., 1999, The small world web in ECDL ’99: Proceedings of the Third

European Conference on Research and Advanced Technology for Digital Libraries,

London, Springer-Verlag, 443-452.

ADAR Eytan - ADAMIC Lada A., 2005, Tracking information epidemics in blogspace,

paper presentato a 2005 IEEE / WIC / ACM International Conference on Web

Intelligence, Hong Kong.

ADAR Eytan - ZHANG Li - ADAMIC Lada A. - M. LUKOSE Rajan, 2004, Implicit

structure and the dynamics of blogspace, paper presentato a WWW ’04: the 13th

international conference on World Wide Web, New York in

http://www.hpl.hp.com/research/idl/papers/blogs/blogspace-draft.pdf.

AMIN Ash - THRIFT Nigel, Neo-Marshallian nodes on global networks, 1992, in

“International Journal of Urban and Regional Research” (16, 4), 571-587.

ANDERSON Chris, The Long Tail in

http://www.wired.com/wired/archive/12.10/tail.html.

ARMANO David, Influence Ripples in

http://darmano.typepad.com/logic_emotion/2006/08/influence_rippl.html.

ARRINGTON Michael, What Is The Definition Of A Blog? in

http://www.techcrunch.com/2006/12/31/what-is-the-definition-of-a-blog/.

BARABÁSI Albert-Laszlo - BONABEAU Eric, 2003, Scale-free Networks in

“Scientific American” (5), 50-59.

BARABÁSI Albert-Laszlo - ALBERT Reka, 1999, Emergence of scaling in random

networks in “Science” (286), 509–512.

BARNES John A., Class and committees in a Norvegian island parish in “Human

Relations”, 1954, vol VII, (1).

BERRY Brian L. J. (a cura di), 1976, Urbanization and Counter-Urbanization in

“Urban Affair Annual Review” (11), Sage.

BORDIEU Pierre, 1980, Le capital social: notes provisoires, in “Actes de la Recherche

en Science Sociales” (31).

BORGATTI Steven P. - EVERETT Martin G. - SHIREY Paul R., 1990, LS sets,

Lambda Sets and Other Cohesive Subets in “Social Networks” (12), 337-358.

Page 171: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

171

BOYD Danah, 2006, Friends, friendsters, and Top 8: Writing community into being on

social network sites in http://www.firstmonday.org/issues/issue11_12/boyd/index.html.

BOYD Danah, 2005, Why Web2.0 Matters: Preparing for Glocalization in

http://www.zephoria.org/thoughts/archives/2005/09/05/why_web20_matte.html.

CARLINI Franco, 1999, Tanti gli interessi che uniscono ma conta, soprattutto

comunicare, in “Telèma” (17/18).

CASALEGGIO Associati, 2005, Il “social network” dei blog italiani in

http://www.casaleggio.it/rapporto.asp?articleID=245&titolo=Focus:%20Il%20"Social%

20Network"%20dei%20blog%20italiani (previa registrazione).

CHIESI Antonio M., 1997, Reticoli, analisi dei in “Enciclopedia delle Scienze sociali”,

Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana.

COLEMAN James, 1998, Social capital in the creation of human capital in “American

Journal of Sociology (94), 95-120.

CRANG Mike, 2000, Public Space, Urban Space and Electronic Space: Would the Real

City Please Stand Up? in “Urban studies” (2), 301-317.

DEFAZIO Kimberly, 2003, Humanities and the City of Labor in “The Red Critique”

(9), in http://redcritique.org/FallWinter2003/humanitiesandthecityoflabor.htm.

DELL’AQUILA Paolo, 2002, Comunità ed associazioni virtuali in "Comunicazioni

sociali" (1).

DREZNER Daniel W. - FARRELL Henry, 2004, The Power And Politics Of Blogs in

http://www.utsc.utoronto.ca/~farrell/blogpaperfinal.pdf.

DURANTON Gilles, 1999, Distance, Land and Proximity. Economic Analysis and the

Evolution of Cities in “Environment and planning A” (1), 2169-2188.

FERNBACK Jan - THOMPSON Brad, 1995, Virtual Communities: Abort, Retry,

Failure?, http://www.well.com/user/hlr/texts/VCcivil.html.

FESTINGER Leon - PEPITONE Albert - NEWCOMB Theodore, 1952, Some

Consequences of Deindividuation in a Group, in “Journal of Applied Abnormal

Psychology” (47) 382-389.

FLORIDA Richard, October 2005, The World is Spiky in “Atlantic Monthly”, 48-51

(http://creativeclass.com/rfcgdb/articles/other-2005-

The%20World%20is%20Spiky.pdf).

FREEMAN Linton C. - BORGATTI Stephen P. - WHITE Douglas R., 1991, Centrality

in valued graph: a measure of betweenness based on network flow in “Social Network”

(13), 141-154.

Page 172: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

172

FRIEDMANN John, 1986, The World City Hypothesis in “Development and Change”

(17), 69-84.

FRIEDMANN John - WOLFF Goetz, 1982, World City Formation: An Agenda

forResearch and Action in “International Journal of Urban and Regional Research” (1)

269-283.

FUJIKI Toshiaki - NANNO Tomoyuki - OKUMURA Manabu, Differences between

Blogs and Web Diaries, paper presentato a WWW ’05: the 14th international

conference on World Wide Web, Chiba.

GILL Kathy E., 2004, How can we measure the influence of the blogosphere? in

http://faculty.washington.edu/kegill/pub/www2004_blogosphere_gill.pdf.

GRANOVETTER Mark, 1973, The strenght of weak ties, in “American Journal of

Sociology” (78), 1360-1380; trad. it. 1998, La forza dei legami deboli e altri saggi,

Napoli, Liguori.

GRUHL Daniel - GUHA Ramanathan - LIBEN-NOWELL David - TOMKINS

Andrew, 2004, Information diffusion through blogspace, paper presentato a WWW ’04:

Proceedings of the 13th international conference on World Wide Web, New York,

(http://people.csail.mit.edu/dln/papers/blogs/idib.pdf).

GUIDICINI Paolo, 1990, Il concetto di urbanità tra complessità e diversità in

“Sociologia urbana e rurale” (32), 97-108.

