I 30 anni della Gazzetta

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Inserto gratuito al numero odierno della Gazzetta di Modena Direttore responsabile: Antonio Ramenghi - Stampa: Citem Mantova GAZZETTA DI MODENA NUOVA 1 9 8 1 - 2 0 1 1 30 Anniversario ° UN OCCHIO AL PASSATO PROGETTANDO IL FUTURO Inserto a cura di: Rossella Sant’Unione, Saverio Cioce, Stefano Luppi Inserto a cura di: Rossella Sant’Unione, Saverio Cioce, Stefano Luppi Inserto a cura di: Rossella Sant’Unione, Saverio Cioce, Stefano Luppi Anniversario 30 ° 1981 - 2011 di Antonio Ramenghi Tocca me, ultimo arrivato, saluta- re i nostri lettori e con loro brindare a questo compleanno importante del- la Gazzetta di Modena. Trent’anni per un giornale sono po- chi e tanti insieme. Sono comunque l’età della maturità piena, quella do- ve si può e si deve dare il meglio. E al- lora, da ultimo arrivato, vi dico cari lettori che qui c’è un gruppo di bra- vissimi professionisti impegnati a da- re il meglio. Alcuni sono qui sin dal primo giorno, quel 24 marzo del 1981, quando le rotative stamparono il pri- mo numero. La Gazzetta da allora è molto cam- biata, nei contenuti e nella grafica, migliorando i propri servizi e da ulti- mo avviando, come è stato con l’edi- zione per le edicole, un intensissimo rapporto con la nostra provincia nel- la versione sul web, www.gazzettadi- modena.it. Il nostro sito è cresciuto rapidamente e lì i nostri lettori posso- no interagire con la redazione e con gli altri lettori. In questo modo dan- do vita a una comunità che insieme vuole conoscersi, discutere, confron- tarsi sul presente e sul futuro delle nostre città. Nel primo numero di trent’anni fa l’allora direttore titolava il saluto ai lettori “Senza padrini e senza padro- ni”. Per la Gazzetta è così anche og- gi. Siamo senza padrini e senza pa- droni. Abbiamo un editore che ha fatto grande il nostro gruppo editoriale e che ci lascia liberi, pienamente libe- ri, di fare il nostro lavoro di giornali- sti. E questo è per noi un grande van- taggio, raro nel panorama della stam- pa nazionale, ma insieme anche una grande responsabilità. Al “senza padrini e senza padroni” io vorrei aggiungere anche un “sen- za nemici e senza amici”. Nel bene e nel male (che speriamo sia poco) sia- mo mossi solo dalla voglia di far be- ne il nostro mestiere che è quello di dar conto con onestà intellettuale di quel che succede, di quel che vedia- mo, di quel che andiamo a cercare per informare chi non ha tempo e modo di farlo. Cercando soprattutto di dar voce e spazio a chi non ce l’ha, o fatica ad averlo, rappresentando come meglio possiamo la realtà modenese nelle sue tante luci e anche nelle sue om- bre. E continueremo ad essere la vo- ce libera di questa comunità. Ripercorrere brevemente con voi i nostri primi trent’anni è un modo per ricordare insieme il cammino fat- to, le gioie e i dolori provati, ma so- prattutto la crescita della nostra co- munità che ha fatto passi importanti sia sul piano culturale e sociale che su quello economico. La vostra Gazzetta nel corso di que- sto 2011 realizzerà anche un impor- tante rinnovamento che marcherà una leadership informativa nella no- stra provincia utilizzando tutti gli strumenti che la tecnologia oggi ci consente per informarvi. Mi fermo qui, cari lettori, lascian- dovi allo sfoglio di queste pagine spe- ciali, con gli interventi dei direttori che in questi trent’anni mi hanno preceduto (Candido Bonvicini, Um- berto Marchesini, Carlo Accorsi, Pier Vittorio Marvasi, Antonio Ma- scolo e Claudio Salvaneschi), con i sa- luti dei nostri rappresentanti istitu- zionali, con la riproposta di uno sti- molante articolo che Edmondo Ber- selli scrisse su queste colonne il 10 gennaio 1987 e che trovo ancora at- tuale, come molti dei suoi scritti per la Gazzetta. Cari lettori, ci avete voluto bene per trent’anni e so che continuerete a volercene. Grazie. E sappiate che siete ricambiati da tutta la redazio- ne, dai tipografi, dagli amici della concessionaria Manzoni. Un ultimo, speciale saluto lo voglio riservare, anche a nome vostro, agli edicolanti modenesi che svolgono per noi e per voi un lavoro importan- te, prezioso e sappiamo quanto fatico- so. Un grazie anche a loro. ALL’INTERNO 24 marzo 1981 In edicola debutta la Nuova Gazzetta È un martedì mattina il primo giorno della Nuova Gazzetta di Modena che torna in edicola il 24 marzo dell’81. 6 settembre 2007 Il mondo piange Luciano Pavarotti 12 maggio 2002 Il Modena di Amadei torna in serie A

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Inserto gratuito al numero odierno della Gazzetta di ModenaDirettore responsabile: Antonio Ramenghi - Stampa: Citem Mantova

GAZZETTA DI MODENANUOVA

1981 - 2011

30Anniversario

°

UN OCCHIO AL PASSATOPROGETTANDO IL FUTURO

Inserto a cura di:

Rossella Sant’Unione, Saverio Cioce, Stefano Luppi

Inserto a cura di:

Rossella Sant’Unione, Saverio Cioce, Stefano Luppi

Inserto a cura di:

Rossella Sant’Unione, Saverio Cioce, Stefano Luppi

Anniversario

30°

1981 - 2011

di Antonio Ramenghi

Tocca me, ultimo arrivato, saluta-re i nostri lettori e con loro brindarea questo compleanno importante del-la Gazzetta di Modena.

Trent’anni per un giornale sono po-chi e tanti insieme. Sono comunquel’età della maturità piena, quella do-ve si può e si deve dare il meglio. E al-lora, da ultimo arrivato, vi dico carilettori che qui c’è un gruppo di bra-vissimi professionisti impegnati a da-re il meglio. Alcuni sono qui sin dalprimo giorno, quel 24 marzo del 1981,quando le rotative stamparono il pri-mo numero.

La Gazzetta da allora è molto cam-biata, nei contenuti e nella grafica,migliorando i propri servizi e da ulti-mo avviando, come è stato con l’edi-zione per le edicole, un intensissimorapporto con la nostra provincia nel-la versione sul web, www.gazzettadi-modena.it. Il nostro sito è cresciutorapidamente e lì i nostri lettori posso-no interagire con la redazione e congli altri lettori. In questo modo dan-do vita a una comunità che insiemevuole conoscersi, discutere, confron-tarsi sul presente e sul futuro dellenostre città.

Nel primo numero di trent’anni fal’allora direttore titolava il saluto ailettori “Senza padrini e senza padro-ni”. Per la Gazzetta è così anche og-gi. Siamo senza padrini e senza pa-droni.

Abbiamo un editore che ha fattogrande il nostro gruppo editoriale eche ci lascia liberi, pienamente libe-ri, di fare il nostro lavoro di giornali-sti. E questo è per noi un grande van-taggio, raro nel panorama della stam-pa nazionale, ma insieme anche unagrande responsabilità.

Al “senza padrini e senza padroni”io vorrei aggiungere anche un “sen-za nemici e senza amici”. Nel bene enel male (che speriamo sia poco) sia-mo mossi solo dalla voglia di far be-ne il nostro mestiere che è quello didar conto con onestà intellettuale diquel che succede, di quel che vedia-

mo, di quel che andiamo a cercareper informare chi non ha tempo emodo di farlo.

Cercando soprattutto di dar voce espazio a chi non ce l’ha, o fatica adaverlo, rappresentando come megliopossiamo la realtà modenese nellesue tante luci e anche nelle sue om-bre. E continueremo ad essere la vo-ce libera di questa comunità.

Ripercorrere brevemente con voi inostri primi trent’anni è un modoper ricordare insieme il cammino fat-to, le gioie e i dolori provati, ma so-prattutto la crescita della nostra co-munità che ha fatto passi importantisia sul piano culturale e sociale chesu quello economico.

La vostra Gazzetta nel corso di que-sto 2011 realizzerà anche un impor-tante rinnovamento che marcheràuna leadership informativa nella no-stra provincia utilizzando tutti glistrumenti che la tecnologia oggi ciconsente per informarvi.

Mi fermo qui, cari lettori, lascian-dovi allo sfoglio di queste pagine spe-ciali, con gli interventi dei direttoriche in questi trent’anni mi hannopreceduto (Candido Bonvicini, Um-berto Marchesini, Carlo Accorsi,Pier Vittorio Marvasi, Antonio Ma-scolo e Claudio Salvaneschi), con i sa-luti dei nostri rappresentanti istitu-zionali, con la riproposta di uno sti-molante articolo che Edmondo Ber-selli scrisse su queste colonne il 10gennaio 1987 e che trovo ancora at-tuale, come molti dei suoi scritti perla Gazzetta.

Cari lettori, ci avete voluto beneper trent’anni e so che continueretea volercene. Grazie. E sappiate chesiete ricambiati da tutta la redazio-ne, dai tipografi, dagli amici dellaconcessionaria Manzoni.

Un ultimo, speciale saluto lo voglioriservare, anche a nome vostro, agliedicolanti modenesi che svolgonoper noi e per voi un lavoro importan-te, prezioso e sappiamo quanto fatico-so. Un grazie anche a loro.

ALL’INTERNO

24 marzo 1981In edicola debuttala Nuova Gazzetta

È un martedì mattina il primogiorno della Nuova Gazzetta diModena che torna in edicola il24 marzo dell’81. 6 settembre 2007Il mondo piangeLuciano Pavarotti

12 maggio 2002Il Modena di Amadeitorna in serie A

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IIIGAZZETTA GIOVEDI’ 24 MARZO 2011I 30 ANNI DELLA GAZZETTA

l e a d e r n e i v a l o r i .

trac

ce.com

www.mo.cna.it

Ci si mette moltoper diventare giovani

{P. Picasso}

Paolo, imprenditore

L’avventura del ritorno in edicolaTre direttori in cinque anni e una redazione di giovanissimi

Nel microcosmo dei giornali la nascita diun nuovo quotidiano finisce sempre per assu-mere toni da epopea i cui contorni si distin-guono nelle storie personali, nei ricordi dichi resta e in quelli di chi torna, magari, peruna rimpatriata. Anche la Gazzetta di Mode-na non fa eccezione. Con tre direttori nei pri-mi cinque anni sta lì a dimostrare come laformula del consolidamento in edicola, delradicamento tra i lettori, non è mai un fatto

scontato. La capacità non solo di raccontarema anche di trovare notizie, approfondirle espiegarle, si mette insieme con tenacia.

Chiusa per problemi finanziari la vecchiatestata risorgimentale nei primi anni ’70, laMondadori sceglie di entrare nel settore dei‘locali’ nel 1981, dopo il positivo debutto neiquotidiani con la ‘Repubblica’ di EugenioScalfari, di cui è socia. L’esordio di un gigan-te editoriale, all’epoca ancora saldamente

nelle mani della famiglia del fondatore Arnol-do, è oculato. Attorno al nucleo della Gazzet-ta di Mantova vengono allestite le redazioniper le due testate gemelle dall’altra parte delPo, mettendo in comune la tele-trasmissionecon i primissimi computer, per mandare in ti-pografia testi già composti e a misura. Fu trai primi esperimenti editoriali di questo tipoin Italia. Il giornale mantovano portava in do-te un patrimonio consolidato di esperienze,

un blasone antico di tre secoli, la tipografiache fu ammodernata da cima a fondo con im-pianti nuovi di zecca. A Modena e Reggio tor-navano testate scomparse da meno di un de-cennio, con redazioni fatte da pochissimi pro-fessionisti e giovani che dovevano imparareil mestiere a bottega, scrivendo ogni giornodi tutto, cercando di capire senza giudicare.

Ecco come i primi tre direttori ricordanole esperienze di quegli anni.

Quei giorni di allegro furoreriportando ai lettori La GazzettaChe giorni di allegro furo-

re furono quelli di trent’annifa quando si decise di riporta-re la Gazzetta in edicola.

Una ventata di sana folliasembrava soffiasse non solosulle redazioni e sui giornali-sti ancorati alle abitudini de-cennali negli uffici delle tra-dizioni consolidate: il ritornodell’antico quotidiano che si-gnificato avrebbe avuto peruna platea di lettori un pò im-pigrita e su cui era scesa an-che l’abitudine agli appunta-menti con le televisioni?

La vecchia Gazzetta che ri-torna come un giovane Laz-zaro o un’icona riscoperta espolverata? Questo ed altrosi chiedevano gli ipoteticiduellanti: sarà più difficile laconcorrenza? Meglio punta-re sulla cronaca nera o suiretroscena della politica?

E come influirà l’ora dichiusura delle pagine? Sapre-mo interpretare gli umori diuna provincia sempre apertaalle innovazioni e coraggiosa-mente tesa alla conquista dinuovi traguardi? Noi doveva-mo e potevamo essere gli in-terpreti del nuovo, ma anchei custodi dei tanti patrimonidi questa provincia, viva e vi-tale come poche.

Tornavo a Modena dall’“esilio” bolognese, dalle pere-grinazioni in molte terre, econ l’orgoglio di tornare nel-la mia città come direttoredell’antico quotidiano. Volle-ro festeggiarmi in molti. Lu-ciano Pavarotti con una spa-ghettata casalinga: lui muo-veva il mestolo e canticchia-va davanti ai fornelli un’ariadella Boheme, Giuseppe Can-carini Ghisetti che stava neilibri di storia per aver guida-to la resa degli ottantamilatedeschi in Alta Italia, sodaledi mio padre Elio nel corsoAllievi Ufficiali e amico diEnzo Ferrari: «Il mio unico,vero amico» scrisse di lui ilDrake ne ‘Le mie gioie terri-bili’. Già, Enzo Ferrari che

mi volle a ce-na nella soli-ta trattoriadi Maranellodove avevauna stanzariservata eche mi ama-va perchèero stato ilcompagno dibanco di Di-no a VillaBraida e conlui avevo fat-to a mano il giornalino diclasse, il ‘Ficcanaso’.

E anche per questo il gran-de Enzo mi voleva bene.

Lui dialogava solennemen-te con Canestrini, Brera e glialtri mammasantissima delgiornalismo sportivo; a me ri-spondeva molto semplice-mente: «Sì, no, forse. Candi-do: però la vedo così...»

Ecco perchè tornai a Mode-na con il cuore e batticuore.

Riaprivo la Gazzetta doveera stato cronista anche miofratello Giancarlo, nome dibattaglia ‘Giancabò’. Avreiriscoperto gli incontri conMario Venturelli, il grandesolitario pittore che vivevaai Tre Olmi.

Quando diventai direttoredella Gazzetta commisi unpeccato di omissione al qua-le vorrei rimediare oggi.

Non citai il mio direttoreMarcello Morselli, il mio ca-pocronista Remo Lugli cheaveva vinto uno dei PremiViareggio con ‘Le formichesotto la fronte’, Augusto Mi-nucci saggio e coltissimo or-ganizzatore della Terza pagi-na che mi aiutò a leggereSteinbeck, Hemingway eFaulkner. I giornalisti spes-so sono immemori e ingrati.

Qualche volta, se possonorimediano. Come sto facendooggi. E per tutti, della mia re-dazione, saluto Daniela, pre-ziosa e impareggiabile segre-taria di redazione.

Candido Bonvicini

CandidoBonvicini

Ritmi frenetici per una sfidache era anche una vita magnifica

Quanto ho amato questa città che nellamia memoria è come un profumo preziosocomposto da ingredienti che vanno dal sapo-re di gioventù, alla tensione di una sfida perfar nascere il nuovo quotidiano cittadino, al-le corse affannose per riuscire a chiudere ilgiornale in tipografia con tutto, ma propriotutto quello che è accaduto in giornata, al pia-cere, a ogni ‘indomani mattina’, di sfogliareil giornale appena uscito confrontandolo conla concorrenza. E così ogni santo giorno delcalendario, salvo i sei in cui i quotidiani nonescono e, magari, qualcun altro di ferie (nontroppi - mi raccomando - per riposarsi) masempre con l’orecchio al telefono fissso: i cel-lulari erano di là da venire. A qualcuno parrà una vita infa-me, invece per me e per tutti i colleghi che partecipavano aquell’ avventura pareva una vita magnifica. Impossibile far-ne senza, come ora mi è impossibile non rimpiangerla. Per-chè a quella sfida, ingaggiata nei primi anni Settanta dallaMondadori di Mario Formenton, neoproprietaria della Gaz-zetta di Mantova, ero stato chiamato dal presidente della so-cietà editrice ‘Editoriale Le Gazzette’, Piero Ottone, da pocoex direttore del Corriere della Sera.

Da principio come inviato per i tre quotidiani, l’antica Gaz-zetta di Mantova, più i due giornali neonati, per volontà dellaMondadori, Gazzetta di Modena e Gazzetta di Reggio. In quel-la veste su indicazione di Ottone, feci una serie di lunghe in-terviste (nei settimanali popolari si chiamano ‘a cuore aper-to’) ai personaggi delle tre importanti città. Qualche nome:Luciano Pavarotti, Giuseppe Panini, Carlo Alberto Cornelia-ni, Romano Prodi, De Tomaso, Giacobazzi, Cremonini e tan-tissimi altri. Un modo, mi spiegava Ottone, per capire e in-serisi nel territorio in cui uscivano i nostri quotidiani.

Pochi mesi dopo sempre Piero Ottone, mi convocò per affi-darmi la direzione della Gazzetta di Modena che per quasidue anni mi fece vivere una delle più belle avventure dellamia vita. Insieme a colleghi coi quali ho condiviso le fatiche el’ebbrezza di un quotidiano in continua espansione.

Fu un periodo fortunato, fatto più di vittorie che di sconfit-te. La squadra funzionava a tal punto che si fece nascere an-che la testata Gazzetta di Carpi. Insomma, si filava con il ven-to in poppa per costrure le fondamenta di quello che altri di-rettori, insieme alla storica redazione, con qualche dipartitaverso nuovi lidi professionali e qualche arrivo, hanno poi fat-to diventare un importante edificio qual è l’attuale Gazzettadi Modena, il quotidiano di una città e di una provincia fra lepiù belle e sviluppate d’Italia. Dove si continua a eccellerenel lavoro, ma anche a sapersi godere i piaceri della vita,quelli della buona tavola in testa. E dove, mi si conceda un ri-cordo e un rimpianto molto personale, riposa, nella chiesadel convento francescano di Puianello, padre Raffaele da Me-stre che ho conosciuto da ragazzo a Salsomaggiore. A cui de-vo tantissimo. Anche questa mia professione.

L’avrete capito. Modena e la Gazzetta sono un pezzo impor-tante della mia vita. Lasciatemi finire qui perchè, e non mene vergogno, mi sono venuti i lucciconi agli occhi: lunga vitae altri trionfi mia amatissima e indimenticata Gazzetta.

Umberto Marchesini

UmbertoMarchesini

Amore per Modena e la sua gentee il rispetto per “i suoi ragazzi”Carlo Accorsi, terzo diretto-

re della Gazzetta dal 1983 al1985, è scomparso nel 1998.Qui di seguito pubblichiamoil ricordo della figlia France-sca, che vive e lavora a Man-tova e che nelle righe che se-guono traccia un ritratto af-fettuoso del padre.

«È difficile riuscire a tra-smettere a parole i ricordi, leemozioni e le sensazioni lega-ti a mio padre e al periodo incui egli lavorò alla Gazzettadi Modena. Sono ricordi diuna bimba, avevo dieci anniall’epoca, intrisi di quell’a-spetto fiabesco che sempreassumono i ricordi lontani.

