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LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO

DAL 1996 AL 2015

THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS

FROM 1996 TO 2015

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Coordinamento generale / CoordinationANNA ZAMBRANO

A cura di / Coordination: PAOLA GALLIANI, DGCS-MAECISTEFANO LIGRONE, DGCS-MAECIMASSIMILIANO PARLATO, DGCS-MAECIANNA ZAMBRANO, DGCS-MAECI

Redazione / DraftingCARLA BIANCONI, DGCS-MAECIMARTA COLLU, DGCS-MAECIANGELA MANETTO, DGCS-MAECIDONATELLA PROCESI, DGCS-MAECIMARIA GRAZIA RANDO, DGCS-MAECIPAOLO DIECi - Presidente di Link 2007

Grafica / Drafting2016 Stampa / Printing REVELOX Srl

Fotografie / PhotographsDGCS MAECI: Archivio uffici competenti / Archives UTL MAECI: Uffici competenti / Archives ONG CISP: Archivio CISP / Archives IUAV - Università di Venezia / University of VeniceLaGe - Laboratorio di Geografia Sociale, Università di Firenze /

Laboratory of Social Geography, University of Florence

In copertina / Cover photo: Master Plan di Herat – Afghanistan

LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

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INDICE

Prefazione pag. 5

1. Sintesi pag. 7

2. Premesse pag. 10

3. Da MDGs a SDGs: l’agenda globale

per lo sviluppo urbano sostenibile pag. 11

4. Contesto attuale e prospettive:

la crescita urbana pag. 15

5. L’impegno della DGCS in vista

di Habitat III pag. 22

6. La Cooperazione Italiana: canali

di finanziamento pag. 25

7. La Cooperazione Decentrata:

modalità operative e finalità pag. 26

8. La Cooperazione Italiana

ed i programmi delle ONG pag. 39

9. La Cooperazione Italiana ed il settore

urbano dal 1996 al 2016:

alcune best practices pag. 46

9.1 L’Africa subsahariana pag. 47

9.2 Medio Oriente, Africa settentrionale

e Bacino del Mediterraneo pag. 63

9.3 America Centrale e Meridionale pag. 74

9.4 Asia pag. 82

10. La cooperazione italiana in ambito

urbano dal 1996 al 2015: dati pag. 86

11. Quadro generale dei progetti

e dei programmi nel settore urbano

dal 1996 al 2015 pag. 94

12. Conclusioni pag. 96

TABLE OF CONTENTS

Introdution pag. 5

1. Summary pag. 7

2. Introduction pag. 10

3. From MDGs to SDGs: the global Agenda

for sustainable urban development pag. 11

4. Current context and perspectives:

the urban growth pag. 15

5. The commitment of the Italian Cooperation

in view of Habitat III Conference pag. 22

6. The Italian Cooperation: financing

channels pag. 25

7. Decentralized Cooperation: operational

methods and objectives pag. 26

8. The Italian Cooperation and the

programmes implemented

by NGOs pag.39

9. The Italian Cooperation in urban

areas from 1996 to 2016: some

best practices pag. 46

9.1 Sub-Saharan Africa pag. 47

9.2 Middle East, North Africa

and the Mediterranean basin pag.63

9.3 Central and South America pag. 74

9.4 Asia pag. 82

10. The Italian Cooperation in urban areas

from 1996 to 2015: some data pag. 86

11. General framework of projects and

programs from 1996 to 2015 pag. 94

12. Conclusions pag. 96

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PREFAZIONE

L’urbanizzazione sta trasformando il mondo che ci circonda e contribuirà a plasmare ilXXI secolo. Oggi vive nelle città oltre metà della popolazione globale: nel 2050 il dato pro-babilmente giungerà al 70%. Le città affrontano sfide tradizionali ed emergenti connessealla povertà, le crescenti diseguaglianze, la carenza di servizi di base, l’esposizione nei con-fronti di disastri naturali e causati dall’uomo, per menzionarne solo alcune.

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile include un obiettivo dedicato alle aree urbane:l’SDG 11 ci chiede di ‘realizzare città e insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sosteni-bili’.Vi sono target relativi al miglioramento delle condizioni di vita negli slums, ai trasporti e alverde pubblico, alla pianificazione urbana e all’inquinamento. Ma lo sviluppo delle città non siferma a questi obiettivi specifici: le città sono cruciali per realizzare l’intera Agenda 2030.

Nell’ottobre 2016, a vent’anni dalla Conferenza di Istanbul del 1996, si svolgerà a Quitola Conferenza delle Nazioni Unite Habitat III. Rappresentanti dei Paesi di tutto il mondo siriuniranno per approvare la Nuova Agenda Urbana, uno strumento prezioso per l’applicazioneconcreta degli SDG nelle città.

Il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, oltre a partecipare at-tivamente ad Habitat III, ha voluto contribuire al dibattito sulle politiche urbane con unostudio sulle iniziative condotte in quest’ambito dalla Cooperazione Italiana negli ultimi ven-t’anni. Dal 1996 al 2015, vi sono stati oltre 200 progetti in ambitourbano per un ammontarecomplessivo di oltre 1 miliardo di euro. Ciò è avvenuto attraverso contributi ad iniziative mul-tilaterali, progetti bilaterali, attività di cooperazione decentrata delle Regioni, Province e Co-muni e strumenti finanziari innovativi come la conversione del debito.

I nostri interventi sono stati caratterizzati da un metodo partecipativo, con l’attivo coinvol-gimento di tutti gli attori rilevanti nel processo di pianificazione strategica. Abbiamo perseguitoquesto approccio anche attraverso un’intensa attività di assistenza tecnica, diretta ai governicentrali e alle amministrazioni locali dei Paesi partner. Un altro elemento caratterizzante èstata la forte attenzione per l’empowerment delle donne e l’uguaglianza di genere.

Il presente Rapporto costituisce un allegato al Rapporto Nazionale realizzato dal coordina-mento inter-istituzionale presieduto dal Dipartimento per le Politiche di Coesione della Presidenzadel Consiglio dei Ministri. Sono convinto che il percorso comune per la Conferenza Habitat IIIpossa costituire un passo significativo perché le diverse realtà dell’amministrazione italiana, alivello nazionale, regionale e locale, possano collaborare ancor più efficacemente per promuoveresia nel nostro Paese che in altre aree del mondo lo sviluppo urbano sostenibile.

Amb. Pietro SebastianiDirettore Generale per la Cooperazione allo Sviluppo

Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

FOREWORD

Urbanization is shaping our world and will contribute to mold the 21stcentury. Today, morethan half of the global population lives in cities: it is likely that in 2050 the figure will grow upto 70%. Cities are facing persisting and emerging challengesrelated to poverty, increasinginequalities, lack of access to basic services, lack of resilience to natural and man-madedisasters, to name only a few.

The 2030 Agenda for Sustainable Development includes an objective related to urbanareas: SDG 11 asks us to ‘make cities inclusive, safe, resilient and sustainable’. Its targetsinclude slum upgrading, improved transport systems and green public spaces, urban planningand pollution. Urban development, however, is not limited to these specific targets: cities arekey to achieve the whole 2030 Agenda.

In October 2016, twenty years after the Istanbul Conference of 1996, the United NationsConferenceHabitat III is set to take place in Quito. Representatives from countries all overthe world will meet to approve the New Urban Agenda, which will represent a preciousroadmap for the concrete implementation of the SDGs within cities.

The Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation, which is actively involved inthe Habitat III process, is willing to contribute to the debate on urban policies also with thissurvey on the initiatives promoted by the Italian Cooperation in the urban context in the last20 years. Between 1996 and 2015 there have been more than 200 projects of this kind for atotal amount of 1 billion euros. This has been possible through multilateral contributions,bilateral projects, decentralized cooperation activities of Regions, Provinces andMunicipalities and innovative financial instruments such as debt conversion.

Our interventions have been characterized by a participative method, with the activeinvolvement of all the relevant actors in the strategic planning process. We have pursuedthis approach also through an intense technical assistance activity, directed to centralgovernment and local administrations in partner countries. Another key element is the strongemphasis on women empowerment and gender equality.

This Report constitutes an annex to the National Report produced by the inter-institutionalcoordinating group led by the Presidency of the Council of Ministers. I am confident that thework done together for Habitat III will further improve the collaborationamong Italianauthorities at national, regional and local level for the promotion of sustainable urbandevelopment both in Italy and all over the world.

Amb. Pietro SebastianiDirector-General for Development Cooperation

Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation

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SINTESI

La Conferenza Habitat III sarà la primaConferenza delle Nazioni Unite dopo l’ado-zione dell’Agenda 2030 per lo sviluppo so-stenibile e la COP21 dell’UNFCCC (UnitedNations Framework – Convention on Cli-mate Change). Essa rappresenterà un’oc-casione di grande rilievo per discutere sulleimportanti sfide della pianificazione e ge-stione delle aree urbane e peri-urbane neiprossimi vent’anni. Le città assumerannosempre più, nel futuro, il ruolo di motoredello sviluppo urbano sostenibile e, grazieal dinamismo che le caratterizza, contribui-ranno a mettere in atto la nuova Agendaglobale dello sviluppo.

Le conseguenze derivanti dal fenomenodell’inurbamento – oggi oltre 3,8 miliardi dipersone vivono nelle città1 – inducono a ri-pensare la città ed i suoi modelli di sviluppo,che dovranno essere adattati ai diversi con-testi geopolitici. Gli abitanti degli slums, adoggi oltre 800 milioni2, sono sottoposti a fe-nomeni di esclusione e marginalizzazione.Fra i principali obiettivi dell’Agenda 2030 viè, appunto, il miglioramento delle condizionidi vita degli abitanti degli slums, attraversolo sviluppo di strategie in grado di far frontead una delle più importanti sfide del nostrotempo. In questo contesto, le autorità localie centrali giocano un ruolo fondamentale,in quanto devono farsi carico dei problemiche affliggono le popolazioni più povere,soprattutto nei Paesi in via di sviluppo.

La Cooperazione italiana ha realizzatoin ambito urbano, negli ultimi vent’anni, oltre200 progetti, per un ammontare comples-sivo di circa 1 miliardo di euro. Ciò è av-venuto attraverso finanziamenti agli orga-

SUMMARY

Habitat III will be the first United Nation’sConference following the adoption of the2030 Agenda for Sustainable Developmentand COP21 meeting of the United NationsFramework - Convention on ClimateChange (UNFCCC). It represents animportant occasion to discuss thechallenges we will face in planning andmanaging urban and peri-urban areas inthe next two decades. In the near future,cities will act as the engine of sustainableurban development and, thanks to theirdynamism, they will help to implement thenew global Agenda for development.

The consequences of the urbanizationphenomenon – today more than 3.8 billionpeople live in cities1 – leads us to rethinkcities and their development models, whichhave to be adapted to different geopoliticalcontexts. Slums inhabitants – more than 800million nowadays2 – are subjected toexclusion and marginalization. In fact,among the 2030 Agenda main objectivesthere is the improvement of the livingconditions of slums inhabitants through thedevelopment of strategies that are able tocope with one of the most importantchallenges of our time. In this context, localand central authorities play a fundamentalrole since they are the ones who have todeal with all the problems affecting thepoorest populations, especially in developingcountries.

Over the last twenty years, the ItalianCooperation has finalized more than 200projects in urban areas, for a total amountof approximately one billion euro. All thishas been possible thanks to funding to

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1 World Bank Data2 UN-Habitat State of the World’s Cities 2012/2013 – Prosperity of Cities

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nismi internazionali, co-finanziamenti alleONG ed, in alcuni casi, utilizzando strumentifinanziari innovativi quali la conversione deldebito.

L’approccio che ha caratterizzato le mo-dalità di implementazione di buona partedei progetti e dei programmi in ambito ur-bano si è basato sul processo partecipa-tivo. Lo sviluppo urbano è un esercizio cherichiede flessibilità ed un costante aggiu-stamento, verifica e coordinamento – a li-vello spaziale – delle politiche settoriali e lapianificazione strategica è l’unico strumentoche, partendo dalla messa a punto di unmeccanismo partecipativo, consente di ren-dere più inclusivi, dinamici e duttili i piani disviluppo urbano.

Questo approccio, che non esclude l’uti-lizzo, in parallelo, anche di strumenti più tra-dizionali come la pianificazione urbana, hacomportato un grande impegno in terminidi risorse umane e finanziarie per il miglio-ramento della Governance sia a livello cen-trale che locale. Tale obiettivo è stato per-seguito grazie ad un’intensa attività diassistenza tecnica, diretta ai governi localie centrali dei Paesi a medio e basso reddito,finalizzata ad una gestione più efficiente,partecipativa e sostenibile delle risorse in-terne del Paese partner.

L’analisi delle iniziative oggetto della pre-sente pubblicazione è stata ricondotta a ottoprincipali macro settori che sono Idrico, In-frastrutturale, Sociale-povertà e Salute,Patrimonio Culturale, Agricoltura urbana,Rifiuti, Governance, Migrazione.

Dall’analisi delle diverse iniziative, rea-lizzate e in corso, emerge che la Coopera-zione italiana ha molto investito nell’attua-zione di programmi idrici, costruendoimpianti e reti per l’acqua potabile (ad esem-

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international organizations, co-funding NGOsprojects and, in some cases, using innovativefinancial instruments such as debt swap.

The implementation of most of theprojects and programs in urban areas wasbased on a participatory processapproach. Urban development requiresflexibility and a constant adjustment;verification and coordination of sectoralpolicies and strategic planning is the onlytool that, starting from the development ofa participatory mechanism, leads to moreinclusive, dynamic and adaptable urbandevelopment plans.

This approach, which does not excludethe use of more traditional instruments suchas urban planning, requires a great effort interms of human and financial resources toimprove governance at local and centrallevel. This objective was pursued throughintensive technical assistance granted tolocal and central governments of mediumand low income countries, and aimed atmore efficient, participatory and sustainablemanagement of resources.

The analysis of the initiatives included inthis publication is grouped into eight majormacro sectors: Water, Infrastructure,Social–Poverty and Health, CulturalHeritage, Urban Agriculture, Waste,Governance, Migration.

From the analysis of the variousinitiatives, both finalized and underway, itappears that the Italian Cooperation hasheavily invested in water programs, buildingsupply networks for drinking water (as in thecase of the Kenyan debt swap) andsystems for water collection andwastewater treatment (for example inVietnam and Lebanon). Since the late 90smany financial resources have been

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directed to urban up-grading programs,especially in the informal areas of largeLatin America cities, where the ItalianCooperation has intervened thanks to aninnovative political and regulatoryframework.

The majority of projects analyzedbelongs to the macro sector of “fight againstpoverty”, with particular reference to urbanpoverty; although it is not the first sector interms of financial resources. In view of itsmultidimensional nature, this sector coversboth social and sanitary aspects (Social-Poverty and Health).

Despite relatively modest investments(over 56 million euro for 25 projects), theItalian Cooperation plays an important rolein the protection, enhancement andmanagement of cultural heritage. Projectsrealized with Italian universities and with themost prestigious schools of restoration(Istituto Superiore per la Conservazione edil Restauro, IsCR, and Opificio delle PietreDure) are internationally known as bestpractices. In some cases, methodologiesand approaches used in these programshave also been adopted by someinternational organizations, such as in thecase of the Cultural Heritage and UrbanDevelopment initiative (CHUD), realized inLebanon in collaboration with the WorldBank.

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pio in Kenya con l’iniziativa connessa allariconversione del debito), sistemi di raccoltae trattamento delle acque reflue (quali i pro-grammi in Vietnam ed in Libano). A partiredalla fine degli anni ‘90, inoltre, molte risorsefinanziarie sono state investite in programmidi up-grading urbano soprattutto in AmericaLatina, dove grazie ad un innovativo conte-sto politico e normativo è stato possibile in-tervenire nelle aree informali delle grandicittà latino-americane.

Il macro-settore nel quale è stato realiz-zato il numero più elevato di progetti, seb-bene non sia il primo in termini di ammontaredi risorse investite, è quello della lotta allapovertà, con particolare riferimento a quellaurbana. Esso, in considerazione della suamultidimensionalità, copre sia gli aspetti so-ciali sia sanitari (settore sociale-povertà-salute).

La Cooperazione italiana, nonostante gliinvestimenti siano stati relativamente piùmodesti (oltre 56 milioni di euro per 25 pro-getti), ha assunto un ruolo importante nellasalvaguardia, valorizzazione e gestione delPatrimonio Culturale. I progetti realizzati conle principali Università italiane e con le piùprestigiose scuole di restauro (IsCR e Opi-ficio delle Pietre dure) sono considerati, inambito internazionale, delle “best practices”e gli approcci utilizzati sono stati, in alcunicasi, adottati anche da alcune Organizza-zioni Internazionali, come per il programmaCHUD (Cultural Heritage and Urban Deve-lopment), realizzato in Libano dalla Coope-razione italiana insieme alla World Bank.

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2. INTRODUCTION

The Habitat II Conference, held inIstanbul in 1996, has enabled UN-Habitat toshare with central and local governments,research institutes, universities, and allsubjects who operates in urban areas, thebasic principles of the Habitat Agenda (1Adequate Shelter for All and 2 SustainableUrban Development) that serve as aguidance for the management of cities, alsoin view of the rapid urbanization takingplace especially in most of the partnercountries.

In 1996, the Habitat Agenda had theprotection of life of the poorest populations asa priority. Political action suggested by theAgenda aimed to promote sustainable waysof urban development, which resulted in astrong commitment on the part of theinstitutions, especially local ones, to ensurethat the full participation of women and menin political economic and social decision,especially in developing countries, went handin hand with a growing awareness of theimportance of environment protection in itsbroadest sense.

Following this common vision, all countriesand their institutions who have undersignedthe Final Declaration, pledged to supportmodels of production, consumption,transportation and growth of settlementscompatible with the absorption capacity ofnatural ecosystems and the obligation topreserve urban space for future generations.

In 1996 the negotiations on Habitat IIAgenda anticipated what was acquired inNew York in 2000: the principles ratified inIstanbul were later enshrined in MillenniumDevelopment Goal number 7: “Ensureenvironmental sustainability.

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2. PREMESSE

La Conferenza Habitat II, svoltasi a Istan-bul nel 1996, ha consentito a UN-Habitat dicondividere con i Governi centrali e locali,con gli Istituti di Ricerca e le Università e contutti gli attori che agivano in ambito urbano, iprincipi fondamentali dell’Habitat Agenda cuiispirarsi per la gestione delle città, anche inconsiderazione del rapido processo di inur-bamento in atto soprattutto in gran parte deiPaesi partner: 1. Adequate Shelter for All e2. Sustainable Urban Development.

Nel 1996 l’Habitat Agenda aveva comepriorità la salvaguardia della vita delle po-polazioni più povere. L’azione politica sug-gerita dalla stessa Agenda mirava a pro-muovere modalità di sviluppo urbanosostenibile. Ciò ha comportato un forte im-pegno da parte delle istituzioni, soprattuttolocali, ad assicurare che la piena parteci-pazione di uomini e donne alle scelte di ca-rattere politico, economico e sociale, so-prattutto nei Paesi in via di sviluppo,andasse di pari passo con la presa di co-scienza dell’importanza della tutela dell’am-biente nella sua accezione più vasta.

In tale ottica, tutti i Paesi e le relativeIstituzioni che hanno condiviso la Dichiara-zione finale, si sono impegnati a sosteneremodelli di produzione, consumo, trasportoe crescita degli insediamenti compatibilicon le capacità di assorbimento degli eco-sistemi naturali e dell’impegno di preservarelo spazio urbano per le future generazioni.

Il negoziato sull’Agenda Habitat II aveva,nel 1996, anticipato quanto poi acquisito aNew York nel 2000: i principi lanciati adIstanbul furono poi sanciti nel Goal 7 deiMillennium Development Goals: “assicurareun ambiente sostenibile”.

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3. DA MDGS A SDGS: L’AGENDAGLOBALE PER LO SVILUPPO URBANOSOSTENIBILE

Attraverso l’Obiettivo 7 “Assicurare unambiente sostenibile” dei Millennium Deve-lopment Goals (MDGs), la comunità inter-nazionale aveva inteso proporre una nuovavisione dello sviluppo urbano sostenibilestrettamente interconnessa a tutti gli altrisette Obiettivi del Millennio: la sostenibilitàambientale in ambito urbano implicava chegli abitanti delle città potessero godere dicibo, acqua potabile, istruzione e un am-biente salubre e sicuro. In seguito, è emersoche ciò non sarebbe stato sufficiente ad as-sicurare la sostenibilità. Con l’Agenda 2030,la comunità internazionale prova ad affron-tare il fenomeno dell’urbanizzazione in ma-niera più articolata e approfondita.

L’Agenda – oltre a sottolineare la neces-sità di impegnarsi affinché le popolazioni po-vere, del Nord come del Sud del mondo,possano godere di “adequate, safe, afforda-ble housing” – attira l’attenzione, nei 10 targetdel nuovo Obiettivo 11, anche sui servizi dibase (acqua, elettricità), sui sistemi di tra-sporto pubblico che devono essere econo-mici ed accessibili e su di un’urbanizzazioneche deve basarsi su modelli partecipativi edinclusivi. L’Agenda 2030 sottolinea l’impor-tanza di tutelare i Centri storici, di proteggerela vita delle persone riducendo i rischi dovutialle calamità naturali, ma soprattutto guarda,finalmente, alla città come ad un luogo ac-cessibile a tutti (donne, bambini, anziani edisabili).

3. FROM MDGS TO SDGS: THE GLOBALAGENDA FOR SUSTAINABLE URBANDEVELOPMENT

With the Millennium Development Goalnumber 7 “Ensure environmentalsustainability”, the international communityaimed to promote a new vision ofsustainable urban development, closelylinked to the other seven MDGs: urbanenvironmental sustainability implied that citydwellers could enjoy food, clean water,education and a safe and healthyenvironment. Later on, it became apparentthat this would not be sufficient to ensuresustainability. With the adoption of 2030Agenda, the international community triesto deal with the phenomenon ofurbanization in a more detailed andelaborated way.

Besides stressing the need to ensurethat the poor, in the North and South of theworld, have “adequate, safe and affordablehousing”, through the 10 targets of the newObjective 11, the Agenda draws attentionalso on basic services (such as water andelectricity), on cheap and accessible publictransport systems and on an urbanizationbased on participatory and inclusivemodels.

The Agenda 2030 underlines theimportance of protecting historical citycentres and people’s lives by reducing therisks from natural disasters. Moreover, itenvisions the city as a place accessible toall – women, children, elderly and disabledpeople.

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OBIETTIVO 11. RENDERE LE CITTÀ E GLI IN-SEDIAMENTI UMANI INCLUSIVI, SICURI, DURA-TURI E SOSTENIBILI

11.1 Entro il 2030, garantire a tutti l’ac-cesso ad alloggi adeguati, sicuri e conve-nienti e ai servizi di base e riqualificare iquartieri poveri.

11.2 Entro il 2030, garantire a tutti l’ac-cesso a un sistema di trasporti sicuro,conveniente, accessibile e sostenibile, mi-gliorando la sicurezza delle strade, in par-ticolar modo potenziando i trasporti pub-blici, con particolare attenzione ai bisognidi coloro che sono più vulnerabili, donne,bambini, persone con invalidità e anziani.

11.3 Entro il 2030, potenziare un’urbaniz-zazione inclusiva e sostenibile e la capa-cità di pianificare e gestire in tutti i paesiun insediamento umano che sia parteci-pativo, integrato e sostenibile.

MAKE CITIES AND HUMAN SETTLEMENTSINCLUSIVE, SAFE, RESILIENT AND SUSTAINABLE

11.1 By 2030, ensure access for all toadequate, safe and affordable housingand basic services and upgrade slums.

11.2 By 2030, provide access to safe,affordable, accessible and sustainabletransport systems for all, improving roadsafety, notably by expanding publictransport, with special at tention to theneeds of those in vulnerable situations,women, children, persons with disabilit iesand older persons.

11.3 By 2030, enhance inclusive andsustainable urbanization and capacity forparticipat ory, integrated and sustainablehuman settlement planning andmanagement in all countries..

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A slum in India, WIKIPEDIA CC BY 2.0 Uploaded by Arria Belli.

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11.4 Potenziare gli sforzi per proteggeree salvaguardare il patrimonio culturale enaturale del mondo.

