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Indice 7 Premessa (Anna Maria Giannini e Roberto Sgalla) 9 Introduzione (Luciano Rondanini) 15 CAP. 1 L’impiego di filmati nella didaica e nella formazione 23 CAP. 2 Aspei psicologici rilevanti nella gestione della discussione di gruppo dopo la visione del filmato 27 CAP. 3 I giovani guidatori e la percezione del rischio 37 CAP. 4 Non tui i giovani sono uguali 53 CAP. 5 Le violazioni alla guida 75 CAP. 6 Quelli della noe: rischi della guida nourna e contromisure adeguate 93 Bibliografia 97 APPENDICE 1 Assicurazione RCAuto 105 APPENDICE 2 Schede tecniche sui filmati utilizzati 111 APPENDICE 3 Violations’ Jukebox: valutiamo le violazioni più geonate 113 APPENDICE 4 Un’analisi del contenuto sui lavori dei ragazzi delle precedenti edizioni di Icaro

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I n d i c e

7 Premessa (Anna Maria Giannini e Roberto Sgalla)

9 Introduzione (Luciano Rondanini)

15 CAP. 1 L’impiego di filmati nella didattica e nella formazione

23 CAP. 2 Aspetti psicologici rilevanti nella gestione della discussione di gruppo dopo la visione del filmato

27 CAP. 3 I giovani guidatori e la percezione del rischio

37 CAP. 4 Non tutti i giovani sono uguali

53 CAP. 5 Le violazioni alla guida

75 CAP. 6 Quelli della notte: rischi della guida notturna e contromisure adeguate

93 Bibliografia

97 APPENDICE 1 Assicurazione RCAuto

105 APPENDICE 2 Schede tecniche sui filmati utilizzati

111 APPENDICE 3 Violations’ Jukebox: valutiamo le violazioni più gettonate

113 APPENDICE 4 Un’analisi del contenuto sui lavori dei ragazzi delle precedenti edizioni di Icaro

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Premessa 7

Le linee guida all’intervento costituiscono un ausilio alla formazione da effettuarsi con i ragazzi sui temi della sicurezza stradale.

La guida è strutturata come una sintesi agile di facile consultazione per affrontare le principali problematiche che si possono presentare durante la conduzione di gruppi di discussione.

Si tratta del primo volume di una serie che riguarderà tutti i cicli d’istru-zione (scuole dell’infanzia, scuole primarie, scuole secondarie di primo e secondo grado).

Essendo rivolto a operatori di vari settori, il libro è strutturato in modo semplice e prevede azioni che possano essere eseguite anche da chi non pos-siede competenze psicologiche molto specifiche.

Cogliamo l’occasione per rivolgere un ringraziamento a chi ha reso pos-sibile l’intervento e a tutti coloro che hanno collaborato alla realizzazione del materiale di base per effettuarlo.

Anna Maria Giannini e Roberto Sgalla

Premessa Anna Maria Giannini e Roberto Sgalla

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Introduzione 9

Gli incidenti stradali costituiscono oggi una delle principali emergenze sociali. Il fenomeno assume contorni drammatici se si considerano i giovani guidatori: in Italia, circa il 30% degli incidenti mortali ha come vittima una persona con meno di 30 anni. Il dato è tanto più allarmante se si osserva che, per questa fascia della popolazione, i numerosi interventi che si sono succeduti nel tentativo di ridurre il fenomeno sembrano avere avuto poca efficacia. Infatti, sebbene negli ultimi 30 anni la mortalità generale per gli incidenti stradali sia complessivamente diminuita del 40%, questa riduzione è stata minima nelle fasce giovanili. La sfida di limitare il numero degli incidenti stradali tra i giovani guidatori, come tutte le sfide impegnative, deve essere combattuta su differenti fronti. Gli incidenti sono infatti un fenomeno determinato da diverse cause, i cui effetti si sommano o peggio si moltiplicano. A un primo livello possono certamente collocarsi fattori che riguardano il veicolo che si guida, le sue prestazioni, il suo stato di manutenzione, ecc. A un secondo livello si trovano fattori che riguardano le condizioni ambientali in cui si guida, ad esempio le condizioni della strada, dell’illuminazione, ecc. È evidente che per questi livelli l’azione di prevenzione poggia soprattutto sull’intervento in termini di infrastrutture, tecnologie e legislazione, con l’obiettivo di avere strade sempre più sicure e un parco di veicoli circolanti sempre più efficien-te. A un terzo livello si pongono però i fattori che riguardano il guidatore, la cui rilevanza è ben nota e testimoniata dalle statistiche che attestano come la responsabilità degli incidenti stradali sia da attribuire per il 90-95% a di-namiche che registrano il contributo dell’errore umano. Il comportamento

Introduzione

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10 Guida pratica per l’educazione stradale

sulla strada è dunque una causa centrale nel determinare l’incidente stradale e le sue conseguenze.

