ANALISI DI LIQUEFAZIONE CON PROVE CPTu E DMT IN UN’AREA ... · Per le CPTu: resistenza alla punta...

4
ANALISI DI LIQUEFAZIONE CON PROVE CPTu E DMT IN UN’AREA DEL COMUNE DI RAVENNA Elena Muscolino ([email protected]) TELEIOS srl - Officina di Ingegneria Sara Amoroso ([email protected]) Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, L’Aquila, Italy Federico Fiorelli ([email protected]) TELEIOS srl - Officina di Ingegneria Marco Franceschini ([email protected]) TELEIOS srl - Officina di Ingegneria ABSTRACT. Nel presente articolo si illustrano i risultati della valutazione del potenziale di liquefazione basata sui dati di prove penetrometriche statiche con piezocono CPTu e di prove con dilatometro piatto DMT relative ad un’area del comune di Ravenna, posta a Sud della località Porto Corsini. Tali prove in sito hanno consentito di determinare il rapporto di resistenza ciclica (CRR) così da confrontarlo con il rapporto di sforzo ciclico (CSR) allo scopo di valutare il fattore di sicurezza nei confronti della liquefazione (F L ) e l’indice del potenziale di liquefazione (I L ). Scopo dell’articolo è quello di confrontare i risultati delle analisi di liquefazione derivanti dalle prove CPTu e DMT. 1. Introduzione L’area presa in esame è ubicata in una zona pianeggiante della porzione costiera nord-orientale del Comune di Ravenna, in particolare a Sud della località Porto Corsini. Nei mesi di Novembre e Dicembre 2014 è stata condotta una vasta campagna geognostica che ha contemplato: N. 10 prove penetrometriche statiche con piezocono (CPTu) spinte alla profondità variabili tra 25.0 m e 39.0 m da piano campagna; N. 2 prove con dilatometro piatto Marchetti (DMT) spinte alla profondità di 30.0 m da p.c.; N. 3 sondaggi a carotaggio continuo spinti alla profondità di 40.0 m da p.c.; Installazione N. 2 piezometri; Prelievo di campioni indisturbati e analisi di laboratorio: granulometria, limiti, taglio diretto, edometriche, triassiali consolidate non drenate TX CIU, triassiali consolidate drenate TX CD, colonna risonante RC; N. 3 misure di rumore sismico ambientale elaborate con metodologia HVSR; N. 1 prova geofisica down-hole (DH) fino a 40.0 m da p.c. Nell’immagine seguente è riportata l’ubicazione di tali prove all’interno dell’area di studio. Figura 1. Ubicazione indagini nell’area di studio. In rosso sono evidenziate le prove prese a riferimento nel presente articolo.

Transcript of ANALISI DI LIQUEFAZIONE CON PROVE CPTu E DMT IN UN’AREA ... · Per le CPTu: resistenza alla punta...

Page 1: ANALISI DI LIQUEFAZIONE CON PROVE CPTu E DMT IN UN’AREA ... · Per le CPTu: resistenza alla punta qt, l’indice del tipo di terreno IC (Robertson, 1990; Robertson, 2010), modulo

ANALISI DI LIQUEFAZIONE CON PROVE CPTu E DMT IN UN’AREA DEL COMUNE DI RAVENNA

Elena Muscolino ([email protected]) TELEIOS srl - Officina di Ingegneria

Sara Amoroso ([email protected]) Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, L’Aquila, Italy

Federico Fiorelli ([email protected]) TELEIOS srl - Officina di Ingegneria

Marco Franceschini ([email protected]) TELEIOS srl - Officina di Ingegneria

ABSTRACT. Nel presente articolo si illustrano i risultati della valutazione del potenziale di liquefazione basata sui dati di prove penetrometriche statiche con piezocono CPTu e di prove con dilatometro piatto DMT relative ad un’area del comune di Ravenna, posta a Sud della località Porto Corsini. Tali prove in sito hanno consentito di determinare il rapporto di resistenza ciclica (CRR) così da confrontarlo con il rapporto di sforzo ciclico (CSR) allo scopo di valutare il fattore di sicurezza nei confronti della liquefazione (FL) e l’indice del potenziale di liquefazione (IL). Scopo dell’articolo è quello di confrontare i risultati delle analisi di liquefazione derivanti dalle prove CPTu e DMT.

