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8 INTERNI il Giornale Martedì 6 luglio 2010 Marconi ideò un raggio che fermava i mezzi a motore. Mussolini lo voleva, il Vaticano lo bloccò. Da quelle ricerche altri scienziati crearono l’alternativa a petrolio e nucleare. Nel 1999 l’invenzione stava per essere messa sul mercato, ma poi tutto fu insabbiato Il mistero dell’energia gratuita che ci tengono nascosta (...) Liechtenstein, dove si tro- verebbe tuttora. Sembra davve- rolatramadiungiallointernazio- nalel'incredibilestoriachesina- sconde dietro quella che, senza alcundubbio,sipotrebbedefini- re la scoperta epocale per eccel- lenza, e cioè la produzione di energiapulitasenzaalcunaemis- sione di radiazioni dannose. In altre parole, la realizzazione di un macchinario in grado di dis- solvere la materia, intendendo con questa definizione qualun- quetipodisostanzafisica,produ- cendosoloedesclusivamenteca- lore. Una scoperta per caso Comeogni giallo che si rispet- ti, l'intricata vicenda che si na- scondedietrolagenesidiquesta scopertaèstatasvelataquasiper caso. Lo ha fatto un imprendito- regenovesecheunadecinad'an- nifasiètrovatoadavererapporti diaffariconlafondazionechena- sconde e gestisce il segreto di quello che, per semplicità, chia- meremo «il raggio della morte». E sì, perché la storia che stiamo per svelare nasce proprio da quello che, durante il fascismo, fu il mito per eccellenza: l'arma segretacheavrebberivoluziona- to il corso della seconda guerra mondiale. Sembrava soltanto una fantasia, ma non lo era. In quegliannisidicevachepersino Guglielmo Marconi stesse lavo- randoallarealizzazionedel«rag- giodellamorte».Lacosaerasolo parzialmente vera. Secondo quantoMussolinidissealgiorna- lista Ivanoe Fossati durante una delle sue ultime interviste, Mar- coni inventò un apparecchio che emetteva un raggio elettro- magnetico in grado di bloccare qualunquemotoredotatodiim- piantoelettrico.Taleraggio,inol- tre, mandava in corto circuito l'impianto stesso, provocando- nel'incendio.Loscienziatodette una dimostrazione, alla presen- za del duce del fascismo, ad Aci- lia, sulla strada di Ostia, quando bloccòautoecamionchetransi- tavano sulla strada. A Orbetello, invece, riuscì a incendiare due aerei che si trovavano ad oltre duechilometrididistanza.Tutta- via,dicesempreMussolini,Mar- coni si fece prendere dagli scru- poli religiosi. Non voleva essere ricordato dai posteri come colui che aveva provocato la morte di migliaia di persone, bensì solo comel'inventoredellaradio.Per cuisiconfidòconPapaPioXII,il qualegli consigliòdi distruggere il progetto della sua invenzione. CosacheMarconisiaffrettoafa- re,mandandoinbestiaMussoli- niegerarchi.Poi,forseperiltrop- po stress che aveva accumulato in quella disputa, nel 1937 im- provvisamentevennecolpito da un infarto e morì a soli 63 anni. LafinedeglianniTrentafuco- munque molto prolifica da un punto di vista scientifico. Per qualche imperscrutabile gioco deldestino,parechelafantasiae la creatività degli italiani non fu soltanto all'origine della prima bomba nucleare realizzata negli Stati Uniti da Enrico Fermi e dai suoi colleghi di via Panisperna; altri scienziati, continuando gli studi sulla scissione dell'atomo, trovaronoinfattiilmododi«pro- durreedemetteresinoanotevoli distanze anti-atomi di qualsiasi elemento esistente sul nostro pianeta che, diretti contro una massa costituita da atomi della stessanaturamadisegnooppo- sto, la disgregano ionizzandola senza provocare alcuna reazio- ne nucleare, ma producendo egualmenteunaenormequanti- tà di energia pulita». Tantoperfareunesempiocon- creto, ionizzando un grammo di ferro si sviluppa un calore pari a 24 milioni di KWh, cioè oltre 20 miliardi di calorie, ca- pacidievaporare40milionidi litri d'acqua. Per ottenere un uguale numero di calorie, oc- correrebbebruciare15milaba- rili di petrolio. Sembra quasi dileggereunraccontodifanta- scienza, ma è soltanto la pura e semplice realtà. Almeno quellacheidocumentiinpos- sesso dell'imprenditore geno- vese Enrico M. Remondini di- mostrano. La testimonianza «Tuttoècominciato-racconta Remondini-dalcontattochenel 1999hoavutoconildottorRena- to Leonardi, direttore della Fon- dazione Internazionale Pace e Crescita,consedeaVaduz,capi- tale del Liechtenstein. Il mio compito era quello di stipulare contrattiperlosmaltimentodiri- fiutisoliditramiteleCentraliter- moelettriche polivalenti della Fondazione Internazionale Pa- ceeCrescita.Nonmihannodet- to dove queste centrali si trovas- sero, ma so per certo che esisto- no.Altrimentinonavrebberofat- to un contratto con me. In quel periodo,lavoravocon il mio col- lega, dottor Claudio Barbarisi. Per ogni contratto stipulato, la nostrapercentualesarebbestata del2percento.Tuttavia,peruna clausolaimpostadallaFondazio- nestessa,il10percentodiquesta commissione doveva essere de- stinataafavorediaiutiumanita- ri. Considerando che lo smalti- mento di questi rifiuti avveniva in un modo pressoché perfetto, cioèconlaionizzazionedellama- teriasenzaproduzionedialcuna scoria, sembrava davvero il mo- doottimaleperottenereilrisulta- to voluto. Tuttavia, improvvisa- mente, e senza comunicarci il perché,laFondazionecifecesa- pere che le loro centrali non sa- rebbero più state operative. E fu inutilechiederespiegazioni.Pur avendo un contratto firmato in tasca,noncifunulladafare.Sem- plicemente chiusero i contatti». Remondini ancora oggi non conoscelaragionedell'improvvi- sovoltafaccia.Haprovatoatele- fonarealdirettore Leonardi,che tra l'altro vive a Lugano, ma non ha mai avuto una spiegazione perquellostranocomportamen- to. Inutili anche le ricerche per vietraverse:l'unicacosacheèriu- scito a sapere è che la Fondazio- neèstatamessainliquidazione. Percuièipotizzabilecheisuoise- greti adesso siano stati trasferiti ad un'altra società di cui, ovvia- mente,siignorapersinoilnome. Ciòsignificachedaqualchepar- te sulla terra oggi c'è qualcuno chenascondeilsegretopiùambi- to del mondo: la produzione di energiapulitaaduncostoprossi- mo allo zero. Nonostante questo imprevi- storisvolto,inmanoaRemondi- nisonorimastidiversidocumen- ti strettamente riservati della Fondazione Internazionale Pa- ceeCrescita,percuiallafinel'im- prenditore si è deciso a rendere pubblicociòchesasuquestami- steriosa istituzione. Per capire i retroscena di questa tanto mira- bolante quanto scientificamen- te sconosciuta scoperta, occorre fareunsaltoindietroneltempoe cercare di ricostruire, passo do- po passo, la cronologia dell'in- venzione.Adaiutarcièlarelazio- netecnico-scientificacheil25ot- tobre 1997 la Fondazione Inter- nazionalePace e Crescita ha fat- toaveresoltantoagliaddettiaila- vori.Ognifoglio,infatti,èchiara- mentemarcatoconlascritta«Ri- produzione Vietata». Ma l'enor- mità di quanto viene rivelato in quello scritto giustifica ampia- mente il non rispetto della riser- vatezza richiesta. Il «raggio della morte», infatti, puressendostatocon- cepito teoricamente negli anni Trenta, avrebbe trovato la sua base scientifi- ca soltanto tra il 1958 e il 1960. Il condizionale è d'obbligo in quanto ripor- tiamo delle notizie scrit- te, ma non conferma- te dalla scienza ufficiale. Non sappia- mo da chi era composto il gruppo di scienziati che diede vita all'esperimento: i no- minonsonoelencati.Sappiamo invecechevifuronodiversitenta- tivi di realizzare una macchina che corrispondesse al modello teorico progettato, ma soltanto nel 1973 si arrivò ad avere una strumentazioneingradodi«pro- durre campi magnetici, gravita- zionalied elettrici interagenti, in mododacolpirequalsiasimate- ria,ionizzandolaadistanzaedin quantità predeterminate». Ok dal governo Andreotti Fuaquelpuntocheilgoverno italianocominciòadinteressarsi ufficialmente a quegli esperi- menti. E infatti l'allora governo Andreotti, prima di passare la mano a Mariano Rumor nel lu- glio del '73, incaricò il professor EzioClementel,allorapresiden- tedelComitatoperl'energianu- cleare(Cnen),dianalizzareglief- fettielanaturadiqueicampima- gneticiafascio.Clementel,trenti- nooriginariodiFaietitolaredel- lacattedradiFisicanuclearealla facoltàdiScienzedell'Università di Bologna, a quel tempo aveva 55 anni ed era uno dei più noti scienziati del panorama nazio- nale e internazionale. La suaresponsabili- tà, in quel- la cir- co- stanza, era grande. Doveva infattiveri- ficare se quel diabo- lico raggio avesse real- mentelacapa- cità di distrug- gere la materia ionizzandola in un'esplosione di calore.Ancheper- ché non ci voleva moltoaca- pire che, qualora l'esperimento fosse riuscito, si poteva fare a meno dell'energia nucleare e inaugurare una nuo- va stagione energetica non sol- tanto per l'Italia, ma per il mon- do intero. Tanto per fare un esempio, questa tecnologia avrebbepermessolarealizzazio- nedinuoviepotentissimimoto- ri a razzo che avrebbero letteral- menterivoluzionatolacorsaallo spazio, permettendo la costru- zionedigigantescheastronaviin- terplanetarie. Il professor Clementel ordinò quindiquattroprovediparticola- re complessità. La prima consi- stevanelporreunalastradiplexi- glassa20metridall'uscitadelfa- scio di raggi, collocare una lastra diacciaioinoxamezzometrodie- trolalastradiplexiglassechiede- re di perforare la lastra d'acciaio senza danneggiare quella di plexiglass.Lasecondaprovacon- sistevanelripetereilprimoespe- rimento, chiedendo però di per- forarelalastradiplexiglasssenza alterarelalastrad'acciaio.Ilterzo esameeraancorapiùdifficile:bi- sognava porre una serie di lastre d'acciaio a 10, 20 e 40 metri dall' uscitadelfasciodiraggi,chieden- dodibucarelelastreapartiredall' ultima,cioèquellapostaa40me- tri.Nellaquartaeultimaprovasi dovevasistemareunapesantela- stra di alluminio a 50 metri dall' uscitadelfasciodiraggi,chieden- dochevenisse tagliataparallela- mente al lato maggiore. Ebbene, tutte e quattro le pro- ve ebbero esito positivo e il pro- fessor Clementel, considerando che la durata dell'impulso dei raggi era minore di 0,1 secondi, valutòlapotenza,ipotizzandola vaporizzazione del metallo, a 40.000 KW e la densità di poten- za pari a 4.000 KW per centime- tro quadrato. In realtà, venne spiegatoasperimentazionecom- piuta, l'impulso dei raggi aveva avutoladuratadiunnanosecon- do e poteva ionizzare a distanza «formaequantitàpredetermina- te di qualsiasi materia». Tral'altroall'esperimentoave- vaassistitoancheilprofessorPie- roPasolini,illustrefisicoeamico di un'altra celebrità scientifica qual è il professor Antonino Zi- chichi. In una sua relazione, Pa- soliniparlòdi«campimagnetici, gravitazionali ed elettrici intera- gentichesviluppanoatomidian- timateria proiettati e focalizzati inzonedispaziobendetermina- teanchealdilàdischemidimate- rialivari,cheessendofuorifuoco si manifestano perfettamente trasparenti e del tutto indenni». In pratica, ma qui entriamo in una spiegazione scientifica un po' più complessa, gli scienziati italiani che avevano realizzato quelmacchinario,sarebberoriu- scitiadapplicarelateoriadiEin- stein sul campo unificato, e cioè identificare la matrice profonda edunicadituttiicampidiintera- zione, da quello forte (nucleare) a quello gravitazionale. Altri fisi- ci in tutto il mondo ci avevano provato, ma senza alcun risulta- to. Gli italiani, a quanto pare, c'erano riusciti. L'insabbiamento In un Paese normale (ma tutti sappiamo che il nostro non lo è) unasimile scoperta sarebbe sta- ta subito messa a frutto. Non ci vuolemoltafantasiapercapirele implicazioni industriali ed eco- nomiche che avrebbe portato. Anche perché, quella che a pri- mavistapotevasembrareun'ar- ma di incredibile potenza, nell' uso civile poteva trasformarsi nelmotoretermicodiunacentra- le che, a costi bassissimi, poteva produrre infinite quantità di energia elettrica. Perché, dunque, questa sco- pertanonèstatarivelataeutiliz- zata? La ragione non viene spie- gata. Tutto quelloche sappiamo è che i governi dell'epoca impo- sero il segreto sulla sperimenta- zioneechenessuno,almenouffi- cialmente,nevenneaconoscen- za.Delrestonel1979ilprofessor GUGLIELMO MARCONI Lo scienziato bolognese creò il «raggio della morte», ma decise di non continuare gli studi dopo un colloquio con Papa Pio XII. Non voleva essere ricordato per aver causato morte e distruzione. Si fermò, ma il suo lavoro fu portato avanti da altri BENITO MUSSOLINI Mussolini disse al giornalista Ivanoe Fossati che Marconi aveva inventato un apparecchio che emetteva un raggio in grado di bloccare qualunque motore dotato di impianto elettrico. Mussolini voleva quel raggio per usarlo in guerra UN GIALLO SOSPESO TRA STORIA, SCIENZA E POLITICA PERSONAGGI E INTERPRETI dalla prima pagina SOSPETTI Lo scienziato che testò l’apparecchio subì pressioni per non rivelare la scoperta STUDI Nel ’73 ecco i primi esperimenti: i risultati furono ottimi ma non vennero rivelati