HAFNER Katie, 27 maggio 2004, For some, the blogging never stops in “The New

York Times”.

HALAVAIS Alexander, 2003, Urban Sociology and a Research Agenda for the

Blogosphere, paper presentato a Internet Research 4.0, Toronto.

HECKATHORN Douglas, 2002, Respondent-Driven sampling II: Deriving Valid

Population Estimates from Chain-Referral Samples of Hidden Populations in “Social

Problems” vol. 49 (1), 11-34.

HECKATHORN Douglas, 1997, Respondent-Driven sampling: A New Approach to the

Study of Hidden Populations in “Social Problems” vol. 44 (2), 174-199.

HERRING Susan C. - SCHEIDT Lois Ann - WRIGHT Elijah - BONUS Sabrina,

2005a, Weblogs as a bridging genre in “Information Technology & People” (22), 142-

171.

HERRING Susan C. - KOUPER Inna - PAOLILLO John C. - SCHEIDT Lois Ann -

TYWORTH Michael - WELSCH Peter - WRIGHT Elijah - YU Ning, 2005b,

Page 173: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

173

Conversations in the blogosphere: An analysis “from the bottom up” paper presentato a

HICSS, (http://www.blogninja.com/hicss05.blogconv.pdf).

HURST Matthew, 2005, GIS and the blogosphere in http://www-

idl.hpl.hp.com/blogworkshop2005/mhurst.pdf.

JAVA Akshay - FININ Tim - SONG Xiaodan - TSENG Belle, Why We Twitter:

Understanding Microblogging Usage and Communities in

http://ebiquity.umbc.edu/_file_directory_/papers/369.pdf.

KIESLER Sara - McGUIRE Timothy W. - SIEGEL Jane, 1984, Social Psychological

Aspects of Computer-Mediated Communication in “American Psychologist” (10), 1124-

1134.

KOLARI Pranam - JAVA Akshay - FININ Tim, 2006, Characterizing the

splogosphere, paper presentato a WWW ’06: the 15th international conference on

World Wide Web, Edinburgh.

KOLLOCK Peter, 1998, Design Principles for Online Communities, in “PC Update”

(5), 58-60.

KOMITO Lee, 1998, The Net as a Foraging Society: Flexible Communities in “The

Information Society” (2), 97-106.

KOTTKE Jason, 2005, Tumblelogs in http://www.kottke.org/05/10/tumblelogs/.

KOTTKE Jason, 2003, Weblogs and power laws in

http://www.kottke.org/03/02/weblogs-and-power-laws/.

KRISHNAMURTHY Sandeep, 2002, The multidimensionality of blog conversations:

The virtual enactment of September 11, paper presentato a Internet Research 3.0,

Maastricht.

KUMAR Ravi - NOVAK Jasmine - RAGHAVAN Prabhakar - TOMKINS Andrew,

2004, Structure and evolution of Blogspace in “Communications of the ACM” (47), 35-

39.

KUMAR Ravi - NOVAK Jasmine - RAGHAVAN Prabhakar - TOMKINS Andrew,

2003, On the Bursty Evolution of Blogspace, paper presentato a The Twelfth

International World Wide Web Conference, Budapest

(http://www2003.org/cdrom/papers/refereed/p477/p477-kumar/p477-kumar.htm).

KUMAR Ravi - RAGHAVAN Prabhakar - RAJAGOPALAN Sridhar - SIVAKUMAR

D. - TOMKINS Andrew - UPFAL Eli, 2000, The web as a graph in PODS ’00:

Proceedings of the nineteenth ACM SIGMOD-SIGACT-SIGART symposium on

Principles of database systems, New York, ACM Press, 1-10.

Page 174: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

174

KUMAR Ravi - RAGHAVAN Prabhakar - RAJAGOPALAN Sridhar - TOMKINS

Andrew, 1999, Extracting large-scale knowledge bases from the web in VLDB ’99:

Proceedings of the 25th International Conference on Very Large Data Bases, San

Francisco, Morgan Kaufmann Publishers Inc., 639-650.

LENHART Amanda - FOX Susanna, 2006, Bloggers. A portrait of the internet’s new

storytellers in

http://www.pewinternet.org/pdfs/PIP%20Bloggers%20Report%20July%2019%202006.

pdf.

LÉVY Pierre, Collective Intelligence, a civilisation in

http://www.mit.edu/~fca/levy/Collective_Intelligence.html.

LI Lun - ALDERSON David - TANAKA Reiko - C. DOYLE John - WILLINGER

Walter, 2005, Towards a theory of scale-free graphs: Definition, properties, and

implications in “Internet Mathematics” (2), 431-523.

LIBEN-NOWELL David - NOVAK Jasmine - KUMAR Ravi - RAGHAVAN

Prabhakar - Andrew TOMKINS, 2005, Geographic routing in social networks in

“Proceedings of the National Academy of Sciences” (33), 11623-11628.

Discovery of Blog Communities based on Mutual Awareness

LIN Jia - HALAVAIS Alexander, 2004, Mapping the Blogosphere in America, paper

presentato a 13th International World Wide Web Conference, New York,

(http://www.blogpulse.com/papers/www2004linhalavais.pdf).

LIN Nan, 2003, Capitale sociale: paradigmi concorrenti e loro validazione concettuale

ed emorica in “Inchiesta” (139), 5-16.

LIN Yu-Ru - SUNDARAM Hari - CHI Yun - TATEMURA Yun - TSENG Belle, 2006,

Discovery of Blog Communities based on Mutual Awareness, in

http://www.blogpulse.com/www2006-workshop/papers/wwe2006-discovery-lin-

final.pdf.

MACDONALD Craig - OUNIS Iadh, 2006, The TREC Blogs06 Collection: Creating

and analysing a blog test collection. Technical Report TR-2006-224, Department of

Computing Science, University of Glasgow.

MACELROY Bill, Variables influencing dropout rates in Web-based surveys, in

http://www.quirks.com/articles/a2000/20000711.aspx?searchID=5103182.

MARLOW Cameron, 2006, Investment and attention in the weblog community, paper

presentato a AAAI Spring Symposium on Computational Approaches to Analyzing

Page 175: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

175

Weblogs, Stanford (http://alumni.media.mit.edu/~cameron/cv/pubs/2006-investment-

and-attention-in-the-weblog-community.pdf).

