Guida al Dibatto sulla Giornata della Memoria

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Guida al Dibattito sulla Giornata della Memoria a cura della Rete degli Studenti Medi Veneto “Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario.”

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Questo breve testo a cura della Rete degli Studenti Medi Veneto intende essere uno strumento di guida volto a fissare alcuni dei punti centrali in una tematica molto ampia e complessa quale quella della Giornata della Memoria. Questa guida vuole dare alcune nozioni di base per riuscire a gestire un buon dibattito nelle scuole in occasione di questa ricorrenza, dando consigli per la proiezione di film, la lettura di poesie o testi di canzoni inerenti al tema e suggerendo inoltre alcuni siti affidabili dai quali è possibile trovare ulteriore materiale utile e interessante, da testimonianze di ex deportati a testi di narrativa che hanno come tema centrale la Shoah e la memoria storica.

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La Giornata della Memoria

L’istituzione di una giornata dedicata alla memoria delle vittime della Shoah in Italia si raggiunge solo a metà del 2000 quando con la legge n. 211 del 20/07/2000 il Governo Amato II istituisce la giornata commemorativa il 27 gen-naio, giorno della liberazione del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz ad opera delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa.

« Art. 1

1.La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbatti-mento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricorda-re la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzio-ne italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. Art. 21.In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono orga-nizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere. »

L’istituzione di tale giornata è accompagnata da un ricco dibattito pubblico legato sia alla scelta del giorno (il 27 gennaio diventerà il Giorno della Memoria solo il 1/11/2005 a seguito alla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite) sia alle motivazioni dell’oggetto della memoria. Le altre date proposte:Il 16 ottobre, data del rastrellamento del ghetto di Roma (il 16 ottobre 1943, dopo aver arrestato nei gironi precedenti tutti i presidi dei carabinieri della capi-tale, gli occupanti tedeschi, aiutati da collaborazionisti italiani, catturano e deportano ad Auschwitz oltre mille ebrei romani). Questa data avrebbe permes-so di focalizzare l’attenzione sulle deportazioni razziali, sottolineando le respon-sabilità anche italiane nello sterminio del popolo ebraico.Il 5 maggio, data della liberazione del campo di Mauthausen ad opera delle truppe alleate, data che avrebbe sottolineato la centralità della storia dell’antifa-scismo e delle deportazioni politiche in Italia (in quanto la maggior parte dei deportati politici Italiani finì in quel campo).

La legge, come possiamo leggere all’articolo 1 spiega molto bene cosa intende commemorare, e tra le righe con un po’ di conoscenza si possono leggere i com-promessi a cui si è dovuti giungere per la sua approvazione. Se in un primo momento è scritto chiaramente che si intende ricordare le vittime della Shoah, le leggi razziali che in Italia la hanno resa possibile, il collaborazionismo italiano che durante gli ultimi 18 mesi di guerra, attraverso i militari della Repubblica Sociale Italiana, delle Brigate Nere e altre organizzazioni militari, paramilitari e

civili ha sostenuto i tedeschi nella persecuzione agli ebrei.

Poi si parla di Italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, ma queste parole non ci devono ingannare: il testo non si sta riferendo, o almeno non è stato pensato per ricordare quegli italiani che, per opposizione politica, orientamento sessuale o altre ragioni sono stati deportati nei campi di concen-tramento o di sterminio. Bensì il legislatore si riferisce ai cosiddetti IMI (Internati Militari Italiani), ovvero tutti quei militari italiani che, dopo l’8 settembre ’43, dopo esser stati catturati dai vecchi alleati tedeschi, posti di fronte alla scelta di aderi-re alla neo costituita RSI o essere internati nei campi di concentramento scelse-ro la seconda opzione. Questa scelta fece si che chi tornò si trovasse agli occhi dello Stato italiano nella condizione di renitente alla leva e non avesse inoltre diritto al riconoscimento della prigionia (la formula IMI era stata ideata dai tede-schi proprio per non riconoscere agli italiani lo status di prigioniero di guerra, status garantito da alcune convenzioni internazionali). Si segue poi facendo riferimento a chi, in qualsiasi schieramento (quindi anche quello nazifascista) ha protetto perseguitati.

Queste diciture potevano forse essere espresse in maniera migliore. L’importa-nza della memoria certamente non deve guardare ai colori politici, ma deve sicuramente tracciare in maniera chiara alcuni confini: ci sono differenze rilevanti tra chi è stato deportato semplicemente perché era, a prescindere dalle scelte o opinioni personali, e chi messo di fronte ad una possibilità ha perseguito la propria scelta, cosa che non rende minor onore certamente, ma costiuisce una condizione basilare completamente differente dalla prima. Nella Giornata della Memoria quindi ricordiamo il genocidio sistematico del popolo ebraico (Shoah) ma anche quello di altri gruppi etnici Rom e Sinti (Porajmos, letteralmente «grande divoramento»), omosessuali, malati di mente, Pentecostali (classificati come malati di mente), Testimoni di Geova, prigionieri di guerra Sovietici, Polacchi e altre popolazioni slave (chiamati nel complesso Untermenschen), dissidenti politici del regime nazista.

Quadro storico: 1933-1945

22 marzo 1933: apertura del campo di concentramento di Dachau nei pressi di Monaco di Baviera, progettato per custodia preventiva principalmente di comu-nisti e sindacalisti, in generale oppositori al regime nazista.

14 settembre 1935: vengono pubblicate la “legge per la protezione del sangue e dell’onore tedeschi” e la “legge sulla cittadinanza del Reich”, meglio conosciute come le “leggi di Norimberga”, per mezzo delle quali viene di fatto sancita l’esc-lusione degli ebrei dalla vita sociale tedesca.

9-10 novembre 1938: le violenze naziste antisemite sfociano in una notte di indi-cibile violenza, passata alla storia come la “Notte dei Cristalli”, durante la quale centinaia di negozi ed edifici di proprietà di ebrei, comprese molte sinagoghe,

vengono distrutti.

Ottobre 1939: hanno inizio le prime deportazioni degli ebrei ad una zona di “riserva”, nel sud della Polonia, con lo scopo di liberare i territori tedeschi dalla presenza semita. In questa prima fase, la soluzione al “problema ebraico” è ancora considerata l’espulsione degli ebrei nei territori dell’est o persino extra-europei (si pensi al Madagascar).

10 dicembre 1939: viene istituito il ghetto di Lodz, in Polonia, un primo vero e proprio centro di “raccolta” della popolazione ebraica, al fine di facilitare le ope-razioni di deportazione. Questo luogo passerà alla storia come uno dei ghetti più importanti dal punto di vista dello sfruttamento della manodopera, nonché il secondo per grandezza dopo quello di Varsavia (istituito nell’estate del 1940).

20 gennaio 1942: al convegno di Wannsee gli alti gerarchi discutono i dettagli della definitiva “soluzione finale alla questione ebraica”(Endlösung der Juden-frage); in seguito alla stretta sull’immigrazione e sull’accoglienza dei profughi ebrei da parte dei principali Stati, e alla crescita della popolazione ebraica sotto il Terzo Reich dovuta alle conquiste territoriali, i capi nazisti decidono di accele-rare i rastrellamenti e di ricorrere allo sterminio di massa.

17 marzo 1942: l’operazione Reinhard guida le prime deportazioni al campo di concentramento di Belzec, il primo campo di prigionia ad essere stato adattato completamente alla causa dello sterminio di massa.

Luglio 1942: prime deportazioni al campo di concentramento di Auschwitz, destinato a diventare il più importante e tristemente noto lager nazista, primo fra tutti per numero di internati e per l’intensità dello sterminio e dello sfruttamento.

19 aprile 1943: una rivolta coinvolge numerosi abitanti del ghetto di Varsavia, il più grande d’Europa. La risposta dei tedeschi diviene uno degli episodi più violenti di repressione.

16 ottobre 1943: in seguito all’invasione tedesca, anche l’Italia conosce sulla propria pelle l’efferatezza dei nazisti; il ghetto di Roma viene rastrellato e oltre 2000 individui sono fatti prigionieri e condotti nei campi di concentramento.

27 gennaio 1945: dopo alcuni scontri le truppe sovietiche dell’Armata Rossa liberano il campo di concentramento e sterminio di Auschwitz: è il primo campo ad essere liberato. Solo ora ci si riesce a rendere conto delle reali dimensioni dello sterminio operato dai nazisti.

5 maggio 1945: viene liberato dalle truppe americane il campo di concentramen-to di Mauthausen. E’ l’ultimo campo di concentramento ad essere liberato.

Le Leggi Razziali in Italia e le Responsabilità Italiane

A distanza di circa 3 anni dalle leggi di Norimberga promulgate dalla Germania Nazista anche il fascismo Italiano decide di intraprendere un percorso autono-

mo, e in certi casi più efferato, sulla difesa della razza italiana. Così a partire dal 1938 in Italia furono decretati una serie di provvedimenti atti a limitare fortemen-te i diritti e la dignità della minoranza ebraica, che in quegli anni contava più di quarantamila persone in un paese di circa 35 milioni di abitanti.Il primo atto pubblico attraverso il quale si espresse la politica razziale e antise-mita del regime fascista fu la pubblicazione, avvenuta il 14 luglio di quello stesso anno, del “Manifesto della razza”, nel quale, al punto 9, si asseriva che “gli ebrei non sono di razza italiana”. Seguirono a partire dal settembre 1938 una serie di leggi volte ad escludere progressivamente gli ebrei dalla vita sociale del paese, a cominciare dall’esp-ulsione degli insegnanti e degli alunni dalle scuole di ogni ordine e grado (con Regio Decreto Legge n. 1390 del 5 settembre 1938) e proseguendo attraverso il divieto di matrimonio tra italiani ed ebrei, il divieto di avere alle proprie dipen-denze domestici di razza ariana, l’esclusione dei cittadini italiani di origine ebrai-ca da tutte le pubbliche amministrazioni, società private (come banche e assicu-razioni), la revoca della cittadinanza a tutti gli ebrei stranieri entrati in Italia in data posteriore al 1919, il divieto di svolgere professioni di notaio e giornalista, il divieto per le scuole di adottare libri di testo alla cui redazione avesse partecipa-to in qualche modo un ebreo. Furono inoltre costituite, dove i numeri lo consenti-vano, a cura delle comunità ebraiche, scuole specifiche per ragazzi ebrei, unici luoghi dove gli insegnanti di origine ebraica avrebbero potuto insegnare. Fu poi introdotta la notazione di “razza ebraica” nei registri di stato civile

-Comunicato della Segreteria Politica del PNF, 25 luglio 1938 - Il Fascismo e il problema della razza-R.D.L. 5 settembre 1938, n. 1390 - Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola-R.D.L. 7 settembre 1938, n. 1381 - Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri-R.D.L. 23 settembre 1938, n. 1630 - Istituzione di scuole elementari per fanciulli di razza ebraica-Dichiarazione sulla razza, votata dal Gran Consiglio del Fascismo il 6 ottobre 1938-R.D.L. 15 novembre 1938, n. 1779 - Integrazione e coordinamento in testo unico delle norme già emanate per la difesa della razza nella scuola italiana-R.D.L. 17 novembre 1938, n. 1728 - Provvedimenti per la razza italiana-R.D.L. 29 giugno 1939, n. 1054 - Disciplina dell'esercizio delle professioni da parte dei cittadini di razza ebraica-Legge 13 luglio 1939-XVII, n. 1055 - Disposizioni in materia testamentaria nonché sulla disciplina dei cognomi, nei confronti degli appartenenti alla razza ebraica, modificata poi dalla v 28 settembre 1940-XVIII, n. 1459

Il 10 giugno 1940, con l’entrata in guerra dell’Italia vengono progressivamente arrestati e mandati nei campi di concentramento tutti gli ebrei stranieri presenti nel regno. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, con l’occupazione e la costituzione della RSI, ebbe inizio anche per gli ebrei italiani il periodo di deportazione e ster-minio, reso possibile in breve tempo grazie a tutto il lavoro di schedatura e regi-stro fatto dallo stato italiano negli anni precedenti e grazie alla collaborazione di molti italiani, sia in maniera attiva attraverso reparti militari e paramilitari della RSI sia in attraverso delazioni anonime. Sono circa 8.000 gli ebrei italiani che muoiono a causa della deportazione e dello sterminio nei campi, mentre una buona parte riesce a salvarsi riparando o in svizzera (all’incirca 6.000 individui) o superando la linea Gustav e raggiun-gendo il Regno del Sud, dove il 20 gennaio del 1944 erano state abolite le leggi razziali.

I Genocidi della Storia

Metz Yegheren - genocidio degli Armeni (1915-1916)Lo sterminio degli Armeni in Anatolia fu pianificato e realizzato dai Turchi del partito “Unità e Progresso”, al potere nell’allora Impero Ottomano dal 1908. Il genocidio iniziò nella primavera del 1915 con l’eliminazione degli uomini validi e il rastrellamento, a partire dal 24 aprile, dell’élite armena a Istanbul; infuriò nelle sette provincie orientali fino all’autunno del 1916 con la deportazione di anziani, donne e bambini, costretti a marciare verso i deserti siriani e sottoposti a massa-cri e a violenze inimmaginabili. Pochi sopravvissero. La quasi totalità degli Armeni scomparve dalla terra dove l’identità e la cultura di quel popolo si erano sviluppate nel corso di più di duemila anni.

La Shoah - genocidio degli Ebrei (1939-1945)Preparato con la negazione dei diritti civili in Germania nel 1933, il genocidio degli Ebrei è stato eseguito sistematicamente dai nazisti durante l’occupazione dei paesi europei nel corso della Seconda Guerra Mondiale, spesso con la colla-borazione dei governi loro alleati, come la Repubblica Sociale Italiana. Lo sterminio è stato attuato con l’arresto e la fucilazione immediata di intere famiglie, con la deportazione in campi di concentramento con l’internamento in ghetti in condizioni subumane e la successiva soppressione dei sopravvissuti. Nei paesi più colpiti è morto il 95% della popolazione ebraica. La cultura ebraica dell’Europa orientale (jiddish) è praticamente scomparsa.

Genocidio in Ruanda (aprile-luglio 1994)Il genocidio in Ruanda si compì tra ‘aprile e il luglio del ’94, quando gruppi militari e paramilitari di etnia Hutu, appoggiati anche da civili, sterminarono a colpi di armi da fuoco, machete, bastoni chiodati, gran parte della minoranza di origine Tutsi. A innescare il massacro fu l’abbattimento dell’aereo del presidente ruandese, Habyarimana, che tornava con il presidente del Burundi dalla Tanzania, dove si cercavano soluzioni di pace a una guerra civile che imperversava in Ruanda da almeno quattro anni. Le cause remote delle atrocità sono da ascrivere alla complessa situazione sociale, di cui non fu estraneo il ruolo del dominio coloniale europeo nell’esaltare le divisioni etniche tra Hutu e Tutsi. Il genocidio non risparmiò la componente moderata della stessa popolazione Hutu, e fu accompagnato da stupri e torture nei confronti di donne e bambine.

Genocidio in Bosnia (1992-1995)Nel marzo del 1992, in seguito a un referendum, la Bosnia si dichiarò Stato auto-nomo. La risposta dei serbi bosniaci e del governo centrale jugoslavo fu feroce: l’esercito serbo-bosniaco, appoggiato da unità paramilitari serbe, iniziò la pulizia etnica della parte orientale e settentrionale della Bosnia. Vi dovevano restare solo popolazioni serbe. Si infierì soprattutto sui musulmani bosniaci. Gli uomini furono rinchiusi in campi di concentramento e sottoposti a brutalità d’ogni tipo. Le donne subivano sistematiche e programmate violenze, ristrette in veri e propri campi di stupro. I musulmani sterminati costituiscono circa il 70% del totale delle vittime delle guerre nella ex Jugoslavia.

Nella Cultura di Massa: le Canzoni

I FilmLa Vita è Bella (1997) di Roberto Benigni – Il protagonista, Guido Orefice, toscano montanino ed ebreo, s’innamora, sul finire degli anni ’30, della maestri-na Dora, che riesce a sposare dopo molti e divertenti corteggiamenti. I due vivono i primi anni del loro matrimonio in tranquillità e hanno un figlio: Giosuè.

La loro vita viene stravolta nel 1938 dall’avvento delle leggi razziali che portano alla deportazione di migliaia di persone tra cui anche Guido e il figlioletto. Dora, nonostante non fosse ebrea, decide di seguirli volontariamente. Durante la loro permanenza al campo, per proteggere il figlio dall’orrore, Guido gli fa credere che quel che stanno vivendo è un gioco a premi con un carro armato in palio. In questo scenario originale e drammatico si svolge e si conclude la storia dei due fino al momento della liberazione. Train De Vie – Un Treno Per Vivere (1998) di Radu Mihaileanu – Il film racconta il viaggio degli abitanti di uno Shetl (villaggio ebraico dell’Europa centrale) romeno che progettano di evitare la deportazione varcando il confine con l’URSS per poi arrivare in Palestina, la terra promessa, in un modo unico e folle. Nel 1941, infatti, partono allestendo un finto convoglio ferroviario dove alcuni di loro “recitano” la parte dei tedeschi, altri quella dei deportati. Il Bambino con il Pigiama a Righe (2008) di Mark Herman – Bruno è un bambi-no di otto anni figlio di un ufficiale nazista, la cui promozione porta la famiglia a trasferirsi dalla comoda casa di Berlino in un’area desolata. Qui Bruno decisa-mente annoiato e spinto dalla curiosità, Bruno ignorando le continue indicazioni della madre, si dirige verso la ‘fattoria’ che ha visto nelle vicinanze. Incontra così Shmuel, un ragazzo della sua età, che vive un’esistenza parallela ma del tutto differente dall’altra parte del filo spinato che lo confina nel campo di concentra-mento. L’ultimo Treno (2001) di Yurek Bogayevicz – Il film, ambientato nella Cracovia occupata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, racconta la storia di un bambino ebreo che viene nascosto da un agricoltore locale come se fosse suo nipote, quindi di religione cattolica. Il tutto avviene anche grazie all’aiuto di un sacerdote compassionevole.

La chiave di Sara (2010) di Gilles Paquet-Brenner – Nelle giornate del 16 e 17 luglio 1942, gli ebrei parigini vengono arrestati dalla polizia collaborazionista francese. Fra di loro c'è anche Sarah Starzynski, una bambina di dieci anni che ha nascosto il fratellino Michel in un armadio chiuso a chiave. Cinquant'anni dopo la giornalista americana Julia Jarmond, residente in Francia, deve realizza-re un servizio proprio su quel rastrellamento. Coincidenza vuole che Julia, il marito e la figlia si stiano trasferendo in un appartamento al 36 di rue de Sainton-ge, dove i nonni del marito hanno abitato fin dall'agosto 1942. Al Mémorial sulla Shoah Julia apprende che in quella casa viveva la famiglia Starzynski: i genitori sono morti nel campo di concentramento di Auschwitz, ma nulla si sa dei figli Sarah e Michel. Convinta che Sarah sia sopravvissuta allo sterminio, Julia ne insegue le tracce scoprendone la storia fino a rintracciarne il figlio, William, all'o-scuro del suo passato, che scoprirà che Sarah era sua madre e che era ebrea.

Bent (1997) di Sean Mathias – Siamo a Berlino nel 1934, Max è un ragazzo che frequenta i cabaret della capitale del Reich e convive con Rudy, un ballerino da cabaret. Sconvolto dall'assassinio brutale, opera delle SS, di un SA con cui aveva trascorso la notte Max comincia una tragica fuga insieme a Rudy, che viene presto ucciso, e che termina a Dachau. Qui il protagonista, che porta la stella gialla degli Ebrei, incontra Horst, che porta il triangolo rosa degli omoses-suali. Insieme i due cercano di sopravvivere nel campo di concentramento.

Senza Destino (2005) di Lajos Koltai – Basato sul romanzo autobiografico di Imre Kertész, il film racconta la prigionia dello scrittore ungherese ebreo deportato, da bambino, nei campi di concentramento di Auschwitz e Buchenwald. Quella che era un'infanzia felice e spensierata si trasforma presto in una maturità dolorosa, vissuta in un vortice di crudeltà e degenera-zioni.

La zona grigia (2001) di Tim Blake Nelson – Il film fa in parte riferimento al racconto "Auschwitz: A doctor's eyewitness account" di Miklos Nyiszli. Ad Auschwitz, dove si sterminarono migliaia di ebrei, operavano anche gli Sonderkommando, particolari squadre di internati giudei che venivano costretti dagli aguzzini nazisti ad attendere al regolare funzionamento delle camere a gas. Il rifiuto significava per loro la morte, altrimenti avrebbero potuto sopravvivere qualche mese in più. Nonostante tutto ciò provano ad organizzare una rivolta, l’unica mai tentata nel campo.

Vento di Primavera (2010) di Rose Bosch – Il film si basa sulla storia di un ragazzo ebreo durante la retata del Velodromo d’Inverno (Parigi, luglio 1942). In quest’occasione gli ebrei vennero arrestati in massa dalla polizia francese, complice dei nazisti. Il titolo italiano si riferisce al nome dell’opera-zione della retata.

Conspiracy: Soluzione finale (2001) di Frank Pierson – Il 20 gennaio 1942, sulle sponde del lago Wannsee, a pochi chilometri da Berlino, viene indetta una riunione a cui prendono parte alcuni alti esponenti del partito nazista. A presiedere la riunione è il generale Heydrich, mentre l'organizza-zione e la gestione dell'evento sono affidate al colonnello Eichmann. La riunione è stata indetta per ordine di Hitler, e su mandato di Goering, per discutere la soluzione finale della questione ebraica.

Il Pianista (2002) di Roman Polanski – Un brillante pianista polacco, di religione ebraica, viene confinato nel ghetto di Varsavia dov’è costretto a subire sofferenze ed umiliazioni. Sfugge alla deportazione nascondendosi fra le rovine della città, e riuscirà a sopravvivere grazie all’aiuto di un ufficiale tedesco. Il regista, dopo aver rifiutato di dirigere Schindler’s List per il coin-volgimento troppo personale ed essendo stato anche lui deportato nei campi di concentramento, scelse nel 2002 per questa storia più leggera.

Le Poesie

Bibliografia:

-Fischer K.P., Storia dell’Olocausto. Dalle origini della giudeofobia tedesca alla soluzione finale nazista, Newton Compton Editori, Roma 2000-Hilberg R., Carnefici, vittime, spettatori, Mondadori, Milano 1994-Sarfatti M., Mussolini contro gli ebrei. Cronaca dell’elaborazione delle leggi razziali del 1938, Zamorani, Torino 1994-Browning C., Verso il genocidio. Come è stata possibile la “soluzione finale”, Il Saggiatore, Milano 1998-Arendt H., La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, Milano 1992-Traverso E. Auschwitz e gli intellettuali. La Shoah nella cultura del dopoguerra, Il Mulino, Bologna 2004-Deaglio E., La banalità del bene. Storia di Giorgio Perlasca, Feltrinelli, Milano 1991

Descrizioni delle Fotografie:1. Fotografie di deportati nei lager nazisti2. Alcuni deportati in un vagone verso i campi di concentramento3. Tabella dei triangoli che venivano cuciti alle uniformi dei deportati nei lager4. Reticolati del campo di Auschwitz I5. Alcune vignette esplicative dei luoghi non frequentabili da Ebrei6. Copertina del periodico “La Difesa della Razza” del 5 agosto 19407. Le bare di alcune vittime di Srebrenica8. Il fumo che esce da alcuni forni crematori9. Il cancello del Campo di Dachau10. Del filo spinato arrotolato a formare una chiave di violino11, 12, 13, 14, 15. Locandine dei Film

Guida al Dibattito sulla

Giornata della Memoriaa cura della Rete degli Studenti Medi Veneto

“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario.”

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La Giornata della Memoria

L’istituzione di una giornata dedicata alla memoria delle vittime della Shoah in Italia si raggiunge solo a metà del 2000 quando con la legge n. 211 del 20/07/2000 il Governo Amato II istituisce la giornata commemorativa il 27 gen-naio, giorno della liberazione del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz ad opera delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa.

« Art. 1

1.La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbatti-mento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricorda-re la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzio-ne italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. Art. 21.In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono orga-nizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere. »

L’istituzione di tale giornata è accompagnata da un ricco dibattito pubblico legato sia alla scelta del giorno (il 27 gennaio diventerà il Giorno della Memoria solo il 1/11/2005 a seguito alla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite) sia alle motivazioni dell’oggetto della memoria. Le altre date proposte:Il 16 ottobre, data del rastrellamento del ghetto di Roma (il 16 ottobre 1943, dopo aver arrestato nei gironi precedenti tutti i presidi dei carabinieri della capi-tale, gli occupanti tedeschi, aiutati da collaborazionisti italiani, catturano e deportano ad Auschwitz oltre mille ebrei romani). Questa data avrebbe permes-so di focalizzare l’attenzione sulle deportazioni razziali, sottolineando le respon-sabilità anche italiane nello sterminio del popolo ebraico.Il 5 maggio, data della liberazione del campo di Mauthausen ad opera delle truppe alleate, data che avrebbe sottolineato la centralità della storia dell’antifa-scismo e delle deportazioni politiche in Italia (in quanto la maggior parte dei deportati politici Italiani finì in quel campo).

La legge, come possiamo leggere all’articolo 1 spiega molto bene cosa intende commemorare, e tra le righe con un po’ di conoscenza si possono leggere i com-promessi a cui si è dovuti giungere per la sua approvazione. Se in un primo momento è scritto chiaramente che si intende ricordare le vittime della Shoah, le leggi razziali che in Italia la hanno resa possibile, il collaborazionismo italiano che durante gli ultimi 18 mesi di guerra, attraverso i militari della Repubblica Sociale Italiana, delle Brigate Nere e altre organizzazioni militari, paramilitari e

civili ha sostenuto i tedeschi nella persecuzione agli ebrei.

Poi si parla di Italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, ma queste parole non ci devono ingannare: il testo non si sta riferendo, o almeno non è stato pensato per ricordare quegli italiani che, per opposizione politica, orientamento sessuale o altre ragioni sono stati deportati nei campi di concen-tramento o di sterminio. Bensì il legislatore si riferisce ai cosiddetti IMI (Internati Militari Italiani), ovvero tutti quei militari italiani che, dopo l’8 settembre ’43, dopo esser stati catturati dai vecchi alleati tedeschi, posti di fronte alla scelta di aderi-re alla neo costituita RSI o essere internati nei campi di concentramento scelse-ro la seconda opzione. Questa scelta fece si che chi tornò si trovasse agli occhi dello Stato italiano nella condizione di renitente alla leva e non avesse inoltre diritto al riconoscimento della prigionia (la formula IMI era stata ideata dai tede-schi proprio per non riconoscere agli italiani lo status di prigioniero di guerra, status garantito da alcune convenzioni internazionali). Si segue poi facendo riferimento a chi, in qualsiasi schieramento (quindi anche quello nazifascista) ha protetto perseguitati.

Queste diciture potevano forse essere espresse in maniera migliore. L’importa-nza della memoria certamente non deve guardare ai colori politici, ma deve sicuramente tracciare in maniera chiara alcuni confini: ci sono differenze rilevanti tra chi è stato deportato semplicemente perché era, a prescindere dalle scelte o opinioni personali, e chi messo di fronte ad una possibilità ha perseguito la propria scelta, cosa che non rende minor onore certamente, ma costiuisce una condizione basilare completamente differente dalla prima. Nella Giornata della Memoria quindi ricordiamo il genocidio sistematico del popolo ebraico (Shoah) ma anche quello di altri gruppi etnici Rom e Sinti (Porajmos, letteralmente «grande divoramento»), omosessuali, malati di mente, Pentecostali (classificati come malati di mente), Testimoni di Geova, prigionieri di guerra Sovietici, Polacchi e altre popolazioni slave (chiamati nel complesso Untermenschen), dissidenti politici del regime nazista.

Quadro storico: 1933-1945

22 marzo 1933: apertura del campo di concentramento di Dachau nei pressi di Monaco di Baviera, progettato per custodia preventiva principalmente di comu-nisti e sindacalisti, in generale oppositori al regime nazista.

14 settembre 1935: vengono pubblicate la “legge per la protezione del sangue e dell’onore tedeschi” e la “legge sulla cittadinanza del Reich”, meglio conosciute come le “leggi di Norimberga”, per mezzo delle quali viene di fatto sancita l’esc-lusione degli ebrei dalla vita sociale tedesca.

9-10 novembre 1938: le violenze naziste antisemite sfociano in una notte di indi-cibile violenza, passata alla storia come la “Notte dei Cristalli”, durante la quale centinaia di negozi ed edifici di proprietà di ebrei, comprese molte sinagoghe,

vengono distrutti.

Ottobre 1939: hanno inizio le prime deportazioni degli ebrei ad una zona di “riserva”, nel sud della Polonia, con lo scopo di liberare i territori tedeschi dalla presenza semita. In questa prima fase, la soluzione al “problema ebraico” è ancora considerata l’espulsione degli ebrei nei territori dell’est o persino extra-europei (si pensi al Madagascar).

10 dicembre 1939: viene istituito il ghetto di Lodz, in Polonia, un primo vero e proprio centro di “raccolta” della popolazione ebraica, al fine di facilitare le ope-razioni di deportazione. Questo luogo passerà alla storia come uno dei ghetti più importanti dal punto di vista dello sfruttamento della manodopera, nonché il secondo per grandezza dopo quello di Varsavia (istituito nell’estate del 1940).

20 gennaio 1942: al convegno di Wannsee gli alti gerarchi discutono i dettagli della definitiva “soluzione finale alla questione ebraica”(Endlösung der Juden-frage); in seguito alla stretta sull’immigrazione e sull’accoglienza dei profughi ebrei da parte dei principali Stati, e alla crescita della popolazione ebraica sotto il Terzo Reich dovuta alle conquiste territoriali, i capi nazisti decidono di accele-rare i rastrellamenti e di ricorrere allo sterminio di massa.

17 marzo 1942: l’operazione Reinhard guida le prime deportazioni al campo di concentramento di Belzec, il primo campo di prigionia ad essere stato adattato completamente alla causa dello sterminio di massa.

Luglio 1942: prime deportazioni al campo di concentramento di Auschwitz, destinato a diventare il più importante e tristemente noto lager nazista, primo fra tutti per numero di internati e per l’intensità dello sterminio e dello sfruttamento.

19 aprile 1943: una rivolta coinvolge numerosi abitanti del ghetto di Varsavia, il più grande d’Europa. La risposta dei tedeschi diviene uno degli episodi più violenti di repressione.

16 ottobre 1943: in seguito all’invasione tedesca, anche l’Italia conosce sulla propria pelle l’efferatezza dei nazisti; il ghetto di Roma viene rastrellato e oltre 2000 individui sono fatti prigionieri e condotti nei campi di concentramento.

27 gennaio 1945: dopo alcuni scontri le truppe sovietiche dell’Armata Rossa liberano il campo di concentramento e sterminio di Auschwitz: è il primo campo ad essere liberato. Solo ora ci si riesce a rendere conto delle reali dimensioni dello sterminio operato dai nazisti.

5 maggio 1945: viene liberato dalle truppe americane il campo di concentramen-to di Mauthausen. E’ l’ultimo campo di concentramento ad essere liberato.

Le Leggi Razziali in Italia e le Responsabilità Italiane

A distanza di circa 3 anni dalle leggi di Norimberga promulgate dalla Germania Nazista anche il fascismo Italiano decide di intraprendere un percorso autono-

mo, e in certi casi più efferato, sulla difesa della razza italiana. Così a partire dal 1938 in Italia furono decretati una serie di provvedimenti atti a limitare fortemen-te i diritti e la dignità della minoranza ebraica, che in quegli anni contava più di quarantamila persone in un paese di circa 35 milioni di abitanti.Il primo atto pubblico attraverso il quale si espresse la politica razziale e antise-mita del regime fascista fu la pubblicazione, avvenuta il 14 luglio di quello stesso anno, del “Manifesto della razza”, nel quale, al punto 9, si asseriva che “gli ebrei non sono di razza italiana”. Seguirono a partire dal settembre 1938 una serie di leggi volte ad escludere progressivamente gli ebrei dalla vita sociale del paese, a cominciare dall’esp-ulsione degli insegnanti e degli alunni dalle scuole di ogni ordine e grado (con Regio Decreto Legge n. 1390 del 5 settembre 1938) e proseguendo attraverso il divieto di matrimonio tra italiani ed ebrei, il divieto di avere alle proprie dipen-denze domestici di razza ariana, l’esclusione dei cittadini italiani di origine ebrai-ca da tutte le pubbliche amministrazioni, società private (come banche e assicu-razioni), la revoca della cittadinanza a tutti gli ebrei stranieri entrati in Italia in data posteriore al 1919, il divieto di svolgere professioni di notaio e giornalista, il divieto per le scuole di adottare libri di testo alla cui redazione avesse partecipa-to in qualche modo un ebreo. Furono inoltre costituite, dove i numeri lo consenti-vano, a cura delle comunità ebraiche, scuole specifiche per ragazzi ebrei, unici luoghi dove gli insegnanti di origine ebraica avrebbero potuto insegnare. Fu poi introdotta la notazione di “razza ebraica” nei registri di stato civile

-Comunicato della Segreteria Politica del PNF, 25 luglio 1938 - Il Fascismo e il problema della razza-R.D.L. 5 settembre 1938, n. 1390 - Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola-R.D.L. 7 settembre 1938, n. 1381 - Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri-R.D.L. 23 settembre 1938, n. 1630 - Istituzione di scuole elementari per fanciulli di razza ebraica-Dichiarazione sulla razza, votata dal Gran Consiglio del Fascismo il 6 ottobre 1938-R.D.L. 15 novembre 1938, n. 1779 - Integrazione e coordinamento in testo unico delle norme già emanate per la difesa della razza nella scuola italiana-R.D.L. 17 novembre 1938, n. 1728 - Provvedimenti per la razza italiana-R.D.L. 29 giugno 1939, n. 1054 - Disciplina dell'esercizio delle professioni da parte dei cittadini di razza ebraica-Legge 13 luglio 1939-XVII, n. 1055 - Disposizioni in materia testamentaria nonché sulla disciplina dei cognomi, nei confronti degli appartenenti alla razza ebraica, modificata poi dalla v 28 settembre 1940-XVIII, n. 1459

Il 10 giugno 1940, con l’entrata in guerra dell’Italia vengono progressivamente arrestati e mandati nei campi di concentramento tutti gli ebrei stranieri presenti nel regno. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, con l’occupazione e la costituzione della RSI, ebbe inizio anche per gli ebrei italiani il periodo di deportazione e ster-minio, reso possibile in breve tempo grazie a tutto il lavoro di schedatura e regi-stro fatto dallo stato italiano negli anni precedenti e grazie alla collaborazione di molti italiani, sia in maniera attiva attraverso reparti militari e paramilitari della RSI sia in attraverso delazioni anonime. Sono circa 8.000 gli ebrei italiani che muoiono a causa della deportazione e dello sterminio nei campi, mentre una buona parte riesce a salvarsi riparando o in svizzera (all’incirca 6.000 individui) o superando la linea Gustav e raggiun-gendo il Regno del Sud, dove il 20 gennaio del 1944 erano state abolite le leggi razziali.

I Genocidi della Storia

Metz Yegheren - genocidio degli Armeni (1915-1916)Lo sterminio degli Armeni in Anatolia fu pianificato e realizzato dai Turchi del partito “Unità e Progresso”, al potere nell’allora Impero Ottomano dal 1908. Il genocidio iniziò nella primavera del 1915 con l’eliminazione degli uomini validi e il rastrellamento, a partire dal 24 aprile, dell’élite armena a Istanbul; infuriò nelle sette provincie orientali fino all’autunno del 1916 con la deportazione di anziani, donne e bambini, costretti a marciare verso i deserti siriani e sottoposti a massa-cri e a violenze inimmaginabili. Pochi sopravvissero. La quasi totalità degli Armeni scomparve dalla terra dove l’identità e la cultura di quel popolo si erano sviluppate nel corso di più di duemila anni.

La Shoah - genocidio degli Ebrei (1939-1945)Preparato con la negazione dei diritti civili in Germania nel 1933, il genocidio degli Ebrei è stato eseguito sistematicamente dai nazisti durante l’occupazione dei paesi europei nel corso della Seconda Guerra Mondiale, spesso con la colla-borazione dei governi loro alleati, come la Repubblica Sociale Italiana. Lo sterminio è stato attuato con l’arresto e la fucilazione immediata di intere famiglie, con la deportazione in campi di concentramento con l’internamento in ghetti in condizioni subumane e la successiva soppressione dei sopravvissuti. Nei paesi più colpiti è morto il 95% della popolazione ebraica. La cultura ebraica dell’Europa orientale (jiddish) è praticamente scomparsa.

Genocidio in Ruanda (aprile-luglio 1994)Il genocidio in Ruanda si compì tra ‘aprile e il luglio del ’94, quando gruppi militari e paramilitari di etnia Hutu, appoggiati anche da civili, sterminarono a colpi di armi da fuoco, machete, bastoni chiodati, gran parte della minoranza di origine Tutsi. A innescare il massacro fu l’abbattimento dell’aereo del presidente ruandese, Habyarimana, che tornava con il presidente del Burundi dalla Tanzania, dove si cercavano soluzioni di pace a una guerra civile che imperversava in Ruanda da almeno quattro anni. Le cause remote delle atrocità sono da ascrivere alla complessa situazione sociale, di cui non fu estraneo il ruolo del dominio coloniale europeo nell’esaltare le divisioni etniche tra Hutu e Tutsi. Il genocidio non risparmiò la componente moderata della stessa popolazione Hutu, e fu accompagnato da stupri e torture nei confronti di donne e bambine.

Genocidio in Bosnia (1992-1995)Nel marzo del 1992, in seguito a un referendum, la Bosnia si dichiarò Stato auto-nomo. La risposta dei serbi bosniaci e del governo centrale jugoslavo fu feroce: l’esercito serbo-bosniaco, appoggiato da unità paramilitari serbe, iniziò la pulizia etnica della parte orientale e settentrionale della Bosnia. Vi dovevano restare solo popolazioni serbe. Si infierì soprattutto sui musulmani bosniaci. Gli uomini furono rinchiusi in campi di concentramento e sottoposti a brutalità d’ogni tipo. Le donne subivano sistematiche e programmate violenze, ristrette in veri e propri campi di stupro. I musulmani sterminati costituiscono circa il 70% del totale delle vittime delle guerre nella ex Jugoslavia.

Nella Cultura di Massa: le Canzoni

I FilmLa Vita è Bella (1997) di Roberto Benigni – Il protagonista, Guido Orefice, toscano montanino ed ebreo, s’innamora, sul finire degli anni ’30, della maestri-na Dora, che riesce a sposare dopo molti e divertenti corteggiamenti. I due vivono i primi anni del loro matrimonio in tranquillità e hanno un figlio: Giosuè.

La loro vita viene stravolta nel 1938 dall’avvento delle leggi razziali che portano alla deportazione di migliaia di persone tra cui anche Guido e il figlioletto. Dora, nonostante non fosse ebrea, decide di seguirli volontariamente. Durante la loro permanenza al campo, per proteggere il figlio dall’orrore, Guido gli fa credere che quel che stanno vivendo è un gioco a premi con un carro armato in palio. In questo scenario originale e drammatico si svolge e si conclude la storia dei due fino al momento della liberazione. Train De Vie – Un Treno Per Vivere (1998) di Radu Mihaileanu – Il film racconta il viaggio degli abitanti di uno Shetl (villaggio ebraico dell’Europa centrale) romeno che progettano di evitare la deportazione varcando il confine con l’URSS per poi arrivare in Palestina, la terra promessa, in un modo unico e folle. Nel 1941, infatti, partono allestendo un finto convoglio ferroviario dove alcuni di loro “recitano” la parte dei tedeschi, altri quella dei deportati. Il Bambino con il Pigiama a Righe (2008) di Mark Herman – Bruno è un bambi-no di otto anni figlio di un ufficiale nazista, la cui promozione porta la famiglia a trasferirsi dalla comoda casa di Berlino in un’area desolata. Qui Bruno decisa-mente annoiato e spinto dalla curiosità, Bruno ignorando le continue indicazioni della madre, si dirige verso la ‘fattoria’ che ha visto nelle vicinanze. Incontra così Shmuel, un ragazzo della sua età, che vive un’esistenza parallela ma del tutto differente dall’altra parte del filo spinato che lo confina nel campo di concentra-mento. L’ultimo Treno (2001) di Yurek Bogayevicz – Il film, ambientato nella Cracovia occupata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, racconta la storia di un bambino ebreo che viene nascosto da un agricoltore locale come se fosse suo nipote, quindi di religione cattolica. Il tutto avviene anche grazie all’aiuto di un sacerdote compassionevole.

La chiave di Sara (2010) di Gilles Paquet-Brenner – Nelle giornate del 16 e 17 luglio 1942, gli ebrei parigini vengono arrestati dalla polizia collaborazionista francese. Fra di loro c'è anche Sarah Starzynski, una bambina di dieci anni che ha nascosto il fratellino Michel in un armadio chiuso a chiave. Cinquant'anni dopo la giornalista americana Julia Jarmond, residente in Francia, deve realizza-re un servizio proprio su quel rastrellamento. Coincidenza vuole che Julia, il marito e la figlia si stiano trasferendo in un appartamento al 36 di rue de Sainton-ge, dove i nonni del marito hanno abitato fin dall'agosto 1942. Al Mémorial sulla Shoah Julia apprende che in quella casa viveva la famiglia Starzynski: i genitori sono morti nel campo di concentramento di Auschwitz, ma nulla si sa dei figli Sarah e Michel. Convinta che Sarah sia sopravvissuta allo sterminio, Julia ne insegue le tracce scoprendone la storia fino a rintracciarne il figlio, William, all'o-scuro del suo passato, che scoprirà che Sarah era sua madre e che era ebrea.

Bent (1997) di Sean Mathias – Siamo a Berlino nel 1934, Max è un ragazzo che frequenta i cabaret della capitale del Reich e convive con Rudy, un ballerino da cabaret. Sconvolto dall'assassinio brutale, opera delle SS, di un SA con cui aveva trascorso la notte Max comincia una tragica fuga insieme a Rudy, che viene presto ucciso, e che termina a Dachau. Qui il protagonista, che porta la stella gialla degli Ebrei, incontra Horst, che porta il triangolo rosa degli omoses-suali. Insieme i due cercano di sopravvivere nel campo di concentramento.

Senza Destino (2005) di Lajos Koltai – Basato sul romanzo autobiografico di Imre Kertész, il film racconta la prigionia dello scrittore ungherese ebreo deportato, da bambino, nei campi di concentramento di Auschwitz e Buchenwald. Quella che era un'infanzia felice e spensierata si trasforma presto in una maturità dolorosa, vissuta in un vortice di crudeltà e degenera-zioni.

La zona grigia (2001) di Tim Blake Nelson – Il film fa in parte riferimento al racconto "Auschwitz: A doctor's eyewitness account" di Miklos Nyiszli. Ad Auschwitz, dove si sterminarono migliaia di ebrei, operavano anche gli Sonderkommando, particolari squadre di internati giudei che venivano costretti dagli aguzzini nazisti ad attendere al regolare funzionamento delle camere a gas. Il rifiuto significava per loro la morte, altrimenti avrebbero potuto sopravvivere qualche mese in più. Nonostante tutto ciò provano ad organizzare una rivolta, l’unica mai tentata nel campo.

Vento di Primavera (2010) di Rose Bosch – Il film si basa sulla storia di un ragazzo ebreo durante la retata del Velodromo d’Inverno (Parigi, luglio 1942). In quest’occasione gli ebrei vennero arrestati in massa dalla polizia francese, complice dei nazisti. Il titolo italiano si riferisce al nome dell’opera-zione della retata.

Conspiracy: Soluzione finale (2001) di Frank Pierson – Il 20 gennaio 1942, sulle sponde del lago Wannsee, a pochi chilometri da Berlino, viene indetta una riunione a cui prendono parte alcuni alti esponenti del partito nazista. A presiedere la riunione è il generale Heydrich, mentre l'organizza-zione e la gestione dell'evento sono affidate al colonnello Eichmann. La riunione è stata indetta per ordine di Hitler, e su mandato di Goering, per discutere la soluzione finale della questione ebraica.

Il Pianista (2002) di Roman Polanski – Un brillante pianista polacco, di religione ebraica, viene confinato nel ghetto di Varsavia dov’è costretto a subire sofferenze ed umiliazioni. Sfugge alla deportazione nascondendosi fra le rovine della città, e riuscirà a sopravvivere grazie all’aiuto di un ufficiale tedesco. Il regista, dopo aver rifiutato di dirigere Schindler’s List per il coin-volgimento troppo personale ed essendo stato anche lui deportato nei campi di concentramento, scelse nel 2002 per questa storia più leggera.

Le Poesie

Bibliografia:

-Fischer K.P., Storia dell’Olocausto. Dalle origini della giudeofobia tedesca alla soluzione finale nazista, Newton Compton Editori, Roma 2000-Hilberg R., Carnefici, vittime, spettatori, Mondadori, Milano 1994-Sarfatti M., Mussolini contro gli ebrei. Cronaca dell’elaborazione delle leggi razziali del 1938, Zamorani, Torino 1994-Browning C., Verso il genocidio. Come è stata possibile la “soluzione finale”, Il Saggiatore, Milano 1998-Arendt H., La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, Milano 1992-Traverso E. Auschwitz e gli intellettuali. La Shoah nella cultura del dopoguerra, Il Mulino, Bologna 2004-Deaglio E., La banalità del bene. Storia di Giorgio Perlasca, Feltrinelli, Milano 1991

Descrizioni delle Fotografie:1. Fotografie di deportati nei lager nazisti2. Alcuni deportati in un vagone verso i campi di concentramento3. Tabella dei triangoli che venivano cuciti alle uniformi dei deportati nei lager4. Reticolati del campo di Auschwitz I5. Alcune vignette esplicative dei luoghi non frequentabili da Ebrei6. Copertina del periodico “La Difesa della Razza” del 5 agosto 19407. Le bare di alcune vittime di Srebrenica8. Il fumo che esce da alcuni forni crematori9. Il cancello del Campo di Dachau10. Del filo spinato arrotolato a formare una chiave di violino11, 12, 13, 14, 15. Locandine dei Film

Questo breve testo a cura della Rete degli Studenti Medi Veneto non intende essere un saggio storico ma una guida volta a fissare alcuni dei punti centrali in una tematica molto ampia e com-plessa quale quella della Giornata della Memoria, della deportazione e sterminio di milioni di persone per il solo fatto che esistevano ed avevano caratteristiche che andavano al di fuori del canone prestabilito come "normalità".Questa guida vuole dare alcune nozioni di base per riuscire a gestire un buon dibattito nelle scuole in occasione di questa ricorrenza, dando consigli per la proiezione di film, la lettura di poesie o testi di canzoni inerenti al tema e suggerendo inoltre alcuni siti affidabili dai quali è pos-sibile trovare ulteriore materiale utile e interessante, da testimonianze di ex deportati a testi di narrativa che hanno come tema centrale la Shoah e la memoria storica.Come Rete degli Studenti Medi siamo fermamente convinti che sia di fondamentale importanza ricordare questo passo della storia perché non si ripeta, soprattutto quando ci troviamo ad assi-stere alla difficoltà dell'Europa nella gestione di alcune grosse problematiche del nostro tempo e si trova attraversata da venti neofascisti e neonazisti che certamente non giovano al clima di tolleranza e serenità che è l'obiettivo a cui tutti i popoli dovrebbero aspirare. Per questo negli anni ci siamo impegnati con iniziative, campagne e manifestazioni per tenere viva la memoria, stringendo anche importanti legami con altre organizzazioni. Ne è un esempio il protocollo siglato con lo SPI CGIL che prevede tra i punti principali la costruzione di sinergie tra le varie generazioni per alimentare la preservazione della memoria; infatti solo implementan-do le occasioni di dialogo e confronto tra chi ha vissuto sulla propria pelle quest'esperienza e chi è nato e vissuto in un'Europa libera e democratica è possibile costruire un futuro migliore, senza passi indietro.

La Giornata della Memoria

Quadro storico: 1933-1945

Le leggi razziali in Italia e le responsabilità italiane

I genocidi della storia

Nella cultura di massa, le canzoni

Film

Poesie

Testi consigliati

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Indice:

Page 3: Guida al Dibatto sulla Giornata della Memoria

La Giornata della Memoria

L’istituzione di una giornata dedicata alla memoria delle vittime della Shoah in Italia si raggiunge solo a metà del 2000 quando con la legge n. 211 del 20/07/2000 il Governo Amato II istituisce la giornata commemorativa il 27 gen-naio, giorno della liberazione del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz ad opera delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa.

