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Il 3 luglio Acri, che associa le Fondazioni di origine bancaria, e Assifero, che riunisce altre fondazioni ed enti di erogazione, hanno organizzato una tavola rotonda per lanciare la prossima Giornata Europea delle Fondazioni, che si terrà il 1° ottobre, data scelta per celebrare ogni anno questi enti, il cui ruolo sussidiario è sempre più centrale. Attivano, infatti, e implementano iniziative utili al benessere delle loro comunità, complementari e non alternative all’in- sostituibile intervento pubblico, e ormai in grado di mobi- litare sui territori non solo risorse, ma anche partecipazio- ne e impegno collettivi. Nell’Unione Europea operano più di 110mila fondazioni di pubblica utilità che, nel loro complesso, possiedono un patrimonio stimato in 350 miliardi di euro, impiegano poco meno di 1 milione di cit- tadini e annualmente spendono per le loro collettività circa 83 miliardi. Molti sono gli elementi che le accomu- nano. Così all’interno di Dafne (Donors and Foundations Networks in Europe), l’organizzazione che riunisce le asso- ciazioni di fondazioni del continente a cui Acri e Assifero aderiscono, lo scorso anno è nata l’idea di istituire una Giornata che le celebri e che oggi giunge alla sua seconda edizione. Vengono organizzati eventi in cui le Fondazioni incon- trano i propri diretti stakeholder, le organizzazioni del volontariato e del terzo settore, tutti i cittadini. In questo momento storico le comunità stanno soffrendo molto per la crisi, soprattutto sul fronte del welfare. L’incontro del 3 luglio, dal titolo “Welfare di comunità: il ruolo delle Fondazioni” ha puntato il faro proprio su que- sto tema. Insieme ai presiden- ti delle due associazioni pro- motrici, Giuseppe Guzzetti per Acri e Felice Scalvini per Assifero, nel dibattito sono intervenuti: Pietro Barbieri, portavoce del Forum del Terzo Settore; Giovanni Camilleri, coordinatore del Programma delle Nazioni Unite per lo Sviluppo Locale (Pnud); Francesco Paolo Fulci, presi- dente della Ferrero Spa; Marco Filippeschi, compo- nente del Consiglio Nazionale dell’Anci - Associazione Na- zionale Comuni Italiani. «Portare l’attenzione sul ruolo delle fondazioni in Europa celebrando una Giornata ad esse dedicata – ha detto il pre- sidente dell’Acri, Giuseppe Guzzetti – vuol dire non solo avere l’occasione per rac- contare quanto grazie alle attività di ciascuna Fon- dazione si può realizzare in una comunità, ma anche portare l’attenzione proprio su ogni comunità: su quanto la Fondazione e la sua realtà di appartenenza fanno e sempre più pos- sono, e dovrebbero, fare insieme. Parlo di tutti i soggetti che operano sul terri- torio: organizzazioni del volontariato e del terzo settore, enti locali, altri corpi intermedi della società come gli ordini professionali e le organizzazioni di rap- presentanza collettiva, ma anche le imprese profit, che ormai cominciano ad essere sempre più attive nel sociale, per costruire tutti insieme un vero e proprio welfare di comunità, capace di rispondere in maniera efficiente ed efficace alle sfide del cambiamento. Poiché siamo convinti che la risposta alla crisi del nostro welfare non potrà che essere collettiva, in ambito Acri abbiamo elaborato linee guida utili alle nostre Associate per operare sempre più in termini di attivazione di reti ». Guzzetti ha, inoltre, colto l’occasione per segna- lare che rispetto alle linee guida di riforma che il Governo ha proposto per il terzo settore, l’Acri condivide innanzi- tutto il metodo, orientato a raccogliere e ascoltare osservazioni, commenti, puntualizzazioni dei protagonisti del non profit, per tenerle in considerazione nei successivi passaggi legislativi, ma anche i contenuti, volti a dare vita a forme di welfare complementari in cui gli attori del territorio, pubblici e pri- vati, profit e non profit, lavorino insieme per dare risposte corali, concrete ed efficaci ai bisogni della comunità. Altrettanto condivisi sono i pilastri su cui si basa l’iniziativa di riforma che tengono conto di inter- venti sia di carattere “strut- turale” – intesi a creare le condizioni per regolare la nascita e la riconoscibilità delle organizzazioni operanti nel privato sociale – sia di supporto e promozione, per garantire la loro sostenibilità e il loro sviluppo, dando pieno corpo al principio costituzio- nale di sussidiarietà. Per il presidente di Assifero, Felice Scalvini, «gli enti e le fondazioni che in modo orga- nizzato operano ogni giorno per il bene comune – l’infra- struttura sociale che possia- mo definire “filantropia isti- tuzionale” – sono, in questo momento storico di crisi dei sistemi di welfare e di prote- zione sociale pubblici, in grado di apportare valore e risorse, non meramente finanziarie, alla costruzione di una rete di sostegno alle comunità e ai territori. segue a pagina 13 Anno XV Luglio - Agosto 2014 Tariffa regime libero 20/D - Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - 70% - DCB Roma GUZZETTI: LA CRISI DEL WELFARE ESIGE UNA RISPOSTA COLLETTIVA Proprio in questi giorni, come ogni anno, l’Acri ha concesso il suo patrocinio al Forum Internazionale dell’Informazione per la Salvaguardia della Natura che, organizzato dall’Associazione Culturale Greenaccord, si terrà a Napoli dall’8 all’11 ottobre sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica. Giunto alla sua undicesima edizione il Forum ha l’obiettivo di far crescere la coscienza ambientale anche in quei paesi dove l’at- tenzione al tema è più scarsa. Ciò tramite la formazione di un centinaio di giornalisti, ogni anno, provenienti da una cinquantina di paesi, con l’ausilio di eminenti personag- gi del mondo scientifico e della comunica- zione. La promozione della consapevolezza delle problematiche legate all’ambiente e l’educazione al suo rispetto e salvaguardia sono, infatti, cruciali per affrontare corret- tamente qualsiasi discorso di autentica cre- scita di una collettività: sia nei paesi in via di sviluppo sia in tutti gli altri. Di questo le Fondazioni di origine bancaria rappresen- tate dall’Acri sono convinte, non potendo qualunque azione umana prescindere dai riflessi che essa produce su tutte quelle componenti che costituiscono il suo habitat e che sono indispensabili affinché l’uomo possa vivere e assicurare a sé e alle genera- zioni future un adeguato livello di qualità della vita. Il settore “protezione e qualità ambientale”, ancorché non sia normal- mente indicato dalle Fondazione come un fronte di impegno economico rilevante, è perciò percepito come un valore importan- te da tener presente e con cui permeare le loro più varie attività di sostegno alla cre- scita dei territori. In quest’ottica l’ambien- te non è considerato dalle Fondazioni sol- tanto un settore di intervento, quanto piut- tosto un principio fondante che ispira il loro agire nella comunità di appartenenza. Da qualche mese alla guida della Commissione per l’Ambiente dell’Acri si è insediato Luciano Barsotti, presidente della Fondazione Livorno, che ha definito, insieme ai suoi colleghi, le priorità della Commissione per i prossimi anni. segue a pagina 2 L’EDUCAZIONE SALVA L’AMBIENTE

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Il 3 luglio Acri, che associa le Fondazioni di origine bancaria, e Assifero, cheriunisce altre fondazioni ed enti di erogazione, hanno organizzato una tavolarotonda per lanciare la prossima Giornata Europea delle Fondazioni, che siterrà il 1° ottobre, data scelta per celebrare ogni anno questi enti, il cui ruolosussidiario è sempre più centrale. Attivano, infatti, e implementano iniziativeutili al benessere delle loro comunità, complementari e non alternative all’in-sostituibile intervento pubblico, e ormai in grado di mobi-litare sui territori non solo risorse, ma anche partecipazio-ne e impegno collettivi. Nell’Unione Europea operanopiù di 110mila fondazioni di pubblica utilità che, nel lorocomplesso, possiedono un patrimonio stimato in 350miliardi di euro, impiegano poco meno di 1 milione di cit-tadini e annualmente spendono per le loro collettivitàcirca 83 miliardi. Molti sono gli elementi che le accomu-nano. Così all’interno di Dafne (Donors and FoundationsNetworks in Europe), l’organizzazione che riunisce le asso-ciazioni di fondazioni del continente a cui Acri e Assifero aderiscono, lo scorsoan no è nata l’idea di istituire una Giornata che le celebri e che oggi giunge allasua seconda edizione. Vengono organizzati eventi in cui le Fon dazioni incon-trano i propri diretti stakeholder, le organizzazioni del volontariato e del terzosettore, tutti i cittadini. In questo momento storico le comunità stanno soffrendomolto per la crisi, soprattutto sul fronte del welfare. L’incontro del 3 luglio, daltitolo “Welfare di comunità: ilruolo delle Fondazioni” hapuntato il faro proprio su que-sto tema. Insieme ai presiden-ti delle due associazioni pro-motrici, Giuseppe Guzzettiper Acri e Felice Scalvini perAssifero, nel dibattito sonointervenuti: Pietro Barbieri,portavoce del Forum del TerzoSettore; Giovanni Camilleri,coordinatore del Programmadelle Nazioni Unite per loSviluppo Locale (Pnud);Francesco Paolo Fulci, presi-dente della Ferrero Spa;Marco Filip peschi, compo-nente del Consiglio Nazionaledell’Anci - Associazione Na -zionale Comuni Italiani.«Portare l’attenzione sul ruolodelle fondazioni in Europacelebrando una Giornata adesse dedicata – ha detto il pre-sidente dell’Acri, GiuseppeGuzzetti – vuol dire non soloavere l’occasione per rac-contare quanto grazie alleattività di ciascuna Fon -dazione si può realizzare in

una comunità, ma anche portare l’attenzione proprio su ogni comunità: suquanto la Fondazione e la sua realtà di appartenenza fanno e sempre più pos-sono, e dovrebbero, fare insieme. Parlo di tutti i soggetti che operano sul terri-torio: organizzazioni del volontariato e del terzo settore, enti locali, altri corpiintermedi della società come gli ordini professionali e le organizzazioni di rap-presentanza collettiva, ma anche le imprese profit, che ormai cominciano ad

essere sempre più attive nel sociale, per costruire tuttiinsieme un vero e proprio welfare di comunità, capace dirispondere in maniera efficiente ed efficace alle sfide delcambiamento. Poiché siamo convinti che la risposta allacrisi del nostro welfare non potrà che essere collettiva, inambito Acri abbiamo elaborato linee guida utili alle nostreAssociate per operare sempre più in termini di attivazionedi reti». Guzzetti ha, inoltre, colto l’occasione per segna-lare che rispetto alle linee guida di riforma che il Governoha proposto per il terzo settore, l’Acri condivide innanzi-

tutto il metodo, orientato a raccogliere e ascoltare osservazioni, commenti,puntualizzazioni dei protagonisti del non profit, per tenerle in considerazionenei successivi passaggi legislativi, ma anche i contenuti, volti a dare vita aforme di welfare complementari in cui gli attori del territorio, pubblici e pri-vati, profit e non profit, lavorino insieme per dare risposte corali, concrete edefficaci ai bisogni della comunità. Altrettanto condivisi sono i pilastri su cui

si basa l’iniziativa di riformache tengono conto di inter-venti sia di carattere “strut-turale” – intesi a creare lecondizioni per regolare lanascita e la riconoscibilitàdelle organizzazioni operantinel privato sociale – sia disupporto e promozione, pergarantire la loro sostenibilità eil loro sviluppo, dando pienocorpo al principio costituzio-nale di sussidiarietà. Per il presidente di Assifero,Felice Scalvini, «gli enti e lefondazioni che in modo orga-nizzato operano ogni giornoper il bene comune – l’infra-struttura sociale che possia-mo definire “filantropia isti-tuzionale” – sono, in questomomento storico di crisi deisistemi di welfare e di prote-zione sociale pubblici, ingrado di apportare valore erisorse, non meramentefinanziarie, alla costruzionedi una rete di sostegno allecomunità e ai territori.

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GUZZETTI: LA CRISI DEL WELFARE ESIGEUNA RISPOSTA COLLETTIVA

Proprio in questi giorni, come ogni anno,l’Acri ha concesso il suo patrocinio alForum Internazionale dell’Informazioneper la Salvaguardia della Natura che,organizzato dall’Associazione CulturaleGreenaccord, si terrà a Napoli dall’8all’11 ottobre sotto l’Alto Patronato delPresidente della Repubblica. Giunto allasua undicesima edizione il Forum hal’obiettivo di far crescere la coscienzaambientale anche in quei paesi dove l’at-tenzione al tema è più scarsa. Ciò tramitela formazione di un centinaio di giornalisti,ogni anno, provenienti da una cinquantinadi paesi, con l’ausilio di eminenti personag-gi del mondo scientifico e della comunica-zione. La promozione della consapevolezzadelle problematiche legate all’ambiente el’educazione al suo rispetto e salvaguardiasono, infatti, cruciali per affrontare corret-tamente qualsiasi discorso di autentica cre-scita di una collettività: sia nei paesi in viadi sviluppo sia in tutti gli altri. Di questo leFondazioni di origine bancaria rappresen-tate dall’Acri sono convinte, non potendo

qualunque azione umana prescindere dairiflessi che essa produce su tutte quellecomponenti che costituiscono il suo habitate che sono indispensabili affinché l’uomopossa vivere e assicurare a sé e alle genera-zioni future un adeguato livello di qualitàdella vita. Il settore “protezione e qualitàambientale”, ancorché non sia normal-mente indicato dalle Fondazione come unfronte di impegno economico rilevante, èperciò percepito come un valore importan-te da tener presente e con cui permeare leloro più varie attività di sostegno alla cre-scita dei territori. In quest’ottica l’ambien-te non è considerato dalle Fondazioni sol-tanto un settore di intervento, quanto piut-tosto un principio fondante che ispira illoro agire nella comunità di appartenenza.Da qualche mese alla guida dellaCommissione per l’Ambiente dell’Acri si èinsediato Luciano Barsotti, presidentedella Fondazione Livorno, che ha definito,insieme ai suoi colleghi, le priorità dellaCommissione per i prossimi anni.

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L’EDUCAZIONE SALVA L’AMBIENTE

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FONDAZIONI Luglio - Agosto 2014

Fra queste c’è, innanzitutto, quella difungere da stimolo perché le iniziativeper l’educazione e la formazioneambientale crescano a si consolidino:ad esempio le iniziative didattiche suitemi dei rifiuti, del consumo sostenibi-le, del risparmio energetico, che giànumerose sono portate avanti dalleFondazioni (alcune sono illustrate inaltri articoli di questo servizio).«Siamo profondamente consapevoli –ha dichiarato al nostro giornale Lu cia -no Barsotti (nella foto) – che solo sti-molando l’interesse dei giovani versole tematiche ambientali, solo coinvol-gendoli in prima persona ad affronta-re problematiche come quelle energe-tiche o in genere dell’utilizzo sostenibi-le delle risorse, solo stimolandone

anche la capacità immaginativa diprospettare nuovi scenari, si può spe-rare in un futuro davvero più “green”». Altre linee su cui la Commissioneintende lavorare sonoquelle del recupero allafruibilità dell’ambiente,con particolare riferi-mento alla combinazio-ne di ambiente naturali-stico e di patrimonioartistico e architettoni-co, con ricadute positi-ve per il turismo locale.Ma anche quelle dellaconservazione e valorizzazione delterritorio, incluso il recupero, anche afini agricoli, di aree oggetto di deindu-strializzazione o di abbandono, con

particolare attenzione alle opere dimanutenzione dell’assetto idrogeolo-gico, contrastando il consumo del ter-ritorio, privilegiando il recupero urba-

nistico dei centri storici,risanando, bonificandoe riconvertendo i sitiindustriali in disuso,difendendo la risorsapubblica dell’acqua e laregolazione del sistemaidrico, educando alrispetto dei piani regio-nali paesaggistici erivendicandone l’ado-

zione dove non esistono. Infine, daparte della Commissione non man-cherà l’attenzione per tutto ciò chepossa favorire un uso razionale del-

l’energia, la promozione delle fontirinnovabili, una mobilità sostenibilenei centri urbani. Accanto a questitemi essa intende, inoltre, proporrealle Associate una riflessione riguar-dante il supporto di progetti in partner-ship con la Pubblica Ammi ni stra -zione, segnatamente con i Comuni,nonché svolgere un’attività di presi-dio delle iniziative di sostegno prove-nienti dall’Unione europea, come ilprogramma Horizon 2020. Si trattadel più importante programma euro-peo di ricerca e innovazione, conoltre 80 miliardi di euro disponibilinei prossimi 7 anni, che offre interes-santi opportunità per le organizzazio-ni del privato sociale anche sul fron-te della salvaguardia dell’ambiente.

