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ISTITUTO COMPRENSIVO “G. BENTIVOGLIO” Via Salvo d’Acquisto, 5/7 – 44028 Poggio Renatico (Fe)

Tel. 0532/829808 – Fax 0532/829512 - C.F./93076170385

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Sito web: www.icbentivoglio.gov.it

Staff funzioni strumentali di istituto

GRUPPO DI LAVORO PER L’INCLUSIONE

P.A.I.

PIANO ANNUALE PER L’INCLUSIONE

ANNO SCOLASTICO 2017/18

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INDICE

PARTE PRIMA

- Definizione del documento PAI …………………………………………pag. 3

- Concetto di scuola inclusiva……………………………………………..pag. 4

PARTE SECONDA

- Analisi situazione anno scolastico 2017/18……………………………pag. 6

PARTE TERZA

- Sintesi dei punti di forza e di criticità del Circolo………………………pag.16

ALLEGATO N. 1

- BES (Bisogni educativi speciali) - area dello svantaggio scolastico…………………………………………………………………..pag.22

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Parte prima

PAI Piano annuale per l’inclusione

“Strumento per una progettazione della propria offerta formativa in senso inclusivo”

“Sfondo e fondamento sul quale sviluppare una didattica attenta ai bisogni di ciascuno… “Un concreto impegno programmatico per l’inclusione, basato su un’attenta lettura del grado di inclusività della scuola e su obiettivi di miglioramento” (da nota ministeriale del 27/6/2013 PAI) “La scuola è inclusiva quando sa accogliere tutte le diversità e riformulare a tal fine le proprie scelte organizzative, progettuali, metodologiche, didattiche e logistiche.”

La redazione del PAI rappresenta una delle azioni strategiche della scuola per la valorizzazione dei bisogni educativi speciali e la promozione dell’inclusività. Si tratta in sostanza di definire in modo chiaro gli impegni che la scuola si assume per passare dalle parole ai fatti in materia di inclusione. In tal modo il PTOF ed il PAI diventano la cornice di riferimento per l’elaborazione del Piano Educativo Individualizzato (PEI) ed il Piano Didattico Personalizzato (PDP). Un’occasione di riflessione, di elaborazione di idee, di condivisione di soluzioni e di buone pratiche, attraverso il quale la scuola può, riflettendo sui punti di forza e di criticità della propria offerta didattica, sul piano delle politiche e delle prassi inclusive, migliorarle. Un serio percorso di autoriflessione pedagogica partecipato e condiviso da tutte le componenti della comunità educante. Non solo un atto che si conclude con la compilazione di un documento ma un processo che richiede delicati e complessi passaggi nell’ottica del miglioramento continuo dell’integrazione e dell’inclusione, del raggiungimento del successo formativo degli allievi e del benessere psicologico nei contesti scolastici.

“L’inclusione è uno degli strumenti con cui la scuola contribuisce a rendere militanti i principi di equità e di uguaglianza della Costituzione.” (Rubinacci)

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IL CONCETTO DI SCUOLA INCLUSIVA sottintende

un cambiamento di prospettiva degli insegnanti/educatori: da una posizione esterna/statica - constatare la difficoltà dell’allievo nel raggiungere gli standard - ad una posizione più dinamica / coinvolgente di ricerca attiva di soluzioni, strategie per ridurre e contenere il disagio / le difficoltà;

presuppone

un capovolgimento completo della didattica e della metodologia: non più gli studenti devono adattarsi alle attività e alle proposte didattiche, messe a punto per rispondere alle caratteristiche dello studente “tipo” (che per definizione non presenta tratti particolari ), bensì la scuola intera progetta ed attua degli adattamenti alla propria proposta, in funzione del successo formativo di “quel particolare allievo”, a partire dalle effettive esigenze formative, concretamente rilevate sulla base di valutazione collegiali o del singolo docente.

INTEGRAZIONE versus INCLUSIONE: una rivoluzione copernicana

Il passaggio dal concetto di integrazione (consentire al “diverso” la maggior partecipazione possibile alla vita scolastica degli altri) a quello di inclusione (strutturare contesti formativi in modo tale che siano adeguati alla partecipazione di tutti, ciascuno con le proprie modalità) implica il rafforzamento di azioni finalizzate alla personalizzazione dei percorsi di crescita e di formazione di tutti gli alunni.

Ne consegue che L’IMPEGNO DELLA SCUOLA consiste nell’ individuazione di strumenti, risorse materiali ed umane, tempi, modalità di lavoro, che accompagnino l’alunno/ studente nel suo percorso scolastico:

al proprio interno mobilitando risorse pedagogiche: formazione e strategie di gestione

educativo – didattica;

all’esterno, con l’attivazione ed il coinvolgimento degli stakeholders del territorio attraverso gli strumenti di concertazione interistituzionali offerti dalla L.241/90

(conferenze di servizio, accordi di programma, protocolli d’intesa…), le risorse umane (operatori educativo- assistenziali) e le risorse finanziarie messe a disposizione degli E.E.L.L. dalle leggi 328/2000 e 285/1997, la possibilità di fruire di interventi di consulenza, formazione, da parte delle professionalità presenti nei servizi socio sanitari (ASL, Comuni…) e nelle istituzioni deputate alla sicurezza ( prefetture, FF.OO) in una prospettiva di prevenzione ed integrazione dei servizi alla persona in ambito scolastico. Altre risorse disponibili possono essere quelle del privato sociale e del volontariato, infine, ma non ultima per importanza, la grande risorsa rappresentata dalle famiglie degli alunni/studenti.

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E’ UTILE CHIARIRE CHE

l'individuazione degli alunni che manifestano difficoltà (alunni con BES) non avviene solo sulla base di un’eventuale certificazione/ segnalazione clinica (seppur utile per una serie di benefici e tutele PER L’ALUNNO).

Ogni istituzione scolastica ha la responsabilità di individualizzare i diversi percorsi da attuare, studiare le strategie d'intervento che possano cogliere l'eterogeneità dei bisogni per facilitare e favorire l’apprendimento.

E’ una visione che prende in considerazione la possibilità che ogni persona, nel corso della propria vita, possa esprimere bisogni, disagi o "disabilità" (Bisogni Educativi Speciali appunto), anche temporanei, che necessitano di una presa in carico flessibile, integrata e dinamica, per garantire la piena partecipazione alla vita scolastica, la necessaria valorizzazione e le uguali opportunità.