1. Introduzione

L’area presa in esame è ubicata in una zona pianeggiante della porzione costiera nord-orientale del Comune di Ravenna, in particolare a Sud della località Porto Corsini.

Nei mesi di Novembre e Dicembre 2014 è stata condotta una vasta campagna geognostica che ha contemplato:

N. 10 prove penetrometriche statiche con piezocono (CPTu) spinte alla profondità variabili tra 25.0 m e 39.0 m da piano campagna;

N. 2 prove con dilatometro piatto Marchetti (DMT) spinte alla profondità di 30.0 m da p.c.; N. 3 sondaggi a carotaggio continuo spinti alla profondità di 40.0 m da p.c.; Installazione N. 2 piezometri; Prelievo di campioni indisturbati e analisi di laboratorio: granulometria, limiti, taglio diretto,

edometriche, triassiali consolidate non drenate TX CIU, triassiali consolidate drenate TX CD, colonna risonante RC;

N. 3 misure di rumore sismico ambientale elaborate con metodologia HVSR; N. 1 prova geofisica down-hole (DH) fino a 40.0 m da p.c. Nell’immagine seguente è riportata l’ubicazione di tali prove all’interno dell’area di studio.

Figura 1. Ubicazione indagini nell’area di studio. In rosso sono evidenziate le prove prese a riferimento nel presente articolo.

Page 2: ANALISI DI LIQUEFAZIONE CON PROVE CPTu E DMT IN UN’AREA ... · Per le CPTu: resistenza alla punta qt, l’indice del tipo di terreno IC (Robertson, 1990; Robertson, 2010), modulo

In figura 1 sono state evidenziate le due CPTu (CPTu2 e CPTu8) e le due DMT (DMT1 e DMT2) che verranno considerate nelle analisi di liquefazione oggetto del presente articolo. In particolare si eseguiranno confronti tra le prove CPTu2 e DMT1 e tra le prove CPTu8 e DMT2.

2. Interpretazione delle indagini

L’interpretazione delle indagini ha permesso di investigare la litologia del sito, che risulta costituita principalmente da sabbie fini sature a medio-basso grado di addensamento, oltre a ricavare tutti i principali parametri di resistenza e deformabilità, utili per costruire un ampio ed affidabile modello geotecnico di sottosuolo. In figura 2 si riportano le caratteristiche geotecniche relative al sito in esame, ricavate dall’ interpretazione delle prove CPTu2, CPTu8, DMT1 e DMT2. In particolare si illustrano:

Per le CPTu: resistenza alla punta qt, l’indice del tipo di terreno IC (Robertson, 1990; Robertson, 2010), modulo edometrico per terreni incoerenti Eoed (Mayne, 2007), angolo di resistenza al taglio (Eurocodice 7, 2007) e velocità delle onde sismiche di taglio Vs (Colombi et al., 2007).

Per le DMT: indice di spinta orizzontale KD, l’indice del materiale ID, modulo edometrico MDMT, angolo di resistenza al taglio (Marchetti, 1980; Marchetti et al., 2001) e velocità delle onde di taglio Vs (Marchetti et al., 2008).

Figura 2. Interpretazioni indagini penetrometriche statiche e dilatometriche

Dall’interpretazione delle indagini geofisiche, in particolare dalla prova down-hole, in ragionevole accordo con le stime di VS da CPTu e DMT, è emerso che il sottosuolo della zona in oggetto può essere classificato come appartenente alla categoria C (vedi tabella 3.2.II NTC2008).