Agire su elementi legati al comportamento è possibile sia attraverso l’applicazione di procedure di prevenzione e repressione delle violazioni del Codice, sia attraverso concomitanti azioni di educazione e formazione. Le donne e gli uomini delle Forze di Polizia sono direttamente chiamati in causa in tutti questi difficili compiti.

Come afferma il prefetto Luciano Rosini nella prefazione del volume Il Paradosso del Giovane Guidatore:

Da diversi anni il ruolo della Polizia Stradale ó quale settore speciali-stico della Polizia di Stato che si occupa in via principale del fenomeno infortunistico ó non si ferma all’azione di prevenzione e repressione delle condotte pericolose, ma si sviluppa anche nell’area dell’informazione, con una particolare attenzione verso i più giovani. Il rispetto delle regole non passa solo attraverso la coercizione e i controlli, ma si basa anche sul convincimento che determinate norme costituiscano la migliore soluzione per garantire mobilità e salvaguardia dei beni primari della vita e dell’in-columità fisica. (Rosini in Giannini e Lucidi, 2007)

Cercare di convincere i giovani che il rispetto delle norme in materia di sicurezza stradale è una condizione necessaria per la salvaguardia della propria salute è un compito impegnativo, perché non basta accertarsi che conoscano le norme. Purtroppo non basta nemmeno informare sui rischi che si corrono o portare esempi delle drammatiche conseguenze che possono derivare dai comportamenti rischiosi alla guida. Queste sono condizioni necessarie per un intervento efficace, ma non sufficienti. Per poter agire profi-cuamente, è opportuno innanzitutto capire quali siano i processi di pensiero che spingono un giovane a prendere dei rischi alla guida, quali siano le idee o le convinzioni sbagliate associate a questi comportamenti. Conoscere tali idee è il primo passo per provare a modificarle, ma poi è necessario riuscire a comunicare con i ragazzi in modo efficace, cercando di entrare in sintonia con le loro emozioni, i loro codici, i loro linguaggi. Da queste considerazioni trae spunto la stesura della presente guida, che contiene alcune informazioni relative a ciò che abbiamo potuto capire sui giovani guidatori grazie a una ricerca condotta dal Dipartimento di Psicologia dell’Università di Roma «La Sapienza», in collaborazione con la Polizia di Stato, l’ANIA, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, ed eseguita con lo straordinario impegno delle donne e degli uomini della Polizia Stradale in occasione di diverse Campagne Icaro (le edizioni settima e ottava).

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Introduzione 11

Le tradizionali categorie dell’attività della Polizia di Stato e della Polizia Stradale, prevenzione generale e repressione dei comportamenti illeciti, da alcuni anni hanno avuto declinazioni che sono diventate parti integranti delle strategie di sicurezza. In particolare la prevenzione, tradizionalmente attuata attraverso il controllo del territorio, la presenza e la visibilità, è sta-ta affiancata da un lavoro di prevenzione primaria nel mondo scolastico e giovanile. Uno degli ambiti dove si è esercitata questa attività è quello della sicurezza stradale.

Condividendo l’assunto che la condotta di guida è legata allo stile di vita e che per migliorare la sicurezza sulle strade occorre anzitutto un cambiamento culturale, da diversi anni il ruolo della Polizia Stradale non si ferma all’azione di prevenzione e repressione delle condotte pericolose, ma si sviluppa nell’area dell’informazione e della sensibilizzazione, con la volontà di essere presente sinergicamente con gli insegnanti e i genitori nel circuito di formazione dei più giovani.

