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GUIDA ALL’UTILIZZO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE Aggiornata al D.lgs. n. 81, 9 aprile 2008 FormaSicuro

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GUIDA ALL’UTILIZZO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

Aggiornata al D.lgs. n. 81, 9 aprile 2008

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SCHEDA PERSONALE

Dati anagrafici

Nome e Cognome

Città

Nazionalità

Telefono

Lavoro

Cantiere

Responsabile cantiere

Mansione attuale

Documenti

Codice fiscale/Partita I.V.A.

Libretto sanitario

Formazione

Corsi di formazione sulla sicurezza frequentati:

Corsi di addestramento sui DPI frequentati:

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PREMESSA

Il D.Lgs. n. 81 del 9 aprile 2008 rafforza ed amplia le prerogative del lavoratore in materia di salute e sicurezza sul lavoro, prevedendone un sempre maggiore coinvolgimento per quanto riguarda le misure di tutela e prevenzione e assegnandogli un ruolo attivo al fine di raggiungere la corretta applicazione delle regole stabilite per legge a salvaguardia della sua incolumità. In questa ottica, la salute e sicurezza sul posto di lavoro diventano un importante e attuale obiettivo che il datore di lavoro e il lavoratore devono perseguire insieme al fine di garantire la massima protezione e tutela. Scopo della guida è accrescere il livello di conoscenze dei lavoratori in merito ai Dispositivi di Protezione Individuale (DPI), quali strumenti da utilizzare a tutela della loro sicurezza ed è stata realizzata per essere di facile lettura semplificando, per quanto possibile, un argomento complesso, regolato da principi tecnici e richiami di leggi. Essa, pertanto, vuole rappresentare un utile strumento di prevenzione e protezione dal rischio che accompagni il lavoratore nella scelta del DPI più idoneo al tipo di lavoro svolto e nell’utilizzo dello stesso.

Ci auguriamo che questa guida, accompagnata da una adeguata e indispensabile formazione, possa essere di valido aiuto per tutti coloro che intendono “lavorare in sicurezza”, a salvaguardia della loro vita e di quella degli altri lavoratori.

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GUIDA ALL’UTILIZZO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

Aggiornata al D.lgs. n. 81, 9 aprile 2008

Introduzione I Dispositivi di Protezione Individuale (DPI) rappresentano uno strumento di prevenzione assolutamente indispensabile per la gestione della sicurezza e della salute sul posto di lavoro. In molti casi i DPI costituiscono l’unica vera protezione efficace che può essere impiegata quando i rischi non possono essere eliminati o ridotti in maniera sufficiente dalla prevenzione, dall’organizzazione del lavoro e dai dispositivi di protezione collettiva. L’uso corretto e la scelta appropriata dei DPI sono quindi elementi fondamentali per la salute e la sicurezza dei lavoratori ed è necessaria un’adeguata formazione e informazione per i lavoratori stessi sui rischi presenti nei luoghi di lavoro e sulle misure di prevenzione e protezione da adottare. È indispensabile che, qualora venga fornito un DPI dal datore di lavoro, i lavoratori ne conoscano modalità di utilizzo e come deve essere indossato. L’efficacia dei DPI, infatti, dipende moltissimo dalle condizioni in cui vengono utilizzati.

I Dispositivi di Protezione Individuale - DPI Per Dispositivo di Protezione Individuale – DPI si intende “qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo.” (D.Lgs. n. 81/2008, art. 74, comma 1)

I Dispositivi di Protezione Individuale rappresentano le misure di sicurezza estreme e devono essere impiegati quando tutte le altre, organizzative e gestionali, hanno fallito o sono impossibili. La dotazione dei lavoratori dei DPI appropriati ai rischi individuati è un obbligo del datore di lavoro rimarcato dal D.Lgs. n.81/2008, art. 18, comma 1, lettera d), che deve: “fornire ai lavoratori i necessari e idonei dispositivi di protezione individuale”.

I DPI sono trattati diffusamente in tutto il D.Lgs. n. 81/2008 e vengono affrontati in dettaglio nel Titolo III “Uso delle attrezzature di lavoro e dei Dispositivi di Protezione Individuale”, articoli da 74 a 79 e nell'Allegato VIII. I DPI sono tanto importanti che il decreto vieta esplicitamente “la fabbricazione, la vendita, il noleggio e la concessione in uso dei DPI non rispondenti alle disposizioni legislative e regolamentari vigenti in materia di salute e sicurezza sul lavoro” (art. 23, comma 1). I DPI utilizzati devono essere anche elencati nel documento di valutazione dei rischi che deve contenere “l'indicazione delle misure di prevenzione e di protezione attuate e dei dispositivi di protezione individuali adottati” (art. 28, comma 2, lettera b)). Ogni altro normale indumento di lavoro o attrezzatura che non sia specificatamente Fo

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adibita alla protezione del lavoratore non è un DPI e, in particolare, ai sensi del D.lgs. n. 81/2008, art. 74, comma 2) non sono DPI: a. gli indumenti di lavoro ordinari e le uniformi non specificamente destinati a

proteggere la sicurezza e la salute del lavoratore; b. le attrezzature dei servizi di soccorso e di salvataggio; c. le attrezzature di protezione individuale delle forze armate, delle forze di polizia e

del personale del servizio per il mantenimento dell'ordine pubblico; d. le attrezzature di protezione individuale proprie dei mezzi di trasporto stradali; e. i materiali sportivi quando utilizzati a fini specificamente sportivi e non per attività

lavorative; f. i materiali per l'autodifesa o per la dissuasione; g. gli apparecchi portatili per individuare e segnalare rischi e fattori nocivi.

Requisiti dei Dispositivi di Protezione Individuale “I DPI devono essere conformi alle norme di cui al decreto legislativo 4 di-cembre 1992 n. 475, e sue successive modificazioni” (D.lgs. n. 81/2008, art.76, comma 1) Per essere a norma di legge i DPI devono soddisfare i seguenti requisiti generali applicabili a tutti i DPI: a. essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare di per sé un rischio

maggiore; b. essere adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro; c. essere adeguati alle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore; d. essere adattabili dall'utilizzatore secondo le sue necessità; e. riportare la marcatura CE in modo visibile, leggibile e indelebile ed essere in

possesso di tutte le certificazioni previste; f. essere corredati di istruzioni d’uso chiare, in lingua italiana o comunque in lingua

comprensibile dal lavoratore. Nei casi in cui un lavoratore sia soggetto all’azione di più rischi e si renda necessario l’uso simultaneo di più DPI (rischi multipli), questi devono essere compatibili tra loro e provvedere alla funzione protettiva per la quale sono stati progettati: “In caso di rischi multipli che richiedono l'uso simultaneo di più DPI, questi devono essere tra loro compatibili e tali da mantenere, anche nell'uso simultaneo, la propria efficacia nei confronti del rischio e dei rischi corrispondenti”. (D.Lgs. n. 81/2008, art.76, comma 3) I DPI devono essere progettati in modo da proteggere dai rischi ai quali sono destinati, ma devono anche essere comodi, leggeri e non intralciare i movimenti; devono essere agevoli da indossare e non procurare al lavoratore fastidi e problemi per la salute, l'igiene, ecc. In altre parole, non devono essere essi stessi fonte di rischio per il lavoratore.

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Essi non possono essere alternativi ai sistemi di prevenzione tecnicamente fattibili, ma solo integrativi per i rischi residui o occasionali. La scelta di un certo DPI piuttosto che di un altro dipende dall'analisi dei rischi. Tra gli obblighi del datore di lavoro, infatti, il D.Lgs. n. 81/2008 riporta l'obbligo, conseguente a quello della valutazione dei rischi, di valutare quali di questi non possano essere evitati o sufficientemente ridotti con misure tecniche di prevenzione, mezzi di protezione collettiva, misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione del lavoro: “il datore di lavoro ai fini della scelta dei DPI, effettua l'analisi e la valutazione dei rischi che non possono essere evitati con altri mezzi” (art. 77, comma 1, lettera a)). Per questi rischi l'unica soluzione rimanente è quella di una protezione individuale. La valutazione delle caratteristiche necessarie affinché i DPI siano adeguati ai rischi e non ne provochino altri è, pertanto, a carico del datore di lavoro che deve verificare le caratteristiche dei DPI presenti sul mercato al fine di trovare, di volta in volta, la soluzione migliore per il particolare rischio. Il datore di lavoro deve individuare le caratteristiche dei DPI in base all'entità del rischio dal quale devono proteggere (frequenza, esposizione, caratteristiche del posto di lavoro, prestazioni offerte), tenendo conto delle eventuali ulteriori fonti di rischio rappresentate dai DPI stessi, ed ha l'obbligo di:

mantenere in efficienza i DPI ed assicurarne le condizioni igieniche, mediante la manutenzione, le riparazioni e le sostituzioni necessarie;

provvedere affinché i DPI siano utilizzati esclusivamente per gli usi previsti; fornire istruzioni comprensibili per tutti i lavoratori; informare preliminarmente il lavoratore dei rischi dai quali il DPI lo protegge; destinare ogni DPI ad uso personale; rendere disponibile in azienda informazioni adeguate su ogni DPI utilizzato; stabilire le procedure aziendali da seguire per la riconsegna e il deposito dei DPI

dopo l’utilizzo; assicurare una formazione adeguata e organizzare, se necessario, uno specifico

addestramento per l'uso corretto e l'utilizzo pratico dei DPI. Affinché i DPI esplichino appieno la propria funzione, il loro uso deve essere necessariamente conforme a: a. istruzioni d'uso del fabbricante; b. entità del rischio; c. frequenza dell'esposizione al rischio; d. caratteristiche del posto di lavoro di ciascun lavoratore.

Le prestazioni dei DPI devono essere mantenute costanti attraverso una corretta gestione ed un'adeguata manutenzione. Inevitabilmente, per garantirne la funzionalità, l'efficienza e l'efficacia è necessario che i lavoratori siano formati e informati sulle caratteristiche, sulle situazioni e sulle condizioni d’uso dei DPI e, possibilmente, addestrati all'uso.

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“In ogni caso, l'addestramento è indispensabile: a. per ogni DPI che, ai sensi del D.Lgs. 4 dicembre 1992, n. 475, appartenga alla

terza categoria; b. per i dispositivi di protezione dell'udito". (D.Lgs. n. 81/2008, Art. 77, comma 5)

D'altro canto, il lavoratore ha l’obbligo di sottoporsi ai programmi di formazione, informazione ed addestramento all'uso dei DPI e di usarli in conformità alle indicazioni ricevute, provvedendo anche alla cura e alla conservazione dei DPI fornitigli. Normalmente, deve essere previsto un uso personale di ciascun DPl e, qualora le circostanze richiedano l'uso di uno stesso DPI da parte di più persone, devono essere prese misure adeguate affinché tale uso non crei alcun problema sanitario e igienico ai vari utilizzatori.

Classificazione e caratteristiche dei DPI I DPI sono suddivisi in tre categorie differenti in base al grado di rischio (D.Lgs. 475/92 , art. 4, punto 1). Prima categoria: appartengono a questa categoria “i DPI di progettazione semplice destinati a salvaguardare la persona da rischi di danni fisici di lieve entità” (D.Lgs. 475/92, art. 4, punto 2). Comprende tutti i DPI utilizzati per la protezione contro rischi minimi, per i quali l’utente può valutare il livello di protezione necessario, o gli effetti sono graduali e possono essere tempestivamente identificati dall’utilizzatore (guanti per la protezione da prodotti di pulizia, scarpe da lavoro, creme barriera, indumenti di protezione dai fenomeni atmosferici ecc.). Rientrano in questa categoria: a. i DPI che proteggono da azioni lesive prodotte da strumenti meccanici con effetti

superficiali; b. i DPI che proteggono da azioni lesive di lieve entità causate da prodotti per la

pulizia; c. i DPI che proteggono da rischi derivanti dal contatto o da urti con oggetti caldi,

con temperature non superiori a 50° C; d. i DPI che proteggono da fenomeni atmosferici ordinari nel corso di attività

professionali; e. i DPI che proteggono da urti e vibrazioni lievi inidonei a raggiungere organi vitali

ed a provocare lesioni a carattere permanente; f. i DPI che proteggono dall’azione lesiva dei raggi solari. Seconda categoria: appartengono a questa categoria “i DPI che non rientrano nelle altre due categorie” (D.Lgs. 475/92, art. 4, punto 4). Comprende i DPI che proteggono da un livello di rischio “normale” (protezioni per il capo, per il volto, protettori auricolari, protezioni oculari, indumenti, scarpe e guanti ecc.).

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Terza categoria: appartengono a questa categoria “i DPI di progettazione complessa destinati a salvaguardare da rischi di morte o di lesioni gravi e di carattere permanente.” (D.Lgs. 475/92, art. 4 punto 5). Comprende tutti i DPI utilizzati per la protezione contro rischi mortali o contro rischi che potrebbero danneggiare gravemente ed irreversibilmente la salute, oppure i dispositivi da utilizzare nelle situazioni in cui gli effetti non possono essere identificati tempestivamente come, ad esempio, i respiratori e gli equipaggiamenti anticaduta. Rientrano in questa categoria di DPI: a. gli apparecchi di protezione respiratoria filtranti contro gli aerosol solidi, liquidi o

contro i gas irritanti e pericolosi, tossici o radiotossici; b. gli apparecchi di protezione isolanti, ivi compresi quelli destinati all'immersione

subacquea; c. i DPI che assicurano una protezione limitata nel tempo contro le aggressioni

chimiche e contro le radiazioni ionizzanti; d. i DPI per attività in ambienti con una temperatura d'aria non inferiore a 100°C,

con o senza radiazioni infrarosse, fiamme o materiali in fusione; e. i DPI per attività in ambienti con una temperatura d'aria non superiore a 50°C; f. i DPI destinati a proteggere dalle cadute dall'alto; g. i DPI destinati a proteggere da tensioni elettriche pericolose o utilizzati come

isolanti per altre tensioni elettriche.

Tutti i DPI commercializzati devono possedere la certificazione di conformità prevista dal D.Lgs. 475/92, art, 3 punti 1 e 2). Tale certificazione sarà testata dalla marcatura CE che dovrà essere presente sul DPI in modo visibile, leggibile ed indelebile per tutto il prevedibile periodo di durata del DPI. La marcatura CE può essere apposta sull’imballaggio nel caso in cui il DPI sia troppo piccolo. È vietato opporre sul DPI marcature che possano indurre in errore sul significato ed il simbolo grafico della marcature CE. In particolare, per i DPI di seconda e terza categoria è richiesto anche l’attestato di certificazione CE, ovvero l'atto con il quale un organismo di controllo autorizzato attesta che un modello di DPI è stato realizzato in conformità alle disposizioni del D.lgs. 475/92. Nell’attestato sono indicati i risultati e le conclusioni dei controlli effettuati.

La marcatura CE garantisce che, per la realizzazione del dispositivo, il costruttore si sia basato su norme tecniche emesse da Enti come l’UNI – Ente Nazionale Italiano di Unificazione, il CEI – Comitato Elettronico Italiano o altri Enti di normalizzazione appartenenti agli stati membri dell’Unione Europea. La presenza della marcatura deve essere verificata all’atto dell’acquisto e della consegna al lavoratore (responsabilità del datore di lavoro) e al momento dell’utilizzo (responsabilità del lavoratore).

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I DPI immessi sul mercato devono essere corredati da una nota informativa rilasciata dal fabbricante nella quale saranno riportati tutti i requisiti che caratterizzano il dispositivo e che dovrà necessariamente contenere: a. il nome e l’indirizzo del fabbricante o di chi ha immesso il DPI sul mercato; b. le istruzioni per la conservazione, l'impiego, la pulizia, la manutenzione, la

revisione e la disinfezione; c. le prestazioni ottenute agli esami tecnici effettuati per verificare i livelli o le classi

di protezione del DPI; d. gli accessori utilizzabili con il DPI e le caratteristiche dei pezzi di ricambio

appropriati; e. le classi di protezione adeguate a diversi livelli di rischio e i corrispondenti limiti di

utilizzo; f. la data o il termine di scadenza del DPI o dei componenti; g. il tipo di imballaggio appropriato per il trasporto; h. il significato della marcatura; i. i riferimenti alle direttive applicate, se necessario; j. nome, indirizzo, numero di identificazione degli organismi notificati che

intervengono nella fase di certificazione dei DPI. Oltre ai requisiti generali comuni a tutti i DPI, l'Allegato II del D.Lgs. n. 475/1992 impone anche requisiti specifici comuni a diverse categorie o tipi di DPI dei quali è necessario tenere conto all’atto della scelta dei dispositivi. Tali caratteristiche sono immediatamente abbinabili all'analisi dei rischi compiuta. Nell'Allegato vengono elencati: a. DPI dotati di sistemi di regolazione: devono essere progettati e fabbricati in modo

tale che, dopo la regolazione, non possano spostarsi indipendentemente dalla volontà dell'utilizzatore;

b. DPI «che avvolgono» le parti del corpo da proteggere: devono essere sufficientemente aerati in modo da limitare il sudore, o dotati di dispositivi per assorbirlo;

c. DPI del viso, degli occhi o delle vie respiratorie: devono limitare il meno possibile il campo visivo e la vista dell'utilizzatore;

d. DPI soggetti a invecchiamento: su ogni esemplare o componente intercambiabile del DPI e sull'imballaggio deve figurare la data di fabbricazione e/o, se possibile, quella di scadenza impressa in modo indelebile e senza possibilità di interpretazione erronea;

e. DPI suscettibili di restare impigliati durante l'impiego: devono avere una soglia di resistenza superata la quale la rottura di uno degli elementi costitutivi consenta di eliminare il pericolo;

f. DPI destinati ad un impiego in atmosfere esplosive: devono essere progettati e fabbricati in modo tale che, al loro interno, non si possa verificare nessun arco o scintilla di energia elettrica, elettrostatica o derivante da un urto che possa infiammare una miscela esplosiva;

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g. DPI destinati ad interventi rapidi o che devono essere indossati e/o tolti rapidamente: devono essere progettati e fabbricati in modo da poter essere indossati e/o tolti il più rapidamente possibile;

h. DPI d'intervento in situazioni estremamente pericolose: la nota informativa rilasciata dal fabbricante deve comprendere informazioni destinate all'uso di persone competenti, addestrate e qualificate e descrivere la procedura per verificare sull’utilizzatore stesso che il DPI sia correttamente regolato e pronto per l’uso;

i. DPI dotati di componenti regolabili o amovibili da parte dell’utilizzatore: i componenti devono essere progettati e fabbricati in modo tale da poter essere regolati, montati e smontati facilmente a mano;

j. DPI raccordabili a un altro dispositivo complementare esterno al DPI: l’elemento di raccordo deve essere progettato e fabbricato in modo da poter essere montato solamente su un dispositivo adatto;

k. DPI con un sistema di circolazione del fluido: deve essere scelto o progettato e strutturato in modo da garantire un adeguato rinnovo del fluido in prossimità della parte del corpo da proteggere, indipendentemente dai gesti, dalle posizioni o dai movimenti dell'utilizzatore;

l. DPI con una o più indicazioni di localizzazione o di segnalazione riguardanti direttamente o indirettamente la salute e la sicurezza: le indicazioni devono essere preferibilmente pittogrammi o ideogrammi armonizzati, perfettamente leggibili, complete, precise, comprensibili e restare tali per tutta la durata prevedibile del DPI;

m. Indumenti DPI dotati di adeguati elementi di segnalazione visiva: devono essere corredati di uno o più dispositivi o mezzi di segnalazione opportunamente collocati, che emettano una radiazione visibile con intensità luminosa e appropriate caratteristiche fotometriche e colorimetriche;

n. DPI « multirischio»: devono essere progettati e fabbricati in modo da soddisfare in particolare i requisiti essenziali specifici per ciascuno di questi rischi e proteggere l’utilizzatore dai diversi rischi suscettibili di verificarsi simultaneamente.