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Parte seconda

P.A.I. (Piano Annuale per l’Inclusione)

A. Rilevazione alunni con BES ( al 1° settembre 2017) ( da circolare min. 27/12/12)

scuola infanzia

scuola

primaria

Scuola secondaria

1. Disabilità certificate (Legge 104/92 art. 3, commi 1 e 3)

2 19 6

PEI redatti dal GLHO

2

2

19

6

2. alunni con DSA ( Legge 170/2010)

0 9 (3 a Gallo 6 a Poggio)

34

3. Alunni con altri BES Possono rientrare nella

definizione generale: 1.Alunni con deficit del linguaggio; 2.Alunni con deficit delle abilità non verbali; 3.Alunni con deficit della coordinazione

motoria; 4.Alunni con iperattività e deficit

dell’attenzione; 5.Alunni con disturbi aspecifici

dell’apprendimento;

6.Alunni che necessitano di interventi di recupero e potenziamento per aspetti cognitivi limite, non collegati a deficit certificati (border line) con diagnosi/ relazione clinica rilasciata da personale specializzato e qualificato (DIFFICOLTà DI APPRENDIMENTO)

1 0 1 2 0 1

0 0 0 3 0 6

0 0 0 1 0 3

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4. Alunni di cittadinanza non italiana

31 82 36

5. Altre tipologie di BES (Direttiva min. 27/12/ 12 e circolare ministeriale n. 8 del 6/3/2013)

7. Alunni che necessitano di arricchimento delle esperienze scolastiche ed extra scolastiche in quanto vivono in contesti sociali culturalmente deprivati e poveri di sollecitazioni

8. Alunni stranieri non alfabetizzati in lingua italiana 9. Alunni stranieri con alfabetizzazione insufficiente rispetto alle necessità di studio 10. Alunni con comportamenti dirompenti, auto ed etero aggressivi, destabilizzanti il contesto scolastico, limitanti le relazioni sociali e l’apprendimento, non certificati 11. Alunni con problemi di autostima 12. Alunni scarsamente motivati 13. Alunni solitari, poco partecipativi nei contesti di vita della scuola 14. Alunni in difficoltà scolastica con competenze intellettive elevate 15. Alunni temporaneamente in difficoltà per eventi contingenti (lutto familiare, separazione dei genitori, coinvolgimento in incidente,lunga ospedalizzazione ...) 16. Alunni in altre specifiche condizioni

individuatedal team docenti o segnalate dalla famiglia o dai Servizi sociali…

Le tipologie sopra elencate non portano necessariamente alla definizione di alunno con BES, in quanto è responsabilità demandata al team docente riconoscere ad un alunno la presenza di Bisogni educativi speciali.

0

8 4 70

5 2 30 1

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scuola infanzia

scuola

primaria

scuola

secondaria

Alunni con istruzione parentale

5

N°di PDP redatti dai Consigli di classe in presenza di certificazione sanitaria ( segnalazione )

// 8 30

N°di PDP redatti dai Consigli di classe in assenza di certificazione sanitaria // 8 3

B. Risorse professionali

specifiche

RUOLO E FUNZIONI

Insegnanti di sostegno

Supporto alla classe/sezione per favorire l’inclusione di tutti gli alunni; Attività individualizzate/personalizzate e di piccolo gruppo; Uso di tecnologie (LIM – computer…) per fornire agli alunni vari canali di accesso alle informazioni; Attività di insegnamento di una materia curricolare (interscambio con gli altri docenti della classe/ sezione); Stesura dei documenti e cura del materiale; Partecipazione al GLHO;

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Insegnanti (curricolari,

sostegno…)

Attività di recupero/consolidamento nelle singole discipline a livello individuale e di piccolo gruppo (utilizzo delle ore di compresenza e/o di ore aggiuntive di insegnamento); Attività specifiche legate al progetto ministeriale aree a rischio educativo, con forte processo immigratorio contro la dispersion scolastica, Art. 9 CCNL Comparto Scuola.

Personale Educativo

Assistenziale

Supporto all’alunno disabile, in sinergia con il docente di sostegno e i docenti di classe. Attività individualizzate e di piccolo gruppo in classe, secondo programmazione del team.

Funzioni strumentali

Il collegio docenti all’inizio dell’anno scolastico individua dei docenti referenti per aree di intervento specifico: Area promozione del benessere (area alunni disabili, area alunni stranieri, area alunni con DSA o altri BES), area gestione PTOF, area informatizzazione. Le funzioni strumentali si incontrano periodicamente con il D.S per un costante monitoraggio delle aree di pertinenza, per analizzare e risolvere criticità, proporre azioni di miglioramento, elaborare una progettazione di Istituto coerente e condivisa, in “orizzontale (tra le varie aree) ed in verticale (tra i diversi ordini di scuola coinvolti).

Coordinatore pedagogico

( sc. infanzia) Progetto finanziato dall’Unione

dei Comuni di cui fa parte il Comune di Poggio Renatico

Dott.ssa Pinardi

La scuola dell’Infanzia si avvale della collaborazione di un coordinatore pedagogico che svolge funzione di consulenza educativa-didattica rivolta ai docenti effettuando anche delle osservazioni sul campo e gestisce lo sportello di ascolto per le famiglie. Inoltre, conduce percorsi di formazioneper docenti e genitori su tematiche educative-formative attuali.

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Psicologo

Figura non facente parte

dell’organico dell’istituzione Progetto “Punto di vista”

Ass.ne Promeco (Ferrara)- finanziato dal

Comune di Pogio Renatico Dott.ssa Bertolotti

Presente nella scuola secondaria di primo grado; Obiettivi:

favorire un clima di classe positivo

promuovere sani stili di vita in adolescenza

facilitare l'utilizzo consapevole delle nuove tecnologie

favorire lo sviluppo di abilità sociali nella gestione delle difficoltà personali e dei rapporti interpersonali

supportare i ragazzi nella fase di orientanento e di scelta della scuola superiore

gestire lo Sportello di ascolto e consulenza per i genitori e per il personale docente.

condurre percorsi educativi con le famigliei e attività di formazione per i docenti

partecipare in veste di “esperto” a progetti ideati e condotti dai docenti di classe per rispondere ai bisogni del gruppo classe (gestione dei conflitti, strategie relazionali, educazione all’affettività…)

Coordinatore pedagogico

Sc primaria Progetto finanziato

dall’I.C.Bentivoglio di Poggio Renatico

Dott.ssa Malaguti Elisa

Dott.ssa Pedroni Claudia

(Associazione Aethos)

Presente nella scuola primaria. Svolge funzioni di consulenza ai docenti, supporto pedagogico, spermentazione di strategie per una corretta gestione della classe e di dinamiche complesse, corsi di formazione per i docenti con particolare attenzione alle relazioni e alla sfera emotiva vista come elemento fondamentale per l’apprendimento e il processo di formazone della persona. Gestisce lo sportello di ascolto per le famiglie degli alunni.

Mediatori culturali

Figura non facente parte dell’organico dell’istituzione

Progetto finanziato dal Comune di

Cento – capofila del distretto

Presente, su richiesta della scuola, nei vari ordini per attività di mediazione con le famiglie e gli alunni di origine straniera di recente immigrazione. Attività di supporto linguistico ai docenti in sede di incontro con le famiglie (colloqui, comunicazioni varie…)

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C. Risorse materiali

CTS (Centro territoriale di supporto, formazione, consulenze, tecnologie) di Ferrara

Attività di prestito di ausili,software specifici, libri e materiali strutturati alle scuole della rete a supporto dell’inclusione. Servizio di consulenza per i docenti, attività di sperimentazione, corsi di formazione legati alle nuove tecnologie nell’ottica dell’inclusione e ad innovativi progetti di sperimentazione. Sportello autismo (supporto agli insegnanti e somministrazione di test per valorizzare le competenze degli alunni).