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8 INTERNI il Giornale Martedì 6 luglio 2010

INTERVISTA AL TESTIMONE

«Dissero che il segretonon doveva finirenelle mani dei militari»

Enrico Remondini non è un uomodimolteparole.LasuaesperienzaconlaFondazione Internazionale Pace e Cre-scita, a undici anni di distanza, è ormaiunricordotrairisvoltidellamemoria.Al-cuni mesi di lavoro, poi i contatti si sonochiusilasciandogli,oltreaunacertaper-plessitàperilmodoincuisonostatiinter-rotti,ancheunvelodiamarezza.Soprat-tutto,però,glièrimastadentrounafortis-sima curiosità: quanto c'era di vero inquello che gli avevano detto?

SignorRemondini,comeequandoèentrato in contatto con la FondazioneInternazionale Pace e Crescita?

«Funeiprimi mesidel1999,mipare,ein modo del tutto fortuito. Mi trovavo aLuganoperlavoroeunamicomenepar-lò. Non era una notizia di dominio pub-blico,percuieroincuriosito.Inseguitoilmioamicomifeceincontrareildirettoredella Fondazione, il dottor Renato Leo-nardi,ealuichiesisepotevocollaborarecon loro».

Nonfuronodunqueloroacercarla...«No, fui io che ne feci richiesta. In un

primo tempo pensavo di poter lavorarenellepubblicherelazioni,mabenprestomi resi conto che a loro non interessavaquelsettore.Leonardi, invece,michiesedi fare alcune traduzioni e, a questo ri-guardo, mi diede diversi documenti».

La sua collaborazione si fermò alletraduzioni?

«No,successivamentedecisidiinstau-rare un rapporto più imprenditoriale.

Percuivennipresen-tatoalprofessorNe-reoBolognani,presi-dente della Fonda-zione. Fu lui a spie-garmichelecentralipolivalenti dellaFondazione eranoin grado di smaltirein modo ottimaleun certo tipo di sco-rie. Soprattuttodi ti-po metallico. Percui, insieme ad unmio amico, mi fecidare un mandatodalla Fondazionestessaperprocurarequesto tipo di sco-rie. Riuscimmo aprendere contatticonunosolodeino-minativi che ci era-nostatiforniti.Sitrat-

ta di una grossa acciaieria italiana cheavevaproblemiperlosmaltimentodellescoriemetalliche.Noicifacemmoconse-gnareuncampioneelopassammoaBo-lognani perché lo facesse esaminare ecidicesse se l'affare poteva essere avviato.Ma accadde qualcosa prima di averel'esito di quelle analisi...».

E cioè?«La moglie di Bolognani morì di un

bruttomaleeperqualchetempononriu-scimmo a metterci in contatto con lui.Pensavamoche,dopo uncerto periodo,si sarebberipreso e avremmo continua-tolanormaleattivitàlavorativa.Maleco-senonandaronocosì.Èprobabilecheav-venne anche qualche cambiamento in-terno alla Fondazione. Qualche tempodopo venni a sapere che era stata messain liquidazione».

Eppure lei aveva lavorato per loro,avrà avuto anche delle spese. Glielehanno mai rimborsate?

«No,e non gliele homai chieste.Ripe-to, abbiamo preso solo un contatto, percuisitrattavadipocacosa.Nonmièsem-brato che ne valesse la pena».

Tuttavianeisuoiconfronti nonhan-no mostrato molta chiarezza. Ha maiprovatoafarsidirequalcosainpiùcir-ca la loro attività?

«Sì, una volta ho avuto una conversa-zione di questo tipo con Bolognani. De-vodirecheeraunapersonamoltocorret-taemoltoreligiosa.Mispiegòchelosco-podellaFondazioneeraquellodievitarecheunascopertascientificacomequellache loro gestivano finisse nelle mani deimilitari, diventando causa di morte. Poiaggiunsecheungiorno,quandoDiovor-rà, questo segreto verrà reso pubblico».

E le basta?«No, però capisco il fine. E per molti

versi lo condivido».RDS

DOCUMENTI

Qui in alto e asinistra, alcunidocumenti della«Pace eCrescita», lafondazionereligiosa consede nellacapitale delLiechtensteinche avrebbetenuto nascostii risultati diclamorosiesperimentiscientifici fattia cavallo tra glianni Sessanta eSettanta checonfermanol’esistenza di unraggio in gradodi sprigionare«gratis» unaquantità enormedi energia

Marconi ideò un raggio che fermava i mezzi a motore. Mussolinilo voleva, il Vaticano lo bloccò. Da quelle ricerche altri scienziati

crearono l’alternativa a petrolio e nucleare. Nel 1999 l’invenzionestava per essere messa sul mercato, ma poi tutto fu insabbiato

Il misterodell’energia

gratuitache ci tengono

nascosta

Il raggio dellamorte per

decenni è stataconsiderataun'ipotetica armaelettronica. Sullasua esistenza si èmolto vociferato tragli anni Venti eTrenta.Mancando prove edimostrazionistorico-scientifiche,sul «raggio dellamorte» s’è moltospeculato.Stando allerivelazionicontenute neidossier in possessodella Fondazione«Pace e Crescita» diVaduz, il raggiosarebbe realmenteesistito, ma il suoinventore -Guglielmo Marconi -se ne sarebbedisinteressato

(...) Liechtenstein, dove si tro-verebbe tuttora. Sembra davve-rolatramadiungiallointernazio-nalel'incredibilestoriachesina-sconde dietro quella che, senzaalcundubbio,sipotrebbedefini-re la scoperta epocale per eccel-lenza, e cioè la produzione dienergiapulitasenzaalcunaemis-sione di radiazioni dannose. Inaltre parole, la realizzazione diun macchinario in grado di dis-solvere la materia, intendendocon questa definizione qualun-quetipodisostanzafisica,produ-cendosoloedesclusivamenteca-lore.