L’EDUCAZIONE SALVA L’AMBIENTELinee guida dalla Commissione Acri

Mare Memoria Viva, l’ecomuseo urbano di PalermoNel febbraio scorso è stato inaugurato a Palermol’Ecomuseo Urbano Mare Memoria Viva: il primo eco-museo in un contesto urbano del Sud Italia, ospitato in duespazi di cultura e aggregazione per la città. Si trattadell’Arsenale della Regia Marina e dell’Ex DepositoLocomotive di Sant’Erasmo, un elegante padiglione, que-st’ultimo, risalente al 1886, costituito da una particolaris-sima e preziosa struttura in ghisa coperta da un tetto aquattro falde con lucernai che, con la superficie comples-siva di 1.400 mq coperti più spazi esterni, costituisce lasede principale dell’ecomuseo.Un ecomuseo è un museo del territorio che mette al cen-tro la funzione sociale e la partecipazione della comunità.Questo è dedicato al rapporto tra Palermo e il mare e sipropone come nuovo soggetto culturale per la riqualifica-zione della costa palermitana. Promosso da CLAC, orga-nizzazione culturale attiva nel capoluogo siciliano dal2003, in partnership con istituzioni locali, università, asso-ciazioni e organizzazioni del territorio, è stato realizzatocon il contributo della Fondazione con il Sud. Esso rac-conta le trasformazioni di questa città complessa, maanche la vita e il lavoro di tante persone, testimonianze diuna memoria viva che indicano, a chi saprà ascoltare, pro-spettive future. Il rapporto con il mare dice molto dellacittà che c’era, che c’è e che potrebbe esserci: vi sono sto-rie di resistenza, di viaggio, di commercio, di vacanze, dilavoro; vi sono ricordi, luoghi, fiabe, cartoline; vi sononaviganti, portuali, scrittori, poeti, bagnanti, pescatori,operai dei cantieri navali, capitani e marinai, gente che vaper mare e gente che se lo porta sempre dentro, ovunquesia. L’ecomuseo propone attività didattiche ed educazionemuseale per le scuole di ogni ordine e grado, ricercandometodologie innovative adeguate alle nuove tecnologie,agli exhibit e alle strutture comunicative. I percorsi didat-tici possibili sono tanti, variano di anno in anno e possonoessere discussi e adattati alle esigenze degli insegnanti edei ragazzi che vengono in visita, a partire da alcunimacrotemi: educazione ambientale legata al tema delmare, biodiversità marina, mondi sommersi e rispetto del-l’ecosistema marino; ma anche la città e le sue trasforma-zioni, come quando e perché è cambiata Palermo e il suorapporto con il mare; oppure abusivismo edilizio, corru-zione, potere mafioso, inchieste giudiziarie e giornalisticoraggiosi nella Palermo degli anni 60-80. L’EcomuseoUrbano Mare Memoria Viva vuol essere uno strumentoper creare e coltivare una cittadinanza attiva, far compren-dere cosa vuol dire essere cittadini, come le azioni collet-tive possono contribuire a difendere i beni comuni, cosasuccede a Palermo a partire dalla difesa della costa, comele nuove tecnologie della comunicazione possono aiutarcia conservare e a valorizzare la memoria e, infine, comeimpegnarsi per trasformare il presente.

Nel 2014, per il terzo anno consecutivo, laFondazione Cassa di Risparmio di Bolzano, insiemea TIS innovation park, ha proposto agli studenti uni-versitari italiani di facoltà tecniche la sfida diEnertour, il concorso, patrocinato dall’Acri, cheinvita a proporre idee innovative per un futuro piùgreen, in particolare sul fronte energetico. Fra le 31idee pervenute alla giuria da oltre 20 università nesono state premiate 13, che vanno dallo sfruttamen-to delle correnti nei fiumi alla fattoria high-tech e ali-mentata a idrogeno, fino all’uso di mini impianti afonte rinnovabile “casalinghi”. I loro ideatori (nellafoto) hanno vinto un soggiorno all-inclusive in AltoAdige, per scoprirne il sistema energetico e visitar-ne gli innovativi impianti. «Ogni volta – affermaKarl Franz Pichler, presidente della Fondazione –la visione del futuro di questi giovani ci sorprende dipiù. Sono aggiornati sulle ultime tecnologie, riesco-no a intuire come potranno svilupparsi e riesconoanche a valutarne l’economicità». AlessandroBroglia e Martina Novini del Politecnico di Milano,per esempio, hanno stimato il risparmio che potreb-be garantire l’uso dell’energia dei vortici delle cor-renti fluviali: per soddisfare il fabbisogno energeticofamigliare annuale medio di 50mila case con ener-gia vorticosa da fiumi come il Po o l’Adige si spen-derebbero, infatti, 9,7 milioni di euro, mentre con

l’energia eolica se ne spenderebbero 15,8. Nonsono, inoltre, mancate idee su come stoccare l’ener-gia elettrica, una delle sfide più importanti di questianni: le proposte sono venute in particolare daAlessio Arquati e Tommaso De Angelis, futuri inge-gneri energetici dell’Università di Roma TorVergata. «È interessante evidenziare come granparte degli studenti sottolineino l’importanza di uncambio culturale, dimostrando che cambiamento dimentalità personale e di strategie sociali sono,probabilmente, le soluzioni più efficaci per intra-vedere un futuro energeticamente più sostenibileper il nostro Paese» sottolinea Luciano Barsotti,presidente della Commissione Ambiente dell’Acri.

NUOVE IDEE PER L’ENERGIA

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Le infrastrutture italiane non rispondono più allemutate esigenze di mobilità dei cittadini e il boomtecnologico spinge verso la creazione di un diver-so modo di spostarsi. Interoperabilità e intercon-nessione, sharing mobility, city logistics, infomo-bilità, ciclabilità, mobilità elettrica, innovazionedi servizi: questo è il futuro, ma è già anche l’og-gi. La conferma delle nuove esigenze e delle pos-sibilità di risposta, spesso all’attenzione anchedelle Fondazioni di origine bancaria, viene dalLibro Bianco sulla Mobilità e i Trasporti di recen-te realizzato da Eurispes, che in questa sua primaedizione è dedicato al tra-sporto di merci e personenelle tre grandi aree metropo-litane di Roma, Milano eNapoli. Emerge che l’esten-sione delle città con insedia-menti a più bassa densità, ilcosiddetto urban sprawl, conl’uso spesso disorganizzatoquando non deregolato deiterreni a fini urbani, abitativie infrastrutturali, negli ultimidecenni ha determinato lospostamento della domandaverso il trasporto privato sugomma a scapito del traspor-to collettivo e pubblico, coneffetti evidenti su traffico,congestione viaria, costidiretti del trasporto, maanche sull’ambiente, la bolletta energetica, laminor attrattività dei nostri territori urbani pernuove imprese ed eccellenze.Il riequilibrio delle modalità di trasporto attraversoun approccio intermodale multidisciplinare è, dun-que, indispensabile. A cominciare dal maggior usodella bicicletta. Fra i progetti sostenuti dalleFondazioni al riguardo, uno dei più significativi èVENTO: una dorsale cicloturistica da VENezia aTOrino lungo il fiume Po, passando per MilanoExpo 2015, progettata dal Politecnico di Milano, alcui supporto si stanno già impegnando la

Fondazione Cariplo, la Fon dazione Cassa diRisparmio di Padova e Rovigo e la FondazioneCassa di Risparmio di Bolzano. Vento consentirà atanti di fare esperienza itinerante di paesaggio nellavalle del Po, dischiudendo ai loro occhi luoghi chela consuetudine dello spostamento veloce e moto-rizzato ha via via marginalizzato, ma che invecesono ricchi e densi di cultura. La bicicletta divieneallora il mezzo attraverso il quale invitare centina-ia di migliaia di visitatori a scoprire natura, paesag-gio, arte, cultura e cibo, lungo un territorio cheattraversa longitudinalmente l’intero nord Italia.

Un’idea di cicloturismo alta e inclusiva, che puòdivenire un’inedita e sostenibile idea di sviluppolocale e territoriale, capace di dare stabile occasio-ne di occupazione e di rilancio economico. In baseagli approfondimenti dello studio di fattibilità incorso, la dorsale cicloturistica Vento potrebbe gene-rare 2mila nuovi posti di lavoro e un indotto di 100milioni di euro all’anno. Così i 679 km di ciclabiledi Vento sono anche 679 km di green economy, digreen jobs e di potenziale crescita dell’economia.In parte Vento già esiste; solo in piccola parte laciclabile deve essere realizzata ex novo o messa

in sicurezza attraverso interventi rilevanti. Nel2015, contestualmente all’apertura di Expo, sipotrebbero inaugurare alcune tratte. Quella chesarà la ciclabile più lunga del Sud Europapotrebbe poi crescere ulteriormente collegando-si con altre grandi ciclabili (Brennero-Peschiera-Mantova, Mantova-Ferrara-Adriatico, etc.) e rad-doppiando sulla sponda opposta del Po. Le poten-zialità sono infinite, ancor più se si pensa che Ventoè collegata al treno e alla navigazione fluviale. Essadà attuazione a parte di uno dei tracciati Eurovelo,l’itinerario n. 8 Mediter ranean Route, e rappresenta

l’evoluzione naturale in chia-ve infrastrutturata e con eleva-ti standard di sicurezza dellaciclovia n. 2 della reteBicitalia. Per realizzare Ventooccorrono poco più di 80milioni di euro (questa è laspesa stimata in opere, cheequivale allo 0,01% dellaspesa pubblica annuale o alcosto di 2-3 km di autostrada).Insomma, un progetto ad altorendimento sociale e culturalee a basso costo, se si pensa checentinaia di migliaia di ciclo-turisti potrebbero pedalarelungo Vento, divenendo ilmotore per tante economiediffuse: per le 12mila aziendeagricole vici ne al tracciato, per

le 300 attività ricettive già esistenti, per le oltre2mila attività commerciali. In Germania i 40milakm di ciclabili producono 4 miliardi di indottoall’anno, stabilmente e solo per cicloturismo (tuttoil settore bici arriva a 16). Dunque, Vento inpoppa! E per mantenere bene la rotta occorre lacollaborazione dello Stato, di 4 regioni, di 12 pro-vince, degli enti fluviali, dei comuni attraversati edi organizzazioni private, auspicabilmente coordi-nati da soggetti quali le Autorità di bacino fluvia-le. Finora quasi 200 tra istituzioni e associazioni eoltre 3.700 cittadini hanno aderito a Vento.

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FONDAZIONI Luglio - Agosto 2014

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VENTO SPINGE LE BICICLETTEIndispensabile il riequilibrio delle modalità di trasporto

Passeggiando lungo il Navile Bologna città d’acqua. È raro che si pensi al capo-luogo emiliano in questi termini. Eppure l’anticosistema idrico bolognese è vasto e di grande fasci-no. Pedalando in bicicletta si potrà riscoprirlo evalorizzarlo. Un progetto finanziato con un milio-ne di euro dalla Fondazione del Monte di Bolognae Ravenna e dai Comuni di Bologna, Casalecchiodi Reno e Castel Maggiore, in cui sono state coin-volte fin dall’inizio alcune associazioni cicloturisti-che e culturali attive sul territorio, prevede, infatti,la realizzazione di un itinerario ciclopedonale diquindici chilometri che parte da Casalecchio diReno, passa da Bologna e arriva a CastelMaggiore, seguendo il corso del Canale di Reno edel Navile. È il cosiddetto Lungo Navile: una passeggiata attraverso la storia antica e recente, di grandesuggestione, in parte già molto conosciuto e frequentato, che oggi viene consolidato e completato e chenella sua continuità darà ancora più importanza alla “Bologna delle acque”. Gli interventi previsti sonodi varia natura, ma fortemente coordinati e riconoscibili come parte di un sistema unitario; rispondono alloscopo di risolvere le criticità, garantire la continuità e l’identità del percorso e offrire nuove opportunitàper la sua scoperta. L’attenzione si è concentrata nella soluzione delle poche ma significative interruzionioggi presenti e alle intersezioni con il sistema viario e della mobilità ciclopedonale nei tre comuni interes-sati. Sono state previste alcune aree attrezzate per la sosta e la conoscenza dei luoghi. Sarà introdotto unapparato segnaletico per una comunicazione organica e divulgativa lungo tutto il percorso. Alcuni inter-venti proposti hanno anche l’obiettivo di riqualificare luoghi urbani problematici o anonimi che, grazie allaloro vicinanza o appartenenza al sistema dei canali bolognesi, possono trovare un nuovo ruolo e una piùforte identità, come nel caso dell’intervento di via Canonica a Casalecchio di Reno o della sistemazionedell’area presso via Bovi Campeggi, destinata a diventare una nuova porta di accesso al Navile.

La Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo tra le suepriorità individua la tutela dell’ambiente e la promozio-ne di uno sviluppo sostenibile del territorio. Al riguardoha uno specifico filone di intervento che si concretizza,in particolare, con il “Bando AmbientEnergia”. Questoha l’obiettivo di dotare la pubblica amministrazione distrumenti di pianificazione e corretta gestione del-l’energia, migliorando la qualità ambientale e riducen-do un importante fattore di costo a carico degli enti pub-blici. Ma anche il “Bando Ricerca Scientifica” è orien-tato a sostenere progetti finalizzati in qualche modoall’ambiente, proponendosi di migliorare la qualità e lasostenibilità delle produzioni agroalimentari, l’agricol-tura e la zootecnia. Negli ultimi anni il tema della tute-la ambientale e dello sviluppo sostenibile sono conflui-ti nel concetto più ampio di green economy, che si èprogressivamente strutturato e consolidato, tanto daessere considerato oggi come uno dei principali fattoritrainanti per la futura crescita economica, produttiva esociale dei territori. Essa rappresenta ormai un asse cen-trale delle politiche di sviluppo e dell’occupazione enon si parla più solo di energia, ma anche di investimen-ti in innovazione tecnologica, infrastrutture, servizi e stili divita. Per questo motivo il Centro Studi della Fondazione haeffettuato un approfondimento del concetto di green eco-nomy e della situazione a livello del cuneese, pubblicatonel Quaderno n. 21, sul sito www.fondazionecrc.it.