Gli anni modenesi sono sta-ti indubbiamente uno dei mo-menti più felici della vita dimio padre, dal punto di vistaumano e professionale. Scel-ta difficile, quella di lasciarela famiglia, sia pure durantela settimana, e di trasferirsiin un’altra città. Scelta im-portante, di cui mio padrenon si è mai pentito e che hasempre ricordato con immen-sa soddisfazione.

Ricordo quanto ero fiera dilui - era il Direttore! - e quan-to ero emozionata ad andarea trovarlo in ufficio, nellavecchia sede di via Emiliaest 36. Ero fiera di vedere ilrispetto e la stima di cui go-deva tra i ‘suoi ragazzi’, misentivo importante anch’ioperchè ero sua figlia.

Mio padre ha amato Mode-na e la sua gente, e ne è di-ventato a pieno titolo un cit-tadino a tutti gli effetti. Vive-re ed amare la città era il suomodo per esser modenese,perchè solo facendo partedella città riteneva di poterlaraccontare. L’ha apprezzatatalmente tanto da trasmetter-mi lo stesso amore, al puntoche, dieci anni dopo, quandoho deciso di studiare Giuri-sprudenza, non ho avuto dub-bi su quale università sceglie-re. Sono tornata a Modena, a

vivere - iro-nia della sor-te - propriovicino allavecchia sededella Gazzet-ta. AmavaModena eamava rac-contarla, at-traverso laGazzetta,giorno dopogiorno. Ri-cordo anco-ra i sabati mattina di luglio,quando eravamo in vacanzanelle Marche, e lui dettava altelefono il fondo per l’edizio-ne della domenica, rigorosa-mente a braccio, senza averscritto nemmeno un appun-to. Mi piaceva il suo modo discrivere schietto, caustico,essenziale, mai retorico, pro-fondamente ironico.

Ricordo anche le sue arrab-biature, quando sfogliando ilgiornale trovava qualche re-fuso, o qualche inesattezza.Era un perfezionista, esigen-te con sè stesso quanto conchi lavorava al suo fianco.Amava profondamente il suolavoro, ed è stata per lui un-’immensa soddisfazione riu-scire a far decollare la Gaz-zetta e a renderla una testatacon una tiratura importante,rispettata ovunque. Era ungiornalista vecchio stile, loera nell’anima. Ancora oggil’amore per la scrittura, perl’uso corretto della lingua, ilpiacere di raccontare con leparole il mondo che mi cir-conda sono l’eredità profes-sionale che mi ha lasciato. Èscomparso da tanti, troppianni. Sul comodino ho anco-ra oggi una sua foto alla Gaz-zetta, seduto alla scrivaniacon l’immancabile sigarettain mano: sullo sfondo unaenorme foto aerea di Mode-na, con il Duomo e la Ghir-landina E un sorriso sullelabbra».

Francesca Accorsi

CarloAccorsi

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GAZZETTAIV GIOVEDI’ 24 MARZO 2011 I 30 ANNI DELLA GAZZETTA

«Il mondo e il mondo di Modena»Lo slogan del lancio sempre attuale per un’informazione attenta e vivace

Non si bagna il pennino nell’inchiostro del-la retorica se si dice che con la Gazzetta, dal1981, diventa quotidiano un nuovo modo diguardare alla propria città e alla provincia.

«Nel vostro giornale Sandrone e Woody Al-len» c’era scritto a lettere cubitali sui manife-sti che anticiparono il ritorno del giornale.Che cosa voleva dire? Che le notizie di casa equelle da Roma avevano la stessa dignità; an-zi, che il mondo e il mondo di Modena poteva-

no essere guardate con la stessa attenzione.E che la stessa meticolosità poteva e dovevaessere usata per i resoconti delle sedute delParlamento come per quelle del consiglio co-munale.

«Cambiano i confini geografici delle noti-zie che seguite, non la cura con cui le raccon-tate». Era questo uno dei punti cardine deldecalogo che veniva ripetuto come un’impe-rativo morale. Bisogna convenire che i pio-

nieri di questa informazione sono stati i gior-nali nati assieme e dopo la Gazzetta. Dagli an-ni Ottanta in poi è stato tutto un fiorire di ini-ziative editoriali sull’esempio di Modena-Reg-gio-Mantova: non più un secondo dorso, ungiornalino di serie B con cronache di piccolaimportanza, ma il coraggio di affrontare lequestioni irrisolte di casa propria con una fo-liazione molto ricca, anche 48 e 56 pagine.

Lo stesso formato, semitabloid a sei colon-

ne anzichè il ‘lenzuolo’ con nove colonne, te-stimoniava la voglia di praticità. In trent’an-ni la Gazzetta di Modena ha cambiato tre vol-te sede: via Emilia est 36, via Taglio 22 e viaRicci 56, per ospitare una redazione via viapiù numerosa. E il futuro? L’innovazione diprodotto, ormai in arrivo, con pagine comple-tamente a colori. Qui di seguito pubblichia-mo il diario di bordo dei direttori che si sonosucceduto dal 1986 al 2011.

Quando De Tomaso e Iacoccapensavano a nozze Fiat-ChryslerMa qui siamo in Polonia o

nella Silicon Valley? Era que-sta la domanda furbina checi si doveva aspettare da chisi trovava di passaggio a Mo-dena negli anni Ottanta.

Domanda di sicuro succes-so, almeno al caffè e nei salot-ti, se non proprio nelle boc-ciofile e all’ipercoop. Metten-do piede in quel fortunatotassello provinciale di un’Ita-lia altrove arrancante, eraimpossibile capire come quel-la società rigorosamente or-dinata potesse esprimere an-che, in una sorta di scenarioparallelo, una straordinariaconcentrazione di spiccatissi-me individualità, alcune dispessore nazionale, qualcu-na mondiale.

Se osservavi e raccontavidalla redazione di un giova-ne giornale locale gli accadi-menti di quell’intreccio socia-le senza eguali, potevi riceve-re la telefonata dell’Ingegne-re, quello che nell’universoautomobilistico era più im-portante della General Mo-tors. Era circa la metà deglianni Ottanta, una delle sueultime stagioni, quando En-zo Ferrari si sentì ingiusta-mente bersagliato da reso-conti e commenti; andò sututte le furie e alla conferen-za stampa invitò non più diuna dozzina di testate di tut-to il mondo, compresa ovvia-mente la Gazzetta di Modenanella persona del suo diretto-re di allora, che ero io. Di au-tomobilismo sportivo ero as-solutamente digiuno, e Ferra-ri lo sapeva. Però il suo sen-so delle istituzioni era taleda apparirgli inconcepibileche non fosse invitato ancheil direttore del giornale diModena.

Un altro grande dell’auto-mobile, Alejandro De Toma-so, che pure non era di origi-ni modenesi e nemmeno ita-liane, da Modena non volevaallontanarsi neanche a Fer-ragosto. Passando a fare due

chiacchierecon lui all’ho-tel Canal-grande cheera casa sua,poteva succe-dere di tro-varlo in com-pagnia delsuo grandeamico Lee Ia-cocca, che dafiglio di im-migrati dellaprovincia diBenevento aveva scalato laFord fino a diventarne presi-dente ed era poi passato a sal-vare la Chrysler. Se CesareRomiti e gli Agnelli avesserodato retta al progetto messoa punto da quei due sotto laGhirlandina, la Fiat, che an-che allora se le cavava per ilrotto della cuffia, non avreb-be dovuto aspettare altritrent’anni e Sergio Marchion-ne per fare la società conChrysler. Quel genio di Giu-seppe Panini dedicò per setteanni molto del suo tempo al-la Camera di Commercio, dicui aveva accettato la presi-denza per puro spirito di ser-vizio. Modena poteva permet-tersi per quella carica l’in-ventore dell’impero delle fi-gurine. Ma attenzione era do-vuta anche a una sinistra indifficile equilibrio tra la suaorganizzazione locale e il ruo-lo di apripista sul piano na-zionale.

Modena concedeva pienafiducia al suo giornale cheda parte sua cercava di ri-cambiare. E quelle sue cre-scenti capacità ebbero unaconvincente dimostrazionequando sulla Gazzetta comin-ciò ad apparire la foto diEdmondo Berselli, che esor-dì nel giornalismo nella suacittà, subito proponendosi co-me scrittore di gran razza.

La Gazzetta ringraziavaModena consegnandole ungrande personaggio in più.

Pier Vittorio Marvasi

Pier VittorioMarvasi

Io, un direttore fortunatotra grandi persone ed eventi

Sono stato un direttore fortunato. Ho vistola Ferrari rivincere il mondiale dopo 21 anni,il Modena calcio tornare in serie A, la Paninivolley conquistare il mondo. Ho scovato il fi-glio di Togliatti, Aldino, in una clinica di Mo-dena. Ho usufruito delle folli intuizioni di Lu-cianone e del suo Pavarotti International, hovisto il mondo politico sfaldarsi, sono arriva-to che c’erano Pci e Dc e me ne sono andatoin una sarabanda di simboli, e già ci si do-mandava quando sarebbe finito Berlusconi.

Sono stato un direttore fortunato.Mi hanno chiamato (Piero Ottone, Rino

Bulbarelli, la Mondadori pre-Cavaliere) allaGazzetta di Modena che non avevo ancora 35anni (oggi è l’età nella quale si viene assunti, se va bene, co-me redattori ordinari). Sono arrivato che usavamo dei termi-nali di fatto ciechi - sistema Seledi - e me ne sono andato cone per Internet.

Ho avuto la fortuna di frequentare dei veri e propri gigantidell’informazione, gente che veramente ha fatto del bene aquesto e ad altri giornali: da Carlo Caracciolo a Mario Lenzi,a Sergio Carlesi, a Marco Benedetto a Luigi Riccadona, a Lo-renzo Bertoli, Sergio Baraldi, Bruno Manfellotto, Luigi Car-letti e la lista sarebbe ancora tanto lunga.

Con loro negli anni abbiamo rivoltato il giornale come uncalzino in una gara continua al miglioramento, nel cercaredi essere uno strumento d’informazione indispensabile.

Sono stato un direttore fortunato.Ho potuto sempre sbagliare di testa mia, mai per conto ter-

zi. Ho avuto, infatti, per venti anni un Editore vero che dellafiducia nei propri uomini ha fatto tesoro, modello, baluardo,rispetto.

Sono stato un direttore fortunato. Ho imbarcato sulla navecorsara della Gazzetta dei ragazzi imberbi che ora sono fiordi professionisti, alcuni anche per giornali nazionali.

Ho goduto degli scontri e dei confronti di persone, redatto-ri, davvero di valore. Abbiamo gioito e sofferto assieme (co-me quando morì per Aids la nostra carissima poligrafica Da-niela). Ci siamo arricchiti e anche se capitava di mandarci aquel paese, ci siamo voluti bene.

Sono stato un direttore fortunato. Tanto mi hanno regalatopersone come Mario del Monte, Pier Camillo Beccaria, Giu-seppe e Franco Cosimo Panini. E nella straordinaria ricchez-za e organizzazione di Modena la mia oasi, quasi quotidiana,era una corsa al campo d’atletica, a quella meravigliosarealtà che è la Fratellanza di Finelli e Gigliotti, di centinaiadi persone serie, che faticano per piacere e per un risultato,senza ricevere una lira.

Eppoi quel giovanissimo Massimo Bottura, per noi era ilpiù grande cuoco del mondo: e lo è diventato davvero.

Sono stato un direttore fortunato. Sono i lettori esigentiche fanno un buon giornale e i modenesi sono sanguigni eperfezionisti e ci hanno aiutato non poco: noi avevamo il ti-mone ma loro erano il vento. Sono stato un direttore fortuna-to. Adesso che è finita, guardo la Gazzetta di Modena, la sfo-glio con orgoglio e mi trovo come a casa. M’illudo di trovarciancora qualcosa di mio, di nostro.

Antonio Mascolo

AntonioMascolo

Una città sempre sorprendentespecie davanti a sfide difficili

Claudio Salvaneschi, diret-tore della Gazzetta dal 2008 ametà gennaio del 2011, raccon-ta i suoi tre anni in cui è ri-masto alla guida del nostrogiornale. Per lui, con espe-rienze professionali in tuttaItalia e le radici in Emilia, lascoperta di Modena è stataun’esperienza quotidiana.

Da Modena si vede lonta-no, si vede l’Italia come è sta-ta e quello che sta diventan-do, si vedono rotte e obietti-vi, trappole e paure: si vedequello che da direttore dellaGazzetta di Modena per qua-si tre anni ho cercato di inter-pretare e raccontare, insie-me ad una redazione forte eattenta.

Essere stato alla guida del-la Gazzetta, dopo i molti annidel collega e amico AntonioMascolo, è stato davvero mo-tivo di orgoglio.

La Gazzetta è il giornale diModena, di una comunitàcon un grande senso civico euna indubbia saggezza delbuon vivere che si sta peròscontrando con problemi ecriticità a cui la politica nonriesce più a dare concrete, ra-pide risposte.

Celebrare oggi questo anni-versario della Gazzetta è im-portante perchè ci si senteparte di una storia ricca edalle mille sfaccettature,una storia viva e fatta di uo-mini e donne che amano Mo-dena.

La Gazzetta è davvero unvascello agile che si muovein un arcipelago dalle acquea volte tempestose, ma sem-pre con una rotta precisa, econ una linea chiara e traspa-rente.

Io credo nel patrimonio dirisorse, di passione, di intelli-genza e di onestà intellettua-le che è racchiuso nella reda-zione della Gazzetta e che èun altro dei piccoli tesori del-la città che possono aiutarlaad affrontare le nuove sfide e

anche i tem-pi difficili.

Un giorna-le vive e cre-sce nel tem-po propriocome unapersona, im-para, racco-glie esperien-ze, soffre eha momentifelici.

Soprattut-to si sforzadi rendersi utile al megliodelle sue possibilità.

La Gazzetta è stata sempreuno sprone costante a faremeglio, a fare di più, sempredalla parte dei cittadini: que-sto è nel suo Dna, fa partedella sua storia.

La Gazzetta è tante cose in-sieme.

Da fuori, arrivando a Mo-dena, si hanno in testa le soli-te cose: la Ferrari, il mangia-re bene, il Duomo e la pove-ra Ghirlandina, l’Accade-mia.

Poi, s’impara tutto il resto,e dirigendo la Gazzetta lo siimpara rapidamente.

C’è l’economia, la politica,la sanità, la cultura, c’è un‘sistema - Modena’ che unquotidiano può contribuire amantenere vivo e vigile, a di-fendere e a far progredire.

Le antiche strade di Mode-na, i suoi cieli, la luce rossadei tramonti e le voci, i sorri-si e anche le urla, tutto rima-ne impresso nella mente: c’èla città vera e quella immagi-nata e in un giornale le duecittà coesistono, vivono l’u-na nell’altra, crescono e an-che sfioriscono a tratti e poisi riformano.

Un giornale ha questo com-pito anche: mantenere vivala città e non lasciarla assopi-re o cadere nella sfiducia,nell’ignavia o, peggio, nellarassegnata accettazione del-l’esistente.

Claudio Salvaneschi

ClaudioSalvaneschi

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VI GAZZETTAGIOVEDI’ 24 MARZO 2011 I 30 ANNI DELLA GAZZETTA

trac

ce.com

Alberto, consulente

Le cose non,come crediamo,avvengonoma vengono.

{Seneca}

Buon compleanno dalle istituzioniGli auguri del Comune e dei presidenti della Provincia e della Regione

Trent’anni che, nella storia dell’informazione, hanno se-gnato uno dei periodi più significativi di tutti i tempi, caratte-rizzato da evoluzioni e rivoluzioni epocali. Dalla macchinada scrivere fino al computer, dalla carta stampata alle infor-mazioni in tempo reale on line, i tre decenni di vita della Gaz-zetta hanno visto il giornale tradizionale trasformarsi al pas-so con il resto della società in un crescendo entusiasmanteche, guardando agli anni passati, a volte sembra ricoprire unarco di tempo ben maggiore.

In occasione del trentesimo compleanno della Nuova Gaz-

zetta di Modena sono arrivati in redazione i messaggi delletre figure istituzionali più importanti del nostro territorio. Afare gli auguri sono stati infatti il sindaco di Modena GiorgioPighi, il presidente della Provincia Emilio Sabattini e il presi-dente della Regione Emilia-Romagna Vasco Errani. Qui di se-guito, in questa e nelle successive due pagine, i loro interven-ti che ribadiscono l’importanza dell’informazione e dellastampa locale sottolineando anche il valore e il significato de-gli investimenti, recentissimi ma già consolidati, sul frontedella comunicazione multimediale e in rete.

GIORGIO PIGHI, SINDACO DI MODENA

Una tappa che ci rende orgogliosiUn importante traguardo. E a tagliarlo è un po’ tutta la città

La Bonissima, il simbolo della città di Modena, sul palazzo comunale

Trent’anni di “Gazzetta diModena” sono un gran belcompleanno, un appunta-mento che ci fa sentire an-che un po’ orgogliosi perchéa tagliare quel traguardo infondo siamo anche noi.

È una storia che ci aiuta acomprendere la realtà in cuiviviamo, una realtà alla por-tata dei nostri occhi, e che altempo stessoci ricompren-de. Sulle pa-gine di ungiornale, so-prattutto del-la città, sicompone e siridefinisceogni giornouna rappre-sentazionedi Modenache cambianel tempo eche ci aiutaa non smar-rirci e a nonperdere lamemoria.

Segno rin-novato diuna lunghis-sima tradi-zione di vita-lità dellastampa loca-le che oggi siriconfermacon quattroquotidianinelle edicole,periodici, te-levisioni e ra-dio che indicano una vivacesituazione di pluralismo equindi di democrazia. Per lamia generazione, i trent’annisegnavano l’appartenenza or-mai definitiva alla stagionedella maturità; per i ragazzie le ragazze di oggi indicanoil tempo in cui ci si affacciasulla scena sociale portando

nuove visioni, nuove compe-tenze, nuovi linguaggi.

E la “Gazzetta” interpretabene tutto questo, come si in-tuisce dall’effervescenza conla quale, dalla carta stampa-ta, si sta aprendo alla rete in-ternet e alla multimedialità.Io sono tra coloro che non po-trebbero mai rinunciare asentire le pagine sotto le dita

nel ritualesfoglio mat-tutino delgiornale e,con l’orgo-glio di appar-tenere a que-sta città, leg-go “alla mo-denese”, cioèmi ci spec-chio. Alla ri-cerca di noti-zie, ovvia-mente, maanche con at-tenzione allecritiche e aicommenti.

Cerco con-ferme allamia idea dicittà, certo, emi piace rico-noscerla an-che nelle cu-riosità minu-te o nei risul-tati raggiun-ti nella cultu-ra, nell’am-biente, nelsociale, nellosport. Dalla

lettura cerco di trarre ele-menti per una lettura nuova,adeguata ai nostri giorni e aquelli che verranno, per con-tribuire a far sì che Modena,pur con tutte le difficoltà, re-sti un gran bel posto dove vi-vere.

