Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

106
Dedicatoagli studentiche vogliono scoprire e Bustare il piacere di studiare Introduzione L'obiettivo di questolibro b quello di fornire alcuneinfor- mazioni sul metodo di studio. ."*IJn proverbio cinese dice: "Non dare un pesce ad un affamato, ma forniscilo di un amo da pesca;se gli dai un pesce, mangerd per un giorno, se \. gli fornisci un amo, mangerdtutti i giorni." ..-.-/ Con questolibro desidero suggerire le caratteristiche fon- damentali del metododi studio,per continuare ad apprendere autonomamente, dopo aver imparatoa "pescare"le iplogna- zioni utili per la vita e nutriepti per 14 mgnte (veditavola n. I ). Tav. L Analogia tra metodo di studio ed amo per pescare.

description

INTRODUZIONE Le prediche, i rimproveri e le punizioni non sono efficaci per far studiare. Sono necessarie, invece, buone strategie di studio. Non serve urlare: «Devi studiare di più. Di più». È meglio entusiasmare e motivare gli studenti e, soprattutto, insegnare loro a studiare bene. È necessario fornire loro suggerimenti pratici sul modo migliore di usare la propria mente per diventare intelligenti e competenti. Non basta insegnare. Non è sufficiente esporre contenuti. È necessario dare agli studenti i mezzi di apprendimento per afferrare bene le spiegazioni in classe. I contenuti saranno dimenticati inevitabilmente, ma le strategie per usare bene la propria mente saranno utili per sempre a scuola e nella vita Un proverbio cinese dice: “Non dare un pesce a un affamato, ma insegnagli a pescare; se gli dai un pesce, mangerà per un giorno, se gli fornisci un amo e gli insegni a pescare, mangerà tutti i giorni della sua vita.”Il metodo di studio è economico, perché insegna a risparmiare tempo e a evitare sforzi inutili e improduttivi. È indispensabile, se si tende all’eccellenza o se si vogliono raggiungerele vette del sapere. È gratificante, perché aumenta l’autostima, soddisfa la curiosità, allarga gli orizzonti della mente, regala lasensazione di sentirsi intelligenti e competenti. È produttivo, perché fa conseguire buoni risultati a scuola e una forte affermazione sociale. Leonardo da Vinci (1452-1519) affermava: “Lodare la ragione è facile, difficile è ragionare bene; facile è invocare l’esperienza, difficile è organizzare esperienze sistematiche.”Allo stesso modo, è facile lodare il metodo di studio e riconoscerne l’importanza, ma è difficile riuscire ad applicarlo costantemente nella propria vita quotidiana, fino ad acquisire una stabile e generale abitudine metodologica. Il metodo regala l’eccellenza, ma bisogna allenarsi tenacemente. Bisogna esercitarsi a fare qualsiasi cosa con metodo, dalla valigia al riassetto della camera, dall’ordine della propriascrivania all’organizzazione dei propri scaffali e alla classificazionedei documenti nel proprio archivio. Bisogna leggere con metodo qualsiasi libro, paragrafo o concetto. Bisogna sottolineare con metodo, prendere appunticon metodo, memorizzare con metodo. L’allenamento metodologico quotidiano è la via più sicuraed efficace per diventare intelligenti, ingegnosi e creativi. INDICE1 I fattori del successo nello studio1. Il metodo di studio2. La motivazione3. Le abilità metacognitive4. Le strategie di studio e le mnemotecniche5. Lo studio come investimento di energia6. Visualizzazione dei cinque fattori del successo scolastico7. Questionario sul metodo di studio8. Lo studente strategico2 Il metodo1. Il metodo come capacità di autoistruzione2. Le autoistruzioni indispensabili in ogni metodo2.1. La previsione2.2. La progettazione o pianificazione2.3. L’automonitoraggio2.4. Studiare con la doppia mente: la mente esecutivae la mente regolativa o strategica2.5. La valutazione2.6. Darsi un voto di comprensione ad ogni paragrafo3. Il quaderno del proprio metodo di studio4. Un esempio di metodo personalizzato3 La motivazione verso lo studio1. Dare senso e valore allo studio2. I fattori della motivazione verso lo studio3. Motivazione intrinseca ed estrinseca4. La forza della motivazione5. Alcune indicazioni per automotivarsi verso lo studio5.1. Curare l’autostima5.2. Questionario sull’autostima5.3. Visualizzarsi positivamente5.4. Valorizzare lo studio5.5. Curare il proprio portfolio inserendovi le competenze migliori5.6. Elaborare la lista delle proprie motivazioni per studiare5.7. Elaborare un autocontratto5.8. Pianificare le attività di studio5.9. Allenarsi ed esercitarsi con lo studio personale5.10. Automonitorarsi5.11. Autorinforzarsi6. Mot

Transcript of Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

Page 1: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

Dedicato agli studenti che voglionoscoprire e Bustare il piacere di studiare Introduzione

L'obiettivo di questo libro b quello di fornire alcune infor-mazioni sul metodo di studio.

."*IJn proverbio cinese dice:

"Non dare un pesce ad un affamato, ma forniscilo di unamo da pesca; se gli dai un pesce, mangerd per un giorno, se

\. gli fornisci un amo, mangerd tutti i giorni." ..-.-/

Con questo libro desidero suggerire le caratteristiche fon-damentali del metodo di studio, per continuare ad apprendereautonomamente, dopo aver imparato a "pescare" le iplogna-zioni utili per la vita e nutriepti per 14 mgnte (vedi tavola n. I ).

Tav. L Analogia tra metodo di studio ed amo per pescare.

Page 2: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

P/AaEP€ bl4PPP4IJE4/+"^'u\,xBAUltEiltt

PRoDoTl/t/o

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

Tav. 2. Vantaggi del metodo di studio.

Un buon metodo di studio d utile, perch6 insegna a rispar-miare tempo e ad evitare sfg&i sterili ed improduttivi. Un ef-ficace metodo di studio b indispensabile, se si tende all'eccel-lenza o se si vogliono raggiungere le vette del sapere.

Piace apprendere, ma, talvolta, non piace studiare.

Non piace studiare perch6 lo studio d intrecciato alla diffi-coltd, alla fatica, allo sforzo. Ma piace apprendere, perch6

INTRODUZIONE

I'apprendimento d gratificante, soddisfa la curiosith, amplia glioizzonti della mente, aumenta I'autostima. Il metodo di stu-dio trasforma lo studio in una esperienza piacevole e produtti-va (vedi tavola n. 2).

In altri termini, studiare d gratificante solo se si possiedono unbuon metodo di studio ed una appassionata voglia di imparare.

Questo libro aiuta:

a liberarsi degli approcci sbagliati ed improduttivi verso lostudio,

a programmare efficacemente il proprio tempo di studio,definendo, in particolare, quando e quanto studiare, dove ecome studiare,

ad affrontare gli esami senza ansieth,

a ripassare accuratamente gli argomenti di esame.

In breve, I'obiettivo di questo libro d quello di insegnare astudiare efficacemente, grazie al supporto del metodo.

Leonardo da Vinci (1452-1519) affermava:

"Lodare la ragione 2 facile, dfficile d ragionare bene; fa-cile 2 invocare I'esperienza, dfficile i organizzare esperienT.esistematiche."

Allo stesso modo, d facile lodare il metodo di studio e rico-noscerne I'importanza e l'efficacia; ma d difficile riuscire adapplicarlo con costanza fino ad acquisire una stabile abitudinemetodologica. L'esercizio, perd, d la via piD sicura ed efficaceper collegare, come un ponte, la teoria sul metodo alla praticaquotidiana dello studio (vedi tavola n. 3).

Studiare con metodo significa scoprire il piacere di studiare.

Page 3: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

ffi

Tav. 3. L'esercizio come ponte tra teoria e pratica.

1 I fattori del metodo di studio

I fattori fondamentali del metodo di studio, a mio parere,sono cinque:

I. il metodo,

2. la motivazione,

3. le abilitd cognitive e metacogniliye,

4. le strategie e le mnemotecniche,

5. lo studio.

ll successo scolastico e il raggiungimento degli alti gradidella cultura sono garantiti solo quando questi fattori essen-ziali sono tutti presenti.

Analizziamoli brevemente e rimandiamo ai prossimi capi-toli una loro descrizione piir ampia.

1. Il metodo

Il metodo b la conoscenza della strada pii effipida e piD economica per ottenere risultati

.+-

Il metodo di studio comprende numerose abili

Page 4: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

Tra le piD importanti si possono elencare le seguenti:

C; s(tpere cosa 2 lo studio e cosa comporta;.. sapere gestire in modo fficace il proprio tempo di

studio;

: sapere come automotivarsi verso Io studio;

sapere progettare un piano di studio giornaliero,settimanale, mensile:

sapere verfficare ed autovalutare i risultati del pro-prio modo di studiare;

. saper utilizzare i suggerimenti offerti dalle leggidell'apprendimento e della memoria, per elaborare ef-.ficaci piani di studio ed ingegnose mnemotecniche;

. sapere elaborare strategie per prendere erypunti,per costruire schemi e mappe, per leggere e perprodurre un testo;

. sapere migliorare il proprio metodo di studio, im-parando sia dai propri errori che dalle strategie chehanno avuto successo.

2. La motivazione

La motivazione d la spinta a raggiungere cib che si ritieneimportante. La motivazione dd valore e significato a cid che sifa.Le sue radici a$qndano nelle aspettiiive, nei valori e negliscopi dello studente.

Senza motivazione tutto appare inutile ed improduttivo.

Per studiare efficacemente b necessario coltivare in se stes-si forti motivazioni intrinseche, rispondendo in modo convin-cente e significativo alla domanda'. "Perchd sto studiando que-s,ta materia?".

La motivazione d la condizione indispensabile dello studio.

I FATTORI DEL METODO DI STTJDIO

La motivazione b debole se b fornita dall'esterno ("Se nonstudio, i miei mi ossessionano"), mentre b forte se nasce dal-l'interno ("Mi piace imparare: mi sembra di allargare i con-fini della mia mente" ). E forte quando nasce dalla consapevo-lezza di s6 e dei propri valori, e dal significato che si attribu-isce allo studio, alla scuola, alla cultura.

3. Le abiliti cognitive e metacognitive

E necessario di stinguere tr a " c o g nizio ne" e " me t ac o g ni zi o ne" .

La cognizione iguarda il conoscere, la metacognizione ri-guarda la riflessione metodologica sul modo in cui si conosce.La cognizione riguarda il "cosa" si conosce, la metacognizio-ne riguarda il "come" si conosce.

Le abilitd metacognitive riguardano la consapevolezza delmodo in cui le informazioni sono acquisite, elaborate, memo-rizzate ed applicate. Le abilitl metacognitive riguardano lacapacitd di riflettere e controllare i propri processi cognitivi,per renderli piD efficienti e piD affidabili.

Tra le abilitd metacognitive generali, ricordiamo le seguenti:

. guidare l'attenzione;

. adottare strategie di apprendimento;

. conoscere le leggi della memoria;

. elaborare strategie di recupero delle informazionigid acquisite;

. rielaborare le informazioni in mappe cognitive;

. trasferire le informazioni nella pratica o nell'acqui-sizione di altre informazioni.

Page 5: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

4. Le strategie e le mnemotecniche

Lq. slratpgie di pp{io sono dei piani sequenziali di opera-zioni che favoriscono I'assimilazione, l'elaborazione, la me-morizzazione, il recupero e I'applicazione dei contenuti di ap-prendimento.

Tra le strategie di studio generali ricordiamo le seguenti:

I o le strategie per leggere,. le strategie per la lettura veloce,. le strategie per apprendere, memoriT2are, ripassare,. le strategie per produrre un testo.

Tra le strategie di studio specifiche ricordiamo le seguenti:

. il sottolineare,

. il prendere appunti,

. Io schematizzare,

. l'archiviare le informazioni.

Le mnemotecniche sono delle tecniche per raggiungere lacompleta padronanza di una materia di studio.

Tra le mnemotecniche piD importanti, applicabili allo stu-dio, si possono indicare le seguenti:

. le mnemotecniche della organizzazione logica(schemi e mappe),

. le mnemotecniche dei "luoghi",

. le mnemotecniche delle immagini,

. le mnemotecniche delle associazioni, logiche e fan-tastiche,

. gli acronimi e gli acrostici,

. le rime e le filastrocche.

I FATTORI DEL METODO DI STUDIO

5. Lo studio

Lo studio b la quantitd e la qualitd di investimento dellapropna energla per lmparare.

Il metodo di studio d, invece, il modo migliore per assicu-rare un "buon investimento" di tale energia o risorse personali.

Lo studio senza metodo b disordinato e improduttivo. Lostudio senza motivazione b noioso ed insopportabile.

6. Visualizzazione dei cinque fattori del metodo distudio

Per ricordare pit facilmente questi cinque fattori b utilepresentarli sotto forma di uno schema grafico (vedi tavola n. 4).

Uno schema grafico pub essere costruito in vari modi: unalista di parole chiave (vedi tavolan.4a), uno schema spaziale(in questo caso a piramide) con le parole chiave collocate ai

(a-)

FArz?Pr oe:tlf€Tobo h sruMo:

,t. t€Toao

?. ltorttAutu€3'!1HlH"'4. szaareqc5.570o/o

(b)

sneaTEeE

Tav. 4. Visualizzazione dei cinque fattori del metodo di studio.

Page 6: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

5.Srub/0A Bc

tlut

a:)8:+C-l

2"lfoT/uA?rctue

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

Tav. 5. Visualizzazione spaziale e figurativa dei cinque fattori delmetodo di studio.

suoi vertici (vedi tavola n. 4b), uno schema spaziale con leparole chiave e con l'aggiunta di immagini concrete che aiuti-no a ricordare di concetti astratti (vedi tavola n. 5).

La traduzione figurativa dei concetti di metodo, motivazio-ne, abilitd cognitive, strategie, studio, fornisce un grande so-stegno mnemonico: una immagine, infatti, si ricorda piD facil-mente di una serie di parole.

10

I FATTORI DEL METODO DI STUDIO

2.

3.

4.

5.

Anahzziamo, tra le tante possibili, la seguente traduzionedei concetti astratti in immasini concrete.

L Tre tipi di percorsi; possono rappresentare tre metodi: (a)uno veloce e diretto allo scopo, (b) uno lento e tortuoso e(c) uno confuso ed inefficace; essi possono aiutare a visua-lizzare concretamente il concetto di metodo, che b la stradapii breve per raggiungere uno scopo.

Un omino spinto da alcune frecce di diversa ampiezza (a)forte, (b) media, (c) debole, pud rappresentare il concettodella forza della motivazione verso un obiettivo.

Un omino con un'aureola intorno alla testa pub rappresen-tare graficamente I'ampliamento delle varie abilitd cogniti-ve e metacognitive, necessarie per raggiungere risultati ec-cellenti.

L'immagine di una scalinata pud aiutare a visualizzare ilconcetto di percorso e di strategie operative per conseguireun risultato.

Alcune frecce di diversa amprezza (a) grande, (b) media,(c) debole, rivolte verso un libro, possono rappresentare ildiverso srado di intensitd dell'investimento verso lo studio.

E opportuno, a questo punto, elaborare una immagine men-tale, quasi una fotografia, visualizzando tale schema figurati-vo, fino a vederlo con I'immaginazione in modo molto vivido.

Lo scopo di questo suggerimento d quello di stimolare nel-lo studente I'abilith di raggruppamento delle informazioni es-senziali in schemi grafici e mappe cognitive, cercando di ar-ricchirle di stimoli visivi concreti, come le immagini, che faci-litano I'apprendimento e la memorizzazione.

't' i r

ii E gratificante, infatti, riuscire a padroneggiare con una sola

I immagine molte informazioni.I

l l

Page 7: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

In questo libro sard preso in considerazione il tema delmetodo di studio, mentre la descrizione delle tecniche Jiriu-dio, (sottolineare' prendere appunti, schematizzare, archiviare)delle strategie (di lettura, di^comprensione e di produzione diun testo), delle abilitd cognitive e metacognitivl latten zione,apprendimento, elaborazione, memoriziarion", r".;;;;",transfer) e delle mnemotecniche applicabili allo studio i;;"senrara dall'autore in altri libri (vedi Bibliografi u),.

- -- - "-

t2

2 Il metodo

Il metodo (parola greca che significa l.via,' o .,direzioneverso una meta") b la consapevolezza della strada pit breve,pii veloce e piD economica per raggiungere risultati soddisfa-centi (vedi tavola n. 6).

Il metodo d indispensabile quando una materia d difficile.ll metodo, infatti, offre un orientamento, una guida, una map-

oo

nIII

).

JTPAOA A

@,'^

Tav. 6. Visualizzazione del concetto di metodo.

r3

Page 8: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

pa. Spesso I'insegnante offre numerose indicazioni metodolo-giche, quando interviene dicendo: ,,Osservate questo schema.Questo concetto i un pilastro fondamentate dilla concezionedi questo autore. seguite tare procedimento per giungire aquesti risultati."

La consapevolezza del metodo si raggiunge con una accu-rata capacitd di "dialogo interiore", fatto di c-orrette autoistru_zioni su cid che d meglio fare, di autocontrollo passo per pas_so su cid che si sta facendo e di valutazioni finali ru cid .i-," ostato fatto (vedi tavola n. 7).

Il metodo d una strategia metacognitiva, inquanto fornisceuna riflessione sul modo di conoscerr, oppr"niere e ricorda_re. ll metodo d la conoscenza deile strategie di conoscenza.Grazie al metodo, b possibile riflettere sui-modi di pensare edi agire, in riferimento all'economiciti dei mezzi. ull'"ffi.u-cia dei risultati.

Il metodo di studio parte dalra riflessione sul modo di ap-prendere e termina con I'elaborazione di strategie per miglio-rare il modo di studiare.

!i pud imparare meglio e piD rapidamente, se si impara ilmodo migliore di studiare. euindi, p.imu di studiare d neces-

COlt€ Oo/zeo'sTub/ae€?

fficorl€ ltosTUO/Afo ?

@E€ JTodfuh/aPDo ?

ffiW

Tav. 7. Dialogo interiore ed autoistruzioni.

I4

IL METODO

sario imparare a studiare, ciod fornirsi di un valido ed efficacemetodo di studio.

Non serve "studiare di piit", se non si studia con metodo.

Il metodo di studio suida e controlla il nostro modo di co-noscere:

. ci avverte quando stiamo procedendo in modo chia-ro o confuso, attento o distratto, corretto o erreto,produttivo o sterile,

. ci stimola ad apprendere nel modo piir fficace,

. ci indica le strategie migliori per rielaborare le in-formafioni,

. ci facilita l'assimilazione e la memorizzazione di cidche si va imparando,

. ci spinge verso comportamenti intelligenti e creativi.

L'intelligenza, infatti, C strettamente intrecciata con il me-todo di studio. Chi studia con metodo. studia in modo intelli-gente e chi studia in modo intelligente, adotta un accuratometodo di studio.

Si ricordi, perb, che il metodo senza motivazione, o vogliadi studiare, d arido.

1. Il metodo come capacitir di autoistruzione

Il metodo pud essere definito come la capaciti di darsi del-Ie corrette autoistruzioni su cid che si intende fare, su cid chesi sta facendo e su cid che si b fatto.

La capacith di autoistruzione consiste nel controllare conti-nuamente il proprio modo di procedere nella soluzione di unproblema.

15

Page 9: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

Chi possiede un metodo di studio si chiede costantemente:

"Come sto studiando? Come i la mia motivazione in que-sto momento? Come i la mia attenzione? Come posso miglio-rare la mia capacitd di apprendimento e di memorizzazione?"

Si possono adottare autoistruzioni come le seguenti:

"Procedi gradualmente dal generale al particolare, da unavisione globale di insieme ad una visione analitica e detta-gliata, dal noto all'ignoto, dal facile al dfficile, dal concretoall'astratto, da cid che D intuitivo a cid che 2 razionale. Scom-poni cid che i complesso in piccole sequenze o piccoli passi.Procedi lentamente: non essere impulsivo o frettoloso nelleconclusioni. Chiediti quali sono le cause e le conseguenzedegli eventi. Sii attivo nello studio e cura il metodo di studio,organizzando le informazioni in schemi e sistemi di conoscen-ze. Prima di studiare, riattiva la tua motivazione e le tue pre-conoscenze."

In breve, il metodo di studio equivale alla capacitd di darsidelle appropriate autoistruzioni nel settore dell' apprendimento.

l6

REutstwe affi€,ry,ifrH\FtX\oes

AHF,ESgl'8f:"1,"&!fu

l/ALu rAAilFF/'UAaE

z

Tav. 8. Curatteristiche del metodo.

IL METODO

2. Le caratteristiche del metodo

Le caratteristiche di autoistruzione del metodo riguardano i

seguenti aspetti (vedi tavola n' 8):

' Ia Previsione,

' la progettazione o pianificazione'

. l'automonitoraggio passo per passo'

. la valutaZione finale.

2.1. LaPrevisione

Prima di mettersi a studiare, d utile prevedere le numerose

variabili dello studio. Alcune di esse sono le seguenti:

' temPi (quando e per quanto tempo studiare)'

. scadenze (compiti, interrogazioni, esami)'

.mater ia l iesussidi( t ibr i ,appunt i ,Computer,v ideo-registrazioni di films '.di

do'umentari' corsi di

istruzione P ro Srammata )'

. risorse (lezioni dell'insegnante' prerequisiti)'

' scopi (obiettivi immediati' a medio termine' a lungo

termine),

' costi (sforzi, fatica),

' benefici(vantaggi, incentivi' gratificazioni)'

La capacith di previsione d il presupposto della successiva

capacith di Progettazione'

Si pud Procedere in questo modo:

"Cosa devo studiare? Quanto tempo ho a disposizione?

Quaii sono i miei irerequisiti? Qual d la mia situazione di

t1

Page 10: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

CUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

partenza in questa materia? euati obiettivi specffici possopropormi? Quali prestazioni effettive desidero raggiungere ?Per quale scopo devo studiare oggi? Dovrd fare ii ,o"mpitoscritto? Una interrogazione orale? Come posso utilizzari nelmodo migliore il mio tempo di studio? euali dfficottd incon-trerd? Qual b il mio atteggiamento emotivo veiso la materia?Mi piace? Possiedo un buon metodo di studio? Se procedo inquesta direzione, quali conseguenze prevedo? per .fare unbuon t1ma su questo argomer.tto, di cosa ho bisogni? Doveposso documentarmi? Come posso rendere ronrrri e tangibi_li i miei progressi nello studio di questa materia?,,.

2.2. La progettazione o pianificazione

Dopo aver previsto le numerose variabili dello studio, bnecessario stabilire delle prioritd e pianificare tempi, materialie procedure.

Per una progettazione pii dettagliata, si pud procedere nelmodo seguente:

"Per.raqgiungere tale risultato devo organillarmi in que_sto modo. E necessario studiare dapprima questo orgo*into,che i basilare, e poi passerd ai successivi, ordinati ii sequen-za, secondo il grado di dfficoltd. Dopo svolgerd le eseicita-zioni pratiche, per essere certo di aver compreso in modo sod-disfacente cid che ho studiato. per non airivare con l'acquaalla gola, all'ultimo momento, ? meglio elaborare un piinoorario delle ore di studio della settimana. E opportuno che iodefinisca il metodo di studio piil appropriato'in questa situa-z.ione. Devo essere sen,vibile alle mie condizioni psicofisiche,e, a tal fine, i indispensabile prevedere adeguaie poirr, p",evitare di studiare quando non sono pienamente'fficiente.Devo organizzare il mio tempo di studio suila basi del mioritrno di attenzione e sulla base del mio ciclo veglia-ripo,co. serie.sco a raggiungere buoni risultati, mi premierd.',

l8

IL METODO

Dopo la progettazione, si passa alla fase della realizzazionepratica. Si inizia a studiare concretamente. In questa fase dnecessario possedere una buona capacith di automonitoraggio.

2.3. L' automonitoraggio

Il termine automonitoraggio significa autoverifica ed auto-controllo. Significa fqfg e*tlsqgnante a-se stpsgi" S,ignificai nteri ori zzai;EifeSffi-iiare 1 ;Aodo ed ipp li c arlo co s tan te -mente, come una abitudine di studio (vedi tavola n. 9)

E necessario automonitorarsi passo per passo, ciod, control-lare passo per passo quello che si sta facendo e, soprattutto,"come" lo si sta facendo. Quando si studia senza automonito-raggio si verifica frequentemente un calo di attenzione. Quan-do, invece, si studia con l'automonitoraggio passo per passo,l'attenzione continua a rimanere sveglia e vivace (vedi tavolan. l0) .

Tav. 9. Automonitoraggio passo per passo.

I/TOEOPtQ'eA€€lo;Arso PR Pesso

19

Page 11: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

( ; I i I I )A AI, I , ( ) S' I 'TIDIO: IT, METODO

f,TuDt O cotu Auao Hdrt ?o eA I c t,>Passo P€e P6sso

ffi//l/Fl(p O/ Arret/?/oU6

Tav. 10. Studio ed automonitoraggio.

Una esemplificazione dettagliata della tecnica dell' automo-nitoraggio pub essere la seguente:

"In questo momento, la motivazione d alta o bassa? L'au-tostima i positiva o negativa? Le condizioni psicofisiche sonoottimali? Ho riattivato i prerequisitiT Sono pronto? Va bene.Si parte. Adesso sto effettivamente studiando. Come sto pro-cedendo? Sto utilizzando bene il mio tempo? E adesso cosasto facendo? Sto raggiungendo i miei obiettivi? Qui sto tro-vando dfficoltd e non so perch€. Adesso ho capito: avevo tra-scurato questo aspetto. Devo stare piit attento. Talvolta sonotroppofrettoloso e mi capitano delle sviste. A che punto sono?Quanto mi manca per finire? Sento un po' di stanchezza. Emeglio fare una breve pausa. Perb, prima voglio finire questoparagrafo. Adesso mi concedo una pausa. Penso che mi fardbene. Adesso riprendo. Come mi sento dopo la pausa? Comei il mio livello di attenzione? Questo argomento mi sta sem-brando dfficile. Come posso renderlo piil accessibile? Cisono delle strategie specifiche che posso utilizzare in questocaso? Potreifare, ad esempio, uno schema dei punti principa-li che ho sottolineato. Adesso che ho fatto questo schema,

20

IL METODO

come mi sento? Mi sembra di padroneggiare meglio I'argo-mento. Bene. Continuo cosi. Mi sto awicinando all'obiettivo?Sto raggiungendo il livello di prestazione che avevo stabilito?In questo momento sto incontrando una dfficoltd di compren-sione. Cosafaccio? Procedo oltre, sperando di ricevere ulte-riori informazioni dal testo o mi fermo finchd non ho compre-so in modo soddisfocente questo punto? Sono consapevole delfatto che questo brano argomentativo presenta una elevatacomplessitd concettuale? Come posso schematizzare i dati, iconcetti, i principi, le teorie?"

L'automonitoraggio riguarda anche il controllo passo perpasso delle varie abilitd cognitive come le seguenti: la cono;scenza,la comprensione, I'applicazione, I'analisi, la sintesi ela valutazione o capacitd di giudizio critico.

"Cosa conosco di questa disciplina? Conosco i termini o ledefinizioni piil importanti? Ho compreso il significato di que-sto concetto? Sono capace di ripeterlo o ridirlo con parolemie? Saprei spiegarlo ad un'altra persona? Sono capace diindividuare la catena di causa ed effetto di questo procedi-mento? Sono capace di applicare questi concetti ad altre si-tuazioni o ad altri contesti? Come posso scomporre, {iqt-in-guere, discriminare gli elementi di questo insieme? Come pos-so metterli in confronto con questi altri? Come posso -figg-ry-porre questi vari elementi? Come posso organizzarli in un si-stema coerente? Come posso integrare queste numerose in-formazioni? Come posso progettare questa ricerca, ristruttu-rando da un altro punto di vista i dnti? Come posso dare lorouna nuova impostazione? Come posso elaborare qualcosa dicreativo in questo settore? Come posso giudicare cid che hofattofinora? Quali obiezioni potrei rivolgermi rispetto all'im-postazione o alle argomentazioni? Qual i la validitd e l'atten-dibilitd di questa mia ricerca?"

2l

Page 12: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

2.4. La valutazione

Dopo aver finito di studiare, d necessario verificare e valu-tare subito il risultato raggiunto.

Un esempio di autovalutazione dettagliata pud essere laseguente:

"Sono soddisfatto del risultato raggiunto? euanto mi ?costato? Quali vantaggi ho conseguito? Il rapporto costo-be-nefici i accettabile? Quali argomenti ho appreso rapidamentee quali argomenti ho appreso lentamente? Forse dovrei stu-diare in modo attivo, ciod imparando, ad esempio, a sottoline-are con accuratezza. Forse dovrei migliorare la mia capacitddi prendere appunti e di elaborare mappe. Cosa mi propongodi studiare la prossima volta? Finora, come posso definire ilmio metodo di studio? E accurato? Disordinaio? Sodiisfacen-te? Stimolante? Non sono soddisfotto di questa ora di studio,quindi devo rivedere Ie mie strategie di studio. E bene cheriveda attentamente il modo in cui ho studiato fino a questomomento. Oggi sono contento del risultato del compito. eue-sta volta sono stato in gamba. Vedo che studiare in questomodo conduce a risultati molto gratfficanti. Ho fatto fatica acomprendere questo capitolo, ma poi ce I'ho fatta prendendoappunti. In questa materia ho un ritmo di apprendimento pit)Iento. Penso che dovrei fare in questo modo, per colmare lemie lacune in questo settore dello studio".

La capacitd di valutazione consiste nel giudicare :

. il proprio lavoro ("Ho lavorato bene!"),, i propri risultati ("L'esame i stato soddisfocente".

"Sono riuscito a organizzare dei buoni schemi emappe concettuali! Ho fatto un buon tema!" ),

. il proprio ritmo ("Ho fatto molta fatica a capirequesto gruppo di concetti!"),

, il proprio impegno ("Mi sono impegnato molto!"),

22

IL METODO

Tav. I L Aspetti cognitivi ed aspetti motivazionali dello studio.

. le proprie abilitd ("Mi sento un po' carente in que-sto settore!"),

. i propri limiti ("Dovrei colmare Ie lacune in questamateria!" ),

' le proprie risorse ("Adesso possiedo delle buonemappe concettuali in questa disciplina!" ).

La valutazione riguarda sia gli aspetti cognitivi, sia gliaspetti motivazionali. Non sempre i due aspetti sono facilmen-te separabili (vedi tavola n. 11).

Quando uno studente afferma: "Eureka! Ci sono riuscito!Ho risolto il problemal", esprime, da un lato, la soddisfazionecognitiva, ma, dall'altro, la soddisfazione personale. Si stagratificando ed autorinforzando: ("Sono capace- Sono in gam-

ba!"). La sua autostima cresce e stimola una pii forte automo-tivazione: ("Questa materia mi piace. Ottengo dei buoni risul-tati. Mi sento caPace ed fficiente. Mi piace sentirmi cosi evoglio continuare a sentirmi cosi.").

23

Page 13: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO IL METODO

In altri termini, I'abilitd di automonitoraggio, o di autoi-struzione, rende lo studente capace di autoregolazione e lo sti-mola ad essere piD responsabile verso se stesso e piD autono-mo nello studio.

ln conclusione, il metodo b lo strumento indispensabile nelcampo del sapere e dello studio. Esso fa risparmiare tempo efatica ed incrementa notevolmente i benefici ed i risultati.

