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    1983, 1991 Benedict Anderson

    Imagined Communities Verso, London, New York 1991

    1996 manifestolibri srl

    via Tomacelli 146 - Roma

    ISBN 88-7285-066-5

    Traduzione:

    Marco

    Vignale

    Progetto grafico della copertina: Studio

    Idea

    Io

    INDICE

    Presentazione all'edizione italiana

    Chiss

    se

    capiranno

    di

    Marco

    d Eramo

    7

    Prefazione alla seconda edizione

    1991)

    17

    1.

    Introduzione 21

    2. Radici cultural i 27

    3.

    Le origini della coscienza nazionale

    53

    4.

    Pionieri creoli

    63

    5. Vecchie lingue, nuovi modelli 79

    6.

    Ufficial-nazionalismo e imperialismo

    93

    7.

    L'ultima ondata

    119

    8.

    Patriottismo e razzismo

    145

    9.

    L'angelo della storia

    157

    lO.

    Censimento, mappa, museo

    165

    11.

    Ricordare e dimenticare

    187

    Il nuovo disordine mondiale. Un'appendice 1992) 205

    Bibliografia 217

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    / /1

    CHISS SE

    C PIR NNO

    di

    Marco dJ ramo

    Forse un giorno si chiederanno perch mai tanti esseri umani fosse-

    ro pronti a immolarsi

    per

    la

    propri

    nazione.

    Che

    cosa

    ci

    fosse in

    quest entit che la rendesse degna del sacrificio della propria unica,

    irripetibile vita. A noi contemporanei, in questa fine di

    XX

    secolo,

    la nazione sembra un orizzonte naturale della societ e della politi-

    ca.

    L indipendenza nazionale ci pare un bene caro da salvaguardare

    (paventiamo

    se

    minacciata). Non sembra nemmeno comico che

    un atleta pianga ascoltando dal podio

    il

    proprio inno nazionale.

    Come nella societ indiana ognuno incasellato in una casta,

    cos nella nostra modernit

    ci

    pare ovvio che ognuno abbia

    una e

    non pi di una) nazionalit. Un ovviet ingannatrice. Per secoli, per

    millenni, gli umani hanno vissuto, agito, fatto politica, combattuto

    guerre in strutture sociali del tutto diverse dalle nazioni: in imperi

    polietnici e poliglotti,

    che

    oggi chiameremmo multinazionali, in

    entit regionali (potrebbe esistere un nazionalismo borgognone?),

    in comunit religiose, in principati

    il

    contorno delle cui frontiere

    dipendeva dalle peripezie matrimoniali delle dinastie. Ma allora

    quando che

    si

    imposto alle nostre societ

    l

    concetto di nazione?

    Quando

    abbiamo cominciato a pensare che le nazioni fossero i sog-

    getti della storia? Tanto che

    oggi

    le organizzazioni mondiali si

    chiamano Societ delle Nazioni o Nazioni Unite. [Non a caso l idea

    di nazione

    si

    forgia in contem poranea con

    l

    nascere dello storicismo

    e con l affermarsi della teoria dei soggetti contro la teoria delle cau-

    se:

    l mondo prodotto dall azione di un soggetto, non generato

    come effetto da una causa].

    Gi la domanda sul quando suona blasfema a

    un

    patriota.

    Per

    lui la nazione

    qualcosa di originario, un retaggio primordiale

    che forse era stato dimenticato, sepolto nella memoria e solo di

    recente

    riaffiorato, identit ritrovata. Siamo di fronte a

    una

    dupli-

    cit: la nazione

    stata pensata, creata di recente,

    ma

    essa pensa

    se

    stessa come antichissima. I nazionalismi sono nati tra la fine del 700

    e l inizio dell 800, ma per quell epoca parliamo di

    risveglio

    dei

    nazionalismi, come

    se

    fossero emersi da un lungo sonno. Ci sembra

    che le nazioni siano sempre esistite.

    Ma

    cos pensando cadiamo nel-

    la trappola che la nazione stessa

    ci

    tende: il nazionalismo non l

    risveglio delle nazioni all autocoscienza: esso inventa nazioni l dove

    7

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    sostenere, o a combattere per la stessa parte. Chi pu essere sicuro

    che Yugoslavia e Albania un giorno non arriveranno a esplodere?

    Quei gruppi eterogenei che desiderano un ritiro dell Armata Rossa

    dalle sue installazioni nell Europa dell Est dovrebbero ricordare

    fino a quale livello la sua

    opprimente

    presenza abbia dal, 1945,

    escluso ogni conflitto armato tra i regimi marxisti della regione.

    Tali considerazioni servono a sottolineare come, dalla seconda

    guerra mondiale in poi, ogni rivoluzione riuscita si sia definita in ter

    mini nazionali (la Repubblica Popolare Cinese, la Repubblica Sociali

    sta del Vietnam

    ..

    ) e, cos facendo, si sia fermamente ancorata in uno

    spazio territoriale e sociale ereditato dal passato pre-rivoluzionario. Al

    contrario, il fatto che l Uni one Sovietica condivida con il Regno Unito

    di Gran Bretagna e Irlanda del

    Nord la

    rara distinzione di rifiutare il

    concetto di nazionalit nel proprio nome, suggerisce che essa costitui

    sce tanto l eredit degli stati dinastici prenazionali dell 800, quanto

    l anticipazione di un ordine internazionalista del 2000

    2

    Eric

    Hobsbawm

    ha perfettamente ragione quando osserva che

    movimenti e stati marxisti tendono col tempo a divenire nazionali

    non solo nella forma ma anche nella sostanza, e quindi nazionalisti.

    Niente suggerisce che quest andamento possa interrompersi3. Non

    che questa

    tendenza

    sia limitata al mondo socialista.

    Quasi

    ogni

    anno vengono ammessi nuovi

    membri

    alle Nazioni Unite. E molte

    vecchie nazioni, un tempo credute

    ben

    consolidate, si trovano

    oggi minacciate da sub-nazionalismi all interno dei propri confini,

    nazionalismi che, logicamente, aspirano a perdere

    un

    bel giorno la

    connotazione di sub. La realt evidente: la fine dell era del

    nazionalismo, cos a lungo profetizzata,

    non

    minimamente in

    vista. Anzi, la nazion-it l valore pi universalmente legittimato

    nella vita politica del nostro tempo.

    Se

    i fatti sono chiari, la loro interpretazione resta pe r oggetto di

    dispute annose. Nazione, Nazionalit e Nazionalismo si sono dimo

    strati notoriamente difficili da definire, e ancor pi da analizzare. In

    contrasto con l immensa influenza che

    il

    nazionalismo ha esercitato sul

    mondo

    moderno, le teorie plausibili su di esso sono decisamente esili.

    Hugh Seton-Watson, erede di una vasta tradizione di storiografia e

    scienze sociali liberali e autore del testo inglese di gran lunga migliore e

    pi esauriente sul nazionalismo, osserva amaro: Sono

    trascinato

    alla

    2Chiunque metta in dubbio

    il

    diritto del Regno Unito a essere paragonato

    con

    l Urss dovrebbe domandarsi: quale nazionalit denota il termine anglo-irlande

    se?

    3ERlC

    HOBSBAWM, Some Reflections on The Break-Up

    1

    Britain New Lelt

    Review ,105

    (settembre-ottobre

    1977), p. 13.

    22

    conclusione che non si pu concepire nessuna definizione scientifica

    di Nazione; eppure il fenomeno esistito ed esiste4. Tom Nairn , auto

    re dell innovativo The Break-up

    0/

    Britain ed erede di una poco meno

    vasta tradizione di storiografia e scienze sociali marxiste, fa candida

    mente notare: La teoria del nazionalismo rappresenta il grande falli-

    mento storico del marxismo5. Ma anche questa confessione in un

    celto senso fuorviante, nella misura in cui questo fallimento semb ra il

    deplorevole esito di una lunga e consapevole ricerca di chiarezza teo

    retica. Sarebbe pi giusto affermare che

    il

    nazionalismo

    stato

    una

    scomoda anomalia per la teoria marxista e, proprio

    per

    tale motivo,

    stato eluso pi che affrontato. Come altro interpretare il fallimento di

    Marx nello spiegare l aggettivo cruciale nella sua memorabile formula

    zione del 1848: il proletariato di ogni nazione deve, naturalmente, ri-

    solvere innanzitutto i probl emi con la propria borghesia6? Come altro

    considerare l uso,

    per

    pi di un secolo, del concetto di borghesia na

    zionale senza nessun serio tentativo di giustificare teoreticamente

    l importanza dell aggettivo? Per ch questa suddivisione della borghe

    sia, una classe sociale di livello mondiale in quanto definita in termini

    di rapporti di produzione, teoreticamente importante?

    Il

    fine di

    questo

    libro di

    offrire suggerimenti

    per

    un interpretazione pi soddisfacente dell anomalia del nazionali

    smo.

    Credo

    che su questo argomento sia la teoria marxista, sia quella

    liberale si siano intristite in

    un

    tentativo tardo tolemaico di salvare i

    phenomena; e che sia urgente riorientare la prospettiva in uno spiri

    to, per cos dire, copernicano. il mio

    punto

    di partenza che i con

    cetti di nazionalit, di nazionalismo o di nazion -it - termine che si

    potrebbe

    preferire

    per per

    i suoi molteplici significati - sono manu

    fatti culturali di un tipo particolare. Per poterli meglio interpretare

    necessario considerare accuratamente come essi siano nati storica

    mente, in che modo il loro significato sia cambiato nel tempo, e per

    ch oggi scatenino una legittimit cos profondamente emotiva. Cer

    cher di dimostrare che la creazione di tali manufatti alla fine del

    700

    7

    stata la spontanea distillazione di un complesso incrocio di

    forze storiche discontinue; ma che, una volta create, esse divennero

    4Vedi

    il

    suo

    Nations and States

    p.

    5.

    5Vedi il suo The ModernJanus, New Lelt Review 94 (nov.-dic. 1975), p. 3.

    Questo saggio incluso senza alcuna modifica in The Break-up 01 Britain come

    capitolo 9 (pp. 329-63 .

    6KARL MAI\) E FR1EDR1CH ENGELS, Il Manzfesto del Partito Comunista il corsi

    vo

    mio). In ogni esegesi teoretica, il termine naturalmente dovrebbe lampeg

    giare a luci rosse di fronte all assorto lettore.

    7Come fa notare Aira Kemilainen, furono i

    due padri

    fondatori della dottri

    na accademica del nazionalismo, Hans Kohn e Carleton Hayes, a discutere e sta-

    23

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    (ti

    I

    I

    I

    I

    I

    \

    I

    modulari, in grado quindi di venir trapiantate, con vari gradi di

    consapevolezza, in una grande variet di terreni sociali, per fondersi

    ed essere fuse con un'altrettanto ampia variet di costellazioni poli

    tiche e ideologiche. Cercher anche di mostrare perch questi parti

    colari manufatti hanno suscitato attaccamenti cos profondi.