Giorgio PighiSindaco di Modena

Una veduta di piazza Grande col Comune, il Duomo e la Ghirlandina

La sala del Consiglio comunale, al primo piano del palazzo municipale, durante una seduta

Giorgio Pighi

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VIIGAZZETTA GIOVEDI’ 24 MARZO 2011I 30 ANNI DELLA GAZZETTA

EMILIO SABATTINI, PRESIDENTE DELLA PROVINCIA

Pungolo e strumento di dialogoPer chi amministra un mezzo di verifica del proprio lavoro

Ogni mattina come mi-gliaia di modenesi inizio lamia giornata leggendo la Gaz-zetta di Modena, insieme aglialtri quotidiani. È un mo-mento importante, perchémi consente non solo di te-nermi aggiornato su quelloche accade nel nostro territo-rio, ma anche di capire comeviene percepito il nostro lavo-ro di amministratori pubbli-ci. Di misurare, cioè, se ciòche facciamo è in linea conle esigenze ele aspettati-ve dei cittadi-ni. Non sem-pre il verdet-to che ci arri-va dalle pagi-ne del giorna-le è positivo:del resto, èinevitabileche faccianopiù notiziagli elementidi critica ri-spetto a quel-li di plauso.Ma in ognicaso, anchele critiche so-no importan-ti perché so-no uno stimo-lo e, a volte,possono an-che essereelemento diripensamen-to di alcunescelte. L’ap-puntamentoquotidianocon il giorna-le, quindi,non solo èun piacerema anche undovere, im-portantestrumento didialogo conla comunità che ci ha sceltocome suoi rappresentanti.Le ricorrenze sono momentiin cui si fanno dei bilanci,ma anche occasioni per pia-nificare nuove avventure.Ho trovato significativo,quindi, che proprio il 30ºcompleanno della NuovaGazzetta di Modena, un’etàadulta coincida con un pro-getto di potenziamento delportale web e, più in genera-le, degli strumenti che con-sentono una comunicazioneancora più rapida rispetto al

quotidiano tradizionale, intempo reale: twitter, blog, fa-cebook. Sono canali che favo-riscono la partecipazione, so-prattutto dei giovani, al con-fronto sui temi di maggior in-teresse. E quando si allargail dibattito, quando si lasciaspazio alle opinioni, quandosi favorisce il dialogo costrut-tivo, quando si lascia spazioalle intelligenze, è sempreun fatto positivo. Può esserea volte scomodo, per noi am-

ministratori,ma è indub-biamente unservizio cheviene reso al-la colletti-vità. L’augu-rio che por-go a diretto-re, redazionee a tutti i col-laboratori, èche l’entusia-smo per lenuove sfidenon vengamai meno.Dobbiamo,tutti, guarda-re avanti persuperare ladepressionee il pessimi-smo che que-sti lunghimesi di crisieconomica esociale cihanno lascia-to addosso.C’è semprebisogno delvostro pun-golo e dellostimolo a farmeglio, mac’è anche bi-sogno, ognitanto, diqualche pic-cola iniezio-

ne di ottimismo. Di ricordar-ci, tutti quanti, che questaprovincia ha enormi poten-zialità, capitali umani, intelli-genze, risorse, voglia discommettere. Sarò un sogna-tore, ma queste notizie vor-rei leggerle più spesso, ognigiorno. Per cominciare lagiornata non solo io ma, cre-do, anche gli altri lettori, conun briciolo di speranza inpiù. Buon compleanno.

Emilio SabattiniPresidente della Provincia

di Modena

Alcuneimmaginidei centriprincipalidella nostraprovincia.Dall’altoin senso orario:la piazza dellaDama Viventedi Castelvetro,la reggiadi Sassuolo,piazza Martiria Carpie qui a sinistrala stazionesciisticadel Cimone.A destrala sede dellaProvincia

Emilio Sabattini

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IXGAZZETTA GIOVEDI’ 24 MARZO 2011I 30 ANNI DELLA GAZZETTA

VASCO ERRANI, PRESIDENTE DELLA REGIONE

Trent’anni, l’età della maturitàUn quotidiano diventato bussola per la comunità in cui opera

Trentanni, sono l’età dellamaturità. Sono sicuramenteun periodo in cui anche ungiornale locale come “LaNuova Gazzetta di Modena”ha avuto il tempo di radicar-si sul territorio e costruire -con l’esperienza quotidiana,giorno per giorno e copia do-po copia - un ruolo di busso-la per la comunità in cui ope-ra. I quotidiani locali rappre-sentano uncontributo si-gnificativoallo scorreredella vitaquotidiana,raccontando- in manieracapillare, dalcomune ca-poluogo allapiù piccolafrazione del-la provincia- fatti, avve-nimenti e ini-ziative, maallo stessorealizzanoanche una at-tività di ser-vizio estre-mamente uti-le alla cittadi-nanza. Unavolta il diret-tore AntonioMascolo, inun editoria-le, definì ilsuo quotidia-no, a con-fronto congli altri, ungiornale cor-saro. Credoche l’immagi-ne rendessebene la voca-zione e lo sti-le informati-vo che LaNuova Gaz-zetta di Mo-dena volevaesprimere einterpretare.

Ma oltre a questo, il quoti-diano ha anche saputo co-struire, nei tre decenni di vi-ta, un legame particolarecon il territorio diventando-ne anche la voce, (impegnatocom’è proprio a dare voce alterritorio) della tradizionemodenese.

La Nuova Gazzetta di Mo-dena, riesce quindi a ben rap-presentare la tradizione di

un territorio, ma anche ad es-sere al passo coi tempi, se-guendo e adeguando la pro-pria offerta ai mutamenti te-cnologici e alla crescita cultu-rale e di esigenze dei proprilettori, sicuramente diversida quelli che lo accolserotrentanni addietro.

Infatti, oggi, il quotidiano,oltre all’edicola, ha conqui-stato uno spazio anche nella

sua costante-mente ag-giornata ver-sione on-linesu Internet,è possibile se-guirlo suiPad e sui so-cial networkFacebook eTwitter. Unintreccio traedicola, com-puter e smar-tphone chedimostracon chiarez-za che que-sto quotidia-no sa unirela profonditàdelle radiciche ha sapu-to realizzarecon i suoi let-tori, a inno-vative pro-spettive peril futuro.

Non mi re-sta che auspi-care che ilcammino del-la NuovaGazzetta diModena pro-segua corsa-ro come hafatto nei pri-mi trenta an-ni di vita, raf-forzando,ogni giorno,il suo ruolonell’ambitodell’informa-zione locale.

Un ruolo, come già ho sot-tolineato in precedenza, im-portante che - con la libertàche auspichiamo debbanosempre avere i media - nondovrà mai tradire l’obiettivoprimario di porre al centrola notizia da porgere ai pro-pri lettori.

Vasco ErraniPresidente della Regione

Emilia-Romagna

Dall’altoin senso orarioimmagini deicentri storicidi alcune delleprincipalicittà dellanostra regione:piazza delGuercinoa Ferrara,la Pilottadi Parma,una vedutadel centrodi Reggio,le due torridi Bolognae infinela tombadi Dantea Ravenna

Vasco Errani

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X GAZZETTAGIOVEDI’ 24 MARZO 2011 I 30 ANNI DELLA GAZZETTA

Eddy sempre con noiL’11 aprile muore Edmondo Berselli, giornalista e scrittore

2010

L’11 aprile 2010 muore a ModenaEdmondo Berselli, una delle voci piùautorevoli della cultura e del giorna-lismo italiani. Una voce libera, viva-ce, esemplare, illuminata e partico-larmente cara alla Gazzetta. Berselli,infatti, per anni ha onorato il nostrogiornale con i suoi interventi che an-cora oggi sono attuali ed efficaci.

La morte arriva una domenica po-meriggio. Non è inaspettata perchèEdmondo è malato da tempo anchese fino alla fine continua a lavoraremettendo a punto l’ultimo saggio“L’economia giusta”. Ha 59 anni enella sua storia professionale ci sonoanni di direzione della rivista Il Muli-no, collaborazioni con i più importan-ti quotidiani italiani e, da ultimo,quella con il Gruppo L’Espresso siaper il settimanale che per La Repub-blica. Oltre all’attività di scrittore e

saggista.Alla notizia, Modena diventa il ter-

minale del lutto di tutta Italia. Il cor-doglio arriva dal presidente della Re-pubblica Napolitano e da numerosirappresentanti della vita pubblica edistituzionale. Le esequie si svolgonoin Duomo il 14 aprile. A dare l’addioad Edmondo c’è tutto il mondo dell’e-ditoria, ci sono tre sindaci (di Mode-na, la sua città, di Campogallianosuo paese di origine e di Forte deiMarmi che da anni aveva scelto Ber-selli per la giuria di un importantepremio letterario) e soprattutto tantiamici, famosi e non.

In ricordo di Edmondo Berselli,per i trent’anni della Gazzetta, abbia-mo voluto riproporre uno degli arti-coli pubblicati sul nostro giornale. Èdatato 10 gennaio 1987. Ma potrebbeessere stato scritto anche solo ieri.Edmondo Berselli

I battitori liberi sono fastidiosi

Modenesi inquadratie ammalati di ufficialità

Caro direttore,mi sono chiesto spesso per-

chè la nostra città non fa no-tizia. Perchè questa Modenaricca, produttiva e industrio-sa offre di sè un’immaginetutto sommato grigia, sfoca-ta poco attraente. Varie voltela domanda che rivolgevo ame stesso è rimasta senza ri-sposta. Ho provato a riflette-re a fondo: che ci sia un defi-cit strutturale di cultura, va-le a dire una pura e semplicemancanza di produzione diidee? Alla fine dei conti, mi èsembrata un’ipotesi da scar-tare. L’università è ricca dibei nomi, modenesi e non mo-denesi. Che so, i Paolo Bosi,gli Alberto Clò, i Marco Cam-mellini, i Muscatello sono unmarchio di garanzia. E sep-pure dispersa in molti rivoli,la cultura a Modena trova oc-casioni varie e molteplici diespressione. Che cosa mancaallora? Perchè la torta, contanti ingredienti nella teglia,non lievita quasi mai? Ades-so credo di avere trovatouna spiegazione. Una fra letante possibili, ma forse nonla meno significativa.

Secondo me la nostra cittàè ammalata di ufficialità. Uf-ficialità è la sindrome brezne-viana per cui in ogni momen-to, in ogni occasione, perogni ricorrenza, per ogni ini-ziativa c’è il funzionario ad-detto, il presidente dell’ente,l’assessore preposto, il rap-

presentante del partito. Al-l’ufficialità non si sfugge: di-scutendo, poniamo, del cen-tro storico, metteremo insie-me il presidente del quartie-re interessato, una bella pa-rata di uomini di partito, irossi, i bianchi e i verdi, sot-to la guida benevola e char-mante di Pier Camillo Becca-ria. Una bella fila di persone,ognuna con la maglietta del-la propria squadra. La pensa-no tutti in modo diverso, agi-tano bandierine di colore dif-ferente, politicamente saran-no agli antipodi, ma solo lì,riconoscibili, identificabili,

rassicuranti. Qualche voltasi scalderanno, ma - come di-re - quasi per dovere di ap-partenenza, per obbligo diclan. Il dibattito politico-cul-turale, in questi casi, non sidifferenzia mai da una di-scussione al Rotary. Si litiga,a volte volano parole grosse,si lanciano accuse e contrac-cuse. Poi si avvicina l’ora delpranzo, e allora le parti fa-ranno appello alle paroled’ordine della partecipazio-ne, della discussione fra i cit-tadini, del coinvolgimento:in fretta perchè arrivano icrostini caldi e gli antipasti.

Insomma, per essere legitti-mati a formulare un’opinio-ne occorre una patente rico-nosciuta, essere passati alguardaroba e avere conserva-to la tesserina, o come mini-mo avere un incarico in unaUsl. Tutto questo produce ri-sultati devastanti. Se non al-tro, toglie qualsiasi spazio al-le voci libere, non allineate.Batterie di allevamento sot-traggono il mercato ai polliruspanti. Ogni iniziativa vie-ne passata due volte nel ma-cinino, triturata minutamen-te e impastata in una polpet-ta altamente omogeneizzatae digeribilissima: disgraziata-mente, però, a sapore unico,prevedibile ancora prima diingollare il primo boccone. Icuochi di questa vieille cuisi-

ne modenese impettiscono aogni portata, esibendo orgo-gliosamente le medaglie e iriconoscimenti di una carrie-ra consacrata ai fornelli diuna tradizione infallibile: ec-co i leggendari Tortellini,con il loro famoso ripieno; edecco il mitico Zampone, chetutto il mondo ci invidia. Ec-co il consenso, ecco la demo-crazia. Ma anche ai pranzi difamiglia alla lunga non ci sidiverte più. Si aspetta sem-pre che qualcuno inventiqualcosa di nuovo, e questoqualcuno non arriva mai.Fuori dalla metafora gastro-nomica stiamo sempre aspet-tando l’entrata in scena diqualche deviante di classe,di un eccentrico di talento,di un battitore libero che fac-

cia volare magari un po’ distracci. Però, però. Il fatto èche i battitori liberi sono fa-stidiosi. Pretendono di drib-blare le burocrazie. Di parla-re a puro titolo personale. Ta-gliano corto su questioni chesolo un accorto e complicatoequilibrismo consociativo haportato, dall’originaria sem-plicità e chiarezza, a unacomplicatissima rete di rap-porti. Sfuggono alla grandeOmologazione, e non esita-no, se è il caso, a criticarel’apprezzato menù della ca-sa. Ecco, a me sembra cheModena abbia fatto di tuttoper tagliare l’erba sotto i pie-di a chi non fa parte delle pre-miate consorterie riunite. Incambio della legittimazionela città chiede tessere di rico-noscimento. E si priva cosìdel contributo di chi potreb-be rinfrescare un po’ l’atmo-sfera. Tanto, alla prossimacena sociale, ci saranno tuttigli invitati d’obbligo, quelliche hanno voce in capitolo:fra un avanti popolo e unoscudo crociato, un grand’uffi-ciale e un decimo livello, unsegretario di sezione e un tut-tofare di fazione, si accomo-derà tutta la nomenklatura,con i cartellini al posto giu-sto sul tavolo; che venganoallora i Tortellini e lo Zampo-ne, questi emblemi involonta-ri di una cucina che macinatutto. Cordialmente suo.

Edmondo Berselli

Berselliera nato aCampogallianonel 1951

LA SUA BIBLIOGRAFIA

È vasta la bibliografia di Edmon-do Berselli e contiene alcuni titolicult della saggistica tra Novecentoe nuovo millennio. A ritroso: “L’e-conomia giusta” (Einaudi), “Saràuna bella società” (Promo Music),“Liù. Biografia morale di un cane”(Mondadori), “Miss Italia 1939-2009.Storia, protagoniste, vincitrici”(Mondadori Electa), “AttraversoRovereto” (Egon), “Sinistrati. Sto-ria sentimentale di una catastrofepolitica” (Mondadori), “Adulti conriserva. Com’era allegra l’Italia pri-

ma del ’68” (Mondadori), “Canzoni.Storia dell’Italia leggera” (Il Muli-no), “Storie, sogni e rock’n roll”(Promo Music), “Venerati maestri.Operetta immorale sugli intelligen-ti d’Italia” (Mondadori), “Venti diStriscia” (Mondadori Electa), “Quelgran pezzo dell’Emilia” (Mondado-ri), “Post-italiani. Cronache di unpaese provvisorio” (Mondadori),“Mille libri per il Duemila” (Il Sole24 Ore), “L’Italia che non muore”(Il Mulino), “Il più mancino dei ti-ri” (Mondadori).

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XIIGAZZETTAGIOVEDI’ 24 MARZO 2011 I 30 ANNI DELLA GAZZETTA

24 marzo debutto in edicolaSpazio ai modenesi illustri. E Vasco canta a Modena Est

1981

Quando arriva nelle edico-le la mattina del 24 marzo, lanuova Gazzetta di Modenatrova una folla di lettori cu-riosi a salutare il ritorno del-la storica testata cittadina.Le copie passano di mano inmano come nel dipinto delpittore Mario Molinari che,non a caso, viene ristampatoa colori e distribuito gratisassieme al giornale.

L’uscita del primo nume-ro, preceduta da un numerozero servito solo come testper i giornalisti, è stata pre-ceduta per due settimane dal-la pubblicità che spiegava aimodenesi la novità di ungiornale capace di parlarecon lo stesso approccio deifatti del mondo e di quelli diModena.

Nella prima settimana insette pagine di cronaca dicittà si raccontano fatti e per-sonaggi. Grande spazio aimostri sacri della modene-sità che scrivono in dialetto:Preti, Urbini e Marenzi. IlModena in trasferta per ilTorneo Anglo Italiano sban-ca gli avversari.

Una piccola redazione co-

mincia da zero, quasi tuttiesordienti; i collaboratori al-le prime armi rincorrono lin-guaggi e personaggi, in un ca-ledoscopio che riserva unapagina a Carpi e una a Sas-suolo per tutto quello che ri-guarda la provincia. E’ unaModena molto diversa da og-gi quella che si scopre suquella Gazzetta: le morti perdroga sono numerose e cosìomicidi passionali, portati atermine da uomini e donne,tutti geminiani purosangue.

Nello spirito dei tempi c’èil racket dei dormitori, conoperai Fiat che non trovandocasa si sdraiano per qualcheora nella sala d’aspetto dellastazione, l’arresto per la som-ministrazione di cibo avaria-to del titolare dell’Orso Bian-co. E poi le interviste alle glo-rie modenesi in trasferta, co-me Francesco Guccini chedopo vent’anni torna in cittàper incidere da Umbi il suodisco. Il rocker Vasco Rossipartecipa a una serata con 16rock band giovanili alla poli-sportiva Modena Est, unasorta di “sentiMoband” deigiorni nostri.

L’immaginedrammaticadel Papasubito dopol’attentatoin piazzaSan Pietroil 13 maggio.A colpirloalle 17.22fu il turcoAli Agca

IN PIAZZA SAN PIETRO

Attentato a Giovanni Paolo IISono densi di avvenimenti epocali i giorni in cui rinasce

la Gazzetta di Modena. In Polonia partono i primi scioperiorganizzati ai cantieri di Danzica, poi arriva l’attentato apapa Woytila, il 13 maggio in piazza San Pietro. A Roma ilgoverno Forlani sta per cadere (crollerà tre settimane do-po) sotto l’esplosione dello scandalo P2, la loggia segretadi Licio Gelli, il crollo della lira e l’inflazione al 22%. Il mi-nistro Reviglio pubblica i 150 mila nomi di super-evasori.

1982

I magnifici undici di BearzotItalia Germania 3-1: gli Azzurri sono Mondiali

È un’apoteosi quando la se-ra dell’11 luglio, allo stadioBernabeu di Madrid, DinoZoff alza la Coppa al cielo. Lanazionale di Enzo Bearzot ècampione del mondo. L’Italiaper la terza volta conquistail titolo più prestigioso delcalcio con un gruppo di atletiche passeranno alla storia:da Paolo Rossi a Marco Tar-delli, Gaetano Scirea, Anto-nio Cabrini, Bruno Conti. Intribuna d’onore anche il Pre-sidente Pertini che partecipacon entusiasmo da vero tifo-so allo spettacolo della parti-ta. Una notte memorabilesuggellata sul 3-1 finale con-tro una Germania che nonpuò che arrendersi alla su-premazia degli Azzurri. ÈNando Martellini a suggella-re l’entusiasmo finale con ilsuo “Campioni del Mondo”urlato per tre volte di segui-to dai microfoni della Rai.

Con un’intervista esclusi-va alla Gazzetta a metà ’81Enzo Ferrari aveva promes-so la riscossa ai tifosi ed eccoche alla vigilia del campiona-to di F1 del 1982 presenta la

126 C2, un missile per l’epo-ca, con 580 hp; l’ingegner For-ghieri nel descrivere le no-vità del motore turbo è pru-dente ma ci pensa Gilles Vil-leneuve a infiammare i tifosiquando prova la vettura sulcircuito di Maranello.

Modena è in fermento per-chè di fronte all’ennesimacrisi economica, che da que-gli anni anni diverranno en-demiche a in Italia, la cassaintegrazione è raddoppiata eil sindaco - operaio, come siautodefinisce Mario Del Mon-te, protesta contro i tagli go-vernativi: «Non si tocchinoasili, scuole e consultori».