3. II quaderno del proprio metodo di studio

E utile predisporre un quaderno in cui raccogliere le pro-prie osservazioni sul metodo di studio, segnando giorno pergiorno le difficoltd, ma anche le regole empiriche che si riten-gono efficaci ed adatte al proprio stile cognitivo (vedi tavolan. 12)

Su tale quaderno si possono annotare, ad esempio, le autoi-struzioni elaborate per svolgere un tema:

"Quando devo fare un tema la prima cosa a cui devo pen-sare i se ho compreso bene la richiesta contenuta nel titolo.Dopo devo cercare di rintracciare nella memoria tutto cib cheD pertinente con l'argomento da trattare. E importantissimoabbozzare uno schema delle varie parti del tema. Devo stareattento a scrivere in modo semplice mrt vivace, Devo curare l'e-quilibrio della composizione e l'architettura del paragrafo, ecc." .

In questo modo si rende visibile e tangibile il proprio meto-do di studio e si d in grado di correggerlo, migliorarlo e perso-nalizzarlo.

24

Qu4oeBaoMtt/tolt€n@oD/ sTUD/o

OC+t /5 EAeA).sruD/al/oo,SzOp/A, ttoOSS€eU4@cJc.

1.?.3OlrvQ UE . c'/reczto !--

Tav. 12. Quaderno del proprio metodo di studio.

25

Page 14: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

It

3 La motivazione verso lo studio

La motivazione d la spinta che anima e sostiene un'azioneo un comportamento, per soddisfare i propri bisogni.

Una forte motivazione stimola un comportamento deciso ediretto allo scopo, mentre una debole motivazione produce uncomportamento incerto e confuso (vedi tavola n. l3).

Una forte motivazione fa riversare nello studio un forte in-teresse, una intensa voglia di apprendere, una solida tenacia difronte alle difficoltd. In definitiva, una forte motivazione ren-de piD probabile il successo e la gratificazione nello studio.

La motivazione determina cid che si deve ricordare e cidche si pud dimenticare.

Si ricorda piD facilmente cid che interessa, cid che piace,cib che d utile (vedi tavola n. 14).

Si dimentica piD facilmente cib che d noioso, cid che nonpiace, cib che d inutile. In altri termini, si dimentica facilmen-te quando non si b motivati a ricordare, perch6, in tal caso, leinformazioni apprese perdono importanza e rilievo e vanno afinire sullo sfondo della nostra memoria.

27

Page 15: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

@dcoPoBA6QUilTO

({, o€eote \Yltorrraaac /

o\ N--'\ l \ {I \J/ \#t t , - t

LLJ ##io

AUolUFAPn)SA

Tav. 13. Motivazione ed azione fficace.

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

In breve, solo la motivazione, accompagnata dal metodo eda strategie efficaci, garantisce con certezza il successo nellostudio.

1. I fattori della motivazione verso lo studio

Quali sono i fattori che creano una motivazione verso lostudio?

Facciamo una breve lista:

LA MOTIVAZIONE VERSO LO STUDIO

Tav. 14. lrt motivazione a ricordare.

. il desiderio di imparare e la conseguente conside-razione positiva, o valorizzazione, dello studio,

. il desiderio di fare bella figura e di impressionaregli altri,

. il desiderio di competere con se stessi ("Sono ingamba o no?"),

. il desiderio di avere successo e di eccellere suglialtri, oppure il desiderio di dimostrare agli altri ilproprio valore ("Vifard vedere io di cosa sono ca-pace" ),

. il desiderio di compensare le frustrazioni ("Non rie-sco in questo campo, ma riuscird nello studio"),

. il desiderio di ricevere gratificazioni ambientali,

. il "dover" sostenere un esame o una interrogaTione(talvolta, senza lo stimolo di una interrogazione odi un esame, si studia di meno o molto poco),

. le abitudini di studio.

. il precedente successo o insuccesso scolastico,

I,'ilf

EA/ Blcocoao€qg:ut pfte?Mp€Eul ptc&DefEut ctcoBbae€E / pl.oeDAa€EutPtcoPM/2€Et// ctcopdaP€OAUI P/6OR OAeelo€t// clcoPo4ec-

/'-\ 4>

-/+t-

5-

28 29

Page 16: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

$

II

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

. la consapevolezza delle proprie attitudini ("Riescobene in quasi tutte le materie"),

. I'interessamento della propriafamiglia,

. la personalitd dell'insegnante ("E un insegnanteche ti fa amare Ia materia che insegna" ),

. l'organizzazione didattica della scuola che si fre-quenta.

Ognuno di questi fattori incide sulla motivazione di unostudente. in modi ed in eradi diversi.

2. Motivazione intrinseca ed estrinseca

Si distinguono due tipi di motivazione: quella interna o in-trinseca e quella esterna o estrinseca.

La motivazione intrinseca scaturisce dai valori e dagli inte-ressi dello studente; la motivazione estrinseca scaturisce dastimoli esterni, che, spesso, coinvolgono superficialmente lapersonalith di uno studente (vedi tavola n. l5).

LA MOTIVAZIONE VERSO LO STUDIO

La motivazione interna d intrecciata con il desiderio di au-tomiglioramento, con il piacere di apprendere, con la curiosithdi scoprire nuove soluzioni, con l'eccitazione dell'autocom-petizione (sfida con se stessi), con l'obiettivo dell'autorealiz-zaz\one.

La motivazione esterna d intrecciata con la necessitd dievitare rimproveri e punizioni, con la pressione a compiaceregli altri, con la bramosia di esibirsi e di fare bella figura, colbisogno di ricevere lode ed approvazione, con la smania dicompetere con gli altri.

Di fronte alle frustrazioni o alle distrazioni, la motivazioneinterna d pii resistente di quella esterna.

3. La forza della motivazione

Una forte motivazione b indispensabile, soprattutto, quan-do si incontrano ostacoli, difficolte e frustrazioni. Le difficolthnello studio sono inevitabili, perchd lo studio implica la fatica,I'impegno e lo sforzo. Per affrontare tali difficolti si pud agirein due direzioni: migliorare il proprio metodo di studio e ac-cendere la motivazione o la voglia di studiare.

E necessario chiedersi:

"Quanto mi interessa cib che sto facendo? E veramenteimportante per me? Quanto b importante?"

Solo se si riesce a fare emergere una forte motivazione, dpossibile affrontare agevolmente le difficoltd.

Agendo sulla propria motivazione, si pud modificare ilpeso e la dimensione delle difficoltd di studio: esse potrannosembrare piD semplici e piD facili da affrontare e risolvere.

3l30

AUTosr/tYAAube€Au?*sHorveAUrocoEP€T€u7A

-\ l,/.r.-) Q +-^*

tq.ttoTtuaaope€STEETVA

-/0(€Nnu/- Ptcal)oscttlc/'/rl-qQAf/A.AZLo/ut

,r+

ltuflva?ot6-.11y76:e-1,/A +

Tav. 15. Motivazione interna e motivazione esterna.

Page 17: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

Tav. 16. Motivazioneforte e motivazione debole.

Con un'alta motivazione, le difficoltd sono percepite comerisolvibili. Con una bassa motivazione, le difficolti sembranoinsolubili, e sono accompagnate da sensazioni di sfiducia e diautosvalutazione: "Non ce la faccio! Non ce la fard mai" (veditavola n. 16).

In breve: non sono le difficolti che inibiscono una persona,ma lo scarso livello di autostima, la debolezza della motiva-zione e la povertd delle risorse.

Quando si d motivati, le difficolti sono percepite comeopportunitd di automiglioramento, e non come minaccia difallimento.

4. Alcune indicazioni per automotivarsi verso lostudio

Come si pub raggiungere un'alta motivazione? '

Alcune indicazioni per automotivarsi verso lo studio, conla tecnica del"dialogo interiore" o capacitir di autoistruzione,sono le seguenti: curare I'autostima, valorizzare lo studio, ela-

LA MOTIVAZIONE VERSO LO STUDIO

borare un autocontratto di impegno con se stessi, pianificarelo studio, automonitorarsi passo per passo, elaborare un pianoper autorinforzarsi.

4.1. Curare I'autostima

"E necessario che io mi liberi dalte immagini negative dime stesso come persona e di me stesso come studente. Devocercare di sostituirle con immagini positive (vedi tavola n.l7). Devo curare la mia autostima: se i alta, mi sento capacee cid aumenta la probabilitd di avere successo; se D bassa,sento che non ce la fctrb mai e che sono una frana e cosi al-lontano da me la probabilitii di avere successo. E necessarioche io impari ad interrompere, con la tecnica dell'autoistru-zione, il circolo vizioso del dialogo interno dell'insuccesso."

r+

Tav. 17. Curare l'autostima.

4.2. Visualizzarsi positivamente

"Devo imparare a visualizzare c'on chiarezza i risultatipositivi che mi aspetto ed imparare quasi a preguslarli: inquesto modo, mi sento mnggiormente ,notivato a raggiungerli."

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

068olE /)E"!?"r"/$ 4K

32 1aJJ

Page 18: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

CUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

4.3. Valorizzare lo studio

"Devo valorizzare lo studio, la scuola e la cultura. Solo seriesco a valorizzarli, riesco a concentrami e ad impegnarmi.Devo riuscire ad inserire il valore dello studio ail'interno deimiei valori esistenziali. Pertanto, non devo studiare solo pertrovarmi un lavoro, ma devo studiare per scoprire il piaceredi apprendere."

4.4. Elaborare un autocontratto

"ln questa settimana mi impegno (vedi tavola n. Ig) a stu-diare in questo modo, utilizzando questo tempo; voglio rag-giungere questi risultati; se, alla fine della settimana, o allascadenza di questa data, sard riuscito a mantenere questoimpegno, mi premierd in questo modo. Se non manterrd fedea questo mio impegno, mi toglierb questo premio o beneficio.In questo modo mi ? piilfacile esercitare I'autocontrollo, con-centrarmi nello studio, affrontare i conflitti di motivazioni,come, per esempio, il conflitto ta il volermi divertire e il do_ver studiare."

M *lpeqvo:

4.-2.-

3,_E-

s€//Apr€p4o ////€t/Hp&/// u s7aop.Hl pp€n/€po' cost':

4.

35€ UoP /lAure,uq6/ /l/E/ ///P€w o/Jltoto, Ht rolLltu',CIU€ST| Eetv€Frcro uatu|a6q /:

' t . -2.-

Tav. I 8. L'autocontratto.

LA MOTIVAZIONE VERSO LO STUDIO

4.5. Pianificare te attivitir di studio

"E utile pianificare le mie attivitd di studio. Devo fare unaaccurata diagnosi dei miei bisogni di studio ed eraboiare stra-tegie per soddisfarli. Devo fissare obiettivi realistici e devoverfficare i risultati. Devo stabilire delle prioritd. euali sonogli obiettivi immediati? Quali sono gli obiettivi a medio termi-n.e e quali sono gli obiettivi a lungo termine o finali? Devodiventare consapevole di tutto cib che comporta lo studio:investimento affettivo, metodo, materiali e strumenti, contenu-ti e strategie- Il fatto che sia io a gestire il mio tempo di stu-dio, aumenta il senso del controllo ed i gratificante perc'hd rnisento autonomo, responsabile verso me stesso e capace diprendere decisioni."

4.6. Automonitorarsi

"La conoscenza immediata dei risultati del mio studio miaiuta ad autoregolarmi piii rapidamente e rinforya i compor_tamenti che hanno avuto successo. Devo usare l'autontonito-

Tav. 19. L'avvicinamento alla meta.

34

OA/IAI C€U s.O Fa(a/b

@

,Uou41a FrTPo'tlat / ,.

+Ul4q,uAU€AlbAILA TA€.A:'B/PFop.?o hgzrto

Z4A op fA,4/A HAUro OA Lc4 ft€ r.a= .9COBAql/At€/V4,

35

Page 19: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

raggio passo per passo. Devo controllare spesso il mio livellodi attenzione per studiare nelle condizioni migliori. Ogni tan-to devo fermarmi, per fare delle pause di riflessione e per ve-rificare come sto procedendo il mio studio. E utile segnare suun foglio i passi di avvicinamento alla meta: metterd una cro-cetta per ogni cinque pagine studiate e memorizzate fficace-mente. Cosi vedrd concretamente come sta procedendo il miostudio. Ho notato, infatti, che.studio di piil quando vedo chemi sto awicinando alla meta. E un rinforzo per me. Mi scorag-gio, invece, quando Ia vedo molto lontana (vedi tavola n. l9)."

4.7. Autorinforzarsi

"Per tenere alta la mia motivazione devo predisporre unpiano di autorinforzi: un autorinforTo passo per passo mentrestudio ed un autorinforTo finale se ho ottenuti buoni risultati(vedi tavola n. 20). Se ho successo, i giusto valorizzarmi ripe-tendomi mentalmente che sono stato in gamba e che possoessere soddisfatto di me. Se ho un insuccesso mi devo inco-

illroeru&eeo

BRAUO

*{!o,,,ro

&2t IUCC€SIO

C4E (oN L'//4ac6sso

>474&r+S* Au@Jr/r7a

Tav. 21. Motivazione e successo.

raggiare. Con I'autorinforzo potrd affrontare fficacementefrustrazioni, insuccessi e dfficoltit, e potrd acquisire stabil'mente un abito di costanza e di perseveranza. Posso elqbora-re tale piano di autorinforlo nell'autocontratto."

5. Motivazione e successo

La motivazione cresce quando si ha successo e decrescecon I'insuccesso (vedi tavola n. 2l).

ll successo d un rinforzo positivo dell'autostima ("Sono ingamba"). L'insuccesso d generalmente una minaccia per I'au-tostima ("Sono un fallito"). Il successo crea un forte legametra I'esperienza passata di successo e l'aspettativa di un nuovosuccesso, che dispone favorevolmente una persona e la stimo-la positivamente verso successi futuri.

L'insuccesso crea uno circolo "vizioso" (vedi tavolan.22)tra situazione di insuccesso-bassa autostima-disinteresse-nuo-vo insuccesso-una piD bassa autostima-nuovo insuccesso, ecc.

LA MOTIVAZIONE VERSO LO STUDIO

36 - -3I

Tav. 20. L' autorintbrzo.

Page 20: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

+

a\/ri/succ€sso frff#,r^ saK<so

it#rrro\/ \/

+

Tuv. 22. Relazi)ne tra successo, insucce.sso e uutostima.

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

Il successo crea un circolo "virtuoso" tra situazione di suc-cesso-concetto positivo di s6-entusiasmo-aspettativa di nuovosuccesso-raggiungimento di un nuovo successo-maggiore au-tostima, ecc.

La tendenza al successo scolastico dipende dalla forza del-la motivazione, dalla probabilitd di successo, dagli incentivi,rinforzi positivi o riconoscimenti raggiunti.

Per far emergere la voglia di studiare d necessario speri-mentare, oltre lo sforzo, anche il successo come studente ("Hopreso un bel voto") e come persona ("Sono un ragazzo dota-to").La voglia di studiare svanisce quando si sperimenta unalunga serie di insuccessi scolastici, che minano l'autostima dise stessi come studenti e come persone.

6. Il conflitto tra opposte motivazioni

Il tipo piD frequente di conflitto tra opposte motivazioni(vedi tavola n.23) d quello tra il dovere ("Devi studiare, per-chi devi studiare. Se non studi sarai punito, penalizzato") edil piacere ("Non i divertente studiare. Lo studio i faticoso.Voglio divertirmi.").

Altre situazioni di conflitto sono le sesuenti: il conflitto tra

38

LA MOTIVAZIONE VERSO LO STUDIO

il fare qualcosa e la paura di conseguenze negatle ("Devo

fare questo esame, ma ho paura di non riuscire a superarlo");il conflitto tra il fare qualcosa e il sentirsi inadeguato ("Devostudiare, ma mi sento una frana. Sono stupido. Non ho Ie ca'pacitd.").

In un conflitto tra opposte motivazioni, prevarri, natural-mente, la piD forte; qualunque essa sia, ma la pii forte.

Il modo migliore per risolvere i conflitti tra le diverse mo-tivazioni d quello di favorire, dentro di noi, vna"democraticadis c us s ione", chiedendosi :

"Cosa voglio? Cosa voglio veramente? Cosa voglio piil dituttoT Voglio questo, ma anche quest'altro! Come posso equi-librare queste diverse e contastanti esigenze? Penso che siameglio fare prima questo che ? pii importante o urgente e poi

fard quest'altro!"

Attraverso tale democratica discussione, si potranno chiari-re i vantaggi e gli svantaggi di ogni esigenza in conflitto, i

{ruDraSTUD/A

9/0r,

0il/gPtrr

)tlrPnrr0ru5;B717,btltr€errrr

Dtue:ertrt

39

Page 21: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

:o:li . i benefici; gli aspetti positivi e quelli negativi, gli aspet_tr necessari e quelli superflui.

si tratta, in altri termini, di riuscire a parlare a se stessi.

con Ia tecnica del diarogo interiore di "contrattazione creileparti.in conflitto" (vedi tavola n.24), si permette a se stessi diascoltare.le ragioni di ogni parte deiia propria personariti e reobiezioni delle altre purti; itta fine, dopo il dibattito interno,sard pii facile trovare una soruzion. di .hia.iricazione o oicompromesso.

7. Prima lo sforzo, poi il premio

_ E.bene.fare-dapprima cid che d meno piacevole (,,prima

studio, poi mi diverto'.,) e dopo quello che E pin piu".uot". intale sequen za,l' attivitd piacevore che viene dopo lo sforzo pudessere "percepita" come "premio" per Iautodisciphnu eo'uu-tocontrollo esercitati su se stessi 1':sono stato bravo. Adesso.

LA MOTIVAZIONE VERSO LO STUDIO

+f+f++

Tav. 25. Materie simpatiche e materie antipatiche.

Tav. 24. In contrattazione fra le parti in conllirro,

perd, mi diverto). La sequenza inversa (,,prima mi diverto epoi studio") induce a rimandare gli impegni con il rischio dinon eseguirli mai.

8. Quando una materia diventa simpaticaNon tutte le materie di studio sono simpatiche. Alcune di

esse possono suscitare anche delle forti antipatie.

. L'atteggiamento,verso le materie pud variare da un atteg_giamento positivo di attrazione ad unatteggiamento negativodi repulsione (vedi tavola n.25).

k cause della simpatia o deil'antipatia sono morteplici. Lamaggior parte di esse affondano re loro iadici neila motivarzione odemotivazione verso lo studio; altre dipendono dall' att"ggiu."n_to positivo o negativo. entusiasta o apatico, deil'insJfnante.

una materia diventa^ra preferita, quando studiandora si rag-giungono risultati gratificanti, che rinforzano I'autostima der-lo studente:

404l

o/l€emroASP€7/Potrlat4.z.-3._

Ppureq4t,P6tnuo

ASEtu l4tu.&frctile4zrrut I PalriAu

t -?.- I _-a. l

I

t_-

STu674 P5'/+SP€V/fustrt ut1._25.....".-...-,lsPe rrtlr'€€Arrvt

1._Z,-?J'-

Puprec4tbS/V uo

PuHreq4ls,F€1artv,>

Page 22: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

"Sono riuscito ad avere buoni risultati in questa materia.Mi sento capace di affrontare ulteriori dfficoltd. Mi sentobravo. Mi ritengo intelligente. Mi piace studiare. Continuerd astudiare ancora di pii.t. Voglio approfondire questo argomento."

L'insieme di queste sensazioni positive proietta una lucefavorevole su tale materia, che viene percepita come piacevo-le e viene studiata con piil impegno e migliori strategie. Talemaggiore investimento affettivo, acceso dalla motivazione edilluminato dal metodo, allevia il peso della fatica dello studio,almeno per tale materia.

9. Quando una materia diventa antipatica

Una materia diventa antipatica, oppure odiosa, quando no-nostante I'impegno, si conseguono in essa ripetuti e frustrantiinsuccessi, che generano sensazioni negative verso quellamateria, verso l'insegnante, verso se stessi e verso le propriecapacith mentali. In tale contesto, il livello dell'autostima dminacciato dal dubbio di non essere intelligenti o di non esse-re all'altezza, ed b corroso dalla paura di essere giudicati inettie incapaci anche dagli altri:

"Pur studiando, faccio sempre fiasco. Non sono riuscitoancora a prendere un voto soddis.facente. Non ci riuscird mai.Non mi sento proprio tagliato per lo studio di questa materia.Forse non sono per niente intelligente. Mi sono illuso. Sonouna frana. Sono un fallito."

L'insieme di tali sensazioni negative fa apparire la materiain una luce molto sfavorevole ("Non mi piace studiare questamate ria. E assurda, incomprensibile, ins oppo rtabile, odio sa").

Nessuno investe la propria energia ed impegno in qualcosache conduce inevitabilmente a sensazioni di delusione o in-successo. Non d logico, n6 b economico, investire la propriaenergia nella prospettiva di un fatale insuccesso. Pertanto,

LA MOTIVAZIONE VERSO LO STUDIO

quando una materia b vissuta negativamente, come inevitabileinsuccesso, lo studente si rifiuta di studiarla per evitare ulte-riori ferite alla propria autostima ("Non voglio nemmeno sen-tirla nominare").

In tali condizioni, si verifica un disinvestimento affettivo("Non mi interessa piit niente"), che genera un enorme sensodi affaticamento, anche di fronte a piccole difficoltd, accom-pagnato da insoddisfazione e frustrazione ed, in alcuni casi,angoscia e panico.

9.1. Si pud modificare I'antipatia verso una materia?

Si pud modificare I'antipatia verso una materia, fino a farladiventare simpatica? La risposta d si.

E possibile, ma alle seguenti condizioni.

E necessario:

. rivalutare tale materia da un altro punto di vista,per poter riattivare o elaborare motivazioni positive,

. ricostituire o rafforzare il proprio livello di autosti-ffiO,

. impadronirsi di un ottimo metodo di studio e di otti-me tecniche di apprendimento e di ntemorizzazione,

. imparare a investire meglio il proprio impegno nel-lo studio,

. saper individuare i prerequisiti o i concetti fonda-mentali di quella materia e studiarli con ordine,

. imparare a osservare e a valorizzare i piccoli pro-gressi e a premiare Ia propria forza di volontd etenacia,

. chiedere aiuto a persone competenli: insegnanti,pedagogisti e psicologi.

42 43

Page 23: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

10. Ognuno b artefice delle proprie motivazioni

Ognuno d artefice delle proprie motivazioni, sia di quellefiacche sia di quelle forti.

Ognuno, nel proprio dialogo interiore, ',costruisce,' frasi,ragionamenti, riflessioni, che conducono ad una valutazionepositiva o ad una valutazione negativa di se stessi o della realtd.

Uno pud dire:

"Non sono capace. Non sono tagliato per Io studio. Nonsono intelligente!".

Queste frasi riducono a zero il livello della motivazione.

Un'altra persona pud dire a se stessa:

"Ci posso riuscire, a patto che ogni attivitit che mi proport-go abbia per me un valore vitale ed esistenziale.,,

Questa seconda riflessione pud portare la motivazione adessere potente ed efficace.

Un proverbio popolare afferma: "Attacca il tuo carro ad

--nLPttuQPer

Tav. 27. Fattori di uno studio efficace.

una stella" e suggerisce di trovare delle alte e nobili motiva_zioni. Motivarsi significa dare un significato ed un valore acid che si fa.

Se non si d motivati, d bene non studiare. E necessario ela-borare una buona motivazione prima di studiare.

Si renda significativo cib che si deve imparare e I'appren-dimento sard pit facile e gratificante.

La motivazione fornisce agganci cognitivi e ,,inchioda,, iricordi nella memoria (vedi tavola n.26).

In breve, i fattori di uno studio efficace sono i sesuenti(vedi tavola n. 27): 1. forte motivazione ad apprendJre, 2.materie e stimoli didattici significativi ed entusiasmanti, 3. attidi studio effettivo, 4. rrnforzi e riconoscimenti per i risultatiraggiunti.

LA MOTIVAZIONE VERSO LO STUDIO

z

k

t;:b

Tav. 26. Motivazione e buona memoria.

44 45

Page 24: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

4 Lo studio

Per studiare efficacemente bisogna "saper studiare", ciod,studiare con metodo.

Il metodo di studio comporta la conoscenza di come stu-diare, di quanto e quando studiare, di come funziona I'appren-dimento e la memoria, di come si stimola l'attenzione e lamotivazione.

Il termine studio deriva dal latino "stLtdere" e significa"ap-plicarsi con irnpegno o attivamente a qualcosa". Lo studioimplica, dunque, il concetto dello sforzo, che, perb, pud esserealleviato dal metodo e dalla motivazione.

Il metodo di studio, con la tecnica dell'automonitoraggioche le b propria, fornisce Ia consapevolezz{della via miglioreper raggiungere risultati soddisfacenti.

La motivazione fornisce la spinta e I'entusiasmo da incana-lare nell'apprendimento (vedi tavola n. 28).

Studio come investimento di impegno ed energia nel cam-po dell' apprendimento.

Lo studio b un investimento di impegno e di energia nel

4l

Page 25: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

Gl

EL]

-, -

CUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

Tqv. 28. Studio come iny,estimento di impegno ed energia nel campodell'apprendimento.

campo dell'apprendimento: si parte da stimoli costituiti da in-formazioni, si procede attraverso una attiva e intensa elabora-zione dei contenuti e si termina producendo abiliti, prestazio-ni e conoscenze.

Lo studio comprende molte abilitd cognitive. Alcune diesse sono le seguenti: I'attenzione, la concentrazione, la com_prensione, la rielabora zione, I' assi milazione.

Comprende, inoltre, delle abiliti piD specifiche come le se_guenti: prevedere cosa si dovrd studiare, porsi delle domandesistematiche, leggere accuratamente, sintetizzare schematica-mente, verificare e valutare I'apprendimento (vedi tavola n.29).

1. Analogia delle api: lo studio come rielaborazione

Seneca, filosofo latino (4 a.C.-65 d.C.), nella lettera nume_ro 88 a Lucilio, illustra, con I'analogia delle api, una stimolan_te sintesi di cosa debba essere lo studio (vedi tavola n. 30).

LO STUDIO

48

Nel nostro studio - egli scrive - "imitiamo le api: esse, er-rando qua e ld, suggono i fiori adatti al miele; e tutto quelloche portano all'alveare lo dispongono con ordine nei favi...anche noi dobbiamo imitare le api: cominciando col distin-guere - perchd cosi meglio si conserva - quanto abbiamo rac-colto dalle diverse letture; poi, col diligente lavoro dell'inge-

P,ee ueot 1ffi<

/r(/TEReoqn?<?4?<

???2

.?'?

?

/€64 /

S//aGf/??4R/FiABo/^

1/€B/F/cAr4lU7/1

4-.-A@

Tav. 29. Abilitd di studio,

49

Page 26: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

LO STUDIO

2. Le caratteristiche fondamentali dello studio

Le caratteristiche fondamentali dello studio, inteso comeinvestimento affettivo di energia ed impegno, sono le seguenti:

I. la consapevolezza del valore dello studio,

2. l'interesse,

3. la costanza,

4. il metodo.

Tali caratteristiche forniscono allo studio ulteriori fonti dienergia, che ne garantiscono I'efficacia e la produttivith.

2.1. Consapevolezza del valore dello studio

La consapevolezza del valore dello studio nasce dalla con-sapevolezza di s6, delle proprie attitudini, dei propri scopi emotivazioni, dei propri stili cognitivi e delle proprie strategie(vedi tavola n. 3l).

Gli studenti migliori solitamente possiedono un alto gradodi consapevolezza di s6, del proprio valore, delle proprie ri-sorse e dei propri scopi.

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

i

Tav. 30. Analogia delle api: lo studio come elaborazione.

gno, dobbiamo fondere in un pensiero coerente il frutto dellediverse letture, in modo che, quand'anche non si possano na-scondere le fonti a cui abbiamo attinto, tuttavia appaia che inostri scrini hanno un'impronta personale. Questo stesso pro-cedimento si compie naturalmente nel nostro corpo, comepossiamo constatare noi stessi: il cibo che prendiamo, finchdrimane qual d, senza essere intaccato dai succhi gastrici, ci idi peso; ma in seguito alla digestione si trasforma in sangue ein energia fisica. Facciamo lo stesso con quel cibo che ali-menta il nostro spirito: quando l'abbiamo ingerito, non la-sciamolo qual i, ffinchd non ci resti estraneo. Dobbiamo di-gerirlo: altrimenti non si trasformerd in energie intellettuali,ma in un peso per la memoria. Prendiamo questo cibo come siconviene, e assimiliamolo in modo che, da elementi disparati,si formi una sola cosa, proprio come numeri molto diversi fraIoro si confondono in un'unica somma. Facciamo anche noicosi: il contributo di altri autori scompaia, assimilato nel pro-dotto del nostro ingegno. E anche se nella tua opera traspari-rd I'autore che ammiri e che ? impresso profondamente neltuo animo, vorrei che la somiglianza fosse quella di un figlio,non quella di un ritratto: il ritratto i una cosa morta."

II

i

Chi valorizza lo studio, studia meglio ed impara di pin.

50 5l

SAJO a//A f\E6OUA CAPACE: +

tt/ P/A/€ tru\/ael t;

Ho gVtra4w-e :u?pso co (7dNo +

+++l. +

lt-r:++ta

. t+

r . f++4

Tav. 31. Valorizzazione dello studio.

Page 27: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

Tav. 32. L'interesse per lo studio.

2.2. L'interesse

Leonardo da Vinci (1452-1519) ha affermato:

"Si come il mangiare sanza voglia fia dannoso alla salute,lo studio sanza desiderio guasta Ia memoria e non ritien cosache la pigli".

In altri termini, tutto cid che si fa controvoglia d dannoso,anche se, di per s6, fosse la cosa pii utile o piD importante.

L'etimologia latina della parola "interesse" significa "esse-re dentro", ciob, essere coinvolto intimamente con quello chesi fa e partecipare totalmente ad esso (vedi tavola n. 32).

Un proverbio afferma:

"Quel che ascolto dimentico, quel che vedo ricordo, quelche faccio capisco".

Solo "facendo" le cose (secondo Ia massima "learning bydoing", imparare facendo), solo immergendosi attivamentenello studio, solo amando cid che si studia, d possibile apprende-re facilmente, comprendere chiaramente e ricordare fedelmente.

Pertanto, b necessario riattivare i propri interessi e le pro-

LO STUDIO

prie motivazioni, prima di studiare. Colui che dimostrerd in-teresse, partecipazione, coinvolgimento in cid che studia, rica-verd maggiore gratificazione e profitto nello studio.

Cosa si pud fare di fronte ad argomenti noiosi?

S i pud renderli i nteressanti ricorrendo all' automoti vazi one.

Per rendere interessante e stimolante una materia di studio.d necessario dialogare con se stessi. per scoprire l'importanzadi cid che si deve studiare o per valorizzarele materie di studio.

E necessario modificare in modo positivo le proprie con-vinzioni sullo studio, prima di mettersi a studiare.

Non d produttivo, infatti, studiare malvolentieri argomentiritenuti noiosi o inutili.

Con I'automotivazione si possono trovare aspetti interes-santi anche in materie ostiche o difficili ("Voglio sfidare Iamia capacifi di comprensione di fronte a questo problemamolto dfficile. Voglio mettermi alla prova!").