11.5 Entro il 2030, ridurre in modo signifi-cativo il numero di decessi e il numero dipersone colpite e diminuire in modo so-stanziale le perdite economiche dirette ri-spetto al prodotto interno lordo globale cau-sate da calamità, comprese quelle legateall’acqua, con particolare riguardo alla pro-tezione dei poveri e delle persone più vul-nerabili.

11.6 Entro il 2030, ridurre l’impatto am-bientale negativo pro-capite delle città,prestando particolare attenzione alla qua-lità dell’aria e alla gestione dei rifiuti urbanie di altri rifiuti.

11.7 Entro il 2030, fornire accesso uni-versale a spazi verdi e pubblici sicuri, in-clusivi e accessibili, in particolare perdonne, bambini, anziani e disabili.

11.a Supportare i positivi legami economici,sociali e ambientali tra aree urbane, pe-riurbane e rurali rafforzando la pianifica-zione dello sviluppo nazionale e regionale.

11.b Entro il 2020, aumentare considere-volmente il numero di città e insediamentiumani che adottano e attuano politicheintegrate e piani tesi all’inclusione, all’ef-ficienza delle risorse, alla mitigazione eall’adattamento ai cambiamenti climatici,alla resistenza ai disastri, e che promuo-vono e attuano una gestione olistica delrischio di disastri su tutti i livelli, in lineacon il Quadro di Sendai per la Riduzionedel Rischio di Disastri 2015-2030.

11.c Supportare i paesi meno sviluppati,anche con assistenza tecnica e finanzia-ria, nel costruire edifici sostenibili e resi-lienti utilizzando materiali locali.

11.4 Strengthen efforts to protect andsafeguard the world’s cultural and naturalheritage.

11.5 By 2030, significantly reduce thenumber of deaths and the number ofpeople af fected and substantiallydecrease the direct economic lossesrelative to global gross domestic productcaused by disasters, including water-related disasters, with a focus onprotecting the poor and people invulnerable situations.

11.6 By 2030, reduce the adverse percapita environmental impact of cities,including by paying special attention to airquality and municipal and other wastemanagement.

11.7 By 2030, provide universal accessto safe, inclusive and accessible, greenand pub lic spaces, in particular forwomen and children, older persons andpersons with disabilities.

11.a Support positive economic, socialand environmental links between urban,peri-urban and rural areas bystrengthening national and regionaldevelopment planning.

11.b By 2020, substantially increasethe number of cities and humansettlements adopting and implementingintegrated policies and plans towardsinclusion, resource efficiency, mitiga tionand adaptation to climate change,resilience to disasters, and develop andimplement, in line with the SendaiFramework for Disaster Risk Reduction2015-2030, holistic disaster riskmanagement at all levels.

11.c Support least developedcountries, including through financial andtechnical assist ance, in buildingsustainable and resilient buildings utilizinglocal materials.

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Ciò premesso, il Rapporto delle NazioniUnite sullo Sviluppo Umano del 20143 “So-stenere il progresso umano: ridurre le vul-nerabilità e accrescere la propria capacitàdi ripresa”, nell’analizzare in che misura gliObiettivi del Millennio siano stati raggiunti,conferma che la strada da percorrere è an-cora lunga:

tra il 1990 ed il 2000, sono stati perduti8,3 milioni di ettari di foreste sia a causadi calamità naturali sia per il fenomenodell’urbanizzazione, mentre a partire dal2000, le perdite si sono ridotte al 5,2 mi-lioni di ettari annui.

l’emissione di gas serra continua il suotrend in crescita raggiungendo nel 2014,il 50 per cento di emissioni globali di CO2rispetto al 1990.

a partire dal 1990, 2,3 miliardi di personehanno, finalmente, avuto accesso all’ac-qua potabile, anche se ancora 748 milionidi persone ne sono privi.

tra il 1990 ed il 2012, 2 miliardi di personehanno avuto accesso a un sistema idrico-fognario adeguato, anche se 1 miliardodi persone ancora non è collegato aduna rete fognaria.

1/3 della popolazione dei Paesi in via disviluppo, nel 2015, vive ancora neglislums.

Examining what has been achieved withthe MDGs, the United Nations HumanDevelopment Report of 20143 “SustainingHuman Progress: Reducing Vulnerabilitiesand Building Resilience” confirms that theroad ahead is still long:

between 1990 and 2000, 8.3 millionhectares of forests have been lost dueto natural disasters and urbanization,while as of 2000, losses were reducedto 5.2 million hectares per year;

the emission of greenhouse gases con-tinues its upward trend reaching – in2014 – 50 percent of global CO2 emis-sions compared to 1990;

Since 1990, 2.3 billion people have hadaccess to safe drinking water, though still748 million people do not have it at all;

Between 1990 and 2012, 2 billion peoplehad access to adequate sanitation, evenif 1 billion people are still not connectedto a sewerage system;

In 2015, 1/3 of the population in develop-ing countries still lives in slums.

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3 Human Development, Report 2014. UNDP.

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4. CONTESTO ATTUALE E PROSPETTIVE:LA CRESCITA URBANA

Ad oggi, oltre 3,8 miliardi di persone ri-siedono nelle città, il 53,5 per cento dellapopolazione mondiale4; 828 milioni di per-sone vivono in insediamenti informali, i co-siddetti slums5.

In mancanza di interventi a supporto diqueste aree urbane povere, la quota dellapopolazione urbana che risiederà neglislums è destinata ad aumentare anche ri-spetto ai livelli già molto elevati raggiuntiattualmente (il 33 per cento su scala globalecon un picco del 62 per cento in Africa Sub-sahariana6). La maggior parte degli abitantidegli slums sono emarginati, godendo diquei diritti essenziali garantiti a chi possiedeuna cittadinanza a pieno titolo: voto, alloggio

4. CURRENT CONTEXT ANDPERSPECTIVES: THE URBAN GROWTH

To date, more than 3.8 billion people livein cities, counting for 53.5 percent of theworld population4; and 828 million peoplelive in informal settlements, the so-calledslums5 .

In the absence of interventions in supportof these poor urban areas, the share of theurban population living in the slums is likelyto increase by comparison with the alreadyvery high levels currently achieved (33percent on a global scale with a peak of 62percent in Sub-Saharan Africa6). Most slumdwellers are marginalized, not enjoying theessential rights that are guaranteed topeople who holds a full citizenship: voting,safe housing, security and rule of law, basic

Nairobi: WIKIPEDIA CC BY 2.0 Uploaded by Flickr upload bot.

4 World Bank Data.5 UN-Habitat State of the World’s Cities 2012/2013 – Prosperity of Cities6 Ibidem

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sicuro, sicurezza e stato di diritto, istruzionedi base, servizi sanitari e trasporti adeguati,reddito equo, accesso alle attività econo-miche ed al credito.

Nel 2005 le Nazioni Unite hanno istituitouna Task Force che aveva come obiettivo ilmiglioramento delle condizioni di vita degliabitanti degli slums, investendo alcuniesperti mondiali del compito di identificareadeguate strategie per far fronte ad unadelle più importanti sfide del nostro tempo.Gli esperti hanno ritenuto che tale sfidaavrebbe potuto essere affrontata con qual-che margine di successo solo se le autoritàlocali, insieme ai governi nazionali avesserocollaborato con le popolazioni povere dellecittà e si fossero serviti, per le proprie stra-tegie di sviluppo, di approcci partecipativied inclusivi. Indicazioni operative furono giàproposte con l’Agenda 21 e l’Agenda Habi-tat del 1996, tuttavia, le aspettative maturatea Rio, Copenaghen, Cairo, Istanbul, Addis

education adequate, health services andtransport, fair income, access to economicactivities and credit.

In 2005 the United Nations set up a TaskForce which had as its objective theimprovement of the living conditions of theslums’ inhabitants, appointing world expertsto identify appropriate strategies to cope withone of the most important challenges of ourtime. The experts believed that this challengecould have been addressed with somemargin of success only if the local authoritiesand the national governments had workedwith the poor of the cities adoptingparticipatory and inclusive approaches intheir development strategies. Operationalguidelines were already proposed withAgenda 21 and the Habitat Agenda of 1996,however, the expectations grown in Rio,Copenhagen, Cairo, Istanbul, Addis Ababaand New York have not been fully met. Evenif the expected response – more aid, more

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Buenos Aires: WIKIPEDIA GFDL Uploaded by0ta.

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recognition, more international programs,more visibility – has not yet put into effect, itis true that an increasing number of citizensis committed to raising awareness amongcentral and local governments about takingactions to address the needs of the entireurban population, without exception. Thissense of sharing and collaboration is the trueessence of sustainable development, whichdoes not depend on fluctuating choices ofdonors or changes in policies and financialflows, but stems from putting the urban poorat the core of policy-making processes andinvestments.

In this challenge, the role of local andcentral authorities is critical. Especially inpartner countries, they have to take chargeof the problems affecting the poorestpopulations adopting a cross-sectoral,participatory and inclusive approach: thestrategic planning.

The adoption of this new approachinvolves a change of perspective; urbandevelopment is a flexible exercise thatrequires a constant process of adaptation,verification and coordination, at special level,of those sectoral policies (employment,education, access to services, healthcare,etc.) that approved at central level are locallyapplied.

The participatory process and thecreation of public-private partnerships areimportant tools to develop new forms ofparticipation.

The success of this approach is closelylinked to the political context: it is clear thatthe precondition for the mechanism to workand the strategic planning to be effectiveand sustainable lies in the ability of localgovernments to acquire human andfinancial resources and to have a

Abeba, New York, nei fatti, non sono statepienamente raggiunte. Se da un lato il tipodi risposta prevista – più aiuti, più ricono-scimento, più programmi internazionali, piùvisibilità - non si è ancora concretizzato, èpur vero che dall’altro, un numero sempremaggiore di cittadini si sta impegnando esta sensibilizzando i governi centrali e localiad intraprendere azioni in risposta ai bisognidi tutta la popolazione urbana, nessunoescluso. Questo senso della condivisionee della collaborazione è l’essenza dello svi-luppo sostenibile, che non dipende dallescelte altalenanti dei donatori o dai muta-menti nelle politiche e nei flussi finanziari,ma dal porre i poveri urbani al centro deiprocessi di elaborazione delle politiche edegli investimenti.

Il ruolo delle autorità locali e centrali, inquesta sfida, è fondamentale. Esse devono,soprattutto nei Paesi partner, farsi caricodei problemi che affliggono le popolazionipiù povere, adottando un approccio inter-settoriale e partecipativo/inclusivo: la pia-nificazione strategica.

L’adozione del nuovo approccio com-porta un cambio di prospettiva; lo sviluppourbano è un esercizio flessibile che richiedeun costante processo di adeguamento, diverifica e di coordinamento, a livello spa-ziale, di quelle politiche settoriali (lavoro,educazione, accesso ai servizi, sanità etc.)che, approvate a livello centrale, vengonoapplicate a livello locale.

Il processo partecipativo e la creazionedi partenariati pubblico-privati sono en-trambi strumenti importanti per svilupparenuove forme di partecipazione.

Il successo di tale approccio è stretta-mente legato al contesto politico: è evidenteche la precondizione, affinché il meccani-

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smo possa funzionare e la pianificazionestrategica sia efficace e sostenibile, risiedenelle capacità dei governi locali di dotarsidi risorse - umane e finanziarie - e di potercontare su un sistema di gestione, dotatodella necessaria autonomia decisionale efinanziaria a livello locale.

Il partenariato pubblico-privato, nono-stante una tendenza a una minor attenzioneai meccanismi di inclusione sociale e allasostenibilità dell’opera infrastrutturale, rap-presenta, soprattutto nei Paesi in via di svi-luppo, dove le risorse finanziarie sonoscarse, una differente modalità di intervento,spesso indispensabile, allorquando le Muni-cipalità si trovano a dover affrontare la rea-lizzazione di infrastrutture particolarmentecostose ma necessarie a migliorare la qualitàdi vita dei cittadini.

management system with the necessaryfinancial and decision-making autonomy atthe local level.

Despite its trend towards a less attentionto social inclusion mechanisms andinfrastructure sustainability, the public-privatepartnership is a different but indispensabletool for those municipalities that have torealize particularly costly infrastructures toimprove their citizens’ quality of life,especially in developing countries wherefinancial resources are scarce.

Applying the concept of sustainabledevelopment to urban management hashelped to stimulate the rediscovery andrevival of urban planning. Urban planninghad to look for new ways to take into accountthe impact that the choices of experts and

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Kenya - Riqualificazione urbana nella baraccopoli di Ko-rogocho, UTL Nairobi.

Kenya - Urban redevelopment in the slums of Korogocho,Italian Agency for Development Cooperation, Office ofNairobi.

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L’applicazione del concetto di svilupposostenibile alla gestione urbana ha contri-buito a stimolare la riscoperta e la rinascitadella pianificazione urbana. La pianifica-zione urbana ha dovuto cercare nuovestrade, che tengano conto dell’impatto chele scelte degli esperti e degli amministratorideterminano sull’ambiente, sugli aspetti so-ciali e sullo sviluppo economico. La messain atto di un’Agenda urbana sostenibilecomporta l’utilizzo di meccanismi gestionalicomplessi. Occorre, di volta in volta, conci-liare, ove possibile, due esigenze differentied, in qualche misura, anche contraddittorie,legate alle cosiddette Green Agenda (am-biente naturale) e Brown Agenda (ambienteantropico). Le conquiste in termini di qualitàdi vita acquisite dalle attuali generazionihanno comportato un costo in termini am-bientali, che rischia di produrre effetti ne-gativi sulle future generazioni.

“Cities without slums” è uno dei principaliobiettivi che le Nazioni Unite si sono attri-buite fino al 2015. Il raggiungimento di que-sto goal ha richiesto approcci innovativi chehanno comportato l’up-grading di moltislums. Anche se non è stata sempre rag-giunta la piena sostenibilità nei programmie progetti implementati dalla comunità deidonatori, si è cercato, tuttavia, di stabilireun rapporto il più possibile bilanciato tra laGreen Agenda e la Brown Agenda. La sfidaè molto difficile se si pensa che in moltecittà dei Paesi in via di Sviluppo il numerodegli abitanti degli slums è di molto supe-riore a quello delle persone che vivono nellacittà formale.

L’aumento degli abitanti degli slums è le-gato a diversi fattori: il fenomeno migratoriodalla campagna verso la città, l’aumentodella povertà urbana, l’incapacità dei poveriurbanizzati di avere accesso alla terra, in-

administrators have on the environment andthe social and economic aspects ofdevelopment. The implementation of asustainable urban Agenda involves the useof complex management mechanisms. It isimportant to reconcile, whenever possible,different, even contradictory, needs, linked tothe so-called Green Agenda (naturalenvironment) and Brown Agenda (humanenvironment). Due to the recent improvementsin life quality achieved by our generations, theenvironment has paid a high cost, which islikely to have adverse effects on futuregenerations.

“Cities without slums” was one of themain goals of the United Nations up to2015. Achieving this goal has requiredinnovative approaches that resulted in theup-grading of many slums. Although fullsustainability in programs and projects wasnot always reached, the internationalcommunity of donors has tried to establisha relationship as balanced as possiblebetween the Green and Brown Agenda.The challenge is very difficult if we considerthat in many cities of the developingcountries the number of slum dwellers ismuch higher than the one of the peopleliving in the formal cities.

The increase of slums inhabitants islinked to several factors: migrations fromthe countryside to the cities, increasingurban poverty, inability of the urbanizedpoor to have access to land, inadequateinvestments in social housing, and poormaintenance of the housing stock.

On the other hand, the city is the placewhere inequalities, frustration, marginalizationand social exclusion emerge more strongly.In urbanized areas, even more than in rural

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vestimenti insufficienti nell’edilizia sociale,la scarsa manutenzione dello stock abitativo.

D’altra parte la città è il luogo dove si ma-nifestano in modo più forte le diseguaglianzee l’esclusione sociale, intese come frustra-zione e marginalità. Nelle aree urbanizzate,ancor più che in quelle rurali e pastorali,emerge in modo particolarmente visibile losquilibrio causato da processi di crescita eco-nomica non inclusiva.

In questo caso il richiamo alla sostenibi-lità è da intendersi non solo sul piano am-bientale ma anche sociale. È infatti evidenteche macroscopici squilibri nell’accesso allerisorse e alle opportunità in uno stesso am-bito territoriale tendono a tradursi in fattoridi grave instabilità.

L’approccio attualmente adottato dalleNazioni Unite e dai principali donatori per-segue due differenti strategie: con la prima,la cooperazione interviene sull’up-gradingdegli slums esistenti, mentre con la se-conda, i progetti mirano a sostenere l’ado-zione di politiche urbane e abitative che im-pediscono la creazione e lo sviluppo dinuovi slums.

In ogni caso, qualunque sia la strategiamessa in atto, il processo partecipativo restail solo metodo che consente alle comunitàche vivono negli slums di prosperare e col-tivare il senso di dignità, grazie al migliora-mento del contesto urbano nel quale vivonoe alla creazione di un ambiente più salubre,sicuro, dignitoso ed attraente.

Il miglioramento della Governance è fon-damentale per la realizzazione degli obiettividi sviluppo sostenibile, sebbene ciò non siafacilmente traducibile in meccanismi ope-rativi “passe par tout” allorquando, erronea-mente, si tenta di proporre dei veri e propri

and pastoral ones, imbalances caused bynon-inclusive economic growth areparticularly visible.

In this case, the reference to sustainabilityis to be understood not only in environmentalterms but also in social terms. It is clear thatmacroscopic imbalance in access toresources and opportunities in the samegeographical area tends to result in seriousinstability.

The approach currently adopted by theUnited Nations and major donors aims totwo different strategies: up-grading existingslums and sustaining the adoption of urbanand housing policies which prevent thecreation and development of new slums.

In any case, whatever the strategyimplemented, the participatory process is theonly way for the communities who live in theslums to flourish and cultivate a sense ofdignity, thanks to the improvement of theurban environment in which they live and tothe creation of a healthier, safe, dignified andattractive environment.

Governance improvement is essential forachieving sustainable development, althoughthis cannot easily be translated into “passepar tout” operational mechanisms when,mistakenly, we try to draft some interventionmodels. Countries with low and middle-income prefer receiving technical assistanceto share participatory and sustainablemanagement models that take into accounttheir limited financial and human resources.

Partner countries share a wide consensuson urban governance after the second UNConference on Human Settlements (HabitatII), whose Agenda defines the essentialcomponents of good urban governance, the

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modelli d’intervento. I Paesi a basso e me-dio reddito preferiscono, in ultima analisi,ricevere forme di assistenza tecnica graziealla quale condividere modelli di gestionepartecipativi e sostenibili, che tengano indebito conto le loro scarse risorse finanzia-rie ed umane.

In materia di Governance urbana, si è al-largato il consenso tra i Paesi partner dopola seconda Conferenza delle Nazioni Unitesugli Insediamenti Umani (Habitat II), la cuiAgenda definisce le componenti essenzialidel buon governo urbano, i principi di equità,efficienza, trasparenza e responsabilità.

La Task Force delle Nazioni Unite, hasuccessivamente sottolineato come taliprincipi non sono sufficienti ma vadano in-tegrati da altri principi sottoscritti dalla co-munità Internazionale, quali: la sussidia-rietà, l’impegno civico, la cittadinanza, lasicurezza degli individui e dell’ambientenel quale vivono. Tutto ciò ha contribuito adare sostanza al concetto di Governanceche si fonda sulla partecipazione attiva ditutti i cittadini alla vita politica e alle deci-sioni che li riguardano, affinché siano as-sicurati a tutti condizioni di vita dignitose.

principles of equity, efficiency, transparencyand responsibilities.

The Task Force of the United Nationshas later pointed out that these principlesare not enough but have to be integratedwith other principles already endorsed bythe international community, such as:subsidiarity, civic engagement, citizenship,security of individuals and of theenvironment in which they live. All this hashelped to give substance to the concept ofGovernance which is based on the activeparticipation of all citizens in political lifeand in the decisions that affect them, so toensure decent living conditions to all.

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5. L’IMPEGNO DELLA COOPERAZIONEITALIANA IN VISTA DI HABITAT III

La Direzione Generale per la Coopera-zione allo Sviluppo del Ministero degli AffariEsteri e della Cooperazione Internazionaleha deciso di elaborare il Rapporto con ilcontributo di tutti gli attori che hanno parte-cipato alla realizzazione di programmi inambito urbano: Università, ONG, Centri diricerca, professionisti, esperti. Il testo rap-presenterà una base di riferimento rivoltaanche al futuro, nella prospettiva della Con-ferenza delle Nazioni Unite Habitat III.

Tale analisi si è sviluppata attraverso laselezione delle iniziative, di importo pari al-meno a 500 mila Euro, realizzate dalla Coo-perazione italiana dal 1996 ad oggi, riguar-

5. THE ITALIAN DEVELOPMENTCOOPERATION’S COMMITMENT IN VIEWOF HABITAT III

The Directorate General forDevelopment Cooperation of the Ministry ofForeign Affairs and InternationalCooperation has drawn up this report inpartnership with all the actors who havecontributed to the implementation ofdevelopment programs in urban areas:Universities, NGOs, Research centres andother specialists. The report will also serveas a basis for the future, in view of theUnited Nations Conference Habitat III.

This analysis has been firstly developedthrough a selection of the initiatives, eachwith an amount of at least 500,000 Euros,realized by the Italian Cooperation from

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danti il settore urbano, includendo anche letematiche prettamente ambientali e di svi-luppo economico.

La raccolta e l’elaborazione dei dati èstata sviluppata in base ai seguenti criteri:

i settori di intervento

le aree geografiche e Paesi partner.

Sono stati individuati otto principali ma-cro-settori, essi sono: Idrico, Sviluppo Ur-bano-Infrastrutturale, Sociale-Povertà-Salute, Patrimonio Culturale, Agricolturaurbana, Rifiuti, Governance, Migrazione.

In analogia con quelle indicate nelle lineeguida 2013-2015, sono state scelti nell’am-bito delle aree geografiche alcuni Paesi prio-ritari per la Cooperazione italiana.

AFRICA SUB-SAHARIANA, dove il persegui-mento degli Obiettivi del Millennio ha pre-sentato le sfide più impegnative e le piùnette disomogeneità. L’individuazione deiPaesi prioritari tiene conto delle linee es-senziali della nostra politica nei confrontidel Continente africano e dei settori in cuila Cooperazione italiana è tradizionalmentepresente e attiva: soprattutto in Kenya edin Etiopia, dove sono stati realizzati inter-venti nei settori delle infrastrutture urbanee dello slum-up-grading.

MEDITERRANEO, MEDIORIENTE, BALCANI,nella cui area si è stabilito di continuare adedicare un’attenzione del tutto particolare,puntando al sostegno di processi di cre-scita economica inclusiva e all’afferma-zione della God Governance, a livello cen-

1996 to date and related to the urbansector, including also environmental andeconomic development issues.

Data have been collected and processedthrough the following criteria:

Sectors of intervention

Geographical areas and partnercountries

Eight main macro-sectors have beenidentified: Water, Urban Development-Infrastructure, Social-Poverty-Health,Cultural Heritage, Urban Agriculture,Waste, Governance, Migration.

Similar to those ones stated in the “2013-2015 Guidelines”, geographical areas havebeen identified also in regard with ItalianCooperation’s priority countries.

SUB-SAHARAN AFRICA, where theachievement of the Millennium Goalspresented the biggest challenges and themost consistent discrepancies. Theidentification of priority countries takes intoaccount the Guidelines of our policiestowards the African continent and thesectors in which the Italian Cooperation hasbeen traditionally present and active:especially in Kenya and Ethiopia, whereinterventions in the fields of urbaninfrastructure and slum up-grading havebeen carried out.

THE MEDITERRANEAN, THE MIDDLE EAST

AND THE BALKANS, where a special attentionhas been devoted with the aim to supporteconomic and inclusive growth and toestablish the God Governance, at national

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trale e locale, con particolare riguardo aiPaesi maggiormente coinvolti nella transi-zione democratica.

AMERICA LATINA, in cui si è cercato diassicurare il mantenimento degli impegniassunti dall’Italia, con l’obiettivo di promuo-vere, anche in quelle regioni, la Gover-nance e la tutela dei diritti, in particolare ildiritto alla salute, attraverso il migliora-mento delle condizioni di accesso ai servizisanitari e alla tutela dell’ambiente, insiemeal diritto alla sicurezza alimentare, anchein contesti urbani.