Per reazione i modensi sibuttano sull’azzardo consen-tito, affollando le ricevitoriedi Totip, lotto (1,6 miliardid’incasso) e totocalcio (6.5 mi-liardi). L’assessore De Pietripromette l’utilizzo per lacittà dell’ex autodromo chedeve ancora diventare il Par-co Ferrari. Promette di urba-nizzare solo un terzo dell’a-rea e di riservare il resto abosco: «Sarà pronto in diecianni» garantisce.

Un’immagine dell’alluvione che colpì la Bassa modenese nel 1982

TRA BOMPORTO E FINALE

Il Panaro sommerge la BassaNella notte del 9 novembre cede l’argine del Panaro a

Cà Bianca per un fronte di 120 metri. La piena, che ha unaportata d’uscita del fiume di 60 metri cubi al secondo, col-pisce 2500 ettari di terra tra Bomporto e Finale Emilia. Èla peggiore alluvione degli ultimi trent’anni, e i più colpitisono gli agricoltori. Il presidente della Provincia promet-te: «Le casse sul Panaro pronte entro il ’93».

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XIIIGAZZETTA GIOVEDI’ 24 MARZO 2011I 30 ANNI DELLA GAZZETTA

I tre giorni di Sandro PertiniIl presidente in Accademia e a Maranello da Enzo Ferrari

1983

L’anno inizia con un perio-do nero per quanto riguardala criminalità. Il 14 gennaiola Gazzetta mette in fila le 35rapine in città negli ultimiquattro mesi. Dal giornosuccessivo la cronaca deveaggiornare la contabilità, apartire da un assalto all’orefi-ceria di largo Garibaldi, conuna sparatoria tra forze del-l’ordine e banditi in mezzo aipassanti. Uno dei malviventiresta a terra ucciso.

Di positivo nello stesso pe-riodo la liberazione di Lorel-la Signorino, figlia di un im-prenditore carpigiano; in po-che settimane verranno arre-stati tutti e sei i componentidella banda di rapitori. Tregiorni dopo incursione nellostudio del notaio Amorotti,sequestrato assieme alle se-gretarie.

L’anno però si caratteriz-za, e in positivo, per la visitadi uno dei presidenti dellaRepubblica più amati dagliitaliani. È la fine di maggioquando arriva in visita San-dro Pertini. Il presidente è incittà la sera del 28 per parte-cipare il giorno dopo alla ce-

rimonia del giuramento deicadetti. E proprio quella serasconvolge il cerimoniale an-nunciando l’intenzione di an-dare lui a cena da Fini e non,come era previsto, di farsiservire nella residenza pre-fettizia dal famoso ristorato-re. Il giorno dopo ed anche il30 Pertini prosegue la sua vi-sita incontrando anche, a Ma-ranello, Enzo Ferrari. Auto-revolezza, cordialità, vicinan-za alla gente renderanno ilsuo soggiorno memorabileper i modenesi che ne furonotestimoni diretti.

Nello sport in città si trat-tiene il fiato per le condizio-ni del pugile Roberto Cassa-nelli, in coma dopo un bruttoko a Palermo: si salva. E perLucio Cusma, che vince il ti-tolo europeo dei Pesi Legge-ri. Grandi feste. Ma a tenerbanco è la Ferrari, con Ar-noux e Tambay che coi nuo-vi motori turbo aspirano alMondiale. E mentre il mon-do è scosso dall’attentato al-l’ambasciata americana aBeirut con più di 40 morti, lacittà s’interroga sullo sposta-mento della Fiera.

Il corpodi Aldo Moronel bagagliaiodi una Renaulin via Caetaniil 16 marzodel 1978.Lo statistaera statorapitoil 9 maggiodalle Br

TERRORISMO

Sentenza per il delitto MoroLa sentenza per il rapimento e l’omicidio di Aldo Moro,

il leader democristiano assassinato dalle Brigate Rosse, èlo spartiacque da cui inizia la parabola discendente del ter-rorismo di casa nostra. Continuerà, rallentando, la catenadi omicidi mirati verso i simboli dello Stato ma il distaccocon gli italiani sarà sempre più netto; anche a Modena al-cuni atti di criminalità comune fanno intravvedere lega-mi con la lotta armata di estremisti neri e rossi.

1984

Rivive la facciata del DuomoFinito il restauro. Monsignor Quadri dal Papa

Il governo Craxi apre l’an-no promettendo come obbiet-tivo il dimezzamento dell’in-flazione, cioè un 10% annuo:con queste premesse si capi-sce come anche a Modena,come nel resto d’Italia, ci siala corsa verso l’acquisto dimassa di Bot e Cct che garan-tiscono interessi a due cifre.

Il leader del Psi conta sullafedeltà dei ‘Bot people’, men-tre va allo scontro con lastampa estera sui suoi meto-di autoritari per imporre acolpi di fiducia il condonoedilizio.

Mons. Santo Quadri, arci-vescovo di Modena, viene ri-cevuto da Papa GiovanniPaolo II e il mondo cattolicoè in fermento per il completa-mento del restauro della fac-ciata del Duomo: alla fine,spendendo 500 milioni (solo50 dal Comune), le sculturedella Genesi rifulgono comenuove. Nasce lo slogan“Quando le cattedrali eranobianche” che sarà il contras-segno per le celebrazioni del-l’ottavo centenario della fon-dazione di uno dei più grandi

gioielli romanici d’Italia.Il bilancio fatto dal procu-

ratore Walter Zannini parladi 16.005 denunce penali defi-nite in un anno a fronte di16.475 arrivate, nonostante ildeficit di organico. La mediadi una rapina o un’estorisio-ne denunciata ogni due gior-ni è la cifra criminale di unaModena che incassa i colpidello sbarco in grande stiledelle mafie; l’alleanza camor-ra-n’drangheta si affacciadietro il mancato sequestroOttani di Campogalliano,che porta all’arresto di settepersone e a due arresti perl’omicidio del Crostolo.

Due giovani di Medolla ten-tano un viaggio avventura:Guido Neri e Fabrizio Rusciequipaggiano una Renault 4,un’utilitaria che evoca atmo-sfere coloniali e spartane, epartono per l’Africa: 11 milakm in tutto. Intanto arriva ildecreto che autorizza la pro-duzione di Parmigiano tuttol’anno, cancellando la distin-zione tra maggengo (quelloprimaverile-estivo) e il ver-nengo prodotto d’inverno.

Monsignor Santo Quadri ricevuto a Roma da Papa Giovanni Paolo II

SINDACATI-CONFINDUSTRIA

Scontro sulla scala mobileS’infiamma lo scontro sulla scala mobile, che Confindu-

stria e governo vogliono sterilizzare. A Modena manifesta-zioni spontanee nelle fabbriche e contrapposizioni tra sin-dacalisti Cgil e quelli Cisl-Uil sono all’ordine del giorno, apartire da Scam e Ciam. Lo sport piange la scomparsa del-l’allenatore-mito Franco Anderlini. All’estero Beirut è infiamme e scompare Andropov, lo zar rosso del Cremlino.

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XVGAZZETTA GIOVEDI’ 24 MARZO 2011I 30 ANNI DELLA GAZZETTA

Rapito e ucciso Giorgio MolinariDopo più di un anno il corpo ritrovato nel Ferrarese

1985

Modenesi sotto shock perla fine di Giorgio Molinari, ildentista di Mirandola rapitoil 15 marzo del 1984. La figliaaccetta le trattative e chiedeil silenzio stampa dicendosipronta a pagare il riscatto.Ma il 3 luglio ’85 il telefoni-sta della banda, catturato poiin autostrada e condannatoall’ergastolo, rivela l’uccisio-ne e la sepoltura del medicosotto il pavimento di una vil-letta in costruzione nel Fer-rarese. Nel frattempo, sem-pre a Mirandola, una vastamobilitazione porta all’allon-tanamento di Carolina Cuto-lo, nipote del boss camorri-sta che continua a essere ri-conosciuto come seminfer-mo di mente mentre gesti-sce, come rivelato dalle inter-cettazioni, traffici di drogadal Sudamerica e l’elimina-zione dei rivali. A propositodi droga: in provincia vengo-no stimati 2000 consumatoriabituali di eroina e la cifra èconfermata dalle 100 mila si-ringhe vendute in un solo an-no. Per l’industria una brut-ta pagina è quella della chiu-sura delle Acciaierie, simbo-

lo della siderurgia modene-se, appena ricapitalizzatacon un investimento di 60 mi-liardi di lire arrivati anchedalla Cee per i nuovi impian-ti. I premi per i tagli di produ-zione fanno pendere la bilan-cia a sfavore dei 230 occupa-ti. Oggi, demoliti anche i fab-bricati-simbolo della cittadel-la operaia del Novecento, suquell’area stanno crescendoenormi fabbricati. In munici-pio, con spese arrivate a 265miliardi, ci si scontra sugliappalti. Sulla Modena-Sas-suolo, per la metropolitanaleggera, è pronto il progettoda 20 miliardi; la casermadell’8º Campale in via Emiliasi svuota, va via il reggimen-to. All’Usl scoppia lo scanda-lo sui bilanci: in prima battu-ta si scopre che le spese perla gestione della Tac sono su-periori all’acquisto. Caos an-che in Comune dove le mino-ranze parlano di gravi irrego-larità quando viene votatol’acquisto dei capannoni exRagno dove trova posto laFiera. E’ scandalo per le peri-zie sui prezzi a tecnici ester-ni: anche qui altra inchiesta.

La tragediadi Stavadi Teseroin Trentinosi porta via268 personetravolteda un maredi fango chesommergel’interavallata

DUE MODENESI TRA I MORTI

Un mare di fango cancella StavaSono le 12.22 del 19 luglio, quando i bacini di decantazio-

ne della miniera di Prestavel rompono gli argini scarican-do a valle 160mila metri cubi di fango che, scendendo a 90chilometri orari, travolgono la frazione di Stava di Tese-ro. Il paese e la vallata vengono spazzati via e muoiono 268persone. Quest’anno anche un’altra tragedia, quella del-l’Heysel a Bruxelles dove si disputa Juventus-Liverpoolper la finale di Coppa Campioni: 39 i morti, 32 gli italiani.

1986

Disastro nucleare a ChernobylDall’Urss l’incubo nucleare dilaga a tutta l’Europa

È l’anno di Chernobyl,quello in cui l’incendio diuna centrale nucleare nell’U-nione Sovietica inceneriscela propaganda sull’atomo pu-lito e sicuro. Sono le 1.23 del26 aprile quando il reattore 4dell’impianto esplode. Siamoa 120 chilometri da Kiev, inUcraina e 350mila sono lepersone che vengono evacua-te. Anche l’Italia viene bom-bardata dai radionuclidi chesi liberano dall’impianto eche vengono trasportati dalvento. La Pianura Padana di-venta così un immenso cati-no dove si rovesciano sostan-ze chimiche e angosce chetoccano ogni aspetto della vi-ta quotidiana. Tra Forlì eReggio vengono rilevati tassidi radioattività da 3 a 34 vol-te superiori alla media e an-cora dopo due settimane dal-lo scoppio del reattore russo,Modena si ritrova con un li-vello di sei volte superiore al-la media. Nei bar di PiazzaGrande non si discute solo dicontatori geiger portatili e dibequerel ma anche di verdu-re e parmigiano a picco. Le

autorità chiedono di noncreare allarmismo e al tem-po stesso invitano a non man-giare insalate. Nessuno toc-ca cibi freschi, niente latte aibambini per i foraggi conta-minati e gli agricoltori si ri-trovano con danni enormi.Secondo omicidio in pochimesi di una donna. I modene-si intanto si consolano con losport. Il Modena torna in Bdopo un lunghissimo purga-torio in C1 e la Gazzetta dedi-ca un’edizione straordinaria,il lunedì. Stesso entusiasmoper la Panini per il quinto ti-tolo tricolore dopo dieci an-ni. Commentando lo scudet-to il comm. Giuseppe Paninilo dedica a Velasco, uomodella Provvidenza. In mag-gio, alla vigilia dell’estradi-zione del marito, la ballerinapolacca Katherina Mirosla-wa che si esibisce allo Shil-ling, accusata dell’omicidiodi un imprenditore di Par-ma, è ancora a piede libero eparla di ruoli in tv o al cine-ma. Oggi, dopo la latitanza euna dozzina di anni carcere,si è anche laureata.

La palazzina di via Torino distrutta dall’esplosione

IN VIA TORINO

Esplode un palazzo, sette mortiCon un boato nella notte del 22 gennaio esplode un pa-

lazzo in via Torino. Muoiono sette persone - tra cui duebambini - e dodici sono ferite. Una tragedia causata dauna fuga di Gpl dal serbatoio di un’auto parcheggiata neigarage. Il gas risalendo lungo le scale, causa un esplosio-ne che squarcia la palazzina. Per giorni si cercheranno iresti delle persone che sono morte nella tragedia.

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XVI GAZZETTAGIOVEDI’ 24 MARZO 2011 I 30 ANNI DELLA GAZZETTA

Terremoto, maggio di pauraScosse per due settimane. Crolli a Carpi, Modena e Bassa

1987

La terra trema da Carpi al-la Bassa ai primi di maggio,il 2, facendo cadere cornicio-ni e balconi e rendendo im-praticabili diverse abitazio-ni. Le scosse di terremoto siripetono per altre cinque vol-te nelle due settimane succes-sive. Enormi i danni ma daRoma arriva subito una pri-ma risposta, 3 miliardi soloper Carpi. In due scuole di Ri-vara cinque classi fanno le-zione in cortile per alcunigiorni, tre famiglie a S.Felicesono sfollate. Anche il sinda-co Barbolini a Modena recla-ma danni per 100 miliarditra cimitero di S.Cataldo ePalazzo Comunale.

Subito dopo le scosse piùforti molti cardiopatici sonoricoverati in ospedale per lospavento: uno di loro peròera ricoverato a Bergamoper il trapianto. Adolfo Bal-do è stato il secondo modene-se con il cuore nuovo.

Alla Crocetta sorprendema non fa scandalo la con-danna per don Sergio Manto-vani a 10 mesi e dieci milionidi multa (pena sospesa) peraver attivato le ruspe demo-

lendo l’antica chiesa di S.Ca-terina; così il popolare parro-co noto per essere il “pretedella Formula 1” che seguein pista da vent’anni, vieneribattezzato Don Ruspa.

Ma in campo ecclesiasticocrea polemiche anche la deci-sione del parroco di Portiledi obbligare i bambini chefanno catechismo ai ritiri spi-rituali in montagna, a paga-mento, prima di fare la Cresi-ma. Chi non partecipa non ri-ceverà i sacramenti: «Che no-vità è? - protestano i genitori- I bimbi hanno seguito tuttoil catechismo e di questo nonse n’è mai parlato».

Mentre la Panini manda invisibilio i tifosi gialloblù divolley per il sesto scudetto, ilsecondo consecutivo con Ve-lasco, Modena si appresta aun evento di fama internazio-nale ospitando nello stadioun concerto degli U2.

La band irlandese si trovabene sotto la Ghirlandina eviene ricevuta in Comunedal sindaco Alfonsina Rinal-di: nella notte 70 mila perso-ne arrivate da tutta Italia in-fiammano lo stadio.

Un manifestoappesoin una stradadi Roma sullascomparsadi EmanuelaOrlandi.Della ragazzadal 1983non si èsaputopiù nulla

RAPITA NELL’83

Appello per Emanuela OrlandiIl vescovo sassolese don Camillo Ruini, nominato dal pa-

pa segretario della Cei, invita a votare la Democrazia Cri-stiana. Dopo le furiose polemiche abbozza una marcia in-dietro dicendo che il documento dei vescovi indica ai catto-lici le priorità per il bene dell’Italia. A Roma i genitori diEmanuela Orlandi (il papà è funzionario del Vaticano) of-frono 750 milioni per per avere notizia della figlia, scom-parsa nel 1983 mentre stava rientrando a casa.

1988

A 90 anni muore Enzo FerrariLa notizia, il 15 agosto, a funerali avvenuti

I funerali in forma privata.Poi, il giorno dopo, l’annun-cio della morte: «Si è spentoalle 7 di domenica 14 agostoEnzo Ferrari». Era stato pro-prio il Drake a lasciare que-sta volontà al figlio Pieroche, rispettandola, lo accom-pagna nell’ultimo viaggio alcimitero di San Cataldo assie-me ad una decina di parentistrettissimi. Se ne va così,nel cuore dell’estate, mentrela stragrande maggioranzadei modenesi è in vacanza,l’uomo che ha legato per sem-pre il suo nome all’auto e almito della velocità, tanto dadiventarne sinonimo e sim-bolo per antonomasia. Un ad-dio schivo e solitario comeschivo e solitario era quel no-vantenne a cui il mondo si in-china per un’ultima volta.Telegrammi arrivano dai cin-que continenti. Solo pochimesi prima proprio Ferrari,forse sentendosi prossimo al-la fine, aveva dato il via libe-ra ad una riorganizzazioneinterna alla Ferrari.

In questo stesso anno a Mo-dena arrivano personaggi in-

ternazionali: in aprile c’è sta-to il concerto di Sting, con 30mila fans, al Braglia. In quel-lo stesso stadio due mesi do-po si consuma l’affondamen-to del Modena Fc che dopouna sola stagione da neopro-mossa in B ritorna in C1.Consola almeno il titolo mon-diale di tiro con l’arco ad An-drea Parenti e quello tricolo-re nel basket femminile conl’Oece di Cavezzo. A metàgiugno apre l’ipercoop I Por-tali e pure lo svincolo dellatangenziale nord, con 6 kmdi asfalto su quattro corsieverso le direttrici autostrada-li. Intanto si cerca il terrenoper il nuovo ospedale di Bag-giovara, con una spesa pre-ventivata di 120 miliardi.

Nella cronaca fa scalporeil tentativo di una moglie car-pigiana, 28 anni, che cercad’incastrare il marito, in vi-sta di un divorzio per averel’affidamento di entrambi i fi-gli, con l’accusa di stupro. Ilmezzo? La testimonianzaprezzolata di una dipendentedi 19 anni che poi ritratta tut-to e confessa.

Il Pontefice in visita a Maranello

LA VISITA DI WOJTYLA

Torna un Papa dopo 131 anniÈ l’anno della visita di papa Wojtyla a Modena, la prima

di un pontefice dopo quella di Pio IX nel 1857. GiovanniPaolo II arriva in città a fine giugno ed esordisce con un«Sia benedetta questa città» che conquista subito tutti imodenesi, credenti e laici. Cerimonie con sindaco Pci e ilvescovo Quadri al fianco. E poi lo storico incontro a Mara-nello con un ormai malatissimo Enzo Ferrari.

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XVIII GAZZETTAGIOVEDI’ 24 MARZO 2011 I 30 ANNI DELLA GAZZETTA

Impresa storica della PaniniVince l’ottavo scudetto, il quarto consecutivo con Velasco

1989

Il 1989 è l’anno della palla-volo. La Panini a giugno con-quista l’ottavo scudetto dellasua storia, il quarto consecu-tivo, entrando così nella leg-genda del volley. Sono le19.27 del 13 maggio, un saba-to sera, quando con un peren-torio 3-0 il sestetto modenesetravolge la Maxicono nellagara quattro della finale tri-colore. È la Panini del com-mendator Giuseppe, quelladi Velasco che proprio suquesto trionfo lascia dopoquattro anni conclusi con al-trettanti titoli italiani. Unacarrellata superlativa chemanda in delirio i tifosi e chefa di Modena la capitale del-la pallavolo.