La convinzione è che il rispetto delle regole non passi solo attraverso la coercizione e i controlli, ma che si basi anche sul consenso e il convincimen-to che determinate norme costituiscano la migliore soluzione per garantire la mobilità con la salvaguardia dei beni primari della vita e dell’incolumità fisica.

È evidente che i giovani in età scolare sono i primi destinatari della co-municazione, non soltanto perché l’incidente stradale costituisce per loro la principale causa di morte — prima della malattia e della droga —, ma soprattutto perché i ragazzi, già protagonisti della strada come pedoni, ciclisti e conducenti di ciclomotori, rappresentano la generazione dei futuri automobilisti e spesso il miglior tramite nella comunicazione con il mondo degli adulti.

Si sono così ideati e realizzati numerosi progetti con l’obiettivo di parlare in modo efficace ai ragazzi, progetti e campagne non solo informativi, ma capaci di creare emozioni, attivare sensibilità con codici verbali e visivi in grado di parlare ai giovani in relazione alla loro età.

Nato come carovana itinerante sulla sicurezza stradale, dove il momento principale era l’incontro con gli studenti e l’esposizione di veicoli e tecnologie in uso alla Polizia Stradale, il Progetto Icaro ha sperimentato nel tempo innovative forme di comunicazione con i ragazzi.

Le testimonianze di giovani vittime di incidenti stradali, gli spettacoli teatrali per i bambini e gli adolescenti, il circuito di guida con macchinette e ciclomotori rappresentano tutti tentativi di parlare agli studenti con i loro stessi linguaggi, mettendosi sulla loro lunghezza d’onda per far passare nel modo più efficace il messaggio di sicurezza stradale.

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12 Guida pratica per l’educazione stradale

In una delle ultime edizioni della campagna, i personaggi portati in scena da Icaro Young — destinato agli adolescenti — si trovano di fronte a una scelta, dove il rispetto delle regole è solo una delle possibilità. Non guidare quando si è bevuto, fermarsi quando si è stanchi, allacciarsi il casco, non rispondere al cellulare durante la guida sono piccole scelte di ogni giorno che, però, possono avere un’importanza decisiva.

In Icaro Junior — destinato ai bambini della scuola primaria — i poliziotti Osvaldo e Marta accompagnano i bambini, tra musica e danza, in un ideale percorso casa-scuola nella giungla dei tanti pericoli di una strada motorizzata. Cantando «Prova a fidarti di noi…» vengono poi esaminate le regole che il piccolo pedone o ciclista deve quotidianamente osservare, anche per diventare in futuro un automobilista più responsabile.

Il Progetto Icaro rappresenta per le città interessate una giornata-evento tutta dedicata alla sicurezza stradale, punto di arrivo o di partenza di iniziative locali, nate in parallelo sempre con l’obiettivo di costruire una rete.

Alle edizioni del Progetto è abbinato un concorso, bandito dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, in cui gli studenti di tutte le scuole d’Italia, di ogni ordine e grado, sono chiamati a realizzare disegni, spot, sceneggiature, poesie in materia di sicurezza stradale. I prodotti giudicati mi-gliori da una commissione di esperti sono destinati a divenire una campagna di comunicazione per il Progetto Icaro dell’anno successivo.

Dopo attento esame della letteratura scientifica sul tema dell’educazio-ne stradale in contesti nazionali e internazionali e sulla base dei risultati di ricerche condotte su circa seimila ragazzi nelle varie città d’Italia toccate dalla campagna Icaro abbiamo costruito alcuni strumenti che possono, nel nostro intento, facilitare il compito agli operatori che entreranno a diretto contatto con i giovani nelle scuole con lo scopo di proporre loro un’efficace educazione alla condotta sulla strada.

Alcuni di tali strumenti sono di natura concettuale. Un intervento effica-ce dovrebbe infatti agire in modo mirato sulle idee e sui comportamenti che espongono un giovane guidatore al rischio di incidenti: per questo abbiamo ritenuto opportuno descrivere tali idee e comportamenti, oltre ai «momenti» e alle condizioni che spingono un giovane verso il rischio. Il piccolo «manuale» che proponiamo però non è solo uno strumento informativo sulle direzioni che dovrebbero essere prese in un intervento. In esso vengono forniti anche suggerimenti, espedienti comunicativi, sul modo in cui destare l’attenzione dei ragazzi, su come spingerli a riflettere apertamente sulla guida, mettendo in discussione le proprie idee. Abbiamo cercato inoltre il modo di innescare la discussione attraverso sequenze cinematografiche, visto che il cinema propone

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Introduzione 13

costantemente linguaggi, tematiche e personaggi capaci di attirare l’attenzione e suscitare le emozioni dei giovani. Infine abbiamo proposto situazioni, giochi logici e spunti per la discussione, che possono essere utilizzati da chi opera interventi con i giovani guidatori. Il volume dovrebbe permettere un utilizzo più chiaro e agevole di questi strumenti, nell’obiettivo di condurre interventi quanto più possibile efficaci e mirati.