Attenzione particolare è stata dedicata, inCentro-America, alla promozione dello svi-luppo locale e della “Rule of Law”, con spe-cifico riferimento ai minori, quale gruppo par-ticolarmente vulnerabile. Mentre i programmidi investimento si sono avvalsi, essenzial-mente, di risorse a credito di aiuto e dellaconversione del debito, le risorse a donosono state indirizzate soprattutto verso atti-vità di formazione e di assistenza tecnica,anche in materia di management urbano.

ASIA, dove si conferma l’obiettivo di pro-muovere la riduzione della povertà urbanae la stabilizzazione istituzionale, soprattuttonell’area afghano-pakistana (nell’ambitodella partecipazione italiana all’impegno in-ternazionale a sostegno della stabilizza-zione) attraverso programmi di Governancee di pianificazione urbana.

and local levels, with a particular emphasison countries mainly involved in thetransition towards the democracy.

LATIN AMERICA, where the preservation ofcommitments given by Italy is crucial and isaimed to promote, also in those regions, theGovernance and the defence of rights, inparticular the right to health by improvingthe access to health services andenvironmental protection, together with theright to food security, also in urbansettlements.

In Central America a special attentionhas been focused to the promotion of localdevelopment and the “Rule of Law”, withparticular regard to children, as asignificantly vulnerable target. Whileinvestment programs used basicallyresources from soft loans and debt swapprograms, grants were mainly directedtowards training activities and technicalassistance, also in the urban managementsector.

ASIA, where it is reaffirmed the aim topromote urban poverty’s reduction andinstitutional stabilization, especially in theAfghan-Pakistani area (as part of the Italianparticipation in international effortssupporting the stabilization of the country)through programs of Governance andurban planning.

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6. LA COOPERAZIONE ITALIANA: CANALIDI FINANZIAMENTO

Gli strumenti di finanziamento della Coo-perazione italiana si dividono in doni e cre-diti d’aiuto e possono essere indifferente-mente utilizzati seguendo vari canali o flussi:

Con il canale bilaterale s’intendono tuttii flussi di interventi (doni e crediti d’aiuto)provenienti dal Paese donatore a favore diun Paese partner, con il quale è stata con-cordata l’iniziativa di sviluppo, la cui esecu-zione può essere affidata ad una ONG, adun’impresa o realizzata in gestione direttadall’Ambasciata d’Italia e gli uffici di coope-razione presso il Paese beneficiario.

Con il canale multilaterale s’intendetutto il flusso d’interventi realizzati da un Or-ganismo Internazionale che decide, in ma-niera indipendente, le modalità di utilizzodel fondo (Trust Fund), al quale possonocontribuire vari donatori con finanziamentia dono.

Con il canale multi-bilaterale s’intende ilflusso d’interventi concordati e finanziati a li-vello bilaterale, affidati ad un’Agenzia spe-cializzata o ad un organismo internazionale.La cooperazione multi-bilaterale rappresentauno strumento operativo tramite cui realiz-zare un coordinamento tra le attività degliorganismi multilaterali ed i programmi di coo-perazione attuati sul canale bilaterale.

Accanto al finanziamento a dono, comesuddetto, viene utilizzato anche lo stru-mento del credito d’aiuto, grazie al qualeil Paese che contrae il debito s’impegna arestituire il capitale prestato.

6. THE ITALIAN DEVELOPMENTCOOPERATION: THE FINANCINGCHANNELS

The financing instruments of the ItalianCooperation are divided into grants andsoft loans and can be mutually used byfollowing different channels or flows:

The bilateral channel includesinterventions flows (grants and soft loans)given from a donor country in favour of oneof its partners, with which the developmentinitiative has been agreed. Theimplementation can be entrusted to anNGO or to an enterprise, or it can be directlymanaged by the Italian Embassy and theAgency for Technical Cooperation in thebeneficiary country.

The multilateral channel includes theentire flow of operations made by aninternational organization that decides,independently, how to use the fund (TrustFund), to which various donors cancontribute in turn through grants.

The multi-bilateral channel includesintervention flows agreed and fundedbilaterally, but entrusted to a specializedagency or an international organization.The multi-bilateral cooperation is a practicalmechanism which can establishcoordination between activities ofmultilateral organizations and cooperationprograms implemented bilaterally.

Besides grants, as mentioned above,soft loans are also used: infact the countrythat contracts debts must return the loanedcapital.

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7. LA COOPERAZIONE DECENTRATA:MODALITÀ OPERATIVE E FINALITÀ

In Italia, gli Enti locali e territoriali (Co-muni, Province e Regioni) hanno accresciutola propria proiezione internazionale in virtùdel processo di decentramento che ne hanotevolmente arricchito le competenze neglianni Novanta e Duemila. In tale contesto, èandata affermandosi la Cooperazione De-centrata, volta, essa stessa, a valorizzare,nei Paesi partner, l’autonomia locale e la Go-vernance del territorio. Essa è definita daUNDP (United Nations Development Pro-gramme) come “un sistema di partenariatiterritoriali di sviluppo e solidarietà etica e po-litica tra comunità locali del Sud e del Nord

7. DECENTRALIZED COOPERATION:OPERATIONAL METHODS AND GOALS

In Italy, regional and local authorities(municipalities, provinces and regions) haveincreased their international participationthanks to the decentralization process thathas greatly enriched their skills in the 1990sand 2000s. In this context, “DecentralizedCooperation” has been established with theaim to foster local autonomy andgovernance in partner countries. It is definedby UNDP (United Nations DevelopmentProgramme) as “a system of territorialpartnerships for development and ethicaland political solidarity between localcommunities in the South and North of the

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LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

Egitto - Parco Urbano nell’Oasi di Siwa Cooperazione De-centrata.

Egypt - Urban park in the Oasis of Siwa - DecentralizedCooperation.

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

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del mondo, che hanno lo scopo di far lavo-rare insieme i propri attori in modo coordi-nato, sia a livello locale, sia a livello nazionalee internazionale”.

Le risorse per gli interventi di coopera-zione decentrata provengono in primo luogodal bilancio delle stesse Regioni, Pro-vince e Comuni. Sono frequenti, d’altraparte, i casi di cofinanziamento delle ini-ziative con fondi dell’Unione Europea o delGoverno italiano, anche attraverso trustfund presso organismi multilaterali. Unesempio nel settore urbano è l’iniziativa perla creazione di micro-giardini domesticiper la sussistenza alimentare a Dakar (Se-negal). L’iniziativa, promossa dal Comunedi Milano anche attraverso le risorse delfondo fiduciario italiano per la cooperazionedecentrata presso la FAO, è stata in seguitoampliata per raggiungere anche le capitalidi Gambia, Niger e Burkina Faso..

world, which are meant to bring togethertheir actors in a coordinated manner at thelocal, national and international level.“

The resources for decentralizedcooperation’s initiatives come primarily fromthe budget of regions, provinces andmunicipalities. On the other hand, someprojects are co-financed with funds of theEuropean Union or the ItalianGovernment, also through trust fund atmultilateral organizations. To give anexample in the urban sector, it could bementioned an initiative aimed to createmicro-gardens for improved food andnutrition security in Dakar (Senegal). Theinitiative, sponsored by the City of Milan,also through resources of the Italian TrustFund for decentralized cooperation at FAO,was later expanded in the capitals ofGambia, Niger and Burkina Faso.

Egitto: Parco urbano nell’Oasi di Siwa - CooperazioneDecentrata

Egypt - Urban park in the Oasis of Siwa - DecentralizedCooperation.

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Elementi fondanti della cooperazionedecentrata sono la parità e la reciprocitàtra le parti coinvolte, da cui emerge un par-tenariato tra eguali che traggono dal con-fronto e dallo scambio di esperienze mutuobeneficio. Il potenziale di tali relazioni dipartenariato si palesa con particolare chia-rezza in relazione all’ambito urbano, ovesi presenta la possibilità di instaurare undialogo tra amministrazioni locali, sullesfide che esse affrontano quotidianamentenel governo del territorio. In quest’ambito,le iniziative di cooperazione decentratasono state particolarmente numerose.

Come mostrato nel Grafico 7.A., i settorimaggiormente interessati da progetti di ca-rattere decentrato in ambito urbano sonostati quelli della Governance, dello sviluppourbano, delle infrastrutture urbane e del pa-trimonio culturale.

Core elements of decentralizedcooperation are equality and reciprocitybetween the actors involved. It shows apartnership between equals that canmutually benefit from the comparison andexchange of their experiences. Thepotential of such partnerships is particularlyevident in the urban environment, where itcan establish a dialogue between localauthorities on the challenges they face dailyin governing the territory. In this context,there have been many decentralizedcooperation’s initiatives.

As shown in Chart 7.A., the main sectorscovered by projects promoted by thedecentralized cooperation in urban areasare those related to the governance, urbandevelopment, urban infrastructure andcultural heritage.

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LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

Grafico 7.A. Suddivisione degli stanziamenti della Coop-erazione Decentrata per settori d’intervento.

7.A. Chart of sharing allocation of Decentralised Cooper-ation for sectors of intervention.

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

Tra le iniziative volte a un miglioramentodella Governance urbana e territoriale, si se-gnala in particolare il progetto “AGATA” pro-mosso dalla Regione Toscana e dalleaziende di trasporto di Firenze, Napoli e Ca-gliari in collaborazione con istituzioni locali dialtri Paesi europei (Spagna e Portogallo).Sono state realizzate Agenzie di multiserviziper la gestione integrata di servizi flessibili dimobilità e trasporto nelle zone urbane e pro-vinciali.

Nel settore dello sviluppo urbano e delleinfrastrutture, invece, si menziona l’iniziativafinanziata dalla Provincia autonoma diTrento in Mozambico, finalizzata alla piani-ficazione urbana nelle regione di Cala e laredazione del Piano distrettuale della cittàdi Sena.

Per il recupero del patrimonio culturale,una speciale menzione meritano l’iniziativadella Regione Puglia e della Regione Mo-lise nell’Oasi di Siwa, in Egitto, e quelladella Regione Campania che ha coinvoltole città di Baia (Napoli, Italia), Marrakech(Marocco) e Bahariya (Egitto). Si presen-tano di queste due iniziative le schede diapprofondimento.

Sebbene in numero minore, le iniziativedi cooperazione decentrata dedicate allagestione e riciclaggio dei rifiuti sono statesovente di particolare rilievo. La Città diTorino, ad esempio, ha finanziato iniziativee stipulato accordi di cooperazione con lacittà di Ouagadougou in Burkina Faso, neisettori della gestione dei rifiuti, la conser-vazione e lo sviluppo del verde pubblico edell’ambiente. In riferimento allo smalti-mento dei rifiuti plastici e alla realizzazionedi opere di bonifica, vale citare anche l’ini-ziativa sostenuta dalla Regione Val d’Ao-sta in Senegal.

Among the initiatives aimed to improveurban and territorial governance, it could benoted in particular the “AGATA” project,promoted by the Region of Tuscany andsome transport companies of Florence,Naples and Cagliari in collaboration withlocal institutions of other Europeancountries (Spain and Portugal). They haverealized multi-service agencies for theintegrated management of flexible mobilityand transport services in urban andprovincial areas.

Then, in the field of urban developmentand infrastructure, it could be highlighted aninitiative funded by the AutonomousProvince of Trento in Mozambique aimedat developing the urban plan in the Regionof Cala and in particular in the city of Sena.

For the rehabilitation of cultural heritage,a special attention must be focused on theinitiative of the Region of Puglia and theRegion of Molise in the Oasis of Siwa, inEgypt, and that one of the CampaniaRegion which involved the city of Baia(Naples, Italy), Marrakech (Morocco) andBahariya (Egypt). For an in-depth analysis,see the following charts.

Although fewer in number, alsodecentralized cooperation’s initiativesdedicated to waste management andrecycling have been particularly important.The City of Turin, for example, has fundedinitiatives and signed cooperationagreements with the city of Ouagadougou inBurkina Faso, in the fields of wastemanagement, conservation and developmentof public green areas and environment. Withregard to the disposal of plastic waste and theconstruction of drainage works, it could bealso mentioned the initiative supported by theVal d’Aosta Region in Senegal.

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EGITTO

PROGETTO

PARCO URBANO NELL’OASI DISIWA

FINANZIAMENTO TOTALE

549.934 euro

CANALE

Bilaterale

TIPOLOGIA

Dono

EGYPT

PROJECT

URBAN PARK IN THE OASIS OFSIWA

TOTAL FUNDING

549,934 euro

CHANNEL

Bilateral

TYPE

Grant

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LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

Egitto - Parco urbano nell’Oasi di Siwa - CooperazioneDecentrata.

Egypt - Urban park in the Oasis of Siwa - DecentralizedCooperation.

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

ISTITUZIONE IMPLEMENTATRICE

Regione PUGLIA

Innova Puglia spa – Politecnico di BariICAR

Regione MOLISE

Presidenza Giunta – Servizio Affari In-ternazionali

DURATA

1 anno (2011)

PARTNER LOCALE

Marsa Matrouh Governorate – SiwaOasis

Supreme Council of Antiquities –Egyptian Antiquities Information

System – GIS Center

MISR University – Cairo

STATO DEL PROGETTO

Concluso

PROGETTO E OBIETTIVO GENERALE

Il progetto ha inteso sviluppare meto-dologie di impiego conservativo dei ma-teriali e delle tecniche di costruzione perla valorizzazione dei siti archeologici, spe-rimentandole sugli edifici dell’oasi di Siwa,in rapido deterioramento. Fine ultimo del-l’iniziativa è stato quello di portare a nuovavita l’intero sistema urbano di Siwa e fa-vorire la riappropriazione del territorio daparte della popolazione. Sostenibilità am-bientale, autosufficienza energetica, adat-tamento al contesto morfologico sonostate le parole chiave dell’intervento. Ilprogetto, indirizzando la sua azione sullostudio delle tecniche e dei materiale da

IMPLEMENTING INSTITUTION

PUGLIA Region

Innova Puglia spa – Politecnico di BariICAR

MOLISE Region

Presidenza Giunta – Servizio AffariInternazionali

DURATION

1 year (2011)

LOCAL PARTNER

Marsa Matrouh Governorate – SiwaOasis

Supreme Council of Antiquities –Egyptian Antiquities Information

System – GIS Center

MISR University – Cairo

PROJECT STATUS

Concluded

PROJECT AND MAIN GOAL

The project aimed to develop aconservative use of materials andmethods of construction techniques forthe promotion of archaeological sites,experiencing them on the buildings of theOasis of Siwa, rapidly deteriorating. Themain goal of this initiative was torenovate the whole urban system of Siwaand encourage the re-appropriation ofthe territory by the population.Environmental sustainability, energy self-sufficiency and a morphologicaladaptation to the context were the keyaspects of the intervention. In sum, theproject, orienting its action on the study

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costruzione tradizionali, ha permesso ainuovi edifici di integrarsi con la parte sto-rica del centro urbano.

RISULTATI

Il progetto ha consentito, in particolare,la riqualificazione del Villaggio fortificato(Ksar) di Shali e della Moschea di Gama-Atik. Nell’area, l’espansione dell’ediliziamoderna aveva condotto al progressivoabbandono dell’uso del Karsheef, tecnicacostruttiva a terra cruda, caratterizzatada un elevato contenuto di sale che larende fragile in quanto soggetta all’ero-sione da parte degli agenti atmosferici edell’acqua.

Le azioni sono state rivolte, pertanto, aricostruire la struttura urbana, che avevaperso la propria identità architettonica epaesaggistica, ridando dignità alla tradi-zione e alla cultura costruttiva locale. At-traverso il contributo del Dipartimento diIngegneria civile ed Architettura del Poli-tecnico di Bari, sono state adottate tecni-che costruttive innovative con lo scopo dimodernizzare la tradizione edilizia dell’usodel Karsheef e favorirne l’uso da partedelle comunità locali.

I benefici della riqualificazione sonoda ricondurre innanzitutto al migliora-mento del tessuto urbano e al recuperodegli edifici esistenti. Il progetto ha avuto,inoltre, un impatto positivo sullo sviluppodel turismo e sul suo indotto, creando lepremesse per una strategia di sviluppoduratura e sostenibile.

of techniques and traditional buildingmaterial, has enabled the new buildingsto integrate with the historic part of thecity centre.

RESULTS

The project has promoted theredevelopment of the fortified village(Ksar) of Shali and the Mosque of Gama-Atik. In the area, the modern buildingboom has led to a progressiveabandonment of the use of Karsheef, aconstruction technique characterized bya high content of salt that makes it fragilebecause subject to erosion byweathering and water.

Therefore, the actions were aimed toreconstruct the urban structure, which hadlost its architectural identity andlandscape, restoring dignity to the traditionand local building culture. Through thecontribution of the Department of CivilEngineering and Architecture of thePolitecnico di Bari, innovative constructiontechniques were adopted with the aim tomodernize the use of the building traditionKarsheef and to encourage its use by localcommunities.

The benefits of upgrading areprimarily due to the improvement of theurban fabric and the restoration ofexisting buildings. The project had also apositive impact on the development oftourism and related industries, paving theway for an enduring and sustainablestrategy of development.

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LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

EGITTO E MAROCCO

PROGETTO

ARCHEOURB PROMOZIONE DI UNPARCO ARCHEOLOGICO COMESTRUMENTO DI RIQUALIFICAZIONEURBANISTICA E TERRITORIALE

FINANZIAMENTO TOTALE

522.519,90 euro

CANALE

Bilaterale

TIPOLOGIA

Dono

EGYPT AND MOROCCO

PROJECT

ARCHEOURB - PROMOTION OF ANARCHAEOLOGICAL PARK AS A TOOLFOR URBAN AND TERRITORIALRENEWAL

TOTAL FUNDING

522,519.90 euro

CHANNEL

Bilateral

TYPE

Grant

Egitto: Parco urbano nell’Oasi di Siwa - CooperazioneDecentrata.

Egypt: Urban park in the Oasis of Siwa - Decentralizedcooperation.

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ISTITUZIONE IMPLEMENTATRICE

CAMPANIA

Fondazione Internazionale per gliStudi Superiori di Architettura

Centro studi Magna Grecia della Uni-versità Federico II di Napoli

LAZIO

UNIMED

DURATA

1 anno (2011)

PARTNER LOCALE

Bahariya Oasis

Cairo University

Sharij El Beggar - Marrakech

Université Cadi Ayyad

Campi Flegrei - Baia

STATO DEL PROGETTO

Concluso

PROGETTO E OBIETTIVO GENERALE

Archeourb rientra nel progetto inte-grato DIARCHEO – Valorizzazione delPatrimonio archeologico come veicolodel dialogo interculturale nell’ambito delProgramma di sostegno alla Coopera-zione Regionale.

Il progetto ha operato in Marocco e inEgitto per la valorizzazione del “parco ar-cheologico” come strumento di riqualifi-cazione urbana e territoriale sulla scortadi una metodologia comune e di azionisperimentate in Campania.

IMPLEMENTING INSTITUTION

CAMPANIA

Fondazione Internazionale per gliStudi Superiori di Architettura

Centro studi Magna Grecia dellaUniversità Federico II di Napoli

LAZIO

UNIMED

DURATION

1 year (2011)

LOCAL PARTNER

Bahariya Oasis

Cairo University

Sharij El Beggar - Marrakech

Université Cadi Ayyad

Campi Flegrei - Baia

PROJECT STATUS

Concluded

PROJECT AND MAIN GOAL

Archeourb is part of the integratedproject Diarcheo - Enhancement of theArchaeological Heritage as a vehicle forintercultural dialogue within theProgramme aimed to support RegionalCooperation.

The project has been carried out inMorocco and Egypt for the promotion ofthe “archaeological park” as an urbanand land rehabilitation tool on the basisof a common methodology and actionsexperienced in the Region of Campania.

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LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

L’intento è stato quello di superare ilvecchio modello dell’area archeologicacome “isola” calata all’interno di un terri-torio, per approdare alla dimensione del“parco archeologico”, il sito si confrontacon la scala urbanistica del territorio incui è situato, nella duplice componentedella dimensione insediativa e della bio-diversità ambientale.

Nello specifico il progetto ha avutocome obiettivo lo studio e l’attivazione diprocessi di valorizzazione e gestionedelle aree archeologiche urbane, in mododa favorire non solo il loro restauro comebene culturale, ma soprattutto il suo uti-lizzo nell’attualità e l’inserimento nel fun-zionamento della città contemporanea,rendendole un centro catalizzatore turi-stico e culturale.

È stato creato un gruppo di lavoro tran-snazionale e interdisciplinare, coordinatodalla Fondazione degli Studi internazionalidi Architettura di Napoli, che ha effettuatovisite tecniche, individuato i siti di inte-resse, condiviso la metodologia e realiz-zato tre progetti-pilota in aree archeologi-che di Italia, Egitto e Marocco, basati suun tema comune, l’acqua.

RISULTATI

Predisposizione di progetti di valoriz-zazione di siti specifici, confluiti nella pub-blicazione del progetto “ArcheoUrb Ar-cheologia e città”, CLEAn, napoli 2011:

1. Realizzazione del progetto - pilotadi riqualificazione e valorizzazione delcomplesso archeologico delle cosiddetteTerme di Baia.

interventi sull’accessibilità, recupe-rando la continuità dell’area archeologica

The aim was to overcome the oldmodel of an archaeological site as an“island fell on a territory”, and transform itin an “archaeological park”. In that way,the site confronts with the urban scale ofthe territory in which is located, in bothcomponents: the settlement size andenvironmental biodiversity.

More specifically, the project wasaimed to study and implement processesof exploitation and management of urbanarchaeological areas, in order to promotenot only their restoration as a culturalasset, but especially its use in thepresent and its inclusion in contemporarycities, making it an important tourist andcultural centre.

It was created a group of transnationaland interdisciplinary work, coordinatedby the Foundation for InternationalStudies of Architecture in Naples, whichhas carried out technical visits, identifiedthe sites of interest, shared methodologyand carried out three pilot projects in thearchaeological areas of Italy, Egypt andMorocco, based on a common theme:water.

RESULTS

Preparation of projects for thepromotion of specific sites, converged inthe publication of the project “ArcheoUrbArchaeology and cities” Clean, Napoli2011:

1. Realization of the pilot project onredevelopment and enhancement of thearchaeological complex of the so-calledBaths of Baia.

interventions on accessibility,

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con gli spazi pubblici che si affaccianosul porto;

allestimento per finalità teatrali delcosiddetto “settore della Sosandra”, gra-zie alla sinergia tra le Istituzioni pubblichee gli operatori privati dell’area;

la “rifunzionalizzazione” del Tempiodi Mercurio ad uso termale, in conside-razione del “tema comune” ai tre progettilegato alla presenza dell’acqua;

analisi di fattibilità economico – ge-stionale svolta sul sito italiano al fine diproporre una modalità di managementdei beni culturali auto-sostenibili, attra-verso ipotesi di gestione mista con l’in-tervento dei privati a supporto del com-plesso archeologico;

realizzazione della rappresenta-zione teatrale “Mediterraneo” il 9 luglio2010 nel complesso archeologico di Baiaal fine di sperimentare la possibilità divalorizzare la funzionalità delle aree ar-cheologiche a fini culturali e turistici, “va-lorizzazione per nuove funzioni”;

2. Realizzazione del progetto - pilotaper il giardino di Sharij El Beggar a Mar-rakech in Marocco (un complesso ar-cheologico abbandonato consistente inun bacino appartenente al sistema di ap-provvigionamento dell’acqua risalente alXI-XII secolo, diventato giardino durantele dinastie degli Almoravidi e degli Al-moadi).

Il progetto ha previsto il ripristino delbacino alla sua funzione originaria e larealizzazione al suo interno di un giardinosui ‘temi’ caratteristici del giardino isla-mico, comprendente edifici finalizzati alla

recovering the continuity of thearchaeological area with public spaceson the harbour;

preparation for theatrical purposesof the so-called “settore della Sosandra”,thanks to the synergy between publicinstitutions and private operators in thearea;

the new functions of the Temple ofMercury used as a health spa, in view ofthe “common theme” of water;

an economic and managementanalysis has been carried out on theItalian site in order to propose a newmanagement of the self-sustainablecultural heritages, through a jointmanagement strategy made up also ofprivate funds supporting thearchaeological complex;

realization of the play“Mediterranean” on July 9th, 2010 in thearchaeological complex of Baia in orderto test the capacity to enhance thefunctionality of the archaeological areasfor cultural and tourist purposes.

2. Implementation of the pilot project forthe garden of El Sharij Beggar inMarrakech, in Morocco (an archaeologicalcomplex abandoned, consisting of a basinbelonging to the water supply systemdating back to the XI-XII century, thatbecame a garden during the dynasties ofthe Almoravids and the Almohads).