I famigliari delle vittimedella strage di Ustica si ribel-lano alla politica degli omis-sis che coprono la ricerca deicolpevoli per l’esplosione del-l’areo in volo. Tra i morti del-l’attentato anche un carpigia-no e una ragazza modenesedi 16 anni, Paola Bonati, involo per raggiungere i genito-ri in vacanza. Tra maggio egiugno i fatti di piazza TienAn Men a Pechino. A fine pri-

mavera l’epidemia dell’aftaepizootica negli enormi alle-vamenti suinicoli concentra-ti tra Castelnuovo e Formigi-ne. All’inizio le autorità mini-mizzano poi, quando il conta-gio è indiscutibile, gli alleva-tori chiedono i vaccini: ven-gono negati. Arriveranno agiorni di distanza e utilizzatisu mezzo milione di maiali.Ma 60 mila sono stati abbat-tutti, pure le carcasse sotter-rate sono un’emergenza. Incittà infuriano le polemicheper la presenza di massoninella sanità; le denunce pub-bliche vengono rintuzzatedal responsabile Ausl, Mez-zetti, che garantisce: «Sceltesolo professionali».

Nel frattempo il numero diimmigrati diventa massic-cio: mettono a disposizionespazi per ospitarli i parrociin vecchi edifici in disuso e ilPci mette a disposizione alcu-ne Case del Popolo nel Carpi-giano. A Modena scende incampo, non senza polemi-che, il Comune che allestisceuna speciale agenzia-casaper trovare alloggio ai lavo-ratori di colore.

SilvanaDall’Ortoè rilasciatadopo unrapimentodurato194 giornie terminatocon unriscattodi 4 miliardi

RISCATTO DI 4 MILIARDI

Si risolve il sequestro Dall’OrtoLa mafia dei sequestri non molla la presa su Modena e

mette a segno il rapimento di Silvana Dall’Orto, moglie diGiuseppe Zannoni titolare di uno dei più importanti grup-pi ceramici nel distretto Sassuolo-Scandiano. Dopo 194giorni, a maggio, la donna è rilasciata su riscatto di 4 mi-liardi. Racconta di essere stata rapita da una banda di sar-di e che i malviventi si sono sempre comportati in manie-ra impeccabile offrendole persino salmone e chamagne.

1990

Le “Notti magiche” dei MondialiL’Italia è terza. Pavarotti “inventa” i Tre Tenori

I modenesi sudano e sogna-no davanti ai maxischermiper i Mondiali di calcio. Equando Totò Schillaci segnail gol che qualifica l’Italiaper la semifinale l’entusia-smo li spinge ai caroselli inauto sui viali con “concerti”di clacson fino a notte tarda.Giusto il tempo di incontrarepochi giorni dopo l’Argenti-na di Maradona e il sognosvanisce nella sconfitta.

Resta, sportivamente, laconsolazione di una secondaF1 modenese, la Lambo dellaLamborghini progettata daMauro Forghieri, l’uomo deisuccessi con Enzo Ferrari;ma avrà vita effimera. A pro-posito, alla guida delle Rosseil francese Alain Prost chepromette scintille.

Ci si consola con Pavarottiche inventa a Roma, alle Ter-me di Caracalla, il concertodei Tre Tenori; è un successoplanetario che fa un po’ daapripista agli eventi musica-li di Modena del “Pavarottiand Friends”, dove si mesco-la l’opera al pop e al rock.

L’Accademia Militare vie-

ne vista, per la parte monu-mentale che è poi il lascitopiù importante degli Estensi,come una risorsa artisticaper la città. Si apre la discus-sione su un eventuale sposta-mento della scuola ufficialidell’esercito e dei carabinieriin altra sede per trasferirci ilComune; è un dibattito esti-vo che non lascia tracce.

La bella stagione invecelancia anche a Modena il pro-getto dei “Cortili”, quelli deigrandi edifici pubblici in cen-tro recuperati per una miria-de di incontri e musica vistoche mancano i soldi per i con-certi coi grandi nomi.

Comune, Provincia e Ca-mera di Commercio ingrana-no la quarta per la Mode-na-Lucca, mostrando l’appog-gio degli enti gemelli delleprovince interessate, ma nonse ne fa nulla.

Il docente di Fisica dell’U-niversità, Franco Baracchi,incaricato di sorvegliare laradioattività nei locali sanita-ri dice pubblicamente che c’ètroppo radon in Radiologia aSassuolo e viene licenziato.

Silvia Baraldini al suo arrivo in Italia dopo l’estradizione dagli Usa

CONDANNATA NEGLI USA

Scoppia il caso Silvia BaraldiniPersino papa Woytila interviene negli appelli per la libe-

razione di Silvia Baraldini, di origini mirandolesi e in car-cere negli Usa con l’accusa di favoreggiamento di terrori-sti. Gravemente ammalata verrà portata in Italia moltotempo dopo, nel ’99, per finire la pena. Ma a tener banco èl’Urss, con Gorbaciov sotto scacco e Ieltsin che fonda ilsuo partito. La Nato tende la mano al Patto di Varsavia.

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XIXGAZZETTA GIOVEDI’ 24 MARZO 2011I 30 ANNI DELLA GAZZETTA

I delitti del mostro di ModenaNel ’91 quinta delle nove vittime. Non verrà mai scoperto

1991

Nel 1991 torna a colpire il“mostro” di Modena, il killerseriale che dall’85 al 1995 uc-cide ben nove giovani donne.Una caratteristica accomunale vittime: sono tutte giova-ni, tossicodipendenti e qual-cuna anche prostituta per po-tersi procurare i soldi per ladroga. Per gli inquirenti i de-litti sono un rompicapo. Leindagini continueranno, diomicidio in omicidio, puntan-do sulla pista di un solo re-sponsabile ma non porteran-no mai nè alla sua identifica-zione nè, tanto meno, ad al-cun arresto. Il caso finisceanche sulle cronache nazio-nali e in televisione. Poi dal1995 il “mostro” smette di col-pire. Fortunatamente non cisono più vittime, ma sfortu-natamente la vicenda cadenell’oblio e i nove delitti re-stano insoluti.

Il 1991 porta a Modena an-che tanti altri fatti di crona-ca nera: si fanno i conti consparatorie, rapine e seque-stri. Il 3 giugno la famigliaLongagnani a Casinalbo vie-ne sequestrata e rapinata inazienda; i carabinieri arriva-

no in tempo e dopo la spara-toria catturano due banditi.La moglie del titolare esaspe-rata: «Visto che lo Stato nonci difende noi non paghiamole tasse».

L’episodio segue a un me-se di distanza la sparatoriadi via Benedetto Marcello.Due bande arrivate da Caser-ta aspettano i nemici sotto ca-sa; in un uragano di fuoco re-stano feriti due banditi. Po-che ore dopo stessa musica aModena sud, dove vengonointercettati i banditi che han-no assaltato un furgone diArezzo carico di lingotti d’o-ro per oltre 3 miliardi: la ban-da fugge verso Carpi e inuna strada di campagna, aGanaceto, riesce a effettuareil cambio dell’auto. Prefettoe questore vengono fatti og-getto di polemiche: durantela festa della Polizia gli agen-ti disertano le celebrazioni.

Gli immigrati toccano quo-ta 9 mila: le previsioni indica-no 620 mila residenti nel2020. Già nel 2005, per effettodei nuovi modenesi arrivati,abbiamo superato le 700 milapersone in provincia.

La stragedel Pilastroa Bologna.La bandadella UnoBiancacolpiscedall’87al 1994causando24 morti

TERRORE A BOLOGNA

Uno Bianca, la strage al PilastroÈ il 4 gennaio del 1991. Sono le 22 quando presso il quar-

tiere del Pilastro di Bologna una pattuglia dei carabiniericade sotto i colpi di un gruppo criminale che si trovava lìper caso, diretto a San Lazzaro di Savena in cerca di un’au-to da rubare. È l’azione criminosa più violenta messa a se-gno dalla Banda della Uno Bianca che dal 1987 sino all’au-tunno del 1994 causò la morte di 24 persone e il ferimentodi 102. Inizia quest’anno anche la guerra nei Balcani.

1992

L’assalto di Maniero all’EstenseRubato il capolavoro del Velazquez e altre tre opere

Anche per Modena è un an-nus horribilis, che inizia, il23 gennaio, con il clamorosofurto del ritratto di France-sco I del Velasquez e di altretre preziose opere. La pistasugli autori dell’assalto allaGalleria Estense viene rico-struita e porta a Felice Ma-niero, il boss della mala delBrenta. Alla fine i dipinti tor-neranno a casa ma zoned’ombra resteranno per sem-pre su tutta la vicenda.

A metà febbraio parte un’inchiesta a Milano sulle rube-rie ai danni degli anziani ri-coverati in un ospizio, il PioAlbergo Trivulzio: è l’iniziodella più grande inchiestadel dopoguerra, Mani Pulite.In due anni vengono setaccia-ti rapporti tra malaffare emalapolitica, qualche rivolodell’inchiesta a Modena siferma. «Avremmo bisognoanche noi di un Mario Chie-sa» spiega il ProcuratoreWalter Boni. A maggio vienearrestato l’ex direttore dellaCogefar, impresa collegata al-la Fiat che costruisce l’ospe-dale di Baggiovara per Ccc,

in carcere per appalti milane-si. Dai politici locali un coro:«E’andato via prima che sce-gliessimo tra varie proposte.Il problema non esiste». Nel-la girandola di proposte sulleopere pubbliche il Comuneinvita a Modena l’ennesimaarchistar, Maurice Culot, bel-ga e architetto preferito diMitterrand che deve rifarepiazza Grande. Dopo varie vi-site e incontri nulla di fatto.

A Gargallo di Carpi GianniVarini dice che gli appare invisione la Madonna; il vesco-vo, mons. Staffieri, dice chenon è credibile ma tutte le do-meniche, per quattro anni,arrivano pullmann di fedelida ogni parte d’Italia. A Mi-randola i genitori di LorenzoLigato, 33 anni, piangonoquando riabbracciano il fi-glio trovato in stazione: perdue settimane senza memo-ria aveva vagato a Bologna.A Sassuolo i carabinieri chiu-dono una discoteca, la Oasis,dove trovano 1200 personeanzichè 500. Stesse chiusurea Pavullo per Settecento eMikos.

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, simboli della lotta alla Mafia

LA MAFIA A PALERMO

Uccisi Falcone e BorsellinoLa mafia colpisce i due giudici simbolo della lotta alla

criminalità organizzata. Il 23 maggio il giudice GiovanniFalcone, protagonista della maxi inchiesta che portò allasbarra 474 mafiosi, viene ucciso con la scorta a Palermo.Aveva lavorato a Modena nell’ 85 sugli affari del clan Ba-dalamenti. Il 19 luglio è colpito Paolo Borsellino. In ViaD’Amelio uccidono il magistrato e i 5 agenti della scorta.

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XXIGAZZETTA GIOVEDI’ 24 MARZO 2011I 30 ANNI DELLA GAZZETTA

Ciclone Mani Pulite sull’ItaliaCraxi salvato dal parlamento. Arresti anche a Modena

1993

Il ciclone di Mani Pulitespalanca le porte a una cate-na di confessioni e documen-ti, portando in carcere o da-vanti ai magistrati anche ivip dell’economia e della poli-tica. La goccia che fa traboc-care il vaso è il “no” del Par-lamento delle richieste di au-torizzazione a procedere con-tro Craxi in quattro processi.

A Modena la Gazzetta si faportavoce dello scontento,raccogliendo le testimonian-ze di chi manifesta e appog-giando le petizioni controscelte che sembrano impu-nità parlamentari anzichèimmunità. Carlo Giovanardiindirizza lettere di congratu-lazioni al giudice Di Pietro.

Le inchieste dei magistratimilanesi arrivano anche incittà dove tra la primavera el’estate viene arrestato Giu-lio Caporali, già super-ammi-nistratore delle Fs in quotaPci, che chiama in causa ilpartito e la spartizione degliappalti con le coop.

A Modena viene arrestatoil titolare della Masoni Pre-compressi. Si alza il velo sulmeccanismo del 3% di tan-

genti ai partiti (tutti, con di-verse quote, coinvolti) pervendere le traversine dei bi-nari. Dopo la confessioneesce dal carcere mentre unex dirigente modenese delConaco, il gruppo di coordi-namento delle coop edili ade-rente alla Lega, finisce in ma-nette per corruzione e finan-ziamento illecito ai partiti;poi ottiene i domiciliari perragioni di età.

Si allunga fino a Modenaanche l’inchiesta per le forni-ture alla Centrale del Lattedi Milano.

Per altre ragioni, truffa al-la Cee sui rimborsi Iva, fini-sce nei guai una ditta di Ba-stiglia, con 13 arresti in tut-to. Alla dogana di Campogal-liano 1000 addetti alla logisti-ca sono a rischio per la cadu-ta delle frontiere e la riduzio-ne del traffico merci. Iacp (ca-se Popolari) promette di ven-dere 2300 appartamenti a chici abita da dieci anni mentrea Cavezzo si tiene il primo re-ferendum comunale d’Italia:viene approvato di misura ilnuovo palasport, ma non isuoi ampliamenti.

MichailGorbaciova Modenaa fine maggioper ricevereun premioL’anno primasi eradimessoda Capodello Stato

A MAGGIO A MODENA

Un premio a Michail GorbaciovModena si prepara a fine maggio ad accogliere Gorba-

ciov che viene a ritirare un premio. Nei Balcani la Serbiacontinua i bombardamenti sulla Bosnia e i civili sino ache Clinton non ordina ai bombardieri Usa di fare lo stes-so contro le truppe di Belgrado. Il ministro della Difesa alMak Pi 100 in Accademia replica alle minacce serbe con-tro l’Italia. E lo sport? I canarini incassano una pesantesconfitta a Bologna (2-1) coi rossoblù che giocano in dieci.

1994

Il debutto di Silvio BerlusconiPrimo incarico alla presidenza del Consiglio

È l’anno in cui il ‘SignorTv’ scende in campo e con-quista per la prima volta lacarica di presidente del Con-siglio. Berlusconi passa perun solo voto in Parlamento.All’atto dell’insediamentoNapolitano, per il Pds, gli ri-corda di rispettare le leggi.

I modenesi sono più coin-volti all’eterna accoppiata‘Sesso & Soldi’. Interesse allestelle al processo contro unapornostar e suo marito, accu-sati di offrire spettacoli hardcon accoppiamenti multipli,con tariffa di 30 milioni a se-rata. Il Tribunale di Modenali condanna a 20 mesi.

Seguendo invece il filonedi una rapina in via Pucciniviene arrestato un trentennedi Serramazzoni con mi-gliaia di foto di donne, com-prese alcune quattordicenni,in pose pornografiche. A Car-pi una donna abbandona il fi-glio dopo il parto in ospeda-le. A Soliera in giugno duenonni sono processati per in-fanticidio per aver ucciso ilnipote nato da una relazionetra la figlia e lo zio.

A Montefiorino il 18 giu-gno arriva Oscar Luigi Scal-faro per ricordare la repub-blica partigiana.

A Modena impazza l’usurae il giro di soldi sporchi: la Fi-nanza scopre che in città eprovincia operano 2400 so-cietà finanziarie (di cui centopiù che sospette), ovvero undecimo del totale di quelle re-gistrate in tutta Italia.

Il Comune è sotto schiaffoper il Piano Traffico, su cuiviene negato un referendumcittadino, che per le penaliper espropri illegittimi; i ri-correnti e i loro eredi lamen-tano pagamenti ridicoli perterreni agricoli che in pochianni diventano edificabili.Ogni volta sono risarcimentimiliardari.

Per il caso Priebke, unodei massacratori delle Ardea-tine, un finalese emigrato inArgentina racconta alla Gaz-zetta la doppia vita in Suda-merica del nazista ricercatoper crimini di guerra.

Nei massacri del Ruanda imorti della guerra civile siconteranno a milioni.

Ayrton Senna, il pilota brasiliano muore in un incidente a Imola

TRAGEDIA A IMOLA

Muoiono Senna e RatzenbergerIl mondo della Formula Uno e dello sport in generale è

scosso dalla tragedia di Imola: in un week end di sanguemuoiono i piloti Ayrton Senna, probabilmente il più gran-de di tutti i tempi e Roland Ratzemberger. Otto personetra pubblico e tecnici restano feriti. Rabbia e polemichedopo la strage: il circuito di Imola sotto accusa. Sull’acca-duto vien aperta un’inchiesta della magistratura.

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XXIIGAZZETTAGIOVEDI’ 24 MARZO 2011 I 30 ANNI DELLA GAZZETTA

l e a d e r n e i v a l o r i .

trac

ce.com

www.mo.cna.it

Ci si mette moltoper diventare giovani

{P. Picasso}

Paolo, imprenditore

I GRANDI EVENTI

Anche le tensostrutture vengono utilizzate massiccia-mente per offrire spazi coperti al pubblico in caso dimaltempo; il Festival Filosofia, infatti, si tiene a set-tembre e la pioggia spesso non manca. Qui sopra il so-ciologo Zygmunt Bauman a passeggio nelle strade diModena con la sua immancabile pipa. A fianco due stu-dentesse consultano la guida delle manifestazioni.

Quando la filosofiadiventa spettacoloe riempie le piazze

Da dieci anni il Festival della Filo-sofia ha iniziato a riempire le piazzee le strade di Modena, Carpi e Sassuo-lo, creando una nicchia di turismoche prima non esisteva. Con un bilan-cio arrivato a un milione di euro perl’ultima edizione, interamente versa-to da enti pubblici e fondazioni ban-carie, la rassegna modenese si è inse-

rita nel filone della riscoperta dellacultura di alto livello ma alla portatadi tutti, con intellettuali di levaturanazionale e internazionale che discu-tono con studenti e appassionati diogni estrazione sociale.

I numeri dichiarati sono molto altie nel tempo si è radicata una piccolaeconomia fatta di gadget e libri.

L’ecologista indiana Vandana Shiva è stata ospite d’onore al Festival Filosofia. Qui sopra la vediamo duranteun’affollatissima conferenza in piazza Grande, sede principale degli incontriLaureata in fisica, si è specializzata in economia nelle battaglie per un agricoltura pulita e contro gli OgmA sinistra lo psicanalista Umberto Galimberto, presenza fissa nei dialoghi col pubblico

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XXIV GAZZETTAGIOVEDI’ 24 MARZO 2011 I 30 ANNI DELLA GAZZETTA

I GRANDI EVENTI

Tutti gli ospiti di Big Luciano. Da sinistra Bono degliU2, sopra Grace Jones e a destra Sting. Sotto al cen-tro della pagina: Pavarotti a fianco del Dalai Lama. Asinistra al centro: arriva nell’ex ippodromo modene-se un personaggio popolarissimo in tv: Mike Bongior-no, con la moglie Daniela. Applausi ed entusiasmo an-che per le altre stelle dello spettacolo dello show.

Pavarotti & Friendsuna parata di stelleda tutto il mondo

Per l’Africa, per l’Iraq e anche perla Bosnia. Per alcuni anni Modena di-venta la capitale morale di un’inter-ventismo umanitario che va oltre ilglamour della parata di stelle. Eppu-re con Pavarotti and Friends la colla-borazione tra artisti della musica vaoltre la filantropia eccezionale di Li-ve Aid di Bob Geldof e l’apoteosi mu-

sicale come nel Concerto dei Tre Te-nori a Roma, sempre con Big Lucia-no come protagonista. Il Novi Sad eil suo edificio ducale diventano losfondo per concerti in mondovisionee soprattutto richiamano, una voltain più, l’attenzione di un pubblicoenorme e delle star dello spettacolosulle vittime delle guerre.

