Humor nero: Edward Gorey

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Personaggio bizzarro, collezionista eccentrico, maniaco ossessivo con la passione del cinema e del balletto, scrittore e vignettista enigmatico, misterioso, di cupezza vittoriana, torna ora in libreria a dieci anni dalla morte per iniziativa di Adelphi con “L’arpa muta” Un lavoro che, col consueto mix di parole e illustrazioni, mette ferocemente alla berlina l’esercito dei romanzieri inutili e degli editori che li pubblicano CULTURA * Edward Gorey 34 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 18 APRILE 2010 nero Humor Repubblica Nazionale

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Personaggio bizzarro, collezionista eccentrico, maniaco ossessivo con la passione del cinema e del balletto, scrittore e vignettista enigmatico, misterioso, di cupezza vittoriana, torna ora in libreria a dieci anni dalla morte per iniziativa di Adelphi con “L’arpa muta”.Un lavoro che, col consueto mix di parole e illustrazioni, mette ferocemente alla berlina l’esercito dei romanzieri inutili e degli editori che li pubblicano. Da La Domenica di Repubblica del 18 aprile 2010.

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Personaggio bizzarro, collezionista eccentrico, maniaco ossessivocon la passione del cinema e del balletto, scrittore e vignettistaenigmatico, misterioso, di cupezza vittoriana, torna ora in libreria

a dieci anni dalla morte per iniziativa di Adelphi con “L’arpa muta”Un lavoro che, col consueto mix di parole e illustrazioni, mette ferocemente alla berlinal’esercito dei romanzieri inutili e degli editori che li pubblicano

CULTURA*

EdwardGorey

34 LA DOMENICA DI REPUBBLICA DOMENICA 18 APRILE 2010

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Repubblica Nazionale

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LA DOMENICA DI REPUBBLICA 35DOMENICA 18 APRILE 2010

vetri purché azzurri. Ma, a leggere il già citato saggio di Codignola, Go-rey era un maniaco ossessivo fin da quando a undici anni giocò a Mo-nopoli per un anno intero da solo. Era nato nel ‘25 e sarebbe vissuto fi-no all’aprile del 2000. Aveva letto almeno tre volte tutte le opere diAgatha Christie, aveva visto tutto quello che il cinema gli offriva e ancheil balletto: non perse una sola replica del New York City Ballett il che vo-leva dire 150 Schiaccianoci e 39 Lago dei cigni… Il gusto per il nero (e ilmortuario) lo portò a mettere in scena (nel ‘77) un Dracula che aBroadway fu applaudito ad apertura di sipario per la scena interamen-te nera.

In questi giorni Adelphi, sempre per le cure di Codignola, manda inlibreria L’arpa muta-ovvero Mr Earbrass scrive un romanzo che fu inpratica il suo esordio nel 1953, quando era fresco della laurea in lette-ratura francese presa a Harvard. Mr Earbrass è un tipico scrittoresenz’anima oltre che un autentico idiota, il che già mette in agitazionechi considera il mondo delle lettere pieno di geniali creatori. Nella pri-ma vignetta Earbrass si trova su un campo da croquet, nel Mortshire,dove vive abitualmente: «È intento a studiare una partita lasciata in so-speso l’estate scorsa». Nella seconda vignetta vediamo Earbrass inten-to, questa volta, a prendere il tè, mentre il testo ci informa che un annosì e un anno no, il 18 novembre lo scrittore pone mano al suo “nuovo ro-manzo”. Il titolo lo ha già, è L’arpa muta, ma della trama non ha per orala più pallida idea. Gorey sta prendendo in giro se stesso? È probabile,ma credo abbia in mente anche certe teorie critiche sulla scrittura. Adun certo punto Mr Earbrass fa il bagno e medita intorno ad un brano delromanzo che non lo soddisfa. Vorrebbe spostarlo, ma poi pensa: «Già,ma dove? Ci sono cose che neppure un autore onnisciente può per-

mettersi — ad esempio, interrompere la narrazione per tornare indie-tro e raccontare una storiella qualsiasi ambientata a Ladderback, in Ti-bet, proprio mentre i personaggi si stanno dannando l’anima per deci-dere se sia o no il caso di dragare il laghetto vicino al Dishiver Cottage».

Sebbene sia all’epoca un esordiente, Gorey sembra conoscere a fon-do il mondo dei letterati: ne individua manie, sorprese, desolazioni. Ilpovero Earbrass quando scrive si mette sempre una tuta al contrario egli capita persino di vedere un personaggio che lo apostrofa sulle scale.Ad un certo punto il poveretto rilegge la parte già scritta dell’Arpa mu-ta e la giudica atroce. Vorrebbe bruciare tutto. Poi si riprende e va avan-ti. Gorey ritrae lo scrittore alle prese con il finale e con la revisione deltesto. Lo accompagna fino in casa editrice dove vogliono sottoporgli unpiano per tradurre tutte le sue opere in urdu…