MARLOW Cameron, 2004, Audience, structure and authority in the weblog

community, paper presentato a The 54th Annual Conference of the International

Communication Association, New Orleans

(http://web.media.mit.edu/~cameron/cv/pubs/04-01.pdf).

McPHERSON Miller - SMITH-LOVIN Lynn, and COOK James M., 2001, Birds of a

Feather: Homophily in Social Networks in “Annual Review of Sociology” (27), 415-

444.

MISHNE Gilad - GLANCE Natalie, 2006, Leave a Reply: An Analysis of Weblog

Comments, paper presentato a WWW ’06: the 15th international conference on World

Wide Web, Edinburgh (http://www.blogpulse.com/www2006-

workshop/papers/wwe2006-blogcomments.pdf).

MITZENMACHER Michael, 2004, A brief history of generative models for power law

and lognormal distributions in “Internet Mathematics” (1), 226-251.

PARKS Malcolm R. - FLOYD Kory, 1996, Making Friends in Cyberspace, in “Journal

of Computer-Mediated Communication” (4).

PENNOCK David M. - FLAKE Gary W. - LAWRENCE Steve - GLOVER Eric J. -

GILES C. Lee, 2002, Winners don't take all: Characterizing the competition for links on

the web in http://www.pnas.org/cgi/content/full/99/8/5207.

PITKOW James E. - RECKER Margaret M., 1995, Using the Web as a Survey Tool:

Results from the Second WWW User Survey, paper presentato a 3rd International World

Wide Web Conference, Darmstadt.

PEREZ Carlota, 1983, Structural change and the assimilation of new technologies in

the economic and social system in “Futures” (15), 357-375.

RAINIE Lee, 2005, The state of blogging in Pew Internet & American Life Project in

http://www.pewinternet.org/pdfs/PIP_blogging_data.pdf.

REED David, 1999, That Sneaky Exponential: Beyond Metcalfe's Law to the Power of

Community Building in Context Magazine (Spring) in

http://www.contextmag.com/archives/199903/digitalstrategyreedslaw.asp.

ROBERTSON James, 2002, How to evaluate a content management system in

http://www.steptwo.com.au/papers/kmc_evaluate/.

ROHRER Finlo, 2006, Are cities the new countries? in

http://news.bbc.co.uk/2/hi/uk_news/magazine/5179232.stm.

Page 176: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

176

SCHAAP Frank, 2005, Links, Lives, Logs: Presentation in the Dutch Blogosphere in

http://blog.lib.umn.edu/blogosphere/links_lives_logs.html.

SCHMIDT Jan, 2007, Blogging practices in the German-speaking blogosphere.

Findings from the "Wie ich blogge?!" - survey, Bamberg, Research Centre "New

Communication Media" working paper 07-02, 142-171 in http://www.fonk-

bamberg.de/pdf/fonkpaper0702.pdf.

SHIRKY Clay, Power Laws, Weblogs, and Inequality, 2003, in

http://shirky.com/writings/powerlaw_weblog.html.

SPEARS Russell - LEA Martin - LEE Stephen, 1990, De-Individuation and Group

Polarization in Computer-Mediated Communication, in “British Journal of Social

Psychology” (29), 121-134.

STAGNI Elena, 1989, Nuove ipotesi per un teoria subculturale dell’urbano in

“Sociologia urbana e rurale” (28), 27-43.

STRANGELOVE Michael, 1994, The Internet Electric Gaia and the Rise of the

Uncensored Self in “Computer-mediated Communication Magazine” (1) .

TISDALE Hope E., 1942, The Process of Urbanization in “Social Forces” (20), 311-

316.

WALTHER Joseph B., 1996, Computer-Mediated Communication: Impersonal,

Interpersonal, and Hyperpersonal Interaction in “Communication research” (23), 1-43.

WALTHER Joseph B. - BURGOON Judee K., 1992, Relational Communication in

Computer-Mediated Interaction in “Human Communication Research” (1), 50-88.

WATTS Duncan J., 2003, Six Degrees of Interconnection in

http://www.wired.com/wired/archive/11.06/relation_spc.html.

WATTS Duncan J., 1999, Networks, Dynamics and the Small-World Phenomenon in

“American Journal of Sociology” (2) 1999, 493-527.

WATTS Duncan J. - STROGAZT Steven H., 1998, Collective dynamics of ‘small-

world’ networks in “Nature” (393), 440-442.

WEBER Max, 1920-21, Die Stadt in “Archiv für Sozialwissenschaft und Sozialpolitik,

Bd. 47”, 621-772; trad. it. 1961, in Economia è società, Milano, Comunità.

WEBBER Melvin M., 1968, The post-city age, in “Daedalus” (98), 1091,1110.

WELLMAN Barry, 2002, Physical place and cyberspace: The rise of personalized

networking in International Journal of Urban and Regional Research (2), 227-252.

WELLMAN Barry - SALAFF Janet - DIMITROVA Dimitrina - GARTON Laura,

GULIA Milena - HAYTHORNTHWAITE Caroline, 1996, Computer networks as

Page 177: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

177

social networks: Collaborative Work, Telework, and Virtual Community in “Annual

Review of Sociological” (22).

WINER Dave, The unedited voice of a person in

http://www.scripting.com/2007/01/01.html#theUneditedVoiceOfAPerson

WIRTH Louis, 1938, Urbanism As a Way of Life in "American Journal of Sociology

(XLIV).

MONOGRAFIE

AA. VV., 2007, Second Life, the official guide, Indianapolis, Wiley Publishing; trad. it.

Second Life la guida ufficiale, Roma, L’Espresso.

AA. VV., 2003, Dizionario di Internet e delle reti, Milano, Mondadori Informatica.

ALBA Joseph W. - HUTCHINSON John W. (a cura di), 1998, Advances in Consumer

Research, Provo, Association for Consumer Research.

AMIN Ash - THRIFT Nigel, 2002, Cities. Reimagining the Urban, Cambridge, Polity

Press; trad. it. 2005, Città. Ripensare la dimensione urbana, Milano, Il Mulino.