The project involved the restorationof the basin to its original function andthe creation of a garden characterized by‘’typical themes of the Islamic garden,including buildings for tourist reception

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LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

ricettività e all’accoglienza turistica nonchéaree di parcheggio. Durante le dinastiedegli Almoravidi e degli Almohadi, alcunielementi dei sistemi idraulici di irrigazionedelle città arabo-islamiche sono diventativeri e propri giardini con funzioni “este-tico-pratiche”.

La recente urbanizzazione mette arischio il bacino che potrebbe essere de-molito per fare spazio a nuovi insedia-menti. Il progetto ha previsto, quindi, diripristinare il bacino alla sua funzione ori-ginaria, lavorando sui “temi” caratteristicidel giardino islamico, che conterrà anchealcune strutture edilizie presenti, aree di

and parking areas. During the dynastiesof the Almoravids and the Almohads,some elements of the hydraulic irrigationsystems of the Arab-Islamic cities havebecome real gardens with practical andaesthetic aims.

The recent urbanization threatensthe basin that could be demolished tomake space for new settlements.Therefore, the project aimed to restorethe basin re-establishing its originalfunction, working on typical themes ofthe Islamic garden, which will alsoinclude some building structures, parkingareas and one or more new buildings, in

Regione Campania, Marocco ed Egitto, Progetto ARCHEOURB.

Regione Campania, Marocco ed Egitto, Progetto ARCHEOURB.

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parcheggio e uno o più edifici, in formadi padiglioni, di nuova edificazione, perospitare funzioni di ricettività e acco-glienza turistica.

3. Realizzazione del progetto - pilotaper il sito di Bahariya in Egitto, un’oasinel deserto caratterizzata dalla presenzadi resti di un’ antica fortezza romana.

Il progetto ipotizza la creazione di uncentro per i visitatori a Bahariya come“porta” di accesso a tutto il percorso delleoasi del cosiddetto deserto bianco, pre-vedendo un sistema di percorsi pedonalie la rimessa in funzione del sistema anticodei canali per creare una “mini-oasi”. Ilprogetto per l’oasi di “Bahariya” in Egittoha svolto le sue attività su un sistemacomplesso di “memorie” archeologiche(per la presenza dei resti di una anticafortezza romana), paesaggistiche e am-bientali. Il progetto del Centro-visitatori darealizzarsi a Bahariya si è configurato noncome un intervento isolato ma piuttostocome la “porta” di accesso a tutto il per-corso delle oasi del cosiddetto desertobianco, enfatizzando anche la centralitàdei resti archeologici all’interno del sito. Ilprogetto si è arricchito della previsione diun sistema di percorsi pedonali tra i qualiun “percorso ecologico” e della riabilita-zione del sistema dei canali per creare“mini-oasi”.

the form of pavilions, to play an importantrole for tourist reception.

3. Realization of the pilot project forthe Bahariya site in Egypt, a desert oasischaracterized by the presence of theruins of an ancient Roman fortress.

The project aimed to create a visitorcentre in Bahariya as a “door” for theaccess to the entire path of the so-calledwhite desert oasis, providing for asystem of pedestrian paths andrestarting of the ancient canal system tocreate a “mini-oasis.” The project hascarried out its activities on a complexsystem of archaeological “memories” (forthe presence of the remains of anancient Roman fort), landscape andenvironment. The project is configurednot as an isolated intervention but ratheras the “back door” access to the entirepath of the oases of the so-called whitedesert, also emphasizing the centrality ofarchaeological remains within the site.The project was enriched by theprovision of a system of pedestrian pathsincluding an “ecological path” and therehabilitation of the canal system tocreate “mini-oasis.”

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LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

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8. LA COOPERAZIONE ITALIANA ED IPROGRAMMI DELLE ONG

Le Organizzazioni non Governative(ONG), in virtù della propria natura e dellacapacità di interagire con la società civile deiPaesi partner, sono particolarmente aperteal dialogo e, quindi, in grado di creare mec-canismi partecipativi. Questi ultimi sono in-dispensabili a sviluppare, in ambito urbano,la “pianificazione strategica”, mezzo utilis-simo per rilanciare la crescita economicadelle popolazioni e migliorare l’accesso aiservizi di base, spezzando le catene del-l’esclusione sociale.

Le ONG operano attraverso la creazionedi partenariati con istituzioni ed attori dellasocietà civile dei Paesi partner, finalizzatea determinare l’accesso ai servizi e alle op-

8. THE ITALIAN COOPERATION ANDNGOS’ PROGRAMS

Non-Governmental Organisations(NGOs), by virtue of its nature and thecapacity to interact with civil society inpartner countries, are particularly open todialogue and, thus, able to createparticipatory mechanisms. The latter arecrucial to develop, in urban areas, the“strategic planning”, a very useful tool torelaunch the economic growth and improveaccess to basic services, breaking thechains of social exclusion.

NGOs operate through the establishmentof partnerships with institutions and actors ofcivil society in partner countries, with the aimto improve the access to services andopportunities. Thus, initiatives of NGOs in

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

Senegal: recupero rifiuti plastici a Kaolack - ONG L.V.I.A. Senegal: recycle of plastic waste in Kaolack - L.V.I.A. NGO

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portunità. Sono, pertanto, particolarmenterilevanti le iniziative delle ONG in ambitourbano, in special modo in aree densa-mente popolate, volte a generare cambia-menti in alcuni settori chiave, quali:

i servizi sanitari;

le condizioni abitative e le infrastrutturedi base;

l’accesso all’educazione e la scola-rità;

il rafforzamento dei sistemi di orga-nizzazione comunitaria per l’affermazionedei diritti;

le opportunità di impiego e il rafforza-mento della professionalità e della leader-ship.

A seguire si riportano alcuni esempi con-creti di progetti ONG in ambito urbano.

urban areas, in particular in denselypopulated areas, are notably relevant,especially when they are aimed to changesome of the following key areas:

health services;

housing conditions and basicinfrastructure;

access to education and schools;

strengthening community organizationsystems for rights’ promotion andprotection;

employment opportunities and theenhancement of professionals andleadership.

Below are given some examples ofNGOs’ project in urban areas.

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LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

Progetto ONG ARADA, ONG CISP Project of the NGOs “ARADA” and “CISP”.

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RAFFORZAMENTO E QUALIFICA-ZIONE DELL’EDUCAZIONE DI BASEE MIGLIORAMENTO DELLE CONDI-ZIONI SOCIALI DI BAMBINI E RA-GAZZI NELLE AREE MARGINALI DIADDIS ABEBA

Il progetto è stato realizzato dal 2007al 2011 dal CISP (Comitato Internazio-nale per lo Sviluppo dei Popoli) con ilsostegno della Cooperazione italiana.Tramite la formazione di operatori sco-lastici, la costruzione di un centro sco-lastico polivalente, la ristrutturazione distrutture educative pre-esistenti, la crea-zione di circoli ricreativi per ragazze inaree povere di Addis Abeba, il progettoha consentito di raggiungere i seguentirisultati: 758 bambine e bambini privi diprotezione familiare sono stati collocatiin strutture pre-scolari e 1.618 re-inseritinella scuola primaria, 1.023 bambine ebambini sono stati sostenuti con corsidi recupero al fine di prevenire l’abban-dono scolastico e 892 famiglie poveresono state aiutate, tramite la formazionee la facilitazione dell’accesso al credito,nell’avvio di attività generatrici di reddito.Il progetto è stato condotto in strettacollaborazione con ONG locali e le au-torità amministrative della città.

STRENGTHENING OF BASICEDUCATION AND IMPROVEMENTOF SOCIAL CONDITIONS OFCHILDREN AND YOUTH INMARGINAL AREAS OF ADDISABABA

The project was carried out from2007 to 2011 by CISP (InternationalCommittee for the Development ofPeoples) with the support of the ItalianCooperation. Through school stafftraining, the construction of a multi-purpose education centre, therenovation of existing educationfacilities and the creation of communitycentres for girls in poor areas of AddisAbaba, the project has achieved thefollowing results: 758 girls and childrenwithout family protection were placed inpre-school facilities and 1,618 re-inserted in primary schools, 1,023 boysand girls went on remedial courses inorder to prevent early school leavingand 892 poor families have beenhelped, through training and facilitationof access to credit, in starting income-generating activities. The project wasconducted in close collaboration withlocal NGOs and the administrativeauthorities of the city.

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

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RIQUALIFICAZIONE URBANA DI 5VILLAGGI INFORMALI NELLA CIRCO-SCRIZIONE DI HURUMA – NAIROBI

Il progetto è stato realizzato da COOPI(Cooperazione Internazionale) e soste-nuto dalla cooperazione italiana. Si è rea-lizzato assieme a ONG locali, al NairobiCity Council e con l’agenzia Habitat.

Il progetto ha contribuito al rafforza-mento delle capacità di autogoverno etutela dei propri diritti (accesso alla pro-prietà della terra, alla casa, al lavoro,alla salute, all’educazione ed ai servizidi pubblica utilità) degli abitanti deglislums. Al tempo stesso il progetto harealizzato la riqualificazione dei serviziessenziali tramite la mobilitazione comu-nitaria, attività di sensibilizzazione e ad-vocacy e l’adeguamento delle infrastrut-ture delle abitazioni e dei servizi.

URBAN RENEWAL OF 5 INFORMALVILLAGES IN THE DISTRICT OFHURUMA - NAIROBI

The project was carried out by COOPI(International Cooperation) and supportedby the Italian Cooperation. It wasimplemented together with local NGOs, theNairobi City Council and with the UNHabitat agency.

The project has contributed tostrengthening the capacity of self-government and rights’ protection (accessto land ownership, housing, work, health,education and public utility services) of theinhabitants of the slums. At the same time,it has realized the upgrading of essentialservices through community mobilization,raising awareness and advocacy activities,and the upgrading of housing and services.

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LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

Baraccopoli Nairobi nord, ONG L.V.I.A. Slums in north Nairobi, NGO “L.V.I.A”.

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PROGETTO PER IL RAFFORZA-MENTO DEL SISTEMA INTEGRATO DIGESTIONE DEI RIFIUTI URBANI INMOZAMBICO

Il progetto, con il contributo della coo-perazione italiana, è realizzato da LVIA(Associazione Internazionale VolontariLaici) assieme a Associação Nacionaldos Municípios de Moçambique e allaDirecção Nacional de Gestão Ambiental- Ministério da Coordenação e AcçãoAmbiental. Il progetto si realizza dagiugno 2014 a maggio 2017 in tutte le11 province del paese e punta a miglio-rare la Governance del sistema di ges-tione dei rifiuti solidi urbani in tutti i 53Municipi del Mozambico. In concreto leattività prevedono la riqualificazione deicentri urbani tramite la formazione delleistituzioni locali, interscambi con altripaesi (tra i quali l’Italia) e la mobilitazionecomunitaria. I risultati attesi del progettosono:

Le capacità tecniche, amministrativee manageriali di 53 Municipi nellaGestione dei Residui Solidi Urbani(GRSU) sono rafforzate e garantis-cono un efficiente utilizzo delle risorsefinanziarie

Le Istituzioni a livello nazionale sonocompetenti sulla GRSU e attuano ef-ficacemente le normative previste

Le istituzioni, la popolazione e le im-prese sono informati, sensibilizzati e atti-vati per il miglioramento delle politicheambientali ed imprenditoriali legate allaGRSU ed al riciclaggio.

PROJECT FOR THE STRENGTHENINGOF THE INTEGRATED MANAGEMENTOF URBAN WASTE IN MOZAMBIQUE

The project, with the support of theItalian Cooperation, is realized by LVIA(Solidarity and International organization)together with Associação Nacional dosMunicipios de Moçambique and theDirecção Nacional de Gestão Ambiental -Ministério da coordenação and AcçãoAmbiental. The project is carried out fromJune 2014 to May 2017 in all 11 provincesof the country and aims to improve theGovernance of the management systemof urban solid waste in all 53municipalities of Mozambique. Inparticular, the activities include theupgrading of urban centres throughtraining of local institutions, exchangeswith other countries (including Italy) andcommunity mobilization. The expectedresults of the project are:

The technical and administrative ca-pacity and management of 53 munic-ipalities in the Municipal SolidResidues Management (MSRM) arestrengthened and aim to ensure anefficient use of financial resources

The national institutions are compe-tent on MSRM and they implementeffectively the regulations

Institutions, population andbusinesses are informed, sensitized andactivated for the improvement ofenvironmental and business policiesrelated to MSRM and recycling.

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

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L’ammontare dei finanziamenti destinatoai principali progetti/programmi ONG - diimporto superiore a 500.000 € - ammontanoa oltre a 67 milioni di euro, ripartiti nelle 4aree geografiche Africa Sub-Sahariana (24per cento), America Latina (47 per cento)Mediterraneo e Medio Oriente (26 percento), Asia e Oceania (3 per cento) (Grafici8.A. e 8.B.).

I principali settori di intervento nei qualisono state realizzate le iniziative promossedalle ONG sono: “sociale-povertà-salute”(52 per cento), “patrimonio culturale” (11per cento), “idrico” (10 per cento), “agricol-tura urbana” (4 per cento), “gestione dei ri-fiuti” (4 per cento), “Governance” (9 percento), “sviluppo urbano–infrastrutture” (10per cento) (Grafico 8.C.).

The allocation of funds for the mainprojects or programs realized by NGOs - foramounts exceeding € 500,000 - amount toover 67 million Euros, divided into fourgeographic regions: Sub-Saharan Africa(24 percent), Latin America (47 percent)Mediterranean and Middle East (26percent), Asia and Oceania (3 percent)(Charts 8.A and 8.B).

The main sectors of intervention ofinitiatives promoted by NGOs are: “social-poverty-health” (52 percent), “culturalheritage” (11 percent), “water” (10 percent),“urban agriculture” (4 percent), “waste”management (4 percent), “Governance” (9percent), “urban-infrastructure development”(10 percent) (Chart 8.C).

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LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

Grafico 8.A. Progetti ONG: risorse deliberate per area ge-ografica.

8.A Chart - NGOs’ projects: resources approved by region.

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

8.B Chart - NGOs’ projects: resources approved per year.Grafico 8.B. Progetti ONG: risorse deliberate per anno

Grafico 8.C. Progetti ONG : ripartizione percentuale perammontare e per settore nel periodo 1996-2015.

8.C Chart – NGOs’ projects: percentage breakdown byamount and sector between 1996-2015.

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LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

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9. LA COOPERAZIONE ITALIANA ED ILSETTORE URBANO DAL 1996 AL 2016:ALCUNE BEST PRACTICES

Gli interventi della Cooperazione italianasono stati realizzati secondo un approcciodi sistema che ha visto la partecipazione, in-sieme al Ministero degli Affari Esteri e dellaCooperazione Internazionale (MAECI), di nu-merosi attori fra cui Istituzioni locali, ONG,Università, Centri di ricerca. Le attività sonostate svolte in collaborazione con OrganismiInternazionali, in special modo quelli appar-tenenti al sistema Nazioni Unite, e conl’Unione Europea.

Gli esempi riportati di seguito sono statiselezionati tra le migliori pratiche che laCooperazione italiana ha realizzato negliultimi vent’anni in ambito urbano.

Per semplificare la comprensione dei con-testi in cui si è operato, si è preferito adottareil criterio della ripartizione geografica, seb-bene all’interno delle macro-aree regionaliemergano realtà disomogenee per livello disviluppo socio-economico e politico.

9. THE ITALIAN COOPERATION AND THEURBAN SECTOR FROM 1996 TO 2016:SOME BEST PRACTICES

Italian Cooperation’s interventions havebeen carried out according to a systematicapproach that was attended, together withthe Ministry of Foreign Affairs andInternational Cooperation, by numerousactors such as local institutions, NGOs,universities, research centers. The activitieshave been realized in collaboration withinternational organizations, especially thoseof the United Nations, and with theEuropean Union.

The following examples have beenselected from some best practices that theItalian Cooperation has carried out over thelast twenty years in urban areas.

To simplify the understanding of thecontexts, it has been adopted the criterion ofgeographic distribution. However, within themacro-regional areas, uneven realitiescharacterized by different level of socio-economic and political development emergeclearly.

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

9.1. - L’AFRICA SUBSAHARIANA E LA SUAREALTÀ URBANA

Il Continente africano, negli ultimi de-cenni, sta vivendo una radicale metamorfosinel proprio modello di vita, passando dal-l’essere una regione prevalentemente agri-cola, ad una fortemente urbanizzata.L’Africa è il continente a più rapida urbaniz-zazione del mondo, con un tasso di crescitadella popolazione urbana del 3,6 per centoannuo7, il doppio della media mondiale. Allostesso tempo, nelle città vive ancora pocopiù di un terzo della popolazione africana(il 36,3 per cento nel 20108): questo significache, in questo continente, è ancora possi-bile un profondo ripensamento dello svi-luppo urbano secondo paradigmi più soste-nibili. Molto spesso le realtà in crescita

7 The State of African Cities, UN-Habitat 2014.8 ibidem

9.1 – SUB-SAHARAN AFRICA AND ITSURBAN REALITY

In recent decades the African continenthas been experiencing a radicaltransformation in its lifestyle, moving frombeing a mainly agricultural region to aheavily urbanized one. Africa is thecontinent in the world with the fastesturbanization, and, a growth rate of urbanpopulation by 3.6 per cent a year7, twice theworld average. At the same time, only a littleover a third of the African population (36.3per cent in 20108) lives in the cities: thismeans that, on this continent, a profoundrethinking of urban development accordingto more sustainable paradigms is stillpossible. Very often these growing realitiesare actually multiethnic megacities, places

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sono megalopoli multietniche, luoghi discambi – economici, migratori e culturali –che trasformano incessantemente sia lospazio, sia il tessuto sociale urbano. Glislums, in rapida crescita, accolgono ormaioltre il 62 per cento della popolazione ur-bana, mentre il confine fra aree metropoli-tane e zone rurali si fa sempre meno defi-nito9. Questi cambiamenti caotici espesso contraddittori pongono problemi ine-diti di Governance e di gestione dello spazioe dei beni pubblici.

of economic, migratory and culturalexchanges that ceaselessly modify spaceand society. Slums are growing rapidly andnow accommodate more than 62 percent ofthe urban population, while the borderbetween metropolitan and rural areas isbecoming less and less defined9. Thesechaotic and often contradictory changespose new problems of governance andmanagement of space and public goods.

LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

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9 UN-Habitat State of the World’s Cities 2012/2013 – Prosperity of Cities

Etiopia: Regione Oromia - Programma Nazionale WASH,UTL Nairobi.

Ethiopia: Oromia Region - National WASH Programme,Development cooperation office in Nairobi.

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

La Cooperazione italiana in Africa sub-sahariana è stata, tradizionalmente, attivanei settori della sanità, dell’educazione,dello sviluppo rurale, della sicurezza ali-mentare e della gestione delle acque oltreche delle infrastrutture, settore quest’ultimonel quale gode di indiscussa reputazioneed apprezzamento da parte dei beneficiari.Accanto a questi settori ne sono emersi dinuovi, quali migrazione ed agricoltura ur-bana, suscettibili di migliorare ulteriormentel’impatto positivo delle nostre iniziative e lesinergie con le componenti del SistemaPaese, interessate a partecipare alla coo-perazione allo sviluppo. Negli ultimi anni -anche su indicazione dell’OCSE - in un’ot-tica di migliore utilizzo delle risorse dispo-nibili, la Cooperazione italiana ha intrapresoun percorso di concentrazione delle proprierisorse verso un numero limitato di Aree ePaesi prioritari all’interno delle Macro-Re-gioni africane, cercando al contempo dicoinvolgere, in particolare per lo sviluppodell’Africa, energie e competenze messe incampo da altri protagonisti del mondo dellaCooperazione e del settore privato. La Coo-perazione Italiana ha dunque impostato lapropria azione nei confronti del continenteafricano puntando soprattutto sull’approccio“Whole of the Country” ed in particolare hasviluppato programmi con ONG, Regioni,Comuni e OO.II., come si evince dall’esamedi quelle iniziative che vengono descrittequi di seguito e che rappresentano, per laCooperazione italiana, le migliori praticherealizzate in ambito urbano.

The Italian Cooperation in Sub-SaharanAfrica has traditionally been active in thesectors of health, education, ruraldevelopment, food security and watermanagement as well as in the infrastructurefield, a sector for which our country enjoysundisputed reputation and appreciation bythe beneficiaries. In the last years the ItalianDevelopment Cooperation has extended itsactivities to new areas, such as migrationand urban agriculture, which could furtherimprove the positive impact of Italianinitiatives and synergies. On the advice ofthe OECD and with a view to better use ofavailable resources, the Italian Cooperationhas recently embarked on a process ofconcentration of its resources towards alimited number of priority areas andcountries within the African macro-regions,while seeking to involve, in particular forAfrican development, the energy andexpertise coming from other subjects in theworld of cooperation and the private sector.The Italian Cooperation approach for theAfrican continent is the one of “Whole of theCountry” and Italy has developed manyprograms in collaboration with NGOs,regions, municipalities and internationalorganizations, as is clearly shown by theinitiatives described below, which representthe Italian Cooperation’s best practices inurban sector.

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AFRICA ORIENTALE

In Etiopia, la Cooperazione italiana hafinanziato numerosi progetti che avevanocome finalità il miglioramento dell’accessoall’acqua potabile e ai servizi igienici, unodei problemi più urgenti, soprattutto nelleregioni afflitte dalla siccità.

Uno dei progetti più interessanti è statoil programma WaSH (water, sanitation andhygiene) che ha migliorato l’accesso all’ac-qua nelle città della regione Oromia, lavo-rando in collaborazione con l’Ufficio Regio-nale delle Finanze e dello SviluppoEconomico. Il programma dell’importo dicirca 6 milioni di euro ha realizzato la co-struzione, riabilitazione ed estensione dischemi idrici e di infrastrutture per l’igiene.

Anche in Kenya i programmi della Coo-perazione italiana sono concentrati nei set-tori dell’acqua e, in misura minore, della sa-

LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

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Etiopia : Regione Oromia - Programma nazionale WASH,UTL Nairobi.

Ethiopia: Oromia Region - National WASH Programme,Development cooperation office in Nairobi.

EAST AFRICA

In Ethiopia, the Italian Cooperation hasfunded many projects aimed to improveaccess to drinking water and sanitation,which is one of the most pressing problemsof the area, especially in regions affected bydrought.

One of the most interesting projects wasthe WASH program (water, sanitation andhygiene) that improved access to water inthe cities of the Oromia region, incollaboration with the Regional Office ofFinance and Economic Development. Theprogram – with a funding of about 6 millioneuro – has achieved the construction,rehabilitation and extension of watersystems and hygiene facilities.

In Kenya, the programs of the ItalianCooperation have been also focused on thewater – and to a lesser extent – on the

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

nità: il valore complessivo degli interventiin corso è quantificabile in circa 50 milionidi euro. Nel settore idrico, la DGCS ha as-sunto nel 2010 il ruolo di Lead Donor e tut-t’ora sono in corso due importanti interventi,a credito d’aiuto, per la gestione dei progettiidraulici di Kiambere-Kirandich, del valorecomplessivo di 34 milioni di euro.

Il programma riguarda due progetti rela-tivi a due distinte aree geografiche il distrettodi Baringo, (Nord-Ovest del Kenya) e il Di-stretto di Kitui (Est del Kenya). Ciascun pro-getto prevede principalmente, la realizza-zione di un’ampia rete di distribuzione idricae fognaria, con relativi impianti di tratta-mento e depurazione acque ed opere ac-cessorie a servizio complessivamente di 1milione di abitanti.

Con le risorse liberate dall’Accordo diConversione del debito del 2007 e con ilcontributo tecnico-metodologico di UN-Ha-bitat, si stanno realizzando numerosi pro-getti, ciascuno di importo limitato, ma diforte impatto in termini di riduzione della po-vertà e sostegno alle popolazioni locali, trai quali il progetto nello slum di Korogocho,nei pressi di Nairobi.

health sector, with a total investment whichis estimated at around 50 million euros. In2010 the Italian Cooperation has assumedthe role of Lead Donor in the water sectorwith two major soft loan interventions for themanagement of hydraulic program ofKiambere-Kirandich, worth a total of 34million euro.