    CONCETTI E DEF1NIZIONI

    Prima di affrontare le questioni sollevate, conviene considerare

    brevemente il concetto di nazione e offrirne una definizione

    maneggevole. I teorici del nazionalismo si sono trovati spesso per

    plessi,

    per

    non dire irritati, di

    fronte

    a questi tre paradossi:

    1)

    L'oggettiva modernit delle nazioni agli occhi degli storici contr o la

    loro soggettiva antichit agli occhi dei nazionalisti.

    2)

    L'esplicita

    universalit della nazionalit

    come concetto

    socio-culturale (nel

    mondo moderno

    ognuno pu e dovrebbe avere, e avr, una nazio

    nalit, come appartiene a un certo genere maschile o femminile)

    contro l'irrimediabile particolarit delle sue manifestazioni concrete,

    (ad esempio la nazionalit greca sui generis).

    3)

    La forza politi

    ca dei nazionalismi contro la loro povert e persino incoerenza filo

    sofica. In altre parole, il nazionalismo, al contrario di molti altri

    movimenti, non ha mai

    prodotto

    i propri grandi pensatori: nessun

    Hobbes, Tocqueville, Marx o Weber. Questo vuoto fa nascere

    fa

    cilmente, tra intellettuali cosmopoliti e multilingue, una certa condi

    scendenza. Come Gertrude Stein di fronte a Oakland, si potrebbe

    rapidamente oncludere che l

    non

    c' nulla. curioso

    il

    fatto

    che persino uno studioso tanto simpatetico col nazionalismo come

    Tom Nairn possa per scrivere che: Il nazionalismo la patologia

    del moderno sviluppo della storia, inevitabile quanto la nevrosi in

    un individuo, con implicita la stessa ambiguit e una simile tenden

    za innata a degenerare in demenza, radicata nel senso di

    abbandono

    di cui soffre gran parte del mondo (1'equivalente dell'infantilismo

    per la societ) e largamente incurabile8.

    Parte della difficolt che si

    tende

    a ipostatizzare l'esistenza di

    un Nazionalismo con la N maiuscola, come si portati a pensare

    bilire questa

    data. Credo che le

    loro conclusioni non siano state seriamente

    dibattute,

    se

    non da

    ideologi nazionalisti in particolari nazioni. Kemiliiinen os

    serva anche che la parola nazionalismo

    non

    divenne di uso

    comune

    se

    non

    alla

    fine del diciannovesimo secolo. Non appare, ad esempio, in molte lingue di quel

    lo stesso secolo. Se Adam Smith rifletteva sul benessere delle nazioni, intende

    va con tale termine niente pi che societ o stati. ArRA KEMILAINEN, Nationa

    lism, pp.

    10,33,

    e 48-49.

    8The Break-up 0/ Britain, p. 359.

    24

    Et con la E maiuscola, e quindi a classificarlo come un'ideologia.

    Va

    notato che poich ognuno ha un et, Et solo un' espressione

    analitica). Sarebbe tutto pi facile, credo, se nazionalismo fosse

    trattato nella stessa sfera di consanguineit e religione, piutto

    sto che di liberalismo o fascismo.

    Con lo spirito di un antropologo,

    propongo

    quindi la seguente

    definizione di una nazione: si tratta di una comunit politica

    immaginata, e immaginata come intrinsecamente insieme limitata e

    sovrana.

    immaginata in quanto gli abitanti della pi piccola nazio

    ne non conosceranno mai la maggior parte dei loro compatrioti, n

    li

    incontreranno, n ne sentiranno mai parlare, eppure nella mente

    di ognuno vive l'immagine del loro essere comunit

    9

    Renan si rifer

    a questo immaginarsi nel suo

    modo

    soavemente sarcastico quan

    do scrisse che: Or essence d une nation est que tous les individus

    aient beaucoup

    de

    choses en commun) et aussi que tous aient oubli

    bien

    des

    choses O. Con

    una certa ferocia Gellner afferma

    una

    tesi

    simile dicendo che: Il nazionalismo non il risveglio delle nazioni

    all' autoconsapevolezza: piuttost o inventa le nazioni dove esse non

    esistonol1. Tale formulazione presenta

    per

    l'inconveniente che

    Gellner cos ansioso di dimostrare che il nazionalismo

    si

    nasconde

    sotto pretese infondate, da assimilare invenzione a

    fabbricazione e falsit,

    piuttosto che

    a immaginazione e

    creazione. Cos facendo egli

    sottintende

    che vi sono comunit

    vere che

    possono

    essere

    vantaggiosamente

    contrapposte alle

    nazioni. In realt immaginata ogni comunit pi grande di un vil

    laggio primordiale dove tutti si conoscono e forse lo anch'esso).

    Le comunit devono essere distinte

    non

    dalla loro falsit genuinit,

    ma dallo stile in cui esse sono immaginate. Gli abitanti dei villaggi di

    Giava hanno sempre saputo di essere in qualche

    modo

    legati a indi

    vidui che non hanno mai incontrato, ma un tempo questi legami

    erano immaginati in ambito particolaristico, come reti indefinita

    mente estendibili di stirpe e clientela. Fino a tempi piuttosto recenti

    il

    linguaggio di Giava non aveva una parola per

    il

    concetto astratto

    9Cf. S[TON-WXISON,

    Nation

    and

    States,

    p. 5: Tutto quello che

    posso

    dire

    che una nazione esiste quando un numero significativo di persone all'interno di

    una comunit si considera come

    costituente

    una nazione, o agisce

    come

    se ne

    avesse costituita una. Possiamo sostituire si considera

    con

    si immagina.

    wERNEST RENAN, Qu est-ce qu une nation/ in Oeuvres Compltes, I, p. 892.

    Aggiunge: tutti i cittadini francesi

    devono

    aver dimenticato San Bartolomeo, i

    massacri del Midi del

    '200. In

    Francia

    non

    ci

    sono

    dieci famiglie che

    possono

    for

    nire la prova di

    un origine

    franca ..

    llEI\NEST GELLNER, Thought

    and

    Change,

    p. 169. Corsivo mio.

    25

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    r/.

    Ebbero

    questi tratti perch le complesse vicende

    storiche, che erano state vissute da americani ed europei, venivano

    ora immaginate modularmente in diversi luoghi, e per ch gli idiomi

    europei che usavano come lingue di stato erano l eredit dell uffi

    cial-nazionalismo imperialista. Ecco perch cos spesso nelle poli

    tiche di costruzione nazionale di nuovi stati si vedono sia un entu

    siasmo nazionalista genuino e popolare, sia un sistematico, persino

    machiavellico, instillare un ideologia nazionalista attraverso i mass

    media,

    il

    sistema scolastico, i regolamenti amministrativi e cos via.

    Quest amalgama di nazionalismo ufficiale e popolare stato prodot

    to anche da anomalie create dall imperialismo europeo: la ben nota

    arbitrariet delle frontiere, e il bilinguismo delle classi adagiate

    sospese precariamente sulle diverse popolazioni monoglotte.

    Si

    pu

    dunque pensare a molte di queste nazioni come a progetti in via di

    realizzazione, progetti per concepiti pi nello spirito di Mazzini

    che in quello di Uvarov.

    *[Anderson usa i termini russificante e russificazione in senso traslato

    per

    indicare - anche in altre situazioni politiche e geografiche - ogni politica alla

    Uvarov, come descritta nel capitolo precedente. ota del curatore

    119

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    ;\

    :I:

    Nel considerare le origini del nazionalismo coloniale pi recente,

    colpisce subito una somiglianza con quelli pi antichi: l'isomorfismo

    tra l'estensione territoriale di ogni nazionalismo e quella della prece

    dente unit amministrativa imperiale. La somiglianza non casuale;

    chiaramente legata alla geografia dei pellegrinaggi coloniali. La

    differenza sta nel fatto che i contorni dei pellegrinaggi creoli del

    '700

    erano

    delimitati

    non

    solo

    dalle ambizioni centralizzanti

    dell' assolutismo metropolitano,

    ma

    anche

    da

    reali

    problemi

    di

    comunicazione e di trasporto, e da una generale primitivit tecnolo

    gica. Nel '900, tali problemi erano stati brillantemente risolti, e al

    loro posto subentr una russificazione bifronte.

    Pi su ho mostrato che nel tardo '700 l'unit amministrativa

    imperiale assunse un significato nazionale in parte perch delimita

    va l'ascesa dei funzionari creoli. Cos avveniva anche nel '900, per

    ch

    se pure

    un inglese nero o scuro di pelle riusciva a ottenere una

    qualche istruzione o un addestramento in Inghilterra, cosa che ben

    pochi dei suoi progenitori creoli sarebbero riusciti a fare, questa era

    di solito l'ultima volta che compiva il suo pellegrinaggio burocrati

    co. Da

    quel momento in poi l'apice del suo volo circolare sarebbe

    stato

    il

    pi alto centro amministrativo a cui poteva essere assegnato:

    Rangoon, Accra, Georgetown, o Colombo. Eppure, in ognuno dei

    suoi viaggi limitati, incontrava altri compagni di viaggio bilingui,

    con cui finiva

    per

    sentire come un crescente senso di comunit. Nel

    viaggio capiva presto che aveva scarsa importanza

    il

    suo luogo d'ori

    gine' che fosse etnico, linguistico o geografico. Al massimo lo aveva

    fatto partire

    per

    questo pellegrinaggio invece che

    per

    un altro; ma

    non

    poteva determinare n la sua meta,

    n

    i suoi compagni.

    Da

    que

    sto schema venne la sottile, appena percepibile, trasformazione, pas

    so dopo passo, dello stato coloniale in stato-nazione, una trasforma

    zione resa possibile non solo da una solida continuit di personale,

    ma anche dalla fitta rete dei viaggi tramite cui ogni stato era vissuto

    dai suoi funzionari

    Dopo la prima met dell'800 per, e soprattutto nel '900, que

    sti viaggi vennero compiuti

    non

    pi da una manciata di viaggiatori,

    ma da immensi gruppi variegati. Tre le ragioni principali. La prima

    lCerto,

    non

    solo dai funzionari, anche se costituivano il

    gruppo

    principale.

    Prendete, a esempio, la geografia di Noli e Tangere (come di molti altri roman

    zi nazionalisti). Anche se alcuni personaggi dell'opera di Rizal sono spagnoli, e

    alcuni personaggi filippini sono stati in Spagna, i confini entro cui

    si

    muovono

    nel romanzo corrispondono a quelli che, undici anni dopo la sua pubblicazione,

    e due anni dopo l'esecuzione del suo autore, avrebbero delimitato la Repubblica

    delle Filippine [ per Rizal, vedi

    supra

    pp. 42-43].

    12

    l

    e decisiva l'enorme aumento di mobilit fisica reso possibile dagli

    stupefacenti successi del capitalismo industriale (ferrovie e navi a

    vapore nel secolo scorso, trasporti a motore e aviazione in quest'ulti

    mo). Gli interminabili viaggi delle vecchie Americhe stavano diven

    tando sempre pi ricordi del passato.