Protezione delle parti del corpo Per un utilizzo corretto dei DPI è indispensabile che il lavoratore sia consapevole dei frequenti rischi ai quali il corpo viene esposto durante lo svolgimento delle attività lavorative. Per questo motivo, la protezione delle parti del corpo deve essere oggetto di sufficiente ed adeguata formazione e informazione che il datore di lavoro deve assicurare e alle quali il lavoratore è obbligato a sottoporsi.

In generale è indispensabile che i DPI siano: a. integri; b. ben conservati; c. puliti.

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Ciascun DPI deve essere provvisto del marchio di conformità CE e deve riportare chiaramente le specifiche caratteristiche di protezione dai rischi. Affinché le protezioni siano efficaci i DPI devono essere tenuti sempre in posizione. I DPI vengono suddivisi in funzione delle parti del corpo che devono proteggere, a prescindere dalla categoria di appartenenza:

protezione della testa; protezione delle braccia e delle mani; protezione dei piedi e delle gambe; protezione dell’intero corpo; protezione dell’udito ; protezione degli occhi e del viso; protezione delle vie respiratorie.

Devono essere considerati DPI anche i dispositivi di protezione della pelle, come creme protettive/pomate, per le quali l'Allegato VIII indica i prevalenti settori di utilizzo: a. manipolazione di emulsioni; b. concia di pellami. L'Allegato VIII del D.Lgs. n. 81/2008 riporta gli schemi applicativi per la scelta dei DPI in relazione alle parti del corpo che devono essere protette sia in funzione del tipo di attività, sia del tipo di rischio con riferimento non solo ai rischi da coprire, ma anche a quelli legati all’attrezzatura e all’impiego dell’attrezzatura stessa.

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Protezione della testa Durante lo svolgimento del lavoro, la testa è sottoposta a numerose occasioni di pericolo come urti, cadute od oscillazioni di oggetti dall’alto, impigliamento dei capelli, schizzi di materiali pericolosi, scintille, fiamme libere, ecc.. Il DPI di protezione per la testa deve essere scelto in base al tipo di rischio individuato e deve avere le caratteristiche richieste.

In funzione del tipo di attività per la quale può rendersi necessario l’utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale per la testa, l'Allegato VIII segnala:

Elmetti di protezione Lavori edili, soprattutto lavori sopra, sotto o in prossimità di impalcature e di posti di lavoro sopraelevati, montaggio e smontaggio di armature, lavori di installazione e di posa di ponteggi e operazioni di demolizione.

Lavori su ponti d'acciaio, su opere edili in strutture d'acciaio di grande altezza, piloni, torri, costruzioni idrauliche in acciaio, altiforni, acciaierie e laminatoi, grandi serbatoi, grandi condotte, caldaie e centrali elettriche.

Lavori in fossati, trincee, pozzi e gallerie di miniera. Lavori in terra e in roccia. Lavori in miniere sotterranee, miniere a cielo aperto e lavori di spostamento di

ammassi di sterile. Uso di estrattori di bulloni. Brillatura mine. Lavori in ascensori e montacarichi, apparecchi di sollevamento, gru e nastri

trasportatori. Lavori nei pressi di altiforni, in impianti di riduzione diretta, in acciaierie, in

laminatoi, laminatoi, in stabilimenti metallurgici, in impianti di fucinatura a maglio e a stampo, nonché in fonderie.

Lavori in forni industriali, contenitori, apparecchi, silos, tramogge e condotte. Costruzioni navali. Smistamento ferroviario. Macelli.

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Indicazioni per la scelta del DPI per la protezione della testa in funzione del tipo di rischio

ELMETTI DI PROTEZIONE PER L’INDUSTRIA (Fonte: D.lgs. 81/08 – All.VIII, Tab. 1)

RISCHI DA COPRIRE

Rischi Origini e forma dei rischi Regole di sicurezza e prestazionali per la scelta del dispositivo

Meccanici Cadute di oggetti, urti Schiacciamento laterale Pistole fissachiodi

Capacità d’ammortizzare gli urti Resistenza alla perforazione Resistenza laterale Resistenza agli impatti violenti

Elettrici Bassa tensione elettrica Isolamento elettrico

Termici Alte e basse temperature Protezione contro i metalli

in fusione

Mantenimento della protezione in condizioni di bassa e di alta temperatura

Resistenza alle proiezioni di metalli in fusione

Mancanza di visibilità

Percezione insufficiente Colore della segnaletica/retroflessione

RISCHI LEGATI ALL’ATTREZZATURA

Rischi Origini e forma dei rischi Regole di sicurezza e prestazionali per la scelta del dispositivo

Disagi e impaccio durante il lavoro

Disagio per l’utilizzatore Costruzione ergonomica: peso spazio libero adattamento alla testa aerazione

Infortuni e rischi per la salute

Cattiva compatibilità Mancanza di igiene Cattiva stabilità, caduta

del casco Contatto con le fiamme

Qualità dei materiali Facilità di manutenzione Adattamento dell’elmetto sulla testa Non infiammabilità e resistenza alle

fiamme

Alterazione della funzione di protezione causata dall’invecchiamento

Intemperie, condizioni ambientali, pulitura, usura

Resistenza dell’attrezzatura agli aggressivi industriali

Mantenimento della funzione protettiva per tutta la durata dell’attrezzatura

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RISCHI LEGATI ALL’IMPIEGO DELL’ATTREZZATURA

Rischi Origini e forma dei rischi Regole di sicurezza e prestazionali per la scelta del dispositivo

Cattiva scelta dell’attrezzatura

Attrezzatura scelta in funzione del tipo, dell’entità dei rischi e delle esigenze industriali:

osservanza delle prescrizioni del fabbricante (norme per l’uso)

osservanza della marcatura dell’attrezzatura (es.: tipi di protezione, marcatura corrispondente ad un impiego specifico)

scelta dell’attrezzatura in funzione dei fattori individuali dell’utilizzatore

Impropria utilizzazione dell’attrezzatura

Impiego appropriato dell’attrezzatura conoscendo il rischio

Osservanza delle disposizioni fornite dal fabbricante

Efficacia della protezione insufficiente

Attrezzatura sporca, consumata o deteriorata

Mantenimento dell’attrezzatura in buono stato

Controlli regolari Sostituzione a tempo debito Osservanza delle disposizioni fornite del

fabbricante

Elenco indicativo e non esaustivo dei DPI per la protezione della testa menzionati nell’Allegato VIII: a. caschi di protezione per l’industria (caschi per miniere, cantieri di lavori pubblici,

industrie varie); b. copricapo leggeri per proteggere il cuoio capelluto (berretti, cuffie, retine con o

senza visiera); c. copricapo di protezione (cuffie, berretti, cappelli di tela cerata, in tessuto, in

tessuto rivestito ecc.). Gli elmetti ed i caschi sono composti, di solito, da una calotta e da una bardatura regolabile che li sorregge sul capo; per un'adeguata protezione, infatti, è necessario che l’elmetto sia ben adattato alla taglia della testa dell'utilizzatore. Sono generalmente di materiale plastico resistente (policarbonato termoplastico) o rinforzato con fibra di vetro, o metallico (alluminio o leghe leggere).

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Hanno lo scopo proteggere le tempie, la sommità della testa e la nuca da possibili lesioni e devono possedere le seguenti caratteristiche: 1. capacità di assorbimento dell’urto; 2. resistenza alla perforazione; 3. resistenza alla luce solare ed alla pioggia; 4. resistenza al fuoco; 5. proprietà dielettriche (la tensione di perforazione deve essere superiore a 10 kV); 6. diinfettabilità e lavabilità. Le cuffie possono essere adoperate in abbinamento con gli elmetti e i caschi, oppure da sole. Servono a racchiudere i capelli e a proteggerli da fiamme libere o scintille e da contaminazioni derivanti da sostanze chimiche o biologiche.

Norme tecniche Le norme tecniche europee che definiscono le caratteristiche degli elmetti e dei caschi in funzione del tipo di protezione che devono garantire sono: la EN 397 che definisce le caratteristiche costruttive ed i requisiti di resistenza degli elmetti di protezione per l’industria, in funzione di specifici rischi (caduta di oggetti, lacerazioni, fiamme libere e possibile rischio di intrappolamento e soffocamento conseguente all’uso della cinghia sottogola). Questo tipo di elmetto è ritenuto idoneo per lavori in edilizia, in fossati, su apparecchi di sollevamento, in centrali termiche ecc.. Ogni elmetto deve avere un marchio stampato o impresso che riporti le seguenti indicazioni: a. numero della presente norma europea; b. nome o marchio di identificazione del fabbricante; c. anno e trimestre di fabbricazione; d. tipo di elmetto; e. taglia o gamma di taglie (in centimetri, marcata sia sulla calotta che sulla

bardatura, se prevista). Il dispositivo deve essere accompagnato da una nota informativa redatta dal fabbricante che contenga indicazioni complementari quali le istruzioni o raccomandazioni di regolazione, di montaggio, di uso, di lavaggio, di disinfezione, di manutenzione e stoccaggio. L’utilizzatore ha l’obbligo di attenersi rigorosamente alle indicazioni presenti in tale documento. La EN 812 si riferisce ai caschi anti-urto usati correntemente nell’industria, per proteggere la testa dall’urto con oggetti duri che possono provocare lacerazioni o ferite superficiali alla persona che lo indossa o stordirla. Sono prevalentemente destinati ad utilizzatori che lavorano in interni. Un casco anti-urto non protegge dagli effetti della caduta di oggetti e non deve in nessun caso sostituire un elmetto di protezione per l’industria regolato dalla norma EN397.

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Protezione delle braccia e delle mani Le categorie di rischi da cui proteggere le braccia e le mani sono molteplici e molteplici sono, di conseguenza, le tipologie di DPI utilizzabili ognuna delle quali viene perciò sottoposta a prove specifiche.

I rischi più frequenti sono: meccanici (tagli, graffi, abrasioni, foratura, vibrazioni ecc.); biologici (schizzi, contatto con agenti biologici ecc.); fisici (freddo, caldo, radiazioni, elettrocuzione ecc.); chimici (contatto con prodotti e preparati pericolosi,

sostanze nocive, irritanti o tossiche ecc.). In funzione del tipo di attività per la quale può rendersi necessario l’utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale per le braccia e le mani l'Allegato VIII segnala:

Indumenti protettivi Manipolazione di prodotti acidi e alcalini, disinfettanti e

detergenti corrosivi. Lavori che comportano la manipolazione di masse calde

o la loro vicinanza o comunque un’esposizione al calore. Lavorazione di vetri piani. Lavori di sabbiatura. Lavori in impianti frigoriferi.

Indumenti protettivi difficilmente infiammabili Lavori di saldatura in ambienti ristretti.

Grembiuli imperforabili Operazioni di disossamento e di squartamento nei macelli. Lavori che comportano l’uso di coltelli, nel caso in cui questi siano mossi in

direzione del corpo.

Grembiuli di cuoio Saldatura. Fucinatura. Fonditura.

In particolare per le mani e per le braccia:

Bracciali Operazioni di disossamento e di squartamento nei macelli.

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Guanti Saldatura. Manipolazione di oggetti con spigoli vivi, esclusi i casi in cui sussista il rischio che

il guanto rimanga impigliato nelle macchine. Manipolazione a cielo aperto di prodotti acidi e alcalini.

Guanti a maglia metallica Operazione di disossamento e di squartamento nei macelli. Attività protratta di taglio con il coltello nei reparti di produzione e macellazione. Sostituzione di coltelli nelle taglierine.

Indicazioni per la scelta del DPI per la protezione delle mani e delle braccia in funzione del tipo di rischio

GUANTI DI PROTEZIONE (Fonte: D.lgs. 81/08 – All.VIII, Tab. 5)

RISCHI DA COPRIRE

Rischi Origini e forma dei rischi Regole di sicurezza e prestazionali per la scelta del dispositivo

Generali Contatto Sollecitazioni connesse

con l’utilizzazione

Rivestimento della mano Resistenza allo strappo, allungamento,

resistenza all’abrasione

Meccanico/i Abrasivi da decapaggio, oggetti taglienti o appuntiti, impatti

Resistenza alla penetrazione, alla perforazione e ai tagli

Imbottitura

Termici Oggetti caldi o freddi, temperatura ambiente

Contatto con fiamme Operazione di saldatura

Isolamento contro il freddo o il caldo Infiammabilità, resistenza alla fiamma Protezione e resistenza alle radiazioni e alle

produzioni di metalli fusi

Elettrici Tensione elettrica Isolamento elettrico

Chimici Lesioni causate da prodotti chimici

Impermeabilità, resistenza

Vibrazioni Vibrazioni meccaniche Attenuazioni delle vibrazioni

Contaminazioni Contatto con prodotti radioattivi

Impermeabilità, idoneità alla decontaminazione, resistenza

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RISCHI LEGATI ALL’ATTREZZATURA

Rischi Origini e forma dei rischi

Regole di sicurezza e prestazionali per la scelta del dispositivo

Disagio e impaccio nel lavoro

Disagio per l’utilizzatore Costruzione ergonomica

Massa, progressione della taglia, massa superficiale, comodità, permeabilità al vapore acqueo

Infortuni e rischi per la salute

Cattiva compatibilità

Mancanza di igiene

Presa

Qualità dei materiali

Facilità di manutenzione

Forma attillata, lavorazione

Alterazione della funzione di protezione causata dall’invecchiamento

Intemperie, condizioni ambientali, pulitura, usura

Resistenza dell’attrezzatura agli aggressivi industriali

Mantenimento della funzione protettiva per tutta la durata dell’attrezzatura

Inalterabilità dimensionale

RISCHI LEGATI ALL’IMPIEGO DELL’ATTREZZATURA

Rischi Origini e forma dei rischi

Regole di sicurezza e prestazionali per la scelta del dispositivo

Cattiva scelta dell’attrezzatura

Scelta dell’attrezzatura in funzione del tipo e dell’entità dei rischi e delle esigenze industriali

Osservanza delle disposizioni fornite dal fabbricante (norme per l’uso)

Osservanza della marcatura dell’attrezzatura Scelta dell’attrezzatura in funzione dei fattori

individuali dell’utilizzatore Impropria

utilizzazione dell’attrezzatura

Impiego appropriato dell’attrezzatura conoscendo il rischio

Osservanza delle disposizioni fornite dal fabbricante

Efficacia della protezione insufficiente

Attrezzatura sporca, consunta o deteriorata

Mantenimento dell’attrezzatura in buono stato

Controlli regolari Sostituzione a tempo debito Osservanza delle disposizioni fornite dal

fabbricante

Form

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INDUMENTI DI PROTEZIONE (Fonte: D.lgs. 81/08 – All.VIII, Tab. 7)

RISCHI DA COPRIRE

Rischi Origini e forma dei rischi Regole di sicurezza e prestazionali per la scelta del dispositivo

Generali Contatto Sollecitazioni dovute

all’utilizzazione

Copertura del tronco Resistenza allo strappo, allungamento,

Meccanici Abrasivi di decapaggio, oggetti appuntiti e taglienti

Resistenza alla penetrazione

Termici Oggetti incandescenti o freddi, temperatura ambiente

Contatto con fiamma Lavori di saldatura

Isolamento contro il freddo e il caldo. Mantenimento della funzione protettiva Incombustibilità, resistenza alla fiamma Protezione e resistenza alle radiazione e alle

proiezioni di metalli fusi

Elettrici Tensione elettrica Isolamento elettrico

Chimici Lesioni causate da prodotti chimici

Impermeabilità e resistenza agli aggressivi chimici

Azione dell’umidità

Penetrazione dell’acqua Permeabilità all’acqua

Mancata visibilità

Percezione insufficiente Colore vivo, retroflessione

Contaminazione Contatto con prodotti radioattivi

Impermeabilità idoneità alla contaminazione, resistenza

RISCHI LEGATI ALL’ATTREZZATURA

Rischi Origini e forma dei rischi

Regole di sicurezza e prestazionali per la scelta del dispositivo

Disagio e impaccio nel lavoro

Disagio dell’utilizzatore

Costruzione ergonomica Progressione delle taglie, massa di

superficie, comodità, permeabilità al vapore acqueo

Infortuni e rischi per la salute

Cattiva compatibilità Mancanza di igiene Presa

Qualità dei materiali Facilità di manutenzione Forma appropriata, lavorazione

Alterazione della funzione protettiva

Intemperie condizioni ambientali, pulitura,

Resistenza dell’attrezzatura agli aggressivi industriali Fo

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RISCHI LEGATI ALL’ATTREZZATURA

Rischi Origini e forma dei rischi

Regole di sicurezza e prestazionali per la scelta del dispositivo

causata dall’invecchiamento

usura Mantenimento della funzione protettiva per tutta la durata dell’attrezzatura

Mantenimento delle dimensioni

RISCHI LEGATI ALL’IMPIEGO DELL’ATTREZZATURA

Rischi Origini e forma dei rischi Regole di sicurezza e prestazionali per la scelta del dispositivo

Cattiva scelta per l’attrezzatura

Scelta dell’attrezzatura in funzione del tipo e dell’entità dei rischi e delle e delle esigenze industriali

Osservanza delle disposizioni fornite dal fabbricante (norme per l’uso)

Osservanza della marcatura dell’attrezzatura Scelta dell’attrezzatura in funzione dei fattori

individuali dell’utilizzatore Impropria utilizzazione

dell’attrezzatura Impiego appropriato dell’attrezzatura

conoscendo il rischio Osservanza delle disposizioni fornite dal

fabbricante

Efficacia della protezione insufficiente

Attrezzatura sporca, consunta o deteriorata

Mantenimento dell’attrezzatura in buono stato

Controlli regolari Sostituzioni a tempo debito Osservanza delle disposizioni fornite dal

fabbricante

Per una adeguata protezione delle mani e delle braccia dal rischio di agenti chimici, nella scelta del DPI e dell’indumento di protezione è necessario tenere presente che nessuno di questi è completamente e definitivamente impermeabile alle sostanze contaminanti.

