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I Bisogni Educativi Speciali - BES Ragusa, 3 dicembre 2014 Egle Istituto di Psicologia e Psicoterapia A cura del Prof. Giovanni Belluardo Docente di Psicologia clinica e sociale - Università di Catania Con la collaborazione di Sabina Granata e Alberta Notti

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I Bisogni Educativi Speciali - BES Ragusa, 3 dicembre 2014

Egle – Istituto di Psicologia e Psicoterapia

A cura del Prof. Giovanni Belluardo

Docente di Psicologia clinica e sociale - Università di Catania

Con la collaborazione di

Sabina Granata e Alberta Notti

Secondo incontro

• Caso clinico

• Aspetti emotivo-relazionali

• Stesura del PDP

• Dalla cultura della disabilità alla cultura dei BES: un ponte scuola – famiglia

Come intervenire con i BES

Genitori Scuola

Alunno

BES

Progetto di intervento L’intervento deve essere a 360 gradi:

• Incontri con lo specialista Di riabilitazione e sostegno emotivo • Incontri familiari In cui sostenere una dinamica emotiva e relazionale

positiva • Percorso mirato a scuola Stesura del Piano Didattico Personalizzato E’ indispensabile una collaborazione attiva tra tutti gli

attori coinvolti in questo processo

• Se questi tre piani non si incontrano e non collaborano armoniosamente, l’intervento perde la sua efficacia, e può diventare controproducente (es. pensate a un bambino a cui viene insegnata una regola importante durante l’intervento specialistico che poi può tranquillamente trasgredirla a casa e/o a scuola)

• Viceversa, una strategia portata avanti con coerenza da tutti gli adulti coinvolti, ha un effetto potentissimo (es. imparare a utilizzare le mappe concettuali con l’operatore, crearne una a casa con la mamma e ripeterla poi alla mastra nell’interrogazione, porta il bambino a un maggior rendimento e a una maggiore autoefficacia)

Non solo compiti…

• In tutti i contesti, grande attenzione va dedicata alla qualità delle relazioni e al benessere emotivo del bambino: avere rapporti empatici, sentirsi compresi e valorizzati, ricevere sostegno nei momenti di ansia o tristezza sono le basi necessarie a ciascun bambino per sentirsi sereno e affrontare quindi l’impegnativo compito di apprendere

I dati della ricerca

• L’anno scorso sono stati valutati 473 alunni delle classi terze della scuola primaria dei territori di Modica e Catania

• Emerge come gli alunni con BES abbiano delle difficoltà trasversali che non vanno oltre agli apprendimenti scolastici: difficoltà a livello emotivo e relazionale, e difficoltà nell’elaborazione del tempo

Gli alunni con BES, rispetto agli alunni senza problematiche:

• hanno difficoltà di socializzazione nel gruppo classe (vengono scelti molto raramente al test del sociogramma)

• alle difficoltà di apprendimento associano spesso forme di disagio emotivo (in particolare aspetti ansiosi e depressivi)

• mostrano un profilo “globale” inferiore, anche in quelle variabili che non sono specifiche del disturbo

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Profili per ciascun BES

Nello specifico, sono stati confrontati alunni con FIL, con DSA e con ADHD

• Gli alunni con FIL sono la categoria con maggiori difficoltà: hanno punteggi più bassi nei test di apprendimento (lettura, scrittura e matematica), mostrano maggiori difficoltà sociali e un’elevata tendenza alla somatizzazione

• Gli alunni con ADHD mostrano maggiori difficoltà di ordine emotivo: in particolare depressione e ansia

• Gli alunni con DSA mostrano, ovviamente, difficoltà negli apprendimenti ma, anche se presentano sintomi depressivi, sono la categoria con maggiori abilità sociali.

cfr. grafico seguente

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Profili per disturbo

11 * I punteggi ai test sono espressi con valori standardizzati

Prestazioni degli alunni con BES al TP

Rispetto agli alunni senza BES:

– hanno tempi di reazione superiori (sono più lenti nel rispondere a uno stimolo target)

– si dimostrano più accelerati e imprecisi nella riproduzione di intervalli da 400 ms (non riescono a riprodurre correttamente un ritmo, ma hanno la tendenza a “correre”)

– hanno soglie più elevate nella discriminazione di intervalli: non riescono a percepire la differenza tra due intervalli di tempo di durata simile tra loro

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Difficoltà emotive

Spesso gli studenti con DSA provano ansia rispetto alle prestazioni scolastiche (a volte così intensa da diventare fobia scolastica), tristezza e rabbia generate dalla frustrazione rispetto alle richieste scolastiche e dalla mancata corrispondenza alle aspettative proprie, familiari e degli insegnanti.