Cosa vogliamo evitare

La letteratura scientifica1 definisce come «paradosso del guidatore ine-sperto» il fenomeno secondo il quale ogni volta che un guidatore inesperto mette in atto una violazione o un’imprudenza, senza pagarne le drammatiche conseguenze, si rafforza nella sua convinzione l’essere immune dal rischio di incorrere in un incidente stradale. Con il trascorrere del tempo, infatti, lo stile di guida incontra rinforzi positivi, consolidandosi intorno all’assenza di incidenti. Pertanto, comportamenti di guida pericolosi si rafforzano proprio a causa della percezione di una scarsa probabilità che a tali condotte segua un evento negativo. Naturalmente l’obiettivo non è quello di aspettare che questo circolo vizioso venga interrotto dall’eventualità di un sinistro, ma quello di mettere in atto azioni formative e educative, strategie di intervento capaci di prevenire un drammatico epilogo.

Per farlo, è necessario contrastare due diverse tendenze, entrambe tipiche dei giovani guidatori. La prima, che si basa su una percezione di immunità personale al rischio, è quella che può portare un giovane a dire: «Gli inci-denti capitano solo agli altri, perché io sono del tutto in grado di evitarli». La seconda, altrettanto pericolosa, è la tendenza «fatalista» secondo la quale «Gli incidenti sono solo il frutto del caso, della sfortuna o degli altri. È inutile cercare di essere prudenti, perché tanto quello che deve succedere succede». Ridurre la frequenza con cui vengono pronunciate (o pensate) frasi del genere è il principale obiettivo di un intervento formativo.

Per fare ciò occorre spingere i ragazzi alla considerazione che l’infortunio alla guida è un evento probabilistico, nel quale la corretta attenzione degli individui di fronte a se stessi e ai propri comportamenti agisce abbassando le probabilità di mettere a repentaglio la propria e altrui incolumità. Questo, come vedremo, è complicato dal fatto che raramente i giovani pensano correttamente in termini di probabilità.

1 Si veda il recente volume pubblicato in Italia da Giannini e Lucidi (2007).

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14 Guida pratica per l’educazione stradale

Educare alla prevenzione a molti livelli

Fra gli obiettivi di un buon percorso di educazione alla prevenzione dei rischi sulla strada troviamo dunque quello di favorire un atteggiamento consa-pevole e di autoregolazione della condotta, soprattutto a livello di esitamento dei rischi e «fronteggiamento» degli imprevisti.

I ragazzi devono essere messi in condizione di allargare il loro sistema di riferimento in tema di «approccio alla strada» sia sul piano cognitivo che emotivo. Poter comprendere gli esiti e le conseguenze delle proprie scelte e di quelle altrui favorisce una buona autoregolazione.

Anche in questo senso è stato valorizzato, nel training formativo proposto, il tema delle assicurazioni stradali, tema spesso trascurato, ma molto rilevante sul piano di una corretta educazione alla previsione e gestione del rischio per la propria e altrui sicurezza. In molti Paesi del mondo la cultura dell’attenzio-ne alla tematica delle assicurazioni è molto più sviluppata rispetto ad alcuni Paesi dell’Europa. La tutela in caso di imprevisto è percepita come elemento di «buon contatto con la realtà», di capacità di avere cura di se stessi e di chi ci circonda.