Una scoperta per casoCome ogni giallo che si rispet-

ti, l'intricata vicenda che si na-scondedietrolagenesidi questascopertaèstatasvelataquasipercaso. Lo ha fatto un imprendito-regenovesecheunadecinad'an-nifasiètrovatoadavererapportidiaffariconlafondazionechena-sconde e gestisce il segreto diquello che, per semplicità, chia-meremo «il raggio della morte».E sì, perché la storia che stiamoper svelare nasce proprio daquello che, durante il fascismo,fu il mito per eccellenza: l'armasegretacheavrebberivoluziona-to il corso della seconda guerramondiale. Sembrava soltantouna fantasia, ma non lo era. Inqueglianni sidicevachepersinoGuglielmo Marconi stesse lavo-randoallarealizzazionedel«rag-giodellamorte».Lacosaerasoloparzialmente vera. SecondoquantoMussolinidissealgiorna-lista Ivanoe Fossati durante unadelle sue ultime interviste, Mar-coni inventò un apparecchioche emetteva un raggio elettro-magnetico in grado di bloccarequalunquemotoredotatodiim-piantoelettrico.Taleraggio,inol-tre, mandava in corto circuitol'impianto stesso, provocando-nel'incendio.Loscienziatodetteuna dimostrazione, alla presen-za del duce del fascismo, ad Aci-lia, sulla strada di Ostia, quandobloccòautoecamionchetransi-tavano sulla strada. A Orbetello,invece, riuscì a incendiare dueaerei che si trovavano ad oltreduechilometrididistanza.Tutta-via,dicesempreMussolini,Mar-coni si fece prendere dagli scru-poli religiosi. Non voleva esserericordato dai posteri come coluiche aveva provocato la morte dimigliaia di persone, bensì solocomel'inventoredellaradio.Percui si confidò con Papa Pio XII, ilqualegli consigliò di distruggereil progetto della sua invenzione.CosacheMarconisiaffrettoafa-re,mandandoinbestiaMussoli-niegerarchi.Poi,forseperiltrop-po stress che aveva accumulatoin quella disputa, nel 1937 im-provvisamentevennecolpito daun infarto e morì a soli 63 anni.

LafinedeglianniTrentafuco-munque molto prolifica da unpunto di vista scientifico. Perqualche imperscrutabile giocodeldestino,parechelafantasiaela creatività degli italiani non fusoltanto all'origine della primabomba nucleare realizzata negliStati Uniti da Enrico Fermi e dai

suoi colleghi di via Panisperna;altri scienziati, continuando glistudi sulla scissione dell'atomo,trovaronoinfattiilmododi«pro-durreedemetteresinoanotevolidistanze anti-atomi di qualsiasielemento esistente sul nostropianeta che, diretti contro unamassa costituita da atomi dellastessa natura ma di segno oppo-sto, la disgregano ionizzandolasenza provocare alcuna reazio-ne nucleare, ma producendoegualmenteunaenormequanti-tà di energia pulita».

Tantoperfareunesempiocon-creto, ionizzando un grammodi ferro si sviluppa un calorepari a 24 milioni di KWh, cioèoltre 20 miliardi di calorie, ca-paci di evaporare 40 milioni dilitri d'acqua. Per ottenere unuguale numero di calorie, oc-correrebbebruciare15milaba-rili di petrolio. Sembra quasidileggereunraccontodifanta-scienza, ma è soltanto la purae semplice realtà. Almenoquella che i documenti in pos-sesso dell'imprenditore geno-

vese Enrico M. Remondini di-mostrano.

La testimonianza«Tuttoècominciato-racconta

Remondini-dalcontattochenel1999hoavutoconildottorRena-to Leonardi, direttore della Fon-dazione Internazionale Pace eCrescita,consedeaVaduz,capi-tale del Liechtenstein. Il miocompito era quello di stipularecontrattiperlosmaltimentodiri-fiutisoliditramiteleCentrali ter-moelettriche polivalenti dellaFondazione Internazionale Pa-ceeCrescita.Nonmihannodet-to dove queste centrali si trovas-

sero, ma so per certo che esisto-no.Altrimentinonavrebberofat-to un contratto con me. In quelperiodo, lavoravo con il mio col-lega, dottor Claudio Barbarisi.Per ogni contratto stipulato, lanostrapercentualesarebbestatadel2percento.Tuttavia,perunaclausolaimpostadallaFondazio-nestessa,il10percentodiquestacommissione doveva essere de-stinata a favoredi aiutiumanita-ri. Considerando che lo smalti-mento di questi rifiuti avvenivain un modo pressoché perfetto,cioèconlaionizzazionedellama-teriasenzaproduzionedialcunascoria, sembrava davvero il mo-doottimaleperottenereilrisulta-to voluto. Tuttavia, improvvisa-mente, e senza comunicarci ilperché,laFondazioneci fecesa-pere che le loro centrali non sa-rebbero più state operative. E fuinutilechiederespiegazioni.Puravendo un contratto firmato intasca,noncifunulladafare.Sem-plicemente chiusero i contatti».

Remondini ancora oggi nonconoscelaragionedell'improvvi-so voltafaccia. Ha provato a tele-fonare al direttore Leonardi, chetra l'altro vive a Lugano, ma nonha mai avuto una spiegazioneperquellostranocomportamen-to. Inutili anche le ricerche pervietraverse:l'unicacosacheèriu-scito a sapere è che la Fondazio-ne è stata messa in liquidazione.Percuièipotizzabilecheisuoise-greti adesso siano stati trasferitiad un'altra società di cui, ovvia-mente,siignorapersinoilnome.Ciòsignificachedaqualchepar-te sulla terra oggi c'è qualcunochenascondeilsegretopiùambi-to del mondo: la produzione dienergiapulitaaduncostoprossi-mo allo zero.

Nonostante questo imprevi-storisvolto,inmanoaRemondi-nisonorimastidiversidocumen-ti strettamente riservati dellaFondazione Internazionale Pa-ceeCrescita,percuiallafinel'im-prenditore si è deciso a rendere

pubblicociòchesasuquestami-steriosa istituzione. Per capire iretroscena di questa tanto mira-bolante quanto scientificamen-te sconosciuta scoperta, occorrefareunsaltoindietroneltempoecercare di ricostruire, passo do-po passo, la cronologia dell'in-venzione.Adaiutarcièlarelazio-netecnico-scientificacheil25ot-tobre 1997 la Fondazione Inter-nazionale Pace e Crescita ha fat-toaveresoltantoagliaddettiaila-vori.Ognifoglio, infatti,èchiara-mentemarcatoconlascritta«Ri-produzione Vietata». Ma l'enor-mità di quanto viene rivelato inquello scritto giustifica ampia-mente il non rispetto della riser-vatezza richiesta.

Il «raggio della morte», infatti,puressendostatocon-cepito teoricamentenegli anni Trenta,avrebbe trovato lasua base scientifi-ca soltanto tra il1958 e il 1960. Ilcondizionale èd'obbligo inquanto ripor-tiamo dellenotizie scrit-te, ma nonconferma-te dallas c i e n z aufficiale.N o nsappia-mo dac h ie r acomposto ilgruppo di scienziati chediede vita all'esperimento: i no-minonsonoelencati.Sappiamoinvecechevifuronodiversitenta-tivi di realizzare una macchinache corrispondesse al modelloteorico progettato, ma soltantonel 1973 si arrivò ad avere unastrumentazioneingradodi«pro-durre campi magnetici, gravita-zionali ed elettrici interagenti, inmodo dacolpire qualsiasi mate-

ria,ionizzandolaadistanzaedinquantità predeterminate».

Ok dal governo AndreottiFu a quel puntoche il governo

italianocominciòadinteressarsiufficialmente a quegli esperi-menti. E infatti l'allora governoAndreotti, prima di passare lamano a Mariano Rumor nel lu-glio del '73, incaricò il professorEzioClementel,allorapresiden-te delComitato per l'energia nu-cleare(Cnen),dianalizzareglief-fettielanaturadiqueicampima-gneticiafascio.Clementel,trenti-nooriginariodiFaietitolaredel-lacattedradiFisicanucleareallafacoltàdiScienzedell'Universitàdi Bologna, a quel tempo aveva55 anni ed era uno dei più notiscienziati del panorama nazio-

nale e internazionale. Lasuaresponsabili-

tà, in

quel-la cir-

c o -stanza,

e r agrande.

D o v e v ainfattiveri-

ficare sequel diabo-

lico raggioavesse real-

mentelacapa-cità di distrug-

gere la materiaionizzandola in

un'esplosione dicalore.Ancheper-

ché non ci volevamoltoaca- pire che, qualora

l'esperimento fosse riuscito, sipoteva fare a meno dell'energianucleare e inaugurare una nuo-va stagione energetica non sol-tanto per l'Italia, ma per il mon-do intero. Tanto per fare unesempio, questa tecnologiaavrebbepermessolarealizzazio-nedinuoviepotentissimimoto-

ri a razzo che avrebbero letteral-menterivoluzionatolacorsaallospazio, permettendo la costru-zionedigigantescheastronaviin-terplanetarie.