2.3. La costanza

Un impegno saltuario conduce alla dispersione delle ener-gie e all'insoddisfazione. Solo un impegno costante garantiscerisultati soddisfacenti.

Un proverbio latino dice; "Gutta cavat lapidem, non vi, sedsemper cadendo": ula g-9._cqia riesce a scavare anche la pietra,non per la sua forza, ma per la sua costanza.

Non d sufficiente, quindi, avere I'intenzione di studiare. Enecessario anche riuscire a tradurre I'intenzione di studiare inuna sequenza di azioni concrete, graduali e costanti (vedi ta-vola n. 33).

52

5-

53

Page 28: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

/.Uftrp ttopF/&" @DEsbeero

olsrhvE ute6

ATTUATl

Tav. 33. Distinzione tra intenz.ione ed attuttzione.

La costanza dell'impegno nello studio si pud ottenere attra-verso una continua cura della propria motivazione ("Perchdsto studiando?") e attraverso la tecnica dell'automonitoraggio("Come sto studiando in questo momento? Sono ben sveglioed attento?").La costanza d la somma di numerosi piccoli attidi autocontrollo e di concentrazione (vedi tavola n. 34). Lacostanza dell'impegno si manifesta anche come disponibilithad esercitarsi in modo sistematico e come resistenza verso leinterferenze e le distrazioni.

COSTAil?A

AU@@^TPOGO

AAceourpozzo (*A4oatur,eouo

,&UTTcopTAotco

Tav. 34. Costanza ed autocontollo.

54

LO STUDIO

Uno sportivo, che non si impegna nell'allenamento siste-matico e regolare, non vincerh alcuna gara, pur avendo dellebuone capaciti. Cosi uno studente, anche se dotato, non con-seguird buoni risultati scolastici, se non si impegna.

2.3.1. Analogia tra studio e sport

Per sottolineare I'importanza dell'impegno nello studio, sipud proporre la seguente analogia tra I'apprendimento nellostudio e l'apprendimento nello sport. Tale analogia pub esserepersuasiva, perch6 molti studenti hanno esperienza dello sporte di cid che esso comporta (vedi tavola n. 35).

E noto che I'apprendimento nello sport richiede molta con-centrazione, capacitd di automonitoraggio ("Devo fare in que-sto modo. Devo migliorare questo movimento. Devo stare at-tento a questo punto"), di autovalutazione ("Qui hofatto bene.Qui invece non sono riuscito bene come volevo") e di autorin-forzo ("Bravo. Ce I'ho fana. Evviva!"), e, soprattutto, moltapratica ("Ancora un'altra volta. Prova di nuovo. Di nuovoancora."),

Tav. 35. Analogia tra studio e sport.

55

Page 29: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

Lo sport richiede un atteggiamento mentale positivo di fi-ducia in se stessi, per incoraggiarsi quando si d di fronte a unadifficoltd ("Non considerare queste dfficoltii come cause disicuro fallimento, nta come opportunitd per migliorarti e percompetere con te stesso!"), e di tenacia per conservare alto ill ivel lo della propria motivazione.

Si deve, inoltre, organizzare un piano di allenamento, perintegrare lo sforzo con il rilassamento.

Anche nello studio ci vuole concentrazione e metodo, auto-monitoraggio, autovalutazione ed autorinforzo, fiducia nelleproprie capacith e una accurata programmazione delle propriefatiche.

2.4. La cura del metodo di studio

Lo studente motivato verso lo studio avverte la necessit) diaver cura del proprio metodo di studio.

E motivato:

. a piantfi.care il proprio tempo di studio,

. a sviluppare abilitd cognitive e strote&ie fficaci,

. a valutare Ie proprie prestazioni ed i propri risultati.

Egh apprezza il valore delle varie strategie di studio comele seguenti:

. l'evidenziare e il sottolineare Ie parole chiave,

. il prendere appunti delle idee piil importanti,

. lo schematizzare,

. I'uso di mnemotecniche.

LO STUDIO

Tav. 36. Fasi dello studio.

Uno studio corredato da tali strategie, oltre a diventare ef-ficace, pub essere anche molto entusiasmante, stimolante egratificante.

Consideriamo adesso altre caratteristiche dello studio.

3. Le fasi dello studio

Lo studio, come d stato detto, comprende numerose abilitdcognitive. Concentriamoci adesso su quelle emergono conmaggiore evidenza dalle varie fasi dello studio. Nei capitoli

56 57

APPB6lJD€EE

B/€LhSo,eAee

TAS| ^€LtoSTADT o

llsnoRt t?AeF

APPLI CAPCTPApsrFQ 4-r 8-tc

"----" t *

Page 30: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

seguenti saranno analizzati i tempi dello studio, i contenuti ele modalith attive di apprendimento.

Possiamo distinguere lo studio in varie fasi. Le pii impor-tanti sono le seguenti: apprendere o incamerare informazioni,rielaborarle, memorizzarle, recuperarle e trasferirle nella pra-tica o in altri settori del sapere (vedi tavola n. 36).

3.1. Apprendere

Per prima cosa, si devono acquisire ("incamerare", "intro-iettare") le informazioni. A tal fine, d necessario conoscere leleggi dell'apprendimento, per poter apprendere nel modo mi-gliore. Ad esempio, si apprende meglio quando si riattivano lepreconoscenze, quando si rielaborano le informazioni, quandosi integra lo "studio dal basso" con lo "studio dall'alto".

3.1.1. Lo studio dal basso e lo studio dall'alto

E bene distinguere tra"studio tlal basso" e"studio dall'al-to" (vedi tavola n. 37).

Ifadlo.0Au'ALro

/k7€4pAe€

37. Integrare b studio dull'alto con lo studio dal basso.

LO STUDIO

Lo "studio dal basso" indica lo studio fatto sul testo, alquale ci si accosta con molta cura, precisione, f-edeltd ed og-gettivitd.

Lo "studio dall'alto" indica lo studio guidato dai propriinteressi, preconoscenze e aspettative e condensato in appunti,schemi e mappe.

E necessario riuscire a integrare lo"studio dal basso", cherichiede molta disciplina, con lo "studio dall'alto", che b piipersonalizzato ed eccitante.

3.2. Rielaborare

Le informazioni non devono essere ingoiate, ma assimila-te. E necessario rielaborarle, ciod lavorare su di esse: estraen-do parole chiave, prendendo appunti, costruendo schemi emappe, articolando reti tematiche.

Rielaborare significa collegare i nuovi apprendimenti contutto cid che gii si conosce. Stabilendo sempre nuove associa-zioni e connessioni d quasi impossibile dimenticare cid che sid appreso. Si dimentica quando non si rielabora continuamen-te cid che si apprende.

3.3. Memorizzare

E pii facile memorizzare le informazioni quando sono sta-te rielaborate dallo studente, attraverso appunti, sommari, pa-rafrasi, tabelle, grafici, schemi e mappe.

E utile, a questo proposito, conoscere le leggi della memo-ria. Con tale conoscenza d possibile elaborare efficaci mne-motecniche e rapide strategie di recupero di cid che b statoappreso.

5958

Page 31: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

3.4. Applicazione o transfer

Dopo aver ben assimilato le informaziom, b necessarioesercitarsi a lungo nell'applicazione pratica, trasferendole cre-ativamente da un settore ad un altro e cercando di risolvereproblemi sempre nuovi nei vari campi del sapere.

Il ciclo completo dello studio riguarda tutte queste fasi.

Non b sufficiente, percid, considerare lo studio solo comeuna attivith di incameramento di informazioni. Molti studentidicono spesso: "Ho studiato, ma adesso non mi ricordo". Conquesta espressione indicano che si sono fermati alla fase del-I'incameramento. ma non hanno curato le fasi successive del-la rielaborazione, della memorrzzazione, del recupero e dellaapplicazione pratica delle informazioni acquisite. Per tale ra-gione, la loro prestazione non b soddisfacente.

Lo studio d efficace quando si rielabora e si memorizzaaccuratamente (vedi tavola n. 38).

sei capitoli seguenti amplieranno il concetto di studio.rispondono alle seguenti domande:

LO STUDIO

PrctaBoBaee //6/roaz?a'e€ABCfl/U/ABF

Bz APHtcaPe

Tav. 38. Rielaborare e mentorizzare.

IEssi

a

a

a

a

a

a

Quando studiare?

Quanto studiare?

Cosa studiare?

Come studiare?

Dove studiare?

In quali condizioni psicofisiche?

Si terminerd con alcune indicazioni su come affrontare esuperare I'ansia degli esami.

6160

Page 32: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

5 Quando studiare

Cominciamo con delle domande di automonitoraggio.

"Quali sono per me le ore della giornatct piitfavorevoli allostudio? E meglio studiare la mattina o la sera? Qual ? il modomigliore per inserire delle pause di riposo durante il tempo distudio/ Quando nti sento piil concentrato? In quali ore clellagiornata mi sento generalmente piil aJfaticato? Considerandoqueste caratteristiche del mio ritmo di attivitd-riposo, comeposso gestire il mio tempo di studio? Quanto tempo di studiodevo dedicare a questa materia? Quante pogine di storia rie-sco a leggere e a schematizzare in un'ora? Questa distribu-zione del mio tempo corrisponde alle mie necessitd e scopi?Perdo tentpo? Mi manca il tempo?"

Da queste domande emerge la necessith di:

. individuare le proprie dfficoltd nella gestione deltempo di studio,

. cottoscere e rispettare il proprio ritmo di attivitd-riposo,

. conoscere Ie proprie anitudini, il proprio ritmo diapprendimento e il proprio stile cognitivo,

. programmare il proprio tempo di studio,.fissando ladistribuzione delle ore di studio e le scadenze.

63

Page 33: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

L. Lista delle difficolti nella gestione del tempo distudio

Usando la tecnica dell'automonitoraggio, ci si pud chiedere:

"Quali dfficoltd incontro nella gestione del mio tempo distudio? Quando, e per quali ragioni, awerto la sensazione diaver perduto tempo o di aver male utilizzato il mio tempo?Perchd non riesco a programmare in tempo i miei impegni?Perchd mi trovo spesso a studiare all'ultimo momento, in con-dizioni psicofisiche disastrose? Quali situazioni disturbano ilmio tempo di studio? Perchd sono disordinato? Perchd non.fisso degli obiettivi e delle prioritd?"

Con la tecnica dell'autoistruzione, si pud proseguire comesegue:

"Per gestire meglio il mio tempo, dapprima scriverd sul-l'agenda tutte le cose dafare. Dopo distribuirb accuratamen-te il mio tempo nelle varie attivitd definendo gli obiettivi pri-mari e quelli secondari. Devo riuscire ad utilizzare produtti-vamente anche i ritagli di tempo, i tempi di attesa e i tempimorti. Alla fine controllerd i risultati."

2. Rispettare il ritmo di attiviti-riposo

La nostra vita d inserita in un ritmo biologico ciclico, com-posto da periodi di tempo in cui siamo lucidi ed efficienti e daperiodi di tempo in cui siamo stanchi ed affaticati (vedi tavolan. 39).

Si tratta di un ritmo biologico di attivith-riposo, che va ri-conosciuto e rispettato. Non deve essere sconvolto, ma pudessere migliorato ed adattato alle proprie esigenze di studio.

E indispensabile imparare a riposarsi fisicamente e mental-

QUANDO STUDIARE

Arnurra'

Tuv. -19. Rispettare il ritnn attit,itd-riposo

mente, se si vuole studiare in modo efficace e produttivo. Sieviti, pertanto, di studiare quando si d stanchi fisicamente,sconvolti o depressi psicologicamente, o incapaci di concen-trarsi. E meglio dedicare, in questi casi, un opportuno periododi tempo al riposo o al rilassamento psico-emotivo.

Si riposi o si studi. E improduttivo studiare a letto quandosi d assonnati. E inutile lottare contro il sonno sulla scrivania(vedi tavola n. 40).

64

Tav. 40. O riposare o studiare

65

Page 34: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

3. Coltivare la concentrazione

Prima di studiare intensamente, b necessario dedicare unperiodo di tempo, pii o meno lungo, alla concentrazione:

".Devo studiare questo argomento. euale i il modo miglio_re di studiarlo? come i la mia attenzione in questo mominto?Come posso concentrarmi ancora di pin? poiso concentrarmisulla respirazione. Posso concentrarmi sur valore dello studioe della cultura. Posso concentrarmi sull'autostima.,,

La concentrazione va preparata e ,,coltiveta',. Essa d il ri_sultato di una lunga pratica di autocontrollo e di autodiscipli-na. La concentrazione E favorita quando si rimuovono le cau-se di distrazione, di stress, di ansia e quando si pianifica effi-cacemente il proprio studio (vedi tavola n. 4l).

COUCEqUrBAttoru€

Tav. 41. La concentrazione.

QUANDO STUDIARE

PP€copotc€t u

COpGl1reA?/OrUf

Tav. 42. La concentraz.ione efficace.

E necessario sviluppare l'abilith di guidare I'attenzione,nromento per momento, attraverso la tecnica dell'automonito_raggio ("Come sto stLtdiando in questo momento? Sono con-centrato? Cosa posso fctre per concentrarmi di piil? E adessocome sto studiando?")

Quando ci si accorge che si sta perdendo la concenlrazione,d opportuno inserire delle pause di riposo.

4. lnserire delle pause opportune

E necessario individuare immediatamente i primi segni distanchezza o di caduta della propria efficienza.

In quel momento, b opportuno chiedersi:

"Posso sfor4anni uncore un po', per riuscire a rimanereconcentrato? Ce la faccio? O forse d meglio fare una brevepausa? E megtio che insista su questo piobtima, finchd nonriesco a risolverlo? Oppure i meglio affrontarlo piil tardi o inun altro momento, quando mi sentird pii luciclo?".

Per facilitare la concentrazione prima di mettersi a studia-re, d opportuno riattivare le preconoscenze sull,argomento chesi dovrd studiare ("Cosa conosco gid di questo argomento?,,),ed accendere I'entusiasmo e la motivazi one l"euili potrebbe-ro esslre le ragioni per studiare con piil interesse questa ma-teria?") (vedi tavola n. 42\.

6667

Page 35: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

La scelta di inseri,re una pausa opportuna d molto soggetti-va e pud essere facilitata dalla propria abilith di autom-o-nito-raggio.

4.1. Pause brevi o pause lunghe?

Gli studenti domandano frequentemente:

"Quanto devono essere lunghe queste pause? Sono da pre_ferire le pause brevi o le pause luighe?,'.

La risposta, in generale, d la seguente: sono preferibili lepaus-e brev!, perch6 non interrompono Ia concentrazione (veditavola n. 43).

. Alcuni minuti (5-10 minuti) sono pii che sufficienti perriprendersi dalla stanchezza di un'ora di lavoro. Le pause lun-ghe (20-30 minuti), invece, possono creare delle difficolti aconcentrarsi nuovamente.

Ma anche in questo caso, d bene precisare che il criteriodella brevith delle pause d soggettivo.

ognuno pud individuare e scegliere ir criterio di brevitd chegli sembreri piD opportuno, a seconda dell,umore. dell'effi_cienza mentale e della difficottb del compito.

QUANDO STUDIARE

Ja!,_olta 0 sufficiente cambigre materia di studio, per ripo_sarsi o per riattivare la concentiazione. Ma, in geneiai", c i'.n-portante saper inserire delle brevi pause di ripoio o degii stac-chi mentali.

5. Evitare i due estremi della sonnolenza e del-I'agitazione

. Si tenga conto che il periodo ottimale di studio deve tenersilontano dai seguenti due estremi: la sonnolenza da un tua, tutroppa attivazione dall'altro lato. La sonnolenza intorpidiscel'efficienza mentale. La troppa attivazione si trasformu in un-sia, in agitazione e, tarvolti, in panico. In tari condizioni, laprestazione d scadente o confusa. per studiare efficacemente,d necessario essere ben riposati, ma anche ben svegli,

"1ii"ima non iperattivi o agitati (vedi tavolan.44).

PAUS€ Eetn : Coltt/ ltur ra\__l E-_l

._a !-_a F_-l'

P4Us6; / u/v6//€ .. o/saar/a ul rA,

I

Tav. 43. Pause brevi e pause lunghe.

z / ?a.Lo o / Pe€sia 7tott6:

Mao<-

twl

eass o + i!#fff*gL, +) 4(.roTuv' 44. Periodo ottimare per studiare: rontano dar sonno e dail,agita-Zione.

6968

Page 36: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

6. Individuare la durata media della propria at-tenzione

E utile individuare la durata della propria attenzione.

Ci si pub chiedere:

"ln plenere, quanto dura la mia capacitd di concentrazio-ne? Per quanto tempo riest'o a conceilrarmi senzu sentirmidistrano o senza stancarmi?".

In generale, si ritiene che la durata di concentrazione mediadella persona adulta sia di 30-40 minuti. Dopo questo periodo,I'attenzione perde vigore ed b necessario inserire una brevepausa, o cambiare argomento di studio; ad esempio, d oppor-tuno studiare qualcosa di piD semplice o di gratificante.

Ma, anche in questo caso, si deve precisare che con l'alle-namento e con una forte motivazione si pud riuscire a rimane-re concentrati anche per alcune ore, senza bisogno di pause odi interruzioni.

6.1. Individuare il profilo ottimale di attenzione

E utile individuare il profilo della propria attenzione duran-te la giornata. Utilizzando lo schema della tavola n. 45, ci sipud chiedere:

"ln quale periodo della giornata Ia mia attenzione i piilefficiente ?".

Si analizzino le varie ore della giornata, dalla mattina allasera, e si dia ad esse, ora per ora, un punteggio del livello diefficienza(0 = assente, I = poco, 2 = abbastanza,3 = molto, 4= eccellente).

70

QUANDO STUDIARE

Tav. 45. Schema per valutare I'efficienza della propria attenzionedurante la giornata.

Verri visualizzato un grafico, che indicherd i momenti dimaggiore luciditi intellettiva.

7l

Valutazione del livello di attenzione

ORA 0 1 2 3 4

6

7

I

9

10

11

12

13

14

15

16

17

18

19

20

21

22

23

24

Page 37: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

)-E opportuno studiare tenendo conto dei risultati

indagine sulla propria capacitd di concentrazione.

Esempio del profilo di attenzione durante la giornata.

di questa

72

Valutazione del l ivello di attenzione

ORA 0 1 2 3 4

6 o7 o8 o9 a10 o11 o12 o13 a14 o15 o16 O

17 o18 o19 o20 o21 o22 o23 o24 o

QUANDO STUDIARE

Tale profilo, di cui si allega un esempio (vedi tavola n. 46),suggerisce che d meglio studiare le informazioni nuove neiperiodi in cui si d pit efficienti; mentre d meglio ripassare leinformazioni che sono state gii acquisite nei periodi in cui si dmeno lucidi. Il ripasso, infatti, richiede minore fatica rispettoall'apprendimento di nuove informazioni (vedi tavola n.47).

7. Individuare il proprio ritmo ideale del tempodi studio

Il ritmo ideale del tempo di studio deve comprendere leseguenti fasi: studiare, ripassare, rielaborare, riposare. E ne-cessario distribuire il proprio tempo di studio in queste variefasi (vedi tavola n. 48).

Una esemplificazione di questo suggerimento potrebbe es-sere la seguente:

"Dedicherb il 5a7o del mio tempo di studio ad apprenderequeste nuove informazioni. Dedicherd il I57o del mio tempo aripassare cid che ho gid appreso. Dedicherd il 30o/o a rielabo-

13

/

@^{TAD/A2€

\R,tptssVee

^p/passae.t

\ I,ereo rne/

Tav. 47. Studio e curva di attenzione.

Page 38: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

EB/P)SAee

mp/EtA&o,e&e€ HUtf*tfaltqq

Tav. 48. Esempio di distribuz.ione del tempo di studio.

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

rare le informazioni, facendo collegcunenti e associaz.ioni op'pure schemi e mappe. Dedicherb il 5Vo del mio tempo a ripo-sarmi o a rilossarmi."

8. Fare la spola tra studio concentrato e studio in-tervallato

Lo studio concentrato d lo studio fatto senza interruzioni opause. Lo studio intervallato d 1o studio scandito da pause diriposo, pii o meno lunghe.

L'apprendimento di compiti facili, brevi, familiari, stimo-lanti e significativi, d facilitato da uno studio concentrato, sen-za pause o interruzioni.

L'apprendimento di compiti difficili, lunghi, poco familia-ri, noiosi o poco significativi, richiede uno studio distribuitonel tempo, ciob intervallato da brevi pause di riposo.

74

QUANDO STUDIARE

In tal caso, le pause possono servire sia per riposarsi, maanche per automonitorarsi sul proprio modo di studiare ("Sro.vtudiando bene? Sto comprendendo?"). E necessario "fare Ia,spola" tra lo studio concentrato e lo studio intervallato, a se-c<rnda dell'argomento da studiare (vedi tavola n. 49): se b fa-cile o semplice, d meglio procedere con un tempo di studiocontinuo; se b difficile, d meglio procedere con un tempo distudio intervallato da pause. E utile ripetere che il concetto dipausa o di riposo b molto soggettivo e ognuno possiede pro-prie modalitd di riposarsi.

STUUO CO/ttt4/7P4 7o

'l uv. 49. Fare la spola tra studio concentctto e studio intervallato.

9. Suggerimenti per la gestione del proprio tem-po di studio

La gestione del tempo di studio d molto soggettiva. Essatlipende dai seguenti fattori (vedi tavola n. 50):

. la personalitd dello studente (un introverso riflettepii a lungo, un estroverso d piit rapido nell'afferra-re gli stimoli offerti) ed il suo stile cognitivo (impul-sivo o riflessivo, intuitivo o analitico, teorico o pra-tico, scientifico o artistico),

75

Page 39: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

/A7'Po//tQto n Esrpot/Epso

9X\(FI

P€Bsol/aLr7,t'sTUbepr€

CotlPtasriilAfte/aT€S7O

rTErooo*8/ruD//v/

ol sTAD/o;APBEB€QUt5t7/

Tav. 50. Fattori della gestione del tempo di studio.

Ia

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

. le sue abitudini di studio (metodo e strategie),

. i prerequisiti (adeguati o inadeguati) ed il corri-spondente ritmo di apprendimento (rapido o lento),

. la struttura della materia di studio (semplice o com-plessa).

Si considerino tali numerosi fattori, quando si procede nel-programmazione e gestione del proprio tempo di studio.

A tal fine, si tengano presenti le seguenti indicazioni.

76

QUANDO STUDIARE

9.1. Definire tempi, prioriti, obiettivi e criteri

Si definisca il numero di ore che si intendono dedicare quo-tidianamente allo studio:

"Posso dedicare circa 4 ore al giorno allo studio persona-le. In trna settimana sono 24 ore, che po.tso distribuire secon-tlo le seguenti necessitd.")

Si elabori una lista di cid che deve essere studiato:

"Devo studiare queste materie. In particolare devo studia-re questi 3 capitoli".

Si stabiliscano obiettivi specifici:

"Voglio studiare 20 pagine di storia ed elaborare uno sche-rrru grafico del capitolo".

Si definisca una scala di prioritd:

"Devo studiare di piil questa materia, perchd mi sento insi-(Lrro,"

Si definisca il criterio di prestazione che si vuole raggiun-gere:

"Voglio studiare questo argomento per ottenere un punteg-,qio elevato. Non voglio accontentarmi di un punteggio medio."

Si definiscano i propri tempi di studio:

Se riesco a studiare I0 pagine di storia in un'ora, per stu-diare questo capitolo di 45 pagine, mi serviranno piil di quat-lr0 ore."

Si distribuiscano le ore di studio tra le varie materie (vedi

77

Page 40: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

Tav. 51. Distribuire il tempo disponibile nello studio delle varie materie,secondo i propri criteri e prioritd.

tavola n.5l), tenendo conto delle proprie lacune o della com-plessitd delle materie da studiare:

"Distribuird le quatto ore di oggi in questo modo: dedi-cherd due ore a questa materia, perchd la mia preparazionein essa non D solida; dedicherd un'ora a quest'altra materia;dedicherd mezz'ora ad esercitarmi in quest'altra materia ededicherd l'ultima mezz'ora al ripasso rapido delle lezioni dio8gi."

9.2. Elaborare un piano orario giornaliero, settimanale emensile

Si predisponga per scritto un piano orario di studio giorna-liero, settimanale e mensile (vedi tavola n. 52), facendo unalista accurata di cid che deve essere studiato: quali materiestudiare e quanto tempo dedicare ad esse.

78

-?o7"lrArcHana

lo%/TAuapo

/ozfiiazsS€

QUANDO STUDIARE

Si controlli che il piano orario di studio sia realistico, perrron fare il passo pii lungo della gamba (ciod per non sovrasti-rrrare le proprie capaciti e per non sottostimare le difficoltdoggett ive), f lessibi le, per affrontare eventuali emergenze,cquilibrato, per studiare tutte le materie, adeguato, per tenercrlnto delle preconoscenze e risorse, operativo. per non sogna-

79

oRA ,Q /o D/ -fTuo/o/ytr/{/S//Frnli ,EA EAt+4 E4 etarrz ta Trrw&NC

ORA €to D/ sn)D/oJ€r7//7A /U4 /F

LUlt H*rz tlFp 4lo ueL rABllar

c'e1 ,Rto bt sTuo/oE/O'Q/VA/ /E,eo

/4-tg I P/PAsso l€"tcztt! ,eaTT///o -

/€-/6 vApF p/A$Aph

/6-/7 6SFR C/e/ /?IJ7€HAT/.A/7 - tg //AL/A/uolQ-zo tr?002/- 2? C€I/4

Zz- z3 B/PASSO lEWM

llrv. 52. Piarut orario piornaliero, settimanale, mensile

Page 41: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

d:;:i a:.4-.: -rr:-n r;t

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

re castelli in aria, elaborato personalmente, per rispettare ilproprio ritmo e il proprio stile di apprendimento.

Si prevedano oltre alle ore di studio, anche ore di svago edi riposo, per evitare che lo studio diventi un'ossessione.

Si evitino gli sforzi dell'ultima ora.

Si programmino in anticipo tempi e scadenze, per poterrazionalizzare bene i propri sforzi. E deleteria la sensazione didover affrontare un esame e sentire di non avere il tempo perprepararsi bene.

E meglio studiare un po' ogni giorno, che sottoporsi allemassacranti pressioni dell'ultima ora. Studiare ogni giomo b piirilassante e crea una pii stabile e ordinata abitudine di studio.

Sull'agenda si scrivano tutte le scadenze scolastiche e sirivedano frequentemente.

9.3. E preferibile studiare la mattina e ripassare la sera

Chiediamoci adesso:

"Si studia meglio la sera o la mattina? In quale delle dueparti della giornata, si ha una condizione psicofisica piil pro-pizia per lo studio?".

lnnanzitutto, bisogna tener conto delle abitudini e delle pre-ferenze personali. Al mattino presto, alcuni si sentono lucidi,altri si sentono intontiti. Alcuni preferiscono studiare nel si-lenzio della notte, altri si sentono incapaci di resistere al sonno.

Inoltre, ci sono vantaggi e svantaggi sia nello studio serale,che nello studio mattutino.

Lo studio serale presenta lo svantaggio della stanchezza edella fatica della giornata, ma offre il vantaggio del silenziodella notte che non interferisce con cid che si b appreso.

80

QUANDO STUDIARE

Inoltre, lo studio prima di andare a dormire ha il vantaggiotli l'issare i ricordi, perch6 di notte, durante il periodo del son-rro. il cervello produce una quantith maggiore di acido ribonu-clcico (RNA), che d in stretta relazione con la fissazione deitlrrti c'r nozioni, e ciod con la memoria.

l-o studio mattutino offre il vantaggio di una mente fresca eIucida, ma presenta lo svantaggio delle interferenze della gior-nrla che seguird, che interferiranno con le informazioni appre-sc il mattino.

Stabiliamo una distinzione. Distinsuiamo. nuovamente. trastudio e r ipasso.

Lo studio richiede molta concentrazione e luciditd mentale.ll ripasso, invece, pud essere fatto con un livello minore dicorrcentrazione, perch6 non si devono apprendere nuove in-lirrrnazioni, ma solo ripassare o richiamare alla mente cid chesi D appreso.

ln generale, si pud affermare che il mattino b migliore per stu-tliare e che la sera d migliore per ripassare (vedi tavola n. 53).

ll periodo prima di andare a letto d un ottimo momento perripassare velocemente cib che si d appreso durante la giornata.

Ittv. 53. Studiare la mattina e ripassare la sera

8l

*s@H O€.-__r,

l:-:ltTuD/Aee LA R/PAssA P €r|ArrltVa lA sEeA

Page 42: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

Anche un ripasso mentale, ad occhi chiusi, prima di addor-mentarsi rinforza I'apprendimento e la memorizzazione.

E saggio evitare i due estremi: levatacce mattutine e notta-tacce passate sui libri, con il sostegno di caffeina e nicotina.

9.4. Riposarsi per essere pienamente efficienti

Gli studenti domandano spesso:

Si pud imparare durante il tempo dedicato al sonno?

La risposta d no. Le ragioni sono le seguenti.

Per imparare d necessario possedere la piena efficienza dimolte abiliti cognitive, da usare in modo attivo e cid non bpossibile durante il sonno. Quindi non si pud imparare dor-mendo (vedi tavola n. 54).

Talvolta, b possibile ripassare durante il dormiveglia, manon durante il sonno.

Inoltre, b importante riposarsi per essere pienamente effi-cienti nell'apprendimento. Bisogna dormire bene perch6 ilsonno d importante per memorizzare bene.

QUANDO STUDIARE

I)urante i l sonno, infatt i , avviene la r icosti tuzione del-l'l<NA nelle cellule nervose: sappiamo che tale molecola drc s pon sabi le dell' effic ienza della memoria. La ricostituzionetli tirle molecola b come la ricarica delle"batterie della memo-titi', e viene "spesd", durante il giorno, per apprendere nuoveirrlirrmazioni. Se non si dorme bene, queste batterie della me-rrroria non vengono ricaricate e quindi la memoria sard dete-liorata. Quindi b importante dormire e riposare bene per ricor-r l lrrc bene.

Pertanto, il tentativo di ascoltare, mentre si dorme, in alcu-rrc lasi del sonno, una lezione registrata su nastro magnetico,rrl l'ine di apprenderla piD facilmente, d un tentativo insoddi-slrrcente. Infatti, durante il sonno, non si pub ascoltare attiva-illcute e selettivamente, non si possono sottolineare le parolet lriuve, non si possono prendere appunti, non si possono faretollcgamenti ed associazioni appropriate, non si possono ela-lronlre le informazioni in schemi e mappe. Tutte queste carat-tt'r'istiche essenziali di un efficace metodo di studio non pos-\()no essere attivate durante il sonno.

Al limite, si potrebbe verificare solo un limitato apprendi-nler)to r ipeti t ivo.

Irrfine, il disturbo prolungato del sonno pub provocare alte-rrzioni psicologiche. Quando il sonno b interrotto o disturbatori rrvverte una riduzione della propria efficienza mentale e una\r'nsazione psicologica di malessere, descritta come intonti-rrrcnto. o confusione.

ln breve, bisogna studiare di piD quando si d piD efficienti.l)('r' conoscere i periodi di maggiore efficienza e concentrazio-rrr' bisogna conoscere il proprio ritmo di attivitd-riposo, che vair\sccondato e guidato.