Un requisito prestazionale di fondamentale importanza è, pertanto, il tempo di penetrazione, ovverosia il tempo impiegato dal prodotto chimico per passare dalla superficie esterna alla superficie interna dell'indumento e, potenzialmente, venire a contatto con la pelle. Indicativamente, un indumento può essere definito di protezione limitata se presenta un tempo di penetrazione inferiore alle 2 ore, di protezione normale se presenta un tempo di penetrazione tra 2 e 6 ore e di protezione elevata se presenta un tempo di penetrazione superiore alle 6 ore. Fo

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La scelta dei guanti deve essere operata in funzione della mansione, delle caratteristiche meccaniche del guanto e in base alla biocompatibilità. Il termine generico “guanti” non indica un dispositivo di protezione unico, in quanto sono disponibili guanti in materiali diversi e con caratteristiche diverse. Per la scelta dei guanti bisogna tenere presente che i solventi penetrano tanto più velocemente nel tessuto quanto più è alta la temperatura. L'umidità e il calore possono favorire l'assorbimento cutaneo dei prodotti chimici.

Elenco indicativo e non esaustivo dei DPI per la protezione delle mani e delle braccia menzionati nell’Allegato VIII: a. guanti contro le aggressioni meccaniche (perforazioni, tagli, vibrazioni, ecc.); b. guanti contro le aggressioni chimiche; c. guanti per elettricisti; d. guanti antitermici; e. guanti a sacco; f. ditali; g. manicotti; h. fasce di protezione dei polsi; i. guanti a mezze dita; j. manopole. In linea generale, affinché la protezione sia sempre efficace è necessario seguire alcune norme di comportamento:

usare guanti specifici in funzione del tipo di lavorazione da eseguire; usare guanti di spessore costante, senza fori e facilmente calzabili; usare guanti abbastanza lunghi, almeno fino all’avambraccio, nel caso di sostanze

nocive o irritanti; usare guanti non troppo aderenti alla pelle per limitare il sudore; controllare quotidianamente l’integrità delle protezioni utilizzate; evitare l’uso di protezioni degradate e/o strappate; pulire costantemente i guanti secondo le modalità indicate dal produttore; conservare i guanti in luogo idoneo; fare un utilizzo sistematico delle protezioni.

Per specifici rischi, ai guanti possono essere abbinate creme protettive come protezione aggiuntiva.

Norme tecniche Le norme europee, riportate nella seguente tabella, guidano alla scelta del guanto adatto ad un determinato agente di rischio attraverso pittogrammi, ognuno con diversi livelli di prestazione. Ciascuna norma stabilisce anche le marcature che i guanti devono riportare. Fo

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Norma di riferimento Specifica

EN 420

Requisiti Generali

La norma EN 420 definisce i requisiti generali e le procedure di prova per la progettazione e la realizzazione del guanto, la resistenza alla penetrazione dell'acqua, innocuità, confortevolezza ed efficienza, marcatura e informazioni supplementari fornite dal fabbricante applicabili a tutti i guanti di protezione. Non si applica ai guanti per elettricista e ai guanti chirurgici.

EN 388

Rischi Meccanici

ABCD

La norma EN 388 si applica a tutti i tipi di guanti di protezione per quanto riguarda le aggressioni fisiche e meccaniche tramite l'abrasione, il taglio da lama, la perforazione e lo strappo. Questa norma non si applica ai guanti antivibrazione. Sull’etichetta deve essere riportato un codice con 4 indici ABCD:

Livello di prestazioni A: da 0 a 4. Esigenze: resistenza all'abrasione: numero di cicli necessari per danneggiare il campione ad una velocità costante.

Livello di prestazioni B: da 0 a 5. Esigenze: resistenza al taglio da lama: numero di cicli necessari per tagliare il campione ad una velocità costante.

Livello di prestazioni C: da 0 a 4. Esigenze: resistenza allo strappo: forza minima necessaria per strappare il campione.

Livello di prestazioni D: da 0 a 4. Esigenze: resistenza alla perforazione: forza necessaria per bucare il campione con un normale punzone.

EN 511

Protezione dal Freddo

ABC

La norma EN 511 definisce le esigenze e i metodi dei test sui guanti di protezione contro il freddo trasmesso tramite convezione o conduttività fino a -50°C. Questo freddo può essere legato alle condizioni climatiche o ad un attività industriale. I valori specifici dei diversi livelli delle prestazioni sono determinati dalle esigenze proprie ad ogni categoria di rischi o ad ogni ambiente di applicazioni speciali. Sull’etichetta deve essere riportato un codice con 3 indici ABC:

Livello di prestazioni A: da 0 a 4. Esigenze: resistenza al freddo convettivo: indica se esiste o no una penetrazione dopo 30 minuti.

Livello di prestazioni B da 0 a 5. Esigenze: resistenza al freddo da contatto: indica se esiste o no una penetrazione dopo 30 minuti.

Livello di prestazioni C: da 0 a 1. Esigenze: Impermeabilità all'acqua: indica se esiste o no penetrazione dopo 30 minuti

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Norma di riferimento Specifica

EN 407

Rischi Termici

ABCDEF3

La norma EN 407 specifica i metodi delle prove, i requisiti generali, i livelli delle prestazioni termiche e la marcatura dei guanti di protezione contro il calore e/o il fuoco. Si applica a tutti i guanti che devono proteggere le mani contro il calore e/o le fiamme sotto una o più seguenti forme: fuoco, calore da contatto, calore convettivo, calore radiante, piccole proiezioni di metallo fuso o grosse proiezioni di metallo fuso. Sull’etichetta deve essere riportato un codice con 6 indici ABCDEF:

Livello di prestazioni A: da 1 a 4. Esigenze: resistenza all'infiammabilità: tempo durante il quale il materiale rimane infiammato e continua a bruciare dopo che la fonte di calore sia stata eliminata.

Livello di prestazioni B: da 1 a 4. Esigenze: resistenza al calore da contatto: temperatura (nell'intervallo da 100°C a 500 °C) alla quale la persona che indossa il guanto non sentirà nessun dolore (per un periodo di almeno 15 secondi).

Livello di prestazioni C: da 1 a 4. Esigenze: resistenza al calore convettivo: tempo durante il quale il guanto è capace di ritardare il passaggio del calore proveniente da una fiamma.

Livello di prestazioni D: da 1 a 4. Esigenze: resistenza al calore radiante: tempo necessario per arrivare ad una certa temperatura.

Livello di prestazioni E: da 1 a 4. Esigenze: resistenza a piccole proiezioni di metallo fuso: quantità necessaria per portare il guanto ad una certa temperatura.

Livello di prestazioni F: da 1 a 4. Esigenze: resistenza ad importanti proiezioni di metallo fuso: quantità di proiezioni necessarie per provocare il deterioramento del guanto.

EN 374-2

Rischi microrganici

La norma EN 374-2 specifica un metodo di prova per la resistenza dei guanti alla penetrazione di prodotti chimici e/o microrganici. Quando i guanti resistono alla penetrazione e sono testati secondo questa parte della norma EN374, costituiscono una barriera efficace contro i rischi microbiologici.

Livello di prestazioni: da 0 a 1. Esigenze: penetrazione: indica se il prodotto resiste o no alla penetrazione dell'acqua e dell'aria.

EN 374-3

Rischi chimici

La norma EN 374-3 riguarda la determinazione della resistenza dei materiali con cui sono fatti i guanti alla permeabilità rispetto a prodotti chimici che non siano gas e che siano potenzialmente pericolosi in caso di contatto continuo.

Livello di prestazioni da 0 a 1. Esigenze: penetrazione: indica se il prodotto resiste o no alla penetrazione dell'acqua e dell'aria.

Livello di prestazioni da 0 a 6. Esigenze: permeabilità: indica il tempo necessario ad un prodotto pericoloso per attraversare la pellicola protettiva tramite l'effetto di permeabilità.

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Protezione dei piedi e delle gambe La protezione dei piedi e delle gambe è importante per assicurare sia l’incolumità, sia una buona stabilità all’operatore. Le gambe e i piedi sono soggetti a molteplici rischi e, in particolare nei cantieri edili, i piedi sono soggetti a perforazioni, schiacciamenti, distorsioni, urti. Attraverso i piedi, inoltre, il corpo può essere interessato da elettrocuzione, freddo e caldo eccessivi, ecc.

Le calzature costituiscono un DPI fondamentale nell’abbigliamento dei lavoratori che operano in ambienti con rischi diffusi e poco circoscrivibili e, di conseguenza, la scelta deve tenere in considerazione sia le specifiche attività lavorative, sia le caratteristiche idonee a proteggere gli operatori dai diversi rischi valutati. Di solito, la scarpa antinfortunistica è anche il DPI più indossato dai lavoratori senza particolari sollecitazioni. Per i DPI destinati alIa protezione di gambe e piedi valgono le indicazioni generali relative agli indumenti di protezione riportate nell’Allegato VIII del D.lgs. n. 81/2008 (vedi tab. 7) e, in particolare, per le calzature destinate alla protezione da agenti chimici valgono le stesse considerazioni a proposito del tempo di penetrazione, già fatte per i guanti. I principali rischi da cui ci si può proteggere con l’uso di

calzature antinfortunistiche dedicate sono: meccanici (schiacciamento, urto, scivolamento, presenza di chiodi ecc.); biologici (schizzi, contatto con agenti biologici ecc.); fisici (scariche elettrostatiche, alti livelli di umidità e/o di acqua, freddo, caldo ecc.); chimici (sversamento di prodotti e preparati pericolosi, sostanze nocive, irritanti o

tossiche ecc.). In funzione del tipo di attività per la quale può rendersi necessario l’utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale per i piedi e le gambe, l'Allegato VIII segnala:

Scarpe di sicurezza con suola imperforabile Lavori di rustico, di genio civile e lavori stradali. Lavori su impalcatura. Demolizioni di rustici. Lavori in calcestruzzo e in elementi prefabbricati con montaggio e smontaggio di

armature. Lavori in cantieri edili e in aree di deposito. Lavori su tetti.

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Scarpe di sicurezza senza suola imperforabile Lavori su ponti d'acciaio, opere edili in strutture di grande altezza, piloni, torri,

ascensori e montacarichi, costruzioni idrauliche in acciaio, altiforni, acciaierie, laminatoi, grandi contenitori, grandi condotte, gru, caldaie e impianti elettrici.

Costruzioni di forni, installazioni di impianti di riscaldamento e di aerazione, nonché montaggio di costruzioni metalliche.

Lavori di trasformazione e di manutenzione. Lavori in altiforni, impianti di riduzione diretta, acciaierie e laminatoi, stabilimenti

metallurgici, impianti di fucinatura a maglio e a stampo, impianti di pressatura a caldo e di trafilatura.

Lavori in cave di pietra, miniere a cielo aperto e rimozione di discarica. Lavorazione e finitura di pietre. Produzione di vetri piani e di vetri cavi, nonché lavorazione e finitura. Manipolazione di stampi nell'industria della ceramica. Lavori di rivestimenti in prossimità del forno nell'industria della ceramica. Lavori nell'industria della ceramica pesante e nell'industria dei materiali da

costruzione. Movimentazione e stoccaggio. Manipolazione di blocchi di carni surgelate e di contenitori metallici di conserve. Costruzioni navali. Smistamento ferroviario.

Scarpe di sicurezza con tacco o con suola continua e con intersuola imperforabile

Lavori sui tetti.

Scarpe di sicurezza con intersuola termoisolante Attività su e con masse molto fredde o ardenti.

Scarpe di sicurezza a slacciamento rapido In caso di rischio di penetrazione di masse incandescenti fuse.

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Indicazioni per la scelta del DPI per la protezione dei piedi e delle gambe in funzione del tipo di rischio

STIVALI E SCARPE DI SICUREZZA (Fonte: D.lgs. 81/08 – All.VIII, Tab. 6)

RISCHI DA CUI PROTEGGERE

Rischi Origini e forma dei rischi

Regole di sicurezza e prestazionali per la scelta del dispositivo

Caduta di oggetti o schiacciamento della parte anteriore del piede

Resistenza della parte anteriore della calzatura

Cadute e urti sul tallone

Resistenza delle suole allo scivolamento

Cadute per scivolamento

Resistenza delle suole allo scivolamento

Calpestamento di oggetti appuntiti o taglienti

Resistenza delle suole alla perforazione

Meccanici

Danneggiamento di: malleoli metatarso gamba

Protezione di: malleoli metatarso gamba

Bassa e media tensione

Isolamento elettrico Elettrici

Alta tensione Conducibilità elettrica Freddo, caldo Isolamento termico Termici Proiezione di metalli

fusi Resistenza, impenetrabilità

Chimici Polveri o liquidi dannosi

Resistenza, impenetrabilità

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RISCHI LEGATI ALL’ATTREZZATURA

Rischi Origini e forma dei rischi Regole di sicurezza e prestazionali per la scelta del dispositivo

Comfort inadeguato: calzata insoddisfacente

Progetto ergonomico: forma, imbottitura, taglia

Insufficiente eliminazione della traspirazione

Permeabilità al vapore acqueo e capacità di assorbimento d’acqua

Fatica causata dall’impiego del dispositivo

Flessibilità, massa

Disagio, interferenza con l’attività lavorativa

Penetrazione di umidità Impermeabilità all’acqua Scarsa compatibilità Qualità dei materiali Carenza di igiene Facilità di manutenzione

Infortuni e rischi per la salute Rischio di lussazioni o di

storte dovuto alla scorretta posizione del piede

Rigidità trasversale della scarpa e del cambriglione, adattabilità

Invecchiamento Esposizione a fenomeni atmosferici, condizioni dell’ambiente, pulizia, utilizzo

Resistenza alla corrosione, all’abrasione e allo sforzo della suola

Resistenza del dispositivo alle condizioni di utilizzo industriali

Conservazione del dispositivo per la durata dell’utilizzo

Carica elettrostatica

Scarica dell’elettricità statica

Conducibilità elettrica

RISCHI LEGATI ALL’IMPIEGO DELL’ATTREZZATURA

Rischi Origini e forma dei rischi Regole di sicurezza e prestazionali per la scelta del dispositivo

Impropria utilizzazione dell’attrezzatura

Impiego appropriato dell’attrezzatura conoscendo il rischio

Osservanza delle disposizioni fornite dal fabbricante

Efficacia delle protezioni insufficiente

Attrezzatura sporca consunta o deteriorata

Manutenzione dell’attrezzatura in buono stato

Controlli regolari Sostituzioni a tempo debito Osservanza delle disposizioni fornite dal

fabbricante Form

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Elenco indicativo e non esaustivo dei DPI per la protezione dei piedi e delle gambe menzionati nell’Allegato VIII: a. scarpe basse, scarponi, tronchetti, stivali di sicurezza; b. scarpe a slacciamento o sganciamento rapido; c. scarpe con protezione supplementare della punta del piede; d. scarpe e soprascarpe con suola anticalore; e. scarpe, stivali e soprastivali di protezione contro il calore; f. scarpe, stivali e soprastivali di protezione contro il freddo; g. scarpe, stivali e soprastivali di protezione contro le vibrazioni; h. scarpe, stivali e soprastivali di protezione antistatici; i. scarpe, stivali e soprastivali di protezione isolanti; j. stivali di protezione contro le catene delle trance meccaniche; k. zoccoli; l. ginocchiere; m. dispositivi di protezione amovibili del collo del piede; n. ghette; o. suole amovibili (anticalore, antiperforazione o antitraspirazione); p. ramponi amovibili per ghiaccio, neve, terreno sdrucciolevole. Come tutti gli altri DPI, anche le calzature antinfortunistiche sono soggette ad etichettatura CE con caratteristiche normate. L'etichettatura deve essere effettuata in modo chiaro ed indelebile con le seguenti informazioni:

taglia; marchio di identificazione del fabbricante; modello definito dal fabbricante; trimestre e anno di fabbricazione; paese del fabbricante; numero della norma europea riferimento; simboli identificativi delle protezioni fornite o, se necessario, categoria appropriata

(SB, S1, …S5). I simboli di specifiche particolari hanno il seguente significato:

A Resistenza elettrica, antistaticità;

E Assorbimento di energia del tallone;

C Resistenza elettrica, conduttività;

CI Suola isolante dal freddo;

CR Resistenza della tomaia al taglio;

HI Suola isolante dal calore; Form

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HRO Resistenza della suola al calore da contatto;

M Protezione dei metatarsi contro gli urti;

ORO Resistenza della suola agli idrocarburi;

P Resistenza della suola alla perforazione;

WR Resistenza alla penetrazione dell'acqua della congiunzione suola/tomaia della calzatura in cuoio;

WRU Resistenza all'assorbimento d'acqua della tomaia delle scarpe in pelle.