Biblioteca comunale

Prestito di libri e materiali multimediali, attività di lettura animata presso la biblioteca.

D. Coinvolgimento

personale docente Attraverso…

Team docenti di classe curricolari, di sostegno, di religione cattolica /di attività alternative, lingua inglese

Partecipazione al GLHO / GLHI (figure individuate)

Partecipazione e cura dei rapporti con famiglie

Progetti didattico-educativi in generale e a tematica inclusiva in particolare

Partecipazione ad attività di programmazione per classi parallele o incontri organizzati dalla scuola e/o da altre istituzioni o enti accreditati

Partecipazione a percorsi formativi, organizzati Partecipazione ad incontri di continuità con docenti di altri ordini di scuola: nido / sc. infanzia - infanzia / primaria e primaria /secondaria di 1°grado)

E. coinvolgimento personale ATA

Assistenza alunni disabili

Progetti di inclusione

Partecipazione GLHI (figure individuate). Percorsi di formazione. Personale di segreteria per quanto attiene ad iscrizioni, raccolta documentazione, contatti con le famiglie …

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F. Coinvolgimento delle famiglie in attività di promozione della comunità educante:

- Feste di Natale

- Feste di fine anno scolastico

- Laboratori svolti in orario scolastico da genitori, progettati e co-condotti con gli insegnanti.

- Percorsi di formazione

G. Rapporti con servizi sanitari territorial

Servizio di Neuro psichiatria infantile – pediatria di comunità

Accordi di programma sulla disabilità:

- Accordo provinciale

n. 1 incontro annuale del GLHO (scuola –famiglia- operatori ASL) per alunni disabili, come da accordo di programma prov.le

Incontri scuola – servizio di N.P.I in corso d’anno, a carattere aggiuntivo rispetto agli incontri di legge, su richiesta della scuola o dei servizi oppure della famiglia per: scambio, confronto e condivisione pratiche educative e didattiche a favore di alunni disabili o di alunni con D.S.A o di alunni non certificati nè segnalati ma in carico al Servizio. Raccordo scuola – pediatria in relazione a particolari procedure sanitarie e/o profilassi comuni.

Rapporti con il Servizio Scuola del Comune

Dotazione personale educativo/assistenziale per alunni con disabilità. Progettazione condivisa per:

- situazioni scolastiche particolari;

- trasporti speciali;

- esigenze alimentari specifiche;

forniture ausili e deguamento

strutturale.

Rapporti con servizi sociali

territoriali

- Incontri (assistente sociale-scuola) su richiesta degli operatori sociali o dell’istituzione scolastica allargati anche alla componente familiare quando ritenuto opportuno dai servizi.

H. Rapporti con privato

Specialisti di servizi privati

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I. Formazione docenti

Percorsi di auto ed etero aggiornamento volti all’individuazione di Strategie e metodologie educativo-didattiche innovative / gestione della classe

Didattica speciale e progetti educativo-didattici a prevalente tematica inclusiva

Specifiche disabilità (autismo, ADHD, Dis. Intellettive, sensoriali…)

Strategie relazionali e comunicative

B.E.S ed inclusività Uso delle tecnologie didattiche (LIM…)

BUONE PRASSI

a sostegno dell’inclusività

Progetto accoglienza alunni

disabili – classi iniziali di ogni ordine

(1°anno infanzia – classe prima sc. Primaria e sc. Secondaria)

Incontri del team docente e famiglia dell’alunno a settembre, antecedente l’inizio delle lezioni per una prima conoscenza. Presentazione e messa a punto della proposta da parte della scuola di un programma di inserimento “graduale” nella sezione/classe che prevede tempi e modalità di frequenza flessibili nel primo periodo scolastico e diverso da alunno ad alunno. Accordo con la famiglia.

Passaggio informazioni sugli alunni tra docenti di ordini diversi con indicazioni delle strategie educative – didattiche seguite.

Incontro con gli operatori della N.P.I. o specialisti privati

Incontri in corso d’anno tra scuola e ASL su richiesta dei docenti o degli operatori sanitari per concordare modifiche / integrazioni/ miglioramenti PEI ( autorizzati dalla famiglia) Attenzione alla classe/ sezione di inserimento, in sede di Commissione formazione sezioni sc,. infanzia / classi prime sc primaria e secondaria di 1° grado

Visite programmate nella nuova scuola che accoglierà l’alunno al passaggio di ordine scolastico (inserite all’interno del progetto continuità). Incontri congiunti di educatrici ed insegnanti di

sostegno, coordinati dal D.S e dalla F.S (integrazione alunni disabili) per condividere buone prassi nel lavoro comune

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Progetto accoglienza alunni

stranieri

Protocollo accoglienza alunni stranieri (allegato al

PTOF)

Progetti per attività di

recupero/potenziamento alunni in difficoltà di

apprendimento

Realizzazione di percorsi mirati per attività di recupero/potenziamento rivolte agli alunni che presentano difficoltà di apprendimento. Ore aggiuntive di insegnamento inerenti la prima e seconda alfabetizzazione a cura della facilitatrice linguistica

Progetto individuazione

precoce disturbi di apprendimento ( IPDA) alunni

classi prima e seconda

Prove di individuazione precoce disturbi di apprendimento IPDA -(scuola primaria- (da effettuarsi secondo un protocollo condiviso con le altre istituzioni scolastiche del ferrarese su indicazioni generali dell’USR- ER Bologna)

- somministrazione di prove specifiche agli alunni di classe prima e di classe seconda, a cura dei docenti restituzione degli esiti delle prove, visionate dagli specialisti ASL, con indicazioni operative di recupero e consolidamento

- attività di recupero condotte dai docenti comunicazione alle famiglie degli esiti delle prove con speciale ATTENZIONE rivolta alle famiglie degli alunni che hanno messo in evidenza notevoli difficoltà anche alla fine del percorso di recupero. Per questi alunni infatti si consiglia alle famiglie di contattare il SSN per un approfondimento diagnostico relativo alla valutazione degli apprendimenti .

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Protocollo redazione pdp

Alunni con dsa e “altri bes”

1. Nei primi giorni dell’anno scolastico, ogni componente del CdC o del team di classe dovrà essere a conoscenza delle segnalazioni relative agli alunni con DSA presenti in classe.Entro il 15 novembre avrà il compito di individuare gli alunni che potrebbero rientrare nella tipologia con BES. (vedi allegato esplicativo denominato “estratto BES” ). Successivamente, i nominativi di tali alunni dovranno essere comunicati al referente/ funzione strumentale, tramite apposite scheda di rilevazione.

2. Il CdC o il team di classe dovrà predisporre il pdp entro il 15 Novembre. A tal proposito, per la scuola secondaria, si suggerisce di compilarlo durante una riunione del consiglio di classe, previa predisposizione da parte del coordinatore, prevedendo per quell’occasione una quantità di tempo maggiore a disposizione del c.d. c, in relazione al numero degli alunni interessati. Per la sc. primaria il documento potrà essere predisposto durante un incontro settimanale di programmazione.