The program includes two projects in twodistinct geographical areas of the BaringoDistrict (in the North-West of the country)and the District of Kitui (Eastern Kenya).Each project involves mainly theconstruction of a large water and seweragedistribution network, with treatment andwater purification plants and additional worksto guarantee adequate sanitation to a totalof one million inhabitants.

With the resources coming from the 2007Debt Swap Agreement and with thetechnical and methodological contributionof UN-Habitat, Italy and Kenya are realizingnumerous projects, each one with a limitedinvestment but a strong impact in terms ofpoverty reduction and support for localpopulation, including the project in the slumof Korogocho, near Nairobi.

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KENYA

TITOLO

KIDDP Programma di Conversionedel debito Kenya-Italia

FINANZIAMENTO TOTALE

44.000.000 euro (Fondi presso il Go-verno del Kenya)

1.751.270 euro (Fondi a gestione di-retta DGCS)

CANALE

Bilaterale

KENYA

TITLE

KIDDP Kenya-Italy Debt Swapprogram

TOTAL FUNDING

44,000,000 euro (Government ofKenya)

1,751,270 euro (Italian DevelopmentCooperation)

CHANNEL

Bilateral

LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

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Kenya : Riqualificazione nella baraccopoli di Korogocho,Nairobi, UTL Nairobi.

Kenya: Upgrading program in Korogocho slum, Nairobi,Development cooperation office in Nairobi

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

ISTITUZIONE IMPLEMENTATRICE

Governo del Kenya (Ministeri, Enti Lo-cali, regionali e Istituzioni Keniote) e Ge-stione Diretta DGCS

DURATA

10 anni

PARTNER LOCALE

Ministero delle Finanze

STATO DEL PROGETTO

In fase di realizzazione

PROGETTO E OBIETTIVO GENERALE

L’accordo bilaterale di conversione deldebito Kenya-Italia, firmato nell’ottobre2006 ed entrato in vigore nel Gennaio2007, è finalizzato alla conversione deicrediti d’aiuto che il Governo del Kenyaaveva contratto con l’Italia per un importodi 44 milioni di Euro in progetti di sviluppoin favore della lotta alla povertà per unperiodo di dieci anni. In particolare, le ini-ziative sono focalizzate nei settori dellagestione delle risorse idriche, sanitario,formazione professionale e riqualifica-zione urbana. Tali interventi, inizialmentediretti a sei distretti identificati (Kilifi, Nai-robi, Nyandarua, Suba, Tharaka e WestPokot), sono adesso diffusi su tutto ilpaese.

L’obiettivo del programma è quello disupportare il Governo del Kenya nell’im-plementare i Piani nazionali di sviluppomiranti ad una sostenibile crescita eco-nomica, uno stabile aumento dell’occu-pazione ed una progressiva riduzionedella povertà.

LEAD INSTITUTION

Government of Kenya (Ministries, Localand regional institutions and parties ofKenya) and Italian DevelopmentCooperation

DURATION

10 years

LOCAL PARTNER (S)

Ministry of Finance

STATUS

Ongoing

PROJECT AND GENERAL OBJECTIVE

The bilateral debt swap agreementbetween Kenya and Italy, signed inOctober 2006 and entered into force inJanuary 2007, is aimed at the conversionof 44 million euros from ancient softloans that the Government of Kenya hadcontracted with Italy into developmentprojects in support of the fight againstpoverty for a period of ten years. Inparticular, the initiatives are focused onwater management, health care,professional training and urbanrequalification. Such interventions,initially directed to six districts (Kilifi,Nairobi, Nyandarua, Suba, Tharaka andWest Pokot), are now spread throughoutthe country.

The object of the program is tosupport the Government of Kenya inimplementing national developmentplans aimed at sustainable economicgrowth, a stable increase in employmentrates and a progressive reduction ofpoverty.

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RISULTATI

Nel periodo 2007-2014, il Programma,con i fondi convertiti presso il Ministerodelle Finanze Keniano, ha finanziato untotale di 93 progetti di sviluppo di cui 46nel settore idrico, 23 nel settore dell’edu-cazione, 17 nel settore sanitario e 8 nelsettore dello sviluppo urbano per un valorecomplessivo di 33.300.000,00 euro. Cisono ancora 10.700.000,00 euro a dispo-sizione per le iniziative dei prossimi dueanni. Di queste alcune ancora da identifi-care. Il programma si concluderà nel 2017

In merito al settore dello sviluppo ur-bano, l’Italia è impegnata nella riqualifi-

RESULTS

In the period 2007-2014, the programhas funded a total of 93 developmentprojects; 46 of which in the water sector,23 in education field, 17 in the healthsector and 8 in the urban developmentfield for a total value of 33,300,000 euro.There are 10,700,000 euros stillavailable for other initiatives in the nexttwo years, some of these yet to bedefined. The program will end in 2017.

Regarding the area of urbandevelopment, Italy is particularly committedto the urban requalification of the slum ofKorogocho. The intervention aims on the

LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

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Kenya: riqualificazione nella baraccopoli di Korogocho,Nairobi, UTL Nairobi.

Kenya: Upgrading program in Korogocho slum, Nairobi,Development cooperation office in Nairobi

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

cazione urbana dello slum di Korogocho.L’intervento, si prefigge, da un lato, d’af-frontare tutte le problematiche strutturaliper una duratura riabilitazione urbana,dall’altro, d’intervenire a livello politico inmerito alla questione della proprietà dellaterra, indispensabile per aumentare il li-vello di sicurezza degli abitanti delle ba-raccopoli. Oltre ad interventi infrastruttu-rali, il progetto, sulla base di un approccioolistico e partecipativo, volto a risolverele principali problematiche sociali ed ur-banistiche legate alla riqualificazionedell’area, sostiene anche interventi nelsettore sanitario ed idrico al fine d’assi-curare un ampio impatto in termini di lottaalla povertà ed un reale miglioramentodelle condizioni di vita.

one hand to address all structural problemsfor a sustainable urban upgrading, and onthe other hand to intervene at the politicallevel on the issue of land ownership, whichis essential to increase the level of securityof slum dwellers. The project is based ona holistic and participatory approach and,besides the infrastructure work, aims tosolve the main social and urban issuesrelated to rehabilitation, by supportinginterventions in the health and water sectorin order to ensure the broadest impact interms of combating poverty and achievinga real improvement in living conditions.

GUINEA BISSAU

TITOLO

Bambaran pa no ambienti de Buba-que (Protezione per il nostro ambientedi Bubaque)

FINANZIAMENTO TOTALE

146.551,40 euro

68.400,00 euro (contributo RegioneVeneto)

CANALE

Bilaterale

TIPOLOGIA

Dono

GUINEA BISSAU

TITLE

Bambaran pa no ambienti deBubaque (Environmental protection inBubaque)

TOTAL FUNDING

146,551.40 euro

68,400 euro (contribution by theRegion of Veneto)

CHANNEL

Bilateral

CODIFICATION

Grant

AFRICA OCCIDENTALE WEST AFRICA

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LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

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Guinea Bissau: intervento nel settore ambientale e dellacorretta gestione dei rifiuti a Bubaqué, Cooperazione de-centrata.

Guinea Bissau: intervention for environment protectionand proper waste management in Bubaque, DecentralizedCooperation.

ISTITUZIONE IMPLEMENTATRICE

Università Ca’ Foscari di Venezia

DURATA

2 anni (marzo 2012 – giugno 2014)

PARTNER LOCALE

Associação de Desenvolvimento Inte-grado das Mulheres (ADIM)

Associazione Andorinha;

Camera Municipal de Bubaque

STATO DEL PROGETTO

Concluso

PROGETTO E OBIETTIVO GENERALE

Migliorare la situazione igienico sani-taria della città di Bubaqué, isola princi-pale dell’arcipelago delle Bijagos, perrenderla più vivibile da parte della popo-lazione locale e più accogliente, per losviluppo del turismo, principale possibilitàdi sviluppo economico dell’isola stessa.

LEAD INSTITUTION

University Ca’ Foscari of Venice

DURATION

2 years (March 2012 – June 2014)

LOCAL PARTNER (S)

Associação de DesenvolvimentoIntegrado das Mulheres (ADIM)

Associação Andorinha;

Camera Municipal de Bubaque

STATUS

Closed

PROJECT AND GENERAL OBJECTIVE

Improvement of health conditions inthe city of Bubaque, the main island inthe archipelago of Bijagos, to make itmore livable and more welcoming andpromoting tourism as one of the maineconomic development opportunities.

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

Miglioramento delle infrastrutture, inparticolare il nuovo mercato, con l’obiet-tivo di migliorare l’igiene e la pulizia delsito e delle attività che vi si svolgono;

Migliorare la raccolta e la differenzia-zione dei rifiuti non pericolosi; attraversol’identificazione e la corretta gestione deirifiuti pericolosi o potenzialmente a rischioper la salute della popolazione locale edella salubrità ambientale; e l’individua-zione delle aree potenzialmente idoneead ospitare siti di stoccaggio dei rifiuti;

Educazione e formazione nelle scuole;

Percorsi eco turistici ed EcoGuide

RISULTATI

Il mercato di Bubaque è stato dotatodi un sistema igienico-sanitario (cana-lizzazione dell’acqua, servizi igienici,postazioni per il lavaggio del pesce elavabi) efficiente e rispondente ai bi-sogni delle attività delle donne; sonoproprio queste ultime a garantire lasalubrità degli alimenti che preparanoe vendono nel mercato stesso

La popolazione locale è stata sensibi-lizzata alla corretta gestione dei rifiuti,in particolare quelli pericolosi; sonostate individuate delle aree maggior-mente idonee allo stoccaggio dei rifiutistessi, è aumentata la consapevolezzanella popolazione locale sull’impor-tanza di una corretta gestione dei rifiutianche al fine di potenziare le opportu-nità turistiche dell’arcipelago

Aumento della consapevolezza in ma-teria di gestione dei rifiuti e formazionedelle giovani generazioni sulla raccoltadifferenziata dei rifiuti

Riduzione del rischio sanitario di unamancata gestione organizzata del ci-clo dei rifiuti

Improvement of infrastructure, inparticular the new market, with the aim ofimproving the hygiene and the cleaningof the site and promoting local activities.

Improvement in the collection anddifferentiation of non-hazardous waste;through the identification and propermanagement of hazardous or potentiallyhazardous waste and the identification ofpotentially suitable areas to host wastestorage sites.

Education and training in schools.

Eco tourist routes and EcoGuide.

RESULTS

The Bubaque market was equippedwith an efficient sanitation system(water channeling systems, toilets,wash basins and dedicated places towash the fish) that is also responsiveto women’s business needs (they arethe ones who ensure the quality of thefood they prepare and sell in themarket);

The local population has been sensitizedto the proper management of waste,particularly hazardous wastes; the mostsuitable areas for the storage of thewaste have been identified, awarenesson the importance of proper wastemanagement has increased among thelocal population also in the view ofstrengthening the tourism opportunitiesof the archipelago;

Awareness in the field of wastemanagement has increased andyoung generation have been trainedon the separate collection of waste;

Reduction of the health risk of non-organized management of the wastecycle;

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LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

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Incremento della raccolta differenziatapresso le strutture turistiche e nel con-testo urbano

Predisposizione di strumenti multime-diali per la formazione di cittadini edoperatori e di attrezzature operativeper la raccolta differenziata

Definizione e mappatura della rete deipercorsi eco-turistici delle isole oggettodi studio e diffusione dei risultati

Formazione e consegna di attestatoa 5 eco-guide naturalistiche distribuitenelle isole prese in esame

Increase of waste recycling at thetourist facilities and in the urbancontext;

Provision of multimedia tools fortraining on separate collection ofwaste among citizens, businessesand operating facilities;

Definition and mapping of the of eco-tourist paths network of the islandsand dissemination of results;

Training and certification of 5 eco-naturalist guides in the islands.

MOZAMBICO

PROGETTO

Cooperazione Tecnica Trilaterale -Appoggio alla riqualificazione del Bar-rio Chamanculo C nel quadro dellastrategia globale di riordino ed urba-nizzazione degli insediamenti infor-mali del Municipio di Maputo

FINANZIAMENTO TOTALE

2.146.128 euro

CANALE

Bilaterale

TIPOLOGIA

Dono

ISTITUZIONE IMPLEMENTATRICE

Governo del Mozambico/Municipalitàdi Maputo

DGCS

MOZAMBIQUE

TITLE

Trilateral technical cooperation –Support to the urban upgrading of thebarrio Chamanculo C in theframework of the global strategy ofreorganization and urbanization ofinformal settlements in Maputo

TOTAL FUNDING

2,146,128 euro

CHANNEL

Bilateral

CODIFICATION

Grant

LEAD INSTITUTION

Government of Mozambique/City ofMaputo

Italian Development Cooperation

AFRICA MERIDIONALE SOUTHERN AFRICA

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

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Governo Federale del Brasile

Cities Alliance W.B

DURATA

3 anni

PARTNER LOCALE

Municipalità di Maputo

STATO DEL PROGETTO

Concluso

PROGETTO E OBIETTIVO GENERALE

Obiettivo generale è quello di contri-buire allo sviluppo sostenibile ed alla ri-duzione della povertà negli insediamentiinformali a più basso reddito della cittàdi Maputo.

Obiettivo specifico è il supporto allaMunicipalità di Maputo per assicurarecontinuità, con azioni di più ampio re-spiro, al processo di miglioramento dellaqualità di vita della popolazione residentenel Barrio “Chamanculo C” , recente-mente costruito dal Governo locale cuisi aggiunge, quale Obiettivo specifico se-condario, la sperimentazione in loco dimetodologie operative che, ove validate,costituiranno riferimento per l’aggiorna-mento della “Estratégia Global de Reor-denamento e Urbanização” più volte pre-cedentemente richiamata.

RISULTATI

Elaborazione di Studi e Piani, mirati -i primi - alla conoscenza di dettaglio delterritorio ed - i secondi - alla identifica-zione e pianificazione partecipata degliinterventi:

Studio socio-economico dell’area, ela-borato sulla base di interviste individualia campione che consentano la forma-zione di un quadro di dettaglio certo della

Federal Government of Brazil

Cities Alliance W.B

DURATION

3 years

LOCAL PARTNER

City of Maputo

STATUS

Closed

PROJECT AND GENERAL OBJECTIVE

The overall objective of the project isto contribute to sustainable developmentand poverty reduction in informalsettlements with the lowest incomes inthe city of Maputo.

The specific objective is supportingthe City of Maputo to ensure continuitywith broader actions to improve lifequality in the barrio “Chamanculo C”,recently built by the local government,and testing operational methods that, ifvalid, will constitute a reference forupdating the “Estratégia Global deReordenamento e Urbanização”.

RESULTS

Elaboration of studies and plansfocused on the detailed knowledge of theterritory and on the identification andparticipatory planning of the interventions.

Elaboration of a socio-economic studyof the area, developed on the basis ofindividual interviews, in order tounderstand the health, housing,educational, occupational, family andsocial life of the Barrio.

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LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

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situazione sanitaria, abitativa, formativa,lavorativa, familiare e sociale del Barrio;

Elaborazione di:

un Piano Parziale di Urbanizzazione(PPU) dell’area di intervento;

un Piano Particolareggiato (PP) checomprenda studi e progetti esecutivia livello di unità domiciliari e conglo-merati abitativi per la realizzazionedelle opere di ingegneria civile indivi-duate come prioritarie nel PPU;

un Piano di Sviluppo Locale (PSL) cheincluda un Piano di Lavoro Sociale perla implementazione delle azioni di mo-bilizzazione e partecipazione anche la-vorativa della Comunità alle azioni diProgetto;

un Piano di Monitoraggio e Valuta-zione che definisca, secondo principie criteri internazionalmente ricono-sciuti (OCSE, Banca Mondiale) le di-rettrici e le procedure per la registra-zione e l’analisi degli indicatori diProgetto e preveda momenti di verificapartecipata da parte della Comunitàbeneficiaria.

Sostegno allo sviluppo locale, attra-verso:

l’implementazione delle azioni priori-tarie individuate nel Piano di SviluppoSociale;

il rafforzamento dell’organizzazione so-ciale autonoma della Comunità attra-verso lo stimolo ad azioni collettive edil rafforzamento delle citate Associazionie delle reti di solidarietà;

la promozione di iniziative mirate allagenerazione di lavoro e reddito (ap-poggio alla micro imprenditoria locale);

Drafting of:

a Partial Plan of Urbanisation (PPU);

a Detailed plan (DP) which includesstudies and executive projects at levelof house and level and housing unitsfor the construction of civil engineeringprojects identified as priorities in thePPU;

a Local Development Plan (LDP) thatincludes a Social Work Plan aimed atmobilization and participation of thecommunity in the project activities;

a Monitoring and Assessment Planwhich defines, according tointernationally recognized principlesand criteria (e.g. OECD, World Bank),guidelines and procedures for therecording and identification and itprovides moments of participatoryverification done by the beneficiarycommunity.

Support to local development:

implementation of the priority actionsidentified in the Social DevelopmentPlan;

strengthening social of Communityorganization through the stimulus totake collective action and strengtheningof the associations and solidaritynetworks;

promotion of income generatingactivities and support to local microentrepreneurship;

social support during the process ofland regularization and titling ofproperties implemented by the City ofMaputo;

planning and social support during the

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

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l’accompagnamento sociale nel corsodel processo di regolarizzazione fon-diaria e titolazione delle proprietà at-tuato dalla Municipalità;

la pianificazione e l’accompagna-mento sociale nel corso del processodi riallocazione e/o compensazionedelle famiglie correlato alla necessitàdi acquisizione degli spazi fisici daesse occupati per la costruzione delleopere prioritarie;

la promozione di azioni di educazionesanitaria ed ambientale;

il rafforzamento della capacità istitu-zionale (capacity development), attra-verso:

1. la formulazione e l’attuazione diun Programma di formazione delle équi-pes tecniche della Municipalità prepostealla realizzazione del Progetto e deglialtri attori pubblici coinvolti;

2. il supporto per l’implementazionee l’aggiornamento della “EstratégiaGlobal de Reordenamento e Urbani-zação” basato sulla valutazione dei ri-sultati raggiunti dal Progetto;

3. la promozione della condivisionee del confronto con le diverse entitàistituzionali della città di Maputo, conaltri Municipi, con i Partner internazio-nali di Progetto e con le competenti Au-torità nazionali in merito alle esperienzematurate ed alle lezioni apprese nelcorso dell’iniziativa, anche al fine di of-frire concreto contributo allo sviluppodella politica nazionale in materia di in-sediamenti informali.

Opere infrastrutturali prioritarie la cuiselezione, condivisa dalla Comunità diChamanculo secondo un’indagine svolta

relocation and / or compensation of thefamilies whose land is expropriateddue the actuation of the plan.

promotion of health and environmentaleducation.

capacity development through:

1. drafting and implementation of atraining program for the staff of the Cityresponsible for the implementation ofthe project and other public actorsinvolved;

2. support for the updating andimplementation of the “Estratégia Globalde Reordenamento e Urbanização”based on the assessment of the resultsachieved by the project;

3. promotion of results exchangedwith different institutional entities of theCity of Maputo, other municipalities,international partners and competentnational authorities on the experiencegained and lessons learned during theinitiative, also in order to provide aconcrete contribution to thedevelopment of the national policy oninformal settlements.

The realization of priority infrastructureshas been decided together with thecommunity of Chamanculo, according tothe basic needs of the barrio andoptimizing the cost-benefit ratio for theentire community. Local communitymaterials and people have been includedin whole process of environmentalsanitation and transition from the barrio tothe formal city.

Italy is very committed to improve foodsecurity in developing countries. In Maputolive more than 1 million 200 thousand

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LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

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dalla Municipalità, è stata effettuata adot-tando principi di rispondenza agli ambitidi competenza di un’iniziativa di coope-razione come quella delineata, ai suoi li-miti finanziari, alle verificate necessità dibase del Barrio, alla ottimizzazione delrapporto costo-beneficio per l’intera Co-munità, alla opportunità di associarenell’esecuzione risorse umane e materialidella Comunità stessa, alla priorità di av-viare il processo di avvicinamento del-l’insediamento alla città formale e di sa-nitizzazione ambientale.

L’Italia è molto impegnata, attraversola cooperazione, a migliorare la sicurezzaalimentare nei Paesi in via di sviluppo. AMaputo, in particolare, vive più di 1 milionee 200 mila persone, il 4 per cento dellapopolazione del Mozambico: in questocontesto di forte urbanizzazione, semprepiù persone utilizzano il ‘cibo di strada’per il proprio pasto quotidiano. Migliorarelo street food dal punto di vista igienico,qualitativo e nutrizionale è uno degli obiet-tivi della Cooperazione italiana. Il Ministerodegli Affari Esteri e della CooperazioneInternazionale, inoltre, ha presentato re-centemente a Expo i risultati di una ricercasul ‘cibo di strada’ a Maputo.

people, 4 percent of Mozambique’spopulation: in this context of rapidurbanization, more and more peoplechoose the “street food” for their daily meal.Improving the hygiene, quality and nutritionvalue of the street food in Maputo is one ofthe objectives of the Italian Cooperationand the Ministry of Foreign Affairs andInternational Cooperation has recentlypresented the results of an integratedstudy about this complex phenomenon atExpo Milano 2015.

Dall’esame del data base della Coo-perazione italiana risulta che in AfricaSub-Sahariana, in ambito urbano, sonostati finanziati negli ultimi 20 anni 75 pro-getti per un ammontare globale di 433milioni di euro.

The database of the ItalianDevelopment Cooperation shows that75 projects in the urban sector havebeen realized in Sub-Saharan Africa fora total amount of 433 million euro overthe last 20 years.

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9.2. - REGIONE DEL MEDIO ORIENTE EDELL’AFRICA SETTENTRIONALE E BACINODEL MEDITERRANEO

La “Regione del Medio Oriente e del-l’Africa settentrionale” (MENA) e, più ingenerale, il bacino del Mediterraneo, èun’area cui l’Italia è unita da una vicinanzageografica, storica e culturale, che la iden-tificano nel suo complesso, come una delleprincipali direttrici per la proiezione esteraitaliana. Si è dedicata, pertanto, una parti-colare attenzione agli interventi di coopera-zione tesi a sostenere il processo di transi-zione democratica, la crescita economica,con una particolare attenzione al tessutoimprenditoriale e alle azioni a favore delle

9.2. - MIDDLE EAST, NORTH AFRICAAND THE MEDITERRANEAN BASIN

The Middle East and North Africa region (MENA) and, more generally, theMediterranean basin, is linked to Italy by ageographical, historical and culturalproximity that make it one of the main targetof the Italian foreign policy. Therefore, aparticular attention should be devoted tothose cooperation interventions aimed tosupport democratic transition and economicgrowth, with a special focus on theentrepreneurial spirit and the actions infavour of the most vulnerable sections ofthe population.

THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

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fasce più deboli della popolazione in questaregione del mondo.

Una delle sfide che interessano, in partico-lare, lo sviluppo urbano dell’area Mediterraneaè il rapido incremento della popolazione. Icambiamenti demografici in atto, comportanouna rapida crescita della popolazione urbana,e quindi dell’abusivismo edilizio.

Anche il turismo, che concorre per oltreil 15 per cento10 alla formazione del reddito,contribuisce alla pressione sulle città.

Culla della più antica civilizzazione a livelloglobale, la regione mediorientale e nordafri-cana è anche tra le più urbanizzate nelmondo; nel 2010 risiedevano nei paesi Arabi357 milioni di persone, il 56 per cento deiquali vivevano in città. Si prevede che nel2050 questa regione sarà abitata da 646 mi-lioni di persone e la percentuale di coloroche abiteranno in città salirà al 68 per cento11.

La regione si caratterizza per le notevolisfide in campo sociale ed economico, con-nesse alla crescita demografica, all’au-mento della disoccupazione e della povertà.

L’urbanizzazione e il graduale trasferi-mento verso le coste proseguono tuttora,con l’incremento dei flussi turistici nelle zonecostiere. Ciò ha comportato un aggravarsidei problemi connessi all’urbanizzazione,con conseguente aumento della domandadi irrigazione, di drenaggio e di una rete ditrasporto su vasta scala.

Nella consapevolezza del quadro eco-nomico generale dei Paesi della RegioneMediterranea e tenendo conto delle tradi-zioni comuni, la Cooperazione italiana haidentificato quali settori prioritari, in ambito

One of the challenges that affect, inparticular, urban development in theMediterranean area is the rapid increase ofpopulation. The ongoing demographicchanges are leading to a rapid urbanpopulation growth and, therefore, tounauthorized development.