Le proprietà rappresentano le combinazioni dei requisiti più diffusi. Sono designate da un codice di categoria:

SB, S1, …S5 (scarpe di sicurezza); O1, … O5 (scarpe da lavoro).

Tutti i materiali SB: proprietà fondamentali

S1: proprietà fondamentale e in più:

zona del tallone chiusa,

caratteristiche antistatiche,

assorbimento di energia del tallone.

O1: proprietà fondamentale e in più:

zona del tallone chiusa,

resistenza della suola agli idrocarburi,

caratteristiche antistatiche,

assorbimento di energia del tallone.

S2: come S1 e in più:

impermeabilità all’acqua

02: come O1 e in più:

impermeabilità all’acqua

CLASSE 1

Tutti i materiali tranne i polimeri naturali o sintetici

S3: come S2 e in più:

lamina antiforo

03: come O2 e in più:

lamina antiforo

S4: proprietà fondamentale e in più:

caratteristiche antistatiche,

assorbimento di energia del tallone

04: proprietà fondamentale e in più:

caratteristiche antistatiche,

assorbimento di energia del tallone

CLASSE 2

Polimeri naturali e sintetici

S5: come S4 e in più lamina antiforo 05: come O4 e in più lamina antiforo

Norme tecniche Le principali norme tecniche europee che definiscono i requisiti generali e i metodi dei test delle scarpe di sicurezza, delle scarpe di protezione e delle scarpe da lavoro professionali sono: la EN 344 definisce requisiti e metodi di prova per le scarpe di sicurezza, di protezione e da lavoro per l'uso industriale.Questa norma, però, può essere utilizzata

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unicamente in abbinamento con le norme EN 345, EN 346 e EN 347 che definiscono i requisiti delle scarpe in funzione dei livelli dei rischi specifici: la EN 345 e la EN 346 stabiliscono i requisiti fondamentali e addizionali (facoltativi) delle scarpe di sicurezza ad uso professionale munite di puntale di protezione destinato a proteggere contro gli urti e lo schiacciamento con livello di energia pari a 200 Joules (EN 345) e a 100 Joules (EN 346); la EN 347 definisce i requisiti delle scarpe di sicurezza ad uso professionale che non hanno puntale di protezione contro gli urti e lo schiacciamento.

Protezione dell'intero corpo I DPI per la protezione dell’intero corpo o dispositivi anticaduta servono a proteggere i lavoratori che effettuano operazioni in altezza (superiore a 2 metri), quando non sia possibile disporre di altri sistemi di protezione collettiva che tutelino dal rischio di caduta dall’alto.

In funzione del tipo di attività per la quale può rendersi necessario l’utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale per l’intero corpo, l'Allegato VIII segnala:

Attrezzatura di protezione anticaduta (imbracature di sicurezza)

Lavori su impalcature. Montaggio di elementi prefabbricati. Lavori su piloni.

Attacco di sicurezza con corda Posti di lavoro in cabine sopraelevate di gru. Posti di lavoro in cabine di manovra sopraelevate di trans elevatori. Posti di lavoro sopraelevati su torri di trivellazione. Lavori in pozzi e in fogne.

Indicazioni per la scelta del DPI per la protezione dell’intero corpo in funzione del tipo di rischio

DISPOSITIVI DI PROTEZIONE CONTRO LE CADUTE (Fonte: D.lgs. 81/08 – All.VIII, Tab. 9)

RISCHI DA COPRIRE

Rischi Origini e forma dei rischi Regole di sicurezza e prestazionali per la scelta del dispositivo

Impatto Caduta da posizione elevata

Perdita dell’equilibrio

Resistenza e idoneità dell’attrezzatura e del punto di ancoraggio

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RISCHI LEGATI ALL’ATTREZZATURA

Rischi Origini e forma dei rischi Regole di sicurezza e prestazionali per la scelta del dispositivo

Disagio e impaccio nel lavoro

Costruzione ergonomica insufficiente

Limitata libertà di movimento

Costruzione ergonomica Modalità di costruzione Massa Flessibilità Facilità d’impiego Dispositivi di protezione con

regolazione automatica della lunghezza

Sollecitazione dinamica esercitata sul mezzo di protezione nell’utilizzazione durante la fase di frenatura della caduta

Idoneità dell’attrezzatura Distribuzione degli sforzi di frenatura su

quelle parti del corpo che hanno una certa capacità di assorbimento

Riduzione della forza di frenatura Distanza di frenatura Posizione della fibbia di fissaggio

Movimento pendolare e urto laterale

Punto d’ancoraggio al di sopra della testa, ancoraggio in altri punti

Carica statica in sospensione marcatura delle cinghie

Costruzione dell’attrezzatura, distribuzione degli sforzi,

Infortuni e rischi per la salute

Inciampo nel dispositivo di collegamento

Dispositivo di collegamento corto, dispositivo d’arresto della caduta

Alterazione della funzione protettiva causata dall’invecchiamento

Deterioramento della resistenza meccanica causata dalle esposizioni a fenomeni atmosferici, dalle condizioni ambientali, dalla pulitura e dall’usura

Resistenza alla corrosione Resistenza dell’attrezzatura agli

aggressivi industriali Mantenimento della funzione di

protezione per tutta la durata dell’attrezzatura

Form

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RISCHI LEGATI ALL’IMPIEGO DELL’ATTREZZATURA

Rischi Origini e forma dei rischi Regole di sicurezza e prestazionali per la scelta del dispositivo

Cattiva scelta dell’attrezzatura

Scelta dell’attrezzatura in funzione del tipo e dell’entità dei rischi e delle esigenze industriali

Osservanza delle disposizioni fornite dal fabbricante (norme per l’uso)

Osservanza della marcatura dell’attrezzature (es. tipo di protezione, marcatura corrispondente e un impiego specifico)

Scelta dell’attrezzatura in funzione dei fattori individuali dell’utilizzatore

Impropria utilizzazione dell’attrezzatura

Impiego appropriato dell’ attrezzatura conoscendo il rischio

Osservanza delle disposizioni fornite dal fabbricante

Utilizzo della protezione insufficiente

Attrezzatura sporca, consunta o deteriorata

Mantenimento dell’attrezzatura in buono stato

Controlli regolari Sostituzione a tempo debito Osservanza delle disposizioni fornite dal

fabbricante

I dispositivi di protezione individuale contro le cadute dall’alto sono di vari modelli e si differenziano a seconda delle esigenze specifiche di utilizzazione e delle caratteristiche di resistenza richieste. Affinché siano efficaci e ben tolleranti, la scelta deve essere sempre orientatata tenendo conto delle mansioni svolte dall’operatore e dei luoghi di utilizzo. Devono, comunque, essere conformi alle norme legislative e di buona tecnica. Elenco indicativo e non esaustivo dei DPI per la protezione dell’intero corpo menzionati nell’Allegato VIII: a. attrezzature di protezione contro le cadute; b. attrezzature anticaduta; c. attrezzature con freno “ad assorbimento di energia cinetica”; d. dispositivo di sostegno del corpo (imbracatura di sicurezza).

Norme tecniche Le norme tecniche europee che regolano la progettazione, la produzione e l’uso di questo tipo di dispositivo sono numerose. Questi dispositivi, infatti, sono classificati di terza categoria e necessitano, pertanto, di un adeguato addestramento in quanto destinati a proteggere da lesioni gravi, permanenti o da morte, ovverosia quei rischi Fo

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che l’operatore non è in grado di percepire in tempo, prima che si siano manifestati gli effetti lesivi. Per l’utilizzo di questo tipo di dispositivo è indispensabile un adeguato addestramento. Le principali norme di riferimento sono:

EN 353-1 Dispositivi anticaduta di tipo guidato su linea di ancoraggio rigida

EN 353-2 Dispositivi anticaduta di tipo guidato su linea di ancoraggio flessibile

EN 354 Cordini

EN 355 Assorbitori di energia

EN 358 Cinture di posizionamento sul lavoro e di trattenuta e cordini di posizionamento sul lavoro

EN 360 Dispositivi anticaduta di tipo retrattile

EN 361 Imbracature per il corpo

EN 362 Connettori

EN 363 Sistemi di arresto caduta

EN 364 Metodi di prova

EN 365 Requisiti generali per le istruzioni, l’uso e la marcatura

EN 795 Dispositivi di ancoraggio – Requisiti e prove

La EN 353 -1 descrive una linea di ancoraggio rigida, vale a dire un sistema costituito da un dispositivo mobile a blocco automatico fissato alla linea di ancoraggio rigida (binario, cavo, ecc.). Nel sistema può essere incorporato un elemento di dissipazione di energia. La EN 353-2 descrive una linea di ancoraggio flessibile, vale a dire un sistema costituito da un dispositivo mobile a blocco automatico fissato alla linea di ancoraggio flessibile (corda, cavo, ecc.). Nel sistema può essere incorporato un elemento di dissipazione di energia. La EN 354 si riferisce alle corde fisse e regolabili quali elementi di connessione o componenti di un sistema. Una corda può essere in fibre sintetiche, in cavo metallico, in cinghie o catene. La sua lunghezza massima è di 2 m. Una corda senza assorbitore di energia non deve essere utilizzata come sistema di arresto caduta. La EN 355 descrive gli assorbitori di energia, componenti di un dispositivo di arresto di caduta che garantisce l'arresto di una caduta dall'alto in completa sicurezza, diminuendo l'impatto dell'urto. La EN 358 tratta i dispositivi di posizionamento sul lavoro i cui i componenti (cintura e cordino di posizionamento sul lavoro) sono collegati tra loro per ottenere un equipaggiamento completo. La EN 360 descrive i dispositivi anticaduta retrattili, ovverosia provvisti di funzione autobloccante e di un sistema automatico di tensione e ritorno del cordino. Nel dispositivo stesso o nel cordino retrattile può essere integrato un elemento di dissipazione di energia. Fo

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La EN 361 è relativa alle imbracature di supporto per il corpo durante una caduta. Possono essere costituite da cinghie, anelli ed altri elementi posizionati e regolati in modo adeguato sul corpo dell’operatore in modo da sostenerlo durante o dopo l’arresto di una caduta. La EN 362 tratta i connettori, elementi di collegamento o componenti di un sistema di protezione anticaduta. Un connettore può essere costituito da un moschettone o da una pinza. La EN 363 si riferisce ad un insieme di DPI collegati tra loro e destinati all'arresto di una caduta dall'alto. Un dispositivo di arresto caduta deve contenere almeno un'imbracatura e un dispositivo anticaduta. La EN 364 definisce i metodi delle prove relativi ai diversi DPI contro le cadute dall'alto e le apparecchiature necessarie per realizzare le prove. La EN 365 descrive le marcature che devono comparire sui DPI contro le cadute dall'alto e le informazioni presenti sulle istruzioni d'uso. La EN 795 definisce i dispositivi di ancoraggio, elementi ai quali si può agganciare un dispositivo di protezione individuale, suddividendoli in classi:

Classe Descrizione Classe A1 Dispositivi di ancoraggio progettati per essere fissati a superfici verticali,

orizzontali ed inclinate (muri, colonne, architravi).

Classe A2 Dispositivi di ancoraggio progettati per essere fissati su tetti inclinati.

Classe B Dispositivi di ancoraggio provvisori trasportabili.

Classe C Dispositivi di ancoraggio dotati di supporti flessibili orizzontali «linea di vita»; inclinazione consentita di 15°.

Classe D Dispositivi di ancoraggio dotati di binari rigidi orizzontali.

Classe E Ancoraggi a corpo morto da utilizzare su superfici orizzontali; inclinazione consentita di 5°.

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Indumenti di protezione La protezione del corpo si realizza anche con una grande varietà di indumenti, che coprono o sostituiscono gli indumenti personali, realizzati per proteggere da uno o più rischi e diversi anche per tipo di protezione del corpo. Anche l'abbigliamento di segnalazione contro i pericoli della circolazione stradale rientra nella categoria dell'abbigliamento di protezione.

Non tutti gli indumenti di lavoro, però, sono da considerarsi DPI. Ai sensi del D.Lgs. n. 81/2008, art. 74, comma 2, lettera a), infatti, non costituiscono DPI: “gli indumenti di lavoro ordinari e le uniformi non specificamente destinati a proteggere la sicurezza e la salute del lavoratore” Elenco indicativo e non esaustivo degli indumenti classificabili come DPI menzionati nell’Allegato VIII: a. indumenti di lavoro cosiddetti “di sicurezza” (due pezzi e

tute); b. indumenti di protezione contro le aggressioni meccaniche

(perforazioni, tagli, ecc.); c. indumenti di protezione contro le aggressioni chimiche; d. indumenti di protezione contro gli spruzzi di metallo fuso e

di raggi infrarossi; e. indumenti di protezione contro il calore; f. indumenti di protezione contro il freddo; g. indumenti di protezione contro la contaminazione

radioattiva; h. indumenti antipolvere; i. indumenti antigas; j. indumenti ed accessori (bracciali e guanti, ecc.) a fluorescenza di segnalazione,

catarifrangenti; k. coperture di protezione; l. giubbotti, giacche e grembiuli di protezione contro le aggressioni meccaniche

(perforazioni, tagli, spruzzi di metallo fuso, ecc.); m. giubbotti, giacche e grembiuli di protezione contro le aggressioni chimiche; n. giubbotti termici; o. giubbotti di salvataggio; p. grembiuli di protezione contro i raggi x; q. cintura di sicurezza del tronco.

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Norme tecniche Data la considerevole varietà di rischi e, di conseguenza, di indumenti di protezione, altrettanto varie sono le norme di riferimento. In ogni caso, tutti gli indumenti di protezione devono soddisfare i requisiti generali definiti nella norma EN 340.

La norma definisce anche i requisiti di marcatura degli indumenti di sicurezza che deve:

essere apposta sul prodotto stesso o stampata su una etichetta attaccata al prodotto;

essere messa in modo visibile o leggibile; riportare nome e marchio commerciale; riportare la designazione del tipo di prodotto; riportare la designazione della taglia; riportare il numero della norma di riferimento; riportare i pittogrammi relativi al pericolo contro il quale viene utilizzato l’indumento

di protezione e, se necessario, i livelli delle prestazioni richiesti; riportare la «i» sul pittogramma in caso di obbligo per l'utilizzatore di consultare le

istruzioni del fabbricante; riportare l'etichetta per la manutenzione; riportare le istruzioni per l'uso.

In funzione del tipo di attività per la quale può rendersi necessario l’utilizzo di indumenti di protezione l'Allegato VIII segnala:

Indumenti di protezione contro le intemperie Lavori edili all’aperto con clima piovoso e freddo.

Indumenti fosforescenti Lavori in cui è necessario percepire in tempo la presenza dei lavoratori.

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Indicazioni per la scelta dell’indumento di protezione in funzione del tipo di rischio

GIUBBOTTI DI SALVATAGGIO PER L’INDUSTRIA (Fonte: D.lgs. 81/08 – All.VIII, Tab. 8)

RISCHI DA COPRIRE

Rischi Origini e forma dei rischi Regole di sicurezza e prestazionali per la scelta del dispositivo

Annegamento Caduta in acqua di una persona in abito da lavoro, eventualmente priva di conoscenza o impedita nel movimento

Sufficiente galleggiabilità

Possibilità di rovesciamento in posizione stabile, anche quando l’utilizzatore è privo di conoscenza

Tempo necessario per il gonfiaggio

Dispositivo di gonfiaggio automatico

Mantenimento della bocca e del naso al di fuori dell’acqua

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RISCHI LEGATI ALL’ATTREZZATURA

Rischi Origini e forma dei rischi Regole di sicurezza e prestazionali per la scelta del dispositivo

Disagio e impaccio sul lavoro

Disagio causato dalle dimensioni o da una forma inadatta

Costruzione ergonomica che non impedisca la visione, la respirazione e i movimenti dell’utilizzatore

Corretta disposizione degli organi di manovra

Infortuni e rischi per la salute

Perdita del giubbotto durante una caduta in acqua

Deterioramento del giubbotto durante l’utilizzazione

Alterazione della funzione del sistema di gonfiaggio

Impropria utilizzazione

Concezione del giubbotto (mantenimento in posizione)

Resistenza alle azioni meccaniche (urto, perforazione, ecc.)