Cuneo è green

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primo piano

Senza manutenzione un parco scompare in brevetempo: perde non solo la sua bellezza ma anche quelprofilo e layout che lo caratterizzano e lo rendonoadeguatamente fruibile al pubblico. Così per salva-guardare il Parco Burcina, vicino Biella, la localeFondazione ha deciso un ulteriore intervento con uncontributo d’emergenza di 25mila euro. Acquistatoverso la metà del 1800 da Giovanni Piacenza, indu-striale laniero di Pollone appassionato di giardinag-gio ed esperto di flora esotica, il Colle Burcina fu tra-sformato in parco seguendo gli indirizzi del giardinopaesistico nato in Inghilterra nel Settecento e ancoroggi rappresenta uno dei luoghi più belli e significa-tivi del territorio biellese. È non solo un’oasi di pacee natura, ma anche un’interessantissima occasionedi apprendimento grazie alle tante specie botanicherare o insolite in esso coltivate. Tra queste spiccanosicuramente le gigantesche sequoie poste a dimoranel 1848 e le numerose specie rare di rododendri,alcune delle quali oggetto di approfonditi studi uni-versitari. Dal 1935 il Parco è di proprietà delComune di Biella e una Legge regionale del 1980 haistituito al suo interno la “Riserva naturale ParcoBurcina ‘Felice Piacenza’”. La Fondazione Cassa di Risparmio di Biella, oltre ai25mila euro per il Parco, ha stanziato 3mila euro perla posa di appositi cartelli segnaletici utili a far cono-scere l’importantissimo sito archeologico al suointerno, che costituisce una significativa testimo-nianza delle attività umane tra l’età del Bronzo el’età del Ferro. C’è poi il sostegno a favore del Wwfbiellese per l’apertura di una nuova biblioteca natu-ralistica all’interno della “Casina blu” dello stessoParco Burcina, che accoglierà i turisti e gli appassio-nati del tema per tutta l’estate e parte dell’autunno.Dal 25 aprile al 26 ottobre, nei fine settimana, lanuova biblioteca propone numerose attività didatti-che, condotte con la collaborazione dello staff delGiardino Botanico di Oropa. La Biblioteca dellaNatura è stata istituita dalla Sezione RegionalePiemonte e Valle d’Aosta del Wwf Italia ed è costi-tuita da oltre 1.700 titoli specialistici nell’ambitodelle scienze naturali e ambientali. A questi vannoaggiunti circa 300 titoli multimediali composti davideo vhs, cd e dvd. Al suo interno si svolgonoanche iniziative culturali per bambini e famiglie che,attraverso giochi, esperienze pratiche e osservazioni,sono condotti alla scoperta della scienza, di animali,piante e delle loro particolarità, grazie sia ai libridella Biblioteca sia all’incontro diretto con la naturatutt’intorno. La Biblioteca è aperta il sabato dalle ore14,30 alle 17,30; festivi dalle ore 14 alle 18. Perconoscere il calendario dei laboratori e degli eventiconsultare il sito: www.gboropa.it; email [email protected]; telefono 331.1025960.Ma per la Fondazione biellese la natura non è solo ilParco e le attività che esso ospita. Anche diffonderela conoscenza del patrimonio floro-faunistico localefa parte del suo impegno. Così il 7 maggio scorso aPalazzo Gromo Losa ha accolto la presentazione delnuovo lavoro del naturalista Lucio Bordignon dedi-cato a “Gli uccelli delle Baragge”. Si tratta di unvolume, illustrato da Stefano Mammola, che mettein evidenza le straordinarie peculiarità di questoambiente naturale caratterizzato da praterie e bru-ghiere, mai dissodato dall’uomo e pressoché uniconel contesto padano. Qui, infatti, solo la Baraggiabiellese è sopravvissuta integra. In essa vivono spe-cie di uccelli di estrema rarità come il chiurlo mag-giore, che nidifica in Italia solo qui, o il calandro, checon un’unica coppia è l’uccello più raro del Biellese.Anche specie scomparse da quasi tutte le campagne,come l’averla piccola, l’upupa e il saltimpalo, trova-no nella Baraggia l’ultimo paradiso. Il volume rac-coglie dati su 100 specie di uccelli differenti. 61 diqueste vengono presentate corredate da cartine didistribuzione, grafici, icone e testi che ne illustranola biologia e i problemi di conservazione.

A BIELLA LA FONDAZIONE AMA LA NATURAAl Parco Burcina, tra libri, sequoie e rododendri

INVESTIRE IN BIOMASSEReam, l’unica Sgr italiana che ha per azionisti solo Fondazioni di origine bancaria, nelle scorsesettimane ha effettuato il primo closing del Fondo chiuso con finalità etiche Green Star -Comparto Bioenergie, che ha raccolto finora 18 milioni di euro, investiti dalle Fondazioni Bancodi Sardegna, Cassa di Risparmio di Modena, Cassa di Risparmio di Lucca e dalla Fondazionecon il Sud. Il Fondo investirà prevalentemente in impianti di piccola cogenerazione alimentatida biomasse solide e sistemi di “micro cogenerazione” basati su biocombustibili (biomasse trat-tate) funzionali a sviluppare filiere agro-energetiche attraverso il coinvolgimento del mondodella cooperazione sociale. «Grazie all’utilizzo di soluzioni tecnologiche efficienti – spiega AntonioMiglio in qualità di consigliere delegato di Ream – si potrà valorizzare l’enorme potenziale rap-presentato dalle aree agricole, forestali e boschive presenti su tutto il territorio nazionale, creandoun’importante opportunità per il mondo agricolo, sia in termini economici che in termini occupa-zionali, all’interno di contesti marginali». Il primo investimento sarà realizzato a Iglesias, maun’esperienza sul campo Ream già ce l’ha. Il progetto per Iglesias ha, infatti, lo stesso schemautilizzato con il Fondo Social & Human Purpose per un intervento nel Cuneese, dove prima èstata individuata un’area boschiva abbandonata, poi si è affidato il recupero a una cooperativasociale costituita per l’occasione, quindi Ream ha curato la costruzione di una centrale alimen-tata dai residui legnosi raccolti nella zona. Nel Sulcis Iglesiente verrà aperto un cantiere che daràlavoro a 120 persone, grazie a un progetto nato dalla partnership tra Renovo e la CooperativaSan Lorenzo. Il piano prevede la riconversione produttiva del sito dismesso nel 2009 daRockwool Italia, con la realizzazione di una centrale cogenerativa (energia elettrica e termica)della potenza di 1 MWe e 4 Mwt, che sarà alimentata da biomassa vergine a filiera corta, pro-veniente dalla manutenzione dei boschi del Sulcis e da scarti e sottoprodotti dell’agricoltura edella filiera agroindustriale del territorio. L’energia prodotta dalla centrale andrà ad alimenta-re l’impianto per la produzione di materiali isolanti in fibra di legno per bioedilizia, che entreràin attività in un’altra porzione del sito. Per il fondo Green Star - Comparto Bioenergie, Reampunta a raccogliere 6o milioni di euro, cui affiancare una somma analoga di debito, con l’obietti-vo di effettuare investimenti complessivi per circa 120 milioni di euro in 3 anni.

Da sempre attenta alla salva-guardia dell’ambiente, l’EnteCassa di Risparmio di Firenzeassegna ogni anno a personalitàdi spicco della green economy edella ri cer ca sulla sostenibilitàambientale il premio “Il Monitodel Giardino”, per valorizzare lebuone pratiche nei campi dellasostenibilità, dell’efficienza e delrisparmio energetico. Il 14 mag-gio scorso sono stati dunque pre-miati cinque tra ricercatori e imprenditori italiani chehanno contribuito alla sostenibilità e all’efficienza,più un paese europeo, la Danimarca, dove già oggi 1lampadina su 4 si accende con la sola energia delvento. In occasione della premiazione presso ilRettorato dell’Università, al Governo italiano è statolanciato un appello sottoscritto da oltre 170 protago-nisti del mondo della cultura, della scienza e dell’am-

bientalismo. La richiesta è disostenere il processo mondiale diriduzione dei gas serra, in lineacon il taglio entro il 2030 del30% di emissioni di CO2 rispettoai livelli del 2005, annunciato direcente dal presidente Obama,che ha così di fatto riaperto i gio-chi per la trattativa internaziona-le sul clima. A livello internazio-nale l’Ente Cassa di Risparmiodi Firenze ha già contribuito a

raggiungere un importante successo: quello del rico-noscimento Unesco a 12 ville e 2 giardini medicei diPatrimonio Mondiale dell’umanità: «un traguardodi grande rilevanza per la nostra cultura – ha dichia-rato il direttore generale dell’Ente Cassa di Risparmiodi Firenze, Renato Gordini – ma anche un motivo diorgoglio per quanti, a vari livelli, si impegnanocostantemente per la loro tutela e valorizzazione».

Firenze lancia un appello

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l’intervista

Esce quando mai opportuno l’ultimo lavoro di Antonio Patuelli, presidentedella Cassa di Risparmio di Ravenna Spa e dell’Abi, dal titolo “Banche, citta-dini e imprese”. Si tratta di 128 pagine (€ 9, Rubbettino editore e diritti d’au-tore destinati alla benemerita Opera di Santa Teresa del Bambino Gesù delcapoluogo ravennate) in cui l’autore, con slancio al futuro, ma attenzione allelezioni del passato, accompagna il lettore in un percorso avvincente che rac-conta, senza tecnicismi, la storia di molte delle questioni più significativeoggetto del dibattito economico e sociale degli ultimi anni: l’euro, i rapportibanche e imprese, l’educazione finanziaria e al risparmio, lo spread.Con Patuelli abbiamo avuto l’onore di affrontare brevemente alcuni di questitemi nell’intervista che segue, rinviando alla lettura del volume per compren-dere e partecipare appieno del messaggio che l’autore ci dà: non si esce dav-vero da questa crisi se non sapremo leggere e imparare le dure lezioni dellastoria e non cercheremo, con coraggio e umiltà, di ripartire insieme percostruire un futuro caratterizzato da più etica e più efficienza.Innanzitutto Presidente, perché questo titolo?Come ho avuto modo di spiegare nella premessa al volume, l’economianon conosce variabili indipendenti. Ovvero là dove stanno male le impre-se, stanno male le banche; là dove imprese ebanche soffrono, ci sono sofferenze anche per icittadini. Allo stesso modo, il benessere di unodi questi elementi genera positivi effetti anchesugli altri. La scelta del titolo intende, quindi,valorizzare il legame indissolubile tra banche,cittadini, imprese: un legame che sovente risul-ta di chiara percezione, ma che è più spessosotterraneo. In questi tempi di crisi, però, sul banco degliaccusati ci sono sempre le banche.In verità non solo loro. Comunque sono d’accor-do con lei che attaccare le banche attiri audience.Le banche italiane in questi anni non hannogoduto di aiuti di Stato. Sono soggetti plurali, incompetizione fra loro; è per questo che amo par-lare, non a caso, di industria del credito anzichédi sistema bancario. Esse hanno affrontato questacrisi – che nasce altrove, negli Stati Uniti – rego-late dal Testo Unico Bancario del 1993, che ha ilfondamentale merito di aver individuato quellabancaria come attività d’impresa superando,spero definitivamente, un sistema prevalente-mente pubblico e statalista. Allora tutto bene?All’accetta ho sempre preferito il ragionamento!La grave crisi ancora in atto e l’esperienza venten-nale di applicazione del Testo Unico Bancarioimpongano un’approfondita e non affrettata rifles-sione sulle innovazioni che in esso potrebberoessere introdotte, senza stravolgere i fondamenti di competenze e di responsa-bilità pluraliste su cui il Tub si basa. In una fase nascente dell’Unione BancariaEuropea, occorre effettuare uno sforzo innovativo senza preconcetti per unsuo eventuale aggiornamento, perché è evidente l’urgenza di definire regoleidentiche per tutte le banche dell’Unione Europea, soprattutto dei Paesi dell’euro.Innovazioni in che senso?Ritengo che occorra riflettere sull’opportunità di una maggiore flessibilità epossibilità, attualità e corretta declinazione di distinzioni normative fra ban-che prevalentemente d’affari e banche soprattutto commerciali, fra bancheprevalentemente specializzate e banche soprattutto generaliste; peraltro evi-tando stravolgimenti improvvisati e pressappochistici. Garantendo le diffe-renze innanzitutto di modelli culturali classici che sussistono ancora oggi frale banche, si potrà contribuire a costruire ulteriormente un mondo bancarioeuropeo, e italiano in particolare, sempre più efficiente e competitivo.Ha fatto cenno all’euro: è l’altro grande accusato.L’euro, al contrario, è un vero e proprio miracolo della ragione e della volon-tà, un esperimento arditissimo da difendere e rafforzare quotidianamente. Perla prima volta una moneta si è affermata non dopo una conquista militare, nondopo l’annessione di uno Stato a un altro, ma per libera scelta di Stati e popo-li. È l’espressione di una sovranità nuova, comune, paritetica tra Stati e popo-li che prende le mosse, origina e suggella un’unione economica prima chepolitica, ma che a quella politica sta facendo da traino. La crisi finanziaria edeconomica internazionale – nata e originata lontano da noi, lo ribadisco, matremendamente vicina e presente nelle economie europee – ha rimesso indiscussione valori e talvolta anche la stessa storia ideale della moneta unica,che è e deve rimanere, invece, un fondamentale elemento di stabilità.Ha dei timori?Non siamo certo alla vigilia di nuovi conflitti militari in Europa simili aquelli tragici della prima metà del Novecento, ma non deve essere dispersala memoria storica di quelle tragedie, dei successivi sogni di un’Europa

pacifica e solidale come non c’era mai stata. Ora il rischio è di una forterecrudescenza di guerre economiche e fiscali fra i vari Paesi europei, conuna durissima concorrenza finanziaria (che è già in atto) per attrarre capita-li e favorire lo sviluppo individuale dei singoli Paesi.Cosa fare?L’emergenza finanziaria ed economica non la si può affrontare solo con lamemoria storica e la ricerca di futuri pareggi nei bilanci degli Stati. Occorre,innanzitutto in Italia, ridurre decisamente l’enorme debito pubblico cheschiaccia le istituzioni e grava sull’economia produttiva. Ciò deve avvenire necessariamente senza appesantire ulteriormente le impre-se, le famiglie e le loro potenzialità di sviluppo. Questo significa realizzare condecisione forti privatizzazioni, i cui proventi sarebbero da destinare non allaspesa corrente, ma alla riduzione del debito cresciuto nei decenni e una deci-sa, profonda, coraggiosa revisione dei centri di costo e di spesa della macchi-na amministrativo-burocratica dello Stato, in tutte le sue declinazioni.Quali privatizzazioni e quali tagli?Prioritarie sono le privatizzazioni dell’enorme patrimonio immobiliare pub-blico e delle società non quotate. La revisione di spesa, dopo annunci e cre-

scenti aspettative da parte dei cittadini e degliosservatori europei, è un atto di doverosa coscien-za prim’ancora che un atto di buona amministra-zione. Non è pensabile, non è sostenibile, non è alungo sopportabile un’ulteriore progressiva ero-sione di risorse a carico di imprese e famiglie,attuata con imposizioni e balzelli, da uno Statoincapace di limitare la propria spesa, delimitare ilproprio perimetro, effettuare serie economie discala. Solo così si innesterebbe un circuito non piùvizioso. Solo così si creerebbero i presupposti perla ripresa dello sviluppo. E solo cosi possiamopresentarci, credibili e rafforzati, ai prossimi,importanti, appuntamenti europei.L’Europa, dunque, sempre al centro!Sì. Credo sia davvero indispensabile oggi, men-tre ci accingiamo a completare l’articolato dise-gno dell’Unione economica, monetaria e banca-ria, affrontando una crisi lunghissima e profon-dissima, avviare interventi coraggiosi, non cede-re a frammentazioni, non mettere in discussionele scelte fatte nel nostro passato e recuperarequello spirito di unificazione che guidò e accom-pagnò la nascita dell’euro. Lontani da euroscetti-cismi o euforie, occorre constatare con realismoche l’istituzione di un unico sistema europeo divigilanza sulle banche è una delle risposte piùdecisive assunte dopo l’esplosione della crisifinanziaria internazionale per spezzare i cortocir-cuiti fra Stati e banche. La Vigilanza bancaria

unica europea potrà assicurare parametri omogenei nella valutazione dellasolidità delle banche, realizzando finalmente un piano livellato di concorren-za fra le economie dei diversi Paesi, senza privilegi e penalizzazioni.Ma in quest’Unione le banche italiane saranno competitive?Sull’Unione bancaria europea, l’Italia è stata ed è favorevole per ragioni dimetodo e di principio e per legittimi interessi. Infatti, sappiamo bene che lavigilanza della Banca d’Italia è stata ed è la più rigorosa: ora non vi potrannoessere Stati che hanno adottato l’euro e che al contempo mantengono privile-gi per le loro banche e conseguentemente per le loro aziende di ogni genere.La concorrenza bancaria europea su basi paritarie sono certo che favorirà lebanche italiane e la ripresa complessiva della competitività, dello sviluppo edell’occupazione nel nostro Paese. Il completamento del mercato unico, basa-to sulla libera circolazione di persone, merci e capitali e sull’euro, potrà inne-stare circuiti virtuosi e favorire la ripresa della fiducia e della competitività,senza privilegi.Dunque, per tornare al titolo del suo libro, più Unione in Europa faràbene alle banche, ai cittadini e alle imprese?La ripresa razionale, senza esitazioni, di iniziative dell’Unione Europea èun segno forte di vitalità del mercato integrato più ampio del mondo, capa-ce di bloccare tendenze disgregative e riduzioni di influenza del vecchiocontinente anche sulle questioni internazionali, come quelle di tutela deidiritti civili e sociali. Più Unione servirà non solo all’economia, salvaguar-dando e sviluppando la prosperità cresciuta nella seconda metà delNovecento, ma a difendere quella solidità culturale e civile che è argineprimo verso il ritorno ai nazionalismi conflittuali che sarebbe miope e for-temente rischioso sottovalutare, sotto ogni aspetto. Lo Stato di diritto, lademocrazia occidentale, le libertà civili, economiche e sociali sono, purnelle diverse declinazioni, le basi comuni di una Europa che si è integratasoprattutto economicamente e che ora deve avere il coraggio e la lungimi-ranza di riprendere l’iniziativa.

