Human species specific Morti sporche - alessioancillai.com · I fili sulle tele, inizialmente mi...
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00176 - Roma
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www.alessioancillai.com
Memoria fluida #1 2011 Olio su lino, filo bianco 130x90
Alcune riflessioni teoriche
Il mio lavoro parte e si sviluppa intorno all’essere umano ed alle
dinamiche interumane. Esploro le caratteristiche che contraddi-
stinguono l’essere umano come tale: la componente fisiologica e
quella patologica, la mia ricerca si svolge in queste due direzioni,
come se fossero due facce della stessa medaglia… come nel me-
todo scientifico...il concetto di malattia è indissolubilmente lega-
to ad una precedente sanità. E così porto avanti due progetti pa-
ralleli: da una parte, con "human species-specific", cerco di
rappresentare le caratteristiche che contraddistinguono l'essere
umano per la sua bellezza originaria e dall'altra, con "morti
sporche", prendo in prestito la aberrante tragedia delle morti
sul lavoro per parlare di come il disfacimento dell'interesse
dell'essere umano per un altro essere umano possa portare al to-
tale annullamento di tale poesia.
Tra le caratteristiche specificamente umane ce ne è una che mi
affascina maggiormente, ed è l’idea che la linea non esiste in na-
tura, ma è solo l’essere umano che ha la capacità di immaginarla.
Il bambino alla nascita ha una percezione visiva totalmente ne-
bulosa ed incerta; comincia a definire i contorni verso il periodo
dello svezzamento, che coincide con la maturazione delle com-
ponenti organiche che permettono la percezione visiva (lobo oc-
cipitale e fondo dell’occhio) e con l’autonomia nei confronti del
seno materno. Interessante è il fatto che lo svezzamento è una
delle quattro separazioni fondamentali della vita umana e la linea
viene concettualizzata come idea di separazione.
Pensiero Rosso 2011 olio su lino, filo bianco 85x60
I bambini, spontaneamente, ancora prima di imparare a scrivere,
disegnano segni incerti con i quali si esprimono. Questo segno
spontaneo caratterizza anche il passaggio dal Neanderthal al Sa-
piens: affascinante è l’ipotesi che questo passaggio antropologi-
co lo potrebbero aver determinato le donne, autrici di figure
inventate sulle pareti delle caverne mentre gli uomini cacciava-
no. Queste figure inventate non nascevano da un bisogno mate-
riale, ma da una esigenza interna di espressione, direi irrazionale.
Il segno primordiale poi si sviluppa e diventa linea, linguaggio,
numero, scrittura, partitura musicale, figura geometrica, tutto
sempre espressione dell’unicità umana: nessun animale inventa
segni o figure geometriche, disegna, scrive poesie o partiture
musicali.
Tutto parte dunque da un’esigenza interna, da un’immagine in-
terna e dalla necessità di esprimerla come espressione della pro-
pria identità.
Con le mie opere cerco di esprimere queste immagini irrazionali,
indagando sulla formazione del pensiero alla nascita, sul tempo/
movimento interno dell’essere umano, i sui affetti.
Tutto sempre e comunque intorno alla linea come presenza uma-
na; con una ricerca continua di equilibrio, anche stilistico, un’ar-
monia cercata nei colori, nelle forme, nelle luci, ma che non sia
lucida, costruita; al contrario, un’armonia interna dell’opera e
dell’immagine rappresentata, una solidità che si contrappone
all’incoerenza o alla dissociazione, alla razionalità fredda. Il ten-
tativo è quello di rappresentare delle immagini che raccontano di
una fondamentale sanità e di sfatare il falso mito che il sonno
della ragione genera mostri.
Saldamente Installazione pittorica Acrilico su lino, luce led rossa, saldatore elettrico Dimensioni variabili (250x115) Tela 100x70 2011
Memoria fluida #2 2011 Olio su lino, filo bianco, filo rosso 85x100 (tela 85x60)
Sul mio lavoro
Quando affronto un tema cerco sempre di rappresentarlo con
diverse modalità: pittura, video e installazioni.
In alcuni cicli ho indagato sulla nascita, sull’identità ancora in-
certa ma esistente e, nelle opere pittoriche, ho dunque insistito
più sulla struttura interna dell’opera, con trame di linee, maglie
di colore che sostengono la tela e che a volte sono più evidenti,
squarci di luce, e a volte sono completamente coperte, ma co-
munque esistenti, struttura di identità che sorregge l’esistenza
umana e che è alla sua base.
