HUMANITAS - Comune di Pieve Emanuele · INDICE PREMESSA pag. 04 CAPITOLO I – RELAZIONE GEOLOGICA...

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GEOLOGIA APPLICATA, GEOTECNICA, IDROGEOLOGIA Dr. Fausto Alessandro CRIPPA 20052 MONZA Via della BIRONA, 8 Tel. 039.367094 _______________________________________________________________________________________________ IPOGEO Studio Geologico GEOLOGIA TECNICA, IDROGEOLOGIA, GEOLOGIA APPLICATA Via della Birona, 8 20052 MONZA Tel- Fax 039-36.70.94 E-mail: [email protected] ISTITUTO CLINICO HUMANITAS VIA MANZONI, 56 ROZZANO RELAZIONE GEOLOGICA E RELAZIONE GEOLOGICO-TECNICA RELATIVA ALLE INDAGINI FINALIZZATE ALLA CARATTERIZZAZIONE GEOLOGICO-TECNICA PRELIMINARE DEL SOTTOSUOLO DELLE AREE DI PROPRIETA’ HUMANITAS UBICATE NEL TERRITORIO COMUNALE DI PIEVE EMANUELE – PROGETTO “NUOVO CAMPUS PIEVE” LA COMMITTENZA IL GEOLOGO ISTITUTO CLINICO HUMANITAS Dott. F. A. CRIPPA VIA MANZONI, 56 20089 ROZZANO AREA DINTERESSE: AREE DI PROPRIETASITE IN PIEVE EMANUELE OTTOBRE 2010

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GEOLOGIA APPLICATA, GEOTECNICA, IDROGEOLOGIA Dr. Fausto Alessandro CRIPPA 20052 MONZA Via della BIRONA, 8 Tel. 039.367094

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IPOGEO Studio Geologico GEOLOGIA TECNICA, IDROGEOLOGIA, GEOLOGIA APPLICATA

Via della Birona, 8 20052 MONZA Tel- Fax 039-36.70.94 E-mail: [email protected]

ISTITUTO CLINICO HUMANITAS

VIA MANZONI, 56

ROZZANO

RELAZIONE GEOLOGICA

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RELAZIONE GEOLOGICO-TECNICA

RELATIVA ALLE INDAGINI FINALIZZATE ALLA CARATTERIZZ AZIONE

GEOLOGICO-TECNICA PRELIMINARE DEL SOTTOSUOLO DELLE AREE DI

PROPRIETA’ HUMANITAS UBICATE NEL TERRITORIO COMUNAL E DI

PIEVE EMANUELE – PROGETTO “NUOVO CAMPUS PIEVE” LA COMMITTENZA IL GEOLOGO ISTITUTO CLINICO HUMANITAS Dott. F. A. CRIPPA VIA MANZONI, 56 20089 ROZZANO AREA D’ INTERESSE: AREE DI PROPRIETA ’ SITE IN PIEVE EMANUELE

OTTOBRE 2010

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INDICE

PREMESSA pag. 04

CAPITOLO I – RELAZIONE GEOLOGICA

1.0 – INQUADRAMENTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO 06

1.1 – UNITA’ GEOLOGICO FORMAZIONALI DI SUPERFICIE 07

1.2– STRUTTURA IDROGEOLOGICA LOCALE 08

1.3.– INQUADRAMENTO CLIMATICO 15

1.4. – DEFINIZIONE UNITA’ LITOTECNICHE 20

1.5 –STORIA SISMICA DEL TERRITORIO 22

CAPITOLO II – RELAZIONE GEOTECNICA

2.0 – INDAGINI GEOLOGICO-TECNICHE IN SITO 35

2.1 – PROVE PENETROMETRICHE CPT STANDARDIZZATE 35

2.2 – REALIZZAZIONE DI PERFORI ATTREZZATI 36

2.3 – DEFINIZIONE DELLE CONDIZIONI IDROGEOLOGICHE SITO SPECIFICHE 37

2.4 - PROSPEZIONE SISMICA M.A.S.W. – Vs 30 40

2.5 - CARATTERIZZAZIONE CATEGORIALE DEL SUOLO DI FONDAZIONE 42

3.0 – PROCEDURE INTERPRETATIVE MODELLO GEOLOGICO 44

4.0 – MODELLO GEOLOGICO-TECNICO DEL SOTTOSUOLO 45

CONCLUSIONI 47

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FIGURE NEL TESTO

FIGURA 01: INQUADRAMENTO COROGRAFICO GENERALE

FIGURA 02: CARTA GEOLOGICA DELL’AREA D’INTERESSE

FIGURA 03: CARTA DELLE ISOPIEZE DEL PRIMO COMPLESSO ACQUIFERO

FIGURA 04: DATI CLIMATICI STAZIONI DI MILANO BRERA E BAGGIO

FIGURA 05: SCHEMA STRATIGRAFICO LITOTECNICO DEL SOTTOSUOLO

FIGURA 06: INGV – STORIA SISMICA DI MILANO

FIGURA 07: INGV – RESTITUZIONE CARTOGRAFICA EVENTI SISMICI RECENTI

FIGURA 08: UBICAZIONE PLANIMETRICA INDAGINI ESEGUITE

FIGURA 09: SCHEMA STRRUTTURALE STAZIONE DI MONITORAGGIO PIEZOMETRICO

FIGURA 10: CATEGORIZZAZIONE SISMICA SOTTOSUOLO DA M.A.S.W.

ALLEGATI

ALLEGATO 01: CERTIFICATI PROVE PENETROMETRICHE

ALLEGATO 02: PARAMETRIZZAZIONE GEOTECNICA DA PROVE STATICHE CPTU

ALLEGATO 03: STRATIGRAFIE SONDAGGI TEKNOS

TAVOLE

TAVOLA 01: CARTA DELLA DINAMICA GEOMORFOLOGICA

TAVOLA 02: CARTA IDROGEOLOGICA

TAVOLA 03 a, b, c: SEZIONI IDROGEOLOGICHE /LITOTECNICHE

TAVOLA 04: CARTA DI FATTIBILITA’

TAVOLA 05: CARTA DELLE ISOPIEZOMETRICHE DEL PRIMO COMPLESSO ACQUIFERO

TAVOLA 06: CARTA DELLA SOGGIACENZA DEL PRIMO COMPLESSO ACQUIFERO

TAVOLA 07 a, b, c : PROSPEZIONI SISMICHE MASW

TAVOLA 08 a, b : SEZIONI GEOTECNICHE

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PREMESSA Il presente lavoro, gentilmente commissionato dall’ ISTITUTO CLINICO HUMANITAS con sede in Rozzano – Via Manzoni n. 56, è costituito da un'indagine geologica e geologico-tecnica finalizzata alla caratterizzazione preliminare del sottosuolo delle aree di proprietà site nel territorio comunale di Pieve Emanuele (MI) ai fini della realizzazione del nuovo progetto denominato “Campus Pieve”. Verranno qui brevemente illustrate le fasi realizzative dell'indagine geologico-territoriale, finalizzata alla definizione dei caratteri geologici, geomorfologici, idrogeologici e sismici, necessari per un corretto inquadramento del sito d’interesse progettuale. Sono state realizzate:

• analisi dei caratteri geologici di superficie • analisi del contesto geomorfologico specifico • analisi dei caratteri idrogeologici • ricostruzione della storia sismica del sito • delineazione delle unità litotecniche presenti costituenti il sottosuolo

Successivamente si è proceduto all’esecuzione ad una serie di indagini geologico-tecniche in sito ed in laboratorio finalizzate alla caratterizzazione geotecnica del primo sottosuolo del settore di specifico interesse; in particolare sono state realizzate:

• n° 07 prove penetrometriche statiche CPT standardizzate • n° 07 stazioni di monitoraggio piezometrico • n° 03 prospezioni sismiche M.A.S.W. – (Vs 30) • campagna di rilevazione freatimetrica del primo complesso acquifero • Analisi comparative dei dati geotecnici a disposizione • Modellizzazione geologico tecnica del primo sottosuolo

Nella figura 01 viene riportato l’inquadramento corografico territoriale dell’area di specifico interesse. La figura 02, anch’essa allegata nel testo, rappresentano la carta geologica di dettaglio dell’area di specifico interesse e di un significativo intorno. L’ubicazione planimetrica delle indagini realizzate viene riportata nella relazione geologico-tecnica a seguire in figura 08. L'esecuzione delle indagini in sito ha rigorosamente seguito le raccomandazioni A.G.I. e la normativa internazionale I.S.S.M.F.E 1988.

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CAPITOLO I

RELAZIONE GEOLOGICA

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1.0 - INQUADRAMENTO GEOLOGICO E GEOMORFOLOGICO La caratterizzazione geologica e geomorfologica dell’area in esame deriva dai principali avvenimenti geologici verificatisi dal Pliocene superiore fino a tutto il Quaternario. Uno sguardo d’insieme alla carta geologica allegata consente di osservare le principali caratteristiche per interpretare l’assetto geologico del settore territoriale. Procedendo da Nord a Sud si osserva un decremento dei livelli di altitudine e rispettivamente una variazione morfologica da ambiente collinare e terrazzato a zona di pianura. L’insieme degli elementi mette in risalto due aspetti morfologici principali e successivi nel tempo, costituiti da un ambiente tipicamente glaciale con cordoni morenici eterocroni disposti a semicerchio procedendo da Nord a Sud che progradano in una piana fluvioglaciale e, sovraimposta, una morfologia di tipo fluviale connessa allo sviluppo dei corsi d’acqua principali. Prima dell’era quaternaria la linea di costa marina lambiva i bordi prealpini fino al Pliocene superiore - Pleistocene inferiore, momento in cui si assiste ad una importante fase di regressione marina con conseguente inizio della sedimentazione di depositi di pertinenza continentale fluvio-lacustri, deltizi e di piana costiera, prevalentemente costituiti da materiale di granulometria non grossolana (sabbie fini, limi ed argille). Questa unità sedimentaria, attribuibile al Villafranchiano, a causa di un sollevamento successivo alla sua deposizione, risulta fortemente erosa nella parte sommitale e sostituita da sedimenti marini e continentali depositati a seguito della successione ciclica di fasi trasgressive. Nei solchi vallivi così creatisi si deposero ghiaie e sabbie localmente anche in grandi spessori, che col tempo hanno subito fenomeni di cementazione, ed attualmente sono rilevabili in affioramento nel settore settentrionale della Provincia di Milano (“Formazione del Ceppo Lombardo” Auct.) Successivamente ebbero inizio le glaciazioni, convenzionalmente distinte in tre fasi principali: Mindel, Riss, Wurm, che diedero luogo alla deposizione di una vasta coltre di sedimenti di natura glaciale nella zona pedemontana e fluvioglaciale nella media e bassa pianura. Si riconosce uno sviluppo “centripeto” dei rilievi morenici, con i terreni più recenti ai piedi dell’anfiteatro morenico posti a quota inferiore e più interni rispetto a quelli più antichi. La morfologia glaciale attualmente rilevabile è consequenziale ad agenti principali, quali l’erosione, il trasporto e la deposizione ad opera della massa glaciale (Glaciale Riss e Wurm) e l’azione di lisciviazione e di deposito ad opera delle acque di fusione dei ghiacci e delle fiumane glaciali (Fluvioglaciale Mindel, Riss e Wurm). Dal Pleistocene superiore all’Olocene si è verificato un lento sollevamento dell’alta pianura con il conseguente affioramento in superficie dei depositi più antichi e, nelle zone in cui si è manifestato in maggior entità, con la formazione di dorsali, specialmente nel settore nord-orientale della provincia, e di depositi alluvionali di spessore consistente nei settori compresi tra quelli sollevati. Al fine di fornire una chiara visione della struttura geomorfologica dell’area di specifico interesse si rimanda alla Tavola 01, tratta dalla componente geologica al PRG attualmente vigente riportata a fine lavoro.

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1.1 - UNITÀ GEOLOGICHE FORMAZIONALI DI SUPERFICIE Nell'area in esame sono state rilevate, concordemente a quanto espresso dalla bibliografia ufficiale, le seguenti unità formazionali quaternarie: 1 - Depositi del “DILUVIUM RECENTE”: depositi di natura ghiaioso-sabbiosa prevalente con subordinati livelli limoso-sabbiosi, localmente argillosi di origine fluvioglaciale derivanti dal progressivo arretramento delle fronti glaciali alpine e dalla conseguente instaurazione all'interno del bacino padano di una rete idrografica proglaciale di notevole estensione; essi costituiscono il ben noto “livello fondamentale della pianura” che compone grande parte della pianura padana. La litologia caratteristica del Diluvium Recente è rappresentata da ghiaia e sabbia debolmente limosa inglobante ciottoli di dimensioni variabili da 20 a 35 cm e rari trovanti. I caratteri sedimentologici specifici sono quelli dei depositi alluvionali: clasti con grado di arrotondamento variabile da subarrotondato ad arrotondato con grado di alterazione limitato o assente. La pertinenza dei depositi ghiaiosi è di tipo alpino con elementi granitici, granodioritici e porfirici; subordinati i clasti di origine sedimentaria di pertinenza prealpina. Tali depositi sono ricoperti da uno strato di alterazione superficiale di spessore contenuto (0.60-0.80 m) e composto da sedimenti limoso-sabbiosi di colore variabile da marrone a marrone rossiccio (parte basale dell'orizzonte) localmente associati a ghiaia di varia pezzatura (prevalentemente medio-fine). La morfologia del livello fondamentale della pianura si presenta assai uniforme: a nord si sviluppa tra i differenti lembi diluviali più antichi, caratterizzandosi per una posizione altimetrica sensibilmente inferiore; verso sud, l’andamento uniforme della pianura viene interrotto esclusivamente dai letti dei corsi d’acqua. All’interno di quest’ultima fanno eccezione piccoli lembi isolati del diluvium tardivo, locali altipiani mindeliani relitti e le strette fasce alluvionali recenti dei diversi corsi d’acqua superficiali. Lo spessore della coltre diluviale recente è stato determinato solo attraverso l’esecuzione di terebrazioni dove la variazione di litofacies permettesse un’altrettanta chiara delineazione del limite formazionale inferiore. In modo particolare, tale limite inferiore è stato identificato in modo differenziato a seconda della precisa struttura stratigrafica a livello locale; i limiti stratigrafici basali sono stati identificati con il Ceppo, le argille sommitali del diluvium antico e medio e le argille Villafranchiane. Nelle zone a litologia ghiaiosa prevalente lo spessore del diluvium varia sensibilmente a seconda delle zone specifiche con potenze da 10 metri sino ad oltre 60 m. Nelle zone più meridionali a sabbie e argille prevalenti il limite formazionale inferiore è assai incerto in seguito alla difficile distinzione delle litofacies specifiche relative alle differenti unità. L’intera area investigata si estende al di sopra dei depositi dell’unità quaternaria del Diluvium Recente.

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1.2 – Struttura idrogeologica locale Il sottosuolo della Pianura Padana, ed in particolare il settore milanese, è caratterizzato da una successione di sedimenti di età plio-pleistocenica di notevole interesse per la loro potenzialità di sfruttamento acquifero. Nella loro sequenza stratigrafica presentano alla base un’alternanza di limi e argille di origine marina (Pliocene-Pleistocene inf.) che si modifica, nella parte sommitale della successione, in depositi di natura alluvionale e fluvioglaciale costituiti da ghiaie, sabbie, limi e argille (Pleistocene medio-sup., Olocene). La causa di questa variazione di facies, da marina a continentale, è da ascriversi all’evento di regressione marina connessa con il sollevamento dell’area alpina verificatasi a partire dal Pliocene inf., momento in cui le modalità di sedimentazione cambiarono originando sedimenti di tipo deltizio lagunare con alternanze di depositi a granulometria fine (in prevalenza) e grossolana. I successivi eventi di glaciazione (Mindel, Riss, Wurm) hanno consentito la deposizione di materiale alluvionale a granulometria prevalentemente ghiaioso-sabbiosa (Quaternario continentale), all’interno del quale si ritrovano acquiferi di notevole estensione areale e potenzialità idrica. In sintesi si osserva una prevalenza di materiale fine (limi e argille) in profondità e lungo la direttrice meridionale, a causa delle variazioni ambientali avvenute nel tempo ed al progressivo allontanamento dell’influsso del trasporto fluvioglaciale, proveniente da Nord, con conseguente deposizione di materiale a granulometria ridotta. Si possono individuare una serie di agenti che hanno determinato l’attuale assetto idrogeologico, quali: - sequenza di eventi glaciali connessi all’apparato del Lario (Mindel, Riss, Wurm);

- eventi alluvionali legati all’attività dei corsi d’acqua e, più a settentrione, lo spostamento

della sede del loro alveo; - andamento irregolare dell’unità villafranchiana Per la definizione delle caratteristiche idrogeologiche del settore territoriale d’interesse è stato necessario raccogliere tutti gli elementi geologici rilevabili in superficie e tutti i dati dei pozzi censiti nella zona, al fine di ottenere un modello geologico coerente mediante il quale definire nel dettaglio la serie idrogeologica esistenti. Un altro elemento fondamentale è stata l’analisi dell’idrografia superficiale, mediante la quale è possibile valutare la distribuzione delle acque in superficie e raffrontarle con quelle in profondità. In questo contesto si rinvengono nella parte sommitale del Quaternario continentale (generalmente nei primi 100 metri) gli acquiferi con maggior potenzialità idrica, la cui alimentazione avviene mediante infiltrazione delle acque superficiali meteoriche e irrigue; più in profondità, intercalate a depositi limoso-argillosi, sono ubicate lenti ghiaioso-sabbiose isolate e talvolta coalescenti che traggono alimentazione dalle aree poste più a settentrione e dagli acquiferi superficiali nei settori in cui i livelli argillosi di separazione sono discontinui. Rispetto agli acquiferi soprastanti si rileva una netta riduzione di trasmissività e talvolta si sono riscontrate caratteristiche chimiche negative, quali la presenza di sostanze di ambiente riducente come idrogeno solforato, ferro, manganese e ammoniaca, a causa della decomposizione della sostanza organica - in particolare la torba - contenuta nei sedimenti. Tuttavia il degrado progressivo della qualità delle acque più superficiali a causa della presenza di nitrati, cromo, composti organo-alogenati, fitofarmaci, etc., ha spinto alla

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ricerca ed allo sfruttamento di acquiferi posti a maggior profondità, anche fino a 300 metri, ed a prendere in maggior considerazione gli acquiferi più ridotti di volume e con un tempo di ricarica decisamente superiori rispetto a quelli tradizionalmente sfruttati, ma più protetti dagli agenti inquinanti superficiali. Perforazioni più recenti infatti, hanno permesso di individuare risorse idriche sfruttabili al di sotto della litozona ghiaioso-sabbiosa nella parte sommitale dell’unità sabbioso-argillosa attribuita al Villafranchiano. La disposizione areale e verticale delle successioni stratigrafiche presenti è stata condizionata anche da importanti eventi tettonici di scala regionale precedenti e sincroni alla deposizione dei litotipi che costituiscono il suolo padano-lombardo. Inerenti a questo argomento vi sono significativi lavori riguardanti lo studio del “basamento magnetico”, coincidente, nella zona di Milano, con le serie pre-mesozoiche e correlabile con la “Serie dei Laghi” (Cassano e al., 1988). Esso è posto ad una profondità di circa 8000 m e presenta un quadro tettonico di stile compressivo costituito da una serie di faglie e sovrascorrimenti con andamento circa SSW-NNE, dislocate da un ulteriore lineamento con direttrice N-S. L’interazione degli effetti deformativi ha causato un sollevamento del basamento verso E con una zona di massimo nei pressi della città di Monza (circa 5000 m) per poi approfondirsi bruscamente sia ad oriente che ad occidente di questo alto strutturale. Un quadro strutturale così delineato ha inevitabilmente vincolato lo spessore dei sedimenti depositatisi successivamente (Pieri e Groppi, 1981), che interessano direttamente gli acquiferi della zona lombarda. Queste indicazioni trovano ulteriore conferma nella analisi delle anomalie del campo gravimetrico, che risultano coerenti con una strutturazione generale simile a quella interpretata mediante le anomalie magnetometriche (Cassano e al., 1990). Vi sono studi effettuati nelle zone attigue (Pieri e Groppi, 1981) che indicano un coinvolgimento tettonico dei sedimenti posteriori all’orogenesi alpina e in parte a quella appenninica, con esempi di azione tettonica anche nei litotipi di età pliocenica (pozzo AGIP di Settala) e quaternaria (Ambrosetti e al., 1983; Arca e Beretta, 1985; Orombelli, 1976). Ai fini di una caratterizzazione idrogeologica, le zone di alto strutturale presentano una minore possibilità di presenza di acquiferi in quanto caratterizzate da un minor spessore dei litotipi permeabili di natura alluvionale; la base dell’acquifero tradizionalmente sfruttato verrebbe a trovarsi a minore profondità del piano campagna, inoltre si avrebbero spessori inferiori degli acquiferi posti a maggiore profondità. Unita’ idrogeologiche Al fine di fornire un’adeguata descrizione dei litotipi presenti nel sottosuolo della provincia Milanese, nel presente lavoro è stato utilizzato il criterio di classificazione delle unità idrogeologiche. Con tale nomenclatura s’intende una associazione di litotipi che presentano simili condizioni di circolazione idrica sotterranea, similare rapporto alimentazione-deflusso delle falde e disposizione geometrica. Dalla più antica alla più recente si distinguono le seguenti unità: * unità argillosa (Età: Pleistocene inf.-Calabriano Auct.) *unità sabbioso-argillosa (Età: Pleistocene inf.-Villafranchiano medio-sup. Auct.) *unità a conglomerati e arenarie (Età: Pleistocene inf.) *unità sabbioso-ghiaiosa (Età: Pleistocene medio) *unità ghiaioso-sabbiosa (Età: Olocene-Pleistocene sup.).