    La seconda: la russificazione imperiale aveva un aspe tto pra

    tico oltre a quello ideologico. Le stesse dimensioni degli imperi

    mondiali facevano s che le burocrazie non potessero essere compo

    ste solo da funzionari della madrepatria o anche da creoli. Lo stato

    coloniale, e poco dopo, le societ commerciali, avevano bisogno di

    eserciti di funzionari, che

    per

    essere utili dovevano essere anche

    bilingui, in grado di fare da tramite tra la nazione europea e i suoi

    sudditi coloniali. Vi fu sempre maggiore bisogno di questi funziona

    ri, poich, a cavallo del secolo, ovunque si moltiplicarono le funzio

    ni statali. Accanto all' antico responsabile distrettuale, apparv ero

    l'ufficiale sanitario, l'ingegnere idraulico,

    il

    maestro di scuola,

    il

    poli

    ziotto, e cos via. E a ogni ampliamento dello stato, aumentava lo

    sciame dei suoi pellegrini

    La terza

    ragione fu

    l diffondersi di un'istruzione

    di

    tipo

    moderno, promossa non solo dagli stati coloniali ma anche da orga

    nizzazioni private, religiose e laiche. Quest ' espansione avvenne non

    soltanto per produrre quadri

    per

    le gerarchie governative e commer

    ciali, ma perch anche le popolazioni colonizzate consideravano la

    conoscenza mode rna sem pre pi importante3. (E in diversi stati colo

    niali cominciava a far capolino la disoccupazione intellettuale).

    generalmente riconosciuto che le intellighenzie ebbero un

    ruolo centrale nella nascita del nazionalismo nei territori coloniali,

    non

    ultimo perch il colonialismo faceva

    s

    che fra i locali fossero

    vere e prop rie rarit i latifondisti, i grand i mercanti, gli imprenditori

    e persino una classe di professionisti. Quasi ovunque l potere eco-

    2Per dare qualche esempio: nel 1928 vi erano almeno 250.000 indigeni nel

    libro paga delle Indie olandesi, ed essi costituivano il 90 degli impiegati statali.

    E' indicativo che il totale di salari e pensioni (estremamente differenziati) dei

    funzionari olandesi e nativi coprisse

    il 50

    delle spese statali Vedi:

    AMRY VAN-

    DENBOSCII, The Dutch East In dies

    ,

    pp. 171-73. Eppure gli olandesi erano propor

    zionalmente tanto ottusi sul piano burocratico

    quanto

    gli inglesi nell'India

  • 8/10/2019 Anderson, comunit.PDF

    29/60

    nomico era o monopolizzato dagli stessi colonialisti, o diviso ingiu

    stamente con una classe politicamente impotente di uomini d'affari

    pariah (non nativi), libanesi, indiani o arabi nell' Africa coloniale,

    cinesi, indian i o arabi nell' Asia coloniale.non meno generalmente

    accettato che il ruolo d'avanguardia delle intellighenzie derivi dalla

    loro alfabetizzazione bilingue, o meglio dalla loro alfabetizzazione e

    dal loro bilinguismo. La stampa aveva gi reso possibile alle comu

    nit immaginate di fluttuare in un tempo vuoto e omogeneo, come

    avevamo visto.

    l

    bilinguismo rese possibile l'accesso, tramite le lin

    gue di stato europee, alla cultura occidentale nel senso pi ampio, e

    in particolare

    ai

    modelli del nazionalismo, della nazion-it e dello

    stato-nazione, che erano stati prodotti altrove nel corso dell'800

    4

    .

    Nel 1913, il regime coloniale olandese a Batavia, su iniziativa

    dell'Aja, promosse grandi festeggiamenti in tutta la colonia per cele

    brare

    il

    centenario della liberazione nazionale dell Olanda

    dall'imperialismo francese. Ordini furono emanati per assicurare la

    partecipazione fisica e il contributo economico non solo degli olan

    desi e degli eurasiatici locali, ma anche della popolazione indigena

    sottomessa.

    Per

    protesta, uno dei primi nazionalisti giavanesi-indo

    nesiani, Suwardi Surjaningrat (Ki Hadjar Dewantoro) scrisse

    il

    suo

    famoso articolo in olandese Als ik eens Nederlander was (Se per

    una volta fossi un 0Iandese)5.

    Per

    me

    c qualcosa di sbagliato, qualcosa di

    indecente,

    nel

    chie

    dere

    a

    questi

    nativi (nella

    mia immaginazione,

    io sono

    un olande

    se)

    di partecipare

    alle festivit

    per la nostra indipendenza. Per

    prima

    cosa,

    urteremmo la loro

    sensibilit, in

    quanto

    festeggiamo

    la nostra indipendenza nel loro

    paese

    che noi abbiamo colonizza

    to.

    Ora siamo

    felici

    perch

    cento anni fa

    ci siamo

    emancipati

    da

    un

    dominio

    straniero;

    e

    tutto

    questo di fronte agli

    occhi

    di

    chi sta

    ancora sotto l nostro

    dominio. Non

    ci rendiamo conto che

    que

    sti

    poveri

    schiavi sognano il

    giorno

    in cui, come noi,

    celebreran-

    Per usare le parole di Anthony Barnett, il bilinguismo permise agli intellet

    tuali di dire ai propri compagni di lingua (che parlavano le lingue indigene) che

    noi possiamo essere come 'loro'.

    5

    Apparve

    per

    la

    prima

    volta su

    De Expres il 13

    luglio 1913,

    per

    essere

    presto

    tradotto

    in

    indonesiano

    e

    pubblicato

    sulla

    stampa

    indigena. Suwardi aveva

    allora 24 anni. Aristocratico atipico, istruito e progressista,

    si

    un nel 1912 a

    un

    plebeo

    giavanese,

    il

    dottor Tjipto

    Mangoenkoesoemo,

    e a un

    eurasiatico,

    Eduard Douwes Dekker,

    per

    formare l'Indische Partij, il

    primo

    partito politico

    della colonia. Per

    uno

    studio breve

    ma approfondito

    su Suwardi, vedi:

    SAVITH

    SCHERER,

    Harmony and Dissonance: Early Nationalist Thought in lava capitolo 2.

    La sua Appendice I offre una traduzione in inglese del famoso articolo, da cui

    proviene il passaggio di questa pagina.

    122

    no la loro indipendenza? O crediamo forse che,

    per

    la nostra

    politica volta a distruggere le loro anime, tutte le anime umane

    siano morte? Se cos, stiamo ingannando noi stessi perch non

    importa quanto primitiva sia una comunit, essa si opporr co

    munque

    a qualsiasi forma

    di

    oppressione. Se

    io

    fossi

    olandese,

    non organizzerei una celebrazione per l indipendenza

    in

    un pae

    se a

    cui

    stata rubata l indipendenza dei suoi abitanti.

    Con queste parole Suwardi rovesci la storia degli olandesi contro

    gli olandesi stessi, lacerando la saldatura che univa

    il

    nazionalismo e

    l'imperialismo olandese. Inoltre, con la sua temporanea trasforma

    zione in olandese (che invitava a una simile trasformazione dei suoi

    lettori olandesi in indonesiani), colpiva

    tutte

    gli aspetti razzisti

    dell'ideologia coloniale

    olandes.

    La denuncia di Suwardi, che piacque agli indonesiani almeno

    quanto irrit gli olandesi,

    un chiaro esempio del fenomeno che

    coinvolse tutto

    il

    mondo nel '900. l paradosso del'ufficial-nazionali

    smo imperiale fu infatti di far conoscere inevitabilmente alle po

    polazioni colonizzate quelle che sempre pi venivano definite come

    storie nazionali, e non solo tramite le festivit,

    ma

    anche grazie

    allo stesso sistema scolastico che i colonizzatori incoraggiavano

    7

    . I

    giovani vietnamiti non potevano evitare di studiare i

    philosophes

    la

    Rivoluzione, o quello che Debray definisce il nostro secolare anta

    gonismo con la Germania8. La Magna Carta, la Madre dei Parla

    menti, la Gloriosa Rivoluzione, celebrate nella storia nazionale

    inglese, ent rarono in t utte le scuole dell'impero britannico. La lotta

    per

    l'indipendenza del Belgio contro l'oppressione dell'Olanda

    non

    era in alcun modo cancellabile dai libri di scuola che

    un

    giorno

    avrebbero letto i bambini del Congo. Cos fu anche

    per

    la storia

    degli Usa nelle Filippine, e infine, del Portogallo in Mozambico e

    Angola. L'ironia, naturalmente, era che queste storie emanavano da

    una coscienza storiografica che in Europa, alla fine dell'800, si anda

    va definendo sempre pi in termini di nazione: i baroni che impose-

    6Notate l'interessante collegamento tra comunit immaginate e immagina

    rie.

    7Le celebrazioni del 1913

    erano certo emblematiche

    del nazionalismo uffi

    ciale,

    ma

    in un

    altro

    senso.

    La liberazione nazionale

    commemorata

    era

    in

    realt

    non la

    fondazione della Repubblica di Batavia nel 1795,

    ma

    la restaura

    zione della Casa di

    Orange da

    parte dei vittoriosi eserciti della Santa Alleanza;

    per

    di pi, nel 1830 met della nazione liberata presto

    si

    separ

    per

    formare il

    Regno del Belgio. Ma l'interpretazione di liberazione nazionale era senza dub

    bio quella che Suwardi aveva assimilato nelle scuole coloniali.

    8Marxism

    and

    the National Question, p. 41.

    123

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    30/60

    I

    : :

    nesi, abitanti di isole che dist ano centinaia di miglia verso Est. Tutta

    via, nel corso di questo secolo

    hanno imparato

    a considerare gli

    ambonesi come fratelli indonesiani, e i malesi come stranieri.