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XXVGAZZETTA GIOVEDI’ 24 MARZO 2011I 30 ANNI DELLA GAZZETTA

In alto AndreaBocelli(a sinistra)A fiancoBrian May eRoger Taylordei QueenA fiancoZuccheroFornaciarie Lady Dianad’Inghilterra

Qui sottoRicky Martincantanteamatissimodallegiovanissimeche si sonoappostatedal mattinoper unautografoo soloper vederlo

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XXVIIGAZZETTA GIOVEDI’ 24 MARZO 2011I 30 ANNI DELLA GAZZETTA

I GRANDI EVENTI

Appuntamento estivo di grande musica e di grande al-legria quello del Festival delle Bande Militari che haportato a Modena compagini internazionali. Qui alcu-ne immagini di passate edizioni. Da sinistra: un con-certo dell’edizione 2005. Qui sopra banda scozzesenel 2007 e a destra musicisti del Gruppo Hosoo Tran-smongolia che partecipò all’edizione 2007 del Tattoo.

Festival delle bandeModena capitaledel Tattoo italiano

Una manifestazione diventata, neltempo, tradizione; cresciuta negli an-ni fino a diventare famosa a livellointernazionale, capace di portare sul-le strade della città e della provinciacompagini di tutto il mondo: questoil Festival delle Bande Militari, unodei grandi eventi che ha portato il no-me di Modena nel mondo. La manife-

stazione è arrivata l’anno scorso allasua diciannovesima edizione, prece-duta come sempre da “Rataplan”,l’anteprima che vede protagonisti igiovani strumentisti provenienti del-le scuole di musica di tutta la regio-ne. Uno “squadrone” colorato, “apri-pista” al festival vero e proprio fattodi concerti di gala e parate.

La manifestazione nel 2010arrivata alla 19ª edizione

A sinistra la Banda dei Bersaglieri, nel 2008, sfila dicorsa sulle strade modenesi. Qui sopra un momentodello spettacolo di chiusura dell’edizione 2008 con lagrande parata di fronte all’Accademia Militare

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XXVIII GAZZETTAGIOVEDI’ 24 MARZO 2011 I 30 ANNI DELLA GAZZETTA

Lo scandalo divise sporcheUn agente arrestato, tre indagati. De Gennaro a Modena

1995

«Perchè è venuta qui achiedere la pensione? A noilei risulta deceduta». Di fron-te a questa risposta una pen-sionata di 75 anni si rivolgealla Gazzetta per denunciareil caso di malaburocrazia.Inutile dire che in pochi gior-ni le arrivano dall’Inps scusee pagamento di pensione e ar-retrati. A Carpi a maggio unutente si rivolge al giornaleper segnalare una bolletta da70 milioni di lire.

Scoppia il caso delle cosid-dette “divise-sporche” inQuestura; in seguito a un al-tro delitto del “Mostro di Mo-dena” (in tutto saranno novele donne uccise, l’ultima pro-prio all’inizio di gennaio diquest’anno) la famiglia diuna ragazza affida a un inve-stigatore privato le indagini.Da qui si scoprono nell’am-biente delle lucciole stranecontinguità con agenti dellaPs. Per i colleghi è uno sho-ck: a Modena arriva il su-per-poliziotto De Gennaro el’operazione porta al trasferi-mento alla Celere di Milanodi un sovrintendente che davent’anni era in servizio a

Mirandola.In Inghilterra viene arre-

stato e rilasciato il modenesePaolo Vaccari, di Greenpea-ce, che con altre centinaia dimanifestanti aveva bloccatoil treno con scorie radioatti-ve pronte per essere riciclatein un impianto nucleare.

Nello Zaire, in mezzo allamicidiale epidemia del virusEbola, ci sono cinque missio-nari modenesi.

A Finale, San Felice e For-migine manifestazioni perevitare che vengano chiusi ipiccoli ospedali: lotta vana.

“La Bugatti in agonia” tito-la la Gazzetta. Lo storicomarchio era tornato a pro-durre a Campogalliano. Male supercar in 8 anni si conta-no sulle dita di una mano e ilpatron modenese RomanoArtioli si ritira.

A fine anno, il 18 dicem-bre, Modena perde un altrodei suoi “portabandiera” piùimportanti e conosciuti nelmondo: muore a 70 anni Gior-gio Fini titolare dell’omoni-mo ristorante e del marchioche ha reso internazionale lanostra cucina.

GiulioAndreottia Perugianell’auladel Tribunaledavanti allaCorte d’Assiseper il processoper l’omicidiodi MinoPecorelli

PROCURA DI PALERMO

«Andreotti venga processato»Il 2 marzo del 1996 la procura della Repubblica di Paler-

mo chiede di poter processare il senatore a vita Giulio An-dreotti. L’accusa, che prende le mosse dalle dichiarazionidel pentito Buscetta, è di essere stato il referente della ma-fia in politica. Il sette volte presidente del Consiglio sce-glierà di farsi processare, sia per questa che per le altre pe-santi accuse come quella di essere il mandante dell’omici-dio di Mino Pecorelli. Alla fine ne uscirà indenne.

1996

Modena si spacca sui tracciati TavPetizioni, cortei, proteste: alla fine passa il nord

Luca Cordero di Monteze-molo diventa presidente diConfindustria e tenterà piùavanti di riunire in una solaorganizzazione anche i picco-li industriali di altre associa-zioni. Il suo lavoro non ottie-ne successo, a differenza diquanto accaduto a Treviso,perchè i “piccoli” della no-stra provincia si ritengonopoco tutelati da un’unicastruttura associativa.

A giugno arriva il nuovovescovo; è mons. Cocchi chesostituisce mons. Santo Qua-dri. Per Pavarotti invece sia-mo alle ultime battute del di-vorzio del secolo tra LucianoPavarotti e la moglie Adua;il tenorissmo viene sorpreso,si fa per dire, da un fotografoindiscreto che lo ritrae inmezzo al mare dei Caraibimentre bacia la segretariaNicoletta Mantovani.

Ma a tenere banco per ilterzo anno consecutivo sonole imponenti mobilitazionipopolari contro il percorsodella Tav; il Comune di Mo-dena tentenna fra tre percor-si, i cittadini si organizzano e

presentano un poderoso stu-dio tecnico che dimostra lapossibilità di un affiancamen-to parallelo al tracciato esi-stente, sotterraneo, e senzaimpatto sul territorio. Maneppure 50 mila firme di trepetizioni, cinque grandi ma-nifestazioni con trattori estriscioni, smuovono il sinda-co Barbolini e la sua giuntadal votare per un viadottoche chiude a nord la città.Nel campo della tutela dei be-ni storici si apre lo scontrosul restauro del “Compian-to” di Guido Mazzoni, la sta-tua in terrecotta viene priva-ta dei suoi colori antichi dicinque secoli e lasciata solonel colorito rosa dell’argilla.Il 18 ottobre muore GiuseppePanini, re delle figurine e del-la pallavolo modenese. Terre-moto in Comune per l’allon-tanamento del segretario co-munale, Teodosio Greco: luifa ricorso e vince tutte le cau-se. Dal 2006 è in attesa di unrimborso miliardario decisodal tribunale per lo ‘stalkin-g’ amministrativo di cui èstato vittima.

Proteste per i divieti contro i rischi del virus mucca pazza

IN EUROPA

La psicosi della “mucca pazza”In marzo si scatena in tutta Europa la paura della muc-

ca pazza. Una commissione scientifica inglese comunicaufficialmente che il morbo della “mucca pazza” è trasmis-sibile all’uomo. Crollano i consumi di carne bovina e an-che in Italia si segnalano i primi casi di contagi e morti so-spette. Scattano anche divieti di commercializzare alcunitagli di carne. È rivolta in difesa della fiorentina.

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XXXIGAZZETTA GIOVEDI’ 24 MARZO 2011I 30 ANNI DELLA GAZZETTA

A Parigi muore Lady DianaIncidente automobilistico il 31 agosto nel tunnel dell’Alma

1997

Grande commozione per lamorte di due donne: LadyDiana, nell’incidente dell’Al-ma e Marta Russo uccisa al-l’Università La Sapienza diRoma. L’omicidio avviene il9 maggio. Nel 2003 la Cassa-zione condannerà in via defi-nitiva gli ex assistenti uni-versitari Giovanni Scattonee Salvatore Ferraro. La mor-te della Principessa del Popo-lo, ex moglie del principeCarlo d’Inghilterra, avvieneinvece il 31 agosto: si schian-ta nel tunnel dell’Alma a Pa-rigi in auto con il fidanzatomusulmano Dodi al Fayed.Ancora oggi la famiglia delricchissimo magnate assicu-ra che fu un complotto dellaCorona inglese.

Maxi tamponamento neigiorni di Natale: il 23 dicem-bre sull’Autobrennero neipressi di Carpi oltre 100 autosono rimaste coinvolte in unincidente con 26 feriti. Fortu-natamente, causa la nebbiafitta, la lunga colonna di au-to viaggiava a velocità mode-rata, ma a parte le ferite lievila paura è stata tanta.

«Sono davvero commosso,

ho realizzato un sogno quel-lo di contribuire a riportareil sorriso sui volti dei bambi-ni», parole di Luciano Pava-rotti dopo avere inaugurato,il 21 dicembre, a Mostar nel-l’ex Jugoslavia, il centro mu-sicale per bambini realizzatocon i proventi del Pavarotti& friends. Al progetto hannopartecipato anche altri bigcome Zucchero, Bono degliU2, Ligabue, Bennato, Pelù.

Criminalità a Modena. Il23 dicembre don Oreste Ben-zi ha fatto visita al centinaiodi prostitute che esercitava-no alla Bruciata, in zona Cit-tanova: attraverso una cate-na umana ha voluto sensibi-lizzare contro lo sfruttamen-to del corpo femminile.

Lutto infine nel mondo im-prenditoriale: muore il 13 di-cembre Giovanni AlbertoAgnelli, 33 anni, figlio del fra-tello dell’Avvocato, UmbertoAgnelli. Era l’erede designa-to della Fiat e viene uccisoda una rara forma di tumoreall’intestino che in 8 mesi selo porta via. Solo pochi gior-ni prima aveva assistito auna partita della Juve.

Violentarapinaa dannodi FrancescoBiaginiimprenditoremodenese.Quattroi malviventiassaltanola sua casa

L’INDUSTRIALE BIAGINI

Sequestrati in casa e rapinatiIl noto imprenditore e presidente della Lapam-Licom di

Modena Francesco Biagini la notte del 13 dicembre è statorapinato in casa e picchiato da quattro malviventi. Sonostati momenti drammatici quelli vissuti da Biagini, dallamoglie Carmen e dal fratello Giuseppe. Quattro malviven-ti stranieri hanno fatto irruzione nell’abitazione dell’indu-striale e dopo avere malmenato i tre hanno rubato denaroe gioielli per un centinaio di milioni di euro.

1998

Contesa sulla terapia Di BellaAccordo tra il ministro Bindi e il medico modenese

Diventa in pochi giorni unevento nazionale la terapiacontro il cancro che il profes-sor Luigi Di Bella, un anzia-no ex professore universita-rio modenese, dice di averemesso a punto. Seguirannomolti mesi di polemiche, spe-ranze e dichiarazioni smenti-te il giorno dopo che porte-ranno migliaia di malati spe-ranzosi a recarsi davanti aicancelli del medico a Mode-na. Il 10 gennaio le polemi-che in parte si placano per-ché il professore incontrapubblicamente l’allora mini-stro della Sanità Rosy Bindiche inserisce la cura antitu-morale del professore mode-nese a verifica ufficiale.

Centenario con polemicaper la nascita di Enzo Ferra-ri: il Drake nacque nel 1898in una casa di via Paolo Fer-rari 85 e la costruzione, inmani private, cade a pezzi.Serviranno ancora molti an-ni perché si parta con il pro-getto del Museo Enzo Ferra-ri, pronto a fine 2011 e natoda un’idea della Gazzetta cuisi uniscono subito la Gazzet-

ta dello sport e l’allora vice-presidente del Consiglio Wal-ter Veltroni.

Per la cronaca nera da ri-cordare lo scandalo pedofiliache si abbatte sulla Bassa:una vicenda drammaticache, dal punto di vista giudi-ziario, finirà nel nulla.

Negli Stati Uniti scoppia loscandalo Lewinsky, la lovestory clandestina tra il presi-dente Bill Clinton e la stagi-sta della Casa Bianca, Moni-ca Lewinsky. Il 21 settembreviene reso pubblico il videodella confessione del presi-dente davanti al Gran Giurì.In America lo vedono in 22milioni di persone. Clinton,imbarazzato, è costretto adammettere il “rapporto im-proprio”, ossia orale, avutocon Monica nella Sala Ovaledurante la telefonata politicaa un senatore. Clinton riu-scirà poi a superare, nono-stante una richiesta di impea-chment per avere mentitosotto giuramento, il bruttomomento e il partito demo-cratico successivamente vin-cerà ancora le elezioni.

D’Alema e Ciampi brindano all’insediamento del nuovo esecutivo

MASSIMO D’ALEMA

Un ex-Pci a capo del governoPer la prima volta un ex comunista, Massimo D’Alema,

diventa presidente del Consiglio dei ministri: accade il 21ottobre poiché alcune settimane prima, grazie a una “mos-sa” politica di Francesco Cossiga e all’uscita della maggio-ranza di Rifondazione comunista di Fausto Bertinotti, ilgoverno Prodi cade. Novità anche al governo tedesco: elet-to il 27 ottobre Gerard Schroeder a capo dell’esecutivo.

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XXXIIIGAZZETTA GIOVEDI’ 24 MARZO 2011I 30 ANNI DELLA GAZZETTA

Notte di fuoco, è il racket?Un raid di 40 minuti. Tre pizzerie distrutte da roghi dolosi

1999

Brutto inizio d’anno per lanostra città. Il 4 gennaio inuna stessa notte sono stateincendiate tre pizzerie incittà, il “City new”, il “Picco-lo Giardino” e “La Vignole-se”. É bastato un raid di 40minuti con tre roghi attribui-ti tutti alla stessa mano perimmaginare che dietro al fat-to possano esserci regola-menti di conti della malavitaorganizzata. Prima tappa deltour criminale alle 4,20 conl’incendio al City New di viaEmilia Ovest cui sono segui-te mezzora dopo le fiammein via Vignolese e pochi mi-nuti dopo al Piccolo Giardi-no. Danni per centinaia dimilioni di lire e sempre mag-giore l’ipotesi racket.

A giugno un incendio met-te a repentaglio l’integritàdella torre di sinistra dell’Ac-cademia costruita nel 1634.Dopo l’intervento tempesti-vo e massiccio dei vigili delfuoco i danni si riveleranno,per fortuna, inferiori a quan-to temuto e verrà accertatoche a provocare le fiamme èstato il malfunzionamento diuna fiamma ossidrica lascia-

ta vicina a fogli di catramedurante i lavori in corso allasede dell’Osservatorio Geofi-sico dell’Università.

In Appennino, il 7 luglio,una scossa di terremoto del6º grado Mercalli terrorizzala popolazione e provoca dan-ni all’ospedale di Pavullo, acase e a diverse chiese alcu-ne delle quali verranno an-che chiuse al culto. Le scossedi assestamento seguirannoper diversi giorni.

È l’11 agosto quando ancheModena si ferma per assiste-re ad una eclissi di sole. Lospettacolo è preceduto dauna grande attesa tanto chevanno a ruba gli occhialiniche consentono di protegge-re la retina da ogni inconve-niente. Alla fine lo spettaco-lo sarà inferiore alle aspetta-tive, poco più di una sorta ditramonto anticipato.

Se ne va il 4 dicembre 1999,a 79 anni, una delle figureistituzionali più importantidella storia italiana, la reg-giana Nilde Iotti, prima don-na presidente della Cameradei deputati dal 20 giugno1979 al 22 aprile 1992.

Il calciatoreRenatoBragliaha stabilitoun recordindossando499 voltela magliagiallobluin vent’annidi carrierasportiva

LUTTO NEL CALCIO

Addio a Braglia, aveva 79 anniL’attenzione della cronaca è su personaggi modenesi

che però “locali” non sono di certo. Se ne va, a 79 anni,l’ex campione di calcio Renato Braglia, un’autentica ban-diera con la maglia gialloblu del Modena nel ventennio acavallo della seconda guerra mondiale compreso l’annodel mitico terzo posto in serie A nel 1947. Un record le suepresenze in gialloblu: 499. Pavarotti ha guai con il fisco:dovrebbe quasi 6 miliardi per i redditi del 1989-1995.

2000

La Ferrari sul tetto del mondoDopo 21 anni torna Mondiale con Schumacher

Dopo decenni la Ferrari ri-porta un suo pilota, il fuori-classe tedesco Michael Schu-macher, sul tetto del mondo(a fine carriera il pilota tra-dirà la Rossa correndo, manon vincendo, con la teutoni-ca Mercedes). Dopo una ca-valcata trionfale e soprattut-to dopo 21 anni di delusioniper la mitica marca di Mara-nello Schumi vince, dopo 8mesi di battaglie, 10 gare chelo incoronano nella classifi-ca generale. Alla presentazio-ne della nuova auto, il 7 gen-naio, l’avvocato Agnelli erastato profetico: «Come voglioche sia la Ferrari nel 2000?Bella o brutta non mi interes-sa, mi basta sia vincente».L’ultima parte della stagioneè stata quella davvero entu-siasmante: quattro vittoriesu quattro gran premi - Ita-lia, Indianapolis, Giappone,Malesia - e un tripudio digioia con il parroco di Mara-nello a scampanellare le cam-pane a più non posso.

A livello sociale è impor-tante la decisione dell’Acca-demia militare di Modena di

ammettere finalmente le ca-dette tra i suoi ranghi: al ter-mine di mesi durissimi dalpunto di vista fisico e deglistudi diverranno ufficiali del-l’esercito italiano.

Su scala nazionale e inter-nazionali sono due le notiziedi rilievo. Il 20 gennaio muo-re ad Hammameth, in Tuni-sia, il leader socialista Betti-no Craxi che era nato a Mila-no il 24 febbraio 1934. Per idetrattori dell’ex presidentedel Consiglio è morto un lati-tante, per gli amici se n’è an-dato, in esilio, un perseguita-to che era stato anche umilia-to, ai tempi dell’inchiesta Ma-ni Pulite di Tonino di Pietro,con lanci di monetine.

In America George W. Bu-sh inizia il secondo mandatoda presidente.

Infine impossibile, venen-do alla storia minimalistamodenese, non citare l’addioalla Bocca di Rosa dellacittà: se ne va Gina Ferrari,72 anni, prostituta per me-stiere e anche per convinzio-ne. Di lei si dice abbia “salva-to” molti matrimoni in città.

L’intero team Ferrari che ha portato la Rossa alla conquista del Mondiale

ARRESTATO UN GIOSTRAIO

Sventato sequestro CremoniniSventato sequestro del re delle carni Luigi Cremonini: i

carabinieri di Genova arrestano un giostraio che con 5complici voleva rapire l’industriale a Natale. Una vicendafortunatamente molto meno drammatica di quella accadu-ta alla prostituta Concetta Giuliano, 39enne, uccisa con 57coltellate. Sarà condannato a sei anni, con incapacità di in-tendere e volere, l’ex ferroviere Sebastiano Mauro.

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XXXIV GAZZETTAGIOVEDI’ 24 MARZO 2011 I 30 ANNI DELLA GAZZETTA

11 settembre: il mondo tremaAttacco terroristico alle Twin Towers di New York: 3.000 morti

2001

Sono le 8.45 dell’11 settem-bre quando, a New York, unaereo passeggeri va a schian-tarsi contro una delle torrigemelle del World Trade Cen-ter di Manhattan. In un pri-mo momento il disastro, perquanto terrificante, sembraaccidentale. Ma 18 minuti do-po, alle 9.03, un secondo ae-reo si schianta contro l’altratorre mentre arriva la segna-lazione di un terzo aereo di-rottato e diretto verso il Pen-tagono. Si sta consumandouna delle più grandi tragediedalla fine della seconda guer-ra mondiale: un attacco ter-roristico al cuore dell’Ameri-ca che avrà come bilanciotremila morti e conseguenzepesantissime sul piano degliequilibri di politica interna-zionale. È l’apocalisse a NewYork; il mondo è incollato aitelevisori, Wall Street crollae con lei vacillano le econo-mie internazionali. Ovunquenel mondo occidentale vengo-no adottate misure di sicurez-za senza precedenti.