« Art. 1

1.La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbatti-mento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricorda-re la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzio-ne italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. Art. 21.In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono orga-nizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere. »

L’istituzione di tale giornata è accompagnata da un ricco dibattito pubblico legato sia alla scelta del giorno (il 27 gennaio diventerà il Giorno della Memoria solo il 1/11/2005 a seguito alla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite) sia alle motivazioni dell’oggetto della memoria. Le altre date proposte:Il 16 ottobre, data del rastrellamento del ghetto di Roma (il 16 ottobre 1943, dopo aver arrestato nei gironi precedenti tutti i presidi dei carabinieri della capi-tale, gli occupanti tedeschi, aiutati da collaborazionisti italiani, catturano e deportano ad Auschwitz oltre mille ebrei romani). Questa data avrebbe permes-so di focalizzare l’attenzione sulle deportazioni razziali, sottolineando le respon-sabilità anche italiane nello sterminio del popolo ebraico.Il 5 maggio, data della liberazione del campo di Mauthausen ad opera delle truppe alleate, data che avrebbe sottolineato la centralità della storia dell’antifa-scismo e delle deportazioni politiche in Italia (in quanto la maggior parte dei deportati politici Italiani finì in quel campo).

La legge, come possiamo leggere all’articolo 1 spiega molto bene cosa intende commemorare, e tra le righe con un po’ di conoscenza si possono leggere i com-promessi a cui si è dovuti giungere per la sua approvazione. Se in un primo momento è scritto chiaramente che si intende ricordare le vittime della Shoah, le leggi razziali che in Italia la hanno resa possibile, il collaborazionismo italiano che durante gli ultimi 18 mesi di guerra, attraverso i militari della Repubblica Sociale Italiana, delle Brigate Nere e altre organizzazioni militari, paramilitari e

civili ha sostenuto i tedeschi nella persecuzione agli ebrei.

Poi si parla di Italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, ma queste parole non ci devono ingannare: il testo non si sta riferendo, o almeno non è stato pensato per ricordare quegli italiani che, per opposizione politica, orientamento sessuale o altre ragioni sono stati deportati nei campi di concen-tramento o di sterminio. Bensì il legislatore si riferisce ai cosiddetti IMI (Internati Militari Italiani), ovvero tutti quei militari italiani che, dopo l’8 settembre ’43, dopo esser stati catturati dai vecchi alleati tedeschi, posti di fronte alla scelta di aderi-re alla neo costituita RSI o essere internati nei campi di concentramento scelse-ro la seconda opzione. Questa scelta fece si che chi tornò si trovasse agli occhi dello Stato italiano nella condizione di renitente alla leva e non avesse inoltre diritto al riconoscimento della prigionia (la formula IMI era stata ideata dai tede-schi proprio per non riconoscere agli italiani lo status di prigioniero di guerra, status garantito da alcune convenzioni internazionali). Si segue poi facendo riferimento a chi, in qualsiasi schieramento (quindi anche quello nazifascista) ha protetto perseguitati.

Queste diciture potevano forse essere espresse in maniera migliore. L’importa-nza della memoria certamente non deve guardare ai colori politici, ma deve sicuramente tracciare in maniera chiara alcuni confini: ci sono differenze rilevanti tra chi è stato deportato semplicemente perché era, a prescindere dalle scelte o opinioni personali, e chi messo di fronte ad una possibilità ha perseguito la propria scelta, cosa che non rende minor onore certamente, ma costiuisce una condizione basilare completamente differente dalla prima. Nella Giornata della Memoria quindi ricordiamo il genocidio sistematico del popolo ebraico (Shoah) ma anche quello di altri gruppi etnici Rom e Sinti (Porajmos, letteralmente «grande divoramento»), omosessuali, malati di mente, Pentecostali (classificati come malati di mente), Testimoni di Geova, prigionieri di guerra Sovietici, Polacchi e altre popolazioni slave (chiamati nel complesso Untermenschen), dissidenti politici del regime nazista.

Quadro storico: 1933-1945

22 marzo 1933: apertura del campo di concentramento di Dachau nei pressi di Monaco di Baviera, progettato per custodia preventiva principalmente di comu-nisti e sindacalisti, in generale oppositori al regime nazista.

14 settembre 1935: vengono pubblicate la “legge per la protezione del sangue e dell’onore tedeschi” e la “legge sulla cittadinanza del Reich”, meglio conosciute come le “leggi di Norimberga”, per mezzo delle quali viene di fatto sancita l’esc-lusione degli ebrei dalla vita sociale tedesca.

9-10 novembre 1938: le violenze naziste antisemite sfociano in una notte di indi-cibile violenza, passata alla storia come la “Notte dei Cristalli”, durante la quale centinaia di negozi ed edifici di proprietà di ebrei, comprese molte sinagoghe,

vengono distrutti.

Ottobre 1939: hanno inizio le prime deportazioni degli ebrei ad una zona di “riserva”, nel sud della Polonia, con lo scopo di liberare i territori tedeschi dalla presenza semita. In questa prima fase, la soluzione al “problema ebraico” è ancora considerata l’espulsione degli ebrei nei territori dell’est o persino extra-europei (si pensi al Madagascar).

10 dicembre 1939: viene istituito il ghetto di Lodz, in Polonia, un primo vero e proprio centro di “raccolta” della popolazione ebraica, al fine di facilitare le ope-razioni di deportazione. Questo luogo passerà alla storia come uno dei ghetti più importanti dal punto di vista dello sfruttamento della manodopera, nonché il secondo per grandezza dopo quello di Varsavia (istituito nell’estate del 1940).

20 gennaio 1942: al convegno di Wannsee gli alti gerarchi discutono i dettagli della definitiva “soluzione finale alla questione ebraica”(Endlösung der Juden-frage); in seguito alla stretta sull’immigrazione e sull’accoglienza dei profughi ebrei da parte dei principali Stati, e alla crescita della popolazione ebraica sotto il Terzo Reich dovuta alle conquiste territoriali, i capi nazisti decidono di accele-rare i rastrellamenti e di ricorrere allo sterminio di massa.

17 marzo 1942: l’operazione Reinhard guida le prime deportazioni al campo di concentramento di Belzec, il primo campo di prigionia ad essere stato adattato completamente alla causa dello sterminio di massa.

Luglio 1942: prime deportazioni al campo di concentramento di Auschwitz, destinato a diventare il più importante e tristemente noto lager nazista, primo fra tutti per numero di internati e per l’intensità dello sterminio e dello sfruttamento.

19 aprile 1943: una rivolta coinvolge numerosi abitanti del ghetto di Varsavia, il più grande d’Europa. La risposta dei tedeschi diviene uno degli episodi più violenti di repressione.

16 ottobre 1943: in seguito all’invasione tedesca, anche l’Italia conosce sulla propria pelle l’efferatezza dei nazisti; il ghetto di Roma viene rastrellato e oltre 2000 individui sono fatti prigionieri e condotti nei campi di concentramento.

27 gennaio 1945: dopo alcuni scontri le truppe sovietiche dell’Armata Rossa liberano il campo di concentramento e sterminio di Auschwitz: è il primo campo ad essere liberato. Solo ora ci si riesce a rendere conto delle reali dimensioni dello sterminio operato dai nazisti.

5 maggio 1945: viene liberato dalle truppe americane il campo di concentramen-to di Mauthausen. E’ l’ultimo campo di concentramento ad essere liberato.

Le Leggi Razziali in Italia e le Responsabilità Italiane

A distanza di circa 3 anni dalle leggi di Norimberga promulgate dalla Germania Nazista anche il fascismo Italiano decide di intraprendere un percorso autono-

mo, e in certi casi più efferato, sulla difesa della razza italiana. Così a partire dal 1938 in Italia furono decretati una serie di provvedimenti atti a limitare fortemen-te i diritti e la dignità della minoranza ebraica, che in quegli anni contava più di quarantamila persone in un paese di circa 35 milioni di abitanti.Il primo atto pubblico attraverso il quale si espresse la politica razziale e antise-mita del regime fascista fu la pubblicazione, avvenuta il 14 luglio di quello stesso anno, del “Manifesto della razza”, nel quale, al punto 9, si asseriva che “gli ebrei non sono di razza italiana”. Seguirono a partire dal settembre 1938 una serie di leggi volte ad escludere progressivamente gli ebrei dalla vita sociale del paese, a cominciare dall’esp-ulsione degli insegnanti e degli alunni dalle scuole di ogni ordine e grado (con Regio Decreto Legge n. 1390 del 5 settembre 1938) e proseguendo attraverso il divieto di matrimonio tra italiani ed ebrei, il divieto di avere alle proprie dipen-denze domestici di razza ariana, l’esclusione dei cittadini italiani di origine ebrai-ca da tutte le pubbliche amministrazioni, società private (come banche e assicu-razioni), la revoca della cittadinanza a tutti gli ebrei stranieri entrati in Italia in data posteriore al 1919, il divieto di svolgere professioni di notaio e giornalista, il divieto per le scuole di adottare libri di testo alla cui redazione avesse partecipa-to in qualche modo un ebreo. Furono inoltre costituite, dove i numeri lo consenti-vano, a cura delle comunità ebraiche, scuole specifiche per ragazzi ebrei, unici luoghi dove gli insegnanti di origine ebraica avrebbero potuto insegnare. Fu poi introdotta la notazione di “razza ebraica” nei registri di stato civile

-Comunicato della Segreteria Politica del PNF, 25 luglio 1938 - Il Fascismo e il problema della razza-R.D.L. 5 settembre 1938, n. 1390 - Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola-R.D.L. 7 settembre 1938, n. 1381 - Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri-R.D.L. 23 settembre 1938, n. 1630 - Istituzione di scuole elementari per fanciulli di razza ebraica-Dichiarazione sulla razza, votata dal Gran Consiglio del Fascismo il 6 ottobre 1938-R.D.L. 15 novembre 1938, n. 1779 - Integrazione e coordinamento in testo unico delle norme già emanate per la difesa della razza nella scuola italiana-R.D.L. 17 novembre 1938, n. 1728 - Provvedimenti per la razza italiana-R.D.L. 29 giugno 1939, n. 1054 - Disciplina dell'esercizio delle professioni da parte dei cittadini di razza ebraica-Legge 13 luglio 1939-XVII, n. 1055 - Disposizioni in materia testamentaria nonché sulla disciplina dei cognomi, nei confronti degli appartenenti alla razza ebraica, modificata poi dalla v 28 settembre 1940-XVIII, n. 1459

Il 10 giugno 1940, con l’entrata in guerra dell’Italia vengono progressivamente arrestati e mandati nei campi di concentramento tutti gli ebrei stranieri presenti nel regno. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, con l’occupazione e la costituzione della RSI, ebbe inizio anche per gli ebrei italiani il periodo di deportazione e ster-minio, reso possibile in breve tempo grazie a tutto il lavoro di schedatura e regi-stro fatto dallo stato italiano negli anni precedenti e grazie alla collaborazione di molti italiani, sia in maniera attiva attraverso reparti militari e paramilitari della RSI sia in attraverso delazioni anonime. Sono circa 8.000 gli ebrei italiani che muoiono a causa della deportazione e dello sterminio nei campi, mentre una buona parte riesce a salvarsi riparando o in svizzera (all’incirca 6.000 individui) o superando la linea Gustav e raggiun-gendo il Regno del Sud, dove il 20 gennaio del 1944 erano state abolite le leggi razziali.

I Genocidi della Storia

Metz Yegheren - genocidio degli Armeni (1915-1916)Lo sterminio degli Armeni in Anatolia fu pianificato e realizzato dai Turchi del partito “Unità e Progresso”, al potere nell’allora Impero Ottomano dal 1908. Il genocidio iniziò nella primavera del 1915 con l’eliminazione degli uomini validi e il rastrellamento, a partire dal 24 aprile, dell’élite armena a Istanbul; infuriò nelle sette provincie orientali fino all’autunno del 1916 con la deportazione di anziani, donne e bambini, costretti a marciare verso i deserti siriani e sottoposti a massa-cri e a violenze inimmaginabili. Pochi sopravvissero. La quasi totalità degli Armeni scomparve dalla terra dove l’identità e la cultura di quel popolo si erano sviluppate nel corso di più di duemila anni.

La Shoah - genocidio degli Ebrei (1939-1945)Preparato con la negazione dei diritti civili in Germania nel 1933, il genocidio degli Ebrei è stato eseguito sistematicamente dai nazisti durante l’occupazione dei paesi europei nel corso della Seconda Guerra Mondiale, spesso con la colla-borazione dei governi loro alleati, come la Repubblica Sociale Italiana. Lo sterminio è stato attuato con l’arresto e la fucilazione immediata di intere famiglie, con la deportazione in campi di concentramento con l’internamento in ghetti in condizioni subumane e la successiva soppressione dei sopravvissuti. Nei paesi più colpiti è morto il 95% della popolazione ebraica. La cultura ebraica dell’Europa orientale (jiddish) è praticamente scomparsa.

Genocidio in Ruanda (aprile-luglio 1994)Il genocidio in Ruanda si compì tra ‘aprile e il luglio del ’94, quando gruppi militari e paramilitari di etnia Hutu, appoggiati anche da civili, sterminarono a colpi di armi da fuoco, machete, bastoni chiodati, gran parte della minoranza di origine Tutsi. A innescare il massacro fu l’abbattimento dell’aereo del presidente ruandese, Habyarimana, che tornava con il presidente del Burundi dalla Tanzania, dove si cercavano soluzioni di pace a una guerra civile che imperversava in Ruanda da almeno quattro anni. Le cause remote delle atrocità sono da ascrivere alla complessa situazione sociale, di cui non fu estraneo il ruolo del dominio coloniale europeo nell’esaltare le divisioni etniche tra Hutu e Tutsi. Il genocidio non risparmiò la componente moderata della stessa popolazione Hutu, e fu accompagnato da stupri e torture nei confronti di donne e bambine.

Genocidio in Bosnia (1992-1995)Nel marzo del 1992, in seguito a un referendum, la Bosnia si dichiarò Stato auto-nomo. La risposta dei serbi bosniaci e del governo centrale jugoslavo fu feroce: l’esercito serbo-bosniaco, appoggiato da unità paramilitari serbe, iniziò la pulizia etnica della parte orientale e settentrionale della Bosnia. Vi dovevano restare solo popolazioni serbe. Si infierì soprattutto sui musulmani bosniaci. Gli uomini furono rinchiusi in campi di concentramento e sottoposti a brutalità d’ogni tipo. Le donne subivano sistematiche e programmate violenze, ristrette in veri e propri campi di stupro. I musulmani sterminati costituiscono circa il 70% del totale delle vittime delle guerre nella ex Jugoslavia.

Nella Cultura di Massa: le Canzoni

I FilmLa Vita è Bella (1997) di Roberto Benigni – Il protagonista, Guido Orefice, toscano montanino ed ebreo, s’innamora, sul finire degli anni ’30, della maestri-na Dora, che riesce a sposare dopo molti e divertenti corteggiamenti. I due vivono i primi anni del loro matrimonio in tranquillità e hanno un figlio: Giosuè.

La loro vita viene stravolta nel 1938 dall’avvento delle leggi razziali che portano alla deportazione di migliaia di persone tra cui anche Guido e il figlioletto. Dora, nonostante non fosse ebrea, decide di seguirli volontariamente. Durante la loro permanenza al campo, per proteggere il figlio dall’orrore, Guido gli fa credere che quel che stanno vivendo è un gioco a premi con un carro armato in palio. In questo scenario originale e drammatico si svolge e si conclude la storia dei due fino al momento della liberazione. Train De Vie – Un Treno Per Vivere (1998) di Radu Mihaileanu – Il film racconta il viaggio degli abitanti di uno Shetl (villaggio ebraico dell’Europa centrale) romeno che progettano di evitare la deportazione varcando il confine con l’URSS per poi arrivare in Palestina, la terra promessa, in un modo unico e folle. Nel 1941, infatti, partono allestendo un finto convoglio ferroviario dove alcuni di loro “recitano” la parte dei tedeschi, altri quella dei deportati. Il Bambino con il Pigiama a Righe (2008) di Mark Herman – Bruno è un bambi-no di otto anni figlio di un ufficiale nazista, la cui promozione porta la famiglia a trasferirsi dalla comoda casa di Berlino in un’area desolata. Qui Bruno decisa-mente annoiato e spinto dalla curiosità, Bruno ignorando le continue indicazioni della madre, si dirige verso la ‘fattoria’ che ha visto nelle vicinanze. Incontra così Shmuel, un ragazzo della sua età, che vive un’esistenza parallela ma del tutto differente dall’altra parte del filo spinato che lo confina nel campo di concentra-mento. L’ultimo Treno (2001) di Yurek Bogayevicz – Il film, ambientato nella Cracovia occupata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, racconta la storia di un bambino ebreo che viene nascosto da un agricoltore locale come se fosse suo nipote, quindi di religione cattolica. Il tutto avviene anche grazie all’aiuto di un sacerdote compassionevole.

La chiave di Sara (2010) di Gilles Paquet-Brenner – Nelle giornate del 16 e 17 luglio 1942, gli ebrei parigini vengono arrestati dalla polizia collaborazionista francese. Fra di loro c'è anche Sarah Starzynski, una bambina di dieci anni che ha nascosto il fratellino Michel in un armadio chiuso a chiave. Cinquant'anni dopo la giornalista americana Julia Jarmond, residente in Francia, deve realizza-re un servizio proprio su quel rastrellamento. Coincidenza vuole che Julia, il marito e la figlia si stiano trasferendo in un appartamento al 36 di rue de Sainton-ge, dove i nonni del marito hanno abitato fin dall'agosto 1942. Al Mémorial sulla Shoah Julia apprende che in quella casa viveva la famiglia Starzynski: i genitori sono morti nel campo di concentramento di Auschwitz, ma nulla si sa dei figli Sarah e Michel. Convinta che Sarah sia sopravvissuta allo sterminio, Julia ne insegue le tracce scoprendone la storia fino a rintracciarne il figlio, William, all'o-scuro del suo passato, che scoprirà che Sarah era sua madre e che era ebrea.

Bent (1997) di Sean Mathias – Siamo a Berlino nel 1934, Max è un ragazzo che frequenta i cabaret della capitale del Reich e convive con Rudy, un ballerino da cabaret. Sconvolto dall'assassinio brutale, opera delle SS, di un SA con cui aveva trascorso la notte Max comincia una tragica fuga insieme a Rudy, che viene presto ucciso, e che termina a Dachau. Qui il protagonista, che porta la stella gialla degli Ebrei, incontra Horst, che porta il triangolo rosa degli omoses-suali. Insieme i due cercano di sopravvivere nel campo di concentramento.

Senza Destino (2005) di Lajos Koltai – Basato sul romanzo autobiografico di Imre Kertész, il film racconta la prigionia dello scrittore ungherese ebreo deportato, da bambino, nei campi di concentramento di Auschwitz e Buchenwald. Quella che era un'infanzia felice e spensierata si trasforma presto in una maturità dolorosa, vissuta in un vortice di crudeltà e degenera-zioni.

La zona grigia (2001) di Tim Blake Nelson – Il film fa in parte riferimento al racconto "Auschwitz: A doctor's eyewitness account" di Miklos Nyiszli. Ad Auschwitz, dove si sterminarono migliaia di ebrei, operavano anche gli Sonderkommando, particolari squadre di internati giudei che venivano costretti dagli aguzzini nazisti ad attendere al regolare funzionamento delle camere a gas. Il rifiuto significava per loro la morte, altrimenti avrebbero potuto sopravvivere qualche mese in più. Nonostante tutto ciò provano ad organizzare una rivolta, l’unica mai tentata nel campo.

Vento di Primavera (2010) di Rose Bosch – Il film si basa sulla storia di un ragazzo ebreo durante la retata del Velodromo d’Inverno (Parigi, luglio 1942). In quest’occasione gli ebrei vennero arrestati in massa dalla polizia francese, complice dei nazisti. Il titolo italiano si riferisce al nome dell’opera-zione della retata.

Conspiracy: Soluzione finale (2001) di Frank Pierson – Il 20 gennaio 1942, sulle sponde del lago Wannsee, a pochi chilometri da Berlino, viene indetta una riunione a cui prendono parte alcuni alti esponenti del partito nazista. A presiedere la riunione è il generale Heydrich, mentre l'organizza-zione e la gestione dell'evento sono affidate al colonnello Eichmann. La riunione è stata indetta per ordine di Hitler, e su mandato di Goering, per discutere la soluzione finale della questione ebraica.

Il Pianista (2002) di Roman Polanski – Un brillante pianista polacco, di religione ebraica, viene confinato nel ghetto di Varsavia dov’è costretto a subire sofferenze ed umiliazioni. Sfugge alla deportazione nascondendosi fra le rovine della città, e riuscirà a sopravvivere grazie all’aiuto di un ufficiale tedesco. Il regista, dopo aver rifiutato di dirigere Schindler’s List per il coin-volgimento troppo personale ed essendo stato anche lui deportato nei campi di concentramento, scelse nel 2002 per questa storia più leggera.

Le Poesie

Bibliografia:

-Fischer K.P., Storia dell’Olocausto. Dalle origini della giudeofobia tedesca alla soluzione finale nazista, Newton Compton Editori, Roma 2000-Hilberg R., Carnefici, vittime, spettatori, Mondadori, Milano 1994-Sarfatti M., Mussolini contro gli ebrei. Cronaca dell’elaborazione delle leggi razziali del 1938, Zamorani, Torino 1994-Browning C., Verso il genocidio. Come è stata possibile la “soluzione finale”, Il Saggiatore, Milano 1998-Arendt H., La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, Milano 1992-Traverso E. Auschwitz e gli intellettuali. La Shoah nella cultura del dopoguerra, Il Mulino, Bologna 2004-Deaglio E., La banalità del bene. Storia di Giorgio Perlasca, Feltrinelli, Milano 1991

Descrizioni delle Fotografie:1. Fotografie di deportati nei lager nazisti2. Alcuni deportati in un vagone verso i campi di concentramento3. Tabella dei triangoli che venivano cuciti alle uniformi dei deportati nei lager4. Reticolati del campo di Auschwitz I5. Alcune vignette esplicative dei luoghi non frequentabili da Ebrei6. Copertina del periodico “La Difesa della Razza” del 5 agosto 19407. Le bare di alcune vittime di Srebrenica8. Il fumo che esce da alcuni forni crematori9. Il cancello del Campo di Dachau10. Del filo spinato arrotolato a formare una chiave di violino11, 12, 13, 14, 15. Locandine dei Film

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RETE degli Studenti MEDI Veneto

Page 4: Guida al Dibatto sulla Giornata della Memoria

La Giornata della Memoria

L’istituzione di una giornata dedicata alla memoria delle vittime della Shoah in Italia si raggiunge solo a metà del 2000 quando con la legge n. 211 del 20/07/2000 il Governo Amato II istituisce la giornata commemorativa il 27 gen-naio, giorno della liberazione del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz ad opera delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa.

« Art. 1

1.La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbatti-mento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricorda-re la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzio-ne italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. Art. 21.In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono orga-nizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere. »

L’istituzione di tale giornata è accompagnata da un ricco dibattito pubblico legato sia alla scelta del giorno (il 27 gennaio diventerà il Giorno della Memoria solo il 1/11/2005 a seguito alla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite) sia alle motivazioni dell’oggetto della memoria. Le altre date proposte:Il 16 ottobre, data del rastrellamento del ghetto di Roma (il 16 ottobre 1943, dopo aver arrestato nei gironi precedenti tutti i presidi dei carabinieri della capi-tale, gli occupanti tedeschi, aiutati da collaborazionisti italiani, catturano e deportano ad Auschwitz oltre mille ebrei romani). Questa data avrebbe permes-so di focalizzare l’attenzione sulle deportazioni razziali, sottolineando le respon-sabilità anche italiane nello sterminio del popolo ebraico.Il 5 maggio, data della liberazione del campo di Mauthausen ad opera delle truppe alleate, data che avrebbe sottolineato la centralità della storia dell’antifa-scismo e delle deportazioni politiche in Italia (in quanto la maggior parte dei deportati politici Italiani finì in quel campo).

La legge, come possiamo leggere all’articolo 1 spiega molto bene cosa intende commemorare, e tra le righe con un po’ di conoscenza si possono leggere i com-promessi a cui si è dovuti giungere per la sua approvazione. Se in un primo momento è scritto chiaramente che si intende ricordare le vittime della Shoah, le leggi razziali che in Italia la hanno resa possibile, il collaborazionismo italiano che durante gli ultimi 18 mesi di guerra, attraverso i militari della Repubblica Sociale Italiana, delle Brigate Nere e altre organizzazioni militari, paramilitari e

civili ha sostenuto i tedeschi nella persecuzione agli ebrei.

Poi si parla di Italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, ma queste parole non ci devono ingannare: il testo non si sta riferendo, o almeno non è stato pensato per ricordare quegli italiani che, per opposizione politica, orientamento sessuale o altre ragioni sono stati deportati nei campi di concen-tramento o di sterminio. Bensì il legislatore si riferisce ai cosiddetti IMI (Internati Militari Italiani), ovvero tutti quei militari italiani che, dopo l’8 settembre ’43, dopo esser stati catturati dai vecchi alleati tedeschi, posti di fronte alla scelta di aderi-re alla neo costituita RSI o essere internati nei campi di concentramento scelse-ro la seconda opzione. Questa scelta fece si che chi tornò si trovasse agli occhi dello Stato italiano nella condizione di renitente alla leva e non avesse inoltre diritto al riconoscimento della prigionia (la formula IMI era stata ideata dai tede-schi proprio per non riconoscere agli italiani lo status di prigioniero di guerra, status garantito da alcune convenzioni internazionali). Si segue poi facendo riferimento a chi, in qualsiasi schieramento (quindi anche quello nazifascista) ha protetto perseguitati.

Queste diciture potevano forse essere espresse in maniera migliore. L’importa-nza della memoria certamente non deve guardare ai colori politici, ma deve sicuramente tracciare in maniera chiara alcuni confini: ci sono differenze rilevanti tra chi è stato deportato semplicemente perché era, a prescindere dalle scelte o opinioni personali, e chi messo di fronte ad una possibilità ha perseguito la propria scelta, cosa che non rende minor onore certamente, ma costiuisce una condizione basilare completamente differente dalla prima. Nella Giornata della Memoria quindi ricordiamo il genocidio sistematico del popolo ebraico (Shoah) ma anche quello di altri gruppi etnici Rom e Sinti (Porajmos, letteralmente «grande divoramento»), omosessuali, malati di mente, Pentecostali (classificati come malati di mente), Testimoni di Geova, prigionieri di guerra Sovietici, Polacchi e altre popolazioni slave (chiamati nel complesso Untermenschen), dissidenti politici del regime nazista.

Quadro storico: 1933-1945

22 marzo 1933: apertura del campo di concentramento di Dachau nei pressi di Monaco di Baviera, progettato per custodia preventiva principalmente di comu-nisti e sindacalisti, in generale oppositori al regime nazista.

14 settembre 1935: vengono pubblicate la “legge per la protezione del sangue e dell’onore tedeschi” e la “legge sulla cittadinanza del Reich”, meglio conosciute come le “leggi di Norimberga”, per mezzo delle quali viene di fatto sancita l’esc-lusione degli ebrei dalla vita sociale tedesca.

9-10 novembre 1938: le violenze naziste antisemite sfociano in una notte di indi-cibile violenza, passata alla storia come la “Notte dei Cristalli”, durante la quale centinaia di negozi ed edifici di proprietà di ebrei, comprese molte sinagoghe,

vengono distrutti.

Ottobre 1939: hanno inizio le prime deportazioni degli ebrei ad una zona di “riserva”, nel sud della Polonia, con lo scopo di liberare i territori tedeschi dalla presenza semita. In questa prima fase, la soluzione al “problema ebraico” è ancora considerata l’espulsione degli ebrei nei territori dell’est o persino extra-europei (si pensi al Madagascar).

10 dicembre 1939: viene istituito il ghetto di Lodz, in Polonia, un primo vero e proprio centro di “raccolta” della popolazione ebraica, al fine di facilitare le ope-razioni di deportazione. Questo luogo passerà alla storia come uno dei ghetti più importanti dal punto di vista dello sfruttamento della manodopera, nonché il secondo per grandezza dopo quello di Varsavia (istituito nell’estate del 1940).

20 gennaio 1942: al convegno di Wannsee gli alti gerarchi discutono i dettagli della definitiva “soluzione finale alla questione ebraica”(Endlösung der Juden-frage); in seguito alla stretta sull’immigrazione e sull’accoglienza dei profughi ebrei da parte dei principali Stati, e alla crescita della popolazione ebraica sotto il Terzo Reich dovuta alle conquiste territoriali, i capi nazisti decidono di accele-rare i rastrellamenti e di ricorrere allo sterminio di massa.

17 marzo 1942: l’operazione Reinhard guida le prime deportazioni al campo di concentramento di Belzec, il primo campo di prigionia ad essere stato adattato completamente alla causa dello sterminio di massa.

Luglio 1942: prime deportazioni al campo di concentramento di Auschwitz, destinato a diventare il più importante e tristemente noto lager nazista, primo fra tutti per numero di internati e per l’intensità dello sterminio e dello sfruttamento.

19 aprile 1943: una rivolta coinvolge numerosi abitanti del ghetto di Varsavia, il più grande d’Europa. La risposta dei tedeschi diviene uno degli episodi più violenti di repressione.

16 ottobre 1943: in seguito all’invasione tedesca, anche l’Italia conosce sulla propria pelle l’efferatezza dei nazisti; il ghetto di Roma viene rastrellato e oltre 2000 individui sono fatti prigionieri e condotti nei campi di concentramento.

27 gennaio 1945: dopo alcuni scontri le truppe sovietiche dell’Armata Rossa liberano il campo di concentramento e sterminio di Auschwitz: è il primo campo ad essere liberato. Solo ora ci si riesce a rendere conto delle reali dimensioni dello sterminio operato dai nazisti.

5 maggio 1945: viene liberato dalle truppe americane il campo di concentramen-to di Mauthausen. E’ l’ultimo campo di concentramento ad essere liberato.

Le Leggi Razziali in Italia e le Responsabilità Italiane

A distanza di circa 3 anni dalle leggi di Norimberga promulgate dalla Germania Nazista anche il fascismo Italiano decide di intraprendere un percorso autono-

mo, e in certi casi più efferato, sulla difesa della razza italiana. Così a partire dal 1938 in Italia furono decretati una serie di provvedimenti atti a limitare fortemen-te i diritti e la dignità della minoranza ebraica, che in quegli anni contava più di quarantamila persone in un paese di circa 35 milioni di abitanti.Il primo atto pubblico attraverso il quale si espresse la politica razziale e antise-mita del regime fascista fu la pubblicazione, avvenuta il 14 luglio di quello stesso anno, del “Manifesto della razza”, nel quale, al punto 9, si asseriva che “gli ebrei non sono di razza italiana”. Seguirono a partire dal settembre 1938 una serie di leggi volte ad escludere progressivamente gli ebrei dalla vita sociale del paese, a cominciare dall’esp-ulsione degli insegnanti e degli alunni dalle scuole di ogni ordine e grado (con Regio Decreto Legge n. 1390 del 5 settembre 1938) e proseguendo attraverso il divieto di matrimonio tra italiani ed ebrei, il divieto di avere alle proprie dipen-denze domestici di razza ariana, l’esclusione dei cittadini italiani di origine ebrai-ca da tutte le pubbliche amministrazioni, società private (come banche e assicu-razioni), la revoca della cittadinanza a tutti gli ebrei stranieri entrati in Italia in data posteriore al 1919, il divieto di svolgere professioni di notaio e giornalista, il divieto per le scuole di adottare libri di testo alla cui redazione avesse partecipa-to in qualche modo un ebreo. Furono inoltre costituite, dove i numeri lo consenti-vano, a cura delle comunità ebraiche, scuole specifiche per ragazzi ebrei, unici luoghi dove gli insegnanti di origine ebraica avrebbero potuto insegnare. Fu poi introdotta la notazione di “razza ebraica” nei registri di stato civile

-Comunicato della Segreteria Politica del PNF, 25 luglio 1938 - Il Fascismo e il problema della razza-R.D.L. 5 settembre 1938, n. 1390 - Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola-R.D.L. 7 settembre 1938, n. 1381 - Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri-R.D.L. 23 settembre 1938, n. 1630 - Istituzione di scuole elementari per fanciulli di razza ebraica-Dichiarazione sulla razza, votata dal Gran Consiglio del Fascismo il 6 ottobre 1938-R.D.L. 15 novembre 1938, n. 1779 - Integrazione e coordinamento in testo unico delle norme già emanate per la difesa della razza nella scuola italiana-R.D.L. 17 novembre 1938, n. 1728 - Provvedimenti per la razza italiana-R.D.L. 29 giugno 1939, n. 1054 - Disciplina dell'esercizio delle professioni da parte dei cittadini di razza ebraica-Legge 13 luglio 1939-XVII, n. 1055 - Disposizioni in materia testamentaria nonché sulla disciplina dei cognomi, nei confronti degli appartenenti alla razza ebraica, modificata poi dalla v 28 settembre 1940-XVIII, n. 1459

Il 10 giugno 1940, con l’entrata in guerra dell’Italia vengono progressivamente arrestati e mandati nei campi di concentramento tutti gli ebrei stranieri presenti nel regno. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, con l’occupazione e la costituzione della RSI, ebbe inizio anche per gli ebrei italiani il periodo di deportazione e ster-minio, reso possibile in breve tempo grazie a tutto il lavoro di schedatura e regi-stro fatto dallo stato italiano negli anni precedenti e grazie alla collaborazione di molti italiani, sia in maniera attiva attraverso reparti militari e paramilitari della RSI sia in attraverso delazioni anonime. Sono circa 8.000 gli ebrei italiani che muoiono a causa della deportazione e dello sterminio nei campi, mentre una buona parte riesce a salvarsi riparando o in svizzera (all’incirca 6.000 individui) o superando la linea Gustav e raggiun-gendo il Regno del Sud, dove il 20 gennaio del 1944 erano state abolite le leggi razziali.

I Genocidi della Storia

Metz Yegheren - genocidio degli Armeni (1915-1916)Lo sterminio degli Armeni in Anatolia fu pianificato e realizzato dai Turchi del partito “Unità e Progresso”, al potere nell’allora Impero Ottomano dal 1908. Il genocidio iniziò nella primavera del 1915 con l’eliminazione degli uomini validi e il rastrellamento, a partire dal 24 aprile, dell’élite armena a Istanbul; infuriò nelle sette provincie orientali fino all’autunno del 1916 con la deportazione di anziani, donne e bambini, costretti a marciare verso i deserti siriani e sottoposti a massa-cri e a violenze inimmaginabili. Pochi sopravvissero. La quasi totalità degli Armeni scomparve dalla terra dove l’identità e la cultura di quel popolo si erano sviluppate nel corso di più di duemila anni.

La Shoah - genocidio degli Ebrei (1939-1945)Preparato con la negazione dei diritti civili in Germania nel 1933, il genocidio degli Ebrei è stato eseguito sistematicamente dai nazisti durante l’occupazione dei paesi europei nel corso della Seconda Guerra Mondiale, spesso con la colla-borazione dei governi loro alleati, come la Repubblica Sociale Italiana. Lo sterminio è stato attuato con l’arresto e la fucilazione immediata di intere famiglie, con la deportazione in campi di concentramento con l’internamento in ghetti in condizioni subumane e la successiva soppressione dei sopravvissuti. Nei paesi più colpiti è morto il 95% della popolazione ebraica. La cultura ebraica dell’Europa orientale (jiddish) è praticamente scomparsa.

Genocidio in Ruanda (aprile-luglio 1994)Il genocidio in Ruanda si compì tra ‘aprile e il luglio del ’94, quando gruppi militari e paramilitari di etnia Hutu, appoggiati anche da civili, sterminarono a colpi di armi da fuoco, machete, bastoni chiodati, gran parte della minoranza di origine Tutsi. A innescare il massacro fu l’abbattimento dell’aereo del presidente ruandese, Habyarimana, che tornava con il presidente del Burundi dalla Tanzania, dove si cercavano soluzioni di pace a una guerra civile che imperversava in Ruanda da almeno quattro anni. Le cause remote delle atrocità sono da ascrivere alla complessa situazione sociale, di cui non fu estraneo il ruolo del dominio coloniale europeo nell’esaltare le divisioni etniche tra Hutu e Tutsi. Il genocidio non risparmiò la componente moderata della stessa popolazione Hutu, e fu accompagnato da stupri e torture nei confronti di donne e bambine.

Genocidio in Bosnia (1992-1995)Nel marzo del 1992, in seguito a un referendum, la Bosnia si dichiarò Stato auto-nomo. La risposta dei serbi bosniaci e del governo centrale jugoslavo fu feroce: l’esercito serbo-bosniaco, appoggiato da unità paramilitari serbe, iniziò la pulizia etnica della parte orientale e settentrionale della Bosnia. Vi dovevano restare solo popolazioni serbe. Si infierì soprattutto sui musulmani bosniaci. Gli uomini furono rinchiusi in campi di concentramento e sottoposti a brutalità d’ogni tipo. Le donne subivano sistematiche e programmate violenze, ristrette in veri e propri campi di stupro. I musulmani sterminati costituiscono circa il 70% del totale delle vittime delle guerre nella ex Jugoslavia.

Nella Cultura di Massa: le Canzoni

I FilmLa Vita è Bella (1997) di Roberto Benigni – Il protagonista, Guido Orefice, toscano montanino ed ebreo, s’innamora, sul finire degli anni ’30, della maestri-na Dora, che riesce a sposare dopo molti e divertenti corteggiamenti. I due vivono i primi anni del loro matrimonio in tranquillità e hanno un figlio: Giosuè.

La loro vita viene stravolta nel 1938 dall’avvento delle leggi razziali che portano alla deportazione di migliaia di persone tra cui anche Guido e il figlioletto. Dora, nonostante non fosse ebrea, decide di seguirli volontariamente. Durante la loro permanenza al campo, per proteggere il figlio dall’orrore, Guido gli fa credere che quel che stanno vivendo è un gioco a premi con un carro armato in palio. In questo scenario originale e drammatico si svolge e si conclude la storia dei due fino al momento della liberazione. Train De Vie – Un Treno Per Vivere (1998) di Radu Mihaileanu – Il film racconta il viaggio degli abitanti di uno Shetl (villaggio ebraico dell’Europa centrale) romeno che progettano di evitare la deportazione varcando il confine con l’URSS per poi arrivare in Palestina, la terra promessa, in un modo unico e folle. Nel 1941, infatti, partono allestendo un finto convoglio ferroviario dove alcuni di loro “recitano” la parte dei tedeschi, altri quella dei deportati. Il Bambino con il Pigiama a Righe (2008) di Mark Herman – Bruno è un bambi-no di otto anni figlio di un ufficiale nazista, la cui promozione porta la famiglia a trasferirsi dalla comoda casa di Berlino in un’area desolata. Qui Bruno decisa-mente annoiato e spinto dalla curiosità, Bruno ignorando le continue indicazioni della madre, si dirige verso la ‘fattoria’ che ha visto nelle vicinanze. Incontra così Shmuel, un ragazzo della sua età, che vive un’esistenza parallela ma del tutto differente dall’altra parte del filo spinato che lo confina nel campo di concentra-mento. L’ultimo Treno (2001) di Yurek Bogayevicz – Il film, ambientato nella Cracovia occupata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, racconta la storia di un bambino ebreo che viene nascosto da un agricoltore locale come se fosse suo nipote, quindi di religione cattolica. Il tutto avviene anche grazie all’aiuto di un sacerdote compassionevole.

La chiave di Sara (2010) di Gilles Paquet-Brenner – Nelle giornate del 16 e 17 luglio 1942, gli ebrei parigini vengono arrestati dalla polizia collaborazionista francese. Fra di loro c'è anche Sarah Starzynski, una bambina di dieci anni che ha nascosto il fratellino Michel in un armadio chiuso a chiave. Cinquant'anni dopo la giornalista americana Julia Jarmond, residente in Francia, deve realizza-re un servizio proprio su quel rastrellamento. Coincidenza vuole che Julia, il marito e la figlia si stiano trasferendo in un appartamento al 36 di rue de Sainton-ge, dove i nonni del marito hanno abitato fin dall'agosto 1942. Al Mémorial sulla Shoah Julia apprende che in quella casa viveva la famiglia Starzynski: i genitori sono morti nel campo di concentramento di Auschwitz, ma nulla si sa dei figli Sarah e Michel. Convinta che Sarah sia sopravvissuta allo sterminio, Julia ne insegue le tracce scoprendone la storia fino a rintracciarne il figlio, William, all'o-scuro del suo passato, che scoprirà che Sarah era sua madre e che era ebrea.

Bent (1997) di Sean Mathias – Siamo a Berlino nel 1934, Max è un ragazzo che frequenta i cabaret della capitale del Reich e convive con Rudy, un ballerino da cabaret. Sconvolto dall'assassinio brutale, opera delle SS, di un SA con cui aveva trascorso la notte Max comincia una tragica fuga insieme a Rudy, che viene presto ucciso, e che termina a Dachau. Qui il protagonista, che porta la stella gialla degli Ebrei, incontra Horst, che porta il triangolo rosa degli omoses-suali. Insieme i due cercano di sopravvivere nel campo di concentramento.

Senza Destino (2005) di Lajos Koltai – Basato sul romanzo autobiografico di Imre Kertész, il film racconta la prigionia dello scrittore ungherese ebreo deportato, da bambino, nei campi di concentramento di Auschwitz e Buchenwald. Quella che era un'infanzia felice e spensierata si trasforma presto in una maturità dolorosa, vissuta in un vortice di crudeltà e degenera-zioni.

La zona grigia (2001) di Tim Blake Nelson – Il film fa in parte riferimento al racconto "Auschwitz: A doctor's eyewitness account" di Miklos Nyiszli. Ad Auschwitz, dove si sterminarono migliaia di ebrei, operavano anche gli Sonderkommando, particolari squadre di internati giudei che venivano costretti dagli aguzzini nazisti ad attendere al regolare funzionamento delle camere a gas. Il rifiuto significava per loro la morte, altrimenti avrebbero potuto sopravvivere qualche mese in più. Nonostante tutto ciò provano ad organizzare una rivolta, l’unica mai tentata nel campo.

Vento di Primavera (2010) di Rose Bosch – Il film si basa sulla storia di un ragazzo ebreo durante la retata del Velodromo d’Inverno (Parigi, luglio 1942). In quest’occasione gli ebrei vennero arrestati in massa dalla polizia francese, complice dei nazisti. Il titolo italiano si riferisce al nome dell’opera-zione della retata.

Conspiracy: Soluzione finale (2001) di Frank Pierson – Il 20 gennaio 1942, sulle sponde del lago Wannsee, a pochi chilometri da Berlino, viene indetta una riunione a cui prendono parte alcuni alti esponenti del partito nazista. A presiedere la riunione è il generale Heydrich, mentre l'organizza-zione e la gestione dell'evento sono affidate al colonnello Eichmann. La riunione è stata indetta per ordine di Hitler, e su mandato di Goering, per discutere la soluzione finale della questione ebraica.

Il Pianista (2002) di Roman Polanski – Un brillante pianista polacco, di religione ebraica, viene confinato nel ghetto di Varsavia dov’è costretto a subire sofferenze ed umiliazioni. Sfugge alla deportazione nascondendosi fra le rovine della città, e riuscirà a sopravvivere grazie all’aiuto di un ufficiale tedesco. Il regista, dopo aver rifiutato di dirigere Schindler’s List per il coin-volgimento troppo personale ed essendo stato anche lui deportato nei campi di concentramento, scelse nel 2002 per questa storia più leggera.

Le Poesie

Bibliografia:

-Fischer K.P., Storia dell’Olocausto. Dalle origini della giudeofobia tedesca alla soluzione finale nazista, Newton Compton Editori, Roma 2000-Hilberg R., Carnefici, vittime, spettatori, Mondadori, Milano 1994-Sarfatti M., Mussolini contro gli ebrei. Cronaca dell’elaborazione delle leggi razziali del 1938, Zamorani, Torino 1994-Browning C., Verso il genocidio. Come è stata possibile la “soluzione finale”, Il Saggiatore, Milano 1998-Arendt H., La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, Milano 1992-Traverso E. Auschwitz e gli intellettuali. La Shoah nella cultura del dopoguerra, Il Mulino, Bologna 2004-Deaglio E., La banalità del bene. Storia di Giorgio Perlasca, Feltrinelli, Milano 1991

Descrizioni delle Fotografie:1. Fotografie di deportati nei lager nazisti2. Alcuni deportati in un vagone verso i campi di concentramento3. Tabella dei triangoli che venivano cuciti alle uniformi dei deportati nei lager4. Reticolati del campo di Auschwitz I5. Alcune vignette esplicative dei luoghi non frequentabili da Ebrei6. Copertina del periodico “La Difesa della Razza” del 5 agosto 19407. Le bare di alcune vittime di Srebrenica8. Il fumo che esce da alcuni forni crematori9. Il cancello del Campo di Dachau10. Del filo spinato arrotolato a formare una chiave di violino11, 12, 13, 14, 15. Locandine dei Film

Definizioni:

L’Olocausto: La parola "Olo-causto" deriva dal greco ὁλόκαυστος (olokaustos, "bruciato interamente"), a sua volta composta da ὅλος (olos, "tutto intero") e καίω (kaio, "brucio") ed era inizialmente utilizzata ad indicare la più retta forma di sacrificio previ-sta dal giudaismo. Quindi prevedeva il sacrificio per espiare un peccato antece-dente. L’uso del termine in quanto genocidio degli ebrei è identificato più correttamen-te con il termine Shoah.

La Shoah: (in lingua ebraica: -HaShoah, "catastro ,האושהfe", "distruzione") si riferisce al genocidio premeditato e perpetrato dal regime nazista e dai suoi alleati ai danni del popolo ebreaico.

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"Categorie" da Sterminare

Politici

Delinquenti Comuni

Asociali

Omosessuali

Apolidi

Testimoni di Geova

Rom e Sinti

Ebrei

RETE degli Studenti MEDI Veneto

Page 5: Guida al Dibatto sulla Giornata della Memoria

La Giornata della Memoria

L’istituzione di una giornata dedicata alla memoria delle vittime della Shoah in Italia si raggiunge solo a metà del 2000 quando con la legge n. 211 del 20/07/2000 il Governo Amato II istituisce la giornata commemorativa il 27 gen-naio, giorno della liberazione del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz ad opera delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa.

« Art. 1

1.La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbatti-mento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricorda-re la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzio-ne italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. Art. 21.In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono orga-nizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere. »

L’istituzione di tale giornata è accompagnata da un ricco dibattito pubblico legato sia alla scelta del giorno (il 27 gennaio diventerà il Giorno della Memoria solo il 1/11/2005 a seguito alla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite) sia alle motivazioni dell’oggetto della memoria. Le altre date proposte:Il 16 ottobre, data del rastrellamento del ghetto di Roma (il 16 ottobre 1943, dopo aver arrestato nei gironi precedenti tutti i presidi dei carabinieri della capi-tale, gli occupanti tedeschi, aiutati da collaborazionisti italiani, catturano e deportano ad Auschwitz oltre mille ebrei romani). Questa data avrebbe permes-so di focalizzare l’attenzione sulle deportazioni razziali, sottolineando le respon-sabilità anche italiane nello sterminio del popolo ebraico.Il 5 maggio, data della liberazione del campo di Mauthausen ad opera delle truppe alleate, data che avrebbe sottolineato la centralità della storia dell’antifa-scismo e delle deportazioni politiche in Italia (in quanto la maggior parte dei deportati politici Italiani finì in quel campo).

La legge, come possiamo leggere all’articolo 1 spiega molto bene cosa intende commemorare, e tra le righe con un po’ di conoscenza si possono leggere i com-promessi a cui si è dovuti giungere per la sua approvazione. Se in un primo momento è scritto chiaramente che si intende ricordare le vittime della Shoah, le leggi razziali che in Italia la hanno resa possibile, il collaborazionismo italiano che durante gli ultimi 18 mesi di guerra, attraverso i militari della Repubblica Sociale Italiana, delle Brigate Nere e altre organizzazioni militari, paramilitari e

civili ha sostenuto i tedeschi nella persecuzione agli ebrei.

Poi si parla di Italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, ma queste parole non ci devono ingannare: il testo non si sta riferendo, o almeno non è stato pensato per ricordare quegli italiani che, per opposizione politica, orientamento sessuale o altre ragioni sono stati deportati nei campi di concen-tramento o di sterminio. Bensì il legislatore si riferisce ai cosiddetti IMI (Internati Militari Italiani), ovvero tutti quei militari italiani che, dopo l’8 settembre ’43, dopo esser stati catturati dai vecchi alleati tedeschi, posti di fronte alla scelta di aderi-re alla neo costituita RSI o essere internati nei campi di concentramento scelse-ro la seconda opzione. Questa scelta fece si che chi tornò si trovasse agli occhi dello Stato italiano nella condizione di renitente alla leva e non avesse inoltre diritto al riconoscimento della prigionia (la formula IMI era stata ideata dai tede-schi proprio per non riconoscere agli italiani lo status di prigioniero di guerra, status garantito da alcune convenzioni internazionali). Si segue poi facendo riferimento a chi, in qualsiasi schieramento (quindi anche quello nazifascista) ha protetto perseguitati.