    Niente ha contribuito a questo stato di cose pi delle scuole

    che il regime di Batavia

    ha

    aperto in numero sempre maggiore

    dopo

    la met del secolo. Per capire in che modo, si deve pensare che, in

    totale contrasto con le tradizionali scuole indigene,

    che

    erano di

    solito istituzioni locali e personali (anche se, nella tradizione musul

    mana,

    si

    manifestava un certo spostamento di studenti tra un rino

    mato maestro-ulama e un altro), le scuole governative costituivano

    una gerarchia colossale, razionalizzata e centralizzata, strutturalmen

    te isomorfa alla burocrazia statale stessa. Libri di testo unici, diplo

    mi e certificati d insegnamento standard, una precisa graduazione

    dei gruppi per et, delle classi e dei materiali educativi, formarono

    un universo di vita coerente e autonomo

    1

    . Non

    meno importante

    fu la gerarchia geografica. Vennero aperte scuole elementari stan

    dardizzate nei villaggi e nelle cittadine della colonia; scuole medie e

    secondarie nelle citt pi grandi delle province, mentre 1 educazione

    universitaria (1 apice di quest a piramide) era confinat a alla capitale

    coloniale di Batavia e alla citt di Bandung, costruita dagli olandesi

    100 miglia a sudovest sui gelidi altipiani di Priangan. Cos il sistema

    scolastico coloniale del 900 fece nascere pellegrinaggi paralleli agli

    antichi viaggi dei funzionari. La Roma di questi pellegrinaggi era

    Batavia;

    non

    Singapore,

    non

    Manila,

    non

    Rangun, nemmeno le anti

    che capitali dei re giavanesi, Jogjakarta e Surakarta

    Da ogni luogo

    della vasta colonia, ma mai dall esterno, i pellegrini cominciavano la

    loro ascesa sociale incontrando compagni pellegrini provenienti nel

    la scuola elementare da diversi, e forse

    un tempo

    ostili, villaggi; nella

    scuola media da diversi gruppi etnolinguistici; e da ogni parte del

    regno nelle universit della capitale

    12

    E sapevano che da ovunque

    fossero venuti, avevano tutti letto gli stessi libri e calcolato le stesse

    addizioni. Sapevano anche, se arrivavano a tanto, e la maggior parte

    non lo faceva, che Roma era Batavia, e che tut ti i loro viaggi avevano

    un senso solo in relazione alla capitale: era essa a spiegare perch

    IOL idea di

    uno

    studente troppo vecchio per stare in una classe X o Y,

    inimmaginabile in una scuola tradizionale musulmana, era

    un

    inconsapevole

    assioma delle scuole coloniali occidentali.

    llIn definitiva i vertici erano L Aja, Amsterdam e Leida; ma si contava sulle

    dita di una mano chi poteva aspirare a studiare in questi luoghi.

    12Poich laiche,

    le

    scuole del 900 erano solitamente miste, con una grande

    maggioranza di ragazzi, e, in quanto tali, erano piuttosto frequenti amori, e perfi

    no matrimoni, nati tra i banchi di scuola, che andavano contr o ogni tradizione.

    126

    noi siamo qui insieme. In altre parole, la loro esperienza

    comune e la competit ivit cameratesca nelle classi, davano alle map

    pe coloniali che studiavano (colorate sempre in tinte diverse dalla

    Malesia britannica o dalle Filippine americane) una specifica realt

    territoriale immaginata, ogni giorno confermata dagli accenti e dalle

    fisionomie dei compagni di classe

    3

    Ma cos erano tutti loro? Gli olandesi, sull argomento, erano

    molto

    chiari:

    qualsiasi

    madrelingua

    parlassero

    erano

    irri-

    mediabilmente inlanders una definizione che, come i nativi inglesi

    e gli

    indignes

    francesi, portava con s un involontario e paradossale

    carico semantico. In questa colonia, come in qualsiasi altra colonia,

    significava

    che

    gli individui cui ci si riferiva

    erano

    inferiori e

    appartenevano a

    quei

    luoghi

    (come gli olandesi, che essendo

    nativi dell Olanda, le appartenevano). Definendo i nativi come

    inlanders

    gli olandesi sottolineavano non solo la propria superiorit,

    ma anche il proprio non appartenere a quei luoghi. l termine implica

    va anche che, nella loro comune inferiorit, gli inlanders erano tutti

    equamente

    disprezzabili, a prescindere dal gruppo etnolinguistico o

    dalla classe di appartenenza. Tuttavia anche questa miserabile parit

    di condizione aveva un suo perimetro definito, in quanto spesso era

    no gli stessi inlanders a chiedersi nativi di cosa? Se gli olandesi par

    lavano a volte degli

    inlanders

    come di una categoria mondiale, 1 espe

    rienza dimostrava che questa teoria era in realt piuttosto difficile da

    sostenere nella pratica. Gli inlanders erano limitati all interno dei con

    fini colorati della colonia, a ll esterno eran o nativi, indignes e

    indios.

    Inoltre,

    la

    terminologia ufficiale delle colonie includeva la

    categoria dei

    vreemde oosterlingen

    (stranieri orientali), dal fesso suo

    no di una moneta falsa - come

    se

    fossero nativi stranieri. Questi

    stranieri orientali, soprattutto cinesi, arabi e giapponesi, anche se

    vivevano nella colonia, godevano di u na condizione giuridico-politica

    superiore a quella dei nativi del luogo. La debole Olanda, per di

    pi, era talment e intimorita dalla forza economica e militare degli oli

    garchi Meiji, da nominare, dal 1899, i giapponesi delle colonie euro

    pei onorari. Da tutto ci, per una sorta di sedimentazione, gli

    in-

    landers

    da cui erano d unqu e esclusi i bianchi, gli olandesi, i cinesi, gli

    arabi, i giapponesi, i nativi, gli indignes e gli indios divennero una

    categoria sempre pi specifica; finch, come larva uscita dal bozzolo,

    essa si trasform nella farfalla chiamata Indonesia.

    13Fino a 60 anni, Sukarno non videmail.Irian occidentale per cui pure lott

    cos duramente. Qui, come nelle mappe delle scuole, possiamo vedere la fantasia

    farsi realt. Cfr. Noli ed l Periquillo

    ~ a r n i e n t o

    127

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    31/60

    1 1

    .

    f

    I

    i

    ;

    tra altri volgari. Se i radicali del Mozambico parlano portoghese,

    significa che questa lingua

    il

    medium con cui il Mozambico viene

    immaginato e al tempo stesso si delimita rispetto a Tanzania e Zam

    bia). Da questo

    punto

    di vista l'uso del portoghese in Mozambico

    o

    dell'inglese in India) non poi cos diverso dall'uso dell'inglese in

    Australia o del portoghese in Brasile. La lingua non uno strumen

    to di esclusine; chiunque, in linea di principio,

    pu

    imparare qual

    siasi lingua. E

    al

    contrario fondamentalmente inclusivo, limitato sol

    tanto dalla peculiare fatalit di Babele: nessuno pu vivere abba

    stanza a lungo da imparare tutte le lingue. La lingua stampata ci

    che crea il nazionalismo,

    non una

    particolare lingua di

    per

    s

    39

    .

    L'unico

    punto

    interrogativo rimasto, circa l'uso del portoghese in

    Mozambico o dell'inglese in India, se il sistema amministrativo e

    quello scolastico, in particolare

    il

    secondo, possano portare a una

    sufficiente diffusione del bilinguismo. Trent'anni fa, quasi nessun

    indonesiano parlava bahasa Indonesia come

    propria

    madrelingua;

    ognuno aveva la propri a lingua etnica, e solo alcuni, in particolare

    i membri del movimento nazionalista, erano in grado di parlare

    anche

    Bahasa Indonesia/Dienstmaleisch. Oggi l indonesiano

    la

    madrelingua di milioni di giovani indonesiani, tutti con diverse ori

    gini etnolinguistiche.

    Non ancora certo se tra trent'anni avremo una generazione

    di abitanti del Mozambico che parlino esclusivamente portoghese

    mozambicano, ma che questo

    awenga non

    , a fine '900,

    una

    con

    dizione indispensabile perch vi sia un sentimento di solidariet

    nazionale. n primo luogo, i progressi tecnologici nelle comuni

    cazioni, soprattutto radio e

    tv,

    offrono alla stampa alleati impensabi

    li

    un secolo

    fa.

    La trasmissione in lingue diverse pu evocare l'idea

    39La

    testimonianza di Marr sullo sviluppo delle lingue nell'Indocina orientale

    decisamente interessante. Egli

    fa

    notare che gi intorno al 1910 la maggior

    parte dei vietnamiti istruiti consideravano

    il

    cinese o

    il

    francese dei modelli di

    comunicazione superiore . Vietnamese

    Tradition, p. 137). Dopo

    l

    1920,

    comunque, e in parte a causa della spinta dello stato verso l'uso dell'alfabeto

    fonetico quoc ngu le cose cambiarono rapidamente. Per allora era cresciuta la

    convinzione che

    il

    vietnamita parlato fosse un componente importante, e forse

    essenziale

    sic]

    dell'identit nazionale. Perfino intellettuali pi a loro agio con il

    francese che con la loro madrelingua cominciarono

    ad

    apprezzare il significato

    del fatto che almeno 1'85 dei loro connazionali parlava la stessa lingua (p.

    138). Erano ormai ben consci del ruolo svolto dall'alfabetizzazione di massa nel

    favorire

    gli

    stati-nazione

    d Europa

    e Giappone.

    Eppure

    Marr sottolinea che

    per

    un lungo periodo

    non vi fu

    una chiara correlazione tra scelta di lingua e rivendi

    cazioni politiche: Sostenere

    la

    madrelingua vietnamita

    non

    era patriottico, n

    promuovere il francese era considerato collaborazionista. (p. 150).

    138

    di una comunit immaginaria anche tra analfabeti e tra popolazioni

    con madrelingue differenti. (C' una similitudine con la rappresen

    tazione del Cristianesimo medioevale tramite immagini sacre e lette

    rati bilingui).

    n

    secondo luogo, i nazionalismi del '900 hanno, come

    ho

    pi volte ripetuto,

    un

    carattere profondamente modulare. Posso

    no rifarsi a pi di un secolo e mezzo di esperienza e a tre modelli

    diversi di nazionalismo. I leader nazionalisti possono organizzare i

    sistemi scolastici civili e militari su quelli dell'ufficial-nazionalismo;

    possono modellare le elezioni, le organizzazioni dei partiti e le cele

    brazioni culturali su quelle del nazionalismo popolare dell'Europa

    dell'800; possono infine sfruttare l'idea del repubblicanesimo nata

    nelle Americhe. L'idea stessa di nazione ormai fermamente ra

    dicata in tutte le lingue scritte ed virtualmente inseparabile dalla

    coscienza politica.

    n

    un

    mondo

    in cui lo stato nazionale rappresenta la norma

    imperante, tutto ci fa pensare che le nazioni possano oggi essere

    immaginate senza una comunanza linguistica, non nell'ingenuo spi

    rito di nosotros los Americanos ma nella generale consapevolezza di

    quel che la storia ha dimostrato essere possibile

    40

    .

    Sembra appro

    priato, in tale contesto, concludere questo capitolo tornando

    all'Europa e

    prendendo

    in considerazione brevemente quelle nazio

    ni la cui diversit linguistica stata spesso usata come uno strumen

    to

    per

    colpire le teorie del nazionalismo basate sulla lingua.

    Nel

    1891, in occasione del seicentesimo anniversario della

    Confederazione di Schwyz, Obwalden e Nidwalden, lo stato svizze

    ro decret

    che

    il 1291 era la data

    di

    fondazione

    della

    Svizzera

    41

    .

    Tale decisione, che aveva aspettato 600 anni prima di

    essere presa, presenta aspetti divergenti e gi da sola suggerisce che

    la modernit, pi che l'antichit, caratterizza

    il

    nazionalismo svizze

    ro. Hughes arriva ad affermare che le festivit del 1891 segnano la

    nascita di questo nazionalismo,

    commentando

    che nella

    prima

    met dell'800

    ..