I frequenti insuccessi scolastici possono causare un abbassamento del

livello di autostima (giudizio circa il proprio valore) e del senso di efficacia (giudizio sulle capacità personali).

Tali fallimenti possono condurre all’IMPOTENZA APPRESA, un

atteggiamento rinunciatario e passivo, caratterizzato dalla marcata tendenza ad attribuire a cause interne, stabili e non controllabili (di solito la mancanza di capacità) i propri fallimenti. Questa convinzione porta a dubitare dell’efficacia del proprio impegno e, quindi, a non ricercare il modo migliore per affrontare i compiti, rinunciando di fronte alle prime difficoltà o evitando le situazioni di apprendimento.

Un altro aspetto può avere gravi conseguenze sul piano psicologico: il mancato riconoscimento del disturbo.

Se le difficoltà di apprendimento dello studente con DSA vengono attribuite non a un disturbo, ma a pigrizia, scarso impegno o scarsa intelligenza, queste etichette possono portare a reazioni di demotivazione, depressione, timore del giudizio degli altri, oppositività…

Ogni bambino è speciale e per questo ha bisogni educativi specifici

Da questi dati emerge che le difficoltà degli alunni in classe

sono specifiche e diverse tra loro: ogni alunno è unico e per ciascuno l’insegnante dovrebbe utilizzare strategie didattiche mirate

Tutti mi dicono che sono lento, ma

non riesco a capire perché non dicono agli altri che sono veloci…

Molte persone di successo erano dislessiche, ma questo non gli ha impedito di realizzare i propri sogni….

• Albert Einstein I suoi insegnanti hanno detto di lui: “mentalmente lento, poco socievole e alla deriva nei suoi sogni sciocchi”

L’intervento sui BES a scuola

Dopo aver valutato che un soggetto manifesta dei BES (sulla base della documentazione clinica dell’alunno e sull’osservazione in classe), è necessario intervenire.

Il primo passaggio è la stesura di un PDP – Piano didattico personalizzato “che ha lo scopo di definire, monitorare e documentare – secondo un’elaborazione collegiale, corresponsabile e partecipata - le strategie di intervento più idonee e i criteri di valutazione degli apprendimenti.”

La didattica individualizzata e personalizzata resta

comunque all’interno delle indicazioni curricolari nazionali

Il PDP

Differenza tra PDP e PEI PEI = piano di studi per gli alunni con certificazione di

Handicap; può prevedere una programmazione per obiettivi minimi che segue il percorso della classe o una programmazione differenziata; in quest’ultimo caso il titolo di studio non ha valore legale, ma è un attestato delle competenze

PDP = piano che garantisce l'utilizzo degli strumenti

dispensativi e compensativi, oltre ad una serie di modalità didattiche e di valutazione, senza variare gli obiettivi; il titolo di studio è legalmente valido

Chi lo compila

Il PDP deve essere: • proposto e redatto dal Consiglio di classe

• firmato dal Dirigente scolastico (o da un delegato), dai docenti e dalla famiglia

• nel caso in cui sia necessario trattare dati sensibili per finalità istituzionali, è necessaria l’apposita autorizzazione da parte della famiglia

(Circolare Ministeriale, pag.2)

Quando si compila

• All’inizio di ogni anno scolastico (entro i primi due mesi) per gli studenti già segnalati

• Su richiesta della famiglia, che consegna alla scuola una valutazione (in qualsiasi periodo dell’anno)

• Sulla base di considerazioni pedagogiche e didattiche del Consiglio di classe che lo reputa necessario, anche se non è presente certificazione clinica o diagnosi