Ma quali sono le opere di Mr Earbrass? Lo si dice all’inizio: Un sac-chetto di polvere, Più pugni che grugnie Di cosa sparliamo?. Più in là tro-viamo citato anche il suo secondo romanzo Il significato della casa: Ear-brass ne trova una copia da un venditore di libri usati con una sua de-dica di cui non ricorda nulla. Il suo primo romanzo si intitola invece Lapiantagione di tartufi. Comunque, ora L’arpa mutaè in libreria. Gli edi-tori mandano a Earbrass tutte le recensioni uscite, ma lui si incaponi-sce a leggere un Compendio delle eresie minori nell’Asia Minore del Do-dicesimo secolo. In due anni ne ha lette solo trentatré pagine, ma oravuole andare avanti. Mr Earbrass è lo scrittore di cui nessuno ha biso-gno, ma che, sembra dirci Gorey, si pubblica lo stesso. Con successocrescente. In inglese, in urdu e magari anche in italiano.

In una fotografia degli anni Novanta, pubblicata nel 2007 da Har-vard Magazine a corredo di un servizio su Edward Gorey, si vedeun uomo calvo e barbuto disteso in mezzo a libri e giornali, men-tre alcuni gatti sono sdraiati qua e là. Un lettore, neppure troppodistratto, potrebbe chiedersi: chi, tra queste creature, è il veroEdward Gorey? In fondo Gorey potrebbe benissimo essere (o

meglio essere stato) un gatto. Basta scorrere Category (pubblicato inItalia da Adelphi nel 2003 col titolo Gattegoria) per convincersene: nonsi sa se è Gorey ad interpretare la gattitudine, o se è un gatto a leggere ilmondo. Si tratta comunque di cinquanta disegni molto eleganti e di-vertenti, ma anche fortemente allusivi. Nel secondo, per esempio, si ve-de un gatto di schiena che scruta l’orizzonte marino deserto stando suuna barca rovesciata. Che cosa accadrà dopo l’evidente naufragio?Ogni lettore è libero di interpretare questa storia senza parole, che mol-to probabilmente finisce bene, visto che i gatti, specie quelli delle vi-gnette finali, sono sorridenti e l’ultimo, vittorioso, indossa una sciarpasvolazzante stando ritto su un muro alla cui base c’è una porticina. Do-ve porterà? Il mistero è insoluto.

Se non fosse stato un gatto, Edward Gorey avrebbe potuto essere unpinguino, come il protagonista de L’ospite equivoco, tradotto da Mat-teo Codignola per Adelphi nel 2004. In una cupa casa vittoriana (Goreyama muoversi tra lo stile vittoriano e l’edoardiano) si sente suonare al-la porta, ma chi va ad aprire non trova nessuno. Però, guardando me-glio, ecco uno strano figuro appollaiato su un vaso che, esigenze di ri-ma, lascia tutti «con un palmo di naso». Il pinguino non è un ospite fa-

cile: se siede a tavola mangia anche le stoviglie, se acchiappa il gram-mofono (uno di quelli vecchi, a tromba) non ne vuol sapere di rimet-terlo al suo posto. In biblioteca manomette i libri e sposta i quadri. Sot-to forma di pinguino il nonsense entra nella vita di tutti i giorni di unafamiglia dickensiana. Ma sebbene abbia illustrato Dickens e oltre aDickens moltissimi altri scrittori (Beckett, Eliot, Updike, Chandler…) iveri padri nobili di Gorey sono Lewis Carroll e Edward Lear. Anche Go-rey compose limerick, un po’ funerei, come questo che trascrivo: «Ogninotte papà mi riempie di affanni/ quando siede sul mio letto a far dan-ni/ Non mi importa se si esprime/ con borbottii o false rime/ ma per-ché è morto da diciassette anni».

Sebbene nei suoi libretti (ne ha pubblicati quasi cento) compaianospesso dei bambini, l’opera di Gorey non è affatto destinata all’infan-zia, come ribadisce in un suo gustoso e informatissimo saggio(Adelphiana 2003) Matteo Codignola, che della fortuna di Gorey in Ita-lia è ora il maggior artefice. «Quando si sentiva chiedere che esperien-za avesse dei bambini, e perché nei suoi libri infliggesse loro i tormentipiù indicibili, Gorey rispondeva molto tranquillamente: “Nessuna. Liuso soltanto perché sono così indifesi”». C’è anche un limerick su uncurato un po’ pedofilo… Ma la violenza e addirittura la morte si celebraanche nella Bicicletta epiplettica dove i due fratelli Embley e Yewbert«hanno una mazza da croquet per uno, e se la danno in testa».

Personaggio bizzarro, Gorey in America è da tempo oggetto di culto:la televisione lo ha reso popolare e la sua casa a Cape Cod è meta di pel-legrinaggi. Nella sua vita ha collezionato di tutto e tutto è ancora lì: fer-ri da stiro, sassi e rane, confezioni di medicinali purché di color arancio,

Il nonsense in punta di penna

IL LIBROL’arpa mutadi Edward Goreyesce da Adelphimercoledì(traduzionedi MatteoCodignola,72 pagine, 16 euro)

PAOLO MAURI

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