    , la questione della nazionalit venne sentita molto

    poco dalla classe borghese colta:

    Mme

    de

    Stad

    (1766-1817), Fuseli

    (1741-1825), Angelica Kauffmann (1741-1807), Sismondi (1773-

    40Ho

    scritto possono perch esiste ovviamente una miriade di casi in cui

    tale possibilit stata,

    ed

    , rifiutata. In tali casi, ad esempio

    il

    Vecchio Pakistan,

    la spiegazione

    non

    sta nel pluralismo etno-culturale,

    bens

    nell'impossibilit

    d'intrap rendere pellegrinaggi.

    41CImIsToPHER HUGHES,

    Switzerland

    p. 107. Questa eccellente opera,

    per

    cui

    Seton-Watson esprime la sua giusta ammirazione, alla base della trattazione che

    segue.

    139

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    32/60

    l l i

    i l l i

    i l

    1842), Benjamin Constant (1767-1830), sono tutti svizzeri?42 Se la

    risposta implicita no, ci

    dipende

    dal fatto che,

    nell Europa

    attorno alla Svizzera, la prim a met dell'800 vide la nascita di movi

    menti nazionalisti in cui le classi borghesi colte (filologi capitali

    sti) giocarono un ruolo decisivo. Perch allora

    il

    nazionalismo

    si

    dif

    fuse cos tardi in Svizzera, e quali conseguenze

    ebbe

    questo ritardo

    per

    la sua forma finale

    Si

    pensi in particolare all' odierna moltepli

    cit di lingue nazionali svizzere)?

    Alcune delle risposte

    si

    trovano nella giovinezza dello stato

    sviz-

    zero, la cui storia, come Hughes osserva seccamente, difficile da

    tracciare prima del 1813-15, senza l'aiuto di qualche menzogna43.

    Hughes

    ci

    ricorda che la prima vera cittadinanza svizzera - con

    l'introduzione del suffragio diretto (maschile) e la fine dei dazi inter

    ni e delle aree doganali -

    fu

    un tragua rdo che la Repubblica Elvetica

    raggiunse forzatamente grazie all'occupazione francese del 1798. Solo

    nel

    1803

    lo stato incluse un significativo numero di abitanti di lingua

    italiana, con l'acquisizione del Ticino. Solo nel 1815 ottenne le popo

    lose zone di lingua francese di Valais, Ginevra e Neuchatel

    da una

    vendicativa Santa Alleanza anti-francese, in cambio della neutralit e

    di una costituzione altamente conservatrice. In effetti, l'odierna Sviz-

    zera poliglotta un prodotto del primo '800

    5

    .

    Un secondo fattore

    fu

    l'arretratezza del paese che, combinata

    con una topografia proibitiva e con la mancanza di risorse, imped

    l'assorbimento da parte di vicini ben pi potenti. Oggi pu essere

    difficile ricordare che fino alla seconda guerra mondia le la Svizzera

    era una nazione povera, con un tenore di vita pari a circa la met di

    quello inglese, e soprattutto una nazione profondamente rurale. Nel

    1850, solo il 6 della popolazione viveva in aree vagamente urba

    nizzate, e nel 1920 la percentuale era salita solo

    al

    27,6%46.

    Per

    tut-

    42Ibidem

    p.

    218.

    Le date sono interpolate d a me.

    43

    Ibid.

    ,

    p. 85.

    440ltre a Aargau, St. Gallen e Grisons. Quest'ultimo

    di particolare interes

    se, perch oggi l'ultimo luogo in cui sopravvive il romancio, la pi svizzera del

    le lingue parlate nel paese, status che ottenne peraltro solo nel 1937

    Ibid.

    pp.

    59 e 85.

    45Possiamo notare en passant che Madame de Stael fece appena a tempo a

    ve-

    derla prima di morire. La sua famiglia, come quella dei Sismondi, veniva da Gi

    nevra, fino

    al 1815

    uno staterello indipendente

    al

    di fuori della Svizzera.

    Non

    stupisce

    dunque

    che la nazionalit svizzera si avvolgesse molto leggera sulle loro

    spalle.

    46Ibid. pp. 173 e

    274.

    Qualsiasi ceto medio colto ottocentesco doveva

    per

    forza essere davvero piccolo.

    14

    to 1'800, quindi, la maggior parte della popolazione era costituita

    da

    un blocco contadino statico (eccetto la secolare esportazione di gio

    vani coraggiosi come mercenari e guardie papaline). L'arretratezza

    della nazione

    non

    era semplicemente economica,

    ma

    anche cultura

    le e politica. La Vecchia Svizzera, l'area cio che rest immutata

    tra

    il

    1515 e il 1803 , e i cui abitanti parlavano vari dialetti germanici,

    era governata da

    una

    larga coalizione di oligarchie aristocratiche

    cantonali.

    il

    segreto della lunga durata della Confederazione fu la

    sua doppia natura. Contro i nemici esterni, essa produsse una suffi

    ciente

    unit

    di popolo.

    Contro

    le rivolte interne,

    una

    sufficiente

    unit delle oligarchie. Se i contadini si ribellavano, come in effetti

    fecero circa tre volte a secolo, le divergenze venivano messe da par

    te, e i governi degli altri cantoni offrivano la loro assistenza, median

    do spesso, ma non sempre, a favore dei loro consimili 0Iigarchi47.

    Tranne

    che per

    l'assenza di istituzioni monarchiche,

    il

    quadro

    simile a quello dei numerosi piccoli principati del Sacro Romano

    Impero, di cui il Liechtenstein, al confine orientale della Svizzera,

    solo l'ultima, curiosa reliquia

    s

    .

    Fa pensare

    il

    fatto che, ancora nel 1848, quasi

    due

    generazioni

    dopo

    la nascita dello stato svizzero, le antiche spaccature religiose

    fossero

    ben pi

    drammatiche di quelle linguistiche.

    In

    territori

    dichiaratamente cattolici, il protestantesimo era proibito e in quelli

    protestanti il cattolicesimo era illegale; e queste leggi venivano appli

    cate rigorosamente. (La lingua era questione di scelta personale e

    convenienza). Solo dopo il 1848, con le ripercussioni dei fermenti

    rivoluzionari che attraversarono tutta l Europa e con la diffusione

    generale di movimenti nazionali che prendevano ispirazione dalle

    diversit linguistiche, la lingua pre se

    il

    posto della religione, e

    il

    pae

    se

    fin suddiviso in inalterabili zone linguistiche. (La religione diven

    ne cos una questione di scelta personale)49.

    Infine, la persistenza - in

    un

    paese cos piccolo - di

    una

    gran

    variet di dialetti germanici, spesso reciprocamente in ntelligibili,

    suggerisce che in gran parte della societ contadina svizzera arrivas

    sero assai tardi il capitalismo-a-stampa e la

    moderna

    istruzione

    standardizzata. La

    Hochsprache

    (tedesco scritto)

    ha

    avuto, fino a

    poco tempo fa, la stessa funzione di lingua di stato dell'

    irarisch

    deut-

    sch

    e del dienstmaleisch. Inoltre Hughes fa notare che oggi i pi alti

    47Ibid.

    p.

    86.

    Corsivo mio.

    48L'assenza di monarchie caratterizzava anche la Lega anseatica, una coalizio

    ne politica aperta che sarebbe difficile definire uno stato o un a nazione.

    49Ibid. p. 274.

    141

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    r :

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    fi

    1

    li

    i

    funzionari sono tenuti a padroneggiare

    per

    il loro ufficio almeno

    due delle lingue federali, restando implicito che non

    ci si

    aspetta la

    stessa competenza dai loro subordinati. Una simile affermazione

    contenuta indirettamente nelle Direttive federali del 1950, in cui si

    sottolinea che gli svizzeri tedeschi

    istruiti

    sono certamente in grado

    di lavorare in francese, cos come gli svizzeri italiani

    istruiti5o.

    Ci

    troviamo di fronte, in effetti, a una situazione simile a quella del

    Mozambico; una classe politica bilingue posta al di sopra di una

    variet di

    popolazioni

    monolingue,

    con

    una

    sola differenza: la

    seconda lingua in questo caso quella di un potente vicino invece

    che di un dominatore coloniale.

    E per,

    di fronte al fatto che nel 1910 quasi il

    73

    della

    popolazione parlava come lingua madre il tedesco,

    il

    22

    il

    france

    se, il 4 l Ital iano e

    l'l

    il romancio (queste proporzioni sono

    mutate poco nei decenni successivi), stupisce forse che nella secon

    da met dell 800 (l epoca dell ufficial-nazionalismo) non

    si

    sia tenta

    ta una germanizzazione. Fino

    al

    1914, vi furono certamente forti

    sentimenti filo-tedeschi. I confini tra Germania e Svizzera tedesca

    giunsero a essere piuttosto vaghi. Gli scambi e gli investimenti, svi-

    1uppati sia da aristocratici, sia da professionisti, divennero sempre

    pi frequenti da ambo le parti. La Svizzera confinava per con altre

    due potenze europee, Francia e Italia, ed erano evidenti i rischi poli

    tici di una germanizzazione. La parit legale tra tedeschi, francesi e

    italiani era l altra faccia della medaglia della neutral it svizzera

    51

    .

    Tutto ci dimostra che il nazionalismo svizzero

    pu

    essere

    capito meglio se lo

    si

    considera all interno dell ultima ondata. Se

    Hughes ha ragione nel datare la sua nascita nel 1891, esso pi vec

    chio di poco pi di dieci anni dei nazionalismi birmano o indonesia

    no.

    In

    altre parole,

    il

    nazionalismo svizzero

    si

    svilupp in un perio

    do della storia mondiale in cui la nazione stava diventando la norma

    internazionale, e in cui era possibile modellare la nazion-it in modi

    ben pi complessi che in precedenza.

    Se

    la politica conservatrice e

    la struttura socio-economica arretrata della Svizzera rinviarono la

    nascita del nazionalism0

    52

    , il fatto che le sue istituzioni politiche

    premoderne furono non-dinastiche e non-monarchiche contribu a

    50Ibid.

    pp.

    59-60,

    Corsivo mio.

    51L aggiunta del romancio nel 1937 non riusc a mascherare il calcolo iniziale.

    52Anche la struttura sociale dell Ungheria era arretrata, ma l aristocrazia ma-

    giara viveva in

    un enorme

    impero dinastico multietnico, in cui il suo gruppo

    linguistico di riferimento era soltanto una minoranza, anche se importante. La

    piccola e repubblicana oligarchia aristocratica svizzera

    non

    venne mai minacciata

    allo stesso modo.

    142

    prevenire gli eccessi dell ufficial-nazionalismo

    (Si

    confronti questo

    con

    il

    caso del Siam, discusso nel capitolo 6). Infine, come nel caso

    dell Asia sud-orientale, 1 apparire del nazionalismo svizzero all alba

    della rivoluzione delle comunicazioni del 900 rese possibile e prati

    co rappresentare la comunit immaginata in modi che

    non

    ri

    chiedevano un uniformit linguistica.