ANDERSON Chris, 2006, The Long Tail, New York, Hyperion; trad. it. 2007, La coda

lunga, Torino, Codice edizioni, 2007.

BAGNASCO Arnaldo - BARBAGLI Maurizio - CAVALLI Alessandro, 1997, Corso di

Sociologia, Bologna, il Mulino.

BAGNASCO Arnaldo, 1999, Tracce di comunità, Bologna, il Mulino.

BAGNASCO Arnaldo - PISELLI Fortunata - PIZZORNO Alessandro - TRIGILIA

Carlo, 2001, Il capitale sociale. Istruzioni per l’uso, Bologna, Il Mulino.

BAIROCH Paul, 1985, De Jéricho à Mexico: villes et économie dans l'histoire, Paris,

Gallimard.

BARABÁSI Albert-Laszlo, 2002, Linked. The New Science of Networks, New York,

Perseus Books Group; trad. it. 2004, Link. La nuova scienza delle reti, Torino.

BARLOW A., 2007, The rise of the blogosphere, New York, Praeger.

BARTH Fredrik (a cura di), 1963, The Role of the Entrepreneur in Social Change in

Nothern Norway, Bergen, Universitetsforlaget.

BAUMAN Zygmunt, 1998, Globalization: The Human Consequences, New York,

Columbia University Press; trad it. 2005, Globalizzazione e glocalizzazione, Roma,

Armando.

Page 178: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

178

BAUMAN Zygmunt, 2000, Missing community, New York, Paperback; trad. it. 2001,

Voglia di comunità, Roma-Bari, Laterza.

BECKER Gary S., 1964, Human capital, New York, National Bureau of Economic

Research - Columbia University Press.

BELL Daniel, 1976 The Coming of Post-Industrial Society: a Venture in Social

Forecasting, New York, Basic Books.

BELLONI Carmen - RAMPAZI Marita (a cura di), 1996, Luoghi e Reti, Catanzaro,

Rubbettino.

BERNERS-LEE Tim, 1999, Weaving the Web, San Francisco, Harper.

BENKLER Yochai, 2006, The Wealth of Networks, London, Yale University Press.

BLOOD Rebecca, 2002, The Weblog Handbook: Practical Advice on Creating and

Maintaining Your Blog, Cambridge, Perseus Publishing; trad. it. 2003, Weblog… …il

tuo diario online, Arnoldo Milano, Mondadori.

BOISSEVAIN Jeremie - MITCHELL Clyde J. (a cura di), 1973, Network Analysis:

Studies in Human Interaction, Paris, The Hague.

BOORSTIN Daniel J., 1978, The Republic of Technology: Reflections on Our Future

Community, New York, Harper & Row.

BOUDON Raymond, 1977, Effets pervers et ordre social, Paris, Presses Universitaires

de France; trad. it. 1981, Effetti «perversi» dell’azione sociale, Milano, Feltrinelli.

BRAUDEL Ferdinand, 1992, Civilization and capitalism, 15th - 18th century, Berkeley,

University of California Press.

BROWN Douglas M., 1974, Introduction to urban economics, New York, Academic

Press.

BUCHANAN Mark, 2002, Nexus: Small Worlds and the Groundbreaking Science of

Networks, New York, W. W. Norton & Company; trad. it. 2004, Nexus. Perché la

natura, la società, l'economia, la comunicazione funzionano allo stesso modo, Milano,

Mondadori.

BURT Ronald S., 1992, Structural Holes: The Social Structure of Competition,

Cambridge, Harvard University Press.

BURT Ronald S. - MINOR Michael J., 1983, A Methodological Introduction, Beverly

Hills, Sage.

BURTON-JONES Alan, 1999, Knowledge Capitalism, Oxford, Oxford University

Press.

Page 179: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

179

CASTELLS Manuel, 1996, The Rise of the Network Society, Oxford-Malden,

Blackwell; trad. it. 2002, La nascita della società in rete, Milano, Università Bocconi

editore.

CASTELLS Manuel, 1989, The Informational City, Oxford, Blackwell.

CASTELLS Manuel, 1972, La question urbaine, Paris, Maspero; trad. it. 1974, La

questione urbana, Venezia, Marsilio.

CHIESI Antonio M., 1999, L’analisi dei reticoli, Milano, Franco Angeli.

COYLE Diane, 1997, The Weightless World, Oxford, Capstone.

COLEMAN James S., 1990, Foundations of Social Theory, Cambridge, The Belknap

Press of Harvard University Press; trad. it. 2005, Fondamenti di teoria sociale, Bologna,

Il Mulino.

CORBETTA Piergiorgio, 2003, La ricerca sociale: metodologia e tecniche, IV voll.,

Bologna, Il Mulino.

COZZI Terenzio - ZAMAGNI Stefano, 1989, Economia politica, Bologna, Il Mulino.

DAWKINS Richard, 1976, The Selfish Gene, Oxford, Oxford University press; trad. it.

1995, Il gene egoista, Milano, Mondadori.

DE BAGGIS Mafe, 2001, Le tribù di Internet, Milano, Hops Libri.

DE KERCKHOVE Derrick, 1995, Brainframes. Mente, tecnologia, mercato, Bologna,

Baskerville.

DE ROSNAY Joël, 1977, Le macroscope, Paris, Seuil; trad. it. 1978, Il macroscopio:

verso una visione globale, Bari, Dedalo.

DE VRIES Jan, 1984, European urbanization 1500-1800, London, Methuen.

DERTOUZOS Michael, 1997, What Will Be: How the New World of Information Will

Change Our Lives, San Francisco, HarperEdge.

DICKENS Peter, 1990, Urban Sociology. Society, Locality and Human Nature,

London, Harvester Wheatsheaf; trad. it. 1992, Sociologia urbana, Bologna, Il Mulino.

DI FRAIA Guido (a cura di), 2004, e-Research, Roma-Bari, Laterza.

DIZARD Wilson P., 1982, The Coming Information Age, New York, Longman.

DOSI Giovanni - FREEMAN Christopher - NELSON Richard - SILVERBERG Gerard

- SOETE Luc (a cura di), 1988, Technical Change and Economic Theory, London,

Pinter.