Queste diciture potevano forse essere espresse in maniera migliore. L’importa-nza della memoria certamente non deve guardare ai colori politici, ma deve sicuramente tracciare in maniera chiara alcuni confini: ci sono differenze rilevanti tra chi è stato deportato semplicemente perché era, a prescindere dalle scelte o opinioni personali, e chi messo di fronte ad una possibilità ha perseguito la propria scelta, cosa che non rende minor onore certamente, ma costiuisce una condizione basilare completamente differente dalla prima. Nella Giornata della Memoria quindi ricordiamo il genocidio sistematico del popolo ebraico (Shoah) ma anche quello di altri gruppi etnici Rom e Sinti (Porajmos, letteralmente «grande divoramento»), omosessuali, malati di mente, Pentecostali (classificati come malati di mente), Testimoni di Geova, prigionieri di guerra Sovietici, Polacchi e altre popolazioni slave (chiamati nel complesso Untermenschen), dissidenti politici del regime nazista.

Quadro storico: 1933-1945

22 marzo 1933: apertura del campo di concentramento di Dachau nei pressi di Monaco di Baviera, progettato per custodia preventiva principalmente di comu-nisti e sindacalisti, in generale oppositori al regime nazista.

14 settembre 1935: vengono pubblicate la “legge per la protezione del sangue e dell’onore tedeschi” e la “legge sulla cittadinanza del Reich”, meglio conosciute come le “leggi di Norimberga”, per mezzo delle quali viene di fatto sancita l’esc-lusione degli ebrei dalla vita sociale tedesca.

9-10 novembre 1938: le violenze naziste antisemite sfociano in una notte di indi-cibile violenza, passata alla storia come la “Notte dei Cristalli”, durante la quale centinaia di negozi ed edifici di proprietà di ebrei, comprese molte sinagoghe,

vengono distrutti.

Ottobre 1939: hanno inizio le prime deportazioni degli ebrei ad una zona di “riserva”, nel sud della Polonia, con lo scopo di liberare i territori tedeschi dalla presenza semita. In questa prima fase, la soluzione al “problema ebraico” è ancora considerata l’espulsione degli ebrei nei territori dell’est o persino extra-europei (si pensi al Madagascar).

10 dicembre 1939: viene istituito il ghetto di Lodz, in Polonia, un primo vero e proprio centro di “raccolta” della popolazione ebraica, al fine di facilitare le ope-razioni di deportazione. Questo luogo passerà alla storia come uno dei ghetti più importanti dal punto di vista dello sfruttamento della manodopera, nonché il secondo per grandezza dopo quello di Varsavia (istituito nell’estate del 1940).

20 gennaio 1942: al convegno di Wannsee gli alti gerarchi discutono i dettagli della definitiva “soluzione finale alla questione ebraica”(Endlösung der Juden-frage); in seguito alla stretta sull’immigrazione e sull’accoglienza dei profughi ebrei da parte dei principali Stati, e alla crescita della popolazione ebraica sotto il Terzo Reich dovuta alle conquiste territoriali, i capi nazisti decidono di accele-rare i rastrellamenti e di ricorrere allo sterminio di massa.

17 marzo 1942: l’operazione Reinhard guida le prime deportazioni al campo di concentramento di Belzec, il primo campo di prigionia ad essere stato adattato completamente alla causa dello sterminio di massa.

Luglio 1942: prime deportazioni al campo di concentramento di Auschwitz, destinato a diventare il più importante e tristemente noto lager nazista, primo fra tutti per numero di internati e per l’intensità dello sterminio e dello sfruttamento.

19 aprile 1943: una rivolta coinvolge numerosi abitanti del ghetto di Varsavia, il più grande d’Europa. La risposta dei tedeschi diviene uno degli episodi più violenti di repressione.

16 ottobre 1943: in seguito all’invasione tedesca, anche l’Italia conosce sulla propria pelle l’efferatezza dei nazisti; il ghetto di Roma viene rastrellato e oltre 2000 individui sono fatti prigionieri e condotti nei campi di concentramento.

27 gennaio 1945: dopo alcuni scontri le truppe sovietiche dell’Armata Rossa liberano il campo di concentramento e sterminio di Auschwitz: è il primo campo ad essere liberato. Solo ora ci si riesce a rendere conto delle reali dimensioni dello sterminio operato dai nazisti.

5 maggio 1945: viene liberato dalle truppe americane il campo di concentramen-to di Mauthausen. E’ l’ultimo campo di concentramento ad essere liberato.

Le Leggi Razziali in Italia e le Responsabilità Italiane

A distanza di circa 3 anni dalle leggi di Norimberga promulgate dalla Germania Nazista anche il fascismo Italiano decide di intraprendere un percorso autono-

mo, e in certi casi più efferato, sulla difesa della razza italiana. Così a partire dal 1938 in Italia furono decretati una serie di provvedimenti atti a limitare fortemen-te i diritti e la dignità della minoranza ebraica, che in quegli anni contava più di quarantamila persone in un paese di circa 35 milioni di abitanti.Il primo atto pubblico attraverso il quale si espresse la politica razziale e antise-mita del regime fascista fu la pubblicazione, avvenuta il 14 luglio di quello stesso anno, del “Manifesto della razza”, nel quale, al punto 9, si asseriva che “gli ebrei non sono di razza italiana”. Seguirono a partire dal settembre 1938 una serie di leggi volte ad escludere progressivamente gli ebrei dalla vita sociale del paese, a cominciare dall’esp-ulsione degli insegnanti e degli alunni dalle scuole di ogni ordine e grado (con Regio Decreto Legge n. 1390 del 5 settembre 1938) e proseguendo attraverso il divieto di matrimonio tra italiani ed ebrei, il divieto di avere alle proprie dipen-denze domestici di razza ariana, l’esclusione dei cittadini italiani di origine ebrai-ca da tutte le pubbliche amministrazioni, società private (come banche e assicu-razioni), la revoca della cittadinanza a tutti gli ebrei stranieri entrati in Italia in data posteriore al 1919, il divieto di svolgere professioni di notaio e giornalista, il divieto per le scuole di adottare libri di testo alla cui redazione avesse partecipa-to in qualche modo un ebreo. Furono inoltre costituite, dove i numeri lo consenti-vano, a cura delle comunità ebraiche, scuole specifiche per ragazzi ebrei, unici luoghi dove gli insegnanti di origine ebraica avrebbero potuto insegnare. Fu poi introdotta la notazione di “razza ebraica” nei registri di stato civile

-Comunicato della Segreteria Politica del PNF, 25 luglio 1938 - Il Fascismo e il problema della razza-R.D.L. 5 settembre 1938, n. 1390 - Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola-R.D.L. 7 settembre 1938, n. 1381 - Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri-R.D.L. 23 settembre 1938, n. 1630 - Istituzione di scuole elementari per fanciulli di razza ebraica-Dichiarazione sulla razza, votata dal Gran Consiglio del Fascismo il 6 ottobre 1938-R.D.L. 15 novembre 1938, n. 1779 - Integrazione e coordinamento in testo unico delle norme già emanate per la difesa della razza nella scuola italiana-R.D.L. 17 novembre 1938, n. 1728 - Provvedimenti per la razza italiana-R.D.L. 29 giugno 1939, n. 1054 - Disciplina dell'esercizio delle professioni da parte dei cittadini di razza ebraica-Legge 13 luglio 1939-XVII, n. 1055 - Disposizioni in materia testamentaria nonché sulla disciplina dei cognomi, nei confronti degli appartenenti alla razza ebraica, modificata poi dalla v 28 settembre 1940-XVIII, n. 1459

Il 10 giugno 1940, con l’entrata in guerra dell’Italia vengono progressivamente arrestati e mandati nei campi di concentramento tutti gli ebrei stranieri presenti nel regno. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, con l’occupazione e la costituzione della RSI, ebbe inizio anche per gli ebrei italiani il periodo di deportazione e ster-minio, reso possibile in breve tempo grazie a tutto il lavoro di schedatura e regi-stro fatto dallo stato italiano negli anni precedenti e grazie alla collaborazione di molti italiani, sia in maniera attiva attraverso reparti militari e paramilitari della RSI sia in attraverso delazioni anonime. Sono circa 8.000 gli ebrei italiani che muoiono a causa della deportazione e dello sterminio nei campi, mentre una buona parte riesce a salvarsi riparando o in svizzera (all’incirca 6.000 individui) o superando la linea Gustav e raggiun-gendo il Regno del Sud, dove il 20 gennaio del 1944 erano state abolite le leggi razziali.

I Genocidi della Storia

Metz Yegheren - genocidio degli Armeni (1915-1916)Lo sterminio degli Armeni in Anatolia fu pianificato e realizzato dai Turchi del partito “Unità e Progresso”, al potere nell’allora Impero Ottomano dal 1908. Il genocidio iniziò nella primavera del 1915 con l’eliminazione degli uomini validi e il rastrellamento, a partire dal 24 aprile, dell’élite armena a Istanbul; infuriò nelle sette provincie orientali fino all’autunno del 1916 con la deportazione di anziani, donne e bambini, costretti a marciare verso i deserti siriani e sottoposti a massa-cri e a violenze inimmaginabili. Pochi sopravvissero. La quasi totalità degli Armeni scomparve dalla terra dove l’identità e la cultura di quel popolo si erano sviluppate nel corso di più di duemila anni.

La Shoah - genocidio degli Ebrei (1939-1945)Preparato con la negazione dei diritti civili in Germania nel 1933, il genocidio degli Ebrei è stato eseguito sistematicamente dai nazisti durante l’occupazione dei paesi europei nel corso della Seconda Guerra Mondiale, spesso con la colla-borazione dei governi loro alleati, come la Repubblica Sociale Italiana. Lo sterminio è stato attuato con l’arresto e la fucilazione immediata di intere famiglie, con la deportazione in campi di concentramento con l’internamento in ghetti in condizioni subumane e la successiva soppressione dei sopravvissuti. Nei paesi più colpiti è morto il 95% della popolazione ebraica. La cultura ebraica dell’Europa orientale (jiddish) è praticamente scomparsa.

Genocidio in Ruanda (aprile-luglio 1994)Il genocidio in Ruanda si compì tra ‘aprile e il luglio del ’94, quando gruppi militari e paramilitari di etnia Hutu, appoggiati anche da civili, sterminarono a colpi di armi da fuoco, machete, bastoni chiodati, gran parte della minoranza di origine Tutsi. A innescare il massacro fu l’abbattimento dell’aereo del presidente ruandese, Habyarimana, che tornava con il presidente del Burundi dalla Tanzania, dove si cercavano soluzioni di pace a una guerra civile che imperversava in Ruanda da almeno quattro anni. Le cause remote delle atrocità sono da ascrivere alla complessa situazione sociale, di cui non fu estraneo il ruolo del dominio coloniale europeo nell’esaltare le divisioni etniche tra Hutu e Tutsi. Il genocidio non risparmiò la componente moderata della stessa popolazione Hutu, e fu accompagnato da stupri e torture nei confronti di donne e bambine.

Genocidio in Bosnia (1992-1995)Nel marzo del 1992, in seguito a un referendum, la Bosnia si dichiarò Stato auto-nomo. La risposta dei serbi bosniaci e del governo centrale jugoslavo fu feroce: l’esercito serbo-bosniaco, appoggiato da unità paramilitari serbe, iniziò la pulizia etnica della parte orientale e settentrionale della Bosnia. Vi dovevano restare solo popolazioni serbe. Si infierì soprattutto sui musulmani bosniaci. Gli uomini furono rinchiusi in campi di concentramento e sottoposti a brutalità d’ogni tipo. Le donne subivano sistematiche e programmate violenze, ristrette in veri e propri campi di stupro. I musulmani sterminati costituiscono circa il 70% del totale delle vittime delle guerre nella ex Jugoslavia.

Nella Cultura di Massa: le Canzoni

I FilmLa Vita è Bella (1997) di Roberto Benigni – Il protagonista, Guido Orefice, toscano montanino ed ebreo, s’innamora, sul finire degli anni ’30, della maestri-na Dora, che riesce a sposare dopo molti e divertenti corteggiamenti. I due vivono i primi anni del loro matrimonio in tranquillità e hanno un figlio: Giosuè.

La loro vita viene stravolta nel 1938 dall’avvento delle leggi razziali che portano alla deportazione di migliaia di persone tra cui anche Guido e il figlioletto. Dora, nonostante non fosse ebrea, decide di seguirli volontariamente. Durante la loro permanenza al campo, per proteggere il figlio dall’orrore, Guido gli fa credere che quel che stanno vivendo è un gioco a premi con un carro armato in palio. In questo scenario originale e drammatico si svolge e si conclude la storia dei due fino al momento della liberazione. Train De Vie – Un Treno Per Vivere (1998) di Radu Mihaileanu – Il film racconta il viaggio degli abitanti di uno Shetl (villaggio ebraico dell’Europa centrale) romeno che progettano di evitare la deportazione varcando il confine con l’URSS per poi arrivare in Palestina, la terra promessa, in un modo unico e folle. Nel 1941, infatti, partono allestendo un finto convoglio ferroviario dove alcuni di loro “recitano” la parte dei tedeschi, altri quella dei deportati. Il Bambino con il Pigiama a Righe (2008) di Mark Herman – Bruno è un bambi-no di otto anni figlio di un ufficiale nazista, la cui promozione porta la famiglia a trasferirsi dalla comoda casa di Berlino in un’area desolata. Qui Bruno decisa-mente annoiato e spinto dalla curiosità, Bruno ignorando le continue indicazioni della madre, si dirige verso la ‘fattoria’ che ha visto nelle vicinanze. Incontra così Shmuel, un ragazzo della sua età, che vive un’esistenza parallela ma del tutto differente dall’altra parte del filo spinato che lo confina nel campo di concentra-mento. L’ultimo Treno (2001) di Yurek Bogayevicz – Il film, ambientato nella Cracovia occupata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, racconta la storia di un bambino ebreo che viene nascosto da un agricoltore locale come se fosse suo nipote, quindi di religione cattolica. Il tutto avviene anche grazie all’aiuto di un sacerdote compassionevole.

La chiave di Sara (2010) di Gilles Paquet-Brenner – Nelle giornate del 16 e 17 luglio 1942, gli ebrei parigini vengono arrestati dalla polizia collaborazionista francese. Fra di loro c'è anche Sarah Starzynski, una bambina di dieci anni che ha nascosto il fratellino Michel in un armadio chiuso a chiave. Cinquant'anni dopo la giornalista americana Julia Jarmond, residente in Francia, deve realizza-re un servizio proprio su quel rastrellamento. Coincidenza vuole che Julia, il marito e la figlia si stiano trasferendo in un appartamento al 36 di rue de Sainton-ge, dove i nonni del marito hanno abitato fin dall'agosto 1942. Al Mémorial sulla Shoah Julia apprende che in quella casa viveva la famiglia Starzynski: i genitori sono morti nel campo di concentramento di Auschwitz, ma nulla si sa dei figli Sarah e Michel. Convinta che Sarah sia sopravvissuta allo sterminio, Julia ne insegue le tracce scoprendone la storia fino a rintracciarne il figlio, William, all'o-scuro del suo passato, che scoprirà che Sarah era sua madre e che era ebrea.

Bent (1997) di Sean Mathias – Siamo a Berlino nel 1934, Max è un ragazzo che frequenta i cabaret della capitale del Reich e convive con Rudy, un ballerino da cabaret. Sconvolto dall'assassinio brutale, opera delle SS, di un SA con cui aveva trascorso la notte Max comincia una tragica fuga insieme a Rudy, che viene presto ucciso, e che termina a Dachau. Qui il protagonista, che porta la stella gialla degli Ebrei, incontra Horst, che porta il triangolo rosa degli omoses-suali. Insieme i due cercano di sopravvivere nel campo di concentramento.

Senza Destino (2005) di Lajos Koltai – Basato sul romanzo autobiografico di Imre Kertész, il film racconta la prigionia dello scrittore ungherese ebreo deportato, da bambino, nei campi di concentramento di Auschwitz e Buchenwald. Quella che era un'infanzia felice e spensierata si trasforma presto in una maturità dolorosa, vissuta in un vortice di crudeltà e degenera-zioni.

La zona grigia (2001) di Tim Blake Nelson – Il film fa in parte riferimento al racconto "Auschwitz: A doctor's eyewitness account" di Miklos Nyiszli. Ad Auschwitz, dove si sterminarono migliaia di ebrei, operavano anche gli Sonderkommando, particolari squadre di internati giudei che venivano costretti dagli aguzzini nazisti ad attendere al regolare funzionamento delle camere a gas. Il rifiuto significava per loro la morte, altrimenti avrebbero potuto sopravvivere qualche mese in più. Nonostante tutto ciò provano ad organizzare una rivolta, l’unica mai tentata nel campo.

Vento di Primavera (2010) di Rose Bosch – Il film si basa sulla storia di un ragazzo ebreo durante la retata del Velodromo d’Inverno (Parigi, luglio 1942). In quest’occasione gli ebrei vennero arrestati in massa dalla polizia francese, complice dei nazisti. Il titolo italiano si riferisce al nome dell’opera-zione della retata.

Conspiracy: Soluzione finale (2001) di Frank Pierson – Il 20 gennaio 1942, sulle sponde del lago Wannsee, a pochi chilometri da Berlino, viene indetta una riunione a cui prendono parte alcuni alti esponenti del partito nazista. A presiedere la riunione è il generale Heydrich, mentre l'organizza-zione e la gestione dell'evento sono affidate al colonnello Eichmann. La riunione è stata indetta per ordine di Hitler, e su mandato di Goering, per discutere la soluzione finale della questione ebraica.

Il Pianista (2002) di Roman Polanski – Un brillante pianista polacco, di religione ebraica, viene confinato nel ghetto di Varsavia dov’è costretto a subire sofferenze ed umiliazioni. Sfugge alla deportazione nascondendosi fra le rovine della città, e riuscirà a sopravvivere grazie all’aiuto di un ufficiale tedesco. Il regista, dopo aver rifiutato di dirigere Schindler’s List per il coin-volgimento troppo personale ed essendo stato anche lui deportato nei campi di concentramento, scelse nel 2002 per questa storia più leggera.

Le Poesie

Bibliografia:

-Fischer K.P., Storia dell’Olocausto. Dalle origini della giudeofobia tedesca alla soluzione finale nazista, Newton Compton Editori, Roma 2000-Hilberg R., Carnefici, vittime, spettatori, Mondadori, Milano 1994-Sarfatti M., Mussolini contro gli ebrei. Cronaca dell’elaborazione delle leggi razziali del 1938, Zamorani, Torino 1994-Browning C., Verso il genocidio. Come è stata possibile la “soluzione finale”, Il Saggiatore, Milano 1998-Arendt H., La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, Milano 1992-Traverso E. Auschwitz e gli intellettuali. La Shoah nella cultura del dopoguerra, Il Mulino, Bologna 2004-Deaglio E., La banalità del bene. Storia di Giorgio Perlasca, Feltrinelli, Milano 1991

Descrizioni delle Fotografie:1. Fotografie di deportati nei lager nazisti2. Alcuni deportati in un vagone verso i campi di concentramento3. Tabella dei triangoli che venivano cuciti alle uniformi dei deportati nei lager4. Reticolati del campo di Auschwitz I5. Alcune vignette esplicative dei luoghi non frequentabili da Ebrei6. Copertina del periodico “La Difesa della Razza” del 5 agosto 19407. Le bare di alcune vittime di Srebrenica8. Il fumo che esce da alcuni forni crematori9. Il cancello del Campo di Dachau10. Del filo spinato arrotolato a formare una chiave di violino11, 12, 13, 14, 15. Locandine dei Film

Definizioni:

Campo di Concentramento: Konzentrationslager, è un campo destinato alla deten-zione, all’internamento, ai lavori forzati, allo svuotamen-to interiore, all’esecuzione di esperimenti medici sugli essere umani, di civili e milita-ri.

Campo di Sterminio: Vernichtungslager, è un campo il cui scopo unico o principale è quello di uccidere i prigionieri che vi giungono. Sono considerati campi di sterminio Auschwitz-Birke-nau, Bełżec, Chelmno, Majdanek, Sobibór, Maly Trostenets e Treblinka.

Shalom Auschwitz (Agnese Ginocchio)

E rivedo quei figlimiei compagni, fratellil’uomo di tutti i tempi

Quanti han perso la Vita per la Pacela Guerra sulla terra

Shalom Auschwitzle mie membra spezzate

corpi e cuori trafitti dai mercanti di morte.

Percorriamo le stradel’acqua mischiata a sangue

sulla terra sulla terra!

Shalom AuschwitzChi l’avrebbe pensato? Hai segnato la

Storia nella nostra MemoriaQuanti giorni allora, all’ uomo restano

ancora…di riposo

di piantoe di Se?

Quanti giorni allora, all’ uomo restano

ancoraperché PACE ritorni fra noi?

Sulle spoglie

e il sangue dei MARTIRIs'innalza il CANTO di LIBERTA’!

Sulle spoglie

e il sangue (Olocausto) dei MARTIRIs'innalza il CANTO di PACE, Sì!

Non si deve dimenticare! Anzitutto, sì, ricordare!

La Speranza di questa gente che han creduto

che l'Amore è assai più forteche va oltre

oltre la morte!

che l’Amore è sui loro Voltinei loro Cuori!

Shalom AuschwitzSi ribellano i mortigli alberi sono arsi

gli empi si sono persi

sassi e pietre dispersifumi e fiumi di fiamme

sulla terra

Shalom AuschwitzAnche per Te ho marciato

sventolando ‘Bandiere’ sopra i tetti del mondo.

Ogni guerra è una causa, causa inutile e

persa sulla terrasulla terra!

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RETE degli Studenti MEDI Veneto

Page 6: Guida al Dibatto sulla Giornata della Memoria

La Giornata della Memoria

L’istituzione di una giornata dedicata alla memoria delle vittime della Shoah in Italia si raggiunge solo a metà del 2000 quando con la legge n. 211 del 20/07/2000 il Governo Amato II istituisce la giornata commemorativa il 27 gen-naio, giorno della liberazione del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz ad opera delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa.

« Art. 1

1.La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbatti-mento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricorda-re la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzio-ne italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. Art. 21.In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono orga-nizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere. »

L’istituzione di tale giornata è accompagnata da un ricco dibattito pubblico legato sia alla scelta del giorno (il 27 gennaio diventerà il Giorno della Memoria solo il 1/11/2005 a seguito alla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite) sia alle motivazioni dell’oggetto della memoria. Le altre date proposte:Il 16 ottobre, data del rastrellamento del ghetto di Roma (il 16 ottobre 1943, dopo aver arrestato nei gironi precedenti tutti i presidi dei carabinieri della capi-tale, gli occupanti tedeschi, aiutati da collaborazionisti italiani, catturano e deportano ad Auschwitz oltre mille ebrei romani). Questa data avrebbe permes-so di focalizzare l’attenzione sulle deportazioni razziali, sottolineando le respon-sabilità anche italiane nello sterminio del popolo ebraico.Il 5 maggio, data della liberazione del campo di Mauthausen ad opera delle truppe alleate, data che avrebbe sottolineato la centralità della storia dell’antifa-scismo e delle deportazioni politiche in Italia (in quanto la maggior parte dei deportati politici Italiani finì in quel campo).

La legge, come possiamo leggere all’articolo 1 spiega molto bene cosa intende commemorare, e tra le righe con un po’ di conoscenza si possono leggere i com-promessi a cui si è dovuti giungere per la sua approvazione. Se in un primo momento è scritto chiaramente che si intende ricordare le vittime della Shoah, le leggi razziali che in Italia la hanno resa possibile, il collaborazionismo italiano che durante gli ultimi 18 mesi di guerra, attraverso i militari della Repubblica Sociale Italiana, delle Brigate Nere e altre organizzazioni militari, paramilitari e

civili ha sostenuto i tedeschi nella persecuzione agli ebrei.

Poi si parla di Italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, ma queste parole non ci devono ingannare: il testo non si sta riferendo, o almeno non è stato pensato per ricordare quegli italiani che, per opposizione politica, orientamento sessuale o altre ragioni sono stati deportati nei campi di concen-tramento o di sterminio. Bensì il legislatore si riferisce ai cosiddetti IMI (Internati Militari Italiani), ovvero tutti quei militari italiani che, dopo l’8 settembre ’43, dopo esser stati catturati dai vecchi alleati tedeschi, posti di fronte alla scelta di aderi-re alla neo costituita RSI o essere internati nei campi di concentramento scelse-ro la seconda opzione. Questa scelta fece si che chi tornò si trovasse agli occhi dello Stato italiano nella condizione di renitente alla leva e non avesse inoltre diritto al riconoscimento della prigionia (la formula IMI era stata ideata dai tede-schi proprio per non riconoscere agli italiani lo status di prigioniero di guerra, status garantito da alcune convenzioni internazionali). Si segue poi facendo riferimento a chi, in qualsiasi schieramento (quindi anche quello nazifascista) ha protetto perseguitati.

Queste diciture potevano forse essere espresse in maniera migliore. L’importa-nza della memoria certamente non deve guardare ai colori politici, ma deve sicuramente tracciare in maniera chiara alcuni confini: ci sono differenze rilevanti tra chi è stato deportato semplicemente perché era, a prescindere dalle scelte o opinioni personali, e chi messo di fronte ad una possibilità ha perseguito la propria scelta, cosa che non rende minor onore certamente, ma costiuisce una condizione basilare completamente differente dalla prima. Nella Giornata della Memoria quindi ricordiamo il genocidio sistematico del popolo ebraico (Shoah) ma anche quello di altri gruppi etnici Rom e Sinti (Porajmos, letteralmente «grande divoramento»), omosessuali, malati di mente, Pentecostali (classificati come malati di mente), Testimoni di Geova, prigionieri di guerra Sovietici, Polacchi e altre popolazioni slave (chiamati nel complesso Untermenschen), dissidenti politici del regime nazista.

Quadro storico: 1933-1945

22 marzo 1933: apertura del campo di concentramento di Dachau nei pressi di Monaco di Baviera, progettato per custodia preventiva principalmente di comu-nisti e sindacalisti, in generale oppositori al regime nazista.

14 settembre 1935: vengono pubblicate la “legge per la protezione del sangue e dell’onore tedeschi” e la “legge sulla cittadinanza del Reich”, meglio conosciute come le “leggi di Norimberga”, per mezzo delle quali viene di fatto sancita l’esc-lusione degli ebrei dalla vita sociale tedesca.

9-10 novembre 1938: le violenze naziste antisemite sfociano in una notte di indi-cibile violenza, passata alla storia come la “Notte dei Cristalli”, durante la quale centinaia di negozi ed edifici di proprietà di ebrei, comprese molte sinagoghe,

vengono distrutti.

Ottobre 1939: hanno inizio le prime deportazioni degli ebrei ad una zona di “riserva”, nel sud della Polonia, con lo scopo di liberare i territori tedeschi dalla presenza semita. In questa prima fase, la soluzione al “problema ebraico” è ancora considerata l’espulsione degli ebrei nei territori dell’est o persino extra-europei (si pensi al Madagascar).

10 dicembre 1939: viene istituito il ghetto di Lodz, in Polonia, un primo vero e proprio centro di “raccolta” della popolazione ebraica, al fine di facilitare le ope-razioni di deportazione. Questo luogo passerà alla storia come uno dei ghetti più importanti dal punto di vista dello sfruttamento della manodopera, nonché il secondo per grandezza dopo quello di Varsavia (istituito nell’estate del 1940).

20 gennaio 1942: al convegno di Wannsee gli alti gerarchi discutono i dettagli della definitiva “soluzione finale alla questione ebraica”(Endlösung der Juden-frage); in seguito alla stretta sull’immigrazione e sull’accoglienza dei profughi ebrei da parte dei principali Stati, e alla crescita della popolazione ebraica sotto il Terzo Reich dovuta alle conquiste territoriali, i capi nazisti decidono di accele-rare i rastrellamenti e di ricorrere allo sterminio di massa.

17 marzo 1942: l’operazione Reinhard guida le prime deportazioni al campo di concentramento di Belzec, il primo campo di prigionia ad essere stato adattato completamente alla causa dello sterminio di massa.

Luglio 1942: prime deportazioni al campo di concentramento di Auschwitz, destinato a diventare il più importante e tristemente noto lager nazista, primo fra tutti per numero di internati e per l’intensità dello sterminio e dello sfruttamento.

19 aprile 1943: una rivolta coinvolge numerosi abitanti del ghetto di Varsavia, il più grande d’Europa. La risposta dei tedeschi diviene uno degli episodi più violenti di repressione.

16 ottobre 1943: in seguito all’invasione tedesca, anche l’Italia conosce sulla propria pelle l’efferatezza dei nazisti; il ghetto di Roma viene rastrellato e oltre 2000 individui sono fatti prigionieri e condotti nei campi di concentramento.

27 gennaio 1945: dopo alcuni scontri le truppe sovietiche dell’Armata Rossa liberano il campo di concentramento e sterminio di Auschwitz: è il primo campo ad essere liberato. Solo ora ci si riesce a rendere conto delle reali dimensioni dello sterminio operato dai nazisti.

5 maggio 1945: viene liberato dalle truppe americane il campo di concentramen-to di Mauthausen. E’ l’ultimo campo di concentramento ad essere liberato.

Le Leggi Razziali in Italia e le Responsabilità Italiane

A distanza di circa 3 anni dalle leggi di Norimberga promulgate dalla Germania Nazista anche il fascismo Italiano decide di intraprendere un percorso autono-

mo, e in certi casi più efferato, sulla difesa della razza italiana. Così a partire dal 1938 in Italia furono decretati una serie di provvedimenti atti a limitare fortemen-te i diritti e la dignità della minoranza ebraica, che in quegli anni contava più di quarantamila persone in un paese di circa 35 milioni di abitanti.Il primo atto pubblico attraverso il quale si espresse la politica razziale e antise-mita del regime fascista fu la pubblicazione, avvenuta il 14 luglio di quello stesso anno, del “Manifesto della razza”, nel quale, al punto 9, si asseriva che “gli ebrei non sono di razza italiana”. Seguirono a partire dal settembre 1938 una serie di leggi volte ad escludere progressivamente gli ebrei dalla vita sociale del paese, a cominciare dall’esp-ulsione degli insegnanti e degli alunni dalle scuole di ogni ordine e grado (con Regio Decreto Legge n. 1390 del 5 settembre 1938) e proseguendo attraverso il divieto di matrimonio tra italiani ed ebrei, il divieto di avere alle proprie dipen-denze domestici di razza ariana, l’esclusione dei cittadini italiani di origine ebrai-ca da tutte le pubbliche amministrazioni, società private (come banche e assicu-razioni), la revoca della cittadinanza a tutti gli ebrei stranieri entrati in Italia in data posteriore al 1919, il divieto di svolgere professioni di notaio e giornalista, il divieto per le scuole di adottare libri di testo alla cui redazione avesse partecipa-to in qualche modo un ebreo. Furono inoltre costituite, dove i numeri lo consenti-vano, a cura delle comunità ebraiche, scuole specifiche per ragazzi ebrei, unici luoghi dove gli insegnanti di origine ebraica avrebbero potuto insegnare. Fu poi introdotta la notazione di “razza ebraica” nei registri di stato civile

-Comunicato della Segreteria Politica del PNF, 25 luglio 1938 - Il Fascismo e il problema della razza-R.D.L. 5 settembre 1938, n. 1390 - Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola-R.D.L. 7 settembre 1938, n. 1381 - Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri-R.D.L. 23 settembre 1938, n. 1630 - Istituzione di scuole elementari per fanciulli di razza ebraica-Dichiarazione sulla razza, votata dal Gran Consiglio del Fascismo il 6 ottobre 1938-R.D.L. 15 novembre 1938, n. 1779 - Integrazione e coordinamento in testo unico delle norme già emanate per la difesa della razza nella scuola italiana-R.D.L. 17 novembre 1938, n. 1728 - Provvedimenti per la razza italiana-R.D.L. 29 giugno 1939, n. 1054 - Disciplina dell'esercizio delle professioni da parte dei cittadini di razza ebraica-Legge 13 luglio 1939-XVII, n. 1055 - Disposizioni in materia testamentaria nonché sulla disciplina dei cognomi, nei confronti degli appartenenti alla razza ebraica, modificata poi dalla v 28 settembre 1940-XVIII, n. 1459

Il 10 giugno 1940, con l’entrata in guerra dell’Italia vengono progressivamente arrestati e mandati nei campi di concentramento tutti gli ebrei stranieri presenti nel regno. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, con l’occupazione e la costituzione della RSI, ebbe inizio anche per gli ebrei italiani il periodo di deportazione e ster-minio, reso possibile in breve tempo grazie a tutto il lavoro di schedatura e regi-stro fatto dallo stato italiano negli anni precedenti e grazie alla collaborazione di molti italiani, sia in maniera attiva attraverso reparti militari e paramilitari della RSI sia in attraverso delazioni anonime. Sono circa 8.000 gli ebrei italiani che muoiono a causa della deportazione e dello sterminio nei campi, mentre una buona parte riesce a salvarsi riparando o in svizzera (all’incirca 6.000 individui) o superando la linea Gustav e raggiun-gendo il Regno del Sud, dove il 20 gennaio del 1944 erano state abolite le leggi razziali.

I Genocidi della Storia

Metz Yegheren - genocidio degli Armeni (1915-1916)Lo sterminio degli Armeni in Anatolia fu pianificato e realizzato dai Turchi del partito “Unità e Progresso”, al potere nell’allora Impero Ottomano dal 1908. Il genocidio iniziò nella primavera del 1915 con l’eliminazione degli uomini validi e il rastrellamento, a partire dal 24 aprile, dell’élite armena a Istanbul; infuriò nelle sette provincie orientali fino all’autunno del 1916 con la deportazione di anziani, donne e bambini, costretti a marciare verso i deserti siriani e sottoposti a massa-cri e a violenze inimmaginabili. Pochi sopravvissero. La quasi totalità degli Armeni scomparve dalla terra dove l’identità e la cultura di quel popolo si erano sviluppate nel corso di più di duemila anni.

La Shoah - genocidio degli Ebrei (1939-1945)Preparato con la negazione dei diritti civili in Germania nel 1933, il genocidio degli Ebrei è stato eseguito sistematicamente dai nazisti durante l’occupazione dei paesi europei nel corso della Seconda Guerra Mondiale, spesso con la colla-borazione dei governi loro alleati, come la Repubblica Sociale Italiana. Lo sterminio è stato attuato con l’arresto e la fucilazione immediata di intere famiglie, con la deportazione in campi di concentramento con l’internamento in ghetti in condizioni subumane e la successiva soppressione dei sopravvissuti. Nei paesi più colpiti è morto il 95% della popolazione ebraica. La cultura ebraica dell’Europa orientale (jiddish) è praticamente scomparsa.

Genocidio in Ruanda (aprile-luglio 1994)Il genocidio in Ruanda si compì tra ‘aprile e il luglio del ’94, quando gruppi militari e paramilitari di etnia Hutu, appoggiati anche da civili, sterminarono a colpi di armi da fuoco, machete, bastoni chiodati, gran parte della minoranza di origine Tutsi. A innescare il massacro fu l’abbattimento dell’aereo del presidente ruandese, Habyarimana, che tornava con il presidente del Burundi dalla Tanzania, dove si cercavano soluzioni di pace a una guerra civile che imperversava in Ruanda da almeno quattro anni. Le cause remote delle atrocità sono da ascrivere alla complessa situazione sociale, di cui non fu estraneo il ruolo del dominio coloniale europeo nell’esaltare le divisioni etniche tra Hutu e Tutsi. Il genocidio non risparmiò la componente moderata della stessa popolazione Hutu, e fu accompagnato da stupri e torture nei confronti di donne e bambine.

Genocidio in Bosnia (1992-1995)Nel marzo del 1992, in seguito a un referendum, la Bosnia si dichiarò Stato auto-nomo. La risposta dei serbi bosniaci e del governo centrale jugoslavo fu feroce: l’esercito serbo-bosniaco, appoggiato da unità paramilitari serbe, iniziò la pulizia etnica della parte orientale e settentrionale della Bosnia. Vi dovevano restare solo popolazioni serbe. Si infierì soprattutto sui musulmani bosniaci. Gli uomini furono rinchiusi in campi di concentramento e sottoposti a brutalità d’ogni tipo. Le donne subivano sistematiche e programmate violenze, ristrette in veri e propri campi di stupro. I musulmani sterminati costituiscono circa il 70% del totale delle vittime delle guerre nella ex Jugoslavia.

Nella Cultura di Massa: le Canzoni

I FilmLa Vita è Bella (1997) di Roberto Benigni – Il protagonista, Guido Orefice, toscano montanino ed ebreo, s’innamora, sul finire degli anni ’30, della maestri-na Dora, che riesce a sposare dopo molti e divertenti corteggiamenti. I due vivono i primi anni del loro matrimonio in tranquillità e hanno un figlio: Giosuè.

La loro vita viene stravolta nel 1938 dall’avvento delle leggi razziali che portano alla deportazione di migliaia di persone tra cui anche Guido e il figlioletto. Dora, nonostante non fosse ebrea, decide di seguirli volontariamente. Durante la loro permanenza al campo, per proteggere il figlio dall’orrore, Guido gli fa credere che quel che stanno vivendo è un gioco a premi con un carro armato in palio. In questo scenario originale e drammatico si svolge e si conclude la storia dei due fino al momento della liberazione. Train De Vie – Un Treno Per Vivere (1998) di Radu Mihaileanu – Il film racconta il viaggio degli abitanti di uno Shetl (villaggio ebraico dell’Europa centrale) romeno che progettano di evitare la deportazione varcando il confine con l’URSS per poi arrivare in Palestina, la terra promessa, in un modo unico e folle. Nel 1941, infatti, partono allestendo un finto convoglio ferroviario dove alcuni di loro “recitano” la parte dei tedeschi, altri quella dei deportati. Il Bambino con il Pigiama a Righe (2008) di Mark Herman – Bruno è un bambi-no di otto anni figlio di un ufficiale nazista, la cui promozione porta la famiglia a trasferirsi dalla comoda casa di Berlino in un’area desolata. Qui Bruno decisa-mente annoiato e spinto dalla curiosità, Bruno ignorando le continue indicazioni della madre, si dirige verso la ‘fattoria’ che ha visto nelle vicinanze. Incontra così Shmuel, un ragazzo della sua età, che vive un’esistenza parallela ma del tutto differente dall’altra parte del filo spinato che lo confina nel campo di concentra-mento. L’ultimo Treno (2001) di Yurek Bogayevicz – Il film, ambientato nella Cracovia occupata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, racconta la storia di un bambino ebreo che viene nascosto da un agricoltore locale come se fosse suo nipote, quindi di religione cattolica. Il tutto avviene anche grazie all’aiuto di un sacerdote compassionevole.

La chiave di Sara (2010) di Gilles Paquet-Brenner – Nelle giornate del 16 e 17 luglio 1942, gli ebrei parigini vengono arrestati dalla polizia collaborazionista francese. Fra di loro c'è anche Sarah Starzynski, una bambina di dieci anni che ha nascosto il fratellino Michel in un armadio chiuso a chiave. Cinquant'anni dopo la giornalista americana Julia Jarmond, residente in Francia, deve realizza-re un servizio proprio su quel rastrellamento. Coincidenza vuole che Julia, il marito e la figlia si stiano trasferendo in un appartamento al 36 di rue de Sainton-ge, dove i nonni del marito hanno abitato fin dall'agosto 1942. Al Mémorial sulla Shoah Julia apprende che in quella casa viveva la famiglia Starzynski: i genitori sono morti nel campo di concentramento di Auschwitz, ma nulla si sa dei figli Sarah e Michel. Convinta che Sarah sia sopravvissuta allo sterminio, Julia ne insegue le tracce scoprendone la storia fino a rintracciarne il figlio, William, all'o-scuro del suo passato, che scoprirà che Sarah era sua madre e che era ebrea.

Bent (1997) di Sean Mathias – Siamo a Berlino nel 1934, Max è un ragazzo che frequenta i cabaret della capitale del Reich e convive con Rudy, un ballerino da cabaret. Sconvolto dall'assassinio brutale, opera delle SS, di un SA con cui aveva trascorso la notte Max comincia una tragica fuga insieme a Rudy, che viene presto ucciso, e che termina a Dachau. Qui il protagonista, che porta la stella gialla degli Ebrei, incontra Horst, che porta il triangolo rosa degli omoses-suali. Insieme i due cercano di sopravvivere nel campo di concentramento.

Senza Destino (2005) di Lajos Koltai – Basato sul romanzo autobiografico di Imre Kertész, il film racconta la prigionia dello scrittore ungherese ebreo deportato, da bambino, nei campi di concentramento di Auschwitz e Buchenwald. Quella che era un'infanzia felice e spensierata si trasforma presto in una maturità dolorosa, vissuta in un vortice di crudeltà e degenera-zioni.

La zona grigia (2001) di Tim Blake Nelson – Il film fa in parte riferimento al racconto "Auschwitz: A doctor's eyewitness account" di Miklos Nyiszli. Ad Auschwitz, dove si sterminarono migliaia di ebrei, operavano anche gli Sonderkommando, particolari squadre di internati giudei che venivano costretti dagli aguzzini nazisti ad attendere al regolare funzionamento delle camere a gas. Il rifiuto significava per loro la morte, altrimenti avrebbero potuto sopravvivere qualche mese in più. Nonostante tutto ciò provano ad organizzare una rivolta, l’unica mai tentata nel campo.

Vento di Primavera (2010) di Rose Bosch – Il film si basa sulla storia di un ragazzo ebreo durante la retata del Velodromo d’Inverno (Parigi, luglio 1942). In quest’occasione gli ebrei vennero arrestati in massa dalla polizia francese, complice dei nazisti. Il titolo italiano si riferisce al nome dell’opera-zione della retata.

Conspiracy: Soluzione finale (2001) di Frank Pierson – Il 20 gennaio 1942, sulle sponde del lago Wannsee, a pochi chilometri da Berlino, viene indetta una riunione a cui prendono parte alcuni alti esponenti del partito nazista. A presiedere la riunione è il generale Heydrich, mentre l'organizza-zione e la gestione dell'evento sono affidate al colonnello Eichmann. La riunione è stata indetta per ordine di Hitler, e su mandato di Goering, per discutere la soluzione finale della questione ebraica.

Il Pianista (2002) di Roman Polanski – Un brillante pianista polacco, di religione ebraica, viene confinato nel ghetto di Varsavia dov’è costretto a subire sofferenze ed umiliazioni. Sfugge alla deportazione nascondendosi fra le rovine della città, e riuscirà a sopravvivere grazie all’aiuto di un ufficiale tedesco. Il regista, dopo aver rifiutato di dirigere Schindler’s List per il coin-volgimento troppo personale ed essendo stato anche lui deportato nei campi di concentramento, scelse nel 2002 per questa storia più leggera.

Le Poesie

Bibliografia:

-Fischer K.P., Storia dell’Olocausto. Dalle origini della giudeofobia tedesca alla soluzione finale nazista, Newton Compton Editori, Roma 2000-Hilberg R., Carnefici, vittime, spettatori, Mondadori, Milano 1994-Sarfatti M., Mussolini contro gli ebrei. Cronaca dell’elaborazione delle leggi razziali del 1938, Zamorani, Torino 1994-Browning C., Verso il genocidio. Come è stata possibile la “soluzione finale”, Il Saggiatore, Milano 1998-Arendt H., La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, Milano 1992-Traverso E. Auschwitz e gli intellettuali. La Shoah nella cultura del dopoguerra, Il Mulino, Bologna 2004-Deaglio E., La banalità del bene. Storia di Giorgio Perlasca, Feltrinelli, Milano 1991

Descrizioni delle Fotografie:1. Fotografie di deportati nei lager nazisti2. Alcuni deportati in un vagone verso i campi di concentramento3. Tabella dei triangoli che venivano cuciti alle uniformi dei deportati nei lager4. Reticolati del campo di Auschwitz I5. Alcune vignette esplicative dei luoghi non frequentabili da Ebrei6. Copertina del periodico “La Difesa della Razza” del 5 agosto 19407. Le bare di alcune vittime di Srebrenica8. Il fumo che esce da alcuni forni crematori9. Il cancello del Campo di Dachau10. Del filo spinato arrotolato a formare una chiave di violino11, 12, 13, 14, 15. Locandine dei Film

Shalom Auschwitz (Agnese Ginocchio)

E rivedo quei figlimiei compagni, fratellil’uomo di tutti i tempi

Quanti han perso la Vita per la Pacela Guerra sulla terra

Shalom Auschwitzle mie membra spezzate

corpi e cuori trafitti dai mercanti di morte.

Percorriamo le stradel’acqua mischiata a sangue

sulla terra sulla terra!

Shalom AuschwitzChi l’avrebbe pensato? Hai segnato la

Storia nella nostra MemoriaQuanti giorni allora, all’ uomo restano

ancora…di riposo

di piantoe di Se?

Quanti giorni allora, all’ uomo restano

ancoraperché PACE ritorni fra noi?

Sulle spoglie

e il sangue dei MARTIRIs'innalza il CANTO di LIBERTA’!

Sulle spoglie

e il sangue (Olocausto) dei MARTIRIs'innalza il CANTO di PACE, Sì!

Non si deve dimenticare! Anzitutto, sì, ricordare!

La Speranza di questa gente che han creduto

che l'Amore è assai più forteche va oltre

oltre la morte!

che l’Amore è sui loro Voltinei loro Cuori!

Shalom AuschwitzSi ribellano i mortigli alberi sono arsi

gli empi si sono persi

sassi e pietre dispersifumi e fiumi di fiamme

sulla terra

Shalom AuschwitzAnche per Te ho marciato

sventolando ‘Bandiere’ sopra i tetti del mondo.

Ogni guerra è una causa, causa inutile e

persa sulla terrasulla terra!

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RETE degli Studenti MEDI Veneto

Page 7: Guida al Dibatto sulla Giornata della Memoria

La Giornata della Memoria

L’istituzione di una giornata dedicata alla memoria delle vittime della Shoah in Italia si raggiunge solo a metà del 2000 quando con la legge n. 211 del 20/07/2000 il Governo Amato II istituisce la giornata commemorativa il 27 gen-naio, giorno della liberazione del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz ad opera delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa.

« Art. 1

1.La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbatti-mento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricorda-re la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzio-ne italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. Art. 21.In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono orga-nizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere. »

L’istituzione di tale giornata è accompagnata da un ricco dibattito pubblico legato sia alla scelta del giorno (il 27 gennaio diventerà il Giorno della Memoria solo il 1/11/2005 a seguito alla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite) sia alle motivazioni dell’oggetto della memoria. Le altre date proposte:Il 16 ottobre, data del rastrellamento del ghetto di Roma (il 16 ottobre 1943, dopo aver arrestato nei gironi precedenti tutti i presidi dei carabinieri della capi-tale, gli occupanti tedeschi, aiutati da collaborazionisti italiani, catturano e deportano ad Auschwitz oltre mille ebrei romani). Questa data avrebbe permes-so di focalizzare l’attenzione sulle deportazioni razziali, sottolineando le respon-sabilità anche italiane nello sterminio del popolo ebraico.Il 5 maggio, data della liberazione del campo di Mauthausen ad opera delle truppe alleate, data che avrebbe sottolineato la centralità della storia dell’antifa-scismo e delle deportazioni politiche in Italia (in quanto la maggior parte dei deportati politici Italiani finì in quel campo).

La legge, come possiamo leggere all’articolo 1 spiega molto bene cosa intende commemorare, e tra le righe con un po’ di conoscenza si possono leggere i com-promessi a cui si è dovuti giungere per la sua approvazione. Se in un primo momento è scritto chiaramente che si intende ricordare le vittime della Shoah, le leggi razziali che in Italia la hanno resa possibile, il collaborazionismo italiano che durante gli ultimi 18 mesi di guerra, attraverso i militari della Repubblica Sociale Italiana, delle Brigate Nere e altre organizzazioni militari, paramilitari e

civili ha sostenuto i tedeschi nella persecuzione agli ebrei.

Poi si parla di Italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, ma queste parole non ci devono ingannare: il testo non si sta riferendo, o almeno non è stato pensato per ricordare quegli italiani che, per opposizione politica, orientamento sessuale o altre ragioni sono stati deportati nei campi di concen-tramento o di sterminio. Bensì il legislatore si riferisce ai cosiddetti IMI (Internati Militari Italiani), ovvero tutti quei militari italiani che, dopo l’8 settembre ’43, dopo esser stati catturati dai vecchi alleati tedeschi, posti di fronte alla scelta di aderi-re alla neo costituita RSI o essere internati nei campi di concentramento scelse-ro la seconda opzione. Questa scelta fece si che chi tornò si trovasse agli occhi dello Stato italiano nella condizione di renitente alla leva e non avesse inoltre diritto al riconoscimento della prigionia (la formula IMI era stata ideata dai tede-schi proprio per non riconoscere agli italiani lo status di prigioniero di guerra, status garantito da alcune convenzioni internazionali). Si segue poi facendo riferimento a chi, in qualsiasi schieramento (quindi anche quello nazifascista) ha protetto perseguitati.