Il professor Clementel ordinòquindiquattroprovediparticola-re complessità. La prima consi-stevanelporreunalastradiplexi-glass a 20 metri dall'uscita del fa-scio di raggi, collocare una lastradiacciaioinoxamezzometrodie-

trolalastradiplexiglassechiede-re di perforare la lastra d'acciaiosenza danneggiare quella diplexiglass.Lasecondaprovacon-sistevanelripetereilprimoespe-rimento, chiedendo però di per-forarelalastradiplexiglasssenzaalterarelalastrad'acciaio.Ilterzoesameeraancorapiùdifficile:bi-sognava porre una serie di lastred'acciaio a 10, 20 e 40 metri dall'uscitadelfasciodiraggi,chieden-dodibucarelelastreapartiredall'ultima,cioèquellapostaa40me-tri. Nella quarta e ultima prova sidovevasistemareunapesantela-stra di alluminio a 50 metri dall'uscitadelfasciodiraggi,chieden-do che venisse tagliata parallela-mente al lato maggiore.

Ebbene, tutte e quattro le pro-ve ebbero esito positivo e il pro-fessor Clementel, considerandoche la durata dell'impulso deiraggi era minore di 0,1 secondi,valutòlapotenza, ipotizzando lavaporizzazione del metallo, a40.000 KW e la densità di poten-za pari a 4.000 KW per centime-tro quadrato. In realtà, vennespiegatoasperimentazionecom-piuta, l'impulso dei raggi avevaavutoladuratadiunnanosecon-do e poteva ionizzare a distanza«formaequantitàpredetermina-te di qualsiasi materia».

Tral'altroall'esperimentoave-vaassistitoancheilprofessorPie-roPasolini,illustrefisicoeamicodi un'altra celebrità scientificaqual è il professor Antonino Zi-chichi. In una sua relazione, Pa-soliniparlòdi«campimagnetici,gravitazionali ed elettrici intera-gentichesviluppanoatomidian-timateria proiettati e focalizzatiinzonedispaziobendetermina-teanchealdilàdischemidimate-rialivari,cheessendofuorifuocosi manifestano perfettamentetrasparenti e del tutto indenni».

In pratica, ma qui entriamo inuna spiegazione scientifica unpo' più complessa, gli scienziatiitaliani che avevano realizzatoquelmacchinario,sarebberoriu-scitiad applicarela teoriadi Ein-stein sul campo unificato, e cioèidentificare la matrice profondaedunicadituttiicampidiintera-zione, da quello forte (nucleare)a quello gravitazionale. Altri fisi-ci in tutto il mondo ci avevanoprovato, ma senza alcun risulta-to. Gli italiani, a quanto pare,c'erano riusciti.

L'insabbiamentoIn un Paese normale (ma tutti

sappiamo che il nostro non lo è)una simile scoperta sarebbe sta-ta subito messa a frutto. Non civuolemoltafantasiapercapireleimplicazioni industriali ed eco-nomiche che avrebbe portato.Anche perché, quella che a pri-mavistapoteva sembrare un'ar-ma di incredibile potenza, nell'uso civile poteva trasformarsinelmotoretermicodiunacentra-le che, a costi bassissimi, potevaprodurre infinite quantità dienergia elettrica.

Perché, dunque, questa sco-perta non è stata rivelata e utiliz-zata? La ragione non viene spie-gata. Tutto quello che sappiamoè che i governi dell'epoca impo-sero il segreto sulla sperimenta-zioneechenessuno,almenouffi-cialmente,nevenneaconoscen-za.Del restonel1979 ilprofessor

Clementelmorìprematuramen-teesiportònellatombailsegretodei suoi esperimenti. Ma anchedietro Clementel si nascondeuna vicenda piuttosto strana emisteriosa. Pare, infatti, che lesueideenonpiacesseroaigover-nantidell'epoca.Nonsisaesatta-mente quale fosse la materia delcontendere, ma alla luce dellastraordinariascopertacheavevaverificato, è facile immaginarlo.Forseloscienziatovolevarende-re pubblica la notizia, mentre ipolitici non ne volevano sapere.Chissà?Ebbene,qualcunotrovòil sistema per togliersi di tornoquello scomodo presidente delCnen. Infatti venne accertatochelafirmadiClementelappari-vasuregistridiesameall'Univer-sitàdiTrento,dellaqualeall'epo-caerailrettore,inunadataincuieglierainmissionealtrove.Sem-bravaquasiunerrore,unasvista.Maglicostòilcarcere, lacarrieraeinfinelasalute.Loscienziatoca-pì l'antifona, e non disse mai piùnulla su quel «raggio della mor-te» che gli era costato così tantocaro. A Clementel è dedicato ilCentro ricerche energia dell'Enea a Bologna.

C'è comunque da dire che giàneglianniOttantaqualcosaven-ne fuori riguardo un ipotetico«raggio della morte». Il primo aparlarnefuilgiudiceCarloPaler-mochededicòcentinaiadipagi-nealmisteriosocongegno,affer-mandochefuallabasediunintri-cato traffico d'armi. La storiacoinvolseunexcolonnellodelSi-far e del Sid, Massimo Pugliese,maancheesponentidelgovernoamericano(allorapresieduto daGeraldFord),iparlamentariFla-minio Piccoli (Dc) e Loris Fortu-na (Psi), nonché una misteriosasocietàcon sedeproprio nelLie-chtenstein, la Traspraesa. La vi-cenda durò dal 1973 al 1979,quando improvvisamente calòuna cortina di silenzio su tuttoquanto.

Erano comunque anni diffici-

li. L'Italia navigava nel caos.GliattentatidelleBrigateros-seerano all'ordine delgior-no,lasocietàcivilesoffoca-va nel marasma, i servizisegreti di mezzo mondooperavanosulnostroter-ritorio nazionale comese fosse una loro riser-vadicaccia. Il 16mar-zo1978 i brigatisti ar-rivarono al punto dirapire il presidentedelConsiglio,AldoMoro, uccidendoicinquepoliziottidella scorta inunindimentica-bileattentatoinviaFani,aRoma. E tutti ci ricordiamo co-me andò a finire. Tre anni dopo,il13maggio1981,ilterroristatur-co Mehmet Ali Agca in piazzaSan Pietro ferì a colpi di pistolaGiovanni Paolo II.

È in questo contesto, che il«raggio della morte» scomparvedalla scena. Del resto, ammessochelascopertaavesseavutounaconsistenza reale, chi sarebbestatoingradodigestireecontrol-lare gli effetti di una rivoluzioneindustriale e finanziaria che difatto avrebbe cambiato il mon-do? Non ci vuole molto, infatti,ad immaginare quanti interessiquell'invenzione avrebbe dan-neggiatosesoltantofossestatare-sa pubblica. In pratica, tutte lemultinazionalioperantinelcam-po del petrolio e dell'energia nu-cleareavrebberodovutochiude-re i battenti o trasformare da ungiorno all'altro la loro produzio-ne. Sarebbe veramente impossi-bileipotizzareunacifraperquan-tificareildisastroeconomicochela nuova scoperta italianaavreb-be portato.

Ma queste sono solo ipotesi.Ciò che invece risulta riguarda ladecisionepresadagliautoridellascoperta.Infatti,dopoanniditra-versie e inutili tentativi per far ri-conoscere ufficialmente la loroinvenzione, probabilmente te-

mendo per la lo-rovitaeperilfutu-

ro della loro stru-mentazione, que-

sti scienziati conse-gnarono il frutto del

loro lavoro alla Fon-dazioneInternaziona-

le Pace e Crescita, chel'11 aprile 1996 venne

costituitaapposta,vero-similmenteconildiretto

appoggiologistico-finan-ziario del Vaticano, a Va-

duz,benaldifuorideiconfi-niitaliani.Inquelmomento

ilcapitalesocialeeradiappe-na30milafranchisvizzeri(cir-

ca 20mila Euro). «Sembra an-cheanoi-sileggenellarelazio-

ne introduttiva alle attività dellaFondazione - che sia meglio co-struire anziché distruggere, nonimportaquantopossaesserediffi-cile,anchese per farlooccorronomoltopiùcoraggioepazienza,as-sai più fantasia e sacrificio».

Aprescinderedalfattochenonsi trova traccia ufficiale di questafantomatica Fondazione, se nonlanotizia(intedesco)cheilprimoluglio del 2002 è stata messa in li-quidazione, parrebbe che a suotempol'organizzazionefossesta-ta costituita in primo luogo perevitarecheun'invenzionediquel-la portata fosse utilizzata solo perfinimilitari.Delrestoancheimis-silibalistici(conquellochecosta-no)diventerebbero ben poca co-sase glieserciti potesserodispor-re di un macchinario che, per di-struggere un obiettivo strategico,necessiterebbe soltanto di un si-stema di puntamento d'arma.

Secondovocinonconfermate,ladecisionedegliscienziatiitalia-nisarebbematuratadopounase-rie di minacce che avevano rice-vuto negli ambienti della capita-le.Aduncertopuntosiparlapuredi un attentato con una bomba,sempre a Roma. Si dice che, perevitare ulteriori brutte sorprese,quegli scienziati si appellaronodirettamenteaPapaGiovanniPa-

olo II e la macchina che produceil«raggiodellamorte»venissena-scostaperqualchetempoinVati-cano.Daquiladecisionediistitui-relafondazione edi faremigraretutti i protagonisti della vicendanel più tranquillo Liechtenstein.In queste circostanze, forse nonfuuncasocheproprioil30marzo1979ilPaparicevetteinVaticanoil Consiglio di presidenza dellaSocietàEuropeadiFisica,ricono-scendo, per la prima volta nellastoriadellaChiesa,inGalileoGa-lilei(1564-1642)loscopritoredel-la Logica del Creato. Comunquesia,daquelmomentoinpoi,lapa-rolad'ordineèstatamantenereilsilenzio assoluto.