    In

    conclusione,

    forse utile ribadire il tema principale di questo

    capitolo.

    L

    ultima ondata dei nazionalismi, la maggioranza dei

    quali

    si

    abbatt nei territori coloniali d Africa e d Asia, fu in origine

    una risposta ai nuovi modelli d imperialismo globale resi possibili

    dalle realizzazioni del capitalismo industriale. Come la mette Marx

    nel suo

    modo

    inimitabile, il bisogno di mercati in costante es

    pansione per i p ropri p rodotti perseguita la borghesia in ogni ango

    lo del mondo53.

    l

    capitalismo per contribu - se non altro grazie

    alla sua diffusione della stampa - a creare in tutta

    Europa

    nazionali

    smi popolari e basati sulla lingua; e questi, a diversi livelli, minarono

    gli antichi princpi dinastici e spinsero ad autonaturalizzarsi ogni

    dinastia in g rado di farlo. L ufficial-nazionalismo, punto di fusione

    dei nuovi princpi nazionali e degli antichi princpi dinastici (l impe

    ro

    britannico ,

    port a sua volta a quella che potrem o chiamare,

    per

    convenienza, russificazione nelle colonie extra-europee. Questa

    tendenza ideologica

    si

    fondeva bene con varie esigenze pratiche. Gli

    imperi del tardo 800 erano troppo grandi e estesi

    per

    essere gover

    nati da un piccolo gruppo di cittadini della madrepatria.

    Per

    di pi,

    in tandem col capitalismo, lo stato stava rapidamente moltiplicando

    le sue funzioni, sia nella madrepatria che nelle colonie. Queste for

    ze,

    combinate, generarono un sistema scolastico russificante, con

    cepito in parte

    per

    produrre gli organici inferiori delle burocrazie

    statali

    ed

    imprenditoriali. Questi sistemi scolastici, centralizzati e

    standardizzati, crearono nuovi pellegrinaggi che avevano le loro

    Rome nelle varie capitali coloniali, in quanto le nazioni nascoste nel

    cuore degli imperi non avrebbero permesso ulteriori avanzamenti di

    grado. Spesso, ma non sempre, paralleli a questi pellegrinaggi edu

    cativi, se ne percorrevano altri nella sfera amministrativa. L inter

    connessione tra pellegrinaggi educativi e amministrativi offriva la

    base territoriale

    per

    nuove comunit immaginate in cui i nativi

    potevano avere una visione di s come membri di una nazione.

    53MARX e ENGELS,

    l

    Manifesto del partito comunista, p.

    37.

    Chi se non Marx

    avrebbe definito questa classe che stava trasformando

    il mondo

    come perseguita-

    ta?

    143

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    34/60

    l

    Y fuera mas brillante, mas fresca, mas florida,

    T ambin

    por

    ti la diera, la diera por tu

    bien

    12. Entonces

    nada

    importa me pongas en olvido:

    Tu

    atmosfera, tu espacio, tus valles cuzar;

    Vibrante y limpia nota ser par tu oido;

    Aroma, luz, colores, rumor, canto, gemido,

    Constante repitiendo la esencia

    de

    mi

    fe

    13. Mi Patria idolatrada, dolor de mis dolores,

    Querida

    Filipinas, oye el

    postrer

    adios.

    Ahi, te dejo todo: mis padres, mis amores.

    Voy

    donde

    mo hay esclavos, verdugos ni opresores;

    Donde

    la fe

    no

    mata,

    donde

    el

    que

    reine es Dios.

    14.

    Adios,

    padres

    y hermanos, trozos

    de

    alma mia,

    Amigos

    de

    la infancia, en el

    perdido

    hogar;

    Dad gracias, que descanso del fatigoso dia;

    Adios, dulce extranjera, mi amiga, mi alegrla;

    Adios, queridos sres. Morir es descansar

    3

    .

    3Ecco

    la

    traduzione:

    1 Addio, Patria adorata, regione dal sole amata,

    Perla del mar d'Oriente, nostro eden perduto

    Darti voglio, allegro,

    la

    triste vana vita;

    Fosse pi brillante, pi fresca, pi ricca,

    Ancora te la darei,

    la

    darei per l tuo bene

    12 Non importa dunque che tu mi metta nell'oblio:

    se

    posso attraversare il tuo spazio, le tue valli, la tua aria;

    Essere una nota vibrante e pura da te udita;

    Essere aroma, luce, colori, rumore, canto e gemito;

    Sempre ripetendo l'essenza della

    mia

    fede.

    13

    Mia Patria idolatrata, dolore dei miei dolori,

    Amate Filippine, ascolta l'estremo saluto.

    Ti lascio tutto: i miei padri, i miei amori.

    Vado dove non

    ci

    sono schiavi n aguzzini n oppressori,

    Dove

    la

    fede non uccide, dove a regnare Dio.

    14 Addio, padri e fratelli, parti dell'anima mia,

    Amici dell'infanzia, nel perso focolare;

    Grazie, ch requie trovo al mio viver faticoso;

    Addio, dolce straniera, mia amica, mia allegria;

    Addio, esseri amati. Morire riposare.

    Jaime

    C

    de Veyra,

    l

    Ultimo Adi6s

    e

    Rizal: estudio critico-expositivo, pp.

    89-90 e 101-2.

    146

    Si

    noti che non solo la nazionalit dei tiranni non viene menzio

    nata,

    ma

    1'appassionato patriottismo di Rizal viene espresso nella

    loro stessa lingua

    4

    Possiamo scoprire qualcosa sulla natura di quest'amore poli

    tico dal modo in cui le lingue stesse descrivono l propri o oggetto:

    sia dai vocaboli riferiti alla parentela

    motherland, Vaterland,

    patria),

    che da quelli riferiti alla terra natale heimat, o tanah air, terra e aria,

    la frase con cui gli indonesiani chiamano l proprio arcipelago nata

    le). Entrambe le espressioni denotano qualcosa a cui

    si

    natural

    mente legati. Come gi detto, in tutto ci che naturale c' sem

    pre qualcosa che trascende la nostra facolt di scegliere. Cos, la

    nazionalit risulta sempre legata al colore della pelle, al sesso, alle

    parentele e

    al

    periodo della nascita, tutte cose, cio, che

    non

    dipen

    dono da noi. In questi legami naturali s'intravede quella che pu

    essere definita la bellezza della Gemeinschaft. In altre parole, pro

    prio perch non possono essere scelti, questi legami suscitano attor

    no

    a s un alone di disinteresse.

    Mentre vero che negli ultimi due decenni molto stato scrit

    to sulla famiglia come articolata struttura di potere, questa visione

    per del tutto estranea alla stragrande maggioranza dell'umanit. Al

    contrario, la famiglia tradizionalmente concepita come

    l

    regno

    dell'amore disinteressato e della solidariet. Allo stesso modo, lad

    dove gli storici, i diplomatici, i politici e i sociologi sono perfetta

    mente a loro agio con l'idea di interesse nazionale, per la maggior

    parte

    della gente comune di qualsiasi classe sociale l'aspetto fon

    damentale della nazione che

    non

    suscita interessi. Proprio

    per

    questa ragione, pu pretendere sacrifici.

    Come abbiamo gi fatto notare, le grandi guerre di questo

    secolo sono straordinarie non tanto perch hanno permesso

    all'uomo di uccidere su una scala senza precedenti, quanto per

    l

    colossale numero di individui pronti a sacrificare le proprie vite.

    Non forse vero che il numero degli uccisi ha superato di gran lun

    ga quello degli uccisori? Quest'idea di ultimo sacrificio

    pu

    deri

    vare soltanto

    da un idea

    di purezza, attraverso il

    concetto

    di

    destino

    Morire

    per

    la propria patria, che di solito

    non

    abbiamo scelto,

    assume

    un

    valore decisamente maggiore che morire

    per l

    Partito

    laburista, per 1'Associazione medica americana o persino

    per

    Am-

    4Venne comunque tradotto rapidamente in tagalog dal grande rivoluzionario

    filippino Andrs Bonifacio. La sua versione viene presentata in ibid., pp. 107-

    109.

    147

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    35/60

    i;:

    f

    l

    I

    l

    li

    l

    iL

    l

    l

    I

    nesty international, perch queste sono associazioni cui ci

    si pu

    iscrivere o che si possono abbandonare a proprio piacimento. Mori

    re

    per

    la rivoluzione, inoltre, acquista maggior valore se

    visto come

    un atto essenzialmente puro.

    Se

    la gente avesse immaginato

    il

    pro

    letariato puramente come un gruppo alla frenetica ricerca di frigori

    feri, di vacanze o di potere, Cluanti, inclusi i proletari, a vrebbero

    desiderato morire

    per

    esso?5) E ironico che, nella misura in cui le

    interpretazioni marxiste della storia sono sentite (pi che capite)

    come rappresentazioni di un ineluttabile determinismo, esse acqui

    stino un aura di disinteresse e di purezza.

    A questo punto, di nuovo,

    utile guardare alla lingua.

    Una

    delle prime cose che risultano evidenti,

    la primordialit delle lin

    gue anche di quelle conosciute come moderne. Nessuno pu stabi

    lire la data di nascita di una lingua.

    Si

    stagliano tutte su

    un

    passato

    senza orizzonti. (Poich l homo

    sapiens

    anche homo dicens,

    difficilmente immaginabile

    un

    origine della lingua pi recente di

    quella della specie). Nelle societ contemporanee, pi di ogni altra

    cosa, le lingue sembrano

    dunque

    affondare le proprie radici. Allo

    stesso tempo, niente

    ci

    lega affettivamente alla morte pi della lin

    gua. Se un italiano sente l espressione Terra alla terra, ceneri alle

    ceneri, polvere alla polvere, prova una spettrale sensazione di

    simultaneit attraverso

    un

    tempo vuoto e omogeneo.

    li

    peso di que

    ste parole deriva

    non

    solo dal loro solenne significato, ma anche da

    una specie di italianit ancestrale.

    In secondo luogo, esiste un particolare genere di comunit

    contemporanea che

    pu

    essere suggerita solo dalla lingua, soprat

    tutto nella forma di poesie e canzoni. Prendete, ad esempio, gli inni

    nazionali cantati nelle festivit nazionali. Non importa quanto banali

    siano le parole e mediocre la musica, in queste canzoni si prova

    sempre

    una sensazione di simultaneit. Nello

    stesso

    identico

    momento, individui completamente estranei

    tra

    loro uniscono le

    stesse parole alla stessa melodia. L immagine: totale consonanza.