Utilizzo tecniche diverse, a volte colature, per una visione meno
chiara, più nebulosa o sognata, regressiva, o sovrapposizioni di
colori e segni per strutturare di più la tela ma lasciando che la
struttura si intuisca solamente, non sia evidente, così come av-
viene negli affetti umani.
In altri cicli ho focalizzato l’attenzione sul suono e il silenzio e
successivamente sulla scrittura, ed ho iniziato ad applicare dei
fili sulle tele.
I fili sulle tele, inizialmente mi rappresentavano il pentagramma o
la linea di scrittura, poi sono diventati dei percorsi, guide che dialo-
gavano con le immagini raffigurate; mi piace applicare questi fili
per cercare l’esterno, andare oltre la tela, cercare il confine e il dia-
logo tra immagine interna del quadro e quella complessiva che
emerge dopo l’applicazione, verificare se quell’applicazione emerge
dal quadro, lo completa, è in armonia, fa parte della sua struttura
oppure è estranea, lo disturba, gli fa perdere identità.
Il filo che spesso appongo nelle opere oggi mi rappresenta una li-
nea come movimento che tende all’infinito; fino al 2011 lo inserivo
solo all’interno dell’opera aderendolo alla superficie pittorica, in
questo ultimo anno invece il filo lo posiziono all’esterno dell’opera
scostato dalla tela di 1 o 2 centimetri, come se la matrice dell’ope-
ra, rappresentata dal filo, abbia preso, per separazione, una propria
identità autonoma ma complementare con l’insieme dell’opera, che
ora è diventata installativa.
After the shadow 2012 Juta su muro, led bianco 180x200
Notturno 2011 Olio su lino 85x60
Memoria verde 30x85 Olio su lino, filo bianco 2012
I progetti
Sull’ultimo progetto, “human species specific”, il filo disegna o una linea “aperta” oppure una forma geometrica…il perché specifico
non l’ho ancora capito, ma vedo e sento che mi funziona bene e vedo che è un po’ la sintesi stilistica delle tante sperimenta zioni eseguite
negli ultimi anni. Il filo esterno forse racconta di quella immagine che spinge e muove la mano e il corpo dell’artista a com porre un’imma-
gine per farla diventare comunicazione, creatività.
Relinquere ratione #1 2012 Acrilico su tavola, chiodi, filo bianco 37x34
Relinquere ratione #2 2012 Acrilico su tavola, chiodi, filo nero 35x35
Appunto, ancora sto elaborando e lavorando su questa grande domanda: cosa succede nella fase in cui un artista trasforma un’i dea in un
qualcosa di percepibile? Qual è il passaggio mentale fra immagine inconscia non onirica e il linguaggio artistico? Se parliam o di pittura
vorrei sperare che dall’immagine si passa ad un pensiero pittorico per poi arrivare ad un linguaggio pittorico, un po’ come s uccede nel
linguaggio, dove prima del linguaggio articolato si passa per un pensiero verbale. Ovviamente non ci si rende conto di questi processi
mentre accadono, cosí come non ci si rende conto di cosa succede mentre si crea un'opera. E così dipingo tele o altri support i, cercando
le immagini indefinite, le ombre, i diversi colori degli affetti umani, i passaggi dagli uni agli altri ed il legame con il f ilo/pensiero/
immagine che affianco, applico o sovrappongo.
Relinquere ratione #3 2012 Acrilico su tavola, chiodi, filo rosso 37x34
Relinquere ratione #4 30x85 Acrilico su tavola, chiodi, filo nero 2012
Relinquere ratione #6 30x85 Acrilico su tavola, viti, filo nero 2012
Relinquere ratione #5 2012 Acrilico su tavola, chiodi, filo nero 35x35
I video e le opere installative sono sempre in dialogo con le opere pittoriche e li uso per indagare e scendere a livelli div ersi di ricerca
sull’immagine. Su questo ciclo dedicato alle dinamiche “fisiologiche” dell’essere umano, ricorrente è il movimento invisibile del rap-
porto interumano, che nei video rappresento a volte con immagini più riconoscibili anche se indefinite, a volte scegliendo un linguag-
gio più astratto. Nelle installazioni è sempre la linea la mia curiosità/ossessione. Spesso interagisce con l’opera pittorica , vi si sovrap-
pone come fascio di luce (in generale uso luce a led), la luce che stimola la retina alla nascita e permette la creazione del pensiero uma-
no. Fili invisibili sospesi nell’aria, con linee spezzettate di scrittura che si intravedono. Fili che formano geometrie/pens ieri in armonia
con la struttura che li sorregge, dipinta con stratificazioni e colature di colore, sempre in movimento, come l’inconscio uma no.