3. Il coordinatore o il team docente dovrà incontrare personalmente la famiglia per illustrare la proposta del CdC/team di classe, condividerla e farla sottoscrivere. A tal proposito si ricorda che spesso, molte famiglie richiedono giustamente di poterlo visionare con calma anche a casa, o sottoporre a centri specializzati con i quali sono in contatto. Risulta quindi assolutamente normale concedere questa possibilità alle famiglie che ne fanno richiesta, avendo cura di disporre comunque sempre di una copia (meglio se in formato digitale) nel caso in cui venisse smarrito. Per quanto riguarda la condivisione del PDP, ogni docente coordinatore/ team dovrà convocare (tramite comunicazione scritta) le famiglie per un apposito incontro. Tale incontro dovrà essere svolto entro i 10 giorni successivi alla predisposizione del PDP. Non è consentito condividere il pdp con le famiglie durante i colloqui generali, né consegnarlo agli alunni per poi farselo riportare firmato dai genitori.

4. A seguito della sottoscrizione del documento da parte della famiglia, (con firma di entrambi i genitori), il PDP dovrà essere firmato da tutto il CdC/team di classe, dal referente DSA e dalla DS e quindi protocollato dalla Segreteria. Questa operazione dovrà essere svolta entro e non oltre il 30 Novembre.

5. Le famiglie che desiderano ricevere una copia protocollata del PDP dovranno farne richiesta scritta alla dirigente, tramite segreteria.

6. Qualora lo si ritenesse necessario, entro la fine di febbraio sarà organizzato un incontro di verifica del PDP (della durata di 1 ora circa), a cui sono chiamati a partecipare i docenti del Consiglio di Classe, la famiglia e, se risulta necessario, il referente DSA/BES. L’obiettivo sarà quello di segnalare eventuali cambiamenti nel piano didattico per migliorarne l’efficacia.

Qualora insorgessero difficoltà nella fase di condivisione, si prega di fare riferimento esclusivamente al referente F.S. DSA di Istituto.

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Parte terza

Sintesi dei punti di forza e di criticità dell’Istituto Comprensivo

(scuola infanzia - scuola primaria – scuola secondaria)

PROCEDURA ADOTTATA dal gruppo di lavoro per l’individuazione degli obiettivi di miglioramento ed incremento dell’inclusività:

Indicatori di riferimento (da indicatori UNESCO per la valutazione del grado di inclusività dei

sistemi scolastici)

1 Aspetti organizzativi e gestionali coinvolti nel cambiamento inclusivo

2 Possibilità di strutturare percorsi specifici di formazione e aggiornamento degli insegnanti 3 Adozione di strategie di valutazione coerenti con prassi inclusive;

4 Organizzazione dei diversi tipi di sostegno presenti all’interno della scuola 5 Ruolo delle famiglie e della comunità nel dare supporto e nel condividere le decisioni che riguardano l’organizzazione delle attività educative; 6 Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi inclusivi;

7 Valorizzazione delle risorse esistenti

8 Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei progetti di inclusione

9 Attenzione dedicata alle fasi di transizione che scandiscono l’ingresso nel sistema scolastico, la continuità tra i diversi ordini di scuola

I NOSTRI PUNTI DI FORZA

1. COMPRESENZA DOCENTI SC. INFANZIA

2. COMPRESENZA DOCENTI SC. PRIMARIA (Qualora le risorse a disposizioni lo permettano)

3. PROGETTO DI L’ACCOGLIENZA DEI NUOVI ISCRITTI ALLA SC.INFANZIA E ALLA CLASSE PRIMA DELLA SC.PRIMARIA E SECONDARIA

(mese di settembre di ogni anno sc. prime settimane di scuola)

4. PRESENZA , NELL’ORGANICO FUNZIONALE DI ISTITUTO, DI DOCENTI DI

POTENZIAMENTO (SC. INFANZIA, SC. PRIMARIA E SC. SECONDARIA DI 1°GRADO)

5. ASSEMBLEA DI INIZIO ANNO SCOLASTICO con le famiglie dei nuovi iscritti –SC. INFANZIA – PRIMARIA- SECONDARIA 1°GRADO

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6. INCONTRI INDIVIDUALI PRE INIZIO ANNO SC. CON LE FAMIGLIE DI ALUNNI DIVERSABILI (conoscenza scuola – famiglia, passaggio di informazioni per la futura organizzazione scolastica e cooperazione)

7. ORGANIZZAZIONE VISITE NEL PLESSO SCOLASTICO DI FUTURA FREQUENZA, PROGETTAZIONE ATTIVITA’ DIDATTICHE in comune tra i due segmenti di scuola: (scuola primaria per gli alunni dell’ultimo anno di frequenza sc. infanzia; scuola secondaria di 1° grado per gli alunni di 5°primaria) - Progetto continuità –

8. PASSAGGIO INFORMAZIONI TRA DOCENTI DI ORDINI DIVERSI sugli alunni in uscita ad inizio anno scolastico – mese di ottobre (andamento scolastico, strategie adottate…)

9. POSSIBILITA’ DI ORGANIZZARE PERCORSI SPECIFICI DI FORMAZIONE E AGGIORNAMENTO DEI DOCENTI

10. POSSIBILITA’ DI AVVALERSI DI DIVERSE TIPOLOGIE DI SOSTEGNO/ SUPPORTO ALL’INTERNO DELLA SCUOLA (personale educativo assistenziale, volontariato civile, volontariato studenti degli istituti superiori, tirocinanti universitari, psicologa in classe su progetto condiviso con il consiglio di classe, sportello consulenza per i docenti, sportello consulenza per i genitori – coordinatore pedagogico – scuola infanzia e primaria.

11. FATTIVA E CONCRETA COLLABORAZIONE TRA DOCENTI E PERS.AUSILIARIO (COLLABORATORI SCOLASTICI), con particolare riguardo agli alunni con BES, in ogni plesso

12. PRESENZA DEI SERVIZI SOCIALI E SANITARI SUL TERRITORIO (Assistenti sociali, operatori del Servizio di neuropsichiatria infantile)

13. COLLABORAZIONE TRA OPERATORI SCOLASTICI ED OPERATORI SANITARI DELLA NEURO PSICHIATRIA INFANTILE (il continuo turn over degli operatori sanitari unito a carenza di organico inficia pesantemente la continuità nella collaborazione e comporta tempi estremamente lunghi nell’attesa delle prestazioni che, spesso, rischiano di essere sporadiche e a singhiozzo)

14. PRESENZA DI DIVERSE TIPOLOGIE DI SUPPORTO ALL’ESTERNO DELLA SCUOLA in relazione a diversi servizi - specialisti privati - servizi ricreativi e doposcuola - associazioni sportive, culturali, volontariato

15. VALORIZZAZIONE DELLE DIVERSITA’ Attenzione alla fase di passaggio tra un ordine di scuola ed il successivo

16. ALUNNI NON ITALOFONI Ausilio di mediatori culturali (attivazione di percorsi di italiano L2, di prima alfabetizzazione, prima accoglienza di alunni e famiglie supportata da mediatori culturali di madrelingua

17. ORE AGGIUNTIVE DI INSEGNAMENTO (da FIS) Utilizzate dai docenti in percorsi di recupero delle difficoltà nell’apprendimento, nel consolidamento delle conoscenze ed abilità.