Ncl prossimo capitolo studieremo quali fattori incidonosrrl lu quantith di cid che deve essere studiato.

-1.-(ff/ryA) @w,p@"Qr--3[ q:Vt

Tav. 54. Non si pud imparare dormendo.

82 83

Page 43: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

6 Quanto studiare

Spesso gli studenti si chiedono:

"Quanto devo studiare? E sfficiente quanto studio? Odevo studiare di piit?".

Non esiste una risposta uguale per tutti, perchd la quantititli cib che si deve studiare dipende da molteplici fattori.

Elenchiamone alcuni:

. Ia padronanla dei prerequisiti,

. la forTa della motivazione,

. la struttura del testo (semplice o complesso, facile odfficile, concreto o astratto),

I'uso di adeguate strategie metodologiche,

Ia piena fficienza delle abilitd cognitive.

Analizziamoli brevemente.

a

a

85

Page 44: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

1. Fattori che incidono sulla quantiti da studiare

1.1. I prerequisiti

La riattivazione delle preconoscenze e dei prerequisiti ri-duce notevolmente la quantitd da studiare.

I prerequisiti sono tutte quelle conoscenze di base, necessa-rie per acquisire conoscenze ed abilith superiori (vedi tavolan. 55). Se uno studente possiede buoni prerequisiti, risparmie-rd naturalmente tempo e fatica. Con buoni prerequisiti, laquantitd da studiare appare minore, mentre con scarsi prere-quisiti, o "senza basi" come si dice comunemente, la quantitdda studiare appare immensa ed insormontabile.

Pe€co/vo{C€/U?6

tuI ] \ l '

Tav. 55. Preconoscenze e prerequisiti.

Con buoni prerequisiti siapprendimento (vedi tavola

lf OLTA PoO!

olfraLTA'0/APPCTlvot

HtaEQUer/scAP,sr guwt

Ittv. 56. Relazione inversa tra prerequisiti e dfficoltd di apprendimento.

QUANTO STUDIARE

Senza prerequisiti I' apprendimento d molto lentlL- faticosoc scoraggiante soprattutto all'inizio (vedi tavolan.57, figura asinistra), mentre con buoni prerequisiti I'apprendimento bnxrlto rapido, leggero ed entusiasmante fin dall'inizio (vedilrrvola n. 57, figura a destra)

1.2. La forza della motivazione

Se uno studente d fortemente motivato verso lo studio, stu-tlierh con impegno e ricaverd molte gratificazioni. Per tale ra-gione, il problema della quantitd dello studio, d avvertito di-

,lfFlflfr,r/8

I TdlPo

Ittv. 57. Prerequisiti e nuovi apprendimenti.

87

Page 45: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO S'I'UDIO: IL METODO

versamente da uno studente motivato rispetto ad uno studentedemotivato.

Per uno studente motivato un vasto territorio di studio di-venta un'avventura esaltante, mentre per uno studente demoti-vato un piccolo compito diventa un'impresa impossibile.

La motivazione db significato e valore a cid che si studia.Una materia ritenuta stimolante si apprende rapidamente e conpoca fatica, mentre una materia ritenuta noiosa si studia lenta-mente e con molta fatica.

1.3. La struttura del testo

Un testo pud essere semplice o complesso, facile o diffici-le, concreto o astratto. La sua struttura incide sul quanto stu-diare. Ad esempio, la complessith del testo allunga i tempi distudio e dilata la quantitd di cid che si deve studiare. Un testocomplesso, difficile ed astratto richiede pid tempo rispetto adun testo semplice, facile e concreto.

E necessario, percid predisporre un tempi differenti di fron-te a testi differenti. Non si pud leggere un testo di diritto comeuna favola.

1.4. La padronanza di strategie metodologiche

La padronanza di strategie metodologiche facilita la riela-borazione delle informazioni, con la quale molte informazionipossono essere sintetizzate in pochi schemi e mappe. Adesempio, chi sa sottolineare riesce ad individuare un piccologruppo di parole o fiasi chiave che compendiano un lungo te-sto. Chi sa prendere appunti riesce a riassumere un grosso li-bro in poche pagine dense di concetti essenziali. Chi sa me-morizzare con efficacia riesce a riattivare rapidamente le pre-

QUANTO STUDIARE

eonoscenze e i prerequisiti, indispensabili per gli apprendi-rrrenti futuri.

1.5. L'efficienza delle abilih cognitive

Quando si studia con la piena effrcienza delle varie abilitlcognitive (apprendimento, comprensione, rielaborazione, me-nroria, transfer), d possibile incamerare ed assimilare unagrandissima quantith di informazioni.

Quando, invece, si studia in modo sbagliato o senza attiva-lc la piena efficienza delle abiliti cognitive, tutto diventa fati-cosio e frustrante. Una piccola difficolth diventa un problemainsolubile.

2. Suggerimenti per ridurre la quantite di cib chesi deve studiare

Pertanto, per ridurre la quantith di cid che si deve studiareo per apprendere una sempre maggiore quantitd di informa-zioni, b necessario tener conto di alcuni suggerimenti.

Tra gli altri citiamo i seguenti:

. valorizzare cid che si deve studiare,

. elaborare schemi e mappe cognitive,

. suddividere i contenuti complessi in piccoli passi,

. tradurre i concetti astratti in immagini concrete.

2.1. Valorizzare cib che si deve studiare

Si apprende facilmente cid che d significativo.

8988

Page 46: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

JUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

La quantitd di cid che deve essere studiato appare sconfina-ta e insopportabile quando si d dernotivati, mentre b percepitadefinita e stimolante quando si b motivati.

Ogni studente pud valonzzare e rendere significativi i con-tenuti dell'apprendimento. Per ottenere questo scopo, egli pubricorrere alla tecnica dell'automonitoraggio:

"Quanta importanza ha lo studio di questa materia per lamia vita? Come mi potrd servire in seguito? Come posso stu-diarla concretamente, per riuscire a radicarla nella mia espe-rienza? Come posso individuare in essa altri aspetti positivi,per poterla studiare con pii interesse?".

Se uno studente non riesce avalorizzare quello che studia,avvertirh sicuramente molta fatica e difficolth, e, soprattutto,si sentirb schiacciato ed oppresso dalla quantitlL di cid chedeve studiare.

2.2. Elaborare schemi e mappe cognitive

Uno schema d una riduzione logica delle informazioni es-senziali. Si possono apprendere e ricordare molte informazio-nr se esse vengono raggruppate in schemi verbali e figurativi.

Per elaborare schemi grafici ben ramificati, o sintesi con-cettuali, si pud usare l'automonitoraggio nel modo seguente:

"Qual i la definizione piil sintetica di questo concetto?Quali sono le caratteri,etiche piil essenziali? Quati sono i prin-cipi su cui si basa questa teoriaT Qual i Ia struttura concet-tuale di questa argomentazione? Qual d il principio, o legge,che pub spiegare coerentemente questa miriade difatti? Comeposso raggruppare tutti questi concetti in uno schema grqficochiaro, coerente ed esaustivo? Quale immagine pud aiutarmia memorizzare questo gruppo schematico di informazioni?".

QUANTO STUDIARE

2.1. Suddividere i contenuti complessi in piccoli passi

Ogni grande quantitd pub essere suddivisa in piccole parti.(Juando un argomento di studio d molto vasto, pud essere fra-zionato in parti. Quando un argomento d complesso si pudsrrrontare nelle sue parti piD semplici, secondo il suggerimentotlci latini Divide et impera: Dividi e dominerai.

Se si suddividono gli argomenti complessi in sequenze o

lrcrcorsi brevi e semplici, si evita l'errore di"fare il passo piitItrngo della propria gamba".-

Un apprendimento a piccoli passi (o apprendimento par-.'irr1e, ciod suddiviso in parti) b piD efficace di un apprendi-rrrcnto a grandi passi (o globale), specialmente se si d di fronterrtl un argomento difficile o ad una nuova disciplina (vedi ta-vola n. 58).

Se, invece, si d esperti in una materia, si pud procedere ra-pidamente verso apprendimenti molto pii vasti, articolati eeornplessi. Ma, di fronte ad argomenti nuovi, si deve procede-rc molto gradualmente, a piccoli passi.

lVlt€RAP.oA PtccoclPAsst

LVPRA2/oA 4P41.'D/Pasu

'I'uv. 58. Apprendimento a piccoli passi e a grandi passi.

9l90

Page 47: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

In altri termini, uno studente pub procedere speditamente,se possiede i prerequisiti, le preconoscenze, o le abilitd di basenecessarie per affrontare un livello superiore di apprendimen-to. Attraverso la tecnica dell'automonitoraggio, si pud stabili-re quando d bene procedere passo per passo, e quando proce-dere pii speditamente.

2.4. Tradurre i concetti astratti in immagini concrete

Una immagine vale mille parole.

Adottando il metodo delle immagini per tradurre concettiastratti d possibile ridurre notevolmente la quantitd di cid chedeve essere appreso.

Una immagine, a differenza delle parole, viene percepitaimmediatamente e globalmente, con un colpo d'occhio; men-tre le parole, in quanto eccellenti strumenti analitici, sono per-cepite in sequenza l'una dopo l'altra; inoltre, solo dopo averlelette tutte, d possibile comprendere il significato dell'insiemedel paragrafo.

E utile, percib rendere concreto cid che si deve studiare,traducendo, per quanto d possibile e in base ai propri bisognidi concretezza, i concetti astratti in concetti concreti. Un con-cetto concreto facilita la comprensione e la memorizzazione.

Ad esempio, il concetto astratto di giu-stizia b stato tradotto,in epoca medievale, nell'immagine concreta, o allegoria (veditavola n. 59) di una donna bendata (per esprimere il concettodi imparzialitd) con una bilancia nella mano sinistra (per indi-care il concetto della valutazione dei pro e dei contro) e con laspada nella mano destra (per indicare il concetto di dirimeredelle questioni, sciogliere dei nodi, prendere delle decisioni,punire le ingiustizie).

92 93

ASTPATTOu€BBA(S

-)4-

lA qusneue'

4---Z,-3-

QUANTO STUDIARE

Itn. 59. Esempio di traduzione del concetto astratto di g,iustizia in unat | | | | t t tt e I ne concretu.

l'}er sviluppare tale abilitd di traduzione dei concetti astrattirrr irnmagini concrete, si pub usare I 'automonitoraggio nelrrrodo seguente:

"ln quale modo posso tradurre questo concetto astratto inrttttt ltit\ semplice e comprensibile, o in una immagine concre'ttt.' Quale situazione reale d condensata in questo concetto(t\tt'utto? L'autore di questa teoria cosa stava osservandot (ut(retamente quando ha formulato questa ipotesi? Per tro-t'(tt'( sputl.ti e suggerimenti concreti, posso ricorrere alle im-rtttt,qini della mitologia classica, alle varie per;onificazioni deirt:i e delle virtil, delle scienze e delle arti. Posso ricorrere ai:ittrboli religiosi, politici e ideologici o ai manifesti pubblici-I r t t ' i " .

In conclusione, la risposta alla domanda "Quanto studia-ri'.'" deve considerare i vari fattori dello studio: il metodo, larrrotivazione, le abilitd cognitive, le strategie e la qualitd dellos t r rc l io.

ll prossimo capitolo sard dedicato a fornire maggiori detta-r'li su come programmare il proprio studio.

Page 48: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

7 Come studiare e come programmareil proprio studio

[-a padronanza di un efficace metodo di studio permette dilirrc il doppio in meti tempo e con minore fatica.

Afferma un proverbio; "Chi ben incomincia ? a metd del-I ' t t l t?rU".

Itt questo capitolo desidero fornire alcuni suggerimenti per\tudiore fficacemente e mi soffirmerd in particolare sulle\('(lttenze operative essenziali della programmazione del me-Iotlo di studio.

l. Suggerimenti per studiare efficacemente

Alcuni suggerimenti per studiare efficacemente sono i se-r: rtcnti .

l. l. Riattivare le preconoscenze prima di studiare

Si cominci a studiare riattivando tutte le preconoscenze chelnr si possiedono sull'argomento che si dovrd studiare (vedirrrvrrla n. 60). Cib costituisce una forma di riscaldqmento o dil ,rclut l io al lo studio, offre una grati f icazione immediata

95

Page 49: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

W2,QTav. 60. Riattivare le preconoscenze e gli agganci prima di studiare.

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

("Questo lo so gid"), stimola la concentrazione e facilita I'ag-sancio delle nuove informazioni.

1.2. Individuare il proprio ritmo di apprendimento

Il ritmo di apprendimento d il risultato dalla padronanza deiprerequisiti, dell'efficienza del proprio metodo di studio e del-la forza della motivazione.

E necessario conoscere accuratamente il proprio ritmo diapprendimento, per evitare di sovrastimare o sottostimare ipropri impegni di studio.

Il.proprio ritmo di apprendimento varia da materia a mate-ria. E piD rapido nelle materie che piacciono ed d piD lentonelle materie che non piacciono.

La conoscenza del proprio ritmo di apprendimento miglio-ra la capacitd di gestione del proprio tempo di studio: "Perstudiare una pagina di questo libro di storia ci metto 8 minuti.Quindi per studiare questo capitolo, ci metterd un'ora e venti.Devo prevedere poi il tempo per schematizzare i punti essen-ziali e per ripassarli subito dopo".

96

sTtre ot /*'^,'/aroJr

oooot

APPPEPb/lt€Pro \ ro*,rrro ffi

4LoBaG W

COME STUDIARE E COME PROGRAMMARE IL PROPRIO STUDIO

1.3. Consapevolezza del proprio stile cognitivo

La consapevolezza del proprio stile di apprendimento sug-rlerisce strategie efficaci e soprattutto congeniali.

Attraverso la tecnica dell'automonitoraggio, ci si pud chie-t lcre:

"Quul d il mio stile di apprendimento? Sono attratto dairtattagli o dalla visione di insieme? Dai pctrticolari o dallegrttndi teorie? Sono impulsivo o riflessivo? Logico ofantasio-to? Sono sistematico o disordinato? Sono analitico o intuitivtttrcdi tavola n.6l). Come posso ritrscire ad integrare nel miotttt'totlo di studio sia kt capucitit di anulisi che quelkt di sinte-ti.' Mi rendo conto che l'analisi senz.a la sintesi i caotica elrttmmentaria e che la sintesi senza l'analisi d generica e.su-ttt 4'icictle."

l.-1. Variare il menir dei contenuti da studiare

Si impari a variare il menD di cid che si deve studiare, alter-rurndo materie difficili con materie pii facili.

E meglio studiare dapprima le materie difficili e poi quellerrr i r faci l i .

I rt . 61. Stile di apprendimento: unulitico e intuitivLt.

91

Page 50: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA AI-LO STUDIO: IL METODO

In tal modo, lo studio della materia piD facile diventa una

gratificazione e un premio, dopo essersi impegnati in qualche

iompito difficile. Talvolta, siudiare una materia piD facile

dopo una piD difficile pub essere avvertito come riposo o

come un piacevole stacco.

1.5. Individuare i primi segni di stanchezza o di distrazione

Si impari ad individuare tempestivamente i segni della

stanchez)a e della distrazione, per scegliere se inserire una

pausa, o se d preferibile sforzarsi un po' di piD'

Un rimedio contro la distrazione d il lavoro rapido a tempo

delimitato:

"Ho a disposizione solo mezz'ora' In questo tempo devo

riuscire a teiminare questo lavoro. Devo leggere una pagina

ogni 3 o 5 minuti. Al lavoro! Ci sto riuscendo!" '

E meglio studiare le materie difficili nel proprio '.'tempo

migliore;, quando ci si sente piD lucidi e piD efficienti'

hCQUtStTlotve

4PE4pF

42r4&t(r'e€

re*toP.yalt

Tav. 62. Schema delle varie fasi dello studio'

COME STUDIARE E COME PROGRAMMARE IL PROPRIO STUDIO

1.6. Studiare tenendo conto di tutte le fasi dello studio

si distribuisca il proprio tempo di studio, tenendo conto di

rrrrtc le seguenti fasi dello studio: apprendimento, rielabora-

zirrne, memorizzazione, recupero e transfer (applicazione di

t'iir che si b appreso) (vedi tavole n. 37 e n' 62).

In generale, gli studenti pensano che studiare significhi solo

i'rcam-erare nuou" informazioni e trascurano le altre fasi dello

stuclio: la rielaborazione, la memorizzazione, il recupero ed il

l r irnsf 'er.

E utile insistere sull'indicazione di ripassare immediata-

nrcnte le informazioni appena apprese, per rinfbrzarle nella

rrrcrnoria con il metodo del superapprendimento'

1.7. Il metodo del superapprendimento, u'

If metodo del superapprendimento suggerisce di.continua-

t.(, 4 ripassare immediatamente le informazioni che sono state gih

,,1rp..r", per rinsaldafle nella memoria e per rielaborarle. Si tratta

,li 'ripeterie,

ad esempio, al lZOVo, al 1507o o al2ffi7o: ripeterle

Irrrche se sono state appreie perfettamente (vedi tavola n. 63).

p/P€r€2€4L /2o2o4 g /SO2o4L 2@7o

I r r r'. 6.J. II superapprendimento.

oo

98 99

Page 51: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

ltoLro peo

bco lloLTo

oBt/o

JAPR-PPe€po/llalroA

Tav. 64. Il superapprendimento come antidoto contro l'oblio.

Talvolta, tale suggerimento viene trascurato, perch6 d rite-nuto ripetitivo e meccanico. Tuttavia, d possibile utllizzare 1lmetodo del superapprendimento iy modo creativo, rielaboran-do attivamente i contenuti appresi, ad esempio, classificandoliin categorie concettuali sempre pii vaste o sempre pid detta-gliate, oppure collegandoli con_ tutto Eid che gid q-i conoscesul I' argomento, creando, i n tal modo,i re{/.{1 c_o'.119-q c9n?e.

Il superapprendimento d un antidoto contro I'oblio e la di-menticanza (vedi tavola n. 64).

Il superapprendimento,_facilita la rievocazioqe; chi conti-nua a ripassare le informazioni gid apprese, migiiora la presta-zione, perch6 gli d pin facile rievocare rapidamente cid che hamemorizzato.

Il superapprendimento, o ripasso immediato, d piacevole egratificante: perch6 si pud constatare immediatamente un suc-cesso ("Sono riuscito ad imparare questo. Sono stato bravo!Adesso sono contento di saperlo!"). Si avverte, in altri termi-

100

COME STUDIARE E COME PROGRAMMARE IL PROPRIO STUDIO

n i, un senso di padronan za e di autoefficacia bhe eleva il livel-Io di autostima e rafforza la motivazione verso lo studio.

Per tali ragioni, b utile fare spesso e sistematicamente ri-lxrssi mentali veloci, specialmente la sera prima di addormen-tursi e la mattina appena svegli. Il ripasio veloce pud esserelltto agevolmente se si possiede la capacitd di sottolinearecl'l'icacemente, di prendere appunti essenziali e di elaborareschemi e mappe.

Si utilizzino i ritagli di tempo (ad esempio, aspettando I'au-tobus) per ripassare e memoizzare cid che si d gii appreso.

A questo punto pud sorgere la seguente domanda:

"Nel superapprendimento, cioi nel continuare a ripassaret'iit che si i appreso, si pud verificare un punto di saturazione?".

Si. La saturazione emerge non perch6 si ripete, ma perch6si ripete in modo meccanico e monotono. La mente si annoia(lirundo mancano nuove stimolazioni. Per questo d necessarioril)ctere in modo creativo. Ad esempio, se sto memorizzandorrrra cassetta di conversazione inglese e la sto ascoltando per latqrrarantunesima volta, per rimanere attivo e creativo possor I rrrmi le seguenti autoistruzio ag: (" Que-; lg .v.oJn"Lo ascalte rdItttvndo attenlione ai verbi, la prossima volta fard attenzionett,\li aggettivi, la successiva alle frasi di collegamento. E cosi,li .seguito")tQgni volta che ascolterb la stessa cassetta di con-rcrsazione,.adotterb uno scopo differente, sempre piD specifi-t o cd originale, per tener sveglia I'attenzione.

l.tl. Studiare attivamente utilizzando i vari canali senso-riali.

l'cr studiare efficacemente bisogna essere attivi. E facile,lrstrarsi quando si d solo ricettivi e passivi, verso I'insegnante, \'e l'So il libro di testo. Se si ascolta passivamente I'attenzio-

l0 l

Page 52: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

CUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

ne diminuisce. Se si ascolta attivamente, ad esempio, ripeten-do mentalmente varie volte, quasi "urlando" mentalmente leparole chiave dell 'esposizione dell ' insegnante, l 'attenzionerimane viva e la concentrazione continua ad esser focahzzata:si impara facilitd ed entusiasmo e si ricorda con fedeltd e sicu-rezza.

Per studiare attivamente d necessario utilizzare i vari canalisensoriali: visivi, uditivi, motori.

Per raggiungere tale risultato si cerchi di combinare le pa-role astratte con immagini concrete, il canale verbale con quel-lo visivo e quello motorio. Ad esempio, studiando come lin-gua straniera I'inglese, non d sufficiente ascoltare (canale udi-tivo) una conversazione inglese, d necessario anche visualiz-zarnela situazione o contesto in cui avviene (canale visivo) edriprodurla con le proprie corde vocali (canale motorio).

1.9. Studiare con i sussidi didattici

Oltre ai libri e alle enciclopedie, tra i sussidi di studio dnecessario citare il computer, il videoregistratore e i corsi diistruzione programmata.

Analizziamo I i brevemente.

1.9.1. Il computer come strumento di studio

Il computer b un ottimo strumento di studio: esso aiuta ascrivere, a.disegnare, a risolvere problemi, ad archiviare, astampare. E un ottimo strumento per fare ricerche. Esistonoprogrammi per produrre testi, con correzione ortografica auto-matica, con suggerimenti sintattici e stilistici. Con lo scannersi possono memorizzare schemi ed immagini. Il computer pudcontenere una intera enciclopedia non solo verbale, visiva. ma

COME STUDIARE E COME PROGRAMMARE IL PROPRIO STUDIO

,rnche sonora. Esistono numerosi programmi di "istruzionerrrlcrattiva" per quasi tutte le materie, con esercitazioni e testtli profitto. In tale contesto, il computer B uno strumento diilutoapprendimento.

I- uno strumento veramente eccezionale. Ma. nonostante irrurnerosi pregi, crea alcune illusioni.

Ad esempio, crea I'illusione di saper tutto solo perch6 si dnrcnrorizzato tutto nel computer, affidando alla memoria del('()r)rputer quello che non si d memorizzato colla propria men-tc. Inoltre, crea I'illusione di poter produrre tutto piD in fretta.ll computer, infatti, d velocissimo, mentre il pensiero spessolur bisogno di tempo, di molto tempo, per riflettere, ponderarer' tlccidere. Cib crea una scissione tra la velocitd del computere la lentezza di certe riflessioni. Il tempo del computer d di-vcrs<l dal tempo del pensiero: spesso ci vogliono anni per pro-,lru're una buona idea originale. Col computer si possono scri-r cle testi rapidamente, ma un testo scritto rapidamente non b\cnrpre un buon testo. Talvolta testi bellissimi sono usciti len-tiunente dalla penna pensosa di un autore.

Nonostante tali limitazioni, il computer d ottimo per con-\c rv are testi, archiviarli, correggerli, modifi carli.

1.9.2. Il videoregistratore come strumento di studio

ll videoregistratore permette di registrare e di rivedere fil-rns. documentari e dibattiti sui temi che interessano. E quindirrrr prezioso strumento di studio.

Oltre ad una bibliografia, b opportuno raccogliere e catalo-liu'c una filmografia. Oltre alle biblioteche, sono utili le fil-r r ro leche.

I film sono "i libri visivi" del mondo contemporaneo. Molti

r02 103

Page 53: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

di essi sono visti contemporaneamente in Italia, Usa, Giappo-ne e in molti altri paesi e rappresentano le tematiche culturalied esistenziali del mondo contemporaneo.

I documentari scientifici, artistici, antropologici, sono digrande valore didattico. Ci permettono di avvicinarci a realtdrare e difficilmente accessibili ad un singolo studioso, come,ad esempio, sondare con le fibre ottiche I'interno del corpoumano o vivere per anni presso una tribD primitiva. Spessotali documentari riproducono, tramite schemi e animazionegrafica, realtd invisibili o ipotetiche, come ad esempio, lastruttura della cellula, I'origine dell'universo, la composizionedelle galassie, ecc.

Vi sono, inoltre, numerosi corsi audiovisivi per apprenderevarie materie; i pii diffusi sono quelli per apprendere le lin-gue straniere. Essi propongono situazioni "reali" e stimolanoI'interazione con I'ascoltatore.

Le proposte audiovisive sono numerose: d indispensabilescegliere quelle pit congeniali e quelle pii indispensabili, perevitare il rischio di farsi affascinare da allettanti ed illusoriepromesse di apprendimento immediato, facile e senza sforzo.

1.9.3. L'istruzione programmata

L'istruzione programmata offre proposte didattiche tramitecomputer con lo scopo di facilitare I'autoapprendimento. Disolito sono composte da sequenza graduale di spiegazioni diregole e da alcune esercitazioni pratiche per verificarne l'ap-prendimento. Il computer segnala immediatamente il successoo I'insuccesso. Tale feedback immediato d forse la parte piDimportante dell'istruzione programmata: essa facilita I'appren-dimento corretto e riduce notevolmente la probabilitd di erro-re. Finora vi sono numerosi programmi didattici di "istruzioneprogrammata" nel campo delle materie tecniche.

COME STUDIARE E COME PROGRAMMARE IL PROPRIO STUDIO

l. l0. Tenere un diario del proprio metodo di studio

E utile arricchire o affinare il proprio metodo di studio conlir tecnica dell'automonitoraggio ("Oggi ho,adottato questorrtt'todo ed ho ottenuto migliori risultati!"). E stato suggeritoprccedentemente che d utile tenere un diario sull'andamentotlcllo studio: in esso si potranno annotare progressi, lqg'e,rli l 'ficoltd, nuove strategie.

l . l l . Premiarsi

E importante premiarsi quando si compie un passo avanti or;uando si raggiunge uno scopo. Il premiarsi d un modo perrinforzare il proprio livello di autostima e per sostenere con-cretamente la propria motivazione.

Soffermiamoci adesso sulla programmazione dello studio.

2. La programmazione dello studio

La programmazione dello studio riguarda I'identificazionetlci prerequisiti, la scelta degli obiettivi e la verifica dei risul-t l t i (vedi tavola n. 65):

l. Quali sono i prerequisiti che devo possedere per compren-dere questo argomento, questo capitolo?

). Quali sono gli obiettivi che intendo raggiungere allafine diquesta giornata o settimana di studio?

i. Quali sono i criteri di verifica, qttraverso i quali posso va-lutare il raggiungimento degli obiettivi proposti?

I

104 105

Page 54: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

8,-&a"t

dl-s-----)Y oJl

PQEPa4ursrrt

PPO1BI,zalaotvf

uAlu TA ?/o//€

GUIDA ALLO STTIDIO: IL METODO

Tav. 65. La programmazione dello studio.

2.1. Analisi dei prerequisiti

L'analisi accurata dei prerequisiti permette di evitare il ri-schio di studiare male.

come la costruzione di una casa comincia dalle fondamen-ta, cosi lo studio deve poggiare sulle conoscenze di base o

prerequisiti. come non si pud costruire una casa cominciandotlal tetto, cosi non si pub trascurare la padronanza dei prere-tluisiti nello studio di una materia.

L'analisi iniziale della propria preparazione scolastica pudcssere fatta rispondendo alle seguenti domande di automoni-toraggio:

"Qual d il livello della mia preparaqione scolastica? eualitrtno le materie o gli argomenti in cui mi sento incerto? Ci.tttno lacune ampie o vistose nella mia preparalione di base?Quuli sono le materie che preferisco'studiare e quelle cheltrc.ferirei non studiare? Quali sono i motivi di tale dffirenzatti motivazione? Quali sono Ie dfficoltd che incontro piilfre-(lrtentemente nello studio? Riguardano la comprensione? Illassic'o? Il ragionamento? kt capacitd di ricordare cid che hoiludiato? Qual i il ritmo di apprendimento? E lento? E ade-g,uuto? Qual d il livello delle mie capacitd espressive orali e.\( 'r i t te?".

Tutte le volte che ci si predispone a studiare, b necessarioirrdagare sui prerequisiti, o preconoscenze, e definire prelimi-rrarmente cid che si sa gii e cid che si vuole imparare. Doporrver concluso tale indagine, si d molto piD consapevoli deilelrroprie risorse e delle proprie lacune e si possono, percid, farescelte migliori.

Di fronte ad una difficolti occorre chiedersi:

"Perch€ sto incontrando questa dfficoltd? Da cosa dipen-,fu / Quali prerequistti sono richiesti per apprendere bene(lucsto gruppo di informnzioni? Cosa devo gid sapere per pro-( (dere nell'apprendimento di questo argomento?".

Ad esempio, se trovo difficile, in storia, capire il concettotlr " r'apitalismo", posso chiedermi:

COME STUDIARE E COME PROGRAMMARE IL PROPRIO STUDIO

106 t07

Page 55: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

"Quali sono i prerequisiti per comprendere questo concet-to? Conosco il significato di "capitale", di "investimento", di"proprietii privata dei mezzi di produzione", di "profitto", di" rivo luzione indust riale" ?".

E piD facile studiare, quando si riesce a scompoffe una abi-lith complessa in abilitd piD semplici o un concetto piD astrattoin concett i pi i concreti .

2.2. La scomposizione del compito o task-analysis

Un ottimo strumento per I'analisi dei prerequisiti d la"taskanalysis", che significa "scomposizione del compito" .

Essa consiste nella scomposizione analitica e sequenzialedelle abilith necessarie per svolgere un compito, disponendolegerarchicamente su una scala, dal gradino piD semplice a quel-lo piil complesso.

Nella tavola n. 66 si mostra un esempio di suddivisione deigradini delle abiliti del percorso A nei gradini piD semplicidelle sottoabilitd del percorso B e del percorso C.

Di fronte ad una abilitd molto complessa o molto difficile dopportuno procedere alla sua scomposizione in parti piir sem-plici. Con questo metodo della scomposizione delle abilith, cibche ts difficile pud diventare piD facile.

Nella programmazione del proprio studio, b indispensabileorganizzare il materiale di studio in modo che esso sia gradua-le e suddiviso in piccoli o grandi "bocconi", a seconda dellacapienza o capacith di apprendimento di un particolare stu-dente.

Passiamo ad analizzare le caratteristiche desli obiettivi distudio.

JconPos/ ?/o/v€ D€lG 4&ft(a'Agtt tTA' : At , AZ,A3.. .SOTT)Aet Lt rA\ : gt, & 2, I 3-81., 8s. '5o77o A B /u ra' : c{,c e, c s. c-4rc tc6,c7, ca-

COME STUDIARE E COME PROCRAMMARE IL PROPRIO STUDIO

Lrr. 66. Scomposizione delle abilitd complesse nelle sottoabilitd piil. , , t t t l t l ic i .

Gli obiettivi

non sa dove andare, non fa, di solito, molta strada. Chidefinire i propri obiettivi, non sa agire.

('hi non sa definire i propri obiettivi di studio, studierd rnrrrotkr confuso e disordinato. La rapidith e I'efficacia dello studio,lrrrcrrdono anche dalla chiarezza e concretezza deeli obiettivi.