Abbiamo costantemente inserito nella nostra «cassetta per gli attrezzi», metafora che ci piace usare per descrivere le nostre linee guida (strumenti utili da modulare nel proprio lavoro), indicazioni per favorire lo sviluppo di un atteggiamento costruttivo e consapevole verso il concetto di «assicurazione». Non un inutile e fastidioso aggravio economico, bensì un cuscino protettivo, un utile sistema di riferimento e tutela da considerarsi la cornice di aspetti della condotta sulla strada che possono implicare esiti non gestibili fuori da un sistema assicurativo adeguato. Evidenziamo anche l’aspetto simbolico: la sicurezza viene costruita da condotte appropriate, da scelte coerenti, ma anche dalla possibilità di prevedere esiti problematici e complessi.

Nell’Appendice 1 di questo volume, la Fondazione per la Sicurezza stradale ANIA, che ha fatto del sistema sicurezza un interesse allargato e multilivello (note campagne di prevenzione, significative collaborazioni con enti in pri-ma linea su questi temi, investimenti significativi in campagne informative) presenta una nota dalla quale è possibile evincere la rilevanza della tematica e la centralità delle azioni di assicurazione in un processo di guida sicura e tranquillità sulla strada.

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I giovani guidatori e la percezione del rischio 33

sai decidere autonomamente?

Provate a proporre ai ragazzi un piccolo gioco di ruolo. Nel gioco un ragazzo è alla guida dopo una serata trascorsa con alcuni compagni, e gli altri in auto provano a convincerlo a correre di più o ad azzardare qualche sorpasso. Il compito del ragazzo è quello di riuscire a resistere alle pressioni dei compagni, tenendo ferma la sua posizione senza farsi convincere a fare quello che loro gli dicono. Il ragazzo dovrà riuscire a rispondere ai compagni dimostrando loro che essere autonomi e saper controllare le situazioni vuol dire ragionare con la propria testa e non pigiare su un acceleratore.

Giocatori

Un ragazzo nel ruolo del guidatore, tre ragazzi o ragazze nel ruolo degli altri in auto. Al termine del gioco, il resto della classe dovrebbe discutere insieme a voi se e come il ragazzo sia riuscito a mantenere ferma la propria posizione e fornire i propri sug-gerimenti su come riuscire a cavarsela in quella situazione al posto del compagno.

Durata del gioco

Date 5 minuti al gruppo dei giocatori per decidere come organizzare il gioco e altri 5-8 minuti per giocare.

Qualche consiglio

Per il ruolo del guidatore abbiate cura di scegliere qualcuno in classe che vi sembra caratterizzato da una certa popolarità all’interno del gruppo-classe.

BOX3.1

Affrontiamo ora il problema della consapevolezza delle situazioni di pericolo. In questo caso l’obiettivo è quello di permettere ai ragazzi di capire l’esistenza di situazioni di pericolo anche dove esso non appare evidente. Un esercizio utile potrebbe essere quello riportato nel box 3.2.

Consideriamo infine il problema della convinzione dei ragazzi di avere abilità di guida maggiori di quelle che in realtà hanno. Il problema è delicato, perché non dobbiamo generare nei ragazzi l’idea di non saper guidare, ma solo quella che qualsiasi guidatore, per quanto capace di manovrare bene il suo veicolo, in alcune condizioni potrebbe non essere in grado di farlo. Un esercizio utile è il seguente: chiedete a un giovane guidatore se si sente in grado di compiere un percorso rispettando le indicazioni fornite dai diversi segnali stradali. Domandate dunque a uno studente di seguire, il più veloce-mente possibile, con una penna un percorso grafico, avendo cura di mettere

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34 Guida pratica per l’educazione stradale

le cause degli incidenti stradali

Provate a chiedere ai ragazzi di mettere in ordine di importanza una serie di possibili cause di incidenti stradali come quelle riportate di seguito.

a) Mancato rispetto della precedenza.b) Mancato rispetto del semaforo rosso.c) Mancato rispetto delle distanze di sicurezza.d) Andatura di guida incerta.e) Velocità eccessiva.f) Urto di un veicolo fermo.g) Guida sotto l’effetto di stupefacenti.h) Problemi ai freni.

Molto ragionevolmente alcune cause di incidenti saranno sopravvalutate, altre sot-tovalutate. Ad esempio, è probabile che il passaggio con il rosso possa essere consi-derato come una causa di incidenti maggiore del mancato rispetto della precedenza, quando invece questa seconda è una causa circa 15 volte più probabile. Potreste a quel punto mostrare ai ragazzi i dati reali, riportati dall’Istat nel 2006, e indirizzare la discussione verso il fatto che molto spesso i pericoli sono da ricercarsi proprio dove li si aspettano meno.