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Unità argillosa - facies marina (Età: Pleistocene inf.-Calabriano Auct.) Si tratta di argille e limi di colore grigio-azzurro contenenti fossili marini subordinati a livelli sabbiosi, generalmente di modesto spessore, talvolta cementati. Questa unità si rileva nei pozzi per acqua a profondità di oltre 220-280 m nella media pianura, a oltre 130 m nelle zone di alta pianura. L’approfondito studio relativo al contenuto paleontologico (microfossili e macrofossili) ha consentito di individuare dei livelli guida che consentono di seguire con discreto dettaglio l’andamento del tetto della unità nella zona di indagine. Questa ricostruzione ha una grande importanza per la ricerca idrica delle falde profonde, e mostra come il tetto della unità argillosa abbia un andamento controllato sia dai processi erosivi che dalla tettonica contemporanea e successiva alla sua deposizione. Nelle zone in cui l’attività tettonica si è manifestata in modo più incisivo si osserva una deformazione di tipo plastico-duttile nei litotipi argillosi e rigido-fragile in litologie competenti (faglie nel “Ceppo” lungo la valle del Lambro). A prescindere dalle suddette complicazioni tettoniche, è possibile individuare un approfondimento di questa unità verso Sud, con pendenze medie variabili tra 0.6 e 1.5%. Il tetto delle argille in facies marina è rilevabile a 200 m s.l.m. nel settore più settentrionale della provincia di Milano, a quote di -200 m s.l.m. all’altezza dell’area meridionale del capoluogo lombardo. Lo spessore varia da poche centinaia di metri nella parte settentrionale a oltre 1000 m a Sud di Milano. Unità sabbioso-argillosa - facies continentale e di transizione (Età: Pleistocene inf.-Villafranchiano medio-sup. Auct.). Si tratta di una unità idrogeologica costituita da argille e limi di colore grigio e giallo (con frequenti alternanze nella colorazione) con torbe, che generalmente forma il substrato della falda tradizionalmente sfruttata. Questi sedimenti rappresentano antichi depositi litorali, lagunari, palustri e alluvionali che si formarono in seguito alla regressione marina che ebbe inizio nell’ambito del Pleistocene inferiore. In questi litotipi si trovano intercalate lenti sabbiose, ghiaiose, di varia estensione, che vengono a costituire acquiferi con falde confinate, riconosciute da Francani,1980 e Francani e Pozzi,1981 come terzo acquifero. Sono state utilizzate ulteriori terminologie quali Argille sotto il Ceppo ed Argille Villafranchiane , intendendo gli elementi argillosi sia di natura marina che di natura continentale. Questa nomenclatura viene spesso utilizzata nelle zone comprese tra il pedemonte e la media pianura, dove la sedimentazione di questi litotipi avveniva in ambienti differenti (glaciale, palustre-lacustre e transizionale). Il contenuto paleontologico non consente una datazione precisa, tuttavia permette di effettuare alcune valutazioni paleoambientali. E’ presumibile che l’unità in esame risulti parzialmente eteropica con i sedimenti fluvioglaciali più antichi (riferibili ai termini Donau e Gunz Auct. non affioranti e quelli Mindel e Riss Auct. affioranti), costituendo la zona fluviolacustre o di piana alluvionale in ambienti a bassa energia. Nelle aree pedemontane il tetto di questa unità ha un andamento irregolare conseguente ai fenomeni erosivi successivi alla sua deposizione ed alla morfologia del substrato, oltre ai fenomeni di natura tettonica che hanno interferito su tutta la successione stratigrafica. Nella zona di media pianura, in particolare nel settore tra Milano ed il Ticino, la morfologia del tetto di questa unità diventa più regolare evidenziando un inclinazione verso meridione variabile tra 0.5-0.8%; le quote variano da circa 250 m s.l.m. nella zona settentrionale della provincia di Milano (Comuni di Giussano, Briosco e Besana B.za) a 10 m nel settore meridionale del capoluogo lombardo. Nei settori di alta pianura non è possibile riconoscere il tetto dell’unità, poiché si ha la predominanza di livelli e litozone ghiaiose. Lo spessore di questa unità nell’area occidentale

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della provincia milanese raggiunge i valori massimi di 100-200 m, mentre nei settori centrale e occidentale varia da 0 a 160 metri. I limiti stratigrafici con la sottostante unità marina non sono facilmente rilevabili, mentre quelli con la soprastante unità sono facilmente riconoscibili nelle zone di media pianura (100-110 m di profondità media a Milano) e indefinibili nei settori di alta pianura dove si ha una predominanza dei termini a granulometria grossolana. Anche nelle zone di bassa pianura a Sud di Milano si riscontrano analoghe difficoltà a causa della omogeneità dei caratteri litologici del sottosuolo ed alla scarsità dei dati ottenibili dai pozzi esistenti. Unità a conglomerati e arenarie - “Ceppo” Auct. (Età: Pleistocene inf.) Si tratta di conglomerati e arenarie in subordine passanti localmente a ghiaie e sabbie. Questa unità viene correlata per analogia di caratteristiche con l’orizzonte più conosciuto ed esteso noto come “Ceppo d’Adda” affiorante lungo il corso d’acqua omonimo. Essa presenta una discreta permeabilità, sia primaria che per fratturazione, consentendo l’accumulo ed il deflusso sotterraneo delle acque. Arealmente presenta il suo massimo sviluppo nel settore pedemontano e nella medio-alta pianura tra il terrazzo delle Groane ed il fiume Adda ad una profondità di 50-100 metri dal piano campagna, dove forma una roccia serbatoio del primo acquifero; nelle zone pedemontane inoltre affiora in corrispondenza delle zone più incise alla base dei versanti. All’altezza del settore più meridionale di Milano questa unità perde la sua consistenza passando lateralmente a terreni sabbioso-ghiaiosi non cementati a minore granulometria, che vanno ad accorparsi con i soprastanti terreni costituendo un’unica unità sabbioso-ghiaiosa. Nei pozzi di Milano infatti non è possibile associare il tetto della litozona sabbioso-ghiaiosa all’unità del “Ceppo d’Adda”, poiché essa può essere anche riferibile come parte dei sedimenti fluvioglaciali Mindel e Riss Auct. Nel settore occidentale della provincia di Milano presenta caratteristiche differenti dove, contrariamente alle aree precedenti, l’unità viene rinvenuta solo sporadicamente. Lo spessore varia da qualche metro sino a circa 80 metri. Unità dei depositi glaciali - Morenico Mindel-Riss-Wurm (Età: Pleistocene medio-sup.) Si tratta di depositi costituiti da massi, ghiaie e sabbie immerse in matrice limoso-argillosa rilevabili nelle zone collinari pedemontane. Le unità più antiche sono costituite da sedimenti prevalentemente più fini che talora in superficie presentano uno strato di alterazione pedogenetica dallo spessore variabile da 1 a oltre 10 m. Dal punto di vista idrogeologico risultano improduttivi, anche se nei livelli più permeabili sono presenti falde di modesto volume ed interesse; dal punto di vista geomorfologico invece costituiscono dei rilievi collinari a scarsa permeabilità che favoriscono il deflusso superficiale delle acque meteoriche. Gli spessori variano da pochi metri ad un massimo di 80 m. Unità ghiaioso-sabbioso-limosa - Fluvioglaciali Mindel-Riss Auct. (Età: Pleistocene medio). Si tratta di un’alternanza di depositi ghiaioso-sabbiosi, sabbiosi e limoso-argillosi, con lenti cementate conglomeratiche o arenitiche. Si trova ben estesa nelle zone pedemontane e di alta pianura, con la caratteristica di dar luogo ai terrazzi morfologicamente più elevati generalmente ricoperti da uno strato di alterazione superficiale poco permeabile (tipo Vetusol nel Mindel Auct.) così da favorire il deflusso superficiale delle acque. Procedendo a Sud questa unità si immerge sotto quella fluvioglaciale più recente del Wurm Auct. (Cavallin e al., 1983), ed in alcune zone, come ad

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esempio nell’area di Muggiò e Cinisello Balsamo, rimane indistinguibile dalla soprastante unità più recente a causa della forte affinità litologica. In corrispondenza della media pianura forma la parte basale dell’acquifero tradizionale, definito anche secondo acquifero da Francani e Pozzi, 1981. All’altezza di Milano si trova ad una profondità di circa 100-110 m, con spessori il cui valore varia da pochi metri nei punti in cui vi è stata una forte azione erosiva, fino ad un massimo di 40-60 metri. Nel settore della bassa pianura (nella zona del basso lodigiano) questo complesso risale in superficie affiorando in corrispondenza del Colle S. Colombano al Lambro (Coggi e Di Napoli Alliata, 1950, AA.VV.,1988). Procedendo verso sud le caratteristiche litologiche subiscono una diminuzione di granulometria accomunandosi a quelle dell’unità sabbioso-argillosa in facies continentale con la quale risulta in presumibile parziale eteropia. Gli acquiferi presenti in questa unità risultano separati da quelli soprastanti mediante setti limoso-argillosi poco permeabili il cui spessore raggiunge valori spesso elevati e la cui estensione planimetrica è generalmente molto estesa. Queste caratteristiche consentono scambi di acqua limitati tra la falda libera e quella contenuta nel secondo acquifero, per cui le falde di quest’ultimo risultano semi confinate e localmente possono assumere caratteristiche prossime a quelle confinate. La produttività risulta essere analoga e talvolta leggermente inferiore a quella che caratterizza il primo acquifero; in linea generale il miglior rendimento di produttività e la massima estensione areale è localizzabile nella porzione sommitale dell’unità fluvioglaciale, ed attualmente sono gli acquiferi sfruttati dalle maggiori opere di captazione. Unità ghiaioso-sabbiosa - Fluvioglaciali Wurm,Wurm tardivo e alluvioni recenti Auct. (Età: Olocene-Pleistocene sup.). Si tratta di depositi costituiti per lo più da litotipi ghiaioso-sabbiosi grossolani con locali lenti limoso-argillose di limitato spessore ed estensione areale, che nella terminologia corrente vengono chiamati “litozona ghiaioso-sabbiosa” (Martinis e Mazzarella, 1971,1976; Cavallin e al., 1983). Va tuttavia precisato che questa definizione non corrisponde ad un criterio di valutazione stratigrafica, poiché in essa sono presi in considerazione anche i litotipi di natura fluvioglaciale dell’unità fluvioglaciale Mindel-Riss Auct. Nella zona di alta pianura l’unità contiene una falda libera che localmente è in contatto con quella del “Ceppo” in prossimità di strutture sepolte riferibili a paleoalvei. Nella zona della media pianura, in prossimità dell’avvicinamento del livello piezometrico alla superficie, l’unità viene a costituire il primo acquifero (Francani e Pozzi, 1981). Gli elevati valori di permeabilità di questi depositi consentono una forte ricarica degli acquiferi per infiltrazione di corsi d’acqua, canali e precipitazioni (Francani e Pozzi, 1981; De Wrachien e Savi, 1993). L’insieme degli acquiferi contenuti in queste ultime due unità descritte costituiscono l’acquifero tradizionale, che in realtà è l’insieme di più acquiferi distinti considerati un monostrato acquifero in una valutazione a grande scala. Nella zona di bassa pianura questa configurazione assume aspetto ancora più marcato a causa della diminuzione della granulometria dei terreni; già a livello piano campagna compaiono in prevalenza litotipi limoso-argillosi ai quali si alternano terreni più grossolani (sabbie e sabbie con ghiaia), dando origine ad acquiferi con falde semi-confinate o confinate. Lo spessore medio varia da 20 ad oltre 50 metri.

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Strutturazione dei complessi acquiferi Dalle indicazioni delle unità sopra menzionate, è possibile costruire la struttura idrogeologica della zona, in cui si distinguono tre complessi acquiferi principali: - il primo corpo acquifero, quello più superficiale, è costituito da depositi relativamente recenti, riferibili ai litotipi morenico-fluvioglaciali wurmiani ed alle coperture alluvionali generate dai corsi d’acqua attuali. A causa dell’esigua soggiacenza della falda risulta essere poco protetto dagli agenti inquinanti; trae alimentazione dalle acque di infiltrazione che possono trasportare eventuali elementi di contaminazione. A questo acquifero appartengono anche le principali strutture produttive, impostate sui paleoalvei dei corsi d’acqua nella zona pedemontana, caratterizzati da antiche valli fluviali e fluvioglaciali successivamente colmate da depositi ad elevata permeabilità; - il secondo corpo acquifero, intermedio, è costituito dai livelli meno cementati dei conglomerati del Ceppo e da orizzonti ghiaioso-sabbiosi (“acquifero sotto il Ceppo”) che spesso costituiscono la base del Ceppo stesso. Il contatto, a letto, con i limi del Villafranchiano, delimita in profondità l’estensione dell’acquifero, che trae alimentazione indirettamente dalle acque di infiltrazione. - il terzo corpo acquifero è costituito da una serie di limi argillosi grigi con intercalate lenti ghiaioso-sabbiose appartenenti alle unità del Villafranchiano. Data la sua profondità e le caratteristiche di bassa permeabilità dei depositi limosi, l’acquifero risulta ben protetto dagli agenti inquinanti, tuttavia denuncia una scarsa attività di rialimentazione ed una limitata possibilità di sfruttamento, a causa anche della estensione limitata delle lenti ghiaioso-sabbiose che fungono da serbatoio. La base di questa unità è costituita dal substrato roccioso impermeabile della Gonfolite. Tutti gli acquiferi presentano un gradiente dell’ordine del 2‰, con caratteri specifici variabili a livello locale. I processi erosionali di natura meteorica e fluviale, localmente hanno messo a contatto l’acquifero superficiale con la superficie topografica, specialmente in corrispondenza di incisioni vallive. In questo modo si ha un’alimentazione diretta derivante dalle precipitazioni meteoriche e dalle acque dei corsi d’acqua. I vari acquiferi sono collegati mediante superfici erosionali difficilmente ricostruibili, dato il loro andamento estremamente irregolare. Il primo ed il secondo acquifero sono comunicanti mediante le paleovalli create dalle incisioni fluviali, mentre il terzo viene alimentato mediante la filtrazione d’acqua attraverso i livelli e le zone più permeabili dell’unità limoso-argillosa villafranchiana. Per una chiara visione dei caratteri idrogeologici territoriali viene riportata nella pagina a seguire (Figura 03) la restituzione della carta delle isopiezometriche del primo complesso acquifero al marzo 2009 e la soggiacenza del medesimo nel contesto territoriale delle province di Monza e Milano (fonte: S.I.F. -Provincia di Milano – dati ufficiali). Per completezza restituiva nella Tavola 02 viene riportato stralcio della carta idrogeologica ufficiale tratta dalla componente geologica alle azioni di piano del Prg attualmente in vigore del comune di Pieve Emanuele.

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Figura 03 carta delle isopieze del primo complesso acquifero e range di soggiacenza dl

medesimo – aggiornamento Marzo 2009

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1.3 – Inquadramento climatico

Le caratteristiche climatiche dell’area in esame sono state definite attraverso l’analisi dei dati pluviometrici registrati presso la stazione di Baggio (Milano) e dei dati termometrici dell’Osservatorio Metereologico di Brera (Milano), relativi al trentennio 1959-1988. All’interno dell’area si localizzano anche le stazioni del Consorzio Villoresi situate a Bareggio, Cascinate Olona e Rho, tutte limitrofe alla prima. Si sono ritenute le due prime stazioni (rispettivamente per il recepimento dei dati pluviometrici e termometrici) sufficientemente indicative del clima dell’intera area, anche se va tenuta in considerazione la presenza di un modesto gradiente pluviometrico tra la parte nord e sud della provincia di Milano, che può essere rilevato dalla carta delle isoiete medie annue relative al periodo 192 1-70, riportate in Figura 04 a a seguire.

Le carte sono stralciate da una elaborazione del Servizio Idrografico del Ministero dei Lavori Pubblici, e parzialmente modificate da CAVALLIN et aI. (1983).

Dalle carte stesse si deduce come i valori di piovosità aumentino procedendo da sud a nord, per l’innalzamento della quota e l’avvicinarsi ai rilievi alpini, superando i 1000 mm medi annui a nord di Milano. Il gradiente di piovosità tra le città di Pavia e di Milano è di circa 200 mm annui, con allineamento tendenziale delle isoiete nella pianura tra le due città lungo la direttrice est-ovest. Per quanto attiene le stazioni prese in esame, i dati relativi al trentennio 1959-88 della piovosità media mensile e i giorni piovosi mensili (Baggio) e di temperatura media mensile (Brera), sono stati riportati in Figura 04 b a seguire.

Figura 04 a – isoiete medie annue (mm) – 1921-70

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Mese Temperatura media (°C)

Precipitazioni

mm gg. piov. Gennaio 2.9 64.3 9 Febbraio 5.0 66.3 8 Marzo 9.1 82.7 9 Aprile 13.4 75.3 9 Maggio 17.5 96.5 11 Giugno 21.7 81.5 10 Luglio 24.1 64.7 6 Agosto 23.3 97.7 8 Settembre 19.6 79.3 6 Ottobre 13.9 107.5 9 Novembre 8.1 99.2 10 Dicembre 3.9 61.9 8 Anno 13.5 975.9 103

Figura 04 b – dati climatici medi (1958-88 – T° Milano Brera - piogge Milano Baggio)

Dall’elaborazione di questi dati la media trentennale di piovosità annua è risultata pari a 976 mm. Anni eccezionalmente piovosi sono stati il 1959 e il 1960 (rispettivamente 1509 e 1315 mm di precipitazioni), mentre il minimo del periodo è stato registrato nell’anno 1974 con una piovosità media annua di 558 mm. L’andamento delle piovosità medie annue nel trentennio è visibile graficamente in Figura 04 c a seguire.

Figura 04 c – andamento delle precipitazioni medie annue – periodo 1959-88- Milano Brera

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In Figura 04 c sono riportati i valori medi del trentennio delle precipitazioni medie mensili, e il numero di giorni piovosi medi mensili. Le piovosità mensili risultano ben distribuite lungo l’arco di tutto l’anno, con minimo nel mese di dicembre (61,9 mm) e massimo nel mese di ottobre (107,5 mm). Per quanto attiene le variazioni delle piovosità mensili nel trentennio, il massimo assoluto è stato registrato nell’ottobre del 1976, con ben 356,4 mm di pioggia distribuiti su 17 giorni piovosi. Si tratta di un evento eccezionale, comparabile solo con i 293,5 mm dell’ottobre 1979. Valori di piovosità mensile tra 150 e 200 mm, quasi doppi rispetto a quelli del mese più piovoso su media trentennale, sono relativamente frequenti. Per quanto attiene le temperature, in Figura 04 d sono riportate le temperature medie mensili del trentennio.

Figura 04 d – andamento media mensile delle temperature (Milano Brera) e delle Precipitazioni (Milano Baggio) nel periodo 1959-1988

Le temperature crescono regolarmente a partire dal mese di gennaio, fino a raggiungere il loro massimo nel mese di luglio (24,1 °C), decrescono leggermente nel mese di agosto, per poi diminuire con gradiente ben più marcato nei restanti mesi dell’anno. 11 mese più freddo è gennaio, con 2,9 °C. L’escursione termica annua (differenza tra la temperatura del mese più caldo e quella del mese più freddo), è pari a 11,2 °C e quindi inferiore ai 20 °C considerati come passaggio tra climi marittimi e continentali. Le medie trentennali mensili di piovosità, temperature e giorni piovosi sono riportati graficamente in Figura 04 d. Questi dati possono essere elaborati, per inquadrare il clima dell’area in esame, utilizzando i modelli disponibili in letteratura, che permettono di derivare altri importanti caratteri climatici e una serie di indici atti a classificare il clima stesso. Si è usufruito in particolare del modello di Thornthwaite e Mather (1957), che permette di calcolare, a partire dai dati di piovosità e temperatura, una serie di caratteri primari del clima nonché il bilancio idrico dei suoli, tenuto conto della loro capacità di ritenzione idrica.