Nemmeno un mese dopol’Italia è scossa da un altroincidente aereo. A Linate l’8

ottobre un Md80 e un Cesnasi scontrano in pista: muoio-no 118 persone.

Modena ancora una voltaha soddisfazioni dalla Ferra-ri che incassa i due titoliMondiali piloti e costruttoricon Schumacker e Barrichel-lo. Luciano Pavarotti festeg-gia con un memorabile con-certo al teatro Comunale isuoi quarant’anni di carrie-ra ed è record anche per l’edi-zione del Pavarotti & Frien-ds di maggio che al Novi Sadregistra 18mila spettatori euna raccolta di 3 miliardi e670 milioni a favore dei pro-fughi e dei bambini afghani.

All’inizio di luglio, a Mode-na, è ufficiale la chiusura delmercato bestiame di via Ca-naletto: dopo cinquant’annicesserà a fine mese per la-sciare posto alle ruspe nell’a-rea interessata dal progettodella Fascia Ferroviaria.

L’11 luglio la sentenza del-la Corte d’Appello che riabili-ta don Giorgio Govoni dal-l’accusa di pedofilia. Il sacer-dote della Bassa era mortod’infarto all’indomani dellarichiesta di pena a 14 anni.

MatteoNadaliniil 14ennesoffocatoa LimidiLa madreraccontadi una rapinadi banditistranieriRisulteràtutto falso

DELITTO DI LIMIDI

Matteo soffocato a 14 anniMatteo Nadalini aveva 14 anni. La sera del 13 settembre

il papà esce a comprare del gelato. Quando rientra trovala moglie Paola Mantovani in piscina, legata e imbavaglia-ta, e il figlio soffocato. La donna racconta di una rapinaviolenta ma gli investigatori non le credono. E dopo pocola mamma di Matteo viene arrestata per omicidio preme-ditato aggravato dalla crudeltà. Anni dopo la donna saràcompletamente scagionata e il delitto resterà insoluto.

2002

Il Modena in A dopo 38 anniCortei in città e festa con la squadra al Novi Sad

Il 2002 per Modena è l’an-no del ritorno in serie A. Do-po un’attesa durata 38 anni icanarini conquistano, contre giornate di anticipo sullafine del campionato, la massi-ma serie in cui rimarrannoper due anni. È un pareggioa reti inviolate allo stadioMarassi di Genova a sancirela promozione alla luce, an-che, dei risultati delle altresquadre che coi gialloblu sigiocano l’accesso in A. Lacertezza matematica arrivaalle 16.55 sull’1-1 del Napoli aCosenza. In campo esplode lagioia. E mentre a GenovaAmadei, Tosi, De Biasi e cal-ciatori esultano, a Modena itifosi si scatenano con corteiche, come tradizione, conver-gono in largo Garibaldi. Allasera grande festa al parcoNovi Sad con i canarini accol-ti come eroi da migliaia di so-stenitori.

L’11 settembre un altro fat-to di sangue. A Modena invia Del Mercato una guardiagiurata uccide la fidanzata epoi si suicida. A ottobre sene va a 60 anni il cantautore

Pierangelo Bertoli lasciandoin eredità alcune delle piùbelle canzoni italiane.

A far sorridere i modenesiè invece ancora lo sport. È il7 maggio quando Casa Mode-na sconfigge davanti a 7milatifosi al PalaPanini la Sisleye conquista lo scudetto. A di-cembre Michael Schuma-cher regala alla Ferrari ilquinto titolo mondiale.

Luciano Pavarotti, che pro-prio in quest’anno perde en-trambi i genitori, diventerànuovamente papà: NicolettaMantovani, la sua compa-gna, è infatti in attesa di duegemellini.

Una tragica recrudescenzadel terrorismo rosso. Il 19marzo viene ucciso a Bolo-gna il professor Marco Biagi,docente alla facoltà di Econo-mia e commercio dell’Univer-sità di Modena e collaborato-re del ministero del Welfare.Biagi stava realizzando unariforma dell’ordinamentodel lavoro che prenderà ilsuo nome e a lui verrà ancheintitolata la stessa facoltà diEconomia e commercio.

Il primo gennaio la lira va in pensione e arriva l’euro

DAL 1 GENNAIO

In Europa entra in vigore l’euroDopo una fase sperimentale entra in vigore dal primo

gennaio la moneta unica europea. L’euro equivale a1.927,36 lire e, secondo il ministro dell’Economia GiulioTremonti garantirà agli italiani una moneta più salda eun recupero della macchina produttiva. Il suo ingresso se-gnerà un’ondata di rincari ma al tempo stesso metterà alsicuro l’economia nazionale nel contesto europeo.

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XXXVI GAZZETTAGIOVEDI’ 24 MARZO 2011 I 30 ANNI DELLA GAZZETTA

La tre giorni del presidenteCiampi con la moglie a Modena, Carpi, Sassuolo e Maranello

2003

Alle 16.30 del 9 marzo Mo-dena accoglie il presidentedella Repubblica Carlo Aze-glio Ciampi. Per lui e la mo-glie, signora Franca, una vi-sita di tre giorni che li por-terà anche a Sassuolo, Carpie Maranello. Primo appunta-mento, per il Capo dello Sta-to, è in Accademia in occasio-ne del giuramento dei cadet-ti. La coppia presidenziale al-loggia a palazzo Foresto, se-de della Prefettura, che pertre giorni diventa una sortadi Quirinale modenese, luo-go di incontri e pranzi ufficia-li. Per la signora Franca, ol-tre ai momenti ufficiali ac-canto al marito, anche visiteprivate al Duomo e ai museie autentici bagni di folla tral’entusiasmo della gente.

Se la visita del presidenteè per Modena un momentodi gioia con grande partecipa-zione popolare il 2003 portaperò anche fatti luttosi chescuotono l’opinione pubbli-ca. A Prignano, a gennaio,un uomo di 55 anni uccide lamadre di 89 e poi si toglie lavita. Ad agosto un 28ennefredda a colpi di rivoltella la

ex fidanzata negli uffici delladitta che la ragazza, pure28enne, gestisce con la sorel-la. Poi si suicida. A San Feli-ce quattro ragazzi di 16, 17,18 e 21 anni muoiono in unincidente alla curva di Riva-ra. A maggio Modena perdeun altro grande dell’automo-bilismo: muore a 74 anni Ale-jandro De Tomaso, titolaredell’omonimo marchio digranturismo. E a luglio se neva anche Luigi Di Bella, fisio-logo famoso per la sua tera-pia contro il cancro.

Non solo brutte notizie. Losport ancora una volta rega-la soddisfazioni, dal Modenaalla Ferrari (Schumi conqui-sta il sesto titolo mondiale esupera Fangio). Ma questo èl’anno baseball. La grande ri-velazione della stagione è in-fatti il risultato della “Gb Ri-cambi” che arriva alla finaleper il tricolore. Luciano Pa-varotti e Nicoletta Mantova-ni si sposano il 13 dicembre.A celebrare le nozze al teatroComunale è il sindaco Barbo-li. Vasco Rossi raggiunge ci-fre record per fans ai concer-ti e vendita di dischi.

La palazzinadel comandoCarabinieria Nassiriyacolpitada un pick upimbottitodi tritoloLe vittimedell’attentatofuronodiciannove

LA GUERRA IN IRAQ

Strage a Nassiriya, 19 mortiÈ il 12 novembre quando dall’Iraq arriva la notizia del-

l’attentato di Nassiriya. Diciannove i morti militari e civi-li. L’Italia paga il suo primo tributo di sangue nella guerravoluta da George W. Bush contro Saddam e iniziata a mar-zo. L’attentato avviene alle 8.40 ora locale corrispondentealle 10.40 italiane. I kamikaze usano prima un’autobotteper aprirsi la strada. Poi un pick up imbottito di tritolo silancia contro la palazzina del comando dei carabinieri.

2004

Un nuovo sindaco per ModenaPighi succede a Barbolini che lascia dopo nove anni

Un 2004 importante perModena sul fronte ammini-strativo e politico. Dopo no-ve anni la città vede cambia-re il suo primo cittadino. Leelezioni del 12 e 13 giugno in-fatti portano alla guida delComune Giorgio Pighi, avvo-cato 55enne, che conquista lapoltrona di primo cittadinocon un netto 63,8% di votiCambio anche al vertice del-l’amministrazione provincia-le dove a Graziano Pattuzzisuccede Emilio Sabattini,promosso dall’elettorato conil 65% dei voti.

Ma è una vicenda dolorosaa proiettare la città sulla cro-naca nazionale. Il 9 aprile vie-ne infatti trovato, abbando-nato in un piccolo giardinodi un condominio di via Wa-gner, un neonato. Le condi-zioni del bambino sono dispe-rate. Il piccolo soccorso e ri-coverato alla Neonatologiadel Policlinico, viene battez-zato Jacopo. Per poco menodi un mese la sua storia com-muove l’Italia mentre le ri-cerche portano in breve adidentificare la madre. È una

ragazzina che alla fine chie-derà di poterlo rivedere pro-prio mentre Jacopo sta mo-rendo in ospedale.

L’anno è denso anche diimportanti eventi culturali:il premio Nobel per la FisicaCarlo Rubbia apre l’Anno Ac-cademico dell’Accademia mi-litare, mentre il Nobel per laLetteratura Dario Fo tiene inpiazza Grande una lezio-ne-spettacolo sul Duomo diModena. In migliaia corronoad ascoltarlo non solo dallaprovincia, ma non mancanole polemiche a cominciare daquelle sollevate dal vescovoCocchi che critica la ricostru-zione dei fatti proposta.

Grande appuntamento alPalapanini per gli appassio-nati di musica: sul palco saleinfatti Sting che regala unodei concerti più memorabiliospitati dalla città.

Sul fronte sportivo prose-gue il trionfo delle Rosse e diSchumacher. E a Riolunatoarriva El Pibe de Oro, DiegoArmando Maradona, che tie-ne a battesimo la seggioviaValcava.

Stefano Baldini esulta dopo la conquista dell’oro nella maratona

OLIMPIADI DI ATENE

Baldini, oro nella maratonaC’è anche un po’ di Modena nell’oro olimpico vinto da

Stefano Baldini ai giochi del 2004 ad Atene. L’atleta checonquista la maratona è infatti allenato da Luciano Gi-gliotti, il 70enne professore modenese guru del podismoche ha già portato alla vittoria olimpica Gelindo Bordin. Eil terreno di allenamento su cui Baldini ha costruito l’orocerchiato è la pista del campo scuola alla Madonnina.

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XXXVIIGAZZETTA GIOVEDI’ 24 MARZO 2011I 30 ANNI DELLA GAZZETTA

da Gustare e deGustare

Nei punti vendita

Muore il Papa dei giovaniGiovanni Paolo II se ne va il 2 aprile. I fedeli: santo subito

2005

Due giornate di preghiereper la folla in piazza San Pie-tro sotto le finestre del palaz-zo Apostolico. Poi il 2 aprilela notizia: è morto alle 21.37a 84 anni papa Giovanni Pao-lo II. Si conclude con un mes-saggio di monsignor Sandriai 70mila fedeli in piazza SanPietro lo storico papato delprimo papa polacco, nato aWadowice il 18 maggio 1920.E’ stata una malattia soffertaquella del penultimo papa,tutta pubblica: «Il Santo Pa-dre - spiega il portavoce Joa-quim Navarro Valls, figuracui si deve larga parte della“creazione” mediatica checontorna questo papa - è mor-to nel suo appartamento pri-vato e si sono subito messein moto le procedure previ-ste dalla Costituzione aposto-lica: la certificazione dellamorte è stata effettuata dalcardinale camerlengo Eduar-do Martinez Somalo, poi il se-gretario di Stato Angelo So-dano ha recitato il De Profun-dis e sono risuonati i rintoc-chi delle campane». Le spe-ranze per Karol Wojtyla era-no terminate il giorno prima

al momento in cui il respiroera diventato superficiale edera subentrata una grave in-sufficienza cardiorespirato-ria. È il cardinale di Sassuo-lo Camillo Ruini a dare ilgiorno precedente la morte,con una omelia al momentodella chiusura delle porte diSan Pietro in segno di lutto,il senso del triste momento:«Il pontefice già vede e toccail Signore». Rese note anchele ultime parole di GiovanniPaolo II dedicate ai giovani:«Vi ho cercato, adesso sietevenuti da me. Vi ringrazio».I funerali saranno un eventoepocale. I fedeli reclamano«santo subito».

Per quanto riguarda la cro-naca cittadina va segnalatoil lutto nel mondo politico enon solo per la morte di Ren-zo Imbeni, modenese, apprez-zato sindaco di Bologna dal1983 al 1993. Nel 1989 Imbeni,nato il 12 ottobre 1944, diven-ne parlamentare europeo evicepresidente del Parlamen-to Europeo dal 1994 al 2004.

All’età di 89 anni scompa-re anche il re dei liutai Wal-ter Lusetti.

Una delleimmaginisimbolodel funeraledi GiovanniPaolo IIMilioni di fedelia Romaper rendereomaggioalla salma

A BAGGIOVARA DI MODENA

Inaugurato il nuovo ospedaleI lavori sono durati dodici anni. Ma finalmente, nel me-

se di giugno, viene tagliato il nastro del nuovo ospedale co-struito a Baggiovara. Si chiamerà Sant’Agostino-Estensee prenderà il posto della vecchia struttura in centro, or-mai chiusa. È costato 189 milioni di euro ed ha attrezzatu-re all’avanguardia. Alla cerimonia inaugurale prendonoparte oltre mille e cinquecento ospiti anche se sono assen-ti rappresentanti dello Stato.

2006

Mondiali azzurri in GermaniaNella nazionale di Lippi i modenesi Toni e Zaccardo

Quest’anno l’Italia si divi-de a metà tra l’esultanza perla vittoria della nazionale diMarcello Lippi ai Mondialiin Germania e l’immensa tra-gedia del rapimento e dell’o-micidio del piccolo TommyOnofri, angelo biondo di 18mesi di Parma. Se siamo perla quarta volta sul tetto delmondo calcistico - dopo il“campioni del mondo, cam-pioni del mondo, campioni dimondo” di Nando Martellininel 1982 ora siamo al “Il cieloè azzurro sopra Berlino” diMarco Civoli - lo dobbiamoanche al notevole apportodei calciatori modenesi Cri-stian Zaccardo di Spilamber-to e Luca Toni di Stella diSerramazzoni. Il centravan-ti, nel 2011 passato alla Ju-ventus, festeggia un’annatad’oro perché prima del titolomondiale gli era stata asse-gnata la scarpa d’oro inquanto bomber d’Europa gra-zie alle 31 reti segnate con lamaglia della Fiorentina. Gra-zie anche all’apporto dei mo-denesi l’Italia ha battuto laFrancia ai calci di rigore, ma

la sconfitta dei cugini d’Ol-tralpe si è verificata pochiminuti prima quando Zidanecon una testata ha messo aterra Materazzi, in gioventùgiocatore del Carpi. La nottedella vittoria, il 9 luglio, fe-sta emozionante per tutta l’I-talia e anche in piazza Gran-de. Ma se a luglio si ride, inprimavera gli italiani aveva-no pianto, e tanto. Il 2 marzoTommaso Onofri, un anno emezzo, viene rapito e 29 gior-ni dopo viene ritrovato cada-vere a Sant’Ilario vicino alfiume Enza. Agghiacciantela confessione dell’omicidaMario Alessi, manovale:«L’ho ucciso io non sopporta-vo il suo pianto anche se imiei complici Salvatore Rai-mondi e Antonella Conservanon erano d’accordo». OggiAlessi è all’ergastolo. A Par-ma esiste un’associazione inmemoria di Tommy e sonostati pubblicati anche alcunilibri. Il papà di Tommy, dopoanni di dolore anche per infa-manti insinuazioni, viene col-pito da infarto. Da allora è inuno stato vegetativo.

Il conferimento della laurea ad honorem a Enzo Biagi

IN UNIVERSITÀ

Laurea ad honorem a BiagiAnno di eventi importanti per lo sport modenese, tra l’u-

scita di Schumacher dalla Ferrari e i 60 anni dalla fonda-zione del Centro sportivo italiano di Modena. Il tedescochiude il 23 ottobre a Interlagos, in Brasile, la sua carrierain F1 (in realtà rienterà con la Mercedes). Infine il giorna-lismo: il rettore dell’Università Pellacani ha assegnatouna laurea ad honorem al grande giornalista Enzo Biagi.

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XXXIXGAZZETTA GIOVEDI’ 24 MARZO 2011I 30 ANNI DELLA GAZZETTA

Il mondo piange PavarottiIl tenore muore il 6 settembre a Modena. Aveva 71 anni

2007

Il 6 settembre muore Lucia-no Pavarotti. A 71 anni se neva il tenore più famoso e piùamato al mondo che ha porta-to con sè, in giro ai quattroangoli del pianeta, anche lasua città. Due giorni dopoModena si ferma per rendereomaggio a uno dei suoi figlipiù illustri, con migliaia dipersone che assistono dallepiazze del centro alla messafunebre celebrata in Duomoalla presenza della moglie Ni-coletta Mantovani, della fi-glia Alice, delle sorelle e del-l’ex moglie Adua consolateda una lunga lista di star co-me Bono degli U2, Zucchero,Jovanotti, Gianni Morandi,Franco Zeffirelli. Presenti an-che tanti politici alla messacelebrata dal vescovo Cocchi- dopo l’omaggio alla salmaeffettuato dal presidente del-la Repubblica Giorgio Napoli-tano - dal presidente delle Na-zioni Unite Kofi Annan al-l’ex premier Romano Prodi fi-no a Rutelli e al sindaco Pi-ghi. Molto toccanti i due mes-saggi letti durante la cerimo-nia funebre, della figlia di ap-pena 4 anni e del papa Bene-

detto XVI. «Papà, so che mihai tanto amata e so che miproteggerai sempre. Ti porte-rò con me nel mio cuore bam-bino»; «Si prova un sentimen-to di cordoglio - queste le pa-role del Santo Padre - per ladipartita del grande artistache con grande talento parte-cipativo ha onorato il donodivino della musica». Pro-prio per queste doti, unite aquella di essere stato vicinoagli amici di gioventù sino al-la fine, le polemiche uscite apochi giorni dalla sepolturanel piccolo cimitero di Mon-tale suonarono per molti tri-sti e offensive. Non tanto ipresunti dissapori tra la ve-dova e la famiglia del mae-stro, quanto le dichiarazionidi Franca Corfini Strata e diLidia La Marca, rispettiva-mente mogli del dietologo edel pianista di Lucianone,che in un programma tv so-stennero che Nicoletta tor-mentava il maestro isolando-lo dai suoi amici. La Manto-vani non poté fare altro chechiedere un maxi risarcimen-to di trenta milioni per diffa-mazione.

Piazza Grandegremitail giornodei funeralidi LucianoPavarottiIn migliaiasalutanoil tenore.Sarà sepoltoa Montale

EVENTI AL PALAPANINI

I cicloni Benigni e Beppe GrilloUn anno per Modena consacrato allo sport, tra la F1 del

dopo Schumacher - vittoria di Kimi Raikkonen al primoanno sulla Rossa, 21 ottobre - e volley con la vittoria fem-minile in Coppa del Mondo. Senza dimenticare lo spettaco-lo con gli show di Roberto Benigni al Palapanini e BeppeGrillo che porta a Bruxelles il caso del deposito gas di Ri-vara. Cittadinanza onoraria a Remo Bodei per la sua de-cennale attività al Festival Filosofia.