Mantenimento della funzione di sicurezza in tutte le condizioni d’impiego

Caratteristiche del gas di riempimento (massa della carica di gas, innocuità)

Efficacia del dispositivo di gonfiaggio automatico (anche dopo un lungo periodo di immagazzinamento)

Comando manuale

Dispositivo per il gonfiaggio e bocca di facile accessibilità anche quando il giubbotto è indossato

Riassunto delle norme per l’uso stampate in modo indelebile sul giubbotto

Alterazione della funzione protettiva causata dall’invecchiamento

Intemperie, condizioni ambientali, pulitura e usura

Resistenza agli aggressivi chimici, biologici e fisici, acqua di mare, detergenti, idrocarburi, microrganismi (batteri e muffe)

Resistenza agli aggressivi (chimici, temperatura, umidità, pioggia, schizzi d’acqua, raggi solari)

Resistenza dei materiali costitutivi e dei rivestimenti di protezione strappo, abrasione infiammabilità, protezione da metalli fusi (saldatura)

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RISCHI LEGATI ALL’IMPIEGO DELL’ATTREZZATURA

Rischi Origini e forma dei rischi Regole di sicurezza e prestazionali per la scelta del dispositivo

Cattiva scelta dell’attrezzatura Scelta dell’attrezzatura in funzione del tipo e dell’entità dei rischi e delle e delle esigenze industriali

Osservanza delle disposizioni fornite dal fabbricante (norme per l’uso)

Osservanza della marcatura dell’attrezzatura (esempio: tipi di protezione marcatura corrispondente e un impiego specifico)

Scelta dell’attrezzatura in funzione dei fattori individuali dell’utilizzatore

Impropria utilizzazione dell’attrezzatura

Impiego appropriato dell’attrezzatura conoscendo il rischio

Osservanza delle disposizioni fornite dal fabbricante

Osservanza delle norme d’impiego

Efficacia della protezione insufficiente

Attrezzatura sporca, consunta o deteriorata

Mantenimento dell’attrezzatura in buono stato

Controlli regolari

Sostituzione a tempo debito

Osservanza delle disposizioni fornite dal fabbricante

In generale, gli indumenti di protezione possono essere:

indumenti professionali, normalmente riutilizzabili e destinati ad un uso continuativo;

indumenti monouso, “usa e getta”, destinati al contatto con sostanze pericolose; indumenti ad alta visibilità.

Gli indumenti professionali riutilizzabili devono essere lavabili, disinfettabili o sterilizzabili a seconda del materiale con il quale sono stati realizzati.

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Norme tecniche Le principali norme di riferimento per gli indumenti professionali sono: la EN 340 stabilisce i requisiti generali dell'abbigliamento di protezione (ergonomia, invecchiamento, taglie, marcatura degli indumenti di protezione e informazioni dal fabbricante). Questa norma non può essere usata da sola, ma solo in abbinamento alle norme specifiche; la EN 342 si riferisce all'abbigliamento di protezione contro il freddo, specifica i requisiti generali degli indumenti e i metodi di prova per testare le prestazioni degli indumenti protettivi contro il freddo a temperature inferiori a -5°C. Isolamento termico misurato. La lettera riportata sull'indumento indica il tipo di abbigliamento interno utilizzato per le prove (A o B). Sono previsti valori di riferimento in relazione alla permeabilità all’aria in base ai quali l’indumento viene classificato:

classe di permeabilità dell'aria (0 a 3): è il livello di impermeabilità del capo classe di resistenza evaporativa (0 a 3): è il livello di traspirabilità del capo

la EN 343 tratta l'abbigliamento di protezione contro le intemperie, specifica i requisiti necessari dei materiali e delle cuciture degli indumenti di protezione contro l'influenza delle intemperie, del vento e del freddo al di sopra della temperatura di -5°C. Le caratteristiche essenziali da sottoporre a prova e da indicare sull’etichetta sono l’impermeabilità e la resistenza al vapore acqueo. Anche in questo caso, la norma stabilisce i valori di riferimento in base ai quali l’indumento viene classificato:

resistenza alla penetrazione dell'acqua (0 a 3): è il livello di impermeabilità del capo;

resistenza evaporativa (0 a 3): è il livello di traspirabilità del capo. Durante alcune attività o nell’esecuzione di attività occasionali, può essere necessario l’utilizzo di indumenti monouso idonei, soprattutto, per la protezione da particolari sostanze specificate dal costruttore nella nota informativa. Questi devono essere utilizzabili una sola volta o per un certo periodo secondo quanto riportato nella nota informativa.

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Dovendo scegliere un indumento che protegga da aggressioni chimiche di una certa entità è fondamentale richiedere l’elenco dei prodotti chimici testati e relative concentrazioni; tale elenco deve essere obbligatoriamente riportato nelle istruzioni. Per l'abbigliamento protettivo dagli agenti chimici sono stati definiti dal CEN/TC162 6 tipi di indumenti identificabili in base al relativo simbolo:

TIPO 1 Impenetrabilità ai gas

TIPO 2 Impermeabilità ai gas, giunture non impenetrabili

TIPO 3 Impenetrabilità ai liquidi

TIPO 4 Impenetrabilità alle polverizzazioni

TIPO 5 Impenetrabilità alle particelle

TIPO 6 Impenetrabilità limitata agli schizzi e alle particelle

I tipi sono definiti dopo aver sottoposto l’intero indumento ai seguenti test:

test di resistenza delle cuciture; test di fuga verso l’interno (solo per il tipo 1); test di pressione interno (solo per il tipo 1); test delle prestazioni nell’ambito pratico; test di facilità dei movimenti in 7 tappe; test del getto (tipo 3) secondo la norma EN468; test alle particelle (tipo 5) secondo CEN/TC162/WG3/G3/N81; test alle polverizzazioni limitato (tipo 6) secondo EN463.

Norme tecniche Le principali norme europee di riferimento per la protezione dai rischi chimici sono: la EN 465 stabilisce i requisiti delle prestazioni dell'abbigliamento per la protezione chimica con cuciture impenetrabili ai vapori tra le diverse parti dell’indumento; la EN 369 si riferisce all'abbigliamento per la protezione contro i prodotti chimici liquidi. Descrive un metodo di prova in laboratorio che permette di valutare la resistenza del materiale degli indumenti alla permeabilità dei prodotti chimici liquidi;

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la EN 468, anche questa relativa all'abbigliamento per la protezione contro i prodotti chimici liquidi, descrive, invece, i test di prova per la resistenza del materiale alla penetrazione dei vapori. Nel caso di lavorazioni in notturna, ma anche in alcune lavorazioni diurne in cui sia necessaria un’alta visibilità dell’operatore al fine di individuarlo bene in condizioni pericolose, in tutte le condizioni di luminosità di giorno e alla luce dei fari di notte, è necessario utilizzare indumenti ad alta visibilità. Gli indumenti ad alta visibilità sono raggruppati in 3 classi a seconda del livello di protezione che assicurano. Ad ogni classe corrisponde una superficie crescente di materia fluorescente (visibile di giorno) e retroriflettente (visibile di notte). Ciascuna classe deve avere aree minime di materiali incorporati nell’indumento.

Materiale Classe 3 Classe 2 Classe 1 Materiale di base fluorescente 0,80 0,50 0,14

Materiale retroriflettente 0,20 0,13 0,10

Materiale con caratteristiche combinate -- -- 20

Classe 3: definisce il grado di visibilità più elevato (giacche con maniche lunghe,

parka, completo giacca/pantaloni). Classe 2: definisce un livello intermedio di visibilità (gilet, casacche). Classe 1: definisce il livello di visibilità più debole (bretelle).

La classe di superficie del materiale di base fluorescente (da 0 a 3) determina la classe del materiale visibile retroriflettente e fluorescente. La classe del materiale retroriflettente (da 0 a 2) determina la classe del materiale retroriflettente in funzione del suo coefficiente di retroriflessione. La EN 471 specifica le caratteristiche che devono avere gli indumenti aventi lo scopo di segnalare visivamente la presenza dell’operatore. Fo

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Protezione dell’udito Il rumore è un problema presente in moltissime situazioni lavorative. L’esposizione al rumore forte può produrre danni a carico dell’apparato uditivo sia in funzione dell’intensità sonora, sia della durata dell’esposizione. Il rumore è causa di ipoacusia, ovvero la diminuzione della capacità uditiva, fino alla sordità totale. Oltre a questi danni esistono diversi effetti collaterali non direttamente legati all’udito, tra cui si possono ricordare disturbi al sistema neurovegetativo (vertigini ed emicrania), aumento della frequenza cardiaca e della pressione. Il rumore determina, inoltre, un effetto di mascheramento che disturba le comunicazioni verbali e la percezione di segnali acustici di sicurezza, favorisce l'insorgenza della fatica mentale, diminuisce l'efficienza del rendimento lavorativo, provoca turbe dell'apprendimento ed interferenze sul sonno e sul riposo.

Gli effetti nocivi dipendono da tre fattori:

intensità; frequenza; durata nel tempo dell'esposizione al rumore.

I DPI per l’udito hanno il compito di assorbire le frequenze sonore, differenti a seconda dei luoghi e dei tipi di lavorazione, dannose per l’apparato uditivo, ma non quelle utili per la comunicazione e la percezione dei pericoli. Per i DPI dell’udito è indispensabile l’addestramento. Secondo l'art. 189, comma 1 del D.Lgs. n. 81/2008 «i valori limite di esposizione e i valori di azione, in relazione al livello di esposizione giornaliera al rumore e alla pressione acustica di picco, sono fissati a: a. valori limite di esposizione rispettivamente LEX = 87 dB(A) e ppeak = 200 Pa

(140 dB(C) riferito a 20 \muPa); b. valori superiori di azione: rispettivamente LEX = 85 dB(A) e ppeak = 140 Pa (137

dB(C) riferito a 20 \muPa); c. valori inferiori di azione: rispettivamente LEX = 80 dB(A) e ppeak = 112 Pa (135

dB(C) riferito a 20 \muPa)». L'art. 193, comma 1 richiede esplicitamente che: «il datore di lavoro, nei casi in cui i rischi derivanti dal rumore non possono essere evitati con le misure di prevenzione e protezione di cui all'art. 192, fornisce i dispositivi di protezione individuali per l'udito conformi alle disposizioni contenute nel Titolo III, Capo II, e alle seguenti condizioni: a. nel caso in cui l'esposizione al rumore superi i valori inferiori di azione il datore di

lavoro mette a disposizione dei lavoratori dispositivi di protezione individuale dell'udito; Fo

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b. nel caso in cui l'esposizione al rumore sia pari o al di sopra dei valori superiori di azione esige che i lavoratori utilizzino i dispositivi di protezione individuale dell'udito; »

Questo significa che, al di sopra degli 80dB (pari al livello di esposizione al rumore al quale si presume sia sottoposto un lavoratore nell’arco di una giornata lavorativa di 8 ore) il datore di lavoro deve mettere a disposizione dei lavoratori le protezioni per l’udito; al di sopra degli 85dB il lavoratore deve indossare le protezioni e il datore di lavoro lo deve esigere.

In funzione del tipo di attività per la quale può rendersi necessario l’utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale per l’udito, l'Allegato VIII segnala:

lavori nelle vicinanze di presse per metalli; lavori che implicano l'uso di utensili pneumatici; attività del personale a terra negli aeroporti; battitura di pali e costipazione del terreno; lavori nel legname e nei tessili.

Indicazioni per la scelta del DPI per la protezione dell’udito in funzione del tipo di rischio

OTOPROTETTORI (Fonte: D.lgs. 81/08 – All.VIII, Tab. 3)

RISCHI DA COPRIRE

Rischi Origini e forma dei rischi Regole di sicurezza e prestazionali per la scelta del dispositivo

Rumore Rumore continuo Rumore da impulso

Attenuazione acustica sufficiente per ogni situazione sonora

Termici Proiezione di gocce di metallo, ad esempio durante la saldatura

Resistenza agli oggetti fusi o incandescenti

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RISCHI LEGATI ALL’ATTREZZATURA

Rischi Origini e forma dei rischi Regole di sicurezza e prestazionali per la scelta del dispositivo

Disagio e impaccio durante il lavoro

Disagi per l’utente Attrezzatura troppo

grande Pressione troppo alta Aumento della

traspirazione Adattamento insufficiente

Costruzione ergonomica massa Sforzo e pressione d’applicazione Adattabilità individuale

Limitazione della comunicazione acustica

Deterioramento dell’intellegibilità della parola, del riconoscimento dei segnali, del riconoscimento dei rumori informativi connessi con il lavoro, della localizzazione direzionale

Variazione dell’ attenuazione con la frequenza, ridotte protezioni acustiche

Possibilità di sostituire le conchiglie auricolari con tappi auricolari

Scelta dopo la prova auditiva Impiego di un protettore elettroacustico

appropriato

Infortuni e rischi per la salute

Cattiva compatibilità Mancanza di igiene Materiali inadatti Spigoli vivi Attrezzatura che si

impiglia nei capelli Contatto con corpi

incandescenti Contatto con le fiamme

Qualità dei materiali Facilità di manutenzione Possibilità di sostituire gli auricolari con

conchiglie, Impiego di tappi auricolari a perdere Limitazione del diametro delle fibre

minerali dei tappi auricolari, Spigoli e angoli arrotondati Eliminazione degli elementi sporgenti, Resistenza alla combustione e alla

fusione Non infiammabilità, resistenza alle

fiamme

Alterazione della funzione di protezione causata dall’invecchiamento

Intemperie, condizioni ambientali, pulitura, usura

Resistenza dell’attrezzatura agli aggressivi industriali

Mantenimento della funzione protettiva per tutta la durata dell’attrezzatura.

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RISCHI LEGATI ALL’IMPIEGO DELL’ATTREZZATURA

Rischi Origini e forma dei rischi Regole di sicurezza e prestazionali per la scelta del dispositivo

Cattiva scelta dell’attrezzatura

Scelta dell’attrezzatura in funzione del tipo e dell’entità dei rischi e delle esigenze industriali:

osservanza delle disposizioni fornite dal fabbricante (norme per l’uso)

osservanza della marcatura dell’attrezzatura (es. tipi di protezione, marcatura corrispondente e un impiego specifico)

scelta dell’attrezzatura in funzione dei fattori individuali dell’utilizzatore

Impropria utilizzazione dell’attrezzatura

Impiego appropriato dell’attrezzatura conoscendo il rischio

Osservanza delle disposizioni fornite dal fabbricante

Efficacia della protezione insufficiente

Attrezzatura sporca, consunta o deteriorata

Mantenimento dell’attrezzatura in buono stato

Controlli regolari Sostituzione a tempo debito Osservanza delle disposizioni fornite dal

fabbricante

Per scegliere la protezione acustica più adeguata è necessario conoscere i livelli di rumore dell’ambiente di lavoro e i valori H, M e L della protezione acustica. I valori HML sono sempre riportati sulle istruzioni delle protezioni acustiche, mentre i livelli acustici devono essere misurati. Per la determinazione dei livelli di esposizione al rumore vengono utilizzati strumenti elettronici denominati fonometri integratori in grado di rendere la risposta dello strumento quanto più simile a quella dell’orecchio umano. È importante delineare i criteri di scelta del dispositivo per garantire ai lavoratori il protettore più idoneo. Elenco indicativo e non esaustivo dei DPI per la protezione dell’udito (otoprotettori) menzionati nell’Allegato VIII: a. palline e tappi per le orecchie; b. caschi (comprendenti l'apparato auricolare); c. cuscinetti adattabili ai caschi di protezione per l'industria; d. cuffie con attacco per ricezione a bassa frequenza; e. dispositivi di protezione contro il rumore con apparecchiature di

intercomunicazione. Form

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Norme tecniche La norma europea di riferimento per la protezione dell'udito è la EN 352 suddivisa in EN 352-1, EN352-2, e EN353-3 che definiscono i requisiti di sicurezza e i metodi di prova per testare la conformità delle cuffie, degli inserti auricolari (tappi e palline) e delle cuffie montate su elmetti da cantiere. Esse stabiliscono le esigenze in materia di costruzione, di progettazione e prestazioni, i metodi di prova, gli obblighi relativi alla marcatura e le informazioni destinate all’utilizzatore. Tutte le norme obbligano il costruttore ad informare l'utilizzatore sui livelli di attenuazione del rumore.

Protezione degli occhi e del viso La protezione del viso e, conseguentemente, degli occhi è particolarmente importante per la delicatezza dell’apparato visivo che può essere sottoposto a rischi diretti ed indiretti. Spesso questo tipo di protezione viene sottovalutata dal lavoratore che si accorge dei danni alla vista solo quando il danno è ormai fatto. L’importanza della protezione degli occhi è stata sottolineata anche dal D.Lgs. n. 81/2008 che ha dato all'argomento il giusto rilievo, dedicando ai rischi di esposizione a radiazioni ottiche artificiali gli articoli da 213 a 218 e l’intero Allegato XXXVII - Radiazioni ottiche.

Gli agenti di rischio che possono causare danni al volto e agli occhi e per i quali è necessaria la protezione possono essere:

agenti meccanici (schegge, urti con materiali solidi, aria compressa, ecc.); agenti ottici (raggi infrarossi, raggi laser, luce molto intensa, raggi ultravioletti,

radiazioni ionizzanti, ecc.); agenti termici (freddo, calore radiante, proiezione di materiale fuso, sostanze

liquide e solide calde, ecc.); agenti chimici (polveri, sostanze fluide come gas e liquidi corrosivi, sostanze

velenose, ecc.). Per una scelta appropriata delle protezioni è necessario tenere conto di:

ambiente di lavoro (temperatura ambientale, sbalzi di temperatura, presenza di elementi abrasivi o corrosivi, di solventi, ecc.);

tempo di utilizzo (peso, aerazione, qualità ottica, ecc.); lavoratore (campo visivo, dimensioni e peso, compatibilità con altri DPI, correzione

ottica, ecc.).

In ogni caso, il livello di protezione deve essere sempre in funzione del rischio specifico e delle condizioni dell'ambiente di lavoro.