Tipo di causa % degli incidenti ad essa dovuti

Mancato rispetto della precedenza 16,53%

Mancato rispetto del semaforo rosso 1,21%

Mancato rispetto delle distanze di sicurezza 10,40%

Guida incerta o indecisa 15,36%

Velocità eccessiva 12,12%

Urto di un veicolo fermo in divieto di sosta 1,05%

Guida sotto l’effetto di stupefacenti 0,14%

Problemi ai freni 0,08%

BOX3.2

sul disegno i diversi segnali stradali che lui dovrà rispettare. Un esempio di questo tipo di percorso è rappresentato nella figura 3.3. Ragionevolmente il ragazzo riuscirà a farlo.

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I giovani guidatori e la percezione del rischio 35

Ora chiedete a un altro ragazzo di seguire lo stesso percorso grafico. Il secondo ragazzo dovrà però fare questa cosa mentre risponde contempora-neamente ad alta voce e nel più breve tempo possibile a un compagno che gli fa domande sul programma di matematica.

Fig. 3.3 Esempio di percorso grafico da utilizzare con i ragazzi.

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Non tutti i giovani sono uguali 37

Finora è stato fatto un discorso generale sui giovani guidatori, sul fatto che hanno uno stile di guida rischioso e che, di conseguenza, sono coinvolti in più incidenti. Ciò però non implica che tutti i giovani guidatori possano essere considerati equivalenti. I conducenti di autoveicoli devono essere visti come singoli individui che portano sulla strada le proprie caratteristiche personali: alcuni di loro tendono a prendersi maggiori rischi alla guida, altri cercano di controllarsi e altri ancora hanno un’indole più prudente.

Conoscere le caratteristiche individuali, le idee, le convinzioni di quelli che hanno stili di guida maggiormente rischiosi permette di creare differenti profili psicologici su cui impostare e definire, in modo preciso e individualizzato, i contenuti degli interventi per cercare di modificare questo stile.

Tale informazione è attualmente disponibile grazie alla ricerca condotta all’interno di Icaro 2007. Dai risultati dell’indagine è stato possibile estrarre tre profili che si associano a diversi stili di guida sia in coloro che già guidano le automobili, sia nei ragazzi più giovani che guidano il motorino. I profili vengono brevemente illustrati nelle schede che seguono (schede 4.1, 4.2, 4.3, 4.4, 4.5, 4.6).

Non tutti i giovani sono uguali*

4

* Il capitolo è stato realizzato e scritto con Fabio Lucidi (Università di Roma «La Sapienza»).

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38 Guida pratica per l’educazione stradale

✔ Ricerca, in ciò che fa, sensazioni ed emozioni forti.✔ Non rispetta le norme di convivenza comune ed è anche una persona poco

altruista.✔ Ritiene che gli incidenti accadano più per colpa di altri o della cattiva sorte che

per la propria responsabilità.✔ Spesso, durante la guida, si innervosisce con gli altri guidatori e ha reazioni

aggressive di fronte ai piccoli inconvenienti nel traffico.✔ Pensa che le norme del Codice Stradale non siano una garanzia per la propria

sicurezza, ma un vincolo che ostacola la scorrevolezza del traffico.✔ È, nella maggior parte dei casi, un ragazzo.

Queste caratteristiche si traducono anche in comportamenti rischiosi. Egli infatti:

✔ Commette più violazioni del Codice Stradale ed errori alla guida rispetto ad altri.

✔ Riceve spesso multe.✔ Usa molto la macchina e percorre molti chilometri.✔ Guida dopo aver bevuto alcolici più frequentemente di altri guidatori.✔ Guida spesso durante le ore notturne e ha sperimentato più degli altri la son-

nolenza alla guida.✔ È stato coinvolto di più in incidenti stradali che, in media, risultano più gravi.

Questo profilo di GUIDATORE «A RISCHIO» si rileva nel 34,33% degli studenti intervistati.

il giovane guidatore di auto«a rischio»

SCHEDA 4.1

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Non tutti i giovani sono uguali 39

✔ È un tipo altruista e rispetta le norme di convivenza civile.✔ Non prova rabbia nei confronti degli altri ed è un tipo piuttosto socievole. ✔ Pensa che gli incidenti siano causati da proprie responsabilità e che un guidatore

attento e responsabile possa fare molto per evitarli.✔ Pensa che le norme del Codice Stradale debbano essere rispettate perché esse

servono per garantire la propria e altrui sicurezza.