108 109

Page 56: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

D/sftuaope

/'*'*gw/

\ o,rerrrur\{WTav. 67. Distinzione tra desideri ed obiettivi.

Ma d necessario distinguere tra desideri ed obiettivi (veditavola n.67).

Spesso gli studenti poco consapevoli delle caratteristichedel metodo di studio confondono i desideri con gli obiettivi.Un desiderio non d un obiettivo. Un _de-si{ejodivqnta unobiettivo quando, da un lato, si precisano i grad,ini da percor-rere per raggiungere uno scopo, e, dall'altro, quando si !gg_bj_lita la propria qnqrgla per conseguirlo.

- U1 esempio di desiderio d il seguente: ,,Voglio imparare

I'inglese!" .

Un esempio di obiettivo d il seguente: ,,per questa seradevo aver memorizzato questi 30 nuovi vocaboli cli inglese,,.

2-3-1. obiettivi generah" a medio termine e obiettivi speciftti

Gli obiettivi di studio possono essere generali o finali, amedio termine e specifici (vedi tavola n. 68). Gli obiettivi,disposti in modo sequenziale e gerarchico, devono esseremolto chiari, realizzabili e verificabili.

COME STUDIARE E COME PROGRAMMARE IL PROPRIO STUDIO

I ttv. 68. Di,rporce gli obiettivi in ntodo sequenziale e Berarchico.

Per definire un obiettivo di studio d utile porsi la seguentetkrrnanda:

"Quale prestazione effettiva, o performance, dovrd essere('(tpace di mostrare, dopo che ho studiato questo argomento?l)avo decidere che cosa devo essere capace difare, dopo avertt ttd iato questo capitolo ?".

In altri termini, d opportuno trasformare gli obiettivi di stu-tlio in termini di prestazioni effettive, di capaciti e di abilitdtrti.surabili (per quanto d possibile).

Ad esempio, obiettivi del tipo "studiare da pagina 123 al,tt,qina I34", "comprendere il significato centrale di questalxtesia","riflettere sulle cause della seconda guerra mondia-/r"'. Soho indubbiamente degli obiettivi, ma non sono obiettivirrrolto precisi, verificabili e misurabili. Se uno studente si chie-tfcsse: "Come faccio a sapere se ho studiato bene da pag. t23rt l)ug. 134?", potrebbe rispondere con precisione nel modorcguente: "lo posso accertare di aver studiato bene, se riesco(t fure un riassunto di queste pagine". Un tale obiettivo pud('ssere reso ancora pii preciso, se viene formulato nel modo:e guente: "lo posso verificare di aver studiato bene, se riesco(t ripetere il riassunto di queste pagine, senzafermnrmi, con pro-Itt'ietd di linguaggio e con qualche elaborazione personale".

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

111110

Page 57: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

In altri termini, ogni obiettivo pud essere reso sempre piDspecifico.

Un esempio di obiettivo molto preciso pud essere il seguen-te; "lo posso accertare l'fficacia della mia preparazione suquesto capitolo di storia, se riesco a scrivere la definizioneesatta di almeno 22 di queste 25 parole chiave estratte dalcapitolo".

2.3.2. Predisporre una gerarchia degli obiettivi

Dopo aver individuato e descritto con molta precisione ipropri obiettivi di studio, d bene ordinarli in una successionegerarchica, dal piD semplice al pit complesso. E molto impor-tante che ogni studente faccia una lista dei propri obiettivi distudio.

Nel compilare tale lista si pud utilizzare come criterio discelta anche le aspettative dell'insegnante ("Su quali concettil'insegnante ha insistito maggiormente? Di solito, cosa do-manda quando interroga gli altri? Cosa ritiene essenzialedella sua materia? Quali domande potrebbe farmi in unaeventuale intenogazione?"). Tale lista di obiettivi faciliterdsia lo studio che la valutazione dei risultati conseguiti.

Quali vantaggi derivano dalla precisione degli obiettivi distudio?

Innanzitutto, si sa cosa si deve fare. Quindi, d pii facile indi-viduare strategie piD specifiche ed efficaci. Inoltre, si ha unaprecisa e immediata autovalutazione (auto-feedback) dei pro-pri progressi o risultati. Cid riduce notevolmente I'ansia ed au-menta il grado di fiducia in se stessi e nelle proprie possibilitd.

Se uno studente riesce a raggiungere il grado di padronan-za prestabilito, il suo livello di autostima aumenta. Se, invece,

COME STUDIARE E COME PROGRAMMARE IL PROPRIO STUDIO

rron riesce a raggiungere il grado di prestazione desiderato, hal)ur sempre una immediata possibilitb di autocorrezione, chepur) stimolare un maggiore impegno e condurre al successo.

2..1.3. Le carstteristiche degli obiettivi di studio

Gli obiettivi di studio devono possedere le seguenti caratte-rist iche (vedi tavola n. 69).

l,t. 69. Cctratteristiche degli obiettivi di studio

C4BAT7trP/ST/Ctr€ 0€6/ /08/€rr/u/

I l .

Ctr/A,er [email protected]/ \

coLae€r/ Hr@ llr_,PDEuHrrarT /trn

lt-\/boaet e cD__. tsPtRT//uFtuT/

E"-- @rhrsuPaBz,

El SL--- /.J€Au€/v?/a::tl

6 ilrQA€qturuq/Btz r

U€B/F/ CA BI Z I

"-@dA

t t2 l l3

Page 58: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

Essi devono essere:

. chiari.

. concreti,

. delimitati.

. idonei e pertinenti,

. misurabili,

. raggiungibili,

. sequenziali,

. verificabili.

E molto difficile, specialmente all'inizio, riuscire a definirei propri obiettivi di studio secondo tale lista di criteri. Tutta-via, d indispensabile allenarsi per acquisire una tale preziosaabitudine.

Se si riescono a definire in modo operativo i propri obietti-vi di studio, d pii facile scegliere contenuti di studio pii ade-guati e pit funzionali, oppure renderli tali.

I contenuti di studio presentano livelli differenti di difficol-A. Ad esempio, un testo descrittivo o narrativo b pii facile diun testo argomentativo di critica storica o letteraria. Pertanto,d necessario affrontare ogni contenuto con strumenti adatti epertinenti. Ad esempio, d bene avvicinarsi ad un testo di criti-ca storica con una griglia di concetti chiave ed una serie didomande o di ipotesi con le quali "interrogare" il testo.

La consapevolezza del diverso livello di difficolti di untesto rispetto all'altro pud condurre ad un migliore investi-mento del proprio impegno di studio, adottando efficaci stra-tesie.

COME STUDIARE E COME PROCRAMMARE IL PROPRIO STUDIO

1.4. Strategie di studio

Le piir importanti tecniche attive di studio sono le seguenti:

. sottolineare Ie idee essenziali,

. prendere appunti,

. ,schemotizzare le iffirmazioni essenziali in mappecogrtitive,

. archiviare le infonnazioni in modo da reperirle confacilitit.

;\d esse si possono aggiungere altre abilitd di studio:

. strategie di lettura e comprensione del testo,

. strategie di ascolto,

. strategie per produrre un testo scritto.

lrrl'ine si possono menzionare le varie mnemotecniche che,t'r\'olto per recuperare facilmente cib che si d appreso.

l.'insieme di tali strategie richiederebbe una esposizioneI'rrr tlcttagliata, che qui non b possibile fare. Esse sono diffusa-nr('ntc trattate dall'autore in altri libri (vedi Bibliografia).

1.5. Verifica

l.'ultima fase del metodo di studio riguarda la verifica e la. .r lrrtazione dei r isultat i ottenuti.

l.rr verifica si ottiene chiedendosi se gli obiettivi sono statir,r ' l iunti in modo soddisfacente. Se sono stati raggiunti, si1'rrtlr procedere alla individuazione di altri obiettivi; se non

"n() \tati raggiunti, sarh opportuno aumentare il proprio im-t,('1'n() di studio, oppure individuare altre strategie piir efficaci, ' ,rtlcsuati esercizi di recupero.

t14 I 15

Page 59: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

2.6. Autovalutazione continua del proprio studio

Vorrei suggerire una indicazione per migliorare la capacithdi valutazione del proprio studio.

Ritengo che sia importante valutare passo per passo, subitoo tempestivamente, il proprio cammino di avvicinamento al-I'obiettivo.

Cosi fa un falegname, dopo aver piallato un'asse: lo guardae lo tocca per verificarne I'adeguatezza. Cosi fanno lo scultoreed il pittore, i quali, ogni tanto, fanno una pausa e mirano erimirano il loro lavoro.

Si tratta per loro di una verifica immediata, fatta passo perpasso (automonitoraggio). Se il falegname continuasse a pial-lare e a segare senza verificare passo per passo il proprio lavo-ro, potrebbe rischiare di incorrere in gravi errori.

Cosi b opportuno evitare di studiare senza verificare e con-trollare la padronanza di cid che si d studiato.

Si pud affermare che la capaciti di autovalutazione conti-nua dei propri risultati, ma anche dei propri errori, sia la stra-tegia piD idonea per acquisire il metodo di studio piil efficace.

3. Schema su come studiare

Riassumendo si possono catalogare le seguenti indicazioni,organizzate in una successione ordinata di fasi operative.

Per studiare efficacemente bisogna:

Riattivare la motivazione

Riattivare le preconoscenze

COME STUDIARE E COME PROCRAMMARE IL PROPRIO STUDIO

Usare I'automonitoraggio passo per posso

Analizzare la situazione di partenza

Verfficare e riattivare i prerequisiti

Prevedere e pianificare tempi, contenuti, strategie

Definire obiettivi operativi e verfficabili

Scegliere i contenuti pertinenti e adeguati

Scomporre i compiti complessi in piccole sequenze

Scegliere i metodi appropriati

Controllare le condizioni ambientali

Controllare le proprie condizioni psicofisiche, per indi-viduare il proprio tempo migliore

Studiare in modo attivo: sottolineando, prendendo ap-punti, schematizzando

Ripassare sistematicamente ed in modo creativo

Inserire delle opportune pause di riposo

Premiarsi e rinforzarsi quando si raggiunge un successoVerificare e valutare i risultati raggiunti e, se non si isoddisfotti, rivedere l'intera sequenza e inserire dellemodifiche.

Tale schema generale pud essere modificato ed adattatorrl le esigenze di ciascuno.

l l6 t t l

Page 60: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

8 Cosa studiare

Cosa studiare?

Tutto d degno di essere studiato.

Ma ciascuno di noi, seguendo le proprie attitudini ed incli-rurzioni, e, talvolta, assecondando le pressioni dell'ambientesociale, sceglie un settore di studio, invece di un altro.

Gli orizzonti del sapere sono molto vasti. Entro i suoi con-lini c'b posto per tutti, per tutti coloro che vogliono avventu-r irrsi nel settore della ricerca. Infatti, niente di cid che b umanonut) essere estraneo allo studio.

l. Le stagioni dello studio

La qualiti ed i contenuti dello studio cambiano con I'evolu-zione della nostra personalitd, e con I'evoluzione dei motivi che..'i animano e degli scopi che ci sostengono (vedi tavola n. 70).

Ad esempio, lo studio di un adolescente d molto diversorlrrllo studio di una persona matura o di un anziano. Alcunetlil'l 'erenze possono essere le seguenti: una diversa consapevo-lr'r.r,adi se stessi, una diversa intensitd delle motivaziom e unatliversa qualitd degli scopi esistenziali.

t19

Page 61: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

ESTAT€0eul urra

jLTav. 70. Stagioni della vita e stagioni dello studio.

Durante I'adolescenza, o, per restare nella metafora dellestagioni, durante la"primavera" della nostra vita, ad esempio,si pud constatare una grande fioritura di interessi culturali. Ma,non tutti questi interessi potranno essere sviluppati adeguata-mente. Bisogneri scegliere e scegliere significa anche rinun-ciare.

Durante l' "estate" della nostra esistenza, lo studio favori-sce, da un lato, la maturazione di quei semi che sono stati pre-

COSA STUDIARE

cedentemente seminati e, dall'altro, I' assimilazione di quelleinformazioni o conoscenze precedentemente apprese.

Durante l' "autunno" della nostra vita, lo studio offre i frut-ti pii maturi del proprio impegno: si raccoglie cid che prece-dentemente b stato seminato e coltivato. Alcuni interessi sonostati sviluppati pit degli altri, dedicando loro molto tempo edcnergia. Solitamente, in questa stagione della vita, si fa unbilancio di cib che si d reahzzato, rispetto a cid che si volevarcalizzare. Lo studio d diventato pii selettivo e specifico, masi possiede una padronanza concettuale molto articolata, chelir comprendere o apprendere rapidamente.

Infine, durante l' "inverno" della nostra vita, lo studio ciirccompagna nel delineare un bilancio della nostra vita, riflet-tcndo sul senso del nostro lavoro e sul senso della nostra esi-sle nza.

Dopo aver riconosciuto il cambiamento della qualitd dellosludio nelle diverse stagioni della vita, d utile soffermarci sult'oncetto di interesse.

I nostri interessi determinano il cosa studiare.

2. I centri di interesse

Per sapere cosa studiare, d necessario conoscere bene i no-stri interessi. Essi costituiscono degli ottimi agganci per-cattu-rrrc le informazioni (vedi tavola n. 7l).

Gli interessi mutano: alcuni germogliano, altri decadono,,rlt'uni devono essere innestati, altri confluiscono con facilitdi crso interessi pii rigogliosi.

(ili interessi possono nascere dal condizionamento esterno,l:rnriliare o ambientale, o da scelte personali, basate sul desi-.f t'r itr di attorealizzazione.

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

t2lr20

Page 62: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

,p<9.v6)<

/ -9<3

\/ \ c>.;Vv<v&Tav. 71. Interessi come agganci

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

La vita d breve e non si pub coltivareinteressi e, pertanto, b necessario avere ilpropri interessi per incanalare meglio la

Per studiare con intensitd e con passione, d necessario co-noscere i propri interessi, attitudini e"talenti". Solo in questomodo, lo studio pud trasformarsi in una esperienza vitale diautomiglioramento o di autore ahzzazione.

Gli interessi permettono di organizzare, secondo un ordineprecostituito, le continue informazioni che affluiscono allanostra mente: esse possono essere sistemate negli schemimentali, che sono come degli scaffali o cassetti entro cui sonoorganizzate o depositate le informazioni.

Questi interessi sottostanti animano I'attenzione e suidanola ricerca di nuove informazioni, quando si legge un [iornaleo una rivista, o quando si ascolta un dibattito, o quando si vedeun film.

un gran numero dicoraggio di potare i

propria energia.

COSA STUDIARE

Per amplificare i propri interessi, d necessario elaboraremappe cognitive, schemi tematici degli argomenti che interes-sano. Tale rielaborazione tematica faciliterd l'apprendimentoe la memorrzzazione. Tutte le informazioni che sono ben lega-te Ie une alle altre, e amalgamate dal cemento dell'interesse,saranno facilmente recuperate, invece le nozioni slegate etiammentarie saranno perdute: esse sono analoghe ai rami sec-chi .

Per conoscere i propri interessi, d necessario scandagliareassiduamente nel nostro interno, nella direzione suggerita daldio def tempio di Delfi: "Conosci te stesso".

r22 t23

Page 63: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

9 Dove studiare

llisogna aver cura del proprio ambiente di studio. Per stu-rf nrre si ha bisogno di concentrazione e la concentrazione Elrn,orita da un ambiente ben ossigenato, non troppo caldo n6l11)l)po freddo, tranquillo, raccolto e silenzioso e piacevole.

l)i solito, tale luogo rispecchia le caratteristiche della per-lorralitd dello studente, soprattutto, per quanto riguarda I'ordi-rr t 'o i l d isordine.

l. L'ordine facilita lo studio

L.'ordine facilita la concentrazione, mentre il disordine latlisturba e la confusione la distrugge. L'ordine fa risparmiareIt'nrpo, mentre il disordine fa perdere tempo. Tuttavia, ci sonor rrrie persone che lavorano bene anche nel proprio disordine"(t l)porente" (vedi tavola n.72) .

2. Personalizzare il proprio ambiente di studio

Ognuno pub personalizzare, almeno in parte, il propriorrrnbiente di studio, scegliendo quelle caratteristiche pii con-scniali alla propria personalitd. Alcuni studenti hanno bisogno

r25

Page 64: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

Tav.72. Ordine e disordine nello studio.

di un luogo grande e spazioso, altri preferiscono un luogo pic-colo e raccolto. Alcuni si mettono a studiare solo se tutto b inperfetto ordine, altri riescono a concentrarsi nonostante il "di-sordine". Per alcuni il silenzio facilita la concentrazione, peraltri d pii facile concentrarsi se c'd una musica di sottofondo.Ad alcuni piace un ambiente spoglio ed austero, ad altri piaceun ambiente vivace e sovraccarico di poster, trofei e ninnoli.

Esiste dunque una grande varietd di preferenze.

In generale, si pud dire che il luogo di studio b un luogoimportante per uno studente: per alcuni d un nascondiglio, peraltri un nido, per altri ancora un rifugio ben protetto. Un am-biente di studio piacevole favorisce lo studio, come un am-biente tranquillo e piacevole favorisce il sonno. Si studia benequando ci si sente bene nella "propria" poltrona, nel"proprio"angolino, sulla"propria" scrivania, tra i"propri" hbi.

3. Accessori

La scrivania dovrebbe essere abbastanza ampia ed ordina-ta. La sedia deve essere confortevole, visto che d necessario

DOVE STUDIARE

l)ir\sare molte ore seduti alla scrivania. La postura durante lo:trrtlio deve essere corretta. per evitare dolori o malformazio-nr. l.a luce deve provenire dalla sinistra (per le persone chest'r'ivono con la destra). Gli scaffali dei libri dovrebbero esserer;rpicnti. I libri dovrebbero essere ordinati o per argomenti orrr ordine alfabetico (per autore). Gli accessori (quaderni, pen-n('. nratite, evidenziatori, fogli per la brutta copia, calcolatrice,r or'lbolari, computer) devono essere diponibili a portata din l i i l l ( ) .

{. Scrivania, divano o letto?

('hiediamoci adesso:

" I)ove si studia meglio? Seduti alla scrivania o sprofondatitrt'lltt poltrona o addirittura a letto?".

l'cr rispondere a tale domanda b necessario distinguere tra\ t il(li(tre e ripassare.

l.o studio, inteso come apprendimento di nuove informa-zroni, richiede un tono muscolare ottimale ed una corrispon-,lt'rrlu^ att€nzione vigile ed affilata. Il ripasso, invece, richiedeun tono muscolare ed una vigilanza minori, perch6 non si de-\ ()no apprendere nuove informazioni, ma si devono ripetere lernlormazioni gih apprese.

ln altri termini, lo studio esige un tono muscolare ottimale;lrt'r'tanto, sono da evitare sia l' "ipotono", che l' "ipertono"rrrrrscolari. L'ipertono muscolare crea tensione e nervosismo,rn('ntre l'ipotono crea sonnolenzae poca attivazione (vedi ta-r , r lu n.73).

Non si pud "studiare" stando sprofondati in una poltrona,lrt'rchi l'ipotono muscolare attenua la vigilanza, disso-lve I'at-l('nrione e talvolta induce la sonnolenza. Ma si pub fare un

r26 t27

Page 65: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

ffieF+-ffiTav. 73. Tono muscolare ed attenzione.

ottimo "ripasso" mentale stando rilassati su di una poltrona, acondizione di non essere gii stanchi ed affaticati.

La posizione dello stare seduti alla scrivania b buona perstudiare, perch6 d, caratteizzata da un tono muscolare medio,o ottimale: non si 0 n6 tesi n6 fiacchi.

Ma, per ripassare o per riflettere su cid che si E gid appreso,si pud anche stare distesi sul letto o abbandonati su una pol-trona, o passeggiare nel parco, perch6 il ripasso richiede untono muscolare pii rilassato, in quanto si b gid appreso cid chesi doveva imparare.

Si pud leggere un libro (ad esempio, un romanzo) stando inqualunque posto, se si d capaci di grande concentrazione, ciod,se si d capaci di lasciare fuori dal campo percettivo gli stimoliche non sono importanti. Ma, in genere, d opportuno leggereun libro di studio in un luogo silenzioso, per non essere distur-bati da stimoli irrilevanti.

r r1 ' f ; l

rt!1

Flm&t,"+ E .ffi1'

DOVE STUDIARE

Irtt. 74. Musicu come interferenac e musica come sottofontlo.

"E possibile studiare e ascoltare contemporaneamente clel-I t r t t tusiCA?"

I-a risposta generale d: si.

Ma bisogna intendersi su cosa vuol dire "ascoltare musi-, ,r" (vedi tavola n. 74). Per qualcuno "studiare ascoltandonrrrsica" significa essere accompagnato da una leggera e dolcerrrusica di sottofondo. Per un altro vuol dire essere avvolto darrrr musica ad alto volume. Una musica ad alto volume d, sen-zrr dubbio, una fonte di disturbo quando si studia, soprattutto,rltrando si devono apprendere nuove informazioni. Una musi-,. rr ad alto volume invade lo spazio mentale interiore, distrug-lc la reiterazione (ripetizione immediata delle informazioni da:rpprendere), annulla I'automonitoraggio necessario per riflet-tr'r'c su cid che si sta studiando e su come si sta apprendendo.

ll silenzio interiore d una condizione necessaria per riuscirerr scntire il flusso del proprio pensiero (vedi tavola n. 75), e larnusica ad alto volume distrugge tale condizione, con gravi( onseguenze negative sull'apprendimento.

Ognuno dovri valutare e decidere se la musica che ascoltailrcntre studia costituisca per lui un fattore di concentrazione otl i disturbo.

5. Si pud studiare con la musica come sottofondo?

Una domanda che viene posta spesso d la seguente:

r28 t29

Page 66: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

fiaslcA lTAuaap?a ols70pb

A[/L€/vZa

/AffrA;P6:1176

"ln€fr:e!'opae4rPQtruPau 0et-t'esf'eo pi6&/rpo-"

trcL,/Do.r/lf/,E/,o PEnAsLaLrApe /PCoPPtP€pst6P/

a1 7P6:4pgsttA€4/

P'e/rQAatt oezibiib6'Alii*e*rar6

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

Tav. 75. Il silenzio interiore corne sfondo per sentire il flusso del propriopensiero.

La musica ostacola la concentrazione, quando d impetuosa,martellante e ad alto volume, ma l'accompagna e la protegge,se d morbida, dolce e a basso volume.

La scelta di studiare con la musica o senza musica d unascelta soggettiva. Essa dipende dal compito da svolgere (ese-

( utivo o creativo, semplice o complesso), dall'umore del mo-rrrcnto (lieto o triste, calmo o agitato) e, talvolta, dalla perso-rrrr l i t) del lo studente. Ad esempio (vedi tavola n.76), studenti.. ( )n prevalente tendenza all'introversione preferiscono il silen-zio. per proteggere il ricco flusso interiore di pensieri dallerrrtcrf'erenze esterne. Studenti con prevalente tendenza al-l'r'stroversione preferiscono lavorare in un ambiente vivace erlirrrolante, perch6 hanno bisogno di molti stimoli esterni perrt'rrtirsi sufficientemente attivi ed efficienti.

l'ud accadere, inoltre, che lo stesso brano musicale facilita,rl('une volte la concentrazione, mentre altre volte la disturba.( 'rir dipende dalla qualiti dello stato emotivo o affettivo: quan-,hr si b tesie nervosi, si b piD insofferenti ed intolleranti anche\ ( 'r 'so st imoli un tempo ri tenuti piacevoli . Alcuni studiano,rst'oltando musica per isolarsi meglio dall'ambiente esterno,r r()a'per eliminare i rumori di fondo del proprio ambiente: traf-lr( (). presenza di altre persone (vedi tavol a n. jj).

Si pud studiare con la musica, se la musica rimane sullo..lorrdo della percezione e non invade il campo centrale del-l rrtlcnzione dello studente. Ma se la musica "entra in primo1'rrrlur" ed assorbe in modo prevalente I'attenzione dello stu-tlt'nte. essa diventa un elemento di interferenza.

DOVE STUDIARE

/ot(t)vfii' i '

A

\)

S1b 6

,€

sE sZieou€RSo

I '^. 76. Studente introverso e studente estroverso.

130 r3 l

Page 67: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

Tav. 77. La musica come protezione dalle interferenze esterne.

Gli studenti raramente considerano la musica come ele-mento di disturbo, perch6 per loro la musica ha un grandevalore affettivo. Permette loro di identificarsi con i propri can-tanti e di esprimere i propri vissuti interiori adolescenziali.

Quindi preferiscono avere con s6 la propria musica, come la"coperta di Linus", anche quando studiano.

6. Distrazioni interne e distrazioni esterne

E opportuno che ogni studente diventi consapevole delleproprie distrazioni interne o esterne. Chi non riesce a com-prendere come e perch6 si distrae, non riuscirh a concentrarsie fallird nel conseguire risultati soddisfacenti (vedi tavola n.78). Percib d necessario chiedersi tramite I'automonitoraggio:"Mi distraggo quando...", "Mi distraggo perchi---" ed elabo-rare una lista di cause di distrazione.

Possiamo distinguere due gruppi di distrazione o di interfe-renze quelle interne e quelle esterne.

I rtv. 78. Concentrazione ed interferenze.

'Ira le distrazioni interne (di tipo psicologico) bisogna ri-( ordare: I'ansia scolastica, il coinvolgimento in liti e drammilrrnriliari, le difficolti di rapporto con i compagni, le preoccu-

1 r r r z i <rn i affetti ve (frequenti durante I' adolescen za), la mancan-zrr cli motivazione e di interessi.

Si possono affrontare e vincere tali distrazioni interne, at-rlrverso il rilassamento psicofisico, le visuahzzazioni positi-rc. il colloquio interiore, I'automonitoraggio e le autoistruzioni.

Tra le distrazioni esterne possiamo ricordare le seguentirrcdi tavolan.Tg): lasciarsi catturare dalla TV, avere la scri-r rrnia in disordine e stracolma di foto e ricordi, riviste e gior-rrlli. trofei e giochini, rispondere a tutte le telefonate, lasciarsirrrvadere dagli amici senza preavviso.

Anche una postura sbagliata pud diminuire I'efficrenzarncntale. Studiare a letto, o studiare sprofondati in una poltro-nl. crea distrazioni ed interferenze, tramite fantasticherie erogni ad occhi aperti, perch6 tale postura ostacola l'attivazio-rrc di un tono muscolare ottimale, necessario per mantenererrna buona concentrazione.

DOVE STUDIARE

RUrToPe et

t32 133

Page 68: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

Tav. 79. Distraz.iotti esterne.

E necessario proteggere il proprio studio dalle moltepliciinterferenze esterne (vedi tavola n. 80)

Tra le distrazioni ambientali ricordiamo: I'illuminazionesbagliata, scarsa (che crea affaticamento degli occhi) o ecces-siva (che crea abbagliamento, specialmente quando si studiasu libri stampati su carta lucida), la temperatura troppo calda

Tar'. ll0. Proteggere il propritt tempo di studio dalle interJerenze esIe,',rc

DOVE STUDIARE

{t'lrc crea sonnolenza) o troppo fredda (che crea fastidio e do-lrrr-c), la poca ossigenazione (o aria viziata) che riduce I'effi-,. icnza cerebrale, il rumore.

ll rumore b una fonte potente di distrazione, oltre ad essererrnu torma di inquinamento ambientale' Esso pud essere neu-tr;Jrt.zato, se lo studente d capace, grazie ad un lodevole alle-nurnento percettivo, di respingere sullo sfondo gli stimoli

t'stcrni che creano disturbo, impedendo loro di invadere il( rnlpo della coscienza.

Qualche rara volta si pud studiare anche in un ambienteI ull)oroso, ma in genere d consigliabile un ambiente tranquillot ' si lenzioso.

In breve, il luogo dove si studia deve essere un luogo tran-.lrrillo, silenzioso, ben ossigenato, fresco, illuminato preferi-

bilrnente con luce naturale.

l-'ordine e il silenzio creano nella mente lo sfondo percet-

rir() entro cui si collocano i contenuti dell'apprendimento che

rlt.vono essere sempre in primo piano. Il disordine ed il rumo-

rc ingombrano la mente ed impediscono una chiara petcezio-

rrc clicid che si deve apprendere' Ad esempio, una scrivaniaor.rlinata fa risaltare in primo piano il libro da studiare. Unase r-ivania disordinata ed ingombra impedisce la chiara perce-

zione di cid che dovrebbe figurare in primo piano. In essa si

I rcsce a distinguere chiaramente la figura, ciod il libro da stu-

tliul-e, dallo sfondo, occupato dagli altri libri che invadono il

t iullpo percettivo (vedi tavola n. 81).

In breve, la cura dell'ambiente di studio adatto e piacevole

lrrcilita una positiva predisposizione psicologica verso I'ap-prcndimento.

ll prossimo capitolo sard dedicato all'analisi delle migliorit ondizioni psicofisiche per studiare'

r35

T

II

P@7E11eest

wNffi,'fuO

ly"*"Tgrfur/ATE

-c4tVuu6

/Az>v/ae/46t9441474

r34

Page 69: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

=

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

Tav. 81. L'ordine come sfondo recettivo, il disordine come inpombranteinterferenTa.

136 137

I0 Condizioni psicofisiche per studiare

Si studia bene e con profitto quando le condizioni psicofi-siche sono buone. Quando, invece, si d molto preoccupati otrrrbati a livello psicologico o si d ammalati o deboli a livellolisico, si studia male e senza profitto.

Le condizioni piD favorevoli allo studio potrebbero esseretltrelle sintetizzate nel noto detto latino: "Mens sana in corpo-t( sano"'. una mente sana in un corpo sano.

Analizziamo in dettaglio alcune indicazioni per studiare inbuone condizioni psicofisiche.

l. La salute del corpo sostiene la mente

Per studiare si ha bisogno del sostegno del corpo: quando ileorpo b forte ed efficiente anche la mente si sente vigorosa elrrcida.

Pertanto, b bene evitare di studiare se il corpo b ammalato,tlcbole, stanco ed esaurito. Per avere un corpo forte e vitale, brrecessario aver cura della respirazione, del movimento, delrilassamento, della dieta alimentare e dell'espressione dellecrnozioni e dei sentimenti.

Page 70: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

Bisogna evitare di tuffarsi nello studio, dimenticandocorpo ed i suoi bisogni fisici ed emotivi.

2. Sciogliere o chiarire le preoccupazioni psicolo-giche

E bene evitare di studiare quando si b molto preoccupati oturbati. In tal caso, b pii opportuno chiarire i conflitti interioriprima di mettersi a studiare. Talvolta, basta poco per tranquil-lizzarsi. Ma b difficile riuscire a concentrarsi, quando si dmolto preoccupati.

Alcuni considerano lo studio come un rimedio contro lepreoccupazioni, studiano in modo intenso ed appassionato eriescono ad immergersi totalmente e a non pensare a nient'al-tro, dimenticando cosi i propri turbamenti. Si pensi, a tal pro-posito, allo "studio matto e disperato" di Giacomo Leopardi,con il quale egli riusci a mantenere salda la propria autostima,nonostante le dolorose preoccupazioni personali e le numero-se carenze ambientali.