Queste diciture potevano forse essere espresse in maniera migliore. L’importa-nza della memoria certamente non deve guardare ai colori politici, ma deve sicuramente tracciare in maniera chiara alcuni confini: ci sono differenze rilevanti tra chi è stato deportato semplicemente perché era, a prescindere dalle scelte o opinioni personali, e chi messo di fronte ad una possibilità ha perseguito la propria scelta, cosa che non rende minor onore certamente, ma costiuisce una condizione basilare completamente differente dalla prima. Nella Giornata della Memoria quindi ricordiamo il genocidio sistematico del popolo ebraico (Shoah) ma anche quello di altri gruppi etnici Rom e Sinti (Porajmos, letteralmente «grande divoramento»), omosessuali, malati di mente, Pentecostali (classificati come malati di mente), Testimoni di Geova, prigionieri di guerra Sovietici, Polacchi e altre popolazioni slave (chiamati nel complesso Untermenschen), dissidenti politici del regime nazista.

Quadro storico: 1933-1945

22 marzo 1933: apertura del campo di concentramento di Dachau nei pressi di Monaco di Baviera, progettato per custodia preventiva principalmente di comu-nisti e sindacalisti, in generale oppositori al regime nazista.

14 settembre 1935: vengono pubblicate la “legge per la protezione del sangue e dell’onore tedeschi” e la “legge sulla cittadinanza del Reich”, meglio conosciute come le “leggi di Norimberga”, per mezzo delle quali viene di fatto sancita l’esc-lusione degli ebrei dalla vita sociale tedesca.

9-10 novembre 1938: le violenze naziste antisemite sfociano in una notte di indi-cibile violenza, passata alla storia come la “Notte dei Cristalli”, durante la quale centinaia di negozi ed edifici di proprietà di ebrei, comprese molte sinagoghe,

vengono distrutti.

Ottobre 1939: hanno inizio le prime deportazioni degli ebrei ad una zona di “riserva”, nel sud della Polonia, con lo scopo di liberare i territori tedeschi dalla presenza semita. In questa prima fase, la soluzione al “problema ebraico” è ancora considerata l’espulsione degli ebrei nei territori dell’est o persino extra-europei (si pensi al Madagascar).

10 dicembre 1939: viene istituito il ghetto di Lodz, in Polonia, un primo vero e proprio centro di “raccolta” della popolazione ebraica, al fine di facilitare le ope-razioni di deportazione. Questo luogo passerà alla storia come uno dei ghetti più importanti dal punto di vista dello sfruttamento della manodopera, nonché il secondo per grandezza dopo quello di Varsavia (istituito nell’estate del 1940).

20 gennaio 1942: al convegno di Wannsee gli alti gerarchi discutono i dettagli della definitiva “soluzione finale alla questione ebraica”(Endlösung der Juden-frage); in seguito alla stretta sull’immigrazione e sull’accoglienza dei profughi ebrei da parte dei principali Stati, e alla crescita della popolazione ebraica sotto il Terzo Reich dovuta alle conquiste territoriali, i capi nazisti decidono di accele-rare i rastrellamenti e di ricorrere allo sterminio di massa.

17 marzo 1942: l’operazione Reinhard guida le prime deportazioni al campo di concentramento di Belzec, il primo campo di prigionia ad essere stato adattato completamente alla causa dello sterminio di massa.

Luglio 1942: prime deportazioni al campo di concentramento di Auschwitz, destinato a diventare il più importante e tristemente noto lager nazista, primo fra tutti per numero di internati e per l’intensità dello sterminio e dello sfruttamento.

19 aprile 1943: una rivolta coinvolge numerosi abitanti del ghetto di Varsavia, il più grande d’Europa. La risposta dei tedeschi diviene uno degli episodi più violenti di repressione.

16 ottobre 1943: in seguito all’invasione tedesca, anche l’Italia conosce sulla propria pelle l’efferatezza dei nazisti; il ghetto di Roma viene rastrellato e oltre 2000 individui sono fatti prigionieri e condotti nei campi di concentramento.

27 gennaio 1945: dopo alcuni scontri le truppe sovietiche dell’Armata Rossa liberano il campo di concentramento e sterminio di Auschwitz: è il primo campo ad essere liberato. Solo ora ci si riesce a rendere conto delle reali dimensioni dello sterminio operato dai nazisti.

5 maggio 1945: viene liberato dalle truppe americane il campo di concentramen-to di Mauthausen. E’ l’ultimo campo di concentramento ad essere liberato.

Le Leggi Razziali in Italia e le Responsabilità Italiane

A distanza di circa 3 anni dalle leggi di Norimberga promulgate dalla Germania Nazista anche il fascismo Italiano decide di intraprendere un percorso autono-

mo, e in certi casi più efferato, sulla difesa della razza italiana. Così a partire dal 1938 in Italia furono decretati una serie di provvedimenti atti a limitare fortemen-te i diritti e la dignità della minoranza ebraica, che in quegli anni contava più di quarantamila persone in un paese di circa 35 milioni di abitanti.Il primo atto pubblico attraverso il quale si espresse la politica razziale e antise-mita del regime fascista fu la pubblicazione, avvenuta il 14 luglio di quello stesso anno, del “Manifesto della razza”, nel quale, al punto 9, si asseriva che “gli ebrei non sono di razza italiana”. Seguirono a partire dal settembre 1938 una serie di leggi volte ad escludere progressivamente gli ebrei dalla vita sociale del paese, a cominciare dall’esp-ulsione degli insegnanti e degli alunni dalle scuole di ogni ordine e grado (con Regio Decreto Legge n. 1390 del 5 settembre 1938) e proseguendo attraverso il divieto di matrimonio tra italiani ed ebrei, il divieto di avere alle proprie dipen-denze domestici di razza ariana, l’esclusione dei cittadini italiani di origine ebrai-ca da tutte le pubbliche amministrazioni, società private (come banche e assicu-razioni), la revoca della cittadinanza a tutti gli ebrei stranieri entrati in Italia in data posteriore al 1919, il divieto di svolgere professioni di notaio e giornalista, il divieto per le scuole di adottare libri di testo alla cui redazione avesse partecipa-to in qualche modo un ebreo. Furono inoltre costituite, dove i numeri lo consenti-vano, a cura delle comunità ebraiche, scuole specifiche per ragazzi ebrei, unici luoghi dove gli insegnanti di origine ebraica avrebbero potuto insegnare. Fu poi introdotta la notazione di “razza ebraica” nei registri di stato civile

-Comunicato della Segreteria Politica del PNF, 25 luglio 1938 - Il Fascismo e il problema della razza-R.D.L. 5 settembre 1938, n. 1390 - Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola-R.D.L. 7 settembre 1938, n. 1381 - Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri-R.D.L. 23 settembre 1938, n. 1630 - Istituzione di scuole elementari per fanciulli di razza ebraica-Dichiarazione sulla razza, votata dal Gran Consiglio del Fascismo il 6 ottobre 1938-R.D.L. 15 novembre 1938, n. 1779 - Integrazione e coordinamento in testo unico delle norme già emanate per la difesa della razza nella scuola italiana-R.D.L. 17 novembre 1938, n. 1728 - Provvedimenti per la razza italiana-R.D.L. 29 giugno 1939, n. 1054 - Disciplina dell'esercizio delle professioni da parte dei cittadini di razza ebraica-Legge 13 luglio 1939-XVII, n. 1055 - Disposizioni in materia testamentaria nonché sulla disciplina dei cognomi, nei confronti degli appartenenti alla razza ebraica, modificata poi dalla v 28 settembre 1940-XVIII, n. 1459

Il 10 giugno 1940, con l’entrata in guerra dell’Italia vengono progressivamente arrestati e mandati nei campi di concentramento tutti gli ebrei stranieri presenti nel regno. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, con l’occupazione e la costituzione della RSI, ebbe inizio anche per gli ebrei italiani il periodo di deportazione e ster-minio, reso possibile in breve tempo grazie a tutto il lavoro di schedatura e regi-stro fatto dallo stato italiano negli anni precedenti e grazie alla collaborazione di molti italiani, sia in maniera attiva attraverso reparti militari e paramilitari della RSI sia in attraverso delazioni anonime. Sono circa 8.000 gli ebrei italiani che muoiono a causa della deportazione e dello sterminio nei campi, mentre una buona parte riesce a salvarsi riparando o in svizzera (all’incirca 6.000 individui) o superando la linea Gustav e raggiun-gendo il Regno del Sud, dove il 20 gennaio del 1944 erano state abolite le leggi razziali.

I Genocidi della Storia

Metz Yegheren - genocidio degli Armeni (1915-1916)Lo sterminio degli Armeni in Anatolia fu pianificato e realizzato dai Turchi del partito “Unità e Progresso”, al potere nell’allora Impero Ottomano dal 1908. Il genocidio iniziò nella primavera del 1915 con l’eliminazione degli uomini validi e il rastrellamento, a partire dal 24 aprile, dell’élite armena a Istanbul; infuriò nelle sette provincie orientali fino all’autunno del 1916 con la deportazione di anziani, donne e bambini, costretti a marciare verso i deserti siriani e sottoposti a massa-cri e a violenze inimmaginabili. Pochi sopravvissero. La quasi totalità degli Armeni scomparve dalla terra dove l’identità e la cultura di quel popolo si erano sviluppate nel corso di più di duemila anni.

La Shoah - genocidio degli Ebrei (1939-1945)Preparato con la negazione dei diritti civili in Germania nel 1933, il genocidio degli Ebrei è stato eseguito sistematicamente dai nazisti durante l’occupazione dei paesi europei nel corso della Seconda Guerra Mondiale, spesso con la colla-borazione dei governi loro alleati, come la Repubblica Sociale Italiana. Lo sterminio è stato attuato con l’arresto e la fucilazione immediata di intere famiglie, con la deportazione in campi di concentramento con l’internamento in ghetti in condizioni subumane e la successiva soppressione dei sopravvissuti. Nei paesi più colpiti è morto il 95% della popolazione ebraica. La cultura ebraica dell’Europa orientale (jiddish) è praticamente scomparsa.

Genocidio in Ruanda (aprile-luglio 1994)Il genocidio in Ruanda si compì tra ‘aprile e il luglio del ’94, quando gruppi militari e paramilitari di etnia Hutu, appoggiati anche da civili, sterminarono a colpi di armi da fuoco, machete, bastoni chiodati, gran parte della minoranza di origine Tutsi. A innescare il massacro fu l’abbattimento dell’aereo del presidente ruandese, Habyarimana, che tornava con il presidente del Burundi dalla Tanzania, dove si cercavano soluzioni di pace a una guerra civile che imperversava in Ruanda da almeno quattro anni. Le cause remote delle atrocità sono da ascrivere alla complessa situazione sociale, di cui non fu estraneo il ruolo del dominio coloniale europeo nell’esaltare le divisioni etniche tra Hutu e Tutsi. Il genocidio non risparmiò la componente moderata della stessa popolazione Hutu, e fu accompagnato da stupri e torture nei confronti di donne e bambine.

Genocidio in Bosnia (1992-1995)Nel marzo del 1992, in seguito a un referendum, la Bosnia si dichiarò Stato auto-nomo. La risposta dei serbi bosniaci e del governo centrale jugoslavo fu feroce: l’esercito serbo-bosniaco, appoggiato da unità paramilitari serbe, iniziò la pulizia etnica della parte orientale e settentrionale della Bosnia. Vi dovevano restare solo popolazioni serbe. Si infierì soprattutto sui musulmani bosniaci. Gli uomini furono rinchiusi in campi di concentramento e sottoposti a brutalità d’ogni tipo. Le donne subivano sistematiche e programmate violenze, ristrette in veri e propri campi di stupro. I musulmani sterminati costituiscono circa il 70% del totale delle vittime delle guerre nella ex Jugoslavia.

Nella Cultura di Massa: le Canzoni

I FilmLa Vita è Bella (1997) di Roberto Benigni – Il protagonista, Guido Orefice, toscano montanino ed ebreo, s’innamora, sul finire degli anni ’30, della maestri-na Dora, che riesce a sposare dopo molti e divertenti corteggiamenti. I due vivono i primi anni del loro matrimonio in tranquillità e hanno un figlio: Giosuè.

La loro vita viene stravolta nel 1938 dall’avvento delle leggi razziali che portano alla deportazione di migliaia di persone tra cui anche Guido e il figlioletto. Dora, nonostante non fosse ebrea, decide di seguirli volontariamente. Durante la loro permanenza al campo, per proteggere il figlio dall’orrore, Guido gli fa credere che quel che stanno vivendo è un gioco a premi con un carro armato in palio. In questo scenario originale e drammatico si svolge e si conclude la storia dei due fino al momento della liberazione. Train De Vie – Un Treno Per Vivere (1998) di Radu Mihaileanu – Il film racconta il viaggio degli abitanti di uno Shetl (villaggio ebraico dell’Europa centrale) romeno che progettano di evitare la deportazione varcando il confine con l’URSS per poi arrivare in Palestina, la terra promessa, in un modo unico e folle. Nel 1941, infatti, partono allestendo un finto convoglio ferroviario dove alcuni di loro “recitano” la parte dei tedeschi, altri quella dei deportati. Il Bambino con il Pigiama a Righe (2008) di Mark Herman – Bruno è un bambi-no di otto anni figlio di un ufficiale nazista, la cui promozione porta la famiglia a trasferirsi dalla comoda casa di Berlino in un’area desolata. Qui Bruno decisa-mente annoiato e spinto dalla curiosità, Bruno ignorando le continue indicazioni della madre, si dirige verso la ‘fattoria’ che ha visto nelle vicinanze. Incontra così Shmuel, un ragazzo della sua età, che vive un’esistenza parallela ma del tutto differente dall’altra parte del filo spinato che lo confina nel campo di concentra-mento. L’ultimo Treno (2001) di Yurek Bogayevicz – Il film, ambientato nella Cracovia occupata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, racconta la storia di un bambino ebreo che viene nascosto da un agricoltore locale come se fosse suo nipote, quindi di religione cattolica. Il tutto avviene anche grazie all’aiuto di un sacerdote compassionevole.

La chiave di Sara (2010) di Gilles Paquet-Brenner – Nelle giornate del 16 e 17 luglio 1942, gli ebrei parigini vengono arrestati dalla polizia collaborazionista francese. Fra di loro c'è anche Sarah Starzynski, una bambina di dieci anni che ha nascosto il fratellino Michel in un armadio chiuso a chiave. Cinquant'anni dopo la giornalista americana Julia Jarmond, residente in Francia, deve realizza-re un servizio proprio su quel rastrellamento. Coincidenza vuole che Julia, il marito e la figlia si stiano trasferendo in un appartamento al 36 di rue de Sainton-ge, dove i nonni del marito hanno abitato fin dall'agosto 1942. Al Mémorial sulla Shoah Julia apprende che in quella casa viveva la famiglia Starzynski: i genitori sono morti nel campo di concentramento di Auschwitz, ma nulla si sa dei figli Sarah e Michel. Convinta che Sarah sia sopravvissuta allo sterminio, Julia ne insegue le tracce scoprendone la storia fino a rintracciarne il figlio, William, all'o-scuro del suo passato, che scoprirà che Sarah era sua madre e che era ebrea.

Bent (1997) di Sean Mathias – Siamo a Berlino nel 1934, Max è un ragazzo che frequenta i cabaret della capitale del Reich e convive con Rudy, un ballerino da cabaret. Sconvolto dall'assassinio brutale, opera delle SS, di un SA con cui aveva trascorso la notte Max comincia una tragica fuga insieme a Rudy, che viene presto ucciso, e che termina a Dachau. Qui il protagonista, che porta la stella gialla degli Ebrei, incontra Horst, che porta il triangolo rosa degli omoses-suali. Insieme i due cercano di sopravvivere nel campo di concentramento.

Senza Destino (2005) di Lajos Koltai – Basato sul romanzo autobiografico di Imre Kertész, il film racconta la prigionia dello scrittore ungherese ebreo deportato, da bambino, nei campi di concentramento di Auschwitz e Buchenwald. Quella che era un'infanzia felice e spensierata si trasforma presto in una maturità dolorosa, vissuta in un vortice di crudeltà e degenera-zioni.

La zona grigia (2001) di Tim Blake Nelson – Il film fa in parte riferimento al racconto "Auschwitz: A doctor's eyewitness account" di Miklos Nyiszli. Ad Auschwitz, dove si sterminarono migliaia di ebrei, operavano anche gli Sonderkommando, particolari squadre di internati giudei che venivano costretti dagli aguzzini nazisti ad attendere al regolare funzionamento delle camere a gas. Il rifiuto significava per loro la morte, altrimenti avrebbero potuto sopravvivere qualche mese in più. Nonostante tutto ciò provano ad organizzare una rivolta, l’unica mai tentata nel campo.

Vento di Primavera (2010) di Rose Bosch – Il film si basa sulla storia di un ragazzo ebreo durante la retata del Velodromo d’Inverno (Parigi, luglio 1942). In quest’occasione gli ebrei vennero arrestati in massa dalla polizia francese, complice dei nazisti. Il titolo italiano si riferisce al nome dell’opera-zione della retata.

Conspiracy: Soluzione finale (2001) di Frank Pierson – Il 20 gennaio 1942, sulle sponde del lago Wannsee, a pochi chilometri da Berlino, viene indetta una riunione a cui prendono parte alcuni alti esponenti del partito nazista. A presiedere la riunione è il generale Heydrich, mentre l'organizza-zione e la gestione dell'evento sono affidate al colonnello Eichmann. La riunione è stata indetta per ordine di Hitler, e su mandato di Goering, per discutere la soluzione finale della questione ebraica.

Il Pianista (2002) di Roman Polanski – Un brillante pianista polacco, di religione ebraica, viene confinato nel ghetto di Varsavia dov’è costretto a subire sofferenze ed umiliazioni. Sfugge alla deportazione nascondendosi fra le rovine della città, e riuscirà a sopravvivere grazie all’aiuto di un ufficiale tedesco. Il regista, dopo aver rifiutato di dirigere Schindler’s List per il coin-volgimento troppo personale ed essendo stato anche lui deportato nei campi di concentramento, scelse nel 2002 per questa storia più leggera.

Le Poesie

Bibliografia:

-Fischer K.P., Storia dell’Olocausto. Dalle origini della giudeofobia tedesca alla soluzione finale nazista, Newton Compton Editori, Roma 2000-Hilberg R., Carnefici, vittime, spettatori, Mondadori, Milano 1994-Sarfatti M., Mussolini contro gli ebrei. Cronaca dell’elaborazione delle leggi razziali del 1938, Zamorani, Torino 1994-Browning C., Verso il genocidio. Come è stata possibile la “soluzione finale”, Il Saggiatore, Milano 1998-Arendt H., La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, Milano 1992-Traverso E. Auschwitz e gli intellettuali. La Shoah nella cultura del dopoguerra, Il Mulino, Bologna 2004-Deaglio E., La banalità del bene. Storia di Giorgio Perlasca, Feltrinelli, Milano 1991

Descrizioni delle Fotografie:1. Fotografie di deportati nei lager nazisti2. Alcuni deportati in un vagone verso i campi di concentramento3. Tabella dei triangoli che venivano cuciti alle uniformi dei deportati nei lager4. Reticolati del campo di Auschwitz I5. Alcune vignette esplicative dei luoghi non frequentabili da Ebrei6. Copertina del periodico “La Difesa della Razza” del 5 agosto 19407. Le bare di alcune vittime di Srebrenica8. Il fumo che esce da alcuni forni crematori9. Il cancello del Campo di Dachau10. Del filo spinato arrotolato a formare una chiave di violino11, 12, 13, 14, 15. Locandine dei Film

Shalom Auschwitz (Agnese Ginocchio)

E rivedo quei figlimiei compagni, fratellil’uomo di tutti i tempi

Quanti han perso la Vita per la Pacela Guerra sulla terra

Shalom Auschwitzle mie membra spezzate

corpi e cuori trafitti dai mercanti di morte.

Percorriamo le stradel’acqua mischiata a sangue

sulla terra sulla terra!

Shalom AuschwitzChi l’avrebbe pensato? Hai segnato la

Storia nella nostra MemoriaQuanti giorni allora, all’ uomo restano

ancora…di riposo

di piantoe di Se?

Quanti giorni allora, all’ uomo restano

ancoraperché PACE ritorni fra noi?

Sulle spoglie

e il sangue dei MARTIRIs'innalza il CANTO di LIBERTA’!

Sulle spoglie

e il sangue (Olocausto) dei MARTIRIs'innalza il CANTO di PACE, Sì!

Non si deve dimenticare! Anzitutto, sì, ricordare!

La Speranza di questa gente che han creduto

che l'Amore è assai più forteche va oltre

oltre la morte!

che l’Amore è sui loro Voltinei loro Cuori!

Shalom AuschwitzSi ribellano i mortigli alberi sono arsi

gli empi si sono persi

sassi e pietre dispersifumi e fiumi di fiamme

sulla terra

Shalom AuschwitzAnche per Te ho marciato

sventolando ‘Bandiere’ sopra i tetti del mondo.

Ogni guerra è una causa, causa inutile e

persa sulla terrasulla terra!

7

Definizioni:

Genocidio: per genocidio si intende l’internazionale e sistematica soppressione di un gruppo nazioanle, etnico o religioso in quanto tale, senza alcun reale riferimen-to a ciò che i suoi membri fanno o pensano. Prova evidente di un piano genoci-dario è l’internazionale e sistematica soppressione dei bambini, gli innocenti per antonomasia.

*le definizioni e i testi presenti in questa pagina sono tratti da Il Giardino dei Giusti del Mondo di Padova, a cura di Federica Fasolo e Silvia Riva, Comune di Padova 2013

RETE degli Studenti MEDI Veneto

Page 8: Guida al Dibatto sulla Giornata della Memoria

La Giornata della Memoria

L’istituzione di una giornata dedicata alla memoria delle vittime della Shoah in Italia si raggiunge solo a metà del 2000 quando con la legge n. 211 del 20/07/2000 il Governo Amato II istituisce la giornata commemorativa il 27 gen-naio, giorno della liberazione del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz ad opera delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa.

« Art. 1

1.La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbatti-mento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricorda-re la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzio-ne italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. Art. 21.In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono orga-nizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere. »

L’istituzione di tale giornata è accompagnata da un ricco dibattito pubblico legato sia alla scelta del giorno (il 27 gennaio diventerà il Giorno della Memoria solo il 1/11/2005 a seguito alla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite) sia alle motivazioni dell’oggetto della memoria. Le altre date proposte:Il 16 ottobre, data del rastrellamento del ghetto di Roma (il 16 ottobre 1943, dopo aver arrestato nei gironi precedenti tutti i presidi dei carabinieri della capi-tale, gli occupanti tedeschi, aiutati da collaborazionisti italiani, catturano e deportano ad Auschwitz oltre mille ebrei romani). Questa data avrebbe permes-so di focalizzare l’attenzione sulle deportazioni razziali, sottolineando le respon-sabilità anche italiane nello sterminio del popolo ebraico.Il 5 maggio, data della liberazione del campo di Mauthausen ad opera delle truppe alleate, data che avrebbe sottolineato la centralità della storia dell’antifa-scismo e delle deportazioni politiche in Italia (in quanto la maggior parte dei deportati politici Italiani finì in quel campo).

La legge, come possiamo leggere all’articolo 1 spiega molto bene cosa intende commemorare, e tra le righe con un po’ di conoscenza si possono leggere i com-promessi a cui si è dovuti giungere per la sua approvazione. Se in un primo momento è scritto chiaramente che si intende ricordare le vittime della Shoah, le leggi razziali che in Italia la hanno resa possibile, il collaborazionismo italiano che durante gli ultimi 18 mesi di guerra, attraverso i militari della Repubblica Sociale Italiana, delle Brigate Nere e altre organizzazioni militari, paramilitari e

civili ha sostenuto i tedeschi nella persecuzione agli ebrei.

Poi si parla di Italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, ma queste parole non ci devono ingannare: il testo non si sta riferendo, o almeno non è stato pensato per ricordare quegli italiani che, per opposizione politica, orientamento sessuale o altre ragioni sono stati deportati nei campi di concen-tramento o di sterminio. Bensì il legislatore si riferisce ai cosiddetti IMI (Internati Militari Italiani), ovvero tutti quei militari italiani che, dopo l’8 settembre ’43, dopo esser stati catturati dai vecchi alleati tedeschi, posti di fronte alla scelta di aderi-re alla neo costituita RSI o essere internati nei campi di concentramento scelse-ro la seconda opzione. Questa scelta fece si che chi tornò si trovasse agli occhi dello Stato italiano nella condizione di renitente alla leva e non avesse inoltre diritto al riconoscimento della prigionia (la formula IMI era stata ideata dai tede-schi proprio per non riconoscere agli italiani lo status di prigioniero di guerra, status garantito da alcune convenzioni internazionali). Si segue poi facendo riferimento a chi, in qualsiasi schieramento (quindi anche quello nazifascista) ha protetto perseguitati.

Queste diciture potevano forse essere espresse in maniera migliore. L’importa-nza della memoria certamente non deve guardare ai colori politici, ma deve sicuramente tracciare in maniera chiara alcuni confini: ci sono differenze rilevanti tra chi è stato deportato semplicemente perché era, a prescindere dalle scelte o opinioni personali, e chi messo di fronte ad una possibilità ha perseguito la propria scelta, cosa che non rende minor onore certamente, ma costiuisce una condizione basilare completamente differente dalla prima. Nella Giornata della Memoria quindi ricordiamo il genocidio sistematico del popolo ebraico (Shoah) ma anche quello di altri gruppi etnici Rom e Sinti (Porajmos, letteralmente «grande divoramento»), omosessuali, malati di mente, Pentecostali (classificati come malati di mente), Testimoni di Geova, prigionieri di guerra Sovietici, Polacchi e altre popolazioni slave (chiamati nel complesso Untermenschen), dissidenti politici del regime nazista.

Quadro storico: 1933-1945

22 marzo 1933: apertura del campo di concentramento di Dachau nei pressi di Monaco di Baviera, progettato per custodia preventiva principalmente di comu-nisti e sindacalisti, in generale oppositori al regime nazista.

14 settembre 1935: vengono pubblicate la “legge per la protezione del sangue e dell’onore tedeschi” e la “legge sulla cittadinanza del Reich”, meglio conosciute come le “leggi di Norimberga”, per mezzo delle quali viene di fatto sancita l’esc-lusione degli ebrei dalla vita sociale tedesca.

9-10 novembre 1938: le violenze naziste antisemite sfociano in una notte di indi-cibile violenza, passata alla storia come la “Notte dei Cristalli”, durante la quale centinaia di negozi ed edifici di proprietà di ebrei, comprese molte sinagoghe,

vengono distrutti.

Ottobre 1939: hanno inizio le prime deportazioni degli ebrei ad una zona di “riserva”, nel sud della Polonia, con lo scopo di liberare i territori tedeschi dalla presenza semita. In questa prima fase, la soluzione al “problema ebraico” è ancora considerata l’espulsione degli ebrei nei territori dell’est o persino extra-europei (si pensi al Madagascar).

10 dicembre 1939: viene istituito il ghetto di Lodz, in Polonia, un primo vero e proprio centro di “raccolta” della popolazione ebraica, al fine di facilitare le ope-razioni di deportazione. Questo luogo passerà alla storia come uno dei ghetti più importanti dal punto di vista dello sfruttamento della manodopera, nonché il secondo per grandezza dopo quello di Varsavia (istituito nell’estate del 1940).

20 gennaio 1942: al convegno di Wannsee gli alti gerarchi discutono i dettagli della definitiva “soluzione finale alla questione ebraica”(Endlösung der Juden-frage); in seguito alla stretta sull’immigrazione e sull’accoglienza dei profughi ebrei da parte dei principali Stati, e alla crescita della popolazione ebraica sotto il Terzo Reich dovuta alle conquiste territoriali, i capi nazisti decidono di accele-rare i rastrellamenti e di ricorrere allo sterminio di massa.

17 marzo 1942: l’operazione Reinhard guida le prime deportazioni al campo di concentramento di Belzec, il primo campo di prigionia ad essere stato adattato completamente alla causa dello sterminio di massa.

Luglio 1942: prime deportazioni al campo di concentramento di Auschwitz, destinato a diventare il più importante e tristemente noto lager nazista, primo fra tutti per numero di internati e per l’intensità dello sterminio e dello sfruttamento.

19 aprile 1943: una rivolta coinvolge numerosi abitanti del ghetto di Varsavia, il più grande d’Europa. La risposta dei tedeschi diviene uno degli episodi più violenti di repressione.

16 ottobre 1943: in seguito all’invasione tedesca, anche l’Italia conosce sulla propria pelle l’efferatezza dei nazisti; il ghetto di Roma viene rastrellato e oltre 2000 individui sono fatti prigionieri e condotti nei campi di concentramento.

27 gennaio 1945: dopo alcuni scontri le truppe sovietiche dell’Armata Rossa liberano il campo di concentramento e sterminio di Auschwitz: è il primo campo ad essere liberato. Solo ora ci si riesce a rendere conto delle reali dimensioni dello sterminio operato dai nazisti.

5 maggio 1945: viene liberato dalle truppe americane il campo di concentramen-to di Mauthausen. E’ l’ultimo campo di concentramento ad essere liberato.

Le Leggi Razziali in Italia e le Responsabilità Italiane

A distanza di circa 3 anni dalle leggi di Norimberga promulgate dalla Germania Nazista anche il fascismo Italiano decide di intraprendere un percorso autono-

mo, e in certi casi più efferato, sulla difesa della razza italiana. Così a partire dal 1938 in Italia furono decretati una serie di provvedimenti atti a limitare fortemen-te i diritti e la dignità della minoranza ebraica, che in quegli anni contava più di quarantamila persone in un paese di circa 35 milioni di abitanti.Il primo atto pubblico attraverso il quale si espresse la politica razziale e antise-mita del regime fascista fu la pubblicazione, avvenuta il 14 luglio di quello stesso anno, del “Manifesto della razza”, nel quale, al punto 9, si asseriva che “gli ebrei non sono di razza italiana”. Seguirono a partire dal settembre 1938 una serie di leggi volte ad escludere progressivamente gli ebrei dalla vita sociale del paese, a cominciare dall’esp-ulsione degli insegnanti e degli alunni dalle scuole di ogni ordine e grado (con Regio Decreto Legge n. 1390 del 5 settembre 1938) e proseguendo attraverso il divieto di matrimonio tra italiani ed ebrei, il divieto di avere alle proprie dipen-denze domestici di razza ariana, l’esclusione dei cittadini italiani di origine ebrai-ca da tutte le pubbliche amministrazioni, società private (come banche e assicu-razioni), la revoca della cittadinanza a tutti gli ebrei stranieri entrati in Italia in data posteriore al 1919, il divieto di svolgere professioni di notaio e giornalista, il divieto per le scuole di adottare libri di testo alla cui redazione avesse partecipa-to in qualche modo un ebreo. Furono inoltre costituite, dove i numeri lo consenti-vano, a cura delle comunità ebraiche, scuole specifiche per ragazzi ebrei, unici luoghi dove gli insegnanti di origine ebraica avrebbero potuto insegnare. Fu poi introdotta la notazione di “razza ebraica” nei registri di stato civile

-Comunicato della Segreteria Politica del PNF, 25 luglio 1938 - Il Fascismo e il problema della razza-R.D.L. 5 settembre 1938, n. 1390 - Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola-R.D.L. 7 settembre 1938, n. 1381 - Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri-R.D.L. 23 settembre 1938, n. 1630 - Istituzione di scuole elementari per fanciulli di razza ebraica-Dichiarazione sulla razza, votata dal Gran Consiglio del Fascismo il 6 ottobre 1938-R.D.L. 15 novembre 1938, n. 1779 - Integrazione e coordinamento in testo unico delle norme già emanate per la difesa della razza nella scuola italiana-R.D.L. 17 novembre 1938, n. 1728 - Provvedimenti per la razza italiana-R.D.L. 29 giugno 1939, n. 1054 - Disciplina dell'esercizio delle professioni da parte dei cittadini di razza ebraica-Legge 13 luglio 1939-XVII, n. 1055 - Disposizioni in materia testamentaria nonché sulla disciplina dei cognomi, nei confronti degli appartenenti alla razza ebraica, modificata poi dalla v 28 settembre 1940-XVIII, n. 1459

Il 10 giugno 1940, con l’entrata in guerra dell’Italia vengono progressivamente arrestati e mandati nei campi di concentramento tutti gli ebrei stranieri presenti nel regno. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, con l’occupazione e la costituzione della RSI, ebbe inizio anche per gli ebrei italiani il periodo di deportazione e ster-minio, reso possibile in breve tempo grazie a tutto il lavoro di schedatura e regi-stro fatto dallo stato italiano negli anni precedenti e grazie alla collaborazione di molti italiani, sia in maniera attiva attraverso reparti militari e paramilitari della RSI sia in attraverso delazioni anonime. Sono circa 8.000 gli ebrei italiani che muoiono a causa della deportazione e dello sterminio nei campi, mentre una buona parte riesce a salvarsi riparando o in svizzera (all’incirca 6.000 individui) o superando la linea Gustav e raggiun-gendo il Regno del Sud, dove il 20 gennaio del 1944 erano state abolite le leggi razziali.

I Genocidi della Storia

Metz Yegheren - genocidio degli Armeni (1915-1916)Lo sterminio degli Armeni in Anatolia fu pianificato e realizzato dai Turchi del partito “Unità e Progresso”, al potere nell’allora Impero Ottomano dal 1908. Il genocidio iniziò nella primavera del 1915 con l’eliminazione degli uomini validi e il rastrellamento, a partire dal 24 aprile, dell’élite armena a Istanbul; infuriò nelle sette provincie orientali fino all’autunno del 1916 con la deportazione di anziani, donne e bambini, costretti a marciare verso i deserti siriani e sottoposti a massa-cri e a violenze inimmaginabili. Pochi sopravvissero. La quasi totalità degli Armeni scomparve dalla terra dove l’identità e la cultura di quel popolo si erano sviluppate nel corso di più di duemila anni.

La Shoah - genocidio degli Ebrei (1939-1945)Preparato con la negazione dei diritti civili in Germania nel 1933, il genocidio degli Ebrei è stato eseguito sistematicamente dai nazisti durante l’occupazione dei paesi europei nel corso della Seconda Guerra Mondiale, spesso con la colla-borazione dei governi loro alleati, come la Repubblica Sociale Italiana. Lo sterminio è stato attuato con l’arresto e la fucilazione immediata di intere famiglie, con la deportazione in campi di concentramento con l’internamento in ghetti in condizioni subumane e la successiva soppressione dei sopravvissuti. Nei paesi più colpiti è morto il 95% della popolazione ebraica. La cultura ebraica dell’Europa orientale (jiddish) è praticamente scomparsa.

Genocidio in Ruanda (aprile-luglio 1994)Il genocidio in Ruanda si compì tra ‘aprile e il luglio del ’94, quando gruppi militari e paramilitari di etnia Hutu, appoggiati anche da civili, sterminarono a colpi di armi da fuoco, machete, bastoni chiodati, gran parte della minoranza di origine Tutsi. A innescare il massacro fu l’abbattimento dell’aereo del presidente ruandese, Habyarimana, che tornava con il presidente del Burundi dalla Tanzania, dove si cercavano soluzioni di pace a una guerra civile che imperversava in Ruanda da almeno quattro anni. Le cause remote delle atrocità sono da ascrivere alla complessa situazione sociale, di cui non fu estraneo il ruolo del dominio coloniale europeo nell’esaltare le divisioni etniche tra Hutu e Tutsi. Il genocidio non risparmiò la componente moderata della stessa popolazione Hutu, e fu accompagnato da stupri e torture nei confronti di donne e bambine.

Genocidio in Bosnia (1992-1995)Nel marzo del 1992, in seguito a un referendum, la Bosnia si dichiarò Stato auto-nomo. La risposta dei serbi bosniaci e del governo centrale jugoslavo fu feroce: l’esercito serbo-bosniaco, appoggiato da unità paramilitari serbe, iniziò la pulizia etnica della parte orientale e settentrionale della Bosnia. Vi dovevano restare solo popolazioni serbe. Si infierì soprattutto sui musulmani bosniaci. Gli uomini furono rinchiusi in campi di concentramento e sottoposti a brutalità d’ogni tipo. Le donne subivano sistematiche e programmate violenze, ristrette in veri e propri campi di stupro. I musulmani sterminati costituiscono circa il 70% del totale delle vittime delle guerre nella ex Jugoslavia.

Nella Cultura di Massa: le Canzoni

I FilmLa Vita è Bella (1997) di Roberto Benigni – Il protagonista, Guido Orefice, toscano montanino ed ebreo, s’innamora, sul finire degli anni ’30, della maestri-na Dora, che riesce a sposare dopo molti e divertenti corteggiamenti. I due vivono i primi anni del loro matrimonio in tranquillità e hanno un figlio: Giosuè.

La loro vita viene stravolta nel 1938 dall’avvento delle leggi razziali che portano alla deportazione di migliaia di persone tra cui anche Guido e il figlioletto. Dora, nonostante non fosse ebrea, decide di seguirli volontariamente. Durante la loro permanenza al campo, per proteggere il figlio dall’orrore, Guido gli fa credere che quel che stanno vivendo è un gioco a premi con un carro armato in palio. In questo scenario originale e drammatico si svolge e si conclude la storia dei due fino al momento della liberazione. Train De Vie – Un Treno Per Vivere (1998) di Radu Mihaileanu – Il film racconta il viaggio degli abitanti di uno Shetl (villaggio ebraico dell’Europa centrale) romeno che progettano di evitare la deportazione varcando il confine con l’URSS per poi arrivare in Palestina, la terra promessa, in un modo unico e folle. Nel 1941, infatti, partono allestendo un finto convoglio ferroviario dove alcuni di loro “recitano” la parte dei tedeschi, altri quella dei deportati. Il Bambino con il Pigiama a Righe (2008) di Mark Herman – Bruno è un bambi-no di otto anni figlio di un ufficiale nazista, la cui promozione porta la famiglia a trasferirsi dalla comoda casa di Berlino in un’area desolata. Qui Bruno decisa-mente annoiato e spinto dalla curiosità, Bruno ignorando le continue indicazioni della madre, si dirige verso la ‘fattoria’ che ha visto nelle vicinanze. Incontra così Shmuel, un ragazzo della sua età, che vive un’esistenza parallela ma del tutto differente dall’altra parte del filo spinato che lo confina nel campo di concentra-mento. L’ultimo Treno (2001) di Yurek Bogayevicz – Il film, ambientato nella Cracovia occupata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, racconta la storia di un bambino ebreo che viene nascosto da un agricoltore locale come se fosse suo nipote, quindi di religione cattolica. Il tutto avviene anche grazie all’aiuto di un sacerdote compassionevole.

La chiave di Sara (2010) di Gilles Paquet-Brenner – Nelle giornate del 16 e 17 luglio 1942, gli ebrei parigini vengono arrestati dalla polizia collaborazionista francese. Fra di loro c'è anche Sarah Starzynski, una bambina di dieci anni che ha nascosto il fratellino Michel in un armadio chiuso a chiave. Cinquant'anni dopo la giornalista americana Julia Jarmond, residente in Francia, deve realizza-re un servizio proprio su quel rastrellamento. Coincidenza vuole che Julia, il marito e la figlia si stiano trasferendo in un appartamento al 36 di rue de Sainton-ge, dove i nonni del marito hanno abitato fin dall'agosto 1942. Al Mémorial sulla Shoah Julia apprende che in quella casa viveva la famiglia Starzynski: i genitori sono morti nel campo di concentramento di Auschwitz, ma nulla si sa dei figli Sarah e Michel. Convinta che Sarah sia sopravvissuta allo sterminio, Julia ne insegue le tracce scoprendone la storia fino a rintracciarne il figlio, William, all'o-scuro del suo passato, che scoprirà che Sarah era sua madre e che era ebrea.

Bent (1997) di Sean Mathias – Siamo a Berlino nel 1934, Max è un ragazzo che frequenta i cabaret della capitale del Reich e convive con Rudy, un ballerino da cabaret. Sconvolto dall'assassinio brutale, opera delle SS, di un SA con cui aveva trascorso la notte Max comincia una tragica fuga insieme a Rudy, che viene presto ucciso, e che termina a Dachau. Qui il protagonista, che porta la stella gialla degli Ebrei, incontra Horst, che porta il triangolo rosa degli omoses-suali. Insieme i due cercano di sopravvivere nel campo di concentramento.

Senza Destino (2005) di Lajos Koltai – Basato sul romanzo autobiografico di Imre Kertész, il film racconta la prigionia dello scrittore ungherese ebreo deportato, da bambino, nei campi di concentramento di Auschwitz e Buchenwald. Quella che era un'infanzia felice e spensierata si trasforma presto in una maturità dolorosa, vissuta in un vortice di crudeltà e degenera-zioni.

La zona grigia (2001) di Tim Blake Nelson – Il film fa in parte riferimento al racconto "Auschwitz: A doctor's eyewitness account" di Miklos Nyiszli. Ad Auschwitz, dove si sterminarono migliaia di ebrei, operavano anche gli Sonderkommando, particolari squadre di internati giudei che venivano costretti dagli aguzzini nazisti ad attendere al regolare funzionamento delle camere a gas. Il rifiuto significava per loro la morte, altrimenti avrebbero potuto sopravvivere qualche mese in più. Nonostante tutto ciò provano ad organizzare una rivolta, l’unica mai tentata nel campo.

Vento di Primavera (2010) di Rose Bosch – Il film si basa sulla storia di un ragazzo ebreo durante la retata del Velodromo d’Inverno (Parigi, luglio 1942). In quest’occasione gli ebrei vennero arrestati in massa dalla polizia francese, complice dei nazisti. Il titolo italiano si riferisce al nome dell’opera-zione della retata.

Conspiracy: Soluzione finale (2001) di Frank Pierson – Il 20 gennaio 1942, sulle sponde del lago Wannsee, a pochi chilometri da Berlino, viene indetta una riunione a cui prendono parte alcuni alti esponenti del partito nazista. A presiedere la riunione è il generale Heydrich, mentre l'organizza-zione e la gestione dell'evento sono affidate al colonnello Eichmann. La riunione è stata indetta per ordine di Hitler, e su mandato di Goering, per discutere la soluzione finale della questione ebraica.

Il Pianista (2002) di Roman Polanski – Un brillante pianista polacco, di religione ebraica, viene confinato nel ghetto di Varsavia dov’è costretto a subire sofferenze ed umiliazioni. Sfugge alla deportazione nascondendosi fra le rovine della città, e riuscirà a sopravvivere grazie all’aiuto di un ufficiale tedesco. Il regista, dopo aver rifiutato di dirigere Schindler’s List per il coin-volgimento troppo personale ed essendo stato anche lui deportato nei campi di concentramento, scelse nel 2002 per questa storia più leggera.

Le Poesie

Bibliografia:

-Fischer K.P., Storia dell’Olocausto. Dalle origini della giudeofobia tedesca alla soluzione finale nazista, Newton Compton Editori, Roma 2000-Hilberg R., Carnefici, vittime, spettatori, Mondadori, Milano 1994-Sarfatti M., Mussolini contro gli ebrei. Cronaca dell’elaborazione delle leggi razziali del 1938, Zamorani, Torino 1994-Browning C., Verso il genocidio. Come è stata possibile la “soluzione finale”, Il Saggiatore, Milano 1998-Arendt H., La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, Milano 1992-Traverso E. Auschwitz e gli intellettuali. La Shoah nella cultura del dopoguerra, Il Mulino, Bologna 2004-Deaglio E., La banalità del bene. Storia di Giorgio Perlasca, Feltrinelli, Milano 1991

Descrizioni delle Fotografie:1. Fotografie di deportati nei lager nazisti2. Alcuni deportati in un vagone verso i campi di concentramento3. Tabella dei triangoli che venivano cuciti alle uniformi dei deportati nei lager4. Reticolati del campo di Auschwitz I5. Alcune vignette esplicative dei luoghi non frequentabili da Ebrei6. Copertina del periodico “La Difesa della Razza” del 5 agosto 19407. Le bare di alcune vittime di Srebrenica8. Il fumo che esce da alcuni forni crematori9. Il cancello del Campo di Dachau10. Del filo spinato arrotolato a formare una chiave di violino11, 12, 13, 14, 15. Locandine dei Film

Il Carmelo Di Echt (Franco Battiato)

E per vivere in solitudine nella pace e nel silenzio

ai confini della realtà,mentre ad Auschwitz soffiava forte il vento

e ventilava la pietà,hai lasciato le cose del mondo,

il pensiero profondo dai voli insondabili,per una luce che sentivi dentro, le verità

invisibili.

Dove sarà Edith Stein?Dove sarà?

I mattini di maggio riempivano l'aria

i profumi nei chiostri del carmelo di Echt.Dentro la clausura qualcuno che passava

selezionava gli angeli.E nel tuo desiderio di cielo una voce

nell'aria si udì:gli ebrei non sono uomini.

E sopra un camion o una motocicletta che sia

ti portarono ad Auschwitz.

Dove sarà Edith Stein?Dove sarà?

E per vivere in solitudine nella pace e nel

silenzionel carmelo di Echt.

Shalom Auschwitz (Agnese Ginocchio)

E rivedo quei figlimiei compagni, fratellil’uomo di tutti i tempi

Quanti han perso la Vita per la Pacela Guerra sulla terra

Shalom Auschwitzle mie membra spezzate

corpi e cuori trafitti dai mercanti di morte.

Percorriamo le stradel’acqua mischiata a sangue

sulla terra sulla terra!

Shalom AuschwitzChi l’avrebbe pensato? Hai segnato la

Storia nella nostra MemoriaQuanti giorni allora, all’ uomo restano

ancora…di riposo

di piantoe di Se?

Quanti giorni allora, all’ uomo restano

ancoraperché PACE ritorni fra noi?

Sulle spoglie

e il sangue dei MARTIRIs'innalza il CANTO di LIBERTA’!

Sulle spoglie

e il sangue (Olocausto) dei MARTIRIs'innalza il CANTO di PACE, Sì!

Non si deve dimenticare! Anzitutto, sì, ricordare!

La Speranza di questa gente che han creduto

che l'Amore è assai più forteche va oltre

oltre la morte!

che l’Amore è sui loro Voltinei loro Cuori!

Shalom AuschwitzSi ribellano i mortigli alberi sono arsi

gli empi si sono persi

sassi e pietre dispersifumi e fiumi di fiamme

sulla terra

Shalom AuschwitzAnche per Te ho marciato

sventolando ‘Bandiere’ sopra i tetti del mondo.

Ogni guerra è una causa, causa inutile e

persa sulla terrasulla terra!

8 Auschwitz (Francesco Guccini)

Son morto con altri centoson morto ch'ero bambino

passato per il caminoe adesso sono nel vento.

Ad Auschwitz c'era la neveil fumo saliva lento

nel freddo giorno d'invernoe adesso sono nel vento.

Ad Auschwitz tante personema un solo grande silenzioè strano non riesco ancoraa sorridere qui nel vento.

Io chiedo come può l'uomouccidere un suo fratelloeppure siamo a milioni

in polvere qui nel vento.

Ancora tuona il cannoneancora non è contento

di sangue la belva umanae ancora ci porta il vento.

Io chiedo quando saràche l'uomo potrà impararea vivere senza ammazzare

e il vento si poserà.

RETE degli Studenti MEDI Veneto

Page 9: Guida al Dibatto sulla Giornata della Memoria

La Giornata della Memoria

L’istituzione di una giornata dedicata alla memoria delle vittime della Shoah in Italia si raggiunge solo a metà del 2000 quando con la legge n. 211 del 20/07/2000 il Governo Amato II istituisce la giornata commemorativa il 27 gen-naio, giorno della liberazione del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz ad opera delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa.

« Art. 1

1.La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbatti-mento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricorda-re la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzio-ne italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. Art. 21.In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono orga-nizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere. »

L’istituzione di tale giornata è accompagnata da un ricco dibattito pubblico legato sia alla scelta del giorno (il 27 gennaio diventerà il Giorno della Memoria solo il 1/11/2005 a seguito alla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite) sia alle motivazioni dell’oggetto della memoria. Le altre date proposte:Il 16 ottobre, data del rastrellamento del ghetto di Roma (il 16 ottobre 1943, dopo aver arrestato nei gironi precedenti tutti i presidi dei carabinieri della capi-tale, gli occupanti tedeschi, aiutati da collaborazionisti italiani, catturano e deportano ad Auschwitz oltre mille ebrei romani). Questa data avrebbe permes-so di focalizzare l’attenzione sulle deportazioni razziali, sottolineando le respon-sabilità anche italiane nello sterminio del popolo ebraico.Il 5 maggio, data della liberazione del campo di Mauthausen ad opera delle truppe alleate, data che avrebbe sottolineato la centralità della storia dell’antifa-scismo e delle deportazioni politiche in Italia (in quanto la maggior parte dei deportati politici Italiani finì in quel campo).