PATUELLI: ETICA ED EFFICIENZA In libreria il volume “Banche, cittadini e imprese”

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in mostra

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Il grande cavallo in bronzo di Ivan Theimer dialogacon il cavallo in terracotta di Jacopo Sansovino, igioielli di Igor Mitoraj e Cordelia Von den Steinenaffrontano il confronto con i diademi delle Madonnetrecentesche e con la superficie dorata della tavolagiottesca che rappresenta Santo Stefano. Acco sta -menti inusuali, e forse provocatori, che trovi visitan-do la sezione della mostra “Gioielli d’artista. La tra-dizione nella modernità”, ospitatafino al 15 ottobre al Museo Hornedi Firenze e organizzata dall’Asso -ciazione Osservatorio dei Mestierid’Arte. L’altra sezione è invece alle-stita allo Spazio Mostre dell’EnteCassa di Risparmio di Firenze (stes-sa apertura), che promuove l’inizia-tiva. Sono esposte opere di pittori escultori che praticano anche le artiorafe e di artisti orafi toscani e stra-nieri che lavorano pure in Toscana.Attraverso 300 pezzi di 32 autori, lamostra documenta l’attività di quegli artisti impe-gnati nella ricerca tecnica e contemporanea cheavvertono il bisogno di richiamarsi all’identità dellatradizione italiana, per riaffermarne con forza unostile, nel segno dell’armonia, della misura, del gustoe della bellezza, che per secoli ha identificato lanostra realtà nazionale nel costante rapporto tramemoria e modernità. Essi rivolgono la loro atten-

zione al gioiello inteso talvolta come scultura daindossare talaltra come espressione di una raffigura-zione pittorica o scultorea. Tra questi ci sono IgorMitoraj, Ivan Theimer, Roberto Barni e Cordeliavon den Steinen, scultori di fama internazionale giàpresenti con i loro gioielli in vari musei. Il piccoloformato, in oro, in argento o in metallo, esprimecomunque la poetica dell’artista; e ben si vede quan-

do gioielli d’eccellenza di non gran-di dimensioni sono affiancati alleopere pittoriche e scultoree deglistessi autori. La mostra presentaanche una sezione di artisti orafi chesi sono formati in prestigiose scuo-le fiorentine – il Liceo Artistico diPorta Romana (già Istituto d’Arte) eLe Arti Orafe – qui riuniti in un cor-pus speciale tutto dedicato allaforma, come a sancire la continuitàe lo sviluppo di capacità e lavora-zioni in evoluzione. Così Firenze,

con una ben consolidata tradizione orafa, mantiene evalorizza la presenza viva di un bene culturale unicoe tipico, che è stato anche in grado di adeguarsi allacultura e al gusto della modernità.Lo Spazio Mostre dell’Ente Cassa è aperto da lune-dì a venerdì dalle 9 alle 19, mentre il sabato e ladomenica dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 19; ilMuseo Horne dal lunedì al sabato, dalle 9 alle 13.

L’oro e l’argento degli artisti, a Firenze

Il progetto di tutela del ter-ritorio promosso dalla Fon -dazione Cassa di Rispar -mio di Asti, in collabora-zione con la Soprinten den -za ai Beni Storici Artistici eEtnoantropologici del Pie -mon te e le Diocesi dellaprovincia di Asti, continuacon un’indagine sulle pre-senze pittoriche nell’Asti -gia no tra Sei e Settecento,di cui dà conto un’ampiainiziativa culturale che ruo -ta intorno alla mostra “Astinel Seicento. Artisti e com-mittenti in una città di fron-tiera”, aperta a Palazzo Maz - zetti fino al 28 settembre.La mostra offre uno sguar-do complessivo sulle vi -cende della pittura ad Astinel Seicento, consideran-do quanto avvenne neicentri dell’attuale provin-cia, artificiosamente creatanel 1935. La situazione delpatrimonio artistico riflette la complessa fisionomia giurisdizionale dell’ampiaarea geografica, che comprende oggi diverse zone che nel XVII secolo eranoamministrativamente parte dello Stato di Milano sotto la Spagna, dell’anticoDucato del Monferrato, oltre che del Piemonte sabaudo. Un attento apparatodidattico permette di visualizzare, sulla base della veduta seicentesca del territo-rio fornita dal “Theatrum Sabaudiae” (1682), l’incredibile ricchezza di edificireligiosi che c’era allora, in gran parte oggi non più esistenti a causa di vicendestoriche complesse raccontate nella mostra, nel catalogo e in una serie di incon-tri di approfondimento.La mostra, organizzata dalla Fondazione Palazzo Mazzetti, di cui è socio fonda-tore la Fondazione Cr Asti, si configura come una mostra-dossier, allestita tra ilsalone d’onore del piano nobile e nelle sale dell’ala orientale del piano terreno.Oltre a incisioni e tessuti particolarmente significativi per qualità artistica e rile-vanza storica, individuati nel corso della ricerca condotta dall’Università diTorino, la mostra propone 16 dipinti per la più parte restaurati con il contributo

della Fondazione Cassa diRisparmio. Si possono am -mi rare opere sconosciute aglistudi ma di grande rilievo perla storia artistica del Pie -monte, prima fra tutte l’impo-nente pala della “Madonnadel Rosario” (foto a destra)un tempo collocata nella per-duta chiesa dei Domenicanidella Maddalena e oggi inSan Paolo. Si tratta di undipinto cruciale per la storiadella penetrazione della cul-tura artistica fiamminga inItalia settentrionale versola fine del Cinquecento: unprototipo dal quale discen-deranno per gemmazionenumerose derivazioni di -sperse in molte zone del-l’astigiano e dell’alessan-drino; un episodio di rilie-vo che anticipa la presen-za, sempre ad Asti, di unodei più bei quadri che rag-giunsero la regione nel

Settecento, vale a dire la “Cena in casa di Simone il Fariseo” di PierreSubleyras (1737), eseguita per i Canonici Lateranensi di Santa Maria Nuova,requisita negli anni napoleonici e approdata al Louvre. Proveniente da Roma è invece la “Beata Vergine d’Oropa con i SS. Elena edEusebio e il ritratto di Giacomo Goria”, vescovo di Vercelli ma nativo diVillafranca, opera spettacolare dipinta dal lucchese Pietro Paolini intorno al 1650,che va annoverata tra i grandi quadri del Seicento conservati nelle chiese piemon-tesi. Nella sala dei Lombardi i visitatori, dopo l’incontro con una pala di CamilloProcaccini raffigurante il Battesimo di Cristo già nel Duomo di Asti, possonovedere la tela con “San Secondo a cavallo” (foto a sinistra) proveniente daVillanova: uno stupendo inedito per l’iconografia del santo patrono di Asti. Mentreper la sezione dedicata ai pittori genovesi, sono tornati a Palazzo Mazzetti le spet-tacolari tele di Giovanni Battista Carlone di Incisa Scapaccino, restaurate con ilcontributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Asti nel 2000. La mostra èaperta tutti i giorni da martedì a domenica, dalle 10,30 alle 19,30.

ASTI NEL SEICENTO. ARTISTI E COMMITTENTIIN UNA CITTÀ DI FRONTIERA

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in mostra

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Le Marche, e Fabriano in particolare, tornano protagoniste di primo piano nelpanorama italiano della cultura e delle grandi mostre con “Da Giotto a Gentile.Pittura e scultura a Fabriano fra Due e Trecento”, a cura di Vittorio Sgarbi. Èun’iniziativa che accende i riflettori su uno smisurato patrimonio artisticoin gran parte “sommerso” e inscindibile dal contesto paesaggistico eambientale che è di straordinaria bellezza e che, con le sue anticheabbazie, gli eremi, le pievi e i monasteri sparsi nelle vallate appen-niniche tra Marche e Umbria, crea la raffinata suggestione di unlegame profondo con quelle maestranze addestrate al nuovoidioma giottesco, che un tempo frequentarono proprio quei luo-ghi. La mostra, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmiodi Fabriano e Cupramontana, è aperta dal 26 luglio al 30 novem-bre e si propone di ritessere la trama di un complesso periodo sto-rico ricco di testimonianze affascinanti, ma note solo o soprattuttoagli studiosi e agli appassionati d’arte, al fine di permettere, pur conun approccio di approfondimento, un’ampia divulgazione rivolta a unpubblico più vasto ed eterogeneo. È questa, dunque, un’occasione speciale eimperdibile per conoscere le radici della civiltà occidentale.Ma vediamo più da vicino il contesto culturale nel quale si iscrive la mostra.Consolidatosi il potere longobardo su Fabriano, l’egemonia culturaledell’Umbria vide la sua affermazione nel corso del Trecento, sia dal punto divista artistico sia sotto il profilo dei valori spirituali. La vicinanza con Assisi ei ripetuti soggiorni di San Francesco contribuirono ad animare una vivacerealtà di fede che si avvalse della pittura come di un efficace strumento pro-pagandistico ed educativo. Sul finire del XIII secolo, quando sui ponteg-gi della Basilica Superiore si affermavaun nuovo eloquio pittorico compiuta-mente occidentale, l’influsso giotte-sco si propagava anche attraverso ivalichi appenninici fino aFabriano. Maestri anonimi,assai esperti nella pratica del-l’affresco, lasciarono traccedel loro operato nelle piùimportanti chiese degli OrdiniMendicanti, ma anche nellesperdute pievi sorte sui montivicini alla città della carta. Lamostra espone oltre 100opere tra cui, insieme a dipin-ti, pale d’altare, tavole e affre-schi staccati, ci sono sculture,oreficerie rarissime, miniatu-re, manoscritti, codici. Operedelicate e preziose, concessein prestito dai più prestigiosimusei italiani e stranieri,

esposti presso la Pinacoteca Civica Bruno Molajoli di Fabriano e in tre splendi-de chiese del circuito urbano: la Chiesa di Sant’Agostino (Cappelle Giottesche),la Chiesa di San Domenico (Cappella di Sant’Orsola e Sala Capitolare), la

Cattedrale di San Venanzio (Cappelle di San Lorenzo e della Santa Croce).Un’ampia sezione della mostra è dedicata ai raffinati dipinti su tavola

realizzati da Allegretto Nuzi dopo il suo rientro dalla Toscana inoccasione della peste del 1348: tavole e polittici (nella foto“Madonna con il Bambino in trono tra Santi”) caratterizzati daelette figure ispirate ai modelli fiorentini e senesi, rielaborati inchiave cortese, come testimoniano le varie redazioni della“Madonna dell’Umiltà”. È questo un soggetto frequentementetrattato sia dal Nuzi che dal suo allievo fabrianese Francescuccio

di Cecco Ghissi (in foto “Angelo di San Matteo”), la cui produ-zione appare improntata a una spiccata sontuosità decorativa che

soddisfa le esigenze della committenza di provincia. Alla cifra stili-stica del caposcuola Allegretto si collega anche la produzione di scultu-

re in legno intagliato e dipinto a grandezza naturale, destinate all’allestimento dipresepi scenografici, attribuite a un anonimo Maestro dei Magi. Gli esemplariconservati a Fabriano e quelli del Museo di Palazzo di Venezia a Roma compon-gono un nucleo omogeneo riferibile a questo artista attivo a Fabriano e ben notoanche oltre i confini cittadini. Insieme agli affreschi e le tavole dipinte da artisti

locali sono esposte opere di Giotto, Pietro Lorenzetti, Bernardo Daddi: un con-fronto che offrirà lo spunto per dare inizio a una nuova e più articolata visio-

ne delle vicende della pittura italiana del XIV secolo. La mostra si chiude con alcuni capolavori di Gentile, come la

“Crocefissione” del polittico provenienteda Valleromita di Fabriano, ora nella

Pinacoteca di Brera, o la raffinata“Madonna dell’Umiltà” del Museonazionale di San Matteo di Pisa:lo stile elegante e forbito esibitodal caposcuola del GoticoInternazionale rivela la con-suetudine giovanile con i pre-giati ed eleganti apparati pre-senti nella città di origine. Lamostra, che si avvaledell’Alto Patronato delPresidente della Repubblica,del Patrocinio della Pre -sidenza del Consiglio deiMinistri e del Patrocinio delMinistero per i Beni e leAttività Culturali, è aperta tuttii giorni, escluso il lunedì mat-tina, dalle 10 alle 21 e fino alleore 23 nei weekend.

DA GIOTTO A GENTILEPittura e scultura a Fabriano fra Due e Trecento

battenti aperti fino a

20 luglio - AgrigentoCon quaranta opere pittoriche, che rap-presentano il complesso delle principa-li fasi della sua produzione, Agrigentoomaggia Ignazio Moncada, uno deimaggiori artisti del dopoguerra. Realiz -zata con il contributo della FondazioneSicilia, presso le Fabbriche Chiara -montane, la mostra “Ignazio Moncada.Espansione del colore” racconta l’evo-luzione di un artista che, partendo dalconfronto con la tradizione novecente-sca, ha saputo dialogare con altre epo-che e culture del mare nostrum.

14 settembre - CuneoNel Complesso Monumentale diSan Francesco, la Fondazione CrCuneo allestisce la mostra “Lecamere oscure. Fotografie, figure eambienti dell’immaginario neogoti-co”. Sono oltre cento le opere espo-ste, prevalentemente fotografie. Ilpercorso espositivo è articolato inun labirinto che assicura al visitato-re scorci e apparizioni sorprendenti.Ricco anche il calendario di appun-tamenti collaterali, dedicato alsostegno di giovani artisti locali.

6 ottobre - LuccaDal 6 settembre al 6 ottobre, ilPalazzo della Fondazione Banca delMonte di Lucca sarà palcoscenicodella seconda edizione dell’EuropeanPhoto Exhibition Award. Quest’annoil tema è “The new social”. L’obiettivoè promuovere artisti all’inizio dellacarriera, mettendo loro a disposizionestrutture internazionali, stimolandoli alavorare insieme e a confrontarsi concolleghi esperti. Dunque, protagonistidell’evento sono fotografi emergentiche vivono e lavorano in Europa

12 ottobre - Cividale (Ud)La mostra “Il Crocifisso di Cividale ela scultura lignea” è un viaggio allascoperta degli esempi più significatividi sculture lignee prodotte tra il XII eil XIII secolo nell’area altoadriatica.Realizzata con il sostegno dellaFondazione Crup, l’esposizione pres-so il Museo Nazionale di Palazzo deNordis fornisce una rappresentazioneinedita della grande entità statuale epolitica ma anche religiosa, culturalee artistica che, nel pieno Medioevo,fu il Patriarcato di Aquileia.