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Figura 04 e – bilancio idrico secondo Thornthwaite

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Si individua come l’evapotraspirazione potenziale (PE) totale annua assommi a 777 mm, con un differenziale di 200 mm rispetto alle precipitazioni. Dal mese di gennaio al mese di maggio l’evapotraspirazione aumenta gradatamente con l’aumentare delle temperature, ma la piovosità è sempre superiore a PE; in questo periodo non solo la piovosità compensa l’evapotraspirazione, ma tra gennaio e maggio viene cumulato in totale un surplus idrico di 190 mm. Nei mesi da giugno a settembre viene invece cumulato un deficit idrico totale di 73 mm.; il fenomeno dell’evapotraspirazione è in questo periodo a carico delle riserve del suolo. In agosto la AWL (perdita di acqua cumulata), supera il valore dell’AWC del suolo (assunta pari a 170 mm nel caso considerato), e quindi risultano completamente esaurite le riserve del suolo. Questo avviene verso la fine del mese: il passaggio da utilizzazione a deficit può essere fissato per il giorno 28. Le piogge di ottobre ricaricano il suolo e i mesi di novembre e dicembre comportano un surplus totale di 81 mm. Anche in questo caso il passaggio da fase di ricarica a surplus avviene verso la fine del mese (20 novembre). In base ai valori del bilancio idrico, secondo la metodologia di Thornthwaite e Mather il clima dell’area può essere classificato con il ricorso a alcuni indici condensati in una «formula climatica»:

B1 B2’rb3’ Nella formula esposta Bl classifica il tipo di clima, in base all’indice di umidità globale, come «umido». «B2’» indica il tipo di varietà climatica, in base al valore totale annuo dell’evapotraspirazione potenziale, come «secondo mesotermico». «r» quantifica la variazione stagionale di umidità in funzione dell’indice di aridità, indicando una deficienza idrica molto piccola. Infine, «b3’» esprime la concentrazione estiva dell’efficienza termica, che è risultata compresa tra 51,9 e 56,3 mm.

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1.4 – Definizione delle unità litotecniche

Sulla base degli studi condotti dal CNR in collaborazione con la Regione Lombardia (“Determinazione del Rischio Sismico ai fini urbanistici in Lombardia – 1996”) sono state definite le seguenti unità litotecniche corrispondenti ad altrettante unità litologiche (nomenclatura Regione Lombardia-CNR): 1 - Depositi alluvionali a grana grossa costituiti da frammenti lapidei arrotondati, dotati di un grado di cementazione da basso a medio dovuto a legame calcitico (Unità Litotecnica D3). Si tratta di depositi alluvionali sciolti a prevalente tessitura ghiaioso- sabbiosa, con orizzonti più o meno cementati. Sono costituiti da ciottoli e ghiaia di diversa natura immersi in una matrice sabbiosa e sabbioso-limosa incoerente. Presentano una struttura a grosse lenti caratterizzate da diversa granulometria. Sono presenti distinti livelli ciottolosi. Questa unità comprende i depositi fluvioglaciali wurmiani e quelli fluviali olocenici. Occupa l’alta pianura e possiede un notevole sviluppo in senso Nord-Sud, soprattutto in corrispondenza delle grandi conoidi fluvioglaciali. Lo spessore diminuisce da Nord a Sud, passando da circa 100 metri a 30/40 metri al limite tra la alta e la media pianura. Il passaggio dai depositi ghiaioso- sabbiosi a quelli prevalentemente sabbiosi successivamente descritti si verifica in prossimità del limite sud del territorio di Milano, assumendo la denominazione di Unità Litotecnica E1. 2. Depositi alluvionali a grana medio-fine costituiti da sabbie con intercalazioni sabbioso-ghiaiose o sabbioso-limose (Unità Litotecnica E1). Si tratta di alluvioni sabbiose e sabbioso ghiaiose con frequenti intercalazioni sabbioso-limose, limose e limoso-argillose. Nel settore milanese tale unità rappresentata dal termine transizionale della sopra descritta U.L. D3, si sviluppa a partire dal limite sud del territorio di Milano, sino alla sponda orografica sinistra del fiume Po, costituendo di fatto il primo sottosuolo anche della provincia Pavese e Lodigiana. 3. Depositi a grana fine e finissima costituiti da limi argillosi o argille (Unità Litotecnica F1). Sono costituiti da materiali prevalentemente limoso-argillosi, attribuibili all’Unità idrogeologica in facies marina (unità argillosa AA.) soggiacente alla U.L. E2. Inoltre vengono attribuiti a questa unità litotecnica anche i depositi quaternari di origine glaciale e fluvioglaciale a grana fine (glaciale e fluvioglaciale Mindell-Riss – litologie limose e limoso sabbiose di origine continentale) presenti nei settori dell’alta Brianza e della Brianza centro orientale. In quest’ambito territoriale rappresentano suoli molto profondi evoluti da depositi limosi di origine glaciale e/o lessici, che complessivamente raggiungono uno spessore di diversi metri.. L’analisi delle stratigrafie dei pozzi per acqua esistenti a disposizione evidenzia infatti una forte variabilità litologica sia laterale che verticale; pertanto è stata attuata una modellizzazione schematica finalizzata alla semplificazione della complessità stratigrafica (raggruppamento in orizzonti significativi). Nella Figura 05 della pagina a seguire viene riportato lo schema interpretativo stratigrafico e litotecnico considerato nel presente lavoro. Nella Tavola 03a, 03b e 03c vengono riportate le sezioni idrogeologiche/litotecniche di dettaglio realizzate per la corretta caratterizzazione delle aree d’interesse progettuale. Per completezza, nella Tavola 04 viene riportato inoltre lo stralcio della carta di fattibilità geologica relativa al PRG attualmente in vigore.

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Figura 05 - schema interpretativo stratigrafico e litotecnico del primo sottosuolo.

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1.5 – STORIA SISMICA DEL TERRITORIO

L’analisi della sismicità, intesa come distribuzione spazio-temporale dei terremoti in una determinata area, costituisce il primo tassello per gli studi di valutazione della pericolosità sismica di base. Trattandosi di modelli probabilistici, infatti, le caratteristiche sismotettoniche e le modalità di rilascio dell’energia sismica pregressa consentono la messa a punto di modelli previsionali dell’attività sismica attraverso una quantificazione dei livelli di accelerazione attesi. Nella classificazione sisimica dei Decreti emessi fino al 1984 (D.M. 05.03.1984) la sismicità veniva definita attraverso il "grado di sismicità" S. Nella proposta di riclassificazione del GdL del 1998 si utilizzano 3 categorie sismiche più una categoria di Comuni Non Classificati (NC) di cui il comune di Pieve Emanuele faceva parte. Nella nuova classificazione 2003 e s.m.i., il grado di sismicità territoriale viene definita mediante quattro zone, numerate da 1 a 4 e Pieve Emanuele rientra nella zona 4. Dalla consultazione dei cataloghi sismici redatti dall’Istituto di Geofisica e Vulcanologia per gli studi di pericolosità risulta che: - l’area comunale di Pieve Emanuele, e quella Milanese nel suo complesso, sono

caratterizzate da eventi sismici piuttosto sporadici e di intensità massima rilevata dell’ordine del V-VI grado della scala Mercalli;

- le località epicentrali per gli eventi che hanno prodotto i maggiori risentimenti/danni (osservazioni macrosismiche) provengono da zone territorialmente limitrofe (Lodigiano, Monza, Piacenza e zone appenniniche) con eventi maggiormente significativi rilevati in epoca storica;

- risulta chiaramente osservabile un evento sismico di particolare interesse, ovvero il terremoto di Monza, avvenuto il 26 novembre 1396 con intensità epicentrale del VII-VIII grado della scala Mercalli;

- dal catalogo parametrico dei terremoti italiani non si rileva attività sismica con epicentro all’interno del territorio comunale di Pieve Emanuele.

Tali osservazioni sono chiaramente rilevabili dalla storia sismica locale così come deducibile dal catalogo DBMI04, il database utilizzato per la compilazione del Catalogo Parametrico dei Terremoti Italiani (CPTI04) aggiornato al maggio 2004 (a cura di M. Stucchi et al.), nel quale sono riportate le osservazioni macrosismiche relative a diversi comuni italiani. Nella Figura 06a, ,b, c, d, e,f, g a seguire, sono riportati i dati dell’archivio sismico INGV sito-specifici per la città di Milano e località limitrofe.

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Seismic history of Milano Total number of earthquakes: 88

Effects Earthquake occurred:

Is Anno Me Gi Or Mi Se Area Epicentrale Io Mw Rt Rt1

7 1117 01 03 13 Veronese 9-10 6.49 CFTI BOA997

6 1222 12 25 11 Basso bresciano 8-9 6.05 CFTI BOA997

6 1755 12 09 13 30 Vallese 8 5.90 CFTI BOA997

6 1951 05 15 22 54 LODIGIANO 6-7 5.24 DOM GDTSP

5-6 1806 02 12 NOVELLARA 7 5.26 DOM ENL985

5 1695 02 25 05 30 Asolano 9-10 6.61 CFTI BOA997

5 1802 05 12 09 30 Valle dell'Oglio 8 5.67 CFTI BOA997

5 1810 12 25 45 NOVELLARA 7 5.28 DOM ENL985

5 1873 06 29 03 58 Bellunese 9-10 6.33 CFTI BOA997

5 1901 10 30 14 49 58 Salo' 8 5.67 CFTI BOA997

5 1914 10 27 09 22 GARFAGNANA 7 5.79 DOM MEA988

4-5 1348 01 25 CARNIA 9-10 6.66 DOM HAM994

4-5 1740 03 06 05 15 GARFAGNANA 7 5.18 DOM ENL988

4-5 1828 10 09 02 20 Valle dello Staffora 7-8 5.67 CFTI BOA997

4-5 1855 07 25 12 Vallese 8-9 5.81 CFTI BOA997

4-5 1887 02 23 05 21 50 Liguria occidentale 9 6.29 CFTI BOA997

4-5 1891 06 07 01 06 14 Valle d'Illasi 8-9 5.71 CFTI BOA997

4-5 1920 09 07 05 55 40 Garfagnana 9-10 6.48 CFTI BOA997

4 1738 11 05 30 PARMA 7 5.40 DOM ENL985

4 1873 09 17 LIGURIA ORIENTALE 6-7 5.52 DOM CAA996

4 1885 02 26 20 48 SCANDIANO 6 5.22 DOM ENL985

4 1929 04 20 01 09 46 Bolognese 7 5.55 CFTI BOA997

4 1954 05 19 09 34 55 Vallese 6 5.46 CFTI BOA997

4 1960 03 23 23 08 49 Vallese 6-7 5.36 CFTI BOA997

4 1972 10 25 21 56 PASSO CISA 5 4.95 DOM MEA988

4 1975 11 16 13 04 BORGO VAL DI TARO 5-6 4.85 DOM GDTSP

4 1976 05 06 20 FRIULI 9-10 6.43 DOM GDTSP

4 1983 11 09 16 29 52 Parmense 6-7 5.10 CFTI BOA000

4 1996 10 15 09 55 60 CORREGGIO 7 5.44 INGVAM INGVAM

F 1065 03 27 06 Brescia 7 5.17 CFTI BOA997

F 1295 09 03 COIRA 8-9 5.79 DOM STA988

F 1570 11 17 19 10 Ferrara 7-8 5.48 CFTI BOA997

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24

F 1661 03 12 Montecchio 7 5.17 CFTI BOA997

F 1780 02 06 04 Bolognese 5-6 4.85 CFTI BOA997

F 1811 07 15 22 44 SASSUOLO 7 5.24 DOM ENL985

F 1826 06 24 12 15 SALO' 5-6 4.74 DOM ENL985

F 1831 09 11 18 15 Reggiano 7-8 5.48 CFTI BOA997

F 1886 09 05 VAL DI SUSA 6-7 5.27 DOM GDTSP

F 1915 01 13 06 52 AVEZZANO 11 6.99 DOM MOA996

F 1916 08 16 07 06 14 Alto Adriatico 8 5.92 CFTI BOA997

3-4 1834 07 04 35 ALTA LUNIGIANA 6-7 5.14 DOM CAA996

3-4 1884 09 12 PONTOGLIO 6 4.83 DOM GDTSP

3-4 1914 10 26 03 45 TAVERNETTE 7 5.36 DOM ENL985

3-4 1971 07 15 01 33 23 Parmense 7-8 5.61 CFTI BOA997

3-4 1976 09 15 09 21 18 Friuli 8-9 5.92 CFTI BOA997

3 1786 04 07 PIACENZA 6-7 5.31 DOM ENL985

3 1796 10 22 04 Emilia orientale 7 5.63 CFTI BOA997

3 1818 02 23 18 10 1 Liguria occidentale 7-8 5.55 CFTI BOA997

3 1818 12 09 18 52 LANGHIRANO 7-8 5.57 DOM ENL985

3 1832 03 13 03 30 Reggiano 7-8 5.59 CFTI BOA997

3 1834 02 14 13 15 ALTA LUNIGIANA 8-9 5.64 DOM CAA996

3 1836 06 12 02 30 BASSANO 7-8 5.48 DOM GDTUD

3 1846 08 14 12 ORCIANO PISANO 8-9 5.71 DOM CAA996

3 1851 08 03 GIUDICARIE 6 4.96 DOM ALA994

3 1854 12 29 01 45 Liguria occidentale 7-8 5.77 CFTI BOA997

3 1857 02 01 PARMENSE 6-7 5.26 DOM GDTSP

3 1879 02 14 GARGNANO 5-6 4.63 DOM ENL985

3 1880 07 04 19 55 Vallese 7 5.38 CFTI BOA997

3 1892 01 05 GARDA OCC. 6-7 4.96 DOM ENL985

3 1909 01 13 45 BASSA PADANA 6-7 5.53 DOM MEM987

3 1913 12 07 01 28 NOVI LIGURE 5 4.72 DOM GDTSP

3 1960 02 19 02 30 GIUDICARIE 6 4.83 DOM ALA994

3 1987 05 02 20 43 53 REGGIANO 6 5.05 DOM GDTRD

2-3 1743 02 20 16 30 Basso Ionio 9-10 6.90 CFTI BOA997

2-3 1894 11 27 FRANCIACORTA 6-7 4.95 DOM GDTSP

2-3 1895 04 14 22 17 Slovenia 8 6.25 CFTI BOA997

2-3 1898 03 04 CALESTANO 6-7 5.07 DOM CAA996

2 1703 01 14 18 Appennino reatino 11 6.81 CFTI BOA997

2 1703 02 02 11 05 Aquilano 10 6.65 CFTI BOA997

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2 1808 04 02 16 43 Valle del Pellice 8 5.67 CFTI BOA997

2 1873 03 12 20 04 Marche meridionali 8 5.88 CFTI BOA997

2 1915 10 10 23 10 REGGIO EMILIA 6 5.01 DOM ENL985

2 1926 01 01 18 04 3 Slovenia 7-8 5.71 CFTI BOA997

2 1927 10 28 21 49 BEDONIA 6 5.13 DOM CAA996

NC 1346 02 22 11 Ferrara 7-8 5.81 CFTI BOA997

NC 1918 04 24 14 21 LECCHESE 6 5.07 DOM GDTSP

NF 1875 03 17 23 51 Romagna sud-orient. 8 5.74 CFTI BOA997

NR 1197 Brescia 6-7 5.03 CFTI BOA997

NR 1276 07 28 18 30 Italia settent. 6 5.11 CFTI BOA997

NR 1369 02 01 Alessandria 6-7 5.03 CFTI BOA997

NR 1383 07 24 20 PARMA 5-6 4.63 DOM ENL985

NR 1410 06 10 21 Verona 5-6 4.72 CFTI BOA997

NR 1438 06 11 20 Parmense 8 5.62 CFTI BOA997

NR 1474 03 11 20 30 MODENA 6 4.89 DOM ENL985

RS 1907 04 25 04 52 BOVOLONE 6 4.94 DOM ENL985

RS 1909 08 25 22 MURLO 7-8 5.40 DOM CAA996

RS 1911 09 13 22 29 CHIANTI 7 5.14 DOM CAA996

RS 1919 10 22 06 10 ANZIO 7 5.53 DOM ENL985

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Figura 06 a – Storia sismica di Milano

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Seismic history of Abbiategrasso Total number of earthquakes: 12

Effects Earthquake occurred: Is Anno Me Gi Or Area epicentrale Studio nMDP Io Mw

4 1886 09 05 VAL DI SUSA DOM 102 6-7 5.27

5 1887 02 23 05 21 50 Liguria occidentale CFTI 1515 9 6.29

F 1894 11 27 FRANCIACORTA DOM 168 6-7 4.95

3 1895 04 14 22 17 Slovenia CFTI 296 8 6.25

2 1898 03 04 CALESTANO DOM 260 6-7 5.07

5-6 1901 10 30 14 49 58 Salo' CFTI 191 8 5.67

3 1909 01 13 00 45 BASSA PADANA DOM 799 6-7 5.53

NF 1913 11 25 20 55 VAL DI TARO DOM 73 5 4.85

3-4 1913 12 07 01 28 NOVI LIGURE DOM 56 5 4.72

4 1920 09 07 05 55 40 Garfagnana CFTI 638 9-10 6.48

2 1960 03 23 23 08 49 Vallese CFTI 178 6-7 5.36

3-4 1983 11 09 16 29 52 Parmense CFTI 835 6-7 5.10

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Figura 06 b

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Seismic history of Corsico Total number of earthquakes: 5

Effects Earthquake occurred: Is Anno Me Gi Or Area epicentrale Studio nMDP Io Mw

4 1968 06 18 05 27 BARD DOM 60 6 5.18

3 1972 10 25 21 56 PASSO CISA DOM 198 5 4.95

4 1983 11 09 16 29 52 Parmense CFTI 835 6-7 5.10

4 1987 05 02 20 43 53 REGGIANO DOM 802 6 5.05

NF 1998 03 26 16 26 17 APPENNINO UMBRO-MARC. BMING 408 6 5.33

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Figura 06 c

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Seismic history of Magenta Total number of earthquakes: 4

Effects Earthquake occurred: Is Anno Me Gi Or Area epicentrale Studio nMDP Io Mw

4 1887 02 23 05 21 50 Liguria occidentale CFTI 1515 9 6.29

4 1920 09 07 05 55 40 Garfagnana CFTI 638 9-10 6.48

3 1960 03 23 23 08 49 Vallese CFTI 178 6-7 5.36

4 1968 06 18 05 27 BARD DOM 60 6 5.18 This file has been downloaded from INGV - DBMI04

Figura 06 d

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Seismic history of Melegnano Total number of earthquakes: 5

Effects Earthquake occurred: Is Anno Me Gi Or Mi Se Area Epicentrale Io Mw Rt Rt1 4 1920 09 07 05 55 40 Garfagnana 9-10 6.48 CFTI BOA997

4 1972 10 25 21 56 PASSO CISA 5 4.95 DOM MEA988

3-4 1968 06 18 05 27 BARD 6 5.18 DOM GDTSP

3 1960 03 23 23 08 49 Vallese 6-7 5.36 CFTI BOA997

NF 1905 04 29 01 46 45 Alta Savoia 7-8 5.79 CFTI BOA997

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Figura 06 e

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Seismic history of Monza Total number of earthquakes: 22

Effects Earthquake occurred: Is Anno Me Gi Or Mi Se Area Epicentrale Io Mw Rt Rt1

7-8 1396 11 26 Monza 7-8 5.37 CFTI BOA997 6 1951 05 15 22 54 LODIGIANO 6-7 5.24 DOM GDTSP 5 1346 02 22 11 Ferrara 7-8 5.81 CFTI BOA997 5 1891 06 07 01 06 14 Valle d'Illasi 8-9 5.71 CFTI BOA997

4-5 1786 04 07 PIACENZA 6-7 5.31 DOM ENL985 4-5 1901 10 30 14 49 58 Salo' 8 5.67 CFTI BOA997 4 1920 09 07 05 55 40 Garfagnana 9-10 6.48 CFTI BOA997 4 1972 10 25 21 56 PASSO CISA 5 4.95 DOM MEA988 4 1983 11 09 16 29 52 Parmense 6-7 5.10 CFTI BOA000 F 1276 07 28 18 30 Italia settent. 6 5.11 CFTI BOA997 F 1295 09 03 COIRA 8-9 5.79 DOM STA988 F 1976 05 06 20 FRIULI 9-10 6.43 DOM GDTSP