Still frames Autore_Alessio Ancillai Titolo_Memory comma line dot Durata_04:18" Dim: 1920-1080 Dvd (3 copie) Anno_2012 Con_Romina Krieger Sound Design_Luca Marrucci Thanks to_Simone Artibani, Cristiano Spaziani http://vimeo.com/45354754
Still frames
Autore_Alessio Ancillai
Titolo_Does the line exist? #1
Dvd 5 copie
Durata_4:17"
Anno_2011
Con_Alessia Berardi
Sound Design_Luca Marrucci
http://vimeo.com/45746810
Memorie orizzontali 85x60 Olio su lino, due fili rossi 2012
Memoria verticale 85x60 Olio su lino, filo rosso 2012
Linee di terra 2009 Acrilico su tela, filo bianco 30x120
Durante il lavoro “fisiologico” riguardante l’esplorazione di quelle dimensione belle, piacevoli, caratterizzanti l’essere um ano come essere
ricco di fantasia che cerca di realizzare delle esigenze, la ricerca ha subito una sorta di “virata” perché mi sono soffermat o su un pensiero
che non mi abbandonava: l’identità sociale è strumentale all’identità umana? L’identità sociale serve a soddisfare i bisogni primari che mi
permettono di sopravvivere; con l’identità umana cerco la realizzazione delle esigenze, che vanno oltre i bisogni. Come si fa a realizzare le
esigenze, l’identità umana, se ancora oggi nel XXI secolo c’è chi muore per soddisfare i bisogni, per raggiungere l’identità sociale?
Così è nato il progetto “morti sporche”, che porto avanti parallelamente.
In morti sporche esploro cosa succede internamente all’uomo
quando perde il suo rapporto con se stesso e con l’altro e vede
l’altro solamente come cosa utile da usare e non salvaguardare;
cerco cosa impedisce all’essere umano di gridare e pretendere la
p r o p r i a e s i s t e n z a d i f r o n t e a l l ’ a s s e n z a a l t r u i .
Prendo come pretesto, come provocazione il tema delle morti
sul lavoro. Dico che è un pretesto non perché la cosa non mi
colpisca o non mi faccia stare male, ma perché non mi interessa
denunciare il fenomeno in sé: se pur gravissimo e orrendo, è so-
lo un dato di partenza; quello che mi interessa è perché succede?
Non a livello materiale, ma da un punto di vista psichico.
Mi interessa allora esplorare questo annullamento della persona
umana, apparentemente per ragioni materiali, questo credere al
pensiero mors tua vita mea che porta invece alla morte di en-
trambi, perché se annullo l’altro annullo contemporaneamente
anche la mia umanità, che si sviluppa nella relazione con l’al-
tro. E mi interessa esplorare questa malattia dell’annullamento
dell’identità umana non sotto un profilo individuale, della singo-
la relazione, ma come fenomeno sociale, legato anche al periodo
storico in cui la soddisfazione dei bisogni è largamente superata
e soddisfatta, quindi qui c’è un vero e proprio paradosso.
TUSL con scarpe 2010 Fogli tratti dal testo unico per la sicurezza sul lavoro, scarpe bianche, base in legno dim. variabili
Informazione negata 2010 Acrilico su tela, disco, filo 40x160
In questo ciclo la figura manifesta a volte compare, come denuncia di freddezza e razionalità. Applico alle tele oggetti, qua si sempre di-
schi di frullino consumati o comunque utensili da lavoro, perché l’annullamento ha reso la fantasia umana solo materia e l’es sere umano
non è persona, ma lavoratore, numero, evocato dallo strumento di lavoro. L’oggetto lo impongo sulla tela, a infastidire, a evoca re il la-
voratore che non c’è, l’essere umano che è stato reso e si è fatto rendere strumento.
La nebulosità in questo ciclo è come se perdesse di forza e si disgregasse e ha un senso completamente diverso, spesso divent a sovrap-
posizione e stratificazione che nasconde la realtà interna, la cancella, la rende inafferrabile. La linea però continua ad es serci, i fili appli-
cati mi sono diventati espressione stessa della presenza umana, anche se a volte intrecciata, imbrigliata o interrotta da ogg etti materiali.
E’ la possibilità di ritrovare la fantasia, di rifiutare l’annullamento.