Anche se in casi eccezionali si pub studiare per dimentica-re preoccupazioni e guai, b bene studiare, per quanto d possi-bile, con la mente serena e I'animo in pace.

3. Lista delle proprie tensioni muscolari

E opportuno elaborare una lista delle tensioni muscolari piDfrequenti durante il tempo di studio, per studiare nelle condi-zioni fisiche ottimali. Conoscendo la sintomatologia delle pro-prie tensioni muscolari da studio (mal di testa, male agli oc-chi, mal di schiena, corpo indolenzito), d piD facile evitare dimaltrattare il corpo e di studiare in cattive condizioni psicofi-siche (vedi tavola n. 82). Talvolta, piccoli accorgimenti, comela giusta distanza di 30-40 cm. tra occhio e libro, il libro posto

r38 139

'l

^ISTANZA 66cl/ro - L/&Po io-4o ca.

t,1 o'- 2o" attt'tcultAtoUez I Tn{ugpo €

P/AAo Or 71pp161o

l'uv. 82. Studiare in buone condizioni psicofisiche.

in una inclinazione da 0 a 20 gradi sul piano di appoggio, ilguardare periodicamente in lontananza (all'infinito) per evita-re disturbi visivi dovuti alla prolungata concentrazione sul li-bro, una giusta altezza della sedia (non troppo alta n6 bassa),la schiena ben bilanciata per non comprimere la cassa toraci-ca, una respirazione profonda e tranquilla, sono sufficienti persentire il corpo come amico e alleato della mente.

La consapevolezza del proprio ritmo di affaticamento po-trebbe suggerire delle pause o dei periodi di riposo, e stimola-rc, quindi, una migliore gestione del tempo di studio.

3.1. Come affrontare I'ipotono e I'ipertono muscolari

La fiacchezza o la tensione muscolare sono delle distrazio-ni: allontanano la mente dal compito e la dirigono verso ilrrralessere fisico ("Mi sento stanco. Non riesco a capire nien'lr,") o psicologico ("Non riesco a concentrarmi su una cosa

lter volta")

Cosa si pub fare in tali situazioni?

CONDIZIONI PSICOFISICHE PER STUDIARE

Page 71: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

/P0ro,tto lP*roilO

Tav. 83. Come affrontare l'ipotono e I'ipertono musc'olari

Se c'B un ipotono (fiacchezza muscolare) b bene richiama-re volontariamente i muscoli attraverso lo st iramento(stretching), che ristabilisce il controllo volontario della mu-scolatura, amplia la respirazione, induce la riossigenazione erisveglia la mente (vedi tavola n. 83).

Se c'd un ipertono (tensione muscolare o nervosismo) bopportuno scaricare tale tensione attraverso il movimento oI'attiviti fisica (ad esempio, fare a boxe davanti allo specchio),adottare tecniche di rilassamento o fare una pausa.

L'affaticamento e le tensioni da studio, non dipendono sol-tanto dalla stanchezza del corpo, ma anche dalle problemati-che esistenziali e dalle difficoltd dello studio. Talvolta, peresempio, un mal di testa pud essere causato da un litigio conuna persona cara o dalla necessitd di dover studiare una mate-ria antipatica o una materia difficile per carenza di basi.

4. Evitare I'abuso di caffeina e nicotina

Alcune persone, per aumentare la luciditb mentale, ricorro-no a degli stimolanti. Tra di essi ricordiamo la nicotina e lacaffeina. Queste sostanze consentono, talvolta, di aumentare

140

CONDIZIONI PSICOFISICHE PER STUDIARE

lrrrrvvisoriamente la quantitd di lavoro mentale. Ma b necessa-r ro precisare subito che esse non migliorano la qualitd dell'ap-prcndimento, che, come si b detto precedentemente, dipendetlrrlla motivazione e dalle strategie di studio.

Inoltre, bisogna evitare di sconvolgere il proprio ritmo na-Irrrale di attivitd-riposo, abusando di caffd e di sigarette. I di-\turbi psicofisici che ne conseguono sono molto noti e non drrccessario elencarli.

5. La dieta

E necessario informarsi sui cibi e sulla digestione, per sce-rliere cibi leggeri e digeribili, quando si studia. E noto cherlrrrante la digestione il sangue viene richiamato dall'apparatotliuerente, sottraendolo provvisoriamente al cervello. Per talerurione, ci si sente un po' assonnati e con i riflessi lenti dopoirvcr mangiato, soprattutto dopo aver mangiato cibi grassi,pcrch6 richiedono una digestione piD laboriosa.

Poich6 I'efficienza della nostra mente subisce un calo, a causa,li tale deflusso del sangue verso lo stomaco, d opportuno evitarerli rnangiare durante il tempo dedicato allo studio: d meglio man-r:irrre sufficientemente o prima o dopo (vedi tavola n. 84).

UFPsohgFtusso b€l 5Atu64€

Lo S7o rlAco

J

Ittr. 84. Evitare di mangiare durante il tempo dedicato allo studio

t41

Page 72: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: It, METODO

Se, da un lato, d conveniente non impegnarsi in situazionidi studio intenso, quando b in corso la digestione (vedi tavolan. 84), d tuttavia possibile, durante la digestione, ripassarementalmente le informazioni gid apprese, perch6 la ripetizio-ne richiede una minore quantitd di energia.

In altri termini, si deve curare la dieta quando si studia: essadeve essere varia, ricca, ma leggera.

Si tenga presente, perd, che I'ansia e [a tensione da studiopossono provocare, talvolta, disturbi nell'alimentazione, spin-gendo a mangiare di tutto e a tutte le ore.

6. Il movimento

Lo studio richiede lo sforzo di stare seduti per molte oredavanti alla nostra scrivania. Il corpo pud essere allenato eabituato a questo sforzo, ma non deve essere reso schiavo diesso. Bisogna fare del movimento per riossigenarlo e tonifi-carlo. Se si trascura cid, prima o poi, il corpo segnalerd il pro-prio malessere con sensazioni negative, che interferiscono nel-lo studio.

Talvolta, dopo un'ora di studio, sono sufficienti cinqueminuti di ginnastica da camera, per sentirsi tonificati fisica-mente e svegli mentalmente, pronti ad affrontare altri impegnidi studio.

Durante il periodo di tempo dedicato allo studio d opportu-no evitare attivitd fisiche intense, come, ad esempio, praticareuno sport. E consigliabile svolgerle in tempi lontani dallo stu-dio, per evitare distrazioni ed interferenze. Ma anche in questoambito ognuno deve autoregolarsi con I'unico scopo di rende-re ottimale il proprio tempo dedicato allo studio, adottandoI'automonitoraggio anche verso le condizioni psicofisiche.

CONDIZIONI PSICOFISICHE PER STUDIARE

7. Non esiste la magica pillola della memoria

Non esiste la magica pillola della memoria. Esistono deilrrrmaci che migliorano l'efficienzagenerale del corpo, quan-tlo d esaurito o debole. Ma d una illusione credere di poterrrrigliorare la propria memoria, assumendo dei farmaci. Si trat-trr di una illusione sostenuta dalla mitologia consumistica del"tufto facile senza sforz.o".

I rnigliori farmaci per la mente e per [a memoria rono ql,"l-li naturali e ciod: il rispetto del ciclo veglia-riposo, una sanatlieta alimentare, l'esercizio fisico, un tono emotivo sioioso edr'ntusiasta.

La memoria viene migliorata, non da un farmaco, ma dalrrrctodo di studio, dallaforza della motivazione, dalla elabora-zi.ne di strategie efficaci di organizzazione concettuale dellerrrlirrmazioni e dalla padronanza di valide mnemotecniche.

tt. Come affrontare lo stress scolastico

Lo studio continuo e I'impegno costante, I'apprendimentotli rruove informazioni e la loro memorizzazione, re interroga-zioni e i compiti sono situazioni stressanti.

l-o stress b la risposta dell'organismo per adattarsi ai cam-lrirrrnenti che I'ambiente esterno sollecita. Tare adattamentorrt lr iede un grande dispendio di energia, che pud essere com-l)('nsirto dalle gratificazioni, costituite. in ambito scolastico,, l ;r i huoni voti , dal la st ima degli insegnanti ed amici e dalla, ()r'r'ispondente alta autostima. Ma quando lo stress scolasticorrtrrr D adeguatamente compensato, nascono la demotivazione\('r'so lo studio e I'insofferenza verso la scuola.

l.c cause dello stress scolastico sono molteplici. Enumeria-ln() l lc a lCUne:

t42 t43

Page 73: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

Eotrr//€TeD/

LO sTe€Ss ,fcozasrtc-o

Tav. 85. In stress scolastico.

L'ambito scolastico costituisce una situazione

o

a

a

a

Ia necessitd di una attenzione costante,

la necessitd di apprendere ed assimilare, abbastan-za rapidamente, Ltn gran numero di informazioni,

la necessitd o l'obbligo di essere sottoposti a com-piti, test ed interrogazioni,

rapporti interpersonali dfficili con gli insegnanti,

rapporti interpersonali problematici con il gruppodei pari o con l'altro sesso.

CONDIZIONI PSICOFISICHE PER STUDIARE

causa dei continui cambiamenti che richiede (vedi tavola n.lJ-5): cambiamenti di materie, di insegnanti, di metodi, di rap-porti interpersonali. A tale situazione oggettiva si aggiunga,poi, I'interpretazione soggettiva della realth scolastica. per al-cuni la scuola b interessante, per altri fastidiosa, per altri in-sopportabile, per altri, infine, odiosa.

Quando una situazione d sentita molto fastidiosa o minac-ciosa, I'organismo b sottoposto ad una situazione fisiologicadi allarme, analoga a quella che emerge di fronte ad un perico-Io. Vivere in queste condizioni d molto deleterio per la salutesia del corpo che della mente.

La capacith di resistenza allo stress dipende da vari fattori:dallo stile di vita, dalla fiducia in se stessi e dalle risorse inte-riori, che nell'ambito scolastico sono fondamentalmente tre:lbrti motivazioni, solide abilitd cognitive e creative ed effica-ce metodo di studio. Se uno studente possiede tali risorse inte-riori, pud fronteggiare lo stress scolastico; se ne d privo, ri-schia di soccombere.

9. Evitare I'esaurimento nervoso da studio

Studiare troppo fa male.

Studiare troppo, come lavorare troppo, d negativo, perchdsi sconvolge il ritmo di alternanzatra lavoro, riposo e svago.

Tale ritmo d biologico e non bisogna contrastarlo, altrimen-ti si cade in uno stato di saturazione ("Non ce la faccio piil.Sono sovraccaricato. Se continua cosi, crollo. Basta!") o di" e.s a u ri m e n/o" psico- nervoso, caratterizzato da malessere psi -cologico e da sintomi psicosomatici; si possono avvertire di-sturbi come i seguenti: confusione, apatia, mancanzadi volon-t). perdita di interesse, insoddisfazione, nausea, insonnia. an-sia e depressione. Tale saturazione ed "esaurimento" psico-

144

stress a

t45

Page 74: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALI-O STUDIO: IL METODO

nervoso sono provocati, in generale, da un sovraffaticamentomentale, dall'ansia scolastica, e, alcune volte. da disturbi dellapersonalith.

9.1. Sapere quando smettere di studiare

L'apprendimento d facilitato, se viene rispettato il propriociclo biologico di attivith-riposo, se viene individuato il pro-prio tempo di migliore prestazione e se viene rispettato il pro-prio bisogno di riposo.

E necessario, quindi, saper individuare anche il momentoin cui bisogna smettere di studiare, per prendere un giusto ri-poso o svago. La capaciti di saper smettere di studiare fa partedi un buon metodo di studio e di una buona gestione del pro-prio tempo di studio.

10. Come affrontare la fobia della scuola

E normale, in ambito scolastico, aver paura prima di essereinterrogati, ma d un atteggiamento nevrotico pensare che an-drd sempre male, che d inutile tentare, che si d una "frena" intutto.

Una persona molto ansiosa pud facilmente trasformarsi inuna persona fobica, ciod, una persona che ha paura di tutto oin una persona depressa, che si sente fallita.

L'ansia crea apprensione, una visione distorta della realtie, pertanto, pregiudica I'efficienza nel lavoro scolastico.

Una intensa paura di un insegnante, o di un compito, o diun esame produce delle forti fobie, caratterizzate da compor-tamenti di fuga dalla situazione ("Non vogliofare piil l'esame.Voglio scomparirel") e di evitamento ("Non voglio piti toccar

CONDIZIONI PSICOFISICHE PER S'I-UDIARE

Itltri. Non voglio piil sentir parlare di scuola. Mi fa venire latrtttt.t'cu!"). Quando uno studente d travolto dall'ansia scolasti-t rr. pud entrare in uno stato quasi confusionale di panico o dir lcpressione.

Come si pud agire in questi casi?

Si pud agire in varie direzioni:

. sostenere, attraverso il dialogo, la personalitd dellostudente, individuando i suoi punti di fttrza, i suoiinteres,;i, le sue capacitd;

. ridurre il livello d'ansia somalica, attraverso tecni-che di rilassamento;

. ridurre il livello di ansia emotiva attraverso visuct-lizzazioni positive di calma e di successo scolastictt:

. agire sulla qualitd delle sue motivazioni;

. migliorare il metodo di studio.

ll prossimo capitolo, che b una continuazione del presente,'rrnr dedicato all'ansia scolastica e al modo mieliore di affron-I t r l l l t .

r46 147

Page 75: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

il Come ffiontare e superarel'ansia scolastica

1. Le cause dell'ansia scolastica

Cominciamo col chiederci:

"Perchd Ia scuola genera ansia?".

Una risposta potrebbe essere la seguente: perch6 a scuolaci si sente giudicati sull'impegno e sulla padronanza di cid chesi d appreso. Si avverte, percib la duplice possibilitd di riuscireo di fallire, di essere promossi o di esser bocciati, di prendereun buon voto o un brutto voto. di essere lodati o di essere rim-proverati.

In tale contesto, gli insegnanti sono percepiti non tantocome uomini di cultura. quanto piuttosto come giudici severi,che esprimono, talvolta, pesanti "condanne". Quando la scuo-la d percepita in tal modo, si avverte una grande ansia e, tal-volta, panico, perchd si teme una minaccia alla propria auto-stima.

In breve, I'ansia scolastica d determinata:

. dalla paura di non riuscire ad ottenere buoni risultati,

. dal dover subire giudizi negativi degli insegnanti,dei compagni e dei famigliari.

t49

Page 76: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

-icarPrrol+---------rl l l

coLlc€ixpATtotr€ n /ilr€pFereil?€t

AspFf/Jn//4Dt tuSuctsso

a$erro.,ro0/suceso

A!,ir1!iF,?"(ADU74Aurcsr///A

Tav. 86. L'ansia scolastica.

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

2. L'ansia disturba e riduce il rendimento scola-stico

Il livello d'ansia provoca una eccessiva attenzione verso sestessi, i propri problemi, le proprie preoccupazioni o le pro-prie paure.

Tale eccessiva attenzione verso se stessi, detta"iper-rifles-sione", focalizzata sul dilemma"riuscird o fallirb?", provoca

COME AFFRONTARE E SUPERARE L'ANSIA SCOLASTICA

una dispersione della concentrazione, che viene deviata dalcompito e tndinzzata sulle eventuali conseguenze di successoo insuccesso ("Cosa mi succederd se fallird? Cosa penseran-no gli altri di me? Mi crederanno un imbecille. Mi sento unincapace. Questo dannato esame mi fa impauire").In tal con-testo, il rendimento diventa molto basso e la probabilita dierrore o insuccesso b molto alta (vedi tavola n. 86).

3. Le manifestazioni dell'ansia

Le componenti dell'ansia sono di tre tipi (vedi tavola n. 87):

cor/tuluEar/ G//'4//9A

9EAJAZo,u/F7s/olb6lc(e €Deltonu€Dlrarcss€eF

-iloaA P€ltttAP€

AUTO S UALUTA?OAJ/- sopo up all/ 70

ONffiev -.-c

150

Tav. 87. Le componenti dell'ansia

l5t

Page 77: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

. sensazioni fisiologiche di malessere,

. aulosvalutazione,

. comportamenti infficienti,

Quali sono le sensazioni fisiologiche dell'ansia?

Facciamo una breve lista:

. tachicardia,

. iperventilazione,

. respiro affannoso,

. tensione muscolare,

. tremori,

voce tremante e soffocata,

sudore,

insonnia,

inappetenza,

incapocitd di c oncentraz.ione,

Tali sensazioni fisiologiche di malessere sono di solito ac-compagnate da autovalutazioni negative:

senso di impotenza ("Mi sento perduto e dispera-to" ),incapacitd di controllare le proprie reazioni emoti-ve ( " Mi sento in balia di queste mie schifose sensa-zioni" ),senso di fallimento e di frustrazione ("Sono un fal-Iito nella vita" ),paura per Ia brutta figura ed il giudizio degli altri("Non sopporto assolutamente che gli altri mi con-siderino un incapace!" ),

COME AFFRONTARE E SUPERARE L'ANSIA SCOLASTICA

previsioni catastrofiche ("Se va male, mi ammaa-zo" ) ,generalizzazioni negative ("Non mi va mai beneniente" ),convinzioni irrazionali ("Devo farcela assoluta-mente altrimenti non valgo nulla"; "Non posso sop-portare di avere un insLtccesso" ),antipatia verso la materia, il professore e la situa-zione scolastica ("8 una materia stupida e il pro-fessore i un cretino. ltt scuola d un luogo per an-nientare la personalitd! " ),attribuzione della colpa a se stessi ("Non capisconiente", "Non ho studiato a sfficienza"),

attribuzione della colpa agli altri ( " Quel professorei un sadico aguzzino e ce I'ha con me").

Alcuni comportamenti inefficienti sono:

. non riuscire a concentrarsi,

. perdere tempo guardando il compito senza riuscirea scrivere una parola,

. fare cose irrilevanti (guardare il sffitto ofuori dal-la finestra).

Le sensazioni di malessere fisico, le autosvalutazioni psi-cologiche e i comportamenti inefficienti impediscono la con-centrazione sul compito o sulla domanda dell'insegnante, e,pertanto, il risultato sarh scadente ed inferiore alla effettivapreparazione dello studente.

1

I

I

a

a

a

a

a

4. Suggerimenti per affrontare I'ansia scolastica

L'ansia scolastica pud essere affrontata inni sono i seguenti:

varl

r52 153

modi. Alcu-

Page 78: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

l'elaborazione di un valido metodo di studio,

la riattiva;ione dellu motivazione,

la cura e il rinforzo dell'autostima,

l'utilizzazione di strategie di rilassamento, di visua-lizzazione, di assertivitd e di autoistruzione.

La risposta allo stress dipende prevalentemente sia dallavalutazione dello stress che e delle risorse personali. Attraver-so la valutazione cognitiva positiva o negativa, lo stress pudessere inteso o come "stimolante sfida" oppure come "deva-stante catastrofe". Attraverso la valutazione positiva o negati-va delle proprie risorse emergerd una immagine positiva di sd("Sono un ragazzo in gamba", o negativa "Sono un .fallito")(vedi tavola n. 88).

Per affrontare lo stress e l'ansia scolastica si deve interve-nire a vari livelli: a livello fisiologico con il rilassamento, alivello emotivo con il dialogo interno di incoraggiamento e a

Tav. 88. Come affrontare lo stre.ss e l'onsict scolastica.

COME AFFRONTARE E SUPERARE L'ANSIA SCOLASTICA

uALurAztqIrE Sreesj

Tav. 89. In valutazione dello stess e delle risorse.

livello cognitivo migliorando i propri metodi e strategie nellasoluzione di un problema (vedi tavola n. 89).

ln questo capitolo ci focalizzeremo solo sui metodi di rilas-samento, sulle visuabzzazioni positive sull'assertivith e sul-I'autoistruzione. Gli altri temi sono trattati in altri capitoli.

4.1. Strategie di rilassamento

La tecnica di rilassamento pii conosciuta, nel mondo occi-dentale, d il Training Autogeno. Si tratta di una tecnica scien-tificamente valida, semplice ed efficace. Essa pud essere facil-mente integrata con altre forme di rilassamento come, adesempio, la desensibilizzazione sistematica, il biofeedback, lameditazione, lo yoga.

Lo scopo delle tecniche di rilassamento d quello di inibireI'ansia con un comportamento contrario all'ansia, ciod con ilrilassamento muscolare.

Ii

I

i

f

I!

I

//a€uoF6tO(4tco

- ,?

AFFPoPTAAe10 va€ts(/APJ/A

@ 16T& frzt?tsotU€eE/ PQoetart

/./tE/taqp/nt/o

t54 155

Page 79: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

Il comportamento ansioso si accompagna, generalmente, aduna eccessiva ed inopportuna tensione muscolare. Riducendotale tensione muscolare, si riduce il livello d'ansia, se non cisono gravi conflitti nella personaliti dello studente.

Quando si impara a percepire il grado di tensione dei pro-pri muscoli. si sviluppa una sensibilith verso il proprio corpo,che suggerisce quando e come rilassarsi.

Talvolta, d opportuno praticare il rilassamento muscolareed emotivo, dopo aver scaricato la tensione del corpo, attra-verso il movimento, facendo un po' di ginnastica o un po' dicorsa. E conveniente prima scariiarsi della tensione e poi ri-lassarsi: prima svuotarsi delle tensioni negative e, dopo, riem-pirsi di sensazioni posit ive.

Il rilassamento permette di:

. smaltire la fatica e lo stress,

. recuperare il proprio respiro naturale e spontaneo,

. distendere le tensioni muscolari.

. acquietare l'ansia,

. avviare un dialogo interiore di chiarfficazione (del-le proprie ansie, paure) e di incoraggiamento (ela-borando soluzioni pratiche e razionali),

. chiarire i conflitti ("Vorrei studiare, ma anche di-vertirmi", "Non voglio studiare, ma non voglionemmeno andare a lavorare"),

. uisualizzgre cen calma Ie situctzioni temute,

. ristabilire l'fficienza della propria concentraTione,

. focalizzare I'attenzione sul compito e resistere alleinte rfe re nze o alle info rmazioni i rrilev ant i,

. ricorrere all'ironia e all'umorismo.

COME AFFRONTARE E SUPERARE L'ANSIA SCOLASTICA

Il rilassamento pud essere accompagnato da visualizzazio-ni positive e da un dialogo interiore di autoistruzioni positive.

4.2. Visualizzazioni positive

Le visualizzazioni positive sono il linguaggio con il qualepossiamo parlare a noi stessi. Esse sono molto vivide, quandosiamo in uno stato di rilassamento muscolare ed emotivo (veditavola n. 90).

Alcune visualizzazioni positive sono le seguenti:

. immaginare di avere successo durante l'esame;

. immaginare le domande dei professori e le proprierisposte migliori;

. immaginare le reazioni emotive positive degli esa-ntinatori:

. immaginare la propria soddisfaTione;

. immaginare le congratulazioni dei propri amici edelle persone care,

Irtv. 90. Le visualizzazioni positive per superare l'ansia scolasticcr

1+ *++\/T- r r +\f+r l+

A*-snr- *9

P/L A t56576:1t c<s

TIII

156 157

Page 80: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

I

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

Se, invece, i propri insegnanti incutono paura, d utile im-maginarli ptqW-lj*pi.ccoli sul p_a_lpo della propla mano e gode-re di questa inversione di importanza; talvolta, d convenienteimmaginarli in situazioni ridicole o comiche, per sentirsi piDliberi dall'ansia. Se alcuni insegnanti sono soliti maltrattarepsicologicamente gli studenti, oltre che a denunciare pubbli-camente i comportamenti scorretti, si pub scaricare la propriarabbia contro di loro (se d una forma di antipatia personale),immaginando mentalmente di faregpoxs con loro e di vince-re. Si tratta di una forma di liberazione emotiva di tipo psico-logico o catarsi.

Si pud visualizzare una inversione di ruoli; immaginandodi sottoporre ad esame i propri professori facendo loro doman-de difficili e "cattive".

4.3. Assertiviti

Inoltre, si possono adottare tecniche di assertivitir, per esse-re capaci, nelle interrogazioni orali, di esprimere le proprieopinioni in maniera chiara, efficace ed espressiva. Tali tecni-che sono molto utili per persone che presentano un comporta-mento timoroso, timido, insicuro. Ad esempio, ad uno studen-te timido si pud insegnare ad esprimere le proprie opinioni conun tono di vo.ce_piD a-lto ed un volume di voce piD forte, oppu-re introducendo ogni frase con I'espressione;"Io penso.'.","1odesidero proporie..." accentuando la forza e I'espressivitd diquell' "Io penso...", "fo desidero proporre...".

Tali tecniche migliorano la consapevolezza del linguaggionon-verbale, modificano il nostro modo di parlare, la nostravoce, il nostro modo di chiedere, la nostra postura, in modo dadare alle nostre idee una espressivitd piD diretta ed efficace.

COME AFFRONTARE E SUPERARE L'ANSIA SCOLASTICA

4.4. Tecnica dell'autoistruzione

Attraverso la tecnica dell'autoistruzione, uno studente pudincoraggiarsi, darsi sostegno, autocontrollarsi, automotivarsi.

Pub diventare consapevole del proprio disagio interiore,claborare strategie psicologiche per rafforzare I'autostima estrategie cognitive per affrontare meglio i compiti scolastici.Pud agire sulla propria motivazione, per far scaturire nuoverisorse e nuovi entusiasmi. Pud concentrarsi piir facilmente sulcompito, controllando l'attenzione, per evitare che essa deviidal compito e si rivolga a considerazioni catastrofiche.

E utile elaborare delle autoistruzioni incoraggianti, checonfutino le nostre convinzioni catastrofiche.

Un esempio della tecnica dell'autoistruzione, pud essere ilseguente:

"Non d detto che se non supero questa interrogaTione (ocsame) sono necessariamente uno scemo. Posso utilizzarequesto insuccesso, per confrontarmi con il mio livello di pre-lturazione. Forse non ho studiato sfficientemente. Sentivo ditron aver capito molti passaggi di questa procedura. Mi senti-vo insicuro e anche sfiduciato nelle mie capacitd di compren-.sione. Inoltre, questa materia mi i antipatica, perchd mi man-cuno le basi e, pertanto, ogni volta che prendo in mano il li-bro, mi viene un senso di repulsione viscerale. Ma allora,lterchd non mi chiedo piuttosto: come posso co.lmare le mieluc'une? Potrei comprarmi libri supplementari, pii semplici.Potrei ricorrere a qualche strumento audiovisivo o a tecnichedi istruzione programmata. Potrei chiedere a questo mio ami-co di aiutarmi in questo settore. Se faccio cosi, le mie ideeftfiastrofiche svaniscono ed emerge una immagine di me stes-so coraggiosa e fiduciosa. Devo continuare a parlarmi innrctdo positivo, incoraggiandomi. Bene, quale d la prima cosache posso fare? Devo ricordarmi di affrontare la preparazio-

I

158 159

Page 81: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

ne in modo sistematico. Bene, adesso sono contento di me,perchd sono riuscito ad emergere da quei pensieri debilitanti'Ho riacquistato fiducia. Bravo."

In conclusione, il problema dell'ansia pud essere affrontatoe superato efficacemente con un buon metodo di studio, constratbgie di rilassamento psicofisico, con vrsualizzazioni posi-tive e con la tecnica dell'assertivitd e con la tecnica dell'autoi-struzione.

Il prossimo capitolo offre dei suggerimenti pii dettagliatiper affrontare e superare I'ansia degli esami.

12 Come affrontare e superarela paura degli esami

Gli esami sono inevitabili. Ma pud essere evitata la paura oI'ansia degli esami, se si impara il modo migliore per affron-tarl i .

Gli esami possono diventare una opportuniD di autoeduca-:.ione, se diventano l'occasione di una verifica oggettiva delproprio impegno e della propria preparazione.

Talvolta, di fronte alla difficolti e allo stress, che gli esamicomportano, verrebbe la voglia di abolirli, per evitare il sensodi frustrazione e di minaccia all'autostima. Si tratta di un mec-canismo di difesa psicologica che consiste nel voler annullarecid che fa soffrire; b comprensibile, ma sarebbe meglio impa-rare il modo migliore per affrontare e superare la paura deglicsami.

l. Il panico degli esami

Talvolta il panico degli esami pub spingere uno studente apensare e ad esprimersi nel modo seguente: "Non voglio piitlhre gli esami. Non so niente. Mi andranno sicuramente male.Non ce la farb mai a superarli".

assorbire talmente la mente dipud

l6l160

Questa idea ossessiva

Page 82: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

uno studente da non permettergli di concentrarsi su niente dipositivo.

Anche se ha studiato ed ha un buon curricolo scolastico,egli sente che non ce la farh. Anche se i suoi insegnanti e isuoi compagni di classe gli ripetono che sicuramente supererhgli esami, egli b convinto che sard un insuccesso totale.

Essendo sconvolto da tale pensiero ossessivo, non riesce,di conseguenza, a concentrarsi e a studiare. Sente di non rie-scire a ricordare niente di cib che ha gid studiato, perch6 la suamente b assediata dall'idea che non ce la fard e da altre idee diautosvalutazione. Cid peggiora il suo stato d'animo, si sentein colpa e conclude inesorabilmente che non supererh mai gliesami.

Come si pud spiegare questo comportamento?

Una spiegazione pud essere la seguente: lo studente perce-pisce I'esame come una situazione molto pericolosa, che mi-naccia la sua autostima. Tale considerazione negativa dell'esa-me, innesca in lui una serie di paure, radicate nella scarsa fi-ducia in se stesso.

Cosa si pud fare in questi casi?

Alcune indicazioni possono essere le seguenti:

. Accettare le proprie paure come un segnale ed unmessaggio della situazione di angoscia e di panicoche si sta vivendo. Esse descrivono il tono emotivocon cui si sta affrontando una situazione.

. Rtflettere sul fano che le paure nascono dalla pro-pria "parte bambina", che i spaventata, e che lapropria "parte adulta", che ragiona, invece, con i datidi fatto, pud prendersi cura della "parte bambina",consolarla ed incoraggiarla (vedi tavola n.9l).

COME AFFRONTARE E SUPERARE LA PAURA DEGLI ESAMI

. Elaborare una tabella di confronto tra le paureespresse dalla parte bambina e i dati di fatto rac-colti dalla parte adulta: "Ho paura di questo. D'al-tra parte, i dati difatto sono questi: Ho studiato. Misono impegnato. I voti indicano che possiedo unadiscreta preparazione. i vero, non so tutto alla perk-zione. Ma mi so orientare in molti settori di studio".

PARTE ADULTAcH€ /acopalQ/a

UALDP(274PArvtFta4-ze tV20/()

8Ar/8/,u4d sc*.a€6rzra

- aop c€ 4 nd20'//A /A ,fuPereal?€ QU€S./ilA/FOtrT/ €SAnt /

DO

& D4SeZca D/ cauF,eo/Uzo

/€ f/f P4upe,fotlo:

4.

Z

3

IroaSo lt/etulc

p4p7€ Ao,tr7

/ oA7/ D/FATZo .tauo:

. //oA6r?EAA4.- Et ' '

fuv.9l. Dialogo interrc tra la parte adulta e lct parte bambina.

162 163

Page 83: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

A questo punto, d opportuno analizzare dettagliatamenteuna lista di suggerimenti per affrontare gli esami.