3-4 1884 09 12 PONTOGLIO 6 4.83 DOM GDTSP 3-4 1887 02 23 05 21 50 Liguria occidentale 9 6.29 CFTI BOA997 3-4 1905 04 29 01 46 45 Alta Savoia 7-8 5.79 CFTI BOA997 3 1873 06 29 03 58 Bellunese 9-10 6.33 CFTI BOA997

2-3 1873 09 17 LIGURIA ORIENTALE 6-7 5.52 DOM CAA996 2 1889 12 08 APRICENA 7 5.55 DOM MEM985 2 1894 11 27 FRANCIACORTA 6-7 4.95 DOM GDTSP 2 1898 03 04 CALESTANO 6-7 5.07 DOM CAA996

NF 1885 02 26 20 48 SCANDIANO 6 5.22 DOM ENL985 RS 1892 01 05 GARDA OCC. 6-7 4.96 DOM ENL985

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Figura 06 f

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Seismic history of Vigevano Total number of earthquakes: 20

Effects Earthquake occurred: Is Anno Me Gi Or Mi Se Area Epicentrale Io Mw Rt Rt1 5 1802 05 12 09 30 Valle dell'Oglio 8 5.67 CFTI BOA997 5 1832 03 13 03 30 Reggiano 7-8 5.59 CFTI BOA997

4-5 1828 10 09 02 20 Valle dello Staffora 7-8 5.67 CFTI BOA997 4-5 1855 07 25 12 Vallese 8-9 5.81 CFTI BOA997 4-5 1887 02 23 05 21 50 Liguria occidentale 9 6.29 CFTI BOA997 4-5 1891 06 07 01 06 14 Valle d'Illasi 8-9 5.71 CFTI BOA997 4-5 1894 11 27 FRANCIACORTA 6-7 4.95 DOM GDTSP 4-5 1901 10 30 14 49 58 Salo' 8 5.67 CFTI BOA997 4 1914 10 27 09 22 GARFAGNANA 7 5.79 DOM MEA988 4 1960 03 23 23 08 49 Vallese 6-7 5.36 CFTI BOA997 4 1983 11 09 16 29 52 Parmense 6-7 5.10 CFTI BOA000 F 1918 04 24 14 21 LECCHESE 6 5.07 DOM GDTSP

3-4 1976 05 06 20 FRIULI 9-10 6.43 DOM GDTSP 3 1873 06 29 03 58 Bellunese 9-10 6.33 CFTI BOA997 3 1909 01 13 45 BASSA PADANA 6-7 5.53 DOM MEM987

2-3 1905 04 29 01 46 45 Alta Savoia 7-8 5.79 CFTI BOA997 2 1885 02 26 20 48 SCANDIANO 6 5.22 DOM ENL985 2 1898 03 04 CALESTANO 6-7 5.07 DOM CAA996 2 1915 01 13 06 52 AVEZZANO 11 6.99 DOM MOA996

NF 1984 04 29 05 02 59 GUBBIO/VALFABBRICA 7 5.68 DOM GDTRD This file has been downloaded from INGV - DBMI04

Figura 06 g

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LEGENDA Parametro

Descrizione Provenienza

NDBMI04 Identificativo del record NCPTI04 Identificativo del terremoto CPTI04 An Tempo origine: anno CPTI04 Me Tempo origine: mese CPTI04 Gi Tempo origine: giorno CPTI04 Or Tempo origine: ora CPTI04 Mi Tempo origine: minuti CPTI04 Se Tempo origine: secondi CPTI04 AE Denominazione dell'area dei maggiori effetti CPTI04 Rt Codice bibliografico dell'elaborato di riferimento (compatto) CPTI04 Rt1 Codice bibliografico dell'elaborato di riferimento (esplicitato) Np Numero di osservazioni macrosismiche del terremoto CPTI04 Np1 Numero di osservazioni macrosismiche del terremoto in

DBMI04

Io Intensità epicentrale nella scala MCS CPTI04 Ix Intensità massima nella scala MCS CPTI04 LatEp Latitudine dell’epicentro CPTI04 LonEp Longitudine dell’epicentro CPTI04 Maw Magnitudo momento CPTI04 Daw Errore associato alla stima di Maw CPTI04 Top Denominazione della località DIR04 Sc Casi particolari DIR04 Lat Latitudine DIR04 Lon Longitudine DIR04 Is Intensità al sito (scala MCS) Cou Codice della nazione di appartenenza della località Istat01 Codice ISTAT 2001 del comune di appartenenza della località Pr Sigla della provincia di appartenenza della località LocOr Denominazione della località secondo lo studio originale Originale LatOr Latitudine della località secondo lo studio originale Originale LonOr Longitudine della località secondo lo studio originale Originale IsOr Intensità al sito secondo lo studio originale Originale Note I valori di Ix e Io, a differenza di CPTI04, sono qui riportati in originale ovvero non moltiplicati per 10 (es: 6-7 anziché 65, 7; per 18 terremoti il valore di Ix riportato da CPTI04 è leggermente diverso dal valore massimo delle intensità osservate contenute nel database, come conseguenza della revisione dei dataset originali; per 46 terremoti Np è leggermente diverso da Np1, come conseguenza della revisione dei dataset originali; per i dati provenienti da DOM i parametri LocOr, LatOr, LonOr e IsOr sono quelli contenuti in DOM stesso e non quelli forniti dallo studio originale.

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A completamento delle osservazioni macrosismiche, nella Figura 07 viene mostrata la distribuzione della sismicità “recente” rispetto al territorio in esame, riportando le localizzazioni epicentrali degli eventi registrati dalla rete Sismica Nazionale nell’intervallo di tempo compreso tra il 1981 ed il 2006 (Catalogo della sismicità italiana C.S. 1.0).

Figura 07 - Eventi registrati dalla rete Sismica Nazionale nell’intervallo di tempo compreso

tra il 1981 ed il 2006 (Catalogo della sismicità italiana C.S. 1.0)

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CAPITOLO II

RELAZIONE GEOTECNICA

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2.0 – INDAGINI GEOLOGICO-TECNICHE IN SITO 2.1 - PROVE PENETROMETRICHE CPT STANDARDIZZATE Sono state realizzate n° 07 prove penetrometriche statiche standardizzate la cui ubicazione viene riportata nella planimetria di Figura 08 a seguire. Lo strumento utilizzato per le prove dinamiche corrisponde alla categoria di standard internazionale C.P.T. (Cone Penetration Test) presentando le seguenti specifiche tecniche:

PENETROMETRO STATICO C.P.T..: SPECIFICHE TECNICHE

Punta conica meccanica Diametro 35,7 mm Angolo apertura punta conica 60° Superficie punta 10,0 cmq Manicotto laterale Diametro 35,7 mm Altezza 133 mm Sperficie laterale 150 cmq Velocità avanzamento (costante) 20 mm/sec La profondità raggiunta nelle singole verticali di indagine è stata la seguente: Prova DIN-1 picchetto n.01 15,00 m da p.c. Prova DIN-2 picchetto n.02 15,00 m da p.c. Prova DIN-3 picchetto n.03 15,00 m da p.c. Prova DIN-4 picchetto n.04 14,00 m da p.c. Prova DIN-5 picchetto n.05 10,00 m da p.c. Prova DIN-6 picchetto n.06 15,00 m da p.c. Prova DIN-7 picchetto n.07 15,00 m da p.c. Tutte le prove sono state eseguite in data 08/09/2010. L’ubicazione dei punti d’indagine è stata concepita al fine di garantire la massima copertura possibile dell’area d’interesse (vedi Figura 08). La stesura e l'elaborazione dei dati di campagna è stata suddivisa in parti distinte (vedi Allegato 01):

1 - tabulazione dati cantiere 2 - diagrammi di avanzamento penetrometrico

Questi elementi costituiscono il supporto fondamentale per la successiva elaborazione del modello geologico-tecnico del sottosuolo e delle conseguenti valutazioni pre-progettuali.

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2.2 - REALIZZAZIONE DI PERFORI ATTREZZATI: INSTALLAZIONE DELLE STAZIONI DI MONITORAGGIO PIEZOM ETRICO E MISURAZIONE DELLA SOGGIACENZA DEL PRIMO COMPLESSO ACQUIFERO Si è proceduto all’installazione di n° 07 stazioni piezometriche di monitoraggio finalizzate alla rilevazione della profondità di soggiacenza del primo complesso acquifero. La messa in opera delle stazioni di monitoraggio è avvenuta mediante metodo penetrometrico provvedendo alla preliminare realizzazione di un perforo di diametro pari a 51 mm al cui interno sono state calate le tubazioni piezometriche. Le tubazioni piezometriche installate sono di tipo metallico caratterizzate da diametro interno utile pari a 25,4 mm (1,00 pollici). La struttura del piezometro si caratterizza per la presenza di n. 02 metri di tubazione fessurata ubicata a partire dal fondo foro e la restante parte (sviluppata sino a piano campagna) da tubazione cieca. Nella figura a seguire viene schematizzato lo schema costitutivo della stazione piezometrica medesima.

TERRENO

TUBOPIEZOMETRICO

TESTA PIEZOMETRO:QUOTA DI RIFERIMENTODELLE MISUREFREATIMETRICHE

QUOTATERRENO

SPORGENZA TUBO

TESTAPIEZOMETRO

STRUTTURACOSTITUTIVAEPIEZOMETRO

Figura 09 – schema strutturale stazione di monitoraggio piezometrico L’installazione del piezometro realizzato è stata portata a termine in corrispondenza di tutte le verticali penetrometriche realizzate per la cui ubicazione planimetrica si rimanda alla Figura 08 sopra citata. La profondità d’installazione raggiunta nella singola stazione piezometrica è stata pari a 5,95 metri circa di profondità dal piano campagna con una sporgenza della testa tubazione comprese tra 0,05-0,08 m circa dal piano campagna medesimo a seconda della stazione considerata. Le caratteristiche strutturali salienti del piezometro ed i risultati delle misurazioni della profondità della tavola d’acqua vengono riassunte nelle tabelle riportate nelle pagine a seguire.

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37

Schema riassuntivo struttura stazioni realizzate

Piezometro

(codice)

Sondaggio di

Riferimento

(n°)

Sporgenza testa

piezometro

(m)

Profondità di

installazione

(m da p.c.)

Lunghezza

tratto fessurato

(m)

Lunghezza

Tubazione cieca

(m)

PZ-01 DIN-01 0,07 6,00 2,00 4,00

PZ-02 DIN -02 0,06 6,00 2,00 4,00

PZ-03 DIN -03 0,055 6,00 2,00 4,00

PZ-04 DIN -04 0,08 6,00 2,00 4,00

PZ-05 DIN -05 0,09 6,00 2,00 4,00

PZ-06 DIN -06 0.01 6,00 2,00 4,00

PZ-07 DIN -07 0.08 6,00 2,00 4,00

2.3 – DEFINIZIONE DELLE CONDIZIONI IDROGEOLOGICHE SITO SPECIFICHE DEFINIZIONE PLANOALTIMETRICA STAZIONI DI MONITORAGGIO PIEZOMETRICO L’installazione delle stazioni di monitoraggio piezometrico è stata quindi completata mediante l’esecuzione di un rilevo planoaltimetrico di dettaglio dei punti di stazione medesimi necessario per le successive fasi di calcolo ed implementazione idrogeologica dei dati ottenuti. Le quote relative ottenute sono state riportate e restituite in quote assolute (espresse in m s.l.m.) utilizzando la quota di fede stradale (desunto dal rilevemanto topografico generale delle aree fornito dalla committenza) pari a 100,4 m s.l.m.. I risultati ottenuti vengono riportati nella tabella a seguire:

Quote topografiche stazioni di monitoraggio freatimetrico

Piezometro

Quota

Terreno

(m s.l.m.)

Sporgenza testa

piezometro (TT)

(m da p.c.)

Quota

Testa Tubo

(m s.l.m.)

PZ-01 99.773 0,07 99.843

PZ-02 100.308 0,06 100.368

PZ-03 100.488 0,055 100.543

PZ-04 100.466 0,08 100.546

PZ-05 100.236 0,09 100.326

PZ-06 100.19 0.01 100.29

PZ-07 100.215 0.08 100.295

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CAMPAGNA DI RILEVAZIONI FREATIMETRICHE Successivamente è stata portata a termine la misurazione della soggiacenza del primo complesso acquifero (“acquifero tradizionale” Auct., contraddistinto da caratteri idraulici tipicamente freatici). I risultati ottenuti sono i seguenti:

Risultati delle rilevazioni freatimetriche condotte in data 06 ottobre 2010

Piezometro

Sporgenza testa

piezometro (TT)

(m)

Profondità

Falda acquifera

(m da T. T.)

06/10/2010

Profondità

Falda acquifera

(m da p.c.)

06/10/2010

Profondità

Falda acquifera

(m s.l.m.)

12/10/2010

PZ-01 0,07 1,53 1,46 98,31

PZ-02 0,06 1,65 1,59 98,71

PZ-03 0,055 1,52 1,465 99,02

PZ-04 0,08 1,84 1,76 98,71

PZ-05 0,09 1,84 1,75 98,49

PZ-06 0.10 2,13 2,12 98,07

PZ-07 0.08 1,62 1,54 98,68

Risultati delle rilevazioni freatimetriche condotte in data 12 ottobre 2010

Piezometro

Sporgenza testa

piezometro (TT)

(m)

Profondità

Falda acquifera

(m da T. T.)

12/10/2010

Profondità

Falda acquifera

(m da p.c.)

12/10/2010

Profondità

Falda acquifera

(m s.l.m.)

12/10/2010

PZ-01 0,07 1,53 1,46 98,31

PZ-02 0,06 1,71 1,65 98,65

PZ-03 0,055 1,61 1,55 98,93

PZ-04 0,08 1,93 1,85 98,61

PZ-05 0,09 1,92 1,83 98,40

PZ-06 0.10 2,15 2,05 98,14

PZ-07 0.08 1,54 1,46 98,75

LEGENDA Sporgenza testa tubo (T.T.): quota testa tubo riferita al piano pavimento attuale Profondità falda acquifera (m da T.T.): quota di falda riferita alla testa tubo piezometrica Profondità falda acquifera (m da p.p.): quota di falda riferita al piano campagna Profondità falda acquifera (m s.l.m.): quota di falda riferita al livello del mare Data rilevazione piezometrica: data di misurazione del livello di falda

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ELABORAZIONE DELLA CARTA DELLE ISOPIEZOMETRICHE E SOGGIACENZA RELATIVE AL PRIMO COMPLESSO ACQUIFERO Sulla base dei dati idrogeologici sopra elencati è stata elaborata la carta delle isopiezometriche relative al settore di specifico interesse progettuale. Le elaborazioni sono state condotte attraverso l’utilizzo si software dedicati basati su algoritmi interpolativi complessi di tipo Gauss-Markov: nel caso specifico l’algoritmo prescelto è stata la metodologia Kriging. Sono state quindi restituite sue differenti tipologie di tematismi cartografici:

- carta delle curve isopiezometriche relative al primo complesso acquifero - carta della soggiacenza del primo complesso acquifero

La carta piezometrica del settore di specifico interesse è stata restituita riferendo le curve equipotenziali alle quote assolute (m s.l.m.): per chiarezza restituiva, nell’elaborato grafico ciascuna stazione piezometrica è stata corredata di quote identificative di riferimento quali

- quota assoluta terreno espressa in m s.l.m. - sporgenza testa tubo espressa in m (punto di riferimento rilevazioni - Quota livello primo complesso acquifero espresso in m s.l.m. - Quota livello primo complesso acquifero espresso in m da piano campagna

Le curve isopiezometriche si sviluppano a quote assolute comprese tra 98,8 e 98,2 m presentando direzione di flusso principale in direzione SSE. L’andamento generale delle curve ottenute indica l’esistenza, per lo meno in questa specifica fase stagionale, di condizioni drenanti a carico della falda acquifera esercitate dai principali corsi d’acqua esistenti rappresentati dalla Roggia Corio ad Est e la Roggia Marcisciolo e Brianzona ad Ovest. La carta della soggiacenza del primo complesso acquifero è stata redatta con la specifica finalità di ottenere la chiara definizione dello spessore dell’insaturo all’interno dei settori di progetto giungendo inoltre alla restituzione della profondità della tavola d’acqua riferita al piano campagna attualmente in essere. I valori di soggiacenza variano da un minimo di 1,50 ad un massimo di 2 m circa dall’attuale piano campagna. Occorre inoltre ricordare il trend evolutivo del primo complesso acquifero nel contesto territoriale specifico, contraddistinto da variazioni stagionali del livello della tavola d’acqua dell’ordine di 1,00 – 1,50 m ed oltre con possibile ulteriore diminuzione della soggiacenza del livello freatico nei periodi di massimo sfavore (variazioni stagionali e/o periodi elevata piovosità). Viene caldamente consigliato, soprattutto in fase pre-progettuale l’attuazione di un monitoraggio freatimetrico sul breve-medio termine che copra perlomeno l’intero sviluppo dell’arco stagionale annuale.

Nella Tavola 05 e Tavola 06 riportate a fine lavoro vengono restituite le carte

isopiezometriche e di soggiacenza sopra descritte.

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2.4 – PROSPEZIONE SISMICA M.A.S.W. (MULTICHANNEL ANALISYS SURFACE WAVES) Metodologia d’indagine La definizione categoriale dei suoli di fondazione, sulla base di quanto previsto dalla normativa antisismica in vigore (NTC 2008 e s.m.i.) è stata condotta un’indagine sismica finalizzata alla definizione delle velocità delle onde di taglio (s) estesa sino alla profondità di 30 m dall’attuale piano campagna. Nella maggior parte delle indagini sismiche per le quali si utilizzano le onde compressive, più di due terzi dell’energia sismica totale generata viene trasmessa nella forma di onde di Rayleigh, la componente principale delle onde superficiali. Ipotizzando una variazione di velocità dei terreni in senso verticale, ciascuna componente di frequenza dell’onda superficiale ha una diversa velocità di propagazione (chiamata velocità di fase) che, a sua volta, corrisponde ad una diversa lunghezza d’onda per ciascuna frequenza che si propaga. Questa proprietà si chiama dispersione. Sebbene le onde superficiali siano considerate rumore per le indagini sismiche che utilizzano le onde di corpo (riflessione e rifrazione), la loro proprietà dispersiva può essere utilizzata per studiare le proprietà elastiche dei terreni superficiali. La costruzione di un profilo verticale di velocità delle onde di taglio (Vs), ottenuto dall’analisi delle onde piane della modalità fondamentale delle onde di Rayleigh è una delle pratiche più comuni per utilizzare le proprietà dispersive delle onde superficiali. Questo tipo di analisi fornisce i parametri fondamentali comunemente utilizzati per valutare la rigidezza superficiale, una proprietà critica per molti studi geotecnici. L’intero processo comprende tre passi successivi: L’acquisizione delle onde superficiali (Ground Roll), la costruzione di una curva di dispersione (il grafico della velocità di fase rispetto alla frequenza) e l’inversione della curva di dispersione per ottenere il profilo verticale delle Vs. Per ottenere un profilo Vs è necessario produrre un treno d’onde superficiali a banda larga e registrarlo minimizzando il rumore. Una molteplicità di tecniche diverse sono state utilizzate nel tempo per ricavare la curva di dispersione, ciascuna con i suoi vantaggi e svantaggi. L’inversione della curva di dispersione viene realizzata iterativamente, utilizzando la curva di dispersione misurata come riferimento sia per la modellizzazione diretta che per la procedura ai minimi quadrati. Dei valori approssimati per il rapporto di Poisson e per la densità sono necessari per ottenere il profilo verticale Vs dalla curva di dispersione e vengono solitamente stimati utilizzando misure prese in loco o valutando le tipologie dei materiali. Quando si generano le onde piane della modalità fondamentale delle onde di Reyleigh, vengono generate anche una molteplicità di tipi diversi di onde. Fra queste le onde di corpo, le onde superficiali non piane, le onde riverberate (Back Scattered) dalle disomogeneità superficiali, il rumore ambientale e quello imputabile alle attività umane. Le onde di corpo sono in vario modo riconoscibili in un sismogramma multicanale. Quelle rifratte e riflesse sono il risultato dell’interazione fra le onde e l’impedenza acustica (il contrasto di velocità) fra le superfici di discontinuità, mentre le onde di corpo dirette viaggiano, come è implicito nel nome, direttamente dalla sorgente ai ricevitori (geofoni).

