Gruppo medici legali e psichiatri forensi della provincia ... · Attivazione di modalità difensive...
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Gruppo medici legali e psichiatri forensi della provincia di Trento
eventi formativi 2013 – Elementi fisiologici e patologici del lutto: stima
clinica e medico/legale
Si riferisce ad una serie di comportamenti rituali che tendono a rendere tollerabile la morte permettendo, attraverso una partecipazione collettiva, l’esperienza del CORDOGLIO; questa comprende sia la reazione più propriamente emozionale, che il travaglio psicologico dei superstiti e attiene non solo la mancanza del soggetto scomparso ma anche ciò che poteva offrire ai superstiti in termine di compartecipazione psicologica, spirituale e sociale.
Attivazione di modalità difensive dell’organizzazione psichica individuale (metabolizzazione del lutto) e tentativo di riorganizzazione dell’assetto psicologico del soggetto (lavoro del lutto) attraverso processi di adeguamento (salvaguardia delle istanze ideali con valido senso di realtà, capacità di contenere l’angoscia e la frustrazione, identità personale ben strutturata) o di adattamento (trasformazione del soggetto che passivamente si lascia dirigere dal contesto di vita evidenziando una personalità deficitaria)
la prima fase è caratterizzata soprattutto dalla delusione e dal dolore;
la seconda fase coinvolge la dimensione della rassegnazione, pena, disperazione e disorganizzazione della personalità (intesa come disarticolazione degli schemi personali di riferimento centrati sull’oggetto amato);
la terza inizia lentamente con la rielaborazione di nuovi modelli cognitivi ed affettivi che ridefiniscono la relazione con il defunto e promuovono l’instaurarsi di nuovi legami.
Rimproverarsi di non aver fatto il tutto il possibile
Desiderare di morire insieme a lui
Rallentamento psicomotorio non evidente
Tenuta della realtà
Sognare o vedere la persona scomparsa
Processo naturale di riassestamento che solitamente permette: il riconoscimento della perdita; l’accettazione della realtà il distacco definitivo dalla persona scomparsa l’adattamento all’ineluttabile distacco la costruzione di nuove relazioni la riattivazione di una fiducia in se stessi nuove motivazioni per ulteriori progetti di vita (a livello individuale: IDENTITA,’ AUTOSTIMA, FIDUCIA)
Persistenza e riacutizzazione della sintomatologia luttuosa che si radica in:
sensi di colpa
pensieri di morte
pensieri eccessivi e morbosi di inutilità
marcato rallentamento psicomotorio
prolungata intensa compromissione di funzionamento
esperienze allucinatorie
lutto non risolto: si assiste all’arresto del normale processo di cordoglio ed alla comparsa di quadri depressivi, disturbi somatici e fenomeni d’identificazione patologica. È la forma più comune;
lutto cronico: caratterizzato dal protrarsi indefinito della perdita e dell’idealizzazione del defunto. È favorito da una personalità di tipo dipendente e dalla mancanza di supporti psicosociali;
lutto ipertrofico: le reazioni dolorose sono particolarmente intense e protratte, mentre le normali strategie di rassicurazione (ad esempio il supporto familiare) sono inefficaci. È più frequente in caso di perdite improvvise ed inaspettate;
lutto ritardato: basato su meccanismi di negazione, è caratterizzato soprattutto dalla mancanza dei segni della fase acuta del cordoglio. Non presenta conseguenze negative a lungo termine.
trauma come fatto improvviso ed inatteso che per la particolare intensità oltrepassa la capacità di elaborazione psichica dell’Io ed ha effetti patogeni durevoli nell’organizzazione psichica; definizione che rimanda sia alla suscettibilità individuale verso il trauma, sia alle caratteristiche qualitative e quantitative dei rapporti interpersonali tra il defunto e il superstite (intensità di relazione, dipendenza, assenza di altre figure contenitive, perdite oggettive, ..)
Sfera emotivo/affettiva (sentimenti di colpa polarizzata, non sulla persona persa)
Sfera cognitiva (pensieri di morte diversi dal sentimento del “sopravissuto”, pensieri eccessivi e morbosi di inutilità)
Sfera psico/motoria (marcato rallentamento psicomotorio, anedonia)
Sfera socio/relazionale (prolungata ed intensa compromissione di funzionamento, ritiro)
Sfera senso/percettiva (esperienze allucinatorie diverse dal pensare di udire la voce o di vedere fuggevolmente l’immagine della persona deceduta)
con maggiore vulnerabilità (la morbilità medica generale, la mortalità, somatizzazioni, specifici disturbi psichiatrici)
Depressione maggiore
Disturbi d’ansia
DPTS
disturbo acuto da stress
disturbo dell’adattamento
Psicosi reattive brevi
Disturbi da abuso di sostanze
FUNZIONAMENTO equilibrio psicologico (sintomi)
IDENTITA’ percezione di sé (nichilismo)
EMOTIVITA’ dimensione affettiva (anedonia)
SOCIALITA’ disponibilità alle relazioni (ritiro)
QUALITA’ DI VITA adattamento alla quotidianità (apatia)
Precisare da un punto di vista nosografico la eventuale diagnosi psicopatologica nel periziato/a
Stabilire il rapporto causale tra perdita, elaborazione luttuosa e diagnosi psicopatologica
Verificare la cronicizzazione e la stabilizzazione del disturbo psichiatrico
Misurare l’incidenza di eventuali resistenze
Valutare dal punto di vista percentuale il quantum peggiorativo intervenuto
Ricostruzione delle topiche (fatto e prima registrazione)
Rituali e sintomatologia (lavoro del lutto)
Penalizzazioni (soggettive, lavorative, sociali)
Misure di cura e trattamento
Personalità precedente (perdite precedenti, disturbi psichici, crisi esistenziali, relazione particolare)
Esito adattivo (dopo 12-18 mesi)
Stima del danno da lutto/complicanza psicopatologica
GRAZIE PER L’ATTENZIONE