DUBAR Claude, 2002, La socialisation. Construction des identités sociales et

professionnelles, Paris, Arman Colin; trad. it. 2004, La socializzazione. Come si

costruisce l’identità sociale, Bologna, il Mulino.

Page 180: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

180

DUNFORD Mick - KAFKALAS Grigoris (a cura di), 1992, Cities and Regions in the

New Europe, London, Belhaven Press.

FALOUTSOS Michalis – FALOUTSOS Petros - FALOUTSOS Christos, 1999, On

power-law relationships of the internet topology in SIGCOMM ’99: Proceedings of the

conference on Applications, technologies, architectures, and protocols for computer

communication, New York, ACM Press.

FEATHERSTONE Mike - LASH Scott - ROBERTSON Roland, 1995, Global

modernities, London, Sage.

FISKE Susan T. - TAYLOR Shelley E., 1999, Social cognition, New York, Mc Graw-

Hill.

FORESTER Tom (a cura di), 1985, The Information Technology Revolution, Oxford,

Blackwell.

FRESCHI Anna Carola, 2002, La società dei saperi. Reti virtuali e partecipazione

sociale, Roma, Carocci.

FUKUYAMA Francis, 1995, Trust: The social virtues of the creation of prosperity,

New York, The Free Press; trad. it. 1996, Fiducia, Milano, Rizzoli.

GARREAU Joel, 1991, Edge City: Life on the New Frontier, New York, Paperback.

GIDDENS Antony, 1990, The Consequences of Modernity, Cambridge, Stanford

University Press; trad. it. 1994, Le conseguenze della modernità, Bologna, Il Mulino.

GRANIERI Giuseppe, 2005, Blog generation, Roma-Bari, Laterza.

GRANIERI Giuseppe, 2006, La società digitale, Roma-Bari, Laterza.

GUIDICINI Paolo, 1971, Sviluppo urbano e immagine della città, Milano, Franco

Angeli.

GUIDICINI Paolo, 1966, Questioni di Sociologia, Brescia, La Scuola.

HANNERZ Ulf, 1980, Exploring the City. Inquiries Toward an Urban Anthropology,

New York, Columbia University Press; trad. it. 1992, Esplorare la città, Bologna, Il

Mulino.

HEWITT Hugh, 2005, Blog: Understanding the Information Reformation That's

Changing Your World, Nashville, Thomas Nelson.

HOHENBERG Paul - LEES Lynn, 1985, The making of Urban Europe 1000-1950,

Cambridge, Harvard University Press; trad. it. 1987, La città europea dal Medioevo a

oggi, Bari-Roma, Laterza.

JACOBS Jane, 1961, The death and life of great american cities, New York, Vintage.

Page 181: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

181

JONES Steven G. (a cura di), 1997, Virtual Culture. Identity and Communication in

Cybersociety, Thousand Oaks, Sage.

KLINE David - BURSTEIN Dan, 2006, Blog! How the Newest Media Revolution is

Changing Politics, Business, and Culture, New York, Sperling & Kupfer; trad. it. Blog!

La rivoluzione dell’informazione in politica, economia e cultura, Milano, Sperling &

Kupfer - Egea.

KNOKE David - KUKLINSKI James H., 1982, Network Analysis, London, Sage.

KRANZBERG Melvin, The information age: evolution or revolution? in GUILE Bruce

R. (a cura di), 1985, Information Technologies and Social Transformation, Washington,

Nation Academy of Engineering.

KRUGMAN Paul, 1995, Geography and Trade, Leuven, Leuven University Press,

1991; trad. it. Geografia e commercio internazionale, Milano, Garzanti.

LANDUZZI Carla, 1999, L’inquietudune urbana, Milano, Franco Angeli.

LEA Martin (a cura di), 1992, Contexts of Computer-Mediated Communication, Hemel

Hempstead, Harvester Wheatsheaf.

LEADBEATER Charles, 1999, Living on Thin Air, London, Wiking ; trad. it. 2000,

Vivere d’aria. La new economy, Roma, Fazi.

LÉVY Pierre, 1995, Qu’est-ce que le virtuel?, Paris, La Découverte; trad. it. 1997, Il

virtuale, Milano, Cortina.

LÉVY Pierre, 1995, L'intelligence collective, Paris, La Découverte; trad. it. 2002,

L’intelligenza collettiva, Milano, Feltrinelli.

LIEVROUW Leah A. - LIVINGSTONE Sonia, 1997, Capire i new media, Milano,

Hoepli.

LIN Nan, 2002, Social Capital. A Theory of Social Structure and Action, Cambridge,

Cambridge University Press.

LOURY Glenn, A dynamic theory of racial income differences, in WALLACE Phyllis

A. - LE MUND Annette, 1977, Women, minorities and employment discrimination,

Lexington, Lexington Books.

LUKE Timothy, 1993, Community and ecology in Scott WALKER, Changing

Community: The Graywolf Annual Ten. St. Paul, Graywolf Press.

MACHLUP Fritz, 1962, The Production and Distribution of Knowledge in the United

States, Princeton, Princeton University press.

MAGNIER Annick - RUSSO Pippo, 2002, Sociologia dei sistemi urbani, Bologna, Il

Mulino.

Page 182: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

182

MAISTRELLO Sergio, 2007, La parte abitata della Rete, Milano, Tecniche Nuove.

MAISTRELLO SERGIO, 2004, Come si fa un blog, Milano, Tecniche Nuove.

MALDONADO Tomás, 1992, Reale e virtuale, Milano, Feltrinelli.

MANTOVANI Giuseppe, 1995, Comunicazione e identità. Dalle situazioni quotidiane

agli ambienti virtuali, Il Mulino, Bologna.

MARTINELLI Franco - GUIDICINI Paolo, 1993, Le nuove forme di urbanità, Milano,

Franco Angeli.

MARTINOTTI Guido, 1993, Metropoli, Bologna, Il Mulino.

MARTINOTTI Guido, 1968, Città e analisi sociologica, Padova, Marsilio.

MASSEY Doreen - PILE Steve - ALLEN John, 1999, City worlds, London, Routledge.

MAZZOLENI Gianpietro, 1998, La comunicazione politica, Bologna, Il Mulino.

MAZZOLI Lella, 2001, L’impronta del sociale. La comunicazione tra teorie e

tecnologie, Milano, Franco Angeli.