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Le onde che si propagano a breve distanza dalla sorgente sono sempre onde superficiali. Queste onde, in prossimità della sorgente, seguono un complicato comportamento non lineare e non possono essere trattate come onde piane. Le onde superficiali riverberate (Back Scattered) possono essere prevalenti in un sismogramma multicanale se in prossimità delle misure sono presenti discontinuità orizzontali quali fondazioni e muri di contenimento. Le ampiezze relative di ciascuna tipologia di rumore generalmente cambiano con la frequenza e la distanza dalla sorgente. Ciascun rumore, inoltre, ha diverse velocità e proprietà di attenuazione che possono essere identificate sulla registrazione multicanale grazie all’utilizzo di modelli di coerenza e in base ai tempi di arrivo e all’ampiezza di ciascuno. La scomposizione di un campo di onde registrate in un formato a frequenza variabile consente l’identificazione della maggior parte del rumore, analizzando la fase e la frequenza indipendentemente dalla distanza dalla sorgente. La scomposizione può essere quindi utilizzata in associazione con la registrazione multicanale per minimizzare il rumore durante l’acquisizione. La scelta dei parametri di elaborazione così come del miglior intervallo di frequenza per il calcolo della velocità di fase, può essere fatto con maggior accuratezza utilizzando dei sismogrammi multicanale. Una volta scomposto il sismogramma, una opportuna misura di coerenza applicata nel tempo e nel dominio della frequenza può essere utilizzata per calcolare la velocità di fase rispetto alla frequenza. La velocità di fase e la frequenza sono le due variabili (x; y), il cui legame costituisce la curva di dispersione. E’ anche possibile determinare l’accuratezza del calcolo della curva di dispersione analizzando la pendenza lineare di ciascuna componente di frequenza delle onde superficiali in un singolo sismogramma. In questo caso MASW permette la miglior registrazione e separazione ad ampia banda ed elevati rapporti S/N (Signal/Noise). Un buon rapporto S/N assicura accuratezza nel calcolo della curva di dispersione, mentre l’ampiezza di banda migliora la risoluzione e la possibile profondità di indagine del profilo Vs di inversione. Le onde di superficie sono facilmente generate da una sorgente sismica quale, ad esempio, una mazza battente o un cannone sismico. La strumentazione utilizzata per l’esecuzione delle indagini si compone di un sismografo a 24 canali ad elevata sensibilità, 24 geofoni a 4,5 Hz. L’energizzazione è stata attuata mediante cannone sismico in grado di fornire energie più che sufficienti ai fini specifici. Il principale vantaggio di un metodo di registrazione multicanale è la capacità di riconoscimento dei diversi comportamenti, che consente di identificare ed estrarre il segnale utile dall’insieme di varie e differenti tipi di onde sismiche. Quando un impatto è applicato sulla superficie del terreno, tutte queste onde vengono simultaneamente generate con differenti proprietà di attenuazione, velocità e contenuti spettrali. Queste proprietà sono individualmente identificabili in una registrazione multicanale e lo stadio successivo del processo fornisce grande versatilità nell’estrazione delle informazioni utili. I risultati ottenuti, vengono discussi nei paragrafi successivi e riportati, come elaborati, a fine lavoro in TAVOLA 07a, b, c.

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2.5 – CARATTERIZZAZIONE CATEGORIALE DEL SUOLO DI FO NDAZIONE L’analisi categoriale del suolo di fondazione è stata attuata attraverso l’esecuzione di n° 03 prospezioni sismiche M.A.S.W. omogeneamente distribuite all’interno dell’area d’interesse progettuale. Sono stati ottenuti risultati contraddistinti da ottimo grado di sovrapposizione dei quali, nella figura 10 a seguire viene riportato lo schema interpretativo relativo alla stesa sismica n° 03 contraddistinta da risultanze maggiormente cautelative.

0

100

200

300

400

500

600

700

800

900

1000

40

35

30

25

20

15

10

5

0

Pro

fond

ità e

spre

ssa

in m

da

pian

o ca

mpa

gna

0 100

200

300

400

500

600

700

800

900

1000

Velocità onde S (m/s)

D C B

CATEGORIA DI SUOLO

A

40

35

30

25

20

15

10

5

0

Valore calcolato

Vs 30 = 230 m/sec

Figura 10: categorizzazione sismica del suolo di fondazione da M.A.S.W. Prospezione Sismica n° 03

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Come richiesto dalla normativa, i risultati ottenuti dalle prospezioni sismiche M.A.S.W.,

hanno permesso di individuare la categorizzazione stimata dei terreni costituenti il

sottosuolo di specifico interesse sino alla massima profondità di 30 m da p.c.. Nella figura 10, sopra riportata, viene riassunto e schematizzato il modello Vs (30) del terreno relativo

alla stesa sismica n° 03 rappresentato dalla velocità delle onde sismiche nei differenti

orizzonti posti a profondità crescente completo di relativa definizione della classe

categoriale .

In quest’ambito sono state individuati quattro strati principali di terreno contraddistinti da

velocità diversificate:

a) - il primo strato, contraddistinto da minore velocità, si sviluppa sino a 2.5 m circa di

profondità da piano campagna, con Vs variabili tra 136 e 147 m/sec,

b) - secondo strato con velocità superiori comprese tra 198 e 226 m/sec esteso sino alla

profondità di 6.3 m circa da piano campagna.

c) - terzo strato con velocità inferiore comprese tra 141 e 167 m/sec esteso sino alla

profondità di 12.4 m circa da piano campagna.

d) - quarto strato sismico, rilevato oltre 35 m di profondità, presenta velocità nettamente

superiore compresa tra 289 ed oltre 400 m/sec.

L’analisi comparativa tra tutte le prospezioni M.A.S.W. condotte conferma quindi la

presenza di uno strato sommitale (sviluppato a differenti profondità nel primo sottosuolo)

chiaramente caratterizzato da velocità contenute, confermando ulteriormente il modello

geologico-tecnico interpretativo ottenuto.

Il valore medio calcolato delle velocità delle onde S entro i primi 30 m di profondità (Vs

30) per la stesa n° 03 e maggiormente cautelativo per i settore di specifico interesse,

corrisponde quindi ad una velocità media pari 230 m/sec. Nelle restanti prospezioni i valori

Vs30 ottenuto risulta pari a 251 m/sec.nella stesa 01 e 244 m/sec e nella stesa n° 23

La categorizzazione sismica del sottosuolo investigato con il metodo MASW identifica

quindi (in tutte le stese sismiche condotte) la classe categoriale C come quella

rappresentativa per l’area d’interesse.

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3.0 – PROCEDURE E PRASSI INTERPRETATIVA PER LA DELI NEAZIONE DEL MODELLO GEOLOGICO-TECNICO DEL SOTTOSUOLO La delineazione del modello geologico tecnico redatto, si è basata sull’analisi incrociata dei dati geologico tecnici a disposizione, rappresentati da indagini penetrometriche CPT, stazioni di monitoraggio piezometrico, prospezioni sismiche M.A.S.W. unitamente alla back-analisys attuata su dati di carattere geognostico e geotecnico forniti dalla committenza. Preliminarmente alla descrizione del modello geologico-tecnico, vengono qui delineate le linee interpretative seguite nella compilazione del modello geologico di seguito riportato: - prove penetrometriche in continuo CPT: tali indagini meccaniche hanno permesso di investigare le litozone più superficiali sviluppate nei primi 14-15 m circa di profondità dall’attuale piano campagna. Finalità prima e indispensabile di tali indagini è stata pertanto la definizione delle caratteristiche geotecniche di dettaglio del primo sottosuolo, contraddistinti da notevole interesse ai fini progettuali. I risultati ottenuti, contraddistinti da una certa eterogeneità e variabilità geotecnica laterale, sono stati uno degli elementi di valutazione preliminare di maggior importanza ai fini specifici. Inoltre è stata attuata la back analisys dei dati penetrometrici forniti dalla committenza: tra questi sono risultati di particolare interesse i tests CPTU realizzati dallo Studio Geotecnico Italiano – RCT, con i quali è stato possibile caratterizzare anche le litozone più profonde sviluppate sino a 25 m di profondità dall’attuale piano campagna. - prospezioni sismiche M.A.S.W.: la categorizzazione sismica dei terreni sino a 30 m di profondità, è stata portata a termine attraverso una stesa sismica M.A.S.W., la cui interpretazione è stata attuata secondo criteri di best fitting indipendenti dai dati derivanti dalle indagini meccaniche dirette. In tal modo è stata attuata la verifica incrociata dei dati ottenuti giungendo ad una affinamento del modello geologico elaborato. - monitoraggio piezometrico: fondamentale importanza ai fin progettuali è stata la definizione della soggiacenza della tavola d’acqua nei settori di specifico. L’assetto idrogeologico costituisce infatti uno degli elementi di primaria importanza sia da un punto di vista geologico-tecnico che sismico. - sondaggi a carotaggio continuo: sono stati analizzati i dati stratigrafici derivanti dai sondaggi a carotaggio continuo forniti da Humanitas relativi a precedenti interventi realizzativi (Teknos). I logs stratigrafici dei carotaggi sono risultati in buon accordo con tutte le indagini sopra menzionate. Da sottolineare come la discreta regolarità geolitologica delle litozona individuate si associa ad una non differente variabilità geotecnica laterale dei depositi, caratteristica questa tipica dell’intero settore investigato.

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4.0 - MODELLO GEOLOGICO-TECNICO DEL SOTTOSUOLO Il modello geologico-tecnico del terreno è stato redatto sulla base dell’analisi incrociata dei dati geologico tecnici in precedenza descritti. In particolare sono state individuate cinque differenti litozone, contraddistinte da specifici caratteri geologico tecnici e litologici. L’elaborazione del modello geologico è stata restituita attraverso due sezioni geolitologiche interpretative riportate a fine lavoro nella Tavola 08 e Tavola 08 b. In particolare sono state individuate: Litozona A: depositi incoerenti da sciolti a mediamente addensati Litozona B: depositi coesivo dominanti poco consistenti Litozona C: depositi incoerenti da sciolti a mediamente addensati Litozona D: depositi coesivo dominanti poco consistenti Litozona E: alternanze di depositi incoerenti mediamente addensati / addensati e coesivi Litozona A: depositi incoerenti costituiti da sabbie associate a ghiaia di varia pezzatura. La parte sommitale dell’orizzonte si caratterizza per la presenza di diffuse frazioni ghiaiose in progressiva decrescita all’aumentare della profondità; la base dell’orizzonte si caratterizza per litologie sabbioso dominanti, solo localmente interessate da intercalazioni pluridecimetriche più grossolane. Lo spessore di tale orizzonte risulta compreso tra 6,5 m ed oltre 7,0 m sviluppandosi sino alla massima profondità di 7,5 m circa dall’attuale p.c.. Fa eccezione la prova CPT-01 in cui si osserva una diradazione degli orizzonti coesivi ed il conseguente sviluppo di litologie sabbioso-dominanti fino a circa 10 m dall’attuale p.c.. Si tratta di terreni da sciolti a mediamente addensati con caratteristiche geotecniche da mediocri a discrete. Lo sviluppo laterale di tale litozona appare geometricamente e litologicamente continuo, ma contraddistinto da variazioni geotecniche di una certa importanza. Litozona B: depositi di natura coesivo dominante/pseudocoerente, associati a subordinate intercalazioni di depositi incoerenti. Si tratta di depositi limoso-argillosi e limoso-sabbiosi dominanti da debolmente sovraconsolidati (parte sommitale) a normalconsolidati (parte basale litozone), associati ad intercalazioni di natura sabbioso dominante di spessore pluridecimetrico, a medio grado di densità. Lo spessore complessivo dell’orizzonte varia da 4,0 a 6,0 m circa a seconda della verticale considerata, sviluppandosi sino alla massima profondità compresa tra 11 m ed oltre 13 m circa dall’attuale piano campagna a seconda della verticale considerata. Anche in quest’ambito si rileva una buona continuità laterale della litozona, altresì contraddistinta da variazioni litologiche e geotecniche a livello locale, connesse allo sviluppo geometrico lenticolare delle intercalazioni incoerenti che la compongono. Litozona C: depositi incoerenti dominanti, costituiti da sabbie prevalenti, solo localmente associate a frazioni ghiaiose in prevalenza fini.

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Si tratta di depositi con caratteri geotecnici migliorativi rispetto alle litozone sovrastanti contraddistinti da grado di addensamento medio, localmente elevato. Le intercalazioni coesive risultano assai rare, costituendo di fatto corpi di spessore decimetrico a chiara geometria lenticolare. Lo sviluppo laterale di tale litozona risulta complesso in quanto condizionato dalle geometrie irregolari della sottostante litozona D. Nella sezione geolitologica interpretativa 01, lo spessore appare pressoché costante, con valori compresi tra i 3,5 e 5,0 m circa, sviluppandosi sino alla massima profondità compresa tra 15,8 e 16,8 m circa con assottigliamento progressivo in direzione est. Nella sezione geolitologica n. 02, lo spessore appare pressoché costante con valori comparabili a quelli sopra indicati presentando però notevole ispessimento in direzione est (vedi CPTU 04) in seguito all’estinzione laterale totale della sottostante litozona D. In quest’ambito la litozone raggiunge uno spessore complessivo stimato pari a 10-11 m circa. Terreni con caratteri geotecnici da discreti a buoni. Litozona D: depositi coesivo dominanti/pseudocoerenti plastici normalmente consolidati. La geometria della litozona risulta complessa in virtù di assottigliamenti ed estinzioni laterali che lo caratterizzano. Ove presente si caratterizza per potenze comprese tra 3,0 e 4,0 m circa e progressivo assottigliamento/estinzione in direzione est. Fenomeni di assottigliamento sono rilevabili in corrispondenza del settore nord-occidentale delle aree di interesse (CPTU-02), dove si presenta con spessori massimi contenuti (spessore pluridecimetrico). Litozona E: alternanze di depositi incoerenti sabbioso dominanti (sabbie e sabbie limose) associati ad intercalazioni coesive pluridecimetriche a debole grado di sovraconsolidazione). Litozona contraddistinta da caratteri geotecnici da mediocri a discreti, ma con resistenze e densità inferiori rispetto alla litozona C. Si sottolinea come la discreta omogeneità litologica individuata per le differenti litozone, sia associata ad altrettanto importanti variazioni geotecniche laterali dei depositi; tale elemento di valutazione non dovrà essere sottovalutato in fase pre-esecutiva: il carattere preliminare della presente indagine consente infatti di attuare delle approssimazioni geometriche e geotecniche sui differenti orizzonti individuati, rimandando altresì ad una successiva fase di indagine progettualmente mirata per la definizione di dettaglio delle condizioni geotecniche strettamente locali. A completamento del modello geologico tecnico sopra riportato viene fornita la parametrizzazione geotecnica indicativa (valore preliminare) completa relativa ad un test CPTU (n° 03) fornito dalla committenza. Tale elaborazione, con carattere puramente preliminare viene riportata a fine lavoro in Allegato 02. Al fine di una migliore visione del modello sopra descritto, si rimanda alle sezioni geolitologiche interpretative riportate a fine lavoro in Tavola 08 a e 08 b ed ai certificati dei tests statici CPT riportati in Allegato 01.

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CONCLUSIONI

La campagna di indagini commissionate dall’Istituto Clinico Humanitas S.p.a. con sede in

Rozzano (MI) - via Manzoni n° 56, hanno condotto alla caratterizzazione geologica,

geomorfologia, geotecnica (preliminare) e sismica del primo sottosuolo delle aree di

proprietà ubicate nel territorio comunale di Pieve Emanuele dove è prevista la realizzazione

del progetto “Nuovo Campus Pieve”

Nel presente lavoro state realizzate indagini geologico territoriali di seguito riportate:

• analisi dei caratteri geologici di superficie

• analisi del contesto geomorfologico specifico

• analisi dei caratteri idrogeologici

• ricostruzione della storia sismica del sito

• delineazione delle unità litotecniche presenti costituenti il sottosuolo

La fase di studio territoriale è stata seguita da una serie di indagini in sito, così sviluppate:

• n° 07 prove penetrometriche statiche CPT standardizzate

• n° 07 stazioni di monitoraggio piezometrico

• n° 03 prospezioni sismiche M.A.S.W. – (Vs 30)

• campagna di rilevazione freatimetrica del primo complesso acquifero

• Analisi comparative dei dati geotecnici a disposizione

• Modellizzazione geologico tecnica del primo sottosuolo

Inquadramento paleogeografico Prima dell’era quaternaria la linea di costa marina lambiva i bordi prealpini fino al Pliocene

superiore - Pleistocene inferiore, momento in cui viene ipotizzata dagli AA. una importante

fase di regressione marina con conseguente inizio della sedimentazione di depositi di

pertinenza continentale fluvio-lacustri, deltizi e di piana costiera, prevalentemente costituiti

da materiale di granulometria non grossolana (sabbie fini, limi ed argille).

Questa unità sedimentaria, attribuibile al Villafranchiano, a causa di un sollevamento

successivo alla sua deposizione, risulta fortemente erosa nella parte sommitale e sostituita

da sedimenti marini e continentali depositati a seguito della successione ciclica di fasi

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trasgressive. Nei solchi vallivi così creatisi si deposero ghiaie e sabbie localmente anche in

grandi spessori, che col tempo hanno subito fenomeni di cementazione, ed attualmente sono

rilevabili in affioramento nel settore settentrionale della Provincia di Milano (“Ceppo”

Auct.). Successivamente ebbero inizio le glaciazioni, convenzionalmente distinte in tre fasi

principali: Mindel, Riss, Wurm, che diedero luogo alla deposizione di una vasta coltre di

sedimenti di natura glaciale nella zona pedemontana e fluvioglaciale nella media e bassa

pianura. Si riconosce uno sviluppo “centripeto” dei rilievi morenici, con i terreni più recenti

ai piedi dell’anfiteatro morenico posti a quota inferiore e più interni rispetto a quelli più

antichi. La morfologia glaciale e fluvioglaciale attualmente osservabile è consequenziale ad

agenti principali, quali l’erosione, il trasporto e la deposizione ad opera della massa glaciale

(Glaciale Riss e Wurm) e l’azione di lisciviazione e di deposito ad opera delle acque di

fusione dei ghiacci e delle fiumane glaciali (Fluvioglaciale Mindel, Riss e Wurm).

Geologia di superficie L’area di specifico interesse si inserisce nel contesto della media pianura lombarda

contraddistinta da tipica morfologia pianeggiante ed unità geologiche affioranti legate

all’evoluzione sedimentaria e paleogeografica quaternaria. Il settore si sviluppa sui depositi

dell’unità del Diluvium Recente informalmente denominata “Livello Fondamentale della

pianura”.

Geologia del sottosuolo ed inquadramento idrogeologico I sedimenti che costituiscono il primo sottosuolo del settore considerato appartengono alla

Unità Idrogeologica Ghiaioso-Sabbiosa costituita da depositi fluvioglaciali Wurm, Wurm

antico ed alluvioni recenti Auct. (Età: Olocene-Pleistocene sup.). Si tratta di depositi

costituiti per lo più da litotipi sabbiosi e sabbioso-ghiaiosi subordinati con locali

intercalazioni limoso-argillose lenticolari, di limitato spessore ed estensione areale, che

nella terminologia corrente vengono chiamati “litozona ghiaioso-sabbiosa” (Martinis e

Mazzarella, 1971,1976; Cavallin e al., 1983). Va tuttavia precisato che questa definizione

non corrisponde ad un criterio di valutazione stratigrafica, poiché in essa sono presi in

considerazione anche i litotipi di natura fluvioglaciale dell’unità fluvioglaciale Mindel-Riss

Auct. Nella zona di media e bassa pianura l’unità contiene una falda libera che localmente è

in contatto con quella del “Ceppo” in prossimità di strutture sepolte riferibili a paleoalvei.

Nella zona della media pianura, in prossimità dell’avvicinamento del livello piezometrico

alla superficie, l’unità viene a costituire il primo acquifero (Francani e Pozzi, 1981). Gli

elevati valori di permeabilità di questi depositi consentono una forte ricarica degli acquiferi

per infiltrazione di corsi d’acqua, canali e precipitazioni (Francani e Pozzi, 1981; De

Wrachien e Savi, 1993). L’insieme degli acquiferi contenuti in queste ultime due unità

descritte costituiscono l’acquifero tradizionale, che in realtà è l’insieme di più acquiferi

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distinti considerati un monostrato acquifero in una valutazione a grande scala. Nella zona di

bassa pianura questa configurazione assume aspetto ancora più marcato a causa della

diminuzione della granulometria dei terreni; già a livello piano campagna compaiono in

prevalenza litotipi limoso-argillosi ai quali si alternano terreni più grossolani (sabbie e

sabbie con ghiaia), dando origine ad acquiferi con falde semi-confinate o confinate. Lo

spessore medio varia da 20 ad oltre 50 metri.