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caleidoscopio

FONDAZIONI Luglio - Agosto 2014

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Fino al 29 settembre il Palazzo Pretorio diTrento ospita la mostra “Arte e persuasione.La strategia delle immagini dopo ilConcilio di Trento”, promossa dal MuseoDiocesano Tridentino e realizzata anchegrazie al contributo della Fondazione CrTrento e Rovereto. L’esposizione analiz-za, per la prima volta, il rapporto tra ledecisioni assunte dal Concilio di Trento(1545-1563) in materia di immaginisacre e le arti figurative in un territorio difrontiera, quale fu l’area di Trento, astretto contatto con le aree della Riformaprotestante, diversamente da diocesi geo-graficamente e culturalmente più lonta-ne. In una delle ultime sessioni dell’assi-se tridentina fu promulgato il decreto“Della invocazione, della venerazione edelle reliquie dei santi e delle sacre immagini”,con il quale la Chiesa assolveva l’uso delleimmagini sacre, la cui liceità era stata aspramentecriticata dalla Riforma protestante. Richiamandosialla tradizione, la norma esaltava la funzionedidattica delle immagini e stabiliva alcuni principigenerali circa le caratteristiche delle rappresenta-

zioni da collocare negli edifici di culto. Il percor-so espositivo, suddiviso in due parti, si apre con

una sezione introduttiva di carattere storicodocumentario. Sono qui esposte alcune edi-

zioni a stampa della Sacra Scrittura e vengo-no approfonditi i temi della censura edella proscrizione del nudo attraverso gliesempi celeberrimi del “Giudizio uni-versale” di Mi che langelo e della “Cenain casa di Levi” di Paolo Veronese. Laseconda area tematica, dopo aver illu-

strato attraverso audaci confrontil’evoluzione del dipinto a tema

religioso dal Rina scimento all’epocapostconciliare, indaga le iconografiepiù diffuse nel contesto locale trentino:il culto del Crocifisso, l’esaltazionedella figura della Madonna nelle varie

declinazioni, la rivalutazione delle figure deisanti. In questo periodo, le nuove raffigura-zioni da esporre negli edifici di culto doveva-no presentare qualità adatte a commuovere lo

spettatore per incrementarne la devozione,esaltando al contempo il “trionfo” della Chiesanella lotta al Protestantesimo.

Si sono da poco conclusi i campio-nati mondiali di calcio brasiliani,avari di soddisfazioni per noi italia-ni. Meglio forse gettarsi nei ricordidei fasti del passato. Così a Chietilo Spazio Esposizioni Tem poraneedi Palazzo de’ Mayo dellaFondazione Carichieti ha ospitatola mostra “Il Mondiale nel Pal -lone”. Organizzata dall’associazio-ne Erga Omnes grazie alla gentileconcessione di un appassionatocollezionista abruzzese ex calciato-re, l’esposizione ha presentato pal-loni, guanti, medaglie commemo-rative, biglietti d’ingresso allo sta-dio, scarpe e giornali sportivi: ine-diti memorabili attraverso i qualiripercorrere la storia dei mondialipartendo da quelli disputati nel1930 in Uruguay fino al mondialedel 2010 in Sud Africa. In mostrac’era anche il primo pallone di fineOttocento con il quale fu disputata

la prima partita internazionaleScozia - Inghilterra (1872) e c’era-no i palloni legati a un’altra curiosavicenda. Si tratta dei due differentipalloni con i quali vennero giocati idue tempi della finale del primomondiale del 1930: l’arbitro desi-gnato, il belga Jean Langenus, a

inizio incontro risolse infatti così ilbizzarro litigio per il quale ciascu-na squadra – Uruguay e Argentina– voleva giocare con il proprio pal-lone da calcio.La motivazione che ha dato origi-ne alla mostra teatina è più pro-fonda di una semplice passioneper l’esaltazione del calcio attra-verso l’esposizione dei suoi cime-li. L’obiettivo dei suoi promotoriera far conoscere e apprezzare aigiovani il calcio del passato, ungioco portatore di valori e inse-gnamenti, lontano dallo showmediatico e dalla spettacolarizza-zione di oggi. Insomma, lo stessodesiderio che espresse VittorioPozzo, commissario tecnico dellanazionale nei mondiali del ’34 edel ’38: «Dare alla gioventù spor-tiva di oggi l’esempio alto di colo-ro che allo Sport e alla Bandieradettero il cuore».

Genova riparte

In occasione del quinto centena-rio dell’avvio dei lavori per lacostruzione delle Mura di Luccasi sono succedute in città tantissi-me iniziative celebrative. Ultimain ordine di tempo e particolar-mente suggestiva è quella realiz-zata dal fotografo Nicola Ughi,ospitata nelle sale del Palazzodelle Esposizioni della Fon da -zione Banca del Monte di Luccaper tutto il mese di giugno. Ughi,fotoreporter toscano conosciuto per la sua ricerca sul paesaggio e le persone che lo abitano, ha presen-tato gli scatti del suo lavoro “Around the Wall - Lucca on Twincamera”, una raccolta di immagini delleMura nei vari momenti dell’anno, che testimoniano come i lucchesi “vivono” il monumento. Gli scat-ti sono stati effettuati con “Twincamera”, un nuovo sistema di ripresa fotografica, da Ughi ideato e bre-vettato nel 2013, che si compone di due macchine sincronizzate e che consente di realizzare grandi fotopanoramiche senza perdita di definizione o distorsioni dell’immagine.

Un anniversario ad alta risoluzione

ARTE A TRENTO DOPO IL CONCILIO

L’Italia è un paese poco attrattivo per la ricerca. E laLombardia non fa eccezione. Fondazione Cariplo eRegione Lombardia hanno siglato un accordo percontrastare questa tendenza e hanno indetto unbando congiunto rivolto agli istituti di ricerca dellaregione. Il programma si incardina sul modello diun’iniziativa lanciata alcuni mesi fa da FondazioneCariplo, con lo stesso obiettivo. Regione Lombardia,da sempre attenta a queste tematiche, ha trovato nellaFondazione il partner ideale che aveva fatto da apri-pista. Risultato: l’unione fa la forza, con obiettivicomuni, economie di scala, know how unificati ebudget a disposizione raddoppiato, pari a 4,5 milio-ni di euro (2,15 dalla Fondazione e 2,35 dallaRegione). La finalità del bando (senza scadenza) èattrarre in Lombardia i vincitori dei grantdell’European Research Council (Erc) e supportarela competitività dei nostri giovani che intendono

candidarsi nelle sueprestigiose call. In -fatti, secondo quantoemer ge dai da ti pub-blicati dal l’Erc, delle287 borse assegnatenel 2013 a giovaniricercatori, 17 sonoandate a italiani, masolo 8 progetti indica-no un centro di ricer-ca italiano quale enteospitante. Per questoFon dazione Cariplo eRe gione Lombardia

met tono a disposizione degli enti che svolgonoattività di ricerca scientifica in Lombardia (e nelleprovince di Novara e Verbano-Cusio-Ossola) lerisorse necessarie per migliorare la loro offerta.Uni versità e laboratori potranno così offrire luo-ghi e infrastrutture più adatte allo svolgimentopratico delle attività, acquisendo ad esempio exnovo attrezzature e software o mettendo a dispo-sizione nuovo personale utile a migliorare l’am-biente di ricerca. Potranno inoltre acquistaremateriali di consumo per attività di ricerca curio-sity driven o per potenziare i dati sperimentali asupporto di nuove candidature. Infine saranno ingrado di offrire ai ricercatori e alle loro famiglie lacopertura delle spese di alloggio e altri benefit:certamente anche questo concorrerà a renderel’ente di ricerca più attraente.

Buone notizie sotto la lanterna.Dopo un anno di standby la Fon -dazione Carige riprende finalmen-te le erogazioni e sblocca settantapratiche in sospeso per un totale dicirca 4 milioni di euro. Inoltre ilpresidente Paolo Momigliano haannunciato che dal prossimo annol’operatività dell’ente sarà im -prontata alla massima trasparen-za: i bandi, l’intero iter di selezionee l’elenco completo dei beneficiarisaranno tutti pubblicati sul sitodella Fon da zione (www.fon da -zionecarige.it). Dopo le turbolenzedegli ultimi mesi, dunque, laFonda zione Carige vuol’esseresempre più una casa di vetro. Eanche per questo il Consiglio ha giàiniziato a rivedere i criteri di asse-gnazione delle risorse, con l’obiet-tivo di razionalizzare le erogazioni,individuando le priorità ed evitan-do le sovrapposizioni.

IL MONDIALE NEL PALLONE

Milanoattrae i cervelli

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Dal 29 al 31 agosto si tiene a Sarzana (Sp) l’undicesima edizione delFestival della Mente, promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmiodella Spezia e dal Comune di Sarzana. Il Festival, diretto da quest’an-no da Gustavo Pietropolli Charmet, si propone di esplorare attraverso39 incontri la nascita e lo sviluppo dei processi creativi, le trasformazio-ni in corso nel mondo giovanile e la relazione fra le generazioni. Per tregiornate grandi scienziati, scrittori, artisti, fotografi, designer, filosofi,psicologi, storici indagheranno i cambiamenti, le energie e le speranzedella società di oggi, rivolgendosi al pubblico con un linguaggio accessi-bile. Il programma completo è sul sito: www.festivaldellamente.it.

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caleidoscopio

FONDAZIONI Luglio - Agosto 2014

38 nuovi asili nido inaugurati nel Mezzogiorno trail 2011 e il 2014, grazie al finanziamento congiun-to di Fondazione con il Sud e Fondazione Aiutare iBambini, in cui vengono ospitati circa 800 bambi-ni da 0 a 3 anni. Sono questi i numeri dell’iniziati-va che, tramite bando, sta tentando di contribuire acolmare uno dei gap che separano il nostro Paese (eil Mezzogiorno in particolare) dal resto del conti-nente. Nel 2000, con l’Agenda di Lisbona,l’Europa si è data l’obiettivo di garantire un postoall’asilo nido ad almeno il 33% dei bambini. Taleimpegno è ancora ben lontano dall’essere onorato.Oggi la media italiana è, infatti, ferma al 6,5%, conpicchi drammatici dell’1% scarso in Calabria e inCampania. Questo impatta fortemente sull’abban-dono dell’impiego da parte delle donne dopo lamaternità, in quanto le neomamme si trovanocostrette a doversi prendere cura dei figli per l’inte-

ra giornata. Questa è la tendenza che cerca di ini-ziare a invertire l’annuale bando delle Fondazionicon il Sud e Aiutare i Bambini. Le risorse messe adisposizione (circa 390mila euro solo quest’anno)sono destinate a organizzazioni non profit delMezzogiorno, per attivare nuove strutture e perampliare o ristrutturare asili esistenti. Tra i parame-

tri di valutazione applicati dai promotori, oltre a unsignificativo aumento dell’offerta in termini dinuovi posti disponibili, è stata considerata anche lapercentuale di bambini provenienti da situazioni disvantaggio sociale o economico che ne avrebberousufruito. Una recente ricerca promossa dallaFondazione Aiutare i Bambini ha evidenziato che inidi gestiti dal privato sociale offrono un servizioqualitativamente identico a quello dei nidi pubblici,ma a costi inferiori. Il contenimento dei costi èdovuto soprattutto alla presenza di volontari nelleattività accessorie (lavori di giardinaggio, piccolemanutenzioni, pulizie straordinarie) e in quellecomplementari (supporto al personale nei lavori dipulizia ordinaria o nel funzionamento della cucina).Volontariato svolto in alcuni casi dai genitori stessidei bambini, che ottengono in questo modo agevo-lazioni sul pagamento della retta.

Torna il Festival della Mente

In linea con l’impegno che porta avan-ti da anni per riqualificare il centro sto-rico della città, la Fondazione Bancadel Monte di Foggia, in partnershipcon Banca Popolare Etica, lancia unprogramma di microcredito rivoltoagli operatori economici del centrocittadino per favorire lo sviluppo e ilconsolidamento di iniziative impren-ditoriali meritevoli, sostenibili e sup-portate da adeguata progettualità.L’iniziativa è rivolta esclusivamente amicroimprese con massimo cinquedipendenti e aventi sede legale o ope-rativa nel centro storico di Foggia. Trai criteri di concessione del credito, c’èanche il rispetto di regole “etiche”:non si potranno accettare le domandedi esercizi commerciali che contribui-scono a diffondere l’abuso di alcooltra i giovani o la dipendenza da giococausata dalle slot-machine. I prestitivanno da 5 a 15mila euro, da restitui-re in massimo 84 mesi, con un tassofisso pari all’Irs a 7 anni + 4 punti per-

centuali di spread o con un tassovariabile pari all’Euribor a 3 mesi +3,5 punti percentuali di spread. Ilfondo di garanzia per l’iniziativa è di180mila euro. Il termine per presen-tare la domanda è fissato al 30 set-tembre. La documentazione è sul sitowww.fondazionebdmfoggia.com. Èdisponibile un servizio di assistenzatecnica gratuita per la compilazionedella domanda al numero 0881-770866 (a cura del Consorzio di coo-perative sociali Aranea).

Microcredito al centro

È iniziato il cammino verso il nuovosplendore della Pieve di SanGiovanni Battista a Corazzano (Pi) edei suoi tesori d’arte. La Pieve delIX sec. è monumento nazionale dadal 1899 ed è uno degli esempi piùpreziosi dell’arteromanica lungola via Franci -gena. Oggi, gra-zie alla Fonda -zio ne Cassa diRisparmio diSan Miniato, èstata condotta atermine una pri -ma importantecampagna di re -stauro. I lavorihanno interessato l’abside e la pare-te destra affrescata. Le condizionicomplessive dell’abside erano talida non avere praticamente più tessu-to pittorico originale, sia per le vaste

perdite di supporto che per le fortiossidazioni dovute alle vecchieinfiltrazioni di acqua piovana. Così,dopo un’opera di attenta pulituragrazie a cui sono riemerse le duefigure dei santi Pietro e Paolo, è

stata effettuata lar icos t ruz ionecon lo spolverodelle parti man-canti dell’affre-sco. Quindi sonostate consolida-te, con maltaidraulica, tutte lezone di intonacodistaccate dalsupporto. Tra ivari tesori d’arte

che questa pieve protoromanicacustodisce al suo interno ci sono: unpulpito in legno del XVI secolo e unfonte battesimale proveniente dal-l’antica chiesa di Barbinaia.

Rinasce la Pieve di Corazzano

NUOVI ASILI NIDO NEL MEZZOGIORNO

«In un momento in cui il sistema diwelfare pubblico evidenzia i proprilimiti e per contrasto aumenta il fab-bisogno di protezione per i soggettideboli e in particolare per gli anzia-ni, la Fondazione Crup raccoglie leesigenze avvertite dalla comunità erisponde offrendo un aiuto immedia-to e concreto alle necessità assisten-ziali degli anziani, che rappresentanoun tema che sarà tra le maggiorisfide delle future politiche di welfa-re». Con queste parole il presidenteLionello D’Agostini ha illustratol’obiettivo del bando “Assistenzaanziani”. Per il terzo anno consecuti-vo la Fondazione Crup ha assegnato500mila euro per cofinanziare 31progetti volti a migliorare la capacitàricettiva e l’offerta dei servizi dellecase di riposo, nonché a favorire ladomiciliarità dell’anziano attraversoil potenziamento del servizio di tra-sporto svolto dagli ambiti distrettuali

nelle province di Udine e diPordenone. Il tema delle sfide delwelfare del futuro è al centro di unaserie di appuntamenti che la Fon -dazione Crup sta organizzando inquesti mesi sul territorio, in collabo-razione con l’Università degli Studidi Udine. Linea guida degli incontri è“La promozione del welfare dicomunità. Uno strumento di coesioneper la società del futuro”.