Even tourism, which accounts for over 15per cent of the income10, increases thepressure on the cities.

Cradle of the most ancient civilizations atthe global level, the MENA region is amongthe most urbanized regions in the world; in2010, 357 million people lived in Arabcountries, 56 percent of whom lived in thecities. It is expected that in 2050 about 646million people will live in this region, with apercentage of 68 percent of people living inthe cities11.

The region is characterized by manysocial and economic challenges related topopulation growth, rising unemploymentand poverty.

The urbanization and the gradual moveon the coast is still ongoing, with anincrease in tourism in coastal areas. Thisexacerbates the problems related tourbanization, resulting in increased demandfor irrigation, drainage and transportnetwork on a large scale.

Taking into account the general economicsituation of Mediterranean countries andsome common traditions, the ItalianCooperation has identified the promotion ofcultural heritage and museums, water supplyand social policies (social housing, social

LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

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10 Strategia mediterranea per lo sviluppo sostenibile -Programma ambientale delle Nazioni Unite, e il Pianod'azione mediterraneo - MAP“The State of Arab Cities 2012, Challenges of UrbanTransition”, UN-Habitat, 2012.11 “The State of Arab Cities 2012 , Challenges of UrbanTransition”, UN-Habitat, 2012.

10 Mediterranean Strategy for Sustainable Development -United Nations Environment Programme, and the Medi-terranean Action Plan - MAP11 “The State of Arab Cities 2012, Challenges of UrbanTransition”, UN-Habitat, 2012.

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urbano, la valorizzazione del patrimonio cul-turale e museale, l’approvvigionamentoidrico e le politiche sociali (social housing,integrazione, democrazia, rafforzamentoistituzionale).

Nell’ambito della tutela del Patrimonio cul-turale sono stati realizzati numerosiprogetti.c14,5 milioni di Euro (di cui oltre 10milioni con fondi a credito d’aiuto nell’ambitodel Programma Cultural Heritage and UrbanDevelopment - CHUD in collaborazione conla Banca Mondiale e la Cooperazione fran-cese), hanno riguardato due importanti sitidel patrimonio mondiale UNESCO (Baalbeke Tiro) e la sistemazione museografica el’allestimento del seminterrato del Museo diBeirut. La componente italiana del Pro-gramma CHUD si inserisce in maniera si-nergica e coordinata, in un programma piùampio di interventi mirati alla valorizzazioneculturale e allo sviluppo urbano, promossodal Governo libanese d’intesa con la BancaMondiale. La strategia promossa da BancaMondiale e condivisa dalle Cooperazioni ita-liana francese prevede, in un periodo di circadieci anni e per un impegno globale inizialedi circa 70 milioni di Dollari, di porre le basiper uno sviluppo/miglioramento delle condi-zioni economiche locali, di innalzare lo stan-dard di vita dei centri storici di 5 città secon-darie (Baalbek, Byblos, Sidone, Tripoli eTiro) e di migliorare la conservazione e lagestione del patrimonio architettonico liba-nese. All’interno di tale logica di intervento,la componente italiana del progetto CHUDsi svolge in maniera coordinata ma indipen-dente, e prevede un finanziamento di circa11 milioni di euro destinato ad interventi diriabilitazione e valorizzazione dei centri storici(componente urbanistica), conservazione,valorizzazione e promozione dei siti archeo-logici (componente archeologica), assistenzatecnica alla Direzione Generale per l’Urba-nistica - DGU (componente di rafforzamentoistituzionale).

integration, democracy and institutionalstrengthening) as priority sectors ofintervention in urban areas.

Many projects have been realized withthe aim to protect cultural heritage.

Interventions developed in Lebanon, fora total funding of € 14.5 million (of which over10 million funded through credits under theCultural Heritage and Urban DevelopmentProgramme - CHUD in collaboration with theWorld Bank and the French Cooperation),concerned two important UNESCO worldheritage sites (Baalbeck and Tyre),museum arrangement and the constructionof the basement of the Beirut Museum. TheItalian participation to the CHUD program ispart of a wider program of interventionsaimed at enhancing the cultural and urbandevelopment, promoted by the LebaneseGovernment in partnership with the WorldBank. The strategy promoted by the WorldBank, and shared by the French and ItalianCooperation, aims to lay the foundations fora development / improvement of localeconomic conditions in a period of about tenyears, and for an initial global commitmentof about $ 70 million. It is also aimed to raisethe living standards of 5 secondary cities(Baalbek, Byblos, Sidon, Tripoli and Tyre)and to improve the conservation andmanagement of Lebanon’s architecturalheritage. Within this framework, the Italiancontribution to the CHUD programme hastook place in a coordinated but independentway providing funding of approximately 11million EUR for rehabilitation interventionsand enhancement of historic centers (urbancomponent), conservation, promotion ofarchaeological sites (archaeologicalcomponent) and technical assistance to theGeneral Directorate for Urban Planning -DGU (institutional strengthening component).

THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

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PALESTINA

TITOLO

Jericho Master Plan

FINANZIAMENTO TOTALE

718.579,30 euro

CANALE

Bilaterale

ISTITUZIONE IMPLEMENTATRICE

MAE-DGCS con la supervisionescientifica dell’Università di Ferrara

DURATA

2 anni (marzo 2012 – giugno 2014)

PARTNER LOCALE

Ministero del Turismo e delle Antichità

Ministero del Governo Locale

PALESTINE

TITLE

Jericho Master Plan

TOTAL FUNDING

718,579.30 euro

CHANNEL

Bilateral

LEAD INSTITUTION

Italian Development Cooperation withthe scientific monitoring of the Universityof Ferrara

DURATION

2 years (March 2012 – June 2014)

LOCAL PARTNER (S)

Ministry of Tourism and Antiquities

Ministry of Local Government

LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

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Gerico - Fonte archivio fotografico MAECI. Jericho – Source: photographic archive of the Italian Min-istry of Foreign Affairs and International Cooperation.

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

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STATO DEL PROGETTO

Concluso

PROGETTO E OBIETTIVO GENERALE

Il progetto “Jericho Master Plan” traeorigini dalla Conferenza di Parigi (dicem-bre 2007) nel cui ambito l’Italia aveva an-nunciato un pledge a dono volto al raf-forzamento delle capacità istituzionalipalestinesi.

Obiettivo principale del progetto è ilrafforzamento delle istituzioni prepostealla gestione del territorio di Gerico, fa-vorendo uno sviluppo socio-economicosostenibile attraverso la redazione di unPiano Regolatore per la pianificazioneurbanistica, per l’esecuzione di lavoripubblici, per l’applicazione di politiche fi-scali, di protezione ambientale e di tuteladel patrimonio archeologico-culturale-naturalistico.

Il territorio del Governatorato e dellaMunicipalità di Gerico che ricade intera-mente in Area A (sotto il pieno controllopalestinese), riveste carattere di impor-tanza strategica per la Palestina, nono-stante sia l’unico a confinare con un

STATUS

Closed

PROJECT AND GENERAL OBJECTIVE

The “Jericho Master Plan” projectdraws its origins from the ParisConference (December 2007) in whichItaly had announced a pledge in grantsaimed at strengthening Palestinianinstitutional capacity.

Its main objective is to strengthen theinstitutions engaged in the landmanagement of Jericho, promoting asustainable socio-economic developmentthrough the preparation of a Master Planfor urban planning, for the execution ofpublic works, the application of policiestax, environmental protection andarchaeological, cultural and naturalheritage conservation.

The Governorate and the Municipalityof Jericho, belonging to Area A (entirelyunder Palestinian control), plays astrategic role for Palestine, despite beingthe only territory which borders a country,Jordan, other than Israel (with theexception of the Gaza Strip) and despite

Master Plan di Gerico - Fonte archivio fotografico MAECI.

Master Plan of Jericho - Source: Photographic archive of the Italian Ministry of Foreign Affairs and International Cooperation.

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Paese, la Giordania, diverso da Israele(ad esclusione della Striscia di Gaza) ead essere sottoposto in modo negativoad un processo di costante urbanizza-zione messo in atto sia dagli israelianisia dalla presenza di due grandi campidi rifugiati.

L’avvenuta acquisizione, da parte ditecnici ed amministratori della Municipa-lità di Gerico e del Governatorato, dellecompetenze per l’applicazione degli stru-menti urbanistici di base e dei modelli disviluppo, ha reso il progetto sostenibile.

I continui processi di coinvolgimento edi sensibilizzazione della società civilesono stati, anch’essi, alla base del pro-cesso di cambiamento virtuoso per mi-gliorare le capacità degli enti locali nellagestione coordinata delle aree urbane, ru-rali e archeologiche. In particolare, in con-siderazione dell’eccezionale valore storicoed archeologico dei luoghi, il Master Planha fornito uno strumento di gestione e dicontrollo di un contesto territoriale alta-mente compromesso anche per la totaleassenza di strumenti urbanistici, fissandofinalmente le linee guida indispensabili adassicurare a Gerico il ruolo che meritanell’ambito delle straordinarie offerte cul-turali dell’auspicabile, futuro Stato dellaPalestina.

the fact that is negatively affected by aconstant urbanization process put in placeby both the Israelis and the presence oftwo large refugee camps.

The acquisition of skills forimplementing basic urban planning toolsand models of development, made bytechnicians and administrators of theGovernorate and the Municipality ofJericho, has made the project sustainable.

Also the civil society’s increasedinvolvement and awareness were at thebase of the virtuous change process toimprove the capacity of local authoritiesin the coordinated management of urban,rural and archaeological areas. Inparticular, considering the great historicand archaeological value of places, theMaster Plan has provided a managementand monitoring tool of local context,previously characterized by the lack ofplanning instruments. In this way, it hasfinally set the necessary guidelines toensure Jericho with its rightful role to bepart of the extraordinary cultural offers ofPalestine.

LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

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Nel bacino del Mediterraneo la que-stione dell’approvvigionamento idrico as-sume capitale importanza. Per la coopera-zione italiana, il miglioramento della gestionedelle risorse idriche è stato l’obiettivo di unampio numero di progetti realizzati in questaRegione. Molti sono stati gli attori (in specialmodo Università, Istituti di ricerca, ONG,Cooperazione decentrata) che si sono im-

In the Mediterranean basin the watersupply issue is of paramount importance.The Italian Cooperation set theimprovement of water management as thetarget of a large number of projectsimplemented in this region. Many actors(universities, research institutes, NGOs,decentralized cooperation) have worked inthis sector, both through actions aimed to

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pegnati nel settore, sia attraverso interventifinalizzati a garantire l’accesso all’acqua po-tabile, sia attraverso progetti di conserva-zione e di gestione delle risorse idriche inambito rurale ed in quello urbano.

Nell’area Mediterranea sono stati finanziatiprogetti nel settore idrico in Albania, Algeria,Egitto, Libano, Marocco, Siria e Territori Pa-lestinesi. In questi Paesi gli interventi eranodiretti principalmente alla razionalizzazionedell’uso delle risorse idriche ed alla sua ge-stione in termini di reti fognarie e di depura-zione. Nel vicino Oriente (Giordania ed Iraq)gli interventi sono stati soprattutto rivolti allarazionalizzazione del consumo dell’acqua po-tabile, attraverso la messa a punto di unagestione partecipata delle risorse idriche.

LA REGIONE DEI BALCANI

I paesi dei Balcani presentano proble-matiche socio-economiche molto diverse da-gli altri Paesi dell’area mediterranea: essiconservano in gran parte la propria naturarurale e la crescita urbana non ha ancoraraggiunto le medesime proporzioni della Re-gione del Mediterraneo del Sud. La città bal-canica ha vissuto almeno 4 fasi storiche, chevanno dal totalitarismo del secondo dopo-guerra (anni ’50), alla crescita economica de-gli anni ’60 e ’70, alla stagnazione economicadegli anni ’80 e al collasso dei Regimi deglianni ’90. Alla fine di queste fasi, a partire dal2000 con la fine del conflitto etnico, si è assi-stito ad una crescita esponenziale del feno-meno di rifugiati, sfollati e profughi. Tali feno-meni hanno assunto una dimensionetalmente grande che la Serbia si è ritrovataad essere il paese con il maggior numero dirifugiati in Europa, provenienti prima dallaBosnia, poi dalla Croazia e infine dal Kosovo.

ensure access to clean water, and topreserve and manage water resources inrural and urban areas.

In this region, water projects in Albania,Algeria, Egypt, Lebanon, Morocco, Syriaand the Palestinian Territories have beenfunded. In these countries, interventionswere aimed mainly at rationalizing the useof water resources and their managementin terms of sewerage and sewagenetworks. Whereas in the Middle East(Jordan and Iraq) interventions were mainlyaimed at rationalizing drinking waterconsumption through the development of acommon management of water resources.

THE BALKAN REGION

The Balkans have different socio-economic features from otherMediterranean countries: they preservemost of their rural nature and the urbangrowth has not yet reached the sameproportions as in the SouthernMediterranean Region. Balkan cities havepassed through four historical stages,ranging from the totalitarianism of thesecond post-war period (in the ‘50s), theeconomic growth of the ‘60s and ‘70s, theeconomic stagnation of the ‘80s and thecollapse of the regimes of the ‘90s. Finally,with the end of the ethnic conflict in 2000,there has been an exponential growth ofrefugees, displaced persons and migrants.In this context, Serbia became the countrywith the largest number of refugees inEurope, coming first from Bosnia, Croatiaand then finally from Kosovo.

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Essere senzatetto è una delle peggioriforme di esclusione sociale, in quanto rac-chiude diverse dimensioni: da quella abita-tiva a quella lavorativa, da quella relazionalefino a quella sociale. Spesso con l’abita-zione si perde anche l’identità e il diritto diaccedere ai servizi sociali di base.

In risposta al grave fenomeno dei rifu-giati, la Cooperazione italiana ha finanziatoun programma, realizzato con UN-Habitatin 7 città della Serbia, di cui si presenta lascheda.

Being homeless is one of the worst formsof social exclusion, since it includes severaldimensions: from the housing condition tothe working one, including personal andsocial dimensions. Together with the loss ofthe house it can be lost also the identity andthe right to access to basic social services.

In response to the serious problem ofrefugees, the Italian Cooperation hasfunded a program, realized in collaborationwith UN-Habitat in 7 cities of Serbia, whichis described below.

SERBIA

PROGETTO

PROGRAMMA SIRP – SETTLEMENT AND

INTEGRATION FOR REFUGEES PROGRAM

FINANZIAMENTO TOTALE

15.000.000 euro

CANALE

Multilaterale

ISTITUZIONE IMPLEMENTATRICE

UN-HABITAT

DURATA

3 anni (aprile 2005 – marzo 2009)

PARTNER LOCALE

Ministero delle Infrastrutture

STATO DEL PROGETTO

Concluso

PROGETTO E OBIETTIVO GENERALE

Il programma SIRP, affidato a UN-Ha-bitat per la realizzazione, trae origine dalpledge di 15 milioni di euro espresso dalGoverno italiano nel 2001 a Bruxelles, e

SERBIA

PROJECT

SIRP – SETTLEMENT AND INTEGRATION

FOR REFUGEES PROGRAM

TOTAL FUNDING

15,000,000 euro

CHANNEL

Multilateral

LEAD INSTITUTION

UN-HABITAT

DURATION

3 years (April 2005 – March 2009)

LOCAL PARTNER (S)

Ministry of Infrastructure

STATUS

Closed

PROJECT AND GENERAL OBJECTIVE

The SIRP program, implemented byUN-Habitat, resulted from a pledge of 15million euro announced by the ItalianGovernment in 2001 in Brussels, and

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

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dal successivo Memorandum of Under-standing siglato tra il Ministero degliEsteri italiano e UN-Habitat (settembre2002), per la formulazione e la realizza-zione del Programma.

Obiettivo principale del Programma èil rafforzamento delle capacità delle am-ministrazioni centrali e locali nell’attua-zione delle politiche sociali, in generale,e di edilizia sociale in 7 municipalità dellaSerbia: a ak, Kragujevac, Kraljevo, Niš,Pan evo, Valjevo e Stara Pazova.

RISULTATI

531 nuove abitazioni realizzate nelle7 municipalità partner del Programmae selezione di 140 soluzioni abitativealternative;

“Strategie municipali per l’edilizia pub-blica e sociale” (SMEPS) adottatenelle 7 municipalità partner del Pro-gramma, ivi incluso lo sviluppo di stru-menti istituzionali e di adeguate capa-cità di implementazione;

attività di capacity building e rafforza-mento istituzionale svolte a livello di isti-tuzioni centrali e locali al fine di definire

from the following Memorandum ofUnderstanding signed by the ItalianMinistry of Foreign Affairs and UN-Habitat (Sept. 2002), for the formulationand implementation of the program.

Its main objective is to strengthen thecapacity of central and localadministrations in implementing socialpolicies general and social housingpolicies in 7 municipalities in Serbia:Cacak, Kragujevac, Kraljevo, Nis,Pancevo, Valjevo and Stara Pazova.

RESULTS

531 new houses built in the 7 partnermunicipalities of the program and 140alternative housing solutions selected;

“Municipal Strategies for public andsocial housing” (SMEPS) adopted in 7partner municipalities of theProgramme, including thestrengthening of institutional andimplementation capacity;

Capacity building and institutionalstrengthening activities at the level ofcentral and local institutions in orderto develop integrated strategic plans

Serbia: Programma SIRP di costruzione di alloggi per i rifugiati della guerra nei Balcani, UN-Habitat. Fonte arch. Ana Vuic.

Serbia: SIRP program of housing construction for refugees of the Balkan war, UN-Habitat. Source: archive of Ana Vuic.

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LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

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piani strategici integrati per lo sviluppolocale/territoriale, ivi incluse le relativestrategie di settore e piani di azione;

attività pilota per l’integrazione sociale,economica e civica dei rifugiati appar-tenenti a fasce di reddito basso, comepure di altri gruppi vulnerabili definiti eimplementati attraverso un sistema digestione decentralizzato.

Alle 531 unità abitative finanziate dalProgramma si sono aggiunte 20 unità fi-nanziate dalla Municipalità di Kragujevaccon risorse proprie.

In seguito all’istituzione delle AgenzieMunicipali di Edilizia Pubblica e Sociale(AMEPS), nel corso del biennio 2005-2006 sono stati indetti 7 concorsi nazio-nali per design urbano e architettonico.

Le linee guida per la formulazionedelle SMEPS sono state sviluppate sullabase delle migliori pratiche sviluppate inambito internazionale. Il Programma hasupportato con consulenze e workshople AMEPS durante il processo di formu-lazione delle SMEPS. Il Programma hainoltre organizzato due conferenze na-zionali con l’intento di contribuire alla de-finizione delle SMEPS.

Il Programma ha organizzato seminari,workshop e attività di formazione dei for-matori sui temi della pianificazione dellosviluppo locale sostenibile, con incluseattività pratiche e corsi sull’analisi SWOT,il marketing territoriale, il PCM e il GIS.Al fine di meglio definire la natura deipacchetti di supporto diretto ai beneficiaridelle unità abitative di edilizia pubblica, ilProgramma ha collaborato strettamentecon istituzioni e ONG delle municipalitàpartner. Immediatamente dopo l’asse-

for local / regional development,including sector strategies and actionplans;

Pilot activities for social, economic andcivic integration of low-incomerefugees, as well as of other vulnerablegroups, defined and implementedthrough a decentralized managementsystem.

To the 531 new housing units financedby the program other 20 units financedby the Municipality of Kragujevac wereadded.

Following the establishment of theSocial and Public Construction MunicipalAgencies (AMEPS), during the period2005-2006, 7 national competitions forurban and architectural design werelaunched.

The guidelines for the formulation ofSMEPS were inspired by best practicesdeveloped internationally. The Programhas supported AMEPS through adviceand workshops during the formulation ofSMEPS process. The program has alsoorganized two national conferences withthe aim to contribute to the definition ofSMEPS.

The Program has organized seminars,workshops and training courses on theissues of sustainable local developmentplanning, including practical activitiesand courses on the SWOT analysis,marketing planning, the PCM or GIS. Inorder to better define the nature of thedirect support packages for thebeneficiaries of the housing units ofpublic housing, the program has workedclosely with institutions and NGOsoperating on the partner municipalities.

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

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gnazione delle unità abitative, il Pro-gramma ha reso disponibili i pacchetti asostegno delle famiglie dei rifugiati, creatispecificamente sulle necessità degli as-segnatari che ne hanno fatto richiesta; ilnumero dei pacchetti disponibili è statofissato in 76 per ciascuna municipalitàpartner.

Al fine di contribuire fattivamente al-l’integrazione sociale, economica e ci-vica dei rifugiati e degli altri gruppi vul-nerabili, il Programma ha supportato ladefinizione di meccanismi di partenariatopubblico-privato per l’implementazionedelle strategie municipali di sviluppo eper il rafforzamento della società civile.Inoltre, il Programma ha contribuito asviluppare modelli innovativi di impresasociale. A questo scopo, il programmaha indetto un concorso, selezionando 7progetti, uno per ciascuna municipalitàpartner. Nel corso del Programma sonostate altresì organizzate conferenze, se-minari e workshop al fine di disseminarele migliori pratiche in materia di integra-zione sociale, economica e civica deigruppi vulnerabili.

Immediately after the allocation ofhousing units, the Program has madeavailable the packages supportingrefugees’ families, created specifically onthe needs of beneficiaries who haverequested it; the number of availablepackages has been fixed at 76 for eachpartner municipalities.

In order to actively contribute to thesocial, economic and civic integration ofrefugees and other vulnerable groups,the Programme has supported thedefinition of a public-private partnershipmechanisms for the implementation ofmunicipal development strategies andthe strengthening of civil society. Inaddition, the program has helped todevelop innovative models of socialenterprise. To this aim, the program helda competition selecting 7 projects, onefor each partner municipalities.Moreover, during the program,conferences, seminars and workshopswere organized in order to disseminatebest practices with regard to social,economic and civic inclusion ofvulnerable groups.

The database of the ItalianDevelopment Cooperation shows that 80projects in the urban sector have beenrealized in the Mediterranean basin andthe Middle East for a total amount of 455million euro over the last 20 years.

Dall’esame del data base della Coo-perazione italiana risulta che nel Bacinodel Mediterraneo e nel Vicino Oriente, inambito urbano, sono stati finanziati negliultimi 20 anni 80 progetti per un ammon-tare di 455 Milioni di euro.

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LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

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9.3 – AMERICA CENTRALE E MERIDIONALE

L’America Latina si caratterizza per l’iper-urbanizzazione: quasi l’80 per cento dellapopolazione di questa regione vive nellecittà. Questo fenomeno è indicato tra glispecialisti come “metropolizzazione”, dalmomento che il 14 per cento della popola-zione urbana (65 milioni di persone) vive invere e proprie megalopoli12. Tali fenomenisono la conseguenza dell’espulsione eco-nomica dalla zona rurale, più che di attra-

9.3 – CENTRAL AND SOUTH AMERICA

Latin America is characterized by thehyper-urbanization: almost 80 percent ofthe population of this region lives in cities.Among experts this is referred to as“metropolisation”, since 14 percent of theurban population (65 million people) live inreal megalopolis12. These phenomena arethe consequence of the economicexpulsion from the rural area, rather than ofthe city attraction, which is accompanied by

12 “The State of Latin American and Caribbean Cities”, UN-Habitat 2012.

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

zione delle città, cui si accompagna la pau-perizzazione della popolazione urbana cheva ad ingrossare l’habitat informale: tali in-sediamenti sono noti, nella Regione, cometugurios, villas miserias o favelas. La situa-zione regionale è eterogenea, la propor-zione di popolazione urbana che vive in tu-gurios varia tra il 5 per cento del Surinamee il 70 per cento di Haiti13. A livello generale,si riscontra comunque un certo migliora-mento, con una riduzione della media re-gionale dal 33 per cento del 1990 al 25 percento del 201014.

Nella regione dell’America Latina e deiCaraibi i settori di impegno prioritario negliultimi anni sono stati la sanità, la protezionedell’ambiente, lo sviluppo locale, la promo-zione dello Stato di diritto e, in generale, ilrafforzamento istituzionale, assieme alla te-

the impoverishment of the urban populationthat goes to swell the informal habitats: inthe region these settlements are known as“tugurios”, “villas miserias” or favelas. Thesituation is heterogeneous, the proportionof urban population living in “tugurios”varies between 5 per cent of Suriname and70 percent of Haiti13. In general, there hasbeen some improvement, with a reductionof the regional average by 33 percent in1990 to 25 percent in 201014.