Contestualmente l’analisi stratigrafica di dettaglio dei Logs relativi ai pozzi per acqua

esistenti ha permesso la caratterizzazione litotecnica preliminare del sottosuolo dell’area di

specifico interesse e di un significativo intorno.

Caratterizzazione geologico-tecnica preliminare

Caratterizzazione sismica L’analisi delle condizioni sismiche locali è stata attuata secondo due fasi di investigazione

diversificate:

la caratterizzazione a scala territoriale è stata condotta mediante la ricostruzione della storia

sismica del settore di specifico interesse e di un significativo intorno, è stata redatta

attingendo dall’archivio ufficiale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia

(I.N.G.V.) di Milano (database di riferimento DB04), in tal modo è stato definito il grado di

attività sismica che ha contraddistinto il settore territoriale nel suo complesso in epoca

storica.

La caratterizzazione categoriale dei suoli di fondazione secondo quanto previsto dalle

NTC2008 è stata attuata attraverso l’esecuzione di prospezioni geofisiche MASW.

I risultati indicano velocità medie delle onde sismiche S nell’intervallo di profondità 0-30 m

(Vs30) comprese tra 230 e 251 m/sec, identificando come classe di riferimento progettuale

la classe categoriale C.

Caratterizzazione idrogeologica L’installazione di n. 07 stazioni di monitoraggio piezometrico all’interno dell’area di

interesse progettuale, ha permesso la definizione di dettaglio delle condizioni

idrogeologiche e di soggiacenza del primo complesso acquifero.

Le rilevazioni freatimetriche condotte hanno permesso di definire lo spessore dell’insaturo

in questo specifico ambito stagionale, giungendo all’elaborazione della carta delle

isopiezometriche e della carta della soggiacenza del primo complesso acquifero all’interno

dell’area di interesse.

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50 _________________________________________________________________________ IPOGEO Studio Geologico 20052 MONZA - Via della Birona, 8 tel/fax 039 / 36.70.94

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Da tali elaborati si evince la presenza del primo complesso acquifero a profondità comprese

tra 1,5 e 2,0 m circa a seconda del settore considerato, con direzione di scorrimento

sotterraneo preferenziale sud-est.

Caratterizzazione geotecnica preliminare La caratterizzazione geotecnica preliminare è stata attuata attraverso la realizzazione di tests

penetrometrici CPT, associati all’analisi incrociata di dati derivanti da indagini precedenti

fornite dalla committenza.

La struttura geologico tecnica di dettaglio preliminarmente definita è quindi la seguente:

Litozona A: depositi incoerenti costituiti da sabbie associate a ghiaia di varia pezzatura. La

parte sommitale dell’orizzonte si caratterizza per la presenza di diffuse frazioni ghiaiose in

progressiva decrescita all’aumentare della profondità; la base dell’orizzonte si caratterizza

per litologie sabbioso dominanti, solo localmente interessate da intercalazioni

pluridecimetriche più grossolane.

Lo spessore di tale orizzonte risulta compreso tra 6,5 m ed oltre 7,0 m sviluppandosi sino

alla massima profondità di 7,5 m circa dall’attuale p.c.. Fa eccezione la prova CPT-01 in cui

si osserva una diradazione degli orizzonti coesivi ed il conseguente sviluppo di litologie

sabbioso-dominanti fino a circa 10 m dall’attuale p.c..

Si tratta di terreni da sciolti a mediamente addensati con caratteristiche geotecniche da

mediocri a discrete. Lo sviluppo laterale di tale litozona appare geometricamente e

litologicamente continuo, ma contraddistinto da variazioni geotecniche di una certa

importanza.

Litozona B: depositi di natura coesivo dominante/pseudocoerente, associati a subordinate

intercalazioni di depositi incoerenti. Si tratta di depositi limoso-argillosi e limoso-sabbiosi

dominanti da debolmente sovraconsolidati (parte sommitale) a normalconsolidati (parte

basale litozone), associati ad intercalazioni di natura sabbioso dominante di spessore

pluridecimetrico, a medio grado di densità.

Lo spessore complessivo dell’orizzonte varia da 4,0 a 6,0 m circa a seconda della verticale

considerata, sviluppandosi sino alla massima profondità compresa tra 11 m ed oltre 13 m

circa dall’attuale piano campagna a seconda della verticale considerata.

Anche in quest’ambito si rileva una buona continuità laterale della litozona, altresì

contraddistinta da variazioni litologiche e geotecniche a livello locale, connesse allo

sviluppo geometrico lenticolare delle intercalazioni incoerenti che la compongono.

Litozona C: depositi incoerenti dominanti, costituiti da sabbie prevalenti, solo localmente

associate a frazioni ghiaiose in prevalenza fini.

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51

Si tratta di depositi con caratteri geotecnici migliorativi rispetto alle litozone sovrastanti

contraddistinti da grado di addensamento medio, localmente elevato.

Le intercalazioni coesive risultano assai rare, costituendo di fatto corpi di spessore

decimetrico a chiara geometria lenticolare.

Lo sviluppo laterale di tale litozona risulta complesso in quanto condizionato dalle

geometrie irregolari della sottostante litozona D. Nella sezione geolitologica interpretativa

01, lo spessore appare pressoché costante, con valori compresi tra i 3,5 e 5,0 m circa,

sviluppandosi sino alla massima profondità compresa tra 15,8 e 16,8 m circa con

assottigliamento progressivo in direzione est.

Nella sezione geolitologica n. 02, lo spessore appare pressoché costante con valori

comparabili a quelli sopra indicati presentando però notevole ispessimento in direzione est

(vedi CPTU 04) in seguito all’estinzione laterale totale della sottostante litozona D. In

quest’ambito la litozone raggiunge uno spessore complessivo stimato pari a 10-11 m circa.

Terreni con caratteri geotecnici da discreti a buoni.

Litozona D: depositi coesivo dominanti/pseudocoerenti plastici normalmente consolidati.

La geometria della litozona risulta complessa in virtù di assottigliamenti ed estinzioni

laterali che lo caratterizzano. Ove presente si caratterizza per potenze comprese tra 3,0 e 4,0

m circa e progressivo assottigliamento/estinzione in direzione est.

Fenomeni di assottigliamento sono rilevabili in corrispondenza del settore nord-occidentale

delle aree di interesse (CPTU-02), dove si presenta con spessori massimi contenuti

(spessore pluridecimetrico).

Litozona E: alternanze di depositi incoerenti sabbioso dominanti (sabbie e sabbie limose)

associati ad intercalazioni coesive pluridecimetriche a debole grado di

sovraconsolidazione). Litozona contraddistinta da caratteri geotecnici da mediocri a

discreti, ma con resistenze e densità inferiori rispetto alla litozona C.

Si sottolinea come la discreta omogeneità litologica individuata per le differenti litozone, sia

associata ad altrettanto importanti variazioni geotecniche laterali dei depositi; tale elemento

di valutazione non dovrà essere sottovalutato in fase pre-esecutiva: il carattere preliminare

della presente indagine consente infatti di attuare delle approssimazioni geometriche e

geotecniche sui differenti orizzonti individuati, rimandando altresì ad una successiva fase di

indagine progettualmente mirata per la definizione di dettaglio delle condizioni geotecniche

strettamente locali.

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ALLEGATO N.01

CERTIFICATI PROVE PENETROMETRICHE CPT

IPOGEO Studio GeologicoDr. Geol. Fausto A. Crippa

Certificato: 39-10

PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 1LETTURE DI CAMPAGNA / VALORI DI RESISTENZA 3.010496-051

- committente: ISTITUTO CLINICO HUMANITAS - data prova : 05/10/2010- lavoro: NUOVO CAMPUS PIEVE - HUMANITAS - quota inizio : Piano Campagna - località: PIEVE EMANUELE (MI) - prof. falda : 1,53 m da quota inizio- resp. cantiere:- assist. cantiere: - data emiss. : 22/10/2010- note: Installazione stazione piezometrica Pz-01

prf LP LL Rp RL Rp/Rlm - - Kg/cm² Kg/cm² -

prf LP LL Rp RL Rp/Rlm - - Kg/cm² Kg/cm² -

0,20 7,0 12,0 7,0 0,27 26,0 7,80 14,0 16,0 14,0 0,27 52,00,40 15,0 19,0 15,0 0,33 45,0 8,00 27,0 31,0 27,0 0,40 67,00,60 15,0 20,0 15,0 1,13 13,0 8,20 32,0 38,0 32,0 0,47 69,00,80 22,0 39,0 22,0 0,27 82,0 8,40 22,0 29,0 22,0 0,33 66,01,00 28,0 32,0 28,0 0,53 52,0 8,60 27,0 32,0 27,0 0,40 67,01,20 48,0 56,0 48,0 0,80 60,0 8,80 26,0 32,0 26,0 0,47 56,01,40 47,0 59,0 47,0 0,47 101,0 9,00 22,0 29,0 22,0 0,33 66,01,60 48,0 55,0 48,0 0,40 120,0 9,20 26,0 31,0 26,0 0,40 65,01,80 69,0 75,0 69,0 0,73 94,0 9,40 17,0 23,0 17,0 0,27 64,02,00 57,0 68,0 57,0 0,67 85,0 9,60 18,0 22,0 18,0 0,53 34,02,20 39,0 49,0 39,0 0,47 84,0 9,80 17,0 25,0 17,0 0,53 32,02,40 13,0 20,0 13,0 0,20 65,0 10,00 12,0 20,0 12,0 0,53 22,02,60 10,0 13,0 10,0 0,20 50,0 10,20 12,0 20,0 12,0 0,47 26,02,80 9,0 12,0 9,0 0,20 45,0 10,40 8,0 15,0 8,0 0,40 20,03,00 18,0 21,0 18,0 0,27 67,0 10,60 8,0 14,0 8,0 0,40 20,03,20 6,0 10,0 6,0 0,27 22,0 10,80 12,0 18,0 12,0 0,47 26,03,40 12,0 16,0 12,0 0,20 60,0 11,00 8,0 15,0 8,0 0,27 30,03,60 18,0 21,0 18,0 0,27 67,0 11,20 5,0 9,0 5,0 0,20 25,03,80 12,0 16,0 12,0 0,40 30,0 11,40 12,0 15,0 12,0 0,53 22,04,00 10,0 16,0 10,0 0,40 25,0 11,60 12,0 20,0 12,0 0,53 22,04,20 9,0 15,0 9,0 0,27 34,0 11,80 12,0 20,0 12,0 0,60 20,04,40 22,0 26,0 22,0 0,40 55,0 12,00 11,0 20,0 11,0 0,27 41,04,60 89,0 95,0 89,0 1,13 79,0 12,20 5,0 9,0 5,0 0,20 25,04,80 81,0 98,0 81,0 1,27 64,0 12,40 19,0 22,0 19,0 0,27 71,05,00 76,0 95,0 76,0 1,20 63,0 12,60 19,0 23,0 19,0 0,33 57,05,20 102,0 120,0 102,0 1,73 59,0 12,80 23,0 28,0 23,0 0,33 69,05,40 84,0 110,0 84,0 0,93 90,0 13,00 26,0 31,0 26,0 0,47 56,05,60 102,0 116,0 102,0 1,47 70,0 13,20 70,0 77,0 70,0 0,93 75,05,80 128,0 150,0 128,0 1,87 69,0 13,40 82,0 96,0 82,0 1,27 65,06,00 137,0 165,0 137,0 2,40 57,0 13,60 123,0 142,0 123,0 1,60 77,06,20 129,0 165,0 129,0 1,47 88,0 13,80 141,0 165,0 141,0 1,47 96,06,40 81,0 103,0 81,0 0,87 93,0 14,00 136,0 158,0 136,0 1,13 120,06,60 15,0 28,0 15,0 0,60 25,0 14,20 118,0 135,0 118,0 1,47 80,06,80 20,0 29,0 20,0 0,40 50,0 14,40 114,0 136,0 114,0 1,40 81,07,00 10,0 16,0 10,0 0,47 21,0 14,60 125,0 146,0 125,0 1,80 69,07,20 14,0 21,0 14,0 0,40 35,0 14,80 93,0 120,0 93,0 1,80 52,07,40 5,0 11,0 5,0 0,20 25,0 15,00 109,0 136,0 109,0 ----- ----7,60 5,0 8,0 5,0 0,13 37,0

IPOGEO Studio Geologico - Via S. Gottardo, 71 - 20052 MONZA (MI) - Tel / Fax 039 - 36.70.94

IPOGEO Studio GeologicoDr. Geol. Fausto A. Crippa

Certificato: 39-10

PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 2LETTURE DI CAMPAGNA / VALORI DI RESISTENZA 3.010496-051

- committente: ISTITUTO CLINICO HUMANITAS - data prova : 05/10/2010- lavoro: NUOVO CAMPUS PIEVE - HUMANITAS - quota inizio : Piano Campagna - località: PIEVE EMANUELE (MI) - prof. falda : 1,65 m da quota inizio- resp. cantiere:- assist. cantiere: - data emiss. : 22/10/2010- note: Installazione stazione piezometrica Pz-02

prf LP LL Rp RL Rp/Rlm - - Kg/cm² Kg/cm² -

prf LP LL Rp RL Rp/Rlm - - Kg/cm² Kg/cm² -

0,20 7,0 12,0 7,0 0,27 26,0 7,80 19,0 23,0 19,0 0,47 41,00,40 15,0 19,0 15,0 0,67 22,0 8,00 9,0 16,0 9,0 0,80 11,00,60 52,0 62,0 52,0 0,60 87,0 8,20 41,0 53,0 41,0 0,67 61,00,80 59,0 68,0 59,0 0,60 98,0 8,40 55,0 65,0 55,0 0,67 82,01,00 34,0 43,0 34,0 0,67 51,0 8,60 36,0 46,0 36,0 0,60 60,01,20 41,0 51,0 41,0 0,73 56,0 8,80 41,0 50,0 41,0 1,00 41,01,40 41,0 52,0 41,0 0,60 68,0 9,00 48,0 63,0 48,0 1,33 36,01,60 48,0 57,0 48,0 0,67 72,0 9,20 35,0 55,0 35,0 0,93 37,01,80 80,0 90,0 80,0 0,73 109,0 9,40 26,0 40,0 26,0 0,80 32,02,00 28,0 39,0 28,0 0,73 38,0 9,60 26,0 38,0 26,0 0,87 30,02,20 32,0 43,0 32,0 0,60 53,0 9,80 26,0 39,0 26,0 0,80 32,02,40 19,0 28,0 19,0 0,40 47,0 10,00 25,0 37,0 25,0 0,73 34,02,60 13,0 19,0 13,0 0,27 49,0 10,20 29,0 40,0 29,0 0,87 33,02,80 10,0 14,0 10,0 0,20 50,0 10,40 25,0 38,0 25,0 0,80 31,03,00 9,0 12,0 9,0 0,27 34,0 10,60 21,0 33,0 21,0 0,80 26,03,20 12,0 16,0 12,0 0,33 36,0 10,80 25,0 37,0 25,0 0,80 31,03,40 18,0 23,0 18,0 0,27 67,0 11,00 20,0 32,0 20,0 0,33 60,03,60 12,0 16,0 12,0 0,33 36,0 11,20 32,0 37,0 32,0 0,47 69,03,80 6,0 11,0 6,0 0,13 45,0 11,40 55,0 62,0 55,0 0,60 92,04,00 11,0 13,0 11,0 0,20 55,0 11,60 44,0 53,0 44,0 0,67 66,04,20 11,0 14,0 11,0 0,20 55,0 11,80 102,0 112,0 102,0 1,40 73,04,40 8,0 11,0 8,0 0,47 17,0 12,00 91,0 112,0 91,0 1,00 91,04,60 34,0 41,0 34,0 0,53 64,0 12,20 110,0 125,0 110,0 0,80 137,04,80 57,0 65,0 57,0 0,87 66,0 12,40 122,0 134,0 122,0 1,00 122,05,00 96,0 109,0 96,0 1,13 85,0 12,60 115,0 130,0 115,0 1,80 64,05,20 113,0 130,0 113,0 1,33 85,0 12,80 104,0 131,0 104,0 0,53 195,05,40 120,0 140,0 120,0 1,73 69,0 13,00 82,0 90,0 82,0 1,07 77,05,60 96,0 122,0 96,0 1,00 96,0 13,20 94,0 110,0 94,0 0,87 108,05,80 81,0 96,0 81,0 1,27 64,0 13,40 83,0 96,0 83,0 0,87 96,06,00 114,0 133,0 114,0 1,40 81,0 13,60 77,0 90,0 77,0 1,00 77,06,20 122,0 143,0 122,0 1,47 83,0 13,80 77,0 92,0 77,0 0,87 89,06,40 92,0 114,0 92,0 0,87 106,0 14,00 85,0 98,0 85,0 0,93 91,06,60 15,0 28,0 15,0 0,53 28,0 14,20 96,0 110,0 96,0 1,40 69,06,80 10,0 18,0 10,0 0,33 30,0 14,40 91,0 112,0 91,0 1,00 91,07,00 5,0 10,0 5,0 0,27 19,0 14,60 80,0 95,0 80,0 1,00 80,07,20 10,0 14,0 10,0 0,27 37,0 14,80 85,0 100,0 85,0 1,33 64,07,40 5,0 9,0 5,0 0,40 12,0 15,00 88,0 108,0 88,0 ----- ----7,60 15,0 21,0 15,0 0,27 56,0

IPOGEO Studio Geologico - Via S. Gottardo, 71 - 20052 MONZA (MI) - Tel / Fax 039 - 36.70.94

IPOGEO Studio GeologicoDr. Geol. Fausto A. Crippa

Certificato: 39-10

PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 3LETTURE DI CAMPAGNA / VALORI DI RESISTENZA 3.010496-051

- committente: ISTITUTO CLINICO HUMANITAS - data prova : 05/10/2010- lavoro: NUOVO CAMPUS PIEVE - HUMANITAS - quota inizio : Piano Campagna - località: PIEVE EMANUELE (MI) - prof. falda : 1,52 m da quota inizio- resp. cantiere:- assist. cantiere: - data emiss. : 22/10/2010- note: Inatallazione stazione piezometrica Pz-03

prf LP LL Rp RL Rp/Rlm - - Kg/cm² Kg/cm² -

prf LP LL Rp RL Rp/Rlm - - Kg/cm² Kg/cm² -

0,20 15,0 18,0 15,0 0,27 56,0 7,80 19,0 23,0 19,0 0,33 57,00,40 15,0 19,0 15,0 0,47 32,0 8,00 18,0 23,0 18,0 0,33 54,00,60 8,0 15,0 8,0 0,47 17,0 8,20 9,0 14,0 9,0 0,47 19,00,80 8,0 15,0 8,0 0,33 24,0 8,40 36,0 43,0 36,0 1,00 36,01,00 27,0 32,0 27,0 0,67 40,0 8,60 35,0 50,0 35,0 1,00 35,01,20 62,0 72,0 62,0 0,67 93,0 8,80 36,0 51,0 36,0 1,00 36,01,40 62,0 72,0 62,0 0,73 85,0 9,00 39,0 54,0 39,0 1,40 28,01,60 89,0 100,0 89,0 1,00 89,0 9,20 39,0 60,0 39,0 1,20 32,01,80 65,0 80,0 65,0 0,93 70,0 9,40 22,0 40,0 22,0 1,00 22,02,00 72,0 86,0 72,0 0,93 77,0 9,60 17,0 32,0 17,0 1,00 17,02,20 72,0 86,0 72,0 0,80 90,0 9,80 17,0 32,0 17,0 0,93 18,02,40 26,0 38,0 26,0 0,67 39,0 10,00 16,0 30,0 16,0 0,60 27,02,60 25,0 35,0 25,0 0,73 34,0 10,20 21,0 30,0 21,0 0,73 29,02,80 13,0 24,0 13,0 0,47 28,0 10,40 21,0 32,0 21,0 0,33 63,03,00 12,0 19,0 12,0 0,27 45,0 10,60 33,0 38,0 33,0 0,47 71,03,20 6,0 10,0 6,0 0,13 45,0 10,80 58,0 65,0 58,0 0,67 87,03,40 10,0 12,0 10,0 0,20 50,0 11,00 64,0 74,0 64,0 0,67 96,03,60 9,0 12,0 9,0 0,20 45,0 11,20 76,0 86,0 76,0 0,87 88,03,80 10,0 13,0 10,0 0,20 50,0 11,40 32,0 45,0 32,0 0,53 60,04,00 17,0 20,0 17,0 0,67 25,0 11,60 28,0 36,0 28,0 0,67 42,04,20 51,0 61,0 51,0 0,73 70,0 11,80 40,0 50,0 40,0 0,67 60,04,40 34,0 45,0 34,0 0,27 127,0 12,00 38,0 48,0 38,0 0,60 63,04,60 6,0 10,0 6,0 0,27 22,0 12,20 38,0 47,0 38,0 0,73 52,04,80 5,0 9,0 5,0 0,27 19,0 12,40 34,0 45,0 34,0 0,53 64,05,00 5,0 9,0 5,0 0,27 19,0 12,60 50,0 58,0 50,0 0,67 75,05,20 21,0 25,0 21,0 1,00 21,0 12,80 78,0 88,0 78,0 0,73 106,05,40 48,0 63,0 48,0 0,67 72,0 13,00 86,0 97,0 86,0 0,87 99,05,60 106,0 116,0 106,0 0,67 159,0 13,20 99,0 112,0 99,0 1,07 93,05,80 92,0 102,0 92,0 0,93 99,0 13,40 104,0 120,0 104,0 1,80 58,06,00 63,0 77,0 63,0 0,87 73,0 13,60 93,0 120,0 93,0 1,07 87,06,20 35,0 48,0 35,0 0,40 87,0 13,80 77,0 93,0 77,0 0,87 89,06,40 10,0 16,0 10,0 0,20 50,0 14,00 83,0 96,0 83,0 1,33 62,06,60 9,0 12,0 9,0 0,27 34,0 14,20 107,0 127,0 107,0 1,47 73,06,80 10,0 14,0 10,0 0,13 75,0 14,40 90,0 112,0 90,0 1,07 84,07,00 10,0 12,0 10,0 0,20 50,0 14,60 86,0 102,0 86,0 1,13 76,07,20 5,0 8,0 5,0 0,27 19,0 14,80 86,0 103,0 86,0 1,33 64,07,40 5,0 9,0 5,0 0,27 19,0 15,00 80,0 100,0 80,0 1,33 60,07,60 5,0 9,0 5,0 0,27 19,0 15,20 88,0 108,0 88,0 ----- ----7,80 19,0 23,0 19,0 0,33 57,0