Le macchine del futuroQualcosa, però, nel tempo è

cambiata. Lo prova il fatto che laFondazioneInternazionalePaceeCrescitanonsisarebbelimitataaproteggere gli scienziati cristia-ni in fuga, ma nel periodo tra il1996eil1999avrebbeprocedutoarealizzarepercontosuodiversecomplesse apparecchiature chesfruttano il principio del «raggiodellamorte».Secondolalorodo-cumentazione,infatti,èstatapro-dottaunaseriedimacchinaridel-la linea Zavbo pronti ad essereadibiti per più scopi. L'elencocomprende le Srsu/Tep (smalti-mentodeirifiutisolidiurbani),Sr-

lo/Tep(smaltimentodeirifiutili-quidiorganici),Srtp/Tep(smalti-mento dei rifiuti tossici), Srrz/Tep(smaltimentodellescoriera-dioattive), Rcc (compattazionerocce instabili), Rcz (distruzioneroccepericolose),Rcg(scavogal-lerie nella roccia), Cls (attuazio-neleghespeciali),Cen(produzio-ne energia pulita).

A quest'ultimo riguardo, nelladocumentazione fornita da Re-mondini si trovano anche i pianiper costruire centrali termoelet-triche per produrre energia elet-tricaabassissimocosto,smalten-do rifiuti. C'è tutto, dalle dimen-sioniall'ampiezzadelterrenone-cessario,comesicostruiscelator-rediionizzazioneequanteperso-nedevonolavorare(53unità)nel-la struttura. Un'intera centrale sipuòfarein18mesiepotràsmalti-refinoa500metricubidirifiutialgiorno,producendoenergiaelet-trica con due turbine Ansaldo.

C'èancheunquadroeconomico(in milioni di dollari americani)per calcolare i costi di costruzio-ne. Nel 1999 si prevedeva cheunacentralediquestotiposareb-be costata 100milioni di dollari.Unapeculiaritàdiquestecentraliè che il loro aspetto è assoluta-mente fuorviante. Infatti, sem-pre guardando i loro progetti, sinotacheall'esternoappaionosol-tanto come un paio di basse pa-lazzine per uffici, circondate daun ampio giardino con alberi efiori.Latorrediionizzazione,do-ve avviene il processo termico, èinfatti completamente interrataperunaprofonditàdi15metri.Inpratica, un pozzo di spesso ce-mento armato completamenteoccultato alla vista. In altre paro-le,questecentralipotrebberoes-sere ovunque e nessuno ne sa-prebbe niente.

Danotareche,secondolericer-checompiutedallaInternationalCompany Profile di Londra, unasocietà del Wilmington GroupPic,leadernelmondoperleinfor-mazionisulcreditoequotataallaBorsa di Londra, la FondazioneInternazionale Pace e Crescita,fin dal giorno della sua registra-zione a Vaduz, non ha mai com-piutoalcun tipo di operazione fi-nanziarianelLiechtenstein,nésiconosce alcun dettaglio del suostato patrimoniale o finanziario,in quanto la legge di quel Paesenon prevede che le Fondazionipresentinopubblicamenteipro-pribilancioinomideiproprifon-datori. Si conosce l'indirizzo del-la sede legale, ma si ignora qualesiastatoquellodellasedeoperati-vaeiltipodiattivitàchelaFonda-zionehasvoltoaldifuorideicon-finidelLiechtenstein.Ovviamen-te mistero assoluto su quanto siaaccadutodopoilprimolugliodel2002quando,perchissàqualira-gioni, ma tutto lascia supporreche la sicurezza non sia stataestraneaalladecisione,laFonda-zione ufficialmente ha chiuso ibattenti.

Ancorapiùstrabilianteèl'elen-codeiclienti,opresuntitali,forni-to a Remondini. In tutto 24 nomitra i quali spiccano i maggiorigruppisiderurgicieuropei,leam-ministrazioni di due Regioni ita-liane e persino due governi: unoeuropeoeunoafricano.Danota-reche,inunaletterainviatadallaFondazioneaRemondini,sipar-la di proseguire con i contatti all'estero, ma non sul territorio na-zionale«acausadelleproblema-tiche in Italia». Ma di quali «pro-blematiche»siparla?E,soprattut-to,com'ècheunascopertadique-stotipovieneutilizzataquasisot-tobancoperrealizzarecoseegre-gie (pensiamo soltanto alla pro-duzionedienergiaelettricaeallosmaltimento di scorie radioatti-ve), mentre ufficialmente non sene sa niente di niente?

Interpellato sul futuro dellascopertadaRemondini,ilprofes-sor Nereo Bolognani, eminenzagrigia della Fondazione Interna-zionale Pace e Crescita, ha dettoche «verrà resa nota quando Diovorrà». Sarà pure, ma di solitononèpoicosì facile conoscereinanticipoledecisionidelPadreter-no. Neppure con la santa e illu-stre mediazione del Vaticano.

Rino Di Stefano

La macchina

Capisco perché

era celata.

E in gran parte

lo condivido

Remondini

Fui contattato

per smaltire

un nuovo tipo

di scorie

GUGLIELMO MARCONI

Lo scienziato bolognese creò il «raggio dellamorte», ma decise di non continuare gli studi dopo

un colloquio con Papa Pio XII. Non voleva essere

ricordato per aver causato morte e distruzione. Si

fermò, ma il suo lavoro fu portato avanti da altri

BENITO MUSSOLINI

Mussolini disse al giornalista Ivanoe Fossati cheMarconi aveva inventato un apparecchio che

emetteva un raggio in grado di bloccare

qualunque motore dotato di impianto elettrico.

Mussolini voleva quel raggio per usarlo in guerra

GIULIO ANDREOTTI

Durante un suo governo, all’inizio degli anni ’70,fu stato dato il via libera alla sperimentazione

del «raggio». Gli studi furono affidati a Ezio

Clementel, il quale scoprì che l’apparecchio

sprigionava una quantità enorme di energia

EZIO CLEMENTEL

Il professore di Fisica testò l’apparecchioconstatando la sua prodigiosa capacità di

produrre energia. Non divulgò mai la notizia anche

perché dopo i suoi esperimenti fu vittima di una

ritorsione. E per molti questo non è un caso

RICERCA

UN GIALLO SOSPESO TRA STORIA, SCIENZA E POLITICAPERSONAGGIE INTERPRETI

dalla prima pagina

SOSPETTI Lo scienziato

che testò l’apparecchio

subì pressioni per non

rivelare la scoperta

STUDI Nel ’73 ecco

i primi esperimenti:

i risultati furono ottimi

ma non vennero rivelati

OBLIO A proteggere

il silenzio sulla scoperta

è stata una fondazione

del Liechtenstein

Page 2: Guglielmo marconi Raggio della morte Di Stefano.pdf

GIORN - NAZIONALE - 9 - 06/07/10- Plate AFFIANCATEDX - Autore: PROTO Stampa: 05/07/10 22.39 - Composite

9 INTERNIil GiornaleMartedì 6 luglio 2010

INTERVISTA AL TESTIMONE

«Dissero che il segretonon doveva finirenelle mani dei militari»

Enrico Remondini non è un uomodimolteparole.LasuaesperienzaconlaFondazione Internazionale Pace e Cre-scita, a undici anni di distanza, è ormaiunricordotrairisvoltidellamemoria.Al-cuni mesi di lavoro, poi i contatti si sonochiusilasciandogli,oltreaunacertaper-plessitàperilmodoincuisonostatiinter-rotti,ancheunvelodiamarezza.Soprat-tutto,però,glièrimastadentrounafortis-sima curiosità: quanto c'era di vero inquello che gli avevano detto?

SignorRemondini,comeequandoèentrato in contatto con la FondazioneInternazionale Pace e Crescita?

«Funeiprimi mesidel1999,mipare,ein modo del tutto fortuito. Mi trovavo aLuganoperlavoroeunamicomenepar-lò. Non era una notizia di dominio pub-blico,percuieroincuriosito.Inseguitoilmioamicomifeceincontrareildirettoredella Fondazione, il dottor Renato Leo-nardi,ealuichiesisepotevocollaborarecon loro».

Nonfuronodunqueloroacercarla...«No, fui io che ne feci richiesta. In un

primo tempo pensavo di poter lavorarenellepubblicherelazioni,mabenprestomi resi conto che a loro non interessavaquelsettore.Leonardi, invece,michiesedi fare alcune traduzioni e, a questo ri-guardo, mi diede diversi documenti».

La sua collaborazione si fermò alletraduzioni?

«No,successivamentedecisidiinstau-rare un rapporto più imprenditoriale.

Percuivennipresen-tatoalprofessorNe-reoBolognani,presi-dente della Fonda-zione. Fu lui a spie-garmichelecentralipolivalenti dellaFondazione eranoin grado di smaltirein modo ottimaleun certo tipo di sco-rie. Soprattuttodi ti-po metallico. Percui, insieme ad unmio amico, mi fecidare un mandatodalla Fondazionestessaperprocurarequesto tipo di sco-rie. Riuscimmo aprendere contatticonunosolodeino-minativi che ci era-nostatiforniti.Sitrat-

ta di una grossa acciaieria italiana cheavevaproblemiperlosmaltimentodellescoriemetalliche.Noicifacemmoconse-gnareuncampioneelopassammoaBo-lognani perché lo facesse esaminare ecidicesse se l'affare poteva essere avviato.Ma accadde qualcosa prima di averel'esito di quelle analisi...».