In the region of Latin America and theCaribbean, Italian Development Cooperationhas focused its action on health care,environmental protection, local development,promoting the rule of law and, in general,institutional strengthening, and the cross-sectoral subject of minors. In the last threeyears the priority countries were Bolivia, El

13 Ibidem14 Ibidem

Salvador da Bahia: WKIPEDIA CC BY-SA 3.0 Uploaded by Chumwa.

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matica trasversale dei minori. I Paesi prio-ritari sono stati negli ultimi 3 anni la Bolivia,El Salvador e Cuba. Negli anni precedenti iPaesi prioritari erano in numero maggiore:il Guatemala, Haiti, Perù, Ecuador, Brasile,Argentina ed Uruguay hanno nel passatoricevuto un numero rilevante di progetti eprogrammi, soprattutto in ambito urbano.

La Cooperazione Italiana, inoltre, si è im-pegnata a migliorare il contesto non solo fi-sico ma anche sociale - nella sua accezionepiù larga - degli insediamenti abitativi infor-mali latino-americani, realizzando pro-grammi nel settore dell’urban up-grading,specialmente in America meridionale ed inparticolare in Brasile, dove è presente daoltre vent’anni con programmi e progetti dicooperazione bilaterale e multi-bilaterale.Gli enti locali italiani (Cooperazione decen-trata) e le ONG hanno realizzato, con fi-nanziamenti autonomi o grazie a co-finan-ziamenti del Ministero degli Esteri edell’Unione Europea, numerosissime inizia-tive in collaborazione con enti, associazionied autorità locali brasiliane. Sebbene il Bra-sile non sia considerato oggi un paese prio-ritario per gli interventi della cooperazione,continua l’impegno degli attori non gover-nativi nelle aree più povere del Brasile.

Sulla base di un contesto normativo fa-vorevole al recupero delle aree urbane de-gradate, negli ultimi vent’anni, la Coopera-zione italiana ha realizzato in Brasileprogrammi d’intervento in quattro favelas:Alvorada (Rio de Janeiro) nel 1993, NovosAlagados (Salvador da Bahia) nel 1994, Ri-beira Azul (Salvador de Bahia) nel 2001 eViver Melhor2 (Manaus) nel 2005. In tutti iprogrammi menzionati si è mirato a svilup-pare forme di partenariato tra abitanti edistituzioni locali che hanno favorito il risa-namento delle favelas.

Salvador and Cuba. In previous yearsamong the priority countries there were alsoGuatemala, Haiti, Peru, Ecuador, Brazil,Argentina and Uruguay. All these countriesreceived a significant number of projects andprograms, especially in urban areas.

The Italian Cooperation is alsocommitted to improve the physical andsocial context of informal Latin Americansettlements, implementing programs in thefield of urban up-grading, especially inSouth America and particularly in Brazil,where it has been present for over twentyyears with bilateral and multi-bilateralcooperation projects. Italian local authorities(Decentralized Cooperation) and NGOshave realized numerous initiatives incollaboration with local Brazilian institutionsand associations, with self-financing orthrough co-financing from the Ministry ofForeign Affairs and the European Union.Although Brazil is no longer a prioritycountry for Italian developmentcooperation, non-governmental actors arestill strongly engaged in the poorest areasof Brazil.

In Brazil, on the basis of a regulatoryenvironment conducive to the rehabilitationof degraded urban areas, the ItalianCooperation launched programs in fourfavelas over the last twenty years: Alvorada(Rio de Janeiro) in 1993, Novos Alagados(Salvador da Bahia) in 1994, Ribeira Azul(Salvador de Bahia) in 2001 and ViverMelhor2 (Manaus) in 2005. The overallobjective of all these interventions was todevelop forms of partnership betweeninhabitants and local institutions thatresulted in the restoration of the favelas.

LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

ECUADOR

PROGETTO

Programma di sviluppo economicosostenibile nel quadro di un nuovo as-setto della pianificazione territorialedell’area umida “Humedal Abras deMantequilla”.

FINANZIAMENTO TOTALE

335.421 euro (Costo totale del pro-getto)

70.000 euro (contributo Regione Ve-neto)

CANALE

Bilaterale

ISTITUZIONE IMPLEMENTATRICE

Istituto Universitario di Architettura diVenezia

DURATA

Triennale (2011 – 2013)

PARTNER LOCALE

Gobierno Provincial de Los Ríos; Man-comunidad Abras de Mantequilla

SENPLADES Zona 5

ART/PNUD_Programma di Articola-zione di Reti Territoriali

UNDP (Programma delle NazioniUnite per lo Sviluppo)

STATO DEL PROGETTO

Concluso

PROGETTO E OBIETTIVO GENERALE

Contribuire allo sviluppo economico esostenibile delle famiglie dei “recintos”coinvolte all’interno del nuovo quadro dipianificazione territoriale dell’area umida“Abras de Mantequilla”, in accordo con lanuova legge urbanistica dell’Ecuador.

ECUADOR

TITLE

Sustainable economic developmentprogram in the framework of a newstructure of the regional planning ofthe wetland “Abras de Mantequilla”.

TOTAL FUNDING

335,421 euro (total cost of the project)

70,000 euro (Contribution from theRegion of Veneto)

CHANNEL

Bilateral

LEAD INSTITUTION

(IUAV, University Institute ofArchitecture of Venice)

DURATION

3 years (2011 – 2013)

LOCAL PARTNER

Gobierno Provincial de Los Ríos/Mancomunidad Abras de Mantequilla

SENPLADES Zona 5

ART/PNUD_ Articulation Program ofTerritorial Networks

UNDP, United Nations DevelopmentProgramme

STATUS

Closed

PROJECT AND GENERAL OBJECTIVE

According to Ecuador’s new planninglaw the project contribute to the economicand sustainable development of thefamilies of “recintos” involved in the newspatial planning of the wetland “Abras deMantequilla”.

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RISULTATI:

Le azioni previste dal Progetto sonostate :

Supportare il piano di formazionedei tecnici e degli attori locali coinvolti;

Supportare l’attuazione del nuovo si-stema di pianificazione dell’ente territo-riale “Mancomunidad Abras de Mante-quilla”;

Supportare i partner locali nella defi-nizione del piano di gestione ambien-tale per l’area di “Abras de Mante-quilla”;

Garantire la formazione dei tecnici lo-cali per l’attuazione dei nuovi piani;

Divulgazione e comunicazione dei ri-sultati finalizzando gli esiti alla proget-tazione di un’iniziativa trans-nazionalenell’ambito della nuova programma-zione europea 2014-2020.

Almeno 24 tecnici operanti nelle am-ministrazioni locali coinvolte nell’areastudio, hanno partecipato alle attivitàdi formazione;

Ricercatori IUAV di Venezia hanno ga-rantito assistenza ai tecnici della Man-comunidad;

Almeno 2 persone coinvolte nel pro-cesso di formulazione dei PODThanno realizzato uno scambio conIUAV e Regione Veneto (visita di stu-dio e formazione);

70 partecipanti tra gli attori locali, rap-presentanti dei quartieri e delle areeincluse nei 15 ambiti di pianificazione;

Affiancamento all’attuazione di 5 pianilocali;

Ricercatori IUAV e UNDP hanno ga-

RESULTS

Contribute to the training plan of thetechnicians and local authorities involved;

Supporting the implementation of thenew local authority planning system“Mancomunidad Abras deMantequilla”;

Supporting local partners in thedefinition of the environmentalmanagement plan for the area of“Abras de Mantequilla”;

Ensure the training of local techniciansfor the implementation of the newplans;

Dissemination and communication ofresults finalizing their findings to thedesign of trans-national initiative in thenew European programming 2014-2020.

At least 24 technicians working in thelocal administrations involved in thestudy have participated in trainingactivities;

Researchers from the IUAV of Venicehave guaranteed technical assistanceto the Mancomunidad;

At least two people, involved in theformulation of PODT have made anexchange with IUAV and the Regionof Veneto (study visit and training);

70 participants, among local actorsrepresentatives of neighborhoodsareas included in the 15 areas ofplanning, are involved in theparticipatory mechanism;

Supporting the implementation of the5 local urban plans;

IUAV and UNDP researchers haveguaranteed assistance and trainingfrom a distance;

LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

rantito assistenza e formazione anchea distanza;

Completamento ed implementazionedel piano;

Assistenza a distanza ai partner coin-volti;

Attuazione del Plan de Desarollo Locale del Plan de Manejo di Abras de Man-tequilla.

Completion and implementation of theplan;

Remote assistance to the partnersinvolved;

Implementation of the “Plan deDesarrollo Local” and “Plan de Manejoof Abras de Mantequilla”.

CUBA

A Cuba, la cooperazione italiana hastabilito quali settori prioritari l’agricolturaurbana e il patrimonio culturale e i minori.

PROGETTO

“Programa de apoyo al proceso derecuperación integral del Centro His-tórico de La Habana: Proyecto de for-talecimiento del sistema de centralidadprincipal y sus ejes de interconexiónen el sector Plaza Vieja-Plaza delCristo”

FINANZIAMENTO TOTALE

1.324.872 euro e CUP 2.950.170

TIPOLOGIA

Dono

CANALE

Bilaterale

ISTITUZIONE IMPLEMENTATRICE

IILA

DGCS

Oficina de l’Historiador (OHCH) di L’A-vana (Cuba)

CUBA

The Italian Cooperation priority areasof intervention in Cuba are urbanagriculture, the valorization of culturalheritage and protection of minors.

TITLE

“Programa de apoyo al proceso derecuperación integral del CentroHistórico de La Habana: Proyecto defortalecimiento del sistema decentralidad principal y sus ejes deinterconexión en el sector Plaza Vieja-Plaza del Cristo”

TOTAL FUNDING

1,324,872 euro and CUP 2,950,170

CODIFICATION

Grant

CHANNEL

BilateralLEAD INSTITUTION

IILA, Italian Latin-American InstituteItalian Development CooperationOficina de l’Historiador (OHCH) ofHavana (Cuba)

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LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

80

DURATA

3 anni

PARTNER LOCALI

MINCEX

OHCH

STATO DEL PROGETTO

In corso di realizzazione

PROGETTO E OBIETTIVO GENERALE

Il progetto ha lo scopo di contribuire alprocesso di rivitalizzazione integrale ed in-tegrata del Centro Storico di L’Avana av-viato dal Governo cubano. Tale scopo èperseguito attraverso il recupero progres-sivo del Patrimonio storico-culturale ed, inparticolare, la riqualificazione, secondo ag-giornate metodiche progettuali, costruttivee di restauro, dei 3 edifici di pregio storico-architettonico, nonché la realizzazione diun quarto edificio di edilizia sociale in arealimitrofa per consentire il trasferimento, du-rante i lavori di riabilitazione/restauro, degliabitanti degli edifici da restaurare.

RISULTATI

Realizzato un immobile di nuova co-struzione per consentire la riabilitazionedegli edifici di civile abitazione in viaMercaderes 265 e via Villegas 359

Riabilitato l’edificio di civile abitazionein via Mercaderes 265 per un totale din.12 alloggi

Riabilitato l’edificio di civile abitazionein via Villegas 359 per un totale di 15alloggi

Riabilitato l’edificio scolastico “Secun-daria Básica Arturo Vilaboy”

Migliorata la capacità tecnica nell’ese-cuzione e gestione del processo di ria-bilitazione costruttiva del patrimoniostorico-architettonico de L’Avana deglispecialisti e tecnici locali coinvolti nellarealizzazione del Progetto.

DURATION

3 years

LOCAL PARTNERS

MINCEX

OHCH

STATUS

Ongoing

PROJECT AND GENERAL OBJECTIVE

The project aims to contribute to theintegral and integrated revitalization of thehistorical center of Havana initiated by theCuban government. The intervention aimsto the gradual recovery of the historicaland cultural heritage and, according tolatest design methods, to therequalification and restoration of threebuildings, as well as the construction of asocial housing building in the neighboringarea to allow the transfer of the inhabitantsof the buildings to be restored during theworks of rehabilitation / restoration.

RESULTS

A newly built property to allow therehabilitation of residential buildings inCalle Mercaderes 265 and CalleVillegas 359;

Rehabilitation of the residentialbuilding in Calle Mercaderes 265 for atotal of 12 accommodations;

Rehabilitation of the residentialbuilding in Calle Villegas 359 for atotal of 15 accommodations;

Rehabilitation of the school“Secundaria Básica Arturo Vilaboy”;

Improved technical capacity of localspecialists and technicians involved inthe execution and management of therehabilitation of historical andarchitectural heritage of Havana.

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

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SOSTENIBILITÀ

La sostenibilità complessiva di un in-tervento come il presente Progetto è,evidentemente, funzione della volontàdel Governo locale di procedere nel-l’attuazione del “Plano Estrategico deDesarrollo Integral/PEDI” del CentroStorico di L’Avana secondo le prioritàindividuate e la sua capacità finanziariadi complemento alla contribuzione ita-liana. Tale volontà appare confermatadalla continuità ormai “storica” del-l’azione dell’OHCH e dalla pervicaciadimostrata nel tempo nel raggiungi-mento degli obiettivi prefissati dal PEDI. La tipologia dell’iniziativa non offre spazia ritorni diretti di natura economico-fi-nanziaria. Benefici quantizzabili sonoriferibili solo alla più generale economiasociale dell’area di intervento che neha certamente beneficiato, sia in terminidi miglioramento della qualità di vita de-gli abitanti, sia in termini di immagineper una città - L’Avana - che punta sem-pre più sullo sviluppo del turismo comestrumento di crescita economica ( so-stenibilità economica). Sono insiti nella natura dell’interventoil positivo impatto ambientale ed il per-manere nel tempo del beneficio che èfunzione del livello di efficienza del si-stema manutentivo locale. In proposito,si precisa che al termine degli interventidi conservazione e riqualificazione, gliedifici rientreranno all’interno del “Pianodi Manutenzione” degli immobili recu-perati predisposto dall’OHCH nel qualeè prevista come fattore essenziale equalificante la partecipazione attivadelle Comunità beneficiarie (impattoambientale).

SUSTAINABILITY

The overall sustainability of this projectdepends on the local government willto proceed with the implementation ofthe “Plano Estratégico de DesarrolloIntegral / PEDI” of the historical centerof Havana in response to identifiedpriorities and according to its financialability. This desire appears reinforcedby the historic continuity andobstinacy of OHCH, proved over timein achieving the objectives set by thePEDI.

The initiative does not offer space todirect economic-financial returns.Quantifiable benefits are referable onlyto the more general social economy ofthe area of intervention: both the cityand its inhabitants have certainlybenefited from the project and are nowincreasingly aiming to the developmentof tourism as a tool for economicgrowth (economic sustainability).

The positive environmental impact andthe persistence over time of thebenefits of the intervention are clear.At the end of the conservation andrehabilitation interventions, all buildingswill fall within the “MaintenanceSchedule” of recovered propertiesalready prepared by OHCH, for whichis the active participation of thetargeted communities is an essentialqualifying factor (environmental impact).

The database of the ItalianDevelopment Cooperation shows that 48projects have been funded for a totalamount of 83 million euro in urban areasof Central and South America over thelast 20 years.

Dall’esame del data base della Coo-perazione italiana risulta che in AmericaCentrale e meridionale, in ambito ur-bano, sono stati finanziati negli ultimi 20anni 48 progetti per un ammontare glo-bale di 83 milioni di euro.

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LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

82

9.4 – ASIA

Sebbene rappresenti ancora un conti-nente prevalentemente rurale, l’Asia si è ur-banizzata, negli ultimi decenni, a ritmi par-ticolarmente sostenuti.

In Asia orientale e meridionale, più dellametà (il 52 per cento15) della popolazionerisiede nelle città, e tale numero è in co-stante aumento. Lo straordinario sviluppourbano dell’Asia è testimoniato dal fatto chegià ora oltre la metà dei 3.9 miliardi di per-sone urbane vivono nelle città asiatiche16.La crescita ha generato un aumento delladomanda di servizi pubblici (quali acqua,elettricità, raccolta dei rifiuti solidi urbani),che sovente sono risultati inadeguati alleesigenze della nuova popolazione urbana17.

9.4 – ASIA

Even though Asia still represents amainly rural continent, in recent decades itsurbanization has grown at a very rapidpace.

In East and South Asia, more than half (52percent15) of the population live in cities, andthe number is steadily increasing. Theextraordinary urban development of Asia ishighlighted by the fact that more than half ofthe 3.9 billion urban people still live in Asiancities16. This growth has generated anincreased demand for public services (suchas water, electricity, collection of municipalsolid waste), which sometimes have beeninadequate to the needs of the new urbanpopulation17.

15 World Urbanization Prospects, 201416 UN Habitat ‘The State of Asian Cities’ Report, 201517 ibidem

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

Le scelte della Cooperazione italiana inAsia sono volte a promuovere la riduzionedella povertà, la stabilizzazione ed il raffor-zamento istituzionale nel Sud Est asiaticoin generale, e in special modo nell’area af-ghano-pakistana, con interventi in partico-lare, nei settori dell’inclusione sociale, dellasostenibilità ambientale, della sanità pub-blica, della gestione delle risorse idriche edella tutela del patrimonio culturale.

I Paesi prioritari, nel continente asiatico,sono attualmente l’Afghanistan, il Pakistaned il Myanmar. A fronte di un maggiore im-pegno in questi Paesi, è rimasta tuttavia si-gnificativa, attraverso i progetti tuttora incorso, la presenza della Cooperazione ita-liana anche in Vietnam, in Cina, nelle Filip-pine, e, in misura più limitata, in India, Coreadel Nord, Cambogia, Piccoli Stati Insularidel Pacifico, Mongolia e Nepal.

Nell’ambito degli interventi in Vietnam, ilsettore idrico-ambientale rappresenta unacomponente altamente prioritaria ed econo-micamente rilevante. Infatti, alla fine del 2007e agli inizi del 2008, coerentemente con leiniziative pregresse ed in corso, sono statiapprovati tre finanziamenti a credito d’aiuto.I quattro programmi idrici sono in fase di rea-lizzazione e riguardano le città di Binh Thuan,Ca Mau City, Nui Thanh e Quang Ngai perun ammontare di 40 milioni di euro.

Si presenta, in basso, la scheda di unafra le iniziative più significative della Coope-razione italiana nel continente asiatico, nelcontesto degli interventi volti a promuoverela stabilizzazione e lo sviluppo sostenibiledella regione afghano-pakistana. Molte ini-ziative si sono concentrate nell’area di Herat,ove l’Italia è presente nell’ambito delle mis-sioni NATO International Security AssistanceForce (ISAF) e Resolute Support.

The aims of the Italian DevelopmentCooperation in Asia are to promote povertyreduction, stabilization and institution-building in South East Asia in general, andin the Afghan-Pakistani area in particular,with interventions in the sectors of socialinclusion, environmental sustainability,public health, water resource managementand protection of cultural heritage.

Currently, Afghanistan, Pakistan andMyanmar are the priority countries.However, in the face of increased efforts inthese countries, it is still significant, throughmany ongoing projects, the presence ofItalian Cooperation also in Vietnam, China,Philippines, and, to a lesser extent, India,North Korea, Cambodia, Small IslandStates of the Pacific, Mongolia and Nepal.

In Vietnam, the environment and thewater sector represent a very high andeconomically important priorities. In fact, inlate 2007 and early 2008, in line withprevious and ongoing initiatives, three softloans have been funded. Four waterprograms are being implemented in thecities of Binh Thuan, Ca Mau City, NuiThanh and Quang Ngai for a total amountof 40 million euros.

One of the most important initiatives ofthe Italian Cooperation in Asia, aimed topromote stability and sustainabledevelopment in the Afghan-Pakistaniregion, is fully described below. Manyprojects are concentrated in the areanearby Herat, where Italy is part of NATO’sInternational Security Assistance Forcemission (ISAF) and Resolute Support.

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AFGHANISTAN

La Cooperazione italiana, in colla-borazione con l’Università di Firenze,ha realizzato ad Herat (Afghanistan) 5programmi finalizzati al rafforzamentodelle capacità dei Governi Locali af-ghani in materia di analisi e di svi-luppo di piani strategici urbani

FINANZIAMENTO TOTALE

1.407.670 euro

CANALE

Bilaterale

ISTITUZIONE IMPLEMENTATRICE

Università degli Studi di Firenze

DURATA COMPLESSIVA

5 anni (dall’1.10.2010 al 30.9.2015)

PARTNER LOCALE

Ministero per lo Sviluppo Urbano del-l’Afghanistan, Dipartimento per lo Svi-luppo Urbano di Herat e Municipalità diHerat.

STATO DEL PROGETTO

Chiuso

PROGETTO E OBIETTIVO GENERALE

Obiettivo principale del Progetto è ilrafforzamento – nel quadro del previstoprocesso di decentramento delle funzioni– delle capacità di governo del territoriodegli organismi periferici heratini, me-diante lo sviluppo di efficaci strumentitecnici (piani), la formazione di personalecompetente, nonché la sensibilizzazioneed il coinvolgimento della società civileriguardo a questa importante tematica.

AFGHANISTAN

The Italian Cooperation, incollaboration with the University ofFlorence, has realized in Herat(Afghanistan) 5 programs aimed tostrengthen the capacities of theAfghan Local Governments in thefield of analysis and strategic plans ofurban developmentTOTAL FUNDING

1,407,670 euro

CHANNEL

Bilateral

LEAD INSTITUTION

University of Florence

DURATION

5 years (From 1.10.2010 to30.9.2015)

LOCAL PARTNER (S)

Afghan Ministry of UrbanDevelopment, Department for UrbanDevelopment of Herat and theMunicipality of Herat.

STATUS

Closed

PROJECT AND GENERAL OBJECTIVE

The main objective of the project isstrengthening - within the framework of theintended process of decentralization offunctions - the governance capacity of localinstitutions of Herat and its surroundingterritory, through the development ofeffective technical tools (plans), the trainingof competent personnel, as well as theraising awareness and involvement of civilsociety.

LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

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RISULTATI

Creazione di un quadro conoscitivoapprofondito ed aggiornato della re-altà heratina relativamente alle dina-miche demografiche, socio-economi-che, infrastrutturali, dei servizi edabitative.

Creazione di un geo-database digitaledei dati e produzione in ambiente GISdi cartografia aggiornata sulle suddettedinamiche.

Realizzazione del Masterplan Strate-gico per la città di Herat (2013), chesostituisce il precedente strumento digestione urbanistica risalente al 1963.

Realizzazione del Piano di Sviluppo(o Piano Regolatore Generale) per ilDistretto 9 (2015), con funzione pilotaper l’implementazione del MasterplanStrategico negli altri distretti urbani.

Assunzione della tematica di generenel Piano di Sviluppo Distretto 9.

Realizzazione del Piano per la Mobi-lità Sostenibile per la città di Herat(2015), come primo piano di settoreper l’implementazione del MasterplanStrategico.

Assunzione delle tematiche ambientali,di genere e della sostenibilità nel Pianoper la Mobilità Sostenibile per la città diHerat.

Formazione – attraverso la frequenzaa due cicli del Master in Urban Analy-sis and Management (2011 e 2012) –di 18 quadri (fra cui 4 donne), che co-stituiscono di fatto un gruppo all’avan-guardia nel panorama della pianifica-zione territoriale afghana.

RESULTS

Creation of an updated knowledgeframework of Herat with a particularattention on demographic, socio-economic, infrastructure, services andhousing dynamics.

Creation of a digital geo-databasewith data and production of GISmapping updated on these dynamics.

Implementation of the StrategicMaster Plan for the city of Herat(2013), which replaces the previousurban planning management datingback to 1963.

Implementation of the DevelopmentPlan (or Master Plan) for the Districtnumber 9 (2015), as a pilot project forimplementing the Strategic MasterPlan in other urban districts.

Inclusion of the gender issue in theDevelopment Plan of District n. 9.

Implementation of a SustainableMobility Plan in Herat (2015), as thefirst sector plan for the implementationof the Strategic Master Plan.

Inclusion of environmental, genderand sustainability issues in theSustainable Mobility Plan in Herat.

Training - by attending two cycles ofthe Master in Urban Analysis andManagement (2011 and 2012) - 18managements (including 4 women),the latter forming an avant-garde groupin the context of the Afghan landplanning.

Transfer of knowledge on training andmanagement of territorial plans toemployees of the Herat Departmentfor Urban Development and theMunicipality of Herat.

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Trasferimento di conoscenza sulla for-mazione e gestione dei piani territorialia personale del Herat Department forUrban Development e della Municipa-lità di Herat.