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18. RUOLO DELLE FAMIGLIE NELLA PARTECIPAZIONE ALLA VITA SCOLASTICA

Partecipazione agli incontri individuali a cadenza bimestrale con i docenti del proprio figlio

Ulteriori colloqui individuali a richiesta (della famiglia o della scuola)

Partecipazione agli incontri di intersezione o interclasse dei rappresentanti dei genitori con relativa comunicazione agli altri genitori della sezione/classe di quanto discusso e dibattuto.

19. Concreta e fattiva collaborazione di tutti i docenti e personale ATA nelle iniziative a livello di plesso per il miglioramento dell’ambiente scolastico, per la raccolta di fondi per la progettazione extracurricolare, l’aumento dell’offerta formativa, per l’acquisto di sussidi. strumentazione tecnologica (es.LIM)

20. Acquisizione e distribuzione di risorse aggiuntive utilizzabili per la realizzazione dei progetti di inclusione

21. Sviluppo di un curricolo attento alle diversità e alla promozione di percorsi formativi inclusivi

22. Presenza di docenti in possesso di particolari competenze

23. Collaborazione di genitori in possesso di particolari competenze, in attività educative o ampliamento dell’offerta formativa nella sezione/classe del figlio o nel plesso

Deliberato dal Collegio dei Docenti in data 30 ottobre 2017

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Allegato n. 1 -

BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI (B.E.S)

AREA DELLO SVANTAGGIO SCOLASTICO

Principali riferimenti normativi

- direttiva ministeriale del 27/12/2012 “ Strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi speciali e organizzazione territoriale per l’inclusione scolastica”

- circolare ministeriale n. 8 del 6 /3/2013 “Indicazioni operative”

- nota dell’USR Emilia Romagna del 29/5/2013 “BES- Piano per l’inclusione scolastica. Materiali e proposte per la formazione dei docenti a.s. 2013/14

- nota ministeriale del 27/6/2013”Piano per l’inclusività”

- nota USR Emilia Romagna del 21/8/2013“Bisogni educativi speciali

:approfondimento in ordine alla redazione del piano annuale per l’inclusività nell’ottica della personalizzazione dell’apprendimento. Materiali per la formazione dei docenti a.s. 2013/14

- nota ministeriale del 22 novembre 2013” strumenti di intervento per alunni con bisogni educativi speciali. A .s. 2013/14. Chiarimenti

- L.104/92 per la disabilità

- D.P.R 275/99

- D.P.R. 394/99 art. 45

- L.170/2010 e successive integrazioni per i D.S.A

- D.M. 5669 del 12/7/2011 corredato di allegato con “Le linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con D.S.A”.

- Nota ministeriale del 24/7/2012 “Indicazioni per la diagnosi e la certificazione diagnostica dei D.S.A”

- L.53/2003 sul tema della personalizzazione

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AREA DEI BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI ( BES )

Non è possibile compilare un elenco analitico ed esaustivo delle possibili situazioni di BES. Possono essere d’aiuto le tipologie presenti nella Direttiva del 27/12/12 e nella successiva circolare, come punto di avvio per una prima analisi. Pur con tutti i limiti, tipici delle schematizzazioni, esse sono riconducibili, secondo la Direttiva, a 3 grandi sottocategorie:

disabilità ai sensi della L.104/92

1. disturbi evolutivi specifici:

- disturbi specifici dell’apprendimento ai sensi della L.170 del 2010

- deficit del linguaggio

- deficit delle abilità non verbali

- deficit della coordinazione motoria

- deficit dell’attenzione / iperattività

- border line

Alcune tipologie di disturbi, non esplicitati dalla L.170/10, danno diritto ad usufruire delle stesse misure ivi previste in quanto comprendono problematiche specifiche in presenza di competenze intellettive nella norma.

Merita un discorso a parte il

a) funzionamento intellettivo limite

(definito BORDER LINE oppure Disturbo evolutivo specifico misto codice F.83 o ancora disturbo aspecifico di apprendimento) può essere considerato un caso di confine tra disabilità e disturbo specifico. Q.I globale che va dai 70 agli 85 punti e non presenta elementi di specificità. Rappresenta circa il 2,5% della popolazione scolastica (200.000 allievi).

deficit da disturbo dell’attenzione e dell’iperattività

(DDAI acronimo italiano- acronimo ADHD da IC-10). E’ presente in circa l’1% della popolazione scolastica( quasi 80.000 alunni). Spessoassociato al DSA o ad altre problematiche ha una causa neurobiologica e genera difficoltà di pianificazione, apprendimento e di socializzazione con i coetanei. Solo un quadro clinico grave( spesso in comorbilità con altre patologie ) dà adito alla certificazione ai sensi della L. 104/92. Moltissimi alunni con ADHD, in ragione della minor gravità del disturbo, non rientrano nella certificazione di disabilità, ma nei B.E.S.

Le problematiche di cui al punto 2. non vengono o possono non venir certificate ai sensi della L.104/92. Molti profili sono compresi comunque, con un proprio codice nosografico, nel Manuale ICD-10, stilato dall’OMS e utilizzato dai Servizi socio sanitari italiani.

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2- svantaggio socio-economico, linguistico, culturale con difficoltà derivanti da

. contesti sociali culturalmente deprivati e poveri di sollecitazioni

. non conoscenza della lingua e cultura italiana

. insufficiente alfabetizazione in Lingua italiana rispetto alle necessità di studio

. atteggiamenti denotanti isolamento, poca partecipazione nei contesti di vita della scuola

Possono rientrare nella situazione di BES anche alunni con

- comportamenti dirompenti, auto ed etero aggressivi, destabilizzanti il contesto scolastico, limitanti le relazioni sociali e l’apprendimento

- bassa o nulla autostima

- scarsa motivazione. - atteggiamenti e comportamenti “particolari” difficilmente ascrivibili ad un

disturbospecifico, in presenza di competenze intellettive elevate - traumi temporanei derivanti da eventi contingenti (lutto familiare, separazione dei

genitori, coinvolgimento in incidenti, ricoveri prolungati in ospedale per patologia ...) - Alunni in altre specifiche condizioni individuate dal team docenti o segnalate dalla

famiglia o dai Servizi sociali…

DEFINIZIONI CONDIVISE

la nozione di scuola inclusiva

“istituzione in cui l’intera comunità scolastica è chiamata ad organizzare curricoli in funzione dei diversi stili o delle diverse attitudini, a gestire in modo alternativo le attività d’aula, a favorire e potenziare gli apprendimenti e ad adottare i materiali e le strategie didattiche più adeguate ai reali bisogni degli alunni”