La legge, come possiamo leggere all’articolo 1 spiega molto bene cosa intende commemorare, e tra le righe con un po’ di conoscenza si possono leggere i com-promessi a cui si è dovuti giungere per la sua approvazione. Se in un primo momento è scritto chiaramente che si intende ricordare le vittime della Shoah, le leggi razziali che in Italia la hanno resa possibile, il collaborazionismo italiano che durante gli ultimi 18 mesi di guerra, attraverso i militari della Repubblica Sociale Italiana, delle Brigate Nere e altre organizzazioni militari, paramilitari e

civili ha sostenuto i tedeschi nella persecuzione agli ebrei.

Poi si parla di Italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, ma queste parole non ci devono ingannare: il testo non si sta riferendo, o almeno non è stato pensato per ricordare quegli italiani che, per opposizione politica, orientamento sessuale o altre ragioni sono stati deportati nei campi di concen-tramento o di sterminio. Bensì il legislatore si riferisce ai cosiddetti IMI (Internati Militari Italiani), ovvero tutti quei militari italiani che, dopo l’8 settembre ’43, dopo esser stati catturati dai vecchi alleati tedeschi, posti di fronte alla scelta di aderi-re alla neo costituita RSI o essere internati nei campi di concentramento scelse-ro la seconda opzione. Questa scelta fece si che chi tornò si trovasse agli occhi dello Stato italiano nella condizione di renitente alla leva e non avesse inoltre diritto al riconoscimento della prigionia (la formula IMI era stata ideata dai tede-schi proprio per non riconoscere agli italiani lo status di prigioniero di guerra, status garantito da alcune convenzioni internazionali). Si segue poi facendo riferimento a chi, in qualsiasi schieramento (quindi anche quello nazifascista) ha protetto perseguitati.

Queste diciture potevano forse essere espresse in maniera migliore. L’importa-nza della memoria certamente non deve guardare ai colori politici, ma deve sicuramente tracciare in maniera chiara alcuni confini: ci sono differenze rilevanti tra chi è stato deportato semplicemente perché era, a prescindere dalle scelte o opinioni personali, e chi messo di fronte ad una possibilità ha perseguito la propria scelta, cosa che non rende minor onore certamente, ma costiuisce una condizione basilare completamente differente dalla prima. Nella Giornata della Memoria quindi ricordiamo il genocidio sistematico del popolo ebraico (Shoah) ma anche quello di altri gruppi etnici Rom e Sinti (Porajmos, letteralmente «grande divoramento»), omosessuali, malati di mente, Pentecostali (classificati come malati di mente), Testimoni di Geova, prigionieri di guerra Sovietici, Polacchi e altre popolazioni slave (chiamati nel complesso Untermenschen), dissidenti politici del regime nazista.

Quadro storico: 1933-1945

22 marzo 1933: apertura del campo di concentramento di Dachau nei pressi di Monaco di Baviera, progettato per custodia preventiva principalmente di comu-nisti e sindacalisti, in generale oppositori al regime nazista.

14 settembre 1935: vengono pubblicate la “legge per la protezione del sangue e dell’onore tedeschi” e la “legge sulla cittadinanza del Reich”, meglio conosciute come le “leggi di Norimberga”, per mezzo delle quali viene di fatto sancita l’esc-lusione degli ebrei dalla vita sociale tedesca.

9-10 novembre 1938: le violenze naziste antisemite sfociano in una notte di indi-cibile violenza, passata alla storia come la “Notte dei Cristalli”, durante la quale centinaia di negozi ed edifici di proprietà di ebrei, comprese molte sinagoghe,

vengono distrutti.

Ottobre 1939: hanno inizio le prime deportazioni degli ebrei ad una zona di “riserva”, nel sud della Polonia, con lo scopo di liberare i territori tedeschi dalla presenza semita. In questa prima fase, la soluzione al “problema ebraico” è ancora considerata l’espulsione degli ebrei nei territori dell’est o persino extra-europei (si pensi al Madagascar).

10 dicembre 1939: viene istituito il ghetto di Lodz, in Polonia, un primo vero e proprio centro di “raccolta” della popolazione ebraica, al fine di facilitare le ope-razioni di deportazione. Questo luogo passerà alla storia come uno dei ghetti più importanti dal punto di vista dello sfruttamento della manodopera, nonché il secondo per grandezza dopo quello di Varsavia (istituito nell’estate del 1940).

20 gennaio 1942: al convegno di Wannsee gli alti gerarchi discutono i dettagli della definitiva “soluzione finale alla questione ebraica”(Endlösung der Juden-frage); in seguito alla stretta sull’immigrazione e sull’accoglienza dei profughi ebrei da parte dei principali Stati, e alla crescita della popolazione ebraica sotto il Terzo Reich dovuta alle conquiste territoriali, i capi nazisti decidono di accele-rare i rastrellamenti e di ricorrere allo sterminio di massa.

17 marzo 1942: l’operazione Reinhard guida le prime deportazioni al campo di concentramento di Belzec, il primo campo di prigionia ad essere stato adattato completamente alla causa dello sterminio di massa.

Luglio 1942: prime deportazioni al campo di concentramento di Auschwitz, destinato a diventare il più importante e tristemente noto lager nazista, primo fra tutti per numero di internati e per l’intensità dello sterminio e dello sfruttamento.

19 aprile 1943: una rivolta coinvolge numerosi abitanti del ghetto di Varsavia, il più grande d’Europa. La risposta dei tedeschi diviene uno degli episodi più violenti di repressione.

16 ottobre 1943: in seguito all’invasione tedesca, anche l’Italia conosce sulla propria pelle l’efferatezza dei nazisti; il ghetto di Roma viene rastrellato e oltre 2000 individui sono fatti prigionieri e condotti nei campi di concentramento.

27 gennaio 1945: dopo alcuni scontri le truppe sovietiche dell’Armata Rossa liberano il campo di concentramento e sterminio di Auschwitz: è il primo campo ad essere liberato. Solo ora ci si riesce a rendere conto delle reali dimensioni dello sterminio operato dai nazisti.

5 maggio 1945: viene liberato dalle truppe americane il campo di concentramen-to di Mauthausen. E’ l’ultimo campo di concentramento ad essere liberato.

Le Leggi Razziali in Italia e le Responsabilità Italiane

A distanza di circa 3 anni dalle leggi di Norimberga promulgate dalla Germania Nazista anche il fascismo Italiano decide di intraprendere un percorso autono-

mo, e in certi casi più efferato, sulla difesa della razza italiana. Così a partire dal 1938 in Italia furono decretati una serie di provvedimenti atti a limitare fortemen-te i diritti e la dignità della minoranza ebraica, che in quegli anni contava più di quarantamila persone in un paese di circa 35 milioni di abitanti.Il primo atto pubblico attraverso il quale si espresse la politica razziale e antise-mita del regime fascista fu la pubblicazione, avvenuta il 14 luglio di quello stesso anno, del “Manifesto della razza”, nel quale, al punto 9, si asseriva che “gli ebrei non sono di razza italiana”. Seguirono a partire dal settembre 1938 una serie di leggi volte ad escludere progressivamente gli ebrei dalla vita sociale del paese, a cominciare dall’esp-ulsione degli insegnanti e degli alunni dalle scuole di ogni ordine e grado (con Regio Decreto Legge n. 1390 del 5 settembre 1938) e proseguendo attraverso il divieto di matrimonio tra italiani ed ebrei, il divieto di avere alle proprie dipen-denze domestici di razza ariana, l’esclusione dei cittadini italiani di origine ebrai-ca da tutte le pubbliche amministrazioni, società private (come banche e assicu-razioni), la revoca della cittadinanza a tutti gli ebrei stranieri entrati in Italia in data posteriore al 1919, il divieto di svolgere professioni di notaio e giornalista, il divieto per le scuole di adottare libri di testo alla cui redazione avesse partecipa-to in qualche modo un ebreo. Furono inoltre costituite, dove i numeri lo consenti-vano, a cura delle comunità ebraiche, scuole specifiche per ragazzi ebrei, unici luoghi dove gli insegnanti di origine ebraica avrebbero potuto insegnare. Fu poi introdotta la notazione di “razza ebraica” nei registri di stato civile

-Comunicato della Segreteria Politica del PNF, 25 luglio 1938 - Il Fascismo e il problema della razza-R.D.L. 5 settembre 1938, n. 1390 - Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola-R.D.L. 7 settembre 1938, n. 1381 - Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri-R.D.L. 23 settembre 1938, n. 1630 - Istituzione di scuole elementari per fanciulli di razza ebraica-Dichiarazione sulla razza, votata dal Gran Consiglio del Fascismo il 6 ottobre 1938-R.D.L. 15 novembre 1938, n. 1779 - Integrazione e coordinamento in testo unico delle norme già emanate per la difesa della razza nella scuola italiana-R.D.L. 17 novembre 1938, n. 1728 - Provvedimenti per la razza italiana-R.D.L. 29 giugno 1939, n. 1054 - Disciplina dell'esercizio delle professioni da parte dei cittadini di razza ebraica-Legge 13 luglio 1939-XVII, n. 1055 - Disposizioni in materia testamentaria nonché sulla disciplina dei cognomi, nei confronti degli appartenenti alla razza ebraica, modificata poi dalla v 28 settembre 1940-XVIII, n. 1459

Il 10 giugno 1940, con l’entrata in guerra dell’Italia vengono progressivamente arrestati e mandati nei campi di concentramento tutti gli ebrei stranieri presenti nel regno. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, con l’occupazione e la costituzione della RSI, ebbe inizio anche per gli ebrei italiani il periodo di deportazione e ster-minio, reso possibile in breve tempo grazie a tutto il lavoro di schedatura e regi-stro fatto dallo stato italiano negli anni precedenti e grazie alla collaborazione di molti italiani, sia in maniera attiva attraverso reparti militari e paramilitari della RSI sia in attraverso delazioni anonime. Sono circa 8.000 gli ebrei italiani che muoiono a causa della deportazione e dello sterminio nei campi, mentre una buona parte riesce a salvarsi riparando o in svizzera (all’incirca 6.000 individui) o superando la linea Gustav e raggiun-gendo il Regno del Sud, dove il 20 gennaio del 1944 erano state abolite le leggi razziali.

I Genocidi della Storia

Metz Yegheren - genocidio degli Armeni (1915-1916)Lo sterminio degli Armeni in Anatolia fu pianificato e realizzato dai Turchi del partito “Unità e Progresso”, al potere nell’allora Impero Ottomano dal 1908. Il genocidio iniziò nella primavera del 1915 con l’eliminazione degli uomini validi e il rastrellamento, a partire dal 24 aprile, dell’élite armena a Istanbul; infuriò nelle sette provincie orientali fino all’autunno del 1916 con la deportazione di anziani, donne e bambini, costretti a marciare verso i deserti siriani e sottoposti a massa-cri e a violenze inimmaginabili. Pochi sopravvissero. La quasi totalità degli Armeni scomparve dalla terra dove l’identità e la cultura di quel popolo si erano sviluppate nel corso di più di duemila anni.

La Shoah - genocidio degli Ebrei (1939-1945)Preparato con la negazione dei diritti civili in Germania nel 1933, il genocidio degli Ebrei è stato eseguito sistematicamente dai nazisti durante l’occupazione dei paesi europei nel corso della Seconda Guerra Mondiale, spesso con la colla-borazione dei governi loro alleati, come la Repubblica Sociale Italiana. Lo sterminio è stato attuato con l’arresto e la fucilazione immediata di intere famiglie, con la deportazione in campi di concentramento con l’internamento in ghetti in condizioni subumane e la successiva soppressione dei sopravvissuti. Nei paesi più colpiti è morto il 95% della popolazione ebraica. La cultura ebraica dell’Europa orientale (jiddish) è praticamente scomparsa.

Genocidio in Ruanda (aprile-luglio 1994)Il genocidio in Ruanda si compì tra ‘aprile e il luglio del ’94, quando gruppi militari e paramilitari di etnia Hutu, appoggiati anche da civili, sterminarono a colpi di armi da fuoco, machete, bastoni chiodati, gran parte della minoranza di origine Tutsi. A innescare il massacro fu l’abbattimento dell’aereo del presidente ruandese, Habyarimana, che tornava con il presidente del Burundi dalla Tanzania, dove si cercavano soluzioni di pace a una guerra civile che imperversava in Ruanda da almeno quattro anni. Le cause remote delle atrocità sono da ascrivere alla complessa situazione sociale, di cui non fu estraneo il ruolo del dominio coloniale europeo nell’esaltare le divisioni etniche tra Hutu e Tutsi. Il genocidio non risparmiò la componente moderata della stessa popolazione Hutu, e fu accompagnato da stupri e torture nei confronti di donne e bambine.

Genocidio in Bosnia (1992-1995)Nel marzo del 1992, in seguito a un referendum, la Bosnia si dichiarò Stato auto-nomo. La risposta dei serbi bosniaci e del governo centrale jugoslavo fu feroce: l’esercito serbo-bosniaco, appoggiato da unità paramilitari serbe, iniziò la pulizia etnica della parte orientale e settentrionale della Bosnia. Vi dovevano restare solo popolazioni serbe. Si infierì soprattutto sui musulmani bosniaci. Gli uomini furono rinchiusi in campi di concentramento e sottoposti a brutalità d’ogni tipo. Le donne subivano sistematiche e programmate violenze, ristrette in veri e propri campi di stupro. I musulmani sterminati costituiscono circa il 70% del totale delle vittime delle guerre nella ex Jugoslavia.

Nella Cultura di Massa: le Canzoni

I FilmLa Vita è Bella (1997) di Roberto Benigni – Il protagonista, Guido Orefice, toscano montanino ed ebreo, s’innamora, sul finire degli anni ’30, della maestri-na Dora, che riesce a sposare dopo molti e divertenti corteggiamenti. I due vivono i primi anni del loro matrimonio in tranquillità e hanno un figlio: Giosuè.

La loro vita viene stravolta nel 1938 dall’avvento delle leggi razziali che portano alla deportazione di migliaia di persone tra cui anche Guido e il figlioletto. Dora, nonostante non fosse ebrea, decide di seguirli volontariamente. Durante la loro permanenza al campo, per proteggere il figlio dall’orrore, Guido gli fa credere che quel che stanno vivendo è un gioco a premi con un carro armato in palio. In questo scenario originale e drammatico si svolge e si conclude la storia dei due fino al momento della liberazione. Train De Vie – Un Treno Per Vivere (1998) di Radu Mihaileanu – Il film racconta il viaggio degli abitanti di uno Shetl (villaggio ebraico dell’Europa centrale) romeno che progettano di evitare la deportazione varcando il confine con l’URSS per poi arrivare in Palestina, la terra promessa, in un modo unico e folle. Nel 1941, infatti, partono allestendo un finto convoglio ferroviario dove alcuni di loro “recitano” la parte dei tedeschi, altri quella dei deportati. Il Bambino con il Pigiama a Righe (2008) di Mark Herman – Bruno è un bambi-no di otto anni figlio di un ufficiale nazista, la cui promozione porta la famiglia a trasferirsi dalla comoda casa di Berlino in un’area desolata. Qui Bruno decisa-mente annoiato e spinto dalla curiosità, Bruno ignorando le continue indicazioni della madre, si dirige verso la ‘fattoria’ che ha visto nelle vicinanze. Incontra così Shmuel, un ragazzo della sua età, che vive un’esistenza parallela ma del tutto differente dall’altra parte del filo spinato che lo confina nel campo di concentra-mento. L’ultimo Treno (2001) di Yurek Bogayevicz – Il film, ambientato nella Cracovia occupata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, racconta la storia di un bambino ebreo che viene nascosto da un agricoltore locale come se fosse suo nipote, quindi di religione cattolica. Il tutto avviene anche grazie all’aiuto di un sacerdote compassionevole.

La chiave di Sara (2010) di Gilles Paquet-Brenner – Nelle giornate del 16 e 17 luglio 1942, gli ebrei parigini vengono arrestati dalla polizia collaborazionista francese. Fra di loro c'è anche Sarah Starzynski, una bambina di dieci anni che ha nascosto il fratellino Michel in un armadio chiuso a chiave. Cinquant'anni dopo la giornalista americana Julia Jarmond, residente in Francia, deve realizza-re un servizio proprio su quel rastrellamento. Coincidenza vuole che Julia, il marito e la figlia si stiano trasferendo in un appartamento al 36 di rue de Sainton-ge, dove i nonni del marito hanno abitato fin dall'agosto 1942. Al Mémorial sulla Shoah Julia apprende che in quella casa viveva la famiglia Starzynski: i genitori sono morti nel campo di concentramento di Auschwitz, ma nulla si sa dei figli Sarah e Michel. Convinta che Sarah sia sopravvissuta allo sterminio, Julia ne insegue le tracce scoprendone la storia fino a rintracciarne il figlio, William, all'o-scuro del suo passato, che scoprirà che Sarah era sua madre e che era ebrea.

Bent (1997) di Sean Mathias – Siamo a Berlino nel 1934, Max è un ragazzo che frequenta i cabaret della capitale del Reich e convive con Rudy, un ballerino da cabaret. Sconvolto dall'assassinio brutale, opera delle SS, di un SA con cui aveva trascorso la notte Max comincia una tragica fuga insieme a Rudy, che viene presto ucciso, e che termina a Dachau. Qui il protagonista, che porta la stella gialla degli Ebrei, incontra Horst, che porta il triangolo rosa degli omoses-suali. Insieme i due cercano di sopravvivere nel campo di concentramento.

Senza Destino (2005) di Lajos Koltai – Basato sul romanzo autobiografico di Imre Kertész, il film racconta la prigionia dello scrittore ungherese ebreo deportato, da bambino, nei campi di concentramento di Auschwitz e Buchenwald. Quella che era un'infanzia felice e spensierata si trasforma presto in una maturità dolorosa, vissuta in un vortice di crudeltà e degenera-zioni.

La zona grigia (2001) di Tim Blake Nelson – Il film fa in parte riferimento al racconto "Auschwitz: A doctor's eyewitness account" di Miklos Nyiszli. Ad Auschwitz, dove si sterminarono migliaia di ebrei, operavano anche gli Sonderkommando, particolari squadre di internati giudei che venivano costretti dagli aguzzini nazisti ad attendere al regolare funzionamento delle camere a gas. Il rifiuto significava per loro la morte, altrimenti avrebbero potuto sopravvivere qualche mese in più. Nonostante tutto ciò provano ad organizzare una rivolta, l’unica mai tentata nel campo.

Vento di Primavera (2010) di Rose Bosch – Il film si basa sulla storia di un ragazzo ebreo durante la retata del Velodromo d’Inverno (Parigi, luglio 1942). In quest’occasione gli ebrei vennero arrestati in massa dalla polizia francese, complice dei nazisti. Il titolo italiano si riferisce al nome dell’opera-zione della retata.

Conspiracy: Soluzione finale (2001) di Frank Pierson – Il 20 gennaio 1942, sulle sponde del lago Wannsee, a pochi chilometri da Berlino, viene indetta una riunione a cui prendono parte alcuni alti esponenti del partito nazista. A presiedere la riunione è il generale Heydrich, mentre l'organizza-zione e la gestione dell'evento sono affidate al colonnello Eichmann. La riunione è stata indetta per ordine di Hitler, e su mandato di Goering, per discutere la soluzione finale della questione ebraica.

Il Pianista (2002) di Roman Polanski – Un brillante pianista polacco, di religione ebraica, viene confinato nel ghetto di Varsavia dov’è costretto a subire sofferenze ed umiliazioni. Sfugge alla deportazione nascondendosi fra le rovine della città, e riuscirà a sopravvivere grazie all’aiuto di un ufficiale tedesco. Il regista, dopo aver rifiutato di dirigere Schindler’s List per il coin-volgimento troppo personale ed essendo stato anche lui deportato nei campi di concentramento, scelse nel 2002 per questa storia più leggera.

Le Poesie

Bibliografia:

-Fischer K.P., Storia dell’Olocausto. Dalle origini della giudeofobia tedesca alla soluzione finale nazista, Newton Compton Editori, Roma 2000-Hilberg R., Carnefici, vittime, spettatori, Mondadori, Milano 1994-Sarfatti M., Mussolini contro gli ebrei. Cronaca dell’elaborazione delle leggi razziali del 1938, Zamorani, Torino 1994-Browning C., Verso il genocidio. Come è stata possibile la “soluzione finale”, Il Saggiatore, Milano 1998-Arendt H., La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, Milano 1992-Traverso E. Auschwitz e gli intellettuali. La Shoah nella cultura del dopoguerra, Il Mulino, Bologna 2004-Deaglio E., La banalità del bene. Storia di Giorgio Perlasca, Feltrinelli, Milano 1991

Descrizioni delle Fotografie:1. Fotografie di deportati nei lager nazisti2. Alcuni deportati in un vagone verso i campi di concentramento3. Tabella dei triangoli che venivano cuciti alle uniformi dei deportati nei lager4. Reticolati del campo di Auschwitz I5. Alcune vignette esplicative dei luoghi non frequentabili da Ebrei6. Copertina del periodico “La Difesa della Razza” del 5 agosto 19407. Le bare di alcune vittime di Srebrenica8. Il fumo che esce da alcuni forni crematori9. Il cancello del Campo di Dachau10. Del filo spinato arrotolato a formare una chiave di violino11, 12, 13, 14, 15. Locandine dei Film

Shalom Auschwitz (Agnese Ginocchio)

E rivedo quei figlimiei compagni, fratellil’uomo di tutti i tempi

Quanti han perso la Vita per la Pacela Guerra sulla terra

Shalom Auschwitzle mie membra spezzate

corpi e cuori trafitti dai mercanti di morte.

Percorriamo le stradel’acqua mischiata a sangue

sulla terra sulla terra!

Shalom AuschwitzChi l’avrebbe pensato? Hai segnato la

Storia nella nostra MemoriaQuanti giorni allora, all’ uomo restano

ancora…di riposo

Numeri Da Scaricare (Francesco De Gre-gori)

Guarda quel trenoChe sta arrivando da lontano

Guarda quel trenoChe sta arrivando da lontano

È nero come il fumo

E sta arrivando piano piano

Sai che cosa c'è?Non c'è niente da vedere su quel treno

Sai che cosa c'è?Non c'è niente da guardare dal finestrino

Solo madri senza latteE cenere dal camino

C'è odore di bruciatoE bambini soldato sepolti in piedi

C'è odore di bruciato

E bambini soldato sepolti in piediPuoi pure non guardare

Ma non è possibile che non vedi

Nessuno che ti chiamaNessuno che ti chiede se vuoi ballare

Nessuno che ti chiamaE nessuno che ti chiede se vuoi ballare

Sei fuori dalle speseE ti ci devi abituare

È gente come te e meO sono numeri da scaricare

È gente come te e meO sono numeri da scaricare

È l'inferno che avanzaMa non ti devi preoccupare

di piantoe di Se?

Quanti giorni allora, all’ uomo restano

ancoraperché PACE ritorni fra noi?

Sulle spoglie

e il sangue dei MARTIRIs'innalza il CANTO di LIBERTA’!

Sulle spoglie

e il sangue (Olocausto) dei MARTIRIs'innalza il CANTO di PACE, Sì!

Non si deve dimenticare! Anzitutto, sì, ricordare!

La Speranza di questa gente che han creduto

che l'Amore è assai più forteche va oltre

oltre la morte!

che l’Amore è sui loro Voltinei loro Cuori!

Shalom AuschwitzSi ribellano i mortigli alberi sono arsi

gli empi si sono persi

sassi e pietre dispersifumi e fiumi di fiamme

sulla terra

Shalom AuschwitzAnche per Te ho marciato

sventolando ‘Bandiere’ sopra i tetti del mondo.

Ogni guerra è una causa, causa inutile e

persa sulla terrasulla terra!

9

RETE degli Studenti MEDI Veneto

Page 10: Guida al Dibatto sulla Giornata della Memoria

La Giornata della Memoria

L’istituzione di una giornata dedicata alla memoria delle vittime della Shoah in Italia si raggiunge solo a metà del 2000 quando con la legge n. 211 del 20/07/2000 il Governo Amato II istituisce la giornata commemorativa il 27 gen-naio, giorno della liberazione del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz ad opera delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa.

« Art. 1

1.La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbatti-mento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricorda-re la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzio-ne italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. Art. 21.In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono orga-nizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere. »

L’istituzione di tale giornata è accompagnata da un ricco dibattito pubblico legato sia alla scelta del giorno (il 27 gennaio diventerà il Giorno della Memoria solo il 1/11/2005 a seguito alla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite) sia alle motivazioni dell’oggetto della memoria. Le altre date proposte:Il 16 ottobre, data del rastrellamento del ghetto di Roma (il 16 ottobre 1943, dopo aver arrestato nei gironi precedenti tutti i presidi dei carabinieri della capi-tale, gli occupanti tedeschi, aiutati da collaborazionisti italiani, catturano e deportano ad Auschwitz oltre mille ebrei romani). Questa data avrebbe permes-so di focalizzare l’attenzione sulle deportazioni razziali, sottolineando le respon-sabilità anche italiane nello sterminio del popolo ebraico.Il 5 maggio, data della liberazione del campo di Mauthausen ad opera delle truppe alleate, data che avrebbe sottolineato la centralità della storia dell’antifa-scismo e delle deportazioni politiche in Italia (in quanto la maggior parte dei deportati politici Italiani finì in quel campo).

La legge, come possiamo leggere all’articolo 1 spiega molto bene cosa intende commemorare, e tra le righe con un po’ di conoscenza si possono leggere i com-promessi a cui si è dovuti giungere per la sua approvazione. Se in un primo momento è scritto chiaramente che si intende ricordare le vittime della Shoah, le leggi razziali che in Italia la hanno resa possibile, il collaborazionismo italiano che durante gli ultimi 18 mesi di guerra, attraverso i militari della Repubblica Sociale Italiana, delle Brigate Nere e altre organizzazioni militari, paramilitari e

civili ha sostenuto i tedeschi nella persecuzione agli ebrei.

Poi si parla di Italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, ma queste parole non ci devono ingannare: il testo non si sta riferendo, o almeno non è stato pensato per ricordare quegli italiani che, per opposizione politica, orientamento sessuale o altre ragioni sono stati deportati nei campi di concen-tramento o di sterminio. Bensì il legislatore si riferisce ai cosiddetti IMI (Internati Militari Italiani), ovvero tutti quei militari italiani che, dopo l’8 settembre ’43, dopo esser stati catturati dai vecchi alleati tedeschi, posti di fronte alla scelta di aderi-re alla neo costituita RSI o essere internati nei campi di concentramento scelse-ro la seconda opzione. Questa scelta fece si che chi tornò si trovasse agli occhi dello Stato italiano nella condizione di renitente alla leva e non avesse inoltre diritto al riconoscimento della prigionia (la formula IMI era stata ideata dai tede-schi proprio per non riconoscere agli italiani lo status di prigioniero di guerra, status garantito da alcune convenzioni internazionali). Si segue poi facendo riferimento a chi, in qualsiasi schieramento (quindi anche quello nazifascista) ha protetto perseguitati.

Queste diciture potevano forse essere espresse in maniera migliore. L’importa-nza della memoria certamente non deve guardare ai colori politici, ma deve sicuramente tracciare in maniera chiara alcuni confini: ci sono differenze rilevanti tra chi è stato deportato semplicemente perché era, a prescindere dalle scelte o opinioni personali, e chi messo di fronte ad una possibilità ha perseguito la propria scelta, cosa che non rende minor onore certamente, ma costiuisce una condizione basilare completamente differente dalla prima. Nella Giornata della Memoria quindi ricordiamo il genocidio sistematico del popolo ebraico (Shoah) ma anche quello di altri gruppi etnici Rom e Sinti (Porajmos, letteralmente «grande divoramento»), omosessuali, malati di mente, Pentecostali (classificati come malati di mente), Testimoni di Geova, prigionieri di guerra Sovietici, Polacchi e altre popolazioni slave (chiamati nel complesso Untermenschen), dissidenti politici del regime nazista.

Quadro storico: 1933-1945

22 marzo 1933: apertura del campo di concentramento di Dachau nei pressi di Monaco di Baviera, progettato per custodia preventiva principalmente di comu-nisti e sindacalisti, in generale oppositori al regime nazista.

14 settembre 1935: vengono pubblicate la “legge per la protezione del sangue e dell’onore tedeschi” e la “legge sulla cittadinanza del Reich”, meglio conosciute come le “leggi di Norimberga”, per mezzo delle quali viene di fatto sancita l’esc-lusione degli ebrei dalla vita sociale tedesca.

9-10 novembre 1938: le violenze naziste antisemite sfociano in una notte di indi-cibile violenza, passata alla storia come la “Notte dei Cristalli”, durante la quale centinaia di negozi ed edifici di proprietà di ebrei, comprese molte sinagoghe,

vengono distrutti.

Ottobre 1939: hanno inizio le prime deportazioni degli ebrei ad una zona di “riserva”, nel sud della Polonia, con lo scopo di liberare i territori tedeschi dalla presenza semita. In questa prima fase, la soluzione al “problema ebraico” è ancora considerata l’espulsione degli ebrei nei territori dell’est o persino extra-europei (si pensi al Madagascar).

10 dicembre 1939: viene istituito il ghetto di Lodz, in Polonia, un primo vero e proprio centro di “raccolta” della popolazione ebraica, al fine di facilitare le ope-razioni di deportazione. Questo luogo passerà alla storia come uno dei ghetti più importanti dal punto di vista dello sfruttamento della manodopera, nonché il secondo per grandezza dopo quello di Varsavia (istituito nell’estate del 1940).

20 gennaio 1942: al convegno di Wannsee gli alti gerarchi discutono i dettagli della definitiva “soluzione finale alla questione ebraica”(Endlösung der Juden-frage); in seguito alla stretta sull’immigrazione e sull’accoglienza dei profughi ebrei da parte dei principali Stati, e alla crescita della popolazione ebraica sotto il Terzo Reich dovuta alle conquiste territoriali, i capi nazisti decidono di accele-rare i rastrellamenti e di ricorrere allo sterminio di massa.

17 marzo 1942: l’operazione Reinhard guida le prime deportazioni al campo di concentramento di Belzec, il primo campo di prigionia ad essere stato adattato completamente alla causa dello sterminio di massa.

Luglio 1942: prime deportazioni al campo di concentramento di Auschwitz, destinato a diventare il più importante e tristemente noto lager nazista, primo fra tutti per numero di internati e per l’intensità dello sterminio e dello sfruttamento.

19 aprile 1943: una rivolta coinvolge numerosi abitanti del ghetto di Varsavia, il più grande d’Europa. La risposta dei tedeschi diviene uno degli episodi più violenti di repressione.

16 ottobre 1943: in seguito all’invasione tedesca, anche l’Italia conosce sulla propria pelle l’efferatezza dei nazisti; il ghetto di Roma viene rastrellato e oltre 2000 individui sono fatti prigionieri e condotti nei campi di concentramento.

27 gennaio 1945: dopo alcuni scontri le truppe sovietiche dell’Armata Rossa liberano il campo di concentramento e sterminio di Auschwitz: è il primo campo ad essere liberato. Solo ora ci si riesce a rendere conto delle reali dimensioni dello sterminio operato dai nazisti.

5 maggio 1945: viene liberato dalle truppe americane il campo di concentramen-to di Mauthausen. E’ l’ultimo campo di concentramento ad essere liberato.

Le Leggi Razziali in Italia e le Responsabilità Italiane

A distanza di circa 3 anni dalle leggi di Norimberga promulgate dalla Germania Nazista anche il fascismo Italiano decide di intraprendere un percorso autono-

mo, e in certi casi più efferato, sulla difesa della razza italiana. Così a partire dal 1938 in Italia furono decretati una serie di provvedimenti atti a limitare fortemen-te i diritti e la dignità della minoranza ebraica, che in quegli anni contava più di quarantamila persone in un paese di circa 35 milioni di abitanti.Il primo atto pubblico attraverso il quale si espresse la politica razziale e antise-mita del regime fascista fu la pubblicazione, avvenuta il 14 luglio di quello stesso anno, del “Manifesto della razza”, nel quale, al punto 9, si asseriva che “gli ebrei non sono di razza italiana”. Seguirono a partire dal settembre 1938 una serie di leggi volte ad escludere progressivamente gli ebrei dalla vita sociale del paese, a cominciare dall’esp-ulsione degli insegnanti e degli alunni dalle scuole di ogni ordine e grado (con Regio Decreto Legge n. 1390 del 5 settembre 1938) e proseguendo attraverso il divieto di matrimonio tra italiani ed ebrei, il divieto di avere alle proprie dipen-denze domestici di razza ariana, l’esclusione dei cittadini italiani di origine ebrai-ca da tutte le pubbliche amministrazioni, società private (come banche e assicu-razioni), la revoca della cittadinanza a tutti gli ebrei stranieri entrati in Italia in data posteriore al 1919, il divieto di svolgere professioni di notaio e giornalista, il divieto per le scuole di adottare libri di testo alla cui redazione avesse partecipa-to in qualche modo un ebreo. Furono inoltre costituite, dove i numeri lo consenti-vano, a cura delle comunità ebraiche, scuole specifiche per ragazzi ebrei, unici luoghi dove gli insegnanti di origine ebraica avrebbero potuto insegnare. Fu poi introdotta la notazione di “razza ebraica” nei registri di stato civile

-Comunicato della Segreteria Politica del PNF, 25 luglio 1938 - Il Fascismo e il problema della razza-R.D.L. 5 settembre 1938, n. 1390 - Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola-R.D.L. 7 settembre 1938, n. 1381 - Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri-R.D.L. 23 settembre 1938, n. 1630 - Istituzione di scuole elementari per fanciulli di razza ebraica-Dichiarazione sulla razza, votata dal Gran Consiglio del Fascismo il 6 ottobre 1938-R.D.L. 15 novembre 1938, n. 1779 - Integrazione e coordinamento in testo unico delle norme già emanate per la difesa della razza nella scuola italiana-R.D.L. 17 novembre 1938, n. 1728 - Provvedimenti per la razza italiana-R.D.L. 29 giugno 1939, n. 1054 - Disciplina dell'esercizio delle professioni da parte dei cittadini di razza ebraica-Legge 13 luglio 1939-XVII, n. 1055 - Disposizioni in materia testamentaria nonché sulla disciplina dei cognomi, nei confronti degli appartenenti alla razza ebraica, modificata poi dalla v 28 settembre 1940-XVIII, n. 1459

Il 10 giugno 1940, con l’entrata in guerra dell’Italia vengono progressivamente arrestati e mandati nei campi di concentramento tutti gli ebrei stranieri presenti nel regno. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, con l’occupazione e la costituzione della RSI, ebbe inizio anche per gli ebrei italiani il periodo di deportazione e ster-minio, reso possibile in breve tempo grazie a tutto il lavoro di schedatura e regi-stro fatto dallo stato italiano negli anni precedenti e grazie alla collaborazione di molti italiani, sia in maniera attiva attraverso reparti militari e paramilitari della RSI sia in attraverso delazioni anonime. Sono circa 8.000 gli ebrei italiani che muoiono a causa della deportazione e dello sterminio nei campi, mentre una buona parte riesce a salvarsi riparando o in svizzera (all’incirca 6.000 individui) o superando la linea Gustav e raggiun-gendo il Regno del Sud, dove il 20 gennaio del 1944 erano state abolite le leggi razziali.

I Genocidi della Storia

Metz Yegheren - genocidio degli Armeni (1915-1916)Lo sterminio degli Armeni in Anatolia fu pianificato e realizzato dai Turchi del partito “Unità e Progresso”, al potere nell’allora Impero Ottomano dal 1908. Il genocidio iniziò nella primavera del 1915 con l’eliminazione degli uomini validi e il rastrellamento, a partire dal 24 aprile, dell’élite armena a Istanbul; infuriò nelle sette provincie orientali fino all’autunno del 1916 con la deportazione di anziani, donne e bambini, costretti a marciare verso i deserti siriani e sottoposti a massa-cri e a violenze inimmaginabili. Pochi sopravvissero. La quasi totalità degli Armeni scomparve dalla terra dove l’identità e la cultura di quel popolo si erano sviluppate nel corso di più di duemila anni.

La Shoah - genocidio degli Ebrei (1939-1945)Preparato con la negazione dei diritti civili in Germania nel 1933, il genocidio degli Ebrei è stato eseguito sistematicamente dai nazisti durante l’occupazione dei paesi europei nel corso della Seconda Guerra Mondiale, spesso con la colla-borazione dei governi loro alleati, come la Repubblica Sociale Italiana. Lo sterminio è stato attuato con l’arresto e la fucilazione immediata di intere famiglie, con la deportazione in campi di concentramento con l’internamento in ghetti in condizioni subumane e la successiva soppressione dei sopravvissuti. Nei paesi più colpiti è morto il 95% della popolazione ebraica. La cultura ebraica dell’Europa orientale (jiddish) è praticamente scomparsa.

Genocidio in Ruanda (aprile-luglio 1994)Il genocidio in Ruanda si compì tra ‘aprile e il luglio del ’94, quando gruppi militari e paramilitari di etnia Hutu, appoggiati anche da civili, sterminarono a colpi di armi da fuoco, machete, bastoni chiodati, gran parte della minoranza di origine Tutsi. A innescare il massacro fu l’abbattimento dell’aereo del presidente ruandese, Habyarimana, che tornava con il presidente del Burundi dalla Tanzania, dove si cercavano soluzioni di pace a una guerra civile che imperversava in Ruanda da almeno quattro anni. Le cause remote delle atrocità sono da ascrivere alla complessa situazione sociale, di cui non fu estraneo il ruolo del dominio coloniale europeo nell’esaltare le divisioni etniche tra Hutu e Tutsi. Il genocidio non risparmiò la componente moderata della stessa popolazione Hutu, e fu accompagnato da stupri e torture nei confronti di donne e bambine.

Genocidio in Bosnia (1992-1995)Nel marzo del 1992, in seguito a un referendum, la Bosnia si dichiarò Stato auto-nomo. La risposta dei serbi bosniaci e del governo centrale jugoslavo fu feroce: l’esercito serbo-bosniaco, appoggiato da unità paramilitari serbe, iniziò la pulizia etnica della parte orientale e settentrionale della Bosnia. Vi dovevano restare solo popolazioni serbe. Si infierì soprattutto sui musulmani bosniaci. Gli uomini furono rinchiusi in campi di concentramento e sottoposti a brutalità d’ogni tipo. Le donne subivano sistematiche e programmate violenze, ristrette in veri e propri campi di stupro. I musulmani sterminati costituiscono circa il 70% del totale delle vittime delle guerre nella ex Jugoslavia.

Nella Cultura di Massa: le Canzoni

I FilmLa Vita è Bella (1997) di Roberto Benigni – Il protagonista, Guido Orefice, toscano montanino ed ebreo, s’innamora, sul finire degli anni ’30, della maestri-na Dora, che riesce a sposare dopo molti e divertenti corteggiamenti. I due vivono i primi anni del loro matrimonio in tranquillità e hanno un figlio: Giosuè.

La loro vita viene stravolta nel 1938 dall’avvento delle leggi razziali che portano alla deportazione di migliaia di persone tra cui anche Guido e il figlioletto. Dora, nonostante non fosse ebrea, decide di seguirli volontariamente. Durante la loro permanenza al campo, per proteggere il figlio dall’orrore, Guido gli fa credere che quel che stanno vivendo è un gioco a premi con un carro armato in palio. In questo scenario originale e drammatico si svolge e si conclude la storia dei due fino al momento della liberazione. Train De Vie – Un Treno Per Vivere (1998) di Radu Mihaileanu – Il film racconta il viaggio degli abitanti di uno Shetl (villaggio ebraico dell’Europa centrale) romeno che progettano di evitare la deportazione varcando il confine con l’URSS per poi arrivare in Palestina, la terra promessa, in un modo unico e folle. Nel 1941, infatti, partono allestendo un finto convoglio ferroviario dove alcuni di loro “recitano” la parte dei tedeschi, altri quella dei deportati. Il Bambino con il Pigiama a Righe (2008) di Mark Herman – Bruno è un bambi-no di otto anni figlio di un ufficiale nazista, la cui promozione porta la famiglia a trasferirsi dalla comoda casa di Berlino in un’area desolata. Qui Bruno decisa-mente annoiato e spinto dalla curiosità, Bruno ignorando le continue indicazioni della madre, si dirige verso la ‘fattoria’ che ha visto nelle vicinanze. Incontra così Shmuel, un ragazzo della sua età, che vive un’esistenza parallela ma del tutto differente dall’altra parte del filo spinato che lo confina nel campo di concentra-mento. L’ultimo Treno (2001) di Yurek Bogayevicz – Il film, ambientato nella Cracovia occupata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, racconta la storia di un bambino ebreo che viene nascosto da un agricoltore locale come se fosse suo nipote, quindi di religione cattolica. Il tutto avviene anche grazie all’aiuto di un sacerdote compassionevole.

La chiave di Sara (2010) di Gilles Paquet-Brenner – Nelle giornate del 16 e 17 luglio 1942, gli ebrei parigini vengono arrestati dalla polizia collaborazionista francese. Fra di loro c'è anche Sarah Starzynski, una bambina di dieci anni che ha nascosto il fratellino Michel in un armadio chiuso a chiave. Cinquant'anni dopo la giornalista americana Julia Jarmond, residente in Francia, deve realizza-re un servizio proprio su quel rastrellamento. Coincidenza vuole che Julia, il marito e la figlia si stiano trasferendo in un appartamento al 36 di rue de Sainton-ge, dove i nonni del marito hanno abitato fin dall'agosto 1942. Al Mémorial sulla Shoah Julia apprende che in quella casa viveva la famiglia Starzynski: i genitori sono morti nel campo di concentramento di Auschwitz, ma nulla si sa dei figli Sarah e Michel. Convinta che Sarah sia sopravvissuta allo sterminio, Julia ne insegue le tracce scoprendone la storia fino a rintracciarne il figlio, William, all'o-scuro del suo passato, che scoprirà che Sarah era sua madre e che era ebrea.

Bent (1997) di Sean Mathias – Siamo a Berlino nel 1934, Max è un ragazzo che frequenta i cabaret della capitale del Reich e convive con Rudy, un ballerino da cabaret. Sconvolto dall'assassinio brutale, opera delle SS, di un SA con cui aveva trascorso la notte Max comincia una tragica fuga insieme a Rudy, che viene presto ucciso, e che termina a Dachau. Qui il protagonista, che porta la stella gialla degli Ebrei, incontra Horst, che porta il triangolo rosa degli omoses-suali. Insieme i due cercano di sopravvivere nel campo di concentramento.

Senza Destino (2005) di Lajos Koltai – Basato sul romanzo autobiografico di Imre Kertész, il film racconta la prigionia dello scrittore ungherese ebreo deportato, da bambino, nei campi di concentramento di Auschwitz e Buchenwald. Quella che era un'infanzia felice e spensierata si trasforma presto in una maturità dolorosa, vissuta in un vortice di crudeltà e degenera-zioni.

La zona grigia (2001) di Tim Blake Nelson – Il film fa in parte riferimento al racconto "Auschwitz: A doctor's eyewitness account" di Miklos Nyiszli. Ad Auschwitz, dove si sterminarono migliaia di ebrei, operavano anche gli Sonderkommando, particolari squadre di internati giudei che venivano costretti dagli aguzzini nazisti ad attendere al regolare funzionamento delle camere a gas. Il rifiuto significava per loro la morte, altrimenti avrebbero potuto sopravvivere qualche mese in più. Nonostante tutto ciò provano ad organizzare una rivolta, l’unica mai tentata nel campo.

Vento di Primavera (2010) di Rose Bosch – Il film si basa sulla storia di un ragazzo ebreo durante la retata del Velodromo d’Inverno (Parigi, luglio 1942). In quest’occasione gli ebrei vennero arrestati in massa dalla polizia francese, complice dei nazisti. Il titolo italiano si riferisce al nome dell’opera-zione della retata.

Conspiracy: Soluzione finale (2001) di Frank Pierson – Il 20 gennaio 1942, sulle sponde del lago Wannsee, a pochi chilometri da Berlino, viene indetta una riunione a cui prendono parte alcuni alti esponenti del partito nazista. A presiedere la riunione è il generale Heydrich, mentre l'organizza-zione e la gestione dell'evento sono affidate al colonnello Eichmann. La riunione è stata indetta per ordine di Hitler, e su mandato di Goering, per discutere la soluzione finale della questione ebraica.

Il Pianista (2002) di Roman Polanski – Un brillante pianista polacco, di religione ebraica, viene confinato nel ghetto di Varsavia dov’è costretto a subire sofferenze ed umiliazioni. Sfugge alla deportazione nascondendosi fra le rovine della città, e riuscirà a sopravvivere grazie all’aiuto di un ufficiale tedesco. Il regista, dopo aver rifiutato di dirigere Schindler’s List per il coin-volgimento troppo personale ed essendo stato anche lui deportato nei campi di concentramento, scelse nel 2002 per questa storia più leggera.

Le Poesie

Bibliografia:

-Fischer K.P., Storia dell’Olocausto. Dalle origini della giudeofobia tedesca alla soluzione finale nazista, Newton Compton Editori, Roma 2000-Hilberg R., Carnefici, vittime, spettatori, Mondadori, Milano 1994-Sarfatti M., Mussolini contro gli ebrei. Cronaca dell’elaborazione delle leggi razziali del 1938, Zamorani, Torino 1994-Browning C., Verso il genocidio. Come è stata possibile la “soluzione finale”, Il Saggiatore, Milano 1998-Arendt H., La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, Milano 1992-Traverso E. Auschwitz e gli intellettuali. La Shoah nella cultura del dopoguerra, Il Mulino, Bologna 2004-Deaglio E., La banalità del bene. Storia di Giorgio Perlasca, Feltrinelli, Milano 1991

Descrizioni delle Fotografie:1. Fotografie di deportati nei lager nazisti2. Alcuni deportati in un vagone verso i campi di concentramento3. Tabella dei triangoli che venivano cuciti alle uniformi dei deportati nei lager4. Reticolati del campo di Auschwitz I5. Alcune vignette esplicative dei luoghi non frequentabili da Ebrei6. Copertina del periodico “La Difesa della Razza” del 5 agosto 19407. Le bare di alcune vittime di Srebrenica8. Il fumo che esce da alcuni forni crematori9. Il cancello del Campo di Dachau10. Del filo spinato arrotolato a formare una chiave di violino11, 12, 13, 14, 15. Locandine dei Film

Shalom Auschwitz (Agnese Ginocchio)

E rivedo quei figlimiei compagni, fratellil’uomo di tutti i tempi

Quanti han perso la Vita per la Pacela Guerra sulla terra

Shalom Auschwitzle mie membra spezzate

corpi e cuori trafitti dai mercanti di morte.

Percorriamo le stradel’acqua mischiata a sangue

sulla terra sulla terra!

Shalom AuschwitzChi l’avrebbe pensato? Hai segnato la

Storia nella nostra MemoriaQuanti giorni allora, all’ uomo restano

ancora…di riposo

di piantoe di Se?

Quanti giorni allora, all’ uomo restano

ancoraperché PACE ritorni fra noi?

Sulle spoglie

e il sangue dei MARTIRIs'innalza il CANTO di LIBERTA’!

Sulle spoglie

e il sangue (Olocausto) dei MARTIRIs'innalza il CANTO di PACE, Sì!

Non si deve dimenticare! Anzitutto, sì, ricordare!

La Speranza di questa gente che han creduto

che l'Amore è assai più forteche va oltre

oltre la morte!

che l’Amore è sui loro Voltinei loro Cuori!

Shalom AuschwitzSi ribellano i mortigli alberi sono arsi

gli empi si sono persi

sassi e pietre dispersifumi e fiumi di fiamme

sulla terra

Shalom AuschwitzAnche per Te ho marciato

sventolando ‘Bandiere’ sopra i tetti del mondo.

Ogni guerra è una causa, causa inutile e

persa sulla terrasulla terra!

10

RETE degli Studenti MEDI Veneto

Page 11: Guida al Dibatto sulla Giornata della Memoria

La Giornata della Memoria

L’istituzione di una giornata dedicata alla memoria delle vittime della Shoah in Italia si raggiunge solo a metà del 2000 quando con la legge n. 211 del 20/07/2000 il Governo Amato II istituisce la giornata commemorativa il 27 gen-naio, giorno della liberazione del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz ad opera delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa.