SOSTENIBILITÀ

La sostenibilità del programma de-scritto può essere valutata molto positi-vamente con riferimento ai seguentiaspetti:

Acquisizione di competenze per im-plementare i piani sviluppati in coope-razione.

Acquisizione di competenze per svi-luppare in futuro autonomamente pianiterritoriali e settoriali.

Rafforzamento dell’organismo perife-rico del Ministero per lo Sviluppo Ur-bano e conseguente avanzamento delprocesso di decentramento delle fun-zioni di pianificazione territoriale.

Sensibilizzazione della società civilecirca l’importanza del governo del ter-ritorio e la partecipazione ai processidecisionali.

SUSTAINABILITY

The sustainability of the describedprogram can be positively assessedconsidering the following aspects:

The acquisition of skills to implementthe plans developed in cooperation.

The acquisition of skills to manage, inthe future, independently territorialand sectoral plans.

The strengthening of the peripheralbody of the Ministry of UrbanDevelopment and the improvement ofthe decentralization of functions ofurban planning.

Raising awareness of civil societyabout the importance of the territorialgovernment and participation indecision-making processes.

LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

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10. LA COOPERAZIONE ITALIANA INAMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015:DATI

L’analisi degli interventi della Coopera-zione Italiana in ambito urbano realizzati trail 1996 ed il 2015 ha comportato l’elabora-zione di un database che ha preso in con-siderazione i progetti, il cui finanziamentototale allocato dal MAECI è stato superioreo uguale a 500.000,00 euro.

La ricerca ha comportato un esame del-l’andamento sia dei finanziamenti (intesi

10. THE ITALIAN COOPERATION INURBAN AREAS FROM 1996 TO 2016:SOME DATA

The analysis of the Italian Cooperationinterventions in urban areas made between1996 and 2015 resulted in a database thatincludes projects whose total fundingallocated by the Ministry of Foreign Affairsand International Cooperation has beengreater than or equal to 500,000 euro.

The research has included a review oftrends in both funding (defined as amounts

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

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Grafico 10.A. Risorse allocate dalla cooperazione italianaper le iniziative in ambito urbano dal 1996 al 2015, ripartiteper annualità.

Chart 10.A. Resources allocated by the Italian Coopera-tion by initiatives in urban areas from 1996 to 2015, brokendown by year.

come ammontare allocato per ogni progetto),sia del numero dei progetti deliberati. Dai gra-fici si può notare come le due curve, quelladell’ammontare delle risorse (Grafico 10.A.)e quella del numero di progetti (Grafico 10.B)non abbiano sempre lo stesso tipo di svi-luppo. Negli anni nei quali la tematica fu con-siderata relativamente non prioritaria comenel 1997 infatti, si è registrato il minimo nella

allocated for each project) and the numberof approved projects. The graphs show thatthe two curves, the amount of resources(Chart 10.A) and the number of projects(chart 10.B), have not always followed thesame type of development. In the years inwhich the subject of urban development wasnot considered as a priority (such as in 1997)there has been minimal investments; while

Grafico 10.B. Numero di progetti finanziati dalla cooper-azione italiana per le iniziative in ambito urbano dal 1996al 2015 per anno di finanziamento.

Chart 10.B. Number of projects funded by the Italian Co-operation for initiatives in urban areas from 1996 to 2015per year of funding.

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serie storica considerata; mentre, al contrario,si notano alti valori di investimento in progettiurbani, quando questa tematica è stata postaal centro della strategia della cooperazioneitaliana, come ad esempio nel 2008, come sivede nel Grafico 10.A. Nei valori intermedi,invece, si può riscontrare, a fronte di un nu-mero crescente di progetti, una tendenza allariduzione del totale allocato: questa mancatacoincidenza dei due valori è legata alla tipo-logia dei progetti, il cui costo evidentementecresce quando tra le attività finanziate c’èuna importante componente di opere infra-strutturali, mentre scende quando le attivitàimplementate sono di tipo “soft” (quali Go-vernance e Capacity building).

Nei periodi intermedi che vanno dal 1997al 2000 così come dal 2005 al 2008, in virtùdei progetti realizzati in Brasile ed in Serbia,si è assistito ad un rapido recupero del set-tore urbano e delle attività di slum up-gra-ding. La forte riduzione degli investimentinel settore urbano a partire dalla fine del2008 è collegata alla crisi finanziaria mon-diale che ha comportato anche una ridu-zione dei fondi per la Cooperazione.

Per analizzare in maniera più dettagliata ildato aggregato, si è ritenuto utile suddividerei progetti in 8 categorie d’intervento, che cor-rispondono alle modalità di classificazionedella cooperazione italiana:

Patrimonio Culturale.

Idrico.

Agricoltura Urbana.

Rifiuti.

Governance.

Sviluppo Urbano-Infrastrutture.

Sociale-Povertà-Salute.

Migrazione.

Se si considerano i progetti sulla basedell’ammontare, i macro-settori (Tab. 10.A

the graphs show high investment in urbanprojects when this issue was at the center ofthe Italian cooperation strategy (such as in2008, as seen in chart 10.A). In theintermediate values, it is possible to observea general increase in the number of projects,associated to a trend towards reduction ofthe total funding: this mismatch of the twovalues is linked to the type of projects, thecost of which obviously increases whenthere are important components ofinfrastructure works, as it descends whenthe implemented activities are “soft” type(such as governance and capacity building).

In the interim periods ranging from 1997to 2000, as well as from 2005 to 2008, byvirtue of projects in Brazil and Serbia, therehas been a rapid recovery of the urbansector and of slum up-grading activities.The strong reduction in the urban sectorinvestment as of the end of 2008 is linkedto the global financial crisis that has also ledto a general reduction in funds allocated todevelopment cooperation.

For a more detailed analysis of theaggregate data, projects have beengrouped in eight intervention categories,corresponding to the classification of theItalian Cooperation:

Cultural heritage

Water and sanitation

Urban agriculture

Waste management

Governance

Urban development and infrastructures

Social-Poverty-Health

Migrations

If we look at the projects on the basis ofthe allocation of funding, the macro-areas(see table 10.A and chart 10.D) that received

LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

e Grafico 10.D) che hanno ricevuto i mag-giori finanziamenti riguardano l’ambito in-frastrutturale. Si posiziona al primo posto ilsettore idrico con un ammontare di333.237.855 euro. Ciò è dovuto, come ov-vio, agli elevati investimenti che, per suanatura, il settore comporta. Al secondo e alterzo posto, rispettivamente con272.647.163 e 192.927.781 euro, si collo-cano i macro-settori Governance e Svi-luppo Urbano-Infrastrutture.

Tab.10.A - Finanziamenti allocati dalla Cooperazione ital-iana per iniziative in ambito urbano ripartite per settore.

Al primo posto per numero di progetti fi-nanziati si colloca il macro-settore sociale-povertà-salute con 75 progetti finanziati. Ilmacro-settore della Governance si classificaal secondo posto con 39 progetti. La Coo-perazione italiana ha, negli anni, investitoimportanti risorse in quest’ultimo macro-set-tore ritenendo fondamentale, specialmentein ambito urbano, l’impegno per il rafforza-mento istituzionale. Il settore “Idrico” si po-siziona, questa volta, al terzo posto, con ilfinanziamento di 33 progetti nei vent’annipresi in esame.

Un altro settore prioritario per la Coopera-zione Italiana è quello del “Patrimonio Cul-

FINANZIAMENTI ALLOCATI PER SETTORE

PATRIMONIO CULTURALE € 56.764.972

IDRICO € 333.237.855

AGRICOLTURA URBANA € 2.701.640

RIFIUTI € 18.479.64

GOVERNANCE € 272.647.163

SVILUPPO URBANO-INFRASTRUTTURE € 192.927.781

SOCIALE-POVERTÀ-SALUTE € 147.913.738

MIGRAZIONI € 31.800.000

more funding are related to the infrastructurefield. The Water and Sanitation sectorranks first with a total amount of 333,237,855euro. This is obviously due to the highinvestments that, by its nature, this sectorrequires. Macro-areas of Governance andUrban development and Infrastructurestake the second and third place, respectivelywith 272,647,163 and 192,927,781 euros.

Table 10.A - Italian Development Cooperation funding Forurban initiatives grouped by sector.

The first sector for the number of projectsfunded is the Social-Poverty-Health sectorwith 75 projects funded. Governance rankssecond with 39 projects. Over the years, theItalian Cooperation has invested significantresources in this macro-sector consideringessential, especially in urban areas, thecommitment to institutional strengthening.The Water and Sanitation sector ranksthird, with 33 projects financed in the twolast decades.

Another priority area of intervention forthe Italian Cooperation is the valorization ofthe Cultural Heritage with 56,764,972euros invested in 25 projects; this sector is

FUNDING GROUPED BY SECTORS

CULTURAL HERITAGE € 56,764,972

WATER AND SANITATION € 333,237,855

URBAN AGRICULTURE € 2,701,640

WASTE MANAGEMENT € 18,479,640

GOVERNANCE € 272,647,163

URBAN DEVELOPMENTAND INFRASTRUCTURES € 192,927,781

SOCIAL-POVERTY-HEALTH € 147,913,738

MIGRATIONS € 31,800,000

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turale” con 56.764.972 euro spesi per 25progetti; questo settore, si colloca in una fa-scia intermedia sia nella classifica per numerodi progetti sia in quella per finanziamenti.

Tra gli altri settori interessati dagli inter-venti della Cooperazione italiana in ambitourbano, si trovano quello dello “smaltimentosostenibile dei rifiuti” (18.479.642 euro per8 progetti), e quello della “migrazione” (€31.800.000,00 per 5 progetti).

Si segnalano, infine, due interventi nelcampo dell’agricoltura urbana, per2.701.640 euro complessivi. Si tratta di unsettore relativamente giovane, ma di cre-scente interesse per le sue implicazioni sullasicurezza alimentare nelle città, nonché lepositive ricadute sull’ambiente e l’empower-ment delle donne.

Tab.10.B Numero dei progetti finanziati dalla Cooperazioneitaliana per iniziative in ambito urbano ripartito per set-tore.

Per approfondire ulteriormente l’analisidei dati raccolti, sono stati suddivisi i paesidi intervento in quattro macro-regioni, in li-nea con quanto previsto dalle Linee Guidadella Cooperazione Italiana 2013-2015. Learee individuate sono:

NUMERO PROGETTI PER SETTORE

PATRIMONIO CULTURALE 2 5

IDRICO 3 3

AGRICOLTURA URBANA 2

RIFIUTI 8

GOVERNANCE 3

SVILUPPO URBANO INFRASTRUTTURE 30

SOCIALE - POVERTÀ -SALUTE 7 5

MIGRAZIONI 5

placed in an intermediate area in theranking both for funding and for the numberof projects approved.

Other relevant sectors in the urban fieldare Waste Management (18,479,642 eurofor 8 projects), and Migrations ( 31,800,000euro for 5 projects).

There are also two interventions in UrbanAgriculture field, for a total of 2,701,640euro. It is a relatively young sector, but ofincreasing, interest because of itsimplications on food security in the cities, aswell as for the positive impacts on theenvironment and women’s empowerment.

Table 10.B – Total number of projects financed by theItalian Development Cooperation for initiatives in the urbanfield, grouped by sector of intervention.

To further deepen the analysis of thecollected data, countries of interventioncountries have been grouped into fourmacro-regions, according to the Guidelinesof the Italian Cooperation for the three yearperiod 2013-2015. These macro-regions are:

NUMBER OF PROJECTS GROUPED BY SECTORS

CULTURAL HERITAGE 2 5

WATER AND SANITATION 3 3

URBAN AGRICULTURE 2

WASTE MANAGEMENT 8

GOVERNANCE 39

URBAN DEVELOPMENT AND INFRASTRUCTURES 30

SOCIAL-POVERTY-HEALTH 7 5

MIGRATIONS 5

LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

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Grafico 10.D. Numero totale dei progetti per settore. Chart 10.D. Total number of projects grouped by sector.

Mediterraneo e Medio Oriente.

Asia e Oceania.

America Centrale e Meridionale.

Africa Sub-Sahariana.

Anche in questo caso si è resa necessa-ria una comparazione, per ogni zona, tral’ammontare di Euro allocato e il numero diprogetti deliberati (Tab. 10.C. e 10.D).

Da queste comparazioni appare chiarocome le due macro-regioni “Mediterraneoe Medio Oriente” e “Africa Sub-Sahariana”siano quelle in cui l’Italia ha investito più ri-sorse negli ultimi vent’anni, sia in terminieconomici che di progetti. La prima areageografica ha ricevuto per progetti e pro-grammi in ambito urbano un ammontare di454.585.190 euro e la seconda ha potutocontare su risorse pari a 432.801.081 euro.Per quanto riguarda il totale dei progetti, sisono potuti registrare 80 interventi nei Paesidel Mediterraneo e 75 nei Paesi dell’AfricaSub-Sahariana.

Mediterranean and the Middle East

Asia and Oceania

Central and South America

Sub-Saharan Africa

This report has analyzed, for each macro-region, the relation between the amount ofeuro allocated and the number of projectsapproved (Tables 10.C and 10.D).

From these comparisons it is clear thatthe two macro-regions “Mediterranean andMiddle East” and “Sub-Saharan Africa” arethose in which Italy has invested moreresources in the last twenty years, both interms of funding and projects. For projectsand programs in the urban field the firstregion has received a total of 454,585,190euro and Sub-Saharan Africa has received432,801,081 euro. As for the total numberof projects, Italy realized 80 interventions inthe Mediterranean and the Middle Eastmacro-region and 75 initiatives in Sub-Saharan Africa countries.

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Singolare è il caso della macro-regione“America Centrale e Meridionale”, dove siassiste, a fronte di un investimento econo-mico relativamente contenuto (83.070.489€), alla realizzazione di un consistente nu-mero di progetti (48 in vent’anni) affidati ingran parte alle ONG italiane.

Nonostante la regione asiatica abbia ri-cevuto finanziamenti equivalenti a quelli al-locati per la Regione Latino Americana (€86.016.035) ha goduto di un numero piùesiguo di progetti realizzati (14), prevalen-temente di carattere infrastrutturale.

Tabella 10.C. Ammontare finanziamenti allocati per areageografica

Tabella 10.D. Numero di progetti per area geografica.

AMMONTARE PER AREA GEOGRAFICA

MEDITERRANEO E MEDIO ORIENTE € 454.585.190

ASIA E OCEANIA € 86.016.035

AMERICA CENTRALE E MERIDIONALE € 83.070.489

AFRICA SUB -SAHARIANA € 432.801.081

NUMERO DI PROGETTI PER AREA GEOGRAFICA

MEDITERRANEO E MEDIO ORIENTE 80

ASIA E OCEANIA 14

AMERICA CENTRALE E MERIDIONALE 48

AFRICA SUB-SAHARIANA 75

For the macro-region “Central and SouthAmerica” it is possible to witness a singularphenomenon: in front of a relatively loweconomic investment (83,070,489 euro), theItalian Development Cooperation realized asubstantial number of projects (48 in twentyyears), entrusted in large part to Italian NGOs.

Despite Asia and Oceania have receivedfunding equivalent to that allocated for theLatin American Region (86,016,035 euro),this macro-region has enjoyed a smallernumber of projects (14), mainly in theinfrastructure sector.

Table 10.C – Total of funding grouped by geographicalarea.

Table 10.D – Total number of projects grouped bygeographical area.

FUNDING GROUPED BY GEOGRAPHICALAREA

MEDITERRANEAN AND THE MIDDLE EAST € 454,585,190

ASIA AND OCEANIA € 86,016,035

CENTRAL AND SOUTH AMERICA € 83,070,489

SUB-SAHARAN AFRICA € 432,801,081

NUMBER OF PROJECTS GROUPED BY GEOGRAPHICAL AREA

MEDITERRANEAN AND THE MIDDLE EAST 80

ASIA AND OCEANIA 14

CENTRAL AND SOUTH AMERICA 48

SUB-SAHARAN AFRICA 75

LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

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Grafico 10.E. Ammontare totale dei finanziamenti per prog-etti in ambito urbano divisi per area geografica.

Chart 10.E. Total funding of projects in the urban sectorgrouped by geographical area.

Grafico 10.F. Numero totale dei progetti in ambito urbanoper area geografica.

Chart 10.F. Total number of projects in the urban sectorgrouped by geographical area.

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11. QUADRO GENERALE DEI PROGETTI EDEI PROGRAMMI NEL SETTORE URBANODAL 1996 AL 2015

Si presenta, infine, un quadro comparatogenerale dell’andamento del numero deiprogetti per settori e per anno e dell’am-montare delle risorse finanziarie allocate,per settore e per anno (Grafico 11.A e 11.B).

Il grafico mette in chiara evidenza comeil 2008 abbia costituito il picco degli inter-venti della Cooperazione italiana sia per nu-mero di progetti sia, soprattutto, in terminidi ammontare nel settore urbano, con unaparticolare attenzione al settore della Go-vernance.

Dal 2011 si è registrata una riduzione neifinanziamenti nel settore urbano, in lineacon i ridotti stanziamenti assegnati alla Coo-

11. AN OVERVIEW OF THE PROJECTSAND PROGRAMS IN THE URBAN SECTORFROM 1996 TO 2015

A comparative framework of the generaltrend in the number of projects by sectorand year, and the amount of financialresources allocated by sector and year(Chart 11.A and 11.B) is presented below.

The graph clearly highlights that 2008has represented the peak of interventionspromoted of the Italian DevelopmentCooperation in both number of projectsand, above all, in terms of amount in theurban sector, with a particular attention onthe Governance sector.

Since 2011 there has been a reduction infunding in the urban sector, in line with thereduced budget allocation to Cooperation

LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

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Grafico 11.A. Numero di progetti in ambito urbano dellaCooperazione Italiana per settore per anno.

Chart 11.A. Urban development projects financed by theItalian Development Cooperation grouped by sector andyear.

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THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

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perazione, raggiungendo una soglia minimanel 2012 con importi pari a 12.845.000 europer un totale di 3 progetti.

Si riscontra, dai dati statistici registratinei grafici, che dal 2013 i progetti in ambitourbano diminuiscono nel numero e aumen-tano nelle dimensioni, in ragione del criteriodi concentrazione. In base a tale principio,si è finanziato un numero di progetti minore,ma di più elevato valore economico, conparticolare priorità per il settore idrico.

activities, reaching a minimum threshold in2012 with amounts of 12,845 million eurofor a total of 3 projects.

Looking at the statistics in the chartsbelow, it can be observed that since 2013,the urban projects decreased in number butthey increased in size. Accordingly, a fewernumber of projects, but with a highereconomic value, have been funded, with aspecial attention to the Water sector.

Grafico 11.B. Euro stanziati a livello generale dalla Coop-erazione Italiana per settore per anno.

Chart 11.B. Funding allocation (EUR) of the Italian Devel-opment Cooperation, grouped by sector and year.

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LA COOPERAZIONE ITALIANA IN AMBITO URBANO DAL 1996 AL 2015

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12. CONCLUSIONI

La presente indagine ha mostrato la mi-sura dell’impatto per aree geografiche e set-tori, in termini quantitativi e qualitativi, deiprogetti e dei programmi finanziati dal 1996al 2015 dalla Cooperazione italiana in am-bito urbano. Essa consente anche alcuneconsiderazioni generali.

La Governance delle aree urbane è unadelle sfide cruciali del XXI° secolo: sul suc-cesso o sul fallimento nella realizzazione dicittà sostenibili si fonderà, con molta pro-babilità, il successo o il fallimento delleazioni attuate dalle Istituzioni pubbliche, daiGoverni centrali e locali, dalle Agenzie dicooperazione internazionale e dalla Societàcivile a favore dello sviluppo, soprattutto neiPaesi partner.

La città, infatti, non va più solo conside-rata, come avvenuto nel passato, un feno-meno strettamente urbanistico, ma deve es-sere interpretata ed affrontata in tutte le suemolteplici componenti, attraverso un ap-proccio multi-settoriale. Dagli indirizziemersi dal dibattito internazionale (UN-GASS 2015 e Coop21 di Parigi) appare or-mai con chiarezza che la città può subireconseguenze devastanti per effetto non solodi cattiva gestione e pianificazione territo-riale, ma anche di altri fenomeni che deter-minano un forte impatto sulla qualità di vitadegli abitanti quali la sicurezza, il lavoro, lamigrazione, lo smaltimento dei rifiuti e leconseguenze derivanti dall’aumento del-l’emissione di CO2 e gas serra.

Di fronte a problemi di tale rilevanza ecomplessità, occorre un maggiore impegno,per costruire, nel futuro, città più resilienti,flessibili e inclusive. Occorre anche che lescelte strategiche siano frutto di processipartecipativi che coinvolgano la società civileed i governi locali.

12 CONCLUSIONS

This report showed the dimention thatthe impact of the projects and programsfinanced by the Italian Cooperation from1996 to 2015 had in terms of quantity andquality in urban areas, grouped by sectorsand geographical areas. It also allows somegeneral considerations.

The Governance in urban areas is one ofthe crucial challenges of the XXI century:the success or failure of the actions takenby public institutions, central and localgovernments, international cooperationagencies and civil society in the partnercountries will probably lay its foundations onthe success or failure in the implementationof sustainable cities, especially in partnercountries.

Cities are no longer to be considered astrictly urban phenomenon, just ashappened in the past, but must beinterpreted and addressed in all their manycomponents, through a multi-sectoralapproach. As emerged from the internationaldebate (UNGASS 2015 and Coop21 inParis) it appears now clear that cities maysuffer devastating consequences as a resultnot only of mismanagement and land useplanning, but also due to other phenomenathat determine a major impact on inhabitants’life quality such as safety, labor, migration,waste disposal and the consequencesresulting from the emission of CO2 andgreenhouse gases.

Facing problems of such importance andcomplexity, more efforts are needed to buildmore resilient flexible and inclusive cities. Itis also necessary that governments’ strategicchoices are the result of participatoryprocesses involving civil society and localinstitutions.

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L’urbanizzazione, fenomeno imprescin-dibile per lo sviluppo socio-economico dellecittà del Nord come del Sud del mondo,dovrà infatti essere accompagnata anchedalle conoscenze e dalle esperienzemesse a disposizione da Università, daCentri di ricerca e da tutti i partner dellosviluppo, e dovrà poter contare su approccistrategici innovativi in grado di monitorarei fenomeni e di fornire risposte adeguate etempestive. È necessaria un’attenzioneparticolare ai grandi temi dello sviluppo so-stenibile, quali il clima, l’integrazione eco-nomica e sociale, le migrazioni, l’energia.

I Paesi che, per carenza di risorse finan-ziarie ed umane, spesso sfuggono ad unaGovernance in grado di affrontare le con-seguenze dell’urbanizzazione, chiedono diessere accompagnati lungo un percorso vir-tuoso che li aiuti a sviluppare le proprie ca-pacità e li ponga nelle condizioni di superaregli impatti deleteri dell’urbanizzazione perpotenziare quelli virtuosi.

Appare oggi più che mai necessario unlavoro congiunto e coordinato tra istituzioni,enti pubblici e privati, società civile, del Nordcome del Sud del mondo.

Occorrono modelli innovativi di partena-riato - che la prossima Conferenza delleNazioni Unite Habitat III consentirà di di-scutere e condividere. Solo così si potràimmaginare che, nel futuro, la qualità di vitanelle città possa migliorare.

Urbanization is an inescapablephenomenon for the socio-economicdevelopment of cities in the North andSouth of the world but will have to beaccompanied by the knowledge andexperience made available by universities,research centers and other stakeholders,and it will have to rely on innovativestrategic approaches that can monitor thephenomena and provide adequate andtimely responses. It takes particular care tothe major themes of sustainabledevelopment, such as climate change, theeconomic and social integration, migration,and energy.

Countries that, for lack of financial andhuman resources, have a weak governanceunable to face the consequences ofurbanization, ask to be supported througha virtuous path that will help them developtheir skills and put them in a position toovercome deleterious impacts ofurbanization in order to enhance thevirtuous ones.

Today, more than ever, a joint andcoordinated work among institutions, publicand private entities, civil society isnecessary both in the North as well as in theSouth of the world.

It is only through new models ofpartnership – to be discussed and sharedduring the forthcoming United NationsConference Habitat III – that we canimagine a better quality of life in our futurecities.

THE ITALIAN COOPERATION IN URBAN AREAS FROM 1996 TO 2015

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