Nelle Indicazioni Nazionali del 2012 l’accoglienza delle diversità è posta come un principio fondante del nostro sistema scolastico da collocare alla base delle strategie didattiche attuate dai docenti. Per essere efficaci queste strategie devono diventare il modo normale di fare scuola. Le possibili linee d’Azione attraverso cui realizzare una scuola basata sulla didattica inclusiva sono costituite dalle seguenti attività:

- sviluppare un clima positivo nella classe,

- costruire percorsi di studio partecipati,

- partire dalle conoscenze e dalle abilità già possedute dagli alunni,

- contestualizzare l’apprendimento,

- attuare interventi didattici personalizzati nei confronti della diversità,

- realizzare attività basate sulla cooperazione,

- potenziare le attività di laboratorio,

- favorire la scoperta e la ricerca;

- sviluppare competenze metacognitive per conoscere i propri limiti, i livelli raggiunti, gli sforzi da compiere e i sistemi di studio da adottare

- utilizzare le nuove tecnologie ( dalla LIM ai libri digitali)

- adottare strumenti compensativi e misure dispensativi

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La nozione di BES

“Tutte le situazioni in cui la proposta scolastica quotidiana ( standard) - pur tenendo presente una fascia di variabilità individuale - non consente allo studente un apprendimento e uno sviluppo efficace, a causa di difficoltà dovute a situazioni di varia natura”

Le situazioni possono essere ricondotte a due gruppi principali:

1. le condizioni, già oggetto di interventi regolati da una normativa (L.104/92 e L.170/2010)

2. le altre situazioni citate dalla direttiva sui BES o previste dalla L.53/2003 nella quali

rientrano studenti con difficoltà scolastiche effettive, comprese le situazioni di difficoltà

diagnosticate ma non certificate o quelle al limite della patologia. Si tratta di difficoltà non

“tutelate” da normativa.

BES E DIDATTICA

Il termine BISOGNI sposta la prospettiva dell’educatore da una posizione esterna/statica - constatare la difficoltà dell’allievo nel raggiungere gli standard - ad una posizione dinamica / coinvolgente di ricerca attiva di soluzioni, strategie per ridurre e contenere il disagio / difficoltà che ne deriva. Presuppone un capovolgimento di prospettiva: non più gli studenti devono adattarsi alle attività e alle proposte didattiche, messe a punto e sperimentate a lungo per rispondere alle caratteristiche dello studente “tipo” (che per definizione non presenta tratti particolari ), bensì la scuola è chiamata ad attuare degli adattamenti alla propria proposta, in funzione del successo formativo di ogni allievo, a partire dalle effettive esigenze formative concretamente rilevate sulla base di valutazione collegiali o del singolo docente.

STRATEGIE DI INTERVENTO per una scuola inclusiva

Il concetto di scuola inclusiva ha come riferimento concettuale e metodologico il modello bio-psico-sociale dell’ICF( Classification of functioning, Disability and Health) elaborato dall’OMS nel 2002 per superare la visione riduttiva della disabilità come malattia.

Per l’ICF un individuo non si qualifica per le sue menomazioni, ma per gli aspetti positivi che emergono nel rapporto con l’ambiente sociale, culturale e personale in cui vive. In questo ambiente esistono elementi fisici e psicologici che ostacolano le attività (barriere) ed elementi che favoriscono l’integrazione sociale ( facilitatori). La scuola deve agire per rimuovere le barriere e potenziare i facilitatori, in modo che tutti gli studenti possano sviluppare le proprie potenzialità e conseguire le maggiori competenze possibili fra quelle previste nel percorso scolastico intrapreso.

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IMPORTANTE: all’interno di ogni istituzione scolastica:

1. definire chi sono gli studenti in situazione di BES

2. essere flessibili nel modo di insegnare e di valutare, affinché ogni studente trovi la risposta giusta in relazione alla sua condizione e alla sua manifesta difficoltà

3. evitare gli automatismi

(Non tutti gli studenti elencati nelle tre sottocategorie, individuati nella direttiva del 27/12/12 sono da ritenere con BES ma soltanto alcuni di loro, a causa di manifeste difficoltà o altre problematiche, possono esprimere bisogno di attenzione didattica specifica).

L’individuazione dell’alunno come persona in situazione di BES rientra nell’ambito pedagogico, quindi è prerogativa della scuola, la quale deve rispondere ai bisogni di personalizzazione, in base alle caratteristiche sociali, individuali e funzionali degli studenti.

Didattica inclusiva: che significa?

Didattica centrata sui bisogni e sulle risorse personali, in grado di rendere ciascun alunno protagonista del proprio apprendimento qualunque siano le sue capacità, le sue potenzialità ed i suoi limiti. Si attua favorendo e creando le condizioni per una costruzione attiva della conoscenza,

l’attivazione di personali strategie di approccio al sapere, il rispetto dei ritmi e degli stili di apprendimento e dei meccanismi di autoregolazione.

Dove, come, quando, chi?

L’inclusione si realizza prioritariamente in classe, a cura dell’intero team docenti, a cui spetta la progettazione degli interventi da attuare. Il team docenti, il cui ruolo fondamentale viene ripreso ulteriormente nella circolare n.8 del 2013, riveste la funzione di individuare i casi riconducibili ad una definizione di BES e di adottare le conseguenti strategie didattiche. Non è compito della scuola certificare gli alunni con BES, ma individuare quelli per i quali è opportuna e necessaria l’adozione di particolari strategie didattiche ( nota MIUR del 22/11/2013)

Il lavoro si snoda contemporaneamente lungo diverse direzioni: sul clima della classe, sulle metodologie e le strategie didattiche, sulla relazione tra insegnamento- apprendimento, sul processo di orientamento, sulla condivisione con la famiglia.

La via maestra per l’interpretazione dei bisogni dello studente è l’osservazione, quindi la messa a fuoco del processo e degli strumenti che consentono la lettura attenta delle situazione e la rilevazione dei bisogni

Procedura per Individuazione in classe della presenza di studenti in situazione di BES ( oltre ai certificati in base alla L.104/92 e ai segnalati in base alla L.170/2010 )

Rilevazione dell’esistenza di difficoltà nelle attività scolastiche

Osservazione sistematica per raccogliere dati oggettivi e stabili

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Confronto tra adulti con valutazione degli elementi contestuali che possono essere concausa delle difficoltà

Assunzione di precise scelte pedagogiche con l’individuazione degli aspetti su cui porre maggior attenzione

Definizione degli obiettivi e delle strategie da attuare

Valutazione e verifica

Il team docente nella progettazione dell’azione educativa – didattica

deve avere come principio di riferimento la prospettiva della

personalizzazione

( L.53/2003 art.1 e art.2), al di là delle specifiche situazioni di difficoltà, non disgiunta da quella dell’individualizzazione.

La didattica individualizzata consiste nelle attività di recupero individuale che può svolgere l’alunno per potenziare determinate abilità o per acquisire specifiche competenze, anche nell’ambito delle strategie compensative e del metodo di studio; tali attività individualizzate possono essere realizzate nelle fasi di lavoro individuale in classe o in momenti ad esso dedicati, secondo tutte le forme di flessibilità del lavoro scolastico consentite dalla normativa vigente.