McLUHAN Marshall, 1962, The Gutenberg Galaxy, Toronto, University of Toronto

Press; trad. it., 1991, La Galassia Gutenberg. Nascita dell’uomo tipografico, Roma,

Armando.

METITIERI Fabio - MANERA Giuseppina, 2000, Dalla email al chat multimediale:

comunità e comunicazione interpersonale in Internet, Milano, Franco Angeli.

MEYROVITZ Joshua, 1985, No sense of Place: The Impact of Electronic Media on

Social Behaviour, New York, Oxford University Press; trad. it. 1993,Oltre il senso del

luogo. L'impatto dei media elettronici sul comportamento sociale, Bologna, Baskerville.

MITCHELL William J., 1995, City of bits: space, place, and the Infobahn, Cambridge,

MIT Press; trad. it. La città dei bits, 1997, Milano, Electa.

MUMFORD Lewis, 1989, The city in history: its origins, its transformations, and its

prospects, New York, Harvest / HBJ; trad. it. 1994, La città nella storia, Milano,

Bompiani.

NANCY Jean-Luc, 1995, La communauté désoeuvrée, Paris, Christian Bourgois, 1983;

trad. it. La comunità inoperosa, Napoli, Cronopio.

NEGROPONTE Nicholas, 1995, Being digital, New York, Alfred A. Knopf; trad it.

Essere digitali, Milano, Sperling & Kupfer.

NORA Simon - MINC Alain, 1978, L’informatisation de la société, Paris, La

Documentation française; trad. it. 1979, Convivere con il calcolatore, Milano,

Bompiani.

Page 183: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

183

OLDENBURG Ray, 1991, The Great Good Place: Cafès, Coffee Shops, Community

Centers, Beauty Parlors, General Stores, Bars, Hangouts, and How They Get You

through the Day, New York, Paragon House.

OOSTERBAAN John, 1980, Population dispersal, Lexington, Lexington Books.

PACCAGNELLA Luciano, 2000, La comunicazione al computer, Bologna, il Mulino.

PARKER Simon, 2004, Urban Theory and the Urban Experience: Encountering the

City, London, Routledge; trad. it. 2006, Teoria ed esperienza urbana, Bologna, Il

Mulino.

PARK Robert - BURGESS Ernest W. - McKENZIE Roderick, 1925, The City, Chicago,

The University of Chicago Press; trad. it. 1999 La città, Milano, Comunità.

PISELLI Fortunata (a cura di), 1995, Reti. L’analisi di network nelle scienze sociali,

Roma, Donzelli.

PORAT Marc U., n.d., The Information Economy: Definition and Measurement, US

Department of Commerce, Office of Telecommunications, pubblicazione, vol. 1 77-12.

PORTER David (a cura di), 1997, Internet Culture, London, Routledge.

PUTNAM Robert D., 1993, Making democracy work, Princeton, Princeton University

Press; trad. it. La tradizione civica nelle regioni italiane, Milano, Mondadori.

PUTNAM Robert D., 2000, Bowling alone, New York, Simon & Schuster; trad. it.

2004, Capitale sociale e individualismo, Bologna, Il Mulino, Bologna.

QUAH Danny, The Weightless Economy. Nintendo and Heavy Metal, London, Centre

for Economic Performance/London School of Economics.

RHEINGOLD Howard, 2002, Smart mobs, Cambridge, Perseus Books Group; trad. it.

2003, Milano, Raffaello Cortina Editore.

RHEINGOLD Howard, 1993, The Virtual Community: Homesteading on the Electronic

Frontier, New York, Addison-Wesley; trad. it. 1994, Comunità virtuali, Milano,

Sperling e Kupfer.

RIESMAN David - DENNEY Reuel - GLAZER Nathan, 1967, La folla solitaria,

Bologna, Il Mulino.

RITZER George - SMART Barry (a cura di), 2001, Handbook of Social Theory,

London, Sage.

ROMANO Giuseppe, 2004, La città che non c’è. L’internet, frontiera di uomini, Roma,

Edizioni Lavoro.

ROSSI Pietro (a cura di), 1987, Modelli di città, Milano, Comunità.

Page 184: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

184

ROVERSI Antonio, 2004, Introduzione alla comunicazione mediata dal computer,

Bologna, Il Mulino.

SABEL Charles F., Flexible specialization and the re-emergence of regional

economies, in AMIN Ash (a cura di), 1994, Post-Fordism: A Reader, Oxford,

Blackwell.

SALOMON Jean-Jacques, 1992, Le Destin technologique, Paris, Editions Balland.

SALVINI Andrea (a cura di), 2007, Analisi delle reti sociali, Milano, Franco Angeli.

SALVINI Andrea, 2005, L’analisi delle reti sociali, Pisa, Edizioni Plus.

SASSEN Saskia, 1991, The Global City: New York, London, Tokyo, Princeton,

Princeton University Press.

SASSEN Saskia, 1994, Cities in a World Economy, Thousand Paks, Pine Forge Press;

trad. it. 1997, Le città nell’economia globale, Bologna, Il Mulino.

SCOTT Allen J., 1981, Metropolis. From the Division of Labour to Urban Form,

Berkeley, University of California Press.

SCOTT John, 1991, Social Network Analysis, London, Sage; trad. it. 1997, L’analisi

delle reti sociali, Roma, La Nuova Italia Scientifica.

SGROI Emanuele, 1997, Mal di città, Milano, Franco Angeli.

SIMMEL Georg, 1890, Über sociale Differenzierung. Soziologische und

psychologische Untersuchungen, Leipzig, Verlag von Duncker & Humblot; trad. it. La

differenziazione sociale, 1982, Roma-Bari, Laterza.

SMITH Marc A. - KOLLOCK Peter (a cura di), 1999, Communities in Cyberspace,

London, Routledge.

SOMBART Werner, 1916, Der moderne Kapitalismus, Munich, Antiquarische Bücher;

trad. it. 1978, Il capitalismo moderno, Roma, UTET,

SPEARS Russell - LEA Martin, 1992, Social Influence and the Influence of the Social

in Computer-Mediated Communication in Contexts of Computer-Mediated

Communication, New York, Hemel Hempstead: Harvester Wheatsheaf.