« Art. 1

1.La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbatti-mento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricorda-re la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzio-ne italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. Art. 21.In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono orga-nizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere. »

L’istituzione di tale giornata è accompagnata da un ricco dibattito pubblico legato sia alla scelta del giorno (il 27 gennaio diventerà il Giorno della Memoria solo il 1/11/2005 a seguito alla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite) sia alle motivazioni dell’oggetto della memoria. Le altre date proposte:Il 16 ottobre, data del rastrellamento del ghetto di Roma (il 16 ottobre 1943, dopo aver arrestato nei gironi precedenti tutti i presidi dei carabinieri della capi-tale, gli occupanti tedeschi, aiutati da collaborazionisti italiani, catturano e deportano ad Auschwitz oltre mille ebrei romani). Questa data avrebbe permes-so di focalizzare l’attenzione sulle deportazioni razziali, sottolineando le respon-sabilità anche italiane nello sterminio del popolo ebraico.Il 5 maggio, data della liberazione del campo di Mauthausen ad opera delle truppe alleate, data che avrebbe sottolineato la centralità della storia dell’antifa-scismo e delle deportazioni politiche in Italia (in quanto la maggior parte dei deportati politici Italiani finì in quel campo).

La legge, come possiamo leggere all’articolo 1 spiega molto bene cosa intende commemorare, e tra le righe con un po’ di conoscenza si possono leggere i com-promessi a cui si è dovuti giungere per la sua approvazione. Se in un primo momento è scritto chiaramente che si intende ricordare le vittime della Shoah, le leggi razziali che in Italia la hanno resa possibile, il collaborazionismo italiano che durante gli ultimi 18 mesi di guerra, attraverso i militari della Repubblica Sociale Italiana, delle Brigate Nere e altre organizzazioni militari, paramilitari e

civili ha sostenuto i tedeschi nella persecuzione agli ebrei.

Poi si parla di Italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, ma queste parole non ci devono ingannare: il testo non si sta riferendo, o almeno non è stato pensato per ricordare quegli italiani che, per opposizione politica, orientamento sessuale o altre ragioni sono stati deportati nei campi di concen-tramento o di sterminio. Bensì il legislatore si riferisce ai cosiddetti IMI (Internati Militari Italiani), ovvero tutti quei militari italiani che, dopo l’8 settembre ’43, dopo esser stati catturati dai vecchi alleati tedeschi, posti di fronte alla scelta di aderi-re alla neo costituita RSI o essere internati nei campi di concentramento scelse-ro la seconda opzione. Questa scelta fece si che chi tornò si trovasse agli occhi dello Stato italiano nella condizione di renitente alla leva e non avesse inoltre diritto al riconoscimento della prigionia (la formula IMI era stata ideata dai tede-schi proprio per non riconoscere agli italiani lo status di prigioniero di guerra, status garantito da alcune convenzioni internazionali). Si segue poi facendo riferimento a chi, in qualsiasi schieramento (quindi anche quello nazifascista) ha protetto perseguitati.

Queste diciture potevano forse essere espresse in maniera migliore. L’importa-nza della memoria certamente non deve guardare ai colori politici, ma deve sicuramente tracciare in maniera chiara alcuni confini: ci sono differenze rilevanti tra chi è stato deportato semplicemente perché era, a prescindere dalle scelte o opinioni personali, e chi messo di fronte ad una possibilità ha perseguito la propria scelta, cosa che non rende minor onore certamente, ma costiuisce una condizione basilare completamente differente dalla prima. Nella Giornata della Memoria quindi ricordiamo il genocidio sistematico del popolo ebraico (Shoah) ma anche quello di altri gruppi etnici Rom e Sinti (Porajmos, letteralmente «grande divoramento»), omosessuali, malati di mente, Pentecostali (classificati come malati di mente), Testimoni di Geova, prigionieri di guerra Sovietici, Polacchi e altre popolazioni slave (chiamati nel complesso Untermenschen), dissidenti politici del regime nazista.

Quadro storico: 1933-1945

22 marzo 1933: apertura del campo di concentramento di Dachau nei pressi di Monaco di Baviera, progettato per custodia preventiva principalmente di comu-nisti e sindacalisti, in generale oppositori al regime nazista.

14 settembre 1935: vengono pubblicate la “legge per la protezione del sangue e dell’onore tedeschi” e la “legge sulla cittadinanza del Reich”, meglio conosciute come le “leggi di Norimberga”, per mezzo delle quali viene di fatto sancita l’esc-lusione degli ebrei dalla vita sociale tedesca.

9-10 novembre 1938: le violenze naziste antisemite sfociano in una notte di indi-cibile violenza, passata alla storia come la “Notte dei Cristalli”, durante la quale centinaia di negozi ed edifici di proprietà di ebrei, comprese molte sinagoghe,

vengono distrutti.

Ottobre 1939: hanno inizio le prime deportazioni degli ebrei ad una zona di “riserva”, nel sud della Polonia, con lo scopo di liberare i territori tedeschi dalla presenza semita. In questa prima fase, la soluzione al “problema ebraico” è ancora considerata l’espulsione degli ebrei nei territori dell’est o persino extra-europei (si pensi al Madagascar).

10 dicembre 1939: viene istituito il ghetto di Lodz, in Polonia, un primo vero e proprio centro di “raccolta” della popolazione ebraica, al fine di facilitare le ope-razioni di deportazione. Questo luogo passerà alla storia come uno dei ghetti più importanti dal punto di vista dello sfruttamento della manodopera, nonché il secondo per grandezza dopo quello di Varsavia (istituito nell’estate del 1940).

20 gennaio 1942: al convegno di Wannsee gli alti gerarchi discutono i dettagli della definitiva “soluzione finale alla questione ebraica”(Endlösung der Juden-frage); in seguito alla stretta sull’immigrazione e sull’accoglienza dei profughi ebrei da parte dei principali Stati, e alla crescita della popolazione ebraica sotto il Terzo Reich dovuta alle conquiste territoriali, i capi nazisti decidono di accele-rare i rastrellamenti e di ricorrere allo sterminio di massa.

17 marzo 1942: l’operazione Reinhard guida le prime deportazioni al campo di concentramento di Belzec, il primo campo di prigionia ad essere stato adattato completamente alla causa dello sterminio di massa.

Luglio 1942: prime deportazioni al campo di concentramento di Auschwitz, destinato a diventare il più importante e tristemente noto lager nazista, primo fra tutti per numero di internati e per l’intensità dello sterminio e dello sfruttamento.

19 aprile 1943: una rivolta coinvolge numerosi abitanti del ghetto di Varsavia, il più grande d’Europa. La risposta dei tedeschi diviene uno degli episodi più violenti di repressione.

16 ottobre 1943: in seguito all’invasione tedesca, anche l’Italia conosce sulla propria pelle l’efferatezza dei nazisti; il ghetto di Roma viene rastrellato e oltre 2000 individui sono fatti prigionieri e condotti nei campi di concentramento.

27 gennaio 1945: dopo alcuni scontri le truppe sovietiche dell’Armata Rossa liberano il campo di concentramento e sterminio di Auschwitz: è il primo campo ad essere liberato. Solo ora ci si riesce a rendere conto delle reali dimensioni dello sterminio operato dai nazisti.

5 maggio 1945: viene liberato dalle truppe americane il campo di concentramen-to di Mauthausen. E’ l’ultimo campo di concentramento ad essere liberato.

Le Leggi Razziali in Italia e le Responsabilità Italiane

A distanza di circa 3 anni dalle leggi di Norimberga promulgate dalla Germania Nazista anche il fascismo Italiano decide di intraprendere un percorso autono-

mo, e in certi casi più efferato, sulla difesa della razza italiana. Così a partire dal 1938 in Italia furono decretati una serie di provvedimenti atti a limitare fortemen-te i diritti e la dignità della minoranza ebraica, che in quegli anni contava più di quarantamila persone in un paese di circa 35 milioni di abitanti.Il primo atto pubblico attraverso il quale si espresse la politica razziale e antise-mita del regime fascista fu la pubblicazione, avvenuta il 14 luglio di quello stesso anno, del “Manifesto della razza”, nel quale, al punto 9, si asseriva che “gli ebrei non sono di razza italiana”. Seguirono a partire dal settembre 1938 una serie di leggi volte ad escludere progressivamente gli ebrei dalla vita sociale del paese, a cominciare dall’esp-ulsione degli insegnanti e degli alunni dalle scuole di ogni ordine e grado (con Regio Decreto Legge n. 1390 del 5 settembre 1938) e proseguendo attraverso il divieto di matrimonio tra italiani ed ebrei, il divieto di avere alle proprie dipen-denze domestici di razza ariana, l’esclusione dei cittadini italiani di origine ebrai-ca da tutte le pubbliche amministrazioni, società private (come banche e assicu-razioni), la revoca della cittadinanza a tutti gli ebrei stranieri entrati in Italia in data posteriore al 1919, il divieto di svolgere professioni di notaio e giornalista, il divieto per le scuole di adottare libri di testo alla cui redazione avesse partecipa-to in qualche modo un ebreo. Furono inoltre costituite, dove i numeri lo consenti-vano, a cura delle comunità ebraiche, scuole specifiche per ragazzi ebrei, unici luoghi dove gli insegnanti di origine ebraica avrebbero potuto insegnare. Fu poi introdotta la notazione di “razza ebraica” nei registri di stato civile

-Comunicato della Segreteria Politica del PNF, 25 luglio 1938 - Il Fascismo e il problema della razza-R.D.L. 5 settembre 1938, n. 1390 - Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola-R.D.L. 7 settembre 1938, n. 1381 - Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri-R.D.L. 23 settembre 1938, n. 1630 - Istituzione di scuole elementari per fanciulli di razza ebraica-Dichiarazione sulla razza, votata dal Gran Consiglio del Fascismo il 6 ottobre 1938-R.D.L. 15 novembre 1938, n. 1779 - Integrazione e coordinamento in testo unico delle norme già emanate per la difesa della razza nella scuola italiana-R.D.L. 17 novembre 1938, n. 1728 - Provvedimenti per la razza italiana-R.D.L. 29 giugno 1939, n. 1054 - Disciplina dell'esercizio delle professioni da parte dei cittadini di razza ebraica-Legge 13 luglio 1939-XVII, n. 1055 - Disposizioni in materia testamentaria nonché sulla disciplina dei cognomi, nei confronti degli appartenenti alla razza ebraica, modificata poi dalla v 28 settembre 1940-XVIII, n. 1459

Il 10 giugno 1940, con l’entrata in guerra dell’Italia vengono progressivamente arrestati e mandati nei campi di concentramento tutti gli ebrei stranieri presenti nel regno. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, con l’occupazione e la costituzione della RSI, ebbe inizio anche per gli ebrei italiani il periodo di deportazione e ster-minio, reso possibile in breve tempo grazie a tutto il lavoro di schedatura e regi-stro fatto dallo stato italiano negli anni precedenti e grazie alla collaborazione di molti italiani, sia in maniera attiva attraverso reparti militari e paramilitari della RSI sia in attraverso delazioni anonime. Sono circa 8.000 gli ebrei italiani che muoiono a causa della deportazione e dello sterminio nei campi, mentre una buona parte riesce a salvarsi riparando o in svizzera (all’incirca 6.000 individui) o superando la linea Gustav e raggiun-gendo il Regno del Sud, dove il 20 gennaio del 1944 erano state abolite le leggi razziali.

I Genocidi della Storia

Metz Yegheren - genocidio degli Armeni (1915-1916)Lo sterminio degli Armeni in Anatolia fu pianificato e realizzato dai Turchi del partito “Unità e Progresso”, al potere nell’allora Impero Ottomano dal 1908. Il genocidio iniziò nella primavera del 1915 con l’eliminazione degli uomini validi e il rastrellamento, a partire dal 24 aprile, dell’élite armena a Istanbul; infuriò nelle sette provincie orientali fino all’autunno del 1916 con la deportazione di anziani, donne e bambini, costretti a marciare verso i deserti siriani e sottoposti a massa-cri e a violenze inimmaginabili. Pochi sopravvissero. La quasi totalità degli Armeni scomparve dalla terra dove l’identità e la cultura di quel popolo si erano sviluppate nel corso di più di duemila anni.

La Shoah - genocidio degli Ebrei (1939-1945)Preparato con la negazione dei diritti civili in Germania nel 1933, il genocidio degli Ebrei è stato eseguito sistematicamente dai nazisti durante l’occupazione dei paesi europei nel corso della Seconda Guerra Mondiale, spesso con la colla-borazione dei governi loro alleati, come la Repubblica Sociale Italiana. Lo sterminio è stato attuato con l’arresto e la fucilazione immediata di intere famiglie, con la deportazione in campi di concentramento con l’internamento in ghetti in condizioni subumane e la successiva soppressione dei sopravvissuti. Nei paesi più colpiti è morto il 95% della popolazione ebraica. La cultura ebraica dell’Europa orientale (jiddish) è praticamente scomparsa.

Genocidio in Ruanda (aprile-luglio 1994)Il genocidio in Ruanda si compì tra ‘aprile e il luglio del ’94, quando gruppi militari e paramilitari di etnia Hutu, appoggiati anche da civili, sterminarono a colpi di armi da fuoco, machete, bastoni chiodati, gran parte della minoranza di origine Tutsi. A innescare il massacro fu l’abbattimento dell’aereo del presidente ruandese, Habyarimana, che tornava con il presidente del Burundi dalla Tanzania, dove si cercavano soluzioni di pace a una guerra civile che imperversava in Ruanda da almeno quattro anni. Le cause remote delle atrocità sono da ascrivere alla complessa situazione sociale, di cui non fu estraneo il ruolo del dominio coloniale europeo nell’esaltare le divisioni etniche tra Hutu e Tutsi. Il genocidio non risparmiò la componente moderata della stessa popolazione Hutu, e fu accompagnato da stupri e torture nei confronti di donne e bambine.

Genocidio in Bosnia (1992-1995)Nel marzo del 1992, in seguito a un referendum, la Bosnia si dichiarò Stato auto-nomo. La risposta dei serbi bosniaci e del governo centrale jugoslavo fu feroce: l’esercito serbo-bosniaco, appoggiato da unità paramilitari serbe, iniziò la pulizia etnica della parte orientale e settentrionale della Bosnia. Vi dovevano restare solo popolazioni serbe. Si infierì soprattutto sui musulmani bosniaci. Gli uomini furono rinchiusi in campi di concentramento e sottoposti a brutalità d’ogni tipo. Le donne subivano sistematiche e programmate violenze, ristrette in veri e propri campi di stupro. I musulmani sterminati costituiscono circa il 70% del totale delle vittime delle guerre nella ex Jugoslavia.

Nella Cultura di Massa: le Canzoni

I FilmLa Vita è Bella (1997) di Roberto Benigni – Il protagonista, Guido Orefice, toscano montanino ed ebreo, s’innamora, sul finire degli anni ’30, della maestri-na Dora, che riesce a sposare dopo molti e divertenti corteggiamenti. I due vivono i primi anni del loro matrimonio in tranquillità e hanno un figlio: Giosuè.

La loro vita viene stravolta nel 1938 dall’avvento delle leggi razziali che portano alla deportazione di migliaia di persone tra cui anche Guido e il figlioletto. Dora, nonostante non fosse ebrea, decide di seguirli volontariamente. Durante la loro permanenza al campo, per proteggere il figlio dall’orrore, Guido gli fa credere che quel che stanno vivendo è un gioco a premi con un carro armato in palio. In questo scenario originale e drammatico si svolge e si conclude la storia dei due fino al momento della liberazione. Train De Vie – Un Treno Per Vivere (1998) di Radu Mihaileanu – Il film racconta il viaggio degli abitanti di uno Shetl (villaggio ebraico dell’Europa centrale) romeno che progettano di evitare la deportazione varcando il confine con l’URSS per poi arrivare in Palestina, la terra promessa, in un modo unico e folle. Nel 1941, infatti, partono allestendo un finto convoglio ferroviario dove alcuni di loro “recitano” la parte dei tedeschi, altri quella dei deportati. Il Bambino con il Pigiama a Righe (2008) di Mark Herman – Bruno è un bambi-no di otto anni figlio di un ufficiale nazista, la cui promozione porta la famiglia a trasferirsi dalla comoda casa di Berlino in un’area desolata. Qui Bruno decisa-mente annoiato e spinto dalla curiosità, Bruno ignorando le continue indicazioni della madre, si dirige verso la ‘fattoria’ che ha visto nelle vicinanze. Incontra così Shmuel, un ragazzo della sua età, che vive un’esistenza parallela ma del tutto differente dall’altra parte del filo spinato che lo confina nel campo di concentra-mento. L’ultimo Treno (2001) di Yurek Bogayevicz – Il film, ambientato nella Cracovia occupata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, racconta la storia di un bambino ebreo che viene nascosto da un agricoltore locale come se fosse suo nipote, quindi di religione cattolica. Il tutto avviene anche grazie all’aiuto di un sacerdote compassionevole.

La chiave di Sara (2010) di Gilles Paquet-Brenner – Nelle giornate del 16 e 17 luglio 1942, gli ebrei parigini vengono arrestati dalla polizia collaborazionista francese. Fra di loro c'è anche Sarah Starzynski, una bambina di dieci anni che ha nascosto il fratellino Michel in un armadio chiuso a chiave. Cinquant'anni dopo la giornalista americana Julia Jarmond, residente in Francia, deve realizza-re un servizio proprio su quel rastrellamento. Coincidenza vuole che Julia, il marito e la figlia si stiano trasferendo in un appartamento al 36 di rue de Sainton-ge, dove i nonni del marito hanno abitato fin dall'agosto 1942. Al Mémorial sulla Shoah Julia apprende che in quella casa viveva la famiglia Starzynski: i genitori sono morti nel campo di concentramento di Auschwitz, ma nulla si sa dei figli Sarah e Michel. Convinta che Sarah sia sopravvissuta allo sterminio, Julia ne insegue le tracce scoprendone la storia fino a rintracciarne il figlio, William, all'o-scuro del suo passato, che scoprirà che Sarah era sua madre e che era ebrea.

Bent (1997) di Sean Mathias – Siamo a Berlino nel 1934, Max è un ragazzo che frequenta i cabaret della capitale del Reich e convive con Rudy, un ballerino da cabaret. Sconvolto dall'assassinio brutale, opera delle SS, di un SA con cui aveva trascorso la notte Max comincia una tragica fuga insieme a Rudy, che viene presto ucciso, e che termina a Dachau. Qui il protagonista, che porta la stella gialla degli Ebrei, incontra Horst, che porta il triangolo rosa degli omoses-suali. Insieme i due cercano di sopravvivere nel campo di concentramento.

Senza Destino (2005) di Lajos Koltai – Basato sul romanzo autobiografico di Imre Kertész, il film racconta la prigionia dello scrittore ungherese ebreo deportato, da bambino, nei campi di concentramento di Auschwitz e Buchenwald. Quella che era un'infanzia felice e spensierata si trasforma presto in una maturità dolorosa, vissuta in un vortice di crudeltà e degenera-zioni.

La zona grigia (2001) di Tim Blake Nelson – Il film fa in parte riferimento al racconto "Auschwitz: A doctor's eyewitness account" di Miklos Nyiszli. Ad Auschwitz, dove si sterminarono migliaia di ebrei, operavano anche gli Sonderkommando, particolari squadre di internati giudei che venivano costretti dagli aguzzini nazisti ad attendere al regolare funzionamento delle camere a gas. Il rifiuto significava per loro la morte, altrimenti avrebbero potuto sopravvivere qualche mese in più. Nonostante tutto ciò provano ad organizzare una rivolta, l’unica mai tentata nel campo.

Vento di Primavera (2010) di Rose Bosch – Il film si basa sulla storia di un ragazzo ebreo durante la retata del Velodromo d’Inverno (Parigi, luglio 1942). In quest’occasione gli ebrei vennero arrestati in massa dalla polizia francese, complice dei nazisti. Il titolo italiano si riferisce al nome dell’opera-zione della retata.

Conspiracy: Soluzione finale (2001) di Frank Pierson – Il 20 gennaio 1942, sulle sponde del lago Wannsee, a pochi chilometri da Berlino, viene indetta una riunione a cui prendono parte alcuni alti esponenti del partito nazista. A presiedere la riunione è il generale Heydrich, mentre l'organizza-zione e la gestione dell'evento sono affidate al colonnello Eichmann. La riunione è stata indetta per ordine di Hitler, e su mandato di Goering, per discutere la soluzione finale della questione ebraica.

Il Pianista (2002) di Roman Polanski – Un brillante pianista polacco, di religione ebraica, viene confinato nel ghetto di Varsavia dov’è costretto a subire sofferenze ed umiliazioni. Sfugge alla deportazione nascondendosi fra le rovine della città, e riuscirà a sopravvivere grazie all’aiuto di un ufficiale tedesco. Il regista, dopo aver rifiutato di dirigere Schindler’s List per il coin-volgimento troppo personale ed essendo stato anche lui deportato nei campi di concentramento, scelse nel 2002 per questa storia più leggera.

Le Poesie

Bibliografia:

-Fischer K.P., Storia dell’Olocausto. Dalle origini della giudeofobia tedesca alla soluzione finale nazista, Newton Compton Editori, Roma 2000-Hilberg R., Carnefici, vittime, spettatori, Mondadori, Milano 1994-Sarfatti M., Mussolini contro gli ebrei. Cronaca dell’elaborazione delle leggi razziali del 1938, Zamorani, Torino 1994-Browning C., Verso il genocidio. Come è stata possibile la “soluzione finale”, Il Saggiatore, Milano 1998-Arendt H., La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, Milano 1992-Traverso E. Auschwitz e gli intellettuali. La Shoah nella cultura del dopoguerra, Il Mulino, Bologna 2004-Deaglio E., La banalità del bene. Storia di Giorgio Perlasca, Feltrinelli, Milano 1991

Descrizioni delle Fotografie:1. Fotografie di deportati nei lager nazisti2. Alcuni deportati in un vagone verso i campi di concentramento3. Tabella dei triangoli che venivano cuciti alle uniformi dei deportati nei lager4. Reticolati del campo di Auschwitz I5. Alcune vignette esplicative dei luoghi non frequentabili da Ebrei6. Copertina del periodico “La Difesa della Razza” del 5 agosto 19407. Le bare di alcune vittime di Srebrenica8. Il fumo che esce da alcuni forni crematori9. Il cancello del Campo di Dachau10. Del filo spinato arrotolato a formare una chiave di violino11, 12, 13, 14, 15. Locandine dei Film

Shalom Auschwitz (Agnese Ginocchio)

E rivedo quei figlimiei compagni, fratellil’uomo di tutti i tempi

Quanti han perso la Vita per la Pacela Guerra sulla terra

Shalom Auschwitzle mie membra spezzate

corpi e cuori trafitti dai mercanti di morte.

Percorriamo le stradel’acqua mischiata a sangue

sulla terra sulla terra!

Shalom AuschwitzChi l’avrebbe pensato? Hai segnato la

Storia nella nostra MemoriaQuanti giorni allora, all’ uomo restano

ancora…di riposo

di piantoe di Se?

Quanti giorni allora, all’ uomo restano

ancoraperché PACE ritorni fra noi?

Sulle spoglie

e il sangue dei MARTIRIs'innalza il CANTO di LIBERTA’!

Sulle spoglie

e il sangue (Olocausto) dei MARTIRIs'innalza il CANTO di PACE, Sì!

Non si deve dimenticare! Anzitutto, sì, ricordare!

La Speranza di questa gente che han creduto

che l'Amore è assai più forteche va oltre

oltre la morte!

che l’Amore è sui loro Voltinei loro Cuori!

Shalom AuschwitzSi ribellano i mortigli alberi sono arsi

gli empi si sono persi

sassi e pietre dispersifumi e fiumi di fiamme

sulla terra

Shalom AuschwitzAnche per Te ho marciato

sventolando ‘Bandiere’ sopra i tetti del mondo.

Ogni guerra è una causa, causa inutile e

persa sulla terrasulla terra!

11

RETE degli Studenti MEDI Veneto

Page 12: Guida al Dibatto sulla Giornata della Memoria

La Giornata della Memoria

L’istituzione di una giornata dedicata alla memoria delle vittime della Shoah in Italia si raggiunge solo a metà del 2000 quando con la legge n. 211 del 20/07/2000 il Governo Amato II istituisce la giornata commemorativa il 27 gen-naio, giorno della liberazione del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz ad opera delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa.

« Art. 1

1.La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbatti-mento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricorda-re la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzio-ne italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. Art. 21.In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono orga-nizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere. »

L’istituzione di tale giornata è accompagnata da un ricco dibattito pubblico legato sia alla scelta del giorno (il 27 gennaio diventerà il Giorno della Memoria solo il 1/11/2005 a seguito alla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite) sia alle motivazioni dell’oggetto della memoria. Le altre date proposte:Il 16 ottobre, data del rastrellamento del ghetto di Roma (il 16 ottobre 1943, dopo aver arrestato nei gironi precedenti tutti i presidi dei carabinieri della capi-tale, gli occupanti tedeschi, aiutati da collaborazionisti italiani, catturano e deportano ad Auschwitz oltre mille ebrei romani). Questa data avrebbe permes-so di focalizzare l’attenzione sulle deportazioni razziali, sottolineando le respon-sabilità anche italiane nello sterminio del popolo ebraico.Il 5 maggio, data della liberazione del campo di Mauthausen ad opera delle truppe alleate, data che avrebbe sottolineato la centralità della storia dell’antifa-scismo e delle deportazioni politiche in Italia (in quanto la maggior parte dei deportati politici Italiani finì in quel campo).

La legge, come possiamo leggere all’articolo 1 spiega molto bene cosa intende commemorare, e tra le righe con un po’ di conoscenza si possono leggere i com-promessi a cui si è dovuti giungere per la sua approvazione. Se in un primo momento è scritto chiaramente che si intende ricordare le vittime della Shoah, le leggi razziali che in Italia la hanno resa possibile, il collaborazionismo italiano che durante gli ultimi 18 mesi di guerra, attraverso i militari della Repubblica Sociale Italiana, delle Brigate Nere e altre organizzazioni militari, paramilitari e

civili ha sostenuto i tedeschi nella persecuzione agli ebrei.

Poi si parla di Italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, ma queste parole non ci devono ingannare: il testo non si sta riferendo, o almeno non è stato pensato per ricordare quegli italiani che, per opposizione politica, orientamento sessuale o altre ragioni sono stati deportati nei campi di concen-tramento o di sterminio. Bensì il legislatore si riferisce ai cosiddetti IMI (Internati Militari Italiani), ovvero tutti quei militari italiani che, dopo l’8 settembre ’43, dopo esser stati catturati dai vecchi alleati tedeschi, posti di fronte alla scelta di aderi-re alla neo costituita RSI o essere internati nei campi di concentramento scelse-ro la seconda opzione. Questa scelta fece si che chi tornò si trovasse agli occhi dello Stato italiano nella condizione di renitente alla leva e non avesse inoltre diritto al riconoscimento della prigionia (la formula IMI era stata ideata dai tede-schi proprio per non riconoscere agli italiani lo status di prigioniero di guerra, status garantito da alcune convenzioni internazionali). Si segue poi facendo riferimento a chi, in qualsiasi schieramento (quindi anche quello nazifascista) ha protetto perseguitati.

Queste diciture potevano forse essere espresse in maniera migliore. L’importa-nza della memoria certamente non deve guardare ai colori politici, ma deve sicuramente tracciare in maniera chiara alcuni confini: ci sono differenze rilevanti tra chi è stato deportato semplicemente perché era, a prescindere dalle scelte o opinioni personali, e chi messo di fronte ad una possibilità ha perseguito la propria scelta, cosa che non rende minor onore certamente, ma costiuisce una condizione basilare completamente differente dalla prima. Nella Giornata della Memoria quindi ricordiamo il genocidio sistematico del popolo ebraico (Shoah) ma anche quello di altri gruppi etnici Rom e Sinti (Porajmos, letteralmente «grande divoramento»), omosessuali, malati di mente, Pentecostali (classificati come malati di mente), Testimoni di Geova, prigionieri di guerra Sovietici, Polacchi e altre popolazioni slave (chiamati nel complesso Untermenschen), dissidenti politici del regime nazista.

Quadro storico: 1933-1945

22 marzo 1933: apertura del campo di concentramento di Dachau nei pressi di Monaco di Baviera, progettato per custodia preventiva principalmente di comu-nisti e sindacalisti, in generale oppositori al regime nazista.

14 settembre 1935: vengono pubblicate la “legge per la protezione del sangue e dell’onore tedeschi” e la “legge sulla cittadinanza del Reich”, meglio conosciute come le “leggi di Norimberga”, per mezzo delle quali viene di fatto sancita l’esc-lusione degli ebrei dalla vita sociale tedesca.

9-10 novembre 1938: le violenze naziste antisemite sfociano in una notte di indi-cibile violenza, passata alla storia come la “Notte dei Cristalli”, durante la quale centinaia di negozi ed edifici di proprietà di ebrei, comprese molte sinagoghe,

vengono distrutti.

Ottobre 1939: hanno inizio le prime deportazioni degli ebrei ad una zona di “riserva”, nel sud della Polonia, con lo scopo di liberare i territori tedeschi dalla presenza semita. In questa prima fase, la soluzione al “problema ebraico” è ancora considerata l’espulsione degli ebrei nei territori dell’est o persino extra-europei (si pensi al Madagascar).

10 dicembre 1939: viene istituito il ghetto di Lodz, in Polonia, un primo vero e proprio centro di “raccolta” della popolazione ebraica, al fine di facilitare le ope-razioni di deportazione. Questo luogo passerà alla storia come uno dei ghetti più importanti dal punto di vista dello sfruttamento della manodopera, nonché il secondo per grandezza dopo quello di Varsavia (istituito nell’estate del 1940).

20 gennaio 1942: al convegno di Wannsee gli alti gerarchi discutono i dettagli della definitiva “soluzione finale alla questione ebraica”(Endlösung der Juden-frage); in seguito alla stretta sull’immigrazione e sull’accoglienza dei profughi ebrei da parte dei principali Stati, e alla crescita della popolazione ebraica sotto il Terzo Reich dovuta alle conquiste territoriali, i capi nazisti decidono di accele-rare i rastrellamenti e di ricorrere allo sterminio di massa.

17 marzo 1942: l’operazione Reinhard guida le prime deportazioni al campo di concentramento di Belzec, il primo campo di prigionia ad essere stato adattato completamente alla causa dello sterminio di massa.

Luglio 1942: prime deportazioni al campo di concentramento di Auschwitz, destinato a diventare il più importante e tristemente noto lager nazista, primo fra tutti per numero di internati e per l’intensità dello sterminio e dello sfruttamento.

19 aprile 1943: una rivolta coinvolge numerosi abitanti del ghetto di Varsavia, il più grande d’Europa. La risposta dei tedeschi diviene uno degli episodi più violenti di repressione.

16 ottobre 1943: in seguito all’invasione tedesca, anche l’Italia conosce sulla propria pelle l’efferatezza dei nazisti; il ghetto di Roma viene rastrellato e oltre 2000 individui sono fatti prigionieri e condotti nei campi di concentramento.

27 gennaio 1945: dopo alcuni scontri le truppe sovietiche dell’Armata Rossa liberano il campo di concentramento e sterminio di Auschwitz: è il primo campo ad essere liberato. Solo ora ci si riesce a rendere conto delle reali dimensioni dello sterminio operato dai nazisti.

5 maggio 1945: viene liberato dalle truppe americane il campo di concentramen-to di Mauthausen. E’ l’ultimo campo di concentramento ad essere liberato.

Le Leggi Razziali in Italia e le Responsabilità Italiane

A distanza di circa 3 anni dalle leggi di Norimberga promulgate dalla Germania Nazista anche il fascismo Italiano decide di intraprendere un percorso autono-

mo, e in certi casi più efferato, sulla difesa della razza italiana. Così a partire dal 1938 in Italia furono decretati una serie di provvedimenti atti a limitare fortemen-te i diritti e la dignità della minoranza ebraica, che in quegli anni contava più di quarantamila persone in un paese di circa 35 milioni di abitanti.Il primo atto pubblico attraverso il quale si espresse la politica razziale e antise-mita del regime fascista fu la pubblicazione, avvenuta il 14 luglio di quello stesso anno, del “Manifesto della razza”, nel quale, al punto 9, si asseriva che “gli ebrei non sono di razza italiana”. Seguirono a partire dal settembre 1938 una serie di leggi volte ad escludere progressivamente gli ebrei dalla vita sociale del paese, a cominciare dall’esp-ulsione degli insegnanti e degli alunni dalle scuole di ogni ordine e grado (con Regio Decreto Legge n. 1390 del 5 settembre 1938) e proseguendo attraverso il divieto di matrimonio tra italiani ed ebrei, il divieto di avere alle proprie dipen-denze domestici di razza ariana, l’esclusione dei cittadini italiani di origine ebrai-ca da tutte le pubbliche amministrazioni, società private (come banche e assicu-razioni), la revoca della cittadinanza a tutti gli ebrei stranieri entrati in Italia in data posteriore al 1919, il divieto di svolgere professioni di notaio e giornalista, il divieto per le scuole di adottare libri di testo alla cui redazione avesse partecipa-to in qualche modo un ebreo. Furono inoltre costituite, dove i numeri lo consenti-vano, a cura delle comunità ebraiche, scuole specifiche per ragazzi ebrei, unici luoghi dove gli insegnanti di origine ebraica avrebbero potuto insegnare. Fu poi introdotta la notazione di “razza ebraica” nei registri di stato civile

-Comunicato della Segreteria Politica del PNF, 25 luglio 1938 - Il Fascismo e il problema della razza-R.D.L. 5 settembre 1938, n. 1390 - Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola-R.D.L. 7 settembre 1938, n. 1381 - Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri-R.D.L. 23 settembre 1938, n. 1630 - Istituzione di scuole elementari per fanciulli di razza ebraica-Dichiarazione sulla razza, votata dal Gran Consiglio del Fascismo il 6 ottobre 1938-R.D.L. 15 novembre 1938, n. 1779 - Integrazione e coordinamento in testo unico delle norme già emanate per la difesa della razza nella scuola italiana-R.D.L. 17 novembre 1938, n. 1728 - Provvedimenti per la razza italiana-R.D.L. 29 giugno 1939, n. 1054 - Disciplina dell'esercizio delle professioni da parte dei cittadini di razza ebraica-Legge 13 luglio 1939-XVII, n. 1055 - Disposizioni in materia testamentaria nonché sulla disciplina dei cognomi, nei confronti degli appartenenti alla razza ebraica, modificata poi dalla v 28 settembre 1940-XVIII, n. 1459

Il 10 giugno 1940, con l’entrata in guerra dell’Italia vengono progressivamente arrestati e mandati nei campi di concentramento tutti gli ebrei stranieri presenti nel regno. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, con l’occupazione e la costituzione della RSI, ebbe inizio anche per gli ebrei italiani il periodo di deportazione e ster-minio, reso possibile in breve tempo grazie a tutto il lavoro di schedatura e regi-stro fatto dallo stato italiano negli anni precedenti e grazie alla collaborazione di molti italiani, sia in maniera attiva attraverso reparti militari e paramilitari della RSI sia in attraverso delazioni anonime. Sono circa 8.000 gli ebrei italiani che muoiono a causa della deportazione e dello sterminio nei campi, mentre una buona parte riesce a salvarsi riparando o in svizzera (all’incirca 6.000 individui) o superando la linea Gustav e raggiun-gendo il Regno del Sud, dove il 20 gennaio del 1944 erano state abolite le leggi razziali.

I Genocidi della Storia

Metz Yegheren - genocidio degli Armeni (1915-1916)Lo sterminio degli Armeni in Anatolia fu pianificato e realizzato dai Turchi del partito “Unità e Progresso”, al potere nell’allora Impero Ottomano dal 1908. Il genocidio iniziò nella primavera del 1915 con l’eliminazione degli uomini validi e il rastrellamento, a partire dal 24 aprile, dell’élite armena a Istanbul; infuriò nelle sette provincie orientali fino all’autunno del 1916 con la deportazione di anziani, donne e bambini, costretti a marciare verso i deserti siriani e sottoposti a massa-cri e a violenze inimmaginabili. Pochi sopravvissero. La quasi totalità degli Armeni scomparve dalla terra dove l’identità e la cultura di quel popolo si erano sviluppate nel corso di più di duemila anni.

La Shoah - genocidio degli Ebrei (1939-1945)Preparato con la negazione dei diritti civili in Germania nel 1933, il genocidio degli Ebrei è stato eseguito sistematicamente dai nazisti durante l’occupazione dei paesi europei nel corso della Seconda Guerra Mondiale, spesso con la colla-borazione dei governi loro alleati, come la Repubblica Sociale Italiana. Lo sterminio è stato attuato con l’arresto e la fucilazione immediata di intere famiglie, con la deportazione in campi di concentramento con l’internamento in ghetti in condizioni subumane e la successiva soppressione dei sopravvissuti. Nei paesi più colpiti è morto il 95% della popolazione ebraica. La cultura ebraica dell’Europa orientale (jiddish) è praticamente scomparsa.

Genocidio in Ruanda (aprile-luglio 1994)Il genocidio in Ruanda si compì tra ‘aprile e il luglio del ’94, quando gruppi militari e paramilitari di etnia Hutu, appoggiati anche da civili, sterminarono a colpi di armi da fuoco, machete, bastoni chiodati, gran parte della minoranza di origine Tutsi. A innescare il massacro fu l’abbattimento dell’aereo del presidente ruandese, Habyarimana, che tornava con il presidente del Burundi dalla Tanzania, dove si cercavano soluzioni di pace a una guerra civile che imperversava in Ruanda da almeno quattro anni. Le cause remote delle atrocità sono da ascrivere alla complessa situazione sociale, di cui non fu estraneo il ruolo del dominio coloniale europeo nell’esaltare le divisioni etniche tra Hutu e Tutsi. Il genocidio non risparmiò la componente moderata della stessa popolazione Hutu, e fu accompagnato da stupri e torture nei confronti di donne e bambine.

Genocidio in Bosnia (1992-1995)Nel marzo del 1992, in seguito a un referendum, la Bosnia si dichiarò Stato auto-nomo. La risposta dei serbi bosniaci e del governo centrale jugoslavo fu feroce: l’esercito serbo-bosniaco, appoggiato da unità paramilitari serbe, iniziò la pulizia etnica della parte orientale e settentrionale della Bosnia. Vi dovevano restare solo popolazioni serbe. Si infierì soprattutto sui musulmani bosniaci. Gli uomini furono rinchiusi in campi di concentramento e sottoposti a brutalità d’ogni tipo. Le donne subivano sistematiche e programmate violenze, ristrette in veri e propri campi di stupro. I musulmani sterminati costituiscono circa il 70% del totale delle vittime delle guerre nella ex Jugoslavia.

Nella Cultura di Massa: le Canzoni

I FilmLa Vita è Bella (1997) di Roberto Benigni – Il protagonista, Guido Orefice, toscano montanino ed ebreo, s’innamora, sul finire degli anni ’30, della maestri-na Dora, che riesce a sposare dopo molti e divertenti corteggiamenti. I due vivono i primi anni del loro matrimonio in tranquillità e hanno un figlio: Giosuè.

La loro vita viene stravolta nel 1938 dall’avvento delle leggi razziali che portano alla deportazione di migliaia di persone tra cui anche Guido e il figlioletto. Dora, nonostante non fosse ebrea, decide di seguirli volontariamente. Durante la loro permanenza al campo, per proteggere il figlio dall’orrore, Guido gli fa credere che quel che stanno vivendo è un gioco a premi con un carro armato in palio. In questo scenario originale e drammatico si svolge e si conclude la storia dei due fino al momento della liberazione. Train De Vie – Un Treno Per Vivere (1998) di Radu Mihaileanu – Il film racconta il viaggio degli abitanti di uno Shetl (villaggio ebraico dell’Europa centrale) romeno che progettano di evitare la deportazione varcando il confine con l’URSS per poi arrivare in Palestina, la terra promessa, in un modo unico e folle. Nel 1941, infatti, partono allestendo un finto convoglio ferroviario dove alcuni di loro “recitano” la parte dei tedeschi, altri quella dei deportati. Il Bambino con il Pigiama a Righe (2008) di Mark Herman – Bruno è un bambi-no di otto anni figlio di un ufficiale nazista, la cui promozione porta la famiglia a trasferirsi dalla comoda casa di Berlino in un’area desolata. Qui Bruno decisa-mente annoiato e spinto dalla curiosità, Bruno ignorando le continue indicazioni della madre, si dirige verso la ‘fattoria’ che ha visto nelle vicinanze. Incontra così Shmuel, un ragazzo della sua età, che vive un’esistenza parallela ma del tutto differente dall’altra parte del filo spinato che lo confina nel campo di concentra-mento. L’ultimo Treno (2001) di Yurek Bogayevicz – Il film, ambientato nella Cracovia occupata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, racconta la storia di un bambino ebreo che viene nascosto da un agricoltore locale come se fosse suo nipote, quindi di religione cattolica. Il tutto avviene anche grazie all’aiuto di un sacerdote compassionevole.

La chiave di Sara (2010) di Gilles Paquet-Brenner – Nelle giornate del 16 e 17 luglio 1942, gli ebrei parigini vengono arrestati dalla polizia collaborazionista francese. Fra di loro c'è anche Sarah Starzynski, una bambina di dieci anni che ha nascosto il fratellino Michel in un armadio chiuso a chiave. Cinquant'anni dopo la giornalista americana Julia Jarmond, residente in Francia, deve realizza-re un servizio proprio su quel rastrellamento. Coincidenza vuole che Julia, il marito e la figlia si stiano trasferendo in un appartamento al 36 di rue de Sainton-ge, dove i nonni del marito hanno abitato fin dall'agosto 1942. Al Mémorial sulla Shoah Julia apprende che in quella casa viveva la famiglia Starzynski: i genitori sono morti nel campo di concentramento di Auschwitz, ma nulla si sa dei figli Sarah e Michel. Convinta che Sarah sia sopravvissuta allo sterminio, Julia ne insegue le tracce scoprendone la storia fino a rintracciarne il figlio, William, all'o-scuro del suo passato, che scoprirà che Sarah era sua madre e che era ebrea.

Bent (1997) di Sean Mathias – Siamo a Berlino nel 1934, Max è un ragazzo che frequenta i cabaret della capitale del Reich e convive con Rudy, un ballerino da cabaret. Sconvolto dall'assassinio brutale, opera delle SS, di un SA con cui aveva trascorso la notte Max comincia una tragica fuga insieme a Rudy, che viene presto ucciso, e che termina a Dachau. Qui il protagonista, che porta la stella gialla degli Ebrei, incontra Horst, che porta il triangolo rosa degli omoses-suali. Insieme i due cercano di sopravvivere nel campo di concentramento.

Senza Destino (2005) di Lajos Koltai – Basato sul romanzo autobiografico di Imre Kertész, il film racconta la prigionia dello scrittore ungherese ebreo deportato, da bambino, nei campi di concentramento di Auschwitz e Buchenwald. Quella che era un'infanzia felice e spensierata si trasforma presto in una maturità dolorosa, vissuta in un vortice di crudeltà e degenera-zioni.

La zona grigia (2001) di Tim Blake Nelson – Il film fa in parte riferimento al racconto "Auschwitz: A doctor's eyewitness account" di Miklos Nyiszli. Ad Auschwitz, dove si sterminarono migliaia di ebrei, operavano anche gli Sonderkommando, particolari squadre di internati giudei che venivano costretti dagli aguzzini nazisti ad attendere al regolare funzionamento delle camere a gas. Il rifiuto significava per loro la morte, altrimenti avrebbero potuto sopravvivere qualche mese in più. Nonostante tutto ciò provano ad organizzare una rivolta, l’unica mai tentata nel campo.

Vento di Primavera (2010) di Rose Bosch – Il film si basa sulla storia di un ragazzo ebreo durante la retata del Velodromo d’Inverno (Parigi, luglio 1942). In quest’occasione gli ebrei vennero arrestati in massa dalla polizia francese, complice dei nazisti. Il titolo italiano si riferisce al nome dell’opera-zione della retata.

Conspiracy: Soluzione finale (2001) di Frank Pierson – Il 20 gennaio 1942, sulle sponde del lago Wannsee, a pochi chilometri da Berlino, viene indetta una riunione a cui prendono parte alcuni alti esponenti del partito nazista. A presiedere la riunione è il generale Heydrich, mentre l'organizza-zione e la gestione dell'evento sono affidate al colonnello Eichmann. La riunione è stata indetta per ordine di Hitler, e su mandato di Goering, per discutere la soluzione finale della questione ebraica.

Il Pianista (2002) di Roman Polanski – Un brillante pianista polacco, di religione ebraica, viene confinato nel ghetto di Varsavia dov’è costretto a subire sofferenze ed umiliazioni. Sfugge alla deportazione nascondendosi fra le rovine della città, e riuscirà a sopravvivere grazie all’aiuto di un ufficiale tedesco. Il regista, dopo aver rifiutato di dirigere Schindler’s List per il coin-volgimento troppo personale ed essendo stato anche lui deportato nei campi di concentramento, scelse nel 2002 per questa storia più leggera.

Le Poesie

Bibliografia:

-Fischer K.P., Storia dell’Olocausto. Dalle origini della giudeofobia tedesca alla soluzione finale nazista, Newton Compton Editori, Roma 2000-Hilberg R., Carnefici, vittime, spettatori, Mondadori, Milano 1994-Sarfatti M., Mussolini contro gli ebrei. Cronaca dell’elaborazione delle leggi razziali del 1938, Zamorani, Torino 1994-Browning C., Verso il genocidio. Come è stata possibile la “soluzione finale”, Il Saggiatore, Milano 1998-Arendt H., La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, Milano 1992-Traverso E. Auschwitz e gli intellettuali. La Shoah nella cultura del dopoguerra, Il Mulino, Bologna 2004-Deaglio E., La banalità del bene. Storia di Giorgio Perlasca, Feltrinelli, Milano 1991

Descrizioni delle Fotografie:1. Fotografie di deportati nei lager nazisti2. Alcuni deportati in un vagone verso i campi di concentramento3. Tabella dei triangoli che venivano cuciti alle uniformi dei deportati nei lager4. Reticolati del campo di Auschwitz I5. Alcune vignette esplicative dei luoghi non frequentabili da Ebrei6. Copertina del periodico “La Difesa della Razza” del 5 agosto 19407. Le bare di alcune vittime di Srebrenica8. Il fumo che esce da alcuni forni crematori9. Il cancello del Campo di Dachau10. Del filo spinato arrotolato a formare una chiave di violino11, 12, 13, 14, 15. Locandine dei Film

Shalom Auschwitz (Agnese Ginocchio)

E rivedo quei figlimiei compagni, fratellil’uomo di tutti i tempi

Quanti han perso la Vita per la Pacela Guerra sulla terra

Shalom Auschwitzle mie membra spezzate

corpi e cuori trafitti dai mercanti di morte.

Percorriamo le stradel’acqua mischiata a sangue

sulla terra sulla terra!

Shalom AuschwitzChi l’avrebbe pensato? Hai segnato la

Storia nella nostra MemoriaQuanti giorni allora, all’ uomo restano

ancora…di riposo

di piantoe di Se?

Quanti giorni allora, all’ uomo restano

ancoraperché PACE ritorni fra noi?

Sulle spoglie

e il sangue dei MARTIRIs'innalza il CANTO di LIBERTA’!

Sulle spoglie

e il sangue (Olocausto) dei MARTIRIs'innalza il CANTO di PACE, Sì!

Non si deve dimenticare! Anzitutto, sì, ricordare!

La Speranza di questa gente che han creduto

che l'Amore è assai più forteche va oltre

oltre la morte!

che l’Amore è sui loro Voltinei loro Cuori!

Shalom AuschwitzSi ribellano i mortigli alberi sono arsi

gli empi si sono persi

sassi e pietre dispersifumi e fiumi di fiamme

sulla terra

Shalom AuschwitzAnche per Te ho marciato

sventolando ‘Bandiere’ sopra i tetti del mondo.

Ogni guerra è una causa, causa inutile e

persa sulla terrasulla terra!

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Se questo è un uomo ‐ Primo Levi

Primo Levi è stato un intellettuale e partigiano italiano. Nato a Torino 1919, fu deportato ad Auschwitz nel 1944 poiché ebreo. Sopravvissuto e potuto tornare in Italia, divenne una delle figure più importanti della testimonianza di quello che sono stati i campi di concentramento. La celeberrima poesia “Se questo è un uomo” descrive in pochi versi le condizioni dell’essere umano privato di se stesso nei campi di concentramento e l’abissale differenza fra chi ha vissuto questo orrore e chi invece ha sempre condotto una vita tranquilla. Nella parte finale della poesia, Primo Levi invita a riflettere ma anche e soprattutto a ricorda-re quello che ne è stato della dignità umana, affinché non si verifichi più nulla di simile.

La farfalla ‐ Pavel Friedman

Pavel Friedman nacque a Praga nel 1921 e fu deportato nel campo di There-sienstadt (attuale Repubblica Ceca) il 29 settembre 1944, dove morì lo stesso anno. La poesia “La farfalla”, per cui è spesso ricordato, contrappone in poche righe libertà e prigionia, presente e passato, gioia e aridità. I fiori di ruta tradizio-nalmente richiamano il rimpianto e la nostalgia, mentre i fiori di castagno sono associati alla preveggenza e alla Resistenza. Come si può notare, non vi è trac-cia di gioia nelle qualità richiamate dai fiori, né può essere evocata dal loro aspetto.