Gli anziani e le sfide del welfare

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Il 1° aprile 2015 verrà inaugurato il nuovo allesti-mento del Museo Egizio di Torino, che ha visto unprofondo intervento di ristrutturazione e riallesti-mento costato circa 50 milioni di euro, 25 dei qualimessi a disposizione dalla Compagnia di San Paolo.Questo, peraltro, non è il solo intervento dellaFondazione in favore dell’egittologia. Dal 1997 laCompagnia sostiene il “Progetto Drovetti”, un artico-lato programma di studi e iniziative di divulgazioneintitolato al diplomatico e collezionista piemonteseBernardino Drovetti (1776-1852), che portò sotto laMole la prima ricchissima collezione di antichità egi-zie da cui poi nacque il Museo. Per il Progetto, costa-to oltre 430mila euro, è stato realizzato il cdrom“Drovetti, un piemontese tra Italia e Francia”, che,con 550 schede, 800 immagini, 155 glossari, ripresepanoramiche interattive, un database di catalogazio-ne degli oggetti e altri apparati interattivi, offre unostrumento di studio scientifico e divulgativo utile peruna ricomposizione virtuale dell’originaria collezionedi antichità egizie del Drovetti. Sono stati inoltre orga-nizzati un convegno internazionale e una mostra docu-mentaria e pubblicati gli epistolari inediti del Drovetti.

Da sempre le Fondazioni di origine bancaria vengo-no riconosciute quali soggetti in grado di custodire,valorizzare e rendere fruibili i tesori del nostro patri-monio storico-artistico. Esse recuperano e mettonoa disposizione delle comunità edifici di pregio dellenostre città e, proprio per il loro accreditamento nelcampo dell’arte e della cultura, sempre più di fre-quente vengono elette da collezionisti privati qualieredi delle opere raccolte durante la loro vita, con ilvincolo che divengano accessibili a tutta la cittadi-nanza. Recenti sono i casi di Parma, Bologna eMacerata, che approfondiamo in questo articolo.«Abbiamo scelto come sicura dimora per la nostraamata collezione la Fondazione Cariparma ferma-mente convinti che la lungimiranza del suopresidente propizierà con ogni mezzo e inogni occasione il grande messaggio d’arteche tanti pittori hanno impresso sulle tele, chenoi abbiamo amorevolmente custodito e cheda ora in poi rendiamo pubbliche soprattuttoper i giovani di oggi, di domani, di sempre».Sono le testuali parole del Maestro RenatoBruson che spiegano perchè il celebre tenoreabbia deciso di donare alla FondazioneCariparma la sua ricca collezione di opereprevalentemente dell’arte pittorica italiana acavallo tra il XIX e il XX secolo. La donazio-ne comprende settanta capolavori. Vi figura-no importanti firme: da Giovanni Boldini(ben quattordici sono le opere del maestroferrarese in collezione, foto in alto) aGiovanni Segantini, dai grandi macchiaiolitoscani (Giovanni Fattori, Silvestro Lega, TelemacoSignorini) a importanti vedutisti veneti (i fratelliGuglielmo e Beppe Ciardi, Pietro Galter, PietroFragiacomo). La Collezione Renato Bruson è statagià trasferita nella sede della Fondazione e da settem-bre a dicembre sarà esposta al pubblico in una mostraal piano terra di Palazzo Bossi Bocchi, sede dellaFondazione. Nei prossimi mesi sarà oggetto di un’ac-curata catalogazione e dal 2015 sarà collocata in viadefinitiva nelle sale dei piani superiori del Palazzo.Se ci spostiamo a Bologna troviamo sempre unaFondazione come garante della vitalità di collezio-ni d’arte. Nella realizzazione del circuito denomina-

to “Genus Bononiae”, che hariunito alcuni dei più impor-tanti palazzi cittadini trasfor-mandoli in sedi di esposizionie concerti, tra il 2001 e il2013 la Fondazione Cassa diRisparmio in Bologna ha,infatti, acquisito numeroseopere d’arte, sia antiche checontemporanee (nelle foto inbasso da sinistra “Elezier eRebecca al pozzo” diGiuseppe Zola e “La Pudi -cizia” di Giacomo De Maria),allo scopo di restituire allacittà testimonianze significati-

ve di artisti parte della sua storia (Anni bale Carracci,Guido Re ni, Canova, Medardo Ros so, Balla,Boccioni) oppure nuclei collezionistici vaganti cherischiavano la frammentazione e la dispersione. Alriguardo, tantissime sono state le donazioni che laFondazione ha ricevuto, segno del riconoscimentodel ruolo sempre più incisivo che essa svolge nellavita culturale cittadina. Tra le principali donazioniricordiamo quella di Luisa Checcoli Mongardi, for-mata da quattro dipinti di scuola bolognese tra i qualispiccano le tavolette di Francesco Francia e diInnocenzo da Imola, e quella di Maria Antonietta DiMarzio Gaist, importante donazione pervenuta peronorare la memoria di Quirino Di Marzio, luminare

dell’oftalmologia e per lunghi anni direttore dellaClinica oculistica dell’Università di Bologna. Fino al28 settembre le opere provenienti da acquisizioni edonazioni sono esposte al pubblico, con ingresso gra-tuito, rispettivamente a Palazzo Fava e a CasaSaraceni, sede della Fondazione Carisbo.Scendiamo infine nella Marche, dove la Fon dazioneCassa di Risparmio della Provincia di Macerata harecentemente aggiunto alla sua collezione dieciimportanti bozzetti e un modellino in resina delMaestro Dante Ferretti (foto in basso a sinistra).Documentano i maggiori successi della sua carrieradi sceneggiatore di fama internazionale, coronata da

ben tre Premi Oscar. Le pellicole alle qualisi riferiscono le opere acquistate dallaFondazione spaziano da “The Aviator” del2003 a “Sweeny Todd. Il diabolico bar-biere di Fleet Street” del 2008, fino alrecentissimo “Hugo Cabret” del 2012.Senza dimenticare le pellicole altrettan-to famose di registi del calibro diFederico Fellini, Pier Paolo Pasolini,Martin Scorsese e Franco Zeffirelli, chehanno scelto di porre l’arte ferrettiana aservizio del grande cinema. A DanteFerretti la Fondazione Carima dedicaun’intera sala di Palazzo Ricci, sede cheospita una ricca raccolta d’arte del XXsecolo di proprietà della Fondazione,aperta gratuitamente ai visitatori.

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arte e cultura

FONDAZIONI Luglio - Agosto 2014

Cresce il Museodi Viterbo

FONDAZIONI: DIMORA E VETRINAPER LE COLLEZIONI PRIVATE

Il Museo Nazionale Etrusco della Rocca Albornoz diViterbo è uno dei fiori all’occhiello del territorio a cuila Fondazione Carivit non fa mai mancare il propriopuntuale sostegno. Di recente ha finanziato dueimportanti iniziative di valorizzazione di questa strut-tura, che ospita tra le più alte e significative testimo-nianze della civiltà etrusca. Si tratta dell’allestimentodi due nuovi ambienti, che completano il percorsoall’interno del Museo dedicato all’esposizione dimateriali provenienti dall’area delle necropoli rupestridel viterbese, entrambi realizzati dalla Soprintendenzadei Beni Archeologici dell’Etruria Meridionale.Il primo intervento riguarda la cosiddetta “Biga diCastro”. Il carro in bronzorinvenuto nel 1967 inperfetto stato di conser-vazione in una dellenumerose necropolidell’antica Castro,territorio dell’odiernaIschia (Viterbo), eraesposto senza moltidegli oggetti frutto delritrovamento e perti-nenti al corredo, per-ché era collocato inuna sala di piccoledimensioni. La Biga èstata oggi spostata nell’ampiospazio adiacente alla salaBisenzio, rendendo di fatto possibile l’esposizio-ne dell’intero corredo sepolcrale, imperniato sulcarro da parata e sui diversi oggetti rinvenuti, oltreche sulla coppia di cavalli. Il secondo interventoha riguardato la ricostruzione del “Tempietto diDemetra” (nella foto), l’etrusca Vei, dea greca delgrano e dell’agricoltura che sovrintende l’alternarsidelle stagioni e del ciclo della vita e della morte.L’intervento museografico è stato possibile grazieal recupero da parte della Soprin tendenza di partedel santuario rupestre, scampato a un saccheggioclandestino nell’aprile del 2006 in località Bosco deiValli nei pressi di Vetralla (Viterbo). In quell’occasio-ne sono stati rinvenuti oggetti liturgici, offerte devo-zionali e, caso straordinario, anche le statue veneratedi Demetra e Persefone, databili fra il III secolo a.C.e il II d.C. Oggi il tutto è in mostra nella salettaadiacente al Loggiato di Paolo III.

Torinocapitale d’Egitto

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arte e cultura

FONDAZIONI Luglio - Agosto 2014

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Dopo importanti lavori di restauro riapre ufficialmente Palazzo Rasponidalle Teste, uno dei gioielli architettonici di Ravenna che viene finalmenterestituito alla città grazie all’impegno congiunto dell’Amministrazionecomunale e della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna. Costruitoall’inizio del XVIII secolo per volontà della famiglia Rasponi, l’imponenteedificio – detto dalle Teste per le numerose facce, leonine e di mori benda-ti, scolpite sulla facciata – rinasce oggi dopo oltre due anni di cantieri chehanno completamente rivitalizzato 6mila metri quadri di superficie distri-buita su quattro piani, per un costo complessivo di 10 milioni di euro total-mente a carico della Fondazione. Quest’intervento consentirà di realizzarela “Casa dell’Europa” della città di Ravenna, luogo privilegiato per attivitàartistico-culturali, turistiche, espositive e convegnistiche oltre che sede dialcuni uffici pubblici fra cui lo Iat per l’accoglienza turistica.Il restauro di Palazzo Rasponi dalle Teste è un impegno di eccezionaleimportanza assunto dalla Fondazione dieci anni fa, sotto la guida di StefanoAldrovandi, e concluso oggi sotto la presidenza di Marco Cammelli. Si trat-ta di un’opera di altissimo valore storico-artistico «intrapresa – diceCammelli – per motivi che vanno ricondotti agli elementi costitutivi delleFondazioni di origine bancaria, soggetti privati che perseguono finalità diinteresse generale tra le quali, prioritarie, quelle dello sviluppo culturale,sociale, economico e turistico delle proprie comunità». Il restauro diPalazzo Rasponi dalle Teste risponde a tutte queste finalità: la cultura, perl’eccezionale interesse dell’immobile; la socialità, per aver favorito l’aper-tura di un luogo di incontro e scambio per la comunità; la ricaduta economi-ca, diretta e indiretta, che ruoterà attorno a questo bene culturale.Nel corso dei secoli l’edificio ha subito numerose trasformazioni, mentrerisale al 1938 l’apertura della piazza del Mercato (l’attuale piazzaKennedy) su cui si affaccia il fronte principale del Palazzo, con la demoli-zione di un isolato medievale che comprendeva i resti della chiesa diSant’Agnese, il giardino della famiglia Rasponi,alcuni magazzini ed edifici privati. Danneggiatodurante la Seconda Guerra Mondiale, il comples-so monumentale venne ceduto dagli eredi alComune di Ravenna nel 1977 e nel 1980 venneriaperto il varco del portone che da via Longhiconsente l’accesso al cortile interno del Palazzo ealle scuderie, demolite e sostituite con un fabbri-cato a due piani. Negli anni Ottanta e Novanta

furono eseguiti altrilavori al suo internoper adeguare i localia sede del polo uni-versitario, prima cheparte degli spazi ve -nisse progressiva men -te abbandonata. I primi accordi tra l’Amministrazione Comunale e laFondazione del Monte per la rinascita di Palazzo Rasponi dalle Teste risal-gono al 2005 e i lavori di restauro sono iniziati alla fine del 2011. Numerosigli interventi di ripristino e conservazione delle pregiate opere d’arte custo-dite all’interno del Palazzo. Il restauro ha restituito due solai a cassettonidecorati al primo piano e una serie di decori affrescati negli stipiti dellefinestre al piano nobile, oltre ad alcuni frammenti di affreschi con elemen-ti architettonici. Altre superfici decorate e solai dipinti con decori sette-ottocenteschi sono riemersi eliminando controsoffitti realizzati nel corsodei decenni. Nella lunga storia del Palazzo gli eredi che hanno eseguito ilsuo completamento non hanno spesso avuto i mezzi sufficienti per usare lapietra d’Istria originariamente adoperata, che fu sostituita con la pietra diSan Leo, più friabile ed economica, quindi con il cemento di varia granu-lometria ed anche con la terracotta. L’effetto, però, non cambia perché ognivolta le differenze furono stemperate con velature di calce che rendonoomogenei i diversi cromatismi, tanto che fino all’installazione del ponteg-gio per l’attuale restauro era difficile capire che tutto il cornicione era statorifatto e ingrandito in cemento. Il nero caliginoso del portale e di partedella facciata (dovuto allo smog, al dilavamento di alcune parti della pie-tra d’Istria e alla mancata manutenzione per oltre settant’anni) ha prodot-to un’immagine alterata dell’insieme, che è stata riportata alle originarieconformazioni solo attraverso gli interventi di pulizia e di consolidamen-

to.Il Palazzo è da guardare in prospettiva e dalbasso verso l’alto, perché così si può comprenderela volontà del suo artefice, il vescovo Rasponi, difarlo emergere su tutti gli altri palazzi circostanti.Dall’androne, tripartito come una chiesa a tre nava-te, si arriva al secondo piano mediante una scalad’onore che termina con un portone verso il salonee il grande stemma con le zampe leonine incrocia-te e le unghie sfoderate: i rasponi, appunto!

PALAZZO RASPONI DALLE TESTEÈ LA CASA DELL’EUROPA A RAVENNA

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focus giovani

FONDAZIONI Luglio - Agosto 2014

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Ora stanno godendosi il meritato riposo al mare o in montagna, ma tra pocopiù di un mese saranno circa 8 milioni gli studenti italiani per i quali tornerà asuonare la campanella. Nel frattempo le Fondazioni di origine bancaria prose-guono nei loro interventi per rendere le scuole italiane più accoglienti, perdotarle di attrezzature all’avanguardia e per innovare la didattica con l’utiliz-zo di strumenti multimediali e la possibilità di accedere a lezioni extracurrico-lari. Nel 2013 le risorse destinate al solo mondo della scuola dalle Fondazioni

sono state complessivamente37,7 milioni. A titolo esempli-ficativo delle loro modalità diintervento, citiamo alcune trale iniziative più recenti. ARieti la Fondazione Varroneha stanziato 100mila euro perallestire le aule multimediali einformatiche di alcune scuolesecondarie cittadine. A Cuneola locale Fondazione ha appe-na deliberato 23 contributipari a un totale di 1,1 milioni

di euro per mettere in sicurezza, abbattere barriere architettoniche e riquali-ficare gli edifici delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primogrado della sua provincia. Infine a Pistoia, la Fondazione Caript ha indettoun bando per assegnare 50 borse di studio agli studenti meritevoli (dallemedie all’università), in condizioni economiche svantaggiate e residentinella provincia di Pistoia; le risorse potranno essere destinate all’acquisto ditesti scolastici o alla copertura delle tasse universitarie.