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Le protezioni per gli occhi devono essere compatibili con l'uso di occhiali da parte del lavoratore e, per chi porta le lenti a contatto, è fondamentale: a. non utilizzarle in ambienti polverosi, troppo

caldi con schizzi di prodotti chimici; b. avvertire i colleghi e i responsabili che se ne

fa uso; c. avere a disposizione lenti o occhiali di

riserva. Inoltre, a chi ha problemi di vista dovrebbero essere forniti occhiali di protezione con lenti correttive in vetro di sicurezza a lastra semplice temprato o in materia plastica. In alcuni casi, possono essere adatti anche occhiali speciali da portare sopra gli occhiali correttivi, ma è fondamentale che entrambi gli occhiali siano ben adattati e che la funzione degli occhiali correttivi e quella di protezione dei sopraocchiali non siano compromesse. I normali occhiali correttivi non rappresentano una sufficiente protezione degli occhi. Gli occhiali correttivi con sopraocchiali come, ad esempio, lenti di sicurezza o filtri, non offrono la stessa protezione degli occhiali di protezione. In funzione del tipo di attività per la quale può rendersi necessario l’utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale per gli occhi e il viso, l'Allegato VIII segnala:

lavori di saldatura, molatura e tranciatura; lavori di mortasatura e di scalpellatura; lavorazione e finitura di pietre; uso di estrattori di bulloni; impiego di macchine asportatrucioli durante la lavorazione di materiali che

producono trucioli corti; fucinatura a stampo; rimozione e frantumazione di schegge; operazioni di sabbiatura; manipolazione di prodotti acidi e alcalini, disinfettanti e detergenti corrosivi; impiego di pompe a getto liquido; manipolazione di masse incandescenti fuse o lavori in prossimità delle stesse; lavori che comportano esposizione al calore radiante; impiego di laser.

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Indicazioni per la scelta del DPI per la protezione degli occhi e del viso in funzione del tipo di rischio

OCCHIALI PROTETTIVI E SCHERMI PER LA PROTEZIONE DEL VISO (Fonte: D.lgs. 81/08 – All.VIII, Tab. 2)

RISCHI DA COPRIRE

Rischi Origini e forma dei rischi Regole di sicurezza e prestazionali per la scelta del dispositivo

Generali non specifici

Esigenze connesse con l’utilizzazione

Penetrazione di corpi estranei aventi una buona energia

Lente con resistenza meccanica sufficiente e rottura in schegge non pericolose

Impermeabilità e resistenza

Meccanici Particelle ad alta velocità, schegge, proiezioni, pistole fissa chiodi

Resistenza meccanica

Termici meccanici

Particelle incandescenti ad alta velocità

Resistenza agli oggetti incandescenti o in fusione

Bassa temperatura

Ipotermia degli occhi Perfetto adattamento al viso

Chimici Irritazione causata da: gas aerosol polveri fumi

Perfetto adattamento (protezione laterale) e resistenza agli agenti chimici

Radiazioni Sorgenti tecniche di radiazioni infrarosse, visibili e ultraviolette, di radiazione ionizzanti e di radiazioni laser

Radiazione naturale: luce del giorno

Caratteristiche filtranti delle lenti Perfetta tenuta della montatura Montatura opaca alle radiazioni

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RISCHI LEGATI ALL’ATTREZZATURA

Rischi Origini e forma dei rischi Regole di sicurezza e prestazionali per la scelta del dispositivo

Disagi e impaccio durante il lavoro

Disagio per l’utilizzatore: attrezzatura troppo grande aumento della

traspirazione adattamento poco stabile,

pressione di contatto troppo alta

Costruzione ergonomica: ridurre la massa della attrezzatura ventilazione sufficiente lenti antiappannamento adattabilità individuale all’utilizzatore

Cattiva compatibilità Mancanza di igiene

Qualità dei materiali Facilità di manutenzione

Rischio di frammento causato da spigoli taglienti

Spigoli e bordi arrotondati Impiego di lenti di sicurezza

Infortuni e rischi per la salute

Alterazione della vista causata da cattiva qualità ottica, come la distorsione delle immagini, la modificazione dei colori e in particolare dei segnali, diffusione

Riduzione del campo visivo

Riverbero Brusco e notevole

cambiamento di trasparenza (chiaro/scuro)

Lente appannata

Essere vigilanti sulla qualità ottica Impiegare lenti resistenti all’abrasione Lenti di dimensioni sufficienti Lenti e montature antiriverbero Velocità di reazione degli oculari

(fotocromatici) Attrezzature antiappannaggio

Alterazione delle funzioni causata dall’invecchiamento

Intemperie, condizioni ambientali, pulitura, usura

Resistenza dell’attrezzatura degli aggressivi industriali

Mantenimento della funzione protettiva per tutta la durata dell’impiego

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RISCHI LEGATI ALL’IMPIEGO DELL’ATTREZZATURA

Rischi Origini e forma dei rischi Regole di sicurezza e prestazionali per la scelta del dispositivo

Cattiva scelta dell’attrezzatura

Scelta dell’attrezzatura in funzione del tipo e dell’entità dei rischi e delle esigenze industriali:

osservanza delle disposizioni fornite dal fabbricante (norme per l’uso)

osservanza della marcatura dell’attrezzatura (es.:tipi di protezione, marcatura corrispondente a un impiego specifico)

scelta dell’attrezzatura in funzione dei fattori individuali dell’utilizzatore

Impropria utilizzazione dell’attrezzatura

Impiego appropriato dell’attrezzatura conoscendo il rischio

Osservanza delle disposizioni fornite dal fabbricante

Efficacia della protezione insufficiente

Attrezzatura sporca, consunta o deteriorata

Mantenimento dell’attrezzatura in buono stato

Controlli regolari Sostituzione a tempo debito Osservanza delle disposizioni fornite dal

fabbricante

I lavoratori esposti al pericolo di offesa agli occhi per proiezione di schegge o di materiali roventi, caustici, corrosivi o comunque dannosi, devono essere muniti di occhiali, visiere o schermi adeguati. I dispositivi di protezione degli occhi e del viso devono ridurre il meno possibile il campo visivo, devono essere comodi da usare e non affaticare gli occhi. Elenco indicativo e non esaustivo dei DPI per la protezione degli occhi e del viso menzionati nell’Allegato VIII: a. occhiali a stanghette; b. occhiali a maschera; c. occhiali di protezione contro i raggi X, i raggi laser, le radiazioni ultraviolette,

infrarosse, visibili; d. schermi facciali; e. maschera e caschi per la saldatura ad arco (maschere a mano, a cuffia o

adattabili a caschi protettivi).

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Gli occhiali sono i DPI per gli occhi più utilizzati per prevenire e ridurre sensibilmente le possibili lesioni che potrebbero colpire gli occhi nello svolgimento di attività particolarmente delicate e pericolose. La loro protezione è efficace contro i rischi meccanici, chimici e termici, tra loro variamente associati nella maggior parte dei luoghi di lavoro. Gli schermi sono generalmente utilizzati per lavori di saldatura o in prossimità di masse incandescenti per brevi periodi, portati a mano dal lavoratore stesso oppure, se fissi, sono posizionati davanti al pezzo su cui lavorare. Oltre agli occhi, proteggono anche il volto dell’operatore. Le visiere Sono utilizzate in caso di proiezione di materiale, per proteggersi da fiammate ecc.. Sono generalmente integrate da un elmetto di protezione ed abbassate in caso di lavorazioni a rischio. Le visiere non possono fornire una protezione laterale pertanto, in caso di lavorazioni che possono sviluppare spruzzi e/o sostanze aerodisperse, è necessario usare anche gli occhiali a mascherina. Oltre agli occhi, proteggono anche il volto dell’operatore.

Norme tecniche Le principali norme europee di riferimento per la protezione degli occhi e del viso sono: la EN166 si applica a tutti i tipi di DPI dell'occhio utilizzati contro i diversi pericoli che possono danneggiare l’occhio o alterarne la visione, ad eccezione delle radiazioni di origine nucleare, dei raggi X, delle emissioni laser e degli infrarossi (R) emesse da fonti a basse temperature. Le specifiche di questa norma non si applicano ai protettori dell’occhio per i quali esistono norme separate e complete, come il protettore dell’occhio antilaser, gli occhiali da sole generici ecc.. I protettori dell’occhio con lenti correttive non sono esclusi dall’ambiente di applicazione. Nello schema successivo riportiamo un esempio di descrizione analitica del codice che deve essere apposto sul DPI in base a quanto specificato nella EN 166. La EN169 fornisce i valori della scala e le indicazioni di trasmissione dei filtri per la protezione degli operatori che effettuano lavori di saldatura, saldobrasatura, saldatura ad arco e taglio a getto di plasma. Le altre esigenze applicabili per questo tipo di filtri sono specificate nella EN 166. La EN 379 fornisce indicazioni per i filtri di saldatura con scala di protezione variabile o con doppia scala di protezione. La EN175 specifica le esigenze di sicurezza e i metodi di prova relativi ai DPI utilizzati per proteggere gli occhi e il viso del’utilizzatore contro i raggi nocivi e contro i rischi specifici dei procedimenti di saldatura, di taglio o altre tecniche connesse. La presente norma specifica la protezione, inclusi gli aspetti ergonomici, contro i rischi o pericoli di diversa natura:

radiazione; infiammabilità;

rischi meccanici; rischi elettrici.

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SCHEMA DI DESCRIZIONE ANALITICA DEL CODICE DA APPORRE SUL DPI Es. codice 362.5 I 1 F 8 K N

362.5 Codice numerico seguito dalla classe di protezione del filtro

(ove previsto):

senza codice numerico: filtro per saldatura

2: filtro per ultravioletti; il riconoscimento dei colori può essere alleato

3: filtro per ultravioletti; buon riconoscimento dei colori

4: filtro per infrarossi

5: filtro solare senza specificazioni per infrarossi

6: filtro solare con specificazione per infrarossi

I Identificazione del fabbricante

(iscrizione obbligatoria)

1 Classe ottica (iscrizione obbligatoria):

1: qualità ottica del policarbonato perfetta per lavori continuati, potere ottico sferico +/- 0,06 / astigmatico 0,6

2: potere ottico sferico +/-0,12/astigmatico 0,12 (lavori intermittenti)

3: potere ottico sferico +/-0,12-0.25/astigmatico0,25 (lavori occasionali, con divieto di portare l'occhiale in modo continuativo)

F Simbolo di resistenza meccanica

(ove previsto):

nessun simbolo: solidità minima (resistenza all'applicazione di una sfera di acciaio di 22mm di diametro che eserciti una pressione di100N)

S: solidità rinforzata (resistenza all'impatto con una sfera In acciaio di 22mm di diametro e di 43g lanciata a 5,1 m/s)

F: impatto a debole energia (resistenza all'impatto con una sfera di acciaio di 6mm di diametro e di 0,86g lanciata a 45m/s)

8 Simbolo di non aderenza del metallo fuso e di resistenza alla penetrazione di solidi caldi

(ove previsto)

K Simbolo di resistenza al deterioramento delle superfici ad opera di particelle fini

(ove previsto)

N Simbolo di resistenza all'appannamento

(ove previsto)

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Protezione delle vie respiratorie Negli ambienti di lavoro in cui è presente il rischio di inalare gas, polveri o qualunque altro inquinante aerodisperso, il lavoratore è sottoposto a possibili danni causati sia dall’insufficienza di ossigeno nell’aria da respirare, sia dalla presenza di sostanze pericolose il cui grado di rischio dipende da diversi fattori quali, ad esempio, il tempo di esposizione del lavoratore ai contaminanti, la concentrazione dell’inquinante nell’ambiente di lavoro, la tossicità dell’inquinante, il ritmo respiratorio e la sensibilità individuale.

I principali rischi per i quali è necessaria la protezione delle vie respiratorie possono essere:

di natura chimica (polveri, fumi, nebbie, gas, vapori, ecc.);

di natura biologica ( virus, batteri, ecc.); legati all’ambiente (carenza o eccesso di ossigeno,

concentrazioni elevate, ecc.). In linea generale, i gas nocivi alla respirazione sono quelli

tossici, che possono modificare il normale funzionamento del sangue e del sistema nervoso;

soffocanti-irritanti, che possono produrre danni ai polmoni e alle vie respiratorie; asfissianti, che possono rendere impossibile la respirazione sostituendosi

all’ossigeno dell’aria. Nei casi in cui non sia possibile eliminare o ridurre al minimo l’esposizione agli inquinanti attraverso interventi di protezione collettiva agendo sui processi produttivi (sistemi di ventilazione, sostituzione delle sostanze particolarmente tossiche, processi chiusi, automazione dei processi più critici ecc.), la protezione delle vie respiratorie può essere assicurata da specifici DPI, definiti anche APVR – Apparecchi di Protezione delle Vie Respiratorie. Questi dispositivi coprono in parte o completamente il viso, sono realizzati in materiale filtrante o costituiti da una struttura riutilizzabile dotata di filtri sostituibili e specifici per le varie classi di inquinanti. I DPI delle vie respiratorie (APVR o Respiratori) possono essenzialmente essere classificati in:

apparecchi di protezione respiratoria isolanti: indipendenti dall'aria dell'ambiente; apparecchi di protezione respiratoria a filtro: dipendenti dall'aria dell'ambiente.

Gli apparecchi isolanti vengono generalmente utilizzati in condizioni di elevatissimo inquinamento, quando occorre proteggere in modo particolare la persona o quando la percentuale di ossigeno nell'aria dell'ambiente è inferiore al valore stabilito dal CEN (Comitato Europeo di Normalizzazione), 17% (pericolo di asfissia).

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Gli apparecchi respiratori a filtro sono costituiti da una maschera e da un filtro che trattiene le sostanze inquinanti presenti nell’atmosfera. Le maschere devono:

rispondere a criteri di ergonomia; fornire livelli elevati di protezione; essere innocue, leggere, solide; limitare il meno possibile il campo visivo e la vista dell’utilizzatore; essere compatibili con l'uso di occhiali; essere costituite da parti e filtri facilmente montabili; assicurare una adeguata protezione dagli agenti biologici se destinate a quest'uso

specifico; essere dotate di una nota informativa del fabbricante.

La maschera intera è un dispositivo riutilizzabile costituito da una struttura che deve coprire l’intero viso con una visiera in materiale trasparente; è dotata di valvola di aspirazione e garantisce una tenuta maggiore rispetto alla semimaschera. Deve essere usata con filtri sostituibili che non pesano più di 600 grammi e la perdita di tenuta totale verso l'interno deve essere inferiore allo 0,2%. La semimaschera è un dispositivo riutilizzabile che copre solamente naso, bocca e mento; deve essere usata con filtri sostituibili che non pesano più di 300 grammi e la perdita di tenuta totale verso l'interno deve essere inferiore al 2%. Il boccaglio è un dispositivo che viene stretto tra le labbra, non è adatto ai portatori di protesi completa e non deve permettere la percezione olfattiva della sostanza nociva grazie ad un morsetto che stringe il naso. La perdita totale di tenuta deve essere inferiore allo 0,2%. Questo tipo di DPI non è molto utilizzato a causa della complessità e delicatezza di esercizio. Le valvole aspiranti ed espiranti sono infine la parte più delicata delle maschere, devono assicurare una buona tenuta e con l'invecchiamento possono far perdere al dispositivo le caratteristiche di protezione iniziali. I facciali filtranti (FF) sono dispositivi in cui il filtro è tutt’uno con la semimaschera, sono realizzati prevalentemente o interamente in materiale filtrante, coprono bocca, naso e mento e devono essere sostituiti quando non sono più efficaci. I filtri sono dispositivi che vengono inseriti su maschere e semimaschere e sono destinati a trattenere inquinanti solidi e/o aeriformi. Presentano sull'involucro una filettatura che si innesta sul facciale ed un foro sul fondo per consentire il passaggio dell’aria:

I filtri antipovere devono trattenere il materiale in sospensione nel’ambiente e sono costituiti da materiale filtrante di varia natura.

I filtri antigas (combinabili con i facciali filtranti) sono costituiti da cartucce dotate di un involucro esterno di metallo e plastica nel cui interno sono disposti strati di sostanze atte a trattenere i gas ed i vapori nocivi. Si basano sul fenomeno dell'adsorbimento fisico e chimico del gas o vapore su un materiale adsorbente; la quantità di gas trattenuta dipenderà non solo dalla quantità e tipo del materiale adsorbente, ma anche dalla concentrazione ambientale dell'inquinante, dalla

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capacità respiratoria del soggetto che indossa la maschera e dallo sforzo compiuto durante il lavoro.

In funzione del tipo di attività per la quale può rendersi necessario l’utilizzo dei Dispositivi di Protezione Individuale per le vie respiratorie, l'Allegato VIII segnala:

lavori in contenitori, in vani ristretti e in forni industriali riscaldati a gas, qualora sussista il rischio di intossicazione da gas o di carenza di ossigeno;

lavoro nella zona di caricamento dell'altoforno; lavori in prossimità dei convertitori e delle condutture di gas di altoforno; lavori in prossimità della colata in siviera qualora sia prevedibile che se ne

sprigionino fumo di metalli pesanti; lavori di rivestimento di forni e di siviere qualora sia prevedibile la formazione di

polveri; verniciatura a spruzzo senza sufficiente aspirazione; lavori in pozzetti, canali e altri vani sotterranei nell'ambito della rete fognaria; attività in impianti frigoriferi che presentino un rischio di fuoriuscita del refrigerante.