L’ultima, proprio l’ultima,di un giallo così intenso, così

assolutamente giallo,come una lacrima di sole quando cade

sopra una roccia biancacosì gialla, così gialla!

l’ultima,volava in alto leggera,

aleggiava sicuraper baciare il suo ultimo mondo.

Tra qualche giornosarà già la mia settima settimana

di ghetto:i miei mi hanno ritrovato qui

e qui mi chiamano i fiori di rutae il bianco candeliere di castagno

nel cortile.Ma qui non ho rivisto nessuna farfalla.

Quella dell’altra volta fu l’ultima:le farfalle non vivono nel ghetto.

Voi che vivete sicuriNelle vostre tiepide case

Voi che trovate tornando a seraIl cibo caldo e visi amici:

Considerate se questo è un uomo,Che lavora nel fango

Che non conosce paceChe lotta per mezzo pane

Che muore per un sì o per un no.Considerate se questa è una donna,

Senza capelli e senza nomeSenza più forza di ricordare

Vuoti gli occhi e freddo il gremboCome una rana d'inverno.

Meditate che questo è stato:Vi comando queste parole.Scolpitele nel vostro cuore

Stando in casa andando per via,Coricandovi alzandovi:Ripetetele ai vostri figli.O vi si sfaccia la casa,

La malattia vi impedisca,I vostri nati torcano il viso da voi.

RETE degli Studenti MEDI Veneto

Page 13: Guida al Dibatto sulla Giornata della Memoria

La Giornata della Memoria

L’istituzione di una giornata dedicata alla memoria delle vittime della Shoah in Italia si raggiunge solo a metà del 2000 quando con la legge n. 211 del 20/07/2000 il Governo Amato II istituisce la giornata commemorativa il 27 gen-naio, giorno della liberazione del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz ad opera delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa.

« Art. 1

1.La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbatti-mento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricorda-re la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzio-ne italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. Art. 21.In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono orga-nizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere. »

L’istituzione di tale giornata è accompagnata da un ricco dibattito pubblico legato sia alla scelta del giorno (il 27 gennaio diventerà il Giorno della Memoria solo il 1/11/2005 a seguito alla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite) sia alle motivazioni dell’oggetto della memoria. Le altre date proposte:Il 16 ottobre, data del rastrellamento del ghetto di Roma (il 16 ottobre 1943, dopo aver arrestato nei gironi precedenti tutti i presidi dei carabinieri della capi-tale, gli occupanti tedeschi, aiutati da collaborazionisti italiani, catturano e deportano ad Auschwitz oltre mille ebrei romani). Questa data avrebbe permes-so di focalizzare l’attenzione sulle deportazioni razziali, sottolineando le respon-sabilità anche italiane nello sterminio del popolo ebraico.Il 5 maggio, data della liberazione del campo di Mauthausen ad opera delle truppe alleate, data che avrebbe sottolineato la centralità della storia dell’antifa-scismo e delle deportazioni politiche in Italia (in quanto la maggior parte dei deportati politici Italiani finì in quel campo).

La legge, come possiamo leggere all’articolo 1 spiega molto bene cosa intende commemorare, e tra le righe con un po’ di conoscenza si possono leggere i com-promessi a cui si è dovuti giungere per la sua approvazione. Se in un primo momento è scritto chiaramente che si intende ricordare le vittime della Shoah, le leggi razziali che in Italia la hanno resa possibile, il collaborazionismo italiano che durante gli ultimi 18 mesi di guerra, attraverso i militari della Repubblica Sociale Italiana, delle Brigate Nere e altre organizzazioni militari, paramilitari e

civili ha sostenuto i tedeschi nella persecuzione agli ebrei.

Poi si parla di Italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, ma queste parole non ci devono ingannare: il testo non si sta riferendo, o almeno non è stato pensato per ricordare quegli italiani che, per opposizione politica, orientamento sessuale o altre ragioni sono stati deportati nei campi di concen-tramento o di sterminio. Bensì il legislatore si riferisce ai cosiddetti IMI (Internati Militari Italiani), ovvero tutti quei militari italiani che, dopo l’8 settembre ’43, dopo esser stati catturati dai vecchi alleati tedeschi, posti di fronte alla scelta di aderi-re alla neo costituita RSI o essere internati nei campi di concentramento scelse-ro la seconda opzione. Questa scelta fece si che chi tornò si trovasse agli occhi dello Stato italiano nella condizione di renitente alla leva e non avesse inoltre diritto al riconoscimento della prigionia (la formula IMI era stata ideata dai tede-schi proprio per non riconoscere agli italiani lo status di prigioniero di guerra, status garantito da alcune convenzioni internazionali). Si segue poi facendo riferimento a chi, in qualsiasi schieramento (quindi anche quello nazifascista) ha protetto perseguitati.

Queste diciture potevano forse essere espresse in maniera migliore. L’importa-nza della memoria certamente non deve guardare ai colori politici, ma deve sicuramente tracciare in maniera chiara alcuni confini: ci sono differenze rilevanti tra chi è stato deportato semplicemente perché era, a prescindere dalle scelte o opinioni personali, e chi messo di fronte ad una possibilità ha perseguito la propria scelta, cosa che non rende minor onore certamente, ma costiuisce una condizione basilare completamente differente dalla prima. Nella Giornata della Memoria quindi ricordiamo il genocidio sistematico del popolo ebraico (Shoah) ma anche quello di altri gruppi etnici Rom e Sinti (Porajmos, letteralmente «grande divoramento»), omosessuali, malati di mente, Pentecostali (classificati come malati di mente), Testimoni di Geova, prigionieri di guerra Sovietici, Polacchi e altre popolazioni slave (chiamati nel complesso Untermenschen), dissidenti politici del regime nazista.

Quadro storico: 1933-1945

22 marzo 1933: apertura del campo di concentramento di Dachau nei pressi di Monaco di Baviera, progettato per custodia preventiva principalmente di comu-nisti e sindacalisti, in generale oppositori al regime nazista.

14 settembre 1935: vengono pubblicate la “legge per la protezione del sangue e dell’onore tedeschi” e la “legge sulla cittadinanza del Reich”, meglio conosciute come le “leggi di Norimberga”, per mezzo delle quali viene di fatto sancita l’esc-lusione degli ebrei dalla vita sociale tedesca.

9-10 novembre 1938: le violenze naziste antisemite sfociano in una notte di indi-cibile violenza, passata alla storia come la “Notte dei Cristalli”, durante la quale centinaia di negozi ed edifici di proprietà di ebrei, comprese molte sinagoghe,

vengono distrutti.

Ottobre 1939: hanno inizio le prime deportazioni degli ebrei ad una zona di “riserva”, nel sud della Polonia, con lo scopo di liberare i territori tedeschi dalla presenza semita. In questa prima fase, la soluzione al “problema ebraico” è ancora considerata l’espulsione degli ebrei nei territori dell’est o persino extra-europei (si pensi al Madagascar).

10 dicembre 1939: viene istituito il ghetto di Lodz, in Polonia, un primo vero e proprio centro di “raccolta” della popolazione ebraica, al fine di facilitare le ope-razioni di deportazione. Questo luogo passerà alla storia come uno dei ghetti più importanti dal punto di vista dello sfruttamento della manodopera, nonché il secondo per grandezza dopo quello di Varsavia (istituito nell’estate del 1940).

20 gennaio 1942: al convegno di Wannsee gli alti gerarchi discutono i dettagli della definitiva “soluzione finale alla questione ebraica”(Endlösung der Juden-frage); in seguito alla stretta sull’immigrazione e sull’accoglienza dei profughi ebrei da parte dei principali Stati, e alla crescita della popolazione ebraica sotto il Terzo Reich dovuta alle conquiste territoriali, i capi nazisti decidono di accele-rare i rastrellamenti e di ricorrere allo sterminio di massa.

17 marzo 1942: l’operazione Reinhard guida le prime deportazioni al campo di concentramento di Belzec, il primo campo di prigionia ad essere stato adattato completamente alla causa dello sterminio di massa.

Luglio 1942: prime deportazioni al campo di concentramento di Auschwitz, destinato a diventare il più importante e tristemente noto lager nazista, primo fra tutti per numero di internati e per l’intensità dello sterminio e dello sfruttamento.

19 aprile 1943: una rivolta coinvolge numerosi abitanti del ghetto di Varsavia, il più grande d’Europa. La risposta dei tedeschi diviene uno degli episodi più violenti di repressione.

16 ottobre 1943: in seguito all’invasione tedesca, anche l’Italia conosce sulla propria pelle l’efferatezza dei nazisti; il ghetto di Roma viene rastrellato e oltre 2000 individui sono fatti prigionieri e condotti nei campi di concentramento.

27 gennaio 1945: dopo alcuni scontri le truppe sovietiche dell’Armata Rossa liberano il campo di concentramento e sterminio di Auschwitz: è il primo campo ad essere liberato. Solo ora ci si riesce a rendere conto delle reali dimensioni dello sterminio operato dai nazisti.

5 maggio 1945: viene liberato dalle truppe americane il campo di concentramen-to di Mauthausen. E’ l’ultimo campo di concentramento ad essere liberato.

Le Leggi Razziali in Italia e le Responsabilità Italiane

A distanza di circa 3 anni dalle leggi di Norimberga promulgate dalla Germania Nazista anche il fascismo Italiano decide di intraprendere un percorso autono-

mo, e in certi casi più efferato, sulla difesa della razza italiana. Così a partire dal 1938 in Italia furono decretati una serie di provvedimenti atti a limitare fortemen-te i diritti e la dignità della minoranza ebraica, che in quegli anni contava più di quarantamila persone in un paese di circa 35 milioni di abitanti.Il primo atto pubblico attraverso il quale si espresse la politica razziale e antise-mita del regime fascista fu la pubblicazione, avvenuta il 14 luglio di quello stesso anno, del “Manifesto della razza”, nel quale, al punto 9, si asseriva che “gli ebrei non sono di razza italiana”. Seguirono a partire dal settembre 1938 una serie di leggi volte ad escludere progressivamente gli ebrei dalla vita sociale del paese, a cominciare dall’esp-ulsione degli insegnanti e degli alunni dalle scuole di ogni ordine e grado (con Regio Decreto Legge n. 1390 del 5 settembre 1938) e proseguendo attraverso il divieto di matrimonio tra italiani ed ebrei, il divieto di avere alle proprie dipen-denze domestici di razza ariana, l’esclusione dei cittadini italiani di origine ebrai-ca da tutte le pubbliche amministrazioni, società private (come banche e assicu-razioni), la revoca della cittadinanza a tutti gli ebrei stranieri entrati in Italia in data posteriore al 1919, il divieto di svolgere professioni di notaio e giornalista, il divieto per le scuole di adottare libri di testo alla cui redazione avesse partecipa-to in qualche modo un ebreo. Furono inoltre costituite, dove i numeri lo consenti-vano, a cura delle comunità ebraiche, scuole specifiche per ragazzi ebrei, unici luoghi dove gli insegnanti di origine ebraica avrebbero potuto insegnare. Fu poi introdotta la notazione di “razza ebraica” nei registri di stato civile

-Comunicato della Segreteria Politica del PNF, 25 luglio 1938 - Il Fascismo e il problema della razza-R.D.L. 5 settembre 1938, n. 1390 - Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola-R.D.L. 7 settembre 1938, n. 1381 - Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri-R.D.L. 23 settembre 1938, n. 1630 - Istituzione di scuole elementari per fanciulli di razza ebraica-Dichiarazione sulla razza, votata dal Gran Consiglio del Fascismo il 6 ottobre 1938-R.D.L. 15 novembre 1938, n. 1779 - Integrazione e coordinamento in testo unico delle norme già emanate per la difesa della razza nella scuola italiana-R.D.L. 17 novembre 1938, n. 1728 - Provvedimenti per la razza italiana-R.D.L. 29 giugno 1939, n. 1054 - Disciplina dell'esercizio delle professioni da parte dei cittadini di razza ebraica-Legge 13 luglio 1939-XVII, n. 1055 - Disposizioni in materia testamentaria nonché sulla disciplina dei cognomi, nei confronti degli appartenenti alla razza ebraica, modificata poi dalla v 28 settembre 1940-XVIII, n. 1459

Il 10 giugno 1940, con l’entrata in guerra dell’Italia vengono progressivamente arrestati e mandati nei campi di concentramento tutti gli ebrei stranieri presenti nel regno. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, con l’occupazione e la costituzione della RSI, ebbe inizio anche per gli ebrei italiani il periodo di deportazione e ster-minio, reso possibile in breve tempo grazie a tutto il lavoro di schedatura e regi-stro fatto dallo stato italiano negli anni precedenti e grazie alla collaborazione di molti italiani, sia in maniera attiva attraverso reparti militari e paramilitari della RSI sia in attraverso delazioni anonime. Sono circa 8.000 gli ebrei italiani che muoiono a causa della deportazione e dello sterminio nei campi, mentre una buona parte riesce a salvarsi riparando o in svizzera (all’incirca 6.000 individui) o superando la linea Gustav e raggiun-gendo il Regno del Sud, dove il 20 gennaio del 1944 erano state abolite le leggi razziali.

I Genocidi della Storia

Metz Yegheren - genocidio degli Armeni (1915-1916)Lo sterminio degli Armeni in Anatolia fu pianificato e realizzato dai Turchi del partito “Unità e Progresso”, al potere nell’allora Impero Ottomano dal 1908. Il genocidio iniziò nella primavera del 1915 con l’eliminazione degli uomini validi e il rastrellamento, a partire dal 24 aprile, dell’élite armena a Istanbul; infuriò nelle sette provincie orientali fino all’autunno del 1916 con la deportazione di anziani, donne e bambini, costretti a marciare verso i deserti siriani e sottoposti a massa-cri e a violenze inimmaginabili. Pochi sopravvissero. La quasi totalità degli Armeni scomparve dalla terra dove l’identità e la cultura di quel popolo si erano sviluppate nel corso di più di duemila anni.

La Shoah - genocidio degli Ebrei (1939-1945)Preparato con la negazione dei diritti civili in Germania nel 1933, il genocidio degli Ebrei è stato eseguito sistematicamente dai nazisti durante l’occupazione dei paesi europei nel corso della Seconda Guerra Mondiale, spesso con la colla-borazione dei governi loro alleati, come la Repubblica Sociale Italiana. Lo sterminio è stato attuato con l’arresto e la fucilazione immediata di intere famiglie, con la deportazione in campi di concentramento con l’internamento in ghetti in condizioni subumane e la successiva soppressione dei sopravvissuti. Nei paesi più colpiti è morto il 95% della popolazione ebraica. La cultura ebraica dell’Europa orientale (jiddish) è praticamente scomparsa.

Genocidio in Ruanda (aprile-luglio 1994)Il genocidio in Ruanda si compì tra ‘aprile e il luglio del ’94, quando gruppi militari e paramilitari di etnia Hutu, appoggiati anche da civili, sterminarono a colpi di armi da fuoco, machete, bastoni chiodati, gran parte della minoranza di origine Tutsi. A innescare il massacro fu l’abbattimento dell’aereo del presidente ruandese, Habyarimana, che tornava con il presidente del Burundi dalla Tanzania, dove si cercavano soluzioni di pace a una guerra civile che imperversava in Ruanda da almeno quattro anni. Le cause remote delle atrocità sono da ascrivere alla complessa situazione sociale, di cui non fu estraneo il ruolo del dominio coloniale europeo nell’esaltare le divisioni etniche tra Hutu e Tutsi. Il genocidio non risparmiò la componente moderata della stessa popolazione Hutu, e fu accompagnato da stupri e torture nei confronti di donne e bambine.

Genocidio in Bosnia (1992-1995)Nel marzo del 1992, in seguito a un referendum, la Bosnia si dichiarò Stato auto-nomo. La risposta dei serbi bosniaci e del governo centrale jugoslavo fu feroce: l’esercito serbo-bosniaco, appoggiato da unità paramilitari serbe, iniziò la pulizia etnica della parte orientale e settentrionale della Bosnia. Vi dovevano restare solo popolazioni serbe. Si infierì soprattutto sui musulmani bosniaci. Gli uomini furono rinchiusi in campi di concentramento e sottoposti a brutalità d’ogni tipo. Le donne subivano sistematiche e programmate violenze, ristrette in veri e propri campi di stupro. I musulmani sterminati costituiscono circa il 70% del totale delle vittime delle guerre nella ex Jugoslavia.

Nella Cultura di Massa: le Canzoni

I FilmLa Vita è Bella (1997) di Roberto Benigni – Il protagonista, Guido Orefice, toscano montanino ed ebreo, s’innamora, sul finire degli anni ’30, della maestri-na Dora, che riesce a sposare dopo molti e divertenti corteggiamenti. I due vivono i primi anni del loro matrimonio in tranquillità e hanno un figlio: Giosuè.

La loro vita viene stravolta nel 1938 dall’avvento delle leggi razziali che portano alla deportazione di migliaia di persone tra cui anche Guido e il figlioletto. Dora, nonostante non fosse ebrea, decide di seguirli volontariamente. Durante la loro permanenza al campo, per proteggere il figlio dall’orrore, Guido gli fa credere che quel che stanno vivendo è un gioco a premi con un carro armato in palio. In questo scenario originale e drammatico si svolge e si conclude la storia dei due fino al momento della liberazione. Train De Vie – Un Treno Per Vivere (1998) di Radu Mihaileanu – Il film racconta il viaggio degli abitanti di uno Shetl (villaggio ebraico dell’Europa centrale) romeno che progettano di evitare la deportazione varcando il confine con l’URSS per poi arrivare in Palestina, la terra promessa, in un modo unico e folle. Nel 1941, infatti, partono allestendo un finto convoglio ferroviario dove alcuni di loro “recitano” la parte dei tedeschi, altri quella dei deportati. Il Bambino con il Pigiama a Righe (2008) di Mark Herman – Bruno è un bambi-no di otto anni figlio di un ufficiale nazista, la cui promozione porta la famiglia a trasferirsi dalla comoda casa di Berlino in un’area desolata. Qui Bruno decisa-mente annoiato e spinto dalla curiosità, Bruno ignorando le continue indicazioni della madre, si dirige verso la ‘fattoria’ che ha visto nelle vicinanze. Incontra così Shmuel, un ragazzo della sua età, che vive un’esistenza parallela ma del tutto differente dall’altra parte del filo spinato che lo confina nel campo di concentra-mento. L’ultimo Treno (2001) di Yurek Bogayevicz – Il film, ambientato nella Cracovia occupata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, racconta la storia di un bambino ebreo che viene nascosto da un agricoltore locale come se fosse suo nipote, quindi di religione cattolica. Il tutto avviene anche grazie all’aiuto di un sacerdote compassionevole.

La chiave di Sara (2010) di Gilles Paquet-Brenner – Nelle giornate del 16 e 17 luglio 1942, gli ebrei parigini vengono arrestati dalla polizia collaborazionista francese. Fra di loro c'è anche Sarah Starzynski, una bambina di dieci anni che ha nascosto il fratellino Michel in un armadio chiuso a chiave. Cinquant'anni dopo la giornalista americana Julia Jarmond, residente in Francia, deve realizza-re un servizio proprio su quel rastrellamento. Coincidenza vuole che Julia, il marito e la figlia si stiano trasferendo in un appartamento al 36 di rue de Sainton-ge, dove i nonni del marito hanno abitato fin dall'agosto 1942. Al Mémorial sulla Shoah Julia apprende che in quella casa viveva la famiglia Starzynski: i genitori sono morti nel campo di concentramento di Auschwitz, ma nulla si sa dei figli Sarah e Michel. Convinta che Sarah sia sopravvissuta allo sterminio, Julia ne insegue le tracce scoprendone la storia fino a rintracciarne il figlio, William, all'o-scuro del suo passato, che scoprirà che Sarah era sua madre e che era ebrea.

Bent (1997) di Sean Mathias – Siamo a Berlino nel 1934, Max è un ragazzo che frequenta i cabaret della capitale del Reich e convive con Rudy, un ballerino da cabaret. Sconvolto dall'assassinio brutale, opera delle SS, di un SA con cui aveva trascorso la notte Max comincia una tragica fuga insieme a Rudy, che viene presto ucciso, e che termina a Dachau. Qui il protagonista, che porta la stella gialla degli Ebrei, incontra Horst, che porta il triangolo rosa degli omoses-suali. Insieme i due cercano di sopravvivere nel campo di concentramento.

Senza Destino (2005) di Lajos Koltai – Basato sul romanzo autobiografico di Imre Kertész, il film racconta la prigionia dello scrittore ungherese ebreo deportato, da bambino, nei campi di concentramento di Auschwitz e Buchenwald. Quella che era un'infanzia felice e spensierata si trasforma presto in una maturità dolorosa, vissuta in un vortice di crudeltà e degenera-zioni.

La zona grigia (2001) di Tim Blake Nelson – Il film fa in parte riferimento al racconto "Auschwitz: A doctor's eyewitness account" di Miklos Nyiszli. Ad Auschwitz, dove si sterminarono migliaia di ebrei, operavano anche gli Sonderkommando, particolari squadre di internati giudei che venivano costretti dagli aguzzini nazisti ad attendere al regolare funzionamento delle camere a gas. Il rifiuto significava per loro la morte, altrimenti avrebbero potuto sopravvivere qualche mese in più. Nonostante tutto ciò provano ad organizzare una rivolta, l’unica mai tentata nel campo.

Vento di Primavera (2010) di Rose Bosch – Il film si basa sulla storia di un ragazzo ebreo durante la retata del Velodromo d’Inverno (Parigi, luglio 1942). In quest’occasione gli ebrei vennero arrestati in massa dalla polizia francese, complice dei nazisti. Il titolo italiano si riferisce al nome dell’opera-zione della retata.

Conspiracy: Soluzione finale (2001) di Frank Pierson – Il 20 gennaio 1942, sulle sponde del lago Wannsee, a pochi chilometri da Berlino, viene indetta una riunione a cui prendono parte alcuni alti esponenti del partito nazista. A presiedere la riunione è il generale Heydrich, mentre l'organizza-zione e la gestione dell'evento sono affidate al colonnello Eichmann. La riunione è stata indetta per ordine di Hitler, e su mandato di Goering, per discutere la soluzione finale della questione ebraica.

Il Pianista (2002) di Roman Polanski – Un brillante pianista polacco, di religione ebraica, viene confinato nel ghetto di Varsavia dov’è costretto a subire sofferenze ed umiliazioni. Sfugge alla deportazione nascondendosi fra le rovine della città, e riuscirà a sopravvivere grazie all’aiuto di un ufficiale tedesco. Il regista, dopo aver rifiutato di dirigere Schindler’s List per il coin-volgimento troppo personale ed essendo stato anche lui deportato nei campi di concentramento, scelse nel 2002 per questa storia più leggera.

Le Poesie

Bibliografia:

-Fischer K.P., Storia dell’Olocausto. Dalle origini della giudeofobia tedesca alla soluzione finale nazista, Newton Compton Editori, Roma 2000-Hilberg R., Carnefici, vittime, spettatori, Mondadori, Milano 1994-Sarfatti M., Mussolini contro gli ebrei. Cronaca dell’elaborazione delle leggi razziali del 1938, Zamorani, Torino 1994-Browning C., Verso il genocidio. Come è stata possibile la “soluzione finale”, Il Saggiatore, Milano 1998-Arendt H., La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, Milano 1992-Traverso E. Auschwitz e gli intellettuali. La Shoah nella cultura del dopoguerra, Il Mulino, Bologna 2004-Deaglio E., La banalità del bene. Storia di Giorgio Perlasca, Feltrinelli, Milano 1991

Descrizioni delle Fotografie:1. Fotografie di deportati nei lager nazisti2. Alcuni deportati in un vagone verso i campi di concentramento3. Tabella dei triangoli che venivano cuciti alle uniformi dei deportati nei lager4. Reticolati del campo di Auschwitz I5. Alcune vignette esplicative dei luoghi non frequentabili da Ebrei6. Copertina del periodico “La Difesa della Razza” del 5 agosto 19407. Le bare di alcune vittime di Srebrenica8. Il fumo che esce da alcuni forni crematori9. Il cancello del Campo di Dachau10. Del filo spinato arrotolato a formare una chiave di violino11, 12, 13, 14, 15. Locandine dei Film

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C’è un paio di scarpette rosse ‐ Joyce Lussu

Joyce Lussu, pseudonimo di Gioconda Salvatori (1912‐1998), è stata una parti-giana, poetessa e scrittrice, medaglia d’argento al valore militare. Scrive “C’è un paio di scarpette rosse” per ricordare i bambini e le bambine morti durante il periodo nazista nei campi di concentramento. Lungo tutta la poesia, si alternano termini affettuosi e quasi materni, che si pongono in forte contrasto con quelli che descrivono i campi, creando una sensazione di sconforto e rigetto verso una realtà che ha sfruttato quello che i bambini potevano dare, prima di sterminarli.

C'è un paio di scarpette rossenumero ventiquattro

quasi nuove:sulla suola interna si vede ancora la

marca di fabbrica"Schulze Monaco"

c'è un paio di scarpette rossein cima a un mucchio di scarpette

infantilia Buchenwald

più in là c'è un mucchio di riccioli biondidi ciocche nere e castane

a Buchenwald

servivano a far coperte per soldatinon si sprecava nulla

e i bimbi li spogliavano e li radevanoprima di spingerli nelle camere a gasc'è un paio di scarpette rosse per la

domenicaa Buchenwald

erano di un bambino di tre anni e mezzo

chi sa di che colore erano gli occhibruciati nei forni

ma il suo pianto lo possiamo immagi-nare

si sa come piangono i bambinianche i suoi piedini

li possiamo immaginarescarpa numero ventiquattro

per l'eternitàperché i piedini dei bambini morti non

crescono

c'è un paio di scarpette rossea Buchenwaldquasi nuove

perché i piedini dei bambini mortinon consumano le suole.

Vita sciupata ‐ Halina Nelken

Di Halina Nelken pare esserci pervenuta solo questa poesia da lei firmata e datata 1944, Auschwitz. Possiamo quindi dedurre che Halina fosse nata intor-no al 1923. La poesia fu trascritta da vari autori ed autrici, fra cui Alicia Nitecki. La poesia, alquanto eloquente, esprime la rabbia di chi vede negarsi il futuro mentre ancora ama la vita e la vede appena iniziata ma già costretta a termi-nare per un’irrazionalità folle dell’uomo sull’uomo.

Vita sciupataChe infamia

Che i giorni scorrano senza alcun senso

Che anziché il riso — io conosca soltanto lacrime

Sono avvilita, sono angosciataPer aver perduto ogni speranza da

così tanto tempo

Come accettare la grettezza umana?Come pensare alla morte — quando il

mondo mi sta chiamando!Non ho ancora vent’anni

Sono giovane!Giovane,

GIOVANE!Vita sciupata, che infamia...

RETE degli Studenti MEDI Veneto

Page 14: Guida al Dibatto sulla Giornata della Memoria

La Giornata della Memoria

L’istituzione di una giornata dedicata alla memoria delle vittime della Shoah in Italia si raggiunge solo a metà del 2000 quando con la legge n. 211 del 20/07/2000 il Governo Amato II istituisce la giornata commemorativa il 27 gen-naio, giorno della liberazione del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz ad opera delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa.

« Art. 1

1.La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbatti-mento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricorda-re la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzio-ne italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. Art. 21.In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono orga-nizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere. »

L’istituzione di tale giornata è accompagnata da un ricco dibattito pubblico legato sia alla scelta del giorno (il 27 gennaio diventerà il Giorno della Memoria solo il 1/11/2005 a seguito alla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite) sia alle motivazioni dell’oggetto della memoria. Le altre date proposte:Il 16 ottobre, data del rastrellamento del ghetto di Roma (il 16 ottobre 1943, dopo aver arrestato nei gironi precedenti tutti i presidi dei carabinieri della capi-tale, gli occupanti tedeschi, aiutati da collaborazionisti italiani, catturano e deportano ad Auschwitz oltre mille ebrei romani). Questa data avrebbe permes-so di focalizzare l’attenzione sulle deportazioni razziali, sottolineando le respon-sabilità anche italiane nello sterminio del popolo ebraico.Il 5 maggio, data della liberazione del campo di Mauthausen ad opera delle truppe alleate, data che avrebbe sottolineato la centralità della storia dell’antifa-scismo e delle deportazioni politiche in Italia (in quanto la maggior parte dei deportati politici Italiani finì in quel campo).

La legge, come possiamo leggere all’articolo 1 spiega molto bene cosa intende commemorare, e tra le righe con un po’ di conoscenza si possono leggere i com-promessi a cui si è dovuti giungere per la sua approvazione. Se in un primo momento è scritto chiaramente che si intende ricordare le vittime della Shoah, le leggi razziali che in Italia la hanno resa possibile, il collaborazionismo italiano che durante gli ultimi 18 mesi di guerra, attraverso i militari della Repubblica Sociale Italiana, delle Brigate Nere e altre organizzazioni militari, paramilitari e

civili ha sostenuto i tedeschi nella persecuzione agli ebrei.

Poi si parla di Italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, ma queste parole non ci devono ingannare: il testo non si sta riferendo, o almeno non è stato pensato per ricordare quegli italiani che, per opposizione politica, orientamento sessuale o altre ragioni sono stati deportati nei campi di concen-tramento o di sterminio. Bensì il legislatore si riferisce ai cosiddetti IMI (Internati Militari Italiani), ovvero tutti quei militari italiani che, dopo l’8 settembre ’43, dopo esser stati catturati dai vecchi alleati tedeschi, posti di fronte alla scelta di aderi-re alla neo costituita RSI o essere internati nei campi di concentramento scelse-ro la seconda opzione. Questa scelta fece si che chi tornò si trovasse agli occhi dello Stato italiano nella condizione di renitente alla leva e non avesse inoltre diritto al riconoscimento della prigionia (la formula IMI era stata ideata dai tede-schi proprio per non riconoscere agli italiani lo status di prigioniero di guerra, status garantito da alcune convenzioni internazionali). Si segue poi facendo riferimento a chi, in qualsiasi schieramento (quindi anche quello nazifascista) ha protetto perseguitati.

Queste diciture potevano forse essere espresse in maniera migliore. L’importa-nza della memoria certamente non deve guardare ai colori politici, ma deve sicuramente tracciare in maniera chiara alcuni confini: ci sono differenze rilevanti tra chi è stato deportato semplicemente perché era, a prescindere dalle scelte o opinioni personali, e chi messo di fronte ad una possibilità ha perseguito la propria scelta, cosa che non rende minor onore certamente, ma costiuisce una condizione basilare completamente differente dalla prima. Nella Giornata della Memoria quindi ricordiamo il genocidio sistematico del popolo ebraico (Shoah) ma anche quello di altri gruppi etnici Rom e Sinti (Porajmos, letteralmente «grande divoramento»), omosessuali, malati di mente, Pentecostali (classificati come malati di mente), Testimoni di Geova, prigionieri di guerra Sovietici, Polacchi e altre popolazioni slave (chiamati nel complesso Untermenschen), dissidenti politici del regime nazista.

Quadro storico: 1933-1945

22 marzo 1933: apertura del campo di concentramento di Dachau nei pressi di Monaco di Baviera, progettato per custodia preventiva principalmente di comu-nisti e sindacalisti, in generale oppositori al regime nazista.

14 settembre 1935: vengono pubblicate la “legge per la protezione del sangue e dell’onore tedeschi” e la “legge sulla cittadinanza del Reich”, meglio conosciute come le “leggi di Norimberga”, per mezzo delle quali viene di fatto sancita l’esc-lusione degli ebrei dalla vita sociale tedesca.

9-10 novembre 1938: le violenze naziste antisemite sfociano in una notte di indi-cibile violenza, passata alla storia come la “Notte dei Cristalli”, durante la quale centinaia di negozi ed edifici di proprietà di ebrei, comprese molte sinagoghe,

vengono distrutti.

Ottobre 1939: hanno inizio le prime deportazioni degli ebrei ad una zona di “riserva”, nel sud della Polonia, con lo scopo di liberare i territori tedeschi dalla presenza semita. In questa prima fase, la soluzione al “problema ebraico” è ancora considerata l’espulsione degli ebrei nei territori dell’est o persino extra-europei (si pensi al Madagascar).

10 dicembre 1939: viene istituito il ghetto di Lodz, in Polonia, un primo vero e proprio centro di “raccolta” della popolazione ebraica, al fine di facilitare le ope-razioni di deportazione. Questo luogo passerà alla storia come uno dei ghetti più importanti dal punto di vista dello sfruttamento della manodopera, nonché il secondo per grandezza dopo quello di Varsavia (istituito nell’estate del 1940).

20 gennaio 1942: al convegno di Wannsee gli alti gerarchi discutono i dettagli della definitiva “soluzione finale alla questione ebraica”(Endlösung der Juden-frage); in seguito alla stretta sull’immigrazione e sull’accoglienza dei profughi ebrei da parte dei principali Stati, e alla crescita della popolazione ebraica sotto il Terzo Reich dovuta alle conquiste territoriali, i capi nazisti decidono di accele-rare i rastrellamenti e di ricorrere allo sterminio di massa.

17 marzo 1942: l’operazione Reinhard guida le prime deportazioni al campo di concentramento di Belzec, il primo campo di prigionia ad essere stato adattato completamente alla causa dello sterminio di massa.

Luglio 1942: prime deportazioni al campo di concentramento di Auschwitz, destinato a diventare il più importante e tristemente noto lager nazista, primo fra tutti per numero di internati e per l’intensità dello sterminio e dello sfruttamento.

19 aprile 1943: una rivolta coinvolge numerosi abitanti del ghetto di Varsavia, il più grande d’Europa. La risposta dei tedeschi diviene uno degli episodi più violenti di repressione.

16 ottobre 1943: in seguito all’invasione tedesca, anche l’Italia conosce sulla propria pelle l’efferatezza dei nazisti; il ghetto di Roma viene rastrellato e oltre 2000 individui sono fatti prigionieri e condotti nei campi di concentramento.

27 gennaio 1945: dopo alcuni scontri le truppe sovietiche dell’Armata Rossa liberano il campo di concentramento e sterminio di Auschwitz: è il primo campo ad essere liberato. Solo ora ci si riesce a rendere conto delle reali dimensioni dello sterminio operato dai nazisti.

5 maggio 1945: viene liberato dalle truppe americane il campo di concentramen-to di Mauthausen. E’ l’ultimo campo di concentramento ad essere liberato.

Le Leggi Razziali in Italia e le Responsabilità Italiane

A distanza di circa 3 anni dalle leggi di Norimberga promulgate dalla Germania Nazista anche il fascismo Italiano decide di intraprendere un percorso autono-

mo, e in certi casi più efferato, sulla difesa della razza italiana. Così a partire dal 1938 in Italia furono decretati una serie di provvedimenti atti a limitare fortemen-te i diritti e la dignità della minoranza ebraica, che in quegli anni contava più di quarantamila persone in un paese di circa 35 milioni di abitanti.Il primo atto pubblico attraverso il quale si espresse la politica razziale e antise-mita del regime fascista fu la pubblicazione, avvenuta il 14 luglio di quello stesso anno, del “Manifesto della razza”, nel quale, al punto 9, si asseriva che “gli ebrei non sono di razza italiana”. Seguirono a partire dal settembre 1938 una serie di leggi volte ad escludere progressivamente gli ebrei dalla vita sociale del paese, a cominciare dall’esp-ulsione degli insegnanti e degli alunni dalle scuole di ogni ordine e grado (con Regio Decreto Legge n. 1390 del 5 settembre 1938) e proseguendo attraverso il divieto di matrimonio tra italiani ed ebrei, il divieto di avere alle proprie dipen-denze domestici di razza ariana, l’esclusione dei cittadini italiani di origine ebrai-ca da tutte le pubbliche amministrazioni, società private (come banche e assicu-razioni), la revoca della cittadinanza a tutti gli ebrei stranieri entrati in Italia in data posteriore al 1919, il divieto di svolgere professioni di notaio e giornalista, il divieto per le scuole di adottare libri di testo alla cui redazione avesse partecipa-to in qualche modo un ebreo. Furono inoltre costituite, dove i numeri lo consenti-vano, a cura delle comunità ebraiche, scuole specifiche per ragazzi ebrei, unici luoghi dove gli insegnanti di origine ebraica avrebbero potuto insegnare. Fu poi introdotta la notazione di “razza ebraica” nei registri di stato civile

-Comunicato della Segreteria Politica del PNF, 25 luglio 1938 - Il Fascismo e il problema della razza-R.D.L. 5 settembre 1938, n. 1390 - Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola-R.D.L. 7 settembre 1938, n. 1381 - Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri-R.D.L. 23 settembre 1938, n. 1630 - Istituzione di scuole elementari per fanciulli di razza ebraica-Dichiarazione sulla razza, votata dal Gran Consiglio del Fascismo il 6 ottobre 1938-R.D.L. 15 novembre 1938, n. 1779 - Integrazione e coordinamento in testo unico delle norme già emanate per la difesa della razza nella scuola italiana-R.D.L. 17 novembre 1938, n. 1728 - Provvedimenti per la razza italiana-R.D.L. 29 giugno 1939, n. 1054 - Disciplina dell'esercizio delle professioni da parte dei cittadini di razza ebraica-Legge 13 luglio 1939-XVII, n. 1055 - Disposizioni in materia testamentaria nonché sulla disciplina dei cognomi, nei confronti degli appartenenti alla razza ebraica, modificata poi dalla v 28 settembre 1940-XVIII, n. 1459

Il 10 giugno 1940, con l’entrata in guerra dell’Italia vengono progressivamente arrestati e mandati nei campi di concentramento tutti gli ebrei stranieri presenti nel regno. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, con l’occupazione e la costituzione della RSI, ebbe inizio anche per gli ebrei italiani il periodo di deportazione e ster-minio, reso possibile in breve tempo grazie a tutto il lavoro di schedatura e regi-stro fatto dallo stato italiano negli anni precedenti e grazie alla collaborazione di molti italiani, sia in maniera attiva attraverso reparti militari e paramilitari della RSI sia in attraverso delazioni anonime. Sono circa 8.000 gli ebrei italiani che muoiono a causa della deportazione e dello sterminio nei campi, mentre una buona parte riesce a salvarsi riparando o in svizzera (all’incirca 6.000 individui) o superando la linea Gustav e raggiun-gendo il Regno del Sud, dove il 20 gennaio del 1944 erano state abolite le leggi razziali.

I Genocidi della Storia

Metz Yegheren - genocidio degli Armeni (1915-1916)Lo sterminio degli Armeni in Anatolia fu pianificato e realizzato dai Turchi del partito “Unità e Progresso”, al potere nell’allora Impero Ottomano dal 1908. Il genocidio iniziò nella primavera del 1915 con l’eliminazione degli uomini validi e il rastrellamento, a partire dal 24 aprile, dell’élite armena a Istanbul; infuriò nelle sette provincie orientali fino all’autunno del 1916 con la deportazione di anziani, donne e bambini, costretti a marciare verso i deserti siriani e sottoposti a massa-cri e a violenze inimmaginabili. Pochi sopravvissero. La quasi totalità degli Armeni scomparve dalla terra dove l’identità e la cultura di quel popolo si erano sviluppate nel corso di più di duemila anni.

La Shoah - genocidio degli Ebrei (1939-1945)Preparato con la negazione dei diritti civili in Germania nel 1933, il genocidio degli Ebrei è stato eseguito sistematicamente dai nazisti durante l’occupazione dei paesi europei nel corso della Seconda Guerra Mondiale, spesso con la colla-borazione dei governi loro alleati, come la Repubblica Sociale Italiana. Lo sterminio è stato attuato con l’arresto e la fucilazione immediata di intere famiglie, con la deportazione in campi di concentramento con l’internamento in ghetti in condizioni subumane e la successiva soppressione dei sopravvissuti. Nei paesi più colpiti è morto il 95% della popolazione ebraica. La cultura ebraica dell’Europa orientale (jiddish) è praticamente scomparsa.

Genocidio in Ruanda (aprile-luglio 1994)Il genocidio in Ruanda si compì tra ‘aprile e il luglio del ’94, quando gruppi militari e paramilitari di etnia Hutu, appoggiati anche da civili, sterminarono a colpi di armi da fuoco, machete, bastoni chiodati, gran parte della minoranza di origine Tutsi. A innescare il massacro fu l’abbattimento dell’aereo del presidente ruandese, Habyarimana, che tornava con il presidente del Burundi dalla Tanzania, dove si cercavano soluzioni di pace a una guerra civile che imperversava in Ruanda da almeno quattro anni. Le cause remote delle atrocità sono da ascrivere alla complessa situazione sociale, di cui non fu estraneo il ruolo del dominio coloniale europeo nell’esaltare le divisioni etniche tra Hutu e Tutsi. Il genocidio non risparmiò la componente moderata della stessa popolazione Hutu, e fu accompagnato da stupri e torture nei confronti di donne e bambine.

Genocidio in Bosnia (1992-1995)Nel marzo del 1992, in seguito a un referendum, la Bosnia si dichiarò Stato auto-nomo. La risposta dei serbi bosniaci e del governo centrale jugoslavo fu feroce: l’esercito serbo-bosniaco, appoggiato da unità paramilitari serbe, iniziò la pulizia etnica della parte orientale e settentrionale della Bosnia. Vi dovevano restare solo popolazioni serbe. Si infierì soprattutto sui musulmani bosniaci. Gli uomini furono rinchiusi in campi di concentramento e sottoposti a brutalità d’ogni tipo. Le donne subivano sistematiche e programmate violenze, ristrette in veri e propri campi di stupro. I musulmani sterminati costituiscono circa il 70% del totale delle vittime delle guerre nella ex Jugoslavia.

Nella Cultura di Massa: le Canzoni

I FilmLa Vita è Bella (1997) di Roberto Benigni – Il protagonista, Guido Orefice, toscano montanino ed ebreo, s’innamora, sul finire degli anni ’30, della maestri-na Dora, che riesce a sposare dopo molti e divertenti corteggiamenti. I due vivono i primi anni del loro matrimonio in tranquillità e hanno un figlio: Giosuè.

La loro vita viene stravolta nel 1938 dall’avvento delle leggi razziali che portano alla deportazione di migliaia di persone tra cui anche Guido e il figlioletto. Dora, nonostante non fosse ebrea, decide di seguirli volontariamente. Durante la loro permanenza al campo, per proteggere il figlio dall’orrore, Guido gli fa credere che quel che stanno vivendo è un gioco a premi con un carro armato in palio. In questo scenario originale e drammatico si svolge e si conclude la storia dei due fino al momento della liberazione. Train De Vie – Un Treno Per Vivere (1998) di Radu Mihaileanu – Il film racconta il viaggio degli abitanti di uno Shetl (villaggio ebraico dell’Europa centrale) romeno che progettano di evitare la deportazione varcando il confine con l’URSS per poi arrivare in Palestina, la terra promessa, in un modo unico e folle. Nel 1941, infatti, partono allestendo un finto convoglio ferroviario dove alcuni di loro “recitano” la parte dei tedeschi, altri quella dei deportati. Il Bambino con il Pigiama a Righe (2008) di Mark Herman – Bruno è un bambi-no di otto anni figlio di un ufficiale nazista, la cui promozione porta la famiglia a trasferirsi dalla comoda casa di Berlino in un’area desolata. Qui Bruno decisa-mente annoiato e spinto dalla curiosità, Bruno ignorando le continue indicazioni della madre, si dirige verso la ‘fattoria’ che ha visto nelle vicinanze. Incontra così Shmuel, un ragazzo della sua età, che vive un’esistenza parallela ma del tutto differente dall’altra parte del filo spinato che lo confina nel campo di concentra-mento. L’ultimo Treno (2001) di Yurek Bogayevicz – Il film, ambientato nella Cracovia occupata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, racconta la storia di un bambino ebreo che viene nascosto da un agricoltore locale come se fosse suo nipote, quindi di religione cattolica. Il tutto avviene anche grazie all’aiuto di un sacerdote compassionevole.

La chiave di Sara (2010) di Gilles Paquet-Brenner – Nelle giornate del 16 e 17 luglio 1942, gli ebrei parigini vengono arrestati dalla polizia collaborazionista francese. Fra di loro c'è anche Sarah Starzynski, una bambina di dieci anni che ha nascosto il fratellino Michel in un armadio chiuso a chiave. Cinquant'anni dopo la giornalista americana Julia Jarmond, residente in Francia, deve realizza-re un servizio proprio su quel rastrellamento. Coincidenza vuole che Julia, il marito e la figlia si stiano trasferendo in un appartamento al 36 di rue de Sainton-ge, dove i nonni del marito hanno abitato fin dall'agosto 1942. Al Mémorial sulla Shoah Julia apprende che in quella casa viveva la famiglia Starzynski: i genitori sono morti nel campo di concentramento di Auschwitz, ma nulla si sa dei figli Sarah e Michel. Convinta che Sarah sia sopravvissuta allo sterminio, Julia ne insegue le tracce scoprendone la storia fino a rintracciarne il figlio, William, all'o-scuro del suo passato, che scoprirà che Sarah era sua madre e che era ebrea.

Bent (1997) di Sean Mathias – Siamo a Berlino nel 1934, Max è un ragazzo che frequenta i cabaret della capitale del Reich e convive con Rudy, un ballerino da cabaret. Sconvolto dall'assassinio brutale, opera delle SS, di un SA con cui aveva trascorso la notte Max comincia una tragica fuga insieme a Rudy, che viene presto ucciso, e che termina a Dachau. Qui il protagonista, che porta la stella gialla degli Ebrei, incontra Horst, che porta il triangolo rosa degli omoses-suali. Insieme i due cercano di sopravvivere nel campo di concentramento.

Senza Destino (2005) di Lajos Koltai – Basato sul romanzo autobiografico di Imre Kertész, il film racconta la prigionia dello scrittore ungherese ebreo deportato, da bambino, nei campi di concentramento di Auschwitz e Buchenwald. Quella che era un'infanzia felice e spensierata si trasforma presto in una maturità dolorosa, vissuta in un vortice di crudeltà e degenera-zioni.

La zona grigia (2001) di Tim Blake Nelson – Il film fa in parte riferimento al racconto "Auschwitz: A doctor's eyewitness account" di Miklos Nyiszli. Ad Auschwitz, dove si sterminarono migliaia di ebrei, operavano anche gli Sonderkommando, particolari squadre di internati giudei che venivano costretti dagli aguzzini nazisti ad attendere al regolare funzionamento delle camere a gas. Il rifiuto significava per loro la morte, altrimenti avrebbero potuto sopravvivere qualche mese in più. Nonostante tutto ciò provano ad organizzare una rivolta, l’unica mai tentata nel campo.

Vento di Primavera (2010) di Rose Bosch – Il film si basa sulla storia di un ragazzo ebreo durante la retata del Velodromo d’Inverno (Parigi, luglio 1942). In quest’occasione gli ebrei vennero arrestati in massa dalla polizia francese, complice dei nazisti. Il titolo italiano si riferisce al nome dell’opera-zione della retata.

Conspiracy: Soluzione finale (2001) di Frank Pierson – Il 20 gennaio 1942, sulle sponde del lago Wannsee, a pochi chilometri da Berlino, viene indetta una riunione a cui prendono parte alcuni alti esponenti del partito nazista. A presiedere la riunione è il generale Heydrich, mentre l'organizza-zione e la gestione dell'evento sono affidate al colonnello Eichmann. La riunione è stata indetta per ordine di Hitler, e su mandato di Goering, per discutere la soluzione finale della questione ebraica.

Il Pianista (2002) di Roman Polanski – Un brillante pianista polacco, di religione ebraica, viene confinato nel ghetto di Varsavia dov’è costretto a subire sofferenze ed umiliazioni. Sfugge alla deportazione nascondendosi fra le rovine della città, e riuscirà a sopravvivere grazie all’aiuto di un ufficiale tedesco. Il regista, dopo aver rifiutato di dirigere Schindler’s List per il coin-volgimento troppo personale ed essendo stato anche lui deportato nei campi di concentramento, scelse nel 2002 per questa storia più leggera.

Le Poesie

Bibliografia:

-Fischer K.P., Storia dell’Olocausto. Dalle origini della giudeofobia tedesca alla soluzione finale nazista, Newton Compton Editori, Roma 2000-Hilberg R., Carnefici, vittime, spettatori, Mondadori, Milano 1994-Sarfatti M., Mussolini contro gli ebrei. Cronaca dell’elaborazione delle leggi razziali del 1938, Zamorani, Torino 1994-Browning C., Verso il genocidio. Come è stata possibile la “soluzione finale”, Il Saggiatore, Milano 1998-Arendt H., La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, Milano 1992-Traverso E. Auschwitz e gli intellettuali. La Shoah nella cultura del dopoguerra, Il Mulino, Bologna 2004-Deaglio E., La banalità del bene. Storia di Giorgio Perlasca, Feltrinelli, Milano 1991

Descrizioni delle Fotografie:1. Fotografie di deportati nei lager nazisti2. Alcuni deportati in un vagone verso i campi di concentramento3. Tabella dei triangoli che venivano cuciti alle uniformi dei deportati nei lager4. Reticolati del campo di Auschwitz I5. Alcune vignette esplicative dei luoghi non frequentabili da Ebrei6. Copertina del periodico “La Difesa della Razza” del 5 agosto 19407. Le bare di alcune vittime di Srebrenica8. Il fumo che esce da alcuni forni crematori9. Il cancello del Campo di Dachau10. Del filo spinato arrotolato a formare una chiave di violino11, 12, 13, 14, 15. Locandine dei Film

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Aprile - Anna Frank

Prova anche tu,una volta che ti senti solo

o infelice o triste,a guardare fuori dalla soffittaquando il tempo è così bello.