Le Fondazioni per la scuolaSono quasi tutti nati tra il 1985 e il1989 i componenti della squadra cheha curato il progetto “La GrandeGuerra più 100”: un calendario onli-ne che ripercorre giorno per giornole fasi della prima guerra mondialenella ricorrenza del primo centena-rio. Si tratta di un sito internet (rag-giungibile all’indirizzo www.lagran-deguerrapiu100.it) che nei prossimicinque anni ripercor-rerà passo passo ciòche è accaduto esatta-mente un secolo fa,in Europa e nelmondo. In 56 punta-te, attraverso fotogra-fie, filmati, testi ori-ginali e infografiche,i visitatori sarannoaccompagnati allascoperta dei protago-nisti, dei campi dibattaglia, dei luoghidel potere e delle cittàche furono teatrodella prima guerra

mondiale. “La Grande Guerra più100” è un progetto digitale divulga-tivo promosso dall’Università diTrento, patrocinato dalla Presidenzadel Consiglio dei Ministri - Unità dimissione per il Centenario e realiz-zato grazie al contributo della Fon -dazione Cassa di Risparmio diTrento e Rovereto. Nelle intenzionidel giovane gruppo di lavoro che lo

ha realizzato – coor-dinato dal professorGustavo Corni, ordina-rio di Storia contempo-ranea presso l’Uni ver -sità degli Studi diTrento – il progettosarà uno strumento peravvicinare i ra gaz zialla storia del conflitto,grazie a un registroche, senza rinunciareal rigore scientifico,sa essere all’avan-guardia tramite l’usodel multimediale edei social network.

La Grande Guerra su internet

Alla riapertura delle scuole nella provincia diGorizia, grazie al fondamentale contributo dellalocale Fondazione, prenderà il via il progettoAflatoun Go - Educazione sociale e finanziaria,realizzato dall’Istituto di Sociologia Inter nazio -nale di Gorizia - Isig (www.isig.it) e AflatounInter national, organizzazione leader nel mondonell’istruzione sociale e finanziaria. Sondaggidella Banca d’Italia rivelano una generale impre-parazione degli italiani su semplici concetti di cul-tura finanziaria e da più parti si sottolinea l’impor-tanza di progetti di educazione finanziaria. Essanon può prescindere da una conoscenza e consa-pevolezza dei diritti e dei doveri del cittadino ed èpertanto auspicabile sia legata a un percorso dieducazione sociale. In Italia esistono pochi proget-ti che promuovano questo duplice obiettivo e sen-z’altro lo è quello sostenuto dalla FondazioneCarigo. Aflatoun si fonda sulla convinzione che ibambini di tutto il mondo debbano conoscere iloro diritti e responsabilità, perciò si vuol dar lorola possibilità di accedere agli strumenti cognitivi eorganizzativi di cui hanno bisogno per realizzarli.Isig ha sviluppato un’idea progettuale per la diffu-sione di questo progetto in Friuli Venezia Giulia(prototipo in Italia al riguardo) con il supportodella sede centrale dell’organizzazione Aflatoun diAmsterdam. Il progetto prevede la realizzazione diun’indagine sul territorio della provincia diGorizia per identificare il livello di consapevolez-za sui diritti dell’infanzia, nonché la percezionenella scuola primaria di temi quali condivisione dirisorse, risparmio, ambiente, progettualità e propo-sitività. I suoi risultati sono funzionali a fornirealle scuole della provincia un servizio di supportogratuito all’educazione sociale e al risparmio basa-to su un modulo formativo contestualizzato (sullabase degli standard forniti da Aflatoun Inter -national) atto a promuovere interventi mirati nellescuole primarie. Ci si propone inoltre di crearepartenariati con scuole primarie in Cina (già ade-renti al progetto Aflatoun) e di sensibilizzare lacollettività nazionale per estendere la realizzazio-ne del progetto anche ad altri territori.

Per formare i più piccoli

Sfogliarlo non è solo piacevole perché ricco diillustrazioni vivaci, a volte buffe oltre che benfatte, ma è anche interessante e istruttivo.Senz’altro per i ragazzi delle scuole medie cui èrivolto, ma anche per gli adulti. Infatti, leggendoil “Manuale di Educazione Finanziaria” appenarealizzato da Giuseppe Ghisolfi, presidente dellaCassa di Risparmio di Fossano Spa, membro delConsiglio dell’Acri, vicepresidente dell’Abi e, nelsuo recente passato, insegnante e giornalista,anche i più acculturati possono chiarirsi meglio leidee su tanti termini oggi di uso corrente anche neitelegiornali, madi cui a volte nonsi ha piena con-tezza. In poco piùdi un centinaio dipagine – illustratedai giovani dellescuole medie diFossano, a cui ilprofessor Ghisolfidedica da anni unacostante attenzio-ne con le sue lezio-ni sul risparmio e ilcon concorso “In -venta il Rispar -mio”, promossodalla Cassa insie-me alla Fon dazione fossanese – vengono spiegati iprincipali termini dell’economia e i suoi meccanismi.Si parte quindi da cos’è l’Abi per finire con laparola usura: un grave reato punito dalla legge,per arginare il quale nei secoli scorsi vennero isti-tuite le Casse di Risparmio. In mezzo ci sono ilfiscal compact, con le sue regole d’oro che perl’Italia è meglio definire “lacrime e sangue”. Lacorruzione, che “continua ad avvelenare la vitaquotidiana”. Gli evasori, che sono “dei delin-quenti che danneggiano la Stato e quindi tuttinoi”. Ma anche il capitale, che è quello che unopossiede e si realizza “risparmiando e investen-do”, senza peraltro dimenticare che “il risparmio

è legato al reddito”. Oppure la parola economia:“la scienza che studia il modo di gestire risorselimitate per soddisfare i bisogni umani che,come si sa, sono illimitati”.Il “Manuale di Educazione Finanziaria” è compo-sto da cento voci ed è scritto in maniera concisa,con un linguaggio adatto a tutti, soprattutto airagazzi tra gli 11 e i 13 anni. È il frutto della lungaserie di incontri che il presidente della Cassa diRisparmio di Fossano ha tenuto con gli allievidelle scuole elementari e medie della sua cittadi-na. «I giovani – spiega Ghisolfi – sono interessa-

ti e, durante gliincontri, pongonodomande mol toargute. Ho pensa-to che per consen-tire agli studentidi approfondiregli argomenti fos -se necessario la -scia re loro de gliappunti che que-sto libretto contie-ne. Da quest’an-no, dopo la lezio-ne,verrà donato ilmanuale affinchérimanga la possi-bilità di rileggersi

con calma quanto ascoltato». La Cassa distri-buirà il volume gratuitamente nelle scuole fos-sanesi, ma è in vista la pubblicazione da parte diun importante editore nazionale, che ne consen-tirà una ben più vasta diffusione.Intanto l’autore raccoglie gli apprezzamentidelle autorità e dei colleghi, che hanno potutoconstatare come grazie alla capacità comunica-tiva di Ghisolfi tanti concetti siano stati resisemplici anche per il vasto pubblico di consu-matori, che ha sempre più bisogno di trasparen-za e di strumenti conoscitivi utili a rapportarsimeglio con il mondo dell’economia, dellafinanza e delle banche.

DA GHISOLFI UN MANUALEDI EDUCAZIONE FINANZIARIA

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welfare

FONDAZIONI Luglio - Agosto 2014

Il cosiddetto terzo settore ha ormairaggiunto un livello di maturazione,di conoscenza dei bisogni e di capa-cità operativa trasversale imprescin-dibili, a cui il settore pubblicodovrebbe guardare con sempre mag-gior favore non solo nel momento incui è a caccia di risorse monetarie».Nel corso dell’incontro del 3 luglio èstato anche ricordato che è in diritturad’arrivo l’approvazione di uno statutoeuropeo delle fondazioni, per la cuidefinizione e istituzionalizzazioneAcri, Assifero e le fondazioni ad esseassociate lavorano da anni, insieme aorgani di rappresentanza internazio-nali quali Efc-European FoundationCentre e Dafne. Esattamente un annofa, il 2 luglio 2013, il Parlamentoeuropeo ha approvato la risoluzionesulla proposta di regolamento delConsiglio relativo a questo statuto,ma per completare il percorso bisognaora che si attivi il Governodell’Unione. Alla sua guida oggi c’èl’Italia e presidente è Matteo Renziche, insieme al Governo italiano, stadando segnali di grande attenzione atutto il mondo del non profit e dellasussidiarietà in generale. L’auspicio èche in questo semestre di Presidenzaitaliana lo statuto europeo delle fon-dazioni possa essere varato.

la crisidel welfare

Offrire credito ai giovani per potersoddisfare il loro diritto alla casa e,al tempo stesso, contribuire al rilan-cio del mercato immobiliare e delsettore delle costruzioni della pro-vincia pistoiese. È questo l’obietti-vo di “Easy Home”, il progetto natoda un’innovativa partnership tra laFondazione Cassa di Risparmio diPistoia e Pescia e la Cassa diRispar mio di Pistoia e dellaLucchesia Spa. L’accordo, destinatoai giovani residenti nella provinciadi Pi stoia, è riservato agli under 40che hanno un reddito complessivo,rilevato dall’indicatore Isee, nonsuperiore a 35mila euro e che nonsono proprietari di altri immobili auso abitativo.I mutui ipotecari oggetto dell’accor-do – di almeno quindici anni di dura-ta di ammortamento – dovrannoessere espressamente finalizzatiall’acquisto della prima casa e diimporto non superiore all’80% delvalore dell’immobile, in ogni casonon superiore ai 100mila euro. Ilcontributo della Fondazione verràerogato per i primi cinque anni diammortamento del mutuo e consi-sterà nel rimborso della sola quotainteressi di ciascuna rata regolar-mente pagata, limitatamente allaparte derivante dall’applicazione delsaggio nominale annuo superioreall’1,5% fino a un massimo del6,5%. Per ottenere il contributo, ilbeneficiario dovrà presentare alla

Fondazione una richiesta di rimbor-so, unendo le quietanze emesse dallabanca per tutte le rate scadute e paga-te nel periodo annuale di riferimento.L’accordo avrà effetto per i mutuiipotecari richiesti alla banca e da que-sta erogati fino al 30 giugno 2015.«Questa iniziativa – ha dichiaratoIvano Paci, presidente dellaFondazione Cassa di Risparmio di

Pistoia e Pescia – mira a renderepiù agevole l’accesso a un benefondamentale per un duraturo estabile progetto di vita condivisa.Ci auguriamo che l’opportunitàche presentiamo venga colta nellasua importanza; se ne gioverannole giovani coppie, il tessuto socialee anche l’attività edilizia».

Under40: la rata è leggera

Un recente studio condotto dall’Os ser -vatorio della Fondazione Cariplo stimache da qui al 2020 ci saranno in Italiacirca 105 miliardi di euro che le fami-glie italiane decideranno di lasciare ineredità alle organizzazioni non profit.Si tratta di risorse consistenti che pos-sono essere destinate alle esigenze deiterritori, garantendo ai donatori la mas-sima serietà, assistenza e trasparenzanella gestione dei fondi che affidano.Partendo da questo scenario semprepiù concreto e reale, la FondazioneCassa di Risparmio di Alessandria hadato vita a SolidAl, una Fondazioneaperta alla raccolta di fondi dal territo-rio, che persegue esclusivamentescopi di solidarietà sociale nell’ambitodella provincia di Alessandria e delleprovince limitrofe anche fuori dai con-fini del Piemonte, promuovendo losviluppo civile, culturale, sociale,ambientale, turistico ed economico.«Si è finalmente concretizzato il pro-getto di fundraising a cui la nostraFondazione lavorava da tempo perrecuperare fondi sul territorio dadestinare a operazioni di solidarietàsociale – ha dichiarato Pier AngeloTaverna, presidente della FondazioneCr Alessandria e della neonataFondazione SolidAl –. Chi vorrà

donare denaro, immobili o opere d’ar-te lo potrà fare e potrà anche deciderela finalità a cui questi fondi devonoessere destinati». È infatti piuttostovariegato il panorama dei settori in cuila Fondazione SolidAl intende inter-venire. Si occuperà soprattutto di assi-stenza, istruzione e formazione di per-sone svantaggiate in ragione di condi-zioni fisiche, psichiche, economiche,sociali o famigliari. Si propone, inol-tre, di promuovere e sostenere: attivitàdi formazione e borse di studio; ricer-che orientate all’approfondimentodelle problematiche economiche,sociali e di solidarietà sociale; ristrut-turazione di edifici scolastici; recuperoe riqualificazione del patrimonio arti-stico, architettonico e ambientale.La Fondazione SolidAl dispone di unpatrimonio iniziale di 50mila euro,interamente conferito dalla Fonda -zione Cr Alessandria, che potrà esserealimentato con ulteriori donazionimobiliari e immobiliari da parte di per-sone fisiche, imprese e società. Tutti idonatori potranno beneficiare dei pre-visti vantaggi fiscali (deducibilità delledonazioni dal reddito complessivo dipersone fisiche e imprese nel limite del10% dello stesso e, comunque, nellamisura massima di 70mila euro annui).

Alessandriaè SolidAl

A PALERMO CON EFCSi è tenuta a Sarajevo dal 15 al 17maggio la venticinquesima Assem -blea Generale Annuale (Aga) di Efc -Euro pean Foundation Centre. In unacittà che nel corso della storia è statateatro di guerre ma anche di dialogoe di convivenza tra i popoli, oltre 500rappresentanti di fondazioni da tuttaEuropa si sono incontrati per discute-re su come contribuire alla costruzio-ne di un continente pacifico e solidale.Al termine della tre giorni, l’As -semblea ha eletto il nuovo presidentedi Efc, scegliendo una donna: si trat-ta Ewa Kulik, executive director dellaStefan Batory Foundation (Polo nia).Il prossimo appuntamento è stato fis-sato a Milano dal 20 al 22 maggio2015, pochi giorni dopo l’inaugura-zione dell’Expo. Titolo della prossimaAga sarà “Philanthropy: Visions andEnergy for Change”. Già subito, però, nel prossimo otto-bre, dall’8 al 10, Palermo ospiterà ilprossimo Grant Makers EastForum, organizzato da Efc con lacollaborazione di Fondazione Siciliae Fondazione con il Sud. L’eventooffre ai partecipanti la possibilità dicondividere competenze ed espe-rienze di successo, sviluppare nuoviprocessi e metodologie innovative,nonché estendere la rete di cono-scenze nell’ambito del grantma-king. Per partecipare all’evento eaccedere a una tariffa agevolataoccorre registrarsi entro il 15 agostosul sito www.gef.efc.be.