Indicazioni per la scelta del DPI per la protezione delle vie respiratorie in funzione del tipo di rischio

AUTORESPIRATORI/DISPOSITIVI DI PROTEZIONE DELLE VIE RESPIRATORIE (Fonte: D.lgs. 81/08 – All.VIII, Tab. 4)

RISCHI DA COPRIRE

Rischi Origini e forma dei rischi Regole di sicurezza e prestazionali per la scelta del dispositivo

Agenti inquinanti atmosferici particolari (polveri, fumi, aerosol)

Filtri e particelle d’efficacia appropriata (tipo di filtrazioni) alla concentrazione, alla tossicità/nocività per la salute e allo spettro granulometrico delle particelle

Occorre prestare particolare attenzione alle particelle liquide (goccioline)

Agenti inquinanti sotto forma di gas e di vapori

Scelta dei tipi di filtro antigas appropriati e delle categorie in funzione delle concentrazioni, della tossicità/nocività per la salute, della durata d’impiego prevista e delle difficoltà del lavoro

Sostanze pericolose contenute nell’aria respirabile

Agenti inquinanti sotto forma d’aerosol particolari e gassosi

Scelta delle combinazioni appropriate di filtri analoga a quella dei filtri particolari e dei filtri antigas

Mancanza d’ossigeno nell’aria respirabile

Ritenzione d’ossigeno Rimozione dell’ossigeno

Garanzia d’alimentazione in ossigeno attraverso l’attrezzatura

Osservanza della capacità in ossigeno dell’attrezzatura in funzione del tempo d’intervento Fo

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RISCHI LEGATI ALL’ATTREZZATURA

Rischi Origini e forma dei rischi Regole di sicurezza e prestazionali per la scelta del dispositivo

Comfort inadeguato: dimensioni

Progetto ergonomico: adattabilità

massa massa ridotta, buona distribuzione del peso

alimentazione ridotta interferenza con i movimenti del capo

resistenza respiratoria resistenza respiratoria e sovrappressione nella zona respiratoria

microclima nel facciale Dispositivi con valvole, ventilazione

Disagio, interferenza con l’attività lavorativa

utilizzo Maneggevolezza/utilizzo semplice Scarsa compatibilità Qualità dei materiali Carenza di igiene Facilità di manutenzione e disinfezione Scarsa tenuta (perdite) Adattamento a tenuta al viso, tenuta del

dispositivo Accumulo di CO2 nell’aria

inalata Dispositivi con valvole, ventilati o con

assorbitori di CO2 Contatto con fiamme,

scintille, proiezioni di metallo fuso

Uso di materiali non infiammabili

Riduzione del campo visivo

Adeguamento campo visivo

Infortuni e rischi per la salute

Contaminazione Resistenza, facilità alla decontaminazione

Invecchiamento Esposizione a fenomeni atmosferici, condizioni dell’ambiente, pulizia, utilizzo

Resistenza del dispositivo alle condizioni di uso industriali

Conservazione del dispositivo per la durata di utilizzo

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RISCHI LEGATI ALL’IMPIEGO DELL’ATTREZZATURA

Rischi Origini e forma dei rischi Regole di sicurezza e prestazionali per la scelta del dispositivo

Errata scelta del dispositivo

Scelta del dispositivo in relazione al tipo, entità dei rischi e condizioni di lavoro:

Osservanza delle istruzioni del fabbricante

Osservanza delle marcature del dispositivo ( livello di protezione, impieghi specifici)

Osservanza delle limitazioni di impiego e della durata di utilizzo; in caso di concentrazioni troppo elevate o di carenza di ossigeno, impiego di dispositivi isolanti invece di dispositivi filtranti

Scelta di dispositivo in relazione alle esigenze dell’utilizzatore (possibilità di sostituzione)

Impropria utilizzazione dell’attrezzatura

Impiego appropriato dell’attrezzatura conoscendo il rischio

Osservanza delle disposizioni fornite dal fabbricante, dagli organismi preposti alla sicurezza e dai laboratori d’omologazione

Protezione inadeguata

Attrezzatura sporca, consumata o deteriorata

Mantenimento dell’attrezzatura in buono stato

Controlli regolari Osservanza dei limiti di utilizzo Sostituzione a tempo debito Osservanza delle disposizioni fornite dal

fabbricante come norme di sicurezza

Elenco indicativo e non esaustivo dei DPI per la protezione delle vie respiratorie menzionati nell’Allegato VIII: a. apparecchi antipolvere, antigas e contro le polveri radioattive; b. apparecchi isolanti a presa d'aria; c. apparecchi respiratori con maschera per saldatura amovibile; d. apparecchi e attrezzature per sommozzatori; e. scafandri per sommozzatori. Fo

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Norme tecniche Le norme europee di riferimento sono diverse come diversi sono gli inquinanti dai quali i suddetti DPI sono destinati a proteggere. La EN 136 stabilisce le esigenze minime per le maschere a pieno facciale da utilizzare come parte di un dispositivo per la protezione delle vie respiratorie. Contiene i metodi di prova in laboratorio per testare le prestazioni e assicurare la conformità ai requisiti. Questi respiratori possono essere utilizzati in sistemi a pressione negativa1, a ventilazione assistita2 o ad aria compressa3. Esistono tre classi di Respiratori a pieno facciale.

Classe 1 Utilizzo leggero, bassa manutenzione

Classe 2 Utilizzo generico, alta manutenzione

Classe 3 Utilizzo gravoso, per l'estinzione di incendi

Se utilizzata come sistema a pressione negativa, la maschera può essere dotata di filtri conformi alle EN 141, EN 143, EN 371 o EN 372 ad essa collegate. La EN 140 specifica, invece, i requisiti per le semimaschere e i facciali da utilizzare come parte di un dispositivo per la protezione delle vie respiratorie. Questi facciali possono essere utilizzati in sistemi a pressione negativa, a ventilazione assistita o ad aria compressa. Se utilizzata come sistema a pressione negativa, la maschera può essere dotata di filtri conformi alle Norme EN 141, EN 143, EN 371 o EN 372 ad essa collegate. La EN 149 specifica le caratteristiche minime che devono avere le semimaschere filtranti anti polvere. Un respiratore a semimaschera è un respiratore costruito interamente o prevalentemente con materiale filtrante o un respiratore con filtro come parte integrante del dispositivo. La norma prevede tre classi di protezione (FFP1, FFP2 e FFP3) e i respiratori sono classificati in base all'efficienza filtrante minima che devono garantire:

FFP1: efficienza filtrante minima garantita 78 % FFP2: efficienza filtrante minima garantita 92 % FFP3: efficienza filtrante minima garantita 98 %

Uno dei più importanti requisiti da tenere presente nella valutazione delle maschere respiratorie è, oltre alla perdita di tenuta verso l'esterno (Leakage), il Fattore di Protezione (FP) espresso dal rapporto tra la concentrazione di un inquinante nell'aria dell'ambiente (A) e la concentrazione dell'inquinante nell'aria inspirata (P).

1 Sistemi che sfruttano la potenza polmonare per prelevare aria contaminata dall’atmosfera e depurarla attraverso un filtro. 2 Sistemi che utilizzano un motore elettrico ventilato per prelevare aria contaminata dall’atmosfera, farla passare attraverso un filtro e insufflarla pulita all’interno del respiratore. (Le norme specifiche per i sistemi a ventilazione assistita sono la EN 146, la EN 147, la EN 12941 e la EN 12942). 3 Sistemi che forniscono aria pulita di qualità respirabile da una fonte indipendente direttamente al respiratore. (Le norme specifiche per i sistemi ad aria compressa sono la EN 270 e la EN 1835.) Fo

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Il fattore di protezione indica, in definitiva, quante volte viene abbattuta la concentrazione di inquinante una volta attivato il dispositivo di protezione individuale. Il limite massimo di esposizione all'inquinante con un determinato respiratore è dato dal FP x TLV (valore limite di soglia). Il FP richiesto è dato dal rapporto tra la concentrazione ambientale dell'inquinante ed il rispettivo TLV. La EN 405 specifica i requisiti di prestazioni, i metodi di test e il tipo di marcatura applicabile alle semimaschere filtranti con valvola, con filtri antigas o con filtri combinati, utilizzate come dispositivo di protezione delle vie respiratorie. Sono costituite interamente o prevalentemente da materiale filtrante o comprendente un facciale con il filtro per gas e vapori come parte integrante del dispositivo e dove i filtri per polveri possono essere aggiunti o sostituiti. Esistono varie classi di dispositivi a seconda della capacità di filtrazione delle polveri e dei gas:

i filtri per polveri possono proteggere da solidi, aerosol a base acquosa e sono classificati a seconda dell’efficienza del filtro;

i filtri per i gas rimuovono specifici gas e vapori (vedi EN141); i filtri combinati rimuovono specifici tipi di gas e polveri.

La EN 141 si riferisce ai filtri antigas e ai filtri combinati da utilizzare come componenti dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie. I filtri antigas sono:

classificati in base al tipo specifico di gas che rimuovono, caratterizzati da una lettera che indica gli inquinanti trattenuti, identificati da un codice a colori.

Tipo Colore Protezione

A

Marrone

Vapori e gas organici con punto di ebollizione superiore a 65° C, come specificato dal produttore

B

Grigio

Gas e vapori inorganici tranne ossido di carbonio (CO), come specificato dal produttore

E

Giallo

Anidride solforosa e altri vapori acidi, come specificato dal produttore

K

Verde

Ammoniaca e derivati organici dell’ammoniaca, come specificato dal produttore

I filtri di tipo A, B, E e K sono ulteriormente classificati in base alla capacità filtrante:

Classe 1 - bassa capacità, fino a 1.000 ppm Classe 2 - media capacità, fino a 5.000 ppm Classe 3 - alta capacità, fino a 10.000 ppm Fo

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Tipo Colore Protezione

NO-P3 Blu-

Bianco

Ossidi di azoto e polveri

Hg-P3 Rosso-Bianco

Mercurio e polveri

In aggiunta a tutti gli altri colori può essere presente il colore bianco:

Tipo Colore Protezione

P

Bianco Polveri tossiche, fumi, nebbie

I filtri combinati, che associano diversi tipi, devono soddisfare i requisiti prescritti separatamente per ogni tipo di filtro. Il filtro deve anche essere identificato con ciascun codice a colori. Ad esempio, un filtro ABEK2P3 dovrà essere identificato con i colori: Marrone (A), Grigio (B), Giallo (E), Verde (K)e Bianco (P). La EN 143 specifica i requisiti dei filtri antipovere da utilizzare come parte di un dispositivo per la protezione delle vie respiratorie. I filtri per le polveri sono classificati in base alla loro efficienza filtrante. Le classi dei filtri per le polveri sono tre: P1, P2, e P3. I filtri P1 si usano solamente per la protezione da polveri solide. I filtri P2 e P3 sono classificati in base alla loro capacità di rimuovere particelle solide e nebbie o soltanto particelle solide. La EN 371 si riferisce ai filtri per Composti Organici a Basso Punto di Ebollizione – Filtri AX, utilizzati come componenti di apparecchi delle vie di respiratorie. La norma specifica i requisiti minimi per questi filtri e contiene le prove di laboratorio per accertare la conformità ai requisiti. La classificazione unifica tipo e classe nella sigla AX. I filtri combinati, da utilizzare per specifici gas e vapori e per le polveri, come specificato dal produttore, sono classificati in base alla loro efficienza nella filtrazione delle polveri in AXPl, AXP2 e AXP3. (Il filtro per le polveri del filtro combinato deve soddisfare la EN 143 sulla filtrazione delle polveri.) I filtri AX sono identificati con il codice a colori Marrone. I filtri AXP1/P2/P3 sono identificati con il codice a colori Marrone – Bianco. La EN 372 è relativa ai filtri per Specifici Composti – Filtri SX, (gas e vapori) e la classificazione unifica tipo e classe nella sigla SX (esclusi ossidi di azoto, mercurio e monossido di carbonio). I filtri combinati da utilizzare per specifici gas e vapori e per le polveri sono classificati in base alla loro efficienza nella filtrazione delle polveri nei

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tipi SXP1, SXP2 e SXP3. (Il filtro per le polveri del filtro combinato deve soddisfare la EN 143 sulla filtrazione delle polveri.) I filtri SX sono identificati con il codice a colori Viola, i filtri SXP1/P2/P3 sono identificati con il codice a colori Viola – Bianco.

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PERCORSO PER LA VALUTAZIONE DI SICUREZZA E CONFORMITÀ DEI DPI

Le sezioni allegate possono essere utilizzate da lavoratori e datori di lavoro per verificare l’adeguatezza in termini di sicurezza degli strumenti in uso presso i loro luoghi di lavoro e valutarne la conformità con le norme vigenti e le proprie esigenze di lavoro.

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Per il LAVORATORE

Nel suo LAVORO attuale utilizza: indumenti di lavoro ordinari e/o uniformi SI NO attrezzature di soccorso e salvataggio SI NO attrezzature di protezione individuale proprie dei mezzi di trasporto stradali SI NO apparecchi portatili per individuare e segnalare rischi e fattori nocivi SI NO Se sì, qualcuno di quelli che ha indicato necessita di essere sostituito? SI NO Quali?

Conosce: i rischi legati al lavoro da lei svolto abitualmente SI NO

Nel suo LAVORO è previsto l’uso obbligatorio di DPI? SI NO

Per DPI – Dispositivo di Protezione Individuale – si intende “qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni complemento o accessorio destinato a tale scopo.” (D.Lgs. n. 81/2008, art. 74, comma 1)

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Che tipo di DPI? I DPI sono suddivisi i n 3 categorie, in base al grado di rischio

Prima categoria Seconda categoria Terza categoria

Legenda Prima categoria DPI utilizzati per la protezione contro rischi minimi, per i quali l’utente può valutare il livello di protezione necessario, o gli effetti sono graduali e possono essere tempestivamente identificati dall’utilizzatore come, ad esempio, guanti per la protezione da prodotti di pulizia, scarpe da lavoro, creme barriera, indumenti di protezione dai fenomeni atmosferici etc..

Comprendono: DPI che proteggono da azioni lesive prodotte da strumenti meccanici con effetti superficiali; DPI che proteggono da azioni lesive di lieve entità causate da prodotti per la pulizia; DPI che proteggono da rischi derivanti dal contatto o da urti con oggetti caldi, con temperature non superiori a 50° C; DPI che proteggono da fenomeni atmosferici ordinari nel corso di attività professionali; DPI che proteggono da urti e vibrazioni lievi inidonei a raggiungere organi vitali ed a provocare lesioni a carattere permanente; DPI che proteggono dall’azione lesiva dei raggi solari.

Non necessitano di attestato di certificazione Ad es. Guanti per la protezione da prodotti di pulizia Creme barriera Indumenti da protezione da fenomeni atmosferici, etc

Seconda categoria DPI che non rientrano nelle altre due categorie e che proteggono da un livello di rischio 'normale' come, ad esempio, protezioni per il capo, per il volto, protettori auricolari, protezioni oculari, indumenti, scarpe e guanti etc..

Comprendono: protettori auricolari; guanti per rischi meccanici.

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Terza categoria DPI utilizzati per la protezione contro rischi mortali o contro rischi che potrebbero danneggiare gravemente ed irreversibilmente la salute, oppure i dispositivi da utilizzare nelle situazioni in cui gli effetti non possono essere identificati tempestivamente. Nella categoria rientrano, ad esempio, i respiratori e gli equipaggiamenti anticaduta.

Comprendono: apparecchi di protezione respiratoria filtranti contro aerosol solidi, liquidi o gas irritanti e pericolosi, tossici o radiotossici; apparecchi di protezione isolanti, compresi quelli per immersione subacquea; DPI contro aggressioni chimiche e radiazioni ionizzanti; DPI per attività in ambienti con una temperatura d'aria non inferiore a 100°C, con o senza radiazioni infrarosse, fiamme o materiali in fusione; DPI per attività in ambienti con una temperatura d'aria non superiore a – 50°C; DPI destinati a proteggere dalle cadute dall'alto; DPI destinati a proteggere da tensioni elettriche pericolose o utilizzati come isolanti per altre tensioni elettriche.

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I DPI che Lei utilizza sono A NORMA di legge, ossia: sono adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare di per sé un rischio maggiore

SI NO

sono adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro SI NO sono adeguati alle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore SI NO sono adattabili dall'utilizzatore secondo le sue necessità SI NO

riportano la marcatura CE in modo visibile, leggibile e indelebile ed essere in possesso di tutte le certificazioni previste

SI NO

sono corredati di istruzioni d’uso chiare, in lingua italiana o comunque in lingua comprensibile dal lavoratore

SI NO

Se ci sono riposte negative, con QUALI AZIONI intende procedere per MIGLIORARE questo aspetto?

I DPI che Lei utilizza: sono comodi e leggeri SI NO non intralciano i movimenti SI NO sono facili da indossare SI NO evitano fastidi e problemi per la salute e l’igiene SI NO sono integri SI NO sono ben conservati SI NO sono puliti SI NO sono sempre in posizione SI NO

Se ci sono riposte negative, con QUALI AZIONI intende procedere per MIGLIORARE questo aspetto?

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In caso di RISCHI MULTIPLI e dell’utilizzo da parte di PIÙ LAVORATORI del DPI. Nel suo lavoro vi è presenza di rischi multipli che richiedono l'uso simultaneo di più DPI

SI NO

Tali DPI sono compatibili tra di loro SI NO È previsto un uso personale di ciascun DPl SI NO Qualora le circostanze richiedano l'uso di uno stesso DPI da parte di più persone, sono state prese adeguate misure sanitarie e igieniche

SI NO

Se ci sono riposte negative, con QUALI AZIONI intende procedere per MIGLIORARE questo aspetto?

I DPI commercializzati devono possedere la certificazione di conformità prevista dal D.lgs. 475 del 4/12/1992 testata dalla marcatura CE, che viene verificata dal LAVORATORE al momento dell’utilizzo. I DPI in dotazione per il suo lavoro: riportano il marchio CE in modo visibile, leggibile ed indelebile sul DPI stesso o, qualora il DPI sia troppo piccolo, sull’imballaggio

SI NO

riportano il marchio CE in maniera inconfondibile rispetto ad altri marchi presenti

SI NO

Se ci sono riposte negative, con QUALI AZIONI intende procedere per MIGLIORARE questo aspetto?