IPOGEO Studio Geologico - Via S. Gottardo, 71 - 20052 MONZA (MI) - Tel / Fax 039 - 36.70.94

IPOGEO Studio GeologicoDr. Geol. Fausto A. Crippa

Certificato: 39-10

PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 4LETTURE DI CAMPAGNA / VALORI DI RESISTENZA 3.010496-051

- committente: ISTITUTO CLINICO HUMANITAS - data prova : 05/10/2010- lavoro: NUOVO CAMPUS PIEVE - HUMANITAS - quota inizio : Piano Campagna - località: PIEVE EMANUELE (MI) - prof. falda : 1,84 m da quota inizio- resp. cantiere:- assist. cantiere: - data emiss. : 22/10/2010- note: Installazione stazione piezometrica Pz-04

prf LP LL Rp RL Rp/Rlm - - Kg/cm² Kg/cm² -

prf LP LL Rp RL Rp/Rlm - - Kg/cm² Kg/cm² -

0,20 15,0 18,0 15,0 0,20 75,0 7,20 11,0 17,0 11,0 0,40 27,00,40 15,0 18,0 15,0 0,73 20,0 7,40 9,0 15,0 9,0 0,40 22,00,60 53,0 64,0 53,0 2,07 26,0 7,60 24,0 30,0 24,0 0,53 45,00,80 80,0 111,0 80,0 0,53 150,0 7,80 12,0 20,0 12,0 0,53 22,01,00 65,0 73,0 65,0 0,53 122,0 8,00 11,0 19,0 11,0 0,67 16,01,20 73,0 81,0 73,0 0,67 109,0 8,20 41,0 51,0 41,0 0,87 47,01,40 45,0 55,0 45,0 0,87 52,0 8,40 26,0 39,0 26,0 1,20 22,01,60 35,0 48,0 35,0 0,47 75,0 8,60 22,0 40,0 22,0 0,60 37,01,80 71,0 78,0 71,0 0,27 266,0 8,80 45,0 54,0 45,0 0,40 112,02,00 148,0 152,0 148,0 1,40 106,0 9,00 17,0 23,0 17,0 0,73 23,02,20 99,0 120,0 99,0 0,67 148,0 9,20 13,0 24,0 13,0 0,60 22,02,40 65,0 75,0 65,0 0,67 97,0 9,40 21,0 30,0 21,0 0,40 52,02,60 92,0 102,0 92,0 1,13 81,0 9,60 9,0 15,0 9,0 0,27 34,02,80 78,0 95,0 78,0 0,80 97,0 9,80 5,0 9,0 5,0 0,27 19,03,00 65,0 77,0 65,0 0,73 89,0 10,00 5,0 9,0 5,0 0,40 12,03,20 60,0 71,0 60,0 0,67 90,0 10,20 12,0 18,0 12,0 0,47 26,03,40 64,0 74,0 64,0 0,87 74,0 10,40 16,0 23,0 16,0 1,67 10,03,60 70,0 83,0 70,0 0,87 81,0 10,60 13,0 38,0 13,0 0,73 18,03,80 66,0 79,0 66,0 1,00 66,0 10,80 54,0 65,0 54,0 1,53 35,04,00 58,0 73,0 58,0 1,20 48,0 11,00 12,0 35,0 12,0 0,73 16,04,20 47,0 65,0 47,0 1,33 35,0 11,20 15,0 26,0 15,0 0,53 28,04,40 58,0 78,0 58,0 0,87 67,0 11,40 10,0 18,0 10,0 0,40 25,04,60 66,0 79,0 66,0 0,87 76,0 11,60 12,0 18,0 12,0 0,53 22,04,80 50,0 63,0 50,0 0,67 75,0 11,80 10,0 18,0 10,0 0,60 17,05,00 32,0 42,0 32,0 0,67 48,0 12,00 9,0 18,0 9,0 0,40 22,05,20 55,0 65,0 55,0 0,67 82,0 12,20 10,0 16,0 10,0 0,40 25,05,40 78,0 88,0 78,0 1,13 69,0 12,40 15,0 21,0 15,0 0,47 32,05,60 143,0 160,0 143,0 1,33 107,0 12,60 31,0 38,0 31,0 0,67 46,05,80 125,0 145,0 125,0 1,27 99,0 12,80 50,0 60,0 50,0 0,60 83,06,00 133,0 152,0 133,0 1,20 111,0 13,00 66,0 75,0 66,0 0,87 76,06,20 149,0 167,0 149,0 1,20 124,0 13,20 99,0 112,0 99,0 0,73 135,06,40 127,0 145,0 127,0 1,47 87,0 13,40 139,0 150,0 139,0 0,73 190,06,60 110,0 132,0 110,0 0,73 150,0 13,60 168,0 179,0 168,0 1,20 140,06,80 24,0 35,0 24,0 0,53 45,0 13,80 148,0 166,0 148,0 0,47 317,07,00 10,0 18,0 10,0 0,40 25,0 14,00 189,0 196,0 189,0 ----- ----

IPOGEO Studio Geologico - Via S. Gottardo, 71 - 20052 MONZA (MI) - Tel / Fax 039 - 36.70.94

IPOGEO Studio GeologicoDr. Geol. Fausto A. Crippa

Certificato: 39-10

PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 5LETTURE DI CAMPAGNA / VALORI DI RESISTENZA 3.010496-051

- committente: ISTITUTO CLINICO HUMANITAS - data prova : 05/10/2010- lavoro: NUOVO CAMPUS PIEVE - HUMANITAS - quota inizio : Piano Campagna - località: PIEVE EMANUELE (MI) - prof. falda : 1,84 m da quota inizio- resp. cantiere:- assist. cantiere: - data emiss. : 22/10/2010- note: Installazione stazione piezometrica Pz-05

prf LP LL Rp RL Rp/Rlm - - Kg/cm² Kg/cm² -

prf LP LL Rp RL Rp/Rlm - - Kg/cm² Kg/cm² -

0,20 15,0 18,0 15,0 0,80 19,0 5,20 19,0 25,0 19,0 0,60 32,00,40 26,0 38,0 26,0 0,47 56,0 5,40 25,0 34,0 25,0 0,40 62,00,60 18,0 25,0 18,0 0,60 30,0 5,60 19,0 25,0 19,0 0,40 47,00,80 26,0 35,0 26,0 0,60 43,0 5,80 25,0 31,0 25,0 0,40 62,01,00 25,0 34,0 25,0 0,73 34,0 6,00 78,0 84,0 78,0 0,80 97,01,20 50,0 61,0 50,0 0,67 75,0 6,20 98,0 110,0 98,0 1,33 73,01,40 50,0 60,0 50,0 0,73 68,0 6,40 88,0 108,0 88,0 0,67 132,01,60 99,0 110,0 99,0 1,33 74,0 6,60 30,0 40,0 30,0 0,53 56,01,80 120,0 140,0 120,0 1,47 82,0 6,80 48,0 56,0 48,0 0,60 80,02,00 92,0 114,0 92,0 1,07 86,0 7,00 35,0 44,0 35,0 0,53 66,02,20 54,0 70,0 54,0 0,87 62,0 7,20 35,0 43,0 35,0 0,33 105,02,40 23,0 36,0 23,0 0,67 34,0 7,40 7,0 12,0 7,0 0,33 21,02,60 31,0 41,0 31,0 0,67 46,0 7,60 7,0 12,0 7,0 0,27 26,02,80 30,0 40,0 30,0 0,80 37,0 7,80 12,0 16,0 12,0 0,27 45,03,00 14,0 26,0 14,0 0,47 30,0 8,00 11,0 15,0 11,0 0,73 15,03,20 14,0 21,0 14,0 0,27 52,0 8,20 60,0 71,0 60,0 0,73 82,03,40 29,0 33,0 29,0 0,33 87,0 8,40 55,0 66,0 55,0 0,53 103,03,60 7,0 12,0 7,0 0,33 21,0 8,60 49,0 57,0 49,0 0,73 67,03,80 7,0 12,0 7,0 0,40 17,0 8,80 60,0 71,0 60,0 1,00 60,04,00 13,0 19,0 13,0 0,67 19,0 9,00 68,0 83,0 68,0 0,60 113,04,20 54,0 64,0 54,0 0,73 74,0 9,20 42,0 51,0 42,0 0,67 63,04,40 48,0 59,0 48,0 0,67 72,0 9,40 20,0 30,0 20,0 0,27 75,04,60 28,0 38,0 28,0 0,53 52,0 9,60 11,0 15,0 11,0 0,40 27,04,80 20,0 28,0 20,0 0,40 50,0 9,80 10,0 16,0 10,0 0,40 25,05,00 25,0 31,0 25,0 0,40 62,0 10,00 10,0 16,0 10,0 ----- ----

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IPOGEO Studio GeologicoDr. Geol. Fausto A. Crippa

Certificato: 39-10

PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 6LETTURE DI CAMPAGNA / VALORI DI RESISTENZA 3.010496-051

- committente: ISTITUTO CLINICO HUMANITAS - data prova : 05/10/2010- lavoro: NUOVA CAMPUS PIEVE - HUMANITAS - quota inizio : Piano Campagna - località: PIEVE EMANUELE - prof. falda : 1,80 m da quota inizio- resp. cantiere:- assist. cantiere: - data emiss. : 22/10/2010- note: Stazione Piezometrica installata a 6 m di profondi

prf LP LL Rp RL Rp/Rlm - - Kg/cm² Kg/cm² -

prf LP LL Rp RL Rp/Rlm - - Kg/cm² Kg/cm² -

0,20 7,0 18,0 7,0 0,40 17,0 7,80 10,0 15,0 10,0 0,27 37,00,40 22,0 28,0 22,0 1,20 18,0 8,00 6,0 10,0 6,0 0,33 18,00,60 30,0 48,0 30,0 0,27 112,0 8,20 14,0 19,0 14,0 0,53 26,00,80 8,0 12,0 8,0 0,33 24,0 8,40 14,0 22,0 14,0 0,53 26,01,00 7,0 12,0 7,0 0,53 13,0 8,60 18,0 26,0 18,0 0,60 30,01,20 21,0 29,0 21,0 0,40 52,0 8,80 23,0 32,0 23,0 0,80 29,01,40 41,0 47,0 41,0 0,67 61,0 9,00 36,0 48,0 36,0 0,47 77,01,60 48,0 58,0 48,0 0,73 65,0 9,20 22,0 29,0 22,0 0,53 41,01,80 48,0 59,0 48,0 0,73 65,0 9,40 13,0 21,0 13,0 0,27 49,02,00 52,0 63,0 52,0 0,73 71,0 9,60 6,0 10,0 6,0 0,20 30,02,20 77,0 88,0 77,0 0,53 144,0 9,80 5,0 8,0 5,0 0,20 25,02,40 58,0 66,0 58,0 0,73 79,0 10,00 6,0 9,0 6,0 0,20 30,02,60 39,0 50,0 39,0 0,60 65,0 10,20 6,0 9,0 6,0 0,20 30,02,80 32,0 41,0 32,0 0,60 53,0 10,40 7,0 10,0 7,0 0,20 35,03,00 30,0 39,0 30,0 0,47 64,0 10,60 6,0 9,0 6,0 0,27 22,03,20 42,0 49,0 42,0 0,60 70,0 10,80 8,0 12,0 8,0 0,40 20,03,40 54,0 63,0 54,0 0,73 74,0 11,00 13,0 19,0 13,0 0,33 39,03,60 48,0 59,0 48,0 0,73 65,0 11,20 16,0 21,0 16,0 0,47 34,03,80 42,0 53,0 42,0 0,67 63,0 11,40 32,0 39,0 32,0 0,60 53,04,00 45,0 55,0 45,0 0,67 67,0 11,60 72,0 81,0 72,0 0,80 90,04,20 34,0 44,0 34,0 0,53 64,0 11,80 65,0 77,0 65,0 0,80 81,04,40 39,0 47,0 39,0 0,53 73,0 12,00 50,0 62,0 50,0 0,73 68,04,60 34,0 42,0 34,0 0,53 64,0 12,20 42,0 53,0 42,0 0,73 57,04,80 34,0 42,0 34,0 0,53 64,0 12,40 61,0 72,0 61,0 0,87 70,05,00 37,0 45,0 37,0 0,53 69,0 12,60 50,0 63,0 50,0 0,53 94,05,20 48,0 56,0 48,0 0,73 65,0 12,80 44,0 52,0 44,0 0,67 66,05,40 53,0 64,0 53,0 0,67 79,0 13,00 44,0 54,0 44,0 0,73 60,05,60 37,0 47,0 37,0 0,60 62,0 13,20 37,0 48,0 37,0 0,60 62,05,80 43,0 52,0 43,0 0,73 59,0 13,40 55,0 64,0 55,0 0,60 92,06,00 81,0 92,0 81,0 1,33 61,0 13,60 56,0 65,0 56,0 0,67 84,06,20 105,0 125,0 105,0 0,80 131,0 13,80 39,0 49,0 39,0 0,60 65,06,40 88,0 100,0 88,0 0,67 132,0 14,00 42,0 51,0 42,0 0,67 63,06,60 40,0 50,0 40,0 0,73 55,0 14,20 50,0 60,0 50,0 0,47 107,06,80 52,0 63,0 52,0 0,80 65,0 14,40 65,0 72,0 65,0 0,67 97,07,00 14,0 26,0 14,0 0,27 52,0 14,60 75,0 85,0 75,0 0,73 102,07,20 5,0 9,0 5,0 0,27 19,0 14,80 72,0 83,0 72,0 1,33 54,07,40 5,0 9,0 5,0 0,20 25,0 15,00 65,0 85,0 65,0 ----- ----7,60 6,0 9,0 6,0 0,33 18,0

IPOGEO Studio Geologico - Via S. Gottardo, 71 - 20052 MONZA (MI) - Tel / Fax 039 - 36.70.94

IPOGEO Studio GeologicoDr. Geol. Fausto A. Crippa

Certificato: 39-10

PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 7LETTURE DI CAMPAGNA / VALORI DI RESISTENZA 3.010496-051

- committente: ISTITUTO CLINICO HUMANITAS - data prova : 05/10/2010- lavoro: NUOVA CAMPUS PIEVE - HUMANITAS - quota inizio : Piano Campagna - località: PIEVE EMANUELE - prof. falda : 1,60 m da quota inizio- resp. cantiere:- assist. cantiere: - data emiss. : 22/10/2010- note: Stazione Piezometrica installata a 6 m di profondi

prf LP LL Rp RL Rp/Rlm - - Kg/cm² Kg/cm² -

prf LP LL Rp RL Rp/Rlm - - Kg/cm² Kg/cm² -

0,20 15,0 19,0 15,0 0,67 22,0 7,80 48,0 58,0 48,0 0,33 144,00,40 29,0 39,0 29,0 0,67 43,0 8,00 14,0 19,0 14,0 0,40 35,00,60 22,0 32,0 22,0 0,53 41,0 8,20 18,0 24,0 18,0 0,73 25,00,80 37,0 45,0 37,0 0,47 79,0 8,40 23,0 34,0 23,0 0,40 57,01,00 34,0 41,0 34,0 0,53 64,0 8,60 27,0 33,0 27,0 0,53 51,01,20 62,0 70,0 62,0 0,73 85,0 8,80 41,0 49,0 41,0 0,80 51,01,40 41,0 52,0 41,0 0,67 61,0 9,00 30,0 42,0 30,0 0,47 64,01,60 41,0 51,0 41,0 0,53 77,0 9,20 22,0 29,0 22,0 0,53 41,01,80 62,0 70,0 62,0 0,40 155,0 9,40 13,0 21,0 13,0 0,47 28,02,00 26,0 32,0 26,0 0,47 56,0 9,60 9,0 16,0 9,0 0,73 12,02,20 19,0 26,0 19,0 0,40 47,0 9,80 31,0 42,0 31,0 0,47 66,02,40 26,0 32,0 26,0 0,47 56,0 10,00 58,0 65,0 58,0 0,73 79,02,60 32,0 39,0 32,0 0,40 80,0 10,20 54,0 65,0 54,0 0,87 62,02,80 19,0 25,0 19,0 0,53 36,0 10,40 25,0 38,0 25,0 0,47 54,03,00 30,0 38,0 30,0 0,53 56,0 10,60 9,0 16,0 9,0 0,40 22,03,20 30,0 38,0 30,0 0,47 64,0 10,80 10,0 16,0 10,0 0,47 21,03,40 24,0 31,0 24,0 0,40 60,0 11,00 8,0 15,0 8,0 0,33 24,03,60 18,0 24,0 18,0 0,47 39,0 11,20 6,0 11,0 6,0 0,27 22,03,80 12,0 19,0 12,0 0,20 60,0 11,40 7,0 11,0 7,0 0,27 26,04,00 6,0 9,0 6,0 0,20 30,0 11,60 8,0 12,0 8,0 0,27 30,04,20 6,0 9,0 6,0 0,07 90,0 11,80 8,0 12,0 8,0 0,40 20,04,40 7,0 8,0 7,0 0,20 35,0 12,00 12,0 18,0 12,0 0,60 20,04,60 6,0 9,0 6,0 0,20 30,0 12,20 23,0 32,0 23,0 0,60 38,04,80 6,0 9,0 6,0 0,33 18,0 12,40 31,0 40,0 31,0 0,47 66,05,00 27,0 32,0 27,0 0,47 58,0 12,60 61,0 68,0 61,0 0,67 91,05,20 37,0 44,0 37,0 0,60 62,0 12,80 118,0 128,0 118,0 0,73 161,05,40 47,0 56,0 47,0 0,80 59,0 13,00 132,0 143,0 132,0 1,87 71,05,60 98,0 110,0 98,0 1,33 73,0 13,20 150,0 178,0 150,0 1,73 87,05,80 85,0 105,0 85,0 0,87 98,0 13,40 110,0 136,0 110,0 0,80 137,06,00 55,0 68,0 55,0 1,20 46,0 13,60 84,0 96,0 84,0 1,00 84,06,20 105,0 123,0 105,0 0,73 143,0 13,80 73,0 88,0 73,0 1,13 64,06,40 45,0 56,0 45,0 0,60 75,0 14,00 74,0 91,0 74,0 0,73 101,06,60 66,0 75,0 66,0 0,67 99,0 14,20 64,0 75,0 64,0 1,00 64,06,80 46,0 56,0 46,0 0,33 138,0 14,40 57,0 72,0 57,0 1,07 53,07,00 10,0 15,0 10,0 0,20 50,0 14,60 54,0 70,0 54,0 0,67 81,07,20 6,0 9,0 6,0 0,27 22,0 14,80 78,0 88,0 78,0 1,00 78,07,40 7,0 11,0 7,0 0,40 17,0 15,00 60,0 75,0 60,0 ----- ----7,60 10,0 16,0 10,0 0,67 15,0