Queste caratteristiche si traducono anche in comportamenti prudenti. Egli in-fatti:

✔ Usa di meno la macchina e percorre meno chilometri rispetto ad altri guida-tori.

✔ Guida raramente durante le ore notturne e, per questo, evita la sonnolenza alla guida.

✔ Evita di guidare dopo aver bevuto. ✔ Ha ricevuto meno multe.✔ È stato coinvolto di meno in incidenti stradali.✔ Commette meno violazioni del Codice Stradale, errori e disattenzioni alla guida

rispetto al guidatore «a rischio».

Questo profilo di GUIDATORE «PRUDENTE» si rileva nel 37,8% degli studenti intervistati.

il giovane guidatore di auto«prudente»

SCHEDA 4.2

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Non tutti i giovani sono uguali 43

✔ Non è un tipo altruista, ma pensa che le regole di convivenza vadano comunque rispettate.

✔ È un tipo un po’ ostile con gli altri e gli capita di arrabbiarsi alla guida prenden-dosela con gli altri guidatori.

✔ È piuttosto ansioso.✔ Pensa che fare attenzione al proprio stile di guida sia il modo migliore per

prevenire il rischio di avere incidenti.✔ Teme di essere più esposto al rischio di incidenti rispetto agli altri.

Le caratteristiche «negative» di questo profilo (rabbia-ostilità-scarso altruismo) non si traducono in violazioni del Codice Stradale, che vengono limitate dall’ansia e dal timore di avere un incidente.Il giovane guidatore di motorino «preoccupato/controllato» ha infatti un com-portamento molto simile a quello del guidatore «prudente». Questo però non lo protegge dal rischio di disattenzioni alla guida.

Questo profilo di GUIDATORE «PREOCCUPATO/CONTROLLATO» si rileva nel 25,67% dei ragazzi intervistati.

il giovane guidatore di motorino«preoccupato/controllato»

SCHEDA 4.6

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Le violazioni alla guida 53

Guidare un’automobile in strada è un comportamento alquanto complesso. Infatti richiede l’impiego di diverse capacità cognitive e l’abilità di usarle coor-dinando tutta una serie di controlli, leve e dispositivi di segnalazione. Inoltre, lo sviluppo e la complessità del sistema stradale attuale, che prevede regole specifiche e comportamenti adeguati da rispettare, aumentano enormemente il carico delle risorse cognitive necessarie al mantenimento della sicurezza.

I giovani imparano molto velocemente a guidare: diversi autori suggeriscono che bastano solo 15 ore di guida per acquisire le capacità sufficienti a manovrare una macchina (Hall e West, 1996). Ma guidare non vuol dire solo questo. Infatti lo sviluppo delle capacità complesse, di ordine percettivo e cognitivo, necessarie per interagire in modo sicuro con il traffico e con i potenziali pericoli ad esso correlati, richiede tempi non immediati. I giovani alle prime esperienze di guida, ad esem-pio, tendono a considerare l’ambiente stradale a segmenti e non nella sua totalità, percepiscono i pericoli con minore velocità, hanno una visuale orizzontale più ristretta, controllano poco gli specchietti, prestano poca attenzione agli oggetti che li circondano, utilizzano scarsamente la visione periferica, ecc. (Deery, 1999).

Quando si parla di guida, e soprattutto di comportamenti rischiosi alla guida, bisogna fare delle distinzioni. Esistono infatti diversi tipi di comporta-menti devianti alla guida, che cioè si allontanano dal «comportamento ideale» mettendo a rischio il guidatore e gli altri utenti della strada.

Le violazioni alla guida*

5

* Il capitolo è stato realizzato e scritto con Luca Mallia (Istituto Universitario di Scienze Motorie, Roma).

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54 Guida pratica per l’educazione stradale

Innanzitutto ci sono le violazioni, che esprimono l’intenzione di non rispettare le regole e di ignorare il Codice della Strada, elementi necessari al mantenimento della sicurezza per sé e per gli altri (Reason et al., 1990). È il tipico caso di quando non si rispetta un semaforo rosso oppure si superano i limiti di velocità.