La didattica personalizzata, invece, anche sulla base di quanto indicato dalla L.53/2003 e nel Dlgs 59/2004, calibra l’offerta didattica e le modalità relazionali, sulla specificità ed unicità a livello personale dei bisogni educativi che caratterizzano gli alunni della classe, considerando le differenze individuali soprattutto sotto il profilo qualitativo; si può favorire così l’accrescimento dei punti di forza di ciascun alunno, lo sviluppo consapevole delle sue preferenze e del suo talento.

Nel rispetto degli obiettivi generali e specifici di apprendimento, la didattica personalizzata si sostanzia attraverso l’impiego di una varietà di metodologie e strategie didattiche, tali da promuovere le potenzialità ed il successo formativo in ogni alunno: l’uso dei mediatori didattici (schemi, mappe concettuali…), l’attenzione agli stili di apprendimento, la calibrazione degli interventi sulla base dei livelli raggiunti, nell’ottica di promuovere un apprendimento significativo”. ( da linee guida per il diritto allo studio degli alunni e degli studenti con DSA - 2011)

Attività che rappresentano possibili linee d’Azione attraverso cui realizzare una scuola basata sulla didattica inclusiva:

- costruzione dell’ambiente di apprendimento

- sviluppare un clima positivo nella classe,

- costruire percorsi di studio partecipati,

- partire dalle conoscenze e dalle abilità già possedute dagli alunni,

- contestualizzare l’apprendimento,

- favorire la ricerca e la scoperta,

- attuare interventi didattici personalizzati nei confronti della diversità,

- realizzare attività basate sulla cooperazione,

- potenziare le attività di laboratorio,

- sviluppare competenze metacognitive per conoscere i propri limiti, i livelli raggiunti, gli sforzi da compiere e i sistemi di studio da adottare

- utilizzare le nuove tecnologie ( dalla LIM ai libri digitali)

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- adottare strumenti compensativi e misure dispensative

L’adozione di strategie inclusive non va a vantaggio solo degli studenti con bisogni educativi speciali ma dell’intera classe.

STRUMENTI

E’ il team docenti deputato a determinare gli strumenti più efficaci per l’apprendimento dell’alunno

Piano didattico personalizzato( PDP)

Piano educativo individualizzato( PEI)

Strumenti compensativi ( tavola pitagorica, tabella delle misure e delle formule, calcolatrice, PC, dizionari di lingua computerizzati, schemi, traduttori…)

Tecnologie informatiche( dall’uso della LIM ai libri in formato digitale)

Misure dispensative da alcune prestazioni ( lettura ad alta voce, scrittura veloce sotto dettatura, tempi più lunghi per le prove scritte e lo studio, organizzazione di interrogazioni programmate, assegnazione di compiti a casa in misura ridotta…)

“ Le scuole - con determinazione assunta in seno al team docente di classe, risultante dall’esame della documentazione clinica presentata dalla famiglie ( se presente) e sulla base di considerazioni di carattere psicopedagogico e didattico - possono avvalersi per tutti gli alunni con BES degli strumenti compensativi e delle misure dispensative previste dalle disposizioni attuative della L.170/2010( DM. 566/2011)

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VERIFICA E VALUTAZIONE ( D.P.R.122/2009 - Linee guida per gli alunni con DSA del 2011- Linee guida per l’integrazione degli alunni stranieri del 2006)

La scuola deve porre attenzione al fatto che le VERIFICHE per gli studenti con BES

- siano preventivamente calendarizzate sulla base di un funzionale confronto tra i docenti del team

- vengano effettuate in relazione al PDP ( se presente) e con l’uso degli strumenti compensativi e/o le misure dispensative ( se previsti) e del PEI ( in caso di disabilità)

e che

La VALUTAZIONE sia svolta sulla base di quanto dichiarato nel PDP

( se presente) e nel PEI ( in caso di disabilità) prestando attenzione alla padronanza dei contenuti

- non sia solo sommativa ma anche e soprattutto formativa

- dedichi attenzione al processo più che al solo prodotto elaborato

- separi i contenuti della valutazione ( che cosa si sta valutando ) dalle capacità strumentali necessarie a condividerli e ad esplicitarli

- sia sempre globale e multifattoriale, mai parcellizzata e segmentata

Nella VALUTAZIONE deve sempre essere tener conto:

a) della situazione di partenza

b) dei risultati raggiunti dall’alunno nel suo personale percorso di apprendimento

c) dei risultati riconducibili ai livelli essenziali degli apprendimenti previsti per la classe frequentata

d) delle competenze acquisite nel percorso d’apprendimento

VALUTAZIONE ALUNNI CON DISABILITA’

Le verifiche possono essere uguali, semplificate o differenziate rispetto a quelle previste per la classe, sulla base di quanto declinato nel PEI;

la valutazione deve esser svolta secondo i criteri educativi e didattici stabiliti nel PEI da tutti i docenti del Team e quindi non solo dal docente di sostegno;

VALUTAZIONE ALUNNI CON PDP

E’ necessario che :

- le verifiche siano coerenti con quanto stabilito nel PDP ( tempi più lunghi, verifiche

graduate, uso di strumenti compensativi, svolgimento di un numero minore di

esercizi ecc…);

- la valutazione sia svolta sulla base di quanto dichiarato nel PDP prestando attenzione alla padronanza dei contenuti e prescindendo dagli errori connessi al disturbo.

- per favorire l’apprendimento delle lingue straniere sia utilizzata la massima flessibilità didattica, privilegiando l’espressione orale e non escludendo, se necessari, strumenti compensativi e misure dispensative, secondo quanto dettato dalla norma vigente.

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RUOLI E COMPITI A LIVELLO DI ISTITUZIONE SCOLASTICA

RUOLO DEL CONSIGLIO DI CIRCOLO

Valorizzare l’inclusione come uno degli indirizzi generali per le attività della scuola e delle

scelte generali di gestione e di amministrazione ( ai sensi dell’art.3 del DPR n.275/99)

RUOLO DEL COLLEGIO DOCENTI

Elaborare il POF che “esplicita la progettazione curricolare, extracurricolare, educativa ed organizzativa che le singole scuole adottano nell’ambito della loro autonomia”, progettazione che deve essere orientata a farsi carico dei bisogni educativi speciali e dell’inclusione, descrivere le didattiche inclusive ed i modelli cooperativi d’intervento che si intendono adottare. Assumere la responsabilità che il progetto inclusivo non sia uno dei progetti della scuola ma il progetto della scuola.

Fissare gli obiettivi irrinunciabili di ogni materia.

Stabilire i livelli essenziali di competenza disciplinare al fine di valutare la congruenza con il percorso della classe e la possibilità di passaggio per l’alunno alla classe successiva. Approvare il PAI, nel mese di Giugno, con l’impegno di attivare tutte le azioni concordate.

RUOLO DEL CONSIGLIO DI INTERSEZIONE E DI INTERCLASSE Dare vita ad una progettazione di scuola inclusiva, avvalendosi del lavoro di equipe verso un team teaching strutturato intenzionalmente per consentire a ciascun alunno di dare il meglio di sé.