IPOGEO Studio Geologico - Via S. Gottardo, 71 - 20052 MONZA (MI) - Tel / Fax 039 - 36.70.94

IPOGEO Studio GeologicoDr. Geol. Fausto A. Crippa

Certificato: 39-10

PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 1DIAGRAMMA DI RESISTENZA 3.010496-051

- committente: ISTITUTO CLINICO HUMANITAS - data prova : 05/10/2010- lavoro: NUOVO CAMPUS PIEVE - HUMANITAS - quota inizio : Piano Campagna - località: PIEVE EMANUELE (MI) - prof. falda : 1,53 m da quota inizio- resp. cantiere: - scala vert.: 1 : 100- assist. cantiere: - data emiss. : 22/10/2010- note: Installazione stazione piezometrica Pz-01

m m0,0 0,0

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20,0 20,0

falda1,53

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0

10

10

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20

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30

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40

50

50

60

60

70

70

80

80

90

90

100

100

110

110

120

120

130

130

140

140

150

150

0,0

0,0

2,0

2,0

4,0

4,0

6,0

6,0

IPOGEO Studio Geologico - Via S. Gottardo, 71 - 20052 MONZA (MI) - Tel / Fax 039 - 36.70.94

IPOGEO Studio GeologicoDr. Geol. Fausto A. Crippa

Certificato: 39-10

PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 2DIAGRAMMA DI RESISTENZA 3.010496-051

- committente: ISTITUTO CLINICO HUMANITAS - data prova : 05/10/2010- lavoro: NUOVO CAMPUS PIEVE - HUMANITAS - quota inizio : Piano Campagna - località: PIEVE EMANUELE (MI) - prof. falda : 1,65 m da quota inizio- resp. cantiere: - scala vert.: 1 : 100- assist. cantiere: - data emiss. : 22/10/2010- note: Installazione stazione piezometrica Pz-02

m m0,0 0,0

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falda1,65

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0

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10

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20

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30

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50

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60

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70

80

80

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90

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100

110

110

120

120

130

130

140

140

150

150

0,0

0,0

2,0

2,0

4,0

4,0

6,0

6,0

IPOGEO Studio Geologico - Via S. Gottardo, 71 - 20052 MONZA (MI) - Tel / Fax 039 - 36.70.94

IPOGEO Studio GeologicoDr. Geol. Fausto A. Crippa

Certificato: 39-10

PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 3DIAGRAMMA DI RESISTENZA 3.010496-051

- committente: ISTITUTO CLINICO HUMANITAS - data prova : 05/10/2010- lavoro: NUOVO CAMPUS PIEVE - HUMANITAS - quota inizio : Piano Campagna - località: PIEVE EMANUELE (MI) - prof. falda : 1,52 m da quota inizio- resp. cantiere: - scala vert.: 1 : 100- assist. cantiere: - data emiss. : 22/10/2010- note: Inatallazione stazione piezometrica Pz-03

m m0,0 0,0

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falda1,52

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10

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110

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120

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130

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140

150

150

0,0

0,0

2,0

2,0

4,0

4,0

6,0

6,0

IPOGEO Studio Geologico - Via S. Gottardo, 71 - 20052 MONZA (MI) - Tel / Fax 039 - 36.70.94

IPOGEO Studio GeologicoDr. Geol. Fausto A. Crippa

Certificato: 39-10

PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 4DIAGRAMMA DI RESISTENZA 3.010496-051

- committente: ISTITUTO CLINICO HUMANITAS - data prova : 05/10/2010- lavoro: NUOVO CAMPUS PIEVE - HUMANITAS - quota inizio : Piano Campagna - località: PIEVE EMANUELE (MI) - prof. falda : 1,84 m da quota inizio- resp. cantiere: - scala vert.: 1 : 100- assist. cantiere: - data emiss. : 22/10/2010- note: Installazione stazione piezometrica Pz-04

m m0,0 0,0

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falda1,84

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10

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20

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30

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110

120

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130

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140

150

150

0,0

0,0

2,0

2,0

4,0

4,0

6,0

6,0

IPOGEO Studio Geologico - Via S. Gottardo, 71 - 20052 MONZA (MI) - Tel / Fax 039 - 36.70.94

IPOGEO Studio GeologicoDr. Geol. Fausto A. Crippa

Certificato: 39-10

PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 5DIAGRAMMA DI RESISTENZA 3.010496-051

- committente: ISTITUTO CLINICO HUMANITAS - data prova : 05/10/2010- lavoro: NUOVO CAMPUS PIEVE - HUMANITAS - quota inizio : Piano Campagna - località: PIEVE EMANUELE (MI) - prof. falda : 1,84 m da quota inizio- resp. cantiere: - scala vert.: 1 : 100- assist. cantiere: - data emiss. : 22/10/2010- note: Installazione stazione piezometrica Pz-05

m m0,0 0,0

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falda1,84

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0

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10

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20

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30

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110

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120

130

130

140

140

150

150

0,0

0,0

2,0

2,0

4,0

4,0

6,0

6,0

IPOGEO Studio Geologico - Via S. Gottardo, 71 - 20052 MONZA (MI) - Tel / Fax 039 - 36.70.94

IPOGEO Studio GeologicoDr. Geol. Fausto A. Crippa

Certificato: 39-10

PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 6DIAGRAMMA DI RESISTENZA 3.010496-051

- committente: ISTITUTO CLINICO HUMANITAS - data prova : 05/10/2010- lavoro: NUOVA CAMPUS PIEVE - HUMANITAS - quota inizio : Piano Campagna - località: PIEVE EMANUELE - prof. falda : 1,80 m da quota inizio- resp. cantiere: - scala vert.: 1 : 100- assist. cantiere: - data emiss. : 22/10/2010- note: Stazione Piezometrica installata a 6 m di profondi

m m0,0 0,0

1,0 1,0

2,0 2,0

3,0 3,0

4,0 4,0

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19,0 19,0

20,0 20,0

falda1,80

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0

10

10

20

20

30

30

40

40

50

50

60

60

70

70

80

80

90

90

100

100

110

110

120

120

130

130

140

140

150

150

0,0

0,0

2,0

2,0

4,0

4,0

6,0

6,0

IPOGEO Studio Geologico - Via S. Gottardo, 71 - 20052 MONZA (MI) - Tel / Fax 039 - 36.70.94

IPOGEO Studio GeologicoDr. Geol. Fausto A. Crippa

Certificato: 39-10

PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 7DIAGRAMMA DI RESISTENZA 3.010496-051

- committente: ISTITUTO CLINICO HUMANITAS - data prova : 05/10/2010- lavoro: NUOVA CAMPUS PIEVE - HUMANITAS - quota inizio : Piano Campagna - località: PIEVE EMANUELE - prof. falda : 1,60 m da quota inizio- resp. cantiere: - scala vert.: 1 : 100- assist. cantiere: - data emiss. : 22/10/2010- note: Stazione Piezometrica installata a 6 m di profondi

m m0,0 0,0

1,0 1,0

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19,0 19,0

20,0 20,0

falda1,60

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0

10

10

20

20

30

30

40

40

50

50

60

60

70

70

80

80

90

90

100

100

110

110

120

120

130

130

140

140

150

150

0,0

0,0

2,0

2,0

4,0

4,0

6,0

6,0

IPOGEO Studio Geologico - Via S. Gottardo, 71 - 20052 MONZA (MI) - Tel / Fax 039 - 36.70.94

IPOGEO Studio GeologicoDr. Geol. Fausto A. Crippa

Certificato: 39-10

PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 1VALUTAZIONI LITOLOGICHE 3.010496-051

- committente: ISTITUTO CLINICO HUMANITAS - data prova : 05/10/2010- lavoro: NUOVO CAMPUS PIEVE - HUMANITAS - quota inizio : Piano Campagna - località: PIEVE EMANUELE (MI) - prof. falda : 1,53 m da quota inizio- resp. cantiere: - scala vert.: 1 : 100- assist. cantiere: - data emiss. : 22/10/2010- note: Installazione stazione piezometrica Pz-01

Rp/RL (Litologia Begemann 1965 A.G.I. 1977) Rp - RL/Rp (Litologia Schmertmann 1978) Torbe ed

Argille organicheLimi ed Argille

Limi sabb.Sabbie lim.

Sabbie eSabbie e Ghiaie

m 0,0 0,0 0,0

1,0 1,0 1,0

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19,0 19,0 19,0

20,0 20,0 20,0

5 15 30 60 120 200

AO

Att

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Am

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Acc

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SAL

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Sm

Sd

SC

IPOGEO Studio Geologico - Via S. Gottardo, 71 - 20052 MONZA (MI) - Tel / Fax 039 - 36.70.94

IPOGEO Studio GeologicoDr. Geol. Fausto A. Crippa

Certificato: 39-10

PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 2VALUTAZIONI LITOLOGICHE 3.010496-051

- committente: ISTITUTO CLINICO HUMANITAS - data prova : 05/10/2010- lavoro: NUOVO CAMPUS PIEVE - HUMANITAS - quota inizio : Piano Campagna - località: PIEVE EMANUELE (MI) - prof. falda : 1,65 m da quota inizio- resp. cantiere: - scala vert.: 1 : 100- assist. cantiere: - data emiss. : 22/10/2010- note: Installazione stazione piezometrica Pz-02

Rp/RL (Litologia Begemann 1965 A.G.I. 1977) Rp - RL/Rp (Litologia Schmertmann 1978) Torbe ed

Argille organicheLimi ed Argille

Limi sabb.Sabbie lim.

Sabbie eSabbie e Ghiaie

m 0,0 0,0 0,0

1,0 1,0 1,0

2,0 2,0 2,0

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17,0 17,0 17,0

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19,0 19,0 19,0

20,0 20,0 20,0

5 15 30 60 120 200

AO

Att

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ASL

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Sd

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Certificato: 39-10

PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 3VALUTAZIONI LITOLOGICHE 3.010496-051

- committente: ISTITUTO CLINICO HUMANITAS - data prova : 05/10/2010- lavoro: NUOVO CAMPUS PIEVE - HUMANITAS - quota inizio : Piano Campagna - località: PIEVE EMANUELE (MI) - prof. falda : 1,52 m da quota inizio- resp. cantiere: - scala vert.: 1 : 100- assist. cantiere: - data emiss. : 22/10/2010- note: Inatallazione stazione piezometrica Pz-03

Rp/RL (Litologia Begemann 1965 A.G.I. 1977) Rp - RL/Rp (Litologia Schmertmann 1978) Torbe ed

Argille organicheLimi ed Argille

Limi sabb.Sabbie lim.

Sabbie eSabbie e Ghiaie

m 0,0 0,0 0,0

1,0 1,0 1,0

2,0 2,0 2,0

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17,0 17,0 17,0

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20,0 20,0 20,0

5 15 30 60 120 200

AO

Att

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Am

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Certificato: 39-10

PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 4VALUTAZIONI LITOLOGICHE 3.010496-051

- committente: ISTITUTO CLINICO HUMANITAS - data prova : 05/10/2010- lavoro: NUOVO CAMPUS PIEVE - HUMANITAS - quota inizio : Piano Campagna - località: PIEVE EMANUELE (MI) - prof. falda : 1,84 m da quota inizio- resp. cantiere: - scala vert.: 1 : 100- assist. cantiere: - data emiss. : 22/10/2010- note: Installazione stazione piezometrica Pz-04

Rp/RL (Litologia Begemann 1965 A.G.I. 1977) Rp - RL/Rp (Litologia Schmertmann 1978) Torbe ed

Argille organicheLimi ed Argille

Limi sabb.Sabbie lim.

Sabbie eSabbie e Ghiaie

m 0,0 0,0 0,0

1,0 1,0 1,0

2,0 2,0 2,0

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20,0 20,0 20,0

5 15 30 60 120 200

AO

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IPOGEO Studio Geologico - Via S. Gottardo, 71 - 20052 MONZA (MI) - Tel / Fax 039 - 36.70.94

IPOGEO Studio GeologicoDr. Geol. Fausto A. Crippa

Certificato: 39-10

PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 5VALUTAZIONI LITOLOGICHE 3.010496-051

- committente: ISTITUTO CLINICO HUMANITAS - data prova : 05/10/2010- lavoro: NUOVO CAMPUS PIEVE - HUMANITAS - quota inizio : Piano Campagna - località: PIEVE EMANUELE (MI) - prof. falda : 1,84 m da quota inizio- resp. cantiere: - scala vert.: 1 : 100- assist. cantiere: - data emiss. : 22/10/2010- note: Installazione stazione piezometrica Pz-05

Rp/RL (Litologia Begemann 1965 A.G.I. 1977) Rp - RL/Rp (Litologia Schmertmann 1978) Torbe ed

Argille organicheLimi ed Argille

Limi sabb.Sabbie lim.

Sabbie eSabbie e Ghiaie

m 0,0 0,0 0,0

1,0 1,0 1,0

2,0 2,0 2,0

3,0 3,0 3,0

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11,0 11,0 11,0

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20,0 20,0 20,0

5 15 30 60 120 200

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IPOGEO Studio Geologico - Via S. Gottardo, 71 - 20052 MONZA (MI) - Tel / Fax 039 - 36.70.94

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Certificato: 39-10

PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 6VALUTAZIONI LITOLOGICHE 3.010496-051

- committente: ISTITUTO CLINICO HUMANITAS - data prova : 05/10/2010- lavoro: NUOVA CAMPUS PIEVE - HUMANITAS - quota inizio : Piano Campagna - località: PIEVE EMANUELE - prof. falda : 1,80 m da quota inizio- resp. cantiere: - scala vert.: 1 : 100- assist. cantiere: - data emiss. : 22/10/2010- note: Stazione Piezometrica installata a 6 m di profondi

Rp/RL (Litologia Begemann 1965 A.G.I. 1977) Rp - RL/Rp (Litologia Schmertmann 1978) Torbe ed

Argille organicheLimi ed Argille

Limi sabb.Sabbie lim.

Sabbie eSabbie e Ghiaie

m 0,0 0,0 0,0

1,0 1,0 1,0

2,0 2,0 2,0

3,0 3,0 3,0

4,0 4,0 4,0

5,0 5,0 5,0

6,0 6,0 6,0

7,0 7,0 7,0

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9,0 9,0 9,0

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12,0 12,0 12,0

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20,0 20,0 20,0

5 15 30 60 120 200

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IPOGEO Studio Geologico - Via S. Gottardo, 71 - 20052 MONZA (MI) - Tel / Fax 039 - 36.70.94

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Certificato: 39-10

PROVA PENETROMETRICA STATICA CPT 7VALUTAZIONI LITOLOGICHE 3.010496-051

- committente: ISTITUTO CLINICO HUMANITAS - data prova : 05/10/2010- lavoro: NUOVA CAMPUS PIEVE - HUMANITAS - quota inizio : Piano Campagna - località: PIEVE EMANUELE - prof. falda : 1,60 m da quota inizio- resp. cantiere: - scala vert.: 1 : 100- assist. cantiere: - data emiss. : 22/10/2010- note: Stazione Piezometrica installata a 6 m di profondi

Rp/RL (Litologia Begemann 1965 A.G.I. 1977) Rp - RL/Rp (Litologia Schmertmann 1978) Torbe ed

Argille organicheLimi ed Argille

Limi sabb.Sabbie lim.

Sabbie eSabbie e Ghiaie

m 0,0 0,0 0,0

1,0 1,0 1,0

2,0 2,0 2,0

3,0 3,0 3,0

4,0 4,0 4,0

5,0 5,0 5,0

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8,0 8,0 8,0

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17,0 17,0 17,0

18,0 18,0 18,0

19,0 19,0 19,0

20,0 20,0 20,0

5 15 30 60 120 200

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IPOGEO Studio Geologico - Via S. Gottardo, 71 - 20052 MONZA (MI) - Tel / Fax 039 - 36.70.94

_________________________________________________________________________

53 _________________________________________________________________________ IPOGEO Studio Geologico 20052 MONZA - Via della Birona, 8 tel/fax 039 / 36.70.94

53

ALLEGATO N.02

PARAMETRIZZAZIONE GEOTECNICA INDICATIVA DA PROVE STATICHE CPTU

Committente: Istituto Clinico HUMANITAS S.p.a. Progetto: NUOVO CAMPUS PIEVE Località: PIEVE EMANUELE (MI) ________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________________________________________

IPOGEO Studio Geologico GEOLOGIA TECNICA, IDROGEOLOGIA, GEOLOGIA APPLICATA

Via della Birona, 8 20052 MONZA Tel- Fax 039-36.70.94 E-mail: [email protected]

1

PARAMETRIZZAZIONE GEOTECNICA PRELIMINARE

TEST PENETROMETRICO STATICO CPTU N° 03

DATI Qc, Fs, Rf

Committente: Istituto Clinico HUMANITAS S.p.a. Progetto: NUOVO CAMPUS PIEVE Località: PIEVE EMANUELE (MI) ________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________________________________________

IPOGEO Studio Geologico GEOLOGIA TECNICA, IDROGEOLOGIA, GEOLOGIA APPLICATA

Via della Birona, 8 20052 MONZA Tel- Fax 039-36.70.94 E-mail: [email protected]

2

TEST PENETROMETRICO STATICO CPTU N° 03

INDICE DI DENSITA’

Committente: Istituto Clinico HUMANITAS S.p.a. Progetto: NUOVO CAMPUS PIEVE Località: PIEVE EMANUELE (MI) ________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________________________________________

IPOGEO Studio Geologico GEOLOGIA TECNICA, IDROGEOLOGIA, GEOLOGIA APPLICATA

Via della Birona, 8 20052 MONZA Tel- Fax 039-36.70.94 E-mail: [email protected]

3

TEST PENETROMETRICO STATICO CPTU N° 03

ANGOLO D’ATTRITO DRENATO

Committente: Istituto Clinico HUMANITAS S.p.a. Progetto: NUOVO CAMPUS PIEVE Località: PIEVE EMANUELE (MI) ________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________________________________________

IPOGEO Studio Geologico GEOLOGIA TECNICA, IDROGEOLOGIA, GEOLOGIA APPLICATA

Via della Birona, 8 20052 MONZA Tel- Fax 039-36.70.94 E-mail: [email protected]

4

TEST PENETROMETRICO STATICO CPTU N° 03

RESISTENZA AL TAGLIO NON DRENATA

Committente: Istituto Clinico HUMANITAS S.p.a. Progetto: NUOVO CAMPUS PIEVE Località: PIEVE EMANUELE (MI) ________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________________________________________

IPOGEO Studio Geologico GEOLOGIA TECNICA, IDROGEOLOGIA, GEOLOGIA APPLICATA

Via della Birona, 8 20052 MONZA Tel- Fax 039-36.70.94 E-mail: [email protected]

5

TEST PENETROMETRICO STATICO CPTU N° 03

MODULO CONFINATO

Committente: Istituto Clinico HUMANITAS S.p.a. Progetto: NUOVO CAMPUS PIEVE Località: PIEVE EMANUELE (MI) ________________________________________________________________________________

___________________________________________________________________________________________________________________________

IPOGEO Studio Geologico GEOLOGIA TECNICA, IDROGEOLOGIA, GEOLOGIA APPLICATA

Via della Birona, 8 20052 MONZA Tel- Fax 039-36.70.94 E-mail: [email protected]

6

TEST PENETROMETRICO STATICO CPTU N° 03

GRADO DI SOVRACONSOLIDAZIONE

_________________________________________________________________________

54 _________________________________________________________________________ IPOGEO Studio Geologico 20052 MONZA - Via della Birona, 8 tel/fax 039 / 36.70.94

54

ALLEGATO N.03

STRATIGRAFIE SONDAGGI TECNOS

_________________________________________________________________________

55 _________________________________________________________________________ IPOGEO Studio Geologico 20052 MONZA - Via della Birona, 8 tel/fax 039 / 36.70.94

55

TAVOLE GRAFICHE

TAVOLE

TAVOLA 01: CARTA DELLA DINAMICA GEOMORFOLOGICA

TAVOLA 02: CARTA IDROGEOLOGICA

TAVOLA 03 a, b, c: SEZIONI IDROGEOLOGICHE /LITOTECNICHE

TAVOLA 04: CARTA DI FATTIBILITA’

TAVOLA 05: CARTA DELLE ISOPIEZOMETRICHE DEL PRIMO COMPLESSO ACQUIFERO

TAVOLA 06: CARTA DELLA SOGGIACENZA DEL PRIMO COMPLESSO ACQUIFERO

TAVOLA 07 a, b, c : PROSPEZIONI SISMICHE MASW

TAVOLA 08 a, b : SEZIONI GEOTECNICHE