• In attesa di certificazione (es. per i DSA), al fine di non rimandare eccessivamente la personalizzazione dell’intervento (Circolare Ministeriale, pag.2-3)

Monitoraggio e aggiornamento

• Il PDP deve essere verificato due o più volte l’anno a cura del Consiglio di Classe (per es. in sede di scrutini)

• Considerando il percorso evolutivo dell’alunno e il carattere transitorio di alcuni BES, possono essere apportate modifiche nelle diverse aree del PDP

• Il PDP e i suoi aggiornamenti devono sempre essere condivisi con la famiglia

Prima stesura

1. Dati anagrafici dell’alunno

2. Tipologia del disturbo

3. Attività didattica individualizzate e personalizzate

4. Strumenti compensativi utilizzati

5. Misure dispensative adottate

6. Forme di verifica e valutazione personalizzate

Strumenti compensativi

Legge 170/2010 “Nuove norme in materia di disturbi specifici di apprendimento in ambito scolastico”, art.5 e Linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA, Miur, 12/07/2011, pag.7

• Sono strumenti didattici e tecnologici che sostituiscono o facilitano la prestazione richiesta nell’abilità deficitaria, sollevando lo studente da una prestazione resa difficoltosa dal disturbo, senza peraltro facilitargli il compito dal punto di vista cognitivo.

• Obiettivo è il raggiungimento della maggior autonomia possibile nello svolgimento delle attività didattiche e nello studio

Esempi di strumenti compensativi

• la tabella dell’alfabeto

• la sintesi vocale (PC con scanner), che trasforma un compito di lettura in un compito di ascolto

• i dizionari digitali (PC) • la lettura svolta da un’altra persona • il registratore • i programmi di video scrittura (PC con stampante) con

correttore ortografico • gli audiolibri o i libri digitali

• la tavola pitagorica

• la calcolatrice

• la linea dei numeri

• tabelle delle misure e delle formule geometriche

• formulari e mappe procedurali

Misure dispensative

• Sono interventi che consentono all’alunno di NON svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose e che non migliorano l’apprendimento

• Es. non leggere ad alta voce • Le misure dispensative NON riducono gli obiettivi di

apprendimento previsti Differenza tra dispensa ed esonero: Per la lingua straniera la dispensa dalle prove scritte NON

compromette la validità del titolo di studio (si sostituisce con un esame orale), mentre l’esonero dalla lingua straniera fa perdere la validità del titolo di studio

Esempi di misure dispensative

• Dispensare dalla lettura ad alta voce in classe • Dispensare dalla copiatura dalla lavagna e/o dal prendere appunti • Dispensare dai dettati • Ridurre i compiti per casa • Dare tempi più lunghi per lo svolgimento delle attività • Dispensare dalla memorizzazione di materiale (tabelline, poesie…) • Evitare le verifiche scritte in tutte le materie tradizionalmente orali • Ridurre nelle verifiche scritte il numero degli esercizi, senza

modificare gli obiettivi • Dispensare dall’utilizzo contemporaneo dei quattro caratteri

(stampatello maiuscolo, stampatello minuscolo, corsivo minuscolo, corsivo maiuscolo)

Condivisione con la classe

In presenza di misure compensative e dispensative è fondamentale che gli insegnanti condividano con i compagni di classe le ragioni dell’applicazione di questi strumenti (Attenzione: è necessario avere il consenso della famiglia)

Questo passaggio è delicato e importante: – Il bambino con BES non deve sentirsi discriminato o inferiore agli

altri

– I compagni non devono viverlo come un ingiusto favoritismo

Esempio: Se un bambino non ci vede bene, è giusto che

indossi gli occhiali? E’ colpa sua se non ci vede bene? No! anche se si

impegnasse moltissimo, non riuscirebbe a vedere bene senza occhiali

Allora tutti i compagni dovrebbero indossare gli occhiali a scuola per essere tutti uguali?

La Normativa sui BES rappresenta una grande risorsa per alunni, famiglie e scuole

Ma ci sono pregiudizi e difficoltà che impediscono di sfruttarla:

in particolare i genitori temono l’etichettamento e la discriminazione dei propri figli

Come creare un ponte?

Attività di gruppo

Grazie dell’attenzione

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