STROGATZ Steven H., 2003, Sync: The Emerging Science of Spontaneous Order, New

York, Hyperion.

TAYLOR Peter J. - BEAVERSTOCK Jonathan V. - PAIN Kathryn - GREENWOOD

Helen - PANDIT Naresh, 2003, Financial Service Clustering and its Significance for

London, London, Corporation of London.

TOFFLER Alvin, 1970, Future Shock, London, The Bodley Head.

Page 185: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

185

TÖNNIES Ferdinand, 1887, Gemeinschaft und Gesellschaft, Leipzig, Reislad; trad. it.

1963, Comunità e società, Milano, Edizioni di Comunità.

TREMAYNE Mark (a cura di), Blogging, Citizenship and the Future of Media, London,

Routledge, 2006.

TROBIA Alberto, 2005, La ricerca sociale quali-quantititiva, Milano, Franco Angeli.

TROBIA Alberto, 2001, La sociologia come scienza rigorosa, Milano, Franco Angeli.

TURKLE Sherry, 1995, Life on the Screen. Identity in the Age of the Internet, New

York, Simon and Schuster; trad. it. 1997, La vita sulo schermo, Milano, Apogeo.

UNITED NATIONS CENTRE FOR HUMAN SETTLEMENTS, 2001, World’s Cities,

New York, United Nations.

URRY John, 2000, Sociology beyond Societies, London, Routledge.

VAN DEN BERG Leo, 1982, Urban Europe: A Study of Growth and Decline, Oxford,

Pergamon.

VAN DIJK Jan, 1999, The Network Society, Social aspects of new media, London,

Thousand Oaks; trad. it. 2002, Sociologia dei nuovi media, Bologna, Il Mulino.

VARGIU Andrea, 2001, Il nodo mancante, Milano, Franco Angeli.

WASSERMAN Stanley - FAUST Katherine, 1994, Social Network Analysis,

Cambridge, Cambridge University Press.

WATTS Duncan J., 2003, Six Degrees: The Science of a Connected Age, New York, W.

W. Norton & Company.

WEBER Max, 1920-21, Gesammelte Aufsätze zur Religionsoziologie, Tübingen, Mohr;

trad. it. 1982, Sociologia della religione, Milano, Comunità.

WEISS Joel - NOLAN Jason - HUNSINGER Jeremy - TRIFONAS Peter (a cura di) ,

2006, International Handbook of Virtual Learning Environments, New York, Springer-

Verlag.

WELLMAN Barry (a cura di), 1999, Networks in the Global Village: Life in

Contemporary Communities, Boulder, Westview Press.

WHITE Harry C., 1992, Identity and Control. A Structural Theory of Social Action,

Princeton, Princeton University Press.

ZIMMERMANN Clemens, 1996, Die Zeit der Metropolen, Frankfurt am Main, Fischer

Taschenbuchen Verlag GmbH; trad. it. 2004, L’era delle metropoli, Bologna, Il Mulino.

Page 186: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

186

SITOGRAFIA E BLOGOGRAFIA

http://andrewsullivan.theatlantic.com/

http://archive.ncsa.uiuc.edu/SDG/Software/Mosaic/Docs/old-whats-new/whats-new-

0693.html

http://blog.excite.it/

http://blog.jackvinson.com/archives/2005/04/20/types_of_weblogs.html

http://blog.tiscali.it/

http://blogs.law.harvard.edu/whatMakesAWeblogAWeblog

http://campuscgi.princeton.edu/~eszter/weblog/archives/00000191.html

http://chris.pirillo.com/media/2007/08/02/what-is-a-blog-2/

http://dada.dada.net/it/press_room/comunicati_stampa/homecontents.php?id=1491

http://dada.dada.net/it/press_room/comunicati_stampa/homecontents.php?id=1883

http://datamining.typepad.com/

http://datamining.typepad.com/gallery/blog-map-gallery.html

http://dear_raed.blogspot.com/

http://del.icio.us/

http://demo.istat.it/

http://digiland.libero.it/blog/

http://drupal.org/

http://edgeperspectives.typepad.com/edge_perspectives/2007/05/the_power_of_po.html

http://en.wikipedia.org/wiki/Blog

http://falsoidillio.splinder.com/post/32422/

http://gmpg.org/xfn/

http://gtmcknight.com/buttons/

http://hixie.ch/specs/pingback/pingback

http://interactive.linuxjournal.com/article/8549

http://it.blogbabel.com/

http://it.blogbabel.com/metrics/

http://jilltxt.net/?p=227

http://library.thinkquest.org/05aug/01130/extra_components.html

http://lincolnfry.yahoo.com/

http://mensnewsdaily.com/archive/s/schuett/03/schuett092303.htm

http://nymag.com/news/media/15971/

Page 187: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

187

http://oknotizie.alice.it/

http://pespmc1.vub.ac.be/Conf/MemePap/Marshall.html

http://pespmc1.vub.ac.be/Papers/Memesis.html

http://peterkaminski.com/archives/000219.html

http://query.nytimes.com/gst/fullpage.html?res=9C0CE0DA123EF934A15756C0A962

9C8B63

http://redhanded.hobix.com/inspect/tumbleloggingAssortedLarvae.html

http://segnalo.alice.it/

http://scobleizer.com/2006/05/17/a-blog-is-not-a-blog-unless/

http://sethgodin.typepad.com/seths_blog/2006/06/why_i_dont_have.html

http://spaces.live.com/

http://widgets-gadgets.com/

http://wiki.photoblogs.org/wiki/What_is_a_Photoblog

http://wp.netscape.com/home/whatsnew/

http://www.02blog.it/

http://www.06blog.it/

http://www.alliwantforxmasisapsp.com/blog/

http://www.anarchaia.org/

http://www.antipixel.com/

http://www.antipixel.com/blog/archives/2002/10/22/steal_these_buttons.html

http://www.artsblog.it/

http://www.autoblog.it/

http://www.axellweb.com/?page_id=18

http://www.bebo.com/

http://www.beppegrillo.it/

http://www.blockstar.com/blog/blog_timeline.html

http://www.blogads.com/

http://www.blogdrops.com/

http://www.blogger.com/

http://www.blogger.com/tour_start.g

http://www.blogitalia.it/

http://www.blogitalia.it/blog_glossario.asp

http://www.blogitalia.it/classifica_technorati.asp

http://www.blogo.it/

Page 188: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

188

http://www.blogo.it/post/dada-entra-in-blogoit/

http://www.blogolandia.it/

http://www.blogosfere.it/

http://www.blogvoip.it/

http://www.boingboing.net/

http://www.booksblog.it/

http://www.bowlingalone.com/

http://www.bradlands.com/weblog/comments/september_10_1999/

http://www.buzznet.com/

http://www.calcioblog.it/

http://www.camworld.com/

http://www.cineblog.it/

http://www.casaleggio.it/cda/

http://www.clandestinoweb.com/sondaggi-politico-elettorali/sondaggio-eurisko-il-60-