Page 3: ANALISI DI LIQUEFAZIONE CON PROVE CPTu E DMT IN UN’AREA ... · Per le CPTu: resistenza alla punta qt, l’indice del tipo di terreno IC (Robertson, 1990; Robertson, 2010), modulo

3. Valutazione liquefazione

L’analisi di liquefazione è stata eseguita applicando la procedura semplificata proposta da Seed & Idriss (1971) basata sul confronto tra la domanda sismica di uno strato di terreno, denominata CSR (rapporto di sforzo ciclico) e la capacità del terreno di resistere alla liquefazione, denominata CRR (rapporto di resistenza ciclica). Il rapporto tra CRR e CSR definisce il fattore di sicurezza nei confronti della liquefazione (FL).

Il CSR è stato valutato con la formula di Seed & Idriss (1971), calcolando il fattore di scala della magnitudo MSF e il coefficiente di riduzione dello sforzo rd da Idriss & Boulanger (2004).

Il rapporto di resistenza ciclica CRR è stato valutato facendo riferimento sia alle prove DMT sia alle prove CPTu. Per ottenere il rapporto CRR dai dati del piezocono è stato applicato il metodo di Robertson & Wride (1998) aggiornato da Robertson (2009), mentre per il dilatometro sono state utilizzate varie formule (Monaco et al., 2005; Tsai et al., 2009; Robertson, 2012), ma verranno mostrati solo i dati relativi a Tsai et al. (2009).

Figura 3. Analisi di liquefazione da prove CPTu e DMT.

Per l’analisi di liquefazione sono state operate le seguenti assunzioni: Livello di falda posto alla profondità di 0.30 m dal piano campagna, a riscontro delle letture

effettuate nel corso delle indagini. Magnitudo assunta pari a Mw = 6.14, corrispondente al valore massimo atteso per un tempo di

ritorno TR = 475 anni nella zona sismogenetica in cui si trova Porto Corsini (zona 912 della ZS9, Meletti & Valensise, 2004).

Accelerazione orizzontale amax pari a 0.2435g. Tale valore è stato ottenuto moltiplicando l’accelerazione massima free-field su suolo rigido, pari a ag = 0.169g, sia per il coefficiente di amplificazione stratigrafica SS relativo alla categoria di sottosuolo C, che nel caso in esame risulta pari a SS = 1.441, sia per il coefficiente topografico ST = 1.0.

Page 4: ANALISI DI LIQUEFAZIONE CON PROVE CPTu E DMT IN UN’AREA ... · Per le CPTu: resistenza alla punta qt, l’indice del tipo di terreno IC (Robertson, 1990; Robertson, 2010), modulo

L’indice del potenziale di liquefazione IL è stato valutato secondo la teoria di Sonmez (2003) considerando come valore limite del fattore di sicurezza il valore FLlim = 1.25 (Eurocodice 8, 2005). Sonmez ha definito 4 fasce di rischio di liquefazione: IL < 2 rischio basso, 2 < IL <5 rischio medio, 5 < IL <15 rischio alto, IL >15 rischio molto alto.

In figura 3 sono riportati i grafici relativi alla valutazione del rischio di liquefazione del sito oggetto di studio, prima confrontando le prove CPTu2 e CPTu8 e, successivamente, le prove DMT1 e DMT2.

4. Conclusioni

I risultati delle analisi di liquefazione effettuate utilizzando le prove con piezocono e quello con dilatometro piatto individuano uno strato di sabbia limosa e limo sabbioso, compreso mediamente tra 4.0 e 10.0 m di profondità da p.c., potenzialmente liquefacibile. In particolare le analisi da CPTu e DMT sono in ragionevole accordo (IL ≈ 16), eccetto che per la prova DMT2 dalla quale si riscontrano valori più elevati dell’indice di spinta orizzontale KD che portano a più alti fattori di sicurezza FL e, di conseguenza, ad un più basso indice del potenziale di liquefazione IL.

Ciò potrebbe essere legato ad una variazione areale della storia tensionale dei depositi presenti nell’area di studio, come evidenziato dalla sensibilità di KD nei confronti di questa condizione.

5. Bibliografia

Colombi A., Giretti D., Fioravante V. (2007). Sulla valutazione della velocità di propagazione delle onde di taglio da prove penetrometriche statiche per i depositi alluvionali ferraresi. RIG 3/2007.