E cioè?«La moglie di Bolognani morì di un

bruttomaleeperqualchetempononriu-scimmo a metterci in contatto con lui.Pensavamoche,dopo uncerto periodo,si sarebberipreso e avremmo continua-tolanormaleattivitàlavorativa.Maleco-senonandaronocosì.Èprobabilecheav-venne anche qualche cambiamento in-terno alla Fondazione. Qualche tempodopo venni a sapere che era stata messain liquidazione».

Eppure lei aveva lavorato per loro,avrà avuto anche delle spese. Glielehanno mai rimborsate?

«No,e non gliele homai chieste.Ripe-to, abbiamo preso solo un contatto, percuisitrattavadipocacosa.Nonmièsem-brato che ne valesse la pena».

Tuttavianeisuoiconfronti nonhan-no mostrato molta chiarezza. Ha maiprovatoafarsidirequalcosainpiùcir-ca la loro attività?

«Sì, una volta ho avuto una conversa-zione di questo tipo con Bolognani. De-vodirecheeraunapersonamoltocorret-taemoltoreligiosa.Mispiegòchelosco-podellaFondazioneeraquellodievitarecheunascopertascientificacomequellache loro gestivano finisse nelle mani deimilitari, diventando causa di morte. Poiaggiunsecheungiorno,quandoDiovor-rà, questo segreto verrà reso pubblico».

E le basta?«No, però capisco il fine. E per molti

versi lo condivido».RDS

DOCUMENTI

Qui in alto e asinistra, alcunidocumenti della«Pace eCrescita», lafondazionereligiosa consede nellacapitale delLiechtensteinche avrebbetenuto nascostii risultati diclamorosiesperimentiscientifici fattia cavallo tra glianni Sessanta eSettanta checonfermanol’esistenza di unraggio in gradodi sprigionare«gratis» unaquantità enormedi energia

Marconi ideò un raggio che fermava i mezzi a motore. Mussolinilo voleva, il Vaticano lo bloccò. Da quelle ricerche altri scienziati

crearono l’alternativa a petrolio e nucleare. Nel 1999 l’invenzionestava per essere messa sul mercato, ma poi tutto fu insabbiato

Il misterodell’energia

gratuitache ci tengono

nascosta

Il raggio dellamorte per

decenni è stataconsiderataun'ipotetica armaelettronica. Sullasua esistenza si èmolto vociferato tragli anni Venti eTrenta.Mancando prove edimostrazionistorico-scientifiche,sul «raggio dellamorte» s’è moltospeculato.Stando allerivelazionicontenute neidossier in possessodella Fondazione«Pace e Crescita» diVaduz, il raggiosarebbe realmenteesistito, ma il suoinventore -Guglielmo Marconi -se ne sarebbedisinteressato

(...) Liechtenstein, dove si tro-verebbe tuttora. Sembra davve-rolatramadiungiallointernazio-nalel'incredibilestoriachesina-sconde dietro quella che, senzaalcundubbio,sipotrebbedefini-re la scoperta epocale per eccel-lenza, e cioè la produzione dienergiapulitasenzaalcunaemis-sione di radiazioni dannose. Inaltre parole, la realizzazione diun macchinario in grado di dis-solvere la materia, intendendocon questa definizione qualun-quetipodisostanzafisica,produ-cendosoloedesclusivamenteca-lore.

Una scoperta per casoCome ogni giallo che si rispet-

ti, l'intricata vicenda che si na-scondedietrolagenesidi questascopertaèstatasvelataquasipercaso. Lo ha fatto un imprendito-regenovesecheunadecinad'an-nifasiètrovatoadavererapportidiaffariconlafondazionechena-sconde e gestisce il segreto diquello che, per semplicità, chia-meremo «il raggio della morte».E sì, perché la storia che stiamoper svelare nasce proprio daquello che, durante il fascismo,fu il mito per eccellenza: l'armasegretacheavrebberivoluziona-to il corso della seconda guerramondiale. Sembrava soltantouna fantasia, ma non lo era. Inqueglianni sidicevachepersinoGuglielmo Marconi stesse lavo-randoallarealizzazionedel«rag-giodellamorte».Lacosaerasoloparzialmente vera. SecondoquantoMussolinidissealgiorna-lista Ivanoe Fossati durante unadelle sue ultime interviste, Mar-coni inventò un apparecchioche emetteva un raggio elettro-magnetico in grado di bloccarequalunquemotoredotatodiim-piantoelettrico.Taleraggio,inol-tre, mandava in corto circuitol'impianto stesso, provocando-nel'incendio.Loscienziatodetteuna dimostrazione, alla presen-za del duce del fascismo, ad Aci-lia, sulla strada di Ostia, quandobloccòautoecamionchetransi-tavano sulla strada. A Orbetello,invece, riuscì a incendiare dueaerei che si trovavano ad oltreduechilometrididistanza.Tutta-via,dicesempreMussolini,Mar-coni si fece prendere dagli scru-poli religiosi. Non voleva esserericordato dai posteri come coluiche aveva provocato la morte dimigliaia di persone, bensì solocomel'inventoredellaradio.Percui si confidò con Papa Pio XII, ilqualegli consigliò di distruggereil progetto della sua invenzione.CosacheMarconisiaffrettoafa-re,mandandoinbestiaMussoli-niegerarchi.Poi,forseperiltrop-po stress che aveva accumulatoin quella disputa, nel 1937 im-provvisamente vennecolpito daun infarto e morì a soli 63 anni.

LafinedeglianniTrentafuco-munque molto prolifica da unpunto di vista scientifico. Perqualche imperscrutabile giocodeldestino,parechelafantasiaela creatività degli italiani non fusoltanto all'origine della primabomba nucleare realizzata negliStati Uniti da Enrico Fermi e dai

suoi colleghi di via Panisperna;altri scienziati, continuando glistudi sulla scissione dell'atomo,trovaronoinfattiilmododi«pro-durreedemetteresinoanotevolidistanze anti-atomi di qualsiasielemento esistente sul nostropianeta che, diretti contro unamassa costituita da atomi dellastessa natura ma di segno oppo-sto, la disgregano ionizzandolasenza provocare alcuna reazio-ne nucleare, ma producendoegualmenteunaenormequanti-tà di energia pulita».

Tantoperfareunesempiocon-creto, ionizzando un grammodi ferro si sviluppa un calorepari a 24 milioni di KWh, cioèoltre 20 miliardi di calorie, ca-paci di evaporare 40 milioni dilitri d'acqua. Per ottenere unuguale numero di calorie, oc-correrebbebruciare15milaba-rili di petrolio. Sembra quasidileggereunraccontodifanta-scienza, ma è soltanto la purae semplice realtà. Almenoquella che i documenti in pos-sesso dell'imprenditore geno-

vese Enrico M. Remondini di-mostrano.

La testimonianza«Tuttoècominciato-racconta

Remondini-dalcontattochenel1999hoavutoconildottorRena-to Leonardi, direttore della Fon-dazione Internazionale Pace eCrescita,consedeaVaduz,capi-tale del Liechtenstein. Il miocompito era quello di stipularecontrattiperlosmaltimentodiri-fiutisoliditramiteleCentrali ter-moelettriche polivalenti dellaFondazione Internazionale Pa-ceeCrescita.Nonmihannodet-to dove queste centrali si trovas-

sero, ma so per certo che esisto-no.Altrimentinonavrebberofat-to un contratto con me. In quelperiodo, lavoravo con il mio col-lega, dottor Claudio Barbarisi.Per ogni contratto stipulato, lanostrapercentualesarebbestatadel2percento.Tuttavia,perunaclausolaimpostadallaFondazio-nestessa,il10percentodiquestacommissione doveva essere de-stinata a favore di aiuti umanita-ri. Considerando che lo smalti-mento di questi rifiuti avvenivain un modo pressoché perfetto,cioèconlaionizzazionedellama-teriasenzaproduzionedialcunascoria, sembrava davvero il mo-doottimaleperottenereilrisulta-to voluto. Tuttavia, improvvisa-mente, e senza comunicarci ilperché,laFondazioneci fecesa-pere che le loro centrali non sa-rebbero più state operative. E fuinutilechiederespiegazioni.Puravendo un contratto firmato intasca,noncifunulladafare.Sem-plicemente chiusero i contatti».

Remondini ancora oggi nonconoscelaragionedell'improvvi-so voltafaccia. Ha provato a tele-fonare al direttore Leonardi, chetra l'altro vive a Lugano, ma nonha mai avuto una spiegazioneperquellostranocomportamen-to. Inutili anche le ricerche pervietraverse:l'unicacosacheèriu-scito a sapere è che la Fondazio-ne è stata messa in liquidazione.Percuièipotizzabilecheisuoise-greti adesso siano stati trasferitiad un'altra società di cui, ovvia-mente,siignorapersinoilnome.Ciòsignificachedaqualchepar-te sulla terra oggi c'è qualcunochenascondeilsegretopiùambi-to del mondo: la produzione dienergiapulitaaduncostoprossi-mo allo zero.

Nonostante questo imprevi-storisvolto,inmanoaRemondi-nisonorimastidiversidocumen-ti strettamente riservati dellaFondazione Internazionale Pa-ceeCrescita,percuiallafinel'im-prenditore si è deciso a rendere

pubblicociòchesasuquestami-steriosa istituzione. Per capire iretroscena di questa tanto mira-bolante quanto scientificamen-te sconosciuta scoperta, occorrefareunsaltoindietroneltempoecercare di ricostruire, passo do-po passo, la cronologia dell'in-venzione.Adaiutarcièlarelazio-netecnico-scientificacheil25ot-tobre 1997 la Fondazione Inter-nazionale Pace e Crescita ha fat-toaveresoltantoagliaddettiaila-vori.Ognifoglio, infatti,èchiara-mentemarcatoconlascritta«Ri-produzione Vietata». Ma l'enor-mità di quanto viene rivelato inquello scritto giustifica ampia-mente il non rispetto della riser-vatezza richiesta.