2008

Un presidente nero alla Casa BiancaBarack Obama è il 44º presidente degli Stati Uniti

«Questa notte abbiamo di-mostrato che l’America puòcambiare. L’America è cam-biata se uno come me può di-ventare presidente». A parla-re così, il 4 novembre 2008(insediamento ufficiale il 20gennaio 2009), è il 44esimopresidente Usa, il senatore dicolore Barack H. Obama, 50anni da compiere il prossimo4 agosto. Un evento, l’elezio-ne del primo nero a capo del“condominio mondo” che re-sterà storico soprattutto pen-sando a quanto gli afroameri-cani hanno subito nei secolipassati a causa della trattadegli schiavi. Sono del restopassati pochi decenni dall’IHave a dream di Martin Lu-ther King e dalla fine dell’A-partheid in Sud Africa graziea Madiba Mandela. Obamain precedenza è stato senato-re junior dello stato dell’Illi-nois dal 2005 al 2008: doppialaurea alla Columbia e allaHarward University ha lavo-rato come avvocato nella di-fesa dei diritti civili e dal1992 al 2004 ha insegnato al-l’Università di Chicago. Og-

gi, secondo i sondaggi, la suapopolarità sembra un po’ incalo, ma era altissima al mo-mento della vittoria sull’eroedi guerra John McCain.

Importanti anche le noti-zie dalle cronache modenesidell’anno. Il 7 settembre si èrealizzata una Unione tra iComuni di Carpi e San Possi-donio che per una volta vamolto oltre la politica: quelgiorno sono infatti convolatia nozze i sindaci di Carpi En-rico Campedelli, 42 anni e diSan Possidonio Tanja Lugli,32 anni.

Modena piange il vescovoemerito Santo Quadri che haretto le sorti della diocesi dal1983 al 1996, ricevendo anchepapa Giovanni Paolo II nellasua visita cittadina del 3-4giugno 1988. Sul fronte dellebattaglie civili Modena il 5novembre ha segnato un pri-mato: è la prima città in Ita-lia dove un giudice permettea un uomo in ottime condizio-ni di salute di nominare lamoglie, in caso di malattia in-validante, “garante delle sueattività di fine vita”.

Obama, 44º presidente degli Stai Uniti, il primo di colore

GHIRLANDINA E PIAZZE

Grandi architetti per ModenaDuomo, Ghirlandina e le piazze Mazzini, Matteotti e Ro-

ma saranno riqualificate: i tre luoghi sono affidati dal Co-mune all’archistar svizzero Mario Botta con una cerimo-nia pubblica il 4 dicembre. Per i lavori alla Ghirlandina ilmunicipio incarica l’artista della Transavanguardia Mim-mo Paladino di realizzare un “vestito” colorato. In piazzaXX settembre spariscono i chioschi di Paolo Portoghesi.

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XLIIIGAZZETTA GIOVEDI’ 24 MARZO 2011I 30 ANNI DELLA GAZZETTA

L’Abruzzo trema: 308 mortiIl terremoto del 6 aprile devasta L’Aquila. 65mila sfollati

2009

A dominare la cronaca ita-liana è il terribile sisma cheil 6 aprile colpisce al cuore ilcentro storico dell’Aquila ealcuni paesi dell’Abruzzo. Lascossa della notte del 6 aprileè preceduta da una lunga se-rie di scosse minori. La se-quenza si apre il 14 dicembre2008 e riprende con maggioreintensità il 16 gennaio 2009per protrarsi, con intensitàcontinuamente crescente, fi-no all’evento principale. Lescosse di assestamento si pro-lungheranno per circa un an-no. La scossa distruttiva del6 aprile si verifica alle 3.32.Nelle 48 ore successive si re-gistrano altre 256 scosse dicui tre, il 6, il 7 e il 9 aprile su-periori al 5º grado. L’Aquilae l’Abruzzo sono in ginoc-chio. Pesantissimo il bilan-cio in termini di vite umane:i morti sono 308, circa 1600 iferiti di cui 200 gravissimi ri-coverati negli ospedali di Te-ramo, Avezzano, Chieti, Pe-scara, Ancona, Roma, Rieti,Foligno e Terni, circa 65.000gli sfollati alloggiati in tendo-poli, auto, alberghi lungo lacosta adriatica. Altrettanto

pesante il bilancio sul pianodella devastazione dei centristorici dove vanno in frantu-mi in pochi secondi capolavo-ri inestimabili. Il 10 aprile ifunerali di Stato di 205 delle308 vittime a Coppito dell’A-quila alla presenza di 1600 fa-miliari e 5000 persone. Le ese-quie sono officiate dal segre-tario di Stato Vaticano Tarci-sio Bertone e dal vescovo del-l’Aquila Giuseppe Molinari.

Sempre sul fronte naziona-le un altro lutto commuovel’opinione pubblica: l’8 set-tembre a Montecarlo muoreMike Bongiorno. Con lui sene va un pezzo di storia dellaRai e del costume italiano.

Modena in questo 2009 get-ta invece le basi per profondicambiamenti urbanistici. Siprogetta infatti la riqualifica-zione urbanistica di impor-tanti e storici complessi delcentro storico e l’inaugura-zione di musei (quali l’exospedale S.Agostino che saràpronto nel 2015). In quest’am-bito va segnalata anche la po-sa della prima pietra, il 20aprile, del Museo casa nataleEnzo Ferrari.

Un momentodella visita diNapolitanoIl presidenteè statoin cittàdue giorniincontrandole autoritàmodenesipolitiche,economiche

VISITA A MARZO

Modena in festa per NapolitanoMarzo è un mese importante per Modena con la visita,

il 18 e 19, del presidente della Repubblica Giorgio Napolita-no. Nel suo soggiorno il presidente ha incontri con tutte leautorità politiche, sociali ed economiche. Nel fitto calenda-rio da ricordare le visite alla Camera di Commercio, al Po-liclinico, alla Ferrari a Maranello e soprattutto alla Fonda-zione Biagi con un commovente discorso in ricordo delprofessore dell’ateneo ucciso dalle nuove Brigate Rosse.

2010

Lanfranchi centesimo vescovoIl 14 marzo Cocchi lascia dopo quattordici anni

Va “in pensione” l’arcive-scovo Benito Cocchi e al suoposto arriva monsignor Anto-nio Lanfranchi. Nel 2010 in-fatti c’è il cambio al verticedella diocesi di Modena-No-natola e dopo 14 anni dalgiorno dell’insediamento,quando disse di «voler diven-tare modenese», monsignorCocchi lascia. Entrò in cari-ca il 9 giugno 1996 e passa iltestimone di una delle dioce-si più antiche al mondo il 14marzo quando, in Duomo,monsignor Lanfranchi diven-ta il centesimo arcivescovo.Benito Cocchi ringrazia la co-munità richiamando i valoridella Chiesa. Molto attentoal futuro di Modena ancheLanfranchi che rivolge unmessaggio ai giovani delleparrocchie sottolineando so-prattutto il problema dellepoche vocazioni.

Ma tanto altro accade nel-la nostra città quest’anno.Le istituzioni sono allarmateper le infiltrazioni mafiose al-l’interno del tessuto economi-co e il mese di marzo segnauna serie di successi delle

forze dell’ordine nella lottacontro la criminalità organiz-zata. Il pentito Angelo Corte-se fa rivelazioni sulle attivitàlegate al traffico di cocainache, secondo quanto sostie-ne, sarebbero gestite da anninel Modenese da esponentidi clan calabresi. Oltre all’an-drangheta anche la camorrasubisce “il pugno di ferro”con l’arresto di venti suoiesponenti e al sequestro dibeni per 10 milioni di euro.

Drammatico il bilancio del-la cronaca nera che rimbalzasulla stampa nazionale: Da-niele Bellarosa uccide a Car-pi, il 19 settembre, i genitoriEnzo e Francesca Benetti e ligetta nel lago di Garda; donGiorgio Panini, parroco diBrodano (Vignola) uccide l’a-mico-socio d’affari SergioManfredini e ferisce la mo-glie. Infine la pakistana Sha-naz Begum uccisa dal maritoAhmad Khan Butt e dal fi-glio Umair a Novi il 3 ottobreper avere tentato di difende-re la figlia, Nosheen, pure leiferita, che non voleva sposa-re un connazionale.

A sinistra Sarah Scazzi. A destra Yara Gambirasio

AVETRANA E BREMBATE

La fine atroce di Sarah e YaraLa tragica fine di due adolescenti domina la cronaca tra

fine 2010 e inizio 2011. Ad Avetrana di Puglia Sarah Scaz-zi, 15 anni, sparisce il 26 agosto mentre si sta recando dal-la cugina, Sabrina Misseri. Il suo corpo verrà fatto ritrova-re tra il 6 e il 7 ottobre dallo zio Michele Misseri. A Brem-bate Sopra di Bergamo il 26 novembre sparisce Yara Gam-birasio, 13 anni. Verrà ritrovata uccisa tre mesi dopo.

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XLVGAZZETTA GIOVEDI’ 24 MARZO 2011I 30 ANNI DELLA GAZZETTA

Giappone, incubo nucleareIl terremoto e lo tsunami. Poi lo scoppio delle centrali

2011

Il 2011 è iniziato da neppu-re tre mesi ma ha già portatocon sè diversi evente che pas-seranno alla storia e che an-cora tengono col fiato sospe-so il mondo intero.

Sono le 14.46, ora locale,quando il Giappone è colpitoda una dei terremoti più for-ti degli ultimi 150 anni. Unascossa di magnitudo 8.9 scuo-te il Paese che se, in qualchemodo, “resiste” al sisma ce-de allo tsunami che si scate-na di conseguenza e che de-vasta la costa est. Un murodi acqua di 10 metri si abbat-te sulle prefetture di Fuku-shima e Miyagi. Il fiume Na-tori si gonfia e sommerge ca-se ed edifici. Fuori uso l’aero-porto, con l’acqua arrivata alprimo piano dell’aerostazio-ne. Gli scenari sono apocalit-tici. Man mano che passanole ore e i giorni le dimensionidella tragedia prendono for-ma e sono da cataclisma:città rase al suolo, migliaiadi morti e di dispersi. Ma l’a-pocalisse ha ancora in serboun ulteriore micidiale colpo.Erano 11 i reattori delle cen-trali nucleari attivi al mo-

mento della prima grandescossa nelle prefetture diMiyagi, Ibaraki e Fukushi-ma. I danni arrecati dal terre-moto causano il malfunziona-mento degli impianti dove leprocedure automatiche diraffreddamento dei reattorisi interrompono a causa diblack-out elettrici. Scattano iprimi allarmi ma anche leprime esplosioni e lo spettrodi Chernobyl e Tree MilesIsland si staglia sempre piùnitido sul cielo del Giappone.Non è più sufficiente l’eva-cuazione delle popolazioni re-sidenti anche a decine di chi-lometri dalle sedi delle cen-trali che “cadono” come biril-li. Anche Tokio si svuota, lagente cerca rifugio il più lon-tano possibile, nel sud, e i go-verni stranieri invitano i lo-ro cittadini a lasciare il Pae-se. Crolla anche la Borsa chein due giorni fa segnare unaperdita di una ventina dipunti. E siamo all’oggi, conun Giappone in ginocchio el’Europa che si interroga,non senza polemiche, sullesue politiche energetiche esulla scelta del nucleare.

MassimoBotturaè stato elettoa Parigimiglior chefdel mondo.Il premiogli è statoassegnatodallaAccademiadella cucina

ELETTO A PARIGI

Bottura, uno chef mondialeAll’inizio di febbraio arriva per Modena un’affermazio-

ne internazionale. Massimo Bottura, chef della Francesca-na, è nominato il migliore cuoco al mondo. Il riconosci-mento gli viene conferito dalla parigina Accademia inter-nazionale della cucina. La motivazione ufficiale è che lacucina dello chef modenese è una sintesi perfetta di tradi-zione, scienza e arte. Bottura succede a Bocuse, Blumen-thal, Adrià, Guerard.

2011

Libia: è guerra contro GheddafiIl 19 primi attacchi aerei. L’emergenza profughi

Quando uscì la nuova Gaz-zetta nel 1981 i titoli di aper-tura degli Esteri erano sem-pre per la Libia. All’epocaMuhammar Gheddafi avevainviato un corpo di spedizio-ne in Ciad per regolare i con-fini e le zone d’influenza.

Ora, da alcune settimane,la Libia è di nuovo al centrodell’attenzione internaziona-le per la rivolta scoppiatacontro il rais e la conseguen-te guerra. Il comitato degli in-sorti, che chiama alla libera-zione nazionale, ha chiestoaiuto all’Onu e alla comu-nità internazionale: l’interaLibia, con l’eccezione deiclan che hanno fatto fortunagrazie alla dittatura, recla-ma la fine di un regime totali-tario. Gheddafi ha ordinato,dal suo bunker blindato,bombardamenti aerei e conarmi pesanti sulle città indi-fese e sulla popolazione.

La mobilitazione interna-zionale ha prodotto sinorauna reazione tardiva nei tem-pi ma rapida nella guerra ae-rea, distruggendo in pocheore i sistemi radar dell’avia-

zione libica fedele al dittato-re. Ora i miliziani possonomuoversi sul terreno usandoautoblindo e armi pesantima non hanno più la copertu-ra dal cielo che garantiva lo-ro la certezza di un successosenza perdite.

L’insurrezione partita dal-le zone orientali del Paese siè estesa verso occidente,coinvolgendo man mano tut-te le città costiere dove vivela quasi totalità della popola-zione. La capitale è ancorasaldamente in mano al colon-nello, asseragliato in un com-plesso militare di fianco a unaeroporto da cui riceve i ri-fornimenti, ma le bombe oc-cidentali contro le strutturemilitari hanno fatto capire atutti la disparità delle forzeche sono in gioco.

Gheddafi gioca sulle riser-ve petrolifere, attacca l’Italiae l’Europa agitando la minac-cia dei terroristi. Ed è crona-ca di queste ore il protagoni-smo di Francia, Inghilterra eUsa. Dopo polemiche il co-mando delle operazioni è pas-sato alla Nato.

Sanguinoso tentativo di rapina a Portile: un bandito viene ucciso

SCONTRO A FUOCO A PORTILE

Rapinatore ucciso dalla poliziaSanguinoso assalto ad un’oreficeria di Portile il 1º feb-

braio. Una banda di giostrai arriva dal Veneto per assalta-re la gioielleria Viola ma è intercettata dalla polizia cheva ad attenderla a Portile. Le auto dei banditi sono circon-date e all’ordine di arrendersi Giuseppe Mayer, 61 anni,estrae una pistola. Viene fermato dagli agenti che lo feri-scono mortalmente. Gli altri rapinatori si arrendono.

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XLVIIGAZZETTA GIOVEDI’ 24 MARZO 2011I 30 ANNI DELLA GAZZETTA

LA SFIDA DEL FUTURO

Dalla carta stampata al webun dialogo continuo

per un’informazione globaleIl sito www.gazzettadimodena.it ha iniziato il 2011 con un record

febbraio è stato chiuso con un milione 91mila e 874 contattiIl futuro corre sul web. E la Gazzetta

ha accettato la sfida delle nuove tecnolo-gie e delle nuove forme di comunicazio-ne, sicuramente la rivoluzione epocaledel ventesimo secolo. Ecco allora, pro-

prio a cavallo tra il 2010 e il 2011, un po-tenziamento del nostro sito e delle inizia-tive promosse on-line che i lettori hannopremiato facendoci segnare a febbraio unrecord di clik.

Proprio pochi giorni fa, in-fatti, il 3 marzo scorso, laGazzetta annunciava di averchiuso il mese di febbraiocon un totale di milione 91mi-la e 874 contatti. Un risultatoimportante che ci sostienenell’intento di fare semprepiù del sito una finestra aper-ta, in tempo reale, su tuttoquanto accade a Modena e inprovincia e su tutto ciò cheriguarda Modena e i modene-si. Dalla cronaca allo sport,dall’economia al costume,un aggiornamento costanteche si arricchisce di appro-fondimenti - i focus - che cer-cano di sviscerare temi e pro-blemi che riguardano la no-stra realtà. Oltre a questi, ivideo, le dirette twitter dellepartite di serie Bwin allo sta-dio Braglia, del volley di Ca-sa Modena, o degli eventi piùsignificati a partire dal Con-siglio comunale fino aglispettacoli che catalizzano

l’attenzione di migliaia dispettatori come il recital diBeppe Grillo al PalaPanini.Ma anche fotogallerie di fattiimportanti o di iniziative cu-riose, magari segnalate pro-prio da voi lettori che, in que-sto modo, diventate preziosi“collaboratori” sul campodel vostro giornale on-line.

Da non dimenticare face-book e, da poche settimane, iblog che sono stati aperti eche propongono i “diari” deinostri giornalisti e di alcunicollaboratori d’eccezione.

Ancora nuovi spazi dedica-ti alle giovani band modene-si, le “pagelle” dei parlamen-tari modenesi, le inchiestesui beni artistici e architetto-nici dimenticati e in degra-do, gli appuntamenti del finesettimana raccolti nella ru-brica “La Bussola”, in uncontinuo dialogo tra la pagi-na scritta e quella virtualenell’idea che già il presente esempre più il futuro sarannoall’insegna della interatti-vità. E nella consapevolezzache tutto questo è stato resopossibile dall’interesse e dal-l’affetto di voi lettori che ciseguite da trent’anni e cheavete fatto della Gazzetta ilgiornale più diffuso nella no-stra provincia.

AUTORITRATTO

Ecco lo staff dietro le quinte del giornale17 giornalisti, 4 fotografi, 5 poligrafici e tanti collaboratori

Il direttore, sedici giornali-sti, cinque poligrafici (a Mo-dena: Rossella Zuccoli, Ange-la Godeass, Silvia Franchini,Rossana Corsini, Milva Ru-stichelli), quattro fotografi,tanti preziosissimi collabora-tori e poi, a Mantova dove laGazzetta viene stampata, i te-cnici della Citem, i “signori”della rotativa, pazienti edespertissimi professionistiche completano il lavoro del-la redazione.

È questo lo staff che stadietro le quinte del giornaleche trovate ogni giorno inedicola o che potete leggerenell’edizione on line. Unostaff che si è modificato neltempo affrontando il

turn-over fisiologico di ogniazienda, che ha visto colle-ghi “emigrare” anche lonta-no da Modena verso destina-zioni importanti e che ha re-galato, negli anni, altrettan-te importanti new entry.

“Capitanati” dal direttoreAntonio Ramenghi, i giorna-listi che oggi compongono laredazione della Gazzetta so-no per la cronaca: DavideBerti, Saverio Cioce, Giovan-ni Gualmini, Andrea Marini,Pierluigi Salinaro, RossellaSant’Unione e Stefano Tota-ro; per la provincia: ClaudiaBenatti, Rino Filippin, CarloGregori, Gianluca Pedrazzi eAlberto Setti; per l’econo-mia: Stefano Turcato; per lo

sport: Stefano Aravecchia,Fabio Rossi e Paolo Vecchi.

A parte i direttori del pas-sato (il cui saluto per questotrentesimo anniversario èraccolto all’inizio di questoinserto) e i giornalisti che,dopo un’esperienza più o me-no lunga alla Gazzetta, sonoandati in altre testate, vor-remmo riservare, qui, un pic-colo specifico ricordo all’uni-co co-direttore del giornale:Sergio Carlesi, toscano,scomparso qualche anno fa,che tra il 1994 e il 1996 misetutta la sua esperienza, lasua professionalità e la suaumanità a disposizione dellaGazzetta e di tutti i suoi re-dattori.

Qui accantola redazionedella Gazzetta.In altoun giornalistaal lavoro sullapiattaformainternet.Al centro: unapagina twitter.

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