Idriss I.M., Boulanger R.W. (2004). Semi-empirical procedures for evaluating liquefaction potential during earthquakes. Proc. 11th Int. Conf. on Soil Dyn. and Earthquake Engrg. and 33d Int. Conf. on Earthquake Geotech. Engrg., Doolin et al. (eds), University of California, Berkeley, 1, 32 -56.

Mayne P.W. (2007) NCHRP Synthesis. Cone penetration testing state of practice. Transportation Research Board Report project 20-05. www.trb.org.

Marchetti S. (1980). In Situ Tests by Flat Dilatometer. ASCE Jnl GED, Vol. 106, No. GT3, Mar., 299-321. Marchetti S., Monaco P., Totani G., Calabrese M. (2001) Il dilatometro piatto (DMT) nelle indagini geotecniche.

Rapporto TC16 ISSMGE. Marchetti S., Monaco P., Totani G. and Marchetti D. (2008). In Situ Tests by Seismic Dilatometer (SDMT). From

Res. to Prac. in Geotech. Eng., ASCE, Geotech. Spec. Publ., 180, 292-311, J.E.Laier, D.K.Crapps, M.H.Hussein (eds).

Meletti C. e Valensise G. (2004). Zonazione sismogenetica ZS9 - App.2 al Rapporto conclusivo. Gruppo di lavoro per la redazione della mappa di pericolosità sismica (Ordinanza PCM 3274/2003), Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. http://zonesismiche.mi.ingv.it/documenti/App2.pdf

Monaco P., Marchetti S., Totani G. and Calabrese M. (2005). Sand liquefiability assessment by Flat Dilatometer Test (DMT). Proc. XVI ICSMGE, Osaka, 4, 2693-2697.

NTC (2008) D.M. 14.01.2008: Norme tecniche per le costruzioni. Robertson P.K. (1990). Soil classification using the cone penetration test. Canadian Geotechnical Journal,

27(1):151-158. Robertson P.K. (2009). Performance based earthquake design using the CPT: Proc. International Conference on

Performance-Based Design in Earthquake Geotechnical Engineering - from case history to practice. Tokyo. Robertson P.K. (2010). Soil behaviour type from the CPT: an update. 2nd International Symposium on Cone

Penetration Testing, CPT’10, Huntington Beach, CA, USA. www.cpt10.com Robertson P.K. (2012). The James K. Mitchell Lecture: Interpretation of in-situ tests – some insights. In R.

Coutinho and P.W. Mayne (eds), Proc. 4th Int. Conf. on Geotechnical and Geophysical Site Characterization – ISC'4, Porto de Galinhas, Brazil, 1, 3-24. Robertson P.K., Cabal K.L. (2014). Guide to Cone Penetration Testing for Geotechnical Engineering. Gregg drilling. 6th edition December 2014.

Robertson P.K., Wride C.E. (1998). Evaluating cyclic liquefaction potential using the cone penetration test. Canadian Geotechnical Journal, Ottawa, 35(3): 442-459.

Seed H.B. and Idriss I.M. (1971). Simplified procedure for evaluating soil liquefaction potential. J. Geotech. Engrg. Div., ASCE, 97(9), 1249–1273.

Sonmez H. (2003). Modification to the liquefaction potential index and liquefaction susceptibility mapping for a liquefaction-prone area (Inegol-Turkey). Environ. Geology 44(7): 862-871.

Tsai P., Lee D., Kung G.T. and Juang C.H. (2009). Simplified DMT-based methods for evaluating liquefaction resistance of soils. Engineering Geology, 103(2009), 13-22.

UNI EN 1997-2 (2007). Eurocodice 7. Progettazione geotecnica Parte 2: Indagini e prove nel sottosuolo. UNI EN 1998-5 (2005). Eurocodice 8. Progettazione delle strutture per la resistenza sismica. Parte 5: Fondazioni,

strutture di contenimento ed aspetti geotecnici.