    Cantare

    la

    Marsigliese, Waltzing Matilda o Indonesia Raya offre

    un

    occasione di consonanza, di

    una

    realizzazione fisica echeggiata

    della

    comunit

    immaginata (cos

    come

    avviene nell ascoltare, e

    magari ripetere a bassa voce, la lettura di

    una

    poesia cerimoniale,

    come ad esempio brani del Libro della Preghiera Comune . Come

    5Questa formulazione non significa necessariamente che i movimenti ri

    voluzionari non perseguano obiettivi materiali. Tali obiettivi sono per visti non

    come beni materiali da ammassare, ma come condizioni necessarie per

    il

    bonheur

    generale di Rousseau.

    148

    sembra altruista questa consonanza l Se

    pure

    siamo consapevoli che

    altri stanno cantando queste canzoni esattamente quando e come le

    cantiamo noi,

    non

    abbiamo per idea di chi essi siano, n dove, fuo

    ri portata d orecchio, essi si trovino. Niente ci connette pi tranne il

    suono immaginato.

    Ma a questi cori

    ci si pu

    associare nel tempo. Se io sono let

    tone, mia figlia potrebbe essere australiana.

    li

    figlio di un immigrante

    italiano a N ew York, trover antenat i tra i Padri Pellegrini. Se

    la

    nazionalit ha intorno a

    s

    un aura di fatalit,

    comunque una fata

    lit immersa nella storia. Esemplare in questo senso 1 editto con cui

    J

    os de San Martin battezzava gli indios di lingua quechua come

    peruviani, un atto che rivela affinit con

    una

    conversione religiosa,

    in quanto mostra che il concetto di nazione

    basato sulla lingua, non

    sul sangue, e che chiunque

    pu

    essere invitato nella comunit

    immaginata. Di conseguenza, anche le nazioni di vedute pi strette,

    accettano oggi

    il

    principio della

    naturalizzazione

    (parola meraviglio

    sal), a prescindere da quanto difficile sia poi a metterlo in pratica.

    Vista sia come una fatalit

    storica

    che come

    una

    comunit im

    maginata attraverso la lingua, la nazione si presenta simultaneamen

    te aperta e chiusa. Questo paradosso

    bene illustrato dai diversi rit

    mi dei seguenti brani che trattano della morte di

    J hn

    Moore nella

    battaglia della

    Coruna

    6

    :

    1.

    Not

    a drum was heard, not a funerai note,

    As his corse to the rampart we hurried;

    Not a soidier discharged his farewell shot

    O

    er the grave where

    our

    hero we buried.

    2.

    We

    buried him darkIy at dead

    of

    night,

    The sods with

    our

    bayonets turning;

    By the struggling moonbeams misty Iight,

    And the Iantern dimIy burning

    3. No useless coffin enclosed his breast,

    Not

    in sheet or in shroud we

    wound

    him;

    But he Iay Iike a warrior taking his rest,

    With his martiai cloak around him ..

    5. We

    thought,

    as

    we hollowed his narrow bed,

    And smoothed down his Ionely pillow,

    That

    the foe

    and

    the stranger would tread

    o

    er his head

    And we far away on the billow ..

    6The Burial of Sir John Moore, in The Poems

    0/

    Charles Wolfe, pp. 1-2.

    149

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    I

    I

    I

    l

    I

    I

    1

    8. Slowly

    and sadly

    we laid him down.

    From

    the field

    of his

    fame

    fresh and

    gory;

    We

    carved

    not aline, and

    we

    raised not

    astone -

    But

    we

    left

    him alone

    with

    his glory "

    Queste poche righe celebrano una memoria eroica con una bellezza

    inseparabile dalla lingua inglese; u na bellezza impossibile

    da

    tradur

    re e che

    pu

    essere apprezzata solo

    da

    chi in grado di parlare e

    leggere correttamente l'inglese. Eppure sia Moore, sia l'autore del

    suo elogio

    funebre erano

    irlandesi. E

    non c

    ragione

    per

    cui i

    discendenti francesi o spagnoli dei nemici di Moore

    non

    possano

    apprezzare appieno la risonanza del poema: l'inglese, come ogni

    altra lingua, sempre aperto a ricevere

    nuovi

    individui

    che

    lo

    vogliano parlare, ascoltare o leggere.

    Anche

    se

    ogni lingua assimilabile,

    per

    padroneggiarla

    una

    persona deve investire una porzione di vita; ogni nuova conquista

    si

    soppesa contro 1'abbreviarsi dei giorni. A limitare l'accesso alle lin

    gue' non la loro imperviet, ma la nostra mortalit,

    ed questa la

    causa di un certa privacy di ogni lingua.

    Per

    anni gli imperialisti

    francesi e americani hanno governato, sfruttato e ucciso i vietnamiti.

    [1. Non

    un tamburo

    si ud, n

    una nota funebre

    mentre

    la sua spoglia al

    bastione

    affrettavamo;

    n

    un

    soldato

    scaric la sua salve d addio

    sulla tomba dove il nostro eroe seppellimmo.

    2.

    All'oscuro lo

    interrammo

    al

    morire

    della notte,

    le zolle

    con

    le nostre baionette rivoltando

    nel vago lucore dei raggi di luna

    e l ardere fioco della lanterna.

    3.

    Nessuna

    vana bara circond il suo petto

    n

    lo rinchiudemmo in lenzuola o sudario.

    Ma giace, nel riposo del guerriero,

    avvolto nel suo

    manto

    marziale ..

    5. Pensavamo, scavando il suo stretto giaciglio,

    e lisciando

    il

    suo solitario guanciale,

    che

    sopra

    la sua testa

    il

    nemico, lo straniero

    avrebbe

    camminato

    e noi lontanissimi sui flutti ..

    8. Piano, con mestizia lo calammo gi

    dal

    campo

    del suo onore cos fresco e cruento;

    non incidemmo

    una

    riga, non erigemmo

    una

    lapide

    ma solo lo lasciammo con la sua gloria

    Per

    restare fedeli allo

    spirito

    di questa pagina di

    Anderson,

    non avremmo

    dovuto

    tradurre questi versi,

    come

    il

    lettore

    capir dalle righe seguenti. Ma per

    comodit... Nota del curatore]

    150

    Qualsiasi altra cosa si siano portati via, la lingua vietnamita rima

    sta. Di qui, fin troppo spesso, una rabbia per l' imperscrutabilit

    vietnamita, e quella disperazione oscura che genera

    il

    gergo veleno

    so tipico dei colonialismi morenti: muso giallo, raton

    ,

    e cos

    via

    7

    (Alla lunga, le uniche risposte alla grande privacy delle lingue

    degli oppressi sono

    una

    ritirata o ancora un massacro).

    Questi epiteti sono, nella loro forma interna, tipicamente raz

    zisti, e decifrare questa forma servir a mostrare perch Nairn sba

    glia quando afferma che razzismo e antisemitismo derivano dal

    nazionalismo e, quindi, che analizzato con sufficiente profondit, il

    fascismo ci

    pu

    dire di pi intorno al nazionalismo di qualsiasi altro

    fenomeno storico8. Un'espressione come occhi a mandorla, ad

    esempio, non esprime

    una

    semplice ostilit politica; riducendo

    l'avversario alla sua fisionomia biologica, mira a sradicare il senti

    mento nazionale

    9

    Cancella, sostituendolo, la parola vietnamita,

    cos come raton cancella, sostituendolo, algerino. Contempora

    neamente, getta vietnamita nello stesso calderone senza nome in

    cui sono stati buttati coreano, cinese, filippino, e cos

    via. l

    carattere di un tale vocabolario

    pu

    diventare ancora pi evidente

    se paragonato ad altri termini in uso nel periodo della guerra del

    Vietnam, come Charlie e V.C., o ad altri, meno recenti, come

    Crucchi, Huns, Japs (per i giapponesi) e Mangiarane (per

    i francesi), ciascuno applicato a

    un

    specifica nazionalit, e che

    quindi, nonostante l'odio, riconosce all' avversario

    il

    suo appartenere

    a una societ di nazioni10.

    l

    fatto che

    il

    nazionalismo pensa

    in

    termini di destini storici,

    mentre

    l razzismo

    sogna di

    contaminazioni

    eterne, trasmesse

    dall' alba dei temp i attraverso una sequenza senza fine di copulazio

    ni ripugnanti: fuori dalla storia. I negri saranno, per

    il

    loro sangue,

    n

    ragionamento

    il seguente: 1.

    lo

    sar morto

    prima

    di averli capiti. 2.

    nmio

    potere tale

    che loro

    hanno

    dovuto imparare

    la mia lingua. 3. Questo significa

    per

    che la mia privacy stata violata. Chiamarli musi gialli

    una

    piccola ven

    detta.

    The Break-up ofBrita in pp. 337 e 347.

    9Notate che non esiste un

    contrario

    di occhi a mandorla. Occhi

    tondi?

    Dritti? Ovali?

    IONon solo, in realt, in un era precedente. Eppure aleggia

    un certo

    odore di

    robivecchi in queste parole di Debray: Non posso concepire nessuna speranza

    per un Europa

    tranne

    che sotto l'egemonia di

    una

    Francia rivoluzionaria, alzan

    do

    con

    decisione la

    bandiera dell indipendenza.

    A volte mi

    chiedo

    se tutta la

    mitologia anti-crucchi e

    il nostro

    secolare antagonismo con la

    Germania non

    saranno un

    giorno indispensabili

    per

    salvare la rivoluzione, o persino la

    nostra

    tradizione nazional-democratica. Marxism

    and

    the National Question. p. 41.

    151

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    J

    ,

    sempre e solo negri; gli ebrei, figli di Abramo, sempre e solo ebrei, a

    prescindere dal loro passaporto o dalla lingua che leggono o scrivo

    no. (Cos, per i nazisti, l ebreo tedesco era sempre un impostore

    .

    I sogni del razzismo hanno origine in ideologie di

    classe,

    pi

    che in quelle di nazione; soprattutto nei proclami di divinit da parte

    dei governanti,

    per

    il loro sangue blu o bianco e di genealogia

    tra le aristocrazie

    12

    . Non sorprende che il padre putativo del moder

    no

    razzismo

    sia

    non un nazionalista piccolo-borghese, bens Joseph

    Arthur, conte di Gobineau

    13

    . N

    che, nel complesso, razzismo e anti

    semitismo si manifestino

    non tra

    i diversi confini nazionali,

    ma

    all'interno di essi. In altre parole, non sono giustificazioni per guerre

    tra stati, ma

    per la repressione interna e il dominio autoritario

    14

    .

    Fuori dall'Europa, nell'800, l dove

    si

    svilupp maggiormente,

    il razzismo fu sempre associato

    al

    dominio europeo, e per due motivi

    principali. T primo, e il pi importante, fu la nascita degli ufficial-na

    zionalismi e dei processi di russificazione coloniale. Come gi

    sottolineato, l'ufficial-nazionalismo rappresenta in genere la risposta

    di monarchie e gruppi aristocratici minacciati (le classi sociali

    pi

    alte) al nazionalismo popola re di lingua volgare. T razzismo coloniale

    era un elemento fondamentale di quel concetto di impero che cer

    cava di saldare la legittimit dinastica e la comuni t nazionale. Ci riu

    sc generalizzando un principio di superiorit innata

    ed

    ereditata, su

    cui la propria esistenza era (anche

    se

    in modo non esattamente soli-

    l Il vero significato dell'apparire del sionismo e della nascita d'Israele che

    il

    primo segna il reimmaginare un antica comunit religiosa come una nazione

    tra le nazioni,

    mentre l

    seconda veicola

    una

    trasformazione alchemica da erra

    bondo

    credente

    a patriot a locale.