Poi ci sono gli errori, che rappresentano dei veri e propri errori di valuta-zione, di pianificazione o di scelta degli obiettivi della manovra di guida (Reason et al., 1990). Il caso di una persona che esegue un sorpasso e si accorge di aver calcolato male i tempi ne è un esempio.

Infine ci sono le dimenticanze e le disattenzioni. Queste consistono in fallimenti della memoria o dell’attenzione che, pur non essendo causa diretta degli incidenti, possono mettere in difficoltà il guidatore, diventando causa indiretta di sinistri (Reason et al., 1990). Un esempio si ha quando si parte con la terza marcia invece che con la prima.

Le violazioni, rispetto agli errori e alla dimenticanze/disattenzioni, sono i comportamenti alla guida che hanno le maggiori ricadute in termini di sicurezza stradale (Parker et al., 1995). Esse sono di natura volontaria e risentono delle caratteristiche individuali del guidatore, come la tendenza al rischio, la persona-lità, la percezione di controllo interno-esterno, ecc., che sono state descritte in precedenza. Anche gli errori hanno delle ricadute in termini di sicurezza stradale ma, a differenza delle violazioni, non esprimono un’azione intenzionale: l’esito del comportamento non è voluto dal guidatore, bensì è frutto di un errore. Altre azioni non legate al compito di guida (come ad esempio parlare al cellulare, manovrare la radio, ecc.) possono interferire con le operazioni di pianificazione delle manovre e favorire l’insorgenza degli errori (Parker et al., 1995).

L’errore può essere inoltre facilitato da particolari condizioni psicofisiche (come la stanchezza, la sonnolenza, lo stress, l’assunzione di alcol o di altre sostanze) che incidono sulle capacità necessarie per guidare in modo sicuro. Anche le dimenticanze/disattenzioni, come gli errori, risentono dell’interfe-renza di altre azioni concomitanti e di particolari stati psicofisici (Parker et al., 1995).

Violazioni, errori e dimenticanze/disattenzioni in guidatori di auto e di motorini: la ricerca di Icaro 7

La suddivisione appena descritta è stata utilizzata come base per lo studio dei comportamenti alla guida di più di mille giovani guidatori che sono stati coinvolti nella ricerca effettuata nell’ambito di Icaro 7 (Giannini e Lucidi,

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Le violazioni alla guida 55

2007). Questi dati potrebbero non corrispondere a quelli relativi alle sanzioni commisurate dalla Polizia Stradale, perché non rappresentano le violazioni per cui i ragazzi hanno più spesso ricevuto una multa, ma quelle che effettivamente hanno commesso. Di seguito vengono riportati i grafici che rappresentano le frequenze delle principali violazioni, degli errori e delle dimenticanze/disatten-zioni messi in atto dai giovani guidatori di auto. Infine sono presentate anche le principali violazioni commesse dai guidatori di motorino.

Le violazioni

La violazione che viene commessa più frequentemente dai giovani guidatori di auto è superare i limiti di velocità nel centro urbano (circa il 40% dei giovani intervistati risponde di mettere in atto questo comportamento tra «Abbastanza spesso» e «Quasi sempre»; figura 5.1). Il dato è alquanto preoccupante perché sembra testimoniare un’abitudine consolidata, che trova però un tragico risvolto: il centro urbano è il luogo dove avvengono la maggior parte degli incidenti stradali.

Mancato rispetto dei limiti nel centro urbano

Mancato rispetto delle distanze di sicurezza

Guida a fari spenti (di giorno) laddove dovrebbero essere accesi

Mancato uso della cintura di sicurezza per brevi distanze

Uso del cellulare alla guida

Mancato rispetto dei limiti in autostrada

Parcheggio in sosta vietata

Mancato rispetto del semaforo rosso

Sorpasso a destra

Mancato rispetto delle strisce blu per il parcheggio

Guida in stato di ebbrezza

Mancato uso della cintura di sicurezza per lunghe distanze

100%75%50%25%0%

Mai Quasi mai Ogni tanto Abbastanza spesso Frequentemente Quasi sempre

Fig. 5.1 Frequenza delle principali violazioni messe in atto dai giovani guidatori di auto (n = 1008).