Fondazione Opes onlus, operativa dall’aprile 2013, raccoglie capitale filantropico in Italiache utilizza per investire in imprese sociali nei paesi emergenti. Il suo intervento si focaliz-za su imprese che offrono soluzioni efficaci e sostenibili per alleviare i problemi più urgen-ti che affliggono la popolazione a basso reddito in Africa orientale e in India. Sostenutaanche dalla Com pagnia di San Paolo, Opes ha recentemente illustrato i risultati del suoprimo anno di attività in un incontro a Torino. Le storie di successo presentate raccontano diimprenditori che vogliono contribuire al cambiamento sociale dei loro paesi e all’emanci-pazione dalla povertà. Come Irene Nakayima, direttrice di produzione di AFRIpads(Uganda), che offre soluzioni a ragazze che sino a oggi non hanno avuto la possibilità diricorrere a prodotti specifici per la gestione del flusso mestruale; Rustam Sengupta, fonda-tore di Boond (India), che offre soluzioni per l’accesso all’energia solare per i villaggi nonelettrificati dell’India rurale; Crispin Murira, direttore di Copia Global (Kenya), che tramiteun sistema di ordini via cellulare cerca di migliorare l’accesso ai prodotti di consumo per lefamiglie delle aree peri-urbane e rurali di Nairobi; Lorna Rutto, co-fondatrice di EcoPost(Kenya), che utilizza plastica di scarto per produrre pali da recinzione, travi e sostegni persegnali stradali, da utilizzare in sostituzione di quelli in legno. www.opesfund.eu

OPES, STORIE DI RISCATTOIN AFRICA E IN INDIA

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Si chiamano “Mission related inve-stments” e identificano una nuovamodalità di intervento delle Fon -dazioni di origine bancaria nellagestione dei loro patrimoni. Si trattadi investimenti che consentono,insieme alla generazione di un’ade-guata redditività, anche di perseguiregli obiettivi di missione degli entiquali sviluppo e innalzamento dellaqualità della vita dei loro territori. Un esempio emblematico di questotipo di interventi è quello appenainaugurato a La Spezia, dove il 6giugno la Fondazione Carispezia haconsegnato alla comunità il com-plesso immobiliare che ospita ilnuovo “Polo Riabilitativo delLevante Ligure”. Tale interventocostituisce il risultato di uno dei prin-cipali investimenti patrimoniali dellaFondazione in un settore strategicocome quello dei servizi socio-sanita-ri. Come ha ricordato lo stesso presi-dente della Fondazione MatteoMelley durante la cerimonia di inau-gurazione, la Fondazione Carispe -zia, accanto all’abituale ruolo di ero-gatore filantropico, sta assumendosempre più quello di investitoresociale. Un investitore “paziente emorigerato” – la palazzina sarà datain locazione a un canone contenuto –

che risponda alla nuove esigenzesociali del territorio e faccia inter-venti con ricadute economiche esociali per la comunità. La creazionedel Polo Riabilitativo ha richiesto uninvestimento complessivo di circa15 milioni di euro, interamentefinanziati dalla Fon da zione, e allasua costruzione hanno contribuito 10imprese del territorio con oltre 60persone occupate.La realizzazione del nuovo comples-so immobiliare costituisce un impor-tante tassello del piano di riorganiz-zazione del sistema sanitario provin-ciale avviato dall’Asl n. 5 Spezzino.Esso prevede il trasferimento nelnuovo Polo delle attività riabilitativeattualmente svolte nell’OspedaleSan Bartolomeo di Sarzana, cheospiterà i reparti del vecchioOspedale Felettino a La Spezia,ormai destinato alla demolizione e invia di sostituzione con un nuovonosocomio. L’im mobile è collocatoin una posizione strategica, a pocadistanza sia dalla zona dove è previ-sta la costruzione del nuovoOspedale spezzino sia dall’attualeOspedale Sant’An drea; è inoltrefacilmente accessibile dalle princi-pali strade urbane ed extraurbane.Questi aspetti evidenziano il ruolo

strettamente complementare delPolo Riabilitativo del LevanteLigure rispetto alle strutture ospeda-liere già esistenti. L’edificio, la cui costruzione è stata con-cepita con moderni criteri architettonicied elevati standard energetici, è compo-sto complessivamente da sei pianidistribuiti su poco più di 4.700 metriquadrati e sarà in grado di ospitare 103posti letto. Al l’ultimo livello sono staterealizzate anche 9 camere singole conservizi privati, destinate a hospice permalati terminali. Le stanze, che offrono

la possibilità di accogliere una secondapersona, si affacciano su una terrazzacon ampie fioriere che separano lecamere preservandone la riservatezza. Ilpiano terra, destinato all’accettazione eagli ambulatori, accoglie anche duepalestre con relativi spogliatoi e servizi,nonché vari box per trattamenti medicie fisioterapici; mentre il reparto di tera-pia intensiva è collocato al primo pianodell’edificio. Tutti gli spazi sono statipensati, comunque, per creare unambiente confortevole il più acco-gliente possibile.

UN NUOVO POLO RIABILITATIVOPER IL LEVANTE LIGURE

In Italia aumenta la domanda di cura e di assistenza,ma per la prima volta diminuisce la spesa sanitariaprivata (-5,7%). Il valore pro-capite si è ridotto da491 a 458 euro all’anno. Le famiglie italiane hannodovuto rinunciare complessivamente a 6,9 milioni diprestazioni mediche private e per la prima volta èdiminuito anche il numero delle badanti che lavora-no nelle case degli anziani bisognosi: 4mila in meno.Sono questi i segnali di un’inversione di tendenzarispetto a un fenomeno consolidato nel lungo perio-

do per cui le risorse famigliari hanno compensatoun’offerta del welfare pubblico che si restringeva.Tra il 2007 e il 2013 la spesa sanitaria pubblica èrimasta praticamente invariata (+0,6% in terminireali). È aumentata, al contrario, la spesa di tasca pro-pria delle famiglie (out of pocket): +9,2% tra il 2007e il 2012, per poi ridursi però del 5,7% nel 2013 a26,9 miliardi di euro. E anche il numero dei collabo-ratori domestici per attività di cura e assistenza(963mila persone) ha registrato una flessione nell’ul-

timo anno (-0,4% nel 2013), dopo un periodo di cre-scita costante (+4,2% nel 2012). I dati sono tratti dalRapporto “Welfare, Italia. Laboratorio per le nuovepolitiche sociali” di Censis e Unipol.Il Censis stima, inoltre, che 4,1 milioni di persone inItalia sono attualmente portatrici di disabilità (il6,7% della popolazione); nel 2020 diventeranno 4,8milioni, per arrivare a 6,7 milioni nel 2040. Tra il2003 e il 2011 la spesa totale per le disabilità ha regi-strato un forte incremento, superiore al 20% in ter-

mini reali, passando da 21,2 miliardi dieuro a quasi 26 miliardi. Cresce anche ladomanda di assistenza per la popolazio-ne anziana non autosufficiente (longterm care). Gli anziani che da noi usu-fruiscono di assistenza domiciliare inte-grata sono passati da poco più di200mila nei primi anni 2000 a oltre532mila nel 2012, cioè dal 2,1% dellapopolazione anziana (persone con 65anni e oltre) al 4,3%. La spesa comples-siva per gli anziani serviti dalla longterm care è pari attualmente all’1,7% delPil, ma nel 2050 l’incidenza potrebbearrivare al 4%, alla luce delle proiezionidemografiche. Negli anni a venire l’in-cremento della domanda di sanità e diassistenza proseguirà a ritmi serrati,

senza che l’offerta pubblica possa soddisfarla. Lavia dell’integrazione di strumenti di welfare pubbli-ci e privati, afferma il Censis, è un’opportunità persoddisfare una domanda che la sola offerta pubbli-ca non è più in grado di coprire. Da una integrazio-ne degli strumenti di welfare pubblici con il merca-to sociale privato, puntando a valorizzare l’econo-mia della salute, dell’assistenza e del benesseredelle persone (la “white economy”), può scaturireuna vera rivoluzione produttiva e occupazionale.

PER IL CENSIS È IN CRISIANCHE IL WELFARE FAMIGLIARE

La Fondazione Cassa di Risparmio diFoligno rafforza il proprio impegno a favoredei cosiddetti “soggetti deboli”, aumentandole risorse messe a disposizione del sociale,con un bando ad hoc. Oltre alle risorse giàpreviste in ambito assistenziale, che l’entecontinuerà a garantire per tutta la rete del-l’associazionismo impegnato nel welfare, laFondazione mette dunque a disposizione delterritorio ulteriori 200mila euro, da destina-re interamente al settore Volontariato,Beneficenza e Filantropia. Si tratta di un’ine-dita opportunità per tutte le realtà del terzosettore (operanti nel comprensorio folignateda almeno tre anni) che potranno presentarei loro progetti in uno dei quattro ambititematici individuati dalla FondazioneCarifol. Il primo è “disabilità”: sarannofinanziati attività ludico-ricreative e inter-venti per l’inclusione sociale e lavorativa,volti al miglioramento della qualità della vitadi persone disabili e con disagi psichici. Ilsecondo è “disagio giovanile”: verrannosostenuti progetti volti alla tutela di minori egiovani a rischio emarginazione sociale edispersione scolastica, oltre a iniziative chesappiano supportare i genitori nella gestionedi situazioni famigliari problematiche. Segue“nuove povertà”, comparto in cui rientranoiniziative che contrastino il disagio socio-eco-nomico e l’emergenza abitativa e alimentare.Chiude “servizi alla persona”. Qui i fondiverranno indirizzati verso attività prevalen-temente innovative di sostegno e promozionesociale per anziani e soggetti socialmente fra-gili. I progetti devono pervenire entro il 31ottobre 2014. Il bando è sul sito www.fonda-zionecarifol.it.

NUOVE RISORSEA FOLIGNO

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FONDAZIONIComitato EditorialeMarco Cammelli, Giuseppe Ghisolfi,Antonio Miglio

DirettoreGiorgio Righetti

Direttore ResponsabileLinda Di Bartolomeo

RedazioneArea Comunicazione Acri - Associazione diFondazioni e di Casse di Risparmio SpaVia del Corso, 262/267 - 00186 RomaTel. 06 68184.236 - [email protected]

Autorizzazione Tribunale di Roman° 135 del 24/3/2000

SpedizioneTariffa regime libero 20/D - Poste Italiane SpaSpedizione in Abb. Postale - 70% - DCB Roma

StampaIag Mengarelli - Via Cicerone, 28 - 00193 RomaTel. 06 32111054 - Fax 06 32111059

CODICE ISSN 1720-2531

LA CASA: DA PROBLEMA A RISORSA

Nuda proprietà e “abitare leggero”: sono queste ledue frontiere per trasformare la casa in un importan-te pilastro del welfare dei prossimi anni. Ne sonoconvinti alla Fondazione Cariplo, dove hanno appe-na realizzato due studi per stimare la fattibilità diestendere al nostro Paese l’adozione di questi stru-menti, piuttosto in voga all’estero, quali chiavi divolta per aiutare le famiglie di anziani in difficoltà anon sradicarsi dalle loro case e a trovare servizi disostegno nel mondo del non profit. Entrambe lericerche sono pubblicate nella collana Quadernidella Fondazione e sono scaricabili all’indirizzohttp://www.fondazione cari plo.it/it/stra tegia/osser -vatorio/i-quaderni-dell-osservatorio.html.Per parlare di nuda proprietà,vediamo innanzitutto alcunidati che si riferiscono allo sce-nario lombardo. Il 75% deglianziani vive da solo, in abita-zioni che nell’80% dei casisono esageratamente grandi.Sono persone che hanno unreddito basso, intorno ai 7milaeuro all’anno, ma vivono incase che valgono anche400mila euro. Spesso inoltreappartengono a un nucleofamigliare con una persona incondizione di fragilità (princi-palmente di sa bi le). Questovuol dire che nel nostro Paese,dato l’alto tasso di diffusionedella proprietà immobiliare, le

persone arrivano alla terza età possedendo un’abita-zione, ma sono sempre più povere dal punto di vistadel reddito e in difficoltà a sostenere servizi e cure,specie se in famiglia ci sono anche persone disabi-li. Aumenta perciò l’attenzione per strumenticome la nuda proprietà (o il prestito vitalizio ipote-cario) che consentono di dotare le famiglie di unacospicua liquidità pur lasciando loro la possibilitàdi vivere nella stessa casa. La Fondazione Cariploidentifica in questo ambito un potenziale ruolo peril non profit, anche per strutturare un modello chenon guardi alla speculazione o semplicemente almercato, ma che trovi un punto di equilibrio tra unintervento economicamente efficiente e l’esigenza

di determinare un prezzo equo che tenga contodella fragilità del venditore. Riguardo invece al cosiddetto “abitare leggero”,ovvero la diffusione di formule abitative innovativeper gli anziani, bisogna innanzitutto dire che ci siriferisce a esperienze diverse, che vanno dall’hou-sing sociale alla coabitazione, dagli alloggi assistitialle residenze protette. È bene ancora una volta par-tire dai dati. Nella sola Lombardia sono 260mila gliultra70enni con disabilità dichiarata e si stima chesaranno 400mila entro il 2051. A questi si aggiungo-no gli anziani con disabilità limitate e altre forme difragilità, che continueranno a crescere sensibilmen-te nei prossimi decenni. È quindi quanto mai urgen-

te ripensare il modello dell’abi-tare e soprattutto i modelli disviluppo per le nuove soluzio-ni di residenzialità leggera peranziani, che contribuiscano ascardinare l’ormai insostenibi-le modello, tradizionalmente a -dot tato in Italia, centrato sulsistema ospedaliero e sulla dif-fusione di servizi specialistici,con una logica settoriale esostitutiva, piuttosto che glo-bale e sussidiaria. Il QuadernoCariplo “racconta” le espe-rienze più innovative sul terri-torio lombardo e suggeriscelinee di lavoro, proposte direvisione normativa e modellidi sviluppo per il futuro.

EsperienzaLavoro è un’iniziativa di inserimento ereinserimento lavorativo promosso dalla Fon -dazione Cassa di Risparmio di Cuneo. Si rivolge agiovani in cerca di prima occupazione e ad adultidisoccupati. Il progetto, partito nel 2013, intenderispondere a situazioni di difficoltà sociale e a esi-genze di sviluppo e rilancio per le attività produtti-ve della provincia. I candidati selezionati stannoseguendo un percorso che prevede attività di cono-scenza e orientamento, anche con l’affiancamentodi tutor, finalizzate alla costruzione di un percorsoprofessionale realizzabile e l’inserimento in tiroci-nio presso aziende del territorio per un periodo di 6mesi, con un sostegno al reddito di 600 euro al mese.Quest’anno sono state raccolte 776 candidature;121 sono le aziende che si sono già rese disponibili aospitare tirocini, selezionate grazie alla proficuacollaborazione delle associazioni di categoria par-tner del progetto e della Provincia di Cuneo. A oggisono stati avviati 120 tirocini; l’obiettivo è arrivaread attivarne 300 entro fine anno. Di questi, 10saranno nell’ambito dell’artigianato artistico, sullascorta di un protocollo di intesa nazionale sotto-scritto nel luglio 2013 tra Acri, Cna, Con -fartigianato e Unioncamere. Tra il 2013 e il 2014, ilbudget totale del progetto, messo a disposizionedella Fondazione Crc, è di 1,4 milioni di euro.

EsperienzaLavoroParte la nuova edizione del “Fondo Straordinariodi Solidarietà”, iniziativa promossa dallaFondazione Cassa di Risparmio di Padova eRovigo con l’obiettivo di sostenere le famigliedelle due province in condizioni di disagio a causadella mancanza di lavoro. 1 milione di euro è lostanziamento complessivo messo a disposizionedalla Fondazione che, come avvenuto nelle prece-denti tre edizioni, ha avviato l’iniziativa in strettacollaborazione con gli enti locali (Diocesi,Comuni, Province, Camere di Commercio). Fra lenovità di questa edizione, accanto all’utilizzo distrumenti già sperimentati quali voucher, borselavoro, progetti di pubbli-ca utilità, corsi di forma-zione, vi è il sostegno aprogetti che prevedonol’avvio di attività di lavo-ro autonomo da parte digiovani disoccupati, inmodo da favorirne l’au-toimprenditorialità; l’at-tenzione a quei progettifrutto della collaborazio-ne tra gli enti del territo-rio; la concessione di dotilavoro agli over 55 che

hanno bisogno di svolgere un periodo di lavoroper maturare la pensione. Le richieste da partedei disoccupati, così come le manifestazioni diinteresse da parte delle aziende interessate aproporre progetti di inserimento lavorativo,dovranno essere presentate sul sitohttps://live.fon dazionecariparo.com/La scorsa edizione dell’iniziativa, per la quale laFondazione ha destinato tra Padova e Rovigo 3milioni di euro, ha visto l’inserimento lavorativo dioltre 3.200 disoccupati, di cui circa 2mila nel pado-vano, dove il Fondo ha assegnato 356 borse lavoro,528 voucher e 16 doti lavoro, nonché avviato oltre

1.000 progetti di pubblicautilità e 246 progetti diinserimento lavorativotramite aziende o agenzieper il lavoro. Sono statiinvece circa 1.000 i disoc-cupati che hanno benefi-ciato del progetto inPolesine, dove il Fondo haassegnato 511 borse lavo-ro, 383 voucher e 4 dotilavoro, nonché avviatooltre 150 progetti di pub-blica utilità.

UN MILIONE PER L’OCCUPAZIONE

Due studi della Fondazione Cariplo accendono il dibattito

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Page 16: GUZZETTI: LA CRISI DEL WELFARE ESIGE UNA ......programma Horizon 2020. Si tratta del più importante programma euro-peo di ricerca e innovazione, con oltre 80 miliardi di euro disponibili

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