Non le case o i tetti, ma il cielo.Finché potrai guardare

il cielo senza timori,sarai sicuro

di essere puro dentroe tornerai

ad essere Felice.”

Il giardino - Franta Bass

Un piccolo giardino,Fragrante e pieno di rose.

Il viale è stretto,Lo percorre un piccolo bambino.

Un piccolo bambino, un dolce bambino,Come quel fiore che sboccia.

Quando il fiore arriverà a fiorireIl piccolo bambino non ci sarà più.

Filo Spinato - Peter, bambino ebreo ucciso a Terezin

Su un acceso rosso tramonto,sotto gl'ippocastani fioriti,

sul piazzale giallo di sabbia,ieri i giorni sono tutti uguali,belli come gli alberi fioriti.E' il mondo che sorride

e io vorrei volare. Ma dove?Un filo spinato impedisce

che qui dentro sboccino fiori.Non posso volare.Non voglio morire.

Vizio di forma - Primo Levi

"Erano centoErano cento uomini in arme.

Quando il sole sorse nel cielo,Tutti fecero un passo avanti.

Ore passarono, senza suono:Le loro palpebre non battevano.Quando suonarono le campane,Tutti mossero un passo avanti.Così passò il giorno e fu sera,

Ma quando fiorì in cielo la prima stella,Tutti insieme fecero un passo avanti.

"Indietro, via di qui, fantasmi immondi:Ritornate alla vostra vecchia notte":

Ma nessuno rispose, e invece.tutti in cerchio, fecero un passo avanti."

Infanzia miserabile - Zanus Zachenburg

Infanzia miserabile, catenache ti lega al nemico e alla forca.Miserabile infanzia, che dentro il

suo squalloregià distingue il bene e il male.

Laggiù dove l’infanzia dolcementeriposa

nelle piccole aiuole di un parcolaggiù, in quella casa, qualcosa si è

spezzatoquando su me è caduto il disprezzo:

laggiù, nei giardini o nei fiorio sul seno materno, dove io sono

natoper piangere…

Alla luce di una candela m’addorme-nto

forse per capire un giornoche io ero una ben piccola cosa,piccola come il coro dei 30.000,

come la loro vita che dormelaggiù nei campi,

che dorme e si sveglierà,aprirà gli occhi

e per non vedere tropposi lascerà riprendere dal sonno…

RETE degli Studenti MEDI Veneto

Page 15: Guida al Dibatto sulla Giornata della Memoria

La Giornata della Memoria

L’istituzione di una giornata dedicata alla memoria delle vittime della Shoah in Italia si raggiunge solo a metà del 2000 quando con la legge n. 211 del 20/07/2000 il Governo Amato II istituisce la giornata commemorativa il 27 gen-naio, giorno della liberazione del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz ad opera delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa.

« Art. 1

1.La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbatti-mento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricorda-re la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzio-ne italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. Art. 21.In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono orga-nizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere. »

L’istituzione di tale giornata è accompagnata da un ricco dibattito pubblico legato sia alla scelta del giorno (il 27 gennaio diventerà il Giorno della Memoria solo il 1/11/2005 a seguito alla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite) sia alle motivazioni dell’oggetto della memoria. Le altre date proposte:Il 16 ottobre, data del rastrellamento del ghetto di Roma (il 16 ottobre 1943, dopo aver arrestato nei gironi precedenti tutti i presidi dei carabinieri della capi-tale, gli occupanti tedeschi, aiutati da collaborazionisti italiani, catturano e deportano ad Auschwitz oltre mille ebrei romani). Questa data avrebbe permes-so di focalizzare l’attenzione sulle deportazioni razziali, sottolineando le respon-sabilità anche italiane nello sterminio del popolo ebraico.Il 5 maggio, data della liberazione del campo di Mauthausen ad opera delle truppe alleate, data che avrebbe sottolineato la centralità della storia dell’antifa-scismo e delle deportazioni politiche in Italia (in quanto la maggior parte dei deportati politici Italiani finì in quel campo).

La legge, come possiamo leggere all’articolo 1 spiega molto bene cosa intende commemorare, e tra le righe con un po’ di conoscenza si possono leggere i com-promessi a cui si è dovuti giungere per la sua approvazione. Se in un primo momento è scritto chiaramente che si intende ricordare le vittime della Shoah, le leggi razziali che in Italia la hanno resa possibile, il collaborazionismo italiano che durante gli ultimi 18 mesi di guerra, attraverso i militari della Repubblica Sociale Italiana, delle Brigate Nere e altre organizzazioni militari, paramilitari e

civili ha sostenuto i tedeschi nella persecuzione agli ebrei.

Poi si parla di Italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, ma queste parole non ci devono ingannare: il testo non si sta riferendo, o almeno non è stato pensato per ricordare quegli italiani che, per opposizione politica, orientamento sessuale o altre ragioni sono stati deportati nei campi di concen-tramento o di sterminio. Bensì il legislatore si riferisce ai cosiddetti IMI (Internati Militari Italiani), ovvero tutti quei militari italiani che, dopo l’8 settembre ’43, dopo esser stati catturati dai vecchi alleati tedeschi, posti di fronte alla scelta di aderi-re alla neo costituita RSI o essere internati nei campi di concentramento scelse-ro la seconda opzione. Questa scelta fece si che chi tornò si trovasse agli occhi dello Stato italiano nella condizione di renitente alla leva e non avesse inoltre diritto al riconoscimento della prigionia (la formula IMI era stata ideata dai tede-schi proprio per non riconoscere agli italiani lo status di prigioniero di guerra, status garantito da alcune convenzioni internazionali). Si segue poi facendo riferimento a chi, in qualsiasi schieramento (quindi anche quello nazifascista) ha protetto perseguitati.

Queste diciture potevano forse essere espresse in maniera migliore. L’importa-nza della memoria certamente non deve guardare ai colori politici, ma deve sicuramente tracciare in maniera chiara alcuni confini: ci sono differenze rilevanti tra chi è stato deportato semplicemente perché era, a prescindere dalle scelte o opinioni personali, e chi messo di fronte ad una possibilità ha perseguito la propria scelta, cosa che non rende minor onore certamente, ma costiuisce una condizione basilare completamente differente dalla prima. Nella Giornata della Memoria quindi ricordiamo il genocidio sistematico del popolo ebraico (Shoah) ma anche quello di altri gruppi etnici Rom e Sinti (Porajmos, letteralmente «grande divoramento»), omosessuali, malati di mente, Pentecostali (classificati come malati di mente), Testimoni di Geova, prigionieri di guerra Sovietici, Polacchi e altre popolazioni slave (chiamati nel complesso Untermenschen), dissidenti politici del regime nazista.

Quadro storico: 1933-1945

22 marzo 1933: apertura del campo di concentramento di Dachau nei pressi di Monaco di Baviera, progettato per custodia preventiva principalmente di comu-nisti e sindacalisti, in generale oppositori al regime nazista.

14 settembre 1935: vengono pubblicate la “legge per la protezione del sangue e dell’onore tedeschi” e la “legge sulla cittadinanza del Reich”, meglio conosciute come le “leggi di Norimberga”, per mezzo delle quali viene di fatto sancita l’esc-lusione degli ebrei dalla vita sociale tedesca.

9-10 novembre 1938: le violenze naziste antisemite sfociano in una notte di indi-cibile violenza, passata alla storia come la “Notte dei Cristalli”, durante la quale centinaia di negozi ed edifici di proprietà di ebrei, comprese molte sinagoghe,

vengono distrutti.

Ottobre 1939: hanno inizio le prime deportazioni degli ebrei ad una zona di “riserva”, nel sud della Polonia, con lo scopo di liberare i territori tedeschi dalla presenza semita. In questa prima fase, la soluzione al “problema ebraico” è ancora considerata l’espulsione degli ebrei nei territori dell’est o persino extra-europei (si pensi al Madagascar).

10 dicembre 1939: viene istituito il ghetto di Lodz, in Polonia, un primo vero e proprio centro di “raccolta” della popolazione ebraica, al fine di facilitare le ope-razioni di deportazione. Questo luogo passerà alla storia come uno dei ghetti più importanti dal punto di vista dello sfruttamento della manodopera, nonché il secondo per grandezza dopo quello di Varsavia (istituito nell’estate del 1940).

20 gennaio 1942: al convegno di Wannsee gli alti gerarchi discutono i dettagli della definitiva “soluzione finale alla questione ebraica”(Endlösung der Juden-frage); in seguito alla stretta sull’immigrazione e sull’accoglienza dei profughi ebrei da parte dei principali Stati, e alla crescita della popolazione ebraica sotto il Terzo Reich dovuta alle conquiste territoriali, i capi nazisti decidono di accele-rare i rastrellamenti e di ricorrere allo sterminio di massa.

17 marzo 1942: l’operazione Reinhard guida le prime deportazioni al campo di concentramento di Belzec, il primo campo di prigionia ad essere stato adattato completamente alla causa dello sterminio di massa.

Luglio 1942: prime deportazioni al campo di concentramento di Auschwitz, destinato a diventare il più importante e tristemente noto lager nazista, primo fra tutti per numero di internati e per l’intensità dello sterminio e dello sfruttamento.

19 aprile 1943: una rivolta coinvolge numerosi abitanti del ghetto di Varsavia, il più grande d’Europa. La risposta dei tedeschi diviene uno degli episodi più violenti di repressione.

16 ottobre 1943: in seguito all’invasione tedesca, anche l’Italia conosce sulla propria pelle l’efferatezza dei nazisti; il ghetto di Roma viene rastrellato e oltre 2000 individui sono fatti prigionieri e condotti nei campi di concentramento.

27 gennaio 1945: dopo alcuni scontri le truppe sovietiche dell’Armata Rossa liberano il campo di concentramento e sterminio di Auschwitz: è il primo campo ad essere liberato. Solo ora ci si riesce a rendere conto delle reali dimensioni dello sterminio operato dai nazisti.

5 maggio 1945: viene liberato dalle truppe americane il campo di concentramen-to di Mauthausen. E’ l’ultimo campo di concentramento ad essere liberato.

Le Leggi Razziali in Italia e le Responsabilità Italiane

A distanza di circa 3 anni dalle leggi di Norimberga promulgate dalla Germania Nazista anche il fascismo Italiano decide di intraprendere un percorso autono-

mo, e in certi casi più efferato, sulla difesa della razza italiana. Così a partire dal 1938 in Italia furono decretati una serie di provvedimenti atti a limitare fortemen-te i diritti e la dignità della minoranza ebraica, che in quegli anni contava più di quarantamila persone in un paese di circa 35 milioni di abitanti.Il primo atto pubblico attraverso il quale si espresse la politica razziale e antise-mita del regime fascista fu la pubblicazione, avvenuta il 14 luglio di quello stesso anno, del “Manifesto della razza”, nel quale, al punto 9, si asseriva che “gli ebrei non sono di razza italiana”. Seguirono a partire dal settembre 1938 una serie di leggi volte ad escludere progressivamente gli ebrei dalla vita sociale del paese, a cominciare dall’esp-ulsione degli insegnanti e degli alunni dalle scuole di ogni ordine e grado (con Regio Decreto Legge n. 1390 del 5 settembre 1938) e proseguendo attraverso il divieto di matrimonio tra italiani ed ebrei, il divieto di avere alle proprie dipen-denze domestici di razza ariana, l’esclusione dei cittadini italiani di origine ebrai-ca da tutte le pubbliche amministrazioni, società private (come banche e assicu-razioni), la revoca della cittadinanza a tutti gli ebrei stranieri entrati in Italia in data posteriore al 1919, il divieto di svolgere professioni di notaio e giornalista, il divieto per le scuole di adottare libri di testo alla cui redazione avesse partecipa-to in qualche modo un ebreo. Furono inoltre costituite, dove i numeri lo consenti-vano, a cura delle comunità ebraiche, scuole specifiche per ragazzi ebrei, unici luoghi dove gli insegnanti di origine ebraica avrebbero potuto insegnare. Fu poi introdotta la notazione di “razza ebraica” nei registri di stato civile

-Comunicato della Segreteria Politica del PNF, 25 luglio 1938 - Il Fascismo e il problema della razza-R.D.L. 5 settembre 1938, n. 1390 - Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola-R.D.L. 7 settembre 1938, n. 1381 - Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri-R.D.L. 23 settembre 1938, n. 1630 - Istituzione di scuole elementari per fanciulli di razza ebraica-Dichiarazione sulla razza, votata dal Gran Consiglio del Fascismo il 6 ottobre 1938-R.D.L. 15 novembre 1938, n. 1779 - Integrazione e coordinamento in testo unico delle norme già emanate per la difesa della razza nella scuola italiana-R.D.L. 17 novembre 1938, n. 1728 - Provvedimenti per la razza italiana-R.D.L. 29 giugno 1939, n. 1054 - Disciplina dell'esercizio delle professioni da parte dei cittadini di razza ebraica-Legge 13 luglio 1939-XVII, n. 1055 - Disposizioni in materia testamentaria nonché sulla disciplina dei cognomi, nei confronti degli appartenenti alla razza ebraica, modificata poi dalla v 28 settembre 1940-XVIII, n. 1459

Il 10 giugno 1940, con l’entrata in guerra dell’Italia vengono progressivamente arrestati e mandati nei campi di concentramento tutti gli ebrei stranieri presenti nel regno. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, con l’occupazione e la costituzione della RSI, ebbe inizio anche per gli ebrei italiani il periodo di deportazione e ster-minio, reso possibile in breve tempo grazie a tutto il lavoro di schedatura e regi-stro fatto dallo stato italiano negli anni precedenti e grazie alla collaborazione di molti italiani, sia in maniera attiva attraverso reparti militari e paramilitari della RSI sia in attraverso delazioni anonime. Sono circa 8.000 gli ebrei italiani che muoiono a causa della deportazione e dello sterminio nei campi, mentre una buona parte riesce a salvarsi riparando o in svizzera (all’incirca 6.000 individui) o superando la linea Gustav e raggiun-gendo il Regno del Sud, dove il 20 gennaio del 1944 erano state abolite le leggi razziali.

I Genocidi della Storia

Metz Yegheren - genocidio degli Armeni (1915-1916)Lo sterminio degli Armeni in Anatolia fu pianificato e realizzato dai Turchi del partito “Unità e Progresso”, al potere nell’allora Impero Ottomano dal 1908. Il genocidio iniziò nella primavera del 1915 con l’eliminazione degli uomini validi e il rastrellamento, a partire dal 24 aprile, dell’élite armena a Istanbul; infuriò nelle sette provincie orientali fino all’autunno del 1916 con la deportazione di anziani, donne e bambini, costretti a marciare verso i deserti siriani e sottoposti a massa-cri e a violenze inimmaginabili. Pochi sopravvissero. La quasi totalità degli Armeni scomparve dalla terra dove l’identità e la cultura di quel popolo si erano sviluppate nel corso di più di duemila anni.

La Shoah - genocidio degli Ebrei (1939-1945)Preparato con la negazione dei diritti civili in Germania nel 1933, il genocidio degli Ebrei è stato eseguito sistematicamente dai nazisti durante l’occupazione dei paesi europei nel corso della Seconda Guerra Mondiale, spesso con la colla-borazione dei governi loro alleati, come la Repubblica Sociale Italiana. Lo sterminio è stato attuato con l’arresto e la fucilazione immediata di intere famiglie, con la deportazione in campi di concentramento con l’internamento in ghetti in condizioni subumane e la successiva soppressione dei sopravvissuti. Nei paesi più colpiti è morto il 95% della popolazione ebraica. La cultura ebraica dell’Europa orientale (jiddish) è praticamente scomparsa.

Genocidio in Ruanda (aprile-luglio 1994)Il genocidio in Ruanda si compì tra ‘aprile e il luglio del ’94, quando gruppi militari e paramilitari di etnia Hutu, appoggiati anche da civili, sterminarono a colpi di armi da fuoco, machete, bastoni chiodati, gran parte della minoranza di origine Tutsi. A innescare il massacro fu l’abbattimento dell’aereo del presidente ruandese, Habyarimana, che tornava con il presidente del Burundi dalla Tanzania, dove si cercavano soluzioni di pace a una guerra civile che imperversava in Ruanda da almeno quattro anni. Le cause remote delle atrocità sono da ascrivere alla complessa situazione sociale, di cui non fu estraneo il ruolo del dominio coloniale europeo nell’esaltare le divisioni etniche tra Hutu e Tutsi. Il genocidio non risparmiò la componente moderata della stessa popolazione Hutu, e fu accompagnato da stupri e torture nei confronti di donne e bambine.

Genocidio in Bosnia (1992-1995)Nel marzo del 1992, in seguito a un referendum, la Bosnia si dichiarò Stato auto-nomo. La risposta dei serbi bosniaci e del governo centrale jugoslavo fu feroce: l’esercito serbo-bosniaco, appoggiato da unità paramilitari serbe, iniziò la pulizia etnica della parte orientale e settentrionale della Bosnia. Vi dovevano restare solo popolazioni serbe. Si infierì soprattutto sui musulmani bosniaci. Gli uomini furono rinchiusi in campi di concentramento e sottoposti a brutalità d’ogni tipo. Le donne subivano sistematiche e programmate violenze, ristrette in veri e propri campi di stupro. I musulmani sterminati costituiscono circa il 70% del totale delle vittime delle guerre nella ex Jugoslavia.

Nella Cultura di Massa: le Canzoni

I FilmLa Vita è Bella (1997) di Roberto Benigni – Il protagonista, Guido Orefice, toscano montanino ed ebreo, s’innamora, sul finire degli anni ’30, della maestri-na Dora, che riesce a sposare dopo molti e divertenti corteggiamenti. I due vivono i primi anni del loro matrimonio in tranquillità e hanno un figlio: Giosuè.

La loro vita viene stravolta nel 1938 dall’avvento delle leggi razziali che portano alla deportazione di migliaia di persone tra cui anche Guido e il figlioletto. Dora, nonostante non fosse ebrea, decide di seguirli volontariamente. Durante la loro permanenza al campo, per proteggere il figlio dall’orrore, Guido gli fa credere che quel che stanno vivendo è un gioco a premi con un carro armato in palio. In questo scenario originale e drammatico si svolge e si conclude la storia dei due fino al momento della liberazione. Train De Vie – Un Treno Per Vivere (1998) di Radu Mihaileanu – Il film racconta il viaggio degli abitanti di uno Shetl (villaggio ebraico dell’Europa centrale) romeno che progettano di evitare la deportazione varcando il confine con l’URSS per poi arrivare in Palestina, la terra promessa, in un modo unico e folle. Nel 1941, infatti, partono allestendo un finto convoglio ferroviario dove alcuni di loro “recitano” la parte dei tedeschi, altri quella dei deportati. Il Bambino con il Pigiama a Righe (2008) di Mark Herman – Bruno è un bambi-no di otto anni figlio di un ufficiale nazista, la cui promozione porta la famiglia a trasferirsi dalla comoda casa di Berlino in un’area desolata. Qui Bruno decisa-mente annoiato e spinto dalla curiosità, Bruno ignorando le continue indicazioni della madre, si dirige verso la ‘fattoria’ che ha visto nelle vicinanze. Incontra così Shmuel, un ragazzo della sua età, che vive un’esistenza parallela ma del tutto differente dall’altra parte del filo spinato che lo confina nel campo di concentra-mento. L’ultimo Treno (2001) di Yurek Bogayevicz – Il film, ambientato nella Cracovia occupata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, racconta la storia di un bambino ebreo che viene nascosto da un agricoltore locale come se fosse suo nipote, quindi di religione cattolica. Il tutto avviene anche grazie all’aiuto di un sacerdote compassionevole.

La chiave di Sara (2010) di Gilles Paquet-Brenner – Nelle giornate del 16 e 17 luglio 1942, gli ebrei parigini vengono arrestati dalla polizia collaborazionista francese. Fra di loro c'è anche Sarah Starzynski, una bambina di dieci anni che ha nascosto il fratellino Michel in un armadio chiuso a chiave. Cinquant'anni dopo la giornalista americana Julia Jarmond, residente in Francia, deve realizza-re un servizio proprio su quel rastrellamento. Coincidenza vuole che Julia, il marito e la figlia si stiano trasferendo in un appartamento al 36 di rue de Sainton-ge, dove i nonni del marito hanno abitato fin dall'agosto 1942. Al Mémorial sulla Shoah Julia apprende che in quella casa viveva la famiglia Starzynski: i genitori sono morti nel campo di concentramento di Auschwitz, ma nulla si sa dei figli Sarah e Michel. Convinta che Sarah sia sopravvissuta allo sterminio, Julia ne insegue le tracce scoprendone la storia fino a rintracciarne il figlio, William, all'o-scuro del suo passato, che scoprirà che Sarah era sua madre e che era ebrea.

Bent (1997) di Sean Mathias – Siamo a Berlino nel 1934, Max è un ragazzo che frequenta i cabaret della capitale del Reich e convive con Rudy, un ballerino da cabaret. Sconvolto dall'assassinio brutale, opera delle SS, di un SA con cui aveva trascorso la notte Max comincia una tragica fuga insieme a Rudy, che viene presto ucciso, e che termina a Dachau. Qui il protagonista, che porta la stella gialla degli Ebrei, incontra Horst, che porta il triangolo rosa degli omoses-suali. Insieme i due cercano di sopravvivere nel campo di concentramento.

Senza Destino (2005) di Lajos Koltai – Basato sul romanzo autobiografico di Imre Kertész, il film racconta la prigionia dello scrittore ungherese ebreo deportato, da bambino, nei campi di concentramento di Auschwitz e Buchenwald. Quella che era un'infanzia felice e spensierata si trasforma presto in una maturità dolorosa, vissuta in un vortice di crudeltà e degenera-zioni.

La zona grigia (2001) di Tim Blake Nelson – Il film fa in parte riferimento al racconto "Auschwitz: A doctor's eyewitness account" di Miklos Nyiszli. Ad Auschwitz, dove si sterminarono migliaia di ebrei, operavano anche gli Sonderkommando, particolari squadre di internati giudei che venivano costretti dagli aguzzini nazisti ad attendere al regolare funzionamento delle camere a gas. Il rifiuto significava per loro la morte, altrimenti avrebbero potuto sopravvivere qualche mese in più. Nonostante tutto ciò provano ad organizzare una rivolta, l’unica mai tentata nel campo.

Vento di Primavera (2010) di Rose Bosch – Il film si basa sulla storia di un ragazzo ebreo durante la retata del Velodromo d’Inverno (Parigi, luglio 1942). In quest’occasione gli ebrei vennero arrestati in massa dalla polizia francese, complice dei nazisti. Il titolo italiano si riferisce al nome dell’opera-zione della retata.

Conspiracy: Soluzione finale (2001) di Frank Pierson – Il 20 gennaio 1942, sulle sponde del lago Wannsee, a pochi chilometri da Berlino, viene indetta una riunione a cui prendono parte alcuni alti esponenti del partito nazista. A presiedere la riunione è il generale Heydrich, mentre l'organizza-zione e la gestione dell'evento sono affidate al colonnello Eichmann. La riunione è stata indetta per ordine di Hitler, e su mandato di Goering, per discutere la soluzione finale della questione ebraica.

Il Pianista (2002) di Roman Polanski – Un brillante pianista polacco, di religione ebraica, viene confinato nel ghetto di Varsavia dov’è costretto a subire sofferenze ed umiliazioni. Sfugge alla deportazione nascondendosi fra le rovine della città, e riuscirà a sopravvivere grazie all’aiuto di un ufficiale tedesco. Il regista, dopo aver rifiutato di dirigere Schindler’s List per il coin-volgimento troppo personale ed essendo stato anche lui deportato nei campi di concentramento, scelse nel 2002 per questa storia più leggera.

Le Poesie

Bibliografia:

-Fischer K.P., Storia dell’Olocausto. Dalle origini della giudeofobia tedesca alla soluzione finale nazista, Newton Compton Editori, Roma 2000-Hilberg R., Carnefici, vittime, spettatori, Mondadori, Milano 1994-Sarfatti M., Mussolini contro gli ebrei. Cronaca dell’elaborazione delle leggi razziali del 1938, Zamorani, Torino 1994-Browning C., Verso il genocidio. Come è stata possibile la “soluzione finale”, Il Saggiatore, Milano 1998-Arendt H., La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, Milano 1992-Traverso E. Auschwitz e gli intellettuali. La Shoah nella cultura del dopoguerra, Il Mulino, Bologna 2004-Deaglio E., La banalità del bene. Storia di Giorgio Perlasca, Feltrinelli, Milano 1991

Descrizioni delle Fotografie:1. Fotografie di deportati nei lager nazisti2. Alcuni deportati in un vagone verso i campi di concentramento3. Tabella dei triangoli che venivano cuciti alle uniformi dei deportati nei lager4. Reticolati del campo di Auschwitz I5. Alcune vignette esplicative dei luoghi non frequentabili da Ebrei6. Copertina del periodico “La Difesa della Razza” del 5 agosto 19407. Le bare di alcune vittime di Srebrenica8. Il fumo che esce da alcuni forni crematori9. Il cancello del Campo di Dachau10. Del filo spinato arrotolato a formare una chiave di violino11, 12, 13, 14, 15. Locandine dei Film

15

RETE degli Studenti MEDI Veneto

Page 16: Guida al Dibatto sulla Giornata della Memoria

La Giornata della Memoria

L’istituzione di una giornata dedicata alla memoria delle vittime della Shoah in Italia si raggiunge solo a metà del 2000 quando con la legge n. 211 del 20/07/2000 il Governo Amato II istituisce la giornata commemorativa il 27 gen-naio, giorno della liberazione del campo di concentramento e sterminio di Auschwitz ad opera delle truppe sovietiche dell’Armata Rossa.

« Art. 1

1.La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbatti-mento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricorda-re la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzio-ne italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati. Art. 21.In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all'articolo 1, sono orga-nizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell'Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere. »

L’istituzione di tale giornata è accompagnata da un ricco dibattito pubblico legato sia alla scelta del giorno (il 27 gennaio diventerà il Giorno della Memoria solo il 1/11/2005 a seguito alla risoluzione 60/7 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite) sia alle motivazioni dell’oggetto della memoria. Le altre date proposte:Il 16 ottobre, data del rastrellamento del ghetto di Roma (il 16 ottobre 1943, dopo aver arrestato nei gironi precedenti tutti i presidi dei carabinieri della capi-tale, gli occupanti tedeschi, aiutati da collaborazionisti italiani, catturano e deportano ad Auschwitz oltre mille ebrei romani). Questa data avrebbe permes-so di focalizzare l’attenzione sulle deportazioni razziali, sottolineando le respon-sabilità anche italiane nello sterminio del popolo ebraico.Il 5 maggio, data della liberazione del campo di Mauthausen ad opera delle truppe alleate, data che avrebbe sottolineato la centralità della storia dell’antifa-scismo e delle deportazioni politiche in Italia (in quanto la maggior parte dei deportati politici Italiani finì in quel campo).

La legge, come possiamo leggere all’articolo 1 spiega molto bene cosa intende commemorare, e tra le righe con un po’ di conoscenza si possono leggere i com-promessi a cui si è dovuti giungere per la sua approvazione. Se in un primo momento è scritto chiaramente che si intende ricordare le vittime della Shoah, le leggi razziali che in Italia la hanno resa possibile, il collaborazionismo italiano che durante gli ultimi 18 mesi di guerra, attraverso i militari della Repubblica Sociale Italiana, delle Brigate Nere e altre organizzazioni militari, paramilitari e

civili ha sostenuto i tedeschi nella persecuzione agli ebrei.

Poi si parla di Italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, ma queste parole non ci devono ingannare: il testo non si sta riferendo, o almeno non è stato pensato per ricordare quegli italiani che, per opposizione politica, orientamento sessuale o altre ragioni sono stati deportati nei campi di concen-tramento o di sterminio. Bensì il legislatore si riferisce ai cosiddetti IMI (Internati Militari Italiani), ovvero tutti quei militari italiani che, dopo l’8 settembre ’43, dopo esser stati catturati dai vecchi alleati tedeschi, posti di fronte alla scelta di aderi-re alla neo costituita RSI o essere internati nei campi di concentramento scelse-ro la seconda opzione. Questa scelta fece si che chi tornò si trovasse agli occhi dello Stato italiano nella condizione di renitente alla leva e non avesse inoltre diritto al riconoscimento della prigionia (la formula IMI era stata ideata dai tede-schi proprio per non riconoscere agli italiani lo status di prigioniero di guerra, status garantito da alcune convenzioni internazionali). Si segue poi facendo riferimento a chi, in qualsiasi schieramento (quindi anche quello nazifascista) ha protetto perseguitati.

Queste diciture potevano forse essere espresse in maniera migliore. L’importa-nza della memoria certamente non deve guardare ai colori politici, ma deve sicuramente tracciare in maniera chiara alcuni confini: ci sono differenze rilevanti tra chi è stato deportato semplicemente perché era, a prescindere dalle scelte o opinioni personali, e chi messo di fronte ad una possibilità ha perseguito la propria scelta, cosa che non rende minor onore certamente, ma costiuisce una condizione basilare completamente differente dalla prima. Nella Giornata della Memoria quindi ricordiamo il genocidio sistematico del popolo ebraico (Shoah) ma anche quello di altri gruppi etnici Rom e Sinti (Porajmos, letteralmente «grande divoramento»), omosessuali, malati di mente, Pentecostali (classificati come malati di mente), Testimoni di Geova, prigionieri di guerra Sovietici, Polacchi e altre popolazioni slave (chiamati nel complesso Untermenschen), dissidenti politici del regime nazista.

Quadro storico: 1933-1945

22 marzo 1933: apertura del campo di concentramento di Dachau nei pressi di Monaco di Baviera, progettato per custodia preventiva principalmente di comu-nisti e sindacalisti, in generale oppositori al regime nazista.

14 settembre 1935: vengono pubblicate la “legge per la protezione del sangue e dell’onore tedeschi” e la “legge sulla cittadinanza del Reich”, meglio conosciute come le “leggi di Norimberga”, per mezzo delle quali viene di fatto sancita l’esc-lusione degli ebrei dalla vita sociale tedesca.

9-10 novembre 1938: le violenze naziste antisemite sfociano in una notte di indi-cibile violenza, passata alla storia come la “Notte dei Cristalli”, durante la quale centinaia di negozi ed edifici di proprietà di ebrei, comprese molte sinagoghe,

vengono distrutti.

Ottobre 1939: hanno inizio le prime deportazioni degli ebrei ad una zona di “riserva”, nel sud della Polonia, con lo scopo di liberare i territori tedeschi dalla presenza semita. In questa prima fase, la soluzione al “problema ebraico” è ancora considerata l’espulsione degli ebrei nei territori dell’est o persino extra-europei (si pensi al Madagascar).

10 dicembre 1939: viene istituito il ghetto di Lodz, in Polonia, un primo vero e proprio centro di “raccolta” della popolazione ebraica, al fine di facilitare le ope-razioni di deportazione. Questo luogo passerà alla storia come uno dei ghetti più importanti dal punto di vista dello sfruttamento della manodopera, nonché il secondo per grandezza dopo quello di Varsavia (istituito nell’estate del 1940).

20 gennaio 1942: al convegno di Wannsee gli alti gerarchi discutono i dettagli della definitiva “soluzione finale alla questione ebraica”(Endlösung der Juden-frage); in seguito alla stretta sull’immigrazione e sull’accoglienza dei profughi ebrei da parte dei principali Stati, e alla crescita della popolazione ebraica sotto il Terzo Reich dovuta alle conquiste territoriali, i capi nazisti decidono di accele-rare i rastrellamenti e di ricorrere allo sterminio di massa.

17 marzo 1942: l’operazione Reinhard guida le prime deportazioni al campo di concentramento di Belzec, il primo campo di prigionia ad essere stato adattato completamente alla causa dello sterminio di massa.

Luglio 1942: prime deportazioni al campo di concentramento di Auschwitz, destinato a diventare il più importante e tristemente noto lager nazista, primo fra tutti per numero di internati e per l’intensità dello sterminio e dello sfruttamento.

19 aprile 1943: una rivolta coinvolge numerosi abitanti del ghetto di Varsavia, il più grande d’Europa. La risposta dei tedeschi diviene uno degli episodi più violenti di repressione.

16 ottobre 1943: in seguito all’invasione tedesca, anche l’Italia conosce sulla propria pelle l’efferatezza dei nazisti; il ghetto di Roma viene rastrellato e oltre 2000 individui sono fatti prigionieri e condotti nei campi di concentramento.

27 gennaio 1945: dopo alcuni scontri le truppe sovietiche dell’Armata Rossa liberano il campo di concentramento e sterminio di Auschwitz: è il primo campo ad essere liberato. Solo ora ci si riesce a rendere conto delle reali dimensioni dello sterminio operato dai nazisti.

5 maggio 1945: viene liberato dalle truppe americane il campo di concentramen-to di Mauthausen. E’ l’ultimo campo di concentramento ad essere liberato.

Le Leggi Razziali in Italia e le Responsabilità Italiane

A distanza di circa 3 anni dalle leggi di Norimberga promulgate dalla Germania Nazista anche il fascismo Italiano decide di intraprendere un percorso autono-

mo, e in certi casi più efferato, sulla difesa della razza italiana. Così a partire dal 1938 in Italia furono decretati una serie di provvedimenti atti a limitare fortemen-te i diritti e la dignità della minoranza ebraica, che in quegli anni contava più di quarantamila persone in un paese di circa 35 milioni di abitanti.Il primo atto pubblico attraverso il quale si espresse la politica razziale e antise-mita del regime fascista fu la pubblicazione, avvenuta il 14 luglio di quello stesso anno, del “Manifesto della razza”, nel quale, al punto 9, si asseriva che “gli ebrei non sono di razza italiana”. Seguirono a partire dal settembre 1938 una serie di leggi volte ad escludere progressivamente gli ebrei dalla vita sociale del paese, a cominciare dall’esp-ulsione degli insegnanti e degli alunni dalle scuole di ogni ordine e grado (con Regio Decreto Legge n. 1390 del 5 settembre 1938) e proseguendo attraverso il divieto di matrimonio tra italiani ed ebrei, il divieto di avere alle proprie dipen-denze domestici di razza ariana, l’esclusione dei cittadini italiani di origine ebrai-ca da tutte le pubbliche amministrazioni, società private (come banche e assicu-razioni), la revoca della cittadinanza a tutti gli ebrei stranieri entrati in Italia in data posteriore al 1919, il divieto di svolgere professioni di notaio e giornalista, il divieto per le scuole di adottare libri di testo alla cui redazione avesse partecipa-to in qualche modo un ebreo. Furono inoltre costituite, dove i numeri lo consenti-vano, a cura delle comunità ebraiche, scuole specifiche per ragazzi ebrei, unici luoghi dove gli insegnanti di origine ebraica avrebbero potuto insegnare. Fu poi introdotta la notazione di “razza ebraica” nei registri di stato civile

-Comunicato della Segreteria Politica del PNF, 25 luglio 1938 - Il Fascismo e il problema della razza-R.D.L. 5 settembre 1938, n. 1390 - Provvedimenti per la difesa della razza nella scuola-R.D.L. 7 settembre 1938, n. 1381 - Provvedimenti nei confronti degli ebrei stranieri-R.D.L. 23 settembre 1938, n. 1630 - Istituzione di scuole elementari per fanciulli di razza ebraica-Dichiarazione sulla razza, votata dal Gran Consiglio del Fascismo il 6 ottobre 1938-R.D.L. 15 novembre 1938, n. 1779 - Integrazione e coordinamento in testo unico delle norme già emanate per la difesa della razza nella scuola italiana-R.D.L. 17 novembre 1938, n. 1728 - Provvedimenti per la razza italiana-R.D.L. 29 giugno 1939, n. 1054 - Disciplina dell'esercizio delle professioni da parte dei cittadini di razza ebraica-Legge 13 luglio 1939-XVII, n. 1055 - Disposizioni in materia testamentaria nonché sulla disciplina dei cognomi, nei confronti degli appartenenti alla razza ebraica, modificata poi dalla v 28 settembre 1940-XVIII, n. 1459

Il 10 giugno 1940, con l’entrata in guerra dell’Italia vengono progressivamente arrestati e mandati nei campi di concentramento tutti gli ebrei stranieri presenti nel regno. Dopo l’armistizio dell’8 settembre, con l’occupazione e la costituzione della RSI, ebbe inizio anche per gli ebrei italiani il periodo di deportazione e ster-minio, reso possibile in breve tempo grazie a tutto il lavoro di schedatura e regi-stro fatto dallo stato italiano negli anni precedenti e grazie alla collaborazione di molti italiani, sia in maniera attiva attraverso reparti militari e paramilitari della RSI sia in attraverso delazioni anonime. Sono circa 8.000 gli ebrei italiani che muoiono a causa della deportazione e dello sterminio nei campi, mentre una buona parte riesce a salvarsi riparando o in svizzera (all’incirca 6.000 individui) o superando la linea Gustav e raggiun-gendo il Regno del Sud, dove il 20 gennaio del 1944 erano state abolite le leggi razziali.

I Genocidi della Storia

Metz Yegheren - genocidio degli Armeni (1915-1916)Lo sterminio degli Armeni in Anatolia fu pianificato e realizzato dai Turchi del partito “Unità e Progresso”, al potere nell’allora Impero Ottomano dal 1908. Il genocidio iniziò nella primavera del 1915 con l’eliminazione degli uomini validi e il rastrellamento, a partire dal 24 aprile, dell’élite armena a Istanbul; infuriò nelle sette provincie orientali fino all’autunno del 1916 con la deportazione di anziani, donne e bambini, costretti a marciare verso i deserti siriani e sottoposti a massa-cri e a violenze inimmaginabili. Pochi sopravvissero. La quasi totalità degli Armeni scomparve dalla terra dove l’identità e la cultura di quel popolo si erano sviluppate nel corso di più di duemila anni.

La Shoah - genocidio degli Ebrei (1939-1945)Preparato con la negazione dei diritti civili in Germania nel 1933, il genocidio degli Ebrei è stato eseguito sistematicamente dai nazisti durante l’occupazione dei paesi europei nel corso della Seconda Guerra Mondiale, spesso con la colla-borazione dei governi loro alleati, come la Repubblica Sociale Italiana. Lo sterminio è stato attuato con l’arresto e la fucilazione immediata di intere famiglie, con la deportazione in campi di concentramento con l’internamento in ghetti in condizioni subumane e la successiva soppressione dei sopravvissuti. Nei paesi più colpiti è morto il 95% della popolazione ebraica. La cultura ebraica dell’Europa orientale (jiddish) è praticamente scomparsa.

Genocidio in Ruanda (aprile-luglio 1994)Il genocidio in Ruanda si compì tra ‘aprile e il luglio del ’94, quando gruppi militari e paramilitari di etnia Hutu, appoggiati anche da civili, sterminarono a colpi di armi da fuoco, machete, bastoni chiodati, gran parte della minoranza di origine Tutsi. A innescare il massacro fu l’abbattimento dell’aereo del presidente ruandese, Habyarimana, che tornava con il presidente del Burundi dalla Tanzania, dove si cercavano soluzioni di pace a una guerra civile che imperversava in Ruanda da almeno quattro anni. Le cause remote delle atrocità sono da ascrivere alla complessa situazione sociale, di cui non fu estraneo il ruolo del dominio coloniale europeo nell’esaltare le divisioni etniche tra Hutu e Tutsi. Il genocidio non risparmiò la componente moderata della stessa popolazione Hutu, e fu accompagnato da stupri e torture nei confronti di donne e bambine.

Genocidio in Bosnia (1992-1995)Nel marzo del 1992, in seguito a un referendum, la Bosnia si dichiarò Stato auto-nomo. La risposta dei serbi bosniaci e del governo centrale jugoslavo fu feroce: l’esercito serbo-bosniaco, appoggiato da unità paramilitari serbe, iniziò la pulizia etnica della parte orientale e settentrionale della Bosnia. Vi dovevano restare solo popolazioni serbe. Si infierì soprattutto sui musulmani bosniaci. Gli uomini furono rinchiusi in campi di concentramento e sottoposti a brutalità d’ogni tipo. Le donne subivano sistematiche e programmate violenze, ristrette in veri e propri campi di stupro. I musulmani sterminati costituiscono circa il 70% del totale delle vittime delle guerre nella ex Jugoslavia.

Nella Cultura di Massa: le Canzoni

I FilmLa Vita è Bella (1997) di Roberto Benigni – Il protagonista, Guido Orefice, toscano montanino ed ebreo, s’innamora, sul finire degli anni ’30, della maestri-na Dora, che riesce a sposare dopo molti e divertenti corteggiamenti. I due vivono i primi anni del loro matrimonio in tranquillità e hanno un figlio: Giosuè.

La loro vita viene stravolta nel 1938 dall’avvento delle leggi razziali che portano alla deportazione di migliaia di persone tra cui anche Guido e il figlioletto. Dora, nonostante non fosse ebrea, decide di seguirli volontariamente. Durante la loro permanenza al campo, per proteggere il figlio dall’orrore, Guido gli fa credere che quel che stanno vivendo è un gioco a premi con un carro armato in palio. In questo scenario originale e drammatico si svolge e si conclude la storia dei due fino al momento della liberazione. Train De Vie – Un Treno Per Vivere (1998) di Radu Mihaileanu – Il film racconta il viaggio degli abitanti di uno Shetl (villaggio ebraico dell’Europa centrale) romeno che progettano di evitare la deportazione varcando il confine con l’URSS per poi arrivare in Palestina, la terra promessa, in un modo unico e folle. Nel 1941, infatti, partono allestendo un finto convoglio ferroviario dove alcuni di loro “recitano” la parte dei tedeschi, altri quella dei deportati. Il Bambino con il Pigiama a Righe (2008) di Mark Herman – Bruno è un bambi-no di otto anni figlio di un ufficiale nazista, la cui promozione porta la famiglia a trasferirsi dalla comoda casa di Berlino in un’area desolata. Qui Bruno decisa-mente annoiato e spinto dalla curiosità, Bruno ignorando le continue indicazioni della madre, si dirige verso la ‘fattoria’ che ha visto nelle vicinanze. Incontra così Shmuel, un ragazzo della sua età, che vive un’esistenza parallela ma del tutto differente dall’altra parte del filo spinato che lo confina nel campo di concentra-mento. L’ultimo Treno (2001) di Yurek Bogayevicz – Il film, ambientato nella Cracovia occupata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, racconta la storia di un bambino ebreo che viene nascosto da un agricoltore locale come se fosse suo nipote, quindi di religione cattolica. Il tutto avviene anche grazie all’aiuto di un sacerdote compassionevole.

La chiave di Sara (2010) di Gilles Paquet-Brenner – Nelle giornate del 16 e 17 luglio 1942, gli ebrei parigini vengono arrestati dalla polizia collaborazionista francese. Fra di loro c'è anche Sarah Starzynski, una bambina di dieci anni che ha nascosto il fratellino Michel in un armadio chiuso a chiave. Cinquant'anni dopo la giornalista americana Julia Jarmond, residente in Francia, deve realizza-re un servizio proprio su quel rastrellamento. Coincidenza vuole che Julia, il marito e la figlia si stiano trasferendo in un appartamento al 36 di rue de Sainton-ge, dove i nonni del marito hanno abitato fin dall'agosto 1942. Al Mémorial sulla Shoah Julia apprende che in quella casa viveva la famiglia Starzynski: i genitori sono morti nel campo di concentramento di Auschwitz, ma nulla si sa dei figli Sarah e Michel. Convinta che Sarah sia sopravvissuta allo sterminio, Julia ne insegue le tracce scoprendone la storia fino a rintracciarne il figlio, William, all'o-scuro del suo passato, che scoprirà che Sarah era sua madre e che era ebrea.

Bent (1997) di Sean Mathias – Siamo a Berlino nel 1934, Max è un ragazzo che frequenta i cabaret della capitale del Reich e convive con Rudy, un ballerino da cabaret. Sconvolto dall'assassinio brutale, opera delle SS, di un SA con cui aveva trascorso la notte Max comincia una tragica fuga insieme a Rudy, che viene presto ucciso, e che termina a Dachau. Qui il protagonista, che porta la stella gialla degli Ebrei, incontra Horst, che porta il triangolo rosa degli omoses-suali. Insieme i due cercano di sopravvivere nel campo di concentramento.

Senza Destino (2005) di Lajos Koltai – Basato sul romanzo autobiografico di Imre Kertész, il film racconta la prigionia dello scrittore ungherese ebreo deportato, da bambino, nei campi di concentramento di Auschwitz e Buchenwald. Quella che era un'infanzia felice e spensierata si trasforma presto in una maturità dolorosa, vissuta in un vortice di crudeltà e degenera-zioni.

La zona grigia (2001) di Tim Blake Nelson – Il film fa in parte riferimento al racconto "Auschwitz: A doctor's eyewitness account" di Miklos Nyiszli. Ad Auschwitz, dove si sterminarono migliaia di ebrei, operavano anche gli Sonderkommando, particolari squadre di internati giudei che venivano costretti dagli aguzzini nazisti ad attendere al regolare funzionamento delle camere a gas. Il rifiuto significava per loro la morte, altrimenti avrebbero potuto sopravvivere qualche mese in più. Nonostante tutto ciò provano ad organizzare una rivolta, l’unica mai tentata nel campo.

Vento di Primavera (2010) di Rose Bosch – Il film si basa sulla storia di un ragazzo ebreo durante la retata del Velodromo d’Inverno (Parigi, luglio 1942). In quest’occasione gli ebrei vennero arrestati in massa dalla polizia francese, complice dei nazisti. Il titolo italiano si riferisce al nome dell’opera-zione della retata.

Conspiracy: Soluzione finale (2001) di Frank Pierson – Il 20 gennaio 1942, sulle sponde del lago Wannsee, a pochi chilometri da Berlino, viene indetta una riunione a cui prendono parte alcuni alti esponenti del partito nazista. A presiedere la riunione è il generale Heydrich, mentre l'organizza-zione e la gestione dell'evento sono affidate al colonnello Eichmann. La riunione è stata indetta per ordine di Hitler, e su mandato di Goering, per discutere la soluzione finale della questione ebraica.

Il Pianista (2002) di Roman Polanski – Un brillante pianista polacco, di religione ebraica, viene confinato nel ghetto di Varsavia dov’è costretto a subire sofferenze ed umiliazioni. Sfugge alla deportazione nascondendosi fra le rovine della città, e riuscirà a sopravvivere grazie all’aiuto di un ufficiale tedesco. Il regista, dopo aver rifiutato di dirigere Schindler’s List per il coin-volgimento troppo personale ed essendo stato anche lui deportato nei campi di concentramento, scelse nel 2002 per questa storia più leggera.

Le Poesie

Bibliografia:

-Fischer K.P., Storia dell’Olocausto. Dalle origini della giudeofobia tedesca alla soluzione finale nazista, Newton Compton Editori, Roma 2000-Hilberg R., Carnefici, vittime, spettatori, Mondadori, Milano 1994-Sarfatti M., Mussolini contro gli ebrei. Cronaca dell’elaborazione delle leggi razziali del 1938, Zamorani, Torino 1994-Browning C., Verso il genocidio. Come è stata possibile la “soluzione finale”, Il Saggiatore, Milano 1998-Arendt H., La banalità del male. Eichmann a Gerusalemme, Feltrinelli, Milano 1992-Traverso E. Auschwitz e gli intellettuali. La Shoah nella cultura del dopoguerra, Il Mulino, Bologna 2004-Deaglio E., La banalità del bene. Storia di Giorgio Perlasca, Feltrinelli, Milano 1991

Descrizioni delle Fotografie:1. Fotografie di deportati nei lager nazisti2. Alcuni deportati in un vagone verso i campi di concentramento3. Tabella dei triangoli che venivano cuciti alle uniformi dei deportati nei lager4. Reticolati del campo di Auschwitz I5. Alcune vignette esplicative dei luoghi non frequentabili da Ebrei6. Copertina del periodico “La Difesa della Razza” del 5 agosto 19407. Le bare di alcune vittime di Srebrenica8. Il fumo che esce da alcuni forni crematori9. Il cancello del Campo di Dachau10. Del filo spinato arrotolato a formare una chiave di violino11, 12, 13, 14, 15. Locandine dei Film

hanno contribuito alla realizzazione di questa guida: Anna Nimis, Cecilia Bona, Mara Fantinel, , Mariavittoria Sartori, Chiara Bordon, Alvise Ceccato, ANa Dacinoi, Jacopo Bu�olo

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