Giogo #3 30x30 Acrilico su tela, disco, filo 2010
Giogo #4 30x30 Acrilico su tela, disco, filo 2010
Giogo #1 30x30 Acrilico su tela, disco, filo 2010
Giogo #5 30x30 Acrilico su tela, disco, filo 2010
Nei video è raccontata da un lato la quotidianità/ripetitività che rende burattini fino a frantumare l’identità ormai di vetr o; dall’altro evo-
co una morte sul lavoro, un allarme sottovalutato, non “sentito”, che porta alla confusione ed alla esposizione al pericolo, al dramma ed
alla successiva cancellazione del dramma. Lo faccio però non raccontando il fatto ma inventandolo con una storia che è in mez zo tra l’a-
nimazione e la realtà materiale trasformata in altro, dove la presenza umana pervade interamente il video senza esserci manif estamente.
Still frame Morti sporche Durata_2:06” Dvd 3 copie 2009 http://vimeo.com/10232109
Disegni su carta dipinti a mano
La Trebbiatrice 2010 Acrilico su tela, disco, filo 80x80
Uncomfortably numb 2010 Acrilico su tela, disco 40x160
Biografia
Roma 1973. Alessio Ancillai vive e lavora a Roma nella zona Pigneto, esprime la sua ricerca nel campo della pittura, videoart e, installazio-
ne e poesia. Segue una ricerca sulle dinamiche interumane e negli ultimi lavori sta studiando sia su un progetto che esplora ed approfondi-
sce lo specifico umano (linea come caratteristica umana) e le immagini interne della fantasia umana, che su un secondo proget to che
esplora le dinamiche di perdita ed assenza di umanità, partendo da un particolare punto di vista sociale (morti sul lavoro). Formato in ma-
terie medico scientifiche, si dedica professionalmente alla ricerca artistica dal 2000. Si evidenziano le mostre personali al la storica libreria
“Amore & Psiche” di Roma (2004), al Palazzo dei Congressi di Roma (2006, 2008, 2009), al Castello Caetani di Sermoneta (2007) , al Mu-
seo Civico “Emilio Greco” di Sabaudia (2008); le mostre collettive alla World Fine Art Gallery di New York (2005), al Beijing World Art
Museum di Pechino (2007), al Micro Museum di Brooklyn (NY, Usa, 2008), al Moscow Contemporary Center (2009), alla Casa dell'A rte
della cittá di Brno, Praha (2010), nonché le selezioni al Premio Celeste ed al Celeste Prize International (2012), al Abstrac ta Film Festival
(2011,2012) ed al Festarte videoart festival (2010).
Awards 2012 Finalista, Premio Adrenalina, MACRO La Pelanda - Roma (Installazione) Finalista, AbstractaFilm festival, Campo Boario -Roma (Videoarte) Finalista, Premio ACCDA, Museo Antinum - Civita D'Antino (Pittura) Selected, Celeste Prize International (Installazione) Selected, Premio Celeste Italy (Pittura) 2011 Finalista, Abstracta Film Festival, Casa del Cinema - Roma (Videoarte) 2010 Selected, Festarte Videoart Festival, MACRO - Roma(Videoarte) Finalista, Premio Combat, I Bottini dell'Olio, Livorno (Pittura) 2008 Finalista, Circolo videoart, Circolo degli Artisti - Roma (Videoarte) 2006 Selected, Festarte Videoart Festival, Rialto Sant'Ambrogio - Roma (Videoarte)
Group Shows 2012, La nuova era tra simbolismo e tecnologia, MACRO - La Pelanda, Roma, a cura di Premio Adrenalina 2012, Abstracta Film Festival, Ex Mattatoio (sale accademia delle belle arti di Roma), Roma, a cura di Valentina Domenici 2012, Battuta d'asta battitore Luciano Carnaroli, Galleria Pio Monti, a cura di Nicola Monti 2012, Inquadrando paesaggi, Galleria Pio Monti artecontemporanea, Roma, a cura di Nicola Monti 2012, Inquadrando paesaggi, Museo Antinum, Civita D'Antino, a cura di Nicola Monti 2012, Artnoise, ex Cinema Preneste, Roma, a cura di Giulia Zamperini – Daniela Cotimbo 2012, Decresce, Villa de Sanctis, Roma, a cura di Fabrizio Pizzuto 2012, Art in-box, Istituto Culturale Ceco, Milano, a cura di Susanna Horvatovicova 2011, Violenza Invisibile, Triennale di Milano, selezione Festarte Videoart Festival, sezione Monitor, a cura di Lorena Benatti 2011, Art in-Box, installazione Centro Culturale Vltavská di Praga a cura di S Horvatovico-va e T. Rullerova. 