    12Da parte

    dell aristocrazia terriera vennero concetti quali

    un innata su

    periorit della classe dirigente e

    una

    certa sensitivit agli status, tratti importanti

    fino

    al

    ventesimo secolo.

    Nutriti da

    nuove fonti, questi concetti

    poterono

    poi

    essere volgarizzati e proposti

    ai

    tedeschi come dottrine di superiorit razziale.

    BARRINGTON MOORE,]r. ,

    Social Origins ofDictatorship and Democracy, p. 436.

    13Le

    date della vita di Gobineau sono perfette. Nasce nel 1816, due anni dopo

    la restaurazione dei

    Borboni al trono

    francese.

    La

    sua carriera diplomatica, 1848-

    1877, fiorisce sotto

    il

    Secondo

    Impero

    di Luigi

    Napoleone

    e

    il

    regime reazionario

    monarchico di Marie

    Edm

    Patrice Maurice,

    conte

    di MacMahon, gi proconso

    le imperialista ad Algeri. Il

    suo Essai sur l ingalit des races humaines

    viene

    pubblicato nel 1854

    (c

    forse bisogno di dire che fu in risposta alle insurrezioni

    popolari volgar-nazionaliste del 1848?).

    14Il

    razzismo sudafricano, negli anni di Vorster e Botha, non ha mai impedito

    relazioni amichevoli (sempre piuttosto discrete, comunque) con importanti

    uomini politici neri di alcuni stati

    indipendenti

    africani.

    Anche

    se in Russia gli

    ebrei subivano discriminazioni,

    questo non imped

    a Breznev e a Kissinger di

    avere

    rapporti

    lavorativi rispettabili.

    152

    do) basata, sulla vastit dei domini oltremare, suggerendo nascosta

    mente (o anche pi apertamente) l'idea che se, a esempio, i

    lord

    inglesi erano superiori agli altri inglesi, questi ultimi erano comunque

    superiori ai nativi soggiogati. Si tentati addirittura di affermare che

    l'esistenza degli ultimi imperi coloniali sia anche servita a sostenere i

    bastioni dell' aristocrazia europea, rappresentando su un piano globa

    le e moderno antiche concezioni del potere e del privilegio.

    Lo pot fare, e qui arriviamo alla seconda ragione, perch

    l'impero coloniale, con il suo apparato burocratico in rapida espan

    sione e la sua politica russificante, permetteva di giocare

    ai

    nobili

    a un gran numero di medi e piccoli borghesi in trasferta, cio ovun

    que nell'impero tranne che in patria. In

    qualsiasi colonia

    si pu

    tro

    vare questo tragico e divertente tableau vivant: il gentiluomo bor

    ghese che parla di poesia su uno sfondo di residenze spaziose e giar

    dini pieni di mimosa e bougainvillea, e una variopinta compagnia di

    maggiordomi, cameriere, giardinieri, cuochi, domestiche, tate,

    lavandaie, e soprattutto, cavalli

    15

    .

    Anche chi

    non

    riusciva a condur

    re questo stile di vita, come ad esempio i giovani scapoli, veniva

    comunque considerato come

    un

    nobile francese alla vigilia di una

    jacquerie

    In Moulmein, nella bassa Birmania [questa oscura cittadina meri-

    ta una

    spiegazione

    per

    i

    lettori del vecchio continente],

    io

    ero

    odiato da un vasto numero di

    persone;

    l unica volta

    in vita

    mia

    che

    sono stato

    cos

    importante per giustificare una

    cosa simile.

    Ero uno

    degli ufficiali

    di polizia della citt.

    Questa

    descrizione in

    uno

    stile

    che potremmo

    definire gotico

    tropicale, era resa possibile dall'immenso potere che il capitalismo

    aveva dato alle metropoli; un potere talmente grande da poter rima

    nere dietro le quinte. Niente illustra cos' capitalismo in diligenza

    feudal-aristocratica

    quanto l importanza

    delle milizie coloniali,

    notoriamente distinte da quelle della madrepatria, a volte persino in

    termini formali e istituzionali

    17

    .

    In Europa

    c'era dunque il primo

    esercito, reclutato con la coscrizione di massa di cittadini nazio-

    15per

    una

    splendida collezione

    di

    fotografie di questi tableaux vivants nelle

    Indie Olandesi (e

    per

    un testo elegantemente ironico), vedi E. Breton

    de

    Nijs,

    Tempo Doeloe.

    16GEORGE ORWELL,

    Shooting an Elephant, in The Orw ell Reader, p. 3. Le

    parole tra parentesi sono ovviamente mie.

    17Lo

    Knil (Koninklijk Nederlandsch-Indisch Leger) era decisamente distinto

    dallo Kl (Koninklijk Leger) in Olanda. Alla Legione straniera fu quasi da subito

    proibito per

    legge di

    operare

    nella Francia continentale.

    153

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    11

    I

    ,;

    nali; concepito ideologicamente come

    il

    difensore della patria; con

    l uniforme di un pratico e funzionale kaki; dotato delle armi miglio

    ri; in tempo di pace isolato in caserme e in guerra disposto in trincee

    o

    schierato dietro pesanti cannoni. Fuori dall'Europa c'era

    il

    secondo esercito, reclutato (a parte gli ufficiali) tra minoranze

    religiose

    o etniche

    locali

    su base mercenaria; concepito

    ideologicamente come una forza di polizia interna; in alta uniforme

    sia nelle stanze da letto sia nelle sale da ballo; armato con spade o

    armi ormai obsolete. Se lo staff militare prussiano, senza dubbio il

    pi ammirato in Europa, metteva 1 accento sull anonima solidariet

    di un corpo di professionisti, sulla balistica, sulle ferrovie, sul livello

    dell ingegneria e della pianificazione strategica, 1 esercito coloniale

    teneva in considerazione sop rattutto la gloria, i gradi, l eroismo per

    sonale, il gioco del polo e un arcaica cortesia tra i suoi ufficiali (e

    poteva permetterselo proprio perch

    il

    primo esercito e la marina

    vigilavano dietro le quinte). Questa mentalit sopravvisse

    per

    lungo

    tempo. Nel Tonchino del 1894, Lyautey scrisse

    18

    :

    Quel

    dommage de n'tre pas venu ici dix

    ans

    plus

    tt

    Quelles

    carrires

    y fonder

    et

    y

    mener.

    Il n'y a pas ici

    un

    de ces petits

    lieutenants,

    chefs de poste

    et

    de

    reconnaissance, qui

    ne

    dvelop-

    pe en

    six mois

    plus

    d'initiative, de

    volont,

    d'endurance,

    de per-

    sonnalit, qu'un

    officier

    de

    France en toute sa carrire* .

    Nel Tonchino del 1951, Jean de Lattre de Tassigny, che amava gli

    ufficiali che combinavano il coraggio con lo stile, prese in immedia

    ta simpatia 1 ardito cavalleggero il colonnello de Castries) con la sua

    cappa e la sua sciarpa Spahi di colore rosso intenso, il suo magnifico

    frustino e

    la

    sua combinazione di stile alla mano e aspetto

    ducale,

    che lo resero irresistibile

    per

    le donne nell Indocina degli anni 50

    come lo era stato per le parigine degli anni 3019.

    18Lettres du Tonkin et de Madagascar

    (1894-1899), p. 84. Lettera

    del

    22

    dicembre 1894, da Hanoi. Corsivo mio.

    *[ Che

    peccato non

    essere

    venuto

    qui

    dieci anni

    prima

    Quali carriere

    intraprendervi e percorrere. Non c uno di questi tenentini, a capo di avamposti

    e postazioni che

    non

    sviluppi in sei mesi pi iniziativa, pi volont, pi tenacia,

    pi

    personalit

    di quanto faccia un ufficiale

    di

    Francia in tutta la sua carriera.

    Nota del curatore]

    l ~ B E R N A R ]

    B. FALL, Hell

    is

    a Verv Small Place The Siege ofDien Bien Phu,

    p.

    56.

    facile immaginarsi lo spirit o -

    di

    Clausewitz rabbrividire. (Spahi, derivato

    come Sepoi

    dall'ottomano

    Sipahi, significa cavaliere irregolare mercenario del

    'secondo esercito in Algeria). vero che la Francia di Lyautey e di de

    Lattre

    era

    una Francia repubblicana. Comunque, la Grande

    Muette

    era stata sin dall inizio

    della terza repubblica un asilo per gli aristocratici sempre pi esclusi da tutte le

    154

    Un altro interessante indizio della derivazione aristocratica, o pseu

    do-aristocratica, del razzismo coloniale

    la tipica solidariet

    tra

    bianchi,

    che legava

    dominatori

    coloniali di diverse nazioni a

    prescindere dai loro conflitti e dalle loro rivalit interne. Questa soli

    dariet, con

    il

    suo curioso carattere transnazionale, ci riporta imme

    diatamente alla memoria la solidariet di classe delle aristocrazie eu

    ropee dell 800, nata tra padiglioni di caccia, bagni termali e saloni da

    ballo; oppure

    ci

    ricorda

    il

    senso di fratellanza tra ufficiali e gentil

    uomini che trova un espressione moderna , da

    XX

    secolo, nella con

    venzione di Ginevra che garantisce agli ufficiali nemici catturati un

    trattamento privilegiato, diverso da quello dei partigiani o dei civili.

    L argomento finora adombrato pu anche essere visto dal lato

    delle popolazioni coloniali, in quanto, a prescindere dalle afferma

    zioni di alcuni ideologi,

    incredibile quanto

    poco

    quella curiosa

    entit conosciuta come razzismo inverso

    si

    sia manifestata nei

    movimenti anticoloniali.

    n

    questa materia

    abbastanza facile venire

    ingannati dalla lingua. Basti pensare, ad esempio, alla parola giava

    nese

    londo,

    usata

    per

    indicare

    non

    solo gli olandesi, dal cui nome

    peraltro deriva,

    ma

    i bianchi in generale. La derivazione stessa,

    d altra parte, mostra che per i contad ini giavanesi, che difficilmente

    incontravano bianchi

    non

    olandesi, i

    due

    significati coincidevano.

    Similmente, nei territori coloniali francesi,

    les blancs

    indicava quei

    dominatori il cui essere francesi era in distinguibile dall essere

    bianchi. n nessuno dei due casi, che io sappia, le parole londo o

    blanc

    hanno

    mai perso il loro valore originale,

    n hanno

    mai

    assunto significati seconda ri den igratori

    20.

    altre importanti istituzioni della vita pubblica. Nel 1898, pi di un quarto di tutti