2. Suggerimenti per affrontare un esame

Una lista di suggerimenti per affrontare la paura degli esa-mi potrebbe comprendere i seguenti consigli:

2.1. Valorizzare gli esami

E importante riuscire avaloizzare o scoprire alcuni aspettipositivi degli esami, ad esempio, I'autocompetizione e la veri-fica di se stessi :

"Gli esami sono un modo per valutare le mie abilitir. Nonsono un modo per distruggere la mia personalitd. Nessuno micondannerd. Essi sono una occasione per verificare la forzadella mia personalitd e la soliditd della mia preparazione."

2.2. Conoscere cib che gli esami esaminano

E necessario sapere con precisione che tipo di esame sidovrlr sostenere e cosa si aspettano gli insegnanti ("Quali sonoIe loro modalitd di interrogare e quali sono i loro criteri divalutazione?"). E necessario conoscere accuratamente i confi-ni della materia di esame ("Sard interrogato da qui fin qua").Se tali confini sono chiari, si ha una migliore sensazione dicontrollo della situazione ed una minore ansia ("Sard esami-nato soltanto su questo e su quest'altro argomento. Come i lapreparazione in questi due settori? In questo settore mi sentopiil sicuro, in quest'altro mi sento incerro."). Cib che si cono-sce fa meno paura di cid che non si conosce ("Non so cosa michiederanno. Mi sento di non sapere niente.").

COME AFFRONTARE E SUPERARE LA PAURA DECLI ESAMI

2.3. Visualizzarsi positivamente

E opportuno ricorrere ad autoistruzioni, ad autosuggestionie a visualizzazioni positive, per incoraggiarsi. Si pub visualiz-zare la felice conclusione dell'esame e godere di questa im-magine positiva.

Se cid non b sufficiente e I'ansia persiste, b utile, in tal caso,rimanendo sempre in stato di rilassamento, immaginare vivi-damente le cose peggiori che potrebbero capitare, le conse-guenze catastrofiche. Si immagini, ad esempio, di essere boc-ciato e di subire tutte le conseguenze negative di questo even-to. Si dedichi"volontariamente" del tempo ad immaginare neldettaglio tali conseguenze negative. In questo modo, d possi-bile guardare in faccia le proprie paure e cib offre il vantaggiodi scoprirne la valenza emotiva e di esercitare il controllo ra-zionale. Dopo tale intervento paradossale, di solito, ci si sentesollevati.

E utile, inoltre, familiarizzarsi positivamente con il luogodi esame e con i propri esaminatori, prevedere le domande diesame ed autointerrogarsi; fare delle prove mentali di esame;esaminarsi facendosi delle domande difficili o domande "tra-bocchetto".

2.4. Studiare in modo attivo

E essenziale studiare in modo attivo, rielaborando le infor-lnazioni.

Alcuni suggerimenti per rielaborare le informazioni sono iseguenti: sottolineare, prendere appunti, schematizzare, co-struire tabelle sinottiche, preparare liste di definizioni sinteti-che, elaborare domande e risposte brevi e precise.

Ad esempio, trasformare l0 pagine del libro di testo in uno

165r64

Page 84: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

CUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

schema, o in una immagine, o in un simbolo, significa rielabo-rare personalmente le informazioni. Tale rielaborazione per-sonale facilita I'apprendimento e la memoria. E pin facile ri-cordare uno schema grafico fatto da noi stessi, o un acrosticoinventato da noi stessi, che non ricordare una serie di paginedi un libro di testo.

La rielaborazione fa diventare sisnificativo tutto cid che sideve studiare.

La rielaborazione personalizza lo studio.

2.5. Programmare il tempo di studio

E necessario pianificare accuratamente il proprio tempo distudio, per evitare che manchi il tempo necessario per studiaretutto il programma.

E necqssario studiare con molto anticipo, rispetto alla datadell'esame, e dedicare I'ultima settimana solo al ripasso. Cidcomporta una programmazione accurata del tempo da dedica-re al ripasso. Il ripasso serve, infatti, per riattivare rapidamen-te le informazioni gid memorizzate.

2.6. Distinguere i contenuti facili e difficili

E utile distinguere i contenuti dell'esame in argomenti fa-cili ed in argomenti difficili (vedi tavola n.92). Per far cid bnecessario segnare per ogni paragrafo il grado di difficolth:

"Questo paragrafo lo so molto bene. Quest'altro lo trovomolto dfficile da comprendere. Quest'altro l'ho compreso,ma mi i dfficile rievocarlo con rapiditd."

In tal modo, si adotta un criterio molto preciso per saperecosa si deve studiare di piD e cosa si deve studiare di meno

COME AFFRONTARE E SUPERARE LA PAURA DEGLI ESAMI

'litv. 92. Studiare e ripassare

(Questo lo so. Questo non lo so. Devo studiare quello che so.Ma i sfficiente ripassare quello che so gid").Infatti, non tut-ti gli argomenti sono ugualmente difficili. Alcuni sono facili,altri interessanti, altri difficili ed altri astratti. In questo modo,si riduce la quantitd di cid che deve essere studiato: non sideve studiare, infatti, tutto il programma, ma solo quelle partiche ancora non sono state memoizzate.

D/s77r/4u1r€e

,cotA/

'ruh/ap€ /

,/ .----.5/l/ ' l

\Y\ . \

\ ------------7\(o5AR/passap€

lllII

soltotto&NE

So &Et{T

, 3O Seuttn

t :: kOkfO: .: :

F/Passaet

I rraouee

F = F/PAS|A6

D = SruD/Aee

f = FAqte

[ = Nraat6

e. I r

1a- - t t rL-:

T.Ll l

-4 -

t \ - _-9' =:

FlF.? F

166 161

Page 85: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

I{GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

A questo proposito, un suggerimento tecnico pratico pudessere quello di segnare a matita a fianco di ogni paragrafo ilgrado di difficoltd nel modo seguente:

F+ =facile, F++ = abbastanzafacile, F+++ - moltofa-cile, D- = diffi.cile, D- - abbastanza dfficile, D- - moltodfficile.

Quando si migliorerd la padronanza di ogni singolo para-grafo, si potrd modificare tale segnaletica, cambiandola danegativa a positiva.

2.7. Organizzare le informazioni in domande e risposte

Oltre agli schemi e alle mappe, b utile organizzare i conte-nuti dell'esame in domande e risposte, brevi ed essenziali.Tale tecnica di studio serve per rielaborare personalmente leinformazioni, in base al criterio della brevitd e precisione. Essanon si adatta a tutte le materie, ma, in genere, b molto utile,perch6 semplifica i contenuti da apprendere e facilita la me-morizzazione e la revisione prima degli esami.

2.8. Combinare il ripasso dall'alto e il ripasso dal basso

E necessario combinare i due tipi di ripasso: quello globale("dall'alto") tramite appunti, schemi, immagini, simboli emappe personalizzate e quello dettagliato e analitico ("dalbasso"), fatto sul libro d'esame, per essere fedeli al testo edevitare I'ipersemplificazione dei contenuti (vedi tavola n. 93).

2.9. Combinare il ripasso veloce con quello lento

E utile combinare la ripetizione veloce (sfogliando rapida-mente il proprio quaderno di appunti o il proprio libro di testo

COME AFFRONTARE E SUPERARE LA PAURA DEGLI ESAMI

opportunamente sottolineato o evidenziato) per memorizzareschemi concettuali, mappe cognitive, quadri figurativi e paro-le chiave, con la ripetizione lenta, che facilita la riflessione, icollegamenti e le espansioni concettuali, oltre che la fedeltd aidati.

2.10. Ripassare frequentemente e sistematicamente

E essenziale ripassare frequentemente e sistematicamente.Si ripassi rielaborando in modo attivo e creativo gli argomen-ti, per evitare il ripasso meccanico, che d improduttivo e noioso.

2.11. Automonitorarsi passo per passo

E opportuno usare I'automonitoraggio ("Questo lo so! Quisono incerto! Questo non lo ricordo bene!"), per autovalutarecostantemente, passo per passo, i risultati e il metodo di studio.

l4//ALTa

R/PAsso

A4lSasso

TE'T o--

--:

-

w6i-

--a--

Tav. 93. Combinare il ripasso dall'alto col ripasso dal basso.

r68 t69

Page 86: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

2.12. Riposare

E necessario riposare e rispettare il ritmo veglia-riposo. Eutile evitare le nottatacce sui libri e le levatacce mattutine. Lafrequente deprivazione del sonno produce sintomi seri, quali:l'irritabilid, l'intontimento, il rallentamento dei riflessi e, tal-volta, la paranoia. Dopo alcune notti passate sui libri, general-mente si d inefficienti e spenti durante il giorno.

In altri termini, bisogna evitare di studiare troppo.

E opportuno, inoltre, dedicare il giorno prima dell'esame alrilassamento, alle visualizzazioni positive e all'autoincoras-giamento.

Talvolta, b utile uscire la sera prima dell'esame (ad esem-pio, per vedere un film), per creare un opportuno stacco mentale.

2.13. Curare la stabiliti emotiva

E necessario curare la propria stabilitd emotiva, utilizzandoadeguate strategie di rilassamento e visualizzazioni positive.

Si conservi i l senso dell ' i ronia e dell 'umorismo.

Si affronti I'esame con la coscienza di aver studiato:

"Ho studiato. Mi sono impegnato. Se andrd bene, sard bel-lissimo. Se non andrd bene, posso conservare uno stato d'ani-mo tranquillo, perchd sono sicuro di aver studiato con il mas-simo impegno. Comunque, se andrd male, sard opportuno ri-vedere il mio metodo di studio".

Si ricordi che un segno di paura o di instabilitd emotivapotrebbe essere interpretato dagli insegnanti come segno diimpreparazione.

Talvolta, a livello razionale si d convinti di aver studiato,

COME AFFRONTARE E SUPERARE LA PAURA DEGLI ESAMI

ma a livello emotivo si ha ugualmente paura, una paura irra-zionale ed immotivata, che nasce dalla"parte bambina" di noistessi. Questa parte bambina va capita, consolata ed incorag-giata con la "parte adulta" della propria personalitd, che bsaldamente ancorata a dati oggettivi (vedi tavola n. 9l).

Fare un esame d come partecipare ad una competizionesportiva. E necessario essere ben allenati, ma anche tranquilli,per riuscire a dare il meglio di s6.

2. 13.1. Prendere sedativi?

"E utile prendere sedativi, se si i ansiosi, in vista degliesami?"

La mia risposta d no.

Perch6 i sedativi, da un lato, calmano l'ansia, ma, dall'al-tro, rallentano i riflessi e annebbiano la mente. E meglio, per-cid, sedare I'ansia, parlando delle proprie paure ed angoscecon qualche persona amica o con uno psicologo, oppure dedi-cando del tempo al riposo, allo svago, al movimento e al rilas-samento psicofisico.

Se, perb, si b in preda al panico, b opportuno ricorrere almedico per la prescrizione di adeguati psicofarmaci.

2.13.2. L'ansia del ginrno dell'esame

Il giorno dell'esame ci si sveglia presto dopo una notte al-quanto inquieta. Si continua a rimanere tesi ed ansiosi.

Talvolta. si ha la sensazione di essere in uno stato di tran-c'e: si ha in mente solo I'esame e tutta la concentrazione b fo-calizzata su di esso e il resto passa sullo sfondo. Ad esempio,d difficile pensare ad altro per distrarsi, perch6 la mente con-t inua a stare sui l ibri .

Ifl

flrl

t l l170

Page 87: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

2.13.3. Distinguere tra tensione normale ed ansia eccessiva

Bisogna distinguere tra tensione normale e tensione ecces-siva.

E inevitabile che un esame crei tensione e nervosismo. Epur sempre una prova: si dovrd dimostrare agli altri di esserepreparati e competenti in uno specifico settore di studio.

Un grado moderato di tensione pud essere considerato po-sitivamente, perch6 aumenta I'attenzione, la vigilanza, l' attt-vazione.

"Devo stare molto attento. Devo ricordarmi questo concet-to. Devo fare attenzione a questa idea. Devo ricordarmi difare un collegamento tra questo argomento e quest'altro.Devo concentrarmi per non dimenticare queste informazioni.Questo concetto non me lo ricordo: i meglio che Io ripassi olo memorizzi meglio. E se l'insegnante mi domandasse pro-prio quel concetto che non ho bene afferrato, o che io ho con-siderato secondario, cosa farb? Forse i bene che lo vada arivedere".

Un grado eccessivo di tensione comporta sensazioni moltospiacevoli: mal di testa, nausee, impallidimenti, instabilitdemotiva e, talvolta, confusione mentale. [n queste condizioni,l'esame d sentito come una tortura e una minaccia.

2.13.4. Effettifisiologici, emotivi e cognitivi della paura de-gli esami

La paura dell'esame pud essere avvertita attraverso quattrogruppi di segnali:

. sensazioni fisiologiche di malessere,

. sensazioni emotive di paura,

COME AFFRONTARE E SUPERARE LA PAURA DEGLI ESAMI

. comportamenti infficienti,

. autosvalutazioni.

Tra le sensazioni fisiologiche ricordiamo le seguenti:

. mani fredde e, nello stesso tempo, sudate,

. respiro corto, sensazione che manchi I'aria,

. nodo in gola,

. tensione psicomotoria con bisogno di muoversi,

. alternanza tra una sensazione di pesantezza ed unadi leggerezz,a,

. bocca secca,

. sensazioni di nausea,

. contrazioni allo stomaco,

. voce esile, bassa, incrinata dall'ansia.

Tra le sensazioni emotive possiamo ricordare:

. la paura di non farcela,

. Ia paura di fare una brutta figura,

. la paura di non ricordare niente.

Fra i comportamenti inefficienti possiamo ricordare i se-guenti:

. diminuzione della capacitd di concentrazione su uncompito,

. lapsus,

. "qui pro quo", cio? delle espressioni che non corri-spondano a quello che si sta pensando,

. un'alta frequenZa di intercalazioni: "ehe! ehe!",

III

172 173

Page 88: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

"cioD... cioi", "praticamente... ehe!... praticamen-te...", " in altr i termini.. . cioi. . . ehe!".

Solitamente tali sensazioni di malessere e di paura sonoaccompagnate da pensieri di autosvalutazione, focalizzati suimmagini di insuccesso e di fallimento.

. "Non mi va bene niente."

. "Sotto un incapace."

. "E tuttu colpa mia."

Per queste ragioni, I'ansia riduce notevolmente la qualitddella prestazione, anche quando un esame E stato preparatoaccuratamente.

E utile soffermarsi, a questo punto, sulla deviazione dellaconcentrazione, prodotta dall' ansia.

2.13.5. L'ansia devia I'attenzione dal compito

L'ansia devia I'attenzione dal compito o dalla domandadell'esaminatore e la convoglia su di sd e sulle proprie sensa-zioni negative (vedi tavola n.94).

Se uno studente, mentre sta sostenendo I'esame, si blocca,pud avvertire una deviazione della propria attenzione verso ilsuo vissuto interiore negativo, intessuto di frasi analoghe alleseguenti:

"L'esame non mi sta andando bene. Vedrai che non ce lafard. Sono unfallito. Mi capita sempre cosi. E inutile che stiaquL Guarda che bruttafigura sto facendo. Sono un vero "schi-fo". Era meglio se non l'avessi mai fatto questo maledettoesame."

Questi pensieri negativi di autosvalutazione distolgono I'at-

t74 t75

COME AFFRONTARE E SUPERARE LA PAURA DECLI ESAMI

AUsta

Tav. 94. L'ansia devia I'attenzione dal comDito.

tenzione dalla domanda che I'insegnante ha posto, perch6 tut-ta I'attenzione dello studente viene indirizzata su se stesso.

In tale situazione di "iper-riflessione" su di s6, E naturaleche lo studente non comprenda pii le domande fatte dall'inse-gnante: d troppo concentrato su vissuti interiori negativi ed dincapace di incanalare la propria attenzione sul compito daeseguire. Anche se l'insegnante dird: "Le.faccio un'altra do-manda",lo studente, che d rivolto tutto verso di s6, non forni-rd sufficiente attenzione per capirla e pud accadere che nuova-mente si senta confuso e che alla fine rinunci all'esame.

2.14. Curare la propria immagine

E opportuno curare la propria immagine, Il proprio look.Un abbigliamento trasandato o un abbigliamento sofisticato otroppo accurato d un messaggio interpersonale, che pud crearedelle interferenze con Tl "ruolo di studente", che si deve gio-care in questa circostanza.

Page 89: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

Curare la propria immagine significa essere consapevolidei messaggi inviati dalla propria postura, abbigliamento, tonodi voce, mimica espressiva.

2.15. Prendersi cura della memoria

Gli esami richiedono una buona memoria.

Si chiede allo studente di ricordare cid che ha appreso, diapplicare delle abilitb nelle quali si d allenato (fare un tema,risolvere un problema, parlare in una lingua straniera), oppurescegliere I'alternativa giusta in un test a risposta multipla. Persvolgere questi compiti, b necessario affidarsi alla propriamemoria.

E necessario, percib, prendersi cura della propria memoria,tenendo conto delle leggi della memoria ed adottando adegua-te strategie di memorizzazione e di recupero delle informazio-ni. Prendersi cura della propria memoria significa curare lapropria preparazione remota, fatta giorno per giorno, deposi-tando nella memoria a lungo termine le informazioni ordinatesecondo opportune categorie, mappe tematiche e "scaffalatu-re mentali".

E consigliabile studiare e memorizzare, inoltre, qualcheargomento in modo molto approfondito, da usare come ultimariserva, se per caso I'esame si mette male. Ma se l'esame simette proprio male, d opportuna una resa onorevole e ritirarsicon digniti ed in modo assertivo.

2.16. Avere fiducia nella preparazione remota

Poco prima di sostenere un esame b molto probabile che siavvertano sensazioni di vuoto mentale e che si pensi nel modoseguente: "Non mi ricordo assolutamente nulla. Il mio cervel-lo b come una pagina bianca. E bloccato". Di fronte a tali

r76 177

lretopa A4^uplo rePftrtt6f&Ht%4toqr? pptn

Ono 7tzmt t t - ]/'l/7€Bfu4AAo//€

COME AFFRONTARE E SUPERARE LA PAURA DEGLI ESAMI

Tav. 95. Fiducia nella preparazione remota depositata nella memoria alungo termine.

sensazioni negative, bisogna evitare I'invasione dell'ansia, chedipingerebbe queste sensazioni in maniera fbsca e catastrofica.

Il fatto di non ricordare non significa non sapere.

Significa solo che, in questo particolare momento, le infor-mazioni, che si sanno e che sono depositate nella memoria alungo termine (nella nostra "biblioteca mentale"), non sonopresenti nella memoria a breve termine (vedi tavola n. 95).

In realtd, tutti noi sappiamo molte piir cose di quelle chesono attualmente presenti nella nostra memoria a breve termi-ne. Sappiamo, ad esempio, una lingua straniera, anche se inquesto momento non la stiamo parlando, m4 se E richiestodalle circostanze, possiamo parlarla con facilith, richiamandotale abilitir dalla memoria a lungo termine.

Per questa ragione, b necessario aver fiducia nella prepara-zione remota, organizzata o depositata nella memoria a lungotermine.

Page 90: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

La fiducia nella preparazione remota avrd I'effetto di dimi-nuire I' ansia dell'esame.

Potremo dire a noi stessi:

"Ho studiato bene, ho ben memorizzato cid che ho studia-to: dunque, posso stare tranquillo, anche se adesso, primadell'esame, sto avvertendo la sensazione di non ricordare piilniente. So di aver studiato: di questo sono certo".

La fiducia nella preparazione remota permette di recupera-re facilmente le informazioni, appena sard posta la prima do-manda dall' esaminatore.

La preparazione fatta giorno per giorno, gradualmente, inmodo organizzato e con metodo, non tradisce. Invece, la pre-parazione fatta all'ultimo momento, in modo frettoloso e su-perficiale, pud provocare, con un'alta probabilith, dei vuoti dimemoria.

2.17. Non sovraffollare la memoria a breve termine

Proseguiamo con un'altra osservazione sulla preparazioneremota.

Molti studenti, prima dell'esame, pretendono di ricordaretutto quello che hanno studiato nei mesi precedenti ed averlotutto pronto nella memoria a breve termine. Ma cid d impossi-bile.

E impossibile, infatti, riuscire a ricordare in mezz'ora tuttigli argomenti studiati per mesi. La memoria a breve termine dun magazzino molto piccolo e pud contenere poche informa-zioni per volta (vedi tavola n. 95). Al massimo si possono ri-cordare solo delle parole chiave o degli schemi molto generalidi cid che si b studiato.

COMI] AFFRONTARE E SUPERARE LA PAURA DEGLI ESAMI

Quindi. non d possibile ricordare tutto e subito.

Questo dato di fatto deve essere accettato.

Invece, molti studenti lo interpretano come un segno diimpreparazione e reagiscono ad esso con ansia. per evitarecid, d necessario avere fiducia nella preparazione remota. Essaci permette di rimanere tranquilli, anche se, prima degli esa-mi, si prova la spiacevole sensazione di non ricordare niente,pur essendo consapevoli di aver studiato molto e bene.

Si eviti, dunque, di sovraffollare la memoria a breve termi-ne. Essa b un luogo di passaggio delle informazioni e non deveessere ostruito. Le informazioni transitano tra due luoghi,quello del mondo esterno e quello del mondo interno. Dalmondo esterno giungono le richieste del compito o dell'esa-minatore. Dal mondo interno arrivano le risposte, provenientidalla memoria a lungo termine o "biblioteca mentale". E comese nella memoria a breve termine ci fosse un "bibliotecario"che, di fronte alle richieste della clientela, va e viene dallabiblioteca con i libri richiesti. Se il luogo della memoria a bre-ve termine d sovraffollato, sovraccarico di richieste, si rischiala paralisi e la confusione.

Per evitare cib, si possono adottare le tecniche di distensio-ne psicofisica e il dialogo interiore per rinnovare la fiducianella proprra preparazione remota.

Soffermiamoci ancora sul tema dei vuoti mentali.

2.18. Come affrontare eventuali blocchi o vuoti mentali

Un blocco mentale si verifica in situazioni di agitazione edi panico; in tal caso, si immaginano difficolth insormontabilie si tende ad anticipare mentalmente, in maniera catastrofica,I ' insuccesso dell 'esame.

178

I

t79

Page 91: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

E necessario accettare il fatto che accadano dei vuoti men-tali quando si d molto tesi o ansiosi. Quando si verificano, lamente d totalmente assorbita dalle sensazioni di malessere e dipanico. L'esame passa sullo sfondo, mentre in primo piano siimpongono con prepotenzale sensazioni e le convinzioni ne-gative, attivate dall'ansia. Tali pensieri negativi e tali sensa-zioni di malessere determinano un sovraccarico mentale cheblocca il flusso dell'attenzione verso il compito da eseguire.Viene ostacolato I'accesso alla memoria a lungo termine (alla"biblioteca mentale") e sembra di non ricordare assolutamenteniente.

Come affrontare i blocchi e i vuoti mentali?

Di fronte ad un vuoto mentale, d sufficiente "parlarsi concalma e fiducia", incoraggiarsi, approfondire il respiro, muo-versi, fare dei brevi esercizi di rilassamento, allontanare lamente dalla situazione presente ed orientarla verso altri pen-sieri o ricordi piacevoli, rinnovare la fiducia nelle proprie ca-pacitd e nella preparazione remota. Se uno studente sard capa-ce di riportare la calma dentro di s6, sard in grado di padro-neggiare nuovamente il flusso dei pensieri e di riaccedere allamemoria a lungo termine.

3. Inizio dell'esame

Quando sta per cominciare il proprio esame orale, solita-mente, si avverte un battito cardiaco molto forte ed accelerato.Si verifica una ansia di attesa e si vivono alcuni momentimolto simili al livello di trance. Si attende la prima domandadell'insegnante, per potersi concentrare e convogliare la pro-pria attenzione su di un oggetto specifico.

Se la prima domanda riesce ad agganciare risposte adegua-te e pertinenti, allora si supera facilmente l'ansia del primoimpatto.

COME AFFRONTARE E SUPF,RARE LA PAURA DEGLI ESAMI

Se, al contrario, la prima domanda sembra difficile o in-comprensibile, d probabile che si verifichi un eccesso di ansia,che pud condurre al blocco o al vuoto mentale. Pertanto, persuperare questo momento di difficolth, d necessario riuscire aconvogliare la propria attenzione su tale domanda, usando tut-ta le rete delle proprie conoscenze, per riuscire a rispondereper altra via, ciod facendo collegamenti con quello che gihsappiamo.

3.1. Le domande d'esame

E utile saper prevedere i vari tipi di domande d'esame. Aquesto proposito, si possono elaborare delle liste di domandeed usarle per l 'autointerrogazione.

Solitamente le domande dell'esaminatore o di un compitosono introdotte o accompagnate dai seguenti verbi:

"Mi porli di... Mi illustri... Faccia un confronto tra la teo'ria di... e la teoria di... Definisca questo concetto... Quali sonole prove a fa,t,ore di questa tesi... Illustri alcuni esempi di que-sta teoria.,. Elenchi le conclusioni di questo esperimento... Mispieghi le cause di questo fenomeno... Riassuma Ie caratteri-stiche essenziali di questa corrente letteraria... Quale valuta-zione critica si pub fare di questo libro..."

E importante essere attenti alla richiesta che viene fattadall'esaminatore o dal compito. Spesso si va fuori tema perdisattenzione verso il tipo specifico di domanda che d stataposta.

Quanto al contenuto le domande di esame possono esseredi due tipi: o generali sulle teorie, principi e leggi, o specifi-che su dettagli e casi particolari.

Ci sard il professore che richiederi prevalentemente dellesintesi concettuali:

180 l8 l

Page 92: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

/ rI sPocn. \J

067rA4./ApAL/r/ct

7+s Hprl(ola.l

"Mi parli della rcoria dei riflessi condizionati di Pavlov e

delle sue ,on"fu'nle sutlla tioria associazionistica' Non si

perda nei Particolari'"

sarh il professore che esigerh solo dettagli particolareg-Ci

giati:

"Sia piti speciJico' Non si perda-in rcorie e visioni generali'

Mi dica, invece, q'it'iiipi''T*'"ri adottb Pavlov per indurre' la nevrosi sPerimentale'"

Talvolta puo accadere che uno stesso insegnante in un

momento richieda 'olo

tont"tti gcnerali ed in un altro mo-

ffiffihi"A^ n O"tt^gfi" ed un fatto particolare'

Come comportarsi con questi due tipi domande?

b quello di comprendere cosa un inse-

-"^u"l'Lt:il'.ffi "liJ#;:;i1."{'i::*",f};il;':::3

iretodologia aiaattica' "'^il""f"' sulla sua ideologia) e svt-

r82183

COME AFFRONTARE E SUPERARE LA PAURA DEGLI ESAMI

,upplelT*tl':i#,"iillii;lf :"n,:?'^niT,:rui1il"blli:Hil1'J,i",ili,ii;;;li*"*r.'" " t'uit u iu"di tavora n' q.l'

Prima di rispondere ad una domanda d'esame' b bene pre-

pu*," ..nr"' T"y#ifkk*T,"ji,: j' ;ffi; f ilJli iii?liif illi;Li if;n;;"i; ; e7) rn tar modo si evita didare rispos,. ,'"gut", che indicano superficialitd nella prepara-

z\one.

3.2. Elaborare percorsi concettuali alternativi di fronte a

domande difficili

Di f ronteadomandedif f ic i l ibut i ler icorrereal laprepara-zione remota, ed

"tJorur" dei percorsi concettuali alterna-

tivi, con i quali e collegare un argomento p-oc-o app-rs"fundito

con altri argomenti meglio c.onosciutr. Queiio putr essere fat-

to, se la preparazion" ':"*ota d stata accuratamente elaborata

a$raverso una fitta"rlte concettuale' Partendo da un punto qua-

lunque (concetto o tema), si possono raggiungere gli altri con-

)PCOPST€NlAc t

faP","ffii

Tav. 97. Elaborare percorsi mentali per rispondere efficacemente alle

Page 93: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

cetti, seguendo molte vie alternative, se esse sono state bentracciate durante la preparazione remota. Come frasi di allac-ciamento o di "deviazione stradale" si possono ililizzare leseguenti:

"Analizziamo qltesto concetto da un altro punto di vista.Allargando tale visione possiamo accennare a questi altriconcetti fondamentali. Le premesse di tale impostazione ciportano a considerare altre teorie".

In breve, si utilizzi tutto cid che si sa per giungere vicinoalle informazioni richieste del compito o dell'esaminatore.

3.3. Conoscere i criteri di valutazione

La conoscenza dei criteri di valutazione dei propri inse-gnanti riduce il livello d'ansia.

I criteri di valutazione sono molteplici e cambiano da uninsegnante al l 'altro. E molto importante che vengano esplici-tati.

i) apprezzabile che un insegnante dica:

"Valuterd il vostro tema in questo modo. Considererd que-ste variabili: l. Il contenuto, se i ricco o povero.2. La conse-quenzialitd delle vostre argomentazioni. 3. Il lessico, se i ap-propriato o impreciso. 4. La correttezza. 5. L'originalitit. Ilpunteggio per ognuna di queste variabili sard il seguente: 0 =insfficiente, I = sfficiente, 2 = buono, 3 = molto buono".

Analogamente, b bene conoscere i tipi di prove d'esame,che si dovrh sostenere: se sono le tradizionali prove di esame,o se sono prove oggettive, se sono prove del tipo Domanda eRisposta o prove centrate su un percorso di colloquio aperto.

COME AFFRONTARE E SUPERARE LA PAURA DEGLI ESAMI

3.4. Feedback interpersonale durante I'esame orale

Durante I'esame orale si instaura un feedbacft (retroazioneo informazione di ritorno) circolare tra esaminatore e studen-te. Cid che diri lo studente determinerh una reazione emotivanell'insegnante, positiva, negativa o indifferente, che determi-nerd una ulteriore reazione emotiva nello studente.

Tale circolariti della comunicazione si svolge sia al livelloverbale ("Va bene. Precisi meglio questo concetto!") che allivello non verbale (irrigidimento posturale, corruccio, voltopreoccupato, espressione di insofferenza o di antipatia, o at-teggiamento sereno, rilassato e piacevole).

In tale contesto, d necessario saper utilizzare le risposteverbali e non verbali dell'insegnante come un sistema di "se-gnaletica", per autoregolarsi nell'esposi zione dei contenuti,rettificando, precisando, modificando la propria esposizione.

E opportuno che lo studente sappia leggere questi messag-gi non verbali dell'insegnante, rispetto a questi due gruppi dimessaggio: "Va bene. Continua pure cosi!" oppure "No. Que-sto non D esatto. Non D corretto!".

Il risultato finale dell'interrogazione, o voto, sar) determi-nato anche da questi/eedback continui ed impercettibili. Soli-tamente, la capacith di parlare in modo continuo, argomentato,sereno e disinvolto predispone favorevolmente I' insegnante.

Talvolta, per superare un esame orale con buoni voti, non esufficiente solo studiare bene e memorizzare bene, ma d ne-cessario anche saper offrire cib che si d appreso in un linguag-gio ed in uno stile elegante, preciso, coerente, argomentativo.

Infine, d necessario evitare sia un tono saccente ed arrogan-[e, sia un tono troppo sottomesso e acquiescente.