2011, Abstracta Film Festival, Casa del Cinema, Roma, a cura di Valentina Domenici 2011, Videodivagazioni, Officina Dinamo, Roma, a cura di Fabrizio Pizzuto 2011, Art in-box, La Porta Blu gallery, Roma, a cura di S. Horvatovicova – T. Rullerova 2010, Premio Combat, Bottini dell’Olio, Livorno, a cura di Micòl di Veroli, Cecilia Antolini, Francesca Baboni, Stefano Taddei, Alessandro Romanici, Alice Barontini. 2010, Violenza invisibile, Macro “La Pelanda” Festarte Videoart Festival, sezione monitor, a cura di Lorena Benatti 2010, Art in-box, installazione presso la Casa dell'Arte della cittá di Brno / Dům Umění města Brna, BRNO (Czech Repubblic), a cura di S. Horvatovicova e T. Rulerova
2009, Liquid Cities, National Center for Contemporary arts, Mosca, a cura di international artexpo 2009, Immaginary Geometries, Chelsea Gallery, Londra, a cura di N.Perrotta e C. Prudente 2008, Mad, Museo Emilio Greco, Sabaudia, a cura di Giorgia Capurso e Fabio D’Achille 2007, Il piccolo formato da collezione, Lydia Palumbo Scalzi Gallery, Latina, a cura di Lydia Palumbo Scalzi 2006, Sottosuoli, itinerante Co.Tra.L, Roma, da un’idea di Pablo Echauren
Solo Shows 2011, Morti Sporche, quartiere Pigneto, Roma, a cura di Pigneto Art Project 2010, Video Talk Exhibition, Atelier Meta Teatro, Roma, a cura di Elena Abbiatici 2009, Tu Linea, Palazzo dei Congressi E.U.R., Roma, a cura di E23 2008, Leggendo scrittura, Palazzo dei Congressi E.U.R., Roma, a cura di E23 2008, Scrittura di colore_tempointerno, Museo Emilio Greco, Sabaudia, a cura di Giorgia Capurso 2007, Suoni e silenzi_tempointerno, Palazzo e Castello Caetani, Sermoneta, a cura di Son et Lumiere 2006, Pagina Bianca, Palazzo dei Congressi E.U.R., Roma, a cura di Susanna Horvatovico-va 2005, Alcuni suoni, Torretta Valadier, Roma, a cura di S. Casule 2004, Il colore nei libri, Libreria Amore & Psiche, Roma
Studio per scritta al neon in lingua inglese della frase “abbandonare la ragione genera fantasia”
2012
Principali riferimenti bibliografici: “L’architettura e la morte dell’arte”, Atti del convegno, Roma, Teatro Eliseo, 26-27 gennaio 1996, a cura di C. Alessandrini, V. Caporioni et al., Nuove Edizioni Romane, Roma 1996 “Immagine della linea”, Atti del convegno, Firenze, Palazzo dei Congressi, 26 ottobre 1996, a cura di S. Facchini, F. Sani, Nuove Edizioni Romane, Roma 1996 Presentazione del libro “L’arte di abitare la terra” di Ugo Tonietti – L’Asino d’oro edizioni Palazzo delle Esposizioni, via Milano N°9 - Roma Con l’autore sono intervenuti: Telmo Pievani, Donatella Coccoli, Federico Masini, Massimo Fagioli Incontro a cura di Paola Vassalli 24 febbraio 2012 Atti del Convegno “Uomo Natura Energia”, Palau 1999 in “Il sogno della farfalla” N.E.R. 1, 2000 Roma, 18 dicembre 2011, Libreria Amore e Psiche – Roma – Via Santa Caterina da Siena, 61 - Presentazione del libro “La medicina della mente” di Daniela Colamedici, Andrea Masini, Gioia Roccioletti – L’Asino d’oro edizioni. Sono intervenuti: Paola Esposito, Annalina Ferrante, Antonio Marinelli, Annamaria Zesi, Anna Maria Zulli, Massimo Fagioli, Giovanni Del Missier, Patri-zia Grande. Atti del Convegno “Le forme del linguaggio” presso Istituto Universitario Orientale di Napoli in Il sogno della farfalla, wichtig ed. n.4, 1995 Cataloghi e Saggi di arte contemporanea