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Per quanto riguarda la MANUTENZIONE dei DPI: provvede alla cura e alla conservazione dei DPI a Lei forniti SI NO evita l’apporto di modifiche SI NO segue le procedure aziendali per la riconsegna dopo l’utilizzo SI NO

segnala tempestivamente al Responsabile dei Lavoratori per la Sicurezza – RLS – eventuali difetti, anomalie e/o intollerabilità

SI NO

Se ci sono riposte negative, con QUALI AZIONI intende procedere per MIGLIORARE questo aspetto?

Per quanto riguarda la FORMAZIONE, l’INFORMAZIONE e l’ADDESTRAMENTO, Lei ha seguito: corsi di formazione sulla sicurezza, la prevenzione al rischio e l’uso di DPI SI NO

programmi di informazione sulla sicurezza, la prevenzione al rischio e l’uso di DPI

SI NO

addestramento sull’uso di DPI SI NO

Se ci sono riposte negative, con QUALI AZIONI intende procedere per MIGLIORARE questo aspetto?

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Nel suo lavoro è previsto l’uso di quali DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE? Per la testa Elmetti, caschi di protezione SI NO Se sì, li utilizza sempre? SI NO Per braccia e mani Guanti ad elevata resistenza meccanica SI NO Se sì, li utilizza sempre? SI NO Guanti resistenti al calore o ininfiammabili SI NO Se sì, li utilizza sempre? SI NO Guanti resistenti antivibrazione SI NO Se sì, li utilizza sempre? SI NO Per piedi e gambe Scarpe e stivali di sicurezza SI NO Se sì, li utilizza sempre? SI NO

Dispositivi di protezione amovibili del collo del piede

SI NO Se sì, li utilizza sempre? SI NO

Suole amovibili (anticalore, antiperforazione o antitraspirazione)

SI NO Se sì, li utilizza sempre? SI NO

Per l’intero corpo Indumenti impermeabili e/o resistenti agli agenti chimici e meccanici

SI NO Se sì, li utilizza sempre? SI NO

Indumenti difficilmente infiammabili SI NO Se sì, li utilizza sempre? SI NO Indumenti impermeabili SI NO Se sì, li utilizza sempre? SI NO Giubbotti ad alta visibilità SI NO Se sì, li utilizza sempre? SI NO Attrezzature di protezione contro le cadute SI NO Se sì, li utilizza sempre? SI NO

Dispositivi di sostegno del corpo (imbracatura di sicurezza)

SI NO Se sì, li utilizza sempre? SI NO

Per l’udito Otoprotettori (cuffie e tappi) SI NO Se sì, li utilizza sempre? SI NO Per gli occhi e il viso Occhiali di sicurezza SI NO Se sì, li utilizza sempre? SI NO

Schermi facciali SI NO Se sì, li utilizza sempre? SI NO Protezione delle vie respiratorie Maschere, semimaschere o facciali filtranti SI NO Se sì, li utilizza sempre? SI NO Autorespiratori SI NO Se sì, li utilizza sempre? SI NO

Se sono previsti e non li utilizza sempre, come può far sì che la sua SICUREZZA diventi un’ABITUDINE?

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Per il DATORE di LAVORO

Il DATORE DI LAVORO ai fini della scelta dei DPI effettua l'analisi e la valutazione dei rischi che non possono essere evitati con altri mezzi. Affinché i DPI svolgano appieno la propria funzione, il DATORE DI LAVORO ha verificato se il loro uso è CONFORME a: istruzioni d'uso del fabbricante SI NO entità del rischio SI NO frequenza dell'esposizione al rischio SI NO caratteristiche del posto di lavoro di ciascun lavoratore SI NO

Se ci sono riposte negative, con QUALI AZIONI intende procedere per MIGLIORARE questo aspetto?

Il DATORE DI LAVORO, dopo aver individuato i DPI adeguati, ha rispettato gli OBBLIGHI di: mantenere in efficienza i DPI ed assicurarne le condizioni igieniche, mediante la manutenzione, le riparazioni e le sostituzioni necessarie

SI

NO

provvedere affinché i DPI siano utilizzati esclusivamente per gli usi previsti SI NO fornire istruzioni comprensibili per tutti i lavoratori, anche in lingue diverse SI NO informare preliminarmente il lavoratore dei rischi dai quali il DPI lo protegge SI NO destinare ogni DPI ad uso personale SI NO rendere disponibili in azienda informazioni adeguate su ogni DPI utilizzato SI NO

stabilire le procedure aziendali da seguire per la riconsegna e il deposito dei DPI dopo l’utilizzo

SI

NO

assicurare una formazione adeguata e organizzare, se necessario, uno specifico addestramento per l'uso corretto e l'utilizzo pratico dei DPI

SI

NO

tenere i DPI sempre in posizione SI NO Se ci sono riposte negative, con QUALI AZIONI intende procedere per MIGLIORARE questo aspetto?

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I DPI commercializzati devono possedere la certificazione di conformità prevista dal D.lgs. 475 del 4/12/1992 testata dalla marcatura CE, che il DATORE DI LAVORO verifica all’atto dell’acquisto e della consegna al lavoratore. I DPI in dotazione ai suoi collaboratori per lo svolgimenti del loro lavoro: riportano il marchio CE in modo visibile, leggibile ed indelebile sul DPI stesso o, qualora il DPI sia troppo piccolo, sull’imballaggio

SI

NO

riportano il marchio CE in maniera inconfondibile rispetto ad altri marchi presenti SI NO

Se ci sono riposte negative, con QUALI AZIONI intende procedere per MIGLIORARE questo aspetto?

Al momento dell’acquisto, il fabbricante deve aver rilasciato al DATORE DI LAVORO una NOTA INFORMATIVA. Tale nota riportava: il nome e l’indirizzo del fabbricante o di chi ha immesso il DPI sul mercato SI NO

le istruzioni per la conservazione, l'impiego, la pulizia, la manutenzione, la revisione e la disinfezione

SI

NO

le prestazioni ottenute agli esami tecnici effettuati per verificare i livelli o le classi di protezione del DPI

SI

NO

gli accessori utilizzabili con il DPI e le caratteristiche dei pezzi di ricambio appropriati SI

NO

le classi di protezione adeguate a diversi livelli di rischio e i corrispondenti limiti di utilizzo

SI NO

la data o il termine di scadenza del DPI o dei componenti SI NO il tipo di imballaggio appropriato per il trasporto SI NO il significato della marcatura SI NO

Se ci sono riposte negative, con QUALI AZIONI intende procedere per MIGLIORARE questo aspetto?

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Nella scelta dei dispositivi, il DATORE DI LAVORO ha CONTROLLATO che: i DPI dotati di sistemi di regolazione siano stati progettati e fabbricati in modo tale che, dopo la regolazione, non possano spostarsi indipendentemente dalla volontà dell'utilizzatore

SI

NO

i DPI «che avvolgono» le parti del corpo da proteggere siano sufficientemente aerati in modo da limitare il sudore, o dotati di dispositivi per assorbirlo

SI

NO

i DPI del viso, degli occhi o delle vie respiratorie limitino il meno possibile il campo visivo e la vista dell'utilizzatore

SI

NO

i DPI soggetti a invecchiamento riportino su ogni esemplare o componente intercambiabile del DPI e sull'imballaggio la data di fabbricazione e/o, se possibile, quella di scadenza impressa in modo indelebile e senza possibilità di interpretazione erronea

SI

NO

i DPI suscettibili di restare impigliati durante l'impiego abbiano una soglia di resistenza superata la quale la rottura di uno degli elementi costitutivi consenta di eliminare il pericolo

SI

NO

i DPI destinati ad un impiego in atmosfere esplosive siano stati progettati e fabbricati in modo tale che, al loro interno, non si possa verificare nessun arco o scintilla di energia elettrica, elettrostatica o derivante da un urto che possa infiammare una miscela esplosiva

SI

NO

i DPI destinati ad interventi rapidi o che devono essere indossati e/o tolti rapidamente siano stati progettati e fabbricati in modo da poter essere indossati e/o tolti il più rapidamente possibile

SI

NO

i DPI d'intervento in situazioni estremamente pericolose contengano una nota rilasciata dal fabbricante con le informazioni destinate all'uso di persone competenti, addestrate e qualificate e descrivere la procedura per verificare sull’utilizzatore stesso che il DPI sia correttamente regolato e pronto per l’uso

SI

NO

i DPI dotati di componenti regolabili o amovibili da parte dell’utilizzatore siano stati progettati e fabbricati in modo tale da poter essere regolati, montati e smontati facilmente a mano

SI

NO

nei DPI raccordabili a un altro dispositivo complementare esterno al DPI, l’elemento di raccordo sia stato progettato e fabbricato in modo da poter essere montato solamente su un dispositivo adatto

SI

NO

nei DPI con un sistema di circolazione del fluido, il sistema sia stato scelto o progettato e strutturato in modo da garantire un adeguato rinnovo del fluido in prossimità della parte del corpo da proteggere, indipendentemente dai gesti, dalle posizioni o dai movimenti dell'utilizzatore

SI

NO

nei DPI con una o più indicazioni di localizzazione o di segnalazione riguardanti direttamente o indirettamente la salute e la sicurezza, le indicazioni siano preferibilmente pittogrammi o ideogrammi armonizzati, perfettamente leggibili, complete, precise, comprensibili e restare tali per tutta la durata prevedibile del DPI

SI

NO

gli indumenti DPI dotati di adeguati elementi di segnalazione visiva siano corredati di uno o più dispositivi o mezzi di segnalazione opportunamente collocati, che emettano una radiazione visibile con intensità luminosa e appropriate caratteristiche fotometriche e colorimetriche

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Nella scelta dei dispositivi, il DATORE DI LAVORO ha CONTROLLATO che: i DPI «multirischio» siano stati progettati e fabbricati in modo da soddisfare in particolare i requisiti essenziali specifici per ciascuno di questi rischi e proteggere l’utilizzatore dai diversi rischi suscettibili di verificarsi simultaneamente

SI

NO

Se ci sono riposte negative, con QUALI AZIONI intende procedere per MIGLIORARE questo aspetto?

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Dopo l’acquisto, il DATORE DI LAVORO ha CONSEGNATO: i DPI ai collaboratori che devono farne obbligatoriamente uso SI NO

i DPI ai collaboratori che non sono obbligate ma sarebbe preferibile che li utilizzassero

SI NO

i DPI ad ognuno individualmente SI NO i DPI, registrandone la consegna SI NO

Se ci sono riposte negative, con QUALI AZIONI intende procedere per MIGLIORARE questo aspetto?

Il DATORE DI LAVORO ha rispettato l’obbligo di ADDESTRAMENTO per: ogni DPI che, ai sensi del D.Lgs. 4 dicembre 1992, n. 475, appartenga alla terza categoria4

SI NO

i dispositivi di protezione dell'udito SI NO

Se ci sono riposte negative, con QUALI AZIONI intende procedere per MIGLIORARE questo aspetto?

4 Si ricorda che la terza categoria comprende apparecchi di protezione respiratoria filtranti contro aerosol solidi, liquidi o gas irritanti e pericolosi, tossici o radiotossici; apparecchi di protezione isolanti, compresi quelli per immersione subacquea; DPI contro aggressioni chimiche e radiazioni ionizzanti; DPI per attività in ambienti con una temperatura d'aria non inferiore a 100°C, con o senza radiazioni infrarosse, fiamme o materiali in fusione; DPI per attività in ambienti con una temperatura d'aria non superiore a – 50°C; DPI destinati a proteggere dalle cadute dall'alto; DPI destinati a proteggere da tensioni elettriche pericolose o utilizzati come isolanti per altre tensioni elettriche. Fo

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Il DATORE DI LAVORO ha PREDISPOSTO: una formazione ulteriore a quella prevista per gli obblighi di legge per l’uso dei DPI SI NO un piano di informazione supplementare sull’uso dei DPI e sulle procedure organizzative per il loro utilizzo

SI NO

Se ci sono riposte negative, con QUALI AZIONI intende procedere per MIGLIORARE questo aspetto?

Nel lavoro dei suoi collaboratori è previsto l’uso di quali DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE?

Per la testa Elmetti, caschi di protezione SI NO Se sì, vengono utilizzati? SI NO Per braccia e mani Guanti ad elevata resistenza meccanica SI NO Se sì, vengono utilizzati? SI NO

Guanti resistenti al calore o ininfiammabili

SI NO Se sì, vengono utilizzati? SI NO

Guanti resistenti antivibrazione SI NO Se sì, vengono utilizzati? SI NO Per piedi e gambe Scarpe e stivali di sicurezza SI NO Se sì, vengono utilizzati? SI NO

Dispositivi di protezione amovibili del collo del piede

SI NO Se sì, vengono utilizzati? SI NO

Suole amovibili (anticalore, antiperforazione o antitraspirazione)

SI NO Se sì, vengono utilizzati? SI NO

Per l’intero corpo Indumenti impermeabili e/o resistenti agli agenti chimici e meccanici

SI

NO

Se sì, vengono utilizzati?

SI

NO

Indumenti difficilmente infiammabili SI NO Se sì, vengono utilizzati? SI NO Indumenti impermeabili SI NO Se sì, vengono utilizzati? SI NO Giubbotti ad alta visibilità SI NO Se sì, vengono utilizzati? SI NO

Attrezzature di protezione contro le cadute

SI NO Se sì, vengono utilizzati? SI NO

Dispositivi di sostegno del corpo (imbracatura di sicurezza)

SI

NO

Se sì, vengono utilizzati?

SI

NO

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Per l’udito Otoprotettori (cuffie e tappi) SI NO Se sì, vengono utilizzati? SI NO Per gli occhi e il viso Occhiali di sicurezza SI NO Se sì, vengono utilizzati? SI NO

Schermi facciali SI NO Se sì, vengono utilizzati? SI NO Protezione delle vie respiratorie Maschere, semimaschere o facciali filtranti

SI NO Se sì, vengono utilizzati? SI NO

Autorespiratori SI NO Se sì, vengono utilizzati? SI NO Se sono previsti e non li utilizza sempre, come può far sì che la SICUREZZA diventi un’ABITUDINE per i suoi collaboratori?

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Scheda personale.................................................................................................3

PREMESSA....................................................................................................................5 GUIDA ALL’UTILIZZO DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE ...............6 Introduzione ....................................................................................................................6 I Dispositivi di Protezione Individuale - DPI ...................................................................6

Requisiti dei Dispositivi di Protezione Individuale ......................................................7 Classificazione e caratteristiche dei DPI ....................................................................9 Protezione delle parti del corpo ................................................................................12 Protezione della testa................................................................................................14

Elmetti di protezione ..............................................................................................14 Indicazioni per la scelta del DPI per la protezione della testa in funzione del tipo di rischio .................................................................................................................15

Elmetti di protezione per l’industria ....................................................................15 Norme tecniche......................................................................................................17

Protezione delle braccia e delle mani.......................................................................18 Indumenti protettivi.................................................................................................18 Indumenti protettivi difficilmente infiammabili........................................................18 Grembiuli imperforabili ...........................................................................................18 Grembiuli di cuoio ..................................................................................................18 Bracciali ..................................................................................................................18 Guanti .....................................................................................................................19 Guanti a maglia metallica ......................................................................................19 Indicazioni per la scelta del DPI per la protezione delle mani e delle braccia in funzione del tipo di rischio .....................................................................................19

Guanti di protezione ...........................................................................................19 Indumenti di protezione......................................................................................21

Norme tecniche......................................................................................................23 Protezione dei piedi e delle gambe ..........................................................................26

Scarpe di sicurezza con suola imperforabile ........................................................26 Scarpe di sicurezza senza suola imperforabile ....................................................27 Scarpe di sicurezza con tacco o con suola continua e con intersuola imperforabile ..........................................................................................................27 Scarpe di sicurezza con intersuola termoisolante ................................................27 Scarpe di sicurezza a slacciamento rapido ..........................................................27 Indicazioni per la scelta del DPI per la protezione dei piedi e delle gambe in funzione del tipo di rischio .....................................................................................28

Stivali e scarpe di sicurezza...............................................................................28

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Norme tecniche ..................................................................................................... 31 Protezione dell'intero corpo...................................................................................... 32

Attrezzatura di protezione anticaduta (imbracature di sicurezza) ....................... 32 Attacco di sicurezza con corda............................................................................. 32 Indicazioni per la scelta del DPI per la protezione dell’intero corpo in funzione del tipo di rischio.......................................................................................................... 32

Dispositivi di protezione contro le cadute.......................................................... 32 Norme tecniche ..................................................................................................... 34

Indumenti di protezione ............................................................................................ 37 Norme tecniche ..................................................................................................... 38 Indumenti di protezione contro le intemperie ....................................................... 38 Indumenti fosforescenti......................................................................................... 38 Indicazioni per la scelta dell’indumento di protezione in funzione del tipo di rischio .................................................................................................................... 39

Giubbotti di salvataggio per l’industria .............................................................. 39 Norme tecniche ..................................................................................................... 42 Norme tecniche ..................................................................................................... 43

Protezione dell’udito ................................................................................................. 45 Indicazioni per la scelta del DPI per la protezione dell’udito in funzione del tipo di rischio .................................................................................................................... 46

Otoprotettori ....................................................................................................... 46 Norme tecniche ..................................................................................................... 49

Protezione degli occhi e del viso.............................................................................. 49 Indicazioni per la scelta del DPI per la protezione degli occhi e del viso in funzione del tipo di rischio..................................................................................... 51

Occhiali protettivi e schermi per la protezione del viso .................................... 51 Norme tecniche ..................................................................................................... 54

Schema di descrizione analitica del codice da apporre sul DPI ...................... 55 Protezione delle vie respiratorie............................................................................... 56

Indicazioni per la scelta del DPI per la protezione delle vie respiratorie in funzione del tipo di rischio..................................................................................... 58

Autorespiratori/Dispositivi di protezione delle vie respiratorie.......................... 58 Norme tecniche ..................................................................................................... 61

PERCORSO PER LA VALUTAZIONE DI SICUREZZA E CONFORMITÀ DEI DPI. 65

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