dei-frequentatori-del-blog-di-grillo-le-ta-4.html

http://www.clickblog.it/

http://www.comicsblog.it/

http://www.consumerist.com/

http://www.dblog.it/

http://www.deadspin.com/

http://www.deeario.it/2007/01/26/le-relazioni-nella-blogosfera-e-il-rds/

http://www.defamer.com/

http://www.deluxeblog.it/

http://www.designerblog.it/

http://www.diarioaperto.it/

http://www.diaryland.com/

http://www.digg.com/

http://www.dooce.com/

http://www.dooce.com/about.html

http://www.dooce.com/archives/daily/02_26_2002.html

http://www.downloadblog.it/

http://www.ecoblog.it/

http://www.englishblog.it/

http://www.eurocarblog.com/

Page 189: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

189

http://www.facebook.com/

http://www.fashionblog.it/

http://www.feedburner.com/

http://www.finanzablog.it/

http://www.flickr.com/

http://www.forwalmart.com/

http://www.friendster.com/

http://www.gadgetblog.it/

http://www.gamesblog.it/

http://www.gawker.com/

http://www.gizmodo.com/

http://www.gossipblog.it/

http://www.gothamistllc.com/

http://www.gridskipper.com/

http://www.guardian.co.uk/science/2000/aug/10/technology/

http://www.gustoblog.it/

http://www.happyblog.it/

http://www.idolator.com/

http://www.ilcannocchiale.it/

http://www.iobloggo.com/

http://www.ivanscalfarotto.info/

http://www.iw3p.com/DailyPundit/2001_12_30_dailypundit_archive.php#8315120

http://www.jaiku.com/

http://www.jalopnik.com/

http://www.jezebel.com/

http://www.kotaku.com/

http://www.lifehacker.com/

http://www.linkedin.com/

http://www.links.net/

http://www.livejournal.com/

http://www.macchianera.net/

http://www.macchianera.net/2005/05/01/il_rapporto_calipari_senza_omi.html

http://www.mediamente.rai.it/home/bibliote/intervis/d/dekerc05.htm

http://www.melablog.it/

Page 190: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

190

http://www.memevote.com/

http://www.metroblogs.com/

http://www.mobileblog.it/

http://www.motoblog.it/

http://www.motorsportblog.it/

http://www.movabletype.com/

http://www.movabletype.org/

http://www.msnbc.msn.com/id/16329739/site/newsweek/

http://www.myblog.it/

http://www.myspace.com/

http://www.networkweaving.com/blog/

http://www.nova100.ilsole24ore.com/

http://www.ojr.org/ojr/stories/050929/

http://www.onedegree.ca/2006/07/31/the-meme-epidemic-a-case-study

http://www.opendiary.com/

http://www.orkut.com/

http://www.ossblog.it/

http://www.outdoorblog.it/

http://www.paidcritics.com/

http://www.perseus.com/blogsurvey/thebloggingiceberg.html

http://www.perseus.com/blogsurvey/geyser.html

http://www.peterme.com/

http://www.piazzablog.it/

http://www.pinkblog.it/

http://www.pitas.com/

http://www.pownce.com/

http://www.poynter.org/dg.lts/id.6617/content.content_view.htm

http://www.problogger.net/archives/2005/02/05/what-is-a-blog/

http://www.problogger.net/archives/2005/11/29/20-types-of-blog-posts-battling-

bloggers-block/

http://www.queerblog.it/

http://www.readwriteweb.com/archives/widgets_are_the.php

http://www.readwriteweb.com/archives/blogosphere_long_tail.php

http://www.rebeccablood.net/

Page 191: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

191

http://www.rebeccablood.net/essays/weblog_history.html

http://www.robotwisdom.com/

http://www.robotwisdom.com/log1997m12.html

http://www.rosalio.it/

http://www.sanpablog.it/

http://www.scripting.com/

http://www.scripting.com/2000/10/14.html

http://www.sifry.com/alerts/archives/000493.html

http://www.sifry.com/stateoftheliveweb/

http://www.sixapart.com/

http://www.sixapart.com/pronet/docs/trackback_spec/

http://www.slashdot.org/

http://www.softblog.it/

http://www.soldiblog.it/

http://www.soundsblog.it/

http://www.splinder.com/

http://www.talkingpointsmemo.com/

http://www.talkingpointsmemo.com/archives/000451.php

http://www.technorati.com/

http://www.technorati.com/pop/

http://www.teleblogo.it/

http://www.thelongtail.com/

http://www.toysblog.it/

http://www.travelblog.it/

http://www.tumblr.com/

http://www.tvblog.it/

http://www.twitter.com/

http://www.typepad.com/

http://www.ultimatememedatabase.com/

http://www.valleywag.com/

http://www.walmartingacrossamerica.com/

http://www.weblogsinc.com/

http://www.well.com/

http://www.widgets-gadgets.com/2007/08/what-is-web-widget.html

Page 192: I BLOG E LA DIMENSIONE URBANA E … Salvini ecc.) e la produzione teorica sul cosiddetto web 2.0 e sulle sue manifestazioni sociali (Anderson, Maistrello ecc.). Il primo capitolo affronta

192

http://www.wikio.com/

http://www.wikio.it/

http://www.wikio.it/blogs/top/

http://www.wonkette.com/

http://www.wordpress.org/

http://www.wordpress.com/

http://www.xanga.com/