184 r85

Page 94: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

4. Le prove scritte

Le prove scritte sono diverse da quelle orali, perch6 richie-dono solamente una preparazione accurata su di un argomen-to, ma non richiedono una speciale abilitd interpersonale trainsegnante e studente: non c'b quel contatto diretto ed imme-diato, faccia afaccia, con l'esaminatore. Nell'esame scritto, ilrapporto tra lo studente e I'esaminatore b indiretto ed b media-to da un foglio. uno scritto, un elaborato.

Per tali ragioni, la prova scritta b spesso preferita da quellepersone che sono ansiose o che hanno problemi nel gestire unrapporto interpersonale. Esse si sentono pii sicure e, talvolta,riescono effettivamente meglio nello scritto che nell'orale. Sehanno dei vuoti mentali, mentre stanno svolgendo una provascritta, nessuno se ne accorgerh. Se la loro voce non d squil-lante o vigorosa, non avrd importanza sull'esito dell'esame.Inoltre, non si sentiranno a disagio, perch6 non c'd lo sguardoindagatore dell' insegnante.

Gli esami, perd, sono generalmente sia scritti che orali erichiedono, quindi, abilitd diverse per lo scritto e per I'orale.

5. Il voto

Il momento del voto d un momento molto delicato ed im-portante per lo studente. Il voto rappresenta una valutazionedella sua prestazione.

I fattori piD importanti che incidono sul voto sono:

. la preparazione dello studente (solida o incerta),

. il suo modo di porsi nei confronti dell'insegnante,se l'esame i stato orale (sicuro e disinvolto o insi-curo ed impacciato),

. le aspettative dell'insegnante (alte o basse),

COME AFFRONTARE E SUPERARE LA PAURA DEGLI ESAMI

. il modo di porsi dell'insegnante nei confronti diquello studente o degli studenti in generale (facili-tatore o giudice).

Tali fattori sono numerosi ed d difficile tenerli sotto con-trollo. Percid, si possono avere giudizi o voti non sempre suf-ficientemente oggettivi.

Tuttavia, il voto sard condizionato in modo preponderantedalle aspettative dell' insegnante.

Anche lo studente valuterb i l voto in base al le proprieaspettative. Ogni studente formula dentro di s6 delle aspettati-ve, tenendo conto della qualitd della propria preparazione,dell'entusiasmo investito nello studio e della stima di s6. SeI'aspettativa b alta ed il voto b basso, lo studente si sentirhdeluso. I voto sard considerato soddisfacente quando egli av-vertird una corrispondenza tra quello che ha dimostrato di sa-pere ed il voto che aveva formulato nelle sue aspettative. Mararamente accade una tale coincidenza.

In ogni caso, b difficile rimanere indifferenti di fronte adun voto. Se d soddisfacente aumenta il senso della propriaautostima, se b deludente ci si sente frustrati, abbattuti ed av-viliti. Tali sensazioni, sia positive che negative, possono dura-re per qualche tempo, anche una settimana o di pii.

6. Dopo I'esame

Dopo aver ricevuto il voto, se l'esame d andato bene siverifica una scarica della tensione; Invece, se d andato male, sicontinua ad essere tesi ed anche abbattuti. Di solito, dopo aversostenuto I'esame, si avvertono, da un lato, un senso di spos-satezza e, dall'altro, delle sensazioni simili a quelle dellatran-ce. Si pub anche rivivere la situazione d'esame: "Avrei dovutodire questo..., avrei potuto rispondere in quest'altro modo...".

186 187

Page 95: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

Dopo queste prime riflessioni, si ha bisogno solo di evade-re e di non pensare piil alla situazione d'esame. Si tende invo-lontariamente a svuotare la mente dalle informazioni che sisono incamerate per sostenere I'esame.

E una smobilitazione generale.

La mente diventa non-ricettiva. Si vogliono dimenticare lecose apprese e i libri studiati. Si vuole solo una vacanza. Al-cune volte questo desiderio si pub manifestare anche come unrifiuto: "Basta! Non ne voglio piil sapere di questo genere distudi o di librit".

Come affrontare questo bisogno di svuotare la mente?

Innanzitutto, bisogna accettarlo come un fenomeno che se-gue ad una situazione di tensione e di concentrazione. Dopoaverlo compreso ed accettato, d necessario evitare di dimenti-care tutto quello che si d studiato; bisogna, invece, riprenderlodopo qualche tempo e ripassarlo nuovamente, scegliendo leinformazioni piD utili e vitali, basandosi sulla considerazionedi cid che un domani potri essere utile.

7. Gli esami come occasione per imparare

In conclusione, gli esami creano in genere una situazionedi ansia. Essi possono andare bene o male. Da essi dipende unaumento o un crollo della nostra autostima. Per tale ragione,spesso vengono avvertiti come minaccia. Gli esami costitui-scono anche una occasione per imparare a gestire la propriaemotivitb. Essi possono essere vissuti come una tortura, oppu-re come una sfida con se stessi, o come una verifica della pro-pria prestazione. Le convinzioni positive o negative sugli esa-mi sono fortemente responsabili anche delle proprie reazioniemotive verso di essi.

Gli esami sono una scadenza. L'avvicinarsi della loro data.

COME AFFRONTARE E SUPERARE LA PAURA DEGLI ESAMT

determina un aumento della tensione emotiva, ma anche unamaggiore carica motivazionale. Ci si sente spinti a studiare dipii e si cerca di studiare con maggiore concentrazione.In pre-visione di una scadenza di un esame, b necessario predisporreil tempo di studio in modo pianificato.

Gli esami possono insegnare il modo migliore per gestirele proprie risorse di fronte alle inevitabili prove della vita: gliesami. si sa. non finiscono mai!

188 189

Page 96: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

13 Piano per ripassare

1. Yalorizzare I'arte del ripasso

Ripassare in senso letterale significa "passare nuovamen-te" dove si d gii passati, in senso figurativo significa conti-nuare ad apprendere ripensando costantemente a cid che si dgih appreso, fino a completa assimilazione.

Ripassare significa incidere ed inchiodare le informazioninella memoria, per poterle riattivare e recuperare con maggio-re faciliti (vedi tavola n. 98).

Tav. 98. Ripassare significa "inchiodare" Ie informaz.ioni.

191

Page 97: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

B/PAssoPac o

B/P/stofQ€eu€t/f€

Tav. 99. Ripasso raro e ripasso .frequente.

Si ripassa solo quando d presente una forte intenzione divoler ricordare e di non voler dimenticare.

Chi non ripete, dimentica, anche se, precedentemente, ave-va imparato qualcosa in modo eccellente.

ll semplice apprendimento non garantisce la stabilith di cidche si apprende. Tale stabilitd d garantita solo da un ripassocostante e sistematico (vedi tavola n. 99). E noto il caso dimolti studenti, che, dopo aver studiato per anni una linguastraniera, la dimenticano perchd non la ripassano o non la usa-no; se passa molto tempo senza praticarla, essi devono reim-pararla, ricominciando quasi dall'inizio.

Se si possiedono metodi efficaci di memorizzazione, di rie-laborazione e di ripetizione costante, d possibile evitare la per-dita di informazioni e conoscenze.

Il ripasso fatto con metodo e rielaborazione personale b lachiave della memoria eccezionale, anche a distanza di tempo.

ln generale, il ripasso non viene apprezzato dagli studenti,perch6 ad essi appare come qualcosa di noioso e ripetitivo("Perchd devo continuare a ripetere, se ho gid capito?").

PIANO PER RIPASSARE

Alcuni ritengono che lo studio sia solo incamerare "cosenltove" e trascurano, percib, il tempo da dedicare a ripetere, arielaborare creativamente il materiale appreso.

Per assimilare le varie materie di studio fino ad una elevatacompetenza e maestria, d necessario dedicare la maggior partedel proprio tempo di studio alla ripetizione e alla rielaborazione.

La funzione del ripasso e della rielaborazione d quella dicreare nella nostra mente associazioni foni e stabili (vedi ta-vola n. 100) Solo in questo modo d possibile rievocare inmodo fluido e veloce cib che d stato appreso.

Ripassare significa, soprattutto, or ganizzare le informazio-ni in gruppi, o reti, o sistemi concettuali ordinati, coerenti esignificativi.

Si pud ripassare per vari scopi: per apprendere meglio, peresercitarsi, per memori zzare in modo pii stabile, per riflettereo meditare, per integrare le nuove informazioni con quelle chegii si possiedono.

Il ripasso d un modo per controllare la padronanza di cidche si d studiato. Il ripasso d una forma di automonitoraggio:"Questo lo so. Questo non lo so".

RFncotoASSOC/A-/rOPouFeo

Tav. 100. Reticolo associativo.

r92 r93

Page 98: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

Il ripasso pud essere casuale o sistematico.

ll ripasso casuale non d affidabile. Solo la ripetizione siste-matica d garanzia di una rievocazione sicura e fedele. La ripe-tizione d sistematica, se b fatta seguendo determinati principio regole, che saranno descritti pir) avanti. Chi apprenderd l'ar-te del ripasso potri diventare un vero "etleta" dello studio. Unatleta sportivo non si sognerebbe mai di partecipare alle Olim-piadi senza un allenamento costante e sistematico. Lo stessotirocinio ed allenamento d richiesto a coloro che voglionomigliorare le proprie prestazioni scolastiche e conservare lavivacitd della propria mente.

2. Il ripasso immediato

Uno dei metodi fondamentali per sviluppare una buonamemoria b quello di ripetere immediatamente cid che si dappena ascoltato, o appena appreso (vedi tavola n. l0l).

Il ripasso immediato, da una parte, d un sovrapprendimento(continuare a ripetere cib che si b gih appreso) e, dall'altro, duna verifica immediata (automonitoraggio) della qualith del-

Tav. I0l. Studio e ripasso immediato.

PIANO PER RIPASSARE

I'apprendimento appena concluso. E utile ripetere che tale tipodi ripasso immediato, spesso, d trascurato dagli studenti, per-ch6 credono di ricordare bene quel che hanno appena appreso,solo perch6 d ancora fresco nella memoria a breve termine.Percib, trascurano di rielaborarlo concettualmente con sche-mi, tabelle e mappe, e di trasferirlo, in modo organizzato, nel-la memoria a lungo termine.

Il ripasso immediato pud essere fatto rielaborando l'argo-mento studiato. La rielaborazione i una buona forma diripasso creativo. In tal modo si pud evitare la noia del ripassomeccanico.

3. Il ripasso sistematico

La ripetizione immediata va accompagnata da una ripeti-zione costante e sistematica.Laparte piD importante dello stu-dio b la rielaborazione costante, sistematica e creativa di tuttocid che si b appreso.

Per la ripetizione sistematica si pud seguire il seguente cri-terio: dapprima si suddivide la materia in paragrafi; poi si se-gnaa fianco di ciascuno di essi il grado di faciliti o di diffi-colti; poi si decide il piano del ripasso (vedi tavola n. 102).

. "Ripeterd I0 vo-lte quei paragrafi che presentanomolta dfficoltd (D-), 0, ygl-lg quei paragrafi chepresentano una dfficoltd media (D-) e 3 vq-ltg queiparagrafi che presentano poca dfficoltd (D-)' Dopoquesto tipo di ripasso differenziato in base al gradodi dfficoltd, uiiliiziib"il ripasso veloce, fatto con ilcolpo d'occhio, per richiamare le informazioni cheormai sono ben assimilate."

E utile, inoltre, segnare con una crocetta, su ogni paragrafodel libro, il numero delle volte che d stato ripassato, per poter

-/---\@"+@@-tTuolo./) rruolo4 -rTTJao

'.>'

r : ' rEl 1Erl - - l l - - l l .TlEt l - t t : l| - | |

- t |

- t

t - t r - t l - l

tEl l : l l : * l}^J l - ,

194 195

Page 99: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

N--

-

A -t f -

rktr

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

Tav. 102. Esempio di segnalazktne dei paragrafi da studiare e daripassare.

decidere se tale numero di volte b stato sufficiente, oppure sed necessario continuare a ripetere altre volte.

Si ricordi, perd, che il ripasso non pud essere fatto prima diaver ben studiato, compreso e sintetizzato le informazioni ve-ramente essenziali. Il ripasso deve seguire la comprensione. Ilripasso senza adeguata comprensione del testo d faticoso,meccanico e improduttivo.

Nella ripetizione sistematica, la motivazione ha una grandeimportanza. Se non si d motivati a ricordare e ad assimilare leinformazioni apprese, non si avvertird la spinta a ripassare. Eindispensabile mantenere acceso il fuoco della propria moti-vazione, per gustare i risultati dell'arte del ripasso.

4. Ripasso ed aspettative dell'insegnante

Per conoscere gli argomenti pii importanti da ripassare, sipud ricorrere alla individuazione delle aspettative degli inse-gnanti nei riguardi della preparazione o rendimento dei proprialunni. Di solito gli insegnanti usano frasi, attraverso le qualiesprimono le loro aspettative.

PIANO PER RIPASSARb,

Si possono ascoltare frequentemente frasi del tipo: "Questoargomento d molto importante, perchd..." oppure "Cercate dicapire bene questo concetto, perchd lo ritroveremo piit avantied i fondamentale alla comprensione di...".

E bene usare le aspettative degli insegnanti come una spe-cie di "segnaletica", per decidere cosa bisogna studiare di pine ripassare di piD. lnoltre, d bene che gli insegnanti definisca-no con precisione e chiarezza le proprie aspettative ("Deside-ro questo da voi. Valuterd la vostra prestazione in questomodo, usando questo criterio"). Non ha importanza se taliaspettative siano facili o difficili. L'importante b che sianochiare e definite.

5. I tempi del ripasso

Quando va fatto il ripasso?

La risposta d: continuamente, in tutti i momenti liberi e di-sponibili, fino a quando una abilith non b diventata automaticao naturale, oppure fino a quando un gruppo di informazioninon d stato completamente assimilato.

Studiare non basta, se poi non si ricorda quello che si estudiato. Studiare non basta, se non si riflette costantementesu cid che si d appreso.

Ma per ricordare e riflettere bisogna ripetere frequentemen-te, nel modo pii intelligente e creativo possibile.

Il suggerimento di ripetere costantemente b basato su datioggettivi, che sono ricavati dalla limitata ampiezza del ma-gazzino della memoria a breve termine e dalla curva dell'obliodi Ebbinghaus.

Esaminiamoli brevemente.

t96 t97

Page 100: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

l/ettoga AU)/v1o r€'OY/.u€

{TtrrotretTRl/t

SalPP,aoTa/?6EAUTALI

Tav. 103. Capienza della memoria a breve termitte: 7 pii o meno 2.

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

5.1. La capienza della memoria a breve termine

La memoria a breve termine d come un magazzino con unacapienza molto limitata. Il numero 7 piir o meno 2 indica ilnumero minimo di informazioni, da 5 a 9, che possono entra-re, volta per volta, nel magazzino della memoria a breve ter-mine (vedi tavola n. 103).

E un "mag azzino" molto ristretto e per far entrare molteinformazioni, bisogna imparare a raggrupparle in schemi, ingrafici, e ripeterle costantemente.

Il ripasso immediato e costante fa rimanere le informazioniper un periodo di tempo pit lungo nella memoria a breve ter-mine, prima di depositarle in modo ordinato nella memoria alungo termine. In tal modo, si ha il tempo di rielaborarle op-portunamente.

PIANO PER RIPASSARE

5.2. La curva dell'oblio di Ebbinghaus

La curva dell 'obl io di Ebbinghaus (1885), elaborata sumateriali astratti, come liste di sillabe senza senso (ZIH, OPK,WEY), dimostra che buona parte delle informazioni, anche seapprese bene al 100Vo, vengono dimenticate rapidamente nelgiro di poche ore, se non vengono ripassate subito e costante-mente (vedi tavola n 104).

Il ripasso evita la caduta nell'oblio e conserva lafreschezzadel ricordo.

Da questo punto di vista, il ripasso pud essere consideratocome una forma di riapprendimento (superapprendimento),grazie al quale si evita la dimentic anza e si favorisce il mante-nimento delle informazioni ad un alto livello di prestazione.La stessa curva ci dice che se si ripassa subito e se si continuaa ripassare spesso quello che si b studiato, si ha un notevolerisparmio nel tempo di riapprendimento (vedi tavola n. 105).

PeesrA?toruc' nHeD/a70p/(opDo co,u 2/pass" (:1y::.

9s7a76r/(D

P/cO,eAo .r€tu?a ptpass 6

oSuo

.r ftoc,^Jo

Tazrc

198

Tav. 104. La curva dell'oblio.

t99

Page 101: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

CADUTA,t€ poa

OF|,/-A PPFsnZto^l6g B/PAssa dAt

oPceszaApac uuttzoptcA

76attu

i \ l \1. ' - l \ \,tes/ p/PAss 4 eApa ft€AJr€

PeesTa?totvE ALTA5€ S / C I PA Ssa /'yrY FA/A TA rY€rU fEe FPFQUF.U.€EFp7€

7€nh

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

Tav. 105. Ripasso e prestazione mnemonica.

Se, invece, si ripassa raramente, o peggio, se non si ripassaaffatto, b necessario riapprendere cid che era stato precedente-mente appreso. Il ripasso immediato permette di risparmiaretale tempo di riapprendimento.

Per ricordare, d necessario, oltre ad aver capito bene quelche si b studiato, anche ripassare frequentemente' costante'mente e sistematicamente.

PIANO PER RIPASSARE,

Percid, d bene definire, nel proprio piano orario di studiogiornaliero, anche il tempo che deve essere dedicato al ripas-so, oltre che allo studio. Si pud aggiungere che il tempo dedi-cato al ripasso pud essere fatto anche in condizioni di rilassa-mento, mentre, invece, per studiare b richiesta una adeguatatensione ed attivazione.

6. Il ripasso giornaliero

Ogni giorno a scuola si impara qualcosa di nuovo. Ma po-chi studenti dedicano del tempo a ripetere e rielaborare cibche apprendono. Dopo una giornata di scuola o di studio, dbene dedicare del tempo a rivedere o risentire cid che si d ap-preso (vedi tavola n. 106). Tale ripetizione b facilitata dal fattoche le informazioni apprese sono abbastanza chiare e freschenella mente. Mentre d molto difficile ricordare cid che I'inse-gnante ha spiegato la settimana scorsa o il mese scorso.

Se, invece, uno studente prende la buona abitudine di rive-dere la propria giornata di studio e di ripassare velocementetutto cid che si d appreso, avri i seguenti vantaggi: potrd mi-gliorare la memoria, potrh avere una gratificazione immedia-

200

Tav. 106. Ripasso giornaliero

201

Page 102: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

CUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

ta, perchd b un piacere apprendere e ricordare cid che si d ap-preso, potr) incrementare la propria motivazione, potrd conso-lidare i prerequisiti per gli apprendimenti dei giorni successi-vi, potrd rinforzare la propria abilitd metodologica.

7. Il ripasso settimanale, quello mensile e quelloannuale

Oltre al ripasso giornaliero, b necessario dedicare del tem-po al ripasso degli argomenti piD complessi.

E bene, per esempio, dedicare una intera giorn4ta a ripassa-re tutto cid che si b studiato durante la settimana, o dedicareun giorno allo studio di una sola materia. Talvolta, mensil-mente, si possono dedicare delle giornate al ripasso di un inte-ro libro o di un intero corso.

Quando si parla di ripasso settimanale o mensile o annuale,gli studenti solitamente fanno confusione: loro pensano che sitratti di giornate per recuperare il tempo perso. Non si tratta digiornate di studio, ma di giornate di ripasso degli argomentigid studiati. Se tali giornate saranno dedicate solo al ripasso,saranno giornate piacevoli e gratificanti. Se, invece, dovrannoessere dedicate a studiare per recuperare lo studio che d statotrascurato giorno per giorno, saranno giornate alquanto fatico-se e pesanti.

Da una parte, si deve studiare giorno per giorno, a piccolipassi o a piccoli bocconi, ma, dall'altra, si devono fare grandiripassi, a volo d'uccello, per grandi linee, aiutandosi con sche-mi, mappe, grafici, sunti e appunti.

Anche il ripasso annuale ha un grande valore per I'appren-dimento, la cultura e la maestria. Ma, in genere, sono pochicoloro che vi dedicano attenzione.

PIANO PER RIPASSARE

Il vantaggio del ripasso settimanale, mensile e annuale Equello di elaborare modelli complessi di informazioni, chesono tipici delle persone intelligenti e competenti. La consa-pevolezza del ripasso sistematico b analoga alla consapevo-lezza dell'allenamento sistematico di un atleta. Senza un alle-namento sistematico nessuno pud giungere a prestazioni sod-disfacenti in nessun campo.

8. Il ripasso durante i tempi vuoti

Durante la giornata vi sono vari tempi vuoti. Tempo vuotoE, per esempio, attendere I'autobus, spostarsi da un luogo adun altro, essere in una sala d'attesa.

E opportuno non sprecare questi tempi vuoti o ritagli ditempo. Essi possono essere utllizzati per il rilassamento, lameditazione e il contatto con se stessi, ma possono essere uti-lizzati anche per memorizzare cid che si b gih appreso.

Tale ripasso pud essere fatto agevolmente, se si adottanoappropriate mnemotecniche.

9. II ripasso dall'alto e il ripasso dal basso

Con I'espressione "ripasso dall'alto" si indica il ripassoche vien fatto utilizzando i propri schemi, i propri sunti, i pro-pri appunti (vedi tavolan.3l).

Essi sono il frutto delle proprie aspettative, scelte ed inter-pretazioni. Hanno il grande vantaggio di personalizzare lo stu-dio e di creare interesse e coinvolgimento, ma hanno lo svan-taggio di operare delle scelte, talvolta, arbitrarie. E facile, in-fatti, considerare come non essenziale cid che non si d capitoo cid che non si vuole capire.

202 203

Page 103: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

Per tale ragione, questo tipo di ripasso deve essere combi-nato con ll"ripasso dal basso". Con tale espressione si indicail ripasso fatto sul libro ditesto, per esercitarsi all'oggettivitde alla fedelti verso i dati. E un tipo di ripasso molto faticoso,perch6 richiede precisione, ma b utile per evitare ipersemplifi-cazioni degli argomenti studiati.

10. Il ripasso per schemi e il ripasso per frasichiave

ll "ripasso per schemi" riguarda le mappe concettuali, siaastratte che figurative, elaborate su un argomento (vedi tavolan. 107). Alcuni esempi possono essere: lo schema geometricoe figurativo della piramide dei cinque fattori del metodo distudio (vedi tavola n. 5) e I'immagine della giustizia, raffigu-rata come una donna bendata, con in una mano una bilancia enell'altra una spada (vedi tavola n. 59).

Il"ripasso fatto confrasi chiave" riguarda il lessico speci-fico o la terminologia concettuale di una materia. Esempio: "1/

Tav. 107. Ripasso per schemi e porole chiave.

EHMffi

t€ffi

concetto di feudalesimo comprende le seguenti caratteristi-che: l'investitura, il beneficio (feudo), I'immunitd Qtrivilegi)".PiD sinteticamente: "Feudalesimo: investitura, beneficio, im-munitd".

11. [l ripasso globale e il ripasso analitico

Il ripasso globale riguarda la visione di insieme data dalleidee chiave e pud essere fatto ricorrendo a degli schemi, map-pe e appunti (vedi tavola n. 108).

Esso agevola la padronanza dell'intelaiatura generale di unargomento. Ha il vantaggio di sostenere I'intelligenza e lamemoria e, soprattutto, facilita I'orientamento nella disposi-zione dei dati e dei concetti.

Esso, perb, ha il limite di essere molto generale o generico,e, percid, deve essere rimpolpato da un altro tipo di ripasso,quello dettagliato e analitico. Con il ripasso dettagliato si ap-profondiscono i concetti generali che gid si possiedono, e si dhloro profonditd, articolazione e precisione.

PIANO PER RIPASSARE

6Lo84LeU /uslelre

R'PAsso(

AIIAL/Tlcoo€vA{L/aTO

ooooooooo 0

Tav. 108. Ripasso globale e ripasso analitico.

204 205

Page 104: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

?\lt€-rce

--:- 4S

HMBlpesso (

\(faro ng

{-

Tav. 109. Ripasso veloce e ripasso lento

12. Il ripasso veloce e il ripasso lento

Il ripasso veloce E un ripasso fatto con il colpo d'occhio,esso procede per grandi sintesi e ha lo scopo di riattivare leparole chiave o gli schemi concettuali pin importanti (veditavola n. 109).

Tale forma di ripetizione consiste nello scorrere frequente-mente e velocemente con gli occhi un libro che b gid statostudiato, o il proprio quaderno di appunti.

Particolarmente utile, in questo tipo di ripetizione, b I'usodella sottolineatura e della evidenziazione, tramite matite co-lorate, dei brani o dei concetti ritenuti piD importanti.

Se si sottolinea, ad esempio, col colore giallo le definizionie col colore rosso gli esempi, d possibile fare',ripassi mirati",scegliendo di ripassare solo le definizioni, facendosi guidaredalle sottolineature gialle, o solo gli esempi, facendosi guidaredalle sottolineature rosse.

206 207

PIANO PER RIPASSARE

Sottolineando o mettendo in risalto parole, concetti e frasiimportanti, si guida I'occhio a ripercorrere velocemente I'es-senziale, condensato nelle parole chiave, che, poi, dovrannoessere sviluppate, nel ripasso lento, che b un ripasso di appro-fbndimento, riflessione e rielaborazione.

Tale tecnica della ripetizione veloce con il colpo d'occhio,concentrica e a spirale (vedi tavola n. I 10), va usata fre.quen-temente ed, in modo particolare, la sera prima di andare a lettoe la mattina appena svegli.

Bastano pochi minuti per riattivare il ricordo di moltepliciconcetti, studiati per ore. In tal caso, non i necessario leggeregli appunti, ma solo sfogliarli, per riattivare rapidamentenella mente un gran numero di informazioni, utilizzando comestimolo le parole chiave, schematizzate in grafici e mappe.

Il ripasso lento, lineare, passo per passo d il ripasso dellamente che rielabora le informazioni, che fa collegamenti, chededuce, che fa inferenze, che ipotizza. B it tipo di ripasso ap-propriato, quando si deve verificare la padronanza di un argo-mento.

Tav. ll0. Ripasso circolare e ripasso lineare.

Page 105: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

13. Il ripasso prima degli esami

Il ripasso prima degli esami presuppone lo studio e la com-prensione della materia di esame, attraverso I'individuazionedelle idee centrali e la loro ricodificazione in schemi e mappe,in immagini efficaci o esemplificazioni molto concrete.

E opportuno poi memorizzare per tempo tali contenutid'esame con appropriate mnemotecniche.

E fruttuoso dedicare la settimana prima degli esami, nonpiD allo studio, ma solo al ripasso, alla riflessione e alla riela-borazione concettuale. Si pud utllizzare in questa settimana ilripasso trami te autointerrogazione.

14. II ripasso tramite autointerrogazione

Il ripasso tramite autointerrogazione consiste nell'immagi-nare di essere interrogati e di rispondere a tali domande imma-ginarie. La capacitd di interrogarsi d di grande aiuto, anche nelprocesso di autovalutazione del proprio studio.

Dal punto di vista pratico, gli insegnanti, in genere, nonriescono ad interrogare ogni alunno su tutto cid che hannospiegato. Tuttavia d interesse dello studente verificare da sestesso la padronanza dei contenuti di apprendimento.

Per far cid, d necessaria una forte motivazione verso lo stu-dio. La strategia migliore per autovalutarsi B quella di simula-re una autointerrogazione. Le domande possono essere ricava-te dalle domande che l'insegnante pone pii frequentementeagli studenti durante le lezioni. Oppure tale lista di domandepud essere ricavata chiedendo informazioni agli studenti delcorso precedente; oppure si pud ottenere in quest'altro modo:immaginando di spiegare l'argomento del corso ad un propriocompagno di studio:

PIANO PER RIPASSART

"Se io dovessi spiegare questo brano o concetto ad un al-tro studente, come glielo spiegherei? E se lui non compren-desse quello che gli sto spiegando, cosa mi chiederebbe? Qua-li domande potrebbe farmi? E su quale argomento? Mi chie-derebbe forse: Cosa significa questo termine? Oppure, michiederebbe di apportare vari esempi o prove? Oppure, michiederebbe di chiarire i collegamenti tra questi concetti?Oppure, mi chiederebbe di esplicitare i presupposti di questateoria?".

Talvolta, si pud addirittura immaginare qualche personag-gio famoso che ci faccia domande difficili ("Posso immagina-re che Einstein mi interroghi sulla sua teoria della relativi-tur').

Si possono fare delle sedute immaginarie di esame, durantele quali lo stesso studente si immagina di essere esaminatoree, come tale, pone a se stesso delle domande. Immaginare sestessi come esaminatori di noi stessi (tecnica della inversionedi ruolo o role play) offre vari vantaggi: si pud acquisire unamaggiore familiariti con la situazione di esame, riducendo lapaura dell'ignoto o della domanda non prevista; si pud imma-ginare la qualiti della propria prestazione o preparazionel sipud ridurre in modo notevole I'ansia dell'esame.

Tale attiviti di autointerrogazione, senza bisogno dell'aiu-to dell'insegnante, d una delle abilitd fondamentali del metododi studio, perch6 sviluppa, oltre ad una autonomia culturale,anche la propria competenza sulle proprie strategie cognitivee metacognitive di autocontrollo.

15. Studiare da soli e ripassare insieme

E necessario studiare da soli, ma b utile ripassare insiemecon qualcun altro (vedi tavola n. 1l l).

I

Page 106: Guida allo studio. Il metodo. Quando, quanto, come, dove e perché studiare, di Mario Pilito

GUIDA ALLO STUDIO: IL METODO

S/ t U L A Z/o u€ A €/t'6- Y4 17"

Tav. I I l. Studiare da soli e ripassare insieme.

E necessario studiare da soli, perch6 ognuno possiede unproprio metodo, un proprio ritmo di apprendimento e di assi-milazione dei contenuti, un proprio modo di rielaborarli conschemi, mappe mentali e mnemotecniche.

E, utile, perd, ripassare insieme, perch6 in tal modo si simu-la la situazione di esame e si fanno le prove, si pud controllarela qualith delle proprie risposte e si ricevono dal proprio part-ner di studio ilIli feedbacft (informazioni di ritorno sulla pro-pria prestazione) e si stimola una migliore espressione verbaledi cid che si d appreso.

2ro 2t l

PIANO PER RIPASSARE

16. Fino a quando bisogna ripetere?

Bisogna ripetere sempre, ma in modi diversi e creativi. Adesempio, leggere altri libri su un argomento di studio b unodei tanti modi creativi, per continuare a ripetere, o a tener vive,le informazioni che si sono apprese precedentemente.

In generale, bisogna ripetere fino a quando le informazionida apprendere non sono state assimilate o fino a quando laloro padronanza non sia automatica.

La ripetizione, dunque, ha un solo scopo: I'assimilazionedel contenuto da apprendere.

Un proverbio atferma: Ia ripetizione conduce alla perfezio-ne. Forse, d meglio dire che la ripetizione conduce alla fluidithe alla naturalezza delle nostre prestazioni, sia fisiche (suonareil piano) sia mentali (problem solving), fino a farle diventareuna stabile abitudine, o una seconda natura.

Talvolta, si svaluta la ripetizione perch6 comporta sforzo,pazienza e fatica. Essa, perd, pud essere alleviata dal metodo,dalla motivazione e dalla rielaborazione creativa delle infor-mazioni.

)