RUOLO DELLE CLASSI/ SEZIONI PARALLELE

Calibrare le attività di insegnamento delle discipline – nel rispetto della pari dignità di tutte – sulla valenza inclusiva dei saperi, in modo che le conoscenze e le competenze che gli alunni devono costruire contribuiscano a promuovere la cittadinanza e l’inclusione ( da Linee guida per l’attuazione dell’obbligo scolastico D.M. n. 139 del 22/8/2007)

RUOLO DEL DIRIGENTE SCOLASTICO

Promuovere la formazione e l’ggiornamento continuo dei docenti, gestire le innovazioni, mettere in atto tutte le modalità organizzative, gestionali, educative e didattiche favorenti l’accoglienza, l’inserimento e l’integrazione degli alunni, in un’ottica di inclusione reale. RUOLO DEL TEAM DOCENTI

Tutti i docenti sono coinvolti nella gestione dei BES, sia a livello individuale che riuniti nel

consiglio di interclasse e nel collegio docenti. Il docente di sostegno non è la figura a cui delegare responsabilità e compiti, ma è la persona che può aiutare a definire le strategie dell’inclusione e a coordinare le forze in campo. E’ nominato dallo Stato e “assume la contitolarità delle sezioni e delle classi in cui opera, partecipa alla programmazione educativa e didattica ed alla elaborazione e verifica delle attività di competenza dei team docenti e dei Collegi dei docenti – L.104/92 art.13 comma 6.

Il Team Docenti e il PDP

Il ruolo del team docenti nella scuola primaria e il consiglio di classe nella secondaria assumono una rilevanza ancora più marcata per effetto della C.M. 8 del 2013 in quanto si ribadisce la loro funzione di individuare i casi riconducibili ad una definizione di BES e di adottare le conseguenti strategie didattiche ( tra cui lo strumento denominato PDP). Ogni

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docente del Team/consiglio di classe è corresponsabile del PDP; ciò significa che il PDP è il risultato di una progettualità condivisa. I compiti del team docenti/consiglio di classe:

1) Verificare il bisogno di un intervento didattico fortemente personalizzato:

- esaminare la documentazione clinica (dei servizi pubblici o dei centri autorizzati)

presentata dalla famiglia;

- esaminare qualsiasi altro documento (ad esempio relazione dello psicologo, servizi sociali, lettere di segnalazione di disagio provenienti da chiunque purché verificata…);

- prendere in considerazione ogni situazione che necessita di un possibile intervento di tipo pedagogico-didattico e che, pur in assenza di documentazione clinica o diagnosi, motiva l’assunzione delle stesse.

2) Deliberare l’adozione da parte dei docenti di strategie didattiche personalizzate (soprattutto per favorire lo sviluppo di abilità), di modalità di insegnamento inclusive e di misure dispensative (le dispense sono una scelta didattico metodologica da parte dei docenti) ed inoltre stabilire l’uso di strumenti compensativi da parte degli studenti.

3) Elaborare collegialmente e corresponsabilmente il PDP, puntando non sulla quantità di dispense e di compensazioni, ma sulla loro effettiva pertinenza ed efficacia nel processo di apprendimento, strettamente personale, di ciascuno studente e su criteri d’azione e di valutazione condivisi fattivamente dai docenti.

La direttiva BES richiama il PDP come strumento di lavoro in itinere per i docenti, con la funzione di documentare e condividere con le famiglie le strategie di intervento programmate.

Come già evidenziato, l’elaborazione di un PDP deve avvenire, pertanto, dopo un’attenta analisi della situazione dell’alunno fatta attraverso la lettura delle indicazioni fornite da chi ha redatto la segnalazione, da quelle pervenute dalla famiglia e dai risultati del lavoro di osservazione condotto a scuola da ogni singolo insegnante. In questa fase vanno accertati gli effettivi livelli di riuscita, individuando le difficoltà e i punti di forza. Secondo l’ottica ICF, è anche necessario interrogarsi su quanto l’ambiente scolastico costituisca una barriera o faciliti l’attività di apprendimento e di partecipazione sociale. Il PDP può/deve essere modificato ogni qualvolta sia segnalato un cambiamento nei bisogni o difficoltà dell’alunno; può avere (e per alcuni situazione connesse allo svantaggio socio economico e culturale è opportuno, secondo la Circolare, che abbia il carattere della temporaneità, ossia può essere utilizzato fino a quando le difficoltà e i bisogni dello studente non siano risolti (es. alunni neo arrivati in Italia, patologie temporanee ecc…). La Direttiva individua anche la possibilità di una progettazione più centrata sulla classe, con l’individuazione di uno specifico piano per tutti gli alunni della classe con BES, focalizzando l’attenzione sulle strategie inclusive. Il PDP è firmato dal Dirigente Scolastico o da un docente delegato, dai docenti del team e dalla famiglia. La sottoscrizione del PdP mette in evidenza la corresponsabilità nel percorso educativo:

Il Dirigente in qualità di garante dell’applicazione della normativa;

I Docenti (tutti) quali responsabili delle strategie didattiche e dei criteri di valutazione degli apprendimenti;

La famiglia come corresponsabile della stesura e applicazione del PDP.

Nel caso in cui la famiglia non partecipi alla stesura del PDP, la scuola deve acquisire agli atti la firma per presa visione oppure redigere un verbale di presentazione.

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E’ bene tenere presente che il PDP è solo uno degli strumenti operativi utilizzabili dai docenti nel porre in essere l’azione pedagogico-didattica; essi devono sempre mettere gli alunni nelle condizioni di apprendere, trovando per ognuno di loro l'appropriata strategia didattica ed educative. Si ribadisce l’importanza che l’elaborazione di tale strumento non sia vissuta come adempimento burocratico, ma come opportunità per ragionare sulle difficoltà dello studente e sulle rispettive strategie da utilizzare.

RUOLO DELL’EDUCATORE/ OPERATORE SOCIO EDUCATIVO

Gli educatori sono forniti all’istituzione scolastica dall’Ente Locale, tramite una Cooperativa , con un monte ore settimanale di presenza a favore dell’alunno disabile, la cui DF preveda anche tale figura di supporto al suo percorso scolastico. Il loro ruolo è definito nell’accordo provinciale per l’handicap. Garantiscono il rinforzo a relazioni positive e ove possibile, il raggiungimento dell’autonomia personale.

RUOLO DEL G.L.I ( Gruppo di lavoro per l’Inclusione )

La Direttiva ministeriale del 27/12/2012 individua nel GLI l’organo istituzionale preposto alla “politica per l’inclusione”.

E’ composto dal Dirigente scolastico, dai docenti Funzioni strumentali (integrazione alunni

stranieri, alunni disabili, contrasto al disagio e promozione del benessere), da rappresentanti

degli educatori, dal referente del Servizio di NPI e del Servizio scuola del Comune, dai

rappresentanti dei genitori di alunni disabili e non, dai rappresentanti dei docenti, dai

rappresentanti del personale ATA del Circolo.