Il «raggio della morte», infatti,puressendostatocon-cepito teoricamentenegli anni Trenta,avrebbe trovato lasua base scientifi-ca soltanto tra il1958 e il 1960. Ilcondizionale èd'obbligo inquanto ripor-tiamo dellenotizie scrit-te, ma nonconferma-te dallas c i e n z aufficiale.N o nsappia-mo dac h ie r acomposto ilgruppo di scienziati chediede vita all'esperimento: i no-minonsonoelencati.Sappiamoinvecechevifuronodiversitenta-tivi di realizzare una macchinache corrispondesse al modelloteorico progettato, ma soltantonel 1973 si arrivò ad avere unastrumentazioneingradodi«pro-durre campi magnetici, gravita-zionali ed elettrici interagenti, inmodo dacolpire qualsiasi mate-

ria,ionizzandolaadistanzaedinquantità predeterminate».

Ok dal governo AndreottiFu a quel puntoche il governo

italianocominciòadinteressarsiufficialmente a quegli esperi-menti. E infatti l'allora governoAndreotti, prima di passare lamano a Mariano Rumor nel lu-glio del '73, incaricò il professorEzioClementel,allorapresiden-te delComitato per l'energia nu-cleare(Cnen),dianalizzareglief-fettielanaturadiqueicampima-gneticiafascio.Clementel,trenti-nooriginariodiFaietitolaredel-lacattedradiFisicanucleareallafacoltàdiScienzedell'Universitàdi Bologna, a quel tempo aveva55 anni ed era uno dei più notiscienziati del panorama nazio-

nale e internazionale. Lasuaresponsabili-

tà, in

quel-la cir-

c o -stanza,

e r agrande.

D o v e v ainfattiveri-

ficare sequel diabo-

lico raggioavesse real-

mentelacapa-cità di distrug-

gere la materiaionizzandola in

un'esplosione dicalore.Ancheper-

ché non ci volevamoltoaca- pire che, qualora

l'esperimento fosse riuscito, sipoteva fare a meno dell'energianucleare e inaugurare una nuo-va stagione energetica non sol-tanto per l'Italia, ma per il mon-do intero. Tanto per fare unesempio, questa tecnologiaavrebbepermessolarealizzazio-nedinuoviepotentissimimoto-

ri a razzo che avrebbero letteral-menterivoluzionatolacorsaallospazio, permettendo la costru-zionedigigantescheastronaviin-terplanetarie.

Il professor Clementel ordinòquindiquattroprovediparticola-re complessità. La prima consi-stevanelporreunalastradiplexi-glassa 20 metri dall'uscita del fa-scio di raggi, collocare una lastradiacciaioinoxamezzometrodie-

trolalastradiplexiglassechiede-re di perforare la lastra d'acciaiosenza danneggiare quella diplexiglass.Lasecondaprovacon-sistevanelripetereilprimoespe-rimento, chiedendo però di per-forarelalastradiplexiglasssenzaalterarelalastrad'acciaio.Ilterzoesameeraancorapiùdifficile:bi-sognava porre una serie di lastred'acciaio a 10, 20 e 40 metri dall'uscitadelfasciodiraggi,chieden-dodibucarelelastreapartiredall'ultima,cioèquellapostaa40me-tri. Nella quarta e ultima prova sidovevasistemareunapesantela-stra di alluminio a 50 metri dall'uscitadelfasciodiraggi,chieden-do che venisse tagliata parallela-mente al lato maggiore.

Ebbene, tutte e quattro le pro-ve ebbero esito positivo e il pro-fessor Clementel, considerandoche la durata dell'impulso deiraggi era minore di 0,1 secondi,valutòlapotenza, ipotizzando lavaporizzazione del metallo, a40.000 KW e la densità di poten-za pari a 4.000 KW per centime-tro quadrato. In realtà, vennespiegatoasperimentazionecom-piuta, l'impulso dei raggi avevaavutoladuratadiunnanosecon-do e poteva ionizzare a distanza«formaequantitàpredetermina-te di qualsiasi materia».

Tral'altroall'esperimentoave-vaassistitoancheilprofessorPie-roPasolini,illustrefisicoeamicodi un'altra celebrità scientificaqual è il professor Antonino Zi-chichi. In una sua relazione, Pa-soliniparlòdi«campimagnetici,gravitazionali ed elettrici intera-gentichesviluppanoatomidian-timateria proiettati e focalizzatiinzonedispaziobendetermina-teanchealdilàdischemidimate-rialivari,cheessendofuorifuocosi manifestano perfettamentetrasparenti e del tutto indenni».

In pratica, ma qui entriamo inuna spiegazione scientifica unpo' più complessa, gli scienziatiitaliani che avevano realizzatoquelmacchinario,sarebberoriu-scitiad applicarela teoriadi Ein-stein sul campo unificato, e cioèidentificare la matrice profondaedunicadituttiicampidiintera-zione, da quello forte (nucleare)a quello gravitazionale. Altri fisi-ci in tutto il mondo ci avevanoprovato, ma senza alcun risulta-to. Gli italiani, a quanto pare,c'erano riusciti.

L'insabbiamentoIn un Paese normale (ma tutti

sappiamo che il nostro non lo è)una simile scoperta sarebbe sta-ta subito messa a frutto. Non civuolemoltafantasiapercapireleimplicazioni industriali ed eco-nomiche che avrebbe portato.Anche perché, quella che a pri-mavistapoteva sembrare un'ar-ma di incredibile potenza, nell'uso civile poteva trasformarsinelmotoretermicodiunacentra-le che, a costi bassissimi, potevaprodurre infinite quantità dienergia elettrica.

Perché, dunque, questa sco-perta non è stata rivelata e utiliz-zata? La ragione non viene spie-gata. Tutto quello che sappiamoè che i governi dell'epoca impo-sero il segreto sulla sperimenta-zioneechenessuno,almenouffi-cialmente,nevenneaconoscen-za.Del restonel1979 ilprofessor

Clementelmorìprematuramen-teesiportònellatombailsegretodei suoi esperimenti. Ma anchedietro Clementel si nascondeuna vicenda piuttosto strana emisteriosa. Pare, infatti, che lesueideenonpiacesseroaigover-nantidell'epoca.Nonsisaesatta-mente quale fosse la materia delcontendere, ma alla luce dellastraordinariascopertacheavevaverificato, è facile immaginarlo.Forseloscienziatovolevarende-re pubblica la notizia, mentre ipolitici non ne volevano sapere.Chissà?Ebbene,qualcunotrovòil sistema per togliersi di tornoquello scomodo presidente delCnen. Infatti venne accertatochelafirmadiClementelappari-vasuregistridiesameall'Univer-sitàdiTrento,dellaqualeall'epo-caerailrettore,inunadataincuieglierainmissionealtrove.Sem-bravaquasiunerrore,unasvista.Maglicostòilcarcere, lacarrieraeinfinelasalute.Loscienziatoca-pì l'antifona, e non disse mai piùnulla su quel «raggio della mor-te» che gli era costato così tantocaro. A Clementel è dedicato ilCentro ricerche energia dell'Enea a Bologna.

C'è comunque da dire che giàneglianniOttantaqualcosaven-ne fuori riguardo un ipotetico«raggio della morte». Il primo aparlarnefuilgiudiceCarloPaler-mochededicòcentinaiadipagi-nealmisteriosocongegno,affer-mandochefuallabasediunintri-cato traffico d'armi. La storiacoinvolseunexcolonnellodelSi-far e del Sid, Massimo Pugliese,maancheesponentidelgovernoamericano(allorapresieduto daGeraldFord),iparlamentariFla-minio Piccoli (Dc) e Loris Fortu-na (Psi), nonché una misteriosasocietàcon sedeproprionelLie-chtenstein, la Traspraesa. La vi-cenda durò dal 1973 al 1979,quando improvvisamente calòuna cortina di silenzio su tuttoquanto.

Erano comunque anni diffici-

li. L'Italia navigava nel caos.GliattentatidelleBrigateros-seeranoall'ordine delgior-no,lasocietàcivilesoffoca-va nel marasma, i servizisegreti di mezzo mondooperavanosulnostroter-ritorio nazionale comese fosse una loro riser-vadicaccia. Il 16mar-zo1978 i brigatisti ar-rivarono al punto dirapire il presidentedelConsiglio,AldoMoro, uccidendoicinquepoliziottidella scorta inunindimentica-bileattentatoinviaFani,aRoma. E tutti ci ricordiamo co-me andò a finire. Tre anni dopo,il13maggio1981,ilterroristatur-co Mehmet Ali Agca in piazzaSan Pietro ferì a colpi di pistolaGiovanni Paolo II.

È in questo contesto, che il«raggio della morte» scomparvedalla scena. Del resto, ammessochelascopertaavesseavutounaconsistenza reale, chi sarebbestatoingradodigestireecontrol-lare gli effetti di una rivoluzioneindustriale e finanziaria che difatto avrebbe cambiato il mon-do? Non ci vuole molto, infatti,ad immaginare quanti interessiquell'invenzione avrebbe dan-neggiatosesoltantofossestatare-sa pubblica. In pratica, tutte lemultinazionalioperantinelcam-po del petrolio e dell'energia nu-cleareavrebberodovutochiude-re i battenti o trasformare da ungiorno all'altro la loro produzio-ne. Sarebbe veramente impossi-bileipotizzareunacifraperquan-tificareildisastroeconomicochela nuova scoperta italianaavreb-be portato.

Ma queste sono solo ipotesi.Ciò che invece risulta riguarda ladecisionepresadagliautoridellascoperta.Infatti,dopoanniditra-versie e inutili tentativi per far ri-conoscere ufficialmente la loroinvenzione, probabilmente te-

mendo per la lo-rovitaeperilfutu-

ro della loro stru-mentazione, que-

sti scienziati conse-gnarono il frutto del

loro lavoro alla Fon-dazioneInternaziona-

le Pace e Crescita, chel'11 aprile 1996 venne

costituitaapposta,vero-similmenteconildiretto

appoggiologistico-finan-ziario del Vaticano, a Va-

duz,benaldifuorideiconfi-niitaliani.Inquelmomento

ilcapitalesocialeeradiappe-na30milafranchisvizzeri(cir-

ca 20mila Euro). «Sembra an-cheanoi-sileggenellarelazio-

ne introduttiva alle attività dellaFondazione - che sia meglio co-struire anziché distruggere, nonimportaquantopossaesserediffi-cile,anchese per farlooccorronomoltopiùcoraggioepazienza,as-sai più fantasia e sacrificio».

Aprescinderedalfattochenonsi trova traccia ufficiale di questafantomatica Fondazione, se nonlanotizia(intedesco)cheilprimoluglio del 2002 è stata messa in li-quidazione, parrebbe che a suotempol'organizzazionefossesta-ta costituita in primo luogo perevitarecheun'invenzionediquel-la portata fosse utilizzata solo perfinimilitari.Delrestoancheimis-silibalistici(conquellochecosta-no)diventerebbero ben poca co-sase glieserciti potesserodispor-re di un macchinario che, per di-struggere un obiettivo strategico,necessiterebbe soltanto di un si-stema di puntamento d'arma.

Secondovocinonconfermate,ladecisionedegliscienziatiitalia-nisarebbematuratadopounase-rie di minacce che avevano rice-vuto negli ambienti della capita-le.Aduncertopuntosiparlapuredi un attentato con una bomba,sempre a Roma. Si dice che, perevitare ulteriori brutte sorprese,quegli scienziati si appellaronodirettamenteaPapaGiovanniPa-

olo II e la macchina che produceil«raggiodellamorte»venissena-scostaperqualchetempoinVati-cano.Daquiladecisionediistitui-relafondazione edi faremigraretutti i protagonisti della vicendanel più tranquillo Liechtenstein.In queste circostanze, forse nonfuuncasocheproprioil30marzo1979ilPaparicevetteinVaticanoil Consiglio di presidenza dellaSocietàEuropeadiFisica,ricono-scendo, per la prima volta nellastoriadellaChiesa,inGalileoGa-lilei(1564-1642)loscopritoredel-la Logica del Creato. Comunquesia,daquelmomentoinpoi,lapa-rolad'ordineèstatamantenereilsilenzio assoluto.

Le macchine del futuroQualcosa, però, nel tempo è

cambiata. Lo prova il fatto che laFondazioneInternazionalePaceeCrescitanonsisarebbelimitataaproteggere gli scienziati cristia-ni in fuga, ma nel periodo tra il1996eil1999avrebbeprocedutoarealizzarepercontosuodiversecomplesse apparecchiature chesfruttano il principio del «raggiodellamorte».Secondolalorodo-cumentazione,infatti,èstatapro-dottaunaseriedimacchinaridel-la linea Zavbo pronti ad essereadibiti per più scopi. L'elencocomprende le Srsu/Tep (smalti-mentodeirifiutisolidiurbani),Sr-

lo/Tep(smaltimentodeirifiutili-quidiorganici),Srtp/Tep(smalti-mento dei rifiuti tossici), Srrz/Tep(smaltimentodellescoriera-dioattive), Rcc (compattazionerocce instabili), Rcz (distruzioneroccepericolose),Rcg(scavogal-lerie nella roccia), Cls (attuazio-neleghespeciali),Cen(produzio-ne energia pulita).

A quest'ultimo riguardo, nelladocumentazione fornita da Re-mondini si trovano anche i pianiper costruire centrali termoelet-triche per produrre energia elet-tricaabassissimocosto,smalten-do rifiuti. C'è tutto, dalle dimen-sioniall'ampiezzadelterrenone-cessario,comesicostruiscelator-rediionizzazioneequanteperso-nedevonolavorare(53unità)nel-la struttura. Un'intera centrale sipuòfarein18mesiepotràsmalti-refinoa500metricubidirifiutialgiorno,producendoenergiaelet-trica con due turbine Ansaldo.

C'èancheunquadroeconomico(in milioni di dollari americani)per calcolare i costi di costruzio-ne. Nel 1999 si prevedeva cheunacentralediquestotiposareb-be costata 100milioni di dollari.Unapeculiaritàdiquestecentraliè che il loro aspetto è assoluta-mente fuorviante. Infatti, sem-pre guardando i loro progetti, sinotacheall'esternoappaionosol-tanto come un paio di basse pa-lazzine per uffici, circondate daun ampio giardino con alberi efiori.Latorrediionizzazione,do-ve avviene il processo termico, èinfatti completamente interrataperunaprofonditàdi15metri.Inpratica, un pozzo di spesso ce-mento armato completamenteoccultato alla vista. In altre paro-le,questecentralipotrebberoes-sere ovunque e nessuno ne sa-prebbe niente.

Danotareche,secondolericer-checompiutedallaInternationalCompany Profile di Londra, unasocietà del Wilmington GroupPic,leadernelmondoperleinfor-mazionisulcreditoequotataallaBorsa di Londra, la FondazioneInternazionale Pace e Crescita,fin dal giorno della sua registra-zione a Vaduz, non ha mai com-piutoalcun tipo di operazione fi-nanziarianelLiechtenstein,nésiconosce alcun dettaglio del suostato patrimoniale o finanziario,in quanto la legge di quel Paesenon prevede che le Fondazionipresentinopubblicamenteipro-pribilancioinomideiproprifon-datori. Si conosce l'indirizzo del-la sede legale, ma si ignora qualesiastatoquellodellasedeoperati-vaeiltipodiattivitàchelaFonda-zionehasvoltoaldifuorideicon-finidelLiechtenstein.Ovviamen-te mistero assoluto su quanto siaaccadutodopoilprimolugliodel2002quando,perchissàqualira-gioni, ma tutto lascia supporreche la sicurezza non sia stataestraneaalladecisione,laFonda-zione ufficialmente ha chiuso ibattenti.

Ancorapiùstrabilianteèl'elen-codeiclienti,opresuntitali,forni-to a Remondini. In tutto 24 nomitra i quali spiccano i maggiorigruppisiderurgicieuropei,leam-ministrazioni di due Regioni ita-liane e persino due governi: unoeuropeoeunoafricano.Danota-reche,inunaletterainviatadallaFondazioneaRemondini,sipar-la di proseguire con i contatti all'estero, ma non sul territorio na-zionale«acausadelleproblema-tiche in Italia». Ma di quali «pro-blematiche»siparla?E,soprattut-to,com'ècheunascopertadique-stotipovieneutilizzataquasisot-tobancoperrealizzarecoseegre-gie (pensiamo soltanto alla pro-duzionedienergiaelettricaeallosmaltimento di scorie radioatti-ve), mentre ufficialmente non sene sa niente di niente?

Interpellato sul futuro dellascopertadaRemondini,ilprofes-sor Nereo Bolognani, eminenzagrigia della Fondazione Interna-zionale Pace e Crescita, ha dettoche «verrà resa nota quando Diovorrà». Sarà pure, ma di solitononèpoicosì facile conoscereinanticipoledecisionidelPadreter-no. Neppure con la santa e illu-stre mediazione del Vaticano.

Rino Di Stefano

La macchina

Capisco perché

era celata.

E in gran parte

lo condivido

Remondini

Fui contattato

per smaltire

un nuovo tipo

di scorie

GUGLIELMO MARCONI

Lo scienziato bolognese creò il «raggio dellamorte», ma decise di non continuare gli studi dopo

un colloquio con Papa Pio XII. Non voleva essere

ricordato per aver causato morte e distruzione. Si

fermò, ma il suo lavoro fu portato avanti da altri

BENITO MUSSOLINI

Mussolini disse al giornalista Ivanoe Fossati cheMarconi aveva inventato un apparecchio che

emetteva un raggio in grado di bloccare

qualunque motore dotato di impianto elettrico.

Mussolini voleva quel raggio per usarlo in guerra

GIULIO ANDREOTTI

Durante un suo governo, all’inizio degli anni ’70,fu stato dato il via libera alla sperimentazione

del «raggio». Gli studi furono affidati a Ezio

Clementel, il quale scoprì che l’apparecchio

sprigionava una quantità enorme di energia

EZIO CLEMENTEL

Il professore di Fisica testò l’apparecchioconstatando la sua prodigiosa capacità di

produrre energia. Non divulgò mai la notizia anche

perché dopo i suoi esperimenti fu vittima di una

ritorsione. E per molti questo non è un caso

RICERCA

UN GIALLO SOSPESO TRA STORIA, SCIENZA E POLITICAPERSONAGGIE INTERPRETI

dalla prima pagina

SOSPETTI Lo scienziato

che testò l’apparecchio

subì pressioni per non

rivelare la scoperta

STUDI Nel ’73 ecco

i primi esperimenti:

i risultati furono ottimi

ma non vennero rivelati

OBLIO A proteggere

il silenzio sulla scoperta

